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Cipriano, D.(2003) La terapia cognitiva post-razionalista: teoria, psicopatologia ed intervento. Tesi di laurea. Versin electrnica editada por G.I.P. www33.brinkster.com/gipsicoterapia

UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PADOVA


FACOLT DI PSICOLOGIA

TESI DI LAUREA

LA TERAPIA COGNITIVA POST-RAZIONALISTA: TEORIA, PSICOPATOLOGIA ED INTERVENTO

Relatore: Ch.mo Prof. Assaad Marhaba Laureando: Daniele Cipriano Matr. 432888 ANNO ACCADEMICO 2002-2003

Dedicato a tutti coloro che mi hanno insegnato a vivere nellamore e nel mistero

LA TERAPIA COGNITIVA POST-RAZIONALISTA DI VITTORIO GUIDANO (1944-1999). TEORIA, PSICOPATOLOGIA ED INTERVENTO. INDICE
INTRODUZIONE.................................................................................................V CAP. I: Biografia di una ricerca................................................................1 CAP. II: L'essere umano come sistema conoscitivo..........................7
par. 2.1: Introduzione..............................................................................................7 par. 2.2: Un contributo innovativo alla terapia cognitivo-comportamentale..........7 par. 2.3. L'epistemologia come scienza psicologica.............................................10 par. 2.4: Razionalismo critico e epistemologia evolutiva.....................................16 par. 2.5: I sistemi viventi complessi autorganizzati..............................................19 par. 2.6: Prospettiva motorio-evolutivo della conoscenza umana........................25 par. 2.7: Il S come processo interattivo e dialiettico...........................................30 par. 2.8: Emozioni, scritti, linguaggio e narrativit..............................................36

CAP. III: Sviluppo e organizzazione dei sistemi conoscitivi........43


par. 3.1: Sviluppo.................................................................................................43 3.1.1: Introduzione....................................................................................43 3.1.2: Infanzia ed et prescolare...............................................................45 3.1.3: Fanciullezza...................................................................................49 3.1.4: Adolescenza e giovinezza..............................................................53 3.1.5: La vita adulta..................................................................................58 par. 3.2: Organizzazione......................................................................................60 3.2.1: Introduzione....................................................................................60 3.2.2: Il livello organizzativo tacito.........................................................62 3.2.3: Il livello strutturale esplicito..........................................................63 3.2.4: L'identit personale........................................................................64 3.2.5: I modelli rappresentativi della realt..............................................65 3.2.6: Attitudine verso di s e verso la realt..........................................66 3.2.7: Organizzazioni di significato personale.........................................67 3.2.8: Cambiamento nell'organizzazione di significato personale...........69

CAP. IV: Per un modello esplicativo della psicopatologia..........73


par. 4.1: Introduzione.............................................................................................73 par. 4.2: Meccanismi e processi psipatologici.......................................................74 4.2.1: L'influenza del comportamento parentale sui modelli disfunzionali di attaccamento........................................................74 4.2.2: La riorganizzazione adolescenziale e la dimensione concretezza/astrazione...................................................................76 4.2.3: Dinamica della disfunzione cognitiva............................................80 4.2.4: Organizzazione di significato e quadri psicopatologici.................84 par. 4.3: Organizzazioni di significato personale.................................................86 4.3.1: Organizzazione di significato depressiva.......................................86 4.3.2: Organizzazione di significato fobica..............................................95 4.3.3: Organizzazione di significato disturbi alimentari psicogeni........104 4.3.4: Organizzazione di significato ossessivo.......................................115

CAP. V: Il processo terapeutico in una prospettiva cognitiva post-razionalista..............................................................................................129


par. 5.1: Lineamenti fondamentali della terapia cognitiva post-razionalista......129 5.1.1: Dall'approccio cognitivo razionalista a quello post-razionalista......129 5.2.2: L'atteggiamento del terapeuta e il processo valutativo.................132 5.1.3: Il metodo dell'autosservazione e la tecnica della moviola............136 5.1.4: Struttura e dinamica del cambiamento terapeutico......................143 par. 5.2: Le fasi del processo terapeutico............................................................147 5.2.1: Il contesto clinico-interpersonale e la riformulazione del del problema.................................................................................147 5.2.2: Focalizzazione e riordinamento dellesperienza immediata.........149 5.2.3: Ricostruzione dello stile affettivo.................................................151 5.2.4: Analisi della storia di sviluppo.....................................................155

CONCLUSIONI......................................................................................................................161 BIBLIOGRAFIA....................................................................................................................167

INTRODUZIONE
Questo lavoro nasce nellintenzione di rendere omaggio allopera di Vittorio Guidano, rendere omaggio, pertanto, ad un intellettuale e terapeuta innovatore; infatti, a quattro anni dalla sua morte e a pi di dieci anni dalla sua principale pubblicazione (Il S nel suo divenire, 1992), le sue proposte teoriche e cliniche di un modello scientifico per la terapia cognitiva risuonano ancora in tutta la loro attualit. Tutta la teorizzazione di Guidano si muove attorno allo sviluppo di una concezione delluomo come processo di conoscenza; lungo tutta la produzione della sua opera, Guidano, con genuina attitudine interdisciplinare, sfrutta il potere euristico delle pi avanzate

concettualizzazioni provenienti dalla fisica, dalla biologia, dalle scienze cognitive e dalletologia per comprendere e spiegare il formarsi stesso della conoscenza che luomo ha di s e del mondo. Il percorso teorico di Guidano incessantemente teso allaumento progressivo del potere esplicativo, attraverso lintegrazione di contributi scientifici distinti in un insieme teorico coerente e omogeneo volto a rispettare la natura complessa delloggetto di studio: lessere umano colto nel suo impegno conoscitivo. Lungo le pagine di questa tesi esamineremo, dunque, come Guidano, seguendo questo esaustiva sul S e i suoi relativi squilibri clinici. Nel Primo Capitolo verr brevemente ripercorsa la biografia di Vittorio Guidano, con lintezione di rintracciare alcune relazioni tra gli eventi biografici e le scelte scientifiche. tema di fondo, abbia progressivamente elaborato una metateoria e una teoria complessa ed

Il Secondo Capitolo, invece, verr aperto con una prima parte dedicata ad un breve esame delle prime opere di Guidano (elaborate in collaborazione con Liotti) passando poi ad approfondire gli aspetti metateorici di una prospettiva post-razionalista e concludendo con la presentazione di alcuni temi pi specificatamente teorici. Nel Terzo Capitolo si dar spazio, in una prima parte, ad un analisi dettagliata dei processi di sviluppo del S lungo tutto larco del ciclo di vita e, in una seconda, si presenter un esaustivo modello organizzativo del S. Il Quarto Capitolo sar interamente dedicato allesposizione di una teoria esplicativa sistemico-processuale della psicopatologia sia nei suoi termini pi generali sia specificando le caratteristiche di ciascuna organizzazione psicopatologica. Infine, nel Quinto Capitolo verr esaminata la teoria e la tecnica di una psicoterapia cognitiva di orientamento post-razionalista, sottolineando le caratteristiche essenziali e le modalit dintervento.

CAPITOLO I
BIOGRAFIA DI UNA RICERCA

Vittorio Guidano nasce a Roma il 4 agosto 1944, l trascorre la fanciullezza fino ai nove anni e mezzo momento in cui si trasferisce con la famiglia a Caracas in Venezuela, dove frequenter le scuole fino al quarto ginnasio; ritorna in Italia per la formazione liceale che svolge presso il Liceo G.B. Vico di Roma, interessante notare come G.B. Vico considerato da molti come un precursore dellattuale concezione costruttivista. Successivamente siscrive alla facolt di Medicina delluniversit di Roma La Sapienza, con lintenzione di dedicarsi alla ricerca in biochimica; nel 1968 per, quando mancava poco alla conclusione dei per il sociale che gli fa cambiare suoi studi universitari, immerso nellatmosfera della contestazione giovanile, scopre un interesse radicalmente e repentinamente il percorso dei suoi studi, Guidano ne parler in seguito in termini di propria rivoluzione personale, dicendo al proposito: Allimprovviso, in quellanno successe qualcosa che cambi la mentalit generale della societ. Tutta lattenzione si rivolse verso il sociale e scoprii che interessarmi alla biochimica, agli acidi e alle cellule, era un gioco da bambini che non aveva niente a che vedere con la realt; per me allora la questione consisteva in dove dirigere la ricerca pura rimanendo per nel sociale e la cosa pi sociale che io avevo disponibile in quel momento era la psichiatria.(Medina, 1996).

Cos dopo essersi laureato nel 1969 in Medicina e Chirurgia, invece di partire per gli Stati Uniti, come deciso con suo professore, per seguire un master in Immunologia, si trasferisce a Pisa per frequentare la specializzazione in Malattie Nervose e Mentali; durante questi anni di formazione entra in contatto con le due correnti che predominavano in quegli anni la psichiatria: la medico-organicista e la psicoanalitica; insoddisfatto da entrambi gli approcci e forte della formazione scientifica maturata allinterno della ricerca microbiologica, Guidano si rivolge allo studio della mente da una prospettiva cognitivo-comportamentale; tale visione gli permetteva, infatti, di studiare la mente umana rimanendo allinterno di unottica scientifica basata sulla rigorosa osservazione dei fatti; egli dice al proposito. mi rivolsi alla psichiatria con lo stesso atteggiamento che avevo verso la biochimica. Per me consisteva soltanto nel cambiare loggetto, loggetto non era pi la cellula, era la mente. (Medina, 1996). In termini di biografia scientifica gi prima di finalizzare il corso di specializzazione nel 1972, si dedica alla ricerca in psicologia formando parte dellistituto di psichiatria della facolt di medicina di Roma La Sapienza diretto da G.C. Reda; tale impegno scientifico si protrae dal 1970 fino al 1985, anni duranti i quali oltre a fare il ricercatore, Guidano in collaborazione con Liotti, impartisce lezioni di terapia cognitivocomportamentale. Come pioniere in Italia di tale approccio scientifico e terapeutico, Guidano partecipa alla fondazione, sempre nel 1972, della Societ Italiana di Terapia Cognitiva e Comportamentale (S.I.T.C.C.) di cui sar presidente fino al 1978; nel 1978 parteciper, invece, alla fondazione del I Centro di

Terapia Cognitiva che ancora oggi centro attivo di ricerca e innovazione nellambito delle terapie cognitive (Semerari, 1999; 2000). Negli anni 1974-1975 Guidano centra il suo interesse scientifico sui fattori di personalit, sul concetto di s, autostima, ecc. (Guidano V.F. & Liotti G. & Panceri P., 1971a; Guidano V. F. & Liotti G & Panceri P., 1971b; Guidano V. F. & Liotti G., 1972a; Guidano V.F. & Panceri P. & Liotti G. & Serra P., 1972b; Guidano V.F. & Sibilia L. & Liotti G. & Borgo S., 1972f) e nella ricerca clinica sugli effetti della terapia comportamentale (Guidano V.F. & Liotti G., 1972c; Guidano V.F. & Liotti G., 1972d; Guidano V.F. & Liotti G., 1972e; Guidano V.F. & Liotti G., 1973; Guidano V.F. & Liotti G., 1974; Guidano V.F. & Liotti G., 1975); sempre in questi anni che Guidano va progressivamente strutturando sia la matrice metodologica di riferimento basata nella psicologia sperimentale, cognitiva e relazionale sia linteresse di fondo che impegner tutta la sua successiva ricerca e attivit: la costruzione di un modello dello sviluppo e della dinamica dellidentit. Se vogliamo esaminare alcune delle relazioni tra la biografia e la formazione scientifica e umana di Guidano utile riportare alcune sue dichiarazioni: Tutte le cose che cominciai a sviluppare in questi 20-25 anni nei miei pazienti, prima si svilupparono in me. Per esempio, io inizia a prestare molta attenzione ai processi di perdita nei miei pazienti, esattamente venti anni fa ovvero dopo aver provato su me stesso quella che era una perdita, una rottura affettiva. Questesempio lo posso estendere a tutta la mia terapia.(Medina, 1996); Guidano perse entrambe i genitori quando aveva solo ventotto anni e questesperienza lo spinse ad approfondire il tema della perdita e separazione affettiva.

Su di un piano pi prettamente scientifico, la permanenza di un anno nel 1976 a Nairobi, dedicata allo studio dei primati, spiega invece limportanza che Guidano sempre attribuisce alla psicologia comparata degli ominidi nonch il generale approccio evoluzionista che fa da cornice a tutto il suo pensiero. Agli inizi degli anni ottanta, grazie anche allamicizia con Micheal Mahoney (noto costruttivista statunitense), Guidano comincia unintensa attivit di conferenziere nelle universit americane, esperienza che lo convincer a scrivere e a pubblicare le sue opere in inglese (Cognitive Processes and Emotional Disorders, Guidano V. & Liotti G., 1983; The Complexity of the Self, Guidano, 1987; The Self in Process, Guidano V., 1991) e che gli permetter di partecipare a numerose pubblicazioni collettive (Cognitive Psychotherapies, Reda M.A. & Mahoney M., 1984; Perception of Self and Emotion in psychotherapy, Hartmann L. & Blankstein K., 1986; Handbook of Cognitive-Behavioral Therapies, Dobson K., 1988; Emotion, Psychotherapy and Change, Safran J.D. & Greenberg L.. 1991). Delineati ormai i tratti fondamentali di una teoria e terapia postrazionalista Guidano fonda allinizio degli anni novanta lIPRA ovvero lIstituto di Psicologia e Psicoterapia Cognitiva Post-razionalista, da questo momento la sua vita si divider tra la pratica clinica, la ricerca di base, la docenza e la supervisione e si moltiplicheranno i suoi impegni internazionali dato che la sua opera comincia ad interessare anche il mondo psicoterapeutico sudamericano e europeo (sono infatti periodiche in questi anni le visite a Buenos Aires, a Santiago del Cile e a Barcellona).

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Quando muore di un attacco di cuore, a Buenos Aires, il 31 agosto del 1999, a 55 anni, Vittorio Guidano era nel pieno della sua maturit e produttivit scientifica; anche se aveva gi dato forma agli aspetti essenziali del suo pensiero, la sua opera rimane inconclusa poich ancora prometteva ulteriori ed importanti sviluppi. Al momento della sua morte, infatti, stava lavorando, tra le altre cose, ad una teoria esplicativa della psicosi opera. che avrebbe arricchito ulteriormente la sua ricca e affascinante

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CAPITOLO II
LESSERE UMANO COME SISTEMA CONOSCITIVO COMPLESSO 2.1 Introduzione Il seguente capitolo si strutturer in due parti: una prima composta dai primi due paragrafi e una seconda che occupa i restanti paragrafi. Nel primo paragrafo tenter una breve analisi dei contribuiti teorici e di ricerca che Guidano, in collaborazione con Giovanni Liotti, presentano nellopera Elementi di Psicoterapia Comportamentale (Guidano & Liotti, 1979); nel secondo affronter gli sviluppi della collaborazione di Guidano e Liotti esposta in Cognitive Processes and Emotional Disorder (Guidano & Liotti, 1983), ove gi emergono alcune delle idee essenziali che caratterizzano lapproccio sistemico-processuale; infine il resto del capitolo sar dedicato alla presentazione dei principi teorico-epistemologici che fondano la teoria post-razionalista che Guidano elabor in solitudine nelle sue opere successive. 2.2 Un contributo innovativo alla terapia cognitivo-comportamentale Una trattazione esaustiva di questo tema esula dal lavoro qui presentato, per questo motivo ne traccer solo gli aspetti pi rilevanti ed innovativi, soprattutto sottolineandone il carattere precursore rispetto alla futura teorizzazione di Guidano. In questo senso indicativo il fatto che Guidano e Liotti (Guidano & Liotti, 1979) cominciano la loro trattazione prendendo le distanze dal

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paradigma comportamentista classico: La psicoterapia comportamentale, quale viene presentata in questo libro, non comportamentista. Vale a dire non in accordo con il paradigma comportamentista definito dalle teorie di Watson, Hull e Skinner e non si identifica con la sola o prevalente applicazione dei principi dellapprendimento, o condizionamento, ai disturbi psichiatrici. (Guidano & Liotti, 1979). Il passo successivo , chiaramente, quello di proporre una nuova cornice teorico-epistemologica con cui riorganizzare tutto il patrimonio, sperimentale e clinico, offerto della scienza psicologica (principalmente dell'area cognitiva e comportamentale). La visione popperiana (che approfondir nei prossimi paragrafi) sembra essere, per gli autori, la pi consona a questo scopo; di tale prospettiva sono essenzialmente due le caratteristiche che interessano a Guidano e Liotti: il rifiuto dell'associazionismo e, soprattutto, la concezione dell'organismo come attivo solutore dei problemi che l'adattamento all'ambiente presenta; in questa prospettiva viene proposto un nuovo modo di intendere lapprendimento che si preoccupa, non tanto dei processi di apprendimento come unit osservabili oggettivamente, bens dello apprendimento come conoscenza di s e dellambiente, come elaborazione di una rappresentazione interna del mondo attraverso la quale orientare il proprio comportamento e anticipare gli eventi ambientali. Presentando, ora, i concetti centrali dell'opera Elementi di Psicoterapia Comportamentale cercher di rendere esplicite alcune idee che accompagneranno, se pur rielaborate, tutta l'opera di Guidano. Un primo punto importante riguarda la struttura e la formazione del repertorio comportamentale che secondo gli autori si struttura per livelli gerarchici partendo dalle unit comportamentali; le unit comportamentali
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sono gli atomi che vanno ha costituire le sequenze comportamentali che a loro volta sono organizzate ad un livello superiore in programmi comportamentali. Senza entrare nei dettagli si pu sottolineare come quello di organizzazione gerarchica sar un concetto cardinale per il nostro autore. Per ci che concerne la formazione del repertorio comportamentale rilevante il rifiuto di una concezione empirista (nell'accezione della tradizione anglosassone da Bacone ai neopositivisti) della mente come "tabula rasa" al momento della nascita, al posto della quale propongono l'esistenza di un patrimonio innato di conoscenze e capacit, dal quale prende avvio l'apprendimento. L'apprendimento anzidetto culmina, quindi, con la formazione di sistemi di rappresentazione interni ovvero "con una rappresentazione continua ed attiva di noi e del mondo che in massima parte l'espressione della conoscenza derivante dall'esperienza" (Guidano & Liotti, 1979); anche qui viene anticipata quella concezione, tanto cara a Guidano, secondo cui la mente un'attivit (immaginativa e cognitiva) di continua organizzazione della informazione che ciascuno ha di s e del mondo, informazione il cui potere anticipatorio permette l'adattamento plastico e continuo all'ambiente. Bisogna tornare a sottolineare che i sistemi di rappresentazione interna altro non sono se non il livello gerarchico superiore della conoscenza in grado di organizzare i programmi comportamentali. Rimangono daffrontare due ultimi concetti: quello di stile rappresentativo e quello di sistema di convinzioni, relativamente relazionati con due argomenti molto rilevanti, il carattere personale della conoscenza e la formazione e il mantenimento della coerenza dei sistemi conoscitivi. Difatti lo stile rappresentativo un concetto utilizzato dagli Autori per indicare il carattere personale ed individuale di qualsiasi conoscenza di s e
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del mondo anche se questa si pu rifare a principi comuni (universali) di apprendimento; dall'altra parte, invece, il sistema di convinzioni presuppone che esistano: "Degli elementi organizzatori del pensiero che regolano e coordinano l'elaborazione delle informazioni in modo che tutto rientri in ununica costruzione della realt, che progressivamente si accresce e si modifica."(Guidano & Liotti, 1979). In altre parole, il sistema di convinzioni il livello gerarchico pi alto ed ha il potere di organizzare tutta la conoscenza: tale potere organizzativo porta con s la necessit che il sistema di convinzioni rimanga coerente pena la perdita totale del potere predittivo. In tutta questa sua prima opera Guidano gi si preoccupa di presentare un modello complesso ed esaustivo della struttura e formazione della conoscenza di s e del mondo, avanzando idee come struttura gerarchica, coerenza, carattere idiosincratico della conoscenza ecc. che saranno centrali nella sua opera successiva. 2.3 L'epistemologia come scienza psicologica lepistemologia stata in grado di elaborare una vera e propria metodologia falsificabile per la comprensione della natura della nostra conoscenza, cos come delle modalit della sua acquisizione. Essa, perci, dovrebbe essere considerata a pieno titolo come una delle scienze psicologiche.(Guidano, 1988). Questaffermazione viene elaborata e approfondita nel periodo della importante pubblicazione di Cognitive Processes and Emocional Disorder (Guidano & Liotti, 1983), libro che venne applaudito dal mondo della psicoterapia cognitiva americana, e non, come rivoluzionario ( il caso di
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ricordare che fu scritto direttamente in lingua inglese e che a tuttoggi non esiste traduzione italiana); questa pubblicazione offriva una proposta complessa e innovativa nel campo dello sviluppo e mantenimento dei sistemi cognitivi e una nuova visione della psicopatologica e della relativa terapia. La proposta di Guidano e Liotti consiste nellutilizzare come "stimolo euristico o metafora-guida" per spiegare i processi di conoscenza umana, le teorizzazioni fornite dallepistemologo e storico della scienza Lakatos sull'origine, struttura e cambiamento delle teorie scientifiche (Guidano & Liotti, 1984); In tal senso i processi di formazione, mantenimento e cambiamento della conoscenza, che noi abbiamo su noi stessi e sul mondo, sono del tutto paragonabili a ci che avviene nello sviluppo storico di una teoria scientifica. Cominciamo presentando un breve riassunto, proposto da Guidano e Liotti, dell'analisi storico-strutturale delle teorie scientifiche secondo Lakatos (Guidano & Liotti, 1983): Un qualunque corpo ordinato di conoscenze scientifiche si sviluppa da un insieme di assunti non criticati (e non criticabili, pena il necessario cambiamento dell'intero programma di ricerca) concernenti determinati aspetti dei fenomeni su cui si indaga; tale nucleo di assunti denominato come nucleo metafisico; Per proteggere il nucleo dalla critica, il corpo di conoscenze presenta poi una serie dipotesi e teorie, che viene indicata come cintura protettiva; Nel confrontarsi con la realt da indagare lo scienziato usa le ipotesi della cintura protettiva come guida per formulare i suoi piani di ricerca; i piani di ricerca comprendono gli esperimenti che dovranno confermare le stesse

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teorie e ipotesi della cintura e da cui derivano, infine, le nuove conoscenze che andranno ad accrescere il corpus dottrinale d'origine; L'intero programma di ricerca andr incontro ad uno slittamento progressivo, se il confronto fra le ipotesi della cintura e la realt esterna, attraverso la mediazione delle procedure sperimentali, sar capace di produrre nuova conoscenza, di suggerire nuovi esperimenti, e cos via; se invece da tale confronto nascer la necessit di rinforzare o ispessire la cintura protettiva con ipotesi ad hoc che servano ad impedire la confutazione degli assunti del nucleo metafisico, si dir che il programma va incontro ad uno slittamento regressivo; Come si commentava precedentemente tale proposta epistemologica viene applicata, per via analogica, alla conoscenza umana tale per cui la conoscenza che l'uomo ha di s stesso e del mondo concepita come un programma di ricerca scientifica che possiede un nucleo metafisico, una cintura protettiva, dei piani di ricerca e i relativi slittamenti progressivi o regressivi. Riportando questi concetti nel campo dellorganizzazione di conoscenza umana, gli autori definiscono come nucleo metafisico la conoscenza che si sviluppa sulla base del patrimonio genetico specie-specifico e che si va strutturando attraverso le esperienze precoci di apprendimento, relative soprattutto alla relazione di attaccamento con le figure significative; questa conoscenza si struttura in una conoscenza di tipo implicito, gerarchicamente superiore, sulla quale si organizza tutta lattivit mentale e comportamentale dellorganismo senza comparirvi esplicitamente. Da questo nucleo teorico, logicamente superiore, prendono origine le teorie e le ipotesi di livello logico inferiore (partendo dall'applicazione della teoria di tipi logici di Russell) ovvero le affermazioni esplicite circa la propria
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identit; queste costituiscono, quindi, la cintura di protezione che preservando il nucleo metafisico, permette allorganizzazione conoscitiva di mantenere il proprio senso di continuit e coerenza; Infine, continuando con il paragone, partendo dalle teorie e ipotesi gli individui progettano il proprio programma di vita come fosse un piano di ricerca in cui mettere alla prova sperimentalmente, nelle relazioni quotidiane, le ipotesi e teorie stesse. In questa prospettiva l'attivit mentale pu essere concepita come un processo continuo di elaborazione e verifica dellinformazione proveniente dallambiente che a tale scopo viene confrontata con la conoscenza acquisita (nucleo metafisico, teorie e ipotesi); in questo modo lorganismo pu procedere nella formulazione di aspettative e predizioni sullambiente che gli permettano di agire in modo adattativo; questa attivit mentale si riflette nella formazione di gerarchie di significati personali che permettono la pianificazione e regolazione del comportamento. Nellinterazione con lambiente si producono continuamente, allinterno del sistema conoscitivo, discrepanze tra la conoscenza posseduta e le informazioni procedenti dallesterno: sta alla cintura protettiva annullare queste discrepanze per mantenere intatta il proprio potere predittivo ovvero la propria identit; il fine di questi processi di confronto, ordinamento e classificazione e annullamento delle discrepanze , allora, da una parte l`adattamento allambiente e, dallaltra, il mantenimento della dimensione tacita dellorganizzazione di conoscenza individuale; dimensione tacita che in quanto nucleo metafisico conoscitiva. Dal punto di vista delleziologia psicopatologica, le organizzazioni di conoscenza individuali si sviluppano allinterno duna relazione
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definisce lidentit stessa dellorganizzazione

dattaccamento

che produce una sorta di dilemma nei confronti della

strutturazione di un senso di coerenza identitaria; vale a dire che lindividuo si trova a dover gestire una conoscenza di s e della sua relazione col mondo contraddittoria e non facilmente integrabile in una visione unitaria e coerente. Ne consegue che, sulla base di questo nucleo metafisico difficilmente gestibile, viene a costruirsi una cintura di protezione (teorie e ipotesi su di s e sul mondo) rigido o quantomeno chiuso al cambiamento che non permette allorganizzazione conoscitiva di coniugare coerenza e flessibilit. Quando, per, le sovracostruzioni esplicite, che la cintura di protezione a creato per mantenere la stabilit dentro del dilemma, vengono a perdere il loro potere difensivo appare la sintomatologia clinica, come tentativo estremo di preservazione della stabilit. Questo slittamento regressivo porta a rafforzare i significati personali espliciti che organizzano la propria esperienza (teorie e ipotesi) e a piegare/spiegare vita quotidiana e relazionale. Nel caso dellindividuo fobico, per esempio, succede che, in seguito alle proprie relazioni dattaccamento, questi struttura un dilemma "riguardante la scelta fra protezione-costrizione e libert-solitudine nei rapporti affettivi intensi"(Guidano & Liotti, 1983), la soluzione avverr in termini di controllo della distanza relazionale; se per una pressione ripetuta o/e intensa di eventi esterni attiva tale dilemma (situazioni agorafobiche e claustrofobiche) la soluzione diventa insufficiente, ovvero "il programma di ricerca diviene regressivo, nel senso che un numero crescente di eventi ed esperienze viene classificato nella categoria della malattia e del controllo (mantenuto, minacciato, perso), con un ispessimento della cintura protettiva e una gli eventi disturbanti dentro tale cornice ordinatrice, anche se questo vuol dire produrre sofferenza e limitazioni nelle

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crescente difficolt a rivedere e riconsiderare criticamente gli assunti del nucleo metafisico." (Guidano & Liotti, 1983). Con la teoria fin presentata Guidano e Liotti vogliono spiegare in termini di teoria dell'informazione il paradosso nevrotico e la resistenza al cambiamento, quali caratteristiche centrali di qualsiasi condotta nevrotica; difatti nei termini sopra descritti, lindividuo che soffre una disfunzione clinica mostra da una parte un comportamento (quello fobico per esempio) che non sente di produrre volontariamente ma che gli produce sofferenza (paradosso nevrotico); dallaltra sviluppa una forte resistenza al cambiamento della conoscenza che ha di s stesso e del mondo. Appare chiaro che in entrambe i casi la spiegazione di tali fenomeni si riconduce alla necessit che lorganizzazione di conoscenza ha di mantenere il suo nucleo metafisico incriticabile, pena la perdita della propria identit; sia irrigidendosi fino a produrre sintomatologia clinica sia resistendo a qualsiasi cambiamento esterno che ne mini lintegrit e il poco potere predittivo rimastole. 2.4 Razionalismo critico e epistemologia evolutiva ora necessario specificare e articolare la visione epistemologica cui Guidano aderisce gi nelle sue prime opere (brevemente riassunte nei paragrafi appena precedenti). In questo senso il razionalismo critico di Karl Popper e la sua proposta di un'epistemologia evoluzionistica, sembrano essere i due binari fondamentali sui quali Guidano elabora una visione della scienza e della spiegazione scientifica della conoscenza umana.

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Del razionalismo critico di Popper, Guidano utilizza la sua critica alla conoscenza nei termini presentati dai neopositivisti (da Bacone al Circolo di Vienna), la concezione falsificazionista della scienza e l'evoluzionismo come paradigma esplicativo per le scienze psicologiche; per quel che riguarda il primo punto Guidano ritiene che la mente (la conoscenza sul mondo) non deve la sua organizzazione al fatto di rispecchiare l'ordine razionale e fattuale della realt esterna, cos come la proposta induttivista indicava; seguendo il secondo punto, invece, la "verit" di una teoria scientifica non si valutata attraverso il grado di verificabilit empirica della stesso senn dalla falsicabilit delle sue affermazioni. forse il caso di approfondire questultimo punto poich fondamentale per comprendere il valore conoscitivo e clinico che Guidano d alla costruzione teorica; in questo senso nella proposta popperiana la teoria ha una posizione centrale nella scienza e il su valore legato al suo potere esplicativo pi che alla sua verificabilit empirica; una teoria scientifica per essere tale deve quindi, da un lato formulare ipotesi che possano spiegare deduttivamente i fenomeni e, dall'altro, mostrare la falsicabilit fattuale delle ipotesi stesse. Ne consegue che una teoria scientifica verosimile, cio, spiega la realt ma non raggiunge mai una verit definitiva su di essa, semplicemente la migliore spiegazione disponibile in quel momento. Seguendo questa linea metodologica il nostro autore, nelle sue opere, ha costruito una teoria che vuole distanziarsi dal semplice descrizionismo dell'approccio cognitivo-comportamentale (Marhaba, 1976), introducendo modelli esplicativi che permettano comprendere tutti i fenomeni complessi che i processi conoscitivi e lesperienza soggettiva umana presentano; questa teoria, per, allo stesso tempo deve riferirsi alle acquisizioni e agli sviluppo

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della psicologia scientifica di base e in generale ai contributi della scienza tutta. Come dicono Chiari e Nuzzo (in: Bara, 1996) "una delle implicazioni di questa scelta di questo tipo ben espressa da Popper stesso: "Voglio che sia assolutamente chiaro che non sono un behaviorista [...]. Io non nego l'esistenza di esperienze soggettive di stati mentali, di intelligenze e di menti [...]. Ma penso che le nostre teorie su queste esperienze soggettive o su queste menti, debbano essere altrettanto oggettive quanto le altre teorie. E per teoria oggettiva io intendo una teoria che sia discutibile, che possa essere esposta a critica razionale, preferibilmente una teoria che possa essere controllata."". Il paradigma evoluzionistico, infine, sembra essere, per Popper come per Guidano, la cornice corretta dentro la quale elaborare una teoria "oggettiva" della conoscenza umana come esperienza soggettiva; una cornice epistemologica di questo tipo permette, infatti organizzare dentro un quadro coerente contributi scientifici provenienti dai pi disparati campi d'indagine, tra i quali per esempio: L'approccio etologico e informazionale della psicoanalisi di Bolwby, Ainsworth, Crittenden; Le ricerche sulla biologia della conoscenza di Maturana e Varela; Le ricerche sullautoriconoscimento e la comunicazione nei primati di Gallup, Lewin, Humphrey; Le riflessioni sullo sviluppo del linguaggio nel processo evolutivo dell'umanit di L. Dewart; La ricerca sulle emozioni umane nella tradizione darwiniana di C. Izard, S. Tomkins e R. Plutchik;

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In accordo con tale impostazione Guidano afferma che: "All'interno di una prospettiva evolutiva la conoscenza diventa una processo biologico oltre che psicologico, il che ci permette di definirla, una volta per tutte, come un campo specifico delle scienza naturali" (Guidano, 1988), e si potrebbe aggiungere che la mente (cio la conoscenza autorganizzata) appare distribuita lungo un continuum che va dai primi rudimentali comportamenti esplorativi fino all'autocoscienza umana. 2.5 I sistemi viventi complessi autorganizzati Nellultimo decennio lemergere di una concezione dei sistemi viventi basata su una metodologia dindagine di tipo evoluzionistico, olistico e processualmente orientato, ha diretto una particolare attenzione a nozioni quali organizzazione gerarchica, divenire temporale ed equilibrio dinamico, contribuendo in questo modo allelaborazione di una prospettiva secondo cui il sistema conoscitivo umano dovrebbe essere inteso come complessit autorganizzata autoreferenzialmente, la cui caratteristica di assoluto rilievo consiste proprio nella sua capacit di autorganizzarsi(Guidano, 1988; i corsivi sono miei). In questa citazione sono presenti molti dei concetti utilizzati da Guidano per costruire un approccio sistemico-processuale alla psicopatologia e alla terapia cognitiva; queste nozioni sono state raccolte da diversi ambiti del sapere scientifico che per hanno in comune la loro appartenenza al paradigma della complessit. Guidano, nella sua proposta di superamento del paradigma razionalista (neopositivista) che elabora nelle sue due opere principali (Guidano, 1988; 1992), aderisce al nuovo paradigma della complessit condividendone sia la visione generale sia gli specifici contributi.

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Uno dei contributi pi importanti del nuovo paradigma la Teoria Generale dei Sistemi di von Bertalanffy, che insieme alla prima cibernetica, offrono alla psicologia, negli anni della rivoluzione cognitiva, una nuova cornice esplicativa per i processi psichici. Per quel che riguarda la nostra analisi ci che interessa la nuova nozione di sistema che permette superare le vecchie concezioni associazionistiche tra le quali, per esempio, quelle di causalit lineare, determinismo, associazione per contingenza spaziotemporali,concatenazione lineare di eventi discreti, ecc.. Un sistema definibile come: un insieme di elementi dinamicamente strutturati la cui totalit genera delle norme di funzionamento in parte indipendenti da quelle che reggono il comportamento delle sue unit; in questo senso non si pu pi pensare alla mente (sistema conoscitivo) come ad una semplice aggregazione di pensieri, immagini, attivit motorie e reazioni viscerali bens come un sistema complesso e olistico di elementi la cui reciproca relazione fa emergere nuove propriet dinsieme. La mente in questa visione pu essere inoltre considerata un sistema aperto poich caratterizzata dallapertura allambiente capace, cio, di adattarsi al medium con il quale interagisce scambiando energia e informazione. Presento qui di seguito alcune propriet fondamentali dei sistemi aperti che ne possono chiarire il funzionamento (Watzlawick & Beavin & Jackson, 1971): Totalit: ogni parte del sistema in rapporto tale con le parti che lo costituiscono, cos che il cambiamento in una parte provoca un cambiamento in tutte le parti e nel sistema come tutto. Retroazione (feedback): Costituisce quella parte del circuito che serve per ritrasmettere informazione della periferia (ambiente) al centro del sistema
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(organismo), tale per cui con tale informazione di ritorno si formi un circuito di interazione circolare tra il sistema e lambiente in cui questo immerso; questo circuito permetter al sistema di autoregolarsi internamente rispetto ai cambiamenti dellambiente. Omeostasi: i sistemi hanno la tendenza a mantenersi ad uno stato di quiete annullando le perturbazioni provenienti dellambiente esterno. Un sistema rimane stabile in relazione ad alcune delle sue variabili se esse tendono a rimanere entro certi limiti; per acquisire questi limiti, o parametri, devono esistere delle regolarit cio delle ridondanze, venutesi a formare nellinterazione circolare e ricorsiva con lambiente. In una prospettiva sistemica, quindi, un sistema conoscitivo cambier al cambiare uno dei suoi componenti (totalit), autoregoler il proprio stato interno in funzione delle variazioni ambientali (retroazione), avr la tendenza a mantenere il proprio stato interno dentro determinati parametri (omeostasi). Da questa prima teorizzazione sui sistemi si vanno, in seguito, sviluppando modelli esplicativi sempre pi complessi; per la nostra analisi sono importanti le concettualizzazioni che emergono dallo studio dei sistemi viventi come unit autonome autorganizzantesi e dei principi ad esse relazionati. In modo particolare sono fondamentali, per la teoria di Guidano, le ricerche sulla cognizione come processo biologico portante avanti dai cileni Maturana e Varela (1985). Questi autori non vogliono, in quanto biologi, ridurre i processi conoscitivi ai loro correlati anatomo-fiosiologiche bens dimostrare (anche sperimentalmente) come ogni conoscenza frutto di un insieme di discriminazioni (chimiche, neuronali, percettive e linguistiche) che
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ogni organismo attua nella sua nicchia ecologica; queste discriminazione vanno a costituire, nel loro complesso, quella conoscenza autoreferenziale che un sistema vivente ha del proprio ambiente, conoscenza che autoreferenziale poich si riferisce alle caratteristiche del sistema vivente stesso e non a quelle della realt conosciuta. Per Maturana e Varela, e di conseguenza per il nostro Autore, i sistemi viventi suddetti constano in primo luogo di unorganizzazione, ovvero sono definiti dalle relazioni tra le componenti che li costistuiscono: che in questo modo ne specificano unidentit di classe; ci ha per conseguenza che nel proprio processo conoscitivo, perch un sistema rimanga tale, necessario che mantenga invariante tale identit che lo caratterizza e determina. I sistemi, inoltre, possiedo una struttura ovvero sono costituiti da componenti effettivi e da relazioni effettive che li realizzano concretamente nelle loro interazioni. Ne deriva che ciascun sistema possiede una chiusura organizzazionale dato che in nessun modo pu variare il suo ordine interno nellinteragire con l'ambiente in cui immerso, pena la propria disintegrazione; d'altro canto gli organismi viventi sono anche caratterizzati da unapertura strutturale: nell'interagire con il medium possono cambiare la propria struttura, adattandola alle necessit di mantenersi in relazione con la propria nicchia ecologica (mondo relazionale). Un sistema conoscitivo cos specificato un sistema autopoietico che si autocrea e si autorganizza nelle sue relazioni interne mantenendo da una parte lautonomia, lunit e lindividualit che gli sono propri e, dallaltra, costruendo un accoppiamento strutturale con l'ambiente.

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Passiamo ora ad analizzare con quali nozioni e principi Guidano, dentro dellottica sistemico-processuale fin qui proposta, spiega la crescita, il mantenimento e il cambiamento dei sistemi conoscitivi umani. Secondo il principio di progressione ortogenetica (Weimer, 1948; 1957, citato in Guidano, 1988) "levoluzione di un sistema conoscitivo umano sembra avere una direzionalit generativa e senza fine, sebbene non lineare, caratterizzato dall'emergere discontinuo di livelli sempre pi complessi e integrati di identit personale e consapevolezza di s." (Guidano, 1988); pertanto i sistemi conoscitivi sono continuamente protesi verso costituendosi, via via, in un insieme di processi molteplici e interconnessi. Esiste in questo senso un equilibrio dinamico tra i processi multipli e multidirezionali che si svolgono dentro il sistema conoscitivo umano; tale equilibrio dinamico segue la nozione di regolazione reciproca tra processi antagonisti (opponent processes regulation)(Guidano, 1988) tale per cui lautoregolazione interna avviene per oscillazioni ritmica tra opposte polarit, tra opposti principi dinamici agenti nel sistema. La regolazione per processi antagonisti sembra essere un tipo di controllo coalizionale dei sistemi autorganizzati che permette una gestione decentralizzata della globalit dinamica, cos da dare al sistema stesso una maggiore flessibilit e plasticit adattative. Abbiamo pertanto chiarito come un sistema conoscitivo cresce, come gestisce e controlla la complessit raggiunta; per qual la dinamica dei sui cambiamenti? In quale modo cambia mantenendo la propria identit? Per spiegarlo Guidano ricorre alla Teoria della Termodinamica Irreversibile avanzata dal fisico Prigogine (Prigogine 1980, citato in Guidano 1988) usando il potere analogico della nozione di ordine attraverso
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una

complessificazione della propria organizzazione e struttura le quali vanno

fluttuazioni; i sistemi autorganizzati per mantenere la loro coerenza interna si autostabilizzano attraverso la loro capacit di trasformare le perturbazioni ambientali in un nuovo ordine autoreferenziale. Pertanto la coerenza viene mantenuta attraverso un continuo movimento di crescita progressiva dentro un equilibrio dinamico; in altre parole, la coerenza: " il risultato dell'assimilazione nell'ordine autoreferenziale degli squilibri (o fluttuazioni) derivati dall'interazione con l'ambiente."(Guidano, 1988). Il sistema conoscitivo umano , quindi, un sistema processuale che si caratterizza per unevoluzione temporale discontinua giacch ogni salto quantico nel proprio ordine strutturale causato per discontinue fluttuazioni (perturbazioni, squilibri) ambientali. Una prospettiva di questo tipo attribuisce ai sistemi conoscitivi caratteristiche quali temporalit, direzionalit e generativit. Temporalit perch un sistema autorganizzato irreversibile come quello umano immerso in una dimensione temporale soggettiva che cambia continuamente secondo il principio di rottura della simmetria temporale (Prigogine 1980, citato in Guidano 1988); il soggetto (sistema conoscitivo), determinato dalla sua finitezza, vive ogni tappa critica del ciclo di vita come una perturbazione della propria stabilit, ristrutturando ogni volta la personale esperienza del passato e del futuro; ogni rottura nella simmetria del tempo soggettivo innescher, a sua volta, nel sistema una riorganizzazione e una ricostruzione della coerenza in corso; tale dinamica evolutiva ben rappresentata della nozione di equilibri puntuati. Le rotture degli equilibri e delle simmetrie che la dimensione temporale comporta durante il ciclo di vita richiedono, dallaltra parte, una generativit per parte del sistema perch si ricrei ogni volta nella propria autorganizzazione, mantenendo integra la sua coerenza.
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Infine lordinamento temporale, unito alla chiusura organizzazionale, conferisce al sistema un direzionalit preferenziale nel suo sviluppo futuro, ne tracciano in altre parole le possibilit di significazione e i temi ideo-affettivi possibili. 2.6 Prospettiva motorio-evolutiva della conoscenza umana Come visto in precedenza, in Elementi di terapia comportamentale si accingeva a superare il (Guidano & Liotti, 1979) Guidano propone una prospettiva che, cercando di spiegare la complessit dellagire umano, paradigma empirico-associazionista da cui prendeva le mosse. Era evidente, gi in questopera, la presenza germinale di una teoria che intendeva la vita mentale come ununit organizzata secondo precise metaregole (sistema di convinzioni) venutesi a formare durante la storia dellindividuo e formalizzatesi in un livello funzionale superiore. Pertanto, Guidano cominciava a concepire luomo come pro-attivo, e non reattivo, nellelaborazione degli stimoli ambientali anche se ancora non aveva superato totalmente una visione rappresentazionalista della mente (Armezzani, 2002); cerchiamo di chiarire le affermazioni di tale visione. Secondo la teoria sensoriale (rappresentazionalista), che nasce allinterno del paradigma empirista (da Bacone a Hume fino ai neopositivisti), la mente si viene a formare attraverso il progressivo e passivo accumulo di esperienze sensoriali; la mente, di conseguenza, deve il suo ordine interno al fatto di riflettere l'ordine esterno della realt che "fotografa". Sempre secondo tale concezione i processi sensoriali, in quanto puri processi di ingresso di informazione, sono totalmente indipendenti da processi motori di uscita, ovvero la mente altro non se non il termine intermedio di

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elaborazione, l'Organismo tra Stimolo e Risposta (secondo il celebre schema S-O-R). Nascendo allinterno di tale visione empirista, la concezione della mente delle teorie cognitivo-comportamentali fondamentalmente passiva, essendo unassemblaggio di elementi percettivi-immaginativi, comportamentali, ecc. prodotto delle contingenze spazio-temporali dellambiente (apprendimento operante e classico). Con lopera Complessit del S (Guidano, 1992) Guidano introduce il concetto di Teoria Motoria della Mente con cui verr radicalmente modificato il modo di concepire la conoscenza (la mente) della visione empirista della teoria cognitivo-comportamentale. Come molti altri strumenti esplicativi utilizzati in psicologia anche quello di Teoria motoria della mente ha origine fuori della speculazione e della ricerca psicologica, poich il premio Nobel per leconomia von Hayek che, nel suo libro lOrdine Sensoriale (Hayek, 1952), presenta tale teoria come nuovo possibile paradigma per la scienza psicologica. Con l'introduzione di una teoria motoria della mente ci troviamo di fronte a un cambiamento radicale della relazione conoscitiva soggetto-realt, osservatore-osservato, ci troviamo definitivamente in una posizione costruttivista della conoscenza. Infatti, secondo tale teoria la mente non solo capace di creare gli output, motori e mentali, ma anche gli input sensoriale; cos come le ricerche psicofisiologiche hanno dimostrato (Pribram, 1971; Van den Berg & Eelen, 1984, citato in Guidano, 1992): "i processi che guidano la percezione sono identici a quelli che sottendono l'immaginazione o il pensiero; allo stesso modo queste ultime procedure sono interconnesse con l'attivit motoria."(Guidano & Cotugno & Caridi & Amoni, 1985b).

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In quest'ottica la mente costruisce attivamente la conoscenza del mondo e di s stessi costituendo modelli di regolarit e predicidibil dal continuo e multiforme flusso di stimoli interni e esterni; in tal senso Hayek chiama "primato dell'astratto" il principio secondo cui le regole astratte di ordinamento sensoriale sono alla base della formazione dellattivit mentale, prima di qualsiasi percezione diretta grezza; con le parole di Guidano: come Hayek ha espresso chiaramente nel suo concetto di primato dellastratto, la ricchezza del mondo sensoriale che noi sperimentiamo non il punto di partenza dal quale la mente deriva le sue astrazioni ma, al contrario, costituisce essa stessa il prodotto di una vasta gamma di astrazioni che la mente, in qualche modo, deve gi possedere per essere capace di cogliere e apprezzare lestrema variet dei dettagli che caratterizzano lesperienza fenomenica.(Guidano, 1988). Ne consegue una concezione nella quale qualsiasi conoscenza di tipo autoreferenziale (in concordanza con le teorie dei sistemi autorganizzati sopra trattate) perci un sistema conoscitivo umano pu solo riferire le proprie regole interne di coerenza e non una realt esterna oggettivamente conosciuta. Per comprendere la dinamica attraverso la quale lattivit mentale si relaziona e conosce il suo ambiente Guidano si rif alla nozione di ongoing matching process; la mente, secondo questa nozione, caratterizzata da un attivo e incessante processo di confronto attraverso il quale un modello neurale dell'ambiente viene continuamente aggiornato in base al flusso sensoriale di entrata."(Pribram, 1971; citato in Guidano, 1988). Col fine di organizzare la propria conoscenza la mente costruisce regole astratte che vengono continuamente confrontate con il flusso di.stimoli ambientali; senza tali regole gli stimoli non potrebbero essere nemmeno percepiti poich il caos, il rumore non potrebbe essere trasformato in
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informazione significativa per il sistema. Un continuo confronto lambiente mentale. Tale confronto, come chiarisce Guidano (1988), avviene

attivo

permette tra l'altro di instaurare una relazione dinamica e circolare con che produce una continua evoluzione del sistema conoscitivo secondo il

principio di messa a fuoco per contrasto (contrast enhacement) secondo cui la codificazione e classificazione dellinformazione entrante, cio l'attivit mentale, avviene in continuo riferimento a modelli rappresentativi interni che fungono da parametri organizzativi. I processi di ordinamento e classificazione, col procedere evolutivo, si complessificano e strutturano in livelli gerarchici, dai quali emergono, a loro volta, nuove propriet e processi. Il primo livello evolutivo di classificazione relativo all'immediatezza dell'esperienza: il bambino piccolo vive totalmente immerso nell'immediatezza esperenziale. Pi tardi, con l'emergere della coscienza

autoriflessiva e del pensiero verbale, appare il salto ad un sistema classificatorio dotato di crescente complessit e plasticit, capace di un riordinamento a posteriori della prassi del vivere; questa nuova forma organizzativa fa conquistare al sistema conoscitivo un maggior grado di autoreferenzialit e distanziamento dall'immediatezza. Come chiarir ulteriormente nei prossimi capitoli, alla fine della fase maturativa, ci troviamo di fronte a due processi cognitivi differenti ma reciprocamente interconnessi: un livello tacito (lIo, ordine sensoriale preverbale, ordinamento a priori della prassi del vivere) ed un livello esplicito (il Me, pensiero verbale autoriflessivo, riordinamento a posteriori della prassi del vivere).

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I processi taciti si riferiscono alle regole astratte, di cui si parlava pocanzi, che forniscono limpalcatura percettiva cui viene vincolata lattenzione cosciente; costituiscono (esperienza immediata) unorganizzazione emotivo-corporea che dirige tutta lelaborazione mentale. Il livello

tacito un livello delaborazione supercosciente poich orienta i processi coscienti senza apparire in essi. Con lo sviluppo e con l'ingresso nell'adolescenza questi due processi elaborativi andranno stabilizzandosi in una relazione di tipo dinamico e complementare; in modo che "grazie a questa complementariet le regole tacite, profonde, che forniscono all'individuo gli aspetti invarianti della sua percezione di s e del mondo, possono subire un contino processo di ristrutturazione cosciente come risultato dell'assimilazione continua dell'esperienza."(Guidano, 1988). Ricollegandoci con i principi sistemici sopra esposti, bisogna considerare i due processi, impliciti e espliciti, come polarit dinamiche irriducibili e indipendenti, tra le quali esiste una tensione essenziale e unoscillazione costante (regolazione reciproca tra processi antagonisti), il cui controllo decentralizzato sar di tipo coalizionale; tale dinamismo interattivo incessante produce un processo generativo sempre aperto a nuovi equilibri, equilibri sempre parziali, sempre suscettibile alle perturbazioni a cui il S sottoposto ad ogni tappa critica del suo ciclo di vita. 2.7 Il S come processo interattivo e dialettico Abbiamo fin qui trattato di delineare la natura della mente umana in quanto processo conoscitivo su base biologica ed da questa prospettiva che ora ci accingeremo a presentare come Guidano spiega la nascita e lo sviluppo del S.
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Il S , quindi, prima di tutto un processo e non unentit statica, delimitabile e quantificabile, un fenomeno in continuo cambiamento la cui organizzazione prende vita, e si mantiene, in uno spazio relazionale. Come abbiamo analizzato in precedenza la conoscenza prende forma, come sistema che si autorganizza, attraverso l'interazione ricorsiva con l'ambiente; se consideriamo, pertanto, il S come sistema conoscitivo in continua relazione col mondo e con gli altri appare chiaro come esso debba nascere e svilupparsi all'interno di una matrice interpersonale. Da un'altro punto di vista, si pu osservare come sia di vitale importanza la presenza dell'altro nella crescita del cucciolo umano (e dei primati in generale) e come sia ancora pi importante il mantenimento di un senso di S costante e coerente che permetta, e coerenza identitaria. Guidano suggerisce che, in unottica interpersonale, la conoscenza di s avviene attraverso il principio del looking-glass self (Cooley, 1977; Mead, 1966; Popper & Eccles, 1977) tale per cui gli individui apprendono informazioni su di s (e quindi sul mondo) attraverso il continuo rispecchiamento negli altri. Durante linfanzia questo rispecchiamento fornisce la cornice che permette di organizzare in una percezione di s (regole astratte dellorganizzazione dell'esperienza percettiva) le sensazioni di base e gli schemi viscerale-motori. Il nucleo primo del senso d'identit del S, si organizza dunque attraverso il progressivo svilupparsi di una differenziazione S/non S; lorganizzazione che prende forma un processo autoreferenziale che per costituirsi come tale interagisce con l'alterit, alterit alla quale si riferisce per ordinarsi come sistema conoscitivo.
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al bambino prima e all'adulto poi, di

sentirsi vivere e di vivere con gli altri secondo un proprio senso di stabilit

Per costituire questa chiusura organizzazionale del sistema di conoscenza di s risulta quindi indispensabile una continua tensione dialettica tra s stessi e il mondo; questi due termini si strutturano in una circolarit tale per cui la comprensione di s deriva del mondo esterno cos come la comprensione del mondo esterno viene della comprensione di s: "L'elaborazione della conoscenza appare quindi come un processo unitario che si dispiega grazie alla regolazione reciproca tra due polarit antagoniste, il S e il mondo, che in questo modo vengono a trovarsi in una relazione dialettica di mutua specificazione e interdipendenza: il senso di s e l'attitudine verso s stessi sono sempre strettamente correlati al senso e all'attitudine verso la realt, e viceversa."(Guidano, 1988). Queste affermazioni trovano una base sperimentale negli studi sui primati di Gallup che mediante la tecnica dell'immagine riflessa allo specchio hanno dimostrato che per qualsiasi forma di autoriconoscimento (nei primati) sia necessario una previa esposizione ad interazione con altri soggetti. Dentro dellottica relazionale fin qui esposta la Teoria dell'Attaccamento di Bowlby (1972; 1975; 1983; 1989), secondo Guidano, offre un paradigma integrativo capace di rendere conto di tutte le variabili fondamentali implicate nella formazione e progressiva complessificazione di un senso di s unitario e integrato; in tal senso solo all'interno di una prolungata relazione emotiva con le figure di attaccamento, che diano una base sicura, possibile l'autorganizzarsi sempre pi complesso del S: "In altre parole, processi di attaccamento e capacit di autorganizzazione sono strettamente embricati tra loro, e il progressivo sviluppo dei sistemi familiari di attaccamento rappresenta il contesto chiave di decodificazione dal quale il bambino ricava direzionalit e obiettivi per le sue capacit cognitive-emotive emergenti."(Guidano, 1988).
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La prima e pi fondamentale conoscenza di s e del mondo prende forma, dunque, nello spazio di avvicinamento-allontanamento (fisico e psicologico) dalla figura d'attaccamento, ove si organizza quell'ordinamento a priori della conoscenza emozionale, fondamento ontologico irriducibile di qualsiasi altra conoscenza futura. importante comprendere come la relazione di attaccamento sempre caratterizzata da unicit e esclusivit poich solo in queste condizioni il bambino pu disporre di una cornice di riferimento coerente e unitaria dentro la quale organizzare le molteplici e frammentarie informazioni su di s e sul mondo; sulla base di questa cornice unitaria di riferimento la conoscenza di s una costruzione autoreferenziale identificazione (vedi cap. III). Come avanzato poco sopra lidentit si configura all'interno della reciproca regolazione antagonista intercorrente tra il S e gli altri, in tal senso i processi di identificazione seguono anch'essi due tendenze antagoniste in continuo equilibrio: da un lato la tendenza verso l'esterno che si riferisce alla capacit di riconoscere informazioni significative su di s attraverso la similarit che intercorrono tra aspetti salienti della percezione di s in corso e la percezione della figura significativa di attaccamento; dall'altro lato troviamo la tendenza verso l'interno ovvero la capacit di trasformare le somiglianze percepite con la figura di attaccamento in altrettanti attributi personali. Seguendo gli sviluppi scientifici della teoria dell'attaccamento Guidano, nelle sue ultime riflessioni (Guidano & Quiones, 2001), rielabor il lavoro di Patricia Crittenden sugli stili dattaccamento (Crittenden, 2002), cos da poterlo integrare nella struttura della sua teoria. La Crittenden, utilizzando l'impianto sperimentale della strange situation elaborato per Ainsworth, riorganizza in maniera elegante le categorie di
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che prende forma attraverso processi di

attaccamento fino ad allora studiate inserendole in un nuovo modello dimensionale; Guidano a sua volta riprende tale modello adattandolo alla sua visione. Lo presenter ora brevemente e per poi approfondirlo nei capitoli successivi (vedi cap. IV). Verso i due anni e mezzo i bambini cominciano a presentare un senso di s unitario, continuo e indipendente dagli altri cosicch possibile osservare quella che viene definita lorganizzazione centrale di attaccamento (Guidano & Quiones, 2001), ovvero il bambino possiede un atteggiamento pi stabile e costante verso le proprie figure di accudimento che empiricamente descrivibile. Pertanto si sono potute osservare e descrivere essenzialmente quattro stili di attaccamento: A = evitante, C = coercitivo, B = sicuro, D = disorganizzato. Le categorie: evitante (A) e ambivalente-coercitivo (C), che possiedono maggior rilevanza clinica, le esaminer, qui di seguito, solo negli aspetti generali per poi approfondirle nel capitolo relativo alla psicopatologia. Fig.2 Stili dattaccamento (adattata da Nardi, 2001)

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SICURO (B)

A1-2 A4 A3 A3 A4 A5-6

B1-2

B3

B4 C1-2 C3-4 C5-6

EVITTANTE DIFESO (A)

AMBIVALENTE COERCITIVO (C)

A/D,C/

NON INTEGRATO DISORGANIZZATO (D)

Il bambino con attaccamento evitante difeso (A) in generale cerca di mantenere una certa distanza dai genitori e sirrigidisce se questi gli si avvicinano; per ottenere lindispensabile grado di prossimit con le figure di accudimento e controllare la relazione impiega le sue risorse cognitive; i principale sottotipi sono l'inibito (A1-2), il genitoriale (A3) e il compulsivo compiacente (A4). Il bambino con attaccamento ambivalente-coercitivo (C) utilizza invece le sue risorse affettive per controllare la prossimit con i genitori, amplificando a dismisura i propri stati interni per ottenere l'attenzione delle figure daccudimento; in questa categoria Guidano ritiene che esista un continuum che va dai coercitivi pi attivi (C1) a quelli pi passivi (C6) sottolineando che nella clinica si possono trovare tutte le sfumature (Guidano & Quiones,

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2001). I sottotipi attivi sono: minacciante (C1), disarmante (C2), aggressivo (C3); quelli passivi sono: indifeso (C4), punitivo (C5) e seduttore (C6). Esistono inoltre categorie miste di notevole rilevanza clinica, le principali sono: la compulsiva-compiacente con componente coercitiva (A4/C) e la genitoriale con componente coercitiva (A3/C2). Secondo Guidano, invece, la categoria dattaccamento sicuro (B) quella dattaccamento disorganizzato (D) non rappresentano tanto due categoria senn piuttosto gli estremi di un continuum tra forme organizzate e forme disorganizzate di attaccamento; da un punto di vista processuale, infatti, non le deve considerare le categorie dattaccamento come entit fisse ed immodificabile bens come modalit interattivo-relazionali che possono variare nel corso dellintero ciclo di vita. L'attaccamento sicuro (B), che viene considerato normale, si divide pertanto in tre sottotipi che sono rinviabili alle categorie evitanti e ambivalenti prima descritte: Il sottotipo B1-2, descritto come sicuro riservato; il sicuro-riservato un bambino evitante molto flessibile, armonico e con capacit astratte, non ha problemi ad avvicinarsi ai genitori e pu prendere l'iniziativa per comunicare e relazionarsi con loro anche se ha qualche reticenza nel condividere situazioni emotive faccia a faccia. Il sottotipo B3, descritto come sicuro confortante; un bambino che privilegia, per organizzarsi, linformazione emotiva rispetto alla cognitiva, un bambino coercitivo armonico e indipendente che non ha problemi ad avvicinarsi o allontanarsi dai genitori anche se cerca sempre di tenere il controllo prendendo l'iniziativa nell'interazioni.

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Il sottotipo B4, descritto come sicuro armonico; un bambino coercitivo ma non problematico che utilizza le sue capacit emotive ed espressive per attirare l'attenzione dei genitori. 2.8 Emozioni, scritti, linguaggio e narrativit Abbiamo esposto i principi sistemici sui quali si poggia e sviluppa lautorganizzazione di un sistema conoscitivo, abbiamo poi introdotto una teoria motoria della mente sottolineando il carattere pro-attivo e costruttivo dei processi mentali e infine abbiamo esaminato come la teoria dellattaccamento possa spiegare la formazione e lo sviluppo dellidentit dentro una matrice interpersonale, per completare una esauriente teoria del S bisogna per rispondere ancora ad alcune domande quali: Attraverso che tipo di processi specifici, il S si organizza e riorganizza incessantemente? In che modo le modalit informative autoreferenziali (emozioni, sensazioni, motricit e cognizione) emergenti dalla matrice relazionale, si ordinano in una coerenza sistemica? Guidano, per rispondere a queste domande, propone diversi strumenti esplicativi in grado di comprendere in maniera olistica e complessa i problemi sopra esposti. Anzitutto sottolinea la priorit dell'emozioni in un sistema conoscitivo, il loro ruolo centrale nell'ordinamento dell'esperienza e in tutti i processi conoscitivi e assimilativi del S; per spiegarne le modalit organizzative propone, il concetto di schema emozionale (emotional schemata). Gli schemi emozionali sono, secondo il nostro Autore: "configurazioni strutturali della nostra memoria analogica che operano da schemi di riferimento a cui viene continuamente comparato il flusso sensoriale in corso
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(ongoing matching process), che in questo modo pu essere decodificato e sequenzializzato."(Guidano, 1988); le continue dinamiche di avvicinamento/allontanamento della relazione dattaccamento, dentro le quali gli schemi emozionali si sviluppano, fanno s che questi si assemblino in una circolarit oscillante e ricorsiva (oscillative recursive loop) capace di generare una esperienza immediata di s piuttosto stabile e continua nel tempo, attraverso l'attivazione/disattivazione ritmica di modulazioni emotive antagoniste (regolazione reciproca tra processi antagonisti). La trama concettuale della Script Theory (Tomkins, 1978; Greenberg, 1993; 1997) permette a questo punto di chiarire la relazione complessa che esiste tra cognizione e affettivit; i concetti di scene nucleari e scritti nucleari, proposti da questa teoria ben rappresentano la capacit del S come sistema autorganizzato di cambiare, evolvere e aumentare la propria complessit mantenendo la propria coerenza interna. In tal senso le scene nucleari si costituiscono come ulteriori astrazioni degli schemi emozionali (primato dellastratto), lesperienza immediata (il livello tacito di elaborazione, lIo), in seguito alla ripetizione di eventi e situazioni interpersonali, si va gradualmente strutturando in regolarit; in questo modo si verr costituendo quella prima matrice di riferimento che lesperienza assolutamente specifica del proprio essere nel mondo, quella prima forma di coscienza di s che il sentirsi vivere. Gli scritti nucleari, a loro volta, possono essere intesi come un set di regole per ordinare insieme scene nucleari prototipiche affettivamente significative cos che possano divenire riconoscibili come il proprio S (livello esplicito di elaborazione, il Me); in questo modo secondo Guidano: "uno scritto consiste essenzialmente in un insieme di aspettative che dirige l'elaborazione verso una comprensione adeguata di situazioni specifiche,
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mediante l'attivazione simultanea di un insieme ordinato di eventi prefigurabili (...)", tale per cui, "l'attivazione degl'insieme degli schemi emozionali e dell'insieme delle regole cognitive per la loro decodificazione e il loro controllo organizza l'interazione complessiva del soggetto con la situazione specifica."(Guidano, 1988). Pertanto il S, come sistema autoreferenziale, si accresce e si differenzia per mezzo dell'aumento della scene nucleari (pattern emotivo-corporei di esperienza immediata), e della progressiva connessione e specificazione degli scritti nucleari in processi espliciti di conoscenza. Schemi emozionali, scene nucleari, scritti nucleari formano cos i diversi livelli di ordinamento di una struttura gerarchica in continua evoluzione che mantiene al suo interno complesse e multiplici relazioni di interdipendenza e influenza reciproca regolate, nella loro globalit, dalla tensione essenziale verso il mantenimento della coerenza che sottende la qualsivoglia dinamica del S Il successivo livello dordinamento autoreferenziale del S ci introduce nella dimensione del linguaggio e della narrativit; Guidano, per chiarire tali dimensioni, utilizza la distinzione evolutiva che Dewart (Dewart, 1989) fa tra linguaggio fattuale e linguaggio tematico; il linguaggio fattuale un tipo di linguaggio specificare evolutivamente dettagli anteriore caratterizzato per la aderenza allesperienza, solo pu riferirsi a ci che accade nellimmediato, pu ma non ha nessuna capacit di ordinamento; il caratterizzato per la capacit di linguaggio tematico, diversamente,

distanziarsi dallesperienza immediata cos da poterla trasformare, ordinare e organizzare secondo nuove modalit. In tal senso linguaggio fattuale e linguaggio tematico corrispondono esattamente ai due processi elaborativi sopra esposti: livello tacito e livello esplicito.
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Per

mezzo

del

linguaggio

tematico

possono

essere

estrapolati

dallesperienza emotiva immediata gli aspetti informativi rilevanti sganciati dalla dimensione contingente; tali informazioni, manipolabili ad un livello semantico pi astratto, saranno quindi connesse e integrate in un tema (metascritto); con il concetto di tema ci troviamo di fronte da una ulteriore astrazione e condensazione del significato personale , difatti il tema , cos come gli schemi emozionali, le scene e gli scritti, ununit organizzativa di significato capace di integrare affettivit e cognizione in una specifica dimensione di senso altamente astratta. Attraverso il tema, lesperienza umana pu acquisire quella struttura narrativa che gli permette di assimilare le esperienze perturbative (equilibrio attraverso fluttuazioni) allinterno di una storia narrata dotata di un inizio uno svolgimento e un finale, ricostituendo cos quella continuit storica che sta alla base dellidentit del sistema conoscitivo (temporalit e storicit). In questo modo, i processi dordinamento e organizzazione dellesperienza fin qui esposti danno forma a quella che viene definita una coscienza tematica, coscienza tematica che dotata degli aspetti di stabilit, consistenza e continuit storica caratteristici dellesperienza soggettiva umana di esistere. La coscienza tematica, per mezzo del linguaggio tematico, si organizzer anchessa, in una struttura narrativa la cui caratteristica essenziale il processo di sequenzializzazione, processo capace di connettere e integrare ogni esperienza in un ordine significativo e storico (Guidano & Quiones, 2001); la sequenzializzazione, nel suo incessante processo di riordinamento dellesperienza, si sviluppa su tre livelli: uno cronologico, uno causale ed uno tematico. La sequenzializzazione cronologica permette lordinamento dellesperienza secondo un ordine temporale con un prima e un poi; la
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sequenzializzazione causale ordina e connette le esperienze in un sequenza di causa-effetto, capace di dare senso agli eventi vissuti; infine la sequenzializzazione tematica permette di riportare tutti gli eventi esperiti dentro la continuit del tema che definisce, a sua volta, la trama narrativa costituente il senso di S. Come vedremo nei prossimi capitoli la qualit della sequenzializzazione : da una parte, un indicatore centrale nella valutazione delle propriet formali e strutturali dei processi elaborativi (flessibilit, generativit e autointegrazione); e, dallaltra, un importantissimo strumento di lavoro nel processo terapeutico (soprattutto in casi di processamento psicotico).

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CAPITOLO III
SVILUPPO E ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI CONOSCITIVI 3.1 Sviluppo 3.1.1 Introduzione In questa prima parte mi propongo di delineare la formazione e lo sviluppo dei sistemi conoscitivi individuali durante tutto il ciclo di vita, cos come Guidano andato elaborando nelle sue opere (Guidano, 1988; 1992; 2000). La centralit dell'attaccamento nel processo di differenziazione del S ci porta a considerare il ruolo fondamentale della relazione genitore-bambino come dimensione primaria di sviluppo dell'identit e della costruzione della realt. Questa relazione possiede una struttura peculiare dovuta principalmente al lungo periodo di accudimento e protezione che necessario al cucciolo umano per sviluppare le sue competenze e la sua identit. Una prima caratteristica determinante dipende dalla presenza di un'ampia differenza cognitiva fra genitore e bambino, differenza che crea una forte complementariet nel rapporto; nel senso che il bambino utilizza le figure di attaccamento come fonte primaria (e per molto tempo praticamente unica) di identificazione poich per il bambino, data la dipendenza emotiva in cui si trova, quello proposto della sua figura d'attaccamento l'unico dei mondi possibili.

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Altra caratteristica fondamentale di tale relazione risiede nella possibilit di cambiamento delle regole di interazione all'interno della coppia genitorebambino, in nessun altro tipo di relazione umana un rapporto allo stesso tempo tanto stabile e tanto cangiante; stabile nel suo aspetto temporale di durare praticamente tutto il ciclo di vita e cangiante data la propensione alla ricerca d'autonomia che spinge continuamente lindividuo a riorganizzare la relazione verso nuovi equilibri. Pertanto, come dice Guidano, complementariet e ricerca di dell'autonomia sono le due polarit di una tensione dialettica (regolazione fra processi antagonisti), che segna tutto lo sviluppo del S nella sua matrice interpersonale. Per spiegare il processo di sviluppo del S si deve, per, tener in conto le riflessioni precedentemente fatte sulla complessit dei sistemi conoscitivi (vedi cap. II) che ci permettono di comprendere le interconnessioni multiple e le interdipendenze irriducibili che esistono tra "processi di attaccamento, differenziazione del senso di s, sviluppo cognitivo e differenziazione emotiva, tenendo contemporaneamente in considerazione le variabili familiari e ambientali."(Guidano, 1988). Prima di procedere nell'analisi dello sviluppo dellidentit necessario chiedersi: Dove prende il bambino l'informazione pi importante per vedersi come persona e per sapere chi ? Certo non pu ricavarla da un semplice osservazione; secondo Guidano l'unico modo quello avanzato dal principio di looking-glass self (vedi cap. II) ovvero il bambino conosce s stesso nello "sguardo" degli altri significativi; la loro attitudine verso di lui, il modo in cui si relazionano con lui e gli esprimono le proprie emozioni sono le informazioni che daranno forma alla percezione di s che costruir l'individuo durante tutto la sua esistenza.
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Presenter qui di seguito le varie tappe di sviluppo dellorganizzazione di significato personale secondo i principi appena esposti. 3.1.2 Infanzia ed et prescolare Per raggiungere la prima forma di riconoscimento di s l'infante deve creare con la madre una relazione circolare e ricorsiva in cui domini la sincronia, la reciprocit e la congruenza. Grazie alle ritmiche oscillazioni negli scambi comunicativi con la figura d'accudimento, il bambino pu cominciare a strutturare, partendo dalle risposte date ai propri stati fisiologici interni, i primi schemi di regolarit ovvero costituire i primi aspetti invarianti della sua organizzazione. L'esperienza dell'infante prende forma, quindi, da uniniziale dimensione di indifferenziazione tra aspetti cognitivi, emotivi e motori ove il dominio esperenziale predominante l'attivazione/disattivazione degli stati fisiologici. I processi attentivi sono "legati al soggetto" nel senso che l'infante totalmente centrato su s stesso e assimila la realt esterna secondo i suoi schemi globali e sincretici. La differenziazione progressiva in polarit emotive antagoniste si viene creando attraverso l'alternarsi ricorsivo davvicinamento/allontanamento con le figure di attaccamento, alternarsi ricorsivo che si coordina agli stati di attivazione/disattivazione dell'infante; in questo modo si formeranno le prime forme di regolarit nell'esperienza del bambino. La differenziazione e la formazione dunit cognitivo-mnestiche-motorie continuer e si complessificher attraverso i domini di esperienza che di volta in volta il bambino si trover ad affrontare (i primi passi, le prime interazioni

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comunicative, ecc.) pur rimanendo sempre dentro la dimensione polare di prossimit/distanza dalle figure di attaccamento. Successivamente, alla soglia dei due anni, con il raggiungimento di un senso di continuit e permanenza temporale, il bambino arriver a possedere un riconoscimento di s che si fondi su un vissuto di presenza al mondo e un sentimento di base verso l'alterit, matrice prima di ogni possibile conoscenza futura. Dal secondo anno di vita i processi cognitivi si centrano maggiormente nella percezione, cosicch, grazie anche allo sviluppo di nuove abilit mentali, il bambino si dirige verso un senso di s sempre pi definito e integrato. Le capacit attentive si amplificano e flessibilizzano e si rivolgono verso la realt esterna, dimensione sulla quale il bambino si centra in questo periodo, assumendo un atteggiamento "legato all'oggetto". Tale cambiamento nei processi cognitivi, aggiunto al consolidarsi dei comportamenti esplorativi, offrono al bambino nuove possibilit di conoscenza. Evidentemente l'identificazione con i genitori e l'appoggio di questi per la ricerca di autonomia rimangono fondamentali anche in questa fase poich i genitori sono la fonte quasi esclusiva di informazioni su s stesso che il bambino possiede. Queste riflessioni ci fanno tornare al principio di regolazione dei processi antagonisti tra complementariet e ricerca di autonomia: difatti necessario che i genitori da un lato diano un "base sicura" (Bolwby 1972) sulla quale il bambino possa sviluppare un senso di sicurezza e affidabilit verso s stesso e verso il mondo interpersonale; dall'altro facilitino la ricerca di autonomia ed indipendenza permettendo le libere esplorazioni dell'ambienti ove il bambino possa sperimentare brevi separazioni e autogestioni. Ne deriva chiaramente che qualsiasi comportamento o atteggiamento ambiguo, incoerente o
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ostacolante dei genitori, in queste due dimensioni relazionali, comporter profonde conseguenze negative nello sviluppo e formazione del S del bambino. Come abbiamo visto in precedenze le capacit innate del bambino non lo esimono da uniniziale stato di indifferenziazione in cui esistono solo "le sensazioni di base e le capacit di comunicarle attraverso attivit motorie espressive"(Guidano, 1988); su questa matrice iniziale si andranno formando, allinterno della reciprocit con la figura d'attaccamento, le prime emozioni attraverso la graduale connessione di immagini, percezioni, attivit motorie e sensazioni di base; sorgeranno cos alla fine del secondo anno di vita le prime esperienze emotive prototipiche che fondano la prima organizzazione del dominio conoscitivo come dominio emotivo, le prime tonalit affettive di base che costituiscono il senso di s, il primo modo di comprendere il mondo. La Script theory (Tomkins, 1978) ci aiuto, ancora un volta, a comprendere come i primi schemi emozionali vengono a essere le unit di base di quell'ordinamento dell'esperienza che avviene per mezzo delle scene che assemblano schemi emozionali prototipici in unit di superiore complessit e integrazione (vedi sopra cap. II); a loro volta le scene da una parte si associano con altre scene analoghe, secondo il principio di magnificazione psicologica, cos da aumentare la coerenza interna del sistema; dall'altra si differenziano in vari insiemi di scene che ampliano lo spettro emotivo globale. Le scene che si sono gradualmente formate si organizzeranno, pertanto, in una strutturazione gerarchica (organizzazione gerarchica dei sistemi complessi) in cui hanno il maggiore potere organizzativo le scene affettivamente cariche; il successivo passo, nell'organizzazione del S, sar lapparire delle scene nucleari.

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Formatesi sulla base di esperienze affettive ripetute, la scena nucleare "consiste nell'ordinare i diversi gruppi di scene all'interno di una circolarit ricorsiva (ricorsive loop) oscillante tra due insiemi principali di schemi emozionali prototipici (...)"(Guidano, 1988); l'oscillazione ritmica tra le due dimensioni antagoniste definir, non solo i "contorni estremi di significato" del S, ma fornir "direzionalit a processi conoscitivi mediante la selezione di ambiti specifici d'esperienza, influenzando il contenuto stesso che la conoscenza potr assumere."(Guidano, 1988). Alla soglia dell'et scolare l'effetto looking-glass self, grazie alle abilit cognitive sviluppatesi e alla progressiva capacit empatica acquisita, permette al bambino di affinare i propri processi d'identificazione e autoriconoscimento riflesso, che lo portano a possedere una conoscenza sempre pi sottile e differenziale dei propri stati interni. Per ci che concerne aspetti pi intra-psichici dell'attivit mentale, l'aumentata capacit di decentramento dall'esperienza immediata e la capacit di cogliere il punto di vista altrui (conceptual perspective taking), permettono una maggiore differenziazione S/non S che comporta un nuova percezione d'autonomia e indipendenza; quest'ultima a sua volta trasforma le timide separazioni della figura d'accudimento da meramente fisiche a psicologiche, ovvero ora il bambino non abbisogna di una continua rassicurazione per contatto fisico in quanto possiede capacit psicologiche d'autonomia, tali da permettergli separazioni e esplorazioni sempre pi lunghe. 3.1.3 Fanciullezza L'ingresso nella fanciullezza segnato dall'acquisizione di nuove capacit dastrazione che, pur essendo ancora vincolate ad una tendenza attentivo50

cognitivo

"legata all'oggetto", gi permettono al bambino di conquistare

nuove possibilit di conoscenza di s stesso e del mondo; il raggiungimento dello stadio piagetiano delle operazioni concrete consente al bambino di aumentare il distanziamento dell'esperienza immediata, il che gli consentir nuovi tipi di riorganizzazione della propria esperienza. Su un altro piano, le nuove conquiste evolutive modificano la relazione genitore bambino complessificando l'interdipendenza tra complementariet e ricerca di autonomia. Sul lato della complementariet grazie alle raggiunte capacit di astrazione, il fanciullo pu differenziare e articolare maggiormente le informazione prodotte nei processi di identificazione anche se, tuttavia, la sua capacit di cogliere il punto di vista dell'altro ancora vincolata agli aspetti concreti dell'esperire. In effetti, la forte complementariet che caratterizza comunque questa fase di sviluppo fa s che i processi d'identificazione e modellamento avvengano per via tacita; pertanto la comprensione dell'altro (e di conseguenza di s stesso) si struttura per mezzo "dell'immedesimazione empatica", la conoscenza avviene, cio, attraverso la sintonia emotiva che si produce nella relazione con la differenza che ora il bambino agisce in modo pi attivo, controllando e attivando livello di arousal empatico. Sul fronte opposto dell'autonomia, con l'ingresso nell'et scolare si aprono nuove possibilit di incontro e definizione sociale, il fanciullo, pur rimanendo legato alla dimensione familiare, pu ampliare i riferimenti significativi per la conoscenza di s fino a costruire una gerarchia di modelli da cui apprendere; in questa fase per il bambino ancora estremamente dipendente dai modelli d'interazione familiari e dalle relative strategie educative tanto che queste possono influenzare negativamente le appena nate abilit sociali.

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Questo appare pi evidente davanti all'identit sessuale che il fanciullo va raggiungendo, il che ridefinisce la qualit e il valore delle dinamiche genitoribambino che si vedono scomposte in tre dimensioni: relazione con il genitore dello stesso sesso, relazione con il genitore del sesso opposto e relazione tra i due genitori. Nella prima dimensione si viene definendo l'autostima del bambino nel suo sentimento dappartenenza ad unidentit di genere; la qualit del secondo tipo di relazione determiner il grado di amabilit, inerente alla propria mascolinit o femminilit ma soprattutto il senso della propria proponibilit nelle relazioni affettive eterosessuali; infine le modalit con le quali i genitori agiscono il proprio ruolo sessuale all'interno della coppia sar importantissimo per un adeguato sviluppo della fiducia nei rapporti affettivi. Abbiamo lasciato il bambino alla soglia dell'et scolare con un dominio emotivo strutturato su di una polarit antagonista di significato personale, all'interno della quale avviene un processo autoregolantesi di continue oscillazioni ritmiche e ricorsive, che determina le regole tacite dassimilazione. Quest'insieme di regole tacite viene, quindi utilizzato per il mantenimento della coerenza interna davanti alle perturbazioni ambientali, sempre che tali perturbazioni si mantengano dentro la soglia dei stabilit in corso; se per levento destabilizzante sorpassano la soglia il sistema conoscitivo viene spinto verso una ri-organizzazione dei propri schemi emozionali di base. Tale processo di ri-organizzazione permette cos la differenziazione emotiva e la progressiva articolazione di nuove tonalit emotive dentro dei antagonisti di significato personale. Con le nuove capacit cognitive emergenti appaiono inoltre nuovi modelli dinterazione complessa tra emozione e cognizione che si possono spiegare
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contorni

con la nozione di scritto (vedi cap. II); lo scritto, infatti, riorganizza schemi emozionali e scene nucleari secondo precisi set di regole che permettono al bambino: da una parte di riconoscerli come appartenenti al proprio S e, dallaltra, di integrarli in un insieme coordinato e orientato a situazioni specifiche. Elaborando scritti specifici e differenziandoli da quelli nucleari, il bambino pu prevenire e controllare attivamente le oscillazioni estreme di significato, utilizzando la gamma demozioni intermedie di cui ora dispone. Tutte queste acquisizioni danno la possibilit al fanciullo, ormai prossimo alla pubert, di raggiungere una maggior capacit regolativa dei suoi processi interni; la progressiva differenziazione emotiva avvenuta ha moltiplicato le tonalit emotive intermedie dando la possibilit di modulare le oscillazioni tra i poli antagonisti e aumentando la capacit di comprensione di un numero maggiore di situazioni. Un altro fenomeno che Guidano ci indica come importante acquisizione di questo stadio evolutivo relativo al controllo coalizionale che il sistema conoscitivo abbisogna visti il livello di complessit autorganizzativa raggiunto; come esposto nel secondo capitolo, il controllo di tipo decentralizzato sembra essere l'unico che possieda le qualit di elasticit e plasticit indispensabili per una adattamento efficace; Guidano propone di utilizzare la formulazione di Bolwby sui meccanismi di difesa basata sui concetti di elaborazione dell'informazione, per spiegare quei meccanismi autoregolativi che partecipano al controllo coalizionale. In special modo sono importanti: Esclusione selettiva di informazione; pu essere di due tipi: nella fanciullezza, data l'ancora scarsa capacit d'astrazione, l'esclusione di tipo
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diretto: qualsiasi sensazione o emozione proveniente dal processamento tacito che produca eccessiva perturbazione non viene registrato dalla coscienza; nell'adolescenza, ormai raggiunta la maturit cognitiva, la gestione regolativa delle informazione perturbante e discrepante viene maggiormente per via cognitiva attraverso la costruzione di spiegazioni erronee (autoinganno), anche se in casi estremi di pericolo rimane sempre la potente via diretta; Produzione di attivit diversive: sempre col fine di evitare che l'elaborazione cosciente di esperienze implicite crei gravi squilibri al S, il bambino produce attivit diversive che gli permettano di distogliere l'attenzione dall'informazione discrepante; tale attivit diversive possono essere di vario genere come: fobie, rituali ossessivi, disturbi psicosomatici o disturbi alimentari, veri e propri sintomi che una volta automatizzati sono difficilmente recuperabili per parte dei processi coscienti e quindi difficilmente modificabili. 3.1.4 Adolescenza e giovinezza L'emergere delle capacit di astrazione logica cambia radicalmente tutte le dimensioni esperenziali dell'adolescente, poich gli viene offerta la possibilit di rielaborare tutta linformazioni su di S secondo "un codice concettuale sovraordinato"; il mondo dell'adolescente ormai affrancato dell'immediatezza, e le potenzialit del pensiero ipotetico ed inferenziale lo proiettano nella prospettiva del possibile, che, moltiplicando il dominio del reale, libera l'adolescente dalla contingenza del presente. La dimensione storica individuale si arricchisce del senso del futuro che presentandosi con

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sempre maggior chiarezza progetto di vita.

"spinge" l'adolescente alla costruzione di una

Nella formulazione di un progetto di vita risultano determinanti i cambiamenti avvenuti nei processi d'identificazione all'interno della relazione genitoriale; liberato dai limiti dell'immediatezza e dell'emotivit l'adolescente, con le sue nuove capacit d'astrazione, estrapoler tacitamente i valori di vita e gli assiomi filosofici-esistenziali delle sue figure di attaccamento, facendoli suoi; grazie anche al raggiungimento definitivo di una "capacit di cogliere il punto di vista dell'altro", l'adolescente sar in grado di possedere un informazione astratta con un notevole potere integrativo tanto da permettergli la strutturazione di un visione sempre pi coerente del mondo e di s stesso. bene sottolineare che ci troviamo di fronte ad un altro esempio di "regolazione reciproca tra processi antagonisti" poich i processi di identificazione sono dinamicamente relazionati con quelli di separazione. Difatti sembrerebbe che laumentata capacit d'identificazione va di pari passo che l'apertura dell'adolescente a nuove dimensioni sociali tali da permettergli una separazione sempre maggiore dai modelli d'interazione familiari; le nuove capacit cognitive emerse gli danno, quindi, tali da potersi gradualmente separare. In questa prospettiva la ricerca di autonomia arriva con l'adolescenza al suo apice, a tal punto da dare forma a quello che Guidano chiama "processo di separazione prototipico della vita". Il relativismo adolescenziale porta, infatti, a percepire i genitori come persone normali, detronizzandoli della loro centralit come referenti cognitivi e emotivi cos da incalzare l'adolescente ad avventurarsi nella formazione di nuove relazioni significative, soprattutto di tipo sentimentale; il successo di tali relazioni suggeller il processo di separazione in atto, processo di
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un senso di unicit e continuit

separazione che diventer termine normativo per comprendere e assimilare le future separazioni e perdite della vita adulta. Va da s che qualsivoglia presenza di modelli familiari problematici che creino mancanze nel senso di competenza, amabilit e proponibilit personale ostacoler la separazione e la formazione di nuovi vincoli affettivi. Per quel che concerne lo sviluppo del S, in questo stadio gi presente una direzionalit evolutiva e un equilibrio all'interno delle oscillazioni di significato, le nuove acquisizioni raggiunte permettono per una riorganizzazione profonda dell'interdipendenza emotivo-cognitiva; l'emergere delle abilit cognitive superiori, la maturit psicosessuale, la separazione dai genitori creano un tale ristrutturazione nel sistema conoscitivo che si pu considerare come una "rivoluzione personale" (Mahoney, 1980) sia per la complessificazione sistemica ottenuta che per l'apparire di nuovi contenuti di significato personale. Abbiamo visto come il primo livello di organizzazione del S avviene attraverso l'assemblaggio di schemi emozionali prototipici, in unorganizzazione di tipo circolare-ricorsiva capace di mantenere una coerenza all'interno della dialettica bipolare di significati personali; da questa prima regola di ordinamento della realt (ordinamento a priori della prassi del vivere) il sistema conoscitivo va estraendo regolarit che danno forma alle prime scene nucleari in quanto unit integrative del dominio emotivo; il livello gerarchico successivo riguarda gli scritti ovvero unit di predizione capaci di organizzare sequenze di scene nucleari, cognizioni anticipatorie e comportamenti adeguati alla situazione specifica in ununit conoscitiva globale e sintetica. Con le acquisizioni adolescenziali diviene per necessario che tutta questa informazione sia "giustificata" dal pensiero logico-formale cos da
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poterla trasformare in veri proprio "assiomi metafisici" capaci di dare senso all'esistenza stessa; per spiegare la nuova formula organizzativa che il sistema adotta per rispondere a tale necessit conoscitiva Guidano propone il concetto di metascritto (tema); con le sue parole: "la caratteristica distintiva di un metascritto il fatto che molti dei suoi schemi emozionali e delle regole che li governano vengono specificati a un livello maggiore di quello proprio degli scritti, dei quali i metascritti rappresentano, in ultima analisi, un'elaborazione."(Guidano 1988). Il tema l'apice dellorganizzazione gerarchica delle regole di ordinamento della conoscenza individuale poich il suo alto potere integrativo permette all'adolescente di costruire, sulla base degli assiomi estrapolati, un programma di vita; importante sottolineare che sono le emozioni che per continuano a tenere la priorit nel potere organizzativo del sistema loro capacit di dare continuit e coerenza storica al S. L'insieme di tutti i cambiamenti sopra presentati crea nell'adolescente "una nuova relazione epistemologica che si viene a stabilire tra soggetto e realt"(Guidano, 1988), la quale produce una nuova dinamica interna allorganizzazione conoscitiva rappresentata da due processi interdipendenti e complementari: il decentramento dal mondo e il ricentramento su di S. Il decentramento dal mondo permette all'adolescente di allontanarsi dall'immediatezza e lo spinge a riformulare un senso di realt maggiormente costruito su di una mediazione cognitiva; a questo processo ne consegue un senso di solitudine ove la propria appartenenza inevitabilmente modificata dalla nuova consapevolezza di s che in qualche modo lo astrae dallesperienza diretta dl mondo. di significati personali data la loro fondamentale rilevanza autoreferenziale e la

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Come effetto della regolazione circolare

fra processi antagonisti,

l'adolescente si trova nella necessit di reagire a questa senso di "solitudine epistemologica", e lo fa ricentrandosi su di S ovvero riproponendosi come attivo protagonista nella sua vita quotidiano; si impegna, cio, nei propri confronti sviluppando una propria prospettiva di senso unica ed esclusiva nella pluralit riconosciuta di punti di vista; in tal modo da potersi riappropriare di un senso di appartenenza alla realt dal quale progettare e riprogettare un senso di s futuro. Bisogna ora analizzare unultima dimensione esperenziale di fronte alla quale si trova l'adolescente, dimensione che nasce dall'alternanza circolare tra il decentramento che produce "un punto di vista oggettiva" da cui osservare il proprio S e il ricentramento che riporta ad "un punto di vista soggettivo" del S; tale dinamica causa un senso di contrasto e frattura interne tra un "S apparente" cangiante nelle situazioni (ipseit) e il "S reale" (medesimezza) che rimane costante nel movimento tra contesti distinti. Il continuo processo integrativo del S si trova dunque ad affrontare il compito di creare un equilibrio dinamico tra continuit e discontinuit nella consapevolezza del S, "che consenta unintegrazione tra i diversi sensi di S". Tale integrazione dovr prodursi sia in senso trasversale cio con la comprensione in una configurazione complessiva dei diversi futura di significazione per il "S reale". La complessit e la profondit dei cambiamenti che l'adolescenza comporta spinge Guidano a considerarla come momento integrativo fondamentale per il futuro sviluppo dell'individuo; sia come origine dei temi di vita che orienteranno la vita adulta sia come sede di cattive integrazioni dell'organizzazione di significato personale che potranno svilupparsi in
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S come appartenenti alla stessa

persona, sia livello longitudinale cio con una la costituzione di una linea

manifestazioni psicopatologiche; con le sue parole: " lecito pensare che tale integrazione "prototipica" potr quindi operare come criterio di riferimento per valutare le successive sollecitazione verso cambiamenti profondi che hanno luogo nel resto dell'arco della vita."(Guidano, 1988). 3.1.5 La vita adulta All'interno di un'ottica sistemico-processuale ed evolutiva, il S non trova il punto di arrivo nell'et adulta al contrario continua incessantemente la sua crescita verso livelli sempre maggiori di ordine strutturale e complessit cos come dettato dal principio di progressione ortogenetico; come gi sappiamo (vedi sopra cap. II) lo sviluppo di un sistema autorganizzato il dispiegamento di un processo direzionale senza fine, tale per cui il sistema conoscitivo individuale, immerso nella dimensione temporale e vincolato alla proprio organizzazione fin l raggiunta, andr attraversando continue rotture del proprio equilibrio che si risolveranno in una nuova assimilazione d'esperienza. In maniera pi specifica Guidano ci dice che tale processo di crescita e complessificazione interna al sistema, in et adulta viene portata a termine principalmente per mezzo del pensiero logico-formale e dalla dimensione elaborati. Lungo il ciclo vita individuale pertanto possibile individuare dei punti di biforcazione in cui l'equilibrio dinamico tra stabilit e cambiamento passa per periodi di tensione che possono portare a profonde ristrutturazioni del consapevolezza di s. Tali cambiamenti progressivi, che Guidano ha spiegato con il principio di ordine attraverso fluttuazioni (vedi sopra cap. II),
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riflessiva

della

coscienza

che

permettono

unulteriore

differenziazione e integrazione degli scritti e dei metascritti fino ad allora

provocano una riorganizzazione della coerenza del sistema che frutto della perturbazione della coerenza precedente. Tali periodi critici acquistano un potere destabilizzante in forza del fatto che lindividuo, dentro della consapevolezza della propria finitezza, li vive come ristrutturazioni dellesperienza temporale soggettiva, obbligandolo a riconsiderare il proprio passato e a ridefinire, di conseguenza, il proprio futuro (principio di rotture della simmetria temporale, vedi sopra cap. II). In ultima istanza bene chiarire che qualsiasi evento di vita non pu essere considerato genericamente come critico invece necessario considerare che significato pu acquisire dentro dellorganizzazione di senso di ciascun Passiamo ora a delineare, dentro la tendenza del sistema ad un divenire continuo, quali sono i periodi critici capaci di innescare una perturbazione. Fra i ventotto e i trentatr anni ci troviamo di fronte al periodo critico della prima et adulta in cui le ipotesi di vita degli anni giovanili ormai hanno dovuto materializzarsi in conquiste concrete o in progetti chiari; normalmente in questi anni avvengono la maggior parte degli investimenti affettivi e lavorativi (Arciero, 2002). Va da s che la mancata concretizzazione dei propri progetti o il frantumarsi di una relazione affettiva in questi anni sono capaci di innescare tanto uno squilibrio clinico come una profonda ristrutturazione del significato personale. Tra i quarant'anni e i cinquanta si aprir la transizione della mezza et (midlife transition), lulteriore restringimento dell'orizzonte delle aspettative aprir il tempo dei consuntivi; il passato rappresenta gi met della propria vita e il futuro annuncia una fase discendente in cui bisogna approfondire e godere di ci che fino ad allora si stati capaci di costruire (affettivamente e professionalmente). Il corpo marca tale passaggio temporale con segni
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individuo.

evidenti: i tratti del viso mutano, i capelli cambiano di colore, ecc.. Se per il passato non ha dato i frutti promessi e il tempo delle possibili revisioni si concluso, in questo periodo possono apparire crisi esistenziali segnate da i caratteristici sensi di "insabbiamento e rassegnazione" e capaci di produrre crisi esistenziali o veri e propri quadri psicopatologici (Guidano, 1988). 3.2 Organizzazione 3.2.1 Introduzione La teoria post-razionalista del S viene delineata da Guidano in un modello "a doppio livello" dei processi conoscitivi, tale da poter esemplificare l'organizzazione conoscitiva complessiva nelle sue relazioni interne e nelle sue interazioni con l'ambiente cos come venuta formandosi alla fine delle fasi maturative; secondo l'oramai noto principio di controllo coalizionale l'autorganizzazione si produce e riproduce continuamente attraverso la dinamica circolare e ricorsiva tra un livello organizzativo tacito e un livello organizzativo esplicito. All'interno di questa organizzazione si possono isolare una serie di processi che risultano fondamentali per il mantenimento della coerenza interna e per la relazione con il medium, quali: attitudine verso di s, attitudine verso la realt, modelli rappresentativi del s e modelli rappresentativi della realt; tutti questi processi, riassunti graficamente nella figura due, sono profondamente interconnessi e embricati nel fenomeno complessivo dellidentit personale.

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Fig. 2 (adattata da Guidano, 1988)


LIVELLO ORGANIZZATIVO TACITO

Regole per coordinare il flusso sensoriale

Attitudine verso di s

LIVELLO STRUTTURALE ESPLICITO

Modelli rappresentativi di s Identit personale Autostima


Attitudine verso la realt

Modelli rappresentativi della realt Regole per lassimilazione dellesperienza Procedure di problem solving

3.2.2 Il livello organizzativo tacito (l"Io" nell'ultima terminologia di Guidano) Come abbiamo precedentemente visto, questo livello si costituisce sulla base dell'assemblaggio di schemi emozionali e scene nucleari in una circolarit ricorsiva e ritmicamente oscillante tra contorni antagonisti di significato, producendo cos le regole di base per l organizzazione del flusso esperenziale. Il "primato ontologico dell'astratto" gestisce quindi

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lordinamento tacito dal quale sorge, durante gli stadi evolutivi, il senso unico e irriducibile di coscienza individuale. Dalle strutture invarianti dell'organizzazione di significato emerge la percezione della realt che si caratterizza per essere tanto idiosincratica quanto condivisibile e confrontabile, con le parole di Guidano: "tale "senso cinestesico" di s il prodotto emergente, momento per momento, dall'attivit di fondo del livello tacito che consiste nell'ordinamento diretto e immediato del flusso sensoriale in corso, che in questo modo diventa intelligibile, tramite la continua attivazione ricorsiva di emozione e sensazioni significative" (Guidano, 1988). In ultima istanza il livello tacito un livello supercosciente che consente all'individuo di "sentirsi vivere", di conquistare una "modalit di essere-nelmondo", un senso di continuit storica dentro il continuo flusso cangiante della realt. Infatti quest'autorganizzazione primaria non cessa mai di evolversi, differenziandosi e complessificandosi lungo tutto il corso dell'esistenza individuale; proprio grazie al suo controllo decentralizzato possono avvenire al suo interno innumerevoli modificazioni originatesi da uno qualsiasi dei suoi processi elementari (percettivi, immaginativo-mnestici, motori) ovvero da ciascuno di questi, e prescindendo dall'attenzione cosciente, pu scaturire un riordinamento complessivo del dominio emotivo. Per esempio pu accadere che un elemento percettivo, procedente da un'interazione interpersonale in corso, attivi un processo mnesticoimmaginativo carico emotivamente che a sua volta mette in moto, per via analogica, schemi emozionali capaci di coinvolgere altri schemi emozionali; ne pu conseguire una ri-organizzazione sintetica del senso di s di un'area significativa dell'esperienza individuale che solo alla fine del processo
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complessivo emerge alla consapevolezza cosciente del soggetto come nuovo modello esplicito del s. 3.2.3 Livello strutturale esplicito (il "Me" nell'ultima terminologia di Guidano) Con l'acquisizione del pensiero logico-formale e delle capacit autoriflessive, il sistema conoscitivo si trova di fronte ad un salto qualitativo nella sua organizzazione che prende forma nella costituirsi di un livello esplicito di conoscenza. Dall'organizzazione tacita si sviluppano una serie di modelli espliciti di s capaci di trasformare il continuo processo dell' "Io" (esperienza immediata) in rappresentazioni verbali e immaginative coscienti, il "Me" (esperienza mediata/spiegazione). I modelli di consapevolezza di s si troveranno quindi coinvolti nell'incessante processo esplicito di sintesi di un'immagine di s globale ed esaustiva (ongoing self-synthesized view) con la quale dare unitariet e continuit al fluire degli stati interni. Questa dinamica irriducibile e fondante tra "Io"/"Me", esperienza/spiegazione, immediatezza/mediatezza, implicito/esplicito

caratterizzata dal fatto che l'informazione del primo livello non viene trasformata nella sua totalit nel secondo livello bens in modo episodico e in base agli eventi in corso, tale per cui tra i due livelli prende vita un continuo crearsi e appianarsi di incongruit e discrepanze, in un incessante equilibrio dinamico; cos riassume Guidano: "Cos l "Io" che agisce e esperisce sempre un passo avanti rispetto alla valutazione della situazione in corso,

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trasformando il "Me" in un processo continuo di riordinamento e rimodellamento del senso consapevole del S" (Guidano, 1992). 3.2.4 L'identit personale L'identit personale il modello rappresentativo di s che viene

continuamente formandosi nella consapevolezza di s dell'individuo sulla base delle regole invarianti dell'organizzazione tacita; le oscillazioni ritmiche tra significati antagonisti dell'ordinamento implicito si vanno esplicitando in una serie di immagini esplicite di s anch'esse organizzate all'interno di "polarit antitetiche di significato personale". Dentro tale continuum di significato prendono forma uno spettro di immagini di S attuali, possibili e future che l'identit personale, che in quanto processo integrativo, organizza momento per momento in una visione globale e sintetica di s; pur essendo fenomeno in continuo movimento l'identit appare al soggetto come unesperienza dotata di coerenza e continuit storica marca cio la sua individualit. importante sottolineare che l'identit personale il processo autoreferenziale di base che permettere di mantenere la coerenza del livello esplicito di conoscenza, sia per quel che riguarda la conoscenza di s che per quel che riguarda la conoscenza della realt; difatti come dice Guidano: "l'identit personale rappresenta la struttura di base di riferimento, mediante la quale ogni individuo in grado di valutare s stesso in rapporto all'esperienza in corso" (Guidano, 1988). Un ultimo aspetto centrale dell'identit personale concerne l'autostima e l'autoaccettazione le quali dipendono dal grado di congruenza che esiste tra le convinzioni relative alle proprie capacit e al proprio valore personale e la
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valutazione dei propri comportamenti e emozioni; questa ultima valutazione a sua volta regolata dal rango di emozioni ammissibili e decodificabili nella relazione tra dimensione esplicita e quella tacita. 3.2.5 Modelli rappresentativi della realt Essendo quello umano un sistema conoscitivo autoreferenziale tutta la conoscenza che pu avere sul mondo dipende nella totalit dalla conoscenza che possiede di s stesso ed solo da questa che pu elaborare modelli della realt; tali modelli se da una parte dipendono nella loro organizzazione dall'ordinamento tacito, dall'altro, sono regolati costantemente dall'identit personale che ne definisce la coerenza e la stabilit. Questi modelli rappresentativi della realt si costituiscono essenzialmente in: Regole d'assimilazione dellesperienza: che determinano le aree significative d'esperienza e le procedure di elaborazione e integrazione delle informazioni procedenti da quest'aree; Procedure di problem solving: la natura e il tipo di strategie di problem solving utilizzate che hanno il poter d'influenzare la formazione stessa dell'esperienza; 3.2.6 Attitudine verso di s (relazione Io/Me) e verso la realt Riassumendo possiamo dire che mentre l'ordinamento del livello tacito d direzionalit al sistema tracciando la linea del suo sviluppo potenziale, l'identit personale ne il processo regolativo fondamentale a tal punto che le sue qualit determinano le possibilit di traduzione e trasformazione delle regole invarianti implicite in modelli espliciti di consapevolezza di s.
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L'identit personale quindi si avvale, per espletare le sue funzioni regolative sul sistema, di due relazioni strutturali essenziali: attitudine verso di s e attitudine verso la realt. "L'attitudine verso di s definisce il rapporto dinamico che intercorre tra il senso di identit personale in corso e l`oscillare ritmico dell'ordinamento tacito intorno alle sue polarit di significato."(Guidano, 1988), riporto testualmente le parole di Guidano perch non c' modo migliore per esprimere la relazione che si svolge incessantemente tra questi due sottoinsiemi organizzativi che compongono il S. Rimane da chiarire che l'attitudine verso di s non una "finestra aperta" sull'ordinamento tacito capace di mostrarci in ogni momento la nostra esperienza immediata ("Io") senn piuttosto una trasformazione mediata per l'attenzione selettiva ("Me"); tale per cui il tipo e la qualit di esperienza decodificabile dipende dalle propriet formali e strutturali (flessibilit, generativit, livello di astrazione) acquisite, durante la fase maturativa, dalla consapevolezza esplicita del s che a loro volta dipendono dagli specifici modelli d esclusione e selezione dellinformazione tacita. "L'attitudine verso la realt definisce la relazione strutturale e dinamica fra la gamma delle possibili immagini di s e l'insieme delle immagini del mondo" (Guidano, 1988), ovvero lo stesso rapporto circolare e sistemico che sussiste tra livello tacito e identit personale attraverso l'attitudine verso di s sussiste per mezzo dellattitudine verso la realt, tra identit personale e modelli rappresentativi della realt; in questo modo qualsiasi concezione, intenzione, azione sul reale gerarchicamente dipendente dall'identit personale e deve ritornare continuamente ad essa per mantenere coerenza e stabilit.

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3.2.7 Organizzazioni di significato personale Grazie alle strutture e ai processi appena esposti l'individuo, alla fine della fase maturativa, sar in possesso di una conoscenza, unica e soggettiva e allo stesso tempo condivisibile, su s stesso e sul mondo che Guidano definisce: ORGANIZZAZIONE DI SIGNIFICATO PERSONALE. Pur completando la propria autorganizzazione complessa con il riarrangiamento adolescenziale, questa organizzazione di significato personale continua la sua crescita ortogenetica, nella dimensione processuale del divenire temporale, attraverso l'equilibrio dinamico tra invarianza e cambiamento (regolazione reciproca essenziale fra processi antagonisti). Cercheremo ora di chiarire tale dinamica. Questa organizzazione come abbiamo visto di tipo autoreferenziale, cio computa qualsiasi informazione in forma autonoma, riferendosi sempre alle proprie regole interne; tali regole derivate dagli schemi emozionali, dagli scritti e metascritti (temi di vita) costituiscono quindi quell'invarianza sistemica che va sotto il nome di chiusura organizzazionale; come l'esposizione fatta nel secondo capitolo proponeva la chiusura organizzazionale di una sistema vivente autopoietico definisce l'identit del sistema stesso garantendone la sua sopravvivenza e le sue possibilit di conoscenza. In tale senso il sistema conoscitivo umano costituito sulla base della chiusura organizzazionale del livello tacito, che funge da vero e proprio "vincolo epistemologico" per l'elaborazione e l'assimilazione di qualsiasi tipo
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d'esperienza in corso, le quali possono avvenire solo all'interno dei contorni di significa ritmicamente oscillanti che delimitano l'identit invariante del S. Qualsiasi possibile cambiamento non pu che passare per il confronto con tale dimensione tacita che stabilisce la stabilit e continuit storica del soggetto. D'altra parte, come abbiamo visto, col processo di elaborazione adolescenziale sorge dall'ordinamento immediato del s (l"Io") un dimensione esplicita del s (il Me); i modelli espliciti di s essendo costruiti per mezzo del pensiero astratto e grazie alla loro proiettabilit futura risultano essere estremamente modificabili e manipolabili comprendo tutte le possibilit operative richieste per l'interazione con l'ambiente. Pertanto, se da un lato esiste una chiusura organizzazionale del livello tacito, dall'altro, il livello esplicito strutturalmente aperto in modo tale da poter effettuare scambi e interazioni con l'ambiente; chiusura organizzazionale e apertura strutturale sono, ancora una volta, processi antagonisti mutuamente regolantesi che, grazie alla loro interazione dinamica e ricorsiva, permettono al sistema di produrre per un lato il cambiamento necessario per l'adattamento e per l'altro sistemica. 3.2.8 Cambiamento dell'organizzazione di significato personale Definito come l'interdipendenza tra chiusura organizzazionale e apertura strutturale permette al sistema conoscitivo umano di autorganizzarsi tra coerenza e cambiamento ci resta da esaminare come, secondo Guidano, tale autorganizzazione evolve progressivamente verso maggiori livelli di complessit integrata e ordine strutturale gerarchico. mantenere la sua invarianza

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Come esposto nel secondo capitolo, seguendo il principio di ordine attraverso fluttuazioni un sistema aumenta il suo ordine strutturale interno per mezza dell'integrazione degli squilibri (perturbazioni discrepanze, incongruenze) nel suo ordine autoreferenziale, ristrutturando, di conseguenza, le proprie regole di ordinamento (esplicite e/o implicite). Ogniqualvolta perturbato un sistema conoscitivo non cerca di tornare all'equilibrio omeostatico precedentemente posseduto (come indicava la prima cibernetica) bens si sposta verso altri punti d'equilibrio generando un salto nella sua complessit autorganizzativa pur mantenendo la sua direzionalit di base (progressione ortogenetica). Siamo pertanto di fronte ad un S in continuo divenire, incessantemente impegnato ad assimilare le oscillazioni emergenti dal livello tacito generando cos nuovi insiemi di relazioni tra regole tacite ("Io"); a loro volta la nuova organizzazione dell'"Io" dovranno farsi esplicite nella consapevolezza di s in corso ("Me") attraverso la modifica dell'attitudine verso di s. Per questo motivo il processo dinamico di coerenza del sistema dipende in modo preponderante dalla capacit dei modelli espliciti di decodificare tale informazione implicita ("Io") e di trasformarla in un nuova percezione di s ("Me"). Nel corso del ciclo di vita di unorganizzazione di significato personale possono avere luogo due tipi di cambiamento, dipendendo dalle qualit ed intensit della perturbazione in corso: "cambiamenti superficiali" e/o "cambiamenti profondi" (Guidano & Liotti, 1983; Guidano, 1988). I "cambiamenti superficiali", essendo causati da esperienza discrepanti che innescano perturbazioni apprezzabili ma contenute, portano il sistema ad un ristrutturazione dell'attitudine verso la realt senza che l'identit personale subisca variazioni.
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Questo tipo di cambiamenti avvengono in continuazioni durante le nostre interazioni quotidiane e sono il frutto della plasticit dei nostri modelli espliciti di conoscenza e poich si svolgono nell'ambito dell'esperienza cosciente sono facilmente interpretabili per parte del soggetto. I "cambiamenti profondi", invece, sono causati per oscillazioni perturbative che superano in maniera rilevante la soglia di stabilit in corso, a tal punto da spingere ad una modificazione del senso d'identit personale. Un tale tipo di cambiamento pu variare dentro un continuum che va dalle cosiddette "rivoluzioni personali" (Mahoney, 1980) a ristrutturazioni meno radicali e onnicomprensive dell'identit personale; ristrutturazioni di questo genere producono un cambiamento nei modelli di attitudine verso s che devono dar conto dell'avvenuta assimilazione nella consapevolezza di s delle nuove regole tacite prodotte dalle perturbazioni. Approfondendo la dinamica interna dei cambiamenti profondi, Guidano spiega che: "Dato che la conoscenza tacita si dispiega secondo una logica analogica l'emergere di nuovi insiemi di regole profonde assume in genere l'aspetto di rappresentazioni non verbali, inaspettate e piuttosto cariche emotivamente (immagini, fantasie, sogni, ricordi improvvisi)."(Guidano, 1988). Progressivamente, in misura che l'ordinamento tacito si riorganizzi ad un pi alto livello di complessit, tali rappresentazioni perdono il loro primo alone di stranezza e si vanno concretizzando come "vere e proprie visioni alternative di s e della realt" assimilabili e decodificabili. Ci avviciniamo cos ad un nodo cruciale della dinamica del cambiamento nelle organizzazioni di significato poich bene ricordare che il successo di una cambiamento profondo dipende, come detto precedentemente, dalle qualit dell'attitudine verso di s posseduta dal soggetto, tale per cui una stessa
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oscillazione critica innescata da un evento discrepante pu portare il sistema tanto verso uno slittamento progressivo come verso uno slittamento regressivo. Nel caso di uno slittamento progressivo "i modelli di consapevolezza in corso permettono di decodificare e assimilare nuove regole di ordinamento dell'esperienza" (Guidano, 1988); in questo modo da una parte il soggetto decodificando l'emozioni emergenti pu differenziare lo spettro di tonalit emotive percepite e, dall'altra, pu costituire modelli di realt sempre pi complessi con i quali elaborare l'informazione. Uno slittamento regressivo avviene invece quando modelli deficitarii e rigidi di conoscenza esplicita di s non consentono al soggetto la decodifica delle nuove regole tacite prodottesi e del relativo materiale emotivo analogico emergente. Con la conseguenza che le emozioni emergenti fluttuano senza essere elaborate correttamente, producendo da una parte l'attivazione demozioni negative e sensazioni bizzarre e, dall'altra, spiegazioni distorte e erronee di tali manifestazioni emotive volte a farle rientrare nei rigidi modelli espliciti di s (autoinganno). Il sistema va cos incontro ad una progressiva riduzione del suo poter predittivo ed elaborativo che lo fa entrare in un circolo vizioso di fissit e stereotipia del suo funzionamento, si prodotto un quadro psicopatologico. Pur non conoscendo a priori il tipo di cambiamento profondo che una stessa oscillazione critica potr produrre, altrettanto chiaro come l'attitudine verso di s risulta determinante nel successo dell'integrazioni dei cambiamenti nell'identit personale; dato che essa che, con i suoi specifici modelli di esclusione e selezione dell'informazione, modulo la dinamica circolare esperienza/spiegazione tra livello di conoscenza tacito ("Io") e livello di conoscenza esplicito ("Me").
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