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a colloquio

CITTÀ CAPACI
DI SENTIRE
DI EMANUELE BOMPAN

Rivoluzionare gli spazi


urbani. Rigenerarli a misura
di uomo. Renderli sensibili e
in grado di dialogare con chi
le abita. Porre le basi per una
comunicazione reciproca.
Le metropoli del futuro
dovranno essere dinamiche e
hi-tech. Al centro dovranno,
però, sempre avere il legame
fra uomo e natura
La “visione” è quella di Carlo Ratti. propri cittadini. Un luogo che sia il
Architetto e ingegnere. A tutti gli risultato del progressivo ingresso
effetti, uno dei grandi intellettuali delle tecnologie digitali e del
italiani del XXI secolo. La rivista cosiddetto Internet delle Cose nelle
Esquire lo ha inserito tra i “Best vite private e nello spazio comune.
& Brightest”, mentre Forbes lo Città capaci di trovare soluzioni
colloca tra i “Nomi da Sapere”. nuove per vecchi problemi.
I guru hi-tech di Wired ritengono Dalla mobilità al consumo
sia una delle “50 persone energetico, dall’inquinamento
2 CONSIGLI DA che cambieranno il mondo”. allo smaltimento dei rifiuti». 

carlo Direttore del Senseable City Lab,


al Massachusetts Institute of
Una città sensibile è anche
più naturale?

ratti Technology (MIT) di Boston, è un


professionista multidisciplinare.
Il suo lavoro si basa su una
«Grazie ad alcune nuove
tecnologie di coltivazione,
dall’idroponico al vertical farming,
commistione fra architettura, oggi esistono sperimentazioni
COSA FARE sociologia degli spazi pubblici, big molto interessanti.  Numerose
Tenere aperto un dialogo fra data e smart-tech. città stanno portando avanti
Quale città immagina per il progetti di rilievo in questo
uomo e natura
futuro? campo. Singapore, ad esempio,
«Una città più umana. Non solo sta studiando fattorie verticali
“capace di sentire” attraverso con cui coprire le facciate dei
COSA NON FARE sensori digitali, ma anche di propri grattacieli. La speranza è
Escludere l’ignoto essere “sensibile” rai bisogni dei che le nuove tecnologie possano

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permettere domani un’inedita più grave quanto meno ne siamo La tecnologia non può Cybersyn dell’accademico
integrazione tra natura e cultura. consapevoli». però diventare un nemico inglese Stafford Beer – potrebbe
Mi hanno sempre affascinato In che modo il city making dell’uomo? diventare realtà. È uno degli scenari
le parole di Elysée Reclus, il può creare città coese e «Vorrei sottolineare  che la preoccupanti paventati spesso da
geografo anarchico francese della inclusive? tecnologia è neutrale, dipende da Dirk Helbing, del Politecnico di
fine dell’Ottocento. Scriveva che «Il tema della coesione sociale noi, da come la vogliamo usare. Zurigo. Al tempo stesso possiamo
l’uomo dovrebbe avere un doppio è fondamentale. Da sempre, Così le reti possono diventare immaginare la rete come
vantaggio: l’accesso ai piaceri le disuguaglianze fanno parte strumenti di controllo e, insieme strumento di emancipazione e di
della città, alle opportunità che dell’esperienza urbana, ma all’intelligenza artificiale, creare azione “dal basso”. Una nuova
offre, allo studio e alla pratica quando si acuiscono, creano nuovi sistemi sociali e urbani capacità di scambiare informazioni
dell’arte, e, allo stesso tempo, la fratture difficili da ricomporre. centralizzati. La pianificazione e prendere decisioni insieme ad
possibilità di godere la libertà che In questi mesi, con il nostro dall’alto sognata nel secolo altri cittadini. Che poi è la base della
si trova nella natura». laboratorio al MIT, abbiamo passato da molti Stati – dall’URSS democrazia. La scelta tra questi due
Come animeranno le avviato un progetto di ricerca al Cile di Allende con il progetto scenari dipende da noi». 
Intelligenze Artificiali le per definire nuovi criteri per
nostre città sensisbili? misurare la segregazione etnica
«Con i Big Data possiamo e sociale in diverse metropoli del
moltiplicare all’infinito le nostre mondo. L’obiettivo è combinare
scelte. Quello che facciamo informazioni socioeconomiche
più spesso, tramite un sistema con dati sulle comunicazioni
come Amazon, è sgomberare, telefoniche tra persone di diversi
di fatto, dal nostro campo visivo gruppi sociali e cercare di capire
gli articoli che non conosciamo, meglio fino a che punto un
confondendoli con quelli che determinato contesto urbano
non ci interessano. Questa possa ricomporre le proprie
logica rischia di privarci di una fratture sociali. Si può imparare
delle esperienze più importanti anche dall’osservazione
della vita. Cioè la serendipity, il dei casi che offrono esempi
trovare qualcosa che non stiamo più positivi».
cercando. Vale per qualunque Le tecnologie smart possono
cosa: per il cibo che mangiamo, giocare un ruolo?
per i libri che leggiamo. Se «Le città sono sempre state
eliminiamo la serendipity plasmate da una molteplicità di
dalle nostre vite rischiamo una attori. Per questo è necessario che
progressiva chiusura mentale. le tecnologie smart continuino
Insomma, l’ampiezza della a favorire questa dimensione Nelle immagini,
scelta, se gestita in questo inclusiva. Sono per loro natura Roboat, innovativa
modo, viene a servire gli interessi piattaforme aperte, che prendono barca senza pilota,
del consumatore soltanto in vita attraverso una miriade sperimentata ad
apparenza. La realtà è che d’iniziative aggregate dal basso.  Amsterdam su
quel vantaggio apparente può In questo senso la Rete può progetto del MIT
trasformarsi in un rischio, tanto giocare un ruolo importante».  Senseable City Lab.

profilo
Architetto e ingegnere, insegna al MIT, dove dirige il Senseable City Laboratory.
È fondatore dello studio di design e innovazione Carlo Ratti Associati. È tra i protagonisti
del dibattito sull’influenza delle nuove tecnologie in campo urbano: i suoi lavori sono
stati esposti da istituzioni culturali, tra cui la Biennale di Venezia, il Design Museum di
CARLO RATTI Barcellona, il Science Museum di Londra e il MoMA di New York. È copresidente del World
Economic Forum Global Future Council su Città e Urbanizzazione e special advisor in
architetto e ingegnere Commissione Europea su Digitale e Smart Cities. www.carloratti.com
docente al MIT di Boston senseable.mit.edu

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