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Personalità
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).
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Pietro Spataro - Stadi, strategie di ricerca e livelli di analisi nella psicologia della
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Indice
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
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per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).
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La personalità è stata e rimane, oltre che luogo di incontro tra diverse discipline, prospettive
e pratiche di ricerca, anche il luogo in cui si confrontano diverse concezioni del mondo e del ruolo
dell’uomo nel mondo. Nella psicologia della personalità si ritrovano tutti gli slanci e i limiti delle altre
psicologie che essa mira ad integrare all’interno di una concezione globale e unitaria del
disciplina, operare demarcazioni tra fasi di sviluppo, indirizzi e metodi senza incorrere nel rischio di
semplificazioni o riduzionismi.
Gli interrogativi ai quali la psicologia della personalità mira a rispondere, in accordo con i
proprietà di costellazioni relativamente stabili di modi di sentire, di conoscere e di agire. Nei capitoli
precedenti, si è accennato a come essa sia storicamente debitrice alle prime tassonomie
psichiatriche, alla psicologia delle differenze individuali e ai vari indirizzi della psicologia dinamica.
In tal senso, la psicoanalisi ha tutti i crismi di una psicologia della personalità che precede di
almeno trent’anni i lavori dei primi personologi come Allport e Murray. Si tratta tuttavia di un
approccio che è destinato a restare isolato, rispetto ad un progetto comune di progresso della
conoscenza che vede nell’accumulazione di evidenze empiriche e nel graduale affinamento delle
ipotesi teoriche, in accordo con i criteri del falsificazionismo, le proprietà essenziali di una psicologia
scientifica. Se è vero che la psicologia della personalità ha tratto ispirazione e vantaggio dalla
psicoanalisi, è altrettanto vero che essa ha sempre mantenuto uno statuto autonomo rispetto alla
psicologia “ufficiale”.
La storia recente della psicologia della personalità si racchiude negli ultimi 90 anni, si
sviluppa principalmente nel continente nord-americano e può essere distinta in tre periodi: il
periodo delle prime elaborazioni di grande respiro (1930-1950), il periodo delle micro-teorie (1950-
1970) e il periodo contemporaneo (dal 1970 fino ad oggi), con la sua enfasi sulla complessità e sul
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pluralismo. Agli albori della disciplina, autori come Allport e Murray assegnano alla psicologia della
allargare l’interesse della psicologia dallo studio delle singole funzioni o processi (come la
culmina nel secondo dopoguerra. Gli studiosi che lavorano nell’ambito della nuova disciplina si
cimentano in una difficile azione di mediazione e di integrazione tra le diverse anime della
allo stesso tempo si delineano le differenze rispetto alle due scuole di pensiero rivali, il
comportamentismo e la psicoanalisi.
Tra gli anni ’50 e 70’ si racchiude un periodo segnato prima da grandi entusiasmi e
successivamente da una profonda disillusione. Nel 1950, Sears afferma che la psicologia della
personalità deve rendere conto: a) della struttura della personalità; b) dei dinamismi che
sottendono e orientano la condotta; e c) dello sviluppo dei tratti e dei motivi. Si tratta di un
programma ambizioso che si rivela ben presto inadeguato. Infatti, il progressivo affinamento
personalità formulato nel ventennio precedente. L’affermazione dei canoni della ricerca oggettiva
e la rinnovata esigenza di rigore espressa dal dibattito epistemologico diventano incompatibili con
la ricerca sul funzionamento globale della personalità. Ad un certo punto, anche sotto la pressione
dei nuovi standard in vigore nel mondo accademico e scientifico, diventa necessario per gli
studiosi accantonare i grandi temi e ripiegare su problemi meno ambiziosi ma più abbordabili a
livello empirico. In questo periodo, denotato da un forte restringimento degli interessi della
disciplina alla struttura e alla descrizione della personalità, si assiste alla formulazione delle moderne
tassonomie e al fiorire di un’ampia varietà di micro-teorie. Nel primo caso, la messa a punto della
tecnica statistica dell’analisi fattoriale consente a ricercatori del calibro di Cattell, Eysenck e
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l’autoritarismo.
La denuncia del progressivo isterilimento della disciplina è ciò che segna, agli inizi degli anni
’70, una nuova transizione che parte da una riflessione critica per poi assumere i caratteri della
ripresa. Già nel 1971, Carlson si interroga su dove stia la personalità nella psicologia della
personalità. Tuttavia, è soprattutto agli inizi degli anni ’80 che si vanno delineando con chiarezza i
problemi del superamento delle scuole, dell’integrazione dei vari indirizzi, del raccordo con la
psicologia dei processi di base e con la psicologia applicata, e in ultima istanza del recupero da
parte della disciplina della propria vocazione a svolgere una funzione di integrazione tra le varie
psicologie. Si apre perciò una nuova fase, segnata da un rinnovato interesse per le differenze
metodologica, oltre che tecnologica. È questo il periodo in cui si assiste al pieno recupero della
personalità in tutti i suoi aspetti, cognitivi, affettivi, comportamentali, biologici e sociali, nel pieno
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2. Strategie di ricerca
di decisioni, di operazioni che orientano gli studiosi nella selezione degli oggetti di indagine, nella
Per quanto riguarda i metodi, anche per la psicologia vale la distinzione tra clinico,
relazione tra loro una varietà di informazioni e osservazioni che vengono acquisite attraverso
l’esame della biografia, della condotta, e delle dinamiche relazionali che regolano il rapporto che
esistenziale rispetto al quale sia possibile comprendere i significati personali delle condotte e
essenzialmente dalla validità della teoria sottostante, che consente allo studioso di selezionare le
principi e leggi generali. Il colloquio, la storia di vita, l’esame di test proiettivi hanno rappresentato
gli strumenti principali di un metodo che si è sempre qualificato per il suo privilegiare gli aspetti più
disposizionali o comportamentali delle persone, allo scopo di estrarre da tali misure dei profili o
delle correlazioni. I profili descrivono dove si posizionano i soggetti osservati rispetto ad una serie di
varino anche altre caratteristiche della persona. Anche in questo caso, la validità del metodo
dipende dalla bontà della teoria che si intende corroborare, e in particolare dalla chiarezza delle
ipotesi, dalla plausibilità delle operazionalizzazioni e dalla corrispondenza tra concetti e misurazioni
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impulso dallo sviluppo delle moderne tecniche di analisi fattoriale e dei modelli di equazioni
strutturali.
Infine, il metodo sperimentale mira alla ricerca di regolarità generali che possano spiegare i
legami tra certi effetti e le cause che li producono. Il controllo è l’elemento che contraddistingue
studioso e i soggetti che partecipano all’esperimento sono tutti elementi che devono essere tenuti
sotto controllo. Il modello di ricerca è quello delle scienze esatte (fisica e matematica), il
laboratorio è la sua sede più appropriata e gli scopi riguardano l’identificazione di regole universali
e la generalizzabilità delle scoperte ottenute in laboratorio alla vita quotidiana. I limiti, oltre che
dalla bontà della teoria che si intende verificare, dipendono anche dalla possibilità di una
adesione troppo rigida al concetto di controllo. Nel caso della psicologia della personalità, infatti,
la ricerca di leggi generali deve mirare a spiegare non soltanto i legami di causa-effetto che
valgono per tutti, ma anche gli aspetti unici ed originali delle singole personalità.
Accanto a questi tre metodi, altre tecniche si sono imposte nella psicologia della
sperimentazione classica in relazione al controllo dei soggetti, delle variabili e della situazione;
spesso il ricercatore approfitta di eventi naturali o di condizioni fortuite che consentono una
maggiore aderenza alle condizioni di vita reali. Negli studi sul campo, l’impianto correlazionale si
apporto insostituibile nella fase di formulazione delle ipotesi teoriche. Infine, la sperimentazione su
singoli soggetti rappresenta un’estensione e una combinazione tra il metodo sperimentale e quello
clinico, e testimonia il rinnovato interesse dei ricercatori per tutti quei metodi che consentono di
analizzare la complessità della personalità attraverso lo studio del caso individuale, dei documenti
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3. Livelli di analisi
Il concetto di “livello di analisi” si riferisce essenzialmente alla diversità di prospettiva con cui
possiamo guardare alla psicologia della personalità, nonché alla diversità di ampiezza,
portata dei costrutti teorici in relazione ad una determinata area di indagine e delimita l’ampiezza
delle connessioni, delle inferenze, delle generalizzazioni che è possibile trarre dai risultati.
o quella del soggetto osservato. In primo luogo, il senso comune corrisponde a due diversi livelli di
analisi. Da un lato esso rappresenta ciò che si è venuto a cristallizzare in forma di saggezza
collettiva: ovvero, le idee che la maggior parte delle persone condividono riguardo a valori o
norme sociali. Dall’altro lato, esso può essere informativo rispetto a particolari modalità di
funzionamento della nostra mente: in tal caso, il ricercatore studia i processi del senso comune –
ovvero, come la gente arriva a condividere o ad abbandonare certe idee e convinzioni. Nel caso
della personalità, è quindi essenziale distinguere il livello di analisi dei prodotti della psicologia
ingenua, ad esempio le teorie implicite della personalità, dal livello di analisi dei processi che
possono spiegare la formazione di questi prodotti (il modo in cui le persone organizzano le
L’analisi dei processi a sua volta si articola su diversi livelli, a seconda dell’ampiezza delle
vengono indagati, nell’ambito della psicologia della personalità, ad un livello diverso da come
esse vengono analizzate dallo psicologo sperimentale (che tende a scomporli nelle componenti
questo senso paradigmatico. A livello macroscopico, l’analisi della motivazione mira ad indagare
le mete che una persona si prefigge e la rete di credenze, desideri e valori che fanno da sostegno
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alle azioni dirette al loro raggiungimento. A livello microscopico, invece, l’analisi mira a identificare
i processi emotivi e cognitivi che stanno alla base della motivazione: mirerà quindi a descrivere il
Nello studio della personalità, la necessità di spiegare ciò che è individuale e unico di una
generali e universali. Ogni individuo è infatti il risultato di effetti specifici e di condizioni particolari di
leggi generali; in altre parole, ogni personalità è un modo singolare in cui si possono assemblare
elementi comuni secondo regole universali. È chiaro, quindi, che col termine “personalità”
possiamo riferirci alle caratteristiche uniche di un individuo o alle caratteristiche comuni a più
individui. La psicologia della personalità diventa perciò il luogo più adeguato per risolvere la
tradizionale controversia tra metodi idiografici (i quali enfatizzano gli aspetti strettamente individuali
di ogni persona, attraverso l’analisi delle storie di vita) e metodi nomotetici (i quali sono
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Bibliografia
Mulino.
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