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società.
Per definire l’antropologia il primo elemento da considerare è il suo PROGETTO:
pensare il rapporto tra l’unità e la diversità del genere umano, pone al centro le
differenze per le quali le società e le culture si distinguono. il suo progetto è quello
di pensare l’altro e il medesimo sotto diversi aspetti.
Uno dei principali interrogativi dell’Antropologia è: come fare a non privilegiare una
dimensione rispetto ad un’altra?
IO e l’Altro sono termini che devono illuminarsi reciprocamente e ciò comporta che
la riflessione oltre che altrove sia anche qui: si è ALTRO solo agli occhi di qualcuno,
la categoria dell’Altro è sempre inserita in una RELAZIONE
Per l’antropologo è necessario rimanere esterno all’Altro: avvicinarsi abbastanza
senza identificarmi completamente, di comprendere la cultura senza immergermi in
essa totalmente.
L’oggetto dell’antropologia è dinamico, è dialettico nel senso che mette in rapporto
sistematicamente il locale e il globale l’Antropologia tenta di illuminare
contemporaneamente i due livelli nonché l’insieme degli scambi tra loro
Augè: Il procedimento antropologico assume come oggetto d’indagine unità sociali di piccola
ampiezza a partire dalle quali tenta di elaborare un’analisi di portata generale, cogliendo la
totalità della società in cui queste unità si inseriscono1
ANTROPOLOGIA E PSICOANALISI
Analogie: sono nate nello stesso periodo; hanno lo steso soggetto di studio, l’uomo.
Differenze: costituiscono entrambe una psicologia ma, mentre la psicoanalisi si
ferma all’espressione individuale di essa, l’antropologia si concentra su quella
collettiva; il disaccordo piu grande riguarda il modo di articolare i rapporti tra
individuo e società.
Esiste un campo in cui si può parlare di netta convergenza tra l’antropologia e la
psicoanalisi: IL SIMBOLICO diventa un sistema di rapporti, efficace nel suo
funzionamento, che modifica il reale, un’altra realtà. Il simbolico come struttura
efficace mobilita gli individui e i gruppi attorno a un’idea o a un’azione.
Un’altra convergenza tra le due discipline consiste nella DISTINZIONE TRA LATENTE
E MANIFESTO, implicito ed esplicito, e nella necessità in entrambi i casi di andare al
di là dei sintomi per decifrarli.
Le due discipline si incontrano anche su un altro piano: LA RAZIONALITÀ NON È
L’UNICA FORMA DI PENSIERO. La psicoanalisi mostra che l’uomo non è un essere
puramente razionale e allo stesso modo l’antropologia mostra che la cultura e gli
uomini non agiscono soltanto secondo criteri di razionalità
Tanto l’antropologia quanto la psicoanalisi sono sensibili all’ALTERITÀ: la prima
tenta di riconoscere e analizzare il pensiero dell’Altro per metterlo a confronto con il
proprio, la seconda tenta di decifrare il discorso dell’Altro in noi
5 . IL RINASCIMENTO IN EUROPA
Il rinascimento in Europa inaugura un nuovo umanesimo. la riflessione sull’Altro si
sviluppò in Europa nel quadro del pensiero teologico: l’Altro acquista una vera
esistenza solo quando viene messo all’interno della sfera della cristianità. Questo
fino alla fine del 1500/1600 quando l’Europa attraversa una crisi di centralità del
pensiero teologico. Ora l’attenzione rivolta agli Altri costituisce solo un pretesto
per discutere della propria società, ci si accontenta spesso di qualche immagine
imprecisa e riduttiva dell’Altro per difendere il proprio punto di vista. Di qui il tema
celebre del “buon selvaggio” e del “cattivo selvaggio”.
LA LETTERATURA DI VIAGGIO
Un campo importante che si sviluppa a partire dal Rinascimento è rappresentato dai
Racconti di viaggio (fino al 1800) redatti da osservatori che visitarono le regioni di
cui parlano (il più noto è “il milione” di Marco Polo). Questo approccio positivista è
ingannevole perché:
- le relazioni di viaggio sono scritte in circostanza storiche date da un autore
spesso legato ad un committente: lo scrittore non è padrone assoluto della
propria osservazione
- l’antropologo deve considerare i racconti e le descrizioni per se stessi , in
quanto testimonianze all’interno di un certo periodo storico
LO STRUTTURALISMO
È un’attività intellettuale che separa il soggetto dalla scienza. Esso elimina ogni
finalità soggettiva o metafisica come Dio, la storia, la morale, l’uomo per cercare di
accedere alle sole FORME
Critica il soggetto: il SENSO non e più nell’oggetto ma esiste nel gioco di relazioni
che questo intrattiene con altri oggetti.
Il sistema di parentela appare come un linguaggio, una struttura di comunicazione
all’interno del quale ogni individuo acquisisce uno status e un ruolo per la posizione
che occupa nella struttura generale dello scambio, i sistemi di parentela sono
formalizzazioni di regole astratte che appartengono all’inconscio.
Che si tratti di mito, di parentela o di pensiero selvaggio, tutti i sistemi di
significazione trovano il loro fondamento comune nella caratteristica simbolica
dell’attività dello spirito umano (la forma precede il contenuto)
L’analisi strutturale mira a identificare questo stampo, così l’interpretazione
antropologica scivola dal concreto all’astratto. Questa propensione all’astrazione
muoverà LE MAGGIORI CRITICHE AL PENSIERO DI L.S.:
- Gli si rimprovera di essere più attento alle forme astratte che non ai rapporti
reali
- Sembra difficile che tutte le variazioni culturali possano procedere da uno
spirito umano invariabile
- Opera una rottura tra società selvagge e società storiche: le prime sarebbero
caratterizzate dal senso, dall’autenticità, dalla trasparenza, le seconde dal
potere, dall’inautenticità, dall’opacità: L.S. introduce una frattura tra la storia
cumulativa (caratteristica delle società calde) e una storia stazionaria (società
fredde)
- Problema epistemologico nel rapporto tra il ricercatore e l’informatore : la
concezione del metodo levistraussiano consiste nel privilegiare un modello
logico della realtà, investendo l’antropologo del potere scientifico e
confinando l’indigeno in secondo piano. Ciò che conta sono le relazioni tra i
termini e non i termini stessi.
- l’approccio di L.S. estromette la storia e il cambiamento, l’antropologia
strutturale non considera le mutazioni sociali