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access to Quaderni storici
Premessa
3. Come si è accennato, la g
sua tradizione di lavoro ď équ
prese come quella sulla casa r
carta dell'utilizzazione del s
decisione, presa nel 1969 in s
grafi italiani, di costituire gr
commissioni nominate dallo stesso Comitato e finanziate
dal C.N.R. Tra i temi approvati figurano anche i «centri
scomparsi in età medievale e moderna» : le vicende della
relativa commissione di studio, per quanto poco interes-
santi, possono essere rievocate in quanto ulteriore veri-
fica della situazione degli studi geografici in rapporto
ai temi della geografia storica del popolamento. In poche
parole: posta di fronte alla possibilità di agganciare
la ricerca geografica italiana ad uno dei più dinamici
settori della ricerca europea, traendone le dovute conse-
guenze sia sul piano dei metodi che degli obbiettivi
dell'indagine, la commissione non solo ha rifiutato l'idea
di impostare la ricerca su basi interdisciplinari, ma ha
in sostanza accantonato anche l'esigenza di studiare una
impostazione geografica uniforme : conditio sine qua non
di un effettivo lavoro di gruppo47.
In opposizione alle decisioni della commissione, che
nel frattempo venivano smentite, nelle loro motivazioni,
da una serie di iniziative che si andavano promuovendo
in Italia48, venne fatto nel '70 un tentativo di costituire
76 Si veda per tutti R. Livet, op . cit., pp. 208 e ss. Ma anche gli
storici, e in particolare M. Agulhon, hanno dato notevoli contri-
buti allo studio della sociabilità provenzale (si veda in proposito
E. Grendi, La Provenza di M. Agulhon, in «Riv. storica ital.»,
LXXXIV (1972), pp. 17 e ss.). Cfr. anche G. Duby, Terra e nobiltà
nel medio evo, Torino 1971, p. 39 ( sull'habitat rurale di sommità
in Provenza).
77 Vien naturale accostare i risultati di A. Settia al famoso
articolo di D. Gribaudi, Sulle origini cit.. Il fatto che alcune delle
tesi di quell'articolo non abbiano retto ad una verifica storica,
senza dubbio ancora parziale, mi pare dimostri la necessità di
un'indagine che studi l'insediamento soprattutto al suo inter-
no, nei rapporti fra gli uomini, più che nei rapporti fra l'uomo
e la terra o l'ambiente naturale.
Massimo Quaini
Appendice
Scopi della ricerca. E' già stato rilevato, ancora dal Miglio-
rini, che lo studio del fenomeno singolo o locale ha scarso inte-
resse geografico. Anche lo studio degli abbandoni come fenomeno
collettivo, ma studiati in sé e per sé, presenta forse maggiore
interesse per lo studioso di storia economica e in particolare per
10 studioso di demografia storica e delle società rurali, che per
11 geografo. Al geografo - o meglio allo specialista di geografia
storica - il fenomeno degli abbandoni interessa soprattutto in
quanto può chiarire fatti di insediamento, in quanto pur nella
sua complessità può rappresentare la chiave, la via più breve,
per ricostruire le forme e i tipi di insediamento (in senso geo-
grafico e non storico) prevalenti nelle diverse epoche e le perio-
diche oscillazioni fra urna forma e l'altra, fenomeni sui quali
finora dobbiamo limitarci a conoscenze quanto mai generiche.
Ancora il Migliorini, nella già ricordata nota metodologica, sot-
tolineava l'importanza dello studio delle località abbandonate
per la storia dell'insediamento umano.
Attraverso questa fase di ricerche possiamo ancora proporci,
come obiettivo ultimo, la costruzione di carte della distribuzione
della popolazione nelle diverse epoche (e non soltanto sotto
l'aspetto quantitativo): come obiettivo ultimo in quanto l'elabo-
razione di tali carte richiede di estendere l'indagine anche all'o-
rigine e sviluppo dei centri non abbandonati.