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Proposito
sia dagli Antichi stessi, che non avevano conosciuto il Cristianesimo e che
vivevano in un orizzonte spirituale completamente diverso dal nostro. La
vita delluomo cambia di epoca in epoca: questo il senso storico
dellUmanesimo, che tuttora il nostro, e che invenzione specifica di
quel periodo.
2. Il debito della scienza moderna con quella antica5
Il debito della scienza moderna con quella antica pu venire classificato
in tre grandi rubriche: (I) dati scientifici che i moderni trovarono presso i
testi antichi, o compiutamente dimostrati ( il caso di molti risultati
geometrici), o anche solo enunciati, il che spinse i moderni a chiedersi come
potessero venire dimostrati (ed il caso delleliocentrismo); (II) concezioni
generali che il medioevo aveva perso6 o accantonato (visto che ogni epoca
valorizza, del patrimonio lasciatole da quelle precedente, singole cose
piuttosto che altre7), e che ora improvvisamente trovano terreno fertile per
riemergere. Infine, vi (III) tutta uneredit di concezioni che non erano
state n perse n accantonate, ma che nel Medioevo erano rimaste
appannaggio di poche menti, le quali per giunta spesso si autocensuravano,
mentre ora, con lUmanesimo, accedono allo spazio del discorso esplicito, e,
in taluni casi, persino pubblico.
Di particolare importanza fu la tradizione pitagorica: la realt concreta e
quella matematica non sono separate luna dallaltra, e il mondo naturale
descrivibile in termini matematici. Questa concezione rimase latente nel
medioevo, condensata in un trattato del neoplatonico Proclo8, il
Commentario al I libro di Euclide, finch il Rinascimento non se ne
riappropri9. E fu essa che diede limpulso alla nuova astronomia10.
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Per quanto riguarda in particolare la cosmologia, due ottimi testi introduttivi, su questo
punto, sono De Santillana, [1961] 1966 (pp. 27-115, 249-275) e Verdet, [1990] 1995.
6
A causa dellignoranza, in Occidente, della lingua greca.
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E dunque il Medioevo aveva accantonato p.es. latomismo, preferendo puntare sulla
concezione aristotelica dei 4 elementi; e aveva accantonato anche lidea aristotelica,
questa che il mondo sensibile obbedisca a delle sue proprie leggi, preferendo per ovvii
motivi lidea agostiniana del mondo messo in moto da Dio; o ancora lidea pitagorica della
matematica come chiave di tutte la realt fisiche, che il Medioevo non poteva che trovare
ostica, avendo una concezione del mondo fisico ispirata a quella biblica, per la quale il
mondo viene creato con la parola (divina, ovviamente) e su questo punto adottare la
concezione platonica, variamente mescolata con quella aristotelica, fu per i medioevali una
sorta di compromesso.
8
Uno degli ultimi filosofi pagani, vissuto nellImpero Romano dOriente nel 410-485
d.C., quando gi il Cristianesimo stava per far chiudere bottega alle scuole di filosofia.
9
Cf. De Santillana, [1961] 1966, p. 321.
10
Tralasciando le speculazioni sui fondamenti logici della matematica, circa i quali
molti storici della scienza (cos p.es. De Santillana, [1961] 1966, pp. 113, 115, 241)
ritengono che Zenone di Elea avesse gi compiuto dei passi paragonabili a quelli del XVII
sec., e che Eudosso fosse giunto addirittura a un livello paragonabile a quello di Dedekind,
ma dei quali non posso in prima persona giudicare, non avendo mai letto Eudosso e non
essendo io esperto di logica matematica, si pu tranquillamente menzionare il debito che
3. Il Rinascimento
Ho gi illustrato due dei caratteri fondamentali della prima et moderna
(Umanesimo e Rinascimento), che la distinsero dal Medioevo: il recupero
dei metodi e problemi (e di parte delle soluzioni) della scienza antica, da un
lato; e, dallaltro, la consapevolezza di vivere un tempo storico diverso sia
dal Medioevo sia dallAntichit stessa, visto che la vita delluomo cambia di
epoca in epoca. Bisogna poi aggiungerne un altro, che accomuna, invece, la
prima et moderna al Medioevo, distinguendola dallAntichit: lidea che la
scienza, e in generale la razionalit umana, possa e debba (almeno
pubblicamente, almeno per ragioni di prudenza) occuparsi solo della realt
mondana, tralasciando questioni che potrebbero scuotere il predominio della
parola biblica (cattolica o protestante che sia16) sulle questioni relative
allanima delluomo. Un simile agnosticismo, da parte delle scienze
positive, si era riscontrato anche nella tarda antichit, dove al filosofo
morale (stoico, platonico o epicureo che fosse) veniva lasciata la cura
dellanima e la formulazione di rassicuranti Weltanschauungen sul
raggiungimento della felicit, e lo scienziato si limitava di buon grado ad
accumulare dati ed elaborare modelli esplicativi, senza curarsi di valutarne
egli stesso limpatto sulla concezione generale del mondo. Secondo molti,
tale agnosticismo fu una delle cause del blocco della scienza antica. Come
mai invece nel Rinascimento esso fu un fattore produttivo, e non di blocco?
La mia idea che lagnosticismo metafisico dello scienziato rinascimentale
sia stato un agnosticismo solo di facciata, un agnosticismo dettato da
prudenza. La realt tuttaltra: gente come Copernico, Keplero, Galilei, non
era affatto agnostica nellesercizio delle loro ricerche; si trattava bens di
persone che credevano di poter leggere direttamente nel libro della Natura,
scritto da Dio in caratteri matematici. Di qui tutto il fiorire di nuovi sistemi
del Mondo, da cui emerse infine leliocentrismo copernicano coi suoi
successivi aggiustamenti, tutti volti a ipotizzare le leggi immutabili che il
Creatore avrebbe assegnato al Cosmo. In pratica, la scienza rinascimentale
si dimostr pi incisiva di quella della tarda antichit, nel sovvertire le
concezioni tramandate dallambiente sociale, proprio perch lo scienziato
rinascimentale, a differenza di quello della tarda antichit, riuniva in s le
ambizioni dello scienziato, del filosofo, dellumanista17: da questo punto di
16
quella medioevale, e lastrologia, col suo sistema di relazioni simpatiche tra macrocosmo
e microcosmo, sembrava una possibilit valida quanto qualunque altra. Sulle concezioni
astrologiche soggiacenti alla ciclo pittorico di Schifanoia, cf. Bertozzi, 1999, pp. 29-30.
18
Proprio come ai pitagorici antichi laveva insegnato la pratica musicale.
19
Verdet, [1990] 1995, p. 41.
20
Verdet, [1990] 1995, p. 50.
Ottima la sintesi di Verdet, [1990] 1995, p. 81, della differenza tra il carattere a
posteriori del lavoro dellastronomo nei parametri tolemaici e quello a priori
dellastronomia copernicana: nel sistema di Copernico, una volta fissate le ipotesi principali
(posizione centrale del Sole, ordine in cui i pianeti si trovano rispetto al Sole, e poche altre),
si tratta di verificare e falsificare i dettagli; in quella tolemaica, ogni singolo elemento del
mosaico generale (p.es. quante sfere muovano ciascun pianeta) va escogitato volta per
volta, e il modello generale viene costruito a partire dai suoi componenti, per aggiunta di
parti.
28
Copernico raggiunge una maggiore precisione, rispetto a Tolomeo, prendendo un
punto di riferimento meno relativo: prende come punto di riferimento della descrizione dei
moti non pi la Terra, cio losservatore, bens il centro del moto circolare uniforme [int.
apparente] delle stelle (Verdet, [1990] 1995, p. 80). Descrivere i moti non pi in base a
coordinate che prendono come punto di riferimento la Terra, bens la sfera immaginaria su
cui vediamo proiettate le stelle, la mossa che rende possibile pensare il moto della Terra,
prima ancora che ci si predisponga a provarlo o confutarlo (cf. anche ib., pp. 67, 79).
Finch prendo la Terra come punto di riferimento rispetto al quale descrivere i moti degli
altri corpi, sto presupponendo che sia immobile.
29
Le procedure usate da Keplero e descritte da Verdet, [1990] 1995, pp. 126, 134)
mostrano che il chiodo fisso dellastronomo tedesco, nellaffrontare qualunque problema,
era trovare la costante.
30
Citato in Verdet, [1990] 1995, p. 147.
31
Il metodo ipotetico, ispirato a Platone dalla geometria del suo tempo, descritto nei
libri VI e VII della Repubblica. Aristotele lo raccomanda per la scienza negli Analitici
posteriori.
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La divisione tra scienza e filosofia (il momento, cio, in cui dallo scienziato-filosofo,
o filosofo-scienziato che dir si voglia, si passa alla cooperazione tra figure distinte) inizia
allAccademia di Platone e prosegue nel Liceo di Aristotele: non ancora in biologia
(Aristotele conduceva in prima persona le proprie ricerche biologiche), ma di sicuro in
astronomia: nel momento in cui Eudosso e Aristotele si separano i compiti, ed Eudosso crea
modelli geometrici per una fisica di cui si disinteressa, modelli che Aristotele user senza
averli egli stesso costruiti, usciamo dalla matematica di stampo pitagorico che prometteva
di produrre una fisica quale la intendiamo noi sulla scorta di Galilei (De Santillana, [1961]
1966, pp. 253, 264). Presto (nel giro di un secolo dalla morte di Aristotele, ma ad
Alessandria, cio fuori della sua scuola) quel che era gi accaduto allastronomia accadr
anche alla biologia. De Santillana, autore di un libro sul processo a Galilei (1960), si lascia
fuorviare da schemi mentali desunti dalla storia della scienza moderna, quando chiama in
causa una responsabilit unidirezionale da parte di religiosi e filosofi retrogradi circa il
blocco della scienza nella tarda antichit ([1961] 1966, pp. 261, 264). Il blocco ci fu, ma
non ci fu alcuna persecuzione (di cui per altro non abbiamo alcuna notizia), e neppure
inibizione pacifica: ci fu, invece, separazione consenziente (dunque, se proprio di colpa
vogliamo parlare, si tratterebbe di condivisione di colpa), come mostra appunto il caso di
Eudosso ed Aristotele.
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