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* Questo saggio deve molto allo stimolo del dialogo con Diego Moreno: la felice
occasione di trovare una persona forse più interessata dell'autore stesso alle tematiche
che sono venuto svolgendo. Va da sé che la costruzione e i giudizi non sono imputabili
ad altri che allo scrivente. Ringrazio inoltre i colleghi Torre e Artifoni per osservazioni e
suggerimenti.
1. LA «STATISTIQUE»
3. LE «PERIFERIE» STORIOGRAFICHE
5. SIEVEKING E I GIURISTI
6. LA SVOLTA VOLONTARISTICA
Non si può certo dire, come s'è visto, che la Società di Storia
Patria, ancora il luogo di riferimento per la produzione storio-
grafica, non aprisse i suoi orizzonti e i suoi interessi, ancorché
rilevasse dubbie capacità discriminanti. La guida rimaneva cul-
turalmente debole. Segretario ne fu fra il 1908 e il 1929 France-
sco Poggi prodigo di riflessioni sull'attività di questo periodo.
Nel 1918 egli appare disposto a riconoscere che «la storia politi-
ca occupa un posto troppo esiguo nei nostri Atti» e a proporre un
programma di storia politico-istituzionale che sembra annuncia-
re il fortunato Breviaňo di Vito Vitale 113: questo anche se la sua
rimaneva fondamentalmente una vocazione di storico-sociologo,
come risulta anche dal suo lavoro sulla guerra civile del 1575-
76 114. Infatti, e curiosamente proprio nel medesimo fascicolo, il
Poggi attaccava il privilegiamento della storia politica degli Sta-
ti e delle grandi individualità, laddove la storia - scriveva - «ha
da comprendere prima di tutto i mille fatti comuni di cui è tes-
suta la vita umana». Si trattava di un testo polemico contro la
«cultura di guerra», già avversato dal presidente Cesare Imperia-
le di Sant'Angelo, che provocò nell'assemblea del 1918 la prote-
sta di «un manipoletto di soci, dotti professori di lettere e di sto-
ria nelle regie scuole secondarie, convinti e compresi della loro
missione di custodi e difensori delle patrie istituzioni», così an-
cora il Poggi scriveva nel 1930. E proprio l'anno seguente il Vita-
le, cioè un esponente di quel «manipoletto», lo sostituiva come
segretario generale. Il conflitto, per una volta registrato a stam-
pa, è passibile di diverse interpretazioni, culturali e politiche. Mi
preme di sottolineare comunque un altro tipo di svolta: quella
del personale-guida della ricerca storiografica genovese. Fino alla
guerra soprattutto archivisti e bibliotecari, poi professori di liceo
e di università 115.
Il significato della svolta va comunque precisato anche in sen-
so storico-culturale. I modelli storiografici del Vitale erano
Gioacchino Volpe e A. Luzio, né si trattò di negare la tradiziona-
le vocazione documentaria della Società: Vitale operò in questo
senso e fu, fra l'altro, attivo sostenitore dell'edizione dei primi
notai genovesi. Nuovo fu l'interesse per l'età moderna, anche se
l'accento venne posto soprattutto sull'attività diplomatica: Vita-
le, E. Pandiani e O. Pastine concordarono ampiamente in questa
direzione di studi 116. Ma ebbero anche altri interessi. In partico-
lare va considerata la continuità del tema, già illustrato da Bel-
CONCLUSIONE
Edoardo Grendi
Dipartimento di Stona Moderna e Contemporanea, Università di Genova
NOTE AL TESTO
15 Questa è osservazione comune che può esser fatta ancora oggi sui lavori dei
botanici.
16 G. Gallesio, Traité du citrus, Paris 1811; G.M. Piccone, Saggi sull'economia
olearia, preceduti da un discorso preliminare sulla restituzione dell'agricoltura, Genova
1808.
17 G.M. Piccone, op. cit., I, XXVII.
18 G. Gallesio, Giornali d'agricoltura e di viaggi, Genova 1985. Introduzione di
M.C. Lamberti.
A. Bianchi, Osservazioni sul clima, sul territorio e sulle acque della Liguria ma-
rittima di un Coltivatore di Diano, Genova 1818.
20 Ibid., pp. 73-112.
21 Sull'argomento D. Moreno, Dal documento al terreno, Bologna 1990, cap. VI.
22 F. E. Fodéré, Statistique du Départment des Alpes Maritimes, Nice 1821. Sul
Fodere si veda L. Imbert, in «Nice Historique», 3, 1935.
23 Su Chabrol ci sono dei lavori, insufficienti, di F. Noberasco (Savona 1923) e
A. Bruno («Bollettino Società Storica Savonese», V, Savona 1902). È in corso un'e-
dizione italiana della Statistique.
24 G.M. Galanti, Descrizione storica e geografica della Repubblica di Genova e di
Lucca dell'isola di Corsica e del principato di Monaco, Torino 1795.
25 G. De Ambrosis, Memoria sulla statistica, letta alla radunanza dell'Istituto Li-
gure 15-8-1802, Genova 1802.
26 Grädberg de Hemso, Leçons élémentaires de cosmographie, de géographie et de
statistique, Genova 1813. L'opera più recente sulla «statistique» è quella di N.M.
Bourguet, Déchiffrer la France. La statistique départementale à l'epoque napoléonien-
ne, Paris 1988.
27 G. Chabrol De Volvic, Statistique du Départment de Montenotte, Paris 1824.
28 Ibid., II, cap. 5, Industrie, pp. 278-287.
29 Ibid., II, cap. 4, Agricoulture, pp. 149-164.
30 Ibid., II, cap. 2.
31 Ibid., I, pp. 346 e 351.
32 D. Bertolotti, Viaggio nella Liguria marittima, Torino 1834.
33 M. Cevasco, Statistique de la ville de Gênes, Genova 1838.
34 G.B. Canobbio, Topografia fisica della città e dei contorni di Genova, Genova
1838.
150 Per i tipi gobettiani U.F. pubblicò Collaborazionismo (Torino 1922) e Gerar-
chie sindacali, Torino 1923.
151 U. Formentini, La pieve di Venelia e il borgo di Liciana, in «Giornale storico
della Lunigiana», 1958 (postumo).
152 Conciliaboli, pievi e corti nella Liguria di Levante. Saggio sulle istituzioni liguri
nell'antichità e nel Medio-Evo, in «Atti Accademia Capellini», La Spezia 1926; si ve-
da anche Studi Veleiati e Bobbiesi, in «Atti Accademia Capellini», 1936.
153 Ibid.
154 Una conferma nel 1950 viene dallo studio Monte Sagro: saggio sulle istituzio-
ni demoterritoriali delle Apuane, «Primo Congresso Internazionale Studi Liguri», Bor-
dighera 1952.
155 U. Formentini, Nuove ricerche intorno alla Marca della Liguria orientale, in
G.S.L.L. 1, 1925, e poi molti articoli: in A.S.L.S.P., LIII e soprattutto in «Archivio
Storico delle Province Parmensi».
156 U. Formentini, Genova nel basso Impero e nell'alto Medio-Evo, in Storia di
Genova, II, Milano 1941, cap. I.
157 Ibid., cap. IX.
158 U. Formentini, Il Comune di Genova, in «Bollettino Municipale» VI, 2, 1926.
179 Non pare che Lamboglia fosse aggiornato sulle nuove problematiche ar-
cheologiche.
180 Qualche eccezione recente G. Petti Balbi, Simon Boccanegra e la Genova del
'300, Genova 1991.
181 Cito da W.G. Hoskins, English Local History: The Past and the Future, Lei-
chester 1966: «The local historian's basic tool is the microscope. More and more
historians working on a larger canvas have come to realise that for many important
questions in their own field the answers will have to be sought in microscopic stu-
dies of particular regions and particular places before we know how historical
change actually take place» (p. 10). E più sotto: «I had considered whether one
might call it Micro-History following well known precedents for setting up new
branches of knowledge, but I have a temperamental allergy to such inventions» (p.
21).