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Giuseppe Feola

(Scuola Normale Superiore, Pisa)

UMANESIMO, RINASCITA DELLANTICO E


RIVOLUZIONE SCIENTIFICA
ALCUNE IDEE SULLA LORO RELAZIONE STORICA1

0.

Proposito

Di che cosa parleremo?


Dellemergere (o il distacco) della mentalit umanistica e rinascimentale
da quella medioevale; e della (ri)nascita della scienza che fece seguito a
Umanesimo e Rinascimento.
Proporr alla vostra attenzione alcuni fatti storici e fenomeni culturali
che furono tipici di quel periodo, in modo tale da poterne discutere insieme.
A margine, prover anche a suggerire alcune mie proposte. Due in
particolare.
La prima che nel mondo antico lo spirito della storiografia (e delle
discipline umanistiche in genere), quello della filosofia e quello delle
scienze esatte fiorirono in epoche e ambienti tra loro distinti. Invece in et
moderna lo sviluppo di questi tre ambiti del sapere andato pi o meno di
pari passo, a partire dallUmanesimo fino alla met del XX secolo. Lunica
fase storica, nellantichit, in cui riscontriamo un forte sviluppo di tutti e tre
questi campi in contemporanea, la Ionia del VI sec. a.C. 2; in quella fase
1

Desidero ringraziare il prof. Peretto per avermi dato lopportunit, invitandomi a


scrivere questo contributo, di mettere nero su bianco le mie riflessioni su moltissimi temi
che sono prossime al fulcro dei miei interessi intellettuali fin dai tempi del ginnasio.
Dedico questo lavoro a Marco Fassino e Chiara Thumiger, coi quali tante volte, al
tempo dei miei studi universitari, ebbi modo di discutere (per lettera o di persona) su ci
che distingue lAntico dal Moderno.
2
chiamata Ionia la fascia costiera dellAsia Minore che si affaccia sul mar Egeo;
essa era abitata da coloni greci, il cui gruppo pi folto ero di etna ionia. Per estensione,
veniva chiamata Ionia qualunque terra abitata da coloni ioni, o greci in genere, anche
fuori dellAsia Minore, p.es. in Italia Meridionale. Il periodo di massima prosperit delle
colonie greche in Asia Minore e in Italia Meridionale dur dal VII allinizio del V sec. a.C.,
e diede luogo a un grande fermento culturale, i cui principali lasciti alla posterit sono (1) i
poemi omerici, (2) la poesia lirica greca, (3) un inizio di matematizzazione della musica,
(4) linvenzione dei principali modelli dellarchitettura greca, (5) lorigine della ricerca sul
mondo naturale senza pregiudizi religiosi, (6) linvenzione della ricerca storica, (7)
linvenzione del metodo assiomatico in geometria, (8) linizio dellapplicazione di modelli
geometrici allastronomia, (9) lo studio degli organismi politici condotto da un punto di
vista privo di presupposti religiosi, (10) una medicina, rozza quanto si vuole (e daltra parte
era difficile fare di meglio, senza una scienza chimica e senza microscopio), ma comunque
espurgata da elementi magici, e (11) cosa a mio avviso pi importante di tutte
labolizione del principio di autorit, ovvero lidea che lunico metro su cui misurare la
validit di unaffermazione la forza degli argomenti razionali o empirici su cui fondata.

della storia della scienza, per, le capacit tecniche necessarie a tradurre le


scoperte scientifiche in realizzazioni pratiche, nonch a costruire adeguati
strumenti di misurazione, erano ancora troppo rozze per sostenere lo
sviluppo delle scienze, e anche per offrire applicazioni pratiche che
giustificassero la ricerca sulla natura agli occhi della societ3.
La seconda, che nella nascita dello spirito scientifico, un peso molto
grande fu giocato dalla diffusione di uno stile pittorico incentrato su una
prospettiva geometricamente architettata, la cui funzione , per lappunto,
quella di inscrivere i vari elementi del mondo sensibile in un ordine
matematico4
1. LUmanesimo
LUmanesimo un fenomeno culturale che coinvolse tutta lEuropa
Occidentale, con epicentro in Italia (in particolare a Firenze, Roma, Napoli,
Milano e Venezia), caratterizzato dalla riscoperta della dignit degli studi
mondani (umani, cio non divini), e in particolare di letteratura, arte e
filosofia morale, al di fuori di finalit religiose. Probabilmente a causa del
formarsi, in Italia centro-settentrionale, in Germania e nei Paesi Bassi, di un
ceto borghese molto ricco, specializzato in commerci e transazioni bancarie,
a partire dal XIII secolo venne meno la divisione tripartita della cittadinanza
in clero, nobili (militari) e popolo, proprio per lavvento di questa quarta
classe: trattandosi di un ceto nuovo, esso aveva bisogno di nuovi strumenti
di educazione; la teologia, necessaria alla formazione del clero, ai borghesi
non serviva. Servivano, invece, le capacit retoriche necessarie a farsi valere
Tralascio le conquiste che risultarono dalla cooperazione di una o pi di queste
istanze: p.es. lo sviluppo dellurbanistica, che risult da una combinazione dei fattori 4 e 9;
o la creazione del concetto di individualit soggettiva tuttora a noi familiare in Occidente,
che deriva dai (o forse fu allorigine dei) fattori 1, 2, 6, 9 e 11 (con particolare rilevanza del
2).
Sulla storia e la cultura delle colonie greche in Asia Minore e Italia Meridionale,
un buon testo introduttivo Musti, 2010. Sulle conquiste cosmologiche dei Presocratici,
celebratissimo e influentissimo Popper, [1998] 1998; ma io trovo molto pi incisivo,
stringente e al contempo equilibrato De Santillana, [1964] 1993.
3
Con lo spostamento del centro di gravit del mondo greco dalle citt della Ionia e della
Magna Grecia, politicamente organizzate in maniere continuamente cangianti, e che nella
loro caoticit permettevano il formarsi di linee di pensiero sempre diverse, ad Atene, dove
vigeva la democrazia diretta (salvo sporadici colpi di stato oligarchici), inizi a diventare
pressante la problematica del potere sovversivo della scienza e della filosofia: n il popolo
n laristocrazia ateniese, sia pure per motivi diversi, vedevano di buon occhio dottrine che
minassero la religione tradizionale, la quale costituiva, per entrambi questi gruppi politici, il
fondamento della visione del mondo condivisa, sulla quale si reggeva il vivere civile. Molti
aristocratici coltivavano le scienze mirando per a tenere il popolo nellignoranza; quanto
al popolo ateniese, esso era molto attaccato alle proprie tradizioni: e furono proprio i
democratici a intentare cause per empiet contro Anassagora (che prefer fuggire da
Atene) e Socrate (che, com noto, scelse di andare incontro alla morte). Su questi
argomenti le fonti sono ben reperibili in qualunque compendio di storia greca, ed inutile
che io ne indichi di precise.
4
Devo confessare di non sapere se vi siano altri studiosi che abbiano gi proposto
questa interpretazione.

nei parlamenti delle piccole citt-repubbliche dellItalia, della Germania e


delle Fiandre; servivano, inoltre, le competenze tecniche necessarie alla
buona amministrazione della vita cittadina (p.es. la geometria applicata
allurbanistica e allarchitettura, o laritmetica applicata ai rendiconti delle
casse dello stato o dei privati); servivano, poi, le abilit artistiche necessarie
a costruire e adornare con pitture e statue le citt che man mano venivano
rinnovandosi; serviva, infine, una nuova filosofia morale che proponesse, a
questa classe sociale nuova, nuovi valori adeguati al suo stile di vita,
necessariamente diversi dai valori della societ feudale.
Questo fenomeno dellascesa della borghesia si verific nelle Fiandre e
in Germania non meno che in Italia. Come mai, allora, Germania e Fiandre
hanno avuto un umanesimo solo nel senso di avere un movimento culturale
umanistico, e solo in Italia questo movimento stato cos pervasivo,
rispetto alla societ, da dare il nome a unintera epoca storica? LItalia
infatti lunico paese per il quale si chiama in causa un periodo storico a s
chiamato Umanesimo e Rinascimento, che si interpone tra Medioevo ed
Et Moderna, separandoli.
Fu in Italia, e proprio nelle citt (Firenze, Roma, Milano, Napoli,
Venezia) che poi saranno epicentri dellUmanesimo, che fuggirono, per tutto
larco del XIV secolo, dalla Grecia bizantina ormai in procinto di cadere in
mano ai Turchi Ottomani, i dotti greci che cercavano lidi sicuri in cui
continuare i loro studi. Essi portavano con s i testi greci di scienziati, poeti,
filosofi, oratori, moralisti, architetti e storici e teorici dellarte, che fino a
quel momento in Occidente venivano letti solo in traduzioni latine molto
approssimative, quando non in riduzioni e riassunti, o addirittura erano del
tutto sconosciuti. Molti di questi testi greci, invero, cerano anche in
Occidente; ma giacevano custoditi nei monasteri, senza circolare.
Ci vuol dire che un dotto italiano nato durante la vita di Dante (12651321), diciamo nel 1300, se fosse vissuto per 70 anni, cio fino al 1370
circa, si sarebbe dovuto confrontare con lo shock di toccare con mano
quanto pi avanzato (molto pi di quanto si fosse immaginato) fosse il
sapere, e quanto pi raffinata larte, di 1200 anni prima rispetto a quelli
della sua epoca.
Fu proprio questo shock a dar luogo a un nuovo senso storico. Si inizia a
dubitare che lintera vita mondana delluomo possa e debba esaurirsi
nellattesa del Giudizio finale: intanto siamo qui, sulla Terra, e dobbiamo
adoperarci per far s che questa vita mondana migliori rispetto alle pessime
condizioni in cui lha lasciata la quasi esclusiva concentrazione dei nostri
immediati predecessori sulla vita spirituale; e possiamo farlo, riutilizzando
le scoperte, creazioni e invenzioni degli Antichi, alle quali poi aggiungere le
nostre. Il giorno del Giudizio non dimenticato, quanto piuttosto messo tra
parentesi, per concentrarsi sulle esigenze politiche, conoscitive, estetiche,
morali, delluomo qui sulla Terra; e, finch siamo sulla Terra, ecco il
concetto fondamentale del senso della storia dellUmanesimo dobbiamo
ricordare che noi, ora, siamo qualcosa di diverso sia da chi ci ha
immediatamente preceduto, che aveva perso le competenze degli Antichi,

sia dagli Antichi stessi, che non avevano conosciuto il Cristianesimo e che
vivevano in un orizzonte spirituale completamente diverso dal nostro. La
vita delluomo cambia di epoca in epoca: questo il senso storico
dellUmanesimo, che tuttora il nostro, e che invenzione specifica di
quel periodo.
2. Il debito della scienza moderna con quella antica5
Il debito della scienza moderna con quella antica pu venire classificato
in tre grandi rubriche: (I) dati scientifici che i moderni trovarono presso i
testi antichi, o compiutamente dimostrati ( il caso di molti risultati
geometrici), o anche solo enunciati, il che spinse i moderni a chiedersi come
potessero venire dimostrati (ed il caso delleliocentrismo); (II) concezioni
generali che il medioevo aveva perso6 o accantonato (visto che ogni epoca
valorizza, del patrimonio lasciatole da quelle precedente, singole cose
piuttosto che altre7), e che ora improvvisamente trovano terreno fertile per
riemergere. Infine, vi (III) tutta uneredit di concezioni che non erano
state n perse n accantonate, ma che nel Medioevo erano rimaste
appannaggio di poche menti, le quali per giunta spesso si autocensuravano,
mentre ora, con lUmanesimo, accedono allo spazio del discorso esplicito, e,
in taluni casi, persino pubblico.
Di particolare importanza fu la tradizione pitagorica: la realt concreta e
quella matematica non sono separate luna dallaltra, e il mondo naturale
descrivibile in termini matematici. Questa concezione rimase latente nel
medioevo, condensata in un trattato del neoplatonico Proclo8, il
Commentario al I libro di Euclide, finch il Rinascimento non se ne
riappropri9. E fu essa che diede limpulso alla nuova astronomia10.
5

Per quanto riguarda in particolare la cosmologia, due ottimi testi introduttivi, su questo
punto, sono De Santillana, [1961] 1966 (pp. 27-115, 249-275) e Verdet, [1990] 1995.
6
A causa dellignoranza, in Occidente, della lingua greca.
7
E dunque il Medioevo aveva accantonato p.es. latomismo, preferendo puntare sulla
concezione aristotelica dei 4 elementi; e aveva accantonato anche lidea aristotelica,
questa che il mondo sensibile obbedisca a delle sue proprie leggi, preferendo per ovvii
motivi lidea agostiniana del mondo messo in moto da Dio; o ancora lidea pitagorica della
matematica come chiave di tutte la realt fisiche, che il Medioevo non poteva che trovare
ostica, avendo una concezione del mondo fisico ispirata a quella biblica, per la quale il
mondo viene creato con la parola (divina, ovviamente) e su questo punto adottare la
concezione platonica, variamente mescolata con quella aristotelica, fu per i medioevali una
sorta di compromesso.
8
Uno degli ultimi filosofi pagani, vissuto nellImpero Romano dOriente nel 410-485
d.C., quando gi il Cristianesimo stava per far chiudere bottega alle scuole di filosofia.
9
Cf. De Santillana, [1961] 1966, p. 321.
10
Tralasciando le speculazioni sui fondamenti logici della matematica, circa i quali
molti storici della scienza (cos p.es. De Santillana, [1961] 1966, pp. 113, 115, 241)
ritengono che Zenone di Elea avesse gi compiuto dei passi paragonabili a quelli del XVII
sec., e che Eudosso fosse giunto addirittura a un livello paragonabile a quello di Dedekind,
ma dei quali non posso in prima persona giudicare, non avendo mai letto Eudosso e non
essendo io esperto di logica matematica, si pu tranquillamente menzionare il debito che

Sempre i Pitagorici avevano inventato una nuovo tipo di mentalit: una


religione priva di dogmi, la cui pratica equivalente a ci che nelle religioni
a noi pi familiari la preghiera la ricerca scientifica volta alla scoperta
della natura del cosmo. Bene o male, si tratta dei principii comportamentali
cui si attiene tuttora, nellesercizio della sua ricerca (a prescindere da una
eventuale religiosit o ateismo pertinente alla sfera del privato), lo
scienziato moderno.
Infine possiamo menzionare le ipotesi formulate da Anassimandro,
Empedocle, Anassagora, Democrito, Epicuro, circa il fatto che la natura dei
viventi non sia stata sempre quale oggi la osserviamo, ma che debba esserci
stato un mutamento nelle specie viventi, mutamento del quale le specie
viventi oggi osservabili sono il risultato, in accordo con una cernita
compiuta dalla Natura, in base alla maggiore o minore valenza adattativa
delle peculiarit fisiche di questo o quellorganismo11 (a seconda del
filosofo, la causa invocata per spiegare questa cernita una necessit
meccanica o il mero caso). Anassimandro giunse persino a indovinare che i
vertebrati terrestri derivano dai pesci12.
Per quanto riguarda il gruppo I, basta ricordare oltre a tutto il
patrimonio di geometria e logica, botanica e anatomia umana e animale,
etica, poetica e dottrine politiche leliocentrismo di Aristarco 13, o lidea,
sempre pitagorica, che luniverso potrebbe essere uno spazio infinito
piuttosto che un cosmo finito. Il brano di Plutarco, nel dialogo Sul volto nel
cerchio della Luna, in cui si argomenta in favore dellinfinit dellUniverso,
e che propone lidea che non esista un centro assoluto, ma solo dei centri,
ciascuno relativo al sistema considerato14, pur scritto da una persona che non
era uno scienziato, ma un poligrafo e divulgatore, ispir direttamente
Copernico e Newton15.
Galilei e gli analisti del XVI e XVII secolo contrassero con Archimede, visto che sia Galilei
sia gli analisti del 600 dichiarano esplicitamente di aver cercato di imitare sia i metodi
euristici dello scienziato siracusano sia la sua tendenza ad applicare la matematica al
mondo fisico, e a ricercare le spiegazioni dei fenomeni fisici in base a modelli matematici.
Per quanto riguarda in particolare i metodi euristici, nel 1906 stato scoperto dal filologo
Heiberg il trattato Sul metodo di Archimede, nel quale lo scienziato siracusano spiega in che
modo sia vantaggioso unire, nelle ricerche fisiche, la teoria matematica con la costruzione
di modellini concreti sui quali sperimentare se la predizione fatta in base al modello
matematico efficace: in pratica, Archimede aveva inventato, nel III sec. a.C., il metodo
sperimentale di Galilei (cf. De Santillana, [1961] 1966, pp. 246-247, con citazione da
Archimede).
11
inutile citare questo o quel luogo preciso a proposito di dottrine che si trovano
sparpagliate in moltissimi luoghi dei filosofi in questione. Per le edizioni e le traduzioni
accessibili al lettore italiano, cf. la bibliografia in appendice al mio testo.
12
Per i frammenti e le testimonianze relative a questa congettura di Anassimandro, cf.
Colli, [1978] 1992 11B15a-c, pp. 194-195. Per una breve sintesi, cf. De Santillana, [1961]
1966, pp. 35-36.
13
Per le notizie essenziali su Aristarco, cf. De Santillana, [1961] 1966, pp. 255-258.
14
De Santillana [1961] 1966, pp. 268-275.
15
Sulla diretta influenza di questo testo su Copernico, Galilei e Newton (tra il XVI e il
XVIII sec. Plutarco stato lautore non religioso pi universalmente letto dalluomo colto
europeo), cf. De Santillana, [1961] 1966, p. 267.

3. Il Rinascimento
Ho gi illustrato due dei caratteri fondamentali della prima et moderna
(Umanesimo e Rinascimento), che la distinsero dal Medioevo: il recupero
dei metodi e problemi (e di parte delle soluzioni) della scienza antica, da un
lato; e, dallaltro, la consapevolezza di vivere un tempo storico diverso sia
dal Medioevo sia dallAntichit stessa, visto che la vita delluomo cambia di
epoca in epoca. Bisogna poi aggiungerne un altro, che accomuna, invece, la
prima et moderna al Medioevo, distinguendola dallAntichit: lidea che la
scienza, e in generale la razionalit umana, possa e debba (almeno
pubblicamente, almeno per ragioni di prudenza) occuparsi solo della realt
mondana, tralasciando questioni che potrebbero scuotere il predominio della
parola biblica (cattolica o protestante che sia16) sulle questioni relative
allanima delluomo. Un simile agnosticismo, da parte delle scienze
positive, si era riscontrato anche nella tarda antichit, dove al filosofo
morale (stoico, platonico o epicureo che fosse) veniva lasciata la cura
dellanima e la formulazione di rassicuranti Weltanschauungen sul
raggiungimento della felicit, e lo scienziato si limitava di buon grado ad
accumulare dati ed elaborare modelli esplicativi, senza curarsi di valutarne
egli stesso limpatto sulla concezione generale del mondo. Secondo molti,
tale agnosticismo fu una delle cause del blocco della scienza antica. Come
mai invece nel Rinascimento esso fu un fattore produttivo, e non di blocco?
La mia idea che lagnosticismo metafisico dello scienziato rinascimentale
sia stato un agnosticismo solo di facciata, un agnosticismo dettato da
prudenza. La realt tuttaltra: gente come Copernico, Keplero, Galilei, non
era affatto agnostica nellesercizio delle loro ricerche; si trattava bens di
persone che credevano di poter leggere direttamente nel libro della Natura,
scritto da Dio in caratteri matematici. Di qui tutto il fiorire di nuovi sistemi
del Mondo, da cui emerse infine leliocentrismo copernicano coi suoi
successivi aggiustamenti, tutti volti a ipotizzare le leggi immutabili che il
Creatore avrebbe assegnato al Cosmo. In pratica, la scienza rinascimentale
si dimostr pi incisiva di quella della tarda antichit, nel sovvertire le
concezioni tramandate dallambiente sociale, proprio perch lo scienziato
rinascimentale, a differenza di quello della tarda antichit, riuniva in s le
ambizioni dello scienziato, del filosofo, dellumanista17: da questo punto di
16

Alcune interessanti annotazioni sullatteggiamento di protestanti e cattolici nei


confronti di Copernico si trovano in Verdet, [1990] 1995, pp. 89-98: pare che in una prima
fase, a ridosso della pubblicazione del De revolutionibus, Calvino e Lutero considerassero
Copernico un folle pericoloso, mentre la chiesa cattolica non era aliena da una apertura
possibilista; tutto mut, in ambiente cattolico, col Concilio di Trento (1545-1563).
17
Ecco perci fiorire, proprio negli ambienti pi innovativi, quale fu il circolo ferrarese
di Pellegrino Prisciani (1435-1518), interessi che a noi sembrano senzaltro superstiziosi,
p.es. lastrologia, di cui abbiamo, a pochi passi da qui, un esempio eclatante in palazzo
Schifanoia. Il fatto , che nel XV secolo, al crinale tra Medioevo ed et Moderna, gli
intellettuali cercavano ovunque concezioni che potessero rappresentare unalternativa a

vista, si pu parlare di una rinascita dello spirito della filosofia presocratica,


ma ovviamente in una situazione in cui, si erano accumulati molti pi dati
sui quali lavorare.
Riassumendo: rispetto allo scienziato della tarda antichit, lo scienziato
della prima et moderna ha il vantaggio di essersi emancipato dalla patria
potest del teologo (che, per forza di cose, non ama le novit potenzialmente
sovversive), laddove lo scienziato di et tardo-antica si sottometteva invece
di buon grado a quella del filosofo morale; da questo punto di vista, lo
scienziato rinascimentale assomiglia piuttosto al filosofo-scienziato della
Grecia arcaica e classica, che non risponde a nessuno perch assomma in s
ambedue le competenze; ma, rispetto a questultimo, ha il vantaggio di aver
a disposizione strumenti razionali pi sofisticati e dati osservativi assai pi
completi: sia quelli elaborati e ritrovati nella tarda antichit e rivenuti alla
luce grazie alle ricerche storiche degli umanisti, sia strumenti e dati del tutto
nuovi, elaborati progredendo sulla stessa via di ricerca razionale su cui si
erano avviati gli antichi. Inoltre, non sarebbe stato possibile falsificare i dati
tramandati dai testi antichi sulla base di nuovi dati, scoperti progredendo su
quella stessa via, se non ci fosse stato quel senso storico di cui prima
parlavo: ossia la consapevolezza che let presente, in quanto diversa sia dal
Medioevo sia dallAntichit, pu riservare scoperte diverse da quelle alle
quali ebbero accesso i nostri antenati.
Ma forse (e questa una mia ipotesi) tutto ci sarebbe stato inane alla
nascita della scienza sperimentale, se gli scienziati dellUmanesimo e del
Rinascimento non fossero vissuti in un ambiente al quale la diffusione della
prospettiva pittorica aveva insegnato larte di inscrivere le apparenze
particolari del mondo in un ordine geometrico generale18.
4. Teoria e osservazione nella scienza antica e in quella moderna
Casi in cui la teoria distorse losservazione si riscontrano nellantichit
come nellet moderna; daltra parte, il caso di Ipparco, che si cura in prima
persona di verificare se le osservazioni tramandate sono corrette 19, e proprio
osservando lincongruenza della realt osservata rispetto al modello
prefissato scopre la precessione degli Equinozi20, mostra che nellantichit
scienziati disposti ad accettare che losservazione potesse falsificare la
teoria non mancavano.
Io credo che un diverso atteggiamento circa il rapporto tra osservazione e
teoria possa essere stato causa del maggior successo della scienza moderna

quella medioevale, e lastrologia, col suo sistema di relazioni simpatiche tra macrocosmo
e microcosmo, sembrava una possibilit valida quanto qualunque altra. Sulle concezioni
astrologiche soggiacenti alla ciclo pittorico di Schifanoia, cf. Bertozzi, 1999, pp. 29-30.
18
Proprio come ai pitagorici antichi laveva insegnato la pratica musicale.
19
Verdet, [1990] 1995, p. 41.
20
Verdet, [1990] 1995, p. 50.

rispetto a quella antica; ma non nel senso che questultima trascurasse


losservazione o la censurasse pi di quanto abbiano fatto i moderni.
5. In cosa la scienza rinascimentale davvero nuova rispetto a
quella antica?
Nonostante limportantissimo debito della scienza del XVI/XVII nei
confronti di quella antica, emerge una differenza netta tra la scienza
moderna e quella della tarda grecit (tolto Archimede).
Lapertura ai saperi tecnici (che constatiamo p.es. nellinvenzione del
cannocchiale da parte di Galilei21), saperi che nellantichit restano distinti
dalla scienza da un iato incolmabile, rende la scienza rinascimentale
immediatamente votata alla applicazione della matematica alla realt fisica.
Non che gli scienziati antichi non costruissero marchingegni; ma pare di
capire che, tra tutti, solo Archimede si sia servito di ritrovati tecnici di sua
propria invenzione come di strumenti per avanzare nelle sue scoperte; per
tutti gli altri, linvenzione di congegni era solo unapplicazione collaterale
della ricerca scientifica.
Mi chiedo, a questo punto, se questa differenza della scienza moderna
rispetto a quella antica, la maggiore apertura ai saperi tecnici, non sia stata
dovuta a una disponibilit, da parte di scienziati e artisti (mi riferisco in
particolare ai pittori), a influenzarsi a vicenda: inizialmente i pittori si
servono della matematica per costruire le loro trame prospettiche 22; a sua
volta, lenorme impatto della pittura italiana dellUmanesimo e del
Rinascimento sulla cultura europea del XVI sec., in termini direi di
atteggiamento visivo, dunque intellettuale, produce una mentalit totalmente
informata dallabitudine alla prospettiva geometrica, dunque ad inscrivere i
dati del mondo fenomenico in una struttura matematica.
Ci impedisce, nello scienziato rinascimentale, linsorgere di tentazioni a
concentrarsi sul modello astratto (come accadeva allastronomo
dispirazione platonica dellantichit), senza tener presente lapplicabilit
concreta della teoria alla spiegazione del mondo materiale23.
21

Il cannocchiale fu inventato da Johann Lippershey o Lipperhey (1570-1619), un


occhialaio tedesco naturalizzato olandese, non certo allo scopo di osservare la Luna (cf.
http://it.wikipedia.org/wiki/Galileo_Galilei consultata il 4 XI 2012).
22
Il De prospectiva pingendi o De perspectiva pingenti di Piero della Francesca stato
scritto tra gli anni 60 e 80 del 400, e terminato prima del 1482; il De pictura di Leon
Battista Alberti era gi comparso nel 1435, per poi essere tradotto nel 1436 in volgare, con
dedica a Brunelleschi (cf. http://it.wikipedia.org/wiki/De_pictura consultata il 5 XI 2012).
23
Lastronomo antico si preoccupa certamente che la teoria produca un modello il pi
possibile conforme allosservazione: salvare i fenomeni la frase che, nel gergo tecnico
antica, indica questa specifica istanza della prassi astronomica. Ci di cui lastronomo non
si preoccupava, era che il modello geometrico fosse conforme a questa o quella teoria
fisica: allastronomo bastava che il modello geometrico riproducesse i moti osservati in
Cielo; congetturare come poi bisognasse immaginare realizzato in natura questo modello,
spettava al filosofo naturale. Questa partizione di compiti faceva s che lastronomo
escogitasse talora modelli geometrici difficilmente immaginabili in natura (p.es. perch

Se dalla struttura concettuale generale passiamo ai contenuti del sapere,


notiamo, questa volta in Germania e nei Paesi Bassi piuttosto che in Italia,
un crescente interesse, a partire dal XV sec., per losservazione minuta della
realt concreta. Possiamo fare un ulteriore passo, e notare che chiunque
abbia presenti le opere di Brueghel e Drer, piene di dettagli minutissimi,
spesso tratti dalle regioni pi umili della realt, pu notare il parallelismo tra
questa evoluzione del sapere e il gusto artistico di quei paesi nella stessa
epoca.
Questa attenzione per il particolare la troviamo, ancora una volta, nella
scienza ellenistica; ma senza quello spirito di cooperazione tra scienza del
mondo fisico, matematica e filosofia che era distintivo della scuola
pitagorica e che si era estinto dopo la fine dei Presocratici essa aveva
portato solo a conquiste particolari (p.es. la scoperta del sistema nervoso e
della funzione del cervello). Solo tra il XV e il XVII secolo tale spirito di
osservazione si trova coniugato a quella tendenza a creare modelli astratti,
di cui verificare la plausibilit concreta, che trovavamo tra i presocratici e in
et ellenistica non troviamo pi.
Infine, nellesplosione della rivoluzione scientifica, pu aver contato
anche una particolare audacia concettuale che tipica dei periodi di grande
cambiamento, e che perci partoriscono uomini amanti dellazzardo e che si
fidano solo delle loro proprie idee24; consideriamo p.es. il problema tecnico
ed epistemologico del cannocchiale: fidarsi o non fidarsi di uno strumento
cos rudimentale?25 Da parte di Galilei, che laveva costruito, confidare che
quel prodotto del proprio genio potesse migliorare le prestazioni dellocchio
nudo, piuttosto che distorcerle, fu un azzardo ispirato dal genio. Ancora: dal
punto di vista predittivo, lipotesi migliore non era quella di Tolomeo n
quella di Copernico, ma quella di Brahe26, studiata dallastronomo danese
apposta come compromesso tra le due. La scelta eliocentrica, da parte di
Galilei e Keplero, fu dunque non una scelta per la fedelt al dato piuttosto
che per lautorit, bens una scelta per la soluzione pi semplice rispetto a
quella pi accurata.
Una scelta per il cambiamento radicale: niente mezze misure.
6. Il metodo: ragione e osservazione nella scienza moderna
Lo scienziato del 600 non un empirista, come invece amer presentarsi
lo scienziato di et illuministica o positivistica.
presuppone che due sfere presunte solide incrocino, compenetrandosi, i rispettivi moti). Sul
rapporto tra lavoro dellastronomo e lavoro del fisico nella generazione di Platone e
Aristotele, cf. Verdet, [1990] 1995, pp. 34-60.
24
Anche da questo punto di vista lecito il paragone con let presocratica.
25
Come giustamente nota Verdet, [1990] 1995, p. 142, Galilei stesso, col cannocchiale,
scambi lanello di Saturno per due satelliti. Cosa pi importante di tutte, non vi era una
teoria ottica che desse ragione in modo soddisfacente del funzionamento del cannocchiale:
nella sua costruzione si era proceduto per tentativi.
26
Cf. Verdet, [1990] 1995, p. 86.

Ecco alcuni esempi particolarmente importanti.


La superiorit delleliocentrismo sul geocentrismo non sta (come abbiano
visto) in un maggior potere descrittivo; oltre al grande acquisto di
semplificazione, c il fatto che, mentre lastronomia geocentrica, nel suo
cammino storico, ha dovuto complicare sempre di pi le proprie ipotesi per
adeguarle a posteriori alle nuove osservazioni27, leliocentrismo si presenta
fin da subito come un sistema unitario e razionalmente ordinato, dipendente
da pochi princpi28. La preoccupazione degli astronomi del 600, il loro
chiodo fisso, trovare in base a quali costanti (che siano di numero minore
possibile) si possano descrivere i moti celesti29.
Huygens, nel suo Trattato sulla luce (1690), pone a criterio della
verosimiglianza dellipotesi scientifica il fatto che le conseguenze fisiche
logicamente e matematicamente conseguenti allipotesi stessa, posta tramite
congettura escogitata a priori, siano confermate a posteriori
dallosservazione30. Lo stesso si pu dire di Galilei, che inventa la procedura
dellesperimento appunto per confermare o falsificare ipotesi razionali
previamente escogitate. Chi ha familiarit col razionalismo antico, i cui
principali esempi sono Platone e Aristotele, vede qui allopera la stessa
forma mentis31; la differenza (grande) sta nellinvenzione dellesperimento
(che sostituisce la mera osservazione) e nello strumento razionale utilizzato:
non pi la logica o (in certi campi) la geometria, ma una matematica che si
avvia sempre pi in direzione dellanalisi.
Riassumendo. Copernico usava osservazioni, strumenti matematici e
concetti fisici vecchissimi: sembra dunque illecito dire che la rivoluzione
copernicana (che fu il primo grande fuoco da cui nacque lincendio della
27

Ottima la sintesi di Verdet, [1990] 1995, p. 81, della differenza tra il carattere a
posteriori del lavoro dellastronomo nei parametri tolemaici e quello a priori
dellastronomia copernicana: nel sistema di Copernico, una volta fissate le ipotesi principali
(posizione centrale del Sole, ordine in cui i pianeti si trovano rispetto al Sole, e poche altre),
si tratta di verificare e falsificare i dettagli; in quella tolemaica, ogni singolo elemento del
mosaico generale (p.es. quante sfere muovano ciascun pianeta) va escogitato volta per
volta, e il modello generale viene costruito a partire dai suoi componenti, per aggiunta di
parti.
28
Copernico raggiunge una maggiore precisione, rispetto a Tolomeo, prendendo un
punto di riferimento meno relativo: prende come punto di riferimento della descrizione dei
moti non pi la Terra, cio losservatore, bens il centro del moto circolare uniforme [int.
apparente] delle stelle (Verdet, [1990] 1995, p. 80). Descrivere i moti non pi in base a
coordinate che prendono come punto di riferimento la Terra, bens la sfera immaginaria su
cui vediamo proiettate le stelle, la mossa che rende possibile pensare il moto della Terra,
prima ancora che ci si predisponga a provarlo o confutarlo (cf. anche ib., pp. 67, 79).
Finch prendo la Terra come punto di riferimento rispetto al quale descrivere i moti degli
altri corpi, sto presupponendo che sia immobile.
29
Le procedure usate da Keplero e descritte da Verdet, [1990] 1995, pp. 126, 134)
mostrano che il chiodo fisso dellastronomo tedesco, nellaffrontare qualunque problema,
era trovare la costante.
30
Citato in Verdet, [1990] 1995, p. 147.
31
Il metodo ipotetico, ispirato a Platone dalla geometria del suo tempo, descritto nei
libri VI e VII della Repubblica. Aristotele lo raccomanda per la scienza negli Analitici
posteriori.

10

rivoluzione scientifica) sia stata dovuta a progressi in uno di questi tre


campi. La rivoluzione copernicana nacque dalla creazione, a opera di un
genio individuale (Copernico) di un modello nuovo32. E Copernico cre un
modello nuovo perch lambiente in cui viveva apprezzava la creativit
intellettuale; esso attecch nel terreno della scienza, e fece scandalo, invece
di restare una mera ipotesi, perch la cultura di quel tempo era (come la
cultura ellenistica) abituata a osservare la realt, e (come la cultura
presocratica) portata ad applicare la matematica alla spiegazione dei
fenomeni, grazie allimpatto esercitato sulla cultura del Rinascimento dal
prestigio della pittura, e infine a portare alle debite conseguenze tutte le
implicazioni filosofiche delle teorie scientifiche.
La scienza ellenistica decadde perch filosofia naturale e scienza nella
tarda antichit si erano separate; invece, molti dei padri della scienza
moderna erano animati da impegnativi programmi filosofici.
7. Il blocco della scienza nella tarda Antichit e i suoi perch
Abbiamo gi visto che difficile sostenere che il blocco della scienza
nella tarda Antichit sia stato dovuto a una propensione ad anteporre la
teoria allosservazione: tale propensione si presenta, in et antica, non pi
che in et moderna.
Io credo che il blocco della scienza antica fu dovuto a un eccesso di
partizione dei compiti tra artisti, filosofi, scienziati, e anche tra gli scienziati
delle varie branche: alla propensione a porre confini rigidi tra le competenze
(anche allinterno delledificio stesso della scienza), fino a creare renitenze
nelluso di scoperte fatte in un dato campo come di eventuali semi di
ulteriori scoperte in un altro campo (persino da parte di chi si trovava a
padroneggiare ambedue i campi)33.
Ma pi di tutto cont il totale scollamento tra la cultura filosofica, in et
tardo-antica interessata quasi esclusivamente alla morale 34, che pretendeva
di costruirsi le proprie fisiche in funzione delle proprie dottrine etiche,
ormai irreggimentata in scuole finanziate dallo Stato (dunque poco
propense a mettere in discussione i princpi ideologici su cui si fonda il
sistema sociale consolidato)35, e tutta assorbita in una continua, secolare,
guerra di posizione tra singole scuole (da un lato), e (dallaltro) una scienza
che non esce mai dai propri laboratori, nei quali si dissezionano cadaveri, si
scopre magari la funzione del cervello, e non ci si pone mai la domanda sul
perch il corpo animale e umano conformato quale lo osserviamo, o nei
quali si elaborano modelli geometrici sempre pi raffinati dei moti planetari
32

Verdet, [1990] 1995, p. 78.


P.es. matematica e ricerca sulla natura cessano di cooperare pi o meno al tempo di
Platone, inibendo quegli inizi di fisica che cerano stati fino ad allora (cf. De Santillana,
[1961] 1966, p. 290).
34
il quasi intende escludere platonici ed aristotelici.
35
E questo rilievo vale senza quasi: comprendendo cio tutte le scuole filosofiche,
compresi aristotelici e platonici.
33

11

senza che mai alcuno di questi scienziati, dopo la morte di Aristarco, si


ponga la questione epistemologica (dunque filosofica) se i motivi che
rendono il geocentrismo cos intuitivo siano razionalmente validi36.
8. Conclusioni
NellAntichit lo spirito della storiografia (e delle discipline umanistiche
in genere), quello della filosofia e quello delle scienze naturali si sono
sviluppati in epoche e ambienti tra loro distinti. Nella Modernit, invece, lo
sviluppo del sapere in questi tre ambiti andato pi o meno di pari passo, a
partire dallUmanesimo fino alla met del XX secolo. Lunica situazione
storica, nellAntichit, in cui riscontriamo un forte sviluppo di tutti e tre
questi campi del sapere umano, la Ionia del VI sec. a.C.; in quella fase
della storia della scienza, per, la tecnica (necessaria ad esempio a costruire
strumenti di misurazione), era ancora troppo rozza per sostenere lo sviluppo
delle scienze.
Il motivo per cui nellAntichit non c stata una rivoluzione scientifica
lo stesso per il quale (a mio avviso) non c stata la scoperta delle Americhe:
allepoca in cui gli antichi avevano i mezzi tecnici per farcela (tarda et
ellenistica ed et romana), avevano perso la capacit visionaria di
immaginare orizzonti nuovi; quando invece avevano audacia e capacit
immaginativa (et arcaica e classica), ancora non avevano i mezzi tecnici e
le competenze necessarie.
9. Bibliografia
9a. Bibliografia primaria
Aristotele, Opere, vol. V Parti degli animali. Riproduzione degli animali,
a cura di M. Vegetti e D. Lanza, Laterza, Bari, 1973, 1990.
36

La divisione tra scienza e filosofia (il momento, cio, in cui dallo scienziato-filosofo,
o filosofo-scienziato che dir si voglia, si passa alla cooperazione tra figure distinte) inizia
allAccademia di Platone e prosegue nel Liceo di Aristotele: non ancora in biologia
(Aristotele conduceva in prima persona le proprie ricerche biologiche), ma di sicuro in
astronomia: nel momento in cui Eudosso e Aristotele si separano i compiti, ed Eudosso crea
modelli geometrici per una fisica di cui si disinteressa, modelli che Aristotele user senza
averli egli stesso costruiti, usciamo dalla matematica di stampo pitagorico che prometteva
di produrre una fisica quale la intendiamo noi sulla scorta di Galilei (De Santillana, [1961]
1966, pp. 253, 264). Presto (nel giro di un secolo dalla morte di Aristotele, ma ad
Alessandria, cio fuori della sua scuola) quel che era gi accaduto allastronomia accadr
anche alla biologia. De Santillana, autore di un libro sul processo a Galilei (1960), si lascia
fuorviare da schemi mentali desunti dalla storia della scienza moderna, quando chiama in
causa una responsabilit unidirezionale da parte di religiosi e filosofi retrogradi circa il
blocco della scienza nella tarda antichit ([1961] 1966, pp. 261, 264). Il blocco ci fu, ma
non ci fu alcuna persecuzione (di cui per altro non abbiamo alcuna notizia), e neppure
inibizione pacifica: ci fu, invece, separazione consenziente (dunque, se proprio di colpa
vogliamo parlare, si tratterebbe di condivisione di colpa), come mostra appunto il caso di
Eudosso ed Aristotele.

12

Aristotele, Organon, a cura di G. Colli, Adelphi, Milano, 2003.


Aristotelis Analytica priora et posteriora, a cura di W.D. Ross,
(praefatione et appendice auxit L. Minio-Paluello, Oxford 1964.
Aristotle, De anima, with translation, introduction and notes, a cura di
R.D. Hicks, Cambridge University Press, Cambridge 190737.
Aristotle, De anima (edited, with introduction and commentary), a cura
di W.D. Ross, Oxford 1961.
Atomisti antichi, Testimonianze e frammenti, a cura di M. Andolfo,
Bompiani, Milano, 2001.
Empedocle, Poema fisico e lustrale, a cura di C. Gallavotti, Lorenzo
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Die Fragmente der Vorsokratiker, a cura di H. Diels, W. Kranz, vol. I,
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vol. II, Berlin 19355.

vol. III, Berlin 19375.


G. Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, a cura di L.
Sosio, Einaudi, Torino, 1970.
Lucrezio, La natura, a cura di F. Giancotti, Garzanti, Milano, 1994.
Platone, Repubblica o Sulla giustizia, a cura di M. Vitali, Feltrinelli,
Milano, 1995.
Platonis opera, a cura di J. Burnet, Oxford University Press, Oxford
1900-1907.
Plutarco, Il volto della Luna; tr. it. di L. Lehnus, Adelphi, Milano, 1991.
La sapienza greca, vol. II, a cura di G. Colli, Adelphi, Milano, 1978,
1992.
9b. Bibliografia secondaria
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Schifanoia, Sillabe, Livorno, 1999.
De Santillana, Processo a Galilei, Mondadori, Milano, 1960.
De Santillana G., The Origins of Scientific Thought. From Anaximander
to Proclus. 600 B.C. to 500 A.D., The University of Chicago Press, Chicago,
1961; tr. it. di Giulio De Angelis, Le origini del pensiero scientifico,
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De Santillana G., Prologue to Parmenides, Lectures in Memory of Louise
Taft Semple, Princeton N.J. 1964; tr. it. di A. Passi, Prologo a Parmenide in
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Michiel M.A., Drer. Lopera incisoria, F. Martella Editore, Padova,
2002.
Musti D., Storia greca. Linee di sviluppo dallet micenea allet
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Popper K.R., The World of Parmenides. Essays on the Presocratic
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Alla scoperta della filosofia presocratica, Casale Monferrato 1998.
37

Ristampa anastatica: Ayer Company Publisher, Salem 1988.

13

Verdet J.-P., Une histoire de lastronomie, Editions du Seuil, Paris 1990;


tr. it. di L. Sosio, Storia dellastronomia, Longanesi, Milano, 1995.
Russo L., La rivoluzione dimenticata. Il pensiero scientifico greco e la
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Oratorio di San Giovanni Battista, 24 luglio 31 ottobre 1992, Marsilio,
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9c. Pagine internet
http://it.wikipedia.org/wiki/De_pictura (5 XI 2012)
http://it.wikipedia.org/wiki/Galileo_Galilei (4 XI 2012)
9d. Illustrazione
Piero della Francesca, Flagellazione di Cristo (1444-1470); da
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Gribaudo,
Milano
2007;
cf.
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Piero,_flagellazione_11.jpg

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