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Il problema con cui i progettisti devono fare i conti è costituito dalla “gente” il cui rapporto con lo spazio
costruito non può più essere dato per scontato. Il progettista deve capire la gente, la loro domanda e le
nuove culture.
6.LA TASSONOMIA DEGLI INDIZI AMBIENTALI: TRACCE, ALTERAZIONI, ADATTAMENTI, SEGNI E ROUTINES
Il rapporto tra spazio potenziale e spazio effettivo, si presenta dunque al ricercatore sotto forma di
indicatori organizzabili in 5 tipi di elementi osservabili
- TRACCE: sono effetti non intenzionali di comportamenti , sono cioè il prodotto inconsapevole
dell’azione situata nello spazio dei soggetti che abitano un luogo. L’uso costante e prolungato nel
tempo dello spazio lascia delle tracce. Le più evidenti tra le tracce sono le erosioni, che sono il
risultato di comportamenti ripetuti che ledono l’integrità del progetto, come il camminare. Possono
servire come indicatori d’uso e di percorrenze non progettate. Accade frequentemente che il
progetto preveda delle barriere, che vengono aggirate dagli abitanti per soddisfare meglio le
proprie esigenze e per appropriarsi di spazi negati o protetti dal progetto.
Alcune delle attività compiute dagli abitanti nei luoghi lasciano poi dei residui, che sono i
sottoprodotti non intenzionali delle attività stesse. Sono indicatori di alcune specifiche attività e
possono essere utili per analizzare comportamenti sanzionati negativamente, o difficilmente
osservabili direttamente. Un tipo di residuo interessante è costituito dai rifiuti, per le ipotesi che
permette di avanzare su abitudini e comportamenti. Ci sono infine le deformazioni che sono
cedimenti della forma progettata dovuti a comportamenti non previsti dalle intenzioni progettuali.
- ALTERAZIONI: sono modifiche semi-permanenti e auto-progettate allo spazio. Sono interventi di
riprogettazione dello spazio attraverso cui gli abitanti, prendendo possesso di un luogo, cercano di
adattarlo ai propri bisogni in termini di spazio. vi sono 4 grandi famiglie: connessioni e barriere,
modiche cioè che alterano la relazione tra regioni dello spazio progettato, che sono espressione di
bisogni espressi. In alcuni casi si tratta di connettere porzioni di spazio che il progetto prevede
invece separate; in altri casi di separare ciò che il progetto connette. Un'altra forma è il risultato del
trasferimento a fini adattivi di un soggetto o manufatto da una sede ad un'altra. Questi
riposizionamenti mostrano il tentativo di modificare direttamente le opportunità che uno spazio
offre per l’azione, come il riposizionamento delle sedute.
- ADATTAMENTI: sono il risultato di un interpretazione non banale del significato di una forma,
piuttosto che di una sua trasformazione: sono, cioè, realizzazioni di affordance non progettate.
Adatta in modo inedito una forma ai propri fini contingenti. Si va perciò avverando l’auspicio di
Gibson, cui si deve la nozione di affordance. Gli adattamenti costituiscono un importante
descrittore del rapporto tra spazio potenziale e spazio effettivo
- SEGNI: i segni sono aggiunte alla forma che non ne modificano la funzione, ma ne alterano il valore
comunicativo. Sono “qualcosa che sta in luogo di qualcos’altro”, nel senso che sono addizioni alla
forma che rimandano ad un contenuto. Sono elementi osservabili, che rimandano al bisogno di
attribuire un significato allo spazio e di comunicare questo significato. Un primo tipo è costituito
dalle territorializzazioni, che scaturiscono dal bisogno di affermare i propri diritti su una porzione di
spazio. è un segno molto antico. Attraverso essi, il migrante, colui cioè che inizia un processo di
insediamento in un luogo, comincia a trasformarsi in abitante, prende cioè possesso di un luogo e
inizia a radicarvisi. Si può manifestare attraverso il marcamento dei confini. Vi sono anche segni di
individualizzazione e personalizzazione. Le individualizzazioni sono segni che interrompono
l’uniformità di un luogo: distinguono alcuni caratteri e spezzano la serialità anonima segnalando la
presenza di una soggettività. Le personalizzazioni inscrivono l’identità dell’abitante nello spazio:
tentano di comunicare la presenza di una singolarità che abita uno spazio, dei suoi bisogni,
atteggiamenti, valori, collocando nello spazio una porzione del proprio capitale simbolico.
- ROUTINES: sono regolarità di comportamento localmente situate e non indifferenti allo spazio. sono
comportamenti molari e non occasionali che caratterizzano un luogo: sono ciò che gli abitanti fanno
in un luogo. È utile che siano sempre intesi come sistemi di routines che accadono in sistemi di
settings (spazio definito da una routine che in esso ha luogo),ovvero intesi come elementi di un
sistema. I sistemi di routines sono culturalmente determinati: 2 sequenze molto diverse possono
assolvere alla stessa funzione. Le routines sono l’evidence più esplicita e significativa, quella che più
compiutamente descrive il rapporto tra spazio potenziale e spazio effettivo. Tracce, segni,
alterazioni e adattamenti sono effetti di routines. Però sono difficili da osservare: impongono la
presenza simultanea di osservatore e osservato, il che può implicare lunghe sessioni di
appostamento o l’uso di sistemi di monitoraggio. Alcune routines sono sanzionate socialmente, e
pertanto il soggetto mette in atto strategie di dissimulazione per impedire di essere osservato.
Documentano l’estensione e la qualità dello spazio agito, e hanno un luogo di primo piano nella
valutazione post-occupativa del costruito. Permettono poi di mettere in evidenza la produzione
sociale di spazio e di catalogare e apprezzare attività specifiche che gli abitanti attuano in un luogo.
In molti casi le intenzioni progettuali sono esattamente quelle di lasciare uno spazio parzialmente
indeterminato, cioè il progetto offre delle opportunità di ordine astratto, che solo grazie all’effettivo
comportamento degli abitanti diventano concrete. Permettono di esprimere un giudizio sul grado e
sulle modalità di compimento di un architettura. Attraverso esse si possono apprezzare le più
diverse espressioni dei comportamenti adattivi allo spazio. permettono di valutare i modi del
“comportamento sociale in pubblico”, o i deficit progettuali. Infine, valutano la relazione prossemica
tra corpo e spazio costruito.
12.BILANCIO METODOLOGICO
Ogni tecnica, presenta criticità. L’osservazione degli indizi ambientali permette una ricognizione
limitata del significato che i soggetti attribuiscono all’ambiente che li circonda: gli indizi ambientali
ci permettono di ricostruire come i soggetti riconoscono direttamente nell’ambiente le affordance
che esso offre. Bisogna poi considerare 2 possibili limiti degli indizi ambientali: la loro
indeterminatezza(quando risulta impossibile ricostruire il processo che ha portato alla sua
determinazione) e la loro qualità auto-accrescitiva(se ogni spazio progettato offre una resistenza
agli indizi, questa resistenza tende rapidamente a degenerare all’aumentare degli indizi).