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DOMANDE RIPASSO STORIA COMPARATA EDUCAZIONE

CAPITOLO 1

1) SITUAZIONE DAL 700 DELLA VISIONE DELL’EDUCAZIONE

Possiamo dire che gli antenati inconsapevoli dell’educazione comparata sono stati aristotele e platone
che si sono interessati all’altro diverso da sé. La situazione in Italia intorno al 700 presentava:

il regno di sardegna con vittorio emanuele II che sopprime gli istituti napoleonici sotto le istruzioni della
chiesa; a metà dell’800 carlo alberto e vittorio emanuele II istituiscono la scuola statale del regno
d’italia ; nel regno lombardo veneto vigeva la politica asburgica in cui si dava importanza all’istruzione
tecnica e pratica; nel granducato di toscana l’istruzione verteva sull’agricoltura ; nel regno delle due
sicilie i moti liberali spingono la monarchia borbonica a ridimensionare gli spazi per la scolarizzazione,
Stato della chiesa aveva le scuole parrocchiali.

In questa fase iniziale la comparazione era principalmente una curiosità ed avveniva in modo
occasionale. Le prime evidenze di interesse nei confronti dell’istruzione in altri contesti avviene con gli
istituti pestalozziani: burgdorf: si trova vicino a berna ed è il primo istituto che si interessa a scambi
pedagogici; il secondo invece è yverdorf che è al confine con la francia e accoglie studenti interni ed
esterni di ceto medio. I genitori erano interessati all’andamento scolastico dei figli, per questo l’istituto
teneva contatti epistolari con i genitori dei figli che frequentavano l’istituto. Un genitore in particolare
cambiò le sorti dell’interesse verso l’altro e fu il pioniere della comparazione.

MARK ANTOINE JULLIEN : egli si interessò in prima persona all’istruzione che veniva trasmessa a
yverdorf andando personalmente presso l’istituto a conoscere Pestalozzi e osserva l’ambiente
culturale. A seguito di questa visita nel 1817 scrive l’esquisse. Jullien, nonostante la lungimiranza aveva
un pensiero che presentava criticità poiché non aveva tenuto in considerazione l’ambiente sociale
culturale politico ed economico nel quale l’istituzione scolastica viveva.

2) COS’E’ L’ESQUISSE

È il trattato scritto da Antoine Jullien a seguito della sua visita a yverdorf e possiamo definirlo il ptimo
tentativo di creazione di un metodo sistematico per descrivere l’istruzione. Infatti egli viaggiò molto per
studiare i diversi sistemi di istruzione in alcuni paesi così da poterli comparare. L’esquisse pone le basi
scientifiche nella raccolta dei dati e osservazione sistematica per comparare i dati stessi ad esempio con
l’utilizzo di tavole analitiche. il fine pratico dell’educazione comparata: indagare i metodi delle istituzioni,
individuare i cambiamenti del sistema di istruzione ed i limiti interni ed esterni e individuare somiglianze e
differenze per capire se i sistemi di istruzione siano riproducibili quindi fare “borrowing” che significa
“prendere in prestito”

3) FINALITA’ DELL’EDUCAZIONE COMPARATA NEL 700 – 800

il fine pratico dell’educazione comparata: indagare i metodi delle istituzioni, individuare i cambiamenti
del sistema di istruzione ed i limiti interni ed esterni e individuare somiglianze e differenze per capire se
i sistemi di istruzione siano riproducibili quindi fare “borrowing” che significa “prendere in prestito”
4) STUDI E PERSONAGGI DELL’800 CHE SI INTERESSANO DI EDUCAZIONE COMPARATA

Dopo jullien molti studiosi si sono interessati nell’800 agli studi dell’istruzione in altri paesi diversi dal
proprio. Ad esempio victor cousin che ha scritto il rapporto sull’istruzione pubblica in prussia nel 1832 ; f.
thiersh che ha scritto istruzione pubblica in germania olanda e francia ; l’italiano gino capponi ha scritto
pensieri sull’educazione ed enrico mayer viaggi pedagogici per finire antonio labriola ha scritto
l’ordinamento della scuola popolare in diversi paesi. Cives riprendendo il testo di mayer ne deduce quando
fosse all’avanguardia e lo traduce con l’importanza di essere cittadini del mondo

5) PENSIERO DI SADLER

Sadler sostiene che l’educazione comparata abbia il compito di giudicare i sistemi e capire se possano
essere riproducibili in altri contesti. Egli sostiene che conoscere l’altro ci permetta di conoscere noi stessi e
quindi in un certo senso migliorarci ma ritiene che l’educazione comparata debba tenere conto di tutti i
contesti e non solo dell’istituzione scolastica quindi la sfida comparativa risulta più difficile.

KANDEL era un suo allievo pone l’accento sul problema della comparabilità degli elementi considerati
poiché ogni realtrà educativa è specifica e non è possibile fare una comparazione nel loro complesso ma si
può solo fare una comparazione specifica di settori dei quali si possono individuare incidenze e intrecci nei
vari contesti culturali. In riferimento alla possibilità di fare dell’educazione una scienza matematica egli
sostiene che vista la specificità dei fattori sia impossibile creare delle leggi generali. Egli sostiene che
l’educazione comparata deve cercare le cause generatrici dei sistemi educativi. Egli individua queste cause
nella tradizione storica, dinamiche politiche ed economiche e sociali

CAPITOLO 2

1) Educazione comparata nel 900

Nel 900 il problema dell’educazione comparata verte sull’analisi di indagine. Gli anni 30 sono un periodo
fecondo per l’educazione comparata grazie ad alcuni aspetti quali il clima intellettuale, la quantità di
materiale di studio e condivisione di orientamenti operativi. Nel 900 vengono ripresi gli studi di sadler e
nascono le maggiori teorie comparativiste tra cui le teorie di kandel, hans e shneider

2) Kandel:

kandel fa un lavoro analitico e critico dei problemi dell’educazione comparata analizza i fattori alla base di
un sistema educativo e quindi che lo differenziano da tutti gli altri oltre ad analizzare i fattori che influiscono
sui sistemi educativi. I fattori sono: lo stato e i modelli culturali. I modelli culturali comprendono la lingua, le
arti e le abitudini tutti elementi che si sviluppano al di fuori del contesto scolastico. Kandel infatti sostiene
che i modelli culturali definiscono il carattere nazionale di un popolo e quindi l’educazione è data
dall’azione dello stato unita ai modelli culturali. L’educazione comparata deve cogliere l’insieme dei
rapporti che si formano in un contesto storico e sociale e le forze che definiscono la tipologia dei sistemi.
Quindi per kandel c’è la necessità di individuare le forze dominanti e capire la storia di quei fattori

la comparazione quindi deve scoprire il perché i sistemi sono organizzati in un certo modo fare un processo
di cross fertilization che riguarda lo studiare altri sistemi per migliorare il proprio e usare un metodo
storiografico perché non si possono trasferire metodi da un luogo all’altro senza un criterio
per kandel la comparazione deve avere un fine miglioristico

3) Hans:

vede la singolarità dei sistemi educativi e dei sistemi interdipendenti con una cultura e un carattere
nazionale. Lo scopo dell’educazione comparata è studiare i fattori analiticamente con una prospettiva
storica. I fattori di cui parla hans sono due: il primo è un fattore naturale che comprende l’etnia, la lingua,
l’ambiente fisico e sociale. Il secondo fattore è spirituale e si può dividere in ateo che comprende il
socialismo, l’umanesimo e la democrazie e quello religioso che comprende il cattolicesimo, puritanesimo
ecc . per Hans l’educazione è il risultato di una tradizione storica culturale e nazionale. Il compito
dell’educazione comparata è quello di indagare in modo euristico e l’indagine deve essere imparziale

4) Shneider:

è il primo che parla di scienza dell’educazione comparata e non di pedagogia straniera e ritiene che fino a
quel momento la maggior parte dei testi americani sono un semplice resoconto descrittivo di altri paesi e
non danno la possibilità di un confronto critico. Per shneider pedagogia internazionale ha due significati: il
primo riguarda le relazioni tra le diverse nazioni considerate uguali e questa è la pedagogia in senso stretto;
il secondo significato è l’essere comune a tutti i popoli l’educazione come funzione originaria dell’umanità

il compito della scienza dell’educazione comparata per shneider è confrontare criticamente le situazioni
rilevate dalla ricerca internazionale pedagogica. Per shneider il medoto comparativo si applica a tutte le fasi
dell’educazione e studia i fattori che studiano la pedagogia dei popoli come teorie educative dei singoli
popoli nelle diverse epoche storiche. I fattori di cui parla shneider li chiama forze propulsive che possono
essere endogene quindi riguardare interazione continua fra teoria e prassi educativa come il conflitto
generazionale e e la polarità dinamica tra concetti come apprendimento/insegnamento;
individualità/morale collettiva. L’altra forza è esogena e riguarda l’etnia, lo spazio geografico, la cultura, la
struttura sociale, la storia

la polarità tra queste forze crea dinamicità che assume nuove forme a seconda delle interazioni tra forze
propulsive. La scienza dell’educazione comparata ha il compito di individuare le relazioni costanti in questi
poli per arrivare ad una pace internazionale

KANDEL – FORZE DOMINANTI ; HANS- FATTORI ; SHNEIDER- FORZE PROPULSIVE le loro teorie rendono
possibile la comparazione

5) Rossellò:

formula la teoria delle correnti: descrive in modo dinamico le diverse correnti pedagogiche per una
conoscenza dei sistemi educativi nazionali. Descrive l’educazione comparata come dinamica. Non è
sufficiente descrivere le diverse correnti pedagogiche tradizionali ma si devono ricostruire le loro cause
tenendo conto degli influssi reciproci tra scuola e vita.

6) Ulich:

ripercorre i momenti più significativi della storia dell’educazione comparata per promuovere una
rigenerazione della relativa civiltà
7) Cosa succede negli anni 50?

Negli anni cinquanta troviamo una contrapposizione tra una prospettiva storica e una prospettiva
sociologica. Il contesto storico vedeva le condizioni politiche sociali ed economiche cambiate (siamo nel
dopoguerra), le scienze sociali rivendicano l’approccio comparativo; gli esiti della guerra sottolineano la
negatività dei nazionalismi ma c’è lo spettro di nuovi conflitti vista la guerra fredda tra usa e urss. In questo
periodo nascono le prime riviste riguardanti la comparazione educativa fondate da comparativisti. Alla
fondazione delle riviste seguirono le fondazioni delle prime associazioni che si occupano di comparazione
educativa quali CIES: COMPARATIVE AND INTERNATIONAL EDUCATION SOCIETY e CESE: COMPARATIVE
EDUCATION SOCIETY IN EUROPE. Inoltre negli anni 50 la comparazione educativa inizia ad essere insegnata
anche nelle università.

L’opposizione tra gli approcci storico e sociologico vede l’opposizione anche in ciò che ne consegue quindi
opposizione tra approccio idiografico e approccio nomotetico. L’approccio idiografico ricerca i significati
nelle azioni, ricerca un senso nella realtà ed è quello proprio dell’approccio storico; l’approccio nomotetico
vuole giungere a leggi generali dando più peso alla spiegazione causale ed è quello di cui si serve
l’approccio sociologico.

Le scienze sociali, quando iniziano ad interessarsi alla dimensione educativa trattano problemi che
riguardavano istruzione e società (se ne occupava la sociologia); istruzione e sviluppo economico (se ne
occupava l’economia) ; istruzione e socializzazione politica (se ne occupavano le scienze politiche). Il
metodo sociologico nella ricerca vantava la volontà di raccogliere dati in modo sistematico, appoggiarsi a
principi statistici ed avere una lettura struttural funzionale. Nel 1965 nasce a chicago il COMPARATIVE
EDUCATION CENTRE ad opera di anderson

8) Anderson:

egli sostiene che si debba arrivare a modelli ricorrenti come un sistema scolastico che prepari le èlites ed un
sistema scolastico che garantisca a tutti il diritto all’educazione. Anderson vuole del tutto superare
l’approccio storico perché sostiene che l’approccio storico rimanga vincolato alla singolarità dei sistemi
educativi. Egli vuole creare tipologie ricorrenti che permettono di verificare combinazioni tra le
caratteristiche educative e sociali. Secondo anderson l’approccio funzionale (educazione come funzione
sociale) deve essere unito al metodo evoluzionistico (che evidenzia i processi che emergono e si sviluppano
nel tempo)

9) Dilthey:

Egli attribuisce alle scienze della natura la capacità della conoscenza scientifica del reale ed alle scienze
dello spirito attribuisce la capacità di conoscere attraverso l’esperienza. Questa nuova visione dà alle
conoscenze scientifiche carattere nomotetico ed alle conoscenze spirituali carattere idiografico. Egli
inserisce la pedagogia nelle conoscenze dello spirito quindi le fornisce un carattere idiografico.
10) Hilker:

egli introduce il termine “comparationis” , egli fornisce un valore scientifico alla comparazione educativa e
parla di un valore sovraordinato a cui rapportare i dati particolari. Secondo hilker la comparazione per
avere effettivamente questo valore scientifico deve servirsi della storia e del metodo storico, e servirsi di
altre discipline più scientifiche. Egli sostiene che i fatti da comparare devono essere assunti nella situazione
pedagogica generale quindi qui si verifica l’intento globalizzante legato ad analisi strutturali ed analisi
funzionali della società Da intendere come insieme di parti interdipendenti.

11) HANS: dà importanza alla storia considera l’educazione come il risultato di una tradizione storica
nazionale e culturale e sostiene l’importanza di studiare ogni singola nazione nel proprio ambiente
storico . egli elenca 5 fattori: unità di razza, unità di lingua, unità di religione, unione territoriale e
autonomia politica e che la personalità dell’individuo matura sotto l’influenza di tre gruppi di fattori
RETAGGIO, AMBIENTE, ISTRUZIONE. Egli arriva a sostenere che esistano 3 gruppi di fattori ben
distinti: NATURALI, RELIGIOSI, LAICI

12) HESSEN: Delineare attraverso la comparazione le caratteristiche di una scuola realmente


democratica. Ha adottato una prospettiva filosofica in cui distingue l’educazione dall’istruzione e
pone come traguardo della formazione una personalità capace di autoregolarsi autogovernarsi e
distinguere il bene dal male. Nelle sue opere tratta di religione, obbligo scolastico, relazione tra
scuola e chiesa, economia. Hessen sostiene che la pedagogia sia arte e scienza e insieme
all’educazione parte di un processo biologico sociale e spirituale. In questo processo il soggetto
diventa attivo cioè dotato di autocoscienza per la creazione della propria identità e personalità

13) Bereday:

Anche Bereday vuole dare scientificità alle indagini comparative e per farlo inizia con il fare una distinzione
tra due ambiti: gli studi di area che riguardano gli studi in un luogo specifico, in un solo paese delineando i
tratti dell’educazione e dei metodi a prescindere dagli altri luoghi: questi studi sono propedeutici allo studio
comparativo vero e proprio che riguarda contemporaneamente più paesi. Nella prospettiva del dare
scientificità individua 4 fasi che la comparazione deve attraversare per arrivare ad una conclusione
scientifica dello studio: la prima è la fase descrittiva che riguarda raccogliere i dati educativi e organizzarli in
tabelle secondo le categorie prestabilite; la seconda fase è quella interpretativa: momento in cui vengono
analizzati i dati con l’uso di strumenti di altre scienze sociali ; la terza fase è la giustapposizione : momento
in cui i dati delle due fasi precedenti vengono accostati rispettando le categorie e questo può portare alla
luce altre ipotesi che andranno ulteriormente sviscerate e analizzate e la quarta fase che è quella della
comparazione: momento in cui si deve tenere presente contemporaneamente tutti i fatti educativi con tutti
i dati raccolti degli altri paesi confermando o meno le ipotesi. Secondo bereday la comparazione inizia con
la fase di giustapposizione che chiama “concetto unificante” . A queste fasi ORIZIO aggiunge una fase che
chiama integrazione: egli ritiene che sia la fase in cui gli esiti pedagogici della comparazione vengono
intersecati con gli altri esiti di ricerche pedagogiche. Egli sostiene che senza questa fase la comparazione
rimane sterile e fine a sé stessa.
14) Problem approach e total approach
Un’altra distinzione che viene fatta nello studio dell’educazione comparata e nei metodi che essa
deve utilizzare è un approccio stesso alla comparazione che ha due percorsi: il primo è il PROBLEM
APPROACH che riguarda l’indagine comparata per problemi ai quali si deve cercare una soluzione
educativa: il comparatista assume come oggetto di studio un problema nel sistema educativo
scolastico. HOLMES in questo si rifà al pensiero riflessivo di dewey e alla teoria del dualismo critico
di popper e fornisce un percorso teorico al problem approach ed egli lo considera un metodo
comparativo già completo. Holmes ne costruisce 4 fasi: 1 – scelta del problema che deve essere
universale in molti paesi del mondo; 2- formulazione di possibili proposte di risoluzioni; 3-
identificazione di fattori significativi in una data situazione analizzando i fattori culturali che
influenzano il sistema educativo in quella data situazione. I fattori che possono influenzare sono:
ideologici, istituzionali e fisici. La 4 fase riguarda la predizione dei risultati. L’obiettivo è quello di
individuare le soluzioni più adatte a risolvere il problema. La pedagogia comparata deve individuare
le soluzioni più adatte alla risoluzione dei problemi. Il secondo percorso riguarda il TOTAL
APPROACH che riguarda la formulazione di leggi che consentirebbero una comprensione della
relazione tra scuola e società.

15) Noah ed ekstein:

secondo i due studiosi lo sviluppo dell’educazione comparata avviene storicamente attraverso diversi stadi:
-osservazione dei popoli stranieri e dei loro sistemi educativi; - descrizione dei sistemi educativi; - sviluppo
dei sistemi educativi descrivendo i relativi sistemi scolastici. Per basare l’indagine comparativa sul metodo
scientifico bisogna formulare ipotesi, quantificare i dati, controllare i dati e creare una teoria che verifichi la
validità delle ipotesi. Nello studio Noah ed ekstein hanno osservato che i paesi in cui lo sviluppo scolastico è
alto rispetto allo sviluppo economico rispetto allo sviluppo economico c’è una rapida crescita economica;
nei paesi in cui il livello di sviluppo scolastico è basso rispetto a quello economico si riscontrano bassi tassi
di sviluppo economico.

16) Iea:

INTERNATIONAL ASSOCIATION FOR THE EVALUATION OF EDUCATION ACHIVEMENT . nasce negli anni 60
Ed è basata sul “six subject” cioè sei ambiti disciplinari. Le indagini IEA vogliono accertare le modalità
attraverso cui la struttura scolastica differenzia l’accesso all’istruzione: i paesi che accettano più studenti
ottengono risultati migliori rispetto ai paesi più selettivi; le indagini IEA inoltre vogliono valutare il
rendimento degli studenti con metodologie di insegnamento diverse e capire quanto la loro istruzione
dipende da caratteristiche organizzative del sistema. LE TAN KOI critica le azioni di IEA perché ritiene che
non risolva le problematiche delle differenze culturali.

17) Cosa succede negli anni 70?

I comparatisti si pongono ai problemi in base all’esperienza di sistemi industrializzati in cui l’educazione è


vista come la chiave per attivare il cambiamento e la modernizzazione delle coscienze. Le ricerche
comparative degli anni 70 vengono criticate in quanto pare ci sia una sopravvalutazione delle fonti (ad
esempio i testi legislativi) quindi danno ai sistemi scolastici un aspetto poco attinente alla realtà; e vengono
criticate perché gli strumenti usati deformerebbero l’effettiva vita quotidiana delle realtà educative.
18) Kazamias:

critica il funzionalismo comparativo perché avrebbe degli aspetti controproducenti sul piano pratico perché
secondo lo studioso viene data poca importanza alle figure come pedagogisti ed educatori e perché la
scienza comparata non ha ancora sviluppato un’autonomia. Egli critica il funzionalismo perché il
funzionalismo sostiene che l’educazione e i sistemi scolastici sono funzionali alla società e quindi in
quest’ottica non si tiene conto dei bisogno dell’individuo. Tutto questo si può evitare riconoscendo
all’educazione comparata un suo proprio campo d’indagine. Quindi la comparazione deve rivolgere la sua
attenzione ad approcci di tipo fenomenologico e all’analisi delle pratiche educative

19) Approccio antropologico e i tre autori che lo utilizzano

Questo si può verificare usando l’APPROCCIO ANTROPOLOGICO. L’approccio antropologico effettua


analisi su piccola scala, si serve di dati qualitativi, considera aspetti che includono culture sociali,
linguistiche e fisiche.

DE LANDSHEERE: vuole rimuovere il divario tra scienze dell’educazione e processi educativi lavorando
su due piani: istituzionale che riguarda l’aspetto ufficiale e legale; e normativo: che riguarda i
comportamenti culturali. I comparatisti fino a quel momento hanno ignorato quello normativo a
vantaggio di quello istituzionale.

MASEMANN: Sostiene che interazione tra insegnate e allievo e allievo e processi culturali a scuola e
fuori favoriscano l’apprendimento. Ci sono fattori he influenzano il successo/insuccesso scolastico: per
gli studenti la socializzazione, la percezione di spazio e tempo degli stessi e le mappe cognitive; per gli
insegnanti la loro professionalità, i loro comportamenti con gli allievi e il pregiudizio. La teoria di
Masemann si fonda sul paradigma della teoria del conflitto richiedendo etnografia critica che eviti gli
approcci funzionalisti. La necessità è quella di un approccio critico neo-marxista che permetta di
indagare e creare collegamenti tra il micro-livello locale dell’esperienze scolastica ed il macro-livello
delle forze strutturali globali.

STENHOUSE: ritiene che nei precedenti studi comparativi ci sia stata una sottovalutazione
dell’osservazione e una sopravvalutazione di fonti scritte e statistiche

Secondo i tre autori l’utilizzo del metodo antropologico può essere una soluzione per evitare di vedere
l’educazione come qualcosa di funzionale alla società che non tenga conto del singolo individuo o della
singola cultura nel mare della comparazione tra culture.

20) Laeng:

egli sostiene che il metodo qualitativo e quantitativo debbano andare di pari passo. Egli ha rappresentato:
OCSE- SICEDE (SEZIONE ITALIANA DELL’EDUCAZIONE COMPARATA) ; CESE (COMPARATIVE EDUCATION
SOCIETY IN EUROPE) ; CEDE( CENTRO EUROPEO DELL’EDUCAZIONE) queste sono le prime associazioni che
trattano di comparazione.

21) Welch:

sostiene che lo scopo dell’indagine sociologica sia indagare sull’establishment di una qualsiasi forma
educativa trattando le categorie come realtà costruite in particolari contesti istituzionali.
22) Cowen:
inizia ad indagare sulle possibilità teoriche e pratiche in relazione agli studi di educazione
comparata. Egli definisce 3 questioni sui processi alla base della legittimazione della conoscenza
educativa rafforzando il nesso fra società e forme di conoscenza educativa. Le tre questioni
riguardano: COME E IN CHE FORME LA CONOSCENZA EDUCATIVA DIVENTA VALIDA; IN QUALI
CIRCOSTANZE CAMBIA LA CONOSCENZA EDUCATIVA; COSA SUGGERISCE LA COMPARAZIONE
TRANSNAZIONALE NELLA RELAZIONE TRA CONOSCENZA EDUCATIVA E CAMBIAMENTO SOCIALE.
Inoltre cowen in riferimento agli studi comparativi parla di “ideologia dell’utilità” : l’azione pratica
non può prescindere dal un collegamento teorico e metodologico. La sua analisi si interroga su una
possibile distinzione tra: educazione comparata applicata che riguarda gli studi orientati alla politica
e all’intervento ed educazione comparata accademica che è attenta ai temi di: TRASFERIMENTO:
trasferire pratiche educative in altri contesti; TRADUZIONE: effetti del trasferimento che cowen
sostiene che ogni elemento trasferito cambia nella sua stessa natura; TRASFORMAZIONE: influenza
che il potere sociale ed economico che il nuovo contesto impone sulla traduzione originaria.
Egli sostiene che la ricerca di base debba essere: disinteressata, slegata da contingenze applicative,
creativa e provocatoria. COWEN riguardo alla ricerca etnografica sostiene che sia un elemento
cruciale soprattutto in riferimento ai transfer di idee e pratiche formative ed al loro impatto sulle
biografie degli individui da un contesto ad un altro

21)altbach & kelly:

Ritengono che nella ricerca comparata non esiste una sola metodologia e nel 1977 formulano 4 sfide:

-messa in discussione della esclusiva dipendenza dai metodi quantitativi ; - sfida alle nazioni come
parametri di comparazione; - al funzionalismo strutturale ; - ai nuovi ambiti di ricerca (gender, produzione e
uso della conoscenza.

CAPITOLO 3

1) Oggetto iniziale della comparazione educativa

L’iniziale oggetto della comparazione aveva dei confini che erano di tipo geografico, politico, socio-
culturale, storico, educativo. Oggi l’oggetto di studio della comparazione educativa riguarda il confronto dei
sistemi scolastici nazionali ed i confini sono molto più leggeri considerando le politiche attuate a livello di
globalizzazione “positiva”

2) Palomba:
Sostiene che vada raffinato l’oggetto dello schiacciamento dell’educazione comparata sullo stato
nazionale

3) Dopo gli anni 80:

dopo gli anni 80 l’educazione comparata si interessa anche a contesti informali dell’educazione e non solo
al contesto scolastico. I temi dell’educazione comparata riguardano: finalità teorico- conoscitive; finalità
miglioristiche; differenziare l’approccio idiografico dal quello nomotetico

4) J.v. lawerays:
sostiene che la pedagogia comparata non è normativa per cui non prescrive regole ma l’approccio
miglioristico è legato ad una prospettiva riformistica

5) R. albarea:
egli pensa che il ricercatore educatore debba lavorare con scienza ed etica perché il rigore
scientifico unito allo stile personale dà rilevanza trasversale della disciplina

6) P.g. altbach:

sostiene che sia necessario ristabilire l’equilibrio tra sapere teorico e pratico

7) Nòvoa:
sostiene che si debba produrre una educazione comparata critica che non sia al servizio dei poteri
politici dando agli studi comparativi spessore storico per capire il contesto che si studia

8) J. Shriewer:

sostiene un approccio pragmatico sulla misurazione e sostiene che questo possa far emergere buone
pratiche

9) Malet:
la mondializzazione culturale e il ruolo degli organismi internazionali nelle pratiche educative sono
un nuovo slancio per la comparazione

10) Bray:

individua le categorie di persone interessate agli studi comparativi: essi sono genitori, operatori del settore,
responsabili politici, enti internazionali

CAPITOLO 3

1) La globalizzazione:
la globalizzazione è presente in molti campi: mercati, finanza,comunicazioni, produzione, politica,
problemi globali.
GIDDENS parla di globalizzazione come azione a distanza cioè l’intensificazione su scala mondiale
che lega le società lontane tra loro. Da qui nascono raccomandazioni metodologiche che
sostengono che – la globalizzazione è fatta anche di soggetti umani, la globalizzazione non va letta
solo in termini economici; - produce anche integrazione; presenta rischi e opportunità; - ha
significati diversi. I pericoli della globalizzazione riguardano il fatto che siano sempre i paesi più
poveri a farne le spese, e che spesso è una forma imposta di occidentalizzazione a cui la scuola deve
adeguarsi come anche ai ritmi del mercato del lavoro che la compongono.

2) A. Cobalti:
sostiene che sia possibile fare una suddivisione territoriale del mondo dal punto di vista delle
riforme e progressione dei sistemi scolastici in un contesto globalizzato:
nei paesi anglossassoni: accusano gli istituti comprensivi di aver abbassato gli standard
dell’istruzione a partire dalla crisi degli anni 70 ; - in asia: le riforme sono sistemiche e ai fini di
competitività, c’è un forte intervento dello stato nell’economia e una privatizzazione dell’istruzione
superiore; - in africa: sono state adottate politiche di mercato dell’istruzione senza una tradizione
dei sistemi scolastici alle spalle e senza alcun aiuto dello stato; - in europa c’è un’alta competitività
che viene spiegata dall’azione dei governi che compongono associazioni come OECD e OCSE,
questo principio di competitività è saldato alla società ed all’economia.

3) H. daun:
è citato da cobalti tra gli autori che hanno classificato le riforme dagli anni 80. Vede pratiche
sempre più uniformi su scala mondiale, parla di RIFORME DI STRUTTURAZIONE e le classifica in tre
categorie: - contrapposizione di sistemi decentrati al precedente sistema centralizzato; -
introduzione della presenza del mercato nella scuola; - riforme sistemiche che comprendono le
prime due.

4) M. carnoy:

è citato da cobalti tra gli autori che hanno classificato le riforme dagli anni 80. Vede i cambiamenti
dell’economia mondiale che hanno determinato tre tipi di riforma: spinte dalla collettività: migliorare la
produttività economica; - spinte dalla finanza: ridurre la spesa pubblica nell’istruzione; - spinte da equità:
gruppi sottoprivilegiati per istruzione e condizione sociale. I CRITICI DELLA GLOBALIZZAZIONE: chiamano in
causa il mancato impegno delle istituzioni internazionali che causano squilibri tra i paesi.

La globalizzazione è un tema trattato dall’educazione comparata. La globalizzazione ha conseguenze


sull’istruzione. La comparazione educativa deve prestare attenzione alle forze locali e interessarsi ad una
ricerca etnografica, avere questa accortezza significa essere sensibile al confronto tra i contesti, i ruoli, i
soggetti diversi.

La comparazione educativa vede la globalizzazione come inclusione attraverso tre principi: alfabetizzazione,
dialogo tra etnie, nuovo antropos. La globalizzazione deve verificarsi attraverso: solidarietà, inclusione,
rispetto di sé e degli altri, modello tecnocratico (educazione basa su banche dati – ad es. euridyce) –
educazione come sviluppo globale della personalità e apprendimento per tutta la vita.

5) Cittadinanza:

la globalizzazione include i flussi migratori e le crisi delle ideologie.

C.G. COGAN e R. DERRICOT parlano di necessità di un approccio OLISTICO con le finalità di: comprensione
delle differenze culturali; - soluzioni non violente ai conflitti; - pensiero critico; - assunzione di
responsabilità. Quindi il progetto educativo deve svilupparsi si 4 livelli: personale, spaziale, temporale,
sociale.

6) M. nussbaum: sostiene che per formare cittadini l’educazione alla cittadinanza sia indispensabile e
non deve interferire con l’umanità, la cittadinanza deve essere fondata sulla ragione e DELORS
aggiunge l’importanza della cittadinanza democratica e attiva.
sul piano educativo la cittadinanza è un esercizio più su attività sociali che su aspetti economici è
critica, autonoma e responsabile. Si passa qui da cittadinanza come status legale a processo sociale.
La scuola deve educare ad una cittadinanza multipla con molteplici identità: spaziale, politica,
culturale, religiosa, individuale. Maggiore diversità significa maggiore unità.

7) Morin:
parla di apertura alla diversità culturale e responsabilità e questo è un doppio imperativo
antropolpogico perché si tratta di salvare la diversità umana ed al contempo salvare l’unità umana
per questo bisogna che ogni persona sia dotata di COSCIENZA ANTROPOLOGICA, COSCIENZA
ECOLOGICA, COSCIENZA CIVICA TERRESTRE, COSCIENZA DIALOGICA. L’Autore sostiene che la
necessità sia quella di un pensiero mondialistico,, è il primo che introduce il concetto di conoscenza
con dimensione globale, conoscenza dei diritti umani, cittadinanza planetaria, educazione
consapevole dotata di senso critico.

8) Hanna arend:
parla di homo dignus: uguale dignità di ciascuno che supera il vecchio individualismo liberale
astratto che però è ostacolato dal capitalismo: le persone ridotte a merce di scambio subordinate
all’economia.

9) Rodotà:
è legato all’idea di un’europa dei diritti presa dalla carta dei diritti fondamentali dell’UE e ha come
parola chiave “solidarietà”. Egli sostiene che la cittadinanza democratica abbia la necessità di una
nuova cultura del soggetto- persona come protagonista attivo.

CAPITOLO 5

1) Dopo la seconda guerra mondiale:


SHUMAN, MONNER, DE GASPERI, ADENAUER, E SPAAK volevano creare pace e cooperazione
tra ai popoli europei e quindi hanno creato CECA, EURATOM e TRATTATI DI ROMAN

2) Trattati di roma:
1975 , sono di natura economica e guardano alla creazione di un mercato comune, abolizione
degli ostacoli, libera circolazione delle merci, persone e servizi, formazione professionale in
campo sociale e c’è un occhio di riguardo al problema dell’occupazione.
nel 1973 H JEANNE individua gli ambiti di azione: la dimensione europea da introdurre
nell’educazione; - equivalenza dei diplomi; - conoscenza delle lingue; - cooperazione tra le
università; - educazione permanente; - uso delle TIC (tecnologie dell’educazione)
sempre nel 1973 viene istituito un commissario per settore ricerca, scienza e istruzione : R.
DAHRENFORD

3) Dahrenford: formula un programma che colloca 3 settori con obiettivi:


cambiamenti qualitativi dei contenuti dell’istruzione; - formazione permanente; - istruzione di
massa; - dimensione europea della cultura ma mantenendo più tradizioni
quindi I MINISTRI adottano una RISOLUZIONE SULLA COOPERAZIONE NEL SETTORE
DELL’ISTRUZIONE i cui principi sono: cooperazione in ambito educativo; - educazione non è
un’appendice dell’economia; - tenere conto delle tante diverse tradizioni dei diversi paesi

4) CEDEFOP:
CENTRO EUROPEO PER LO SVILUPPO DELLE FORMAZIONE PROFESSIONALE nasce a berlino nel
1975 fornisce alcuni servizi: konw how scientifico e tecnico, analisi di sistemi di ricerca e
formazione professionale; i suoi compiti sono: documentazione e analisi dei dati; sviluppo
dell’attività di ricerca

5) Dal 1976 al 1979 progetti e novità:


1976
parità tra uomo e donna per la formazione
1977
scolarizzazione per i figli di migranti
1979
formazione professionale per i giovani

6) Euridyce:
Nasce nel 1981 viene istituita dalla COMMISSIONE EUROPEA ed è una rete di scambio di dati di
informazione sull’istruzione. E’ utile e si caratterizza per l’educazione comparata. Fornisce:
informazioni generali e comparabili sui sistemi educativi; - descrizione dei servizi educativi
nazionali; - studi comparativi in ambito comunitario; - statistiche in riferimento all’istruzione.

7) Dal 1983 al 1988 progetti e novità:


1983:
- RISOLUZIONE dei consiglio dei ministri per l’introduzione delle nuove tecnologie
dell’informazione con 3 strumenti: istruzione scolastica; - formazione professionale ;
cooperazione tra industria e università (eurotecnet)
- Risoluzione solenne sull’UE del CONSIGLIO EUROPEO DI STOCCARDA che tratta:
cooperazione in materia culturale; - affermazione la consapevolezza di una eredità
culturale comune come identità europea
1984:
- consiglio di fotaimbleau: con l’esigenza di far nascere un’europa dei cittadini istituisce un
comitato le cui conclusioni sono che IL TERRITORIO CULTURALE EUROPEO NON SI LIMITA AI
PAESI DELLA COMUNITA’ ; LE LINGUE SONO PATRIMONIO DELL’UMANITA’
- risoluzione del parlamento europeo sulla libertà di insegnamento e diritto dei genitori di
scegliere tra diverse scuole equiparabili

1985: uguaglianza tra ragazze e ragazzi per l’istruzione

1988: riunione dei ministri dell’istruzione a Munster che elabora un documento sulle
conclusioni su cooperazione politica comunitaria in materia di istruzione con 5 obiettivi

Europa multiculturale; - mobilità; - formazione per tutti; - competenze; europa aperta al mondo

8) trattato di mastricht:
conferma la coesione politica ed economica, vengono trattati argomenti come i diversi sistemi
di istruzione, il superamento del vincolo di competenze alla pura formazione professionale,
l’azione comunitaria che guarda ai CONTRIBUTI CHE PUO’ APPORTARE l’UE, SVILUPPO LOCALE E
REGIONALE DELLE CULTURE; - CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE; -
VALORIZZAZIONE DEL RETAGGIO COMUNE
9) I Programmi socrates e leonardo:
nati nel 1995 e nel 1997 il consiglio straordinario di lussemburgo produce 4 pilastri per i piani
sull’occupazione: IMPRENDITORIALITA’, OCCUPABILITA’ , ADOTTABILITA’, PARI OPPORTUNITA’.
Con questi programmi c’è una integrazione dei processi formativi, viene rilanciato
l’APPRENDISTATO come pratica del lavoro

10) Libri bianchi e libro verde:


nella riflessione sulle prospettive dell’educazione la COMMISSIONE EUROPEA elabora tre
documenti:
- Libro bianco “crescita, competitività e occupazione “(j. Delors) in cui I TEMI sono
L’ISTRUZIONE PROMUOVE LO SVILUPPO INDIVIDUALE, RISOLUZIONE DEI PROBLEMI DI
COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE, SI TRATTA DI CRISI OCCUPAZIONALE E DI
EMARGINAZIONE SOCIALE. La CRITICITA’ che si rivela è la sfasatura tra la velocità del
processo tecnico e la scarsa capacità di prevedere nuove egigenze. Si tratta anche la
necessità di ACCRESCERE LA FLESSIBILITA’ di vari LIVELLI DI INSEGNAMENTO
- Libro bianco “insegnare e apprendere verso una società conoscitiva” (creasonfly)
In cui si offre un’analisi su questioni relative allo sviluppo e all’occupazione su 3 assi:
NASCITA DELLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE, - VALORIZZAZIONE DELLA CULTURA IN
GENERALE COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE E COMPRENSIONE; - SVILUPPO
ALL’ATTITUDINE AL LAVORO COME PROMOZIONE DELL’INDIVIDUO
Il progresso verso la società della conoscenza ha due vantaggi: sociale ed economico
- Libro verde “istruzione e ricerca ostacoli alla mobilità” che vuole un miglioramento
dell’istruzione per potenziare le pari opportunità

11) Strategia di lisbona

propone di diventare forza economica basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del
mondo e vuole usare l’istruzione per questa finalità. Si pone tre obiettivi strategici per il 2010:
MAGGIORE QUALITA’ DEI SISTEMI DI ISTRUZIONE attraverso la formazione degli insegnanti e
maggiori studi scientifici; FACILITARE L’ACCESSO DI TUTI AI SISTEMI DI ISTRUZIONE sostenendo la
cittadinanza attiva; APRIRE IL SISTEMA DI ISTRUZIONE AL RESTO DEL MONDO con maggiore
mobilità e sviluppando lo spirito imprenditoriale. Questa è la risposta dell’UE per affrontare le sfide
della globalizzazione

12) Progetto europa 2020


È un progetto per l’economia sociale di mercato europeo e ha 3 obiettivi: SVILUPPO
ECONOMICO BASATO SU CONOSCENZA E INNOVAZIONE; - CRESCITA SOSTENIBILE ATTRAVERSO
ECONOMIA A BASSA EMISSIONE INQUINANTE; - CRESCITA INCLUSIVA CON ALTO TASSO DI
OCCUPAZIONE
13) Programma ET:
significa educational and training nel contesto della formazione e ha 4 obiettivi a lungo termine:
RENDERE L’APPRENDIMENTO PERMANENTE;- MIGLIORARE LA QUALITA’ DELL’ISTRUZIONE; -
COESIONE SOCIALE E CITTADINANZA ATTIVA; - CREATIVITA’ E INNOVAZIONE A TUTTI I GRADI
DELL’ISTRUZIONE.

14) Università e processo di bologna:


i rettori delle università europee si incontrano spiegando i principi dell’università e chiedendo
di tener conto della carta proclamata e i principi. La carta proclamata sostiene che l’università
opera su principi organizzati diversamente e in diverse condizioni storiche e geografiche, oltre
che essere una organizzazione autonoma; l’università è depositaria della tradizione
dell’umanesimo europeo e ignora frontiere geografiche; fornisce la liberà di insegnamento e ne
sottolinea i diritti e l’attività didattica universitaria è inscindibile dalla ricerca. L’università ha
due cicli principali: titoli di primo e secondo livello, dotata di crediti riconosciuti a livello
internazionale e semestri che suddividono le tempistiche. In un incontro a bologna nel 1999
sono state date delle linee guida per l’organizzazione ed il funzionamento generale delle
università europee: PRESENZA DI DUE CICLI PRINCIPALI, TITOLI SEMPLICI DA COMPARARE,
PROMOZIONE DI MOBILITA’, PROMOZIONE EUROPEA NELL’ISTRUZIONE SUPERIORE.

15) Soluzioni alla frammentazione del sapere:


creazione di una dimensione internazionale, necessità di INTERNAZIONALIZZAZIONE
Partecipazione all’incontro fondativo dell’ISCHE (INTERNATIONAL STANDING CONFERENCE FOR
THE HISTORY OF EDUCATION) In belgio nel 1979
Dal 1987 vegono creati una serie di programmi per incentivare l’istruzione, l’economia, e la
mobilità
-programmi erasmus 1987: per la mobilità degli studenti universitari, inserito nel programma
generale socrates
- programma comet 1986: cooperazione tra università e imprese tecnologiche
-programma tempus: 1990: apertura di uno spazio europeo più ampio come programma
transeuropeo di cooperazione universitaria
- Programma petra 1987: favorire la formazione professionale nei giovani
- programma force 1990: promuovere la formazione continua
- Programma iris 1994: progetti di formazione professionale per le donne
- programma yes per l’europa 1986: incoraggia i giovani nei diversi paesi ad incontrarsi e
parlare di problemi comuni
- programma erasmus + 2014 ha tre attività: ATTIVITA’ CHIAVE 1 mobilità individuale per
l’apprendimento ; ATTIVITA’ CHIAVE 2 cooperazione e innovazione per le buone pratiche ;
ATTIVITA’ CHIAVE 3 riforma delle politiche
Tutti i programmi sono finanziati da FSE (fondo sociale europeo)

CAPITOLO 6

1) Nascita della civiltà europea:


La civiltà europea è nata da una triplice fonte: la grecia per la filosofia, la democrazia e le arti;
roma per il diritto e l’organizzazione statale; cristianesimo per l’ispirazione spirituale. Tutto
questo F. BRAUDEL lo chiama “polline culturale” e delinea l’identità culturale e storica
dell’europa
2) Conferenza di barcellona:
1995 si propone il rilancio di integrazione mediterranea : partecipano 27 paesi 15 dei quali
dell’UE e 12 dell’area arabo-africana è il primo tentativo di dialogo tra europa e mediterraneo.
Gli obiettivi sono economici, politici e sociali e il modello di cooperazione è strutturato in 3 fasi:
PARTENARIATO POLITICO: ogni stato ha il diritto di scegliere il sistema politico economico e
giudiziario garantendo le libertà fondamentali; PARTENARIATO ECONOMICO: ogni stato deve
lavorare per una prosperità economica condivisa con libero mercato e scambio;
PARTENARIATO SOCIALE: riconoscimento delle culture diverse e coesione sociale. In questo
l’italia è il paese ponte tra occidente e oriente e l’obiettivo è quello di avere “città plurali”

3) La migrazione:
la migrazione è un fenomeno demografico e ha conseguenze su diversi aspetti: FORMATIVO-
EDUCATIVO, POLITICO, ISTITUZIONALE, ECONOMICO, CULTURALE E IDENTITARIO
in europa la percezione dell’immigrazione è sempre stata vissuta come qualcosa di transitorio
contrariamente a USA, canada e australia. Non si può utilizzare sempre le stesse strategie con
ogni tipo di migrante perché esistono diversi tipi di migranti: rifugiati, prime e seconde
generazioni, regolari, irregolari, richiedenti asilo

4) Diversi approcci allo straniero:


-eliminazione: straniero visto come una minaccia e quindi va eliminato
-assimilazione: straniero da assorbire nella cultura dominante perché considerato primitivo
-segregazione: ghettizzazione degli individui che possono vivere nel paese ospitante a patto che
-rimangano tra persone della stessa cultura
-fusione: è l’esempio il melting pot degli USA: fondere culture diverse per cercare di costruirne
una unica. È inefficace perché il risultato è che ognuno continua a mantenere la propria cultura
non considerando le altre
-universalismo: l’attenzione è posta agli elementi comuni delle culture che convivono
-multiculturalismo: culture diverse che convivono con obiettivi comuni
- integrazione: può essere monistica: la cultura più forte assimila quella più debole; dualistica:
due o più gruppi convivono; interazionista: oltre a convivere i gruppi interagiscono

5) Napoli 1999:
la conferenza dei ministri dell’istruzione sostiene l’istruzione come mezzo per sviluppare la
civiltà morale nelle persone e per incentivare l’integrazione tra i popoli. Il risultato di questa
conferenza lo ritroviamo nell’azione del CUM (comunità delle università del mediterraneo) che
collabora con la facoltà di scienze dell’educazione di malta e costruisce una rete di ricercatori in
scienze dell’educazione. Essi pongono attenzione a: INNOVAZIONE EDUCATIVA, FORMAZIONE
UNIVERSITARIA, EDUCAZIONE ALLA SCIENZA, FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI, LA RELAZIONE
TRA POTERE ED EDUCAZIONE. Questo porta alla nascita di una rivista: MEDITERRANEAN
JOURNAL OF EDUCATION STUDIES. La nascita della rivista unita agli studi organizzati
nell’associazione portano alla creazione Dell’ ASSOCIATION MEDITERRANEENNE D’EDUCATION
COMPAREE’ nata nel 2004 con l’obiettivo di creare un progetto di attività educative che
riguardano diversi settori della vita istituzionale, tra cui: DIALOGO TRA PEDAGOGISTI ED
EDUCATORI, DIALOGO TRA PEDAGOGISTI E STUDIOSI DI ALTRE DISCIPLINE, PROGRAMMI DI
RICERCA PEDAGOGICA, SPAZIO ALL’EDUCAZIONE COMPARATA, SPAZIO AGLI STUDI CULTURALI,
EVITAMENTO DELLE INTOLLERANZE, POLITICHE EDUCATIVE PER IL DIRITTO ALL’EDUCAZIONE
PER TUTTI, UN CONTESTO MEDITERRANEO SPECIFICO DI EDUCAZIONE.
CAPITOLO 7

1) Organizzazioni internazionali a livello mondiale:


ONU: 1945
UNESCO: 1945
CONSIGLIO D’EUROPA: 1949
COMUNITA’ EUROPEA: 1951-1957
OCSE: ORGANIZZAZIONE DI COOPERAZIONE E SVILUPPO ECONOMICO : 1961
Sono state create per l’esigenza della pace mondiale. Queste organizzazioni possono
elaborare il testo di possibili accordi; promuovere conferenze internazionali; dare
contributi finanziari in diversi settori
Gli obiettivi comuni in campo educativo sono: PROMOZIONE DELL’EDUCAZIONE E DEI
SUOI VALORI; ISTRUZIONE DI QUALITA’ PER TUTTI SECONDO IL PRINCIPIO DI
UGUAGLIANZA; ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE.

2) ONU:
nato nel 1945 . in campo educativo ha l’obiettivo di mantenere la pace e il rispetto dei
diritti e delle libertà quindi la necessità di educare ai diritti umani. Nel 2015 crea gli
obiettivi dello sviluppo sostenibile per gli anni 2016 al 2030 con gli obiettivi di: PORRE
FINE ALLA POVERTA’, SCONFIGGERE LA FAME, UGUAGLIANZA DI GENERE, EDUCAZIONE
DI QUALITA’ PER TUTTI, SVILUPPO DI INDUSTRIALIZZAZIONE SOSTENIBILE, DIMINUIRE
LA DISUGUAGLIANZA TRA LE NAZIONI, PROTEGGERE L’ECOSISTEMA

3) UNESCO 1945:
UNITED NATIONS EDUCATION SCIENCE AND CULTURE ORGANIZATION. Si occupa di
formazione degli adulti. Ne è la prova la CONFERENZA DI HELSINGORE 1949 in cui si è
concordato che questa fa parte della sfera “educazione permanente” e richiama il
documento “apprendre de etrè” del 1972 elaborato dalla commissione internazionale.
Per l’educazione comparata è importante il documento quanto l’educazione
permanente. Negli anni 90 UNESCO promuove EFA ( education for all) che si propone
entro il 2015 il raggiungimento di una EDUCAZIONE DI BASE OBBLIGATORIA PER TUTTI.

4) Rapporto DELORS:
è un documento storico-comparato che individua le principali tensioni tra polarità
opposte come “globale/locale” e queste tensioni vanno superate. Il rapporto delors
sottolinea i 4 PILASTRI DELL’EDUCAZIONE: imparare a conoscere – creare nell’individuo
il gusto di apprendere; imparare a fare con l’alternanza scuola/lavoro; imparare ad
essere con la capacità di essere autonomi; imparare a vivere insieme evitando
esclusione e avendo comprensione degli altri vivendo nella pace. Tutto questo è
funzionale ad una nuova cultura nell’epoca della globalizzazione e l’educazione ne è il
mezzo

5) Federico mayor:
È stato il direttore UNESCO fino a dicembre del 1999 e quando scrive “un monde
nouveau” ne delinea poi i principi in cui esprime cosa serve all’educazione per tutti:
- ATTIVAZIONE DELLE COMPETENZE DEI DOCENTI
- CONTENUTI EDUCATIVI IN TUTTE LE DISCIPLINE
- RETI ELETTRONICHE PER L’APPRENDIMENTO
- INTRECCIO TRA TEMPO DEDICATO ALL’ISTRUZIONE E TEMPO DEDICATO AL TEMPO
LIBERO
- AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE CHE DEVONO ESSERE PIU’ AUTONOME E
MENO GERARCHICHE EVOLUZIONE DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE DANDO PESO
ANCHE A QUELLE INFORMALI

6) Nel 2005 :
viene scritto il testo della convenzione internazionale che sostiene il diritto di
esprimersi secondo la propria identità culturale ma in Italia entra in vigore nel 2007.
C’è poi un’attenzione ai principi del DESS ( decennio dell’educazione allo sviluppo
sostenibile) per cui la commissione nazionale italiana avvia la settimana dell’educazione
allo sviluppo sostenibile.
L’EDUCAZIONE E’ il mezzo per formare la coscienza morale nei giovani

7) Consiglio d’europa:
è stato istituito nel 1949 con il trattato di londra, inizialmente ne facevano parte solo
dieci paesi tra cui ITALIA, BELGIO, LUSSEMBURGO, FRANCIA, GERMANIA, PAESI BASSI,
IRLANDA, DANIMARCA, SVEZIA, UK, NORVEGIA oggi i paesi che ne fanno parte sono 47.
La sua sede è a strasburgo. Opera per la cooperazione internazionale e nel rispetto
delle diversità
il consiglio d’europa ha accordi con OCSE E UNESCO e non emette atti giuridici
vincolanti ma può elaborare convenzioni. Il consiglio d’europa ha due organi
importanti: assemblea parlamentare con delegati designati dai parlamenti nazionali e il
comitato dei ministri formato da ministri degli esteri degli stati membri. Questi due
organi sono assistiti da un segretariato. Nel consiglio d’europa si svolgono anche le
conferenze dei ministri responsabili di diversi settori come: sport, giustizia, media,
diritto dell’uomo, cultura, gioventù, affari sociali, ambiente, sicurezza sociale
Gli obiettivi del consiglio sono: DIFESA DEI DIRITTI DELL’UOMO, VALORIZZAZIONE
DELL’IDENTITA’ CULTURALE EUROPEA, LOTTA ALL’INTOLLERANZA, SOLUZIONI AI
PROBLEMI SOCIALI, MANTENIMENTO DELLA QUALITA’ DELLA VITA IN EUROPA.
Nel 1970:
avviene una prima risoluzione del comitato dei ministri: l’obiettivo è la scolarizzazione
dei figli dei lavoratori emigrati negli stati membri chiamata a doppio binario: perché
include ma è tesa a mantenere l’unione con i paesi d’origine.
Tra il 1977 e il 1983 M.RAY e colleghi parlano di necessità di EDUCAZIONE
INTERCULTURALE infatti nel 1984 nasce la RACCOMANDAZIONE DEL COMITATO DEI
MINISTRI SULLA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI AD UNA COMPRENSIONE
INTERNAZIONALE IN UN CONTESTO DI MIGRANTI.
1989 nasce la raccomandazione dell’assemblea parlamentare che sostiene l’importanza
di:
-insegnare la storia, le lingue europee, e l’educazione ambientale. La storia è
importante conoscerla dal punto di vista nazionale, locale e mondiale per prevenire la
ripetizione di genocidi (sostenuto nel documento del 1996) ; l’insegnamento delle
lingue come mezzo di comprensione tra i paesi; e l’educazione ambientale utile alla
formazione degli insegnanti sull’educazione alla salute dal 1982 partendo con il
contrastare droga, tabagismo alcool ecc.
8) OCSE:
organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sostituisce l’OECE nel 1961
e serve ad attivare i governi a realizzare una CRESCITA DURATURA DELL’ECONOMIA,
MANTENERE UNA STABILITA’ FINANZIARIA E FAVORIRE LO SVILUPPO ECONOMICO
MONDIALE. Ha 35 paesi membri e la sua sede è parigi.
OCSE in campo educativo ha una cadenza di programmi triennali, raccoglie dati relativi
a competenze scolastiche di 15enni. Lavora attraverso enti affiliati, come IL COMITATO
D’ISTRUZIONE, IL CERI (centre of educational reserch and innovation) creato nel 1968
per INDAGINI COMPARATE; e IEA che ha come sottgruppi PIRLS E TIMMS.

9) PIRLS:
sottocategoria dell’IEA significa PROGRESS IN INTERNATIONAL READING LITERACY
STUDY: dal 2001 lavora con obiettivi a scadenza di 5 anni. Il suo obiettivo è quello di
VALUTARE COMPARATIVAMENTE LE CAPACITA’ DI BAMBINI CHE FREQUENTANO LA
QUARTA ELEMENTARE e valuta tre aspetti nella competenza in lettura:
- Processo di comprensione
- -analisi delle esperienze familiari scolastiche che possono influenzare l’apprendimento
- Gli scopi della lettura
- Atteggiamenti e pratiche della lettura

10) TIMSS:
Sottocategoria dell’IEA e significa TREND IN INTERNATIONAL MATHEMATHICS AND
SCIENCE STUDY nasce nel 1995 e ha cadenza ogni 4 anni. Si occupa di valutare le
competenze in bambini di quarta elementare e terza media in materia scientifica e
matematica, raccoglie i dati con questionari. Il modello TIMSS 3 livelli:
- CONTESTO DI SISTEMA: le domande che si pongono i ricercatori sono: quali sono gli
obiettivi di apprendimento in matematica e scienze nei diversi paesi?
Quali sono le differenze fra i paesi su questi obiettivi?
Quali caratteristiche a livello di sistema scuola e studenti ne influenzano la definizione?
- CONTESTO SCUOLA/CLASSE: le domande che si pongono i ricercatori sono:
quali sono le opportunità per gli studenti di imparare matematica e scienza?
Cosa viene veramente insegnato?
Come variano le pratiche didattiche?
- CONTESTO RISULTATI DEGLI STUDENTI: le domande che si pongono i ricercatori sono:
quali processi di matematica e scienze sono padroneggiati dagli studenti?
Quali fattori influenzano questi apprendimenti?

11) Pisa: PROGRAMM FOR INTERNATIONAL STUDENT ASSESSMENT è un’indagine


internazionale promossa da OCSE, periodicità quinquennale e studia lo sviluppo degli
studenti 15 enni nei paesi aderenti. Il focus è sulla capacità di affrontare e risolvere i
problemi della vita quotidiana e sulla capacità di riuscire a continuare ad apprendere in
futuro. I Risultati PISA permettono quindi a scuole, sistemi di istruzione e governi di
individuare gli aspetti da migliorare nei loro programmi educativi, per formare cittadini
più competenti. Consentono inoltre di confrontare il rendimento degli studenti e i
contesti di apprendimento dei diversi Paesi. Le domande che si pone PISA Sono: quanto
i giovani sono preparati alle sfide della vita professionale ed all’apprendimento per
tutta la vita? Qual è lo sviluppo delle competenze dei 15enni dei sistemi educativi? Pisa
valuta le competenze nei contesti della risoluzione dei problemi e le dimensioni
cognitive ad esempio la motivazione.

CAPITOLO 8

1) Educazione e pedagogia interculturale: studiano entrambe la diversità considerata


come un paradigma e quindi è un sistema di spiegazione della realtà. USARE IL
METODO COMPARATIVO significa METTERE IN DISCUSSIONE LA PROPRIA
CENTRALITA’, CONOSCERE L’ALTRO E QUINDI SE’ STESSI, CERCARE IL VERO
SIGNIFICATO DEI FENOMENI OSSERVATI, INDIVIDUARE SOMIGLIANZE E DIFFERENZE
il problema che si pone studiando la multiculturalità è la considerazione rigida,
statica e gerarchica delle altre culture.

2) Approccio multiculturale vs approccio interculturale:

quello multiculturale studia il fenomeno in sé ed ha un punto di vista puramente


descrittivo è la base per costruire l’interculturalità; quello interculturale osserva le
dinamiche delle relazioni che si stabiliscono nelle culture. La ricerca per studiare
questi fattori deve trovare elementi comuni a tutte le culture che si basino sui diritti
umani. Accettare questi valori implica avere una visione dialogica e apertura e
disponibilità: la prospettiva interculturale chiede ai migranti e agli autoctoni di
mettersi in discussione e contribuire dinamicamente al processo di apertura e la
disposizione a trovare nuovi modi di essere. IL COMPITO DELLA PEDAGOGIA è
quello di predisporre un percorso formativo che aiuti a costruire un pensiero
migrante, quindi EDUCARE AL CONFRONTO, CON CAPACITA’ DI DECENTRARSI E
PENSARE AL PLURALE. La pedagogia interculturale segue lo sviluppo delle politiche
migratorie.

3) Dagli anni 50 agli anni 90:


negli anni 50 aumenta la migrazione e inizialmente i migranti vengono accettati nei
paesi che accolgono ma verso gli anni 70, a seguito della crisi del petrolio si cerca di
ridurre il numero di migranti con il conseguente peggioramento della vita dei
migranti stessi. Negli anni 80 anche italia, grecia e spagna che inizialmente erano
paesi dai quali si migrava, iniziano ad accogliere stranieri. Negli anni 90 nelle scuole
europee si passa da soluzioni universalistiche che sottodimensionano la migrazione
a soluzioni relativistiche che la esaltano.

4) Una ricerca comparativa sulla migrazione:


questa ricerca comparativa ha messo a confronto le diversità di approcci nelle
pratiche di germania, francia, italia uk, ungheria e svizzera ed è emerso come primo
risultato che il concetto di educazione interculturale non è presente in tutti i
documenti di questi paesi. Un’altra RICERCA COMPARATIVA presente nel testo “la
sala degli specchi” ha tracciato le linee dell’educazione interculturale scolastica tra
francia, germania,italia , uk e svizzera. E. DAMIANO sostiene che la ricerca è
condotta: presentando lo sfondo dei propri paesi esplorati in materia di produzione
di materiale didattico interculturale nei contesti specifici di politiche migratorie,
sistema scolastico e dibattito pedagogico e come strumento di analisi viene usata la
MAPPA DI KERR.

5) Mappa di kerr:
serve a promuovere e comprendere la convergenza fra i ricercatori nel riconoscere
e classificare contenuti della documentazione. Con la mappa di kerr si costruiscono
appositi indicatori sensibili cioè capaci di discriminare fra le diverse impostazioni
metodologico-didattico dell’educazione internazionale ed ha funzione di codifica.
Gli OBIETTIVI di questa ricerca riguardano la CONOSCENZA DEGLI OGGETTI
CULTURALI, CONTENUTI, DISCIPLINE E METODI; LO SCHOOLING CIOE’ LE
STRUTTURE GLI SPAZI E LE ATTREZZATURE E LA LORO ORGANIZZAZIONE e LA
VALUTAZIONE CIOE’ I SOGGETTI E LE PROCEDURE DEL PROCESSO

6) Cosa esamina la ricerca:


esamina gli approcci che si utilizzano con gli stranieri migranti:
ALIENISMO: rivolgersi direttamente ai migranti per metterli nella condizione di
inserimento. L’alienismo comprende:
-ospitalismo: vede l’immigrazione come un problema di adattamento qua si
adottano soluzioni provvisorie;
-esotismo: protegge i nuovi nella loro identità originaria e mette in atto soluzioni
cumulative
-assimilazionismo: lo straniero è come tutti gli altri e viene visto alla pari di casi
difficili della società, viene normalizzata la sua diversità.
GLOBALISMO: lo attua chi pensa che l’educazione internazionale sia da rivolgere a
tutti con maggiore attenzione ai locali per creare una società aperta. Comprende:
-unitarismo: le differenze sono viste come un dato esterno da superare cercando
elementi comuni
-cosmopolitismo: vede l’insuperabilità delle differenze e ricerca criteri comuni per
evitare l’isolamento
-relativismo: esalta le differenze
IL GLOBALISMO preferisce soluzioni integrative che sono finalizzate a MODIFICARE I
CONTENUTI SCOLASTICI PIU’ ELEMENTARI, DEFINIRE UNA NUOVA CULTURA
GENERALE, RIORIENTARE GLI SCOPI DEI PROGRAMMI SCOLASTICI

7) La situazione in alcuni paesi europei:


-FRANCIA: all’inizio degli anni 60 c’era ancora lo IUS SOLI e la politica scolastica era
compensatoria o assimilazionistica; negli anni 80 si vede una apertura alla
multiculturalità che termina alla fine degli stessi vedendo un periodo di chiusura
con centralità della cultura francese la pedagogia interculturale viene sostituita da
coesione nazionale. Quando vengono fatti i primi lavori sull’intercultura questa
viene vista come uno strumento didattico per la comprensione dell’altro. In francia
i pionieri della pedagogia interculturale sosno M. ABDALLAH PRETCEILLE e L’
PORCHER.
- INGHILTERRA: all’inizio vede una politica scolastica caratterizzata da ignoranza e
negligenza, successivamente negli anni 60 vengono presi dei provvedimenti cioè
viene insegnata la lingua inglese come seconda lingua e la soluzione è di tipo
assimilazionista; nel 1973 gli obiettivi interculturali vertono sulla formazione
interculturale degli insegnanti.
- OLANDA: in una prima fase gli insegnanti affrontano i problemi con soluzioni
individuali per ogni alunno, poi le diversità culturali sono viste come un deficit e si
cerca l’eliminazione di queste e l’impegno pedagogico è rivolto al superamento
delle difficoltà nell’apprendimento della lingua, finalmente negli anni 80 si vede un
approccio multiculturale
- SVIZZERA: la sua struttura politica federale implica subito una politica scolastica di
tipo assimilazionista, negli anni 90 viene confermata l’intercultura e quindi viene
vista ma C. ALLEMAN E GHIONDA sottolineano il paradosso della svizzera che pur
essendo pluriculturale e plurilingue fatica a gestire la molteplicità in educazione
- GERMANIA: l’educazione e la pedagogia interculturale si sviluppano in seguito a
immigrazioni dei lavoratori ospiti nel 1955 e viene visto come qualcosa di
provvisorio ma successivamente quando si è capito che i lavoratori erano li per
stabilizzarsi e vivere oltre che per lavorare vengono attuate politiche per stranieri
anche se ancora viste come provvisorie. A. PORTERA distingue tre fasi in germania:
anni 70 la pedagogia straniera è compensativa e assimilatoria; fine anni 70 grazie
alla scienza la pedagogia interculturale prende coscienza e vita e la germania
diventa ufficialmente paese di immigrazione; dopo i primi 80 : c’è una educazione
interculturale per la società multiculturale rivolta a tutti gli alunni.
-ITALIA: storicamente paese di migrazioni introduce da subito il concetto di
pedagogia interculturale ed effettua PROGRAMMI SPERIMENTALI PER LA SCUOLA
MEDIA E SUPERIORE, ORIENTAMENTI DIDATTICI PER LA SCUOLA MATERNA
PROGRAMMI DIDATTICI PER LA SCUOLA MEDIA E UNA LEGGE QUADRO IN
MATERIA DI RIORDINO DEI CICLI DI ISTRUZIONE.
In italia sono state fatte numerose leggi per favorire la migrazione una di queste è
la legge zampa n 47 del 7 aprile 2017 in cui si propongono disposizioni per la
protezione di minori stranieri non accompagnati e si introduce la figura del tutor
volontario: privati cittadini formati su base regionale da garanti per l’infanzia e
adolescenza

LIBRO CALLEGARI
Disciplina comparata da subito problemi di metodo e appoggio a discipline come
storia e filosofia con il passare del tempo nel 900 ci si appoggia anche alla statistica
e all’etnografia. Questo ha portato a dibattito tra i comparativisti che si chiedevano
se fosse possibile conciliare i metodi qualitativi propri degli aspetti nomotetici e
metodi qualitativi propri degli aspetti idiografici. La necessità è quella di vivere la
comparazione e la pedagogia come scienza e quindi cercare di far collimare
l’aspetto scientifico con la parte creativa della materia derivata dalle sue radici
positiviste. D. PALOMBA si focalizza su problemi teorici sull’identità degli studi e
sulla definizione stessa di pedagogia interculturale. Sorge il problema della
DEFINIZIONE DI COMPARAZIONE a livello LINGUISTICO poiché COMPARAZIONE
non significa la stessa cosa in tutti i contesti culturali. KAZAMIAS sostiene che la
dimensione storica all’interno della disciplina sia stata trascurata dagli studiosi e
che questo ha portato ad una AMNESIA STORICA ma ritiene anche che
l’interpretazione storica e quella data dalle scienze sociali possano essere
compatibili e possano portare generalizzazione e quindi scientificità
ANGELO GAUDIO parla di globalizzazione e le implicazioni educative che ne
conseguono poiché l’affermarsi di un discorso educativo globale rischia di
escludere questioni come pluridimensionalità e pluriculturalità.
CAP 2
Disciplina comparativa nuova in italia ed è al centro della cultura accademica e
della sua attenzione il problema è che c’è una continua sovrapposizione di temi e
concetti che rischia di creare fraintendimenti. Indagini come quelle PISA sono utili a
fornire dati ma nello stesso tempo possono creare confusione perché sono spesso
funzionali a valutazioni politico-ideologico
Presenza italiana nella CESE risale agli anni 70 e a metà degli anni 80 fondata SICESE
Come sezione italiana di CESE
Alla fine del 78 GIOVANNI MARIA BERTIN affermava che le direzioni della ricerca
educativa sono la ricerca empirica, la ricerca teorica la ricerca storica e la ricerca
comparativa e che per avere un criterio metodologico fosse necessario un
collegamento tra le discipline
CAVEAT scritto da SADLER rispetto ad una prospettiva di possibile TRANSFER : egli
sosteneva che non si potessero trasferire le caratteristiche da un sistema all’altro in
modo semplice. FINALITA’ DEGLI STUDI COMPARATIVI: MIGLIORISTICA, E
CONOSCITIVA. A questo si sono opposti i pensatori neo-marxisti i quali ritengono
che sia una modalità capitalistica di studiare i sistemi di istruzione
BRAY E THOMAS: elaborano nel 1995 uno schema tridimensionale chiamato IL
CUBO in cui considerano come tre assi:
-livelli geografico locazionali
-gruppi demografici non locazionali
-aspetti della società individuati come significativi

Crisi dell’unità di comparazione in relazione alla globalizzazione


Fare i conti con l’idea che la comparazione interstatale sia superata. ANDY GREEN
parla di questo superamento in un quadro più complesso perché hanno risposto ai
cambiamenti della società educativa

1 PARADIGMA: MARROU: parla di coscienza scientificamente elaborata che ci


permette di comprendere il presente in tutte le sue sfaccettature e progettare il
futuro in questo senso APPROCCIO STORICO ed ETNOGRAFICO collimano.
Atteggiamento di EPOQUE’ che permette un incontro con il passato come capacità
di uscire da sé per incontrare l’altro

2PARADIGMA: contestualizzazione: lo storico e l’etnografo e il comparativista


devono ricostruire la realtà in forza di una teoria pedagogica ma per affrontare la
ricerca servono competenze multidisciplinari usare pratiche educative formali,
informali, non formali ponendo la pratica in relazione alla teoria

3 PARADIGMA: ZANI: i comparatisti devono allontanarsi dalla meccanicità di


applicazione tenendo presente la distinzione fra ciò che è esplicito e ciò che è
implicito. La ricerca storica in questo caso considera anche quella scientifica nel
tenere conto delle ideologie che basano l’educazione sul concetto di gerarchia,
uguaglianza, credenze religiose
4 PARADIGMA: METODOLOGICO : riguarda la ricognizione documentale che faccia
emergere fonti inusuali attuati nella consapevolezza che l’oggettività come
descrizione neutrale delle cose non esiste. Quando le fonti non sono raggiungibili è
il metodo storico a sopperire a questa mancanza e sollecitare i comparativisti dal
punto di vista euristico
5 PARADIGMA INTERDISCIPLINARITA’ : RIGUARDa tutta la ricerca pedagogica nelle
scienze dell’educazione e ha assunto importanza negli studi storici. Problemi che si
presentano nelle ricerche comparative riguardano la scelta dei luoghi e della
periodizzazione storica, interpretazione filologica delle lingue
6 PARADIGMA: riguarda la relazione tra pedagogia e politica che nel corso della
storia sono state legate da sudditanza della pedagogia

RICERCA ETNOGRAFICA IN EUROPA IN EDUCAZIONE COMPARATA


2 importanti filoni:
ETNOGRAFIE MULTILOCALI : nate per comparare i dati parallelemente raccolti su
più campi di ricerca
RICERCA REALIZZATA A MANCHESTER nei 60 per mano di GLUCKMANN e
FRANKENBERG sotto la guida del sociologo dell’educazione HALSEY
Comparazione di tre scuole secondarie statali due maschili e una femminile.
Grammar school e secondary modern school. La grammar school aveva una rigida
logica selettiva superata l’ammissione gli studenti erano divisi in classi generalizzate
dette STREAMS sulla base di punteggi scolastici durante il corso dell’anno. All’inizio
del nuovo anno scolastico veniva riformulato lo streams degradando i ragazzi con
voti bassi e promuovendo quelli lodevoli.
Gli studenti MENO bravi venivano raggruppati nelle BOTTOM STREAMS divisi dai
più bravi questo portava ad un alto tasso di dispersione scolastica. Gli studiosi si
chiedevano come era possibile che i ragazzi tanto intelligenti da entrare in quella
scuola una volta dentro venissero emarginati? LACEY propose un approccio in parte
qualitativo e in parte quantitativo (compositivo) egli lavorando nella scuola ha
potuto osservare da vicino queste dinamiche e studiarle attraverso osservazione
partecipante, questionari e statistiche. EGLI ARRIVA ALLA CONCLUSIONE CHE
durante il primo anno gli studenti TENDEVANO A REAGIRE ALLE DIFFICOLTà
seguendo pattern idiosincratici personali ad esempio contraendo malattie
psicosomatiche dal secondo anno danno una risposta sociologica aderendo alle
subculture di due tipi: quella ufficiale di liceo che implica la buona condotta e
quella della ribellione e della violenza. I pattern di adesione in ogni caso era
influenzato dallo streaming. Questo avveniva sulla base di due stadi:
differeziazione: separazione dei ragazzi con buoni voti da quelli con cattivi voti e
Polarizzazione: efetto della differenziazione
Nell’approccio di LACEY TROVIAMO un elemento struttural funzionalista che era la
sua interpretazione del sistema sociale. Lo streaming può essere interpretato come
gerarchia sociale ma in lui c’è una dimensione marxista e mostra come questa
forma scolastica è contestata dai ragazzi a tutti i livelli i ragazzi poco formati
reagiscono al sistema con ribellione

RICERCHE CHE MIRANO A COMPRENDERE LE RELAZIONI tra realtà esistenti


appartenenti a diversi ordini di grandezza come le relazioni tra realtà locale e
globale

RICERCA DI A. LAMBART: sulla scia degli studi di LACEY, RICERCA con osservazione
partecipante nella scuola da lei studiata notò che esistevano valori in contrasto con quelli
tradizionali. La preside della scuola femminile aveva sostituito lo streaming con il setting:
sistema meno rigido nel quale le ragazze venivano distribuite in gruppi differenziati per
ogni materia i bravi erano messi nei TOP SET chi non era bravo nei BOTTOM SET. Ognuno
aveva la possibilità di eccellere almeno nelle materie in cui era bravo. Il fatto che la scuola
fosse basata sul setting e non sullo streaming rendeva poco possibile la comparazione
poiché anche le rivolte nella scuola femminile erano poco plausibili e la distribuzione nei
sets rendeva l’approccio all’istruzione più individuale

ANALISI DEI NETWORKS riguardano più l’aspetto sociale di comportamenti scelte e azioni e
la ricerca su questi dà la possibilità di considerare il mondo sociale effettivo. Lo studio dei
networks rappresenta un allontanamento dagli studi etnografici perché comporta un
rilevamento dei patterns di relazione interpersonale

COME RENDERE COMPARABILI I DATI DELLE ETNOGRAFIE MULTILOCALI


Nell’etnografia multilocale i campi in cui vengono rsccolti i dsti sono in ambiti culturali
diversi trs loro e quesdta separatezza è legata a confini come STATI NAZIONE VARIE
DECLINAZIONI LOCALI DELLA STESSA CULTURA CAMBIO PARADIGMATICO IN PROSPETTIVA
quindi bisogna usare tutta la metodologia a disposizione della ricerca qualitativa: raccolta di
documenti e dati osservazione sul campo e interviste registrate

OGGI SI USA LA METODOLOGIA INDICATA DA hubermann e Miles con le fasi


- RIDUZIONE DEI DATI : MANTIENE IL PROGETTO GESTIBILE
- ESPOSIZIONE DEI DATI: USO DI GRAFICI
- CONCLUSIONE E VERIFICA: INDIVIDUANO PATTERNS E REGOLARITA’ POSTULANDO
STRUTTURE E MECCANISMI
il tutto accompagnato ad affidabilità e validità

P. WILLIS propone un approccio che consiste nella costruzione da parte dell’etnografo ad


una realtà osservabile restringendo il campo e colloca sullo sfondo l’ordine generale e
alcuni aspetti dell’ordine capitalistico mondiale (willis ricerca sui LADS)

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