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MAX WEBER

Max Weber (1864-1920) nasce in una famiglia borghese appartenente al mondo della
cultura e della politica. Nel 1890 inizia la sua attivit politica nel partito cristiano sociale ma
la sua carriera in questo ambito rimase senza successo. Egli fu favorevole alle imprese
imperialistiche ma auspic un sistema democratico allinterno della nazione tedesca.
Allinizio della sua attivit di studioso Weber fu in contatto con il c.d circolo dei socialisti
di cattedra e per esso svolse una ricerca sulle condizioni di vita dei contadini della Prussica
orientale: cos ebbe modo di confrontare la propriet agricola con quella capitalistica.
Intorno a lui si form un circolo di intellettuali cui facevano parte Simmel, Lacaks ed altri.
Nel 1928 torn allinsegnamento allUniversit di Monaco di Baviera ed ader al partito
repubblicano collaborando alla stesura della costituzione della Repubblica di Weimar. Mor
nel 1920 quando ancora la sua opera pi impegnativa Economia e societ non era ancora
terminata.
Uno dei tentativi pi noti di Weber quello di scindere la scienza sociale dalla politica,
eppure la politica sempre presente nei suoi scritti tanto che affrontare lo studio del suo
pensiero senza correlalo con i problemi politici del suo tempo si rischia di non
comprenderlo completamente. Daltra parte non possibile comprendere a fondo questo
autore senza in quadrarlo nellambito di quel dibattito sul metodo delle scienze storico
sociali che aveva avuto inizio con Dilthey, Windelband e Rickert.
Il metodo delle scienze sociali - La relazione con i valori e i giudizi di valore Il tipo ideale
Dilthey aveva distinto le scienze della natura dalle scienze dello spirito in quanto le prime
studiano il mondo esterno alluomo e i nessi causali tra i fenomeni fisici e le seconde
devono comprendere luomo dallinterno, per immedesimazione.
Windelband, aveva invece distinto le scienze nomotetiche da quelle idiografiche nel senso
che le prime studiano il ripetersi di fenomeni nel tempo secondo leggi determinate mentre
le seconde studiano i fenomeni nella loro singolarit e irripetibilit spostando dunque il
problema dalloggetto al metodo.
Rickert da parte sua aveva affermato che era necessario far riferimento ad una scala di valori
universali per orientarsi nella molteplicit infinita degli eventi storico-sociali e per poter
scegliere quelli pi significativi.
Mex Weber riprende il discorso di Windelband e Ricker correggendolo con la
considerazione che senza una selezione dallinfinit priva di senso di tutto ci che accade
nel mondo la conoscenza semplicemente impossibile. La realt oggettiva un caos per cui
la conoscenza (anche quella scientifica) possibile soltanto in relazione ad una scala di
valori che indichi ci che merita di essere considerato e quale valore attribuire a tale evento.
Per Weber, per, tale scala di valori non composta da valori universali (come per Wind. E
Rick.) perch questi valori cui far riferimento sono storicamente, socialmente ed anche
individualmente relativi.

Poi, Weber aggiunge che non solo il riferimento a valori essenziale per la conoscenza ma
anche che esistono tanti modi di conoscere la realt, cio che uno stesso evento pu essere
considerato da pi punti di vista diversi.
Quindi, la realt pu essere conosciuta solo in quanto si attribuiscono a settori particolari di
essa significati e valori particolari ed essa sempre mediata culturalmente in quanto la
cultura che permette di selezionare alcune aspetti dalla realt infinita priva di senso
attraverso lattribuzione a essi di significati specifici.
Dato che i valori cui far riferimento non sono universali essi non possono essere indicati da
alcuna legge scientifica. Nelle scienze storico-sociali le leggi sono ipotetiche e il loro
compito quello di chiarire determinati aspetti in studio del fenomeno ma non possono
esaurirlo: si possono cercare connessioni causali espresse in forme di regole ma va sempre
tenuto presente che mentre per le scienze esatte della natura le leggi hanno tanta pi validit
quanto pi sono generali, per le scienze storico sociali tanto pi le leggi sono generali
quanto pi perdono di valore. Pertanto, il principio delle scienze nomotetiche (che studiano
il fenomeno nella loro tendenza a ripetersi secondo leggi determinate) valido anche per le
scienze storico-sociali in quanto linquadrare il fenomeno da studiare in una legge, sempre
ipotetica, pu essere utile per la comprensione del fenomeno stesso.
Certamente, secondo Weber, si possono inquadrare soltanto alcune cause di un fenomeno
perch esse in realt sono infinite cos non c possibilit di esaurire la comprensione di un
fenomeno storico-sociale con lindividuazione delle sue cause: si possono solo mettere in
evidenza alcuni fattori che, secondo il punto di vista particolare da cui muove la ricerca,
hanno condizionato lemergere della situazione specifica in studio.
Le scienze storico-sociali, poi, trattano di fenomeni culturali nelle loro configurazioni
storiche ed individuali specifiche (quindi uniche ed irripetibili) di conseguenza non
sufficiente individuare le relazioni quantitative ma necessario immedesimarsi, rivivere,
intendere (Verstehen): evidentissima linfluenza di Dilthey. E bene chiarire subito, per,
che il verstehen di Weber (lintendere), diverso da quello di Dilthey perch per
questultimo lintendere significa immedesimazione con i motivi fondamentalmente
irrazionali (e che come tali possono solo essere intuiti) mentre per Weber lintendere non
comporta unimmedesimazione di tipo psicologico ma si basa sul fatto che lazione pu
essere razionale in quanto tende a raggiungere scopi con mezzi considerati validi
(razionalit rispetto allo scopo).
Ecco che non c nessuna analisi scientifica puramente oggettiva e che non sia quindi
unilaterale nel senso di non poter prescindere da una relazione con i valori e che tali valori
siano insindacabili in quanto questione di fede implica che la scienza sociale non pu dare
alcuna indicazione pratica circa le scelte da compiere in sede politica. La scienza non pu
dare giudizi di valore in quanto essi si basano su determinati ideali e sono perci di origine
soggettiva.
La scienza pu, invece, conferire consapevolezza a chi agisce che ogni agire, ma anche il
non agire, ha delle conseguenze e significa dunque prendere posizione in favore di
determinati valori rispetto ad altri: compiere la scelta, per, cosa che riguarda
esclusivamente il soggetto agente. La scienza pu indicarci quali mezzi sono pi idonei per
raggiungere il fine che ci siamo proposti in relazione alla loro efficacia, e pu insegnarci a
considerare i fini che ci siamo proposti criticamente (solo nel senso di assenza di
contraddizione interna di ci che vogliamo).
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La scienza, dunque, deve far suo il principio della avalutativit nel senso che tutto ci che
essa pu fare giudicare lefficienza delle scelte rispetto alle mete che si vogliono
raggiungere ma la scelta di queste mete esula dalla scienza e diventa questione di fede
risolvibile solo dalle religioni positive.
Queste affermazioni di Weber hanno un significato anche politico, infatti, sulla loro base,
egli in grado di porsi criticamente nei confronti del positivismo classico come del
materialismo storico. Partendo da questi presupposti, Weber afferma che essendo la realt
storico-sociale infinita e non esauribile da un unico punto di vista, lerrore della concezione
materialistica della storia non consiste nellanalisi, scientificamente legittima, dei
condizionamenti economici ma nellaver presupposto che tale analisi sia lunica valida da
un punto di vista scientifico, cadendo tutte le altre nellideologia. Se la concezione
materialistica della storia come studio del condizionamento economico dei processi culturali
un metodo prezioso, come pretesa dogmatica va recisamente rifiutato. Non dunque
lanalisi ad essere errata ma la presunzione che il punto di vista assunto e il conseguente
metodo adottato siano gli unici validi quando invece la medesima realt storico sociale pu
essere validamente studiata con pari legittimit e scientificit da punti di vista diversi. Il
significato politico della concezione di Weber evidente: riducendo il marxismo a un punto
di vista tra i tanti possibili, toglie ad esso quella forza attiva che dallinizio ne voleva essere
un tratto distintivo essenziale. Weber si definiva esplicitamente un borghese ( contento di
esserlo).
Naturalmente, Weber (dopo aver affermato che scienza e conoscenza non sono possibili
senza una selezione fondata su una relazione con i valori, di un tratto specifico della realt
che si considera come significativo a scapito di altri) si trova nella necessit di indicare quali
possibilit ha la scienza sociale di essere oggettiva. Weber afferma a questo proposito che
loggettivit delle scienze sociali garantita dal metodo. Egli afferma che ogni fenomeno
storico-sociale determinato da una serie di concause ma possibile accentuare
unilateralmente un suo fattore specifico, che in concreto non si trova mai allo stato puro e
isolato, e costruire sulla sua base un modello che serva allinterpretazione della realt in
questione dal particolare punto di vista unilaterale da cui essa osservata. E questo il tipo
ideale: esso cio uno strumento euristico per linterpretazione della realt che, una volta
accettato, conduce chi lo accetta a determinate conclusioni e quindi garantisce loggettivit
della ricerca scientifica. Il tipo ideale dunque lestrapolazione dalla realt storico-sociale
di un suo tratto (che concretamente si trova inserito in tale realt) che viene appositamente
accentuato concettualmente in modo da formare un modello tramite il quale interpretare la
realt. Esso unutopia nel senso che, nella sua purezza concettuale, non pu mai essere
rintracciato empiricamente nella realt. Esso serve come schema di riferimento rispetto al
quale la realt deve essere misurate e comparata al fine di illustrare determinati elementi
significativi del suo contenuto empirico. Ecco che lartigianato, il capitalismo, il
cristianesimo, la chiesa, la setta, lo stato, sono tutti esempi di tipo ideale portati da Weber.
La ricerca storico-sociologica
Negli stessi anni nei quali elabora la sua metodologia (agli inizi del 900), Weber cerca di
applicarla alla ricerca concreta, di questo periodo , infatti, il suo famoso saggio su Letica
protestante e lo spirito del capitalismo (1905).
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Se da un lato questa ricerca costituisce il terreno concreto sul quale Weber applica la sua
metodologia, dallaltro non si pu nascondere anche la valenza politica di questopera in
quanto con essa Weber cerca di dare una spiegazione alle origini del capitalismo diversa da
quella di Marx ed Engels.
Il capitalismo, afferma Weber, non n sete di potere n sopraffazione economica in quanto
tali fenomeni si sono sempre manifestati in tutte le epoche e in tutti i luoghi. Esso un
calcolo razionale al fine di un guadagno sempre rinnovato. Tale calcolo proprio
dellimpresa capitalistica e richiede, affinch possa realizzarsi, il libero scambio, il lavoro
formalmente libero e probabilit di guadagno formalmente pacifiche. Esso pu essere
inteso, dunque, come un freno razionale allimpulso irrazionale del guadagno smodato, della
bramosia di lucro.
Elementi caratteristici del capitalismo (che solo isolatamente possono trovarsi anche in altre
formazioni storiche ma che tutti insieme sono un fenomeno storicamente specifico) sono
che:
a) lattivit deve essere organizzata ai fini del guadagno;
b) ci deve essere una separazione tra amministrazione di tale attivit e quella domestica;
c) devono essere tenuti razionalmente libri contabili;
d) lavoro formalmente libero (= libera concorrenza), nel senso che ogni imposizione,
privilegi e proibizioni non consentirebbero la piena razionalizzazione dellimpresa
rispetto al guadagno e la necessaria organizzazione sociale che il capitalismo
richiede. E questo che determina il formarsi delle classi sociali contrapposte dei
capitalisti e dei proletari come fenomeno anchesso storicamente specifico.
Weber muove dunque alla ricerca dello spirito del capitalismo, cio di quei presupposti
culturali senza i quali il capitalismo occidentale non avrebbe potuto svilupparsi: egli lo
trova nelletica protestante e, in particolare, nel puritanesimo (con la sua dottrina della
predestinazione). La dottrina puritana comporta la totale sottomissione dellindividuo a Dio:
luomo ha il proprio destino gi segnato fin dalla nascita (salvezza o dannazione) e,
pertanto, ogni sua attivit non serve a modificarlo. Le condizioni di vita (ricchezza o
povert) sono indicazione di ci che Dio ha riservato agli uomini perci per il puritano la
capacit di guadagno ai fini del reinvestimento diventa lunico segno esteriore della propria
predestinazione alla salvezza che pu essere riscontrato nella vita terrena. Di qui la grande
importanza assunta dal denaro nella cultura capitalistica (il tempo denaro, il credito
denaro, il denaro per sua natura fecondo e produttivo). A questo uso del denaro per il
rinvestimento e nuovi guadagni legato il principio del dovere professionale, della
professione come vocazione.
Anche quando poi, nel tempo, i connotati pi strettamente religiosi scompariranno
linfluenza esercitata dalletica protestante sullo spirito capitalismo rimarr vincolante.
Weber dunque contrappone allorigine del capitalismo cos come descritta dal materialismo
storico laccentuazione (secondo i principi del tipo ideale) dellinfluenza religiosa
Ricordiamo che Weber non vuole rovesciare in posizione spiritualistica quella
materialistica di Marx: egli afferma soltanto che lerrore della concezione materialistica
della storia non consiste nellanalisi, scientificamente legittima, dei condizionamenti
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economici ma nellaver presupposto che tale analisi sia lunica valida da un punto di vista
scientifico, cadendo tutte le altre nellideologia. Se la concezione materialistica della storia
come studio del condizionamento economico dei processi culturali un metodo prezioso,
come pretesa dogmatica va recisamente rifiutato. Non dunque lanalisi ad essere errata ma
la presunzione che il punto di vista assunto e il conseguente metodo adottato siano gli unici
validi quando invece la medesima realt storico sociale pu essere validamente studiata con
pari legittimit e scientificit da punti di vista diversi.
Weber continuer a mettere in luce il nesso dialettico che intercorre tra religione ed
economia nelle varie societ storiche, nella consapevolezza che la priorit di un fattore
rispetto allaltro non pu essere decisa una volta per tutte.
Lazione dotata di senso, lazione sociale e la relazione sociale.
Weber continuer ad occuparsi costantemente del problema della relazione di valore
(inevitabile in quanto dirige la selezione e la formulazione delloggetto di unindagine
empirica) e dellavalutativit (altrettanto inevitabile in quanto le scienze storico-sociale non
possono dare giudizi di valore destinati a guidare lazione) e, di pari passo, si occuper sia
di problemi metodologici sia di ricerca storico-sociale mettendo in luce i condizionamenti
reciproci che intercorrono tra societ, religione, economia.
In questa ottica egli affronta Letica economia delle religioni mondiali (con studi su
Confucianesimo, Taoismo, Induismo, Buddismo e Giudaismo antico) ed anche nella sua
opera pi importante (anche se incompiuta e pubblicata postuma) Economia e Societ sono
presenti problemi di carattere metodologico che sostanziale (questi ultimi relativi anche al
mondo contemporaneo).
Egli inizia questa sua grande opera chiarendo il suo parere a proposito dellambito della
sociologia: La sociologia deve designare una scienza la quale si propone di intendere, in
virt di un procedimento di interpretazione, lagire sociale e quindi spiegarlo
casualmente nel suo corso e nei suoi effetti.
Ecco che, una volte definito che oggetto della sociologia lagire sociale, Weber passa a
chiarire che cosa debba intendersi per agire, agire sociale e interazione sociale.
Lagire tale soltanto se dotato di senso quando, cio, lagire viene prodotto
contestualmente ad unattribuzione di significato da parte dellattore allazione (= quando
lazione ha un motivazione individuale). Cos, non agire unazione di tipo puramente
reattivo (quando non c motivazione non si ha azione ma comportamento anche se
empiricamente pu essere difficile distinguere tra comportamento e azione orientata
tradizionalmente).
Si ha senso di fatto, quando il senso attribuito da un soggetto agente (che pu essere
inteso come individuo o anche come gruppo o media di soggetti agenti); senso
intenzionato soggettivamente quando ad attribuire senso allazione un soggetto assunto
come tipo ideale (cio un modello).
Lagire, in senso lato, comprende un agire interno ed un agire esterno. Lagire esterno
quellagire in cui lattore ha come riferimento (= orientato) il mondo esterno, cio gli altri;
lagire interno un agire di tipo riflessivo (autoreferenziale) in cui lattore ha come
riferimento se stesso.
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Si ha agire sociale quando il senso attribuito allazione orientato verso altri soggetti
individuali (= quando la motivazione individuale dellattore diretta verso altri soggetti
individuali).
Esaminando lagire sociale, Weber elaboro i famosissimi quattro fondamenti determinanti
dellagire sociale:
a) agire in modo razionale rispetto allo scopo: che si ha quando lattore concepisce
chiaramente il fine e combina razionalmente i mezzi per il suo conseguimento (es:
lingegnere che costruisce un ponte);
b) agire in modo razionale rispetto al valore: che si ha quando lattore agisce
razionalmente non per conseguire un risultato pratico ma per rimanere fedele ad un
suo principio (es.: il capitano che cola a picco con la sua nave)
c) agire affettivamente: che si ha quando lazione riflette uno stato danimo;
d) agire tradizionalmente: che si ha quando lazione riflette abitudini acquisite
dallattore.
Ci rendiamo conto come Weber intende queste azioni non in rapporto allosservatore (come
fa Pareto) ma in rapporto al significato che il soggetto agente attribuisce al proprio agire.
Weber poi passa a specificare cosa debba intendersi per relazione sociale.
Si ha relazione sociale quando il comportamento di pi individui instaurato
reciprocamente secondo il suo contenuto di senso e orientato in conformit. Affinch si
abbia relazione sociale necessario che entrambe le parti che agiscono attribuiscano un
minimo di senso comune al loro agire. Non si tratta necessariamente di solidariet (es.
nella lotta) ma ci che necessario che il senso attribuito allazione dalle parti deve essere
comune (= devono dare lo stesso significato).
La sociologia, dunque, ha come ambito problematico lazione sociale e la relazione
sociale.
Il concetto di agire dotato di senso, con particolare riferimento allagire sociale, porta alla
centralit del verstehen (=comprendere) cio dellelemento della comprensione. Se lagire
legato ad un significato interno, occorre comprendere questo significato interno: quindi,
primo compito della sociologia quello del verstehen, cio ricostruire gli estremi del
significato interno della condotta attraverso tecniche di tipo pi lato possibile. Per esempio,
la scuola storica romantica da cui viene Weber, che rappresentata da Rickert e
Windelband (che sono stati maestri di Weber) intende il concetto di verstehen come una
specie di compenetrazione nel senso che dice il sociologo (losservatore) vive nello stesso
mondo culturale in cui vive lattore e quindi il compito della sociologia non pu che essere
questa specie di compenetrazione simpatetica che losservatore deve avere nei confronti
dellattore in quanto essi appartengono allo stesso mondo culturali ed in quanto hanno le
stesse coordinate culturali. Quindi il pensiero romantico (Weber romper con esso pur
rifacendosi ad esso) intende la comprensione come esaustiva (nel senso che esaurisce il
compito della sociologia: la sociologia deve essere sostanzialmente una tecnica di
identificazione comprendente gli attori sociali in base alla loro comunanza culturale che
mette insieme losservatore con lattore). Weber afferma e ribadisce limportanza della
comprensione ma, secondo lui, il verstehen non esaurisce il compito della sociologia ma
costituisce solo il primo momento; il secondo momento costituito dallanalisi causale del
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comportamento. Per questo, il grande contributo di Weber stato quello di mettere insieme
comprensione (cio lanalisi e lintelligibilit del vissuto) e spiegazione (cio ricostruzione)
di unimputazione di tipo causale.
Pertanto, la grande svolta metodologica di Weber da quanto punto di vista stata quella di
mettere insieme la comprensione (cio linterpretazione che costituita da un atteggiamento
di tipo intuizionista dellosservatore nei confronti dellattore) e di trasferire questo
componente in un secondo spazio del lavoro sociologico che quello della spiegazione
causale. Perci, se diciamo che luomo guidato dai sentimenti (credenze, pregiudizi, ecc.)
occorre riuscire a trasformare questi sentimenti in variabili che mi mettano nelle condizioni
metodologiche di dire che quando luomo ha certi sentimenti da questi sentimenti ne
scaturisce un certo comportamento. Se noi trasformiamo in variabili ci che alla base della
soggettivit delluomo, potremo poi fare unanalisi causale di questo dominio empirico
identica allanalisi causale che si fa nelle scienze esatte.
Le forme di potere
Weber in riferimento al potere, distingue innanzitutto il potere (o autorit) dalla potenza (o
potere, a seconda delle traduzioni).
Potere (o autorit) la possibilit che un comando determinato trovi obbedienza presso certe
persone e solitamente, ma non necessariamente, questo tipo di potere comporta un apparato
amministrativo.
Potenza (o potere) la possibilit di far valere la propria volont anche di fronte ad
unopposizione.
Il potere si distingue dalla potenza in quanto legittimo.
Ci che interessa dal punto di vista sociologico esclusivamente lautorit (o potere).
Secondo Weber esistono tre tipi puri di potere (autorit) in riferimento alla validit della
loro legittimit:
a) potere legale che si basa sul riconoscimento dellautorit di ordinamenti statuiti e
del diritto di comando di coloro che sono chiamati ad esercitare tale potere in base ad
essi (potere a carattere razionale). In questo caso si obbedisce alla legge e alle
persone preposte dallordinamento stesso a farla osservare e non alla persona in
quanto tale.
b) potere tradizionale che si ha quando il diritto di esercitare il potere conferito dal
carattere sacro della tradizione valida da sempre e nella legittimit di coloro che in
base ad essa sono chiamati a rivestire tale autorit. In questo caso si obbedisce al
signore, al re, come persona designata dalla tradizione, in virt della reverenza
da parte di coloro che la riconoscono.
c) potere carismatico che si ha quando il diritto di esercitare il potere conferito in
virt del riconoscimento di qualit eccezionali, eroiche, straordinarie proprie di un
individuo. In questo caso di obbedisce al duce, in quanto tale, designato
carismaticamente in virt della devozione che ha saputo conquistarsi grazie alle sue
eccezionali qualit.

Questa distinzione tra i tre tipi di potere prescinde da circostanze storiche specifiche: si
tratta di tipi puri, ideali, di uno schema di riferimento per lo studio delle diverse
configurazioni in cui di fatto il potere si presenta.
Weber osserva che nella societ capitalistico-industriale prevale la razionalit rispetto
allo scopo cio un tipo di razionalit formale che guarda allefficienza dei mezzi pi che
alla bont del fine, cos come prevale il potere razionale-legale. In tali societ la
razionalit viene ad identificarsi con lorganizzazione burocratica ed efficientistica in cui
non possono entrare considerazioni di carattere personale. Nella burocrazia non esistono
uomini ma funzioni e funzionari che devono svolgere un compito ben preciso, nel
migliore e pi efficiente dei modi, senza chiedersi altro. Questo tipo di organizzazione
propria del capitalismo e riguarda tanto lorganizzazione amministrativa dello Stato
quanto limpresa. In questo tipo di organizzazione, la spersonalizzazione,
loggettivazione dei rapporti un tratto caratteristico e nello stesso tempo essenziale
(burocrazia = massima efficienza).
Partiti politici e classi sociali
Anche il modo in cui Weber affronta il problema dei partici politici e delle classi sociali
denota a un tempo linfluenza di Marx e la volont di contrapporsi a lui
Ricordiamo come il concetto di classe in Marx abbia basi esclusivamente economiche:
nella societ capitalista esistono due sole classi borghesia e proletariato e la
differenza tra luna e laltra determinata dalla propriet privata o meno dei mezzi di
produzione.
Lanalisi di Weber invece integra quella marxiana considerando affianco alla classe il
ceto:
-

la classe che evidenzia la dimensione prettamente economica come composta da


individui che condividono una posizione comune in una data situazione di mercato;

il ceto che un concetto squisitamente sociologico che un insieme di persone


(una comunit o gruppo di status) che hanno un comune stile di vita (derivante
dalleducazione ricevuta e dal prestigio derivante dalla nascita e/o dalla professione)
e condividono il senso di possedere la medesima identit di gruppo (persone che
dunque condividono una stessa Situazione di ceto intesa come effettivo
privilegiamento positivo o negativo nella considerazione sociale).

Weber invece afferma che nella societ capitalista esistono diversi tipi di partito (uno
solo dei quali caratterizzato da comuni interessi materiali dei suoi membri mentre gli
altri si caratterizzano per avere una comune concezione del mondo) ed una pluralit di
classi.
Weber distingue le classi in possidente (quando le differenze di possesso determinano in
modo primario la situazione di classe) ed acquisitiva (quando le possibilit di
utilizzazione sul mercato dei beni o delle prestazioni determinano in modo primario la
situazione di classe)
Weber, fino alla fine della sua vita, insiste sullavalutativit della scienza nel senso che
essa pu avere solo funzioni strumentali rispetto ai fini che i politici vogliono
raggiungere ma non pu esprimere per essi giudizi di valore. I fini non possono essere
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mai messi in discussione perch la scelta dei fini questione di fede. La vita
concepita come una lotta tra una pluralit di valori irriducibili luno allaltro. E
questo il principio del politeismo dei valori.
LA RAZIONALITA IN WEBER
Un primo e generale livello di razionalit circa lagire umano Weber lo definisce quando
egli afferma che azione razionale appare quellazione che mira a determinati fini scelti
liberamente dallattore, senza condizionamenti affettivi o coazioni, e per raggiungimento
dei quali egli sceglie mezzi adeguati (che poi questi mezzi siano adeguati pu anche
essere una convinzione soggettiva dellattore).
Questo discorso poi ripreso ed ampliato in un saggio del 1913 Alcune categorie della
sociologia comprendente. Weber afferma, e qui evidentissima linfluenza di Dilthey,
che dato che le scienze storico-sociali, trattano di fenomeni culturali nelle loro
configurazioni storiche ed individuali specifiche (quindi uniche ed irripetibili) non
sufficiente individuare le relazioni quantitative ma anche necessario immedesimarsi,
rivivere, intendere (Verstehen) per rendere lazione evidente. E bene chiarire subito,
per, che il verstehen di Weber (lintendere), diverso da quello di Dilthey perch per
questultimo lintendere significa immedesimazione con i motivi fondamentalmente
irrazionali (e che come tali possono solo essere intuiti) mentre per Weber lintendere
non comporta unimmedesimazione di tipo psicologico ma si basa sul fatto che lazione
pu essere razionale in quanto tende a raggiungere scopi con mezzi considerati validi
cio razionale rispetto allo scopo.
Razionalit rispetto allo scopo soggettiva (= razionalit soggettiva) significa che
lattore tiene un comportamento orientato esclusivamente in base ai mezzi ritenuti
(soggettivamente) adeguati per raggiungere gli scopi che lattore stesso si era proposti
(concependoli soggettivamente con precisione e chiarezza). Ci che caratterizza questo
tipo di razionalit non leffettiva adeguatezza dei mezzi per il raggiungimento dei fini
ma la convinzione soggettiva di tale adeguatezza.
Weber poi contrappone alla razionalit rispetto allo scopo soggettiva la razionalit
normale oggettiva (= razionalit oggettiva) della quale rende alcune definizione non
sempre chiare e conciliabili luna con laltra. Una volta Weber afferma che le
aspettative riposte nellazione risultano valide in base a precedenti esperienze e dunque
sembra far riferimento allefficienza oggettiva dei mezzi; unaltra volta parla di agire
orientato correttamente in vista di ci che vale oggettivamente egli sembra far
riferimento la valore, alla meta che si vuole raggiungere. Weber poi aggiunge che tanto
la razionalit soggettiva quanto la razionalit oggettiva sono assolutamente irriducibili
luna allaltra perch un conto la razionalit oggettiva nel senso di uneffettiva
correlazione tra mezzi e scopi messa in evidenza empiricamente, altro la convinzione
soggettiva delladeguatezza tra mezzi e scopi.
Comunque, tanto la razionalit rispetto allo scopo soggettiva quanto la razionalit
normale oggettiva sono tipi ideali cio modelli costruiti dal ricercatore al fine di
orientarsi nella realt storico-sociale che intende studiare.
Non tutte le azioni sono razionali rispetto allo scopo ma Weber afferma che anche le
azioni irrazionali possono essere comprese e lo schema di riferimento per comprendere
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tali azioni dato proprio dal modello di azione razionale rispetto allo scopo soggettiva.
Del resto, nella realt, nessuna azione totalmente razionale o totalmente irrazionale.
Weber, per, lascia cadere questa prima distinzione della razionalit (soggettivaoggettiva) molto probabilmente in seguito allambiguit del termine oggettivo in
relazione a questo tema.
In Economia e societ, lopera uscita postuma nel 1922, ripropone, nel capitolo dedicato
ai concetti sociologici fondamentali in rapporto ai tipi di agire sociale, due nuove
distinzioni (tra esse collegate)
a) razionalit secondo lo scopo razionalit secondo il valore, che di gran lunga la
pi famosa;
b) razionalit formale razionalit materiale; - distinzione effettuata in relazione
alleconomia.
Weber afferma che lagire tale solo quando dotato di senso (= quanto lattore
attribuisce alla sua azione in significato) e si ha agire sociale quando il senso attribuito
allazione orientato verso altri soggetti individuali (= quando la motivazione
individuale dellattore diretta verso altri soggetti individuali).
Indicando i fondamenti determinanti dellagire sociale, Weber afferma che come ogni
agire anche lagire sociale pu essere determinato:
e)

in modo razionale rispetto allo scopo: agisce in maniera razionale rispetto allo
scopo colui che orienta il suo agire in base allo scopo, ai mezzi e alle conseguenze
concomitanti, misurando razionalmente i mezzi in rapporto agli scopi e gli scopi in
rapporto alle conseguenze ad anche i diversi scopi possibili in rapporto reciproco.
Lagire razionale rispetto allo scopo guarda solo allefficienza dei mezzi per il
raggiungimento dello scopo e, in caso di scopi concorrenti o contrastanti, lindividuo
agente sceglie valutando la loro urgenza rispetto ad una scala di bisogni soggettivi.

f) in modo razionale rispetto al valore: agisce in modo razionale rispetto al valore colui
che agisce spinto dalla certezza nellincondizionato ed indiscutibile valore di un
determinato comportamento in quanto tale prescindendo dalle conseguenze. La
razionalit rispetto al valore sottomette i mezzi al valore assoluto attribuito allo
scopo. Questo tipo di razionalit pone laccento non sul valore in quanto tale, non
sulla scelta, ma sul suo carattere incondizionato. Infatti, la scelta tra valori non pu
essere sottoposta a criteri razionali. Le scelte ultime che guidano lagire sono cio
questione di fede: questo il tema del politeismo dei valori. Luomo che agisce
volontariamente misura e sceglie tra i valori secondo la propria coscienza e secondo
la sua personale concezione del mondo. La scienza pu condurlo alla coscienza che
ogni agire (ma anche il non agire) significa nelle sue conseguenze una presa di
posizione in favore di determinati valori e perci di regola contro altri. Compiere la
scelta, per, cosa sua.
g) affettivamente: quando lazione riflette stati danimo o affetti;
h) tradizionalmente: quando lazione riflette abitudini acquisite.

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La distinzione che Weber fa tra razionalit formale e razionalit materiale


effettuata in relazione alleconomia.

razionalit formale di un agire economico definisce la misura del calcolo


tecnicamente possibile e realmente applicato a esso. La razionalit formale
paragonata alla razionalit rispetto allo scopo nel senso che si limita a constatare che
viene compiuto un calcolo razionale rispetto allo scopo, con mezzi tecnici il pi
possibile adeguati. Il calcolo sembra essere correlato con lefficienza dei mezzi
tecnici indipendentemente dai fini che si vogliono raggiungere e proprio in ci sta il
carattere formale di questa razionalit la quale non si trova mai allo stato puro in
quanto nella realt sempre correlata a considerazioni materiali.

La razionalit materiale, invece, fa valere esigenze etiche, politiche, edonistiche e


di qualsiasi specie misurando in base ad esse razionalmente rispetto al valore, o
razionalmente rispetto allo scopo materiale, i risultati dellagire economico. Essa
guarda al raggiungimento di uno scopo considerato positivamente indipendentemente
dagli eventuali sacrifici che ci pu comportare dal punto di vista dellefficienza dei
mezzi. E il raggiungimento dello scopo a costituire il fondamento della razionalit
materiale e rispetto ad essa sempre possibile una critica circa le intenzione e i mezzi
di cui ci si serve per tale raggiungimento.

La razionalit formale ha bisogno di alcune condizioni materiali per potersi esprimere:


a) la lotta di mercato tra economia autonome- i prezzi monetari su cui basare il calcolo
sono infatti il risultato di tale lotta;
b) libert di mercato in quanto senza di essa la calcolabilit non potrebbe verificarsi in
modo autonomo rispetto alla coercitivit;
c) necessaria la presenza di strati sociali con un loro potere dacquisto in modo che le
imprese ricavino un certo utile.
Per quanto riguarda la razionalit in riferimento alleconomia, Weber afferma che c
differenza tra razionalit economica formale (basata sul calcolo) non concettualmente
identica alla razionalit formale basata sul calcolo monteraio.
In altri casi si pu avere un conflitto tra razionalit formale e razionalit materiale: sono i
casi in cui considerazioni o convinzioni politiche ostacolano lo svolgimento dellattivit
economica secondo quei criteri del calcolo e dellefficienza di cui sopra.
La dicotomia tra razionalit formale e razionalit materiale riportata da Weber
anche alla legislazione e alla giurisdizione.
Tanto la legislazione quanto la giurisdizione possono essere razionali o irrazionali.
Sono formalmente irrazionali quando vengono impiegati mezzi diversi da quelli
razionalmente controllabili (es. il ricorso ad oracoli e divinazioni). Per quanto riguarda la
giurisdizione, ad esempio, lapplicazione di regole formali generali (es. lapplicazione di
particolari procedure) garantisce la razionalit formale. Weber elenca una serie di postulati
dai quali la razionalit giuridica formale non pu prescindere:
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a) ogni decisione giuridica lapplicazione concreta di un principio giuridico astratto ad


una fattispecie;
b) per ogni fattispecie concreta deve essere possibile risalire ad una norma giuridica
astratta dalla quale poi derivare la decisione
c) ci che non espressamente contemplato nel sistema giuridico (quindi da esso
regolato) per esso inesistente
La legislazione e la giurisdizione sono materialmente irrazionali quando per la decisione
assumono importanza valutazioni concrete del singolo caso anzich norme generali. Per le
questioni giuridiche, esse sono materialmente irrazionali quando le decisioni sono
influenzate da norme di dignit qualitativa diversa dalle generalizzazioni logiche di
interpretazioni astratte.
Abbiamo visto come fino ad ora Weber abbia posto e proposto dei concetti, distinzioni e
classificazioni essenzialmente in termini generali ed astorici da considerare, per, che il
suo discorso ha origine da un problema storico che poi anche il tema principale del
pensiero weberiano: quello del processo di razionalizzazione della moderna societ
occidentale.
Egli prende in considerazione il tema della razionalizzazione da moltissimi punti di vista
(del diritto, della giurisdizione, delleconomia, ecc) ed a suo parere il problema principale
che si pone in relazione alle moderna societ occidentale questo Per quale
concatenazione di circostanze, proprio in Occidente, e soltanto qui, si sono prodotti dei
fenomeni culturali i quali si sono trovati in una direttrice di sviluppo di significato e di
validit universali?
Questo significato universale la razionalit.
Il fenomeno del capitalismo si inquadra in questa generale tendenza verso una totale
razionalizzazione della vita. Il capitalismo, come organizzazione razionale della vita
economica, come investimento del capitale sulla base di un calcolo razionale al fine di un
possibile maggiore guadagno da investire in un processo sempre rinnovato, fenomeno
tipico dellOccidente moderno e si inquadra nella pi ampia tendenza verso la totale
razionalizzazione.
Il razionalismo economico (= aumento di produttivit del lavoro che si realizza tramite
lorganizzazione del processo produttivo da un punto di vista scientifico che ha abolito il
legame di tale processo coi limiti fisiologici della persona) proprio del capitalismo
occidentale moderno condiziona ogni aspetto della vita sociale e gli stessi ideali di vita della
moderna societ borghese. La razionalizzazione comporta il dominio sulla natura e
sulluomo stesso, il controllo di ci che in epoche e societ diverse da quelle del capitalismo
moderno era considerato come non controllabile dalluomo, dovuto a forze magiche o
trascendenti e, in questo senso, comporta il disincantamento del mondo. Non occorre pi la
magia per propiziare gli spiriti, ora c la ragione e la scienza.
La razionalit non effettiva conoscenza delle condizioni di vita che ci circondano ma
consapevolezza che luomo ha la capacit di raggiungere le mete che vuole con il suo
controllo razionale della realt.
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Anche se il processo di disincantemento del mondo ha un ambito pi vasto di quello relativo


al capitalismo, esso trova la sua realizzazione pi ampia nellOccidente modenro e
nellorganizzazione economica capitalistica.
Naturalmente il controllo della realt reso possibile dalla razionalizzazione, comporta
unorganizzazione della societ a esso adeguata. Tale organizzazione coincide sempre pi
con la burocratizzazione, con la razionalit formale, efficientistica, con ladeguatezza dei
mezzi al raggiungimento dei fini, con la riduzione delluomo a funzione, al ruolo che egli
deve esercitare allinterno dellorganizzazione ai fini del suo funzionamento.
Tale razionalit formale per sorta storicamente sulla base di un elemento irrazionale.
Weber, nel suo famoso studio sullEtica protestante e lo spirito del capitalismo, coniuga il
razionalismo moderno con il concetto di professione come vocazione (Beruf) che sorge con
la religione protestante e con il calvinismo in particolare. Ladempimento del proprio
dovere, nelle professioni mondane, valutato come il pi alto contenuto che potessa
assumere lattivit etica. Attraverso la professione si operava a maggior gloria di Dio e in
essa si riscontrava un segno della propria salvezza ultraterrena.
Anche in altre concezioni religiose e nei principi etici che da esse derivano, si possono
ravvisare, secondo Weber, elementi di razionalizzazione. Lo si vede, ad esempio anche
nellorganizzazione della Chiesa che guarda allefficienza, allobbedienza, a darsi una
struttura burocratica rigidissima.
Weber ricorda comunque che il concetto stesso di razionalit non assoluto: il razionalismo
un concetto storico che racchiude in s un mondo di contraddizioni.
Il processo di razionalizzazione proprio delloccidente moderno strettamente connesso con
la il concetto di potere legale.
Ricordiamo che, secondo Weber esistono tre tipi puri di potere (autorit) in riferimento alla
validit della loro legittimit:
d) potere legale che si basa sul riconoscimento dellautorit di ordinamenti statuiti e
del diritto di comando di coloro che sono chiamati ad esercitare tale potere in base ad
essi (potere a carattere razionale). In questo caso si obbedisce alla legge e alle
persone preposte dallordinamento stesso a farla osservare e non alla persona in
quanto tale.
e) potere tradizionale che si ha quando il diritto di esercitare il potere conferito dal
carattere sacro della tradizione valida da sempre e nella legittimit di coloro che in
base ad essa sono chiamati a rivestire tale autorit. In questo caso si obbedisce al
signore, al re, come persona designata dalla tradizione, in virt della reverenza
da parte di coloro che la riconoscono.
f) potere carismatico che si ha quando il diritto di esercitare il potere conferito in
virt del riconoscimento di qualit eccezionali, eroiche, straordinarie proprie di un
individuo. In questo caso di obbedisce al duce, in quanto tale, designato
carismaticamente in virt della devozione che ha saputo conquistarsi grazie alle sue
eccezionali qualit.

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Questa distinzione tra i tre tipi di potere prescinde da circostanze storiche specifiche: si
tratta di tipi puri, ideali, di uno schema di riferimento per lo studio delle diverse
configurazioni in cui di fatto il potere si presenta.
Il processo di razionalizzazione, infatti, comporta la spersonalizzazione dei rapporti e il
potere razionale legale per suo intrinseco carattere impersonale e vi pure una
connessione tra razionalit formale, secondo lo scopo, e potere razionale: la prima guarda
allefficienza dei mezzi a prescindere dai contenuti, la seconda alla correttezza formale del
comando in rapporto con chi lo esprime a prescindere dai contenuti.
Weber definisce lo Stato come unimpresa istituzionale di carattere politico nella
quale lapparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della
coercizione fisica legittima in vista dellattuazione degli ordinamenti.
Lo Stato moderno fondato sul potere legale in quanto lobbedienza dovuta
esclusivamente al fatto che la norma posta in termini formalmente corretti: in esso non si
obbedisce alla persona bens alla regola statuita la quale decide a chi e in che cosa si deve
obbedire.
Lo Stato moderno basato su una organizzazione efficiente e, in questo senso, burocrazia.
Esso comporta la generalit e lastrattezza della norma e pertanto la spersonalizzazione.
La burocrazia non una caratteristica della sfera politica ma si ritrova anche nellimpresa
capitalistica privata: entrambe procedono di par passo. Per Weber, alla base dello stato
moderno e del capitalismo moderno vi la medesima dimensione di razionalit formale che
permette da un lato al cittadino di prevedere il funzionamento dellordinamento giuridico e,
dallaltro, allimprenditore di comportarsi in base alle possibilit offerte dal mercato.
Impresa capitalistica e stato moderno sono aspetti del processo globale di razionalizzazione
verificatosi nellOccidente moderno.
Weber mette anche in evidenza che il capitalismo si potuto realizzare anche in contesti
giuridici diversi da quelli in cui prevale il formalismo: il caso del diritto consuetudinario
inglese in cui la razionalit materiale sembra prevalere su quella formale. Possiamo dunque
concludere che un diritto razionale orientato in senso materiale pu accompagnarsi con le
pi svariate forme di economia capitalistica e non capitalistica; il diritto razionale formale
compatibile soltanto con il capitalismo peculiare dellOccidente moderno.
CRITICA
1) Lucaks
Giorgy Lucaks, critica duramente Weber in termini di marxismo ortodosso. Egli afferma
che Weber nel suo continuo tentativo di confutare la concezione materialistica della storia,
riporta sempre e tutto il suo discorso allimportanza dei fenomeni religiosi tant che da essi
fa dipendere anche lorigine del capitalismo (alletica protestante, quindi ad un principio di
ordine spirituale).
Lucaks continua affermando che Weber, con lo strumento metodologico del tipo ideale
soggettivizza ogni genere di analisi della societ e della storia ed inoltre affermando che la
scienza non pu dare giudizi di valore in merito ai fini che, invece, devono essere
liberamente scelti dallattore, rimette le scelte medesime allirrazionale e al punto di vista,
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relativo ed arbitrario del soggetto. Weber toglie alla scienza la possibilit di dare un
orientamento pratico alle scelte politiche che non sia meramente tecnico lasciando dunque la
politica in balia dellirrazionale.
Le accuse di Lucaks non sono sempre fondate: innanzitutto egli contrappone una
concezione dialettica della storia in cui la razionalit coincide con il progresso mosso dalle
contraddizioni economiche: pi che una critica si tratta di una diversa concezione della
storia, certamente con conciliabile con quella di Weber.
Poi Lucaks sbaglia quando accusa Weber di spiritualismo perch Weber non vuole confutare
le argomentazioni proprie della concezione materialistica della storia ma semplicemente
integrarle considerandole come uno dei tanti punti di vista validi e legittimi. Dunque,
corretto segnalare in Weber la presenza del soggettivismo ma ci non dimostra affatto
lerroneit di quanto Weber ha affermato.
2) Marcuse
Al tema della razionalizzazione propria della societ occidentale come destino inevitabile,
dedica grande attenzione Herbert Marcuse.
Marcuse evidenzia che Weber rimane sempre legato al concetto di avalutativit della
scienza per cui la sua analisi non pu portare n a plausi n a condanne n indicare vie per
lazione. Egli, inoltre, appare convinto che la razionalit formale su cui fondato qualsiasi
processo di industrializzazione e modernizzazione costituisca il destino dellOccidente e
quindi una realt storica non superabile: linevitabile destino della nostra intera esistenza.
Weber non pu muovere critiche in quanto il dover essere sottratto allanalisi scientifica e
reso impenetrabile alla critica. Marcuse afferma che a Weber sfugge il fatto che se la realt
dellindustrializzazione una realt divenuta storicamente essa per questo storicamente
superabile: non rendersi conto di ci vuol dire accettare acriticamente lo status quo.
Lapparato amministrativo, la burocrazia (che porta alla spersonalizzazione), caratteristiche
del capitalismo moderno, sono strumenti del potere costituito. Lefficienza burocratica e
tecnologica non trova ragione in se stessa anche se sembra essere diventata fine di per s.
Questa razionalit efficientistica ha un fondamento irrazionale in quanto non messa al
servizio della realizzazione delle potenzialit umane ma solo del dominio che comporta
oppressione e negazione di queste stesse potenzialit. Oggi, uneffettiva amministrazione
razionale, coinciderebbe con luso della ricchezza sociale nellinteresse di un libero
sviluppo e soddisfacimento dei bisogni umani ed il progresso tecnico rende questa
razionalit una possibilit sempre pi reale ma ad essa contraddice la razionalit
dellapparato che costituita su unoppressione produttiva.
Marcuse, per, si chiede se questo continuo insistere di Weber sul fatto che la razionalit
capitalistica solo formale, non sia in realt malcelata critica. Lesame avalutativo della
razionalit efficientistica e burocratica, nasconde forse lironia, in quanto si sottintende che
questa non vera razionalit?
3) Franco Ferrarotti
Anche Ferrarotti (Max Weber e il destino della ragione, 1965) si pone il problema della
razionalit in Weber. Egli sostiene che in Weber c una contraddizione, vissuta
coscientemente, tra lesigenza dellavalutativit della scienza e la preoccupazione per una
societ in cui efficientismo e burocratizzazione riducono completamente a s ogni dignit e
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riporta, a questo proposito, un brano di Weber in cui questa preoccupazione emerge


chiarissima terribile pensare che il mondo potrebbe un giorno essere pieno di nientaltro
che piccoli denti dingranaggio ..
Weber dunque recuperato a quella sociologia il sui senso linsoddisfazione per lo status
quo e per la sua trasformazione razionale.
4) - E anche necessario notare che, in riferimento allavalutativit, che Weber, certi valori li
dava per scontati e indiscutibili: sono i valori della tradizione liberale e borghese (la libert
individuale, la dignit, il senso della fairness (rispetto delle regole del gioco). Egli d per
scontato che ognuno avrebbe compreso la differenza tra letica dei fini ultimi e il fanatismo
e tra letica della responsabilit e lopportunismo ma ci non avvenuto.
5) Weber, poi, studia il problema della razionalit sia in rapporto con latteggiamento del
soggetto agente e dellinterazione (a livello cio microsociologico) che a livello di intere
formazioni sociali (macrosociologico).
6) Si ricorda poi che alcuni interpreti identificano la razionalit con il capitalismo mentre
altri considerano il capitalismo unespressione (certamente la pi completa ed importante)
della razionalit. Da un punto di vista marxista i mutamenti nella sfera economica sono
primari e gli alti aspetti della vita sociale vanno spiegati in correlazione con questi; da altri
punti di vista si pu presumere un movimento verso la razionalit formale entro il quale si
spiega la stessa razionalit capitalistica.
7) Alfred Schutz
Secondo Schutz corretto partire dal concetto di azione dotata di senso perch solo cos si
giunge ad una corretta impostazione dei problemi delle scienze sociali, per, continua
Schutz, Weber non chiarisce se questo senso sia il medesimo per lattore nel corso
dellazione e ad azione compiuta, per i soggetti tra cui si instaura la relazione sociale e per
losservatore esterno. Sembra che Weber dia per scontato che il senso sia il medesimo per
tutti ma ci, afferma Schutz, pu essere accettato soltanto per fini pratici dei rapporti nella
vita quotidiana ma non pu essere cos per la scienza. E poi, Weber non indica che cosa vuol
dire dare significato allazione: se prima si agisce e poi si attribuisce significato o se il
significato precede o contemporaneo allazione.
8) Talcott Parsons Raymond Aron
Riconosce a Weber (pur rimproverando di non aver portato a compimento un sistema
sociologico generale) il merito di aver sottolineato come a fondamento della societ vi
debbano necessariamente essere significati e valori condivisi. Aron accomuna Weber a
Durkheim e Pareto affermando che il tema fondamentale della loro riflessione quello dei
rapporti tra la religione e la scienza e che, giustamente, ritrovano lidea di Comte secondo la
quale le societ non possono conservare la loro coerenza se non con le credenze comuni.
9) I chiarimenti metodologici di Weber, anche quando sono relativi allinterazione, non sono
mai fini a s stessi ma costituiscono il presupposto per il compimento pi adeguato della
ricerca storico-sociologica che, nel caso specifico della societ industriale, il problema
della crescente burocratizzazione e delloggettivazione dei rapporti.

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