Dottorato URBEUR
Paper qualitativo
LUSO DELLINDAGINE BIOGRAFICA IN MILANO, COREA DI DANILO
MONTALDI E IN LA MISERE DU MONDE DI PIERRE BOURDIEU:
PRETESTO PER UNA POSSIBILE RIFLESSIONE DI ORDINE EPISTEMOLOGICO
E METODOLOGICO IN SOCIOLOGIA.
1.
1.1
1.2
1.3
1.4
2.
2.1.1
2.1.2
2.2.1
2.2.2
Due ricerche
Milano, Corea, di Franco Alasia e Danilo Montaldi
Luso delle storie di vita nella sociologia di Montaldi (e in Milano, Corea)
La misre du monde, a cura di Pierre Bourdieu
Comprensione e riflessivit nellindagine biografica
3.
A conclusione
Nei tempi e nei luoghi in cui operarono Thomas e Znaniecki, la scienza era vissuta come strumento per
il miglioramento sociale, doveva produrre, cio, risultati applicabili nella pratica ed era proprio questa
applicabilit che avrebbe mostrato il valore, anche teorico, della scienza:
una scienza i cui risultati possono venire applicati dimostra () che essa realmente fondata
sullesperienza, che in grado di afferrare una grande variet di problemi, che il suo metodo
realmente esatto- cio che essa valida. La prova dellapplicabilit una responsabilit salutare che
la scienza deve assumersi nel proprio interesse (Thomas, Znanieki 1968: 22/23, cit. in Bichi 1999:
11)
La citazione tratta dall Introduzione metodologica in Il contadino polacco.
Il sottolineato mio e vuole mettere in luce prese di posizione di ordine epistemologico.
3
Perch un computer funzioni non sono necessari solo un buon hard-ware e dei buoni soft-ware, ma
anche un buon wet-ware, cio la componente umana in grado di crearli e/o utilizzarli.
Si tratta poi di un tipo di indagine non solo multiforme, ma anche multidisciplinare nel
senso che una vasta gamma di discipline, e non solo le gi citate sociologia e
antropologia, lhanno fatta propria (come approccio, come metodo o come teoria)4 e
transdisciplinare: la polisemicit intrinseca colloca lindagine biografica in una zona
liminale che la rende fertile ai fini dellanalisi in ricerche non strettamente inserite in un
solo e compartimentato ambito disciplinare5.
Ritornando al percorso storico che questo tipo di indagine ha intrapreso, se ne
ripercorreranno ora i periodi in cui stato pi o meno in auge e in cui stato pi o meno
convalidato con successo dalle ricerche che lo hanno utilizzato.
Declinato il momento felice della Scuola di Chigaco tra gli anni 20 e 30, la sua
eredit raccolta in Europa negli anni 1950 in concomitanza con lapprofondirsi della
critica alla societ industriale: i boom economici che hanno seguito in molti paesi
europei lapplicazione del piano Marshall e la ricostruzione postbellica, accompagnano
alle luci laltrettanto consolidarsi di zone di ombra. In un clima antecedente la
cosiddetta rivoluzione culturale che culminer con i movimenti operai e studenteschi del
1968, nel clima della presa di coscienza, il materiale biografico viene utilizzato
allinterno di una prospettiva politico culturale ampia e critica, come strumento per
rovesciare lasimmetria radicale del rapporto soggettto-oggetto della ricerca, e diventa
cos quasi una promessa di rivoluzione culturale e politica, lo strumento per una
conoscenza diversa della societ, anti-autoritaria e anti-burocratica (Bichi, 1999: 10).
E proprio in questo contesto che si colloca il lavoro di Danilo Montali e Franco Alasia
qui presentato. Lindagine biografica in sociologia, contribuirebbe alla costituzione di
una storia e di una conoscenza dal basso, prima dando voce ai gruppi socialmente
marginali in quanto portatori di punti di vista culturalmente e politicamente antagonisti,
poi in quanto prodotto debole di processi di emarginazione tanto pi che la
sociologia italiana fino a quel momento si era presentata come scienza borghese
(Campelli 1990: 181).
Anche in Francia lindagine biografica gode di ampia diffusione proprio in relazione
allesigenza di aprirsi alla societ tutta, di dare spazio a una pluralit di voci provenienti
da esperienze e storie di vita - appunto - appartenenti a mondi sociali diversi6.
Lindagine biografica in Francia conoscer un proficuo e prolungato utilizzo7, tanto che
proprio qui che si iniziano a pubblicare alcune riviste specializzate, tra cui Life
stories/Rcits de vie nel 1985. Il dibattito che si apre si articola su posizioni molto
strutturate. Qui considerer due tra gli autori che pi si sono spesi per illustrare
lepistemologia e la metodologia soggiacente questo tipo di indagine: Daniel Bertaux,
che lha declinata in una specifica prospettiva da lui chiamata etnosociologia, e Pierre
Bourdieu, in modo particolare a partire dalle riflessioni che emergono dalla ricerca
collettiva da lui coordinata La misre du monde pubblicata in Francia nel 1993.
In merito agli esiti delle critiche sullindagine biografica (e pi in generale sui metodi
qualitativi) che portano alla consapevolezza della loro mancata innocenza, vale la
pena qui ricordare anche la riflessione di Dal Lago (2002: XXXI/XXXII):
La consapevolezza di questo carattere o vizio di fondo () ha dato luogo,
soprattutto nella ricerca meno legata alla cultura di lingua inglese, a diverse
4
Tra gli esempi pi banali e recenti si pensi a Il funambolo, documentario biografico sul cantante
Pupo trasmesso sulle reti nazionali nellestate del 2004 che ha riscosso cos tanto successo da riuscire a
rilanciare la figura di un cantante nazional popolare che si pensava ormai declassato.
Oppure si pensi alle trasmissioni tra il giornalistico e il documentaristico Cos la vita su La7, Avere
Ventanni su Mtv, Storie di vita su Rai2.
9
Il riferimento chiaramente alle pi recenti riflessioni di Zygmut Bauman.
10
Mi piacerebbe soffermarmi, sebbene in nota, anche su un problema secondario relativo allindagine
biografica. Esiste infatti un problema di ordine linguistico e di traduzione che va ulteriormente a
complicare la stesura di un elenco tipologico della terminologia inerente un generico campo biografico:
biografia, storia di vita, percorso di vita, corso di vita, life history, life story, first-person narrative, life
course, biogram, rcit de vie, histoire personnelle, lebenslauf, ethnobiographie, pamietniki... Non solo a
questi termini corrispondono declinazioni di indagini biografica con sfumature (di tipo teorico,
epistemologico, e metodologico) diverse, ma su di esse agisce anche il potere della tradizione geoscientifica allinterno della quale sono state sviluppate, nonch il potere della lingua in s per cui non
sempre stato possibile dare traduzioni in termini linguistici efficaci o puntuali: con lo stesso nome si
Nei paragrafi precedenti quindi stato illustrato il percorso storico relativo allindagine
biografica quale metodo, approccio o teoria, applicata allindagine sociologica. Ne
stato poi sottolineato il carattere fortemente polisemico che oltre a inficiare la possibilit
di una definizione genericamente condivisa e una metodologia standardizzata e
condivisa, ha portato nel tempo a sollevare numerose perplessit e critiche intorno alla
stessa11.
Dallaltro lato, proprio sulla forza espressiva che questo tipo di indagine in grado di
rilevare e sulla possibilit di cogliere il carattere idiosincratico dellesistenza, e quindi
quando ben condotta la qualitativit del dato che in grado di raccogliere, che si
gioca il suo status epistemologico e metodologico. La tensione soggiacente questo tipo
di indagine quella esistente tra soggetto e oggetto di una ricerca, tra fatti e
rappresentazioni che di questi fatti gli attori come singoli e come collettivit producono
per orientarsi nel mondo. Cio la forza espressiva dellindagine biografica fa scaturire
una tensione che necessaria per mettere in atto una auspicata descrizione densa dei
mondi sociali o culturali.
Lindagine biografica allora anchessa partecipe di un pi ampio processo di
ridefinizione epistemologica che oltre a partire da fonti generali di tipo teorico quali
linterazionismo simbolico, la sociologia di Simmel, letnometodologia, coinvolge e fa
intervenire anche i contributi della ricerca di genere e sui generi, le riflessioni sulla
postmodernit, i cultural e i post-colonial studies, la sociologia del corpo e delle
emozioni (Bichi 1999: 23). Non di meno questo aspetto, si riallaccia al discorso sulla
multidisciplinarit e transdisciplinare dellindagine biografica affrontato qualche riga
sopra.
1.3 Alcuni tentativi di formalizzazione: letnosociologia di Bertaux
Presenter qui brevemente alcuni riflessioni intorno allindagine biografica facendo
riferimento alla formalizzazione fatta da Daniel Bertaux. Questo ricercatore infatti ha
utilizzato lindagine biografica quale approccio privilegiato per la conduzione delle sue
ricerche, e ha tentato, attraverso una dettagliata serie di pubblicazioni a partire dalla fine
degli anni 1970, di rispondere a questioni di ordine epistemologico e metodologico.
Fare riferimento a una possibile formalizzazione intorno a questo tipo di indagine mi
serve come passaggio obbligato prima di scendere nello specifico delle ricerche
analizzate.
Bertaux sin dalle sue prime pubblicazioni12 rivendica lautonomia della indagine
biografica, che nella sua accezione non pu propriamente essere considerata come
metodo ma piuttosto come un insieme di modi di intendere e fare ricerca nelle scienze
sociali in contrapposizione a modi di intendere e fare ricerca quasi esclusivamente
concentrati sulluso di strumenti rigidi e strutturati. (Naturalmente questa
rivendicazione deve essere inserita in un pi ampio contesto di demistificazione
della scienza sotto limpulso delle pubblicazioni di filosofia della scienza quali quelle di
Popper, Feyerabend e Kuhn, piuttosto che lermeneutica di Gadamer e la filosofia del
linguaggio di Wittgenstein).
indicano talvolta accezioni diverse oppure allinverso a etichette diverse corrispondono declinazioni
sostanzialmente uguali.
11
Per quanto riguarda le critiche ci si riferiti qui in modo particolare alla debolezza dal punto di vista
metodologico relativa alla misurabilit e standardizzabilit. In seguito, facendo riferimento alle due
ricerche prese in oggetto, si affronter il tema della riflessivit.
12
Bertaux D., Histoires de vies ou rcits de pratiques?Methodologie de lapproche biographique en
sociologie, Cordes, Paris.
Bertaux parla nello specifico di racconti di vita (rcit de vie), termine che
permetterebbe di mettere una distanza (per quanto sottile) tra la storia vissuta da una
persona e il racconto che una persona pu fare della propria storia di vita, o di un
particolare momento della propria vita, in un particolare momento di questa storia, sotto
lo stimolo o linterrogazione di un ricercatore (Bertaux 1999: 31).
Poich sono testimonianza sullesperienza di vita vissuta dagli individui stessi, i
racconti di vita sono di alto interesse sociologico in quanto ogni esperienza di vita
comporta (anche) una dimensione sociale (facendo s che le persone non siano
meramente individui ma al tempo stesso attori sociali): gli uomini non vivono mai
isolati. Pertanto il progetto di vita di un uomo o di una donna colto in un certo istante
non stato isolato in astratto da una coscienza isolata ma stato detto, dialogato,
influenzato, negoziato allinterno della vita di un gruppo.
Il ricorso ai racconti di vita consentirebbe di cogliere la doppia dimensione che della
vita stessa interessa la ricerca sociologica: da un lato larticolarsi in molteplici ambiti di
vita allinterno della vita di un gruppo (quali lambito delle relazioni famigliari, quelle
interpersonali, lambito del lavoro, piuttosto che dellistruzione, o dellemigrazione) e
dallaltra il suo articolarsi allinterno della dimensione del tempo attraverso la durata
nella quale unesperienza di vita si effettua (1999: 62).
La prospettiva di Bertaux, letnosociologia, riserva uno spazio privilegiato alla
dimensione sociale dei racconti di vita per cui i racconti di vita per questo autore
diventano racconti di pratiche in situazione:
Il punto di vista etnosociologico mira alla comprensione di un oggetto sociale
in profondit; se ricorre ai racconti di vita, non per comprendere in profondit
questa o quella persona ma per estrarre, dallesperienza di coloro che hanno
vissuto una parte della loro vita allinterno di un certo oggetto sociale13,
informazioni e descrizioni che, una volta analizzate e assemblate, aiutino a
comprendere il funzionamento e le dinamiche interne(1999: 63).
Pertanto la prospettiva etnosociologica si delinea come un tipo di esperienza empirica
che utilizza lo studio sul campo e acquisisce tecniche di osservazione su modello di
quelle della tradizione etnografica (che, declinate in chiave sociologica, qualcuno
chiama sociografiche (Campelli 1990: 181). Bertaux invece preferisce mantenere il
prefisso etno per rimandare alla coesistenza allinterno di una stessa societ di mondi
sociali diversi che sviluppano ciascuno la propria sotto-cultura (1999: 35).
Lindagine biografica secondo lapproccio etnosociologico pi di altri sarebbe in grado
di cogliere il doppio movimento di omogeneizzazione e insieme di differenziazione
tipico delle societ contemporanee (di cui si accennato anche nel paragrafo 1.1).
Infatti, postulata una dimensione macro (la societ globale) e una dimensione micro
della societ (le societ al plurale che la costituiscono), si possono identificare dei
mondi sociali costruiti intorno ad attivit o situazioni specifiche (gli ambiti di vita) cui
si pu far riferimento attraverso una dimensione meso della societ:
le logiche che reggono linsieme di un mondo sociale o di un mesocosmo (sono)
ugualmente allopera in ciascuno dei microcosmi che lo compongono:
(osservandone in profondit alcuni) e riuscendone ad identificare le logiche
dazione, i meccanismi sociali, i processi di riproduzione e di trasformazione si
possono cogliere almeno alcune delle logiche sociali del mesocosmo del quale
fanno parte. ()
Facendo ricorso ai racconti di vita si possono raccogliere testimonianze che
descrivono dallinterno alcuni microcosmi e le logiche di passaggio da un
mondo sociale allaltro.
(1999: 37, 38)
13
14
Una delle primissime ricerche di Daniel Bertaux seguendo questo approccio aveva lo scopo di indagare
il microcosmo dei panettieri a Parigi (Bertaux D., Wiame I, 1978, Lapprentissage en boulangerie dans
les annes 20 et 30. Une enqute dhistoire orale, rapport au CORDES, Paris. Lindagine sar poi ripresa
anche in seguito). Questo gli permise di ampliare la riflessione sul rapporto tra sviluppo urbano e
deprivazione rurale.
appartenenza sociale; non possiamo che assumerli, i sociologi che fanno ricerca sul
campo hanno sempre trovato un modo, di aggirare questi ostacoli (1999: 74), il tono
sembrerebbe quello di chi si limita a sottolineare, senza problematizzare,
lapprossimativit della ricerca sociologica. E come se largomento venisse evaso, non
perch si riconosca limpossibilit di superare un certo grado di soggettivismo che
inficerebbe la possibilit di raggiungere, da parte del ricercatore e della ricerca
sociologica, una totale obiettivit finale (e scientificit).
Non solo. Sempre nei confronti della tensione tra obiettivit e soggettivit nellindagine
biografica necessario soffermarsi sulla dimensione narrativa che entra in gioco in
questo tipo di ricerca. Si visto come Bertaux utilizzi il termine di racconti di vita
anzich quello di testimonianze, per intendere che si tratta di racconti che, per quanto
volenterosi di essere reali, sono parzialit e rielaborazioni di una dimensione, quale
quella della vita, sfuggente e fluida, per quanto reale e materiale.
La dimensione della narrazione nei racconti di vita, piuttosto che nelle interviste
biografiche o nelle autobiografie una caratteristica distintiva. Le biografie o le
autobiografie sono costituite da mediazioni soggettive e culturali non solo operate dal
ricercatore, ma anche dal soggetto protagonista, attraverso le quali lesperienza vissuta
si esprime nella forma ben specifica della narrazione. Sottolineare questo aspetto
riporta da un lato a riflessioni che potrebbero essere meglio esplicitate dal contributo
della psicologia sociale e della psicologia cognitiva, dallaltro quelle, cui ho gi
accennato, della metafora della cultura come testo e le riflessioni elaborate soprattutto
dallantropologia interpretativa. Infatti, se vero che i racconti di vita raccolti sono solo
una derivata delle (spezzate) linee di vita (successioni e situazioni) che li costituiscono e
che la loro coerenza viene ricostruita a posteriori, levigando la traiettoria biografica
tanto dal punto di vista di chi li agisce, quanto dal punto di vista dello scienziato sociale,
che nella maggior parte dei casi finisce col riscriverli, necessario ammettere che
questa levigatura presente anche quando la riscrittura dei racconti di vita vuole essere
il meno intrusiva possibile (penso ad esempio alla ricerca di Montaldi).
Cio, c da considerare che tra la memorizzazione delle situazioni, degli avvenimenti, e
delle azioni e la loro successiva evocazione si interpone la mediazione dei significati
che il soggetto gli attribuisce retrospettivamente attraverso la totalizzazione pi o meno
riflessiva che ha fatto delle sue esperienze, retrospettiva che include una serie di
processi cognitivi trasformativi. A questo proposito, secondo una posizione testualista
estrema i racconti di vita in qualsiasi delle loro declinazioni (biografica o
autobiografica15) sarebbero solo una ricostruzione soggettiva senza nessun rapporto con
la storia realmente vissuta. Spinta allestremo, allora, questa prospettiva comporterebbe
un suicidio concettuale in quanto ostacolo insormontabile nei confronti della
possibilit di poter cogliere una realt che precede il modo in cui raccontata (Bertaux
1999: 56, 57). Tra le possibili alternative quella adottata dallapproccio etnosociologico
di considerare che la realt soggiacente la storia di vita di una persona indipendente
dal modo in cui raccontata non sia unipotesi ma piuttosto un postulato16 (1999: 52).
Oppure, unaltra strada quella di eliminare la possibilit di cogliere in una storia una
presunta realt o oggettivit che la precede, e decidere di privilegiare le rappresentazioni
che orientano il soggetto parlante, in quanto reali o immaginarie che siano in grado
di influire sul suo agire nel mondo e di provocare effetti ben reali. Questo approccio in
15
La stessa distinzione tra autobiografia e biografia meno lucida di quanto il linguaggio comune
sembrerebbe manifestare. Riferita allindagine biografica, laccento non posto solo sul racconto in
prima o in terza persona. Lautobiografia avrebbe lo scopo di raccogliere una rappresentazione totale e
diretta da parte dellautore, ma si tratta unideale poco accessibile, per quanto fortemente espressivo. La
biografia invece raccolta e ordinata dal ricercatore, e quindi pi leggibile. Nelle ricerche qui trattate si
fa uso di autobiografie (in Milano, Corea), e di interviste biografiche (ne La misre du monde).
16
Si veda anche J.P Roos, 1994, True life revisited. Autobiography and referentiality after the posts, in
Auto/Biography nr. 3
modo particolare rimanda al ruolo problematico del ricercatore come decriptatore dei
significati che orientano pratiche e rappresentazioni.
2.0 Due ricerche
I paragrafi precedenti hanno cercato di illustrare alcuni aspetti salienti per inquadrare
lindagine di tipo biografico in chiave sociologica. Dopo una breve introduzione relativa
alla definizione di indagine biografica e a un breve excursus storico che potesse
inquadrare le modalit di utilizzo di questo tipo di indagine per fare sociologia, si
ritornati alla definizione per mettere in luce alcune delle sue possibili declinazioni
(come declinazione di riferimento stata utilizzata quella proposta dal ricercatore
francese Daniel Bertaux), e illuminare alcuni aspetti problematici che, a partire dallarea
metodologica, coinvolgono soprattutto quella epistemologica (in modo particolare
relativi alla riflessivit del materiale che lindagine biografica raccoglie).
Questa seconda parte vuole cercare di mettere a fuoco questi aspetti attraverso lanalisi
di due ricerche che hanno utilizzato come base empirica per la propria analisi
sociologica questo tipo di indagine. In questo modo si vuole cercare di superare la
difficolt insita nel fatto stesso che definire in modo univoco questo modo di fare
ricerca pressoch impossibile (proprio per la duttilit che lo contraddistingue). Allo
stesso tempo, e proprio in conseguenza di queste premesse, questi paragrafi, le
riflessioni e i punti critici intorno allindagine biografica che ne discendono, sono da
ritenersi contestuali alle ricerche presentate.
2.1 Milano, Corea, di Franco Alasia e Danilo Montaldi
Milano, Corea. Inchiesta sugli immigrati una ricerca italiana pubblicata in prima
edizione nel 1960 (seguita da una seconda edizione aggiornata nel 1975) e che ha come
ambito di indagine limmigrazione interna con destinazione la citt di Milano durante il
secondo dopoguerra. Per ricostruire il contesto storico-sociale si pu fare riferimento
anche ad altre ricerche italiane proto-sociologiche o sociologiche dello stesso periodo,
quali quelle di Danilo Dolci (1956, Inchiesta a Palermo; 1956, Spreco) e di Goffredo
Fofi (1964, Limmigrazione meridionale a Torino). Lungi dallinsistere in questa sede
sul contesto storico, politico e culturale del periodo di pubblicazione, per da
aggiungere che anche in letteratura, tra le opere di narrativa, sono contemporaneamente
dati alle stampe una serie di libri-testimonianza che mescolano tematiche sociali a
narrativa e poesia - che esprimono una sorta di andata verso il popolo (o discesa verso
il basso, o incontro con), quali quelli di Carlo Levi, di Rocco Scotellaro, di Nuto
Revelli. Inoltre, dal punto di vista del contesto accademico-disciplinare da sottolineare
che le succitate ricerche si inseriscono in un clima di produzione sociologica che stato
anche definito come anticapitalista, tanto volenteroso di allontanarsi dai modelli
ideologici e metodologici della sociologia nordamericana, quanto volenteroso di dare
voce alle classi subalterne rispetto a quelle borghesi, e ai gruppi subalterni considerati
come prodotto debole di processi di emarginazione sociale17 (Campelli 1990, Bichi
1999).
Si tratta di una serie di ricerche che rilette col senno di poi ci appaiono intrise di
ideologia. Allo stesso tempo si tratta di ricerche che non vengono meno alla loro
intensit sociologica, alla capacit di produrre discorso che illumini e che sveli aspetti e
meccanismi dellorganizzazione sociale tanto a livello macro quanto a livello di micro17
Alessandro Pizzorno scrive nel 1956 (in Opinione nr. 1) che Il lavoro che continua ad imporsi agli
intellettuali italiani quello di entrare in dialogo con tutta la cultura non intellettualequella urbana delle
fabbriche e dei rioni, degli uffici e delle famiglie, non meno di quella delle campagne, la cultura insomma
entro cui tutti noi ci muoviamo quando non studiamo o leggiamo c.f.r. Campelli 1979.
10
cosmi. Nel caso di Danilo Montaldi e Franco Alasia, (che in Milano, Corea ha raccolto
la maggior parte delle autobiografie) laspetto ideologico a differenza di tanta
ideologia non per nascosto18: anzi esplicitato tanto nella ricerca stessa quanto
dalla lettura della loro personale storia di vita. Personalmente ritengo essere
importante conoscere alcuni aspetti biografici di questi autori, essenziali per capire e
leggere linchiesta, inserirla in un contesto specifico, e cos continuare a farla parlare,
nel tempo, anche a contesto sociale sensibilmente mutato (tanto a livello macro, quanto
di comunit sociologica).
Danilo Montaldi19 infatti sociologo e insieme militante esplicitamente collocato
nella tradizione della sinistra operaia, legame che lo porta ad essere una figura
vivacemente attiva in quella che con una espressione datata e portatrice di significati
contradditori pu essere identificata come sociologia di base. Oltre alle ricerche
sopraccitate si ricordi che nella seconda met degli anni 50 nascono una serie di riviste,
peraltro dalla vita editoriale piuttosto breve, quali Opinione e Ragionamenti, che si
fanno portavoce delle esperienze di questo tipo di sociologia politicamente schierata e
civicamente attiva: un tipo di esperienza sociologica-editoriale che sfocer nei pi
famosi Quaderni rossi e Classe operaia. Si tratta di supporti scritti per veri e propri
laboratori sociali che si ponevano come obiettivo quello di operare un riadeguamento
critico, teorico e metodologico, nella cultura italiana di sinistra, in modo tale da
rispondere alla necessit di distruggere la funzione culturale come attribuzione di una
classe speciale ad avanzare nel senso di una prospettiva politica antagonista (Campelli
1979).
Nel caso di Montaldi, parlarne come di sociologo tout court corrisponde ad elaborare un
espediente tecnico. E nellottica del pensiero dello stesso che unarticolazione del suo
discorso in chiave puramente sociologica parrebbe un non sense: Montaldi infatti non si
prende mai briga di separare pratica sociologica e prassi sociale20. Scrive in Militanti
politici di base (1971): Il nostro tempo il tempo dei militanti, non esiste mondo
possibile senza identificazioni di teoria e prassi militante. Se la ricerca sociale e
politica non pi sovrapponibile alla sicurezza e alla sufficienza delle interpretazioni
ufficiali, ma coincide invece con le lotte e con le esperienze di vita e di aggregazione
che la classe (altro termine che ci appare obsoleto e quasi estraneo) sperimenta nel
suo movimento concreto, allora la ricerca che si dice sociale deve essere ampia,
puntuale, e orientata, non solo teoricamente ma anche politicamente. Deve essere
concentrata su un tipo di indagine minuziosa e sulla consapevolezza della societ che
proviene dal basso. In questo modo, la ricerca fornisce (e, in questottica, anche suo
dovere fornirli) gli elementi per una prassi politica reale (nello specifico, di classe).
La ricerca imbevuta di necessit politica (Campelli 1979).
Allora, per Montaldi lidentificazione delloggetto sociologico anche lidentificazione
di una prassi politica, la conoscenza sociologica direttamente funzionale alla
prospettiva del movimento operaio e il marxismo una vera e propria sociologia
anticapitalista.
2.1.2 Luso delle storie di vita nella sociologia di Montaldi (e in Milano, Corea)
18
Ad esempio, Montaldi stesso a scrivere nellintroduzione di Una inchiesta nel cremonese (pubblicata
in Opinione nr. 2) che linchiesta in oggetto un lavoro ideologico e di accertamento della realt
attraverso la riflessione sui fatti quotidiani della politica socialista
19
Mi soffermer in questa sede esclusivamente su Danilo Montaldi, autore dellelaborazione sociologica
della ricerca. Per quanto riguarda la storia di vita di Franco Alasia, importante qui ricordare che oltre
ad aver collaborato con Montaldi, ha collaborato anche in pi di una ricerca di Danilo Dolci, e pi in
generale si occupato di storia del movimento operaio.
20
Purtroppo non mi stato possibile di capire se Montaldi ritiene questi due aspetti inseparabili in senso
stretto tanto dal punto di vista analitico quanto metodologico, oppure se inutile e infruttuosa.
11
12
Le storie di vita raccolte, si pongono come testimonianze che, nella loro collettivit, si
riscattano dal particolare e servono a mettere in comunicazione una parte di storia
inconsapevole, mettendo in relazione tempi, conoscenze e valori privati, con tempi,
conoscenze e valori pubblici. In questo processo, la stessa struttura di presentazione
della ricerca, data dallunione di una parte istituzionale e di parte biografica,
presentando prima la parte pubblica, e poi linsieme di quelle private.
E nel complesso, mescolando le due parti, che la ricerca acquista valore, perch le
parole della descrizione della prima parte acquistano espressione e si completano grazie
a quelle dirette e non commentate della seconda. E il caso di quanto succede nella
descrizione dellimmigrato nella grande citt del nord (Milano) che non solo
rappresentato da un numero presente allinterno di una tabella statistica metodologia
giustamente utilizzata per tracciare un disegno del fenomeno nelle sue dimensioni
macro - ma che restituisce della persona lidentit, tanto a livello di attore individuale
(come , in ogni singola storia di vita), tanto a livello di attore collettivo. Il risultato
quello di rendere espressivit alla ricerca (e certamente non perch meramente
funzionale ai fini editoriali della ricerca, come ipotizza Raymond Boudon facendo
riferimento a tutta una serie di ricerche sociologiche la cui espressivit sarebbe la forza
preponderante (2002)) e realizzare la tensione scientifico-politica che il mandato della
sociologia di Montaldi. Questa tensione non pu che essere espressa dal linguaggio in
cui lautore parla sociologicamente. Si veda ad esempio la descrizione della condizioni
che portano allemigrazione: sebbene si riferisca a una congiuntura storico-politica
specifica, che quella italiana, del secondo dopoguerra, che muove dalla deprivazione
rurale e da quella meridionale, dalla mancanza di politiche in grado di tamponare questa
deprivazione e da una crescita industriale sregolata e geograficamente monopolizzata,
in grado di trascendere la specificit contestuale e tracciare contorni ancora attuali di
una condizione che per definizione di subalternit, indipendentemente dalle
declinazioni identitarie-nazionali che specificatamente la configurano. La figura
dellimmigrato apolide per eccellenza21 (e non a caso protagonista di processi di
riaffermazione identitari, spesso in senso etnico che rimandano a dimensioni
parzialmente inventate eppure necessarie).
Lobiettivo principale di questo autore, infatti, quello di rispondere a una necessit
politica, e quindi anche la sua riflessione epistemologica e metodologica tende a
privilegiare le questioni coerenti con questo obbiettivo, e a plasmare una filosofia della
scienza specificatamente orientata.
Innanzi tutto, a Montaldi la storia di vita interessa in quanto testimonianza militante di
un elaborazione collettiva. Montaldi22 stato un vero e proprio militante collettivo
(Campelli 1979), nel senso che il suo interesse non verteva sullopinione di un singolo,
ma su questa in quanto elemento - magari anche minimo eppure necessario - di un
motore collettivo.
Elaborazione e movimenti collettivi di cui il ricercatore stesso fa parte. Lanalisi del
rapporto che intercorre fra ricercatore ed osservato non lasciata nellombra.
Piuttosto assume una rilevanza centrale, sebbene non sempre esplicitata nelle ricerche
stesse: va ricercata in una serie di articoli e saggi sparsi. In Uninchiesta nel cremonese,
pubblicata su Opinione nel 1956, Montaldi scrive Non esiste tra intervistatori e
intervistati la barriera (o la lusinga) di un diverso linguaggio, e in seguito nellarticolo
21
Per quanto problematica la relazione tra letteratura, materiale divulgativo o pop, e sociologia mi si
permetta qui di spezzare una lancia in favore di unottica cultural studista. Leggendo Montaldi,
immagini diverse eppure legate da un sottile ma forte filo conduttore mi riempiono la mente: dal film
Miracolo a Milano di De Sica (1951) alle immagini della recente occupazione, sgombro e manifestazione
della casa di via Lecco da parte di profughi somali e eritrei.
22
Danilo Montaldi morto nel 1975. Uso il verbo al passato quando mi riferisco strettamente alla persona
nella sua dimensione pi intima e individuale, uso il presente quando parlo del ricercatore. Si tratta di una
finzione narrativa, nel caso specifico della persona impossibile scindere le due dimensioni.
13
Riferimento a una compartecipazione attiva e consapevole si trova in Gramsci che auspica una
filologia (o sociologia, nella nostra reinterpretazione) vivente. (c.f.r Gramsci A., 1948, Il materialismo
storico e la filosofia di Benedetto Croce, Einaudi, Torino, pagg. 127-128).
Secondo linterpretazione di Guiducci (1956), contemporaneo di Montaldi, condizione essenziale della
compartecipazione che le ricerche, attraverso i canali organizzativi del movimento operaio (partiti,
sindacati, gruppi delle donne e dei giovani, ecc.) dovrebbero cointeressare gli osservati, che verrebbero
ad assumere anche il ruolo e la veste di conricercatori, partecipi dellindagine, al fine di ottenere
continue risposte che possono essere tradotte in sempre rinnovati strumenti di azione politica(Guiducci
R.,1956, Marxismo e sociologia, in Opinionenr.1).
24
Il che assonante con la proposta di ricerca-azione di Alain Touraine, assonanza di cui purtroppo in
questa sede non posso analizzare la profondit.
14
Franco Ferrarotti uno dei pochi sociologi che ad aver riconosciuto in tempo reale il valore delle
ricerche di Montaldi (c.f.r. 1975 Danilo Montaldi, una perdita amara per la sociologia, in la critica
sociologica nr 33-34)
26
Unaltra questione che mi pongo: oggi la sociologia di Montaldi ha perso - cos come la sua
generazione (c.f.r Gaber 2001), e quindi il suo modo di fare sociologia (un modo in cui intento scientifico
e prassi politica possono esplicitamente lavorare insieme) non risponde ai canoni o ai principi
epistemologici e metodologici sui quali la sociologia italiana mainstream accetta o esclude dalla propria
comunit (positiva, esplicativa, analitica, obiettiva). Ma se le cose fossero andate diversamente? Quale
sarebbe il commento che starei scrivendo? E quale la sociologia inclusa o esclusa dalla comunit
accademica?
15
Detto questo, svelato il punto di vista con cui in Montaldi viene affrontato il problema
dellalterit del ricercatore, e della relazione di potere implicita nella relazione di
intervista (relazione per cui comunque essa sia intesa, si rivela essere una arena
politica27), riprenderemo le riflessioni intorno a questi aspetti epistemologici
affrontando pi avanti il tema della violenza simbolica di cui secondo Pierre Bourdieu
la relazione di intervista, volente o nolente, complice. Si aggiunga in merito che in
Montaldi la mancanza stessa di campionamento delle storie di vita, quanto meno non
esplicitato o formalizzato, corrisponde alla scelta di scegliere chi far parlare e chi no: e
questo rileva la dimensione dellarena politica, e della violenza simbolica
inevitabilmente in atto. Se, citando Bourdieu, dire fare, questa scelta, tanto
politica quanto gli obiettivi politici esplicitati da Montaldi.
2.2 La misre du monde, a cura di Pierre Bourdieu
Mentre per quanto riguarda Danilo Montaldi mi sono soffermata su alcuni passaggi
chiave della sua specifica storia di vita, non far altrettanto per Pierre Bourdieu. Questo
non perch la relazione tra vita privata di questo autore e vita pubblica e/o accademica
sia meno intensa o meno piena di aspetti imbricati luno nellaltro. Piuttosto considero
che la produzione sociologica di Pierre Bourdieu, il suo pensiero sociologico e politico,
cos come gli aspetti biografici, sono di fatto pi noti. Pertanto espliciter in questa sede
solo quegli aspetti strettamente attinenti alla ricerca in oggetto.
La misre du monde una delle ultime ricerche pubblicate dal sociologo francese, prima
della morte nel 2002. Si tratta di una raccolta mastodontica di circa 40 interviste
biografiche, raccolte in Francia28, riportate nella quasi totale integrit. Le interviste sono
introdotte da una breve premessa in cui si chiarisce il contesto di rilevamento
dellintervista. Loggetto della ricerca la misre, resa in italiano meglio dalle parole
miserabilit, o sofferenza. Si tratta dell exprience douloureuse que peuvent avoir du
monde social tous ceux qui occupent une position infieure et oscure lintrieur dun
universe prestigieux et privilgi, esperienza tanto pi dolorosa dal momento in cui
partecipa a un tipo di universo deccellenza (occidentale, positivista, capitalista,
maschilista, bianco) rispetto allo spazio globale, a sottolineare linferiorit relativa di
chi la subisce e la incorpora.
Si tratta di una miseria di posizione, leggasi subalternit, la stessa posizione oggetto
delle ricerche di Danilo Montaldi: nel caso di Milano, Corea si tratta di offrire uno
sguardo sulla (e alla) miseria del mondo, non a caso le coree dellinchiesta sono luogo
in cui si esperisce miseria, come la miseria di una guerra, e su una eterogeneit di
posizioni allinterno di una stessa esperienza (quella migratoria) che si inseriscono in un
mondo relativamente ricco (quello milanese) del quale per non si riesce a partecipare
se non in una situazione di subalternit che non fa che sottolineare questa condizione
miserabile, quotidianamente.
Non si tratta della miseria in senso totale e assoluto. Se si fosse parlato di questo tipo di
miseria si sarebbe impedito di percepire e comprendere tutta una parte di sofferenze
caratteristiche di un ordine sociale che ha senza dubbio fatto indietreggiare laccezione
di Miseria in senso radicale, ma che, differenziandosi e specializzandosi, ha anche
moltiplicato gli spazi sociali che hanno offerto condizioni favorevoli allo sviluppo senza
precedenti di tutte le forme di piccole miserie (non per questo meno dolorose).
Il tentativo di forzare un oggetto espressivo in s allinterno di una ricerca strutturata,
quale pu essere semplicemente la struttura di una intervista, rappresenta di per s una
27
Intendo qui per arena uno spazio o un ambito definito di relazione, dove individui e gruppi competono
per il potere.
28
Ad eccezione delle due interviste presentate da Loc Wacquant The zone e Homeless in El Barrio,
tutte le interviste provengono dal campo francese.
16
E questa scelta, di fare proprio pubblico non solo la comunit scientifica, risponde a unistanza politica
evidente.
17
Lo scopo dichiarato quello di operare due effetti. In primo luogo in questo modo
dovrebbe essere possibile fare apparire che i luoghi cosiddetti difficili sono in primo
luogo difficili da descrivere e da pensare(1993:9). Bisogner sostituire alle immagini
semplicistiche e unilaterali quelle di una rappresentazione complessa e multipla fondata
sullespressione delle stesse realt in discorsi differenti, talvolta conflittuali. In secondo
luogo, questo criterio dordine, dovrebbe permettere di abbandonare il punto di vista
essenzialista nel quale spesso e volentieri si situano tanto losservatore quanto il lettore
(unico, centrale, dominate, quasi divino (1993: 10)), a vantaggio di una pluralit di
prospettive che corrisponderebbero alla pluralit dei punti di vista coesistenti e talvolta
direttamente concorrenti che si instaurano in uno stesso contesto sociale, anche di
piccole dimensioni.
Ma lintervento del ricercatore non solo quello dichiarato, esplicitato nella premessa
alle trascrizioni delle interviste che di volta in volta i ricercatori, collaboratori di Pierre
Bourdieu, hanno fatto. C anche quellintervento tacito implicito e inevitabile alla
trascrizione stessa dellintervista e che fa subire al discorso orale una trasformazione
decisiva, e che riguarda la possibilit o impossibilit di trascrivere gli aspetti
sociolinguistici, la pronuncia e lintonazione, il linguaggio del corpo, i gesti, il
portamento, la mimica, gli sguardi, i silenzi, i sottointesi, i lapsus.
Il ricercatore per completare il quadro necessario alla restituzione dellintervista non
pu che ricorrere a un lavoro di scrittura che si presenta come indispensabile per
conciliare degli obiettivi duplicemente contradditori: da un lato rendere noti tutti gli
elementi necessari allanalisi obiettiva della posizione della persona intervistata e alla
comprensione delle sue prese di posizione senza instaurare una distanza oggettivante
che la ridurrebbe allo stato di riduzione classificatoria su modello di Linneo; dallaltro
adottare un punto di vista il pi possibile vicino a quello dellintervistato senza per
proiettarsi indebitamente in questo alter ego che resta sempre inevitabilmente un
oggetto, e farsi abusivamente il soggetto portatore della sua visione del mondo.
Questo punto della relazione tra sociologo e suo oggetto di studio ribadito con forza
da Bourdieu non solo nelle note epistemologiche presenti ne La misre du monde, ma in
generale del suo pensiero di sociologo: il ricercatore sociale deve adottare un punto di
vista il pi vicino possibile a quello dellintervistato senza per sovrapporsi a esso o
senza farsi portabandiera di un punto di vista che rimarr comunque proprio ed
esclusivo della persona intervistata. Riportato dal ricercatore quel punto di vista non
che una parzialit estratta da un tutto inafferrabile, la cui totale completezza rimane non
solo impossibile da cogliere ma anche di propriet esclusiva dellintervistato stesso.
(1993: 8).
In un certo qual modo, anche in Bourdieu il ricercatore nella relazione dintervista deve
compartecipare, ma limpresa che deve attendere quella di realizzare in ultima istanza
una oggettivazione partecipante (objectivation partecipante), impresa che riesce a
realizzare nel momento in cui, nella trascrizione e nella restituzione dellintervista,
riesce a dare le parvenze di evidente e naturale (e quindi sottomettere lingenuo al dato)
a delle costruzioni, quali sono le trascrizioni e le analisi, che discendono dalla sua
facolt di esercitare un potere sullintervista stessa che , inevitabilmente, pienamente
abitata dalla sua riflessione critica.
2.2.1 Comprensione e riflessivit nellintervista biografica
A conclusione del libro, in un capitolo intitolato Comprendre, che avrebbe lo scopo di
permettere al lettore di riprodurre nella lettura dei testi il lavoro di costruzione e di
comprensione di cui i testi sono il prodotto stesso, Bourdieu ritorna su alcune questioni
relative al ruolo del sociologo, e al suo mestiere, a come metterlo in pratica. Nello
specifico rende partecipi i lettori di come sono state raccolte le interviste, di come sono
18
stati scelti gli intervistatori, come gli intervistati, quali le ragioni che sottendono quello
specifico modo di portare avanti unintervista, quali le relazioni di potere (e i giochi
linguistici che li sottendono o che li esprimono) che intervengono nella relazione
dintervista biografica. Cos, Bourdieu ritorna su principi chiave della sua metodologia
(imbricare metodo e teoria, invocare una sociologia della sociologia) e su concetti
chiave della sua sociologia quale quelli di capitale culturale, di violenza simbolica, di
campo simbolico.
Credo infatti che non si esplori in maniera pi realista e pi reale la relazione di
comunicazione nella sua generalit che rifacendosi ai problemi inseparabilmente
pratici e teorici che sorgono nella specificit dellinterazione tra intervistatore e la
persona che intervistata.
Quasi tutti i manuali di metodologia che cercano di chiarire gli effetti che
lintervistatore pu provocare a sua insaputa mancano quasi sempre lessenziale,
probabilmente perch vogliono rimanere fedeli a dei vecchi principi metodologici
che si rifanno alla volont di mimare i segni esteriori del rigore delle discipline
scientifiche pi chiaramente riconosciute come tali (1993: 903).
Sebbene la relazione dintervista agita al fine della ricerca sociale si distingua dalla
maggior parte degli scambi delle relazioni ordinarie in quanto si pone come fine la
conoscenza, il carattere sociale dellessere relazione non sciolto, e come per qualsiasi
relazione sociale esercita degli effetti sui risultati e sulle parti che coinvolge. E vero
che lintervista scientifica esclude per definizione lintenzione di esercitare una forma
qualsiasi di violenza simbolica30 che infici le risposte, resta tuttavia il fatto che affidarsi
alla sola buona volont dellintervistatore non pu essere sufficiente per risolvere
liscriversi di molteplici forme di distorsione insite nella struttura stessa della relazione
dintervista (1993: 904).
Non solo si riscontra un problema di riflessivit. La riflessivit diventa per Bourdieu
sinonimo di metodo ma deve declinarsi in una riflessivit riflessa fondata
sullesercizio di uno specifico occhio sociologico, requisito base per esercitare il
mestiere di sociologo, e che permette di percepire e di controllare sul campo - durante
lo svolgersi stesso dellintervista - gli effetti della struttura sociale nel quale si compie
(1993: 904).
Si tratta di mettere in atto un tentativo di conoscere gli effetti che nellintervista si
possono produrre senza saperlo attraverso lintrusione sempre parzialmente arbitraria
che soggiace il principio dello scambio (incoraggiando certi discorsi, piuttosto che altri,
la maniera di presentarsi, etc.), e di misurare lampiezza e la natura della distanza tra
loggetto dellinchiesta cos come percepito e interpretato dallintervistato, e loggetto
che lintervistatore gli assegna.
Cos lintervistatore potr cercare di ridurre al minimo le distorsioni connaturate a
questo tipo di relazione, o quanto meno comprendere il valore del detto e del non
detto, cos come del dicibile e dell indicibile.
E lintervistatore che introduce le regole del gioco: si tratta di per s di una
dissimmetria che viene rinforzata dal corrispondente sociale del ricercatore ogni qual
30
19
Ed soltanto nella misura in cui il sociologo capace di oggettivare s stesso che egli
pu pur restando nel posto che gli assegnato nel mondo sociale portarsi en pense
nel luogo in cui si trova posizionato il suo oggetto e assumere cos il suo punto di vista,
e quindi comprendere e pensare come se fosse al suo posto (1993: 925).
La riflessivit non riguarda solo il ricercatore o lintervistatore (per il quale si tratta per
di un dovere metodologico). Poich lintervistatore contribuisce a creare le condizioni
perch venga portato in superficie un discorso al di l di quello ordinario discorso
probabilmente gi presente a livello latente nellintimo, alcuni intervistati coglieranno
questa situazione (che anche disponibilit, e dono) come unoccasione eccezionale
offerta loro per testimoniare e per portare la loro esperienza dalla sfera privata alla sfera
pubblica.
Ritornano alcune tematiche circa la dinamica che pu scaturire grazie allintervista
biografica, in grado di far scaturire un processo terzo di presa di coscienza della propria
condizione per lintervistato. Bourdieu parla allora di auto-analyse provoque et
accompagne: grazie allintervista il soggetto/oggetto di una ricerca riflette su s
stesso, operando un lavoro di spiegazione e di enunciazione, con una fortissima
intensit espressiva31, delle esperienze e delle riflessioni a lungo lasciate da parte o
represse.
Portare a coscienza dei meccanismi che rendono la vita dolorosa se non invivibile, non
significa neutralizzarli; portare alla luce le contraddizioni non risolverle. Ma per
quanto si possa essere scettici dellefficacit sociale del messaggio sociologico,
Bourdieu sottolinea come non si possa considerare nullo leffetto che la ricerca sociale
esercita. La ricerca sociale, e specificatamente la ricerca sociologica, facendo conoscere
largamente lorigine sociale collettivamente occultata del malessere in tutte le sue
forme, comprese le pi intime e le pi segrete, permette a coloro che ne soffrono di
scoprire la possibilit di imputare le loro sofferenze (miserie) a delle cause di ordine
sociale, e di sentirsi cos de-colpevolizzati (1993: 944).
La ricerca sociologica, e la scienza tutta, ha la possibilit di porre in essere lalternativa
tra un razionalismo dogmatico e totalizzante dellesistenza umana e un contrapposto
irrazionalismo nichilista aggrappato alle sole dimensioni estetiche della sofferenza. Ha
anche la possibilit di soddisfarsi di verit che, sebbene parziali e provvisorie, sono
conquistati tanto al senso comune quanto ai dogmi intellettuali e che sono in misura di
procurare i soli mezzi razionali per utilizzare pienamente i margini di manovra lasciati
alla libert, e cio allazione politica (nel senso pi stretto e civico del termine) (1993:
944).
3. A conclusione
Cos conclude ne La misre du monde Pierre Bourdieu, e cos qui concludo anchio,
ritornando su uno degli anelli di congiunzione tra le ricerche prese qui come pretesto per
illustrare uno tra i metodi di ricerca qualitativa, e di alcune problematiche
epistemologiche in seno a questo tipo di ricerca.
Lindagine biografica non strettamente un metodo, e certamente non una teoria. E
per una possibilit per non ridurre n i soggetti che danno forma al mondo a meri
automi, n i ricercatori a alchimisti rifugiati in un mondo parallelo rispetto a quello che
osservano, n la ricerca a sostanza impermeabile a ci da cui trae alimento e su cui
inevitabilmente si riversa.
C.R.
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