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nota
NOTA bibliografica.
BIBLIOGRAFICA.
1 T7
- - Francisco Rodrig
tion e interpretacion de Estesicoro, « Em
L'EIMìAON di Elena, in Mythos. Scripta in
81-96; C. Maurice Bowra, Greek Lyric Po
Idem, The two Palinodes of Stesichorus, «
John A. Davison, Stesichorus and Helen, in
Toronto e New-York 1968, pp. 196-222
Idem, De Helena Stesichori, « Quaderni U
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«Rheinisches Museum» 116, 1973, pp. 20
coro, «La parola del passato» 18, 1963, pp
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pp. 209-254; Douglas E. Gerber, Studies in
World», Special Survey Issue, 70, 1976,
coro, « Annali della Facoltà di Lettere e Fil
pp. 5-28; Francesco Sisti, Le due Palinodi
301-313; Martin L. West, Stesichorus, « T
Leonard Woodbury, Helen and the Palino
il chiedere provvedimenti pratici per l'istruzione integrale uguale per tutti era
operare in modo astratto con risultati che potevano essere controproducenti. I so
cialisti rivendicavano nei loro programmi (come la De Fort stessa sottolinea)
l'istruzione uguale per tutti; ma attendevano a proporne l'attuazione che la situa
zione dell'istruzione elementare si fosse modificata. Essi si schierarono accanto
ai radicali, per l'avocazione della scuola elementare allo Stato perché in essa intrav
vedevano uno dei primi passi per dare il colpo decisivo all'analfabetismo che nel
1901 superava ancora il 48% con una punta del 70% nel Mezzogiorno. Anche
dal punto di vista politico superare l'analfabetismo significava disporre di un
proletariato che fosse in grado di leggere e di accedere cosi direttamente alle fonti
delle notizie e non riceverle esclusivamente attraverso la mediazione del padrone
o la predica del sacerdote. L'alfabetismo era la garanzia che il proletariato aveva
raggiunto un primo grado di autonomia.
Un utile contributo alla storia della scuola elementare italiana del secolo
scorso è la pubblicazione di Scritti e discorsi di Michele Coppino, curata da Aldo
Alessandro Mola e promossa dalla Famija Albeisa di Alba. Il Coppino, vissuto dal
1822 al 1901, fu ministro della Pubblica istruzione dall'aprile all'ottobre 1867,
dal marzo 1876 al marzo 1878, dal dicembre 1878 al luglio 1879, dal marzo 1884
al febbraio 1888 e, soprattutto, occupò per primo tale carica dopo l'avvento al
potere della Sinistra ed elaborò la legge del 1877 sull'obbligo scolastico. L'intro
duzione del Mola ricostruisce la biografia dell'uomo politico piemontese e delinea
gli aspetti fondamentali della sua figura senza avere lo spazio e la possibilità di
affrontare i grossi nodi della politica scolastica della Sinistra della quale Coppino
fu, se non il maggiore, certo uno dei principali ispiratori. Per avere conferma
di ciò è sufficiente leggere nella raccolta testé pubblicata l'intervento parlamentare
sull'abolizione della facoltà di teologia (30 aprile 1872), la relazione sul bilancio
della Pubblica istruzione 1876-77 (20 maggio 1876), la presentazione del progetto
di legge sull'obbligo dell'istruzione elementare (16 dicembre 1876), il testo del
progetto, gli interventi durante la discussione parlamentare (9 e 10 marzo 1877),
la circolare inviata ai prefetti per l'esecuzione della legge (3 agosto 1877), l'inter
vento nella discussione sul disegno di legge relativo al pagamento degli stipendi,
alla nomina e al licenziamento dei maestri elementari (13 giugno 1884), la risposta
a un'interrogazione parlamentare sui disordini provocati dagli studenti universitari
e sulla situazione della scuola (19 dicembre 1885), la risposta a un'interpellanza
ancora sulla situazione della scuola secondaria (28 novembre 1886). l'illustrazione
del bilancio della Pubblica istruzione (3 e 9 dicembre 1886), l'intervento sull'ordi
namento degli asili d'infanzia (19 dicembre 1887), sull'ordinamento della istru
zione secondaria classica (25 gennaio 1888), l'intervento, da semplice deputato,
sull'incremento dell'edilizia scolastica (23 marzo 1888); abbiamo elencato questo
abbondante materiale perché sia possibile rendersi conto di come il Coppino abbia
trattato e affrontato tutti i problemi dell'istruzione pubblica, dalla scuola materna
all'università. E va aggiunto che, se non è difficile riconoscere i limiti politici di
alcune posizioni coppiniane, si deve però valutare la sua competenza e l'attenzione
dedicata ai problemi dell'istruzione sui quali si esprime sempre dimostrando di
aver studiato le varie questioni e senza improvvisazioni.
senso » nei confronti del fascismo nel momento in cui esso portava il paese nella
seconda guerra mondiale.
Il Gentili illustra le opinioni espresse dal mondo cattolico sulla Carta della
scuola e sugli altri interventi in materia scolastica di Bottai servendosi però sol
tanto della fonte autorevole ma non esclusiva della « Civiltà cattolica »; era più
importante il giudizio della cultura cattolica laica (ad esempio « Frontespizio » nel
quale Piero Bargellini esaltava la Carta della scuola, xi, 1939, n. 5, pp. 283-287)
con la quale Bottai era sicuramente in contatto da quando aveva assunto il mini
stero dell'educazione nazionale (si vedano i suoi rapporti con don Giuseppe De
Luca) come è stato già abbastanza ben lumeggiato dal De Grand. Si tratta di veri
ficare fino a qual punto la riforma della scuola media fu preventivamente discussa
con personalità o gruppi cattolici. Non solo Bottai non intendeva fare nulla che
potesse dispiacere al mondo cattolico e alla Chiesa ma egli si era molto probabil
mente impegnato per ristabilire quei rapporti fra fascismo e Chiesa che si erano
deteriorati dopo la Conciliazione e, anche se si era evitata una netta rottura, non
avevano ritrovato quella saldezza che Bottai desiderava da fascista e da « cri
stiano ».
Nonostante la sua formazione fosse prevalentemente pedagogica, Dina Ber
toni Jovine, che ricordiamo collaboratrice di questa rivista, ha aperto la strada
a ricerche che si possono propriamente chiamare di storia della scuola; la sua
Storia della scuola popolare in Italia (Torino, Einaudi, 1954; ripubblicata con il
titolo Storia dell'educazione popolare in Italia da Laterza nel 1965), l'ampio stu
dio dedicato a La scuola italiana dal 1870 ai giorni nostri (Roma, Editori Riuniti,
1958), sotto certi aspetti anche L'alienazione dell'infanzia. Il lavoro minorile nella
società moderna (Roma, Editori Riuniti, 1963) sono stati, insieme al limpido e
insuperato profilo di Lamberto Borghi, Educazione e autorità nell'Italia moderna,
(Firenze, La Nuova Italia, 1951), i primi tentativi di cogliere lo sviluppo della
scuola italiana dall'Ottocento ai giorni nostri nel quadro della storia politica,
sociale ed economica della penisola. A Dina Bertoni Jovine, scomparsa prematu
ramente, è dedicato lo studio di Angelo Semeraro, Dina Bertoni Jovine e la storio
grafia pedagogica nel Dopoguerra, con una presentazione di Lucio Lombardo Ra
dice, Manduria, Lacaita, 1979, che coglie anche l'aspetto al quale ci siamo riferiti
dell'opera della studiosa frusinate nel secondo capitolo dedicato a La ricostruzione
storica della politica scolastica nazionale dove il termine politica scolastica può
sembrar restrittivo se lo si considera riferito soltanto alla attività del governo e del
Parlamento mentre la Bertoni, entro i limiti consentitile da un settore di studi
che era ai suoi inizi e che non aveva compiuto quel lavoro di scavo e di scoperta
delle fonti che è l'indispensabile premessa della ricerca storica, si sforzò di rile
vare la formazione dell'opinione pubblica sui problemi dell'istruzione e di verifi
care le iniziative « di base » che erano state lo specchio di nuove esigenze emer
genti.
L'interesse della Bertoni per la ricostruzione della politica scolastica nazio
nale nasceva, come in Lamberto Borahi, negli anni in cui il ministero della Pub
blica istruzione era affidato a Guido Gonella il quale si era assunto il compito di
esasperare l'ipoteca confessionale sull'istruzione pubblica favorita dagli errori
della riforma Gentile e dai cedimenti fascisti alle richieste della Santa Sede; il ri
torno al passato era un modo per avvertire quali erano i pericoli del presente e
bastano rapide noterelle come I primordi dell'educazione popolare e la Compagnia
di Gesù, pubblicata dalla Bertoni in « Belfagor » nel 1949, per avvertire quale
era lo stimolo che la induceva a compiere quelle ricerche storiografiche.
Il libro del Semeraro si apre con una rapida introduzione sulla situazione del
lavoro storico-pedagogico nel dopoguerra che fa risaltare come la Bertoni, con
pochissimi altri, abbia proseguito, con metodologia nuova, quelle ricerche storio
grafiche che oggi non sono più diffuse come lo erano state nel passato perché la
« ricerca educativa », che ha nella sperimentazione il suo terreno di indagine, ha
preso, come ci pare, nettamente il sopravvento. Ecco perché, riprendendo quanto
si osservava all'inizio di questa nota, pedagogia, storia della pedagogia, storia
della scuola continuano a sembrarci discipline che, neppure agli effetti di un con
corso universitario, è opportuno confondere tra loro.
Luigi Ambrosoli