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Matteo Valdarchi
1. Introduzione
1
Cfr. G. Kovacs, Heidegger’s Insight into the History of Language, in «Heidegger Studies»
29(2013), p. 127.
2
Da qui in poi indicato come usts.
194 Parte terza - Questioni
«la tecnica moderna, al pari di ogni tecnica precedente, vale come qualco-
sa di umano, qualcosa di scoperto, compiuto, sviluppato, diretto e assicurato
dall’uomo per l’uomo»5.
3
M. Heidegger, La questione della tecnica, in Id., Saggi e discorsi, ed. G. Vattimo, Mursia,
Milano 20162, p. 5.
4
M. Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, ed. C. Esposito, Edizioni ETS,
Pisa 1997, p. 28.
5
Ibi, p. 35.
Valdarchi - Tecnica e vita storica 195
6
Ibidem.
7
Ibi, p. 34.
8
M. Heidegger, La questione della tecnica, cit., p. 11.
9
Ibi, p. 38.
196 Parte terza - Questioni
«Max Planck, il fondatore della fisica dei quanti, ha espresso questa decisione
in una breve proposizione: “è reale ciò che si lascia misurare”. Solo ciò che è
preventivamente calcolabile vale come essente»10.
10
Ibidem.
11
Ibi, p. 44. È questa l’essenza della tecnica moderna che Heidegger, in altri scritti sul me-
desimo argomento, ma elaborati in un linguaggio filosoficamente più “tecnico”, nomina con la
parola “Ge-stell”.
12
Ibidem.
13
Ibi, 45.
14
M. Heidegger, Filosofia e cibernetica, ed. A. Fabris, Edizioni ets, Pisa 1989, p. 41.
15
M. Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, cit., p. 46.
Valdarchi - Tecnica e vita storica 197
«in che senso, anche nella trasformazione del linguaggio in mera informazio-
ne, ed esattamente in essa, si fa valere ciò che è proprio della tecnica moderna,
16
In queste pagine si condensa attorno, o meglio alla radice della questione della “tecnica”,
la riflessione che ha coinvolto Heidegger in modo particolare negli anni ’50, pur se attraversando
trasversalmente la sua intera produzione filosofica: quella intorno all’essenza del linguaggio. Gli
scritti fondamentali a riguardo, che coprono l’arco temporale che va dal ’50 al ’59, sono raccolti in
In cammino verso il Linguaggio, ed. A. Caracciolo, Mursia, Milano 2014.
17
Cfr. M. Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, cit., p. 53.
18
Ibi, p. 48.
198 Parte terza - Questioni
vale a dire il fatto che essa provoca, e cioè porta l’uomo a rendere disponibile e
ad assicurarsi l’energia naturale?»19.
19
Ibi, p. 49.
20
Sulla natura ambivalente del linguaggio nella riflessione heideggeriana sulla “tecnica” cfr.
I. Schüssler, Le langage comme «fonds disponible» (Bestand) et comme «événement-appropriement»
(Ereignis) selon Martin Heidegger, in «Heidegger Studies» 22(2006), pp. 71-92.
21
Cfr. M. Heidegger, In cammino verso il linguaggio, cit., p. 43: «Il linguaggio parla».
22
M. Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, cit., p. 50.
23
M. Heidegger, Conferenze di Brema e Friburgo, a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 2002,
p. 202.
24
Ibi, p. 203.
25
M. Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, cit., p. 50.
26
M. Heidegger, Conferenze di Brema e Friburgo, cit., p. 213.
Valdarchi - Tecnica e vita storica 199
«In questo caso la sequenza dei segnali viene ricondotta alla sequenza tipica
delle decisioni sì-no, e per produrla vengono predisposte delle macchine, in
cui le emissioni e i colpi della corrente eseguono uno schema di segnalazione
astratta e forniscono i messaggi corrispondenti. Ora, perché una notizia di
questo tipo diventi possibile, ogni segno dev’essere definito univocamente»28.
27
M. Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, cit., p. 50.
28
Ibi, p. 51.
29
Ibi, p. 52.
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«Il non-detto è ciò che ancora non è mostrato, ciò che ancora non è giunto
all’apparire. Ma ciò che, mediante il dire, viene ad apparire è qualcosa di pre-
sente – il fatto che esso è presente e come lo è; e anche ciò che è assente, in
quanto tale, viene ad apparire nel dire»30.
Il pericolo che si annuncia nel cuore della tecnica, pericolo che mi-
naccia l’uomo nella sua essenza storica, scaturisce dal suo «rapporto alla
totalità di ciò che è stato, di ciò che è a venire, di ciò che è presente»35,
vale a dire dalla storia della totalità di ciò che è, dell’essere. Eppure,
proprio laddove l’essere stesso si mette a rischio, ossia nella storia del suo
tra-mandarsi storico, del suo lasciarsi portare al linguaggio, affiora la
possibilità della sua salvaguardia. L’accadere della custodia della plu-
rivocità dell’essere, oppure dell’appiattimento univoco di esso a mero
“segno”, sono affidati all’atteggiamento che l’uomo assume all’interno
del suo mondo tecnico:
33
M. Heidegger, Poscritto a: «Che cos’è Metafisica?», in Id., Che cos’è Metafisica?, Adelphi,
Milano 2001, p. 84.
34
M. Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, cit., p. 55.
35
Ibidem.
202 Parte terza - Questioni
«Quella che di primo acchito sembrerebbe soltanto una differenza tra due tipi
di linguaggio [tecnico e tramandato], si mostra come un accadere [Geschehen,
che risuona in Geschichte, storia] che vige sull’uomo, e che riguarda e sconvolge
niente di meno che il rapporto dell’uomo al mondo»36.
36
Ibidem.
37
Ibi, p. 56.