~J\SSI~() ~J\FISSI
NAFJSSJ, Massimo
La nascita del kosmos
Studi sulla storia e la societ di Sparla
Collana: Universit degli Studi di Perugia
Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 1991
pp. 460; 24 cm
ISBN 88-7104-583-1
*Al termine c.li questo lavoro (discusso come tesi di dottorato nel 1987, com-
pleto alla fine del 1988, rivisto c consegnato per la stampa nel 1989) desidero ringra-
:t.iare Gianfranco Maddoli, che ha guic.lato i miei studi, seguendomi con pazienza sin
dal sorgere dci miei primi interessi spartani. A lui, a Francesco Prontera ed Anna
Biraschi, del Dipartimento di Scienze Storiche dell'Antichit, e a tutto l'ambiente
degli antichisti c.leii'Universit di Pen~gia Jebbo la sensibilit ad una approccio glo-
bale allo studio storico del mondo classico. Un grazie a tutti i membri del collegio
dci docenti del Dottorato di Ricerca in Storia (Swria Antica) tlelle Universit di Pi-
sa, l'avi;~ c Perugia, specialmente ad Emilio Gabba, eJ a quanti, anche fuori del Dot-
torato, sono stati prodighi di suggerimenti in conversazioni private. Ricordo fra essi
Mario Torelli (che mi ha anche consentito di prendere visione del suo commento al
III libro c.li Pi!usaniil) e Conrad M. Stibbe (che fm l'altro ha messo a mia disposizio-
ne i frutti delle sue ricerche, all'epoca ancora inedite, sui crateri laconici). Inutile dire
che la responsabilit di ogni errore rimane mia personale. impossibile infine fare
i nomi di umi gli amici che in questi anni mi sono stati vicini.
12 LA NASCITA DEl. KOSMOS
Britannica furono pubblicate in ABSA nei volumi dal XII (1905/1906) al XVI
(1909/10). l risultati delle campagne al santuario di Artemis Orthia, il sito pi ricco
di oggetti artistici, vennero alla. fine editi in AO. Ulteriori campagne seguirono tra il
1924 ed il 1928 mentre nel 1926 i Tedeschi lavoravano all'Amyklaion.
INTRODUZIONE 13
F 38-46, Komm. pp. IO'J-181, MEYim 18?2. Sul piano mcwdulugico generale, per il
rapporto tra attuaht e memorie storicocmitiche v. p. es. FINI.I\Y 1965.
1 Sul problema v. la rapida dossugrafia con la quale Kiechlc apre il capitolo
dedicato a Der Ade/ in Sparla tmd a11[ Krt:ta: Kmcuu: 1963, p. IJJ sg. Anche il
resoconto di TIGERS'I'I!IlT 1965-1974, l p. 63, piuttosto insoddisfacente; il miglior
contributo alla storia del.la ~1uestione in OI.IVA 1971, p. 118 sgg.; utilissima la lettu-
ra di SPAIIN 1977, p. 84 sgg.; il tema affrontato pure da AI\NIII\IM 1977, pp. 72-
INTRODUZIONE 15
120; solo in parte da condividere la riflessione che in view of the great volume of
wrilings on Sparla in rccent years it is surprising to see how little attention this
question has auracted (p. 77): l'autore, in effetti, sembra particolarmente informato
solo sulla tradizione di studi anglosassone. Per un rapido panorama sul ruolo e sul
carattere della aristocrazia nella Grecia arcaica e classica oltre al classico GERNET
1938, ricordo qui almeno DuCAT 1979 e STARR 1986, pp. 27-33, 59-66.
'GII.BERT 1895, p. 12, n. 2, (e sopratnttto GILBERT 1872, pp. 151-155).
10 Mi!YEil 1892, p.. 255, n. 2.
che del mondo dorico (che Kiechle cerca in genere di recuperare alla
luce di un'improbabile parentela tra Dori c Illiri18): C(;li ha pcn'1 com-
piuto i tentativi pi sistematici per dimostrare l'esistenza di una
aristocrazia nella citt laconica, riportando il problema dell'aristocra-
zia 'all'interno' della societ spartiate1', sulla linea della prima rifles-
sione di Berve. E soprattutto ha posto il problema della persistcnza
della aristocrazia in et classica40 , del ruolo c dell'influenza che essa
poteva conservare quando la bomoiotes tra i cittadini era ormai uffi-
cialmente sancita.
Oggi c' comunque notevole consenso circa l ' e s i s t e n z a di
nobili nella Sparta di VIII-VII sec. (spesso motivata con il richiamo
all'analogia con il restante mondo cllenico)41 : molto pi complesse le
questioni circa l a n a t u r a e l a p e r s i s t e n 2'. a in et clas-
sica di questa aristocrazia.
~ PtNl.EY 1968, pp. 148 sg., 151-153. Finle)' sembra pensare quindi ad un'ori-
gine relativamente recente di questa aristocrazia (c' qui per forse da tener conto del
suo proposito di non addentrarsi nelle ombre della storia pii1 arcaica): PINI.I!Y 1983,
p. 16, accenna alla sopravvivenza di una aristocrazia all'interno dell'lite spartiate,
Neppure HUART 1970, pur evidenziando bene l'importanza della gerarchia sociale
('inferiori', cittadini e gero11sia-famiglie influenti) per la condotta militare di Sparta
dopo Sfacteria, considera le radici antiche della nobilt.
~ 7 HOIJKINSON 1983.
~ In particolare ANili\I!WES 1966.
19 1>1\ sm. CROIX l ')72, P 124 SV.V. Coni m le tesi tli /\NilREWES IW.6, riprese
soprattutto da KmJ.Y 1981, v. anche Foi\1\EST 1983.
50 ASHERI 1961, ASIIERI 1963, DAVID 1981, DA VII> 1982-1983, I-IOI>KINSON
1986 (alle cui tesi mi sento pii1 vicino, cf. pp. 32-35, 102-108). Sull'ilotismo DIICAT
1974, OUVA 1976, DUCAT 1978, OUVA 1981, con panonunica degli stutli recenti, p.
51 sg., n. l. Importanti in questi due settori anche i contributi di Cozzou 1978,
Cozzou 1979.
51 cr. p. 108, n. 30.
INTROOUZIONE 23
Ancor pi:1 cariche di ideologia moderna sono altre ipotesi che sot-
tolineano il ritorno alle matrici 'doriche', ravvisato fin nei caratteri
stilistici della stessa produzione artistica61 , mentre le opposizioni ra-
dicali fra cultura oplitica o dorica del damos c cultura ionica dell'a-
ristocrazia sono troppo rigide ed astratte62
Le testimonianze delle fonti, se spesso tendono a cristallizzarsi
attorno alla figura di Licurgo nei consueti stereotipi moralistici del
miraggio, ricordano in alcuni casi un'autoregolamentazione delle classi
abbientit.J, e comunque, sia pure attribuendola al mitico legislatore,
una normativa della p6lis mirante a limitare i consumi e l'esibizione
di ricchezza. Conviene allora rifarsi alla tradizione di studi che, muo-
vendo da un classico lavoro di Mazzarino64, ha cercato di compren-
dere il significato del lusso aristocratico nelle societ arcaiche e, messa
in evidenza l'importanza del mondo orientale per lo sviluppo di que-
sta ideologia di status e per la stessa cultura materiale che la esprime,
ha proposto di collegare la crisi di questi valori ~tryph, polytleia,
habrosJine 65, ecc.) alle tensioni ed ai fermenti socio-economici e spe-
cialmente etico-politici da cui si sviluppano le esperienze nomoteti-
che, esimnetiche e tiranniche66 Tale crisi si esprimerebbe soprattutto
nella legislazione contro il 1usso67 che intervenne a regolare molteplici
aspetti del1a vita quotidiana e degli usi cerimoniali: dal vestiario, ma-
schile e femminile, ai funerali (se vogliamo considerare anche le di-
71 MEII!R 1980.
PARTE PRIMA
Capitolo l
LA SOCIET SPARTANA DI VII SECOLO
9 Hoi>KJNSON 1986, p. 382, cf. p. es. Ct.AUSS 1983, p. 164 cin Mythos dcs 4.
jhdts.~.
1 Cf. le interpreta2.ioni di EttRilNDERG t 924, n il modello proposto da MF.YEll
t953-1958, lii P 27? s~g. (sui prob!emi rela!i~i. ali~ stru~ture s~ci.ali ed ect?nomiche
nell'et delle nugra2.10111 v. una convmcente riVISitazJone 111 tcl'lllllll muJenu WEI.WEI
1979, pp. 187-192, fedele a certe categorie tradi2.ionali per la storiugrafia tedesca; sul
fondamento pastorale di questi movimenti di popoli, giustamente collocati in tlll
ambito geografico ristretto, interno al mondo greco, v. KIIISTEN 1983, pp. 357-368,
che tuttavia sopravvaluta l'importanza di questo h:1gaglio culturale per le strutture
sociali e le istitu2.ioni classiche). Le analoghe conclusioni cui giunge OI.IVA 1971, p.
32 sgg., serven<losi del concetto di propriet privata non sviluppata, sono ugual-
mente poco convincenti. Origini egualitarie sono presupposte ancora da BlltNG-
MANN 1975, l' 529. In generale sul problema dell'uguaglian2.a originaria v. LEPOllR
1973, l'l' 22-31.
11 Sulla propriet privata della terra a Sparta cf. pp. l 05-108.
uv. p. es. OLIVA 1971, Ct.AUSS t983, p. 109 sg., KIRSTilN 1983, p. 384 ss.,
Musn 1984a, Xlii sg.
u Sarebbe significativa la presenza di iloti a 'l'era, che 1-IANSI'.N t 984 legge in
una manoriata clausola del Giuramento dci Fondatori (MmGGS-I.t!WtS 1989, nr.S)
14 Paus. 111 20,6; Strab. VIli- 5,4.
15 Non tratter affatto le trad\zioni sull'origine dcll'ilotismo in Laconia. Su di
SI'AilTA Nl::l. VII SECOLO 35
esse v. VU>Al.-NAQUET 1971; DUCAT 1978, pp. 5-11, OuvA 1981, p. 51 sg., con
ulteriore bibl.: non pretendo affntto che la loro variet dimostri la variet delle radici
storiche dcll'ilotismo, ma resto colpito dai racconti che non contemplano una vera
sottomissione militare, sia in chiave favorevole a Sparta (Antioch. PGrH 555 F l 3,
passo citato n. 36; Antioco autore di una 'teoria sulla nascita dell'ilotismo': v. p. es.
PlMIIROKI! 1970, pp. 1243-1245, DUCAT 1978, p. 7, contra OLIVA 197(>, p. 164, n.
14) che sfavorevole ad essa (probabilmente !soc. XII (Pt111a1b.) 177-180: tuttavia Mos-
S( 1977 ha forse ragione a sostenere che la notizia si riferisce ai perieci]. Sempre
degno d'attenzione Tucididc, l 101,2: la maggior parte degli iloti erano Messeni.
Per l'importanza del fenomeno LEI'ORE 1973, p. 27 sgg.
17 La distinzione di tre guerre (la terza la rivolta del terremoto del 464 a.C.;
guenza. Gli antichi e molti dei moderni (tutti alla ricerca di punti
rcrmi cronologici) hanno inteso che con <<padri dci nostri padri
Tirteo abbia indicato un intervallo di due generazioni 25 : di fatto non
si pu escludere che volesse solo dire <<i nostri antenati 21'. Le stesse
indicazioni sull'akm di Tirteo 27 a loro volta rischiano di dipendere
dalla cronologia della guerra messenica. Una data nella seconda met
del secolo sembra tuttavia ragionevole 2R. Non credo comunque che le
discussioni in materia di cronologia assoluta siano poi troppo impor-
tanti per le considerazioni che qui andiamo svolgendo: le tradizioni
pi notevoli di cui ci occuperemo (la grande rhtra con la menzione
Ji Teopompo, la storia di fondazione di Taranto, la poesia di Titteo)
sono ancorate da una salda - anche se non sempre riconosciuta dai
moderni - cronologia relativa alla prima o alla seconda guerra mes-
senica. D'altra parte simili incertezze sconsigliano di assegnare trop-
pa importanza ad altri episodi di cui di fatto sappiamo pochissimo,
come ad esempio la battaglia di Hysiai 29
VmAI.-NAQUET 1981, LESCIIIIORN 1984, pp. 31-41, MADL>OI.I 1983, MUSTI 1985,
MAI.KIN 1987, pp. 47-52, 216-221.
JJ Strab. VI 3,2 sg.: Antioch. FGrH 555 F 13, Ephor. FGrH 70 F 216.
ll Eforo ricorda il giuramento dei Laccdemoni che stavano combauendo contro
i Messeni: non sarebbero tomati in patria prima di aver distrutto Messene o essere
morti fino all'ultimo: a custodia della ciu avevano lasciato durante la campagna i pi
giovani e i pi vecchi tra i cittadini. Nel decimo anno di guerra, presa la decisione
in assemblea di inviare alcune di loro ai propri uomini a biasimarli, con la scusa che
non combattevano alla pari contro i Messeni (quelli infatti, rimasti in patria, facevano
figli, mentre loro, lasciate vedove le mol\li, si trattenevano negli accampamenti sul
suolo nemico): etl il pericolo era che alla patria venissero a mancare gli uomini.
Quelli, nello stesso tempo tenendo fede al giuramento e prendendo sul serio gli
argomenti delle donne, rimandano i pi sani e robusti e - assieme - i pi giovani,
che non avevano preso parte al giuramento perch ancora fanciulli erano partiti
insieme agli adulti: ed aggiunsero l'ordine di unirsi tutti a tutte le fanciulle, nell'idea
che avrebbero fatto pi figli. Successe queste cose, i figli furono chiamati parteni.
Alla fine della guerra si divisero la Messenia in lotti, e tornati in patria non rico-
noscevano ai parteni gli stessi diritti degli altri, con il pretesto che non erano nati da
matrimoni legiuimi: e quelli, unitisi con gli iloti, congiurarono contro i Lacedemo-
ni... Denunciati, gli Sp;m:mi intimoriti giungono ad un accordo: i parteni, resisi
conto che la loro azione era stata scoperta, desistettero, mentre gli altri per mezzo
dei padri li convinsero a partire per fondare una colonia, e a rimanere, se riescano
a conquistare il territorio sufficicllle, c se nn, di ritorno, si sarebbero divisi fra loro
la quinta parte della Messenia. E quelli, partiti, trovarono gli Achei in lotta con i
barbari, e affrontati insiema a loro gli stessi pericoli fondano Taranto, Nati per per-
mettere la sopravvivenza dello stato spartano, illegittimi per decisione della comunit,
40 LA NASC:ITA IlEI. IW.\'.IIOS
i parteni sono stati ripagati da questa con la discriminazione. Per il ra\1porto con
Archita e la Taranto egemone della lega italiota cf. l'accenno alla concm"l ia che uni-
sce tra loro i parteni [sulla politica architea v. VATfUONI! 1976-1977, in part. pp. 291-
5, c MELE 1981, p. 83 sg.: Archita insisteva proprio sull'importan7.a della bmmllwit1
(47 B 3 D.-K.), e sua probabilmente l'iniziativa ricordata da Arist. l'o/. V 1320h 9-
11 (t."otv notoilvm; t Kll\llata tol rin6pot FJ t]V xrlcnv rvouv lt1Xp1XCJICI:u&ouat t
rt:l.ijOo), iniziativa che si richiama al pitagorico detto Kutv t 4'i:l.lovl e la noti?.ia
finale sulla collaborazione con gli Achei in lotta con i barbari, un aiuto prest~tto di-
sinteressatamente dai paneni, che pure potevano contare su clausole di riwrno stra-
ordinariamente favorevoli.
lS 11 paragone (senz'altro az?.eccato) di VlllAL-NAIJUI'.T 1981, p. 279. Per
l'ootpmrla erano previste pene anche altrove, p. es. ad Atene: v. l'lliTCIII71"1" 1971-
1985, II p. 233, nn. 9 e IO.
,. Scrivendo della fondazione Antioco narra che dopo la scoppio della guerra
messenica (gli Sparrani) decretarono la schiavitil <li quanti tra i l.acedcmuni non
avevano partecipato alla campagna c li nominarono iloti, a quanti poi nacquero figli
durante la guerra, li chiamarono parteni e li dichiararono titimoi ... Su Antiuco e
l'ilotismo v. n. 15.
, 7 Particolarmente piccante la tradizione di Eforo, soprattutto nella descrizione
delle unioni di tutti i giovani con nme le vergini.
l i V. i n_1iei accenni (NAI'ISSI 1980-1981, p. 190) in merito alla sturi;~ tli fonda-
zione di Tera in Hdt. IV 146 ltra le varie accuse che vengono rivolte ai Mini c'
quella della loro vilt: sono fuggiti travestiti da donne; sul rap\lorto tra vilt e vesti
femminili v. p. es. una legge di Caronda (Diod. XII 16,1) c 1e punisce chi abbia
abbandonato l'ordine di battaglia o non abbia preso le armi in difesa della patria
(come i padri dei partenil) con l'obbligo di star seduto per tre giorni nell'agor !:v
otijm yuvaucrloo]. L'uso della phainikis, la veste color porpora indossata tlagli Spar-
tani in battaglia (cf. p. 292, n. 68, ~piegata tra l'altro da Scnofontc (l.ac. 11,3) con
SPAit'I'A NEl. VII SE\.01.0 41
il motivo ljKt<Hil ... ')'I>VIltKdr~ KnrvmvFlv. La vih della donna, che la trag<odia mostra
soggetta al panico, un ovvio luogo comune in un mondo che indica il coraggio con
il termine tmdreia (v. 1>. es. Dovmt 1974, p. 100).
J Cf. n. !R.
~o Hir die messenischcn Kriegc ist der Satz O. Miillers, dal~ dic cinzigc Quelle
fii t die ~eidcn ahesten die Elegien des 'fynaios sind, ernsthaft nicllt zu bcstreiten ...
bei der /\rmlichllcit llcr Palucn iihcrmscht die Fiillt der Varimucn, dic auf 7.ahlrcichc
literarische Gcstaltungen im 4 jhdt. uml im llcllcnismus wcist ()ACllll\' FGrH 2(,5
F 38-46, Komm. p. Ili).
11 La letteratura sul problema come si sa assai estesa: per una rapida messa n
punto v. MEYI!It 1978, coli. 240-253, con ampia bibliografia, o Ot.IVA 1971, p. 102
sgg., o ancora le considerazioni di MAZZARINO 1966-1968, l pp. 460-467. Trattando
i Mcsse11iakti di Rhianos di Bene Jncoby ha magistralmente analizzato l'intera tradi-
zione storiograficn relativa alle guerre, e il I.IV di Pausania in particolare (FGrH 265
r 38-4(,, Komm. pp. 109-181). La narrazione di Pausania dipenderebbe da una tarda
storia locale messenica, che avrebbe rielabornto la tradizione di IV sec., In 'v11lgata'
di Callistene ed Eforo, arricchendola ed adattando ad essa le opere di Rhianos e
Myron di Pricne (JACOIIY FGrH 265 F 38-16, Komm. p. 121: zwischen Kallisthe-
ncs, der die erstc mnssgcbende Oarstellung der messenischen Geschichte schrieb, und
P(ausanias), stehen sicher Ephoros und A: A l'anonimo storico locale messenico
usato cl;\ Pausania). Contro l'ipotesi di una fonte intermedia, gi di Schwartz, e per
l'uso diretto di Myron e Rhianos v. invece in particolare PEAJ\SON 1962n. Su due
punti Jncob)' meno convincente. Contro In fondata opinione dei pi (e.g. MAZZA-
IUNO 196{,-19(,8, p. 463), che vuole Rhianos contemporaneo di Eratostene (Suda s.v.
ruxvrl = FGrH 265 T l) c dunque arrivo piuttosto nella seconda met tlel III sec.
42 I.A NASCITA J>F.J. KOSAIOS
quale successore di Myron, a qanto sappiamo legato alle vicende della guerra cre-
monidea, Jacoby rialzava la cronologia di Rhianos all'inizio del Ili sec. (FGrH 265,
Komm. p. 89 sgg., per la supposta influenz.a di Rhianos su Myron cf. ibid. ad 265
F 38-46, p. 126 sgg.). Pearson ha sollevato inoltre alcuni sensati rilievi sulla compli-
cata questione della 'guerra di Rhianos': Jacoby (che ha comunque il merito, ibid. p.
110 sg., di distinguere realt storica e tradizione lcuemria) crede che Rhianus abbia
scritto- senza fondamento storico -di una guerra messenica del principio del V sec.,
e del Leotichida delle guerre persiane (ibid. pp. 114-119). Per PI!AilSON 1962a, pp.
418-425, Rhianos scr\erebbe di una guerra messenicn della fine del VII sec., nel
regno del re Leotichida l, nominaw in Hdt. VIII 131 (poco generoso nei confronti
del metodo di Pearson 01.1Vt\ 1971, p. 104: His objections are based on a complete
rejection of the method of source criticism altugethcr ). Cf. anche SctiNI'.Il>l'.lt 19H5,
pp. 31-49 (contro una cronologia bassa di Leotichida l alla fine del VI sec. nelle
cronografie antiche, ma comunque per una collocazione della guerra narrata da Rhia-
nos. all'epoca di Tirteo). l tentatiyi per dimostrare In storicit della tcrz.a guerra mes-
semca all'epoca delle guerre persmne (Kmcuu; 1959, pp. 106-130, Wt\lm-Gmw 1%6,
che tende di nuovo a confondere i piani della realt e della tnuliz.ione che Jacoby
teneva rigorosamente distinti) non sembrano comunque coronati da successo.
42 Sugli epeli11aktoi v. SZANTO 1905, BusotT-SWOIIODt\ 1926, p. 658, n. l, PI!M-
IIItOKt'. 1')70, pp. t2-15- t249, l'vi ANNI t9H2, PI\RAiliSO t 9H3- t 9HI, BocKIS<:II t 985,
pp. 38-41, Musn 1985, p. 870 sg. .
0 VI 271c-d = FGr/-11 15 F 171: aJtollavOVTillV JtO.iiiv AaKt:OOI!tovilllV v Tlj'l Jtp
MECJGIJVlOu JtO'JIIplit IU'j)l'-tllji0Fvtf ~ilJlttOf.vtr JII KlltUojollVcl yt~'IIIVtlll Tlil fx!lpol
q,llJ.1Cd9V'tE tivepipaaav tliiv EirotlllV t+' KOOTIJV <Htfhl&x tl.iiY Tr!uttJKottllV TtvcX oii
Ka JtO.\ta OOtt:poV JtOll\allVtE 1tpOOllYOpEUCJIXV l!EUVQICTO\I, on KIXTETIXxlli'JGrtV UVt TIIV
tETEEUTIJKOtlllV n't t anpnoo.
44 VI 271d = FGrH 115 F 1"76.
SI'Ail'I'A NEL VII SECOLO 43
la fonte di Giustino - pure lui non vedeva di buon occhio la conquista spartana della
Messenia, uno dei primi tristi esempi di schiavizzazione di Greci da parte di Greci
(cf. FGrH 115 F 13, e soprattutto F 122). possibile che una simile consapevolezza,
ormai matura all'epoca in cui lo storico lavorava ai Pbilippik,;, fosse nutrita anche
dalla resurrezione della Messenia, e delle sue 'memorie'. Su Paus. IV 16,6 v. anche
jACOBY FGrH 265 F 38-46, Komm., pp. 151, 187 (possibile doublette di IV 15,6).
58 Si confronti il testo di Diodoro, pur nel suo ordine un po' sconnesso flitt
IJUVtrd;~IV(I)Y f<ilv ltEUVUICtril\' tlj) <l>WtCp TOtE ijKElV Rpil TIV animv ICU'fcl 't1V lyopav,
omv b ain bt\ t JIT(J)ROV t+EXICOO\Jtt)v truvtjv, JIEtc TC>W ORI>IV ... (non soddisfa cer-
to l'emendamento di Wurm JIXP' tliiv +OclJuiiv, ma JIETC tcoiv iiRillv, quantomcno
pleonastico se riferito a Phalanthos, assai lontano da ijKEtY)], con Xen. Ile/l. Ili 3,7,
alla domanda degli efori oRa 8 RoBev ... l{'VeaBut il delatore della congiura di Cina-
done risponde, riferendosi evidentemente tra gli altri ai veoliaJ.lcil&t: o\ IIY lit\~rou
IJUVTEfCXYIIYol' iglril\' auto t+' OOOV YE lEl Ulta ICEICtl\ltdla... (colpisce anche il sia pur
casuale - il significato infatti nei due casi diverso - ripetersi di auvtcioaro). Per le
fonti di IV sec. doveva essere pi o meno naturale asimilare gli epe1inaktoi ai neo-
damadeis.
59 Per Teopompo la distinzione di tre guerre poteva non essere ancora imme<lia-
tamente evidente o necessaria, o forse si evinceva dal contesto pit ampio, non citato
da Ateneo (una menzione di Tirteo, come nel caso di Aristotele Poi. V 1306b 3(, sgg.?:
cf. n. 30). Dal confronto con Giustino (IIl 5,5 sgg.) e Pausania (IV 16,6) sembra de-
cisamente pi probabile che Teopompo pensasse alla seconda mcssenica; alla sua epo-
ca, del resto, mancava ancora una trattazione jlragmatica della prima, cf. sotto n. 73.
60 L'accenno a 1'i11eo ateniese non deve far pensae a tradizione deteriore. l.a no-
ziali del primo oracolo concesso dalla Pizia agli Epeunalli in Diodo-
ro (KW..6v tol t ~IEta!; Koptveuu Kcil l:tKuu>vo l I.' oK oiKrim::t
ol)' E JtaYXIXKEO Eir1) richiamano 'n realt un'espressione prover-
biale, usata per coloro che chiedono una ricchezza impossibile, che
come tale confluir nella letteratura pi tarda, ma riecheggiata e
nota gi ad Aristofan9 L'accusa di cupidigia era gi stata levata
contro Sparta70, ma Myron l'aveva sicuramente ripresa. lnf;\tti l'ex-
cursus sulla storia di Sparta in Pausania, che sottolinea la plecmexfa
dei Lacedemoni ricorrendo a tutta una serie di esempi (le guerre
contro i Messeni, gli Argivi, gli Arcadi, la corruzione durante la terza
guerra sacra ... ) risale quasi certamente a Myron 11 ; Myron indicava
nella pleonexfa dello spartano Euaiphnos la causa della prima guerra
messenica 72 Si put'l immaginare che M yron ripropmwsse questa
'ingordigia' come una caratteristica spartana anche in questo partico-
lare dell'oracolo, a sottolineare un'abitudine di cui l'attacco alla Mes-
senia era stato uo tipico esempio.
Sappiamo poi che il retore prieneo per costruire la storia prag-
matica della prima guerra messenica, che prima di lui nessuno aveva
scritton, trasferiva nel suo contesto episodi in origine legati alla seconda.
' Sull'oracolo cf. PAIIKI:-WOIIMHI. 195(,, nr. 4(,, FoNTENI\OSI( 19711, Q 34,
MALKIN 1987, 48-51. Aristofane fa menzione di tiflnul; Kopivlkm 1m\ l:IKucvu...
in un oracolo di fondazione riferito a Ncfclocuccugia (ll11. '.1611). tiflfcmv ... Kupivnuu
Kn\ l:uruciivo ricompare in uno sferzante oracolo dato a lllllllcuno (secondo certe
tradizioni Esopo) che chiedeva come diventare ricco (Ath. V 219a, cf. Sud;l s.v. E
t ~1aov ... , Aristid. Or. 28,9, Schol. Ar. ll11, 91i8); in l.ib3nio (Ep. 371, 831 Forster),
Eustazio (291,30) e nell3 letteratura paroemiografica (Zen. III 57, l..>iogcnian. Vint.lo-
bon. Il 60, M3car. 111 58) ritlllll tl flnc.tl;> K"T. costituisce espressione proverbiale
per chi si augura straonlin;lri vant3g~i. Il testo vuoi mcu~rc in cauiva luce i consul-
tanti: non ha senso valutare la veros11niglianza storica della richicst3, come f3 da ul-
timo MALKIN 1987, p. 48. L'oracolo-enigma del tp!Xyo noto a Dion. Hai. XIX l,
3-4, che ne offre una spiegazione: il p;U"allelo certo, anche se contemporaneamen-
te scavito alla restituzione del testo di Diodoro; un oracolo pitico che indica a l'halamhos
per tekmria il luogo della fondazione noto a Plut. Mm: IOIIa. Cf. anche n. 74.
70 Essa compare gi nell'oracolo erodoteo (l 67) su 'l'egea c l' Arcadi.t.
71 IV 5,3-5. Myron molto chiaramente rielabora, cd aggiuma -cnn riferimenti
bek:mnt~ (MHim 1978, cui. 244); ancura pii deciso jACOIIY FGr/1 2(,5 r 38-46,
Komm. p. 123: tlic ausgcstaltung zu einer Jctaillicrtcn kriegsgcschichte (della Prima
Mcsseni1~a) sdwint crst M yrons wcrlt ...
" Nonostante KII!CIILI! 1959, p. 72, n. l: il silenziu eli Myrun circa l'assenza
degli Spartani c la missione procreativa dei giovani (cf. n. 34) non prova che il retore
ahbia trascuratu la ktfsis ,li Taranto; era il collegamento con gli epcunatti a deter
minare l'illegittimit dci partcni. Pi1 seria un'altra difFicolt: Pausania sostiene che
Myron aveva narrato la storia della guerra solo fino alla morte di Aristomcnes. La
storia di fondazione di Taranto era narrata da Myron in un excurms? In realt Ja-
coby dubitava della bont di questa testimoni.mza del Pcriegeta Cl! era abbastanza
sicuro che Myron avesse narrato anche le conseguenze della guerra. Ecco invece due
altri clementi a sostegno dell'ipotesi. Gi SctiWARTZ 1899, 453 sg., aveva sottolineato
che la storiografia Ji Myron doveva avere etwa vom historischen Roman~; nella
nostra vicenda c' l'accenno al r;tpporto amoroso tra AgathiaJas e Phal:uuhos, che
pu1 essere paragonato all'amur~ di Archidamia, salvatrice di Atistomenes in llaus. lV
17,1. V' inoltre una singolare C<lincidenza fra il primo oracolo rilasciato agli Epeu-
natti (cf. n. 69) cd il responso della Pizia ad Aristomenes che la interrogava sulla
salvc7.za del suo popolo (Paus. IV 20,1): essa dimostnl la comune appartenenza ad un
unico J'ilone tnuliziunnle. l due vnticini si basano sull'ambiguit della parola tpayoc;,
che in messenico avrebbe signifkato fico selvatico. Anche nell'oracolo di fondazione
di Taranto il senso 'mcs.~~nieo' della parul:1 scioglie l',,.l,lillttllm. Pertinente la nmclu-
sionc di Vfii.ENZA-MHII! 1977, pp. 513-5, sulla rcccnzioriti dcll'omculo tarcntino,
nonostante MAI.KIN 19!!7, p. 36 e n. 111. Evidentemente lo.Iyron conosceva dalla
'vulgtlttl' di IV sec. l'oraculo di i\dstomcncs (che poi fini1a in Rhianns e fino in Pau-
s:mia) c ne deriv:1v:1 l'omculo tarcmino.
50 I.A NASCITA 1>1'1. 1\0SMOS
15 Troppo scettico Ku:c.III.E 1963, p. 192 S(l., (e TnYNDI'.I: 1%9, p. 256, n. 17)
che si chiede se non si tratti di racconti dcstin~ti scmpliccmeme a .lipingtre dram-
maticamente le gravissime difficolt degli Spartani durante la guerra. Cf. anche n. 51.
16 Cf. p. 100, n. J.
11Cf. p. es. MusTI 1976, pp. 51-53.
71PARADISO 1983-1984 nel suo intelligente studio sugli aspetti iniziatici delle
stibddes ha forse il torto di confondere il livello del termine tratlizionale con quello
della spiegazione 'erudita' tcopompca (ma che l'immissione nella ciuadinanza possa
effettivamente aver comportato rituali di quel tipo multo verosimile). Non posso
neppure seguire PFMIIIIOKI' 1970, pp. 1245-1219, che ritiene possibile ricostruire l'i-
dcmit degli cpclillrlkloi 'snmmamlu' i singoli dtnwnli tldlt varie tnuli~.ioni anlidte
e confrontandoli con pratiche etnologiche.
79 Sul tema del 'matrimonio for?.ato' v. 1\snmu 1978, rispetto al 'lualc sotto-
lincerei maggiormente gli aspetti topki della tnulizione. Il f;llto saliente di 'lucstc
tradizioni che coinvolgono i servi in fondazioni o nel governo cittadino (p. es. Taran-
to e Argo) non tanto la potenzialit politica delh1 servitit di tipo ilotico, come
sostiene VmAI.-NIIQUii'l' 1981, quamllla sua estrema negativit eticnsoci;tle (t'f. pp.
100 e 184, con n. 58).
SI'Ait'I'A NEl. VII SEr:OI.O 51
110 In ogni caso non mi pare si possa parlare con PliMIIROKI! 1970, p. 1247, di
llll naun pcrmancmc della societ spartana.
Ht CI.AUSS l '.1113, p. Il 6, la Jcfiniscc a giusto titolo das meistJislllniertc l>oku-
ment der archaischeti Zeit Griechenlands e BRINGMANN 1975, p. 513, llie umstrit-
tenste Urkunde aus der griechischen Geschichte der archaischcn Zeit; CAil1'l.EDGE
l 9110, p. 9'.1, osserva thc precise meaning of virtually evcry one uf its fifty or so
words is stili I10Lly disputell. La letteratura in merito Ji conseguenza immane. La
pi:1 ampia msscgna di studi, ormai non pi:1 aggiornatissima, in OI.IVA 1971, pp. 63-
122; riferimenti essenziali in CIIIUST 198(,, p. 494. Molti dei lavori pi importanti si
troveranno citati nelle note successive.
Hl SI'AIIN l')77, p. 92, la rbr'tr.r "schwtrlidl als sidlt'l'l'l' i\us~nn~spunlu cincr
Untcrsuchung tlicncn 1\;mn, DucAT 1911J, p. 204, nclh1 sua giuJiziosa disamina Ji
scritti recenti sull'argomento: il me semble urgelll, en l'tat actuel du Jossier, de la
'ncu1rnliscr', c'csl-~dirc tic s'ahsltnir tl'cn fain usngc tlnns dcs raisnnncmtnls hi-
swrit[Ucs, CI.AUSS I'.IHJ,,>. Il(,: tlic HhNm ist iihcrlidcrl in der Vit:l tlcs Lrkurg
von Plutarch, der sie in l cn Schriftcn d es Aristotcles faml. Jede wcitere Auf~erung
iiber tlic Rhctra is1 Spclwla1ion.
H.l l'lut. /.yc l.,l.
52 I.A NASCITA DEl. 1\0SMOS
1\!Xt!X<Hiioavta li'~lll rl; ipw; OOri'tl~fl\' JIEta/; Btx~KIX n:: KIX Kva-
KIWvo oihoJ Cotjli-pt'l \' n: KIX IJ!tiCJtuOIIIXI, "!" YUJIIll<'iXVyopmVllJIIJV tKI
KIX Kptito.
16 VII 12,6 (= F:xc. Vat. 4, p. 273 Boiss.), edito anche come 'fyrt. 0 14 G.-P.
(spurio) = 00 14 Prato (spurio) = 4 W. (tra i frammenti genuini, con il distico iniziale
plutarcheo al posto di quello tt-dito) = J a D. (tra i frammenti genuini).
81 llo\IXI] cod.
"" IXFP~oaa emi.
89 &:: cod., ma v. n. l H sulle conseguenze dell'emendamento.
90 Emendamento di Boissevain.
91 l cod.
91 Il pcntametro non conservato in forma metrica: l'emendamento di maggior
successo di Bach, Jlllli n lkmEUetv 'tij& JT<lEt (aKou)v), cf. Plut. Lyc. 6,8 (dal-
l"cmenJamento' alla rbtra).
"tt cod.
'H Sulle falsifil-a1.inni c 1;li :uumnclcrn:tnu:nli lui possono andar suggelli testi
legislativi traditi oralmcmc v. EllE!\ 1'.1116, pp. 266-268. In questo caso naturalmeme
l'autorit oracolarc rendeva le modificazioni ancora pii ardue.
~ lstruuiv:t la clispu1a fra Agcsilao l' l.l'lll)'l'lticlas lirca l'oralolo sulla x<ut
lltx.at)J:icx (v. Xln. Ile/l. Ili J,.1 sg., l'lUI. Agl.'s. J,J-5, l.ys. 22,6). Riccml.tw dal cresmu-
logo Diupeirhes contro Agcsilao, non viene posto in dubbio il denaro, ma ci si
chiede: qual lo zoppo da cui mette in guardia Apollo? L'infermo Agcsilao, o il
figlio d'adulterio Lcutychilbs?
54 LA NASCITA IlEI. I<OSMOS
'Il>MEYER 1892.
97 ME\'ER 1892, p. 228. M:1 nllora non si dovrebbe inrerprernrc e correggere
Diodoro alla luce di Plutnrco, o osscrvnre che i versi che introducono le due versioni
si equivalgono, bid. Da respingere, naturalmente, nnche l'ntetesi dci versi tirtaici
(ibd., p. 229 sg.). Meyer non era affatto isolato: cf. BUSOI.'I' 1920, p. 47, nn. 3,-1.
98 E non solo dalla notizia marginale (cf. souo), che naturalmente i sostenitori
della tesi 'unitaria' pretendono fuorviame (p. es. HAMMOND 1950, p. 49, STI!INME'l"l
1969, p. 65}, ma da tutto il contesto diodoreo.
99 Come giustamente sottolineavano p. es. ANDREWF.S 1938, p. 99, c Kmclll.l!
1963, p. 223, n. 2. solo astrattamente corretto affermare che non si pu dire che
in Diodoro l'oracolo non sia dato ai re Tcopompo e Polidoro, ma a Licurgo (STEIN-
ME'IZ 1969, P 65).
100 Diehl faceva addirittura precedere tra i frammenti tirtaici Diod. VIl 12,6 a
Plut. l.yr. 6,10, sulla hase di un'ipotesi di WII.AMOWITZ 1900, p. 107 sgg. SWINtvmTz
I<J6'J, p. (,J sgg. (c prccl'dlnll'mtutt 1~li swdiosi <'I;II ivi, p. (,S , .!;t l'ltATo 1%11, p.
65, n. 16, tra i quali p. es. III.UMENTIIAI. 1948, coli. I'JI7-I'J4'J), unisce i due testi
integri (Diodoro conserverebbe l'oracolo dato ai Pytbioi, e l'lutarco la ripclizione del
messaggio delfico). ller lli.SCIIEil l 'J!I(, la citazione in l'Iuta reo sahcrchhc, dopo il
distico iniziale, direttamente al contenuto ddl'omcnlu, lasciamlu da parte i primi due
versi della versione diodorca, che avrebbero anch'essi fatto parte del testo tirtaico.
Anche HAMMONI> 1950, p. 49, pt:nsava che entrambi i componimenti, compreso il
distico iniziale, potessero essere.' ascritti a 'l'irtco: crmtra PI\ATO l ')(,K, p. (,(,,
Sl'ARTA NEl. VII SECOI.O 55
tuttr t membri del corpo civico 109 e contrapposti qui per et e forse
per esi ra:r.ionc sociale ai membri della gaousftt 110,
Non c' dubbio che anche l'interpretazione di ~IUlOta &v~pa
come popolo in teoria possibile. T.o stesso lcuorc antico doveva
decidere sulla base della ricostruzione complessiva offerta da Pausa-
nia e dall'impostazione del suo pamphlet.
Senz'ahro Pausania consider l'oracolo come una sorta di 'carta
costituzionale' sui rapporti fra magistrature e popolo di Sparta. In
nessuna delle due intcrpreta7.ioni possibili per Bqponx &vBpn la realt
e l'ideologia politica di et classica descritta in maniera davvero
soddisfacente. Se intendiamo infatti 811~1thcx &.vBpa nel senso di po-
polo l'oracolo sembra accordare diritto di parola ai membri
dell'ekklesfa 111 e mettere poco opportunamente in dubbio la dedizio-
ne dei cittadini al bene collettivo, ponendo in cattiva luce l'intera
comunit. Se invece interpretiamo ~llJ.IOta &v~pa come efori pal-
mare la contraddizione con il giuramento mensile fra -efori e re, cos
ricordato da Senofonte 112 :
Ed ogni mese si scambiano un giuramento, gli efori in nome della
citt, il re a nome proprio. E il re giura di regnare secondo le
norme della citt, mentre la citt giura che, fintanto che l'altro
prester fede al giuramento, gli accorder intatta la sua autorit
regale.
IO'J t\rist. l'o/. Il 12(,5h 38 s~;g.; 1270h 7 sgg., 25 s~;g.; 1272a 31 sgg.; IV 1294b,
2'.1 Sl:\1\
110 presbygencls : andres = grcmtes : dcmotai? Il termine presbygeneis usato da
solo nell'emendamento alla rhtra (cf. Plut. Mor. 789e) ed in Eus. Praep. Evang. V
28,3 (cf. n. 120) aJ indicare i senatori spartani. Ma in genere (cf. Hom. Il. Xl 249)
equivale a maior nalll p. es. tra due fratelli, o ad anziano. Sul termine v. anche OLIVA
1971, p. 99. Sull'elezione alla gerous(a cf. pp. 111-114.
111 Cf. nn. 113, 150, solto p. 68 sg., eJ appendice l.
112 Xen. Lac. 15,7.
IIJ S<:IIWAil'l"/. I'.IO.l, col. 678; jA<:OIIY Flr/1 51!0, n. 4 Iii distico plutarchco,
scritto d;l principio come v;uiame, s;uebbc poi entrato nel testo di Diodoro: egli
rifiutava ogni lmnnonisierung dci due testi; scriveva che questa versione tutto
rimette ai re l'ti al popolo, rimuove persino i yl>povw, c cos vuoi certo risalire oltre
l.icnr~n ;11la ~enuina mitpm llliitfill (581 1\vmm. p. 61R sg.)J, 1\tttNiiMANN 1975,
p. 510 (contro il quale I>UCAT 1'.183, p. 203). Per 1111 esempio dell'imp.rsse in cui si
imbattono gli intl'rpreti nella seconda parte di Dind. VII 12,6 \', ANnRF.Wt;S 1938, p.
9S sg. annoso i) dissenso circa i) SO!;~l'HO tli lll>llrollUI ... i'plt'l\' ... fiiiJillUflil'l\',
58 LA NASCITA DEl. KOSAIOS
riferiti ora a IITfiJOlll<; avllpa, ora a pam.i)a e npecrfluyevEl ... -ypovnxc;: v. le varie
opinioni in PRATO 1968, p. 65, nn. 17 e 18. Pi recentemente, p. es., Ll'!VY 1977,
p. 99, esclude che IJUIIilcrOat possa riferirsi al demo, perch il popolo non ha diritto
di parola in assemblea: ma contro la sua proposta di unire come soggeui pamila
e npEoJ3uyEvEl ... -ypovta. a IJUOejoOut ... epliEIV ... i:Ktf\ouuuetv v. Duc:AT 1983,
p.203.
114 Il testo trdito coordinerebbe npEOf\uyEvEi 8 ytpovm, Enf.l ta li llrutota
avllpa.... e li subordinerebbe entrambi ai re, rendendo anche la geromf,, oggcuo
dell'ammonimento espresso dai tre versi seguenti (cf. Si!ALEY 1969, p. 256 sg.; la
coordinazione, anche se aspra, ritenuta possibile da fi(~LSCIII!R 1986, p. 418).
L'emendamento tE mi pare mevitabile, anche alla luce di quanto espostu pi avanti
circa un oracolo in Eusebio (cf. n. 120).
115 Emenderei il testo trdito in maniera meno violenta di quamo non avvenga
comunemente, quando si unifurma il testo al parallelo verso tirraico, facendo dipen-
dere da vtanaiJEtPoiJVouc; (sulla cui costmzione v. 1-IAMMONII 1950, p. 47 c STmN-
MET7. 1969, p. 67) o un accusativo cd un dativo strumentale, c sottintcudtmlo ad
E1i0Eiqv o {n\tpav (qui desumibile dal vicino j>r\tpm, cf. nKouxv ucll'cmcndamcn-
to), o bliov (con HAMMONIJ 1950, p. 48, cf. p. 45, n. 21), uppurc accusativo e
avverbio tilllti\1 {11\tpa (accettando con DEN l:lotm 1954, p. 185 sg., una proposta di
Page). Il senso non cambia di molto emeudando C.OEim pr\tpm (cio wrnamlo al
testo di Plutarco) ed intendendo in senso strumentale: rispondeno con giuste pro-
poste, n nell'inter(>retazione di 1-IAMMONil 1950, p. 48: rispondendo alle proposte
(di re e anziani) in maniera corretta c non distorta. Ma il il v.6 di Diodoro sugge-
risce una discussione, nella quale gli efori sono in forte dipendenza rispetto ai re e
agli ;lll7.i;tni, l'(l intlk;uulunc la snhunlin;tziurll' clivitnt ptrno di '"' sisttma che tuntrap-
pone il rapporto positivo dei /Jtrsileis t'llll la citt (v. l) a qndlo nq;.uivu clq;li efori
(v. 8). Si tenga presente che in et classica the kings and the clders nevcr appear as
rnaking a prul>usal or as summuning ur prcsiding in dtc ;tssemhly. These rolcs are
always taken by the ephors, or an cphor UoNt!S 1966, p. 168; il pi celebre
naturalmente Sthenelaidas, l'eforo che convince gli Spartani ad imbarcarsi nelht guerra
del Peloponneso: sul suo dis.cncso in Tucididc v. recentemente Bt.OI\IlOW 1981 e
BLOEDOW 1987).
SPAil'I'A NF.I. VII SF.COI.O 59
111Schol. 'l'llllc. l (,7,3 (cf. p. 123, n. 101). l.a seconda p;trte dcll'uraculn (vv.7-
9) si riferirebbe dunlJUe allo svolgimento dell'assemblea, la prima (3-7) alle riunioni
della gemusfa.
117 Cf. n. l 08.
111 Rilevato p. es. da EIIIU!NIIERG 1933, p. 212, n. l. Damos: cf. p. 23.
" 9 MI!Yt"l 1892, p. 225 sg.
IlO Eus. Pmep. Evang. v 28,3: "Ewc; av IIUVtEiiJOIV llllOOXOUXc; tt tm\ opKouc; IKa
liiKIX Ut\).otOI KU Uolianolat lillliitE, layvt; KtX Katapti\:; npEOJitlyt:Va nlt()VTE<;, l
Tuvliupiliuc; l' rnumi>llt'.VUI, Mt:VFil\' Tf KIX iiUuu l IXOitl'filluuc; ijpltXtc;. Iii fV AtXKE&ti-
IIUVI Iii n, l ui'mu lil'1 x' i~11iv nrp1<1>d&nt' rpiKm<t 1.t:c;. L'ultimo verso (forse preceduto
eia una lacuna?) riecheggiato da vicino nell'inno acl Asclepio di Isyllos di Epidauro
(/C IV 2 l, 128, 1.26): questo conferma la relativa antichit dcll'oracnln.
Ili Op. 225 sgg., che utile per intendere in senso Ji giudicare liiKa llt&>vat.
12ZSul potere giudiziario degli efori v. PARirn 1910, pp. 190-201, BusoLT-Swo-
IIOI>A 1926, pp. C.81, C.89 sg., BoNNHR-SMITII 1942, M1c11m.1. 1952, pp. 154-162, DE
S'm. CilOIX 1972, pp. 132 sgg., 349 sg.
60 LA NASCITA DEL KOSAIOS
IV. Sull'ipotesi di David si esprime con cautela BERNINI 1986, p. 208, n. 20.
DAVI() 1979, p. 97 sg., solleva anche difficolt per l'eccessivo n10lo che Eforo F 118
(per il testo cf. n. l 02) sembra accordare agli Euripontidi nella cacciata di Pausania.
Il riferimento alla genealogia sarebbe da intendere in senso concessivo: nonostante
Licurgo fosse della pane avversa, Pausania scrisse un Myo Kat T1v AuKolipyou
v6~1111v (ironico). In realt Eforo vuoi sottolineare proprio i motivi personalistici che
spinsero il re a scrivere Llll logos contro Licurgo (Efnro pur citando gli oracoli,
prendeva decisamente le tlistanze da Pausania: cf. sotto). Quanto al contesto storico
(DA VIU 1979, p. 98 sgg.) vanno intese le motivazioni del re: per lui l'attacco a
Licurgo compor:ava un ritorno alla genuina tradizione delfica e non gli impediva di
citare l'oracolo tjltOXPI'IIJaTia Imiptav El (Diod. VII 12,5).
ll7 Per la gravit di una simile colpa cf. Theogn. vv.805-810. Non si dimentichi
che al libello di Pausania va certamente ascritta la versione allargata (Diod. VII 12,1)
dell'oracolo Hdt. l 65, trasformato in una promessa di legislazione.
128 jACOBY FGrH 582, Komm. p. 618 (v. anche W/\DE-GF.RY 1943-1944, B p.
5). Secondo EtllmNIII!RG 1925, p. 15 sg., Licurgo avrebbe inserito di propria inizia-
tiva tra le magistrature l'eforato, che l'oracolo delfico non avrebbe menzionato.
llY Il paragone tra efori e tiranni gi in Senofonte (Lac. 8,4: Oianfp o\ n'1pavvot)
e nelle Leggi di Platone (IV 712d: Megillos definisce l'eforato come 9au~taat6v ...
tllp!lV\'IKc'lv), cd senzot dubbio privo di un vero contenuto negativo. Ma c' forse,
spl!cic in Scnofontc, uno spunto polemico verso qualcuno che aveva accusato gli efori
di essere tyrmmoi? A cosa mira lo strano accoppiamento con magistrati di agoni
ginnici? Di fano Scnufunte suggerisce che la tirannie des phores est cn fait celle <Ics
luis (1101\llES 1982, p. l'J5). All'interno dell'opuscolo il concetto di timnnide torn;l
signific;llivamenle in 15,8, in rapporto ai re ed al giuramento mensile, che garantisce
b conscrv;1zione dci potere dci l~t~silefs c impedisce lnm di trasformarlo appunto in
tirannide. Si veda poi 1\t:ist. l'o/. Il ll70b 13 sg. (upxt\v ... iaorupavvov), ed in par-
62 J.A NASCITA DEL 1\0SMOS
ticolare Poi. II 1265b 40-1266a l, elle potrebbe tener conto pi direttamente dalla
teorizzazione di Pausania: e tuttavia anche qui la qualificazione 'tirannica' parados-
salmente positiva, come in Senofonte (qualcuno pretende che la costituzione di Spar-
ta sia una costituzione mista di monarchia, oligarchia e democrazia, rispcllivamcntc
per i re, i senatori e gli efori: ma cernmi dicono che l'eforato sia una tirannide, e
che la democrazia sia rappresentata invece dai sissizi c dal resto della vita quoti-
diana).
uo V. p. es. jACORY FGr/-1 582, Komm. p. 619, 598, p. 669, e GAIIIIA 1957,
p. 215.
m Tutta la questione comunque complicata dalla noti1.ia in I-Id t. l 65,4 dove
ad una tradizione sull'origine delfica del kosmos spartano, contrapposta la voce
degli stessi Spartani, al dire dei quali Licurgo lo avrebbe ricomlotto da Creta. Si pu
f.er questo supporre che la tradizione dell'origine delfica si sia imposta a Sparta tra
epoca di Erodoto e quella Ji Pausania? Comunque nel complesso gli oracoli 'editi'
da Pausania presentano clementi rl'ccnzimi, v. l'Alli\ l\- Woi!MI\1.1. I'JS(,, pp. 1!(,. 89.
uz FGrH 581 T l ap. Arist. Poi. VII 133Jb 5 sgg., Komm. p. 617 sg.: un caso
che proprio qui Aristotele ricordi le accuse spartane al re Pausania? Poich gli oracoli
minacciavano la punizione divina nel caso che la ciu non ottemperasse alle indica-
zioni del dio (cf. l'oracolo citato a n. 120), e poich Pausania denunciava il mancato
rispetto dei precetti delfici gi da parte di Licurgo, il successo egemonico di Sparta
poteva venire indicato come prova della validit delle leggi di Licurgo (c questo era
appunto quanto faceva Thibron).
SI'AI\TA NEl. VII SECOLO 63
UJ Cf. 8,2 c LUI'I'INO MANES 1988, aclfoc.; le riflessioni di BoRDES 1982, pp.
196-198 (Scnofonte rivelerebbe qui il fondamento oligarchico della costituzione, un
'parti' au pouvoir che institue et maintient d es luis son propre avantage ), sono
probabilmente fuorvianti: Sennfonte si fa portavoce di un dibattito interno a quel
mondo di krtitistoi per giustificare il regime tradizionale. Il tema dell'obbedienza dei
re alle leggi , si sa, assai sentittl da Senofonte, e dal suo patroll Agesilao (la stessa
Costituzicme culmina nelle considen1zioni di Lac. 15, e significative sono, Jlroprio
perch non rispondenti al vero - si pensi a Pausania -, le osservazioni sul rispetto del
proprio ruolo tradizionale da parte dci re neii'Agesilao, l 4, mentre analoghe consi-
derazioni sono riecheggiate in Lac. 8 e in Ages. 7,2, dove si dice del re 8uvarunato
1v f:v ti\ noEI ljlavep ~v ltliIIna tol v6~tol alpE\xov); esso ispira molte pagine
dcli'Agesilao (p. es. l 36), e della tradizione, p. es. plutarchea, sul re (Ages. l; 4).
m Xen. Lac. 8,5.
m FGrH 70 F 149,19; Eforo cita, ma evidentemente neutralizza, l'oracolo Diod.
VII 12,1 sulla concessione a Licurgo della polite(a. Le coincidenze nell'analisi storico-
politica (p. es. sulla gravit dei da,mi prodotti dall'afflusso del denaro, o nell'ostilit
per Lisandro) notate da DAVID 1979, pp. 110-112, sono innegabili, ma la loro importanza
non va sopravvalutata per quello che riguarda l'influenza di Pausania su Eforo.
ll6 FGrH 70 F 149,18, nonostante le riserve di TtGI'RSTED1' 1965-1974,1 pp. 214,
499, n. 937, recepite da DAVID 1979, p. 113, n. 65. la tradizione pi antica, anche
crllllntca (l (,5,5). V. pni Xen. l.ttc. 8,3 [MHVI\1\ 1892, p. 248 faceva notare che Se-
nufonte si esprime qui con circospezione: thc 8 Ka t~v til t+opt:ia 81iva111V to
ai>ro toiltou auyKataOKEuaaat ... ; ma non si tratta di un dubbio sull'origine (v.
OI.IVA 1971, p. 123, n. 2) dell'eforato -licurgheo o teopompeo- quanto un giudizio
di probabilit e vcrosimiglianza circa le modalit dell'azione di Licurgo, cf. sopra], Pl.
Epist. VIli 354b; pi tardi Satyros ap. Diog. Laert. l 68, lustin. lll 3,1.
ll 7 Plutarw (Lyc. 7,1 = Apollod. FGrH 244 F 335a) menziona il collegio di
Elatos e dei suoi colleghi inse<liati circa centotrenta anni dopo Licurgo come un
64 LA NASCITA IlEI. 1\0S.-110.\"
sull'eforato, la sostengono p. es. llusot.T IHCJJ-1'.101, l p. 356 st;., MEYEit 1892, p. 249
sg., PARI!Tt 1910, p. 105 sg., TtGEitSTEilT 1%5-1974, l p. Ili, 213 st;., 410, n. 37, cd
om DA VII> 1979, p. 113 sg. (conul\eriorc hibl. n. 68); 1\iustc riserve inJAcnnY FGd l
582, Komm. p. 619.
SI'AilTA NEl. VII SECOLO 65
140 Tyrt. fr. 2 G.-P.= 5,1-2 W.= 2 Prato= 4,1-2 D. La contrapposizione con
i Messeni fattasi pill accesa dopo la rifondazionc della citt doveva rendere pi viva
la figura di Teopompo.
~ Pl. Leg. li1 692a. Lo mnbntr di Tcopompo si trovava (Paus. III 16,6) I!tav-
tlKp al santuario di Licurgo: la collocazione certamente legata al suo molo di 'le-
gislature'; cf. p. 3 l(, sg.
u L'aneddoto narrato tra gli altri (cf. MANI'ltm>INI-PICCIII.Ill.l 1980, p. 246)
da Arist. Poi. V 131Ja 30-33, Plut. L-yc. 7,2, Mor. 779e; ma l'idea compare gi in Pl.
l.cg. 111 (,'J2a-b, che dal tpituc; mom\p c dall'cforatn fa dipendere la lunga durata della
monarchia spart;ln;l. V. su questi aneddoti le osservazioni di Mt;nm 1892, p. 249,
ovviamente in un contesto interpretativo in parte diverso.
IHCf. n. 84.
lf'Cf. n. 138.
66 Li\ N ASCITi\ DEl. KOSAIOS
15'' V. appendice I.
11.o Sull'accesso alla gerousia cf. pp. 111-114.
161 Ci sarebbe tanto pi vero se l'emendamento ciyopci (cf. n. 84) fosse valido;
anche gli emcmhune111i pmpusli da Ouvrm 1960, p. 25 s~. ({rr)nvnyu,licx u {illln)yopl-
.ctv) amlrehhcrn nella stessa direzione.
"'2 L1 Costituzione conosce gli oracoli di Pausania ed Eforo: il fr. 544 Rose cita
l'uraculn sulla pbilocbremttli.t.
"' 1 J.a lt~l-:l:l'll<la di l'olitluru (v. MI\IIASc:o 1')71!), rt tlemoc:nllicu c prumuture di
una disrrihuziunc di terre, nun si oppone dunque ratlic:almemc ad una 1radizionc
'ncgaliva' sul suo conto, cnme in genere si crede (v. p. es. PoiUU;sT 1963, p. 170 sg.).
Il ra1lpor10 fra efnn1to c l'nlidom si deve essere anch'esso affermato (a ripmva elci
valore posilivn dcii;~ 'mesl'tlhmza' emcndamcmu-isiIII:r.ione dell'eforato) cd ha avuto
sanzione mnnumcmalc nell'erezione di un'ektin di questo re ncll';~rc;l Jcll'.tgord, in
rapporto con quelli che Pausania chiama 1ipxciict t+oprln (Paus. III 11,10 sg.; e oltre
pp. 14 l, n. 179, c 144).
70 J.A NASCITA l >El. KOSA/OS
161 Per la trasmissione orale della rhtra v. Roussi!L 1976, p. 234 sg., con le cui
osservazioni sul carattere generale del documento sono assolutamente d'accordo, e p.
es. alcune indicazioni di OLIVA 1971, p. 75, c Piccirilli (MANI'RI\DINI-PICCIRH.LI
1980, p. 234), che giustamente ricordano la proibizione di leggi scritte (Piut. Lyc. 13,1
e 4, Mor. 227b); recentemente, invece, MUilRAY 1980, p. 191 la definisce la prima
costituzione greca scritta, Non mi sembra cogente l'obiezione di jl!l'foi!RY 1961a, p.
145 sg., secondo la quale il testo no11 sarebbe stato fatto per essere tramandato a
memoria, altrimenti sarebbe stato redatto in versi; la forma prosastica naturalmente
legata al suo aspetto di 'legge' ... Per la trasmissione di leggi in poesia (ed a memoria)
a Sparta ed altrove v. in particolare PICCII\11.1.1 l981a (bench forse in qualche punto
troppo sicuro: Clem. Al. Strom. l 16,78,5, p. 51 Stahlin-Friichtcl, non mi sembra
provi l'esistenza di canti aventi pe~ tema leggi ma si riferisce a 'motivi' musicali com-
posti da Terpandro- sulla attivit musicale del quale v. rccenternt"nte GosTOI.I 1988)
ed anche CAMASSA 1987, pp. 621-623. In ogni caso la sua 'pubblicazione', sia pure
per via orale, la ricollcga alle cmlificazinni di leggi del mondo arcaico: su questo pro-
blema v. il provocatorio, ma convincente lavoro di EDER 19116.
169 Per Creta v. Ephor. FGrH 70 F 149,20 c soprattutto Ael. VHIL 39. Roma:
Cic. Leg. Il 23,58, cf. Il 1,9.
170 N un traltato (pareri in ques10 senso v. OLIVA 1971, p. 71), n una vera e
propria legge come pensano p. es. WADE-GERY 1943-1944, A p. 62, n. 2, B p. l sgg.,
C p. 115, WES"I' 197-1, p. 185 sg., Polll.F.CKI 1984, p. 100. Definire 1;, rbtra un
oracolo approvato dalla legge (cos p. es. 'I'IU!U 1941, p. 42, HUXI.Ii.Y 1962, p. 120 sg.,
n. 283, FoRRilS"I' 1968, p. 41 an oracle which was acted on, Piccirilli in MANI'I\1!-
I>INI-PICCIIULLI 1980, P 243) non sposta di molto i termini del problema. Ancora
da leggere le pagine d1 MF.YER 1892, 261 sgg. (che furono p. es. criticate da WAI>I!-
GI'IIY 1943-1941, C, l' 115 sg.): Mt"yer aveva solo il torto di considerarla un falso
di IV scculu (rcccmcmcllle ;mchc Sl'.fii.I'Y 1'17(,, pp. 74-711, c I'ITI.IIAIIIIINia'. l'IliO, p.
153 sg., propendono per considerarla una forgcry di Pausania c del suo amhiente): ma
con die Rhetra ist nicht anderes als eine Pormulirung der im spartanischen Staate
bestehenden Ordnung, aber nidn ctwa die Gruncllage, auf der dicsc lctztcre aufgc-
baut ist ... Sie ist ein secundares Product, eine Prosaredaction der Grundziige der
Verfassung (p. 266 sg.) ha in parte colto nel segno.
171 Che possono rispecchiare benissimo la rhtra unitaria (come giustamente
ammettono p. es. WM>E-GF.ItY 1943-1944, B p. l sg., FollRf:ST 1963, pp. 158 sg.,
SI'AI\'I'A NEL VII SP.COI.O 73
IM-168, Foltltl~'T 1968, p. 58, CARTLimGi; 1980, p. 100). Altri, p. es. Piccirilli in
MANI'ttEUINI-I'ICCIIUI.I.I 1980, p. 243, Poiii.I'<:KI 1984, p. 102 sg., ritengono che
Tirten faccia riferimento ali;~ rbtm inserendo in essa anche l'emend;~menw e spiega-
no con gli (innegabili) interessi pacificatori di Tirteo il silenzio del poeta sulla clau-
sola :1m;iumiv:1.
m Ma anche qui non manc:mo proposte divergenti, riconl:llc in MANI 11ti!I>INI-
PJccnuu.J 1980, p. 213. V. le forzature cui costretto WAili!-GEitY 1943-1944, B p.
l sg., per datare la llJ/1'11 :1ll'epnca tli TirtL'O.
m Cf. pp. 64 sg. c n. 140. Molte diswssioni sulla cronologia della r/Jtm sono
da questo punto di vista o7.iose: l'oracolo legato ai re vincitori nella prima guer-
ra messenica, come sonolincano pure FonREST (che peraltro crede anche alla storici-
t di l.icurgo) 1%3, p. 170; lu. 1%8, pp. 49 sg., 57 sg., Wl!ST 1974, p. 185 sg., MuR-
ItAY 1980, p. 193 sg. Questo esclude la possibilit di collegare la rh11a all'inizio del-
la seconda guerra messenica come fanno per esempio Moss(; 1973, p. 17, jEI'FERY
1976, p. l 17: la conseguenza essenziale che non si pu stabilire un rappono im-
mediato con la nasl'ita ddl'oplitismo nelle sue forme classiche. La vernsimiglianza
suggerisce di per s che la 'riforma' venga attuata a guerra finita, come propone anche
W!iLWl\1 1979, p. 180 sg., cf. poi 1983, p. 162, che discute le diverse proposte di
Rnuss"1. 1971i, 220 sgg., 233 sg. (prima met VIII sec., all'epoca del sinecisrno), UVY
1977 [due fasi: VIII sec., ini7.io VII (cd emendamento posteriore a Tirteo)J, IJitiNG-
MANN 1975 (epoca della Seconda Messenica e dci disordini sociali ad essa connes-
si). Per un elenco di pareri discordanti CLAUSS 1983, p. 199, OLIVA 1971, p. 76 sg.,
n. 2.
74 LA NASCITA DEL KOSMOS
174 Cf. in particolare (oiino) eio~pEIV 'tE K<l tiojlioma9txt. V. L((VY 1977, passim,
sj1ecialmcnte per il caso degli efori p. 96, che parla di snuplcssc cd imprcision
c 1c consentono sempre una rilettura alla luce delle procedure contemporanee.
175 L'eliminazione della clausola, sarebbe legata, nell'ottica di 'Aristotele', al pa-
rengrtlpheill dell'emendamento. Non vorrei escludere in maniera categorica che ht
clausola finale facesse in origine parte della rhlra: ma allora essa non avr indicato
il diritto di intervento dei singoli in assemblea, come crede 'Aristotele', ma sempli-
cemente che il potere finale della decisione spettava all'assemblea, con una limitazione
che agli occhi della rinessione politica di IV sec. rendeva il dtimos non Kllpto (cf. n.
84). Soggetto: v. WAnE-GERY 1943-1944, A pp. 62, 65 sgg., 1-IAMMOND 1950, p. 45
[il dtimos per nrUcil;rtv, diviso nelle sue componenti in riu+frJFIV tf. Kll ticjlianmOm
(gei"Omla) e nella clausola finale (dmos)], OLIVA 1971, p. 96 sg., nonostante alcuni
pareri diversi citati da Piccirilli in MANFREDINI-PICCIRJLLI 1980, p. 235 (sul proble-
ma v. anche BlliNGMANN 1975, p. 517 sgg., ma non convincono n ht sua proposta,
soggetto i re, n le sue obiezioni ad Hammond).
176 Si pu essere tentati, dato il contesto storico (l'indomani eli una guerra vit-
toriosa che si conclude con la spartizione delle 'spoglie' del nemico), dall'cmcnd;t-
mento IKUUavlou (-ia): bibl. in proposito MANI'Rf.J)INJ-PICCIRILLI 1980, p. 234,
ad loc. Cf. i sacrifici a Zcus ed Atena da parte del re in partenza per una campagna
all'uscita dai confini: Xcn. Lac. 13,2. Per altri emcmhunenti v. MANI'Itl'.lliNl-PlcCI-
RILLI 1980, ibid., ed OLIVA 1971, p. 77 sg.
177 La traduzione cerca qui di rendere l'ambiguit etimologica di ojlu tjlukci-
~avta (dividere il popolo in trib, conservandole nel loro stato): cf. sotto p. 80 sg.
178 Troppo fortunata la tesi di jEFFERY 1961a, p. 145-147 (accolta da RoussEt.
1976, p. 244 e LI\VY 1977, p. 94 sg.), che vi riconosce i mitici fondatori delle due case
reali (Euristene c Prode, o forse Agide eli Euriponte), ma riduttiva anche l'ipotesi
di HUXt.EY 1962, p. 45 sg. (fondatori di culto); l'assonanza con la terminologia
coluniaria (LF.SCIIIIllltN 1984, pp. 80-82, 180-185) dipende da un comune accento
militaresco (cf. EIIRI!NIII!RG 1968, p. 382, n. Il), che non risente pere) dalla 'natura'
della monarchia (BERVE 1937, p. 17, KmcHLI! 1963, p. 158), quanto piuttosto dal suo
storico affermarsi nell'VIII-VII sec. come guida delle COillJUistc militari spartane.
177 Sull'indicazione fra Babica c Cnacione cf. p. 146. Gli interpreti suno general-
mente inclini a rcnsare ad una cadenza mensile per il parallelo con il gi citato Schol.
Thuc. l 67,3; i testo indica di per s solo una periodicit, che il rapporto con le
~~. suggerirebbe di cadenza annuale ((in occasione del mese Apellaios, peraltro
SI'ARTA NEL VII SI!COLO 75
non testimoniato a Sp;trta), cf. BURKI!I\T 1975, p. 9 sg., che tuttavia ha troppa fidu-
cia nell'identit tra le cinfllat c I'KKI]aia: le ~teyli>..at IIIat di Gytheion difficil-
mente possono essere messe in relazione con la ~~~ Kp EKKI]aia (cf. n. 158); per un
ritmo annuale gi DEN BOER 1954, pp. 165-167, OLIVER 1960, p. 22 sg., ed ora UVY
1977, p. 95 sg.; WADI\-GERY 1943-1944, A P 66-68, ipotizzava J.IEY!i.Ill an!Ual
annuali cd 1iurrUm nwnsili, in corrispondenza delle quali si sarebhe tenuta l'assem-
blea(: v. MANI'IIEIJINI-PICCIIlll.l.l 1980, mlloc., LVY 1977, p. 95 sg., n. 67, e OLIVA
l ')71, p. 91, anche per altri pareri. In ogni caso andrebbe valutato il rapporto con
l'orologio solare di Anassimamlro (v. p. 148 sg.) che potrebbe suggerire una cadenza
stagionale, per Tpnnai ed OIJIIEpim (ma a quell'epoca l'assemblea aveva verosimil-
mente gi caden7.a mensile). cin~:UciEtV potrebbe essere transitivo (ipotesi avanzata
da WAilE-GERY 1943-1944, A p. 65 sg., n. 3), ma le probabilit maggiori (WADE-
GEilY, lo_c. cit., HAMMtlND 1950, p. 45) sono per l'uso intransitivo.
IMO E l'ipotesi pi1 convincente per ~iaTaa8at, un'opinione di Wackernagel in
Busoi.T 1920, p. 43, n. 2, TREU 1941, p. 28, cf. HAMMOND 1950, p. 44, n. Il (medio
avente per soggetto i membri della gerousfa), LVY 1977, p. 96 sg., CARTI.EDGE 1987,
p. 125; per altre opinioni v. 1\lliNGMANN 1975, p. 515, n. 7, c OI.IVI\ 1971, pp. 93-
96. Per l'interpretazione, gravida di conseguenze, di Wade-Gery, v. n. 198. Non
persuade del tutto la complicata procedum immaginata da FORRES"I" 1968, p. 47 sg.
(introduzione di una proposta da parte della gerousfa, discussione, fomlUiazione della
prnposta = ~ioTcxollm, decisione): la doppia riunione della gcro11sfa, attestata con
sicurezza in un solo caso, va spiegata con 1 poteri probuleutici del consiglio, che forse
non si estendono solo alla prnbuleusi propriamente detta, ma consentono anche di
non ratificare una proposta approvata dall'assemblea; cf. appendice I.
181 1-lAMMONil 1950, p. 45, intende aKo).ui.v come forma avverbiale, in origine
cnn souimcso llMv; preferisco l'ipotesi di 'I'Ili!U 1941, p. 27, WAI>F.-GERY 1943-1944,
A p. 63, che sottintende pt\tpav. Quanto ad rpotto da consetvare (sugli emenda-
menti proposti v. OI.IVA 1971 p. 99, n. 5, e MANPRilDINI-PICCIRILLI 1980, p. 241),
n si deve supporre una confusione od un errore del commento di Plutarco o di
Arist.l'o/. li 1273a 11-13; 1272a, 10-12 (cf. appendice 1). Il verbo di dire si connette
da una parte alla Pot\ con la quale si esprimeva il parere nella assemblea spartana,
dall'altra etimologicamente a in\Tpa [cf. EliRENBERG 1925, pp. 20, 125, n. 15, e
WADF.-GERY 1943-1944, A pp. 63, n. 6, 70, per la conservazione del testo ed il
rapporto pt\Tpll l t:plll (c affini)]: da notare l'analogia cnn EOelau; p~tpau; vtana-
~tEtliopvou, Tirteo v. 6. Questo rapporto etimologico mi sembra minare l'ipotesi di
Kl!l.l.\' 1981, p. 60 sg., che riferisce l'espressione ad approvazioni informah.
182 WEsT 1974, p. 185, cf. TJ<>EIISTWT 1965-1974, p. 57, nn. 392a-393; il testo
MONU 1950, p. 47, Ouvmt 1%0, p. 40sg.; v. anche il camo commento di PRATO
l %11 ati IVtllltaJIEij\uiiYouc;. jACOII\' FG,-J l 5RO, Note/l n. 4, pmponcva imccc di f;tr
dipendere IYlllJtiXIItiPoiiYouc; per zeugma da px_ctv (cf. gi in WAilE-Gmw, /oc. dt.).
116 \'VAili;-GimY 1943-19-14, B p. 5 (che per non anribuiscc a Tirtco l'ultimo di-
sricn), IIAMM<>NII 1950,1' 47 sg., c reccnl<'lll<'llll' WFSI' 1974, p. 1111, n. 12: i vv. (,-IO
di Diodoro sono unquestionably authcmic, l'oll!H!KI 19111, p. 101 sg. Cf. n. 105.
117 S che accettandolo AllKINS 19R5, p. 7-1, propenso a riconoscere nel fram-
mento un componimento cnmpiuto.
111 Cerco di conservare l';unbiguir di 1'ipxm (AilKINS l 985, p. 72).
189 ri>Odmc; /llitpm: qui pmhahilnwnlt' (ma tf. n. 115) dativo di termine (Titi'U
l'N l, p. Jll, WAIIE-Gmt\' 194J-19.fl, Il pp. l, 6), non srrum<nralc (IIMJMONil 1950,
p. 47, c STI!INMirrz 1'){,9, p. (,7 sg.).
SI'ARTA NEL VII SECOLO 77
norme ctico-politilhc che pnssnnn non riguanlare solo il semplice contesto assem-
bleare, se si tien conto dei limiti ai quali cm soggetto un membro del dimos (cf. nn.
113, 150, p. 68 sg., cJ appendice 1). Il richiamo Ji Tirrco ad un corretto parlare de-
finisce perci1 anche concretamente dei limiti alla libert di parola, secondo un criterio
apparentcmcnlc oggeltil'n, l'inwnssc della l'itti.
1'H Cf. I>EN BtWI\ I'J54, p. 190 sg., Ouvrm 1960, p. IJ sg.
1 '1~ Il problema Imitalo da DEN ll<ll'.l\ 1954, pp. 189-191, che nota\'a il me-
scolarsi di clcmtnti politici c milit;ll'i c tm l';tltm C'lliTcltamentc osstn;wa: thc t>;lrt
78 LA NASCITA DEL KO.WOS
Torniamo ora alla rhtra. Essa, s' detto, descrive una sistema-
zione politico-religiosa reali7.7.ala a Sparla al termine della prima guerra
messenica 196 Come da tempo stato sottolineato, la rhtra per lo pi
istituzionalizza realt preesistentit 97 Garantisce l'autorit degli aristo-
cratici riuniti nella gerous(a: certo non ne istituisce, ma non ne intac-
ca, anzi, ne conferma la funzione probuleuticat 98 , che affonda le sue
in Tyrtaeus that had a dircct rclation to thc politica! situation was used by Plu-
tarch .. ,.
1" L'opinione attualmeme pi1 difrusa collega invece la rbtm alla riforma npli-
tica [v. p. es. in primo luogo ANDRI\WES 1954, che scrive: the Rhctra introtluce thc
procedure (la probmilcusis) for the first time ... as a means of sarisfying rhe politi-
ca( aspirations nf the nplyte army, ANt>ttEWl'-~ 1956, pp. {,{,-77, Fnttiii'ST 1%3 c
1968, TovNurm 1%9, p. 222 sgg., cf. pp. 250-260, in maniera pii sfumata Mussl\
1973, pp. 15-17, BRINGMANN 1975, WEt.WEI 1979, p. 195 sg. (che costretto a porre
i fondamenti economici dell'oplitismo gi nell'VIli sec., con l'occupazione della La-
conia meridionale; suoi presupposti generali espressi in WEJ.WEI 1981, c concetti ri-
baditi ivi pp. 16-19), CAR'f'LEDGE 1979, p. 233, MANI'REDINI-PICCIIlll.l.l 1980, p.
233, MURRAY 1980, p. 194, che la definisce la prima costituzione opliticaJ: pur cnn
tutti i problen esistenti sullo sviluppo delle tecniche di combattimento in et arcai-
ca, e pur non escludendo la possibilit che all'epoca della rbtra gin fosse in uso non
solo l'armatura pesante, ma anche' la tecnica oplitica, io credo che allora essa fosse
ancora propria solo di un piuttosto ristretto strato superiore della societ (cf. pp.
82-91).
197 Come , evidentemente, il consiglio degli anziani, per il quale viene fissato
piuttosto il numero dei membri: v. p. es. EHRENIIEI\G 1925, p. 22 sgg., ANt>t\I!WES
1938, p. 101, OuvA 1971, pp. 88-91, FoRREST 1968, p. 46 sg.
191 Sulla probo1ileusis a Sparta fondamenrali i lavori di ANI>REWES 1954 e 51\A-
t EY 1969, con il giusto rimando di quest'ultimo a Bll'f'l.l\lt 1962, pp. 392-395; contro
la sua sopravvalutazione SI'AIIN 1977, p. 104 sg. Mi pare che l'opinione tli Antlrewcs
- che ha avuto molta innuenza nelle ricerche sulla rbt1a e sulla storia di Sparta -
si fondi in parte su una inrerpret;~zione di oi'mo~ fioo(tl:prtv tf K'o:'t tio~iomoOo:t (quella
di WAnE-GI:RY 1943-1944, A pp. 68-70: the pmhouleutic bntly is 'to bring mminns
forward and to decline to bring motions forward', che ricompare ed difesa p. es.
da jEI'I'I:RY 1976, Jl. 117 sg., 249 sg.) che difficilmente pu essere accettata (cf. n. 180
con bibl.). Credo si tlehha tener conto di alcune critiche tli Scaley !difficolt di
collegare rbtra, e dunque probo1Hcusis, e riforma oplitica, rapporto della stessa con
la tradizione omerica - per la quale v, peraltro ora SttNA 198(, (in particolare pp. IJ-
24): un'esclusione pregiudiziale pare non esservi: a 'l'ersite non viene rimprovemto
il fatto che si sia alzato a parlare. Un modello di comportamento, un ctbos assem-
bleare, l'imlica~.ionc di un rigu;~nlo ptr t;, dtiara collmazinne gerarchi,;, tki parlanti,
... sembrano essere i tratti distintivi del nwssaggio poetico (p. l 'J); la parola nasce
.. , diversa, intrinsecamente, per il potere di chi la pronuncia (p. 21 )l, ma che non
se ne J>Ossa gcncraliz7.are la conclusione (che la probmilcmis miri in primo luogo a
regolare il rapporto tra diversi gruppi di nobili, con i loro seguiti) al periodo /'oste-
riore alla seconda guerra messcnica c soprattutto all'et classica. l.a tesi di Am rewes
sembra infaui sempre la J>i adaua a comprendere le funzioni dell'istituto nella sua
fase matura: la prohuleusi, nata come misura sostanzialmente antitirannica in una
SI'ARTA NEL VII SECOLO 79
1962, p. 392: Piutarch presupposed that thc Rider represented an agreement bet-
ween the demos on the one hand ami an indivisible gerontic body on the other.
... the Rider was intended to resolve a struggle not between the aristocracy and the
demos, hut between rival groups within the aristocracy. In the seventh century it is
doubtful whether the dernos was alone a suflciently organised body to extract con-
cessions and impose policies: but that even immature popular asscmhlies could be
used as instruments of power is dear frorn the histories of tyrannies.
205 Di solito ci si chiesti quali trib fondi la rhtra, se quelle doriche o altre
nuove trib. Si affrontata la questione nella speranza di poter datare la rhtra in
relazione alle trasformazioni dell'organizzazione militare spartana (anche dopo la
= =
SCOJ>erta del P. Berol. 11675, fr. IO A col. 2,16 G.-P. 19,8 W. 10,3 col. 6,65 Pra-
to, con la menzione delle tre tribi doriche in Tirteo, v. p. es. WAI>E-GEilY 1943-
1944, C pp. 119-121; a puro titolo di esempio v. la discussione di HAMMOND 1950,
pp. 50-52, e recentemente jEFFERv 1976, p. 120, WELWEI 1979, p. 195 sg.). Un'ec-
cezione rispetto a questo approccio, a mio avviso del tutto fuorviante, OLIVER 1960,
p. 21 sg. Altri ha piuttosto visto un rapporto con il sinecisrno e/o l'annessione di
Amide (BERVE 1931, p. 197 sg., KlECHLI! 1963, p. 151, RoussF.L 1976, 220 sgg., 233
sg.). Per CARTI.EDGE 1980, pp. 101, n. 53 e 104, il legame essenziale con la riforma
oplitica.
206 Phy/a( ed oba( sono da configurare, secondo l'interpretazione p. es. di PA-
RETI 1910a, OLIVA 1971, pp. 80-87 (con bibl.) ed anche quella- peraltro per certi
particolari largamente ipotetica- di FORRF.S1' 1968, pp. 42-46 come trib personali
e trib locali. L'evidenza epigrafica di et ellenistico-romana e le stesse testimonianze
letterarie sulle obaf (le glosse di Esichio ad cbpal, o\xxl,lixi, o\atdv, <JYii) difficilmente
sono influenzate da un'antiquaria che ha riprodotto la realt della Sparla contempo-
ranea sulla base della rhtra (altro il caso di due iscrizioni da Gytheion, /G V l,
1144, 1.20 sg., 1146, 1.40 sg. - &>~E t!ji OOj.tcp tv tal'> IIE'(c:iat nillat'O - che offrono,
cf. DESTE. CROIX 1972, p. 346 sg., e gi WADE-GERY 1943-1944, A p. 66, le uniche
testimonianze, insieme ad una glossa esichiana ed ovviamente al commento di Plu-
tarco alla rhtra, dell'uso di anrllat in relazione ad una assemblea pubblica). Sicch
forse a torto recentemente (ma gi p. es. BERVI! 1925, p. 308, BEilVE 1931, p. 197 sg.)
molti considerano le oba( come raggruppamenti su hase personale, sottodivisioni
delle p!Jy/,tf, Kmclll.l! l%3, II'J-127, Ro11s.~m. I'J7l>, pp. 2Jl,-2.lH, 1.1\vy 1977, pp. 91-
94, WEI.Wl\1 1979, p. 193, CI.AUSS 1983, p. 117 (cL SE< Xl 475a c BI\A'I'I'IH 1951,
per altri sostenitori di questa ipotesi v. O uvA 1971, p. 83 sg. che discute a lungo la
tesi di Kicchle, p. 84 sgg.).
207 Come vede WAI>l!-GI:IIY 1943-1944, C p. 117; utili anche le osscrva7.ioni di
ltVY 1977, p. 91, sul valore dci verhi in -ci~w (sull'ambiguit rnorfologica del testo
cf. sotto), nel senso di materializ7.are una istituzione, rcalizz.;1re concretamente un'i-
stituzione esistente (cf. KKXTJatcXI;ol), c non solo creare un'istitu?.ione.
SPAR'I'A NEL VII SECOLO 81
lOH Cf. da principio i.ENSCIIAU 1927, p. 156 (ma con argomentazione nel dettaglio
non convincente, neppure in LENSCIIAU 1')37, p. 279 sg.), BRINGMANN 1975, pp. 515,
n. 6 e 531, n. 611 con bihl. (non decisive le critiche di OI.IVA 1971, p. 80).
20'1 Cos 11. es. CAitTI.ImGI! 1987, p. 124.
82 LA NASCITA DEL KOSMOS
210 Sugli /Jippeis in et classica v. pi avanti l>p. 153-162, e 303-306. Sulla caval-
generale cf. Curusrnu 19Ma, pitl di recente ANDERSEN 1977, ed in breve STIDBI!
1989, pp. 65-(,7.
221 HonKtNSON 1983, pp. 242 e 249 sg. In generale sui nomi delle classi di et
a Sparta v. TAZI'.I.AAI\ 1967, che per i giovani questa et proJ>oneva il nome di
JiflOH1plll,
m 'l'huc. V M,J, cf. JIC'[' IV, ttd loc., p. 93, 'I'AZEI.t\Ail 1967, p. 148 sg.; v. anche
i VEWrEpm in Thuc. V 75, l. .
225 V. p. es. PrlulKIDIS 1962, pp. 35-49, Vnlt\t.-NAQUI;T 1981a, p. 153, con bibl.
n. 6; sull'efebia attica in generale v. RJtODES 1981a, pp. 483-510.
221' Sui perfpoloi ateniesi v. VIDAI.-NAQUF.'I'I981a, che giustamente confronta l'i-
stituzione ateniese alla krypteftt spartana. Su una possibile testimonianza arcaica di
terfpoloi nel territorio metapontino, e sulle pratiche omosessuali connesse a questo
periodo di vita, v. TAGt.IHNTF.-LOMDARnO 1985, spec. pp. JOJ-5.
227 Come fanno Crumms 1949, p. 379 sg. [che tuttavia non aveva notato il
caraucrc ~iovanile del ~ucrricro sul pftbns, cd aveva identificato i gymnetes con i
membri Llcl ltidms Skirtits (le sue tesi sugli Skin/,ri soml definite ingenious but
impossihle da ANt>l!ltSON 1970, p. 251 )], PRATO 1968, p. 115 ad 35 sg., CARTI.Ell-
<a' 1977, p. 25, n. 105.
m l\ lancialllri di pietre, par;l~nnati forse ad uno sdamc di animali, si ;Illude
verosimilmente ;mchc in fr. 10,10 sg. G.-P., cf. WEST l%7a, p. 175.
220 JI' cianillu r'i>~.uOfv rin nrciKTanvrE ... rulm mtvilnorcrt nIJcriov \crrli,.tEYOI
(vv. 35-JS).
86 I.A NASCITA IlEI. KO.WOS
falange, anzi, non avremmo affatto una falange. forse meglio pensare
che gli armati alla leggera fossero raccolti in un'unit a parte c si ri-
parassero a vicenda dietro i propri scudi, schierandosi a fianco degli
opliti, oppure riunendosi - dopo improvvisi attacchi - alle spalle
delle prime file della falange, che risulterebbe cos solo in parte ar-
mata di panoplia: in questi due casi la companezza della formazione
oplitica non sarebbe del tutto prcgiudicata230
La scena di combattimento del pftbos, che vede impegnate cop-
pie di giovani e adulti 211 va messa in qualche rapporto con un'altra
serie di rappresentazioni, nelle quali gli sbarbati scudieri degli lniJpels
laconici sono raffigurati nell'atto di tenere a freno una coppia di
cavalli, ad attendere l'esito di un combattimento individuale nel qua-
le impegnato il loro compagno pic anziano (tav. l b) 232 L'iconogra-
fia rimanda alla sfera del paidiks ros che, anche per le sue conno-
tazioni paideutiche e politiche, si ripercuoteva talora in Grecia fin
nella pratica militare. La falange elea ed il battaglione sacro tebano
erano composti da coppie omosessuali 233 , e a Creta l'eromenos por-
tava il nome di napacna9El, termine che designa il compagno d'ar-
mi214. Conviene riprendere a questo proposito le osservazioni di
Jeanmaire, che commentava 1.rrt celeberrimo brano di Eforo sul ratto
dell' er6menos a Creta: Il ratto e le sue conseguenze ... creano evi-
dentemente un legame personale tra rapitore c raga7.zo, ma che sembra
in primo luogo di natura militare ed analogo a quello che, nella
nostra cavalleria, lega lo scudiero al suo signore. La parola mxpcmtafle
che abbi-amo creduto di poter tradurre con paggio, implica le funzio-
mJI!I\NMI\IR" 1939, pp. 451-453, si cita da p. 452. Cf. Sosikrates FGrH 461 F
7: prima 1lclla haual\lia si fa un sacrificio ad Eros ad opem dci ciuadini migliori c pi1
belli. Dello stesso Sosicrate certo la notizia (sempre in Ath. XIII 561e) che anche
a Sparta prima della battaglia si offre un sacrificio preliminare a Eros (nel contesto
Atlnco nl'l\a le implicazioni 'erotiche' di questi usi). Sul culto di Eros v. Zmlii\N
I'J2'J, coi.HI!(,, con bibl. Sulle pratiche omnsessuali a Creta cf. pp. I'J3 sg., 197 sg.
111 Ephor. ap. Strab. X 4,18 = FGrH 70 F 149,18. Per l'esegesi del testo, a prima
di V sec.: a Temistocle sono stati donati dagli Spartani, che hanno riconosciuto la sua
m>~ill e llr~limJ, una corona d'olivo (come p1oniov) c un carro (Hdt. VIli 124),
cd in pi1 viene concesso di essere scortato dagli bippcis (lui certo sul carro, il corteo
a cavallo?) fino al confine con l'egea.
m Carattere 'eroico' dello scudo beotico: v. AHI.III!RG 1971a, p. 63, GREE-
NI\I.GII 1973, -p. 70 c passim. Per il rapporto con lo scudo del Dipylon cf. GREE-
N/\I.GI-1 1973, pp. 63-70 (per le sue radici storiche v. ora CoNNOI.LY 1981, p. 51). Il
defunto viene po.~to in un contesto eroico anche nella scena sulla spalla con la partenza
del carro (v. GJtEI!NAI.tal 1973, p. 29).
88 LA NASCITA llEL KOSMOS
m v. pp. 191-206,212-214.
140 Tebe: Plut. Mor. 761b; Cceta: Ephor. FGrfl 70 P 149,21. Per Creta vanno
anche ricordate le feste di vestizione delle armi che venivano celebrate in occasione
dell'immissione dei membri delle aglai.
w Per FINLEY 1968, p. 149, le armi erano fornite normalmente dallo stato.
L'opinione, spesso ripetuta senza mohn approfondimento (Gilf.I!NAI.GII 1973, p. 74,
n. 25, PRITCW!Tf 1974-1985, l p. 3, n. 4.; OAVIIl 1981, p. 43, nnn esclude un
acquisto privato), potrebbe al limite esser valida per l'epoca classica (ma le testimo-
nianze citate non sono affatto probanti; va comunque distinto l'armamento dei politai
da quello di corpi creati pi o meno occasionalmente, come neodamodi ecc.), ma non
pu essere generalizzata senza cautela all'origine dell'oplitismo, come sembra fare
CARTI.EDGE 1977, p. 27, n. IlO (come ribadisce ora in CARTI.WGI! 1987, p. 44, il
sistema d'et classica sarebbe somehow ccntrally administered ): se pure lo stato
procurava le armi ad iloti ed ex-iloti, certamente non le passava allora ai cittadini. Il
lambda che (pi tardi) solo decorava l'a1pis dei Lacedemoni [cf. Phot. Lex. s.v. llj.t!l-
lia, che cita Eup. 394 Kassei-Austin e Theopomp. FGrH 115 F 402, 91 Kock (non
certo che si tratti dello storico, e non del comico)l, non prova una fornitura pub-
blica: uno dci molti tratti 'deindividualizzanti' presenti nella normativa laconica.
Simili blasoni cittadini, del resto, non erano esclusiva spartana e probahilmenle non
sono anteriori alla fine del VI o al V sec. (v. LACROIX 1958, spec. p. 104, n. l, AN-
IlEI\SON 1970, pp. 18-20). Per due tfli5mtli<l 'personali' di scudi forse spartani v.
CARTI.I'IlGI! 1977, p. IJ, n. 19, con hibl. Anche le fo111i conoscono cpisnltlltl imli-
viduali - tanto curiosi da esser quasi incredibili (cf. p. es. Plut. Mor. 234c-d). Un
detto spartano- certu generico- (Piut. Mor. 241f, una variante del pi consueto det-
to o questo, o sopra di questo, sul ttuale cf. pp. 296-300) fa per! pensare acl una
ereditariet dell'armatura nel nucleo familiare: la madre, porgendo lo scudo al figlio,
gli rammenta che esso ha salvato piir volte la vita del padre. Ed in gcncmle: se Sparta,
politeia esemplare, non avesse seguito la pratica corrente, non lo avremmo saputo?
m Cf. p. 38, n. 30.
SI'Ait'I'A NEl. VII S!;COI.O 89
circostanze per certi versi analoghe (scarso numero di cittadini di pieno diritto, notevoli
differenze di ricche7.7.a), tra la fine del V e il lll sec., fu praticato con l'istituto dei
nuitb,,kes (sui lJUali l'f. p. 195, n. 74 ). Ma, a differenza di !]Ucllo che accadeva nel caso
dci mothakes, che solo in rari casi venivano in possesso di un lotto, gli clementi
suhalterni eventualmente entrali come gymnetes nell'esercito spartano (o i loro im-
mediati discendenti) ricevettero alla fine della guerm un klros in Messenia.
90 LA NASCITA OEI. KOSMOS
m Cf. fr.1,12 sgg. G.-P.= 2,12 sgg. W.= la Prato= 2 D.: lo stesso Cronide,
Zeus, lo sposo di flera dalla bella corona, ha concesso in dono questa citt agli
Eraclidi, insieme ai quali, lasciata Erineo ventosa, giungemmo nel vasto Peloponneso
(ailt yp Kpovlmv Kr.ta-re+ffirou mim "Hptj l ZE 'Hpad.rl&xt 'n\v& li&lKE nOAtv
( u\atV &j.ta !tpO~IllliVtE 'EptVEV 1\VEJIOEVta ( EUpElav nono VilaOV ~~IC~E9a), fr.2
G.-P. = 5,1-2 W. = 2 Prato = 4,1-2 D.: al nostro re, a Teopompo caro agli dei,
grazie al quale prendemmo Messene dalle ampie contrade (1\IJEtpcp j3ami'jt, 8rolm
o(li~C!l 0EnltliJiltC!~ l iiv liu't MEamjVIlV eiOJIEV E1plJXOpov). v. anche la discendenza da
Eracle invitto, fr. 8,1 G.-P. = Il \VI. = 8 Prato = 8 D.
m jAtlfmR 1932.
2'it SNI'.I.I. 1969, P 87.
255 Pi1 prudenti di Jacger e BOWRA 1938, pp. 39-70, specialmente 61-70, nel
sottolineare le 'novit' di Tirteo, sono gi PEARSON 1962, pp. 75 e 231-233, HAJNS-
WOR'I'II 1971, p. 174 sg., At>KINS 1972, pp. 35-37, CAMI'DELL 1976, p. 177 sg. Im-
portante soprattutto Lt.OYI>-jONES 1971, p. 45.
256 Valori omerici e tirtaici: GREENAI.GI-I 1972, LA1'ACZ 1977, p. es. pp. 146, 156
sg., VAN \VII~F.S 1988, (lp. 18-23. In parte analoga- almeno sul piano della crisi dei
92 1.1\ Ni\SC:I'I'i\ IlEI. KOSMOS
valori - la situazione in Attica, dove nella stessa epoca i rapporti di patronato, con
tutti i legami di tipo religioso-sociale costituitisi nell'ambito tli trih e fratrie stanno
evolvendo (o sono gi evoluti) nel senso dell'cctemorato e della servit per debiti.
Recentememe a proposito v. jEDI\KII!WICZ 1988, p. 119 con bibl.
m Cui forse il poeta allude nell'immagine dell'esule dell'elegia 6 G.-P. = 10,1-
14 \'(/, = 6 Prato= 6 D. (che personal1nente ritengo componimento distinto da 7 G.-
P.)? .Ma per vatie possibilit di interpretazione v. PRATO 1968, p. 88 sg. e recentemente
ROISMAN 1984-86, p 22 sg. A mio avviso l'elegia 6 G.-P. difficilmente pu riferirsi
all'atimia che derivt da quello che in futuro sar il delitto di astrateia, o all'esito di
una sconfitta. A quale terra si riferisce l'enfatico YJl n:pt ti'\o&? L'unione delle due
elegie, trdite di seguito l'una all'altra da Licurgo, forse spiegabile con la volont
della tradizione spartana di nascondere il vero senso dell'elegia 6, o almeno con un
suo involontario, ma sostanziale fraintendimento?
ISR Riuso: Pl. Leg. l 6291> (= Tyn. T 5 G.-P.: t~li Spart;tni conoscono benissimo
la sua poesia), Lycurg. Lcoc. 106 sg. (= T 6 G.-P.: in guerra essi si raccolgono di
fronte alla tenda del re ad ascoltare i suoi poir!mtlltl), Ath. XIV 630f (= T Il G.-P.:
i Lacedemoni marciano al ritmo dci carmi di Tirtco), Philoch. ibid. = FGr/1 328 Jl
216 (=T Il G.-P.: durante le spedizioni militari, dnpo i pasti cd il peana, gareggia-
no nel cantare Tirteo, il polemarco premia con della carne il vincitore). Per la sim-
posialit di Tirteo v. un accenno in VE'l'l'A 1983, p. XXII, Vtmt>llNJUS 1969, che
pensa al simposio sul campo di battaglia, e le osservazioni di Bowm 1986, pp. 15 sg.
e 21: Tyrtacus' elcgies were sung aftcr a banquct in the king's sl1cnc, and thc
partecipants were a select group analognus to the aristucratic vroi who were charac-
teristic symposiasts in lonian cities (p. 15); con argomenti non del tutto convincenti,
Ni\1;\' 19811. C.crlc perplessit di Tmwsc111 1978, p. 207, sul carattere simposiale della
poesia di 'J'irteo pmrehhem sv;lnire opcnmdo distiuzioni, fmsc l'a<'<'OIIl;uulahili ~:i
all'interno del COI1JIIS tirtaico, e fnrse necessarie a livello cronologico (illlil fine le
nustre sonn testimonianze di 1i-usn) e per quanto riguarda il carallere dci sissiz.i, c
per quel che concerne la struttura sociale spartana in generale. l.a smietii spartana di
VII sec. pu forse essere considerata pii1 affine '' quella di Ctllinn di quanto non
pensi Tedeschi, con 1111 pit accentuato carauere privato del 'haucheuu' rispcun al
'sissizio' d'et classica (cf. del resto Vtn'I'A 1983, p. XXV, l'accenno al plumlismodi
Sparta arcaica).
Sl'fiRTfl Nl'.l. VII SEl.OI.O 93
264 JtpOflllXOI in Tirteo: 6,1; 7,21; 30; 8,4; 12; 9,16; 23 G.-l'. VmumNIUS 1969, p.
338, suggeriva che il npo- significasse in difesa di: l'espressione ha valore locale, ma
l'ipotesi di Verdenius coglie l'essenza del pmblema. L'opinione tradi7.innalc, espressa
gi da Nilsson, contrappone troppo decisamente il supposto uso omerico (ch;un-
pions) da quello tirtaico the front rank of the oplite phalanx (p. es. Gmunm 1970,
p. 72 ad lac.). Tutto dipende dall'opinione che ci si f:1 sul rnnlo dci prtlmcKI~t~i in
O mero, c quindi delle tecniche e dell'ideologia del comhaatimentn nell' 1/im/c. LA-
TACZ 1977, pp. 141-78, specialmente 141-63, che ha insistito sull'importanza del
combattimento di massa nell'Iliade, ha severamente intaccato l'opinione tradizionale:
egli conclude per la continuit tra Omcro e Tirteo e per un valore puramente locale
del termine; sottolineando giustamente la funzione 'sociale' di servizio nei confronti
della comunit, e pur non negando che per ovvie ragioni economiche (costo dell'ar-
matura) possa esserci coincidenza tra rango elevato e condizione eli pr6macbos, suppone
forse un'eccessiva mobilit in una ~ociet america e tirtaica in cui la considerazione
sociale dipenderebbe dal valore dimostrato sul campo di battaglia. In un serio ten-
tativo di risolvere molte aporie nella descrizione della battaglia america VAN WEr:S
1988 sostiene che quella di pr6macbos sarebbe una posizione transitoria che si assume
durante una battaglia condotta con la tattica sciolta del colpisci e scappa (pp. 2-14,
specialmente 4-7), ma mostra anche quanto la narrazione omerica sia ideologicamente
orientata. Omero suggerisce, nel nome di un'etica della responsabilit, fondamento
del potere dei basileis, una stretta correlazione tra ruolo di pr6machos (ossia valore
dimostl'ato) e potere: il valore legittima il potere esistente, e non strumenro di
ascesa sociale ( decisiveness in battle is claimed for those w ho are in power, rather
than power claimed for those w ho are decisive in battle, p. 23). Questo vale (mlltatis
mutandis ) anche per lo scontro oplitim: Tirteo esorta i nobili a combattere in prima
fila, e ad essere sostegno per gli altri nella battaglia; cambiata la tattic:l, 111:1 non
l'orizzonte etico e sociale. Mi sembra una buona soluzione ai problemi posti da
Latacz, migliore di quella di PRt'I'C~JE'rl' 1974-1985, IV pp. 39-41, che come Latacz
sostiene l'imponan1.a dei combattimenti di massa nell'Iliade e conclude la sua analisi
su pr6machoi in Tineo affermando: thcre is nothing to support the view that the
pr6macboi were restricted to the first row of the formation; affermare che esso in
Tirtco semplicemente un epiteto laud;~torio che si ap\>lica al guerriero impegnato
in combattimento serrato (p. 44) troppo rcstrittivo del c connotazioni sociali che il
aermine conserva nella prima et della falange. In realt ancora in et classica a Sparta,
secondo l'o_(>inione tradizionale, il posto di comh:uaimelllo sembro~ corrispondere a<l
una gerarclua sociale: gli Spartiati combattono nelle prime file, i perieci pi indietro
fv. p. es. CozzoJ.J 1979, p. 78 sg., CAWKWJ'.I.I. 19RJ, p. JR7 s1;.. Flr.UJ!lltA 1986
passim, CAJl'I'JH>GJ! 1987, pp. 40-42 (dopu l'huea), amtrtt LAZENII\' 19115, pp. 14-111,
perieci raggruppati in unit separate].
16s V. ad esempio l'esortazione di Sarpednnte a Glauco: Horn. Il. XII 315-321,
che rivela (in una visione indubbiamente 'mtimistica' (V1 1.ltNAN'I' 19112, p. 52)1 la
reciprocit tra statuto sociale e comportamento eroico in battaglia, per la quale cf.
SI'Aifi'A NEl. VII SECOI.O ' 95
Ar>KINS 1972, pp. 12-16, e, per Tineo, p. 36 sg. Sul 'pragmatismo' del codice spar-
tano del comportamento valoroso v. anche LoRAUX 1977, passim.
264 Vv. 10-20.
2r. 7 Proprio tra il VII e l'inizio del VI sec. sono panicolarmente numerose le
vittorie spartane nei giochi olimpici: v. oltre pp. 165-167, ed in partic. n. 51.
261 Un argomento di un certo peso nella discussione sulla autenticit dell'elegia,
difesa a suo tempo dall'autorit di W. Jaeger, e che peraltro non pare pi da discutere
(nonostante recenti prese di posizione di segno opposto, in particolare T ARDITI 1982,
p. 261 sgg. con bibl.), proprio nella collocazione storica dei valori cui Tirteo si
contrappone: per un sostenitore dell'autenticit come B. Snell si tratterebbe di valori
omerici, contro i quali Tirteo si porrebbe d~1 'riformatore', mentre H. Frankel, che
viceversa considerava non rinaicu il fr. 9 (Jlni\NK"L 1965, pp. 337-339), le paragonava
piuttosto a quelle cantate da l'indaro.
269 Vv. 1-9.
270 SIII!Y 197(,, p. 14: v. in particolare il riferimento al coraggio dimostrato in
battaglia come iid!ov f.v tivllptimmmv t'iplatov (v. 13), chiara allusione alla sfera atle-
tica, od alla capacit di incoraggiare con le pmprie pamlc i combattenti (v. 19), co-
me applicazione pi1 degna dell'eloquenza ...
271 Vv. 23-31.
96 I.A NASCITA DEl. KOSAIOS
212 V v. 35-42. .
273 Vv. 1, 5 sg. G.-P ..
SI1AR'I'A NEl. VII SF.COI.O 97
1 riNI."Y 1968.
2 Sull'importanza tlci fenomeni tli integrazione di questo periodo per la crescita
dello stato spartano tli et classica v. p. es. EtlltENUEI\G 1968, p. 40 sg., Tm'NBF..E
1969, p. 222 sgg. (che giustamente sottolinea l'importanza della assegnazione delle
terre messeniche a non possidenti per la creazione dcltltimos oplitico spa11ano e per
100 LA NASCITA DEL KOSMOS
il suo inserimento nella vita della comunit. Il suo tentativo di collocare l'imera
costituzione 'licurghea' dopo la seconda guerra rnessenica presenta per poi molti
punti deboli), e sopratnltto SPAIIN 1977, pp. 84-111.
liJ richiamo d'obbligo a PlNI.EY 1964. Non del tutto accettabili le riserve in
merito, ed in particolare in rapporto a Spart~t, di Wm.wm 1981, pp. 14-16 (con
richiamo a GsCHNil'ZER 1976, p. 12 sg., n. 36). La condizione di libert non pu
essere valutata sul metro dell'opposi7.ione fra individuai rights e State prerogati-
\'cS (CARTLEI>GE 1980, p. 93), ma nella sua specificit antica e nel concreto dello
sviluppo storico.
4 88 B 37 D.-K.
s In questo senso, pur ammettendo la maggiore potenzialit politica degli iloti
rispetto agli schiavi-merce, le generalizzazioni di Vll>AL-NAQUET 1981 ed AusTIN-
VJDAL-NAQUET 1982, p. 90 sg., pp. 95-99, mi sembrano in parte fuorvianti. L'esi-
stenza dei perieci non mi pare di particolare rilievo nel contesto economico e quo-
titliano di una societ che vive sull'opposizione diretta Spartiati l iloti. Per interes-
santi suggestioni sull'influenza dei fenomeni di integrazione sullo stesso stai/fS giuri-
dico delle comunit perieche, v. Moss~ 1977, p. 123, n. J (per un quadro generale
sul problema delle sue origini v. CARTt.wcm 1979, pp. 97-100): il mutamento po-
trebbe anche averle favorite, facendo loro acquistare quella peculiare condizione che
rende i perieci di Sparta, inseriti in una (in parte artificiale?) comunit etnica, assimi-
labili piuttosto a dei liberi che a delle popola2.ioni dipcndemi (quali invece altrove
erano i perieci, p. es. a Creta: cf: p: 200, n. 9J).
6 Cf. in breve ASHERI 1988, pp. XXXV H sgg., spec. XL sg.
SPfiRTfl TRA FINE VII E MET VI SI!COLO 101
10 Sulla stdsis cf. p. 38, n. 30. BRJNGMANN 1975, pp. 532-535, ed ARNtiEJM 1977,
pp. 78-93, immaginano invece una totale ridistribuzione di terre. C' piuttosto da
chiedersi se la terra di Messenia non fosse ridistribuita solo in parte, rispettando i
diritti acquisiti da proprietari dopo la prima vittoria. L'eventualit, improbabile,
legata all'estensione, secondo alcuni tninore, del territorio occupato al termine della
prima guerra (cf. p. 35, n. 18). Nel senso indicato nel testo v. p. es. ToYNIIEil 1969,
p. 231 sg.: ex-nobles ... had not ceased to be richer than their ex commoner fellow
peers, for these had no source of income beyond their kleros, whcreas the ex nubles
had received kleroi without forfeiting rheir ancestral freeholds in the originai nucleus
of Sparta's city state territory ... . Moss 1973, p. 17, pensa invece ad una rivolta
successiva alla guerra (in contrasto con la tradizione antica) e ad una richiesta che
vene sulle terre di Messenia.
11 Testimonianze antiche sulla differenza di ricchezza in Sparla classic<\ (da DI'.
STE. CROIX 1972, p. 137 sg., sul tema v. anche LJ:.WIS 1977, p. 32 sgg.): Hdt. VI 61,3
(Ap101), VIl 134,2 (m5pf Innpmltlll lft\xn TE y~-yuvtitt t~ K'Il X111i11o:m tXVliKnvw ' Ttl
npti)m}, Thuc. l 6,4 (oi t 11ei~ro KEKTIJIEvm}, Xcn. Lac. 5,3 (oi nooowt}, /-l eli. VI 4,11
(oi nAoOO\rotarot}, Arist. Poi. IV 1294b 22, 26 (oi nAolxnot}. Tra le notazioni a carat-
tere Jliit generale si veda in primo luofo quanto ricordato da Arist. P11l. Il 1270a 15-
39, sulla IVIlll!llia -rtl K"tt\aEt~, con i quadro forse esageraco di Pl. Aie. 122c-123b,
nonch le testimonianze sulla differenza di ricchezza sulla Sparla prclicurghea: Plu1.
l.yc. 8-1 l; vi sono anche indicazioni pit vaghe, non intm~diatmuclltc 'economiche',
sull'lite di Sparta: Thuc. IV 108,7 (oi npliltot civlipE), cf. V 15,1, Plut. Nic. 10,8, Xcn.
l.ac. 2,2 (civ8pa ... l; divnep ai llytallll arxrt tcaaiaTaVtiXl}, Arist. Pt~l. Il 1270b 24
(KI.n K"cqnllui}, cf. l'lut. l.y,. 17,2. Vi pni tla l<'ncr contu tlellc g:m, ulimpidte c
non [sulle quali cf. pp. 162-172; emblematico il caso del pcriodonica l'olyldes, vin-
citore nella ~uadriga ad Olimpia sicuramente nel IV sec., che aveva il significMivo so-
prannome dt Polychallms ricco in bronzo (Paus. VI l ,7; Dolone ( tlcllu in Il. X
315 nok\lxpuao ltOUxaK"o): il suo soprannome in rapporto con un celebre giu-
dizio di Agesilao sul fondamento economico delle vittorie ippiche (cf.,>. 172)J, c tli
altre pi o meno eccezionali esibi~ioni, per esempio l'ospitalit offerta t a Lichas agli
stranieri in occasione delle Gimnopedic (Xcn. Mem. l 2,61, Plut. <..m. 10,(>).
SI'AR'I'A '1'1\A FINI; VII li MET VI SECOLO 103
cf. CHRIMES 1949, p. 424 sgg., che per eccedeva nel distinguere addirittura due
sistemi di land-ten11re, basandosi soprattutto su Plut. Lyc. 16,1-3; anche FIGUI!IRA
1986, pone in relazione il termine con differenti strutture ereditarie, ma in senso
diacrorco: l'arciJai4 moira sarebbe il lotto in possesso di ciascun spartano al momento
del passaggio dal sistema del riallottamento continuo (sulla cui inverosimiglianza cf.
sotto, n. 25) a quello ereditario.
17 . il concetto di nprotoc; JC.i!poc; che compare p. es. in Arist. Poi. IV 131\la Il
(nllmc; d.i!poc; ibid. Il 1266b 21 ): perci solo in parte da sottoscrivere Asiii!RI 1961,
p. 47, n. 6, la distinzione di carattere topografico ... parallela a quella giuridica fra
t natfllila (= il ICi!Poc;, come eredit paterna, destinato a rimanere propriet del-
l'o\Koc;) e t ron6Ktl]ta, cio i beni acquisiti. Le propriet dei vecchi cittadini in
Mcssenia, ad csem\lio, non sono arcbaia mofra; si noli, per di pii1, che la distinzione
ancora valida ne tardo IV sec., tlmmdo Sllarta nun cumrull;~ pi1 !:1 Mcsscnia (in
questo senso v. le osservazior di KIECIILF. 1963, p. 210).
11 Sul problema recentemente v. CAWKWEI.t 1983, p. 385 sgg., FtGUEIIlA 1986
(il quadro generale ivi proposto altamente speculativo, c le ipotesi economico-
sociali su cui esso si basa assai dubbie), CAil'I'U!DGI! 1987, soprattutto pp. 37-43;
corrette osservazioni sul limitato significato di Lcuttra in FtGUimlA 1986 p. 208, n.
105, con bibl. in proposito, tra cui v. p. es. Kmclll.t! 1963, pp. 212-214, DI! STE.
CROIX 1972, p. 332 sg. .
Si'ARTA TRA I'INE VII E MET VI SECOLO 105
dromia attici (sui quali recentemente v. foURI.I!Y 1981, pp. 65-70, c la bibliografia
citata da PARKER 1983, p. 51, n. 71, nonch PARAUISU 1988: le fonti raccolte in
HAMILTON 1984), che erano certo un rito di accettazione del neon;tto nella famiglia,
al quale era probabilmente legata la sua eventuale esposizione (fondamentale in que-
sto senso il giudizio che si d su Pl. Tht. 160e-161a); in generale sull'eugenetica
spanana, soprattutto in rapporto alle donne, v. MISSONI 1984, NI\POI.ITANO 1985.
Ma non si pu essere sicuri che la tradizione sui novemila lotti licurghci (cf. Plut.
Lyc. 8,5) sia solo una proiezione all'indietro del progetto di riforma di Agidc (4500
K>..flpot per gli Spartiati: Plut. Agis 8, 1-2) raddoppiati per tener conto della perdita
della Messenia- come si pensa normalm~nte (v. la bibl. citata da TJGERsmrrr 1965-
1974, Il pp. 79, 355, n. 251, ma contra gi EHRENIIEI\G 1924, p. 44, K!ECIII.I! 1963,
p. 212, e LOTZE 1971, p. 65 sg.), o il risultato delle riflessioni erudite degli antichi
(cosl MARASCO 1978, che respinge l'ipotesi tradizionale, cf. I-loUKINSON 1986, p.
382, n. 20): un'usanza ripetitiva ed arcaica come quella qui descritta non potrebbe
aver conservato memoria del numero dei lotti distribuiti nella assegna7.ione seguita
alla seconda guerra messenica (solo successivamente ascritta a Licurgo)? Non chiaro
in ogni caso il rappono con la notizia erodotea sugli ottomila Spartani (VII 234) e
con le tradizioni (o dicere) note ad Aristotele (Poi. Il 1270a 37) su 11upiou Spartani,
che potrebbero anche essere influenzate, ma non create ex nihilo Ja speculazioni
teoriche - cf. la no>..t I!Ufliavllpo di lppodamo (Arist. Poi. II J2(,7b 30).
t
25 V. es. le giuste osservazioni di Cozzou 1979, pp. 23, 27-29, per il quale
peraltro il rano descriverebbe un sistema teorico, immaginato per spiegare l'immu-
tabilit della struttura agraria licurghea. Sembra evidentemente non accorgersi delle
incongruenze cui inevitabilmente condurrebbe il sistema F!GURIItA 1984, pp. 96, 98
sgg., Io. 1986, p. 171 sg. Sulle teorie che richiamandosi soprattutto a questo passo
negano l'esistenza di una vera e propria propriet privata della terra a Sparta v. anche
le critiche di HODKINSON 1986, p. 379 sgg. Chi favorevole all'esistenza della pro-
priet privata a Spana solito considerare 'scorretta' la testimonianza di Plutarco: p.
es. TOYNPRE 1969, p. 301, n. 2.
26 Si cita da DAVID 1981, p. 47 sg.: la sua tesi si rif cltiaramcmc al pensiero di
AsHF.RI 1961, spec. pp. 63-68, AsliERI 1963, spec. pp. 5 sg., 12 sg. In questo contesto
naturalmente centrale la questione della storicit (certamente <la t$clu<lerc: v. ~i p.
es. MEYER 1892, p. 258, n. 3; diffusamente ora HODKINSON 1986, pp. 387-391, e
ScHOTRUMPF 1987) della celebre rhtra di Epitadeo, difesa appunto da ASIIEIU 1961,
e pi recememente, con punti di vista ,pit o meno tradizionali, da CIIIUSTmN 1974,
MARASCO 1980 e FIGUEIRA 1986 (spec. pp. 193-195), che secumlo al.:uui avrebhc
Sl'ARTA TRA 1'1NI! Vll E MET VI SECOLO 107
sgg., CAilTI.IlDGE 1979, p. 165 sgg., Cozzou 1979, p. l sgg., ToYNBEE 1969, p. 300
sgg., e la bihl. ivi citata p. 301, n. l. L'ereditariet del lotto concesso al neonato
emerge anche con molta chiarezza dal fatto che la cerimonia si svolge nella lscbe,
connessa al culto cd alla memoria degli antenati (cf. pp. 318-327).
28 UUSOI.T-SWOIIO[)A 1926, p. 634.
1'1 V. le condizioni dell'originario contratto di servit per Eforo FGrH 70 F 117
(tV fxOVtll j.ll\t' Ell&poV EelVIlllll\tE HlllA!lV ~lll t!V Oplllv), la possibilit per lo stato
di liberarli (cf. l'efferato episodio descritto da Thuc. IV 80, 3-4) e di armarli ed
inviarli a combattere, nonch le affermazioni generali di Strabone (Vlll 5,4: tp6nov
yap ttvaiiTJilO<Jiou ll01iou) e quella, troppo precisa, di Pausania (lll 20,6: lloOt to
Kmvo). Non mi pare perci li si possa considerare propriet privata, come fa p. es.
Cozzou l 978, p. 213 sg., Cozzou l 979, p. 158 sgg. (la cui tesi comunque di
estremo interesse, ed andrebbe vagliata con ben altra profondit di quanto qui non
sia possibile), anche se l'indicazione di Eforo semhra permettere la liberazione degli
iloti dentro i confini della Laconia. Importante in questo contesto comunque il
giudizio sulle iscrizioni di manomissione dal Tenaro (/G V l, 1228-1233), mentre
avrei qualche tlubhio a collegare a degli schiavi liberati gli ci&anotol di Mymn
(FGrll l 06 F l); difficile dire se l'evidenza fornita da Seno fonte (La c. 6,3, riecheg-
giato da Arist. Pul. Il 1263a 33-37 e Plut. Mor. 237c-d) sia veramente conclusiva.
Arbitrarie le speculazioni di PII'Hil 1984-1986 su un passaggio degli iloti dalla pro-
priet pubblica alla propriet privata in seguito alla rbtra di Epitatlco.
108 LA NASCITA DEL IWSMOS
ilota ~
----...... oouM\a
,
c--
/' IC>..ijpo C-> terra civica '\.
, comunit civica <-> Spnrtiatc
tuttavia si fonda sulla concezione di un passaggio a Sparta dalla proprier:. privata <tlla
propriet pubblica della terra, sokl affidata allo Spartano in cambio della sua attivit
militare (une sorte de clrouquie gnralise, p. 21 ). Sembra preferibilc lo schema
che segue, integrato dal forte accento ideologico sui presupposti comunitari della
propriet privata della terra cui si fa cenno nel testo:
Esso naturalmente applicabile in primo luogo alle terre cd agli iloti mcsscnici,
ma non si pu escludere che proprio la ri-conquista della Mcssenia (c la contestua-
le cooptazione nel corpo civico di parte della popolazione spmtana) abbia prodotto
una generale riformulazionc dei rapporti di dipendenza anche in l.aconia, sulle cui
origini cf. p. 34 sg. Non voglio con questo tornare all'ipotesi di KAJIRS'I'J!IYt' 1919,
p. 290 sgg., che sul modello ateniese pensava ad una causa 'economica' per la forma-
zione di uno strato dipendente in l.aconia, ma trovu che non cm del lUllo errato
sottolineare, come faceva Kahrstedt, l'influenza del modello messenico su quello
laconico; anche per Mossrt 1973, p. 18 e n. 33, la seconda guerra messenica e la
formazione di un ceto oplilico sono importami per la definizione delle condizioni
della popolazione contadina dipendente della Laconia (tuttavia egli oppone un po'
troppo radicalmente questi contadini - come ne esistono in numerose regioni del
mondo greco" - agli indige1~i asserviti dai guerrieri dorici, che non accedono alla
condizione di oplita).
Sl'l\lt'I'A 'l'Ili\ I'INE VII 1\ MF.T VI SI\COI.O 109
Jl Sulle funzioni della gcrousft1 cf. in generale BUSOI.T-SWOIIOIIA 1926, pp. 679-
683, (una ricostruzione dalla quale tuttavia, come si vedr, si diverge in qualche
punto); importanti ANDREWES 1954, ed i lavori citati a nn. 39 e 40, recentemente
anche SPAIIN 1977, p. 104 sgg., Wm.wm 1983, pp. 184-187. V. anche appendice l.
Jl Cf. p. 115 sg.
n Re in Tirteo: v. ANJ>Illl''ES 1938, p. 96 sg., cf. p. 77, n. 192. Funerali: Hdt. VI
58, <Jui pp. 286-290. In generale sulla diarchia cf. CARLII!R 1984, pp. 240-324
.H Cf. p. 79, n. 200, appendice l.
110 LA NASCITA DEL KOSMOS
Per HoOKER 1980, p. 121, il senato spa1tano al contrario a survival ... a body of
distinguished noblemen, maintained for form's sake.
41 In breve v. p. es. BusoLT-SWOBODA 1926, p. 681 sg., e poi BONNI!R-SMJTH
1949, MtctiEl.l. 1952, pp. 154-162; sui singoli processi DE STE. CRotX 1972, p.
132 sgg.
42 Sul quale cf. p. 14 sgg.
0 La geromfa ha per Polibio una funzione equilibratrice tra Jamos c re (VI IO,
8-10, Polibio qui chiaramente in mpporto con la tradizione lllatonica ed aristotelica
presa in esame a proposito della rhtra), e pu rivestire ta e funzione proprio in
quanto i grollles, scelti in base al merito (aplanvlil]v), si schierano sempre compat-
ti dalla parte della giustizia. Essa quindi il necessario fulcro della pofite{a spartana:
in questo punto pesa molto la teoria precostituita della 'costituzione mista'. Sull'idea-
lizzazione di Sparta nello storico megalopolitano v. OLLIER 1933-1943, 137-164,
TtGI!RSTtiDT 1965-1974, Il Pf 113-130 (I'igerstec.lt pensa che Polibio assimili qui in
qualche modo la gerousfa a senato romano).
44 Xen. Lac:. 10,1-3; Dern. Lept. (XX) 107.
45 Poi. Il 1270b 23 sgg. Anche Senofonte paragonava la contesa per l'elezione
a senatore ad un cnncorsn atletico: non improbabile che si tratti c.li un topos della
letteratura laconizzante, risalente forse in ultima analisi a Tirteo i\li' &pet~. tali' EB;l.ov
Ev v9poiltot<nv ptatov IKDlllatov 'ti! +fpetv yiyvuoo vlip vtp (9,13-14 G.-P.: il che,
sia detto per inciso, sembrerebbe portare acqua al mulino della gi ricordata tesi di
Prato sull'nllusione all'elezione al senato nei vv.39-42 della stessa elegia, cf. p. 93, n.
262; per un possibile rapporto con gli bippeis v. comunque p. 156, n. 14): dove in
pmtoV e KriU1amv ritroviamo il concetto di KaoKya96, ed in iiEB;l.ov il tema ago-
nistico. Quando Aristurclc definisce la gerousfa ll;l.ov... tll apet~, probabile si ri-
112 LA NASCITA IlEI. KOSA/OS
56 KIECHLE 1963, p. 143, cf. p. 146, dove si accenna anche agli effetti prodotti
dal timore reverenziale e dal senso di subordinazione. Va sottolineato che molti
studiosi finiscono per accettare ,una limitazione de facto per l'accesso alla gel'omfa:
HlCKS 1906, p. 25, TOYNBEE 1969, 266-69 (che fa riferimento per ad un'improba-
bile limitazione sulla base della ricchezza, in quanto as the time passed ami prupcrty
changed hands, wealth and aristocratic descent would tend to coincide with each
other less and less closely - un fenomeno che invece a Sparla deve essere stato
limitato: possiamo pensare piuttosto ad un concentrarsi della ricchez7.a nelle mani
degli aristocratici, ed eventualmente all'estinguersi di famiglie nobili, ma diHicilmcnte
allo sviluppo di un numero consistente di nuovi ricchi), STAVEI.Ii.Y 1972, p. 30, Wm.-
WEI 1983, p. 18-1 sg. (con accenno tuttavia alla pussibile apertura a membri di famiglie
emergenti). Mentre IlE STJ;. Cttotx 1972, p. 353 sg. lascia comunque aperto l'aspetto
legale della questione, ma scrive convinecntemcntc (l think the limitation of mem-
bcrshijl to a circle of 'l'rivilegcd Familics' (tu usc Chrimes' terms) may havc been
complete, or almost complete, throughout the Classica! period, witholll '"Vcr bcing
mshrined i11 ali)' specifc 'constitutional' mie~ ), decisamente per una distinzione di
diritto RAIIE 1980, p. 387; analogamente FCllliiEST 1%8, p. .J(,, p;lrla di elezione
from a prescribed group of aristocratic families, e non dissimile l'opinione di
jF.FI'ERY 1976, p. 116, d.p. 130, n. 3; CARTI.EnGI! 1987, p. 121 sg., si pronuncia per
una limitazione de facto. Carattere aristocratico della gerous{a anche in WAJ>J;-GmtY
1925, p. 561, CHRIMES 1949, pp. 212, 425, ed EtiRENIIERG 1968, p. 45 sg., St'AIIN
1977, J' 104, 0AVIJ) 1981, p. 44 sg.
s L'eforato aucstatu in molti centri, pi1 o meno clircWIIIIl'IIIC legati a Sparla
[p. es., oltre a p6/eis minori della Laconia, 'fera, Circnc, Euhesperides, Eraclea di
Lucania (cf. ora anche le iscrizioni dal santuario di Demetra sulle quali GHINAl"ri
1980): ma tra essi c' anche Messenc!J; per le testimoni;m7.e v. OI.IVA 1971, p. 127,
n. 3, e BuSOLT-SWOIIODA 1926, p. 6!14, n. 3 (da p. 6!13), l-luxu;v 1962, p. 115 sg.,
KlECifLE 1963, p. 95, nonch TtGI!RSTI!UT 1965-1974, l p. 369, nn. 48!1-489, con bibl.
del tutto errato ritenere possibile solo una derivazione originaria all'atto della
'filiazione' della colonia, e poi un processo di trasmissione continuo (e trarre dunque
SI'AR'I'A 'l'IlA FINE VII E MET VI SECOLO 115
clementi per la data di inizio dell'eforato dalla data di fund;lzionc di Tem, come p.
es. fa EHIUlNIIERG 1968, p. 384, n. 22}. La syggneia con Sparta e la fama di una
costiruzione ritenuta esemplare indurranno anche molto pi tardi le citt (non solo
amiche?) a far proprie le istituzioni di Sparla. Personalmente credo che questo sia in
particolare anche il caso di Emclea e Taranto (nella seconda gli efori non sono
neppure altcstati: si pu(J forse suppornc la presenza per via 'imlirett;l', tramite Era-
clea); diversamente, p. es. i>AIIIl'I'J l'JIO, pp. 117-124, TorNUEt: 1969, p. 238, n. 5 e
p. 219, n. l, che uova nella presenza degli efori a Taranto una conferma della data
nellil lista degli efori.
58 Cf. p. 57, n. 109.
SY Anche l'alacrit di J>. Oliva sembra aver sentito il peso di questo compito,
tilnlll che lo studioso cecoslovacco si limita a rimandare alle raccolte hibliugmriche in
Busoi.T 1893-1904, l 55'J, n. l, c in Kmcllt.li l'J63, pp. 236-242; sul problema v.
anche 'J'JfWJtsTm>T 1%5-74, l p. 64 sg., MICJIIii.J. 1952, p. 119 sgg. In generale
sull'cfomto v. I'AI\1\1'1 I'JIO, KAllltS'J'WT 1922, pp. 237-246, llUSOI.T-SWOill>UA 1926,
pp. 683-690, MJ<.:Hill.l. 1952, pp. 118-131, TOYNDF.E 1969, pp. 237-249. Naturalmente
ogni monografia ed ogni studio su Sparta e sulle istiruzioni politiche greche dedica
attenzione agli efori: recentemente v. CARTI.EDGF. 1987, pp. 125-129, WELWEI 1983,
pp. 177-184, CLAUSS 1983, pp. 132-138.
60 754/3 o 753/2 e forse 768/7: la testimonianza fondamentale la menzione del
collegio di Elatos 130 anni dopo Licurgo in Plut. Lyc. 7,1 = Apollod. FGrH 244 F
335a. Per la sua storicit cf. Kmctll.l! 1963, pp. 226-34, TJGERSTF.DT 1965-1974, I p.
317, n. 48, OJ.JVA 1971, p. 125 sg. Contra giustamelllc jA<:OIIY 1949, pp. 282, n. 55,
353, n. 3, cf. 305, n. 24, c soprattutto FGrH III b Note11, p. 356 sg., n. 6; SAMUEL
1972, pp. 238-241, non prende una posizione decisa. Credo che la polemica sull'e-
forato nel IV sec., cf. pp. 51-71, abbia ponllo essere un buon motivo l'erch qual-
cuno si prendesse la briga di inventare o compilare 200 nomi (fiGEI\STEOT 1965-
1974, l p. 317, n. 48). Sulla possibile rilevanza del nome Asteropos [l'altro nome
antico, quello del primo eforo Elatos (Piut. Lyc. 7), non sospetto] cf. sotto, n. 68.
Sulle prime ;lttestazioni della lista cf. p. 63, n. 137.
116 LA NASCITA DEL KOSMOS
"In generale hanno poco valore ricostruzioni della storia pi antica della ma-
gistranra con oscillazioni in senso pi o meno democratico, legate nantralmente alla
tradizione 'teopompea' ed all'emendamento alla rhtra (v. p. es. le discussioni in
OLIVA 1971, p. 128 sg.), ricostruzioni destinate sempre a cozzare con le contraddi-
zioni rilevate praticamente da tutti gli studiosi (v. p. es. PAI\1\TI 1910, p. IlO) nell'o-
pera di Teopompo, fondatore dell'eforato e promotore dell'emendamento. lnutile
dire che la contraddizione tale solo quando si giudica in termini di verosimiglian-
7.a stnric;t; essa viceversa non sussiste nella logica .!dia riflessione cnslilltzimmle arllica.
61 Unica menzione nella letteratura antica J'lut. Cleom. 10,5.
6 ~ SoMMF.Il 1948, p. 8, n. 2, che richiama gli antroponimi spartani Am<:-mnl]
(Hdt. 111 55, l) e (la genuina forma laconica di tJUCsto tipo t! i composti) n.,ry-filmx,
PORALLA-BRADI'ORU 1985, nrr. 193, 194, 195.
66 EliRENDllRG 1927a (stellatam fadem babem Thcs.wrus); per Sternblicker
da leggere addirittura nel testo plutarcheo come nome originario della magistratura,
e non di un personaggio, Lu~IA 1926.
SPARTA TRA FINE VII E MET VI SECOLO 117
67 Plut. Agis 11,2-5. Per ipotesi (talora, come si visto, avventate) su Asteropos
bile, e qui verr adottata nella piena consapevolc7.7.a della sua fra-
gilit.
Il compito principale degli f.+opot, come chiaro dal loro stesso
nome73, era quello di sorvegliare. L'indicazione cos ottenuta certo
vaga: resta da capire 'che cosa' sorvegliassero. In effetti in et classica
essi controllavano che i cittadini rispettassero le leggi, i nomoi di
Sparta. La cerimonia che sembra si svolgesse al momento dell'entrata
in carica7\ secondo modi codificati dal cerimoniale politico, pu es-
sere prezioso indizio circa i poteri e gli scopi della magistratura alle
sue origini o eventualmente nel momento in cui l'eforato assunse la
sua forma definitiva e divenne la magistratura principale della citt.
naturale infatti che essa sia in rapporto con un momento importante
nella storia dell'arch. Dalle raccomandazioni che si rivolgevano in
quel momento ai cittadini il compito degli efori emerge in maniera
assai chiara75 :
ltpOEIC~pUt'tOV o\ ~0p01 tol ltolt!XI E 'tlV f>X~V EOlOVtE, C>:;
'Aptatotll +11ai, ICEipeaBat tv ~1\Jatcx~ea ~eu lti)OOXEl v tol VOJ.Iot,
'iva Jtl) Xa.Eito c1xnv a\nol.
All'entrata in carica gli efori proclamavano ai cittadini, come dice
Aristotele, di tagliarsi i baffi ed obbedire alle leggi, se non voleva-
no che fossero severi con loro.
7J Come aveva ben visto p. es. Busolt (cf. BusoL'r-SwooODA 1926, p. 600 sg.,
pi recentemente p. es. OLIVA 1971, p. 126, CLAUSS 1983, p. 132). Altre spiegazioni
sull'origine del nome TIGI!RST!li>T 1965-1974, I p. 370, n. 500.
74 A fine settembre-inizio onobre del nostro calendario: cf. OE S'l'E. CROIX
1972, f' 320 sg.
1 Plut. Cleom. 9,3 = Arist. fr. 539 Rose (cf. Plut. Mor. 550b: non hanno senso
le distinzioni tra i due passi sulle quali insiste Cl nUMI'$ l 'J49, p. 565, per cercare (li
dimostrare che non erano proibiti i baffi in assoluto, ma semplicemente long ami
elaborately cultivated rnoustaches ). Cf. poi p. es. Schol. Hes. Op. 724-726, p. 222,4-
7 Pertusi, Antiph. Il 28 Kock (sul quale v. p. es. I'AIU!'f'l 1910, p. 148 sg.).
76 Sul potere censorio degli efori v. PARETI 1910, pp. 142-159.
11 La frase si anche prestata ad interpretazioni curiose: p. es. AIRICA 1961, p.
85, n. 17, la ritiene an ari:haic survival of some form of vicarious mutilation. Del
tutto fuor di luogo l'idea di MAc DoWEJ.L 1986, p. 155 sg., che l'ordine manifesti
SPARTA TRA I'INE VII E MET VI SECOLO 119
l'arbitrariet dd potere degli efori. Sul giudizio positivo di Plutarco sulla misura nella
Vittf di Cleomene v. MAllASCO 1981, tfd loc. ~ invece tipico pure di altri provvedi-
menti spartani nominare un solo dettaglio, apparentemente poco significativo, per in-
dicare un intero, ampio campo di obblighi, che in questo caso possono essersi estesi
anche al vesliario (sul quale naturalmente v. Thuc. l 6,4, e cf. pp. 227-230): un caso
parallelo costituito dalla rbtra sulle travi del tetto c le porte della case (Plut. Lyc.
13,5-7), che la tradizione mette in rapporto con la ~tapaoKEU~ connessa alla mensa
(cf. p. 180, n. 21).
78 cr. OI.IVA 1971, p. 129, n. 2, con la bibiografia ivi citata: tra questa in particolare
EIIRENili!RG 1927, p. 2'1 sg., che cerca persuasivamente di collegare il fatto al legisla-
tore di VI sec. Non si deve comunque credere che questa ingiunzione sia stata dettata
semplicemente dal desiderio di tutelare i costumi 'dorici' (cosllo stesso OLIVA 1971,
ibid., c soprattutto KIECIILE 1963, p. 239). Meglio vedervi la difesa delle antiche
tradizioni dei padri (cos CLAUSS 1983, p. 133). Come mostra bene il caso del fr.9
Calarne di Alcmane (cf. pp. 207 sg., 216, 224), gli usi tradizionali venivano anche
difesi in nome del principio del 'Kotv6v'.
79 Una eccezione costituita dalle maschere dedicate ad Orthia, edite da Dickins
in AO, pp. 163-186 (da ultimo v. BURR CARTER 1987), del tipo definito da Dickins
dei Warriors: qui esemplari apparentemente tardi (ma sulle difficolt di datazione
di questo materiale v. AO, p. 165 sg.: in dealing with a chronological arrangement
of the masks we are, in fact, vcry much worse off than in the case of the pottery or
of the lead figurines") presentano sicuramente i baffi (pp. 165, 181, tav. Llll,1,
datato apparentemente al V sec.); per problematica l'interpretazione dei soggetti:
i nostri guerrieri - che compaiono in mezzo a tipi mostmosi e deformi - sono
necessariamente 'Spartani'?
10 Raccolte da PASQUIER 1982, p. 302, n. 79 sg.
11 i>ASQUII!R 1982, p. 287 sgg., figg. 11-16.
120 lA NASCITA DEL KOSMOS
modantc', di un personaggio certo lontano dai rigori della rivoluzione di Ili sec. (cf.
TIGI!I\S'I'I\IYI' 1965-1974, Il p. 88 sg.). Sull'erotismo cf. pp. 185-189.
'JO S'l'llllll! 1972, nr. 104, c p. 43, tav. 132, 5-6.
91 Plut. Lyc. 28,7 = Arist. fr. 538 Rose.
?l Ai qm1li, sulla scorta della tradi7.innc antica, fanno riferimento p. es. Coz7.ol.l
1978, p. 2H, CAI\TI.W(a; 1979, p. IM, CI.AUSS 1983, p. 149, CARTJ.ml(a; 1987, p.
31; accentua piuttosto l'aspetto giuridico W..:LWI'.I 1983, p. 179.
"C:os p. es. 1\usoJ.T-SWOIIllllA 192(>, p. 685, OLIVA 1971, p. 126 sg., Piccirilli
in MANI'I\EiliN1-I 11CCIIlll.l.l 1980, p. 283.
94 Rmll'mW 1977-1978, p. 155.
9~
V. p. es. 'J'huc. IV 80,3, V 14,3, Critias 88 B 37 D.-K., Xcn. L11c. 12,4 (no-
nostante RDlliiAI-:1\T 1977, p. 14 l, n. 8).
122 I.A NASCITA DEL KOSAIOS
1986). Gi Archidamo in 'l'ucididc (l 84,3) sostiene che gli Spartani sono nu),FIIIICOi
... iin ai&ilr:; ollliJipoauvl]c; nElomv llttXEl, aioxuvl]c; l Ellll'llXiiX. Sul concetto di civilt
della vergogna e della colpa v. ovviamente i primi capitoli di Do1>1>S 1951, recen-
temente LLOYD-jONES 1987 (alrra bibl. in PltATO 1968, ad 6,12, p. 92). Sulla vergo-
gna a Sparta v. brcven)ente LliwJs 1977, p. 30 sgg.
Sl'l\1\'1'1\ TRA I'INF. VII F. MET VI SECOLO 123
lo! Hdt. V 92a,2. superfluo ricordare qui Thuc. l 18. Nello stesso brano sul
giuramento (Lac. 15,8: o6 "\'I> l1Jo11iPil oinE rol jXxm).tilm "tllpiXWIICY 4'fl6vtlllll mxpaa-ci\001
oute tale; Ro>..hat +fl6vov l::rmotflom -cfl liuvliJtem) ricom/>are, insieme al tema del
timore della tirannide, quello dell;t sicurezza procurata a p01ere regio dall'eforato,
tipico della tradizione di IV sec.: cf. p. 65 e n. 142.
104 Come si detto possibile che il giuramento mensile venisse pronunciato
anche in occasione dcll\tsscmblca che eleggeva gli efori.
101 Prima menzione esplicita Pl. Prt. 343a. La lista canonica comprende Cleo-
hulo, Solonc, Chilonc, Pittaco, 'falere, Biantc c Pcriandro.
1010 V. le fonti raccolte in PonAI.I.t\-Bitt\lli'Oitll 1985, s.v., p\l. 130 sg., 191, c la
bibliografia citata in TIGERSTI!DT 1965-1974, I p. 375, n. 542, anc te per i significativi
'precedenti' anteriori agli scavi inglesi (da ricordare i nomi di BUI\CKIIARJ>T 1898-
1902, I p. 133, n. l, MEYF.R -J9S3-1958, 111 p. 520, n. 2, e di Nmsl! 1899, cf. NmsE
1907, p. 449 sg., n. 3).
SPAilTA TI\A FINE VII E MET VI SECOLO 125
107 Si paragoni EJIIU!Nlll!ltcl 1925, pp. 5-54, con Elii\I!NUJ!RG 1929; la svolta nel
pensiero del grande storico (stimolata anche dalle critiche di BllRVE 1925) segnata
da EJJRENIIF.RG 1927: qui la grande rhtra e !"emendamento' vengono separati dalla
figura del 'legislatore' di VI sec. (p. 20: in Erl(enntnis dcs mcthudisehen Fehlers,
zuviel durch einc ErkHirung dcuten zu wollen, miissen wir die grolle Rhctra aus der
Problematik des 6. jahrhunderts li>sen und in rruherc Zeit, also vor das Ilochkom-
mcn des Ephomts setzen). l'rima di Ehrcnberg v. i lavori molto inrluenti di WELIS
1923, specialmente p. 51 sg., e DICKINS 1912. Quest'ultimo ebbe tuttavia il torto di
considerare l'opposizione erori-re come un carattere costante della storia di Sparta
(pp. 26-32), una teoria a lungo largamente diffusa, ma oggi superata (critici p. es. AN-
J>JU!Wl!S 1966, pp. 8-10, HAIIN 1969, pp. 286-289, CARI.IER 1977, p. 69 sg. (in
particolare per l'epoca di Clcomcne lj, CLAUSS 1983, pp. 9, 135 sg., WEJ.wm 1983,
p. 177, CARTLEOGE 1987, p. 127).
101 E~mP.NDERG 1925, pp. 30, 49, EHRENIIERG 1927, p. 27 sg. (con argomentazio-
ni nel dettaglio menn persuasive l'idea era gi stata esposta da WI!J.J.S 1923, pp. 47-49)
con l'approvazione autorevole di jACOBY FGrH Ill b, Noten p. 357, n. 9, e quella pi
moderata di OJ.JVA 1971, p. 133.
1o-1 CJ.AliSS 1983, p. 24 sg., cL p. 187. Anche Frrt.IJAJli>JNGE 1980, pp. 157, 162
mostra un ceno distacco.
110 l 68. Il testo dato secondo la lettura di ]ACODY 1902, p. 183, Apollod. fr.l6
117 jACOBY 1902, pp. 183-188, specialmente 18(, sg., fr.l6, e poi KAHRSTEDT
1'.122, p. 167, EIIIU!NIII!RG 1925, p. 127, n. 25, e l'edizione Oxoniensis di Long.
111 SCIIWI\11'17. 1903a, col. 743; per Chilone, primo dci Sette Saggi cf. Diog.
Laert. l 73 (Anth. Pal. IX 596) ed l 82.
11 ' Cf. anche Elllli!NBI!RG 1925, p. 47.
zo Mcyer: sulla riclezionc all'eforato v. Wl!STI.AKI! 1976; non vi alcun caso
attestalo e, sia pure senza testimonianze esplicite per una restrizione in questo senso,
vi sono indizi per escludere l'iterabilit della carica. Schwartz: l'emendamento non
necessario; il riferimento ai primi efori dopo l'indicazione dell'anno dell'eforato di
Chilone del tutto fuori posto (ce se lo aspetterebbe in rapporto con la notizia sul
ruolo di Chitone nell'istituzione dell'eforato). Jacoby: l'espressione non esplicita-
mente attestata per indicare l'eforo eponimo a Sparta (testimonianze v. 8USOL1'-
SwoBODA 1926, p. 686 sg., n. l>), ed difficile immaginare come potesse provenire
da un testo a carattere cronografico (in ultimo risalente ad Apollodoro), dove l'epo-
nimo compariva in quanto tale, e non come membro pi importante del collegio;
tuttavia Agylaios [Piut. Cleom. 8,3: IIV ... rtpcroc; contrapposto ai oi ll ttaaapE<;
(8,4)1, pnlrehhc ;mchc essere l'eponimo (dubbi in PAIU;'I'I 1910, p. 116, n. 1): esistono
inraui termini tecnici affini nel vocabolario' delle magistrature spartane (p. es. ilrtp<i)ro
rtO!Japxo di Xcn. Lac. 12,6); l'ipotesi per, vedremo meglio pi avanti, non del
tutto economica, e Jacoby stesso sarebbe poi divenuto molto tiepido nei confronti
della propria ricostruzione (cf. sotto).
121 jACOBY 1949, pp. 88, 305, n. 24, 353, n. 3 (I should now write differently
about thc 'rirst cphor' Chilon rrom what l say in Ph.U. XVI, 1902), FGrH 598,
Noten p. 385, n. IO.
128 LA NASCITA DEL KOSMOS
m jACOBY 1949, pp. 282, n. 55, 353, n. 3, 88 c 305, n. 24, FGrH III b, Komm.
p. 613, Note11 p. 356, n. 6. Jacoby si era avvicinato alle posizioni di Ehrcnberg per
ci che concerneva l'importanza di Chilone e della met del VI sec. per la 'riforma'
spartana (FGrH III b, Komm. p. 613, Noten p. 357, n. 9).
IZl In linea teorica entrambe le interpretazioni sono possibili, perch la nascita
dell'eforato era vista spesso di per s come un freno al potere dei re (cf. p. es. Pl. Leg.
III 691d-692a), ma esistevano anche tradizioni su una crescita graduale del potere
degli efori, come quella cleomenea su Asteropos (Piut. Clcom. 10,5). In questo senso
p. es. WADE-GERY 1925, LI\NSCIIAU 1937, p. 274.
ll 4 Il fatto che Diogene Laerzio abbia scelto il secondo senso (alla notizia di
Sosikrates infatti contrapposta l'opinione di Satyros che attribuisce a Licurgo la
creazione dell'eforato), per molti prova che anche Sosikrates si riferiva alla creazio-
ne della magistratura Lp. es. EIIRENlii!RG 1925, p. 127, n. 25 (contro i suoi stessi
'interessi'), e TIGERSTEI>T 1965-1974, l p. 66]. Anche KIECIIIJ! 1963, p. 243, n. 4,
crede coerente la notazione conclusiva: essa per dimostrerebbe solo che Satyros non
conosceva uno sviluppo dell'eforato, contrapponendo Diogene ad uno sviluppo gra-
duale dei poteri dell'arch un.a sua istantanea creazione gi nelle forme classiche.
51'1\RTJ\ TRA PINI! VII l! MET VI SECOLO 129
125 V. il tentativo di STIIIBE 1985, pp. 7-10 (su Chilone, v. gi STIBBE 1981); ma
126 Nonostante FF.l ti.ING 1985, non abbandono la vulgata: Erodotto conosce un
ciclo di storie sui Saggi, il canone precsiste a l'latonc. Sugli aspeui socio-economici
delle massime e degli aneddoti v. SANTONI 1983. Per una bibliografia generale sui
Saggi v. i due lavori citati. Crizia, ancora nonostante Fehling: 88 n 7 0.-K ..
m Questa era del resto, per Crizia, la chiave di lettura della dfaita spartana, e
della sua valutazione positiva dell'artigianato laconico: i11ana t<Jpdv i\lltata JCCX. XP'l<JIIIIli-
tata, JCOOcuv.. tmtll&lotatov... Eill!lupcilratov (88 B 31 D.-K.); mentre nota l'osserva-
zione dello stesso Cri7.ia sul JtoutEElv dci Tessali (88 B 31 D.-K.).
121 CtAUS.~ 1983, P 25.
129 SANTONI 1983, pp. 9(,, n. J(,, 159. MF.YEI\ 1953-1958, III p. (,(,1 sgg., parlava
di et dci Sette Saggi, e scriveva (p. (,(,J): Die Volllstradition f:1f~1 tlic hervorra-
gendsten unter den Staatsmannern, welche in der ersten Halfte des 6. jahrhunderts
an der Spitze der Griechcnstadte des Mutterlandes und Kleinasiens gestanden haben,
unter dem Namen der Sieben Weisen zusammen (cf. p. es. anche W11.1. 1955, p.
516}. Dicaearch. F 30 Weluli 2, cf. Posidon. fr.448 Theiler.
IlO Alcid. III fr.2 (Orat. Au. Il p. 155, Baiter-Sauppe} = fr. IO Avezz ap. Arist.
RIJ. Il 1398b 13 sg. l.a noti.zia merita probabilmente pi cnxlito di quanto non
sembri darle STIBDE (.985, p. 9.
SI'Ait'l'l\ 'I'RI\ FINE VII E MET VI SECOLO 13l
C' un'isola vicino alle sue (i.e. della Laconia) coste, il cui nome
Citera, che Chilonc, l'uomo pi saggio che sia stato tra noi, disse
sarebbe stato maggior guadagno per gli Spartani se fosse sprofon-
data in mare invece che emergere, sempre aspettandosi che da lei
sarebbe potuto venire qualcosa di simile a qlll,IJo che ti sto spie-
gando, non pensando affatto alla tua spedizione, ma temendo allo
stesso modo ogni viaggio degli uomini.
138 I-IUXLF.Y 1962, p. 70, CARTLEI)Gil 1979, p. 206. EHilllNIIIlRG 1925, p. 48 sg.,
scriveva invece che Chilone ve<leva in Citera il pericoloso pomo della discordia tra
Sparta ed Argo, con la quale Chilone voleva giungere invece ad un accordo. Ma gi
allora sottolineava che il detto era legato alla politica di chiusura dello stato dall'e-
sterno, e particolarmente dal mare. In questo senso il giudizio di Ehrenberg (v.
ancora in EtlltllNBllRG 1968, p. 43) ricordato da LENSCHAU 1937, p. 275 (che per
tende a sottolineare l'aspetto razziale), TIGilllSTEIJT 1965-1974, I p. 66. V. anche
01"/:t.ol.l I'J79, p. 50.
13"1 J>aus. l 27,5. L'episodio per taciuto da Tucidide (I 108,5).
1 ~ 0 Thuc. IV 53. Nel 393 l'isola di nuovo occupata e fortificata da Pharna-
bazos (Xen. Hell. IV 8,8, Diod. XIV 84,5).
Hl La questione della data di pubblicazione dell'opera di Erodoto stata re-
centemente riaperta dagli interventi di Ch.W. Fornara (da ultimo EVANS 1987): il passo
non pu fissare il 424 come termine a11te q11em, per il silenzio sulle operazioni
condotte da Nicia (nonostante ]A<:OIIY 1913, col. 232), FORNARA 1971, p. 33 sg.,
pensa che esso sia stato scritto dopo il 424 (LilWIS 1977, p. 144, trova la cosa attraen-
te); viceversa CoiiF.T 1977, p. (, sg., richiama, secondo la 'lllllgata dell'interpretazione
crodotea, il precedente Jel 456 (v. gi How-Wmu 1928, II p. 233; cf. poi p. es.
CARTI.f(ll<E 1979, p. 206). Contro questo precedente foornara sottolinea il silenzio di
Thuc. l 108,5, e sottolinea - non a torto - il diverso livello dei due avvenimenti (cf.
anche FoRNAR1\ 1981, p. 156); molto ragionevoli anche gli argomenti di EVANS 1979,
p. 146 SII che propone date di pubblicazione distinte per rotoli, cd accetta il rappor-
to con gli avvenimenti del 424.
n Nella tradizione biografica il 'profeta' diviene Chilone: Diog. Laert. l 71-72,
cf. 68.
134 LA NASCITA DEL 1\0SMOS
XP..ICllll IJiaacxaOm), ma che poi la punizione ricade sulla stirpe di chi tradisce la
parola data. La testimonianza talllo pi significativa in quamo Glaukos viveva a
Sparta due generazioni prima di Leotichida, ed era dunque quasi un contemporaneo
di Chilonc. Ci muoviamo in pieno nella cultura dei Sette Sapienti, come provano gli
slessi legami con Delfi e con Esiodo (Op. 349 sgg.).
Hb SIINTONI 1983, pp. 110-119, pericolo di upp1c;, richiami ad arricchirsi 111-
Ka\ro, svalutazione del Kplloc; aiaxpciv. Proprio a Chilone veniva attribuito da Demetrio
Falereo (apophth., ap. Stob. Ed. III 1,172y, lll 116,8 1-lense) il detto ~lUIIav a\poil
11iillov i Kipooc; niaxpciv tI IIV yp imcx~ l>ltllafl. tI Iii: Ei, che pu avere rapporti
con la prassi commerciale.
H 7 Htlt. VI 86 (v. n. 145).
BM Sulla corruzione n Sparta v. ora NnETIII.ICIIS 1987, sulla cui impostazione
riduttiva v. ,,. 233, n. 27.
H SI\NTONI 1983, pp. 122-4.
150 Oiog. Laert. l 104, 105 = KINOSTRANI> 1981, A43, A44.
136 LA NASCITA DEL KOSAIOS
160 Tale l'originaria sfera di competenza per KmCIIIJ\ 1963, p. 236 sg., CI.AUSS
1983, p. 132 sg. Da escludere le origini sacerdotali: cf. 0J.JVA 1'.171, p. 130 sg. c
K!ECIIlE 1963, pp. 239-42.
161 V. al proposito Xen. /.ne. 4,6, Acl. VI-l XIV 7.
162 ~ naturale che il giuramento mensile nasca quando l'eforato assume i suoi
caratteri classici e tluntJIIC all'epoca di \.hilonc: cos p. es. Eliii"NIImt(; 1933, p. 219'
sg.; per opinioni diverse v. p. es. ANiliii\W"S 1'.156, p. 71 (che pensa ;ttl 1111 antico
conflitto tra aristocrazia e monarchia, anteriore alla grande rbtrn), OI.IVA 1971, p.
131 (scontro efori-aristocrazia), CLAUSS 1983, p. 133 (nascita della diarchia).
163 Hdt. V 39-41.
1 ~ Cos STIBBI! 1985, p. 14.
16s V. p. es. il tono di CAIITI.J:mm 1979, p. 143, nel far cenno all'episodio.
166 Cf. p. es. LI\NSCIIAU 19~7, pp. 274 sg., 285, Kmcuu; 1'.163, p. 243.
Sl'i\RTI\ TRA FINE VII E MF.Tt\ VI SI;COLO 139
che egli definisce un advice da p;me degli efori e dd geronti. Su pratiche per la
deposizione dci re cf. p. Il(, sg.
11' 1 CLAUSS 1983, p. 25, che si basa sostanzialmente su ANmtEWES 1966, pp. 3
sg., 8, n. 14; per l'opinione tradizionale, che pone in relazione i due fatti v. DICKINS
1912, p. 20, I.ENSCIII\U 1937, p. 274 sg., Huxt.EY 1962, p. 71, 'I'IGERSTEDT 1965-
1974, I p. 69.
11'' Cf. PoR/\I.I.A-BitAlli'OI\1> 1985, p. 45 sg. La cosa sottolineata da LEN-
di questa autorit.
174 Cf. HUXLEY 1962, P 69, T!GEilSTEOT 1965-1974, l P 66-68, Ct\1\TLEDGE
1979, p. 139, FoRRES'I' 1968, p. 76, STIIIBE 1985, p. 12. Sul mito acheo a Spnrta v.
anche HUXLEY 1983, pp. 5 sgg.
175 Cf. STIDBE 1985, p. l J sg. con bibliografia essenziale n. 29. Piuttosto pruden-
te rispetto alle ipotesi di BoWJtA 1961, pp. 161-170, spec. 161-1{,5, 369, TIGJm-
STEDT 1965-1974, I P 373, n.' 5t'9. Recentemente NESCIJKI\ 1986, spec. pp. 295-301,
SI'AR'I'A TRA FINE VII E MET VI SECOLO 141
culminanti sono costituiti dal recupero delle ossa di Oreste 176 e dalla
susseguente alleanza con Tegea 177 (del tutto ipotetico il collegamen-
to con il recupero delle ossa di Tisameno, proposto da Leahy 178),
viene solitamente sottolineata l'importanza in relazione alla politica
estera spartana: esso segna il passaggio dalla fase della conquista
sistematica a quella delle alleanze, dalle quali finir con lo svilupparsi
la lega del Peloponneso 179 Qui invece si vorrebbe richiamare l'atten-
zione sui riflessi interni della politica 'filo-achea'.
In primo luogo la fine della guerra di annessione significa la fine
della distribuzione di nuove terre ai cittadini: la svolta non solo sembra
rispondere ad una logica di conservazione di fronte al pericolo ilota,
ma pone anche un limite all'arricchimento individuale, nella forma
della conquista militare.
In questo senso pu essere utile guardare pi da vicino la nar-
razione erodotea sui precedenti di questo episodio. Dopo la legisla-
zione licurghea gli Spartani UVoJ.ltiOTJaav; data la fertilit della loro
ch6ra ed il loro numero, essi prosperano e si arricchlscono, e pensano
accetta il rapporto tra Orestea c Sparta stabilito da Bowra ma non considera del tut-
to innovativa, rispetto al patrimonio mitico e religioso locale, e dunque in questo
contesto non significativa, la collocazione del mito di Oreste a Sparta. In generale su
Sresicoro v. ora Rossi 1983.
176 L'episodio pi affine quello degli Ateniesi che per conquistare Anfipoli
si procurano le ossa c.li Rhcsos (Polyaen. Stra/. VI 53): sulla protezione offerta in
combattimento dal cadavere di un eroe v. p. es. Soph. Oed. Col. 1518 sgg.; breve-
mente in generale BRELICII 1958, pp. 90-92, e sulle epifanie eroiche in battaglia
GIANc.llJI.IO 1983, p. 476, n. 18.
177 Hc.lt. l 66-69. Questi avvenimenti sono da collocare tra il 560 ed il 550, cf.
FoRRI;S'r 1968, p. 76. Una curiosa spiegazione in chiave paleontologica del ritrova-
mcmo delle ossa di Orcste in llllXI.I!Y 1979, ribadita nonostante alcune critiche (v.
p. es. I'IUT<.:Iml'l' 1982, p. 45 sg.) in lluxu;y 1983, p. 6. Per il lrattato tra Sparta e
Tegea, secondo i pi concluso a questa epoca, v. Arist. fr. 592 Rose ap. Plut. Mor.
277b-c, 292b, cf. jACOBY 1944a, DE STE. CROIX 1972, p. 97, BENGTSON 1975, nr.
112. Trovo comunque ancora non del tutto priva di attrattive l'ipotesi di una sua 'da-
tazione bassa', all'epoca c.lella rivolta del terremoto (MORE'I'I'I 1946, pp. 101-103), che
offre forse un migliore contesto per le preoccupazioni nei confronti degli iloti.
178 Paus. VII l ,8, cf. LllAIIY 1955.
179 Cos p. es. El-lltENIIImG 1968, p. 44, FoRRFsr 1968, pp. 76 sg., 79, CLAUSS
1983, p. 23 sg., S'l'llliiE 1985, p. Il. Sulla 'politica c.lelle ossa' v. IIUXLEY 1962, pp. 67-
71 [non si pu condividere la tesi del rapporto tra questa e gli Agiadi, per via del suo
rapporto topografico con la statua di Polidoro in Pausania (III Il, l 0): ben pi signi-
ficativa la vicinanza con gli &pxrua ... ~opEla, evidentemente sede dell'eforato in et
arcaica e classica, nominati poco pi avanti da Pausania (III Il, Il), cf. pp. 144 e 69,
n. 163], FORRI~'I'J' 1968, pp. 73-76], recentemente ancora HUXlEY 1979, HUXLEY
1983, pp. 5-7, in breve lliRASCIII 1989, p. 94 sg.
142 LA NASCITA DEL KOSMOS
180 V. PARKE-WORMELL 195(,, Il nr. 31, CRAIIAY 195(,, pp. 150, 153-155, Kmcu-
BERG 1965, p. 60 sg., FONTENROSil 1978, Q 88, p. 123 sg.
111 L'oracolo prospetta anche agli Spartani che essi potranno noooilcpotov
opxljoaollm.lnaccettabile l'esegesi proposta d:t STmN 1901, ad loc., che pensa ad un
implicito paragone tra la valle di 'l'egea, circondata da montagne, cd una orchestra.
Non si tratter forse nemmeno di un pi banale ballare per la gioia (Astii!IU 1988,
ad loc ): si deve pensare a celebrazioni per la vittoria analoghe ai Parparonia celebrati
sul luogo della poco posteriore vittoria sugli Argivi nella guerra per la Tireatide (cf.
pp. 157, 303-305).
112 Su questi temi v. Cotm1' 1971, pp. 104-117.
18' CRAUAY 1956, p. 153. Storico invece per PARKE-WOilMEU. 1956, p. 100.
184 Cf. p. es. I 7 l ,2-3, con i Persiani caratterizzati, prima della conquista da par-
te <Ici l.i<li, come un popolo nule d1e non conosce ancom oitt~ af\JlV m'm~ yuOlv
otiSV, c dunque porta vesti <li cuoio, non mangia dii che vuole, nta ci> che lm,
perch abita una terra dura, non ha vino, non ha fichi e nessun altro buon cibo
da mangiare, o il confronto tra cibi Persiani ed Etiopi (III 22 sg.).
185 How-WELLS 1928, ad loc.: a Tcgea Erodoto (1 66,4) ricorda di aver visto i
ceppi degli Spartani. In questo caso essa pu essere stata animata dall'ostilit di l'egea
e dell'Arcadia negli anni succ~sivi alle guerre Persiane, sulla quale v. ora brevemente
CARTLEDGE 1979, pp. 214-2.17, AIJSIIEAD 1986, p. 86 sgg.
SI'ARTA TRA FINE VII E META VI SECOLO 143
mftt 1"1': ma certo che nel V sec. alla guerra con Tegea in qualche
misura legata dalla tradizione antica anche una svolta etica nell'atteg-
giamento spartano, in precedenza caratterizzato come Kntncjlpovrrn-
K<) c sostanzialmente macchiato da bybris. La tradizione non offre
qui precise indicazioni su una pi profonda opposizione, quale si
palesa talvolta nel pensiero erodoteo, tra genti primitive e popoli ef-
femminati e dediti al lusso 187
In secondo luogo, con la fine delle guerre di conquista, ha ter-
mine la lunga serie dci re conquistatori che, come ricordava Tirteo,
andava dagli Eraclidi a Teopompo, ed era proseguita evidentemente
con i protagonisti della seconda guerra messcnica. Il prestigio dei
sovrani ne esce diminuito non solo da un punto di vista personale
immediato (c probabilmente vengono meno anche cospicui vantaggi
economici in termini di gras)'aa, ma anche da un punto di vista
ideologico pi generale: centrando l'interpretazione della storia spar-
tana non pi lungo il tema della conquista ma sul motivo della con-
tinuit con i sovrani pre-dorici 189, l'autorit dei te eraclidi non pu
che scemare. In questo senso la 'politica filo-achea' coerente con la
18& Alcuni hanno notato che Erodoto in I 65 sg. sembrerebbe far derivare im-
mediatamente la storia spartana dell'inizio del VI sec. dalla riforma licurghea (p. es.
NmsF. 1907, pp. 440-449, WEu.s 1923, pp. 44-54, WAUE-GERY 1925, p. 562, LEN-
scBAU 1937, p. 271 sg.). Tali difficolt hanno indotto ANDREWES 1938, p. 92 sg. (cf.
anche HCT l, pp. 128-130) a ritenere che Erodoto, con scarsa attenzione alla cro-
nologia di Licurgo (che egli sapeva tutore di Labota), avrebbe qui per errore sovrap-
posto due fatti distinti, la nomothesfa licurghea e il conseguimento della e~tnom(a, da
collocare all'inizio del VI sec., nel regno di Leone e Agasicle. lovero le difficolt
poslc da una simile ipolesi sono maggiori delle presunle aporie che essa vuoi risol-
vere: come poteva Erodoto ignorare le implicazioni cronologiche della genealogia li-
curghea? V. HAMMOND 1950, p. 53 sg., che mostra bene la coerenza del testo ero-
doteo, ed 0S"JWAJ.I> 1969, pp. 74-79, spec. 76, n. 2.
187 Il caso esemplare quello dei Lidi e dei Persiani, cf. soprattutto I 55,2, 71,2-
4, 155-157.
188 Per TIGERSTEDT 1965-1974, I p. 68, il passaggio alla politica difensiva fu
pensato to deprive the kings of their greatest weapon - the supreme command in
rime of war. A king at the head of the 'army', especially a victorious king, was a
deadly threat to Spartan 'democracy'. Gras: CARLIEil 1984, p. 262, n. 132.
189 Va da s che un intervento di questo tipo non poteva trasformare in
nmnicra completa le forme di 'autocoscienza' storica degli Spartani: l'idea del 'popolo
conquistatore' era troppo intimamente connessa alle stesse strutture produttive di
quesla societ per essere cancellata dalla memoria storica. L'affermazione di Cleome-
ne ad Atene Ma io non sono Dorico, ma Acheo (Hdt. V 72), al di l degli
obbiettivi contingenti, sembra proprio segnare la ricucin1ra ideologica tra le due 'in-
terpretazioni' della 'preistoria' spartana, sfruttando l'ascendenza achea della famiglia
<li Eracle.
144 LA NASCITA DEL KOSMOS
190 FoRRES1' 1968, p. 83 sg.; 1-IuXLI!.\' 1962, p. 71 (che per va troppo avanti
nello scovare testimonianze su questa contesa nel papiro Rylamls e in Philod. M11s.
IV 14: la stasis sedata da Stesicoro probabilmente non scoppiata a Sparta, cf. NEU-
BECKER 1986, ad Philod. M11s. IV Il); STI8111!. 1985, p. 14. Significativa potrebbe
essere la lista dei re in Pausania (per comodit v. CART!.I!.DGI!. 1979, Il 344, sulle due
liste differenti, l'altra erodotea, Vlll 131,2, v. ivi p. 345), nella quale i nomi in lldpo
ricompaiono dopo un intervallo di due generazioni (i re nati nella prima met del VI
sec.) attorno alla met del VI sec., alla nascita di Damamto. utile rammentare che
la parola pu aver rivestito vari accenti ideologico-politici.
"' Paus. Ili 11,10 sg.
1' 2 KENNELI. 1987.
191 Sulla quale v. EllliENilllRG 1933, p. 208 sg. (con le fonti ivi citate), che
giushuncntc suunlima b priuriti tlcll'istitulll c la stm antcriuril risllcttn tllo stato
de~li efori, ma vuoi far risalire troppo indietro nel tempo le concezioni 'politiche' su
cut esso si fonda.
194 Di rilievo la presenza, accanto ai polemarchi, che suno in rapporto con la
damosfa anche in tempo di pace (cf. Plut. Lyc. 12,5, Mor. 226f-227a), di tre Spartani
(uno per phyl?) che fungono da inservienti (Xen. l.ac 13,1). In tempo di pace
siedono nella mensa anch: due l''fthioi per ciascun re: essi hanno anche l'onore di
essere nutriti a spese pubbliche (ai re concesso Ka lluO\ou fitpEollat llo KaTEpuv.
SI'ARTA TRA FINE VII E MET VI SECOLO 145
che 195 Naturalmente noi conosciamo la damosfa nella sua forma d'et
classica, quando in campagna essa residenza del re cui stato af-
fidato il comando della spedizione 196, mentre in citt i basileis conti-
nuano a mangiare insieme 197 molto probabile che in pace i re si
ritrovino, nutriti a spese pubbliche, presso la sede degli efori. In ogni
caso possibile che le funzioni di 'proto-pritaneo' si siano inizial-
mente sviluppate in rapporto ai re, con la damosfa, mentre l'ulterio-
re affermarsi della coscienza politica e delle simbologie comunitarie
danno largo spazio agli efori come rappresentanti del popolo.
Tutto il problema dell'edilizia politica spartana per di estremo
interesse in rapporto alla matumzione della coscienza 'civica'. Alcuni
anni or sono I. Schatzman ha distinto la storia dei luoghi di riunione
dell'assemblea spartana in tre fasi: nella prima, l'assemblea si sarebbe
tenuta, giusta le indicazioni contenute nella rhtra, fra Babyka e Kna-
kion; essa si sarebbe poi trasferita nell'agora, come testimoniato da
un passo della Vita di Licurgo 198, e quindi nella l:KL~ costtuita da
Theodoros di Samo, ed ancora luogo di riunione dell'assemblea all'e-
poca di Pausania 1 ~9 La serie degli 'spostamenti' avrebbe un ritmo
molto serrato (fra la fine dell'VIII-inizio del VII sec., fino alla met
del VI sec.). In realt nessuno di questi tre momenti pu essere
distinto con assoluta sicurezza dagli altri: qualunque fosse il suo esatto
significato letterale200, l'indicazione 'topografica' contenuta nella rh-
tra (cos come le altre pi o meno generiche prescrizioni sulle pro-
oi 1l rhi01o1 e\a IIEonp6JtOI l! At:J.+ol~. mtEC'I!tevm IIEtc t6v jkxmBllv 1:C lilliiOm<l, Hdt.
VI 57,2).
195 Cos sembrerebbe da evincere (cf. p. es. MICHELL 1952, p. 113) dal luogo gi
citaLo in Hdt. VI 57, che prosegue accennando alla razione che viene inviata ai re a
casa, ed alla doppia razione che spetta loro se presenti al deipnon. Questo avviene
tanto in tempo di guerra (bt\ .poupl TP41EI 1\ ltOi Paaia tel to av aut!j\ Xen.
Lac. 13,1) quanto in pace (almeno per i re ed i Pizi). Anche Senofonte descrive la
lii)IOipia come onore che i re ricevono in patria [in una OIC'lY~ lill)IOala indicata qui
come struttura pensata da Licurgo per obbligare i re a prendere i pasti fuori di casa
propria (~w OIC'lvolev): Lac. 15,4, cf. Ages. 5,1].
196 In seguito al n6mos fatto passare dopo la litxootaala di Eleusi (sul quale cf.
CAIU.II!II 1984, pp. 259 sg., 278 sg.).
.
QIOIV.
197 Xcn. He{{. v 3,20: OOOICl]YOOOl IIV yp li~ paaiE v tljl autljl, i.itav OICOI
198 In Plut. l.yc. Il (cf. 11,10} il legislatore fugge di corsa dall'agora, e vien
col,litu all'occhio da Alcandro con llll bastone. L'episodio indicato come causa
del 'uso spartano di riunirsi in ekklesfa senza portare bastoni.
199 Paus. I1l 12,10.
200 V. MANI'RWINl-PICCIIliLLI 1980, crei Lyc. 6,6-7, p. 237 sg., con bibl.
146 LA NASCITA DEL KOSMOS
tro perch in essa si trovano 4000 potenziali aliJIJ.lllXOI dci congiurati; ma essa
probabilmente l'agorti politica, perch il compagno di Cinadone pu contarvi re,
efori e geronti. Cinadone aveva condotto poi il delatore Ei.; tv ailiJpoY (un merca-
to del ferro e/o un'area in cui si trovano botteghe di fabbri) a mostrargli armi pro-
prie ed improprie (11[ 3,7): siamo fuori c.lella agorti, dal momento che Cinadone ed
il suo compagno dopo essere slati ln t>Y {~ax1irov tll IXyllpli si devono essc1e inol-
trati per Jelle strade (l:mliEIKY\JYIXI l' urov (Cinadone) .. . v t al l o l ...
I!OE~tlou & 11 11 v t 1 v t n ); si sarebbe addirittura tentati di immaginare che Cina-
dune si;l usd1n dalla agorti per la hivu r~u&> di Pausania (Ili 12,10) verso il san-
tuario di Apollo Carneo e la piazza presso la quale El!tl!pooKEto fxibro ro pxalov
(Ili 1),6). D'altronde non si pu essere certi che questa sia l'agorti specializzata nella
<JU:tle ~i svulganu le vuy.-nl<x uiKuYnJiin dalle <ruali i lliovani sotto i lrem'anni sonu
tenuti alla larga (Piut. Lyc. 25,1). Si potrebbe forse trarre qualcosa dalle notizie circa
la morte di un l'C c le sue conseguenze per l'agorti: in Hdt. vr 58 il lutto dura dieci
giorni cd investe sicununcntc le attivit politiche, per Heraclid. Lemb. Exc. Poi.
373,10 Dilts = Arist. fr. 611,10 Rose i giorni di lutto sono tre, proibita la vendita
e l'agorti cosparsa di rottami. Si tratta di notizie concernenti due aree diverse, o
dobbiamo pensare che esse concernano diverse funzioni della agorti (e allora come si
combinano le discordi indicazioni sulla durata del lutto)? Perch poi Aristotele avrebbe
dimenticato l'esempio spartano e citato solo quello tessa! o (forse perch questo era,
come abbiamo visto, pi rigoroso)?
207 V. Torelli in Musn-ToRI!I.I.I, Pausania, ad III 11,2 ed 11,3 (che propone di
datare l'intervento agli anni immediatamente successivi alla battaglia di Azio).
zoM Sulle fonti per la sua cronologia cf. MORENO 1966, p. 811 sg., propenso
tuttavia a scendere troppo in basso: che Policrate fosse in possesso di un anello opera
dell'artista cnsti111isce solu un termine an/l! quem, ma non ci dice quando c per chi
era stato realizzato; il versatile sculture e glittico sembra legato piuttosto alla gene-
raziunc di Creso e dunque agli anni 560-540.
zoo Anch'essa si presentava all'epoca di Pausania in forme rinnovate o restaura-
te: Torclli in MUSTI-TOIU;I.I.I, l'aus,mia, m/ 111 11,3.
148 LA NASCITA IlEI. 1\0S.UO.\'
110 Primo anno della 28" 01. (668), Hieron. Euseb. Chro11.: Nudipedalia pri-
mum acta in Lacedemone. Il luogo indicato dalle fonti di el classica anche come
9atpov: cf. BOLTE 1929, col. 1365, BULLE 1937, p. 33 sgg., KoLil 1981, p. 79 sg.; ai
passi solitamente indicati va aggiunto Muson. fr. XXXIX, p. 125 sg. Hense, vista la
connessione fra Alcandro e le Gimnopedie stabilita da I'ICCIIUI.I.I 1981, p. 9, n. 56.
111 Le OK\a&c; della festa tlelle Carnee sono ricordate da Demctr. Sceps. fr. l
Gaede ap. Ath. IV 141 e-f; cf. Ml\llTIN 1')51, p. 235, c 'l'mciii in MusTI-'1'0111'.1.1.1,
Pa11sa11ia, ad lll 12,10, e 13,3-5. La otmc; delle Carnee datata dalla tradizione nella
26" 01. (676-73): Sosib. FGrH 595 F 3. Un altro arcaicissimo polo religioso-politico
pare il santuario di Orthia. Spesso considerata ricordo di una situazione sinecistica o
presinecistica (cf. KlllSI'EN 1983, p. 371 e n. 27, con bibl.), ma probabilmente costrui-
ta su di uno schema mitico molto tradizionale per un legislatore (v. SZEGEDY-MAS-
ZAK 1978, PICCIIUI.I.I 1981-1985) h1 tratli:l'.ionc che lo immagina sede di sanguinosi
e sacrileghi scontri fra le quattro kimai spartane (il silenzio su Amide potrebbe es-
sere frutto di un aggiornamento del mito, cf. p. 324, n. 2 J.l, pi1 che del ricordo della
situa7.ione prc.:edeme l'incurpum:r.iunc di Amide nella c<mumia), c poi di sacrifici
umani espiatori, ai quali avrebbe posto fine l.icurgo, eroe civilizzatore c pacificatore
delle discordie interne, che avrebbe istituito in sostituzi(me la mastigosis, dai chiari
connotati 'democratici' (Pau s. 111 l (,,9-11 ).
111 Diog. Laert. Il l = Anaximand. 12 A l 0.-K., cf. A 4, A 5 D.-K. Plin. HN
Il 187 attribuisce l'orologio ad Anassimene.
m Il comizio a Roma, p. es., fu usato almeno a partire dalla met del V sec.
come un grande orologio solare (la posizione del sole veniva traguardala dai gradini
SI'AI\TA TRA FINE VII 1\ MET VI SI\COLO 149
1. Gu HTPPEIS.
zou 1979, pp. 89-92. Sulla storia e la topografia della Tireatide v. recentemente anche
PRITCIII\'1'1' 1982, p. (,4 sgg., CIII\ISTIEN-SI'YROI'OUI.OS 1985, KRITZAS 1985, DAVERIO
Rocc111 1988, pp. 201-203, con ulteriore biblio~:~mria. Identificazione con gli bippcis:
Molll!'l'l'l 1\148, p. 209 sg., DI!TII!NNE 1968, p. 136 sg., Cozzou 1979, loc. cit. Come
emerge dal testo non concordo con la pur affascinante ricostruzione di BRELICH
1961, p. 22 sgg. (ripetuti scontri rituali a carattere iniziatico cou conseguente rappor-
to ass01i antitu cun le Ginmupcdie, Hlll'.l.l<:ll 1%9, p. 189 sg.), e credo non si possa
ne~:~:uc la presenz01 di alcune rctluplicazioni rivcndicativc in una tradizione assai com-
plessa per la cui storia rest01 utile Koiii.MANN 1874.
11 Htlt. l 82,7 sg. Sui risvolti psicologico-mitici della consuetudine v. VERNANT
lJ Opliti e scudieri a cavallo: S'flllUE 1972 nrr. 36, 37, 38, (frr. di craleri da Samo,
pi evidenti i primi due casi, tuui del secondo venticinqucnnio del VI sec.), 39 (frr.
di di1111s da Samo, 575-550), tuui del pittore di Naullratis, 219 (byd1i11 da Rodi, del
pittnre della Caccia); il cmtere da Grammichele, forse degli anni 570-60 a:.C., pubblicato
in Ut.cct 1988. Carro: STlllllt! I'J72, nr. 344 (da Samo), sui frammenti di un cratere
databile auorno all;l met del VI sec. con guerrieri armnti tli scudo beotico. Sarebbe
forse da citare qui anche il cratere di Vix, sulla cui possibile origine laconica v. ora
STUIIII! 1989, pp. 63-65. Sul carro come simbolo d'onore eroico cf. p. 87, n. 237.
1 ~ V. CtiiUSl'OU 1964a, esemplari dal teatro (auriga giovane, tavv. 80, 97) e dalla
tomhil SCO(lCrta d;1 ChriNtou (aunga adulro fig. 5, tilvv. 78, 94-96, cf. anche un fr. al
Museo di Spana, tav. 8311). Anche in questo caso siamo senz'ahro nella prima met
del VI 5ec.
1 ~ Cf. AO, tilvv. XCII,J (= MARAN<:ou I%'J, nr. 37, fig.l>3,\lp. 81-3, tcrw
qw1rto del VII scL".) c CIV, l (si vcd01 anche in ;wurin il ginv;mc cava ierc nr. 35, fig.
64, p. 7(, sg., del terzo quarto del VIl sec.).
. 1' Si t mila 11i una cnp1ia di cavalieri (ginvanc 5t'mlicrn l llJllita a1lulto) (altre
lastre mffit:umvilnn prnhahtlmcntc una teoria di npliti): STAtNIIALII!It 1972, STAtN-
IIAUER 1982, figg. l (ollliti), 2, 3, 4, 5 (cavalieri); le lastre precedono la met del VI
secolo. Sempre nell'am1itn della produzione coroplastica si vetla la coppia di cavalli
nellatermwtta fnu11mentarin ti O, p. 154, tav. XXXIX, l (ivi un'assai dubbia interpre-
tazione come higa ).
160 LA NASCITA DEL KOSMOS
17 STIIIDE 1972, nrr. 147 (frr. tla Samo), 152 (frr. da Samo), 145 (fr. da Samo),
146 (frr. da Olimpia); cavalli (al di fuori di scene mitiche) anche in frammenti assai
mimui nrr. 138 (Samo), 155 (Oiimpia), 168 (Samo). Ricordo qui, data la prevalente
provenienza s;unia di questi pez1.i, i numerosi frammenti inediti con cavalieri dal
santuario di Artemis a Samo segnalati da PIPII.I 1987, p. 76, n. 724.
Jl snonE 1972, nrr. 106 e 107 (frammentarii, rispettivamente da Saino e Sparla).
1' STIRBI! 1972, nrr. 200 (frr. di co1>pa da Samo), 201 (fr. di coppa da Olimpia),
202 (fr. di cratere con fregio di cavalien sul collo).
10 Ltfk,I/a da Sparta: S'l'lllllli 1972, nr. 205 tav. 6R (il secondo cavallo di
difficile lettura, ma certo). La scena ricorda un po' la cerimonia che celebrava l'ele-
zione a gron, che comportava una processione all'intc:rno della ciu accompagnato
c.Ia giovani c donne, l'lut. Lyt~ 2(,,6 sgg., ma la prcsen7.a del cavallo fa llllltloslo
l>ensare agli agathoeJ-go{ (cf. n. 2). Il tema c.lelle coppe eponime del pittore dei c;tva-
ieri [STIBIIE 1972, nrr. 302 (da Canino), 306 (al Brit1sh Museum), 307 (al Louvre, ex
coli. Campana) compariva forse .gi in nr. ~8 (fr. coppa c.Ia Samo)!.
11 Vi si riconoscono in genere vincitori coronati da 11ikai o defunri eroizzati; si
veda in proposito STIIIRil 197~, e pi recentemente FAUSTOI'ERRI 1986, p. 136 sg.,
PIPII.I 1987, p. 76. La scena comunque connotata in senso equestre; se anche si
vuole riconoscere nel giovane a cavallo uno dci Dioscuri (cosl Faustoferri; ma su un
IIII'I'OTilOI'IIIA En A1'1.1:7'/S'MO 161
caso in parte affine v. le prudenti considerazioni ,Jj CuNNOR 1988) rimarrebbe signi-
ficativa la scelta di rappresentare i Dioscuri a cavallo. Oltre a questi pezzi si vedano
i due cavalieri visti di fronte, giovane e adulta, in DAWKINS 1929, fig. 78a. &a>.ov til
cipttll: d. sopra, n. 11 ..
12 V. p. es. STIUIII! 1972 nrr. 93 (coppa da Castel Campanile), 94 (copjla da
Cerveteri), 230 (frr. di coppa da Samo), ecc.; SCIIAUS 1985, p. 42, nr. 222, ha nunito
molti di tueste coppe attorno alla mano di un unico piuore, da lui denominato
Hoplite Painter. :
33 SCIIAUS 1985, nrr. 221, 223, 263.
34 AO, nrr. 169,1-6. Non impassibile un rapporto con le scene in STIBDI! 1972,
nrr. 302, 30(,, 307. Notizia sulla su-atigmfia: AO, p. 187; BOAI\OMAN 1963 data lo
strato di sabbia agli anni 570-60, poco dopo il passaggio dal Laconian Il al Laconian
lll. Ma recentemente CAVANAGII-LAXTON 1981, pp. 34-36, vogliono datare il pas-
saggio dal Laconian Il al Laconian lii al 600-590, su basi che peraltro non mi
scmlmmn convincenti: J\lcmanc (fr. 5 Calaine = H(b) P.) menziona un vcxli a
Therapne, che sarebbe da identificare con il sacello del Menelaion, la cui prima
costm1.ione da porre al passaggio tra Laconian n e Laconian III, donde una confer-
ma alla cronologia hassa di 1\lc:manc, e al tempn s1csso la necessit di rialzare l;l cla-
tazione della transizione tra le due fasi: ma si pu csscc certi dell'identificazione tra
il sacclln cd il vaOc; di J\lcmane?
35 Sui Dioscuri c i cavalli v. il fr. 2 Ca lame = 2+ 12 P., forse il 123 = 85(a) P.;
dal fr. 3 = l P. v;mno almeno ricordati i bellissimi V\', 45-51, 58 sg., con il paragone
162 I.A NASCITA DEL KOSAIOS
2. L'ATLETISMO.
di Hagesichora con un 'lnnov na.yv I'OO~pov ~ea.vnxano&x ... (da notare il riferi-
mento alle vittorie negli agoni). Cf. inoltre frr. 57 Cal:unc = 4.1 P. e, di dubbia at-
tribuzione, 0 267 Calame = 168 P.
16 C(. SOltO.
11 Sin da DICKINS 1912, p. 19, n. 106, d. poi p. es. EIIRI!NDI!RG 1925, pp. IO,
48 sg., Mossi! 1973, p. 13: critico recentemente Cuuss 1983, p. 24 sg.
HII'I'O'I'ROI'I IlA ED ATI.F.TISMO 163
11 llNI.I! 1968, pp. 120-167 (qui si trova anche una lista dei vincitori spartani
fino al IV sec., pp. 128-130, n. 3);
1' I'lut. Lyc. 22,8, Mor. 639e. .
lo /G V l, 708 (Euryades, MORETfl 1957, nr. 565); su' questo genere di iscrizio-
ni v. pp. 294-296.
li Statua di ~uryleonis, Paus. II} 17,6 [ibi1 1~r. 418, vincitrice .con. la biga nel
'368 (?): la statua s1 trova sull'acropoli]. Statua d1 Allletos nel santuarao d1 Apollo ad
Amide (Paus. lll 18,7: non vi sono motivi stringenti per supporre con MoRETn
1957, nr. 945, che l'atleta abbia vinto all'epoca della lega degli Eleuterolaconi: la col-
locazione nel santuario non esclude affatto una datazione all'epoca in cui Amicle
una delle komai di Sparta, ed una cronologia in epoca arcaica o classica, del resto,
meglio spiega la menzione del monumento da parte di Pausania, peraltro auento
talora anche ad o/>ere di et ellenistica: cf. Musti, in MusTJ-BESCtll 1982, pp. LIII-
LV). Sul culto dc l'atleta Hipposthcncs (Paus. Ili 15,7) cf. p. 284 e n. 27 (se questo
un culto arcaico non ha naturalmente particolare valore per l'ideologia di et clas-
sica). Il figlio di Hipposthenes, Hetoimokles (ibid., nrr. 82-86, vincitore nella lotta
all'iuizin del VI sec.) ha anche lui una s1a1ua in ciu: l'aus. 111 13,9.
u Paus. Ili 15,1, Moltll'I'J'I 1')57, nrr. 373, 381, alloro con la t)uadriga nel396-
392 (?): ma sulle peculiarit dell'ideologia atletica promossa dal culto, e connessa alla
sua is1i1uzionc v. suno. ,
u Gi Euagnms ll'aus. VI 10,8: MoJUil'l'l 1?57, nrr. 110, 113~ 117,3 vittorie con
le stesse cavalle nella quadriga nel VI sec., cf. n. 17], e poi Kalliteles e Polypeithes
[Paus. VI l (o,6: ibici., nrr. 149 e 195, rispettivamente vincitori nella lotta nel 508 (?)
e nel 484), Arkcsilaos (P;~us. ibicl. VI 2,1 sg.: nrr. 305, 311, riporta la palma con la
t1uadrig:1 nel 448 e nel 444 (?)), Polykles [Paus. VI 1,7: secondo MoRE'rrt 1957, nr.
315, ouiene la corona con la quatlriga nel440, periodonica, ma la vittoria certamen-
te di IV sec., cf. n. 82), Lykinos (Paus. VI 2,1: MORI!l"rJ 1957, nr. 324, vincitore della
quadriga nel 432, forse da indcntificare con Lyk(e)inns, nr. 304, che coglie l'alloro
dell'uplite nel H8), AnaxanJros LPaus. VI l ,7: ibid., nr. 327, vincitore con la quadriga
ncl428 (?)), Lichas [Paus. VI 2,1-3: ibid., nr. 339, MORE1TJ 1987, p. 68, vincitore con
la quadri~a nel 420. In quella Olimpiade gli Srartani gi non potevano prender parte
agli agom, ma Liehas aveva fatto panecipare i suo tiro a nome dei Tebani, e quando
si avanz ad incoronare l'auriga, per mostrare che il carro era suo, fu cacciato a fru-
state dai giudici; in generale su Lichas v. Cozzou 1980a, che giustamente fa notare
(p. 579) che la statua, dedicata al termine della guerra fra Sparta e gli Elci - sulla
164 LA NASCITA DEL KOSMOS
quale ~ecentemente SORDI 198'4, SoRDI l984a, UNZ 1986; in generale sui rapporti fra
Sparta ed Elide CARTJ.EDGF. 1987, pp. 248-253 - non deve essere stata dedicata da
Lichas, morto nel4 l l ca.], Cinisca (Pnus. VI 1,6, cf. n. 42), Xenarches [Paus. VI 2,1:
MoRE'J'fl 1957, nr. 386, periodonica, riporta il successo in una gara ippica nel388 (?:
ma cf. HONI.E 1968, p. 130, MORI!'ri'J 1970, p. 296 sg., e MOJU!'I'J'I 1987, p. 69}), La
statua di Eutelidas (Paus. VI 15,8, ibitl., nr. 63, vincitore nel pentatln dei fanciulli nel
638} , a giudicare dalla sua posizione, di V-IV sec. (v. AMANI>IlY 1957, p. 68, n. 21,
e cf. il caso di Chionis per la celebrazione di allori assai pi antichi).
u Effigiato anche da Mirone (Paus. Il( 14,3), secondo Africano Chionis vinse
nello stadio e nel diaulo fra il664 cd il656 (M<nu;-rn 1957, nrr. 42-47): ma Pausania
gli attribuisce anche una vittoria nella 28" 01. (668: Afric. Charmis, ibicl., nr. 40).
Astylos nel 48-1 e nel 480 ru vincitore per Siracusa: Mo1urrn 1957, nrr. 178 sg., 186
sg., 196-198)
u Oltre all'iscrizione di Damonon (sulla quale cf. p. 63, n. 137, e sotto n. 54),
si veda p. es. anche CEG l, 374-377.
46 V. DICKINS 1906-1907, pp. 149-153, DICKINS 1907-1908, p. 145 (una di esse,
BF.AZI.EV 1956, J> 369, Leagros Group nr. 112, con i resti della dedica ad Atena JG
V l, 1570, pu ben essere stato muitbcma del re Damarato, secondo un suggerimento
di Carlledt\C accolto da llH S'l'H. CROIX, p. 355, n. 5)
17 l>in~:. L;u~rt. l 72 s~:. cnn llcrmit'P fr. 12 W., A111b. p,,/, VII RH.
11 Giustamcnrc dubbioso MoJtE'I'fl 1957, nr. 102-1 Ldivcrsamcmc llNI.I! 1?68, p.
130, n. 3 (da Jl. 128), 131 sg.]; la viuoria sarebbe avvenuta nel pugilato, ma non sono
noti allori nlimpici di Spartani in qucsl;l spccialitil c nel pancrn:Liu; 'I.icuw'' avrebbe
proibito di praticarle perch in queste gare si al:t.;lno le mani iil scgnu di resa: v. l'lut.
J.yc. 19,9 (e MANI1111miN1-PIC:C:IIUI.I.I 1980, ad loc.), Mor. IR9c, 228!1, Sen. llm. V 3,1.
19 V. sotto; Plut. Mor. 190c di ovvia ispirazione anti-elea, c non ha rapporti
con l'atlerismo.
1111'1'0'1'1101'1111\ /il> tl"f'I.I:TISMO 165
SI l.c tre viuorie conseguite da Euaguras con la quadriga (Moltl\1'1'1 1957, nrr.
IlO, ;IIJ, 117, 548-10, 011. 58-(,0) suno qui anrihuitc al periuclu 576-524: la loro
efrettiva cronologia non precisahile, e ci particolarmerne doloroso in quanto il
plurivincitnre Eua11ora~ (che seppell suntun~amente i suoi cavalli, Acl. NA Xli 40:
difficile pensare ad una dat;l pusleriore alla met del VI sec. con <tuello che s;~p
piamo sulla storia degli usi funebri laconici, cf. pp. 277-341, ma la lista degli olim-
pionici nnn ha mnlri spa7.i per tre vittorie che fnrsc me11lin supporre consecutive:
si pu risalire indietro <li un paio di Olimpiadi, cf. n. 52, o verso l'inizio del secolo),
costituisce una figura senz'altro assai imporrante (per noi anche da un punto di vista
statistico). Il suo grande exploit chiude un'epoca, o, come sembm a prima vista, apre
la serie delle viuorie ippiche spartane? Va detto che nei periodi precedenti sono
testimoniare solo 4 gare di quadriga, e la mancanza di vittorie spartane rra queste pu
non essere dunque rrolpo significativa. La successiva vittoria del re Damamto (Mo-
RE'rrt 1957, nr. 157, O ,(,9, 504 a.C., cf. n. 46), che va prob;tbilmente vista anche alla
l11ce della sua rivalit con Cleomene, potrebbe essere il vero inizio di una nuova fase:
una vittoria 'regia' pu' avere un pi1 marcato carattere puhblico. Pino al 200 a.C.
Sparta ha l.f vittorie su un rorale di 53 attestate (26,41%: solo Atene regge bene il
confronto Il, Sl'guono Ci rene 5, Elide .f, 'l'che J, Sicionc .\). Si dcvonu pui aggiun-
gere J vittorie in alrri concorsi ippici nella prima met del IV sec.
51 Fra la 76' e 90" 01. (47l>-420), con Il vitt. su 132 (8,16%) Sparra di nuovo
al primo posto nell'elenco delle poleis che hanno conquistato il maggior numero di
allori olimpici (cf. Argo e Rodi 7, 5,38%, Arene e Siracusa 6, 4,61%). Nella <Juadriga
6 su 13 (~(,,15%!; cf. Ci1ene 2, Agrigento, Argo, C;unarina, Atene, Siracusa 1). Si
tenga prescme, in generale, che dal VI sec. in poi non si hanno pitl quelle concen-
trazioni di virrorie che avevano caraueri:.r.zato la pi antica fase delle Olimpiadi:
normalmente la polis che coglie il maggior numero di successi si afferma nel 10-20%
delle gare: 1'8,46% di Sparla non dunque una quota da disprezzare.
Dopo la parentesi dell'esclusione dalle gare delle 011. 91"-95" (416--100; gli Elci aveva-
no proibito agli Spartani di sacrificare c di partecipare alle gare all'Olimpiade del 420,
ma in essa corsero comunque i cavalli di L1chas, cf. sopra n. 43), all'inizio del IV sec.
(396-368, Oli. 96"-1 03", per il termine finale cf. p. 172 e n. 82) Sparla solo seconda,
ma con una quota di nuovo assai ragguardevole (6 su 58, 10,3-I'Y.,, cf. Elide 12,
20,68%, e poi Creta, Menalo, Arene 3, 5,17%), ma Cinisca e Polykles (3 affermazio-
ni cnn la <tuadriga) snnn gli unki vinciwri olimpici tlclla specialit nuti nel periodo.
l'ausani;t (VI 2,1) lcstinumia dd nsrn tsplicilamcntc che d"j", le JIUCITe persiane gli
Sparr.1ni si dedicarono con grande impegno alle gare ip11iche. Il< ocumenro pi immediato
tlell'orgnglio dci ricchi allevatori resta la stele di Damonon (MotU!'I'I't 1953, nr. 16,
c jtU:I'Eit\' l W. l, l' 201 nr. 52) che, se <luvcsse venir thltata nel IV s<c. (cf. p. 63, n.
137), verrebbe a trovarsi di fronte alle celebri osservazioni di Agesilao nei confronti
'della bippotrophfn (X en. Ages. 9,6, cf. Plut. Agcs. 20,1, Mor. 212a-b) uinc 1ivlpayaOia
lill n>.olitou nilt:rnra; essa comunque perfeuamente 'di casa' anche nel V sec.,
epoca alla quale probabilmente pi prudente per il tntli!Jento !asciarla.
Hll'I'OTROI'liiA ED A1'Lt:1'/S.IIO 167
ss Sui giudizi di Agesilao v. n. 54, c p. 171 sg.; sulla data della vittoria di
l'olyldcs cf. n. 82.
56 Fra la 104 e la 117" 01. (364-312) l vittoria su 65 (1,53%: cf. Atene 9,
13,85%, Mcgara 5, 7,69%, Elide, Cirene, Macedonia e Pellcne 4, 6,15%). Fra la 118"
e la 134 (308-244) 5 su 86 (5,81 %, secondo posto, cf. Elide 15, 1"7,44%, Macedonia,
Cos, Mcgara 5, 5,81%).
S7 Cf. SOpra nn. 52 e 53.
58 Cf. p. es. PlNI.I"'-PJ.JlKI!T 1976, p. 74, Ct.AUSS 1983, p. 24 sg., ANGEI.I BER
NAIU>INI 1980, p. 87, c sopramuto gi 1-li)NLE 1968, pp. 131-135, che sottolinea in
parricolar modo l'ascesa di Crotone, e ritiene la documentazione troppo frammen-
lari;l, cd in fondo valida sratisticamcnrc solo per lo st;ulio, s che non si porrebbero
tnliTC cnnclusinni e silelllitJ p. es. circa Llll brusco Collo nella partecipazione degli
Spanani ai giochi nella seconda met tlcl VI secolo.
59 PI.I!KI;'I' 1975.
n Utile rna troppo semplicistica l'analisi di 11(.\Nt.l! l %8, pp. H6-159 che, fuor-
viata dalle tesi di DI<:KINS 1912 e Zrm IIOFI!It 1959 sull~1 contmua contrapposizione
fra efori c l't', nppnm trnppn radit"almc11tc interesse tlclla citt cd interesse privato.
11 11UitAI.t.A-I.htAIII'OttiJ 191!5, nr. 7M>.
1s V. in generale fi<)Nt.t; 1968, pp. 151 sgg. Si riconlino le statue di Kallitelcs
<' l'uly,willll's, J>;ltlrt c fit\lio, <'l'l'lh' sulh1 mttltsima toloun:l, l'eli l'nlyldts, ottrnn1i:11o
d;~i figi (d. 11. 13, c Ct.AliSS 1983, p. 97). Auax:uulrus (l'aus. VI 1,7: Mortl\1'1'1 I'J57,
nr..U7) ricordava nell'iscrizione appnsta sul suo donario la vittoria di un 11011no pcn-
t:ulcta (vcrnsimilmc111c Alun:uidas: ihid., nr. 160, EIWIIT I'J72, nr. ')). 1\rkcsilaos c
l.ichas v. Mn111n'1'1 l 'J57, nrr. 305, 31t; 33'J; omnnimo del sccnmlo, c forse suo
antenato il l.ichas agat/}()crgos alla met del VI sec., 1-ldt. l 67 sg., cf. p. 157; le
st;\luc dti due vindwri cr:mn mmunquc vicine l'una all'altra.
14 l'cr Lyk(c)inns v. snpra n. O; Anaxandl'lls v. n. 75.
IIII'I'O'I'ItOI'IIII\ 1!1> ATI.IiTI.WO 171
77 Cf. p. 104.
78 Cf. Il, 5-f.
''' Nonusl;llltc l'lut. Mor. 224f si01 attribuilO a l.cun, prcd~ccssure di Anassamlri-
tla (sul problema dcll'auribu7.iune tlrgli .rpopbthgmllll a vari personaggi stnrici \', le
prudcmi usscrv;l?.iuni tli TUW.ItSTWT 1%5-1971, Il l'l' 17 sg., 2J sg.).
80 Xcn. llges. 9,(,, l'1m. Ages. 20,1.
172 LA NASCITA J)EJ. KOSMOS
1 Sulla base di testimonianze puntuali (che tuttavia non possono essere conside-
rate tutte egualmenle solide) si soliti ricordare l'esistenza di sissizi in altre comunit:
a Mile1n, Jlressu i llcmi Cll a Turi (l'l. Lrg. l 636b: Jllawnc s1a J>;lrl.uulo tli ginnasi
c sissi:r.i c numim1 .Ici casi nei quali si sunu dimusmlli (>criculusi per 1;1 s1abili111 dello
sl;llo: non si pu essere certi che in ruui e tre i casi faccm riferimento anche ai sissizi),
a Megara (ti a una menzione in Theog. l 309), a Te be (Pol)acn. Str.rt. Il 3, Il: ma il
cmucsw mili101re f01 snspc1101rc che si lrntti di una semplice abituale conunensalir nel-
l'accampamento), nelle Lipari (Diod. V 9,4), a Camgine (Arist. Poi. Il 1272b 33 sg.
paragona i sissizi delle eterie cartaginesi ai pbiditia), in Enotria (Arist. Pol VII 1329b
5 sgg.: essi sarebbero s1:11i istituiti dal mitico re h;1lo), ad Atene (Sol. 342 a Martina
= Dig. XLVII 22,4: nomina i ali<nmot, membri di uno dei vari tipi di associazioni
permesse dalla legge).
I.A NASCITA lll!l. KO.Wm
1 V. MURIIII\' 1983, MultRAY 198Ja, MURitAY 1986. Sui sissizi si ved;mo anche
le osservazioni di Gs<:IINfi7.HR 1981, pp. 96-99, valide soprattutto come illustrazione
lldlc nri~;ini ariswcrntichc tli lJIICSie cnnsucluilini c del carnucrc 'chiuso' c 'privato'
che essi in.. luhbiamcmc in p;111e conservano anche in et succesiva. Tunnvia va considc1-a1a
innovativa, se non addiriuura rivoluzionaria, l'estensione dell'uso dei J>asri in comune
all'imcro dtimos, e l'applicazione di norme rigorose che tendono nd unifnrm;lre la
diaila dei vari sissizi tra loro. Indagine attuale sul simposio: v. n. 159.
l Contro le quali v. anche Roussm. 1976, pp. 123 sgg.
1 LOMIII\RDO 1988 (citazione da p. 278).
s Sulla quale giustamente insiste LOMIIIIIIDO 1988, pp. 278 sg., 282 sg.
l SIS.~IZI 175
10 Arist. Poi. IV 12'JIb 26 sg., cf. Xcn. '-re. 7,3-4 (i tluc passi suno citari per
inrero a p. 227) c l)lut. l.yc. IO, una pagina che, nonostante l'aria moralistica e
coal\'enzionale, merita tli essere citata: cun l'intenzione di attaccare :mcom pi a
fondo il lusso e di eliminare il desiderio di ricchc7.za, Licurgo istiual i pasti in co-
mune, la ter7a e piia bella delle sue riforme. l cittadini dovevano infatti riunirsi fra
l11m c mangiare insieme gli stessi cibi e vivande prescriui: non potevano pranzare a
casa propria sdrai:ui su coperte sfarzosc davanti a ricche mense, faccmlusi ingrassare
nell'ombra, come russero delle bestie \'oraci, dalle mani di servi c di cuochi. Co~ si
s.uebhern cnrroui insieme cnn ~li animi anche i corpi, lasciati andare a ogni desiderio
c a ogni guz?.Oviglia, la IJUalc richiede poi lunghi sonni, bagni caldi, moho riposo e,
in certo qual modo, quella assistenza quolitliana che si presta ai malati. Dunque
anche questo fu un risuh;uo importante: piia importa me ru per quello di avere reso
la ricchezza, come dice Teofrasto, non bramata c non ricca con la comunanza dei
pasti c la modestia di vita. Non era possibile l'uso, il godimento c neppure la vista
o l'ostemazione di imponenti scr\'izi da tavola, perch il ricco si recava allo stesso
pasto del povero. Di IJUi appunto quel notissimo detto, che Sparla la sola ciuA al
11111ntf11 in t'ui si vede l'huu ciw c imrte mmc la figura inanimata c immobile di un
1uatlru. Non era cnnscntitu npp11n' pnmz;uc prima a casa c pui l'l'l'arsi gi pieni di
cihn ai flasti in cnmunc, perch gli altri si Jlrcoccupavann di osservare chi nun hcveva
rlt: m:mfi,w:l 1'1111 lorn, r lu svifl:m<ggiav;UIII cmnc una persona intemperante c schi-
':, . ;' .-:!. ....... :,.: ::.-.! \l \ l.m(n\lini\. {)ni.mwnrr rll'll rr.1 J,ciw sollrani
,lfll lhllllh' '''ltllltll lll.llh".Uhh' ,.li S'H''',', \' ;~ .' : : .',J.
Criti.n lr.l!l! U U.-K., aicchcggiatu in Xcn. /,,,,., 5,.1 s1;. Cl., p. s., ilt;iuJizio
11 1,
che ~i d nella lenerarur1 M~W.;r~rl.rhgr.u.r ~ulla comuerudine di portare lunghi
capelli come ornamento non dispendioso (l'lut. Mor. 189f, 230b).
l SISSIZI 177
J. LA 1 MOJ>ERAZIONI~.
''In generale ancora utile BII!I.SCIIOWSK.Y 1869, v. poi MICIII!I.I. 1952, pp. 281-
297, che fa riferimento al carattere dorico e essenzialmente militare della stn1tn1ra,
due categorie entrambe assai discmibili, OI.IVA 1971, Pf 30-33, DAVIl> 1978, Fl-
GUEIRA 1984. Troppo tardi sono venuto a conoscenza d1 M. LAVRENCIC, Syssition.
Umersuch11nge11 ZII den spartanischen GemeinschajismaMen, Diss. Graz 1986. Una
paretimologia fa derivare una delle denominazioni dei sissizi, quella di oJllliinov, at-
traverso ~Etliinov, da ~Et&i, perch abituerebbero all'eut).fta (Piut. Lyc. 12,1); testi-
monianze amiche sui vari non,i in BIEI.SCIIOWSKY 1869, pp. 9-13, MANI'IU!l>INI-
PICCIRILLI 1980, p. 253 ad 12,1-7.
s Il tema gi pitl o meno esplicito nell'aneddoto su Pausania e il bancheuo
persiano (Hdt. IX 82), sul quale v. pi avanti, ed sottinteso nelle proverbiali facezie
sul brodo nero [p. es. Plut. Lyc. 12,13; Mor. 236f-237a; Cic. Tmc. V 34,98; Stob. Fior.
III 29,100, Ili p. 659 sg. Hcnse: Dionisio di Siracusa (o un re del Ponto) si sarebbe
comprato un cuoco spartano e gli avrebbe fatto preparare - senza badare a spese! -
un brodo nero; al monarca disgustato il cuoco avrebbe risposto: Sire, questo brodo
biso&na mangiarlo dopo essere stati educati alla spartana cd aver fano il bagno
neli"Eurota ). Nauklcidas: Agatharch. FGrN 86 F Il ap. Ath. XJI 550d-c, Acl. VII
XIV 7. PollAI.LA-BRAOFORU 1985, nr. 548. Sul tema cf. anche p. 217 sg.
Ohrc alle fonti che si citano pitl avanti nel tes tu, tulle animate da intenzioni
polemiche o moralistichc, si veda Plut. Lyc. 18,3 che offre una documentazione
punJUale, seppure non diretta, dell'uso del banchcLLo sdraiato, ~uando 'ricorda che
lfpvqacr ... 6 rlplJV KataKEilEVO<; rivolge domande ai giovinetti membri della sua
11glltt. Filarco, in una testimonianza che vuoi sottolineare il caaucre tradizionale del
pasto riportato in auge da Clcomcne, dice il re KatltKEftevu, parla di nEVTIXKAIVov
e tpld.tvov. Anche alla ..:onl<; (iiJ:micolare p:tsto che si tiene in ()(:casio ne Ielle Gia-
cin7.ie) si mangia distesi (Ath. IV 1381). Dt!NTZI!I\ 1982, p. 91, sembra credere che a
SJlartn si mant~i:lssc stthni; pi1 ~iusl:ummc n l' -1.10 lluhita del valore lluc:IIIIU'IIlario
dcll:t nuti~.i:1 Ili Varmnc (t/e gt'll/t' populi Um111111i fr . .17 Fract::m> ''/' Scrv. lleu. VII
17() secondo il Jualc i Romani dci tempi andali avrchheru appreso da Cretesi e La-
t'cclcmoni il custume di man~inrc seduti (!:1 mcnl'.onc dci Cre1csi (p1:1' i ruali esiste
una tradizione hen pi1 so!ida, v. l'yr~ion /'Gr/l f(,7 Jl 1.''/' Ath. IV I.J3e; lleradid.
Lemb. f:xc. Poi. .171,15 D1lts =Ansi. fr. (,11,15 llnse; C.c. Mm: .15 (71), wn DI!NI'-
Z((I\ 1982, P 430 e uihl. ivi citata ,, n. (o) IJUi "' spia delle difficolt a cullegarc
direttamente Roma a Sparlaj. Ahrcllanto dubbio il valore della testimonianza di
l SISSIZI 179
l'lauto (Cnpt. 471) dal quale sembrerebbe che i parassiti potessero essere paragonati
agli Spartani come tmimbsdli, Comunque tali tradizioni accoppiano l'idea di fru-
galit insira nel bancheno seduto al mito spartano.
17 fr. Il Calame = 19 P.= 55 D. con il commento di CALAMF. 1983 (cf. anche
pp. 215, 254). V. gi Archil. fr. 2,2 W. (sul quale GIANNINI 1988), e Callin. fr. l W.
= l G.-l'., nella interpreta7.ione di KatiXKEIOOE proposta da TEHESCIII 1978.
l X H2. C' pruh;1hilmcme gi qui enfasi sulla spccializ7.aziune 1lci ruoli dci
s<:r vi ucl mu11tlu l"'' sianu rispcllu ai liuiknvnl che prcJ>;Irenmnn il pasw alla maniera
spart:1m1; d. anche i servi c i cuochi 11i Plm. l.yc. 10,1. Peraltro, quando J>lutarco,
Clllllllleiii;IIU(n l'a.laii;IIIICIIIU di 1\.lcibiade alla Vita sp;Ulana, SUGGCI'ISCC al !cUore la
domanda se 'luell'uomn avesse mai avuto 1111 cuoco in casa (A/c. 23,3), ha forse ormai
in mcnw il .liffnndcrsi di cuochi spechllizz.ui,l>ag;ui a caro prezzo per singole occasioni,
o addiriuum tenuti in cas:~, uso che i mora isti cominciano a lamentare dal IV sec.
(v. l.lmtTIIIAliMI( 191!2, pp. 71-7H).
180 I.A NASCITA DEl. KOSAfOS
1' Kopis: Ath. IV JJ9a. Fichi e quota mensile: J>lut. l.yc. 12,3 c Dicacarch. fr. 72
\'(11, l fichi laconici erano del resto rinomati (fonti in lli.TI! 1929, cui. 1348).
. 15 Lac. 5,3; cf. 7,4: si deve comunque sottolineare che sono i ricchi a fornire
. OptO\', Simili probabilmente 'i presupposti degli buxiKn ai quali implicitamente, pur
senza nominarli, allude anche Dicaearch. fr. 72 W2, cf. anche Molpis FGrH 590 r 2.
Non contrasta con i principi espressi da Scnofonte il contributo di IO oboli eginetici
( p a r i r a r i o ed o b h l i g a t o r i o , destinato al pasto principale (pi1 precisa-
mente Eit; ljltll\'inv)) auestato da Dicearco (/or. cit.), che comunque testimonia ulte-
riormente l'evoluzione di Sparta verso forme economiche meno 'bloccate' cd una c.li-
\'ersificazione delle propriet, con concentrazione degli allevamenti. l~ chiaro quan-
to \i sia di ideologico c di tatiulll gi nclt1 descrizione di Scnnfmue: il patrnnato dei
ricchi Spartani affare certamcmc gi di IV sec. Anche la cacC;I Lamatissima tlagli
Spartani in et c:lassica, cf. P es. Xcn. l.ac. 4,7; l'l. l.eg. l (,J;Jh (era atldiriuura
consemito assemarsi d;ll siss1zio per cacciare, Phu. /.yc. 12,<1): in hrcvc ANI>HRSON
1985, pp. 26-29] un'auivit tuu'altro che priva di comcnuti di classe (anche se
Senofonte pronto a sottolineare che questi venivano neutralizzati dalla pbilfa che
regna tra gli Spaniati, e Sfcro, FGrll 585 F l, contrappone i contributi dc' oi noUoi,
provenienti dalla caccia, da quelli che i ricchi portano volontariamente dalle loro
propriet). Rilevatori gli accenni di Senofontc sull'uso da parte dci cacciatori dci
cavalli e dei cani, che i proprietari mcuono generosamente a tlisllosizione di chi non
ne dispone (Lac, 6,3-4). La caccia era un affare di ricchi (come conferma KnJilliJI
KllOIIFlv tIV ... olKnv, KVtx w. nnllnx; OIJflEUt Ktr 'innnu nnA!'IIIIHIJpimx; in Xcn.
Ages. 9,(>), atltliriuur;l rcg;llc (fnrsc cmmessu ilncura in tlllillche misura illl';nnorc pe-
derasta: il re Agesipoli pianto da Agesilao, che ne rimpiange la consuetudine tilhJtiKtiiv
Ka OllJlWnKtilv Kai 'mntKtiiV KtI nm&Ktilv ryiJiv, Xcn. Hc11. V 3,20, sul senso tli nmliKtiiv
lUttavia v. Dovmt l 978, p. 51, n. 29), ma al tem/lo stesso era occasione, specie da
quando nella comunit si erano accentuate le t isparit economiche, di quell'uso
comunitario dei profri beni che tanto esalta Senofome, c che in qualche moc.lo con-
sentiva c.li aderire at .una dfaita aristocratica anche a coloro che solo a fatica conti-
nuavano a versare i pro1~ri contributi c ac.l essere membri di pieno dirittu della comunit.
l SISSIZI 183
11' Decisiva la tcstimonianZ;IIIi Fil,lrco sui sissizi c sugli tp.iik/,, dell'epoca 1li Areo
c Acrot;lto (FGrfl 81 F 44; sugli eptiikla in questo periodo v. jACODY FGrfl Ili b
ad 581 F 2): cnn questi re si sarebbe approfittato degli eptiikla per concedersi abbon-
danti e raffinate pietanze, dopo aver celebrato rallidamente il ~ssizio in formale osse-
quio alle norme tradizionali ... Verosimilmente con la mediazione di Didimo (in po-
lemica cnn Pnlemnne sul nome dci pasti spartani), Ateneo (IV IJBc-1421) cita a pro-
posito degli eptiikla una ricca leueratura (Sphacr. Stoic. FGrfl 585 F l; Molpis FGrH
590 F 2; Pers. FGrH 584 F 2 ecc.) che risente probabilmente a sua volta di discus-
sioni c l>Oiemiche meno accademiche, o quanto meno della tlifficolt di abbracciare
una rea t evoluta nel corso del tempo e perci in qualche maniera contraddittoria.
l contributori (spesso ricchi) ottenevano un riconoscimento ufficiale tramite l'annun-
cio del nome di chi aveva fornito ogni singola pietanza, come riferisce in un quadro
di apparente osservanza ideologica licurghea anche Molpis (oppone le prede ottenute
nella c01ccia a quelle proc01cciatc cun il demuo). Gli t'f'tiikf,, potevano cffcttiv;~mcnte
luestarsi ;~d un'involuzionc in senso oligarchico - di cui dovrc!Jbero essere segno
'insistcn1.a sulle gerarchie e la franchezza sulle differenze di ricchezza nella descri-
zione tli l'ersaios (d. j11<:011Y ati lot:), Ma lo stesso teminc utilizzato da Molpis
(llllTIII) evoca un lussuoso piallo di origine tessala sul quale si dilunga Ateneo (XlV
M2e-f.MI) che ricurda una ricchissima AciKulVIlJtatnill (Menipp. ap. Ath. XIV 664e).
Il coLiicc suggerito d;tgli aneddoti su Agesilao e Lisandro a Taso ed in Egitto, do-
vrcl>l>e concernere anche gli eptiikla, almeno nel senso che essi corrispondono alle
&utEpat tpcine~ut ed ai tpayt}tata [cf. Apion e Diodoms ap. Ath. XIV 642e = FGrH
616 F J2); d'altra pane tpayt'IJiata e xi\ve fanno parte delle offerte rifiutate dai due
grandi Spartani, e sono comlll'esi in quelli che vanno considerati gli ep,iikla 'corrotti'
(cf. Pcrs. FG'rll 584 F 2; P tylarch. FGrH 81 F 44; Molpis FGrH 590 F 2).
27 Non ben chiaro, tuttavia, come con questa moderazione si accordi il note-
vole contrihuro di vino che ogni membm del sissizio tenuto mensilmente a versare
(l'lut. l.yl'. ll,.l; l>icacilrch. fr. 72 W1): d. in hrcve MANI'IIWINt-I'ICCIIUI.I.I 1980, p.
254, c (d;~ usare cun cautela) FIGUI!IIlll 19114.
11 /.rg. l 6J6b e Leg. l (,J6e-(,J7b: ti &' i:v I:nnrtllKillun' vOp1im111V lioKd 110t
K'l'iOIIlll llllli'J! llA; it<iiVIi' of1 YIJllllitat' riiOplllllOI KII lll'yiotm ITJliiOmlltoiKJI\' t\00-
VIl II:IX i'>llpr<n Kll t\ni1~ lliXOI,j, tut' :~flov il Vlijtu t'Utuv h; ti\<; )(li,lno; ~UJtlltiatt.;. t:tl
out' l'iV Ell' llyfllllV iliot otit' tv OOTfOW OOIOV l:RIIJlnlimt J!l.r.t OllJtllOOIIX ooo' OROOQ
mim11 uvEni~tEYa lliXatx itliovs; KtvrlKitt lliiYII!IIV, oiJII' kmv iicrn v navniJJICOltR/;ovti
ttVI Jltt 11flh1 ui11e t'iv ttv llt')'ianJV &ii'IJV ri~I> ntllt'hl ... c cf. p. 187.
18~ 1.1\ NI\SCI'I'I\ DEl. KO.WOS
12 Per altri gaffiti con IItpto, sempre su vasi contenitori o per l'ersnre, v.
LANG 1976, p. 59 sg., I-la l, Ha Il (dall'agor di Atene) e; oltre a jACOI'I 1928 t.
LXIX, Jl. Ili (con curioso contesto di ritrovamento, una tomba di bambino a laliso),
TottEI.I.I 1977, P 400 sg., rig. l, MphJ J.IEtpltJ (dal santuario di Gravisca). Su 56
iscrizioni con mtsme di capacit pubblicate dalla Lang solo una incisa su di un vaso
per bere, p. 60, Ha 13, TEtplaxouv. Ricordo qui che un mug proveniente da una
tomba arcaica a Citera (Coi.DSTtlEAM-HUXl.EY 1972, Jl. 271, R5, tav. 88), porta
l'iscrizione hEIIIICOtUIOVj Ja rorma sembra confermare Ja atazione dell'iscrizione pro-
posta da ji!I'I'I!RY 1961, P 194, n. 4, (510-500 a.C.), cr. anche per i mllgs Wll.I.IAAIS
1979, l'P H0-2. Mi sembra che si possa in questo caso avere a che' fare con un'in-
dicazione relativa ad una razione, solitamente espressa in cotili: v. p. es. Thuc. IV 16,1
(misure auiche), per i suldati a Pilo, cd H1lt. VI 57, per i re al sissizio.
ll Rispettivamente 88 8 6,23-28; 33 D.-K. Coppe di giusta misura: v. p. es.
Alexis rr. 9 p. 299 Kock. Sulle coppe grandi e sull'atmosfera certo 'non moderata' cui
si coniugano, esemplare Aie. rr. 346 V. dove esse sonn menzionate in llll hanchctll>
in cui si beve una parte di acqua per due di vino, le si riempono rino all'orlo, e le
si ranno circolare senza posa tra i convitati. Come in altri casi, utile ricordare un
deuo di Anacarsi, richiamo per i Greci alla misura nel bere (Diog. Laerl. l 104 =
KINOSTRANU 1981, A32A-U), che si meravigliava che i Greci all'inizio del banchet-
to si setvisscro di coppe piccole, e da sazi di quelle grandi. La celebre iscrizione della
coppa Ji Nestore (GUAili>UCCI 1967-1978, l p. 226 sg., MEIGGS-LEWIS 1989, nr. 1),
come mi suggerisce B. Virgilio (che si ripromeuc di tornare sulla questione), contie-
ne un implicito cunfrunto, anche sul piano delle dimensioni, tra la piccola kotyle,
che vama le pruprie vir1 arrodisie, ed il magnifico lbta dell'eroe pilio (I-Iom. Il.
Xl 632 sgg.).
:H Mmlcrazione nel bere c consuetudine spal'lana di non procc1lcre ai brindisi: Cri-
tias 88 u 6,1 sgg. D.-K. (Imi toli' llo l:I!OpT\JIIf.MTIUUi: te KriJIEVOY ton l mlnv T\V aTJ\'
oivootot'lpi.IV 1\"liAIKU,jllllli' CI!uln~lEloOm lljiOI!IioEt II'OIIUOt li-yoi'TIIJ JIIJi' ll lr~l tepv Xflpa
K'Uk'I!l Oui:cmu) cr. n 33; Xcn. l.tJC. 5,4; Dic;~earch. fr. 72 W!, Secondo un altro tema
h>picu, non ci si pu servire di una torcia per turnare " casa: Xcn. /.ne. 5,7; l'l. Min.
3.20;t; I'IUL. l.yc 12,Jol; Mor. 237a. Ncll.t aporlcgmatic;t spartall;l ricnrrnno Jcui che
scnnsigliano 1111 vino tmppn huono (Piut. Mor. 21 Re; 2-!0d), ahri che sr,iegano la mude-
razionc con l'esigenza di decidere saggiallll'nle (224d, cf. del resto gt Xen. I..Jt~ 5,-1).
186 LA NASCITA Ulll. .KOSMOS
"I profumi fanno parte degli elementi rifiutati dal codice spartano del pasto (cf.
p. 181. e n. 23). Sulla proibizione di produrre profumi a Sparta cf. p. 229, n. 12.
l' Ages. 5,4 sgg. La mancnza di testimonianze sicure, in un uomo tanto espo-
sto alla pubblica opinione, e la mancanza di occasioni per agire di nascosto sono la
prova della saldezza del re. Particolarmente pericoloso viene considerato, per la repu-
tazione di Agesilao, il periodo trascorso tv nolrntlq: un segno che la +pol1alwv q-
Kpattla faceva parte dell'habiws tradi7.ionale, e dum1ue socialmente richiesto ad uno
spartano. Sulla saldezza della virt del sovrano cf. anche 8,8, 10,2, 11,10.
l 7 Commedia: luoghi raccolti da HENDilRSON 1975, p. 218, n. 37; sul loro valore
v. pernhro In pnulentc interpretn7.ione di DOVI\!\ 1978, p. 187 sg. Critias 88 n (,, 15
sgg. D.-K. Paidcs nl sissi1.io: Xen. /.ac. 3,5, cL anche l'lut. l.yc. l H,(>.
11 Citazione da CAR'f't.rm<m 1981, p. 22, nl quale si rimanda anche pet un
quadro generale dei problemi e delle testimonianze antiche; tra i lavori recenti v.
inohre DOVER 1978, pp. 192-194, molto prudente, e llREI.ICII l':1(,9, p. 120 sg. (con
PtCCIRILLI 1978, p. 942 sg.), che ritiene si sia passati, in epoca anteriore a Senofonte,
dn unn fase in cui l'omosessualit era c.-ffeuivamemc praticata ad una depurata dalle
componenti sessuali, comm Slli\GENT l CJ86, pp. 75-83. Sull'omosessualit in Grecia,
ed n Spnna in particolare, oltre a CARTI.ImGt; 1981, v. f>A'I7.tm 1982 (utile soprattutto
ller l:1 sensibile t'ti attenta storia degli smdi, non solo antichisrici, sul tema, pp. 11-
43), il classico e fondamentale Dov~;R 1978, 13ut1111/;ltll 1980, JlOUCAUI.'f' 1984, Sllll-
<mNT 1984 e SttRGI!NT 198(>, CAI'fl'Ailm.t.ll 1988. Non sono in genere di grande aiuto
le SJlecula7.iuni rrifm11.iunali di lltiHMMtm I'.IRO, Smuawr 1981, Jll''
J-:1{,, l~ Sm~<:I!N'f'
1986, che dopo ottime osservazioni sulle origini aristocmtiche dc l'istituzione (Creta
e Tcra), non riconosce i peculiari sviluppi sociali spartani. Sull'inoppornmit dell'u-
so del concetto di omosessualit per. i rapporti omocrotici nella Grt'Cia classica (in-
debito rilievo sull'inclinazione personale ccc.) v. PATZilll 1982, pp. 43-67 (e sulla di-
stinzione fnndnmentalc nella hrsessualit in Grecia frn runli attrvi e passivi, CAN'I'A-
IlELI.A 1988). In realt si dovrebbe usare solamente l'espressione Jledcrastia: solo per
comodit si fa qui uso i"discriminato dei termini come di sinonimi.
l.
l SISSIZI 187
1'1 Symp. 182;1-b. Per l'emendamento ancora PA'I"I.I\Il 1982, p. 101, n. 37; collll"tr
CAil'I'I.I!UGI! 1981, p. 20, e soprattutto Dovmt 1978, pp. 81 e n. 37, 190 sg., con bibl.
40 Lnc. 2,12 sg. Altre testimonianze del genere Plut. Mor. 237b-c, Ael. VH III
IO, 12, Max. Tyr. 20 (26),8.
41 Cos CAil'I'I.WGI! I'JRI, p. 20, che non prest;l credito a Acl. V/1111 IO, 12 ed
a Jllut. Mor. 237b-c. In ogni caso doveva esistere un preciso cotlice di divieti, con
relative sanzioni sociali (e giuridiche?); definire concretamenle questo codice nma-
via malagevole per non dire impossibile; si pensi alla difficolt di ddinire lo stnt11s
della sndumiz:r.a1.inne per tm ambiente, quello attico, che conosciamo infinitamente
meglio (sul problema v. p. es. CANTAJll!l.t.A 1988, p. 42 sgg., che a differenza di
Dovrm 1978, annovera il coito anale fra le pratiche leci1e).
42 Pl. Leg. l 63(oa-637b, VIJI 83(,a-c. Sono con Eforo le fonti principali per la
teoria della doriscbe K11nbenlicbe. A tt>rto PATZt:ll 1982, P 81, desume da Pl. Leg.
VIli 83(,J, l'esistenza di leggi che prescrivono la pedcmsua a Sparta.
u l'l. Leg. l (,36c-637b, citato sopra, Il 183 sg. e n. 28. Cf. tuttavia la difesa di
Creta e di Minosse nello pseudo-platonico Min. 320a-b: Perch, tra tanti popoli,
188 LA NASCITA DEL KOSMOS
tlllloc.
57 DnVERI!UX 1%5, p. 31 sgg., con le osservazioni di Duc:AT 1974, p. 1<152; n.
4. Difficile cercare di ricondurre lJUCsti fenomeni a forme di integrazione (FIGUI\IIIA
1984, p. 108). Ancora utile un Jetto di Anacarsi: interrogato quale fosse il modo per
odiare il vino, rispose: "avere dinanzi agli occhi le intemperanze degli ubriachi"
(Diog. Laert. l 103, e KlNSTitANil 1981, A28-A29) .
ss In questo senso riduniva l'interpretazione di DllCAT 1974,Jl. 1457 sg., che
[richiamandosi alle ricerche di Vn>AI.-NAQUI\T 1981j privilegia il isprezzo come
atteggiamento che se~e s.ostanzialmente a<l esorcizzare la potenziale mobilit sociale
(p. 1462 sg.).
l SJSSIZI 191
59 Banchetto tracio', scita: v. Aie. 70 V. [per (il padre di) Pittaco], sul quale
brevemente Vt\I'I'A 1983, p. XXXIX, e Anac. 33 Gcnt. = 356 P., per il quale in
particolare Ptun'AGOSTINI 1982. Clcomene: I-ldt. VI 84,3.
o DUilANt>-PltON'J'ISI-DUCROUX-LISSARAi.lUI! 1984.
61 Hdt. l 65,4. Non conosco una spiegazione veramente persuasiva della tlirha-
sfa erodotca sull'origine cretese (gli Spartani) e delfica (altri non specificati) de ko-
smos licul'ghco. Non credo che PI!III.ING 1971, p. 84 sg., abbia ragione a trattare la
notizia sulla derivazione cretese come una semplice 'razionalizzaz.ionc' basata su as-
sonanze gi riconosciute, anche se DIWilADAS 1972, p. 264 sg., fa bene a suggerire
una maggiore antichit di quanto non si sia soliti supporre per l'accostamento Sparta-
Creta (cf. n. 62).
62 V. soprattutto Platone, particolarmente nelle Leggi (p. es. l 630d; 634d; 635b-
c; 63l,h-d; Mie; II 660b-d; 66l>d-c; 673b-c; 674a; 111 682e-683a; 693e; IV 712d-e; VI
780a-b; VII 796b; Vlll 836b-c; Prt. 342a-b; Min. 318c-d, 320a), e poi Ephor. FGrH
70 P 33, cf. P 32; Arisr. Poi. II 1274a 28 sg.; VII 1324b 8 sgg.; Eth. Nic. l 1102a IO
sg.; celebri - c problcmatiche - anche alcune pagine di Polibio (VI 45 sgg.) sul te-
ma); per giudizi positivi sulla costituzione di Creta (e di Sparta) v. Pl. Leg. l 631b;
Cl'i. 52e; Resp. VIli 5-14c; Ephor. FGrH 70 F 149,17-19; Arist, Poi. Il 127lb 20-
1272b 23; sulla polemica di Eforo FGrfl 70 F 149,17-19, con un qualche autore di
fine V- inizio IV sec. (Crizia?), cf. NAI'ISSI 1983-198-1. Si pu risalire all'indietro fino
all'epoca di Erodoto, che forse aveva in mente la questione del 'buon governo'
cretese e spartano anche quando, udito a Creta della venuta di Minosse e dci Cretesi
in Occidcme, decise di attribuire civilissime origini agli lapigi-Messapi (VII 170),
192 LA NASCITA lll!l. KOSMOS
""Sui quali v. soprattuno CurtrMI!S 1949, pp. 95-117, 220-223, 228 sg., 452-451.
67 CIIIUMI!S 1949, pp. 209-247. Sul tema S11arta-Creta utile, anche per qualche
singola osserva2.ione, pure ToYNBI!I! 1969, pp. 329-337; cf. poi BRELICtl 1969, P. 197
sgg. Pir recentemente si avverte una certa insofferen2.a (non del tutto ingiusuficata,
visto l'uso qualche volta spregiudicato che si fatto del parallelo antico) per questo
tema, v. p. es. FrNLI!Y 1968, p. 242, che trova in ~ran parte inappropriati 1 confronti
con Creta, RoUSSEL 1976, p. 132, n. 15, che h considera frutto di un'ancienne
mystique dorienne~, e MurutA Y 1980, p. 204 sg., che parla della cos1itu2.ione cretese
cmne di una costruzione artificiale e di confronto fuorviante. Il richiamo all'e-
sempio cretese a sostegno dei caratteri aristocratici della Sparta 'pre-licurghea' ab-
bastanza frequente: v. p. es. BI!RVIl 1931, p. 199, Kmcrn.r; 1963, pp. 136-140.
61 Ephor. FGr/1 70 F 149,20 sg. trp. Strab. X 4,20 sg.; la testimonian2.a di Eforo
confermata (o riecheggiata) da 1-leraclicl. Lemb. Exc. Poi. 374,15 Dihs = Arist. fr.
611,15 Rose. Sull'educa2.ione cretese in generale v. Wll.l.l\175 1955, passim, spec. pp.
7-17; lli\I!I.ICII 1969, pp. 196-207.
69 1-lsch. s.v. linnyEoc;.
70 Sul c;trattcre ini2.iatico di questa pratica cf. gi 81!'1'111! 1907, ji!ANMAIRE 1939,
p. 453 sg., llltm.rc:11 1969, p. 198 sg.,CAI.AMI! 1977, l p. 422, CAR'I'LilllGE 1981, pp.
23-27, PA'I"llm 1982, p. 71 sgg., gli ultimi due con indica2.ione di paralleli etnografici.
194 LA NASCITA IJEL KOSMOS
evidenza il livello sociale dei primi, ed abbass quello dei secondi (CIIRIMES 1949,
pp. 22J-7).
71 Esemplare il caso dei mothakes, sui quali v. principalmente EIIRENDERG 19J)a,
L<YI'lE 196.2, OI.IVA 1971, pp. 17-1-177 [contro le tesi di CIIRIMES 1949 (e WOST
1959, pp. 60-62, che si rifaceva ad esse, pur distinguendo maggiormente le istituzioni
,Jell'Adelszeit da quelle successive)], Cozzou 1978, p. 22-1 sgg., MENI>I!LS 1979,
BllUNI 1979, pp. 21-24, CAWKWI!I.L 1983, p. 393 sg. e MAcDOWI!I.L 1986, pp. 46-
51. Il nome pare derivare da ~u\9o, mele, tumulte du combat [CIIAN"I"RAINE
1968-1980, 111 p. 708, s."ll. 1168o (co11tra, ma senza particolare vigore, LO"I'ZE 1962,
p. 428, n. 2)]. Secondo Filarco in Ateneo (FGrH 81 F 43) i 1160atm; sono alivtpo+ol
dci Lacedcmoni: ciascuno infatti dei figli dci cittadini, per quanto glielo consentono
le sue sostanze, ne sceglie come auv9po,ot uno, due o pi: sono dunque liberi, ma
non Lacc<lcmnni [cio ciuadini?], pur partecipando all'mtcra educazione spar1ana...
Per la CIUUMI!S 1949, pp. 2.20-223, cf. 99-107, con i mothakes (che andrebbero pa-
ragonati ai kdsm) i giovani ricchi si sarebbero formati un seguito per accrescere la
1)mpria inOuenza (ma in mder to incrcasc his own inOucnce .., p. 221, non nel
lesto di Filarco). l motbakes erano in realt membri di secondo ordine delle aglai,
in rapporto con un membro ricco, figlio di ciuadini di pieno diriuo; la loro origine
incerta fsopraiUIIIO <lnveva trattarsi di figli di inferiori e dccaduli, come giustamen-
te pensa I.O"I'll! 1962; nelle loro file potevano trovarsi anche bastardi degli Sparriati,
figli di madri non libere (tali nell'interpretazione tradizionale) e addirittura servi
(come pretendono cene fonti lessicograftche)]. L'istituzione legata all'assottigliarsi
del corpu civico determinato dalla concentrazione della propriet e dagli squilibri
creatisi all'interno della societ dei liberi. Dovette avere, specie ncllll sec. a.C., una
chiara funzione 'camclativa', di 'assistenza' per Spartiati deL-aduti, ma ancora legati a
famiglie potenti da numerosi reciproci vincoli (p. es. figli di ex-compagni di sissizio);
stemperava situazioni sociali alnimenti destinate a diventare insostenibili, con la mi-
naccia cuslame di riv()lte scrvili, e, soprattullo nel IV sec., rispondeva a precise
esigenze mili1ari (cf. CAWK\VI!LI. 1983, pp. 390-395).
7s Cf. gli amori mccohi da jACOIIY FGrfl 586-595, ed il suo Kommentar, p. 616
7" La Chrimes tra i pochi (v. p. es. anche fillA'I'I'II! 1975, p. 46) ;u.l aver capito
che Dosiad. FGrll 458 F 2 (Eio l llllVtnxoil Kat ti)v Kp"lllv o\Ktn lilo tale; oooot-
rim, (:1\' tV Jll"V ICnOOIV avlijlelov, TV li' c'illov V itOJ ~votl ICOIJtil,;ouat ICOIJillfl\-
ptov npoaayopEooum) fa riferimemn a dci tipi edilizi, e nnn concretameme al numero
degli edifici esistenti in ciascuna citt - (cos p. es. Nn.sSON 1912, p. 318, llUSOI.'I'-
SWODOilA 192(,, p. 755 sg., BIU!I.ICII 1%9, p. 197; l'interpretazione difficile da
conciliare con la lotta civile endemica a Creta, ed imbaraz7.antc da un punto di vista
pratico: si mangia a turno, come da ultimo pensa TAI.AMO 1987, p. 26?); naturalmen-
te esiste anche un edificio panimlarc che il vero c pruprio vllpt:iov (o civllpl\tov)
pubblico, una sorta di pritanco: cL sotto n. 103.
77 Ritenuti elemento recen:..iore dalla maggioranza dci moderni: Nn.ssoN 1912,
p. JH, Wn.urrrs 1955, p. 17 (le 11n11idtc spOirl;tnc cm;aincd more gcnuincly col-
lcctivc), lllli!I.ICII 1%9, pp. 1?8 (ma v. h1 cautela espresso\ a n. 235), 206, cL viceversa
CIIRIMf.S 1949, p. 220.
71 CIIRIMI'.S 1949, pp. 245-247. Su quest'ultimo aspetto cL pp. 225 sg., 345. Nel-
l'impostazione della Chrimes il concetto di feudalit non era comunque importan-
te come ad esempio In era stato per ji!ANMAIIIH 1939.
77 PINI.IlY 1972, p. ll>9 sg., CAR'I'I.I!UGI! 1981, pp. 24-26; cuncettu ribadito in
CARTI.I!IJGI! 1987, p.. 24 sg.
l SISSIZI 197
80V. ad es. per gli hippeis p. 153. Il capo delle aglai dei paitles in pi tenera et
era 1111f>tlis, sceho gi come t>Y tep +JIOYElY liuttJ>OYtll 1\II Ot.lufiiiMtlltliY l:v ti~ tui-
XEOOIII (l'lUI. /.')": 16,8, cf. MANI 11Uli>1Nt-PICCIIUI.LI 1980, ad /oc., con bibliografia).
Pi tardi i ragazzi si scelgono un capo tra gli e(renes (tv oltJ!Ipovotatov K'a tJUXIII(t}..
ttnov: l'lul. Lyc. 17,2).
11 Creta viene Lradizionalmente considcrat;l insieme a Sparla p:iuia della ~dori
StiJe Knabenliebe: Bt!TIII! 1907, BRilMMilll. 1980, PATZilR 1982, p. 81. DoVER. 1978,
pp. 185-196, Lraua Sparta, Creta, l'Elide e la Beozia come singoli casi locali, e si
occupa essen7.ialmcntc della omosessualit ad Atene. Recentemente Patzer, che giu-
stamente smtulinca i limiLi dell'imlicazionc razziale c preferisce parlare di un tipo
geneticamente antico e di un tipo geneticamente recente, distmgue l'amore for-
temente istituzionalizzato c indiri1.zatn all'acquisizione della \'irti guerriera Ji Sparta,
Cret;t, 'l'cm (sullil <Juale SmumN"I' I'Jft(,, pp. 29-41), deii'Eii<le c della Beozia da quello
pi1 lihcru c privato, rivuho ad una formazione <li pi1 ampio res1'im, tipico soprat
Lutto <Iella citt di Atene tra il V cd il IV sec. (PAT/.1:11 1982, Pl' 70 sg., IOJ sg.; i
due tipi sono trattali rispcttivamc1itc a pp. 70-90 c 90-125; per l'imuleguatczza della
tlistinl.inne per stirpi. passim, in particolare l'P 91-103). Ma c~:li tlrcisamcntc sotto
valuta gli aspcui anstucnuici dell'educazione cretese: Crem l'omosessualit ritualiz-
zata sicuramente esclusiva dci vertici della comunit pulitic;~, cf. SI!R<ll!N"I' 1986,
spcc. p. 58 sg.
198 I.A NASCITA 1>1!1. KOSMOS
particolari, finivano con l'essere gli stessi giovani per i quali i padri
avevano raccolto le aglai) - serviva a formare il seguito dci singoli
oikoi nobiliari. La pederastia era dunque il cardine della educazione
cretese nella sua funzione fondamentale di riprodurre la societ ari-
stocratica nel suo per quanto possibile stabile ed 'ereditario' struttu-
rarsi in gruppi gerarchici.
Della pederastia a Sparta si recentemente occuj1ato Cartledge,
che ha serino pagine importanti sul problema. Cartle( ge la ritiene un
uso iniziatico generalizzato cd istituzionalizzato"2: le testimonianze
antiche, interessate a difendere il carattere morale del rapporto
omosessuale, possono dare la falsa impressione che solo alcuni tra i
giovani Spartiati andassero incontro, nella loro giovinezza, a questo
tipo di rapporto, ma in realt la pratica sarebbe appunto generaliz-
zata c integrata nel ciclo iniziatico. Di fatto, comunque, sappiamo
molto poco sul rapporto concreto tra agog e pederastia. Secondo
quanto riferisce Plutarco, i giovani cominciano a frequentare degli
amanti dall'et di 12 anni. Ancora nell'agog di et classica i nomi
delle classi di et si presentavano cos curiosamente inadeguati per
indicare dei ragazzi tra i dodici e i diciotto anni da aver contribui-
to a complicare la storia della ricostruzione delle classi di et a Spar-
tall: giovani sulla soglia dell'efebia vengono finalmente chiamati ncxl&,
dopo essere stati nell'ordine ltPOI.UKt~OilfVot, lllKt~611evot (entrambi
connessi a 111Kp6) e nponcx15e. Si tratta forse di nomignoli affettuo-
si, suggeriti dal rapporto omosessuale che caraerizza l'agog? La
responsabilit dell'erasts sembra limitarsi al campo morale ed educa-
tivo, e la sua attivit perci altamente sollecitata dalla comunit84
Cartledge ha messo in luce l'importanza della pederastia come stru-
mento per l'ascesa individuale e per la formazione della classe diri-
gente: tipico l'esempio di Lisandro, che senza dubbio si giov dell'es-
sere stato erasts del futuro re Agesilao 85 Egli ha notato qualcosa di
~~~> In questo ambito si pone in un certo senso l'insistenza delle fonti sulle qualit
momli dci giovani coinvoltt nel rapporto amoroso, se essa riflene, oltre alle preoc-
cupazioni dci loll"nniz7.anti, anche la stratircazione sociale che nel IV sec. si sar fatta
molto senlire all'interno tlel corpo civico spartano e delle ag/,ri, che saranno state
composte ad esempio anche dn molbakes (sui quali cf. sopra, n. 74).
81 Ateneo, rspcuivamcntc IV 138b-143a, 143a-f; l'l. l.eg. VIII 842b; 1\rist. Poi.
W2 (altre indicazioni in l'lut. l.yc. 8,7, con cifre forse inauendibili, in quanto legate
alla riflessione dci riformatori di ITJ sec.). Non chiam comun'lue se il tributo che
~;li iloti versavano al loru padrone, e che era alla base del contnbuto per il sissizio,
doveva forse essere in el d:1ssica s1:1hilito proporzionalmente (la met, come da Tyrt.
5 G.-l'. = (, W. = 5 Prato = 5 D.) o, come pii1 sl1esso ammesso (ma sostanzialmeme
senza mssuna prnva: lcslimnnian7.c come quel a di Myrnn /:Gr/1 106 F 2 sono
:~mhi!;ue), sull;~ h;1se Ili 1111 <luantit;uivo fisso; non mi sembra che in questo caso sia
meglio spic~ahile h1 no1i1.ia che non era lecito superare h1 nno+opcv t~v .vlllOEv
iomJtfvtiV Wlut. Mur. 2J 1Je, varie opinioni Kmcuu: 1'.15'.1, p. l>l sg., Lm-.lr: 1971, J>.
n., Duc:AT 1'.17K, l' IO st:~ Cozt:ou I'J79, p. llo2 s1;.. GAIU.AN 1982, l' 85, CAR-
TI.Fil<>H l 'J87, p. 17.1; l rovo hi7.7.:lfl"a l'idea di rip:utire geograficamente due tributi,
uno su h;1se <JIIOIIllitativa - J.aconi:~, uno su base proporzionale - Mcssenia, come fa
p. es. DAVII> l'.llll, ,,. 16, n. 15).
200 LA NASCITA DEL KOSAIOS
19 Sulla quale vedi soprattutto LAIISI!N 1936, LAR~I!N l 937, KlltS'I'IlN 1912, pp.
80-119, WII.I.I!'ITS 1955, J7-51, Wll.l.I!'ITS 1967, pp. 12-17, VAN EI'I'I!NTI!IIIII! 19H2,
l'ALAMO l 987.
90 Sui quali v. ora TAJ.AMO 1987, pp. 19-21. fotKEl corrisponde prevalentemen-
ossia nell'accezione llliliz7.ata da Aristotele nella Politica: cf. Hsch. S.'ll. +ofnriitat. Ma
sull'esistenza lli comunit soggette a Creta cf. Wn.url't's 1967, p. 12, con i rimandi
relativi. Il loro nome potrebbe essere quello di imO{oumt (gli nOj)OtKOt di /C l, XVI
1,38) o di lti\KOOI (in Sosicr. FGrH 461 P 4).
91 In generale sulle problematiche relative ai sissizi.a Creta v. ora LAVRI!NCIC
1988.
's Arist. Poi. Il 1272a 12 sgg. (tradotto da 16 sgg.), non occorre emendare il
testo: t JIY ov tcilv auao'ltloov exet plnov tolc; KplJav ~ tolc; AciKIOO\V (il brano
probabilmente polemico con Pl. Leg. Vlll 842b, che conosce una differenza tra i due
sistemi, ma li considera entrambi tjtJIEMil exetv KataaiCE\laaJttva) tv JIY yp Aan&d-
fiOVt KIXtcX ICE+-qV ~ICaatoc; e\a~pEI T 'tE't!l"fJlbJOV, E\ 00 Jil\, JietX,EIV YOJlll K~Ua 'tf(c;
JtOAITEiac;, KIXOIUtEp fpl]tiXl ICIX np6tepov, V 00 Kpl\t\] ICOlVOtfpb!' Wt ncivtiiiV "(fl tiY
YIVCIJIVIIIY ICC1pltcilv 'tf KCX jiOai(JJIICITIIIY EtC tcilv llTIJlOGiiiiY K!X +&Poov (lilJjiOGiiiiY KIX kK T)Y
~opoov tramp. Richards, Ka tK trov llJJIOaioov Ka ~poov Il") ollc; +fpoucnv o\ n:eplotKOI,
tmnatlttpoc; t Jtv Jtpc; to~ Oeoc; Ka tc; ICotvc; Aettoupyiw;. t'& tol cruacntlot.
ciiat' ~l( KOIVO tp+eaOIXI Jtcivta. l(a\ yuvalKac; Ka\ nallac; tca\ avl!pac;. Nonostante
jl!l'l'llllY- MOllPURGo-D.wms 1970, p. 151, n. 43, terreni pubblici sembra la tra-
duzione ri ovvia di t liaftOOIQ. Che qui si parli delle terre pubbliche evidente
anche d;t confronto con Poi. VII l330a 5-33, dove chiaro che le disposizioni sono
in parte riprese dal sistema cretese (cf. WILI.I!'t't'S 1965, p. M): l'elemento cardine,
l'eststenza di una terra pubblica e di una terra l>rivata, in rapporto rispettivamente
con servi pubblici e servi privati, e con i sissizi, rapf.resenta uno shema considerato
ottimale da Aristotele. Anche per Eforo (probabi mente la fonte di Aristotele in
questa sezione su Creta: in breve NAI'ISSI 1983-1984, p. 358 sg., n. '16) i Cretesi sono
ll]Jtoalr,t tpE4>0ftEVOI (FGrJ-1 70 F 149,16). Poich era naturale che l'economia dell'ot-
kos privilegiasse il versamento del contributo, penalizzando donne e bambini (e forse
generando meccanismi perversi di vario genere), Aristotele sottolinea come con l'or-
ganizzazione cretese tutti si nutrono a spese della comunit, donne, bambini e
uomini.
'Ilo Arist. l'o(. Il l 271 h ll-1272a l. Lasciamo da parte la questione se il contri-
buto pubblico vada considerato uno sviluppo recenziore di un originario sistema di
contributi individuali (cf. p. es. GUARilUCCI /C IV, p. 178, Wn.l.lrt'l'S. 1955, p. 139,
jEt'l'EilY - MotutmGoDAvms 1?70, p. 151 sg.), come quello attestato a Sparta. i!
certo che nulla permette di dimostrare il processo contrario supposto per Spana da'
Kmctll.l! 1963, p. 204 sgg. (non si capisce perch il cambio d1 nome degli vBpEla
in ~alit1a debba essere una prova in questo senso!).
202 I.A NASCITA l>lll. KOSAIOS
ipotesi di Curu~ms 1949, l> 230 sgg., cf. jt.couv FGrH 458, Komm. p. 330 sg.):
'Kaato<; ttilv ')'IVO~Itv(l)Y Kaplttilv avattpEI tjV IIEKatljV ei<; Tltv Etatpiav Ka\ t<; ti\<; ltO~t:JX;
Kpoa6ooU<; &; &avq1oumv o\ KpoeatT)KOte<; til<; KO~Ill el to e~eaat(l)V o1~eo\~. tmv fi
OOUMoV baato Al')'lvalov t~PEI atatijpa Kat KEtal\V. Jl testo qui soggetto a dei
dubbi (IIE~edtTJV t el<; Jacoby: Der text kann nicht in ordnung sein ), forse ingiusti-
Cicati. L'interpretazione data comunque quella di Miiller (FHG IV p. 399, fr. 1), DE
SANCTIS 1930, p. 485 (che ntttavia punteggia male il testo), Wru.rrns 1967, p. 13, e
Gulick (ed. Loeb), alla quale si pu giungere anche espungendo &; come vuole
Haas (altre proposte di e1l1endamento in FGrH; contro LA11'E 1946-1947, p. 299
sg., n. 13, che propone di correggere &; in li, v. ]ACODY ad loc., n. 16, che non
accettava l'interpretazione tmdizionale e proponeva l~ radicale c.'tl ingiustificnbile espun-
zione di tjv hatpiav Kai). Secondo una recente ipotesi ('f'ALAMO 1987) la differen-
za tra il sistema spartano e quello cretese (giudicato superiore da Aristotele Pol II
1272a 12-27 perch ICOIYOtFpiiJC;) non starebbe - come sempre ritcnuw - tra 1111
contributo 'privato' ed uno 'pubblico', ma tra un contributo stabilito su base quan-
titativa ed uno fissato come tlecima. Ma non convince In lettura del brano di Dosia-
das offerta thllla Talamo, che segue sostanzialmente CJUella proposta da Gll/\ltllUC-
CI 1933, p. .J'JO: la Guarducci faceva dipendere da el sin t~v l!tmphxv che tI; tilc;
lttl>.rc~ Kpuaollou {e dunque si avrebbe una doppia IIEKiitTJ), univa &; a questa dop-
pia &~ecin1 ed interpretava tt't tilc; KtiM>ol; npoooliuu cnme puhhlico erario, cf.
anche jiH'I'I:RY - MORI'UI\GO-DAVII'.S 1970, p. 152 e Bll/\1"1'11! 1975, p. 45; t tilc;
ltO~Il~ 1tpoa61iou invece oggetto di &vutjlEI eic; tJV tatpiav, parallelo a t~V IIE-
KQTIJV, ed indica le entrate della citt che i magistrati dividono tra le singole case
e che, teste il passo di Aristotele, vengono in parte destinati al sissizio (per il nu-
trimento di uomini c bambini), in parte ;~Ila casa stessa (donne ); si noti il richia-
mo EKaato - e~etiattov. Con Kpoaolot Dosiadas non indica infatti rccht ungc-
schickt le tasse pagate alla comunit (cos LA'I'I'Il 1946-1947,/oc. cit.) ma esattamen-
te tlcn Eingang in dic Gcmcindclcasse. La Talamo unifica in una sola categoria di
contributi da versare in decima ai sissizi due quote distimc, una proporzionale cd
un'altra egualitaria. Diversa lettura in CIIIIIMI!S 1949, p. 232, nn. 2-3 che identificava
gli oi~eou con gli ohcm l\Kt che si trnvano in ogni sissizio {cf. anche I.A'I'I'Ii 194(-
1947, loc. cit.) il che intfuceva poi la stessa Chrimes a ritenere erronea l'indicazione
di Aristotele sul nutrimento a spese pubbliche delle donne (p. 234). Anche lei, pe-
r, considerava la IIE~eunJ tributn dci ciuadini alle casse pubbliche, poi rcdistribuito
(p. 236).
l SISSIZI 203
101 Sulle quali v. p. es. ora KllNIHl 1981, p. 188 sg. ! possibile, se non proba-
bile, che BI!A'I'Illl 1975, p/l. 39, .JJ-47, abbia ragione a riconoscere nell' amlrirm Lli
cui si parla in rapporto a poi11ikastds l'equivalente cretese Jcl pritaneo (un esempio
ben conservato a La1: DI!MAiu;NE 1903, pp. 215-219, altri rimanJi in JlliA'I'I'm 1975,
loc cit.). ~ chiaro che anche cos le disposizioni relative a Spensilhios restano indi-
cative in senso pi generale.
101 jEI'FERY- MoRPURGO-DAVII!S 1970, specialmenre p. 151 sg. Contro quanto
suppongono jEI'FERY - MOili'UilGO-DAVII!S 1970, specialmente p. 149, e poi llEAT-
TIE 1975, pp. 21-23, GOIUJN 1988, ora i pii1 non credono che Spensithios fosse un
cinatfino prima del dccrelo: cf. p. es. VAN EI'I'I\NTI!IUU! 1973, p. 37 sgg., Gs<:IINI'I'-
ZER 197-1, p. 268 sg., SEG XXIX, 1979, nr. 828, KomtNI!I\ 1981, p. 182 sg.
IOS 8. 1.11 sgg.: 8llmux t; v8pl\tOV 8o'KIEI lf.Kfl n).D;lu KpEOIV, al Kfl 9dll IUII
l&nl&pxmvmt, KCJ\ T bu:vuxiiTtiV (il sacrificio annuale? cf. ji!I'I'HilY- Molli'UIIGO-DA-
VIES 1970, p. 145, VAN EI'I'I!NTI!Illll! 1973, p. -12, n . ., l) Kt. Cf. Plut. L)'c 12,4: cUM.lc;
81! Km Olia~ t~ napxt\v ... bte~tnev e\ t auaait~ov. AJ una interprctaztone del genere
giunto anche BI!Al'l'm 1975, p. 40, che tuttavia non offre paralleli, e propone, invece
del consueto l&n!OpxmVTat, ll::vl&pxmvtaL (nel senso di pagare la tassa di ingresso).
106 A. 1.2 sg. (cf. /C l, V 1,14 sg.) che pu ricordare i testi di Aristotele e
Dosiadas (VAN EFFENTERRE 1973, pp. 38, 41). Non mi chiaro il senso delle obie-
zioni di KORNER 1981, p. 183.
l SJSSJZI 205
IU Dimoirfa: cf. p. 145, n. 195; niltt: lldt. VI 56. Particolari del banchetto al-
la corte di Menelao: rispettivamente Od. IV 65 sg. (con schol. ad lot;) e 620-62-l (si
noti che dopo questa immagine di convivenza serena ed ordinata, culminante nel
banchetto comune, quello che Omero solito definire lpavo, il poeta passa a
descrivere i Proci, che divorano le ricchezze di Odisseo, cf. p. es. Od. I 225-229). Cf.
a proposito di questi versi Kmctn.E 1%3, p. 186 sg., ]ANNI 1965-1970, H pp. 43, n. 9,
55, n. (,, IlO. Al volume di Janni si rimanda per l'intera questione dci rapporti tra
1'elemacbia e Sparta; a limitazione delle sue tesi (composizione a Sparla 111 epoca
anteriore a Tineo ed Alcmanc delle sc7.ioni sl1artane della Telemachia) v. p. es.
GlmMAIN 11)72 e MoMt<li.II\NO l 972 (11101 qual a SJ)(!cificit tldlt~ stnlllurc pnli1 iche
e sociali spananc di Vlll-Vll sec. che potremmo attenderci riflesse nel poema?) c la
prudente introdu7.ionc di S. West in 1-IEUDECK-WI!ST-Ptuvrnm.A 1981, pp. LXXll-
LXXVI e XCII sg., nnnch il commento a IV (,21-624 (p. J(,ft: un tocco di colore
locale).
IU Su Terpandro v. VF.TI"A 1983, p. XXIV sg. Alcmane: Ath. X 416c-d; frr. 9
Calame = 17 P.= -12 Garzya = 49 D. e 12 Calame = 20 P.= 47 Ganya =56 D. Sulla
sua ghiottoneria cf. anche Acl. VH 127 e le considerazioni di NANNINI 1988, p. 19 sg.
l SISSIZI 207
114 Peculiarit del frammento: cf. p. es. ]ANNI 1965-1972, l p. 85 sgg., CALAMI!
1983, p. 362 sg. Sull'imbarazzo dei critici moderni di fronte ad esso v. NANNINI
1988, p. 20, n. (,, La poesia di A lcmane come espressione di &pPoaliva: MAZZARI-
NO 19~7, p. 215, cf. soprattutto i vv. 3,64-69 Calame =l P.= l Garzya = 1 D.: outt
yop n noM>\\pac; lt6aaoc; Ktipoc; ilm' tnivm, l olite nondilc; 8paK1~v l nanp\xno. o\B
11itptxl Aullin, vmvilltoiY l ltxvll){klr.~mv iiyu~Ul fuora,ller risponder loro l non v' ab-
bondanza tli pnrpnra, l n 1111 braccialetto cesellato d'oro massiccio, n una mitra
l lidia, ornamento l di fanciulle dagli occhi di viola; testo nell'edizione di Calame,
al commento del quale si rimanda per la traduzione (p. 335 sg.): pi estesamente CA-
LAME 1977, Il pp. 87-90, 98-104]. Per la v11lgata v. p. es. WADI!-GI!R\' 1925, p. 558,
ANDIU!WI!S 1938,1'' 100, TIGI!RSTI!I>T 1965-1974, l P 43, HOOKER 1980, pp. 74-80.
Sul significato del a sua poesia nel contesto sociale della Sparla di tardo VII sec. v.
CAJ.AMI! 1977.
208 I.A NASCITA DEL KOSMOS
111 EIIRENIIERG 1933, pp. 202205, con la buona ripresa di CAI.AMI! 1977, Il p.
31 sg. Ovviamente cf. 'l'yrt. 9 G.-P.= 12 W. = 9 Prato = 9 D. v. 15: l;uvv l' ~ao>..v
... mi>.tll Te navti TE ll\lup. Ma la prospettiva comuniraria di Alcnmne a mio avviso
pi consapevole: In comunit non solo l'ambito nel quale il singolo trova ricono-
sciuto il pro1>rio valore, ma un valore per s (cf. p. 217 sg.). Sarei incline a conside-
rare Alcmane (o almeno questo suo componimento) contemporaneo o di poco po-
steriore a 'J'irtco, secondo un'opinione 01bbastanza consolid01ta (in rapporto con la
cronologia bassa per l'akm di Alcmane, tra il 612 c il 609 a.C., cf. CAI.A~m 1983,
p. XIV sg., Pom.I!<:KI 1984, p. 109), c comunque posteriore alla seconda guerra mes-
senica: sulla cmnnlngia di Alcmane, C(l in genentle sulla cronologia antica per la storia
spartana dell'VIli-VII sec. v. ora Sc:IINEII>tm 1985, che- pur contrario ad una datazione
bassa per Latychidas - snnnlinea l'importanza per i cronografi antichi della men7.ione
di Luychi,las da /'~Irte 11i Alcmane, da iLicntificare cnn il Leotychidas che Rhianos
avrehhe posto ne la guerra messenica di Tirteo. Tale identificazione a mio avviso
conferma il sostanziale rapporto Tirreo - guerra rnessenica - Alcmane. Argomenti
archeologici per una cronologia bassa di Alcmane: CAVANAGII-LAXTON 1984, pp.
34-36 (cf. p. 161, n. 34).
1" Do le interpretazioni ricordate da CAJ.AMI!, J>. 362 sg., cf. anche NANNINI
1988, pp. 20-25: un dono per l'amata o per la futura sposa (Wili.CKI!I\ 1856, p. 66,
jURENKA 1896, p. 243), un apostoliko11 per il dono stesso (CI.I!MM 1876, p. 7), un
umoristico invito ad un pnstn, che precorrerebbe un celebre carme catullinno (Catuli.
13, llOMA<:NOI.I 1933, p. 41 sg., DHt. GRANUI! 1957, p. 94), dci versi ironizznnti,
forse un Eiresione Lied, nello spirito della commedia (cf. Ar. Ecr:l IIH-1178), in
rapporto con i sissizi (VoN I>I!R M0111.1. 1951, p. 255-257), un canto nel quale il
giudice di un concorso indica al o alla corega cosa fare del premio vinto (EDMONDS
1922, p. 83, 80WRA 1961, p. 67; anche TSAGARAKIS 1977, p. 63, n. 56, pensa ad una
gara: un membro del coro - capncoro? - esorterebbe i cOfllJlagni ricnrdando loro il
premio). Per altre interpretazioni, v. sotto.
l SISSIZI 209
111 Scll~ll'l'l. 1970, p. Il, NANNINI 191111, l'l' 19-.15, spl'C, 22 sg~;:. (per il cambio
di persona il parallelo pi1 convincente forse la splmrgis in Hes. 111. 22 sgg.; per la
gara v. Philoch. FGrH 328 fo 216, qui p. 92, n. 258, con premi molto meno nnpe-
gantivi), Vli'l'ft\ 1981, p. 490 c n. l, In. I'JIIJ, p. I.IV.
111 ROsl.lm 1980, p. M, n. 87 (che in una lucitht messa a pumo sul pmblrma
dcll"iu' nella lirica arc;~ica, Rt)SI.Iill 1985, in parr. (l. 139 sg., sottolinea la necessit e
la difficolt di distinguere in ogni singolo frammento tli Alcman tra 'io' personale
ed 'io' corale: la scelta non deve essere condizionata da una teoria precostiruita).
CAI.t\MI! 1983, p. 363, sviluppa qui un'idea di jANNI 1965-1972, I p. 87 (ma segnala
.tnchc che KII!CIII.I! 1%3, p. 187, richiamava i consueti Jlasti in comune spartiati). Ad
un parlcnio riferisce il frammento anche 'I'St\Gt\1\t\KIS 1977, 11. (,3, n. 56: solo 11er una
svista -cf. NANNINI 19811, p. 8 - Ct\l.t\Mii 1983, p. 363, attribuisce il fr. 9, non al
1cnu libro dcll't.'dizionc alessandrina, come trdito, ma al primo, che, insieme al
sccumlu, scmhm cmucncsse p;trleni (CAI.MII! 198.1, p. XXIII, n. 28).
11 '1 Si1:niric;uivi di t(UCSI;I ;Unulsl'cm K'II~. nixu. nAiu, nu14'ciyu.;. l.'intcrprct;tziu-
nc di C(Ucst 'ultimo termine discussa, cd ovviame111e condi:t.ionata dall'illlerpretazio-
nc generale del canne (cf. CAI.AMil 198.1, p. JM, c NANNINI 1988, p. 19, n. 2 con
bibl.): forse ch1 /mfcrirc il scnsu 'che mangi;~ 1u11u', a t(nellu 'dtc m;mgi;l di lUtto',
11Contrade is1i111i da ipciollll f ~IXtflit'l,
111 uld.ov 'A}..quicoiV IYflll!\l;llfu: = 95 1'. = .JS Garzya =51 D. Cf. No\NNINI 1988,
pp. 27-29.
112 V. p. es. la 1wni descritta in Ath. IV 1:18f-IJ9;t.
lh
Mtn10111t1Cbi,,: adulti (opliri) e giovani. P;lrlt'll?:a con il carro. Pitbos ~ riliei'O da.Sparta, ~
c Parigi
da /lO, tav. XVI.
'l'.w. l b
M,III0/1/tlcbia: guerrieri, giovani scudieri l' cavalli. 1/ydri,, laconica, Rodi ISJ7J
,, l .:: ...... , .. , 1'171 Ili' 'l'l l'" 7~ l fllll'l \
2a
2h
li.v. la
Oplita a cavallo con a fianco giovane scudicro. Pr. di metopa da Sparl'a, Sparta
da STAtNHAUI!R 1982, p. 337, fig. 4.
l"Av. lb
<;>rlita a cavallo con a fianco ~-:iovanc scudicro. Metopa da Sparta, Sparla, ricostruzione
.h
Jh
'Iv. )a
Cavaliere giovane. Coppa h1conic1, Louvrc E 665
da STIBBE 1972, nr. 307, tav. 101!,4.
'J'Av. 3b.
Cavaliere ;lduho. Coppa laconka, Ermitagc ISJ
l ' ... , l l 'l,.,.' .... , . ,. ,. ,,. In, l
f '\'
l ,,. 11\"7 1 ...
'f'A\'. hl
Danza di adulto c gicwanc auorno al tripode. Coppa laconica, Zurigo
da Hirscbn1t11111 Collrctirm, p. 21.
'IAv. .Jb
Caccia al cin~hiale con adulto c v,icw;mc. Coppa lawnica, l.nuvrc E 670
Sa
Sh
'l't.v. Sa
Simposio. Coppa laconica, l.ou\'l'l' E (,71
da n.B. SlIIWJ'ON, uABSA XLIX, 1954, t;w. Slb
(STIIIIII! 1972, nr. 33).
Ti.v. sh
Simposio. Coppa laconica, Bruxelles R .JO l
,,., P p,,,.,,..,.,., .. 1\rl f .. l YVVII lll~R 11 .UIIl (i., 7 (c;TIIInl' l'l?l. Ili'
6a
Av. 6a
imposio. Frr. di coppa laconica, Samo K 1203, K 1511, K 2402, Berlino 17Rx, 460x
.l STIBBI! 1972, nr. 191, tav. 58,1.
.w. 6b
la
7h
'I'Av. 7a
EApbonf dci c:~duti in battaglia. Coppa lacnnka, llcrlinu .HO-l
<b Clijj Ber/in 4 (Dcutscb/,mcf J.J), Miinchcn 1971, tav. 183.1 (STtDBE 197.2, nr.
TAV. 7b'
Rilievo funebre. Da Chrysaph;l, Berlino 7.ll
~ - <" n '
1~w. 8
l .......... F U.'l
210 LA NASCITA DI!L KOSAIOS
UJ Ricordo tuttavia che molti hanno intravisto un tono ironico nel frammento
(v. Il es. le osservazioni di VuN 111m Mtll.t. 1951, pp. 209-212, 'l'SAGAI\AKIS 1977,
p. 63 sg., ed altri interpreti citati n. 116).
Ul Cf. pp. 214-21(,,
us t! il fr. 84 Calame = 27 1'. = 55 Garzya = 67 D. (cf. CAt.AMI! 1983, p. 221);
cf. i richiami di D.WII!S 1986, p. 387 sg.
u Faccio qui astra7.ione dall'aoristo Ijllialht.
121 Cf. CALAMI! 1983, p. 385.
l SISSIZI 211
141 = 19 P. = 46 Garzya = 55 D.
1~2 CALAMI! 1983, pp. 370-373. Rifiuto del simposio e deUe seamdae mensae: p. 181 sg.
143 = 95 P.= 44 Garzya =51 D. Allusioni escluse peraltro da CAL~ME 1983, p.
536 sg.
Hl = 92 P. = 150 Garzya = 53 D.
n Cf. CAI.AME 1983, ,,. 365 sg., ad loc. Particolarmente significativo l'uso del
termine in Ar. Ra11. 62 (cibo andante che conviene alla caratterizzazione di Eracle:
piuttuSlo che un rafFinato buongustaio egli un inesausto mangiatore secondo un
abusato schema comico, DEL CORNO 1985, P 159, ad loc.) ed il paragone tra hvo
c ~~~~~u'lc; in Ar. Eq. 1171 sg. Altri passi citati da NANNINI 1988, p. 31 sg
..,, Ccnu IJIIi il senso non IJucllo di comune come onlinnrio; ma l'imlub-
hio comenuto politico (ribadito dal nesso con dtimos) non va forzato fino a supporre
l'esistenza di una norma, anche solo tradizionale, che stabilisca ci che la comunit
deve cunsunmre. Semplicemente Alcmane sostiene di volersi conformare alle abitu-
dini alimentari dei cittadini, abitudini legate naturalmente alla tradizione e a condi-
zioni economiche di norma non elevatissime.
H 7 130 Calame = 96 P. = 43 Garzya = 50 D. La kopfs (sulla quale v. Ath. IV
138e-140c, con abbondami citazioni di eruditi ellenistici, poeti comici e autori locali,
e recentemente CALAMI! 1977, P. 319 sgg.) un grande banchetto pubblico di cui
beneficiano anche stranieri ed tloti (l) e che si d in occasione delle Giacinz.ie (le
nutrici celebravano un'analoga festa in onore di Artcmis Corythalia, i Titbenftli11, che
pure prevedevano una kofJ(s): la festa costituisce un vero e proprio rovesciamento
dell'ordine sociale e naturale, che ha indotto lllli!I.ICII 1969, pp. 142-144, a conside-
rare le Giacinzie una festa di capodanno. Non stupisce il ricordo di atteggiamenti
poco decorosi per degli anziani, la menzione di una grande abbondanza di dessens,
solitamente banditi, che evidentemente sono permessi in questa circostanza partico-
lare [si noti al proposito che la trattazione riservata da Ateneo alle deliterai trdpezai
si apre proprio con la menzione di feste di questo tipo, come i Salllmalia o i Pe/Oria
tcssnli (XIV 639b sgg.)).
216 I.A NASCITA DEl. KOSAIOS
occasioni rituali 148 Non giova sanare cos delle contraddizioni che
sono dovute forse anche all'adattarsi del poeta ad sigenze diverse, al
variare dell'uditorio e del contesto dell'esecuzione. Ma soprattutto si
deve supporre che all'epoca di Alcmane non era stato ancora definito
quell'unico codice di comportamento che accomuner t u t t i i sis-
sizi di epoca classica. In questo contesto 'pre-licurgheo' si spiega
meglio anche come possa essere nata la tradizione su Alcmane 'ghiot-
tone'. Mi sembra cos che la creazione dei sissizi nelle loro forme
classiche non si possa in alcun modo situare nel VII secolo 149
Nel fr. 9, in particolare, a istanze di chiara derivazione aristocra-
tica e tradizionale (naturali in un poeta che, non dimentichiamolo,
era spesso tenuto a comporre poemi per giovani nobili, cd anzi di
stirpe regaleU0), si vanno ad allacciare temi di ispirazione tirtaica,
legati ai valori del koin6n e del damos, e, se vogliamo, dell'eunomfa 151
Il tripode promesso in dono in effetti oggetto tipico della pi
elevata tradizione aristocratica, conteso tra Apollo ed Eracle, sontuoso
antithema per gli dc;i e premio ambito delle gare atletiche e poetiche.
Esso viene definito E:n vuv y' &~tupo, una qualit spesso ricordata
nell'pos omerico 152: se ne sottolineano cos la bellezza e lo splendore,
141 Come sovente disposto a fare CAI.AME 1983, v. comm. ad foce. Praticamen-
te certo il riferimento ai sissizi nel fr. 129 Calame = 98 1'. =56 Garzya = 71 D. [ci-
tato da Eforo (FGrH 70 F 149,18) proprio come testimonianza per l'antico nome dei
sissizi spartani), Anche in altri frammenti legiuirno supporre accenni a pasti quo-
tidiani (abbiano pure essi un fondamento o almeno componenti religiose), sebbene
pi di una volta Calame possa aver ragione a prospettare per essi occasioni rituali (sul
problema si veda anche VON I>ER MOIILL 1951): cf. il gi citato (n. 121) fr. 92 Cala-
me (dal contesto della citazione in Ath. IV Jo!Oc-d sembra molto probabile il riferimen-
to al pasto dei sissizi), e il fr. 131 Calarne (citato da Ateneo insieme a 92 Calame).
"'Ad un rapporto sissizi-rbtra allude p. es. SCIIMI"I"I"-PANTI!i..l987, p. 280.
150 L'esempio tipico il fr. 80 Cala me = 5.2 coi.I, l "22 P., per il quale si veda
il commento dello stesso Calarne, e la bibliografia ivi citata; la stessa Agid del
grande Partenio, secondo un'ipotesi frequente, forse di stirpe Agiade [v. CALAMI!
I977, II p. l'IO sgg., che suppone di stirpe reale anche Agestdamos (fr. 82 Calame
=IO(b) P., in un frammento che menziona i 'J'indaridi) e Astymelousa (fr. 26 Calame
= 3.1 e 3 P.); sull'argomento v. anche CALAMI! 1988, pp. 18J-187.J.
151 Come del resto evidente nel fr. 105 Calame = 64 P. = 37 GARZYA= 44 D.,
che d riEtOcll come sorella appumo ad I!VO!Iin, e le definisce insieme riglie eli rlpo-
IIOBEta. l'i1 tlifficile, invece, conlrollare in che misura <JUCsta nulmle risentisse rin dal-
l'inizio dello spirito delfico. Su questo problema v. comunque le belle pagine di
jANNI 1965-1972, l pp. 80-91.
m Il richiamo ovvio ai sette tripodi c'inupm promessi da 1\ gamennone ad
Achille per il suo ritorno in battaglia in Il. IX 122, 264, o ai due tripodi alOuwE {cf.
la nota seguente) donat.i d;1 Priamo allo stesso Achille per il riscatto del cadavere di
Ettore (1/. XXIV 233): non sono certo si possa qui vedere una consapevole oppo-
l SISSIZI 217
caratteristiche del tripode ancora intatto dal fuoco 1Sl, che lo rendono.
ancor pitl desiderabile come oggetto di prestigio, bene da tesaurizza-
re, da esporre o da usare in grandi occasioni cerimoniali 154 Di fatto
per Alcmane si proclama anche autore di una scelta etica ben pre-
cisa, che privilegia, di fronte a cibo tEtuyJ.1Vov 155, una vivanda sem-
plice, in nome del suo carattere 'collettivo' 156 Il 'comunitario' ed il
sizione fra l'Ercole dorico ghiotto di tnos e gli eroi omerici come suggerisce NAN-
NINI 1988, pp. 31-33. L'erudizione ellenistica (Ath. II 37f-J8b, con Semos Del. FGrH
396 F 16) aveva individuato in Omero due tipi di tripodi destinati ad usi diversi,
quelli "jurupot o rjtltllf>tPiltat ('da fuoco', per cucina) e quelli mlpot ('non da fuoco',
usati come crateri), scambiando in realt per indicazioni assolute quelle che sono
qualificazioni relative all'uso ('che va posto sul fuoco') o allo stato di conservazio-
ne ('non ancora toccato dal fuoco'). La distinzione esplicitamente contraddetta dal
nostro frammento e non sembra trovare alcuna conferma n nell'analisi dei passi
omerici (il tripode di solito sostegno per llll lebete, e non viene mai usato come
cratere: cf. BJ\OMMI!R 1942, p. 359 sg.), n della documentazione archeologica, nonostante
che recentemente essa sia citata senza alcun commento da BRUNS 1970, p. Q37 sg.:
d. S<:IIWI!Nill'.MANN 1921, p. 143 sg.
ISJ Per quesJa qualit i tripodi sono qualificati come aiOwve (Horn, Il. XXIV
233), mentre illebete posto come premio per il terzo classificato della corsa dei carri
definito nupov... teaMSv... M:utebv t' aiitro (Il XXIII 267 sg.). Altro epiteto signi-
ficativo, per i )ebeti, oltre al gi ricordato aewv (Il. IX 123 = 265 = XIX 244)
n~+avowv (Il. XXIU 613, Od. XIX 386).
ISI Cf. rispcuivamente i tripodi <li l'riamo, conservati fino ad allora nel talamo
(Horn. Il. XXIV 233); l'immagine fantasiosa dei venti tripodi fabbricati da Efesto da
disporre attorno alle pareti (Il. XVIII 373 sg.); il tripode usato per scaldare l'acqua
per il lavacro del cadavere di Patroclo (//. XVIII 343 sgg.).
m PAGI! 1962, ad loc., sollevava qualche perplessit sull'emendamento 1\: in
ogni caso gi di per s il verbo TEtJxlll pu alludere alla sofisticatezza di ci che
prodotto con arte. TETU)'IIvo riferito in Omero a coppe e crateri (lbtru; in //. XVI
225, tept]n\p in Od. IV 615, e XV l 15) e tt\ixlll copre l'intera sfera dell'attivitl ar-
Jigianale, cd spesso usato in Omero per l'attivit di chi prepara i cibi, sia per
mangiarli egli stesso, sia all'attivo riferendosi a delle serve che lo preparano per al-
tri (Od. XV 77, 94). Il verbo non implica quindi necessariamente un'attivit 'pro-
fessionale' [spesso contrapposta nella letteratura antica alla tradizione del sissizio
spartano: cf. p. es. forse 1-ldt. IX 82 (v. n. 18) e Plut. Lyc. 10,1 (n. IO)], che del re-
sto sembrerebbe a questo livello cronologico anacronistica (v. BERllJJAUME 1982,
pp. 71-78).
ISb L'importanza del cibo come st.!llls symbolnella Grecia arcaica trova confer-
ma - se necessario - in primo luogo nel termine naxEl spesso usato da Erodoto per
imlic;trc i ricchi, e IJUindi nella frequente applicazione alla sfera alimentare di con-
cetti che si sugliuno ricondurre alla sfera semantica della bn/Jros)'ne (MAZZARINO
19~7. p. 215, STAI\Il 1977, p. 141 sg., ma v. N!!NCI 1988, p. 8, con il richiamo a
LOMIIAIIIIO 198 l, aiiJuale si rimanda per l'intera problcmatica); di recente si notaio,
per la Mileto di VI sec., l'uso nella loua poliuca di termini allusivi alle abitudini
alimentari (XEipoyliatope: 1-lecat. FGrH l F 367 = 382 Nenci), e si voluto ricon-
durre alla stesso tipo di ideologia, che definisce socialmente in relazione al modo di
218 I.A NASCITA DEl. KOSAfO.\'
l'ideulugia funeraria csprcss;\ d;li cinerari delle scpolturc aristocratiche cumane verso
la fine tlcl VI sec. (VAI.I!NZA MI!I.F. 1'.181, pp. 113, 115-118) il passaggio dal caltlcronc
al cratere, dalla carne al vino: un cammino elle parrebbe opposto a quello percorso
da Sparla a met del VI sec. [non si dimentichi che in questo periodo cadono in
disuso i pftboi a rilievo (grandi contenitori biansati elle sono meglio descritti come
crateri, uuta STIIIIIIi 1989, p. 65, n. 22~) usati come sn111tn funerari nella prima par-
te del VI st.'C. (sul problema cf. p. 334 sg.)J. Analogamente si dovr giudicare la svo-
ha che alla fine llel VI sec. si realizza nell'iconografia del banchetto nella ceramica
attica, d'ora in avanti caratterizzata da una maggiore insistepza sui temi erotici e sui
piaceri 'privati' del vino e della danza: l'emergere di uno stile 'anacreonteo' nel
simposio. Credo perci che siano in parte valide tanto le posizioni di ScJJMm-
SCIINAI'I' 1982, pp. 71-73, Scmtrrr PANTI!I. 1985 c LISSARAGUI!-SCIIMI'I'f' PAN'I'I!I.
1988 (nei quali si trover un'ampia bibliografia recente sul banchetto e sul pasto
sacrificate), che nelle pi antiche raffigurazioni di simposio vedono l'espressione dci
valori c~;ualitari del combattimento oplitico e della commcnsalit, patrimonio di una
comunit che si identifica in un gruppo ristretto di nobili, quanto quelle di FEIIR
1971 c DliNTZI'.It 1982, che insistono maggiormente sui rappo1ti con il mondo orien-
tale, sulla sc/)(1/, la btrbrusine cd il disimpegno. Sulle ricerche di O. Murray v. p. 173-
175. Sul versante della tradizione letteraria c poetica sintesi notevoli in Vlo:J'I'A 1983
c Ross1 1')8.\;~.
11.o Elenco di coppe con scena di banchetto in DENTll~lt 1982, p. 87 sg., PJPILI
1987, p. 118: v. comunque STIUIII! 1972, nrr. 13 (coppa al Louvre, ex coli. Campana,
t:a. 570), l '.1 (cnppa da l.avinin, 565-60), 33 (cnppa al l.ouvr~, ex culi. Campana, 565-
50), 34 (frr. di coppa da tlrancavilla, 565-50), 37 (frr. di cratere da S;uno, 570-60), 191
(t:oppa frammentaria da Samo, ca.565), 192 (coppa a Bruxelles, 565-60), 195 (fr.
cuppa tla Cunm, ca. 555), 1'.17 (t:upp;l rnunmclllaria da $;uno, ca.5(o5), 215 (copl>a
framm~ntaria da Samo, 5(.0-50), 216 (coppa frammentaria da Samo, 560-50), 2-18 (fr.
coppa da Olimpia, 560-50), 292 (coppa frammentaria da Samo, ca.560), 298 (coppa
a Wiirzburg, ex Feoli, ca.550), 312 (coppa da Taranto, 545-35, sulla quale tuttavia cf.
nn. 175 c 180), 343 (cuppa da Roma, 5(,0-55), Dm111. 1964, nr. 53 (fr. coppa da Samo,
550-40), SCIIAUS 1985, nr. 214 (fr. coppa da Cirene, 550-40). importante notare che
la produzione avviene sia nell'officina del pittore di Naukratis (che, come vedremo,
cf. p. 270 sg., ha multo probabilmente sede in Sparta), che in quella raccolta auorno
al pillUI'C dci llmemli (vcrusimilmcntc auiva nella pcricda).
'"'P. es. STIIIUii 1'.172, nr. 1'.12, 298.
P. es. Snmm 1972, nr. 192, 298.
11 1 1'. es. S'I'UIIm 1'.172, nrr. 19, 33, 191, 215, f.sc 298.
llol 1'. es. STIIIIIIl 1'.172, nr. 191.
I'S 1'. es. S'l'Ili Ili! l '.17.2, nr. 19.
11'1' P. es. STIIIIIE 1972, nrr. 191, 192.
11' 7 P. es. STIUIII! l '.172, nr. 191.
220 LA NASCITA Dfl. KOS.IIOS
munque non vanno prese come immagrm immediate della vita reale
(questo va detto per chiarezza), ma non sono neppure le scene 'di
genere' cui in fondo pensava Lane 176: piuttosto esprimono modelli
culturali ed ideali vivi anche a Sparta c davvero distanti da quelli
professati nella citt 'licurghea'. Le indubbie 'anomalie' 177 che in esse
ricorrono sono il parallelo di quel mondo che intravediamo attraver-
so la poesia di Alcmane. Come in certi andrefa si preferisce cibo
TEW'fltvov, cos la cultura spartana che si riflette nella ceramografia
si compiace di mobilia lavorate e di preziosi oggetti d'ornamento, in
sostanza di una trypb e di una habrosyne 178 del tutto lontane dal
clima austero che caratterizza la pamskeu del Lakonikon deipnon, e
non disdegna un'atmosfera erotica - anche questa, a quanto pare,
non del tutto consona al clima del phitlftion tradizionale.
Ma d'altro canto questo simposio non ignora affatto gli ideali
dell'ordine c della compostezza. Essi si rivelano per contrasto pro-
prio in un mondo speculare ed opposto a quello se.reno ed ordinato
del banchetto 179 l paddcd-dancers, rappresentati nella ceramica laco-
nica180 in danze scomposte ed in atteggiamenti sconvenienti c degra-
no poi essere singole eccezioni (ma ancora una volta rimane un certo riferimento alla
realt quotidiana ... ): p. es. in STIIIIII! 1972, nr. 19, potrebbe essere rappresentata una
tcussenin \li Dioscuri (FAIISTOI't:lllll 198(,, l' IJl,), nel nr. J 12 forse rapprcsenta'to
davvero un Trttmmahl (cf. n. l RO), per la mclograna nella mano del hancheltante ed
il serpente che si ri1urcc sul l;uo oppusw della cnppa, cd al limi1c anche J>cr la
pruvcnicnz;~ tarantina ddlot wppa. N;~turalmcnte quotidiano non significa profano in
senso strcno, moderno.
176 In C(Uesln senso polrcbhe essere significaliva ht provenienza non spartana dci
pc1.zi con scene di simposio cd il loro frcquemc comparire su coppe (cf. n. 160), una
forma nnn 1ipicamen1e locale (cf. perJ p. 251, n. 66).
111 'l'm le liU;tli non va annoverata naturalmente la posizione dis1esa. Per STI8Uil.
17'1 Di un lcbctc in bronzo di fabbrica laconica (?) che presentava sul bordo un
girotondo di cnm;\sti cm p;trtc il hronzeno edito in DllN'I'AS 1969, che (pp. 48-50)
mette il tema in rapporto con la cultura 'pre-licurghea'.
IMO Per es. STIIIIII! 1972, nrr. 64 (Fr. di coppa da Spana, 575-70), 71 (coppa
frammentaria d;t Firen7.e, ca. 570), 141 (Fr. daii'Egiun, 570-65), 191, 197 (gi mcnzio-
noue a n. J{,O), f.sc 206a (fr. di eo1>pa da Samo, 5(,5-50), 219 (hydda da Rodi, 555-
15), 22.\ 226 (frr. di coppa da 'l'ocra, 550-30), 227 (coppa, forse da Cerveteri, 550-
30), 218 (coppa al C.tbinct tic Mdailles, 550-30), 2H (fr. forse di llll calice, da Sparla,
dd Pittnre della Caccia), 272 ccc. (cf. Pn11.1 1987, p. 118 sg.). V. ora anche la coppa
edila da STIIIUI\ 198(>a con comast;t in d;\1\za di fronte ati un edificio con serpente
(un'edicoht funeraria?: la scena sembrerebbe un riassunto, in altra iconografia, di
STIIllll! 1972, nr. 312, se qui abbiamo a che fare con un rituale funerario; diversamente
STIIIIII! 1986a).
222 1.1\ NASCITA Dl!J. KOSAIOS
ricorrente nella ceramica greca arcaica, ha certo valore pregnante (v. Scmtrt'r-ScttNAPI''
1982, pp. 62-64, 73 sg.). Potrebbe denunciare una tcmatica sulla quale suole insistere
224 LA NASCITA DEl. KOSMOS
5. EPILOGO.
la conversazione dci convitati (sul tema del rappnriO tra guerra c simposio nella
tradizione leueraria v. Vt!'I'I'A 1983, p. 43 sgg. c per Sparla Alcm. fr. 1-13 Calarne cun
NANNINI 1988, pp. 37-47).
191 "La critica alla n(lpucn'>vl\ aristocral.ica ... muove d;'llli amhicnli aristocratici
medesimi (MAZZAiliNc,i 1947, p. 218).
l SISSIZI 225
1 IV 129-lh 19-29.
2 l.t1c. 7,3-4.
228 LA NASCITA DEL KOSA/OS
'l 6,3-<1: su questo capitolo v. in generale LRVI 1952, pp. 99-104, 1/CT l, pp.
100-106, c NENCI 1981, pp. 1023-1025. Per <1uanto riguarda soprauu1tu Atene, ma
con osservazioni ulili anche per Sparla, Gmllli!S 1987. Escm,li Ji leggi sul vestiario
maschile e soprauutto femminile: Solone (Piut. Sol. 21,5); Za cuco (Dio. Xli 21,1);
Ermmlnrn 1li Efcsn (Polem. fr. XC.VI Prellcr); Siracusa (Phylarch. FGr/1 Rl r 45).
l Xcn. L.rt: 2,1, l'hu. /.yc f(,,ll (cf. Mm. 2J7h), lusl. Ili ),5.
5 Cf. p. es. A r. Vesp. 474-476, Pl. Prt. J<t2b-c, Dcm. 54,34; l'lato cum. fr. 124
(CAF l 634 Kocl1) li qualifica enmc 'Krtpi~IIJVE.
6 88 n 34 D.-K.
7 Plut. Ages. 14,4, cL Xcn. Ages. 5,3.
1 F.tiJ. Nith. IV 1127h 2(,-29: o'tl tX ~nKp KIt.pavFpiX nupvuilt'\~11 (npualtmoiIEYOI
codd.] pau~~:o~tavoopyo, }J;yovtal ~~:ri1 EKu:txoJipuVIJtotrpoi daw Klx Evio-re 1Uaoveiu
oJ~aivEtal, o\ov ~ tliiv AaKiilv!JlV taOI\ m't yp ~ i~~tEppol.j KII ~ J..luv fJ..N1~11 cUaovt-
Il. COMMEilCIO 229
K"6v: ma coloro che rifimano le qualit di poca importallZil o che posseggono ma-
nifestameme sono chiamati scaltri smorfiosi e sono pi ripn)vevoli; talvolta anche [la
dissimulazionel manifestamente millanteria: ad esempio la veste degli Spanani. Infatti
sia l'el:cesso che il difetto troppo accentuato sono aspetti di millanteria (trad. di M.
Zanatta). Non c' dubbio che il filosofo parli qui dei laconizzanti e non degli Spar-
tani stessi.
'l hh.ll52 ambienta all'epoca di Ciro una storia nella quale gli Spanani accorrono
curiosi, allurno a Pythermos, ambasciatore di Focea, perch vestito di porpora:
presupposto della storia che a Sparla la cusa sia insolita (cf. anche n. 19). Platone
pruihisce la lavorazione della porpora nelle Leggi: VIII 847c; sulle vesti di porpora
e la 11ypb v. p. es. Democr. FGrH 267 P t. Da tutto ci e dalla possibilit di
distinguere fm o(>oiVIK"I<; c nup.pupl in Xen. Cyr. VIII 3,3 (dove la toiVu.:l comun-
que veste di pregio), si pu argomentare contro l'uso della porpora per tingere la
ojlmvuct portata in combauimento (sulla quale v. le fonti citate a p. 292, n. 68), come
f;, Cozzu1.1 I'JIII, l' (,5 sg. Sulla porpora in generale v. RIII!INIIlll.ll 1970.
1Chrysipp. SVF Ili, app. Il, fr.ll, p. 200 np. Ath. XV 686f-687a: AaKdallll)...
vwi TE lf,f).rtvuum r~ I:miptl) ... rui~ r rp1u lll: (llinruvm rl~ ri.pnvi~ovtu T!V Ulr
K"nJm ruiv i-pirnv. l.;1 porpora lnconica sarebln: divenula piuLLustu celebre in et el-
lenistio:n-rumana, come tinta per gli abiti: v. riferimenti essen7.ialiin Cuzzuu 1980,
p. 136, n. 13. Citera d'altra parte era rinomata per la produzione di porpora quanto
meno nel tardo l V sec. (ma naturalmente lo era gi stata molto prima, fin da quando
richiam i Fenici: cf. CllllTI.I\DGH 1979, pp. 122 sg., 183), d. Arist. fr.521 Rose, e
CowsTilHAM-1-tuxu;y 1972, p. 36 sg.
11 Xen. L11c. 1,3 sg., l'l. Leg. VII 805e-806a; cf. Plut. Mor. 241c-d. Il 'lavoro' de-
gno delle sp;ll'!mle quello di mettee al mondo guerrieri (cf. Xen. c Plm., luce. dtt.)
" Au.-rlilliiivwi n N;l').rtvuum ti\<; EnriiHIJ tuJ<; ni II(lll l(lltnn...-ruci~u\'Til 1l~
1\uto(llllipuvm m).uwv ... (sul forse sospcllo riferimento ai tintori cf. n. IO; la proi-
bizione dci profumi e della pnrpora ricnnlatn insieme anche da l'lut. Mor. 22Bb, cf.
pni Scn. QNrr/ IV IJ,'J). Sparta va rivclandn una cert;l vnrie11i e ricchezza di tccni-.
che c forme nella prmluz.ionc di balsa mari: in terracotta ai pi1 comuni esem1lari ver-:
nici;ui in ncm e sovradipimi si affiancano prmlotti decomri a figme nere etl anche
v;1si plastici (v. I'IISrJUU:Il 1982, p. 2% sgg. con bibl.); un notevole esemplare di
mJi/Jallus in bronzo, rlatarn dagli editori al protocorinzio medio e dedicato ad Elena
230 1.1\ NASCITA Dl\1. KOSMOS
purtroppo una delle pagine ancora da scrivere nella ricerca sulla cera-
mica laconica: ma naturale pensare qui al suo, apparentemente pre-
coce, inaridirsi. Le tradizioni sull'allontanamento da Sparta di XP\lCJo1v...
pyupo)v k'IXroJtto~t<XtOlV llUttoupyoi 13 , hanno un pendant preciso non
solo in norme contro il lusso femminile ('tcov ev AaKelniJ.IOVt yuvmKcv
k'OCJ~JO aljl~prrtat, oM Ko~tdv fl;eo'ttV, oul xpuoocpopE1v 14), ma anche
in un'effettiva, impressionante diminuzione delle oreficerie e degli
oggetti d'ornamento pitJ preziosi nei depositi di Artemis Orthia 15
Anche il nuovo ethos del banchetto pu aver determinato una netta
riduzione nella richiesta di molte produzioni 'di lusso', dal mobilio
da mensa ai profumi", e dunque trasformazioni profonde nel mon-
do dell'artigianato e del commercio.
Il rifiuto dei beni di lusso, che naturalmente incideva anche sul
livello sociale degli artigiani che continuavano a svolgere attivit
comunque indispensabili per la vita della citt, alimentava il disprez-
zo per le tchnai manuali, le operazioni commerciali, e per quanti le
esercitavano 17 Erodoto 18, di fronte alle rigide divisioni in caste del-
fornivano un buon numero di soldati: avrebbe fatto alzare tutti coloro che esercita-
vano un mestiere; gli alleati erano quasi tutti in piedi, ~egli Spanani nessuno (Piut.
Agcs. 26,6-9, Mor. 21Jf-214a, Polyaen. Strat. II 1,7).
19 Un altro brano di Erodoto (l 152 sg.), aprarentemente in contrasto con i testi
finora citati, va forse inteso nello stesso senso. l racconto contiene elementi estranei
ad una genuina tradizione locale (non pare possibile che a Sparta un'assemblea si
raccogliesse spontaneamente nel modo immaginato in l 152, grazie al gustoso espe-
diente adottato Ila J>ythermos) che denunciano almeno una rielaborazione. Ma vi
sono buoni motivi per ritenere che il racconto sia nato a Sparta. Agli inviati spartani
che minacciavano Ciro perch lasciasse stare i Greci d'Asia,, il re avrebbe nsposto
oK UE~aci KOl civlipa tOIOUtou, tolal ton Xlilflor; tv 11tan ti, n&t lino&&ntvor; tbv
au:Ut:yt~tevm 1ill~Aour; itVt\vter; Eana't!il!n (di non temere quegli uomini che hanno
un luogo fauo a pusta nel bel mezzo della ciuJler radunarsi ed ingannarsi a vicenda
sotto giuramento). Il luogo si contrappone i ealmente al dialogo tra Damarato e.
Smc alle Tcrmopili (VII 234), in cui un re di Persia, impressionato dall'eroismo degli
Spartani, si infnrma sul numero c sul valore dci Lacedcmoni. La storia dei messi
5partani a Ciro pu essere, se si vuole, giudicata pi o meno verosimile: ma essa
intende 1ruppo chiaramente stabilire un primato di S1larta come proteurice della
grecit ti' Asia, s~ocmulo i temi della propaganda di V sec. (si parla di yi\c; tilr; 'I!Ua-
lo), per non essere considerata sospetta ... E se poi la vittorta dei Greci, capeggia-
ti dagli Spartani, avrebbe mostrato infondate le sprezzanti parole di Ciro, perch non
considerare erroneo anche il suo giudizio sugli Spartani che sarebbero riusciti vinci-
tori sui Persiani fsi consideri che i Persiani, llfima della vittoria sui Lidi, inventori
della kapelefa, non conoscevano secondo Erodoto Olltl! appbv mitE liya9v oilliY (l
71,4).1? Non si voleva piuttosto rivendicare la 'diversit' degli Spartani, e suggerire che
proprio questa diversit fu causa tlclla viuoria? Nun riesco a credere che Ciro con-
sitlcmssc 11li Sp:ll'lani dci commercianti (cos CI.AUSS 1983, p. 27; sull'agor a Sparla
d. p. Jol{,, n. 206), ma neppure credo che il commento di Erodoto (Ciro scagli
queste parole contro tutti i Greci) si chiarisca dicendo che lo storico ha avvertito il
111111 sequitm Ira la tlomanda e la risposta, che si riferirebbe alla civilt greca e
ionica ... (ASIWIU 1988, atllot:). l>iuuosto dirci che lo storico imerrreta in maniera
piana, e non ceno filolacedemonc, il detto di Ciro, svuotandolo de valore che esso
aveva originariamente. '
20 /.tiC. 7,1-2.
232 I.A NASCITA DEL KOS.IIOS
Sparta, la citt della monera di ferro 25, la citt dalla vita austera,
dunque, per noi e per gli antichP', l'esempio tipico della societ
autarchica. Non vorremmo per fermarci sulla situazione spartana
d'et classica, n cercare di districare i motivi che in et classica ed
ellenistica, fino a Plutarco, si intrecciano nella riflessione filosofico-
politica sulla moneta di ferro 27 Tale riflessione raggiunge probabil-
mente il suo momento pi alto con le considerazioni di Platone sul
voptO~ICl ... tHK'I~IOV dello stato autarchico delle Leggi 28, e richiama
ora le esigenze di frenare la tesaurizzazione 29, ora quelle di bloccare
il commercio e l'artigianato di lusso30, o ancora.sottolinea il contra-
J>olicrate che pass;t agli Spartani monete di piombo coperte d'oro), a indicativo di
wme il momlu greco ;lllcrtn ai traffici considemsse glt Sp;trtani 1nivi di esperienze
moneta li.
11 Su queste lradi?.ioni, c sulla moneta tli ferro (c cuoio) v. MICI 11!1.1. 1952, l'P
298.\07, NI'NCI I'J71, Cozzou I'J71J, (lp. JH-10, ll5, l.mUIAIUlo 1979, ,,,,, 95-98;
l'tcAtlll 1')110, MusTI I'JHI, p. 80 sg., CitAWI'llllll 19116, llll 52-54. La problematica
sull'ori1;ine cicli;, monc1a (naturalmente di un certo rilievo in quesln contesto, visto
clu la <ILcisium di non t:oniarc n1nncta cnmum(IIC ;lhhilst;mz;t ;uuic;t) discuss;l in
1crmini a mio avviso ;Issai convincenti d;l MUS'I'I t98t, llp. 70-88, con bibl. essenzia-
_le cital;t a \), H5, n. 2H. Sul possesso della muncla a SllaWI (lrima della (lrtlibizionc
esplidt;l dc suo uso !l'lui. Lys. t7,t-<f (Ephor. fGr// 70 F 205, Theopomp. FGrH
tl5 F 332), Xen. Lt~c. 7,6, H,3, con Plut. Lys. 19,4] v. FINI.EY 1968, p. 150 sg.,
Cozwu 1979, pp. 40-<f9, CAWKWI!I.I. 1983, p. 395 sg., NoETIII.ICIIS 1987, (con una
raccolta dci casi di corruzione a Sparla) p. 165 sgg.: non vanno souavalutati (come
fannn snpnnlulto Cawl1wcll e Nocthlichs) gli impcra1ivi etici tradizionali, chc natu-
ralmellle si s;~r;umo lradutti in legge in un mnmcmo di particolare tensione, succes-
sivo mi E~nspnlami c culminato nel processo a Thon1x (Piu1. J.ys. 17,1 sgg., 19,<f, con
ci1a~.iune dci ~i~ ricnnl;ui fnunmellli di 'l'copompo cd Efnrn). Cnnnmque da esclu-
dcrc ehc Xcn. /.11c 7,(, f;~cci;J rifcrimelllo ad una prcccdcme legge che prevedeva una
punizione pit lieve, proh;~hilmcnle una multa (cos DAVIIl t981, p. 175 n. 12, ma
d. p. es. WAt.IIANK t957-I'J79, l p. 731). Sugli cffcui c;uastmfici del pusscssu 1li
clen;trn ('l'l' 1\"ic;l individu;~lc v. il gi~ rknrdatn episodio di Glaukos in Emdoto, p.
134, n. H!i.
lR Pl. J.eg. V 742a-b.
l' Xcn. /.a c. 7,5-6.
10 Plm. Lyc. 9,4 sgg.
234 I.A NASCITA DEl. KOSAIOS
n Alcune critiche alla cronologia della ceramica figurata l>roposta da Stibbe sono
state avanzate da ISI.ER l 978, p. 55 (eccessiva estensione del a prima fase della pro-
duzione). Le conseguenze non sarebbero comunque panicolarmeme rilevanti per la
nostra ricerca, che considera il materiale all'interno d1 griglie cronologiche piuttosto
ampie (venticinquenni), cd in primo luogo interessata alla cronologia relativa. Si
pu fin d'ora dire che per gli anni finali del VII sec. ed i primi del VI, cui si
riferiscono le osscnazioni di lsler, non $i presentano, in sede di conclusioni storiche,
particolari problemi di raccordo tra dati 'archeologici' L'<l eventi datati nella trallizio-
ne leueraria.
co Tale c01p11s non ha ovviamente alcuna pretesa di completezza. Esso comprende:
k,imbaroi (editi in STIIIUE 1978), stdm11oi (STIIIIII! 1981), crateri c kr.eteriskoi lgli
esemplari di produzione laconica catalogati in STIIIDil 1989; si tenga conto poi che:
i due forerunners STIDIII! 1989, Al e A2, sono fuori dal periodo preso in consi-
dera2.ione; outside the catalogue sono talora riconlati crateri conosciuti solo attra-
verso vaghe notizie (/>. es. almeno tre, o svariati crateri) e dunque non datati,
donde l'incertezza de mio almeno l 1261, ceramica 'figurata' ecl altre coppe LSTIIIBE
1972, dal catalogo generale e da quello per gruppi di forme, relativo alle coppe, ivi,
Pll 15-18; a quegli esemplari ho aggiunto: 1)- frammento da Sibari (NSA 1%9,
Suppl. l, p. Joll sg.); 2)- coppa da l lalicis (l'urto Cheli) (Hcsl>crin XLV, 1976, p.
240 sgg.); 3)- frammcmi di due coppe da Caere (MNIR XXXVIII, 197lo, p. 7 sgg.);
4)- frammento dal Mcnelaion (AR 197(>-77, p. 41, fig. 49); 5)- frammento da Torre
S. Sabina (QMJ\.ll IX, 1976, p. 31, n. l 7, fig. l); 6)-. frammento da Roscllc (AA.VV.,
Rose/le. Gli scavi e la mostra,l'isa s.d., ma 1977, p. 61, n. l tav. X a); 7)- fmnunento
da Enserune (Juu.v 1983, p. 895 nr. 248, tav. B 93); 8)- frammenti di 8 coppe, di un
arjballos ed una ldkai11a da Samo (ls1.1m 1978, pp. 102 sg., 166 sg., nrr. 182, 183, 185,
669, 670, 671, ~72, 673.; 674, 675, tavv. 52, 74, 75; 9)- 6 cuppe decorate ed a vernice
Il. CUMMEIU..:IO 237
nera da Corinto (SII!GEI. 1978, pp. 5962, nrr.30-34, llllNTZ 1982, p. 343, 03-116, tav.
38); l0)- frammenti di coppe da Egina (FEI.'I'I!N 1982, pp. 19-22, nrr.112-115, tav. 8);
Il)- coppa nella collezione Hirsdunann (1/irscbmmm Collertion, pp. 20, 94, nr. 7,
fig. p. 21); 12)- frammenti di coppe e ceramica figurata o decorata dal Santuario di
Demetra a Circnc (Sciii\US 1985, pp. 15-48); 13)- coppa da Tolfa (PuMrii.J l986a,
p. 107 sg., tav. Llll); 14)- frammenti di coppe o coppC< frammentarie (per un totale
di 17 csempl;ui), ed uno di t'biti/e mesdmrhnlos da Gravisca (Ccrnmicn lnco11icn , pp.
115-117, l:wv. I.VI-LXIII,2)J. Nei gmfic1 'lui riprmluui, ;lppront;ui per il mio con-
tributo in S'l'lODE 1989, non si tiene conto degli addenda a quel volume e p. es., fra
i materiali 'omogenei' a quelli abitualmente compresivi, dei frammenti di una coppa
,1;, Amnumtc, '1'111\l.t.t/\NN 1977, p. 81, nr. 184, 1av. XVIII, 9-10, c 1lci (rammenti ,H
12 coppe d;~ Naultratis o di provenienza genericamente egiziana (VI!NIT 1985, nrr. 4,
5, (,, 7, Il, 18, 19, 2(>, 27, 28, 29, 31). Con la lnro aggiunta il corpus ammoma a 1150
cxx.; li ho comunque tenuti presenti nella mia esposizione, ma in auesa della pros-
sima pubblicazione di un ulteriore volume della serie dedicata da Stibbe alla ceramica
lacomca a vernice nera, non parso opportuno provvedere ad un totale rifacimento
dei grafici stessi, che non avrebbe messo in luce novit significative (cf. n. 44). Non -
mi sono l>otuto servire di P. PEI./\G/\1'1'1 - C.M. Srmam, U11 {om1a poco conosciltta
di vt~so laconico: il cratere 11 campn11n, BA 52, 1988, pp. 13-26.
41 Per ~uesto motivo, ad esempio, non sono in esso compresi alcuni dei mate-
riali tarentim e1liti illSTIDDE 1975, pp. 27-46, o molti pezzi riconosciuti come laconici
nc~li scavi di Tocra (B0/\1\IlM/\N-HAYI!S 1966; Du/\RI>MAN-1-11\YES 1975), del san-
llmrio di Demetra e Persefone a Cirene (SCIIAUS 1985, pp. 15-48) o di Corinto
(SmGI!I. 1978). N stato sfmttato appieno l'elenco delle importazioni laconiche in
Etruria, importante Ira l'altro per gli nribnlloi c le anrore, di MAR'rllll.l 1979, pp. 49-
52. Sarebbe tuuavia mile tener conto, nei vari siti presi in esame, della presenza di .
forme insolite, un indizio di forti legami commerciali. ,
42 Una necessit sulla quale giustamente insisteva CooK 1959, specialmente pp.
118, 123.
238 I.A NASCITA Dl!l. KOSAIOS
per fare un esempio $i possono citare gli oltre duemila piedi di coppe laconiche di
cui si ha notizia da CIIIUSTOU 1%0, p. 229.
IL COMMERCIO 239
Figure lt~-lb
Produzione
1000 ~50
tl4
too 400
800 150
h 700 h
r 100
600
250
IIOD
200
" 400
" 100 " 1:10
200 100
100 50
o o
dolili nondabll
Diffusione
!!
200 134
180
n "o
r 140 116
a
120 .<
100
: 80
x 60
40
20
A 8 c O E F o.H MHOPQRS
Figure 2a-2b
Diffusione
D ID 20 :a o 40 so 60 70 ID 110 100
~
Laoonla
~ Santuari panollonlol
Consumo locale Apulia
ed esportazione DII Campania o Lario
Clronaloa
100 Colonie foott
90 Etlllo
E!] Etr~rla
80
70
60
l:l1B o.:~~!f."tn"'':
Golfo Saronloo o Areoll4o
so Oroola
40 rnlJ Oroofa orlonhlo
liO
Dlllllalla
~ HafR&IIroola
20
D HarNoro
IO ~ Saono
o r.<:! Slollla
l/Ba Taranto
TuooNaapolls
(!1m Altro provonlonrt
~ Provonlonn uonuoluta
l!llloonsuono looalo llB!Diuporlulont
Figure Ja-Jb
50 O vernio ntra
45 l crateri a shffa l
40 C "d~t!tsltpptd
n O " pstlldo-volult
15
IO E .. de;:rr:.l~J
2:1 F solo Ytrnlololl
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" 20
Il
15
IJllil 650-600 .c.
IO 600-575 .c.
5 l!lillll 575-550 c.
o m sso-5za .c.
c rz.a c.
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o1assl
D
~ 500415
525-500
1111111 415-400
.c.
.c.
100
90
80 lorattrla volult l
70 nvur ntrt
B Vtrnlot nera
60 l ...........,. l
Il 50 lll"doubleslepptd nln'
40
liTi] pnudo-volult
IO
mm d:~rr:u~J
~ solo vornlololl
20 ~ ploooll
IO
o
650/600 600/575 515/550 550/525 525/500 500/475 475/400
Figure 4a-4b
La conia
50
45 (il Lacohl&
40 (Ili '"" l 16 dalaiO
h
. r 15 -+- ancfuntftte pro4uEioat
IO 9thtr< ( 1126 tKK.,
tl4 dahll)
25
K
20
K 15
IO
5
o
650/ 600/ 575/ 550/ 525/ 500/ 475/
600 515 550 525 500 475 400
Santuari panellenici
12
Em Sanl\lt,.l pantOtnlf
IO (28 '"" 26 4alall)
h
........- &hdomthlo produ&IORt
r e 9thor< (112' t>CK.,
"4 dala li)
"
K
500/ 475/
475 400
Figure 5a-5b
Samo
100
90 ~ So.mo
80 (IU tKK,, 1:54 dltll)
n
70 -+- 1nd1menlo prodtldont
60 9tnenlt (t 126 exx.,
914 dai>IO
50
)( 40
)( iO
20
IO
o
550/ 500/ 475/
525 475 400
Egitto
20
18 [@ Eglllo
(Il txx., 25 dahll)
r "
14
12
- - ndamtnlo produdont
gtntralt (l 126 tiCIC.,
,.4 dlall)
IO
x a
K 6
4
2
o~m.~zm~
'575/ 525/ 5001 4751
550 500 475 400
sr Nella prima met del sectllo cinque pittori maggiori (l'ittori di Nauluatis, dei
Boreadi, di Arkesilas, della Caccia e dei Cavalieri) non rutti contemporanei (il Pittore
della Caccia sostanzialmente 'sostituisce' il l'iuore di Arkcsilas).
Il. COMMERCIO 245
Figure 6a-6b
Etruria
'o
[00 Elrvrla
50 (168 tKX,, 116 dahll)
n
r 40
-+- andiMtnlo produdont
9tfttrllt (1126 tXK.,
914 dahll)
IO
t
)(
)(
20
IO
o
650/ 600/ 575/ 550/ 5251 500/ 47~/
600 575 550 525 500 475 400
Campania e Lazio
"
14 ~ Camponlo t Lodo
(2t tKX., 21 dtlall)
12
-+- andamento produzlono
IO 91htrllt (1126 tX>C,,
914 dtlall)
8
"" '4
2
o (,.....;;..._jl:ao:al~
575/ 550/ 525/ 500/ 475/
550 525 500 475 400
Figure la-lb
Taranto
20
Il 1m Tannlo
16 34 txx.,n dlltl
h
r ~~ -+- hdamn pradutloht
12 9htrlt ( 112' eKM, 1
1114 dalll)
IO
M
8
x 6
~
2
o
Cirenaica
IO
70 1m Clrtn~loa
(168 tXM., 162 dhll)
h
'D -+- and1mento pradur.tont
r
50 9tntr>lt (112' txx.,
914 dhll)
~o
x IO
M
20
IO
o
'50/ 600/ 575/ 550/ 525/ 500/ 475/
600 575 550 525 500 H5 ~00
Figure Ba-Bb
Sicilia
[illill Slollla
(l '4 tKK. 1 114 datolO
-+- olldamonlo pro.ru.lont
9111tr< (1126 '""
tl4 dtloll)
Magna Grecia
5
4,5 Em!) Mgna or .. t_a
(22 '"" Il daloll)
n
r 3,5 -+- andamonlo prodllzloht
3 91htralt (1126 t>CK, 1
fl 4 datoli)
2,5
2
"
K 1,5
l
0,5
o
650/ 600/ 575/ 550/ 525/ 500/ 475/
600 575 550 525 500 475 400
~~Sulle csponaziuni in Sicilia v. nra P. I'EI.A!t\'1'1'1, lhiA !\4, 1989, pp. 1-62
un'imprcssimmnlc rac1:nh01 di nHucriali, di cui non ho ponno tener como, essendo
qucstu lavum ormai in stampa.
5' Sulle importazioni laconiche in Etruria v. anche il materiale raccolto tfa
MAI\'1'1!1.1.1 l 97'), pp. 49-52. A Ci rene essa giunge poco tempo dopo la fondazione
248 LA NASCITA DEL JWSMOS
Figure 9a-9b
. 251
11
20
15
ID LLl .datali
8 non dotali
Il: - Cohnla
A,rl,totocam,.lna - .1
Dola
-.-
lmtra
ltonllnl
111
Lipari
Hegara
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.Il
Stllnunlt
l
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ID
n
r
'
l
7
1111111 650-600
600-515
575-550
'
5
m 550-525
!ii! 525-500
4
Il 3 ~ 500-475
Il 2 475-400
l
o._-.._...,.-":--...._....JI!.__.......,..,....._....._=-+-.-a'411111LJ.-""---
della citt: vi stato rinvenuto un pez2.0 del Laronian I (STUCC:III l 965, p. 37 sg.,
tav. X.2).
s Ma per l'Etruria, oltre all'incognita pmdotta 1lagli esemplari finiti nelle colle-
Il. COMMHilCIO 249
Figure JO.r-IOb
Apulia
500/ 475/
HS 400
Figure 11a-11b
Grecia orientale
' Eill!
Orto! orltnll
(21 '"" "41111)
r 6 -+- andtmento produz.lont
ttntralt (l 126 '""
914 datili)
: l
2
l
o
600/ 575/ 5501 525/ 500/ 415/
575 550 525 500 475 400
o
575/ 550/ 525/ 500/ 475/
550 525 500 475 400
Figure 12a-12b
Colonie focee
8
7 mii] Colonie loott
( 12 IKK,, 8 dtllll)
n 6 ....,.._ ltulamthto produdaht
r
5 ttntr llt ( 1126 IKK,,
"4 dotatO
K il
K 2
u!JJL,~
G Etruria
K 20 P Tuo
H o.!~~~~~r~:,': Q ProYtnltn. tun.
IO
Eli lollt90 do l Plllort do l loroodl
o D Dolltt do l PII loro di Noulcnlls
~ B C P E f OH l J Kl MNOP Q
provtnlenu
Figure /Ja-/Jb
Crateri: produzione
125
tti,B
t OD
n
'75
x 50
x
25
4,'75
o
650 625 600 575 550 525 500 475 450 425 400
n
r 11!!1 bolltvht do l plltorl
.a n,W'.. ntrt
m oorpus ur. luonloa
x
"
475
(fig. 6a); pitl ridotta a Taranto (fig. la), la ripresa assai notevole in
Sicilia (fig. Ba), che affianca e supera l'Etruria come mercato princi-
pale per i crateri: riflesso di questo orientamento occidentale, ora e
nel venticinquennio successivo, sono i pochi ritrovamenti nel golfo di
Corinto (fig. 10b)57 ,
51 Sui rapporti diretti tra Messapia e mondo greco v. D'ANDRIA 1981, pp. 287- '
297 c ll01'1'1Nt 1986, pp. 212-221, con bibl. .
59 Cf. il caso esaminato a pp. 206-218, c si ricordino i paralleli cretesi cui si fa
61Sulla quale v. gi RUMI'I' 1957 cd ora STmrm 1989, pp. 17 sg., 21 sg.
61LANE 1933-1934, p. 116, segnalava la novit della forma, con esemplari che
egli auribuiva al Laconian l e che corrisfondono al Formgm/'l'e l di STUIIII! 1972,
databili ora tra la fine del VII e l'inizio dc VI sec. a.C., c pi1 o meno contemporanei
alle coppe del Formgmppe Il, di pi chiara matrice greco-orientale.
61 Cf. n. 67. Peraltro ci sfuggono completamente eventuali specializzazioni nell'uso
siale, 'altra' rispeuo al p~eitlftitm classico. Che poi il~~:put~p AaK!IIYIKO; abbia conser-
vato un certo richiamo ;mche dopo la trasformazione della societ spartana non deve
stupire troppo.
71 lldt. l (,5,1. .
11 Per 1.1\N!; 19JJ-I'JJI, p. 179, relationship bctwcen hcr (Samos) anr.l Sputa ...
cannot be explaincc.l on purely commerciai gruunds ... The true basis of the conncc-
tiou was prnh;1hly tu be fouml in thc adminuinu which thc S;unian aristocracy fclt
for thc Spartan poliwfa. Taranto avrebbe irwccc funto da canale di diffusione in
occidente per lo stesso Lane (ibitl., p. 186) c DUNDABIN 1948, p. 91, che a p. 248
alludeva ai Corinzi su h;rsi che nggi non mi scmhrano J>ir significative; tutt;l\'ia
80AIU>Mi\N I'J80, p. 192, parla di mcdiawri corinzi in Sicilia. Rotmllt:K 1950, p. 242,
n. 72, pensava che la ceramica laconica giungesse a Naukratis via Cirene: comunque
le iscrrzioni d;l lui portate a sostegno della pruJ>rin tesi non sono circnaiche (cf.
SCIIAUS 1978, p. 237, e Sclli\US 1985, p. 101, n. 85). Lo stesso Roebuck (ROEBUCK
1959, p. 82 sg.) spiegava le esportazioni laconiche a Samo sulla base dei rapporti
politici tm le c.luc citt: Sparta commerciava c.lircuamente con Samo, senza la media-
zione di Corintu: i mercanti laconici attivi a Samo sono definiti in modo forse un po'
elusivo tlu: tnulcrs of a puwerful state whosc politica! frienc.lship was an asset to
Samos (Spartiati o pericci?), mentre ai Sami Roebuck attribuiva l'esportazione di
ceramica laconica negli altri c:cntri ionid. Il ruolo dci Sami stato poi Sllltolincato da
noardm;ut (gi Uoi\ltll/\11\N 19M, p. H 1). jEI'I'ImY 1976, p. 217, scrive Samo pu
essere statu uno (se non l'unico) canale auravcrso il quale proc.loui c.li lusso c.leii'E,eo,
orientale, c della l.itli;l cmno 1:iunti in L.acunia-. Ai Focci, ma soprattutto ai Samr, fa
riferimento jniiANNOWSK v l 975, pp. 18-20, c tra gli Ioni ai Sa mi in particolare
Mi\lt'I'HI.I I'J7'J, p. <18 sg. Ai perieci pensava forse in un primo tempo CoOK 1959
specialmente pp. 117, 123, ma ora sembra decisamente escluderli (CooK 1979, p.
151), wmc fa csplicitamclllc Hnll.liY 1977, p. IJC.. FITZIIAIUIIN<m 1980, pp. 35, 158,
pensa a Corinzi c Snmi cd piuttosto catrto sulla possibilit di tlll traffico diretto fm
258 I.A NASCITA IWI. 1\0S.UilS
11 1-!ch. l 70.
11 1'er la datazione d. Mu.um 1971, p. 35, c Mrrcum.L 1975, p. 8(,,
11 Hch, 111 l-18.
as Hdt. 111 54 sg. La tomba eli Archias ricordata anche da l'lut. Mor. 860d.
l& CAI\'rLI!IlOE 1982.
11 CAil'l'l.l!mm 1982, p. 25(>-258, con hihl., pi rcccntcmcntc v. BlmNIIAI!Il'l'
1987, p. 262 sg.
Il. COMMI\1\CIO 259
bero prodotto sul posto la merce richiesta dai loro clicnti73 Il feno-
meno sicuramente complesso e non pu certo essere spiegato fa-
cendo il nome dei mercanti di una sola citt: con le considerazioni e
le ipotesi che seguono intendo solo proporre un quadro provvisorio
il pi possibile adeguato alle nostre attuali conoscenze, individuando
gli elementi che sembrano emergere pi nettamente sullo sfondo di
quel quadro di philfai cui prima accennavo.
Sembra difficile negare ai Sami una funzione di rilievo nello smer-
cio dei prodotti laconici tra la fine del VII c la met del VI sec. Sa-
mo si distingue per la precocit delle importazioni, per la gran quan-
tit di ceramica figurata e per l'eccellente qualit dei crateri rinve-
nutivi74. La questione dci rapporti spartano-sami stata di recen-
te trattata da P. Cartledge75; sua tesi di fondo, ampiamente condivi-
sa da chi scrive, che a fondamento delle buone relazioni tra Sparta
e Samo fossero rapporti interpersonali tra aristocratici, abbastanza
b~n documentati nella tradizione letteraria, epigrafica cd archeolo-
gica.
Prescindendo per il momento da quest'ultime, la nostra fonte
principale per i rapporti tra Sparta e Samo in et arcaica senz'altro
Erodoto, soprattutto. con i /6goi sami del terzo libro 7('.
Il primo di questi l6goi 77 si occupa essenzialmente della spedi-
zione spartana contro il tiranno Policratc. Amasi - al dire di Erodoto
- aveva rotto la sua amicizia con Policrate, ed il tiranno era passato
all'alleanza con Cambise, proprio all'epoca in cui (525 a.C.) questi
organizzava la sua spedizione contro l'Egitto. Policrate gli invi a
sostegno una flotta, composta dagli elementi a lui pi sospetti, ma gli
equipaggi si ammutinarono, lornarono a Samo, e solo con difficolt
Sparla e Taranto e fra Spa11a e Cirene. Il nome degli Cnidi stato fatto, accanto a
quello dei Sami, da lJ' ANI>RIA 1976, p. 23 sg. e BornNI 1986, p. 220. l marchi
graffiti o dipinti esaminati da jOilNSl'ON 1979, p. 235 (cf. anche JoiiNmJN 1975, p.
148 s~., n. 7), non sono particolarmente indicativi.
, Gil STIDDE 1972, p. 12, n. 2, con richiamo a Hlicher cd Hasebroek, e forse
con un punta eccessiva di primitivismo, ed ora STIDDE 1984, pp. 7-10, c STIDIII! 1984a.
71 Nella dis1rihuzionc tlci crateri 'per classi' l'unica anomalia di un certo rilievo
costituita dalla gran quantit di crateri a vulute, multo spesso figurati, rinvenuti n
Samo.
7' CAR1UI>GE 1982, pp. 243-65.
76 Hdt. III 39-60, 120-5, IJ9-Jol9. Su di essi v. IMMIH\WI\1111. 19~7, Coiii!T 1971,
pp. 159-169, Mn'CIIEI.I. 1975, TOI.I.E-KASTI!Nili!IN 1976. In generale su Samo v. ora
SIIIPI.F..Y 1987.
77 l-ldt. 111 39-60.
IL COMMERCIO 257
LAIIAI\111: 1975.
BO 1-ldt. III 47.
11 Non va dimenticato che questa la pi antica testimonianl.a (naturalmente
Tirteo escluso) sulle guerre messcnichc. Essa sembrerebbe anche introdurre una nota
di contemporaneit nel contesto narrativo erodoteo, potendo trovar un aggancio nei
'problemi' che Sparta ha avuto con la grande rivolta del terremoto, la cosiddetta terza
guerra messenica. Dobbiamo anche leggere nell'accenno un contrappunto all'aiuto
ateniese? Si pone in ogni caso il problema (trascurato, mi pare, dalla bibliografia
recente) del rapporto tra la testimonianza erodotea e le relazioni tra Sparta e Samo
in un arco di tempo che comprende anche la secessione di Samo dalla lega ateniese
(sull'episodio in breve St-III'LEY 1987, p. IIJ sgg., con bibl.; sulla storia di Samo nel
V sec. p. es. QIIINN 1981, spec. pp. 10-23) ed una richiesta di aiuto degli stessi Sami
contro Atene, che sarebbe stata respinta ai voti dal concilio della lega peloponnesia-
ca (cf. soprattutto Thuc. l 41,2): secondo un'opinione verosimile (peraltro non in-
contrastata) non si sarebbe giunti al dibattito ed al voto nell'assemblea della lega
senl.a lilla precedente decisione di Sparra, favorevole ad impegnarsi contro Atene cd
a sostcgnn di Samo, v. in proposito joNt!S 1952-1953, llll S'l'Il. CROIX 1972, pp. 200-
203, c recentemente SAI.MON 1984, Il 281, n. l; altra bibliografia in CONNOR 1979,
p. 26, n. 23.
260 1.1\ NI\SCI'I'I\ DEL liOSAIOS
93 CARTI.EDGE l 982.
91 Cf. NAI'ISSI 1980-1981, NAr:rssr 1985. Qui ho richiamato l'attenzione sui rap-
porti trn gli Egcitli c i reali cirenei; n questo contesto viene ricontlouo parte del
problema dei c.d. soggetti circnaici, con l'ipotesi della dipemlcnZ;I della coppa di
Arkesila5 da un grande pf11t1X commissionato dagli Egeidi (cf. p. 325 sg.). CARTLEDGI!
1982, p. 219, ricorda che frcqucmcmcmc Spart:1 si truva coinvolta in truclle che lui
definisce special rclationships: il cnso, oltre a quello gi ricordato di Samo, Tera
c Circne, Ili Cnidn c 'l':mmto (l hlt. Ili 1311,2), sul crcmlc d. pi1 oltre, p. 275. Sui
mppurti fra Sp;lrl;c c Circuc cf. andcc p. 271 sg., 11. 172.
's Hdt. Ili 54 sg.
"'Cf. PoltAt.fllllllli'Oitll I'JIIS, p. 3 l, nr. l 51. l pcrsnnn1mi nomi unti sono
registrati ai nrr. 150, 151, ll58, (,5'). L'ultimo nessn ip<ltctico.
97 Questa potrebbe essere In data del viaggio di Emdotu n Sparla, cL jACORY
105 DUNST 1972, pp. 140-144, fig. 6, tav. 56 (EiJIIviiato tcil bpq Inapnlim).
106 Dediche di privati a Dclri: jEI'I'ERY 1961, pp. 199, nr. Il, 202, nr. 65 (dubbia),
DAUX 1977, pp. 51-57.
107 DIEIIL 19M, p. 512 sgg., nr. 32, per la cronologia cf. CAJ\TI.IHJCa! 1982, p.
252, n. 45.
108 All'epoca di Erodo1n la 1radizionc (sulla quale cf. sopra, p. 35, n. 17 c p. 38,
n. 30) non distinb'tle ancora tra le due guerre messeniche. Se l'aiuto samio , come
credo, storico, esso viene offerto quasi certamente nella seconda Messenica (cos p.
es. How-\VELLS 1928, ad loc., IIUXU!Y 1962, p. 74, Ku!CIII.E 1963, p. 33, jEI'FI!ItY
1976, p. l 20, CMTI.EUGI! l 982, p. 258 sg.). Alla prima guerra mcssenica pensava
dubitativamente RoF.RUCK 1959, p. 72, e FollllEST 1968, p. 26, inserisce l'episodio
nell'in;:rrobabile grande contesto della guerra lelantina.
1 Hdt. Il 178. Su N:tukratis in generale v. in hreve B<>t\lliiMAN 191!0, pp. 118-
13.1. Sui ntppurti 1m S:uno e I'Egiun v. lhVIS 191!1, pp. 69-71.
110 Esis1e una surt;t di trianguln che unisce grandi casare nelle tre ciii~: rapporti
tra gli aristocratici spartani ed i reali cirenei (cf sopra n. 94 ), rapporti tra Spartani e
Sami e rapporti tra gli ariswcratici sami e i Cirenei (sono hen note le ljltim llt:yciIXI
che, in seguito al benevolo operato di Coleu, uniscono Circne a Samo (lldt. IV
152)). V. in proposito NAI'ISSI 1980-1981, specialmente p. 202 sg., CAilTI.WGI: 1982,
l' 2-19, NAI'ISSI 1985, p. 381 sg., con diverse accentuazioni dci risvolti commerciali
della questione.
Il. COM~WllCIO 263
golaril su di essa fin dalla fine del VII sec., m~t forse assai pii:1 sal~
tuariamente a partire dalla met del Vl secolo.
Bisogna ora guardare un po' pi da vicino gli episodi della met
del VI secolo, c porsi una domanda per la verit tntscunua da Car-
tledge: perch i Sami hanno predato questi preziosi oggetti inviati
dagli Spartani, o ad essi destinati, se con essi fino ad allora tenevano
buoni rapporti?
Come ben si sa i Sami furono in et arcaica particolarmente
attivi come pirati. Basta scorrere le pagine di Erodoto per rendersenc
conto. Le loro imprese 11011 si esauriscono nelle azioni che videro
danneggiati gli Spartani. Erodoto ricorda con disapprovazione le raz-
zie indiscriminate di Policrnte: diceva infatti che si fa cosa pii:I gradi-
ta all'amico restituendogli quello che gli si preso piuttosto che non
prendendo affatto 111 Possiamo anche considerare questa frase qual-
cosa di pi che un semplice bon mot 112 , Come Shipley ha sottolinea-
to, la pirateria un aspetto fondamentale della 'tal~socrazia' di Policra-
te, determinante per l'ascesa della sua potenza e per la sua ricchez-
za113. Da ricordare poi la proficua attivit condotta dai ribelli del 525
dopo l'infruttuoso tentativo di 1:ientrare nell'isola, prima ai danni dei
Sifni, poi a partire da Cidonia 11 ~. Non necessaria troppa fantasia per
immaginare che gi le colonie samie in Cilicia, Celenderis e Nagidos,
probabilmente fondate nel VII sec., traessero profitto dalla loro
collocazione sul periplo del Levante e fossero pericolosi nidi di pi-
rati115. Vi poi un notevole documento sulla pirateria samia negli
anni centrali del VI sec., la .celebre iscrizione incisa sulla statua de-
dicata da Aeakes, figlio di Brycl10n 116 Il testo non ha ancora ricevuto
una esegesi veramente convincente: per quanto ci riguarda mi limi-
to a ricordare qui che in esso ('AEaiCil avOllKEV Dpuxrovo 8 nll
"Hp'lt t~v OU11V 117 EnP'lOEV Kat T]V bdotaotv) si fa sicuramente cenno
all'attivit piratesca svolta dal dedicante 118,
Il padre di Policrate, Aiakes 119, ed un suo omonimo nipote, ti-
ranno di Samo (come il padre Syloson e lo zio Policrate) prima e
dopo la rivolta ionica 120, portano lo stesso nome. Lo stile della scul-
tura non preclude affatto una datazione attorno al 540, ed dunque
compatibile con l'identificazione dell' Aeakes della dedica con l'Aia-
kes padre di Policrate 121 Una cronologia 'bassa', all'inizio del V sec.,
sembra invece decisamente improbabile. Per la cronologia dell'iscri-
zione si invece oscillato tra il 540 ed il 500 a.C. In effetti, come da
122 V. p. es. DuNS'J' 1972, p. 121. Con l'identificazione del dedica!Jte con il pa-
dre di J>olicnuc si impose a Cutt'J'IUS l 906 anche una datazione 'aha' della starua e
dell'iscrizione (ca. 540 a.C.). Tuuavia ben presto si dubit della cronologia di ~ue
sr'ullima, e poco dopo si Jlropose una datazione 'bassa' anche JlCr la statua: il pnmo
a manifestare perplessit fu Pomtow (Sylf.J, nr. 20, e PoMTOW 1918, p. 61), che pro-
pose di considerare amica la statua e pit recente l'iscrizione, aJlposta da Aiakes II
dopo il su11 ritorno a Samo nel 492, mentre poco llit tardi Sctll!l>l! 1929 datava la
statua a poco prima del 500. A questo punto fu messa in dubbio anche l'identifica-
zione con il padre di Policrate [Sctii!Uil 1929, p. 22, dopo aver souolineato che
snanameme nessuno dei figli di Aealtes si chiamasse Brychon, suggeriva - per chi
volesse mantenere dei legami tli llaremela con il casato di Policrate - di pensare ad
un figlio (ignoto) di una (ignota) sorella del grande tiranno]. La datazione alta della
statua (alla quale sostanzialmente ancorata l'identificazione dell' Aeakes dell'iscrizio-
ne con il padre di Policratc) ha ripreso ultimameme ad essere sostenuta con maggior
fre<luenza (v. p. es. HtMMI!LMANN-WILOSCiiih"l 1965, p. 34 sg., ed ora FRI!YER-
SCIIAUI!NIIUIIG 1974, p. IJ9-H6). Non sono neppure mancati tentativi conciliatori,
come <1ucllo di jl!l'l'mll' 1%1, p. JJO sg., che prupuneva tli dat;\rc scultura ed iscri-
zione tra il 525-.20, durante il regno tli Policrate.
UJ Naturalmente questo eventuale rap/lono va visto alla luce delle vicemle politiche
di Samo pre-policratea, un 1,roblcma che ascio t]Ui del tuuo da part<'j come lascio da
parte l'ahrcuamu problcmatica pit antica storia della famiglia dt Policrate. Ricostru-
zioni molto precise sulla storia della tirannide pre-policratea come quelle che si possono
leggere in Sllll'l.t!Y 1987, p. 69 sgg., mi lasctano assai perplesso.
111 'l'Ime.l 5.
us I.IRt\VO 1980, pp. 962-970.
266 I.A NASCITA DEl. KO.\'MOS
quando qui arriv fuggiasco tuo padre l temendo la gente? Era dav-
vero adirata, l perch egli seguendo i pirati di Tafo l aveva danneg-
giato i Tesproti che erano nostri alleati (oi li' iUiiv &pe~uot ~aa.v). l
Volevano ucciderlo, suappargli via il cuore, l divorargli la roba a lui
cara, copiosa. l Ma Odisseo li tenne e ferm, quantunque bramosi 126
A differenza di queste comunit 'pi:1 arretrate', le citt che non
considerano la pirateria come un'attivit lecita sono solite in et classica
dichiarare comunque l'apertura di questo tipo di ~lstilit 127 All'origi-
ne della reazione in genere un torto subito~ Le due comunit en-
trano in questo modo in 'stato di rappresaglia'. B. Uravo ha swdiato
recentemente con notevole cura questa pratica del diritto 'internazio-
nale tradizionale', e cos la descrive: ciascuno dei ... membri [della
citt], cittadini o meteci, autorizzato ad impadronirsi dci beni, o dei
beni e della persona, di un qualsiasi membro dell'altra citt. L'uso
documentato con certezza dal V secolo e Bravo ritiene che fosse
diffuso in lonia gi alla fine del VI sec. a.C. 128 Non sappiamo quan-
to fosse sviluppata la concezione del diritto nella Samo di met VI
sec.: non si pu dire perci se i Sami dichiarassero preliminarmente
agli Spartani di essere l::v aum, V OUOt, V auq>. Probabilmente la
loro fu una rappresaglia non annunciata, ma pur sempre una rappre-
saglia, che interrompeva gli antichi buoni rapporti.
La tradizione spartana sul furto del cratere, del resto, fa pensare
che queste azioni di pirateria fossero un atto consapevole, e forse in
qualche maniera ufficiale, della citt: i Sami si sarebbero impossessati
dei doni ben sapendo quel che facevano (nu96~1EVOl) ed attaccando
. con navi da guerra (vnua JICXK'p~cn) 12'.
La versione samia dell'episodiouo particolarmellle utile, a mio
avviso, per comprendere le ragioni della rotnm\ dei rapporti sparta-
no-sami. Essa anzitutto ovviamente vuoi discolpare i Sa mi del 'fur-
to' del cratere: l Sami invece dicono che, poich quelli che portava-
no il cratere dci Lacedcmoni ritardarono, seppero che Sardi e Cre-
so erano stati presi, c vendettero il cratere a Samo, dci privati lo
acquistarono c lo dedicarono nello llcraion: forse proprio quelli che
l'avevano venduto, di ritorno a Sparta, dissero di essere stati deruba-
ti dai Sami, Ma In dedica privata nello llcraion un dato di fatto,
delle I.L'J::W deve venire fondala lnmaua da mare, Sparla , per su;\ furtuna, gi
disramc ,1;,11;, costa: b;lsla cacciare i mcrc;uui.
IH Come fa p. es. CRAGG 1976, p. 207. Il dossier, si gi deuo, staro raccolto
recelllcmeme da N1 II('I'III.ICIIS 1987.
11 ) CL p. es. l'l. /.1'1! X Il 'JSOa-1l, ctl iu riflrinwuw ;lii'Et:iuu ?5.\d-c.
1'" Sulle xc11dcm;,; c sulle fumi in proposi w cf. Klti(IIS 1919, li USI 11.'1'-SWUDOI>A
1926, p. MJ, n. l, l'A liETI 1910, \1. 157 sg. (cf. p. 152), SC.:IIAEI'EI\ 1967, coli. 1436-8, MA-
1\1\SCll 197Ha, p. 21! st:., Pil~iril i in MANH\1-:IliNI-PICCII\11.1.1 1?110, p. 277 sg., ,u/I.J'C'.
27,111-2(,, MAIIASCO I'J!II, lp. 270 sg., ml1lgis 10,5, \VIIITI\111\1\1> I'J82-198J, l'P 127-
IJO: il primo casu acccr1a1u la cacciata di Mai;uulrius nei primi anui del regno di
Clcomcnc, l lth. Ili l 48 (sull'episodio - nel quale forse rilcv;1hile l'ipcrscnsihilir sp.u-
lana verso i doni che pnwntlo essere collsidcnui norn~;~li in un rapporto di ,\'1!1/hr, \'en-
gnuo imerprclali rome 1111 ICIUarivo di corruzione- v. om RuiSMAN 1985, l'P 272-
.275, Sjlcc. 275, cun considcmzio11i pcrahru 11on tld turrn cmll'inccmi, ulrredu! non dimu-
slmbi i, sul conlesru politico interno che por indurre Sparla a non aiutare Maiandrios).
m V. p. es, I'Aili\TI 1910, p. 157 sg.
268 I.A NASCITA DEl. KOSAIO!i
1" Nic. l);ml. FGr/1 90 F 103z 5: ~vm I:JIllllilV oK [~EOliV l:v Irt~iptl.l (a que-
sta testimonianza forse non pu contrapporsi il generico Plut. C:omp. Lyc Num. 2,6).
119 Il 39,1.
uo Xen. Lac. 14,4, Plut. LJC. 27,6-9 (cf. Agis 10,5-6).
Ul l 144, 2. ~comunque difficile esclmlere, con 1>1\ STI'. CrtOIX 1972, pp. 225-
279, le implicazioni economiche del 'lleneto megarcsc', v. I.I:GON 11)81, pp. 200-227,
specialmente 213 sgg., con bibl. cit. p. 214, n. 51, c poi p. es. lliiOl>I!S 1987, pp. 155,
n. 3.
141 Leg. XII 949e-95Jc, cf. Arist. Poi. VII 1327a Il sgg.
143 Theopomp. FGrH 115 P 178.
144 Cf. Xen. Oec. 20,27 sg., c GmtNI!T 1909, pp. 332-41.
1" In questo contesto forse utile ricordare 'che erano gli efori n comminare le
xenelasiai, come mostra p. e~. il gi ricordato episodio di Maiandrios.
Il. COMMimCil> 269
15,10-11, sul mito in Paus. III 16,2 sg. v. PAUSTOI'ERRI 198~, p. 34_3 sg.
270 LA NASCITA ()EL KOSAIOS
IM V"NIT 1'.185, nrr. 2, R (= rispcuivamcmc STIIIIII'. 1972, nrr.J(, c 132), 28, p. 394
(a n. 33 in breve le nnte difficolt di ricostruire le pruvcnieane dci frammenti privi
di iscrizione). Per uno solo di essi (V"NIT 1985, nr. 3 = S'J'IIIIll! 1971, nr. 2l)
conscavata l'inuica7.innc di provenicn7.a dal tmenos di Apollo.
161 V. ad es. Tolthl.l.l 1971, p.(,) sm~oo 'l'olll!l.l.l 1977, p. 408, To1u;u.1 1982, pp.
301-325, con Sol.IN 1981, pp. 185-187, che insiste sulla presenza di Milesi, ma cf. N.
Ernu IAIU>T, ZPEn 60, 1'.185, pp. 139- 143; sehhcne Erodoto auesti pbilitri tra Milesi
c Spartani (VI 8(,), la di si riln11.inne dd la ccnuuica lacnnka nun scmhm testimoniare
un loro attivo ruolo cnmmen:;IIc a Sparta. La provenienza di un l'rammento tli ce-
ramica laconica o;tl lt:menos di Apollo a Naulmuis non t!i l'er s signific;uiv;t.
161 I>'ANlliUA 1976, P 19 Sjlg.
'"'\'(fu IIMI-1\IAI'INIUSII FIS<:IIfll I971,J>. Jol sgg.
IM Nutahl d;l MAII'I'JH.I.I !97'J, p. IR sg.
1'"' Cf. Sllllll.
'" Scgnn di cont;ltti tra Sparta c Fuc(';l potrchhc essere ;ul cscmpin la testimo-
nianza tli Erodmo sull'amhasccria di l'ythcrmos a Sparta (l 152). Le importazioni
lacnnichc in amhicntc fnccn occidentale (Mnssalia, Empnrinn, Enscrunc) scmhnmo in
genere antiche (nonostante .fui.I.Y l 'J83, p. ,(,IJ) cd aaucrinri alla loro 'diaspora' in
occidente, ma mmlesic (jg. /2cr ).
Il. <.:OMMEilCIO 273
11" La ccnunica lacuuica 111111 multu prccucc a<l Egina (cumc giustamente notato
in Fm.TI\N 1982, p. 19) mn i rimwamcnli succtssi\'i ;tlla met dd VI sec. non StillO
particolarmcmc numerosi.
11~ CooK 1979.
170 Sul fcnumcnu v. essenzialmente Musn 1981, pp. 81-83, c pi1 ;tv;uui pp. 353-
355 e n. 21: sul rappurrn fra hronzo c tcsaurizza7.ione assai indicativo il sopranno-
me l'olychallws (l'l. p. 102, n. Il).
274 I.A NASCITA OEL KOSAIOS
1115TIRBI! 1975.
111Cf. pp. 2(,0, 2(,2 e nn. 94 e IlO. Recentemente G. Schaus (SCIIAUS 1985;~, pp.
395--IOJ, e SCIIAUS 1985, pp. 98-102), sopratulllO sulla lmse dell'evidenza forniti\
dalle importazioni di oggeui laconici in Cirenaica, suppone che I.1110lp11 dei ll'f(liOIKOI
fondata da Dcmonax di Mantinea raccogliesse coloni provenienti dalla pcriecfa di
Sparla (ma il termine ll'fpinKIII scmbm generico c souintendere di voha in volta una
diVersa connoca:r.iunc locale). L'cvitlen:r.a tlci c.d. suggelli circnaici per rcla1.ioni com-
merciali tra Sparla c la polis libica difficile da valutare: la coppa di Arkesilas (STIIIIII!
1972, nr. 19-1) di provenienza vulcencc, la COllpa di Cirene (STIIIRI! 1972, nr. 35H)
forse tarentina ... Temo che PAUST01'11Ritl 1985 (spccialmcme pJl. J.H-346) sia andata
troppo avanti lungo questa strada. Comunque la coppa con i Sette contro Tebe
(STIIItm 1972, n r. 221 ), nn suggcuo dai manifcs1i lcganu con 11li Egcidi (discendenti
di Polinicc), ha trovato la via dcii;\ Cirenaica ... Per nn ;Utcglliamcmu molto prutlcn-
tc sulla <JUc5tione v. SnJC:CIIl 1')81, llll 139-143, STUC:CIII 198-la, pp. 1(,3-171. Sul
tema v. anche pi1 ;w;ulli p. 325 sg.
111 Da non dimcnticilrc, oltre al celebre avorio della mwe (AO, p. 214, tav.I09
sg.), un rilievo in calcare con rappresentazione di nave clcdicalo forse nel V sec. (cf.
SEG Il 75) tla Praxinos.(un nume che evoca l'mnerica prxis, cf. M1;1.1; 1986, p. 75)
ad Anemis Onhia (ilO p. 369 sg., nr. 169:12).
171 Che abbiamo visto coinvolti in un mito mcrcamilc-rrosseneticn, cf. p. 269.
175 Per una corretta valutazione del possibile ruolo dc cununcrcio nelle citt
della periecfa v. CAit'I'I.I!IJGI! 1979, p. 18~ sg.
IL COMMERCIO 275
171' Sicch in genere in qnest;l fase la ceramica laconica allesta dircktc Hamlcls-
bcziehungcn zwischcn cxponierendcr uml imponicnde1 Stadi (CooK 1959, p. 123).
111 IJdt. IV t 75, 19K.
17 H l.'imprcs;l di Duricn narnlla in lldt. V 31J-48. Difricile valutare il senso
delle JIE'(!Wxl dJ+.iut ti! K'IX ma\lpi\OIE, Lranc dagli empriria sicelioti, che Gelone
(IIJt. VII 158), nella sua risposta ad 1111 appello Jel 482/1, riconla agli Spanani, ri-
ferendosi ad un suo pretctlcnte infrunuoso invito, da datare anomo al 491, a liberare
quegli emporia c a vendicare Dorico (sull'intera questione v. MADDOLI 1982, pp.
245-252). C' indubbiameme dell'esagerazione nelle parole di Gelone, e si potrebbe
anche pensare che <Jucll'accenno non valga solo per gli Spartani [ma il discorso ef-
feuivamcme rivolto ad essi, tE K'IX 'AOI]Yalol (VH 157) una interpolazione che
manca in molti autorevoli codici, c aprendo la sua risposta con &vlipe ''EUqve
Gelone (VII 158) ironizza sulla retorica con cui gli ambasciatori hanno ripetll!~. il
termine 'llAM per invit:ll'ln a respingere il barbaro persiano, quando se fosse stai
per voi, tut w <JUcstn paese sarehhc dci barbari )J: l'effeuiva presenza di un commer-
cio periew sulle coste della Sicilia d un minimo di concretezza a questa affermazio-
ne, specie se in JIE'ftiIXI r)jleAim tE K'II btullpljmer; non si intendano tanto i guadagni
econumid, <JUanto i servizi cd i fnuti goduti tla quei mercati in termini di acquisi-
zione di prodoui. f~ bene comunque non soprnvvalutarc l'interesse di Sparta come
pofis per una politic:1 conuncrciale (MuS'n IIJ84-1985, pp. 343-3-15).
17'' lt ispcttivamcntc H di. l 174,2 c III 138,2. In questo contesto si ricordi che gli
Cnidi liheraruno cd inviamno a l'era i Cirent'i ma mi ali da Arkesilas 111 a Cipro per
276 LA NASCITA DEL KOSAIOS
essere giustiziati (IV 16-1,2); alla syggneia tra Tera e Cnido fa cenno un'iscrizione di
n sec. a.C. da Tera, /G XII J, 322. Per jEI'PERY 1976, P 199 the friendshill with
Taras was perhaps connected with commerce .. ,, Sui rapporti tra Cnido e Sparla tra
la fine del V ed il principio del IV sec. v. CooK 1961; in generale LEWIS 1977, p.
97, n. 68. Uno Knidis (PORALLA-BRADI'ORD 1985, nr. 449) padre dell'eforo Xenares,
caduto in Tessaglia nel 420/19.
110 V. comunque AR 1978-79, p. 82 sg. .
111 In Occidente i Liparesi, Kvilirot to llmapa1 (cosl dovevano qualificarsi i
Liparesi nel loro primo donario delfico, cf. COURDY 1921, pp. 142-150, figg. 107-
113), per la coscienza d'et classica, dovevano essere affini r,gli Spartani quanto i
Cirenei: come loro avevano per madrepatria una colonia spartana. Questo ci aiuta
forse a comprendere le peculiarit delle esportazioni alle Lipari, caratterizzate dall'ab-
bondanza di sttimnoi, una forma vascolare assai tipica del costume funerario locale,
poco rappresemata nella produzione spartana, c dalla presenza tli crateri di ntllcvoli
dimensioni: C.M. Stibbe (STIDDI! 1984, pp. 7-10, e STIBDE 1984a) stato da ci
indouo a 1ensare che 1111 vasaio laconico h abbia prodotti sul posto. Mi sembra poco
verosimile che egli si servisse di argilla fatta venire appositamente dalla Laconia, come
sup,>onc Stibhc. Come ipotesi alternar iva si pntrchbe anche pensare a delle commesse
f;~ci it:llc d:1i lcg:uni 'etnici' tm clienti, merc:1nte c v:ts:tin.
m Potrebbe essere significativo il calo delle esportazioni laconiche a Taranto
nel corso .della prima met del VI sec., in coinciden7.a con il trasferirsi in Occidente
di Pentatlo e dei suoi compagni verso il 580-76, e per converso l'assenza di ceramica
laconica a Naukratis dopo la met del VI sec., dove Cnido era tra i membri dello
Hellcnion (1-ldt. Il 178). ,
111 V. p. es. i mugs da Curintn (WII.I.IAMS 1979, pp. 140-142).
Capitolo VI
LE CERIMONIE FUNEBRI
Tra l'et arcaica e classica molte antiche citt-stato (non solo gre-
che) regolarono con precise disposizioni il corretto svolgimento delle
cerimonie funebrP. Senza dubbio si tentava di ridurre l'impatto della
morte sulla vita collettiva e di evitare che strazianti ed isteriche
manifestazioni di dolore turbassero l'ordine pubblico. Il precoce
intervento della comunit sui funerali fu determinato tuttavia soprat-
tutto dalla loro importanza come momento celebrativo (e al tempo
stesso costinnivo) della potenza dei gruppi familiari aristocratici. Si
sar cercato di affermare l'autorit della citt, ancora embrionale o
comunque malferma. In concreto l'azione dunque ispirata da esi-
genze di equilibrio ed promossa dalle cerchie che, tr i grupfi che
detenevano il potere, pi immediatamente si riconoscevano ne qua-
dro iJeologico e nei valori della p6lis. Si interveniva cosl contempo-
raneamente sulla vita religiosa ed in generale sulle abitudini ostenta-
rive dei gruppi nobiliari. Come hanno ben visto, tra gli altri, L. Ger-.
net e S.C. Humphreys, il problema essenziale era quello degli onori
eroici accordati ai defunti aristocratici2
Sarebbe sbagliato negare del nltto le valenze politiche di questa
forma di legislazione, separandola troppo radicalmente dalle leggi
suntuarie1: qualificarla semplicemente come suntuaria per ridutti-
1 Sulla
legisll1zione sui funerali e le sue motivazioni recentemente v. HUMPH-
RI!YS 1980, p. 85 sgg., AMI'OLO 1984, TOIIER 1986; soprauuuo gli ultimi due lavori
forniscono abbmul:uue bibliografia. Sulla legislazione ad Atene, con le connesse 'JliC-
stioni archeologiche, la bibliografia citata a n. 256. Il problema ha assunto panJco-
larc rilievo nell'analisi della storia etrusca e romana tra et arcaica e classica; in
propnsito, oltre ai citati lavori di Ampolo e Toher, v. Cot.ONNA 1'.177, ed ora anche
BAttTOI.ONI 1987, e molto in breve, ToltEI.I.I 1988, p. 255 sg.
J GF.RNI!T-Bout.ANGER 1932, p. 160 sg., HUMPIIREYS 1980, p. 89.
1 Cos Tut ll!ll 1986, la cui critica al carauere 'politico' di queste misure giustificata
278 I.A NASCITA DEl. KOSMOS
nella misura in cui queste vengono connotate in senso 'democratico', come fanno per
esempio con molta forza Nu.ssoN 1961-1967, l p. 714, ed Al.llXIOU 1971, Pll 14-
23. Ma non si pu accettare l'idea di Toher (p. 324 sg.) che le leggi avessero in ogni
caso forti precedenti nella tradizione e nella pratica, e che codificassero semplicemen-
te dei cosnuni gi acceuati. Prccedemi sono possibili, le leggi possono giungere anche
come un tcmativo tli vincere tendenze diverse c pi1 o meno contrastanti cnn altre
pur vive: ma non si pu negare l'esistenza di queste tendenze diverse, per quanto
forse gi in conrrasro con certe norme etiche. Cos dalle leggi si evince m negativo
come dovevano avvenire i funerali aristocratici. Non pare cnrrcllo separare nell'azio-
ne pubblica in questo campo gli aspetti politico-sociali e quelli culturali o religiosi,
come ''\IOie EcKS'I'EIN 1958, p. 20.
V. in questo senso GmtNtrr-BnllLANGEit 1932, p. 132 sg., AMI'Ol.O 1984, p.
95, e le stesse notazioni di Tollf:tt 1986, p. 323 sg.
s Esso ruuavia espresso chiaramente da Platone (l.eg. XII 959c-d). possibile
che valenze 'suntuarie' in senso snetto si shmo pon1te inserire in un secondo tempo
in queslo tipo di legislazione.
'' M;mca, llcr tJuantn mi risulti, unu sttulio nnnicum1lrensivu sulle pratiche fu-
nemric spartane; tUllltvia in questi ultimi tempi il tema staltl affrontato pii1 volte:
in particolare si raccomanda la lettura di CAIITI.EDGI! 1987, pp. 331-343, specialmen-
te, 111:1 non solo, in rapporto ai re, MISSONI 1986, PIIITCIII!"IT 1974-1985, IV llJl. 241-
24(,, Su Roiii!RTSON l 983, che suppone generalizzata anche fuori di Atene la pratica
di ricondurre in patria i caduti (per Sparta v. spec. pp. 89-91), un durissimo commen-
to in PRrrc:m:rr 1974-1985, IV p. 94: a me pare che la principale menda nel pro-
vocatorio saggio di Rubertson sia nel non aver distinw scpnhurc individuali e scpol-
u; CHIUMt>NII! I'UNEIII\1 279
ture collettive. Per i funerali dci re v. invece CoNNOit 1979, e sopraltutto il bel
lavoro tli SC:IIAI!I'I!R 1957, ed ora appunto CARTI.I!IlGI; 1987, loc. cit. Ma l'autentico
problema costituito dalla carente ocumcnta7.ionc archeologica, con poche pubbli-
cazioni importanti (ANilltONIKUS I'J56, STIUDI! I'J78a): v. comunque le osservazioni
alle pp. 327-338. A meno che non sembrino conformarsi alla consuetudine spartana,
non si tiene conto qui delle sepolture onorifiche di Spartani all'estero. In questi casi
decisivo l'atteggiamento tldla comunit che cum l;, sepoltura (nella maniera pi
evidente nel caso tli Brasida, eroizzato come ecista dagli Anfipoliti, e sepolto dunque
nell'agoni cittadina, Thuc. V 11,1). Altra cosa sono i semplici casi di mors peregrina
(cf. n. 75) tra i tJU;IIi va ;mnovemto certo quello r.! i Lichas [per. il quale i Milesi non
concessero il luogo di sepoltura (evidentemente enfatico, anche se certo non nell'a-
gorti) preconizzato tlagli Spartani (fhuc. VIII 84,5, con il ragionevole commento di
HCT IV, p. 280 m//oc.)J, e probabilmente quello tli Hip1>oklcs, laccdemonio (pcric-
cn n Sparti;llc?), scpohn ;l Tespie in una tomba intlililoalc )(stele riutilizzat;\ 1 /G VII
J'J04) nun ncccssanamcme morto nello scomro ricortlato in Xen. He/1. V 4,39 (CAR"r-
l.HI>Gil I'J87, p. 231), ma forse tleceduto l>cr 'cause naturali' durante il periodo di
controllo s1artano - un;\ mom con un po emarco furono a presitlio della citt negli
anni 37H-371, Ile/l. V 1,46].
7 Per un quadro simctico delle ipotesi tli lavoro elaborate in questo capitolo v.
n. 291.
R Per il testo cf. p. %.
280 LA NASCITA IlEI. KOSA/0.\'
FU!)liA l 'JR l, spcc. p. 221 sg., JIOCI\ISCII l 'JH l' P 13 sm: (due contributi
preziosi).
1 ~ Cf. pp . .l31-JJ6.
11 Gli inni camati alle Gimnupedie in onore dci caduti della hauaglia Jler la
Tireatidc sui quali richiama l'atrenzione FUQUA 19RI, p. 225, s'inseriscono in uno
svih1p~1o posteriore: d. pp. 303-306, e n. 291 (sez. 3 dello schema).
1 JloC:KISCII 1981, Il. 16 sg.: i processi di integrazione c di nmogenein.azione
dci comportamenti che 1annn pnrtalll al kclsmm di cl classica sono stati in realt
molto pi1 lenti. ,
Il V. p. es. jAtlGER 1932, pp. 107-113. Sugli aspetti democratici della pratica
ateniese delle sepulture collcuive v. p. es. I.OI\AUX 19R l, p. 19 sgg., e I.OI\AUX 1982,
pp. lK.JC,: '"""''' h:1 nurntu ~:iust:umnrc l:r st<'NS:I l.unmx (1')112, p. .17), le 11s:mze
s\1nrtane sono pir vicine al modello epico :111che in :1ltri aspell i, come ncll'aucnzione
a la vita cd al cnrpo del catluru, il che si spieg:1 proJlrin nel quadro dcll:1 prosecuzione
cd amrliricaziunc dci valnri arisrncnuici.
1 In questi versi forse non si allude all'epigramma funerario (cos Gl!NTILI 1968,
p. 55 c, sulla sua scia, PilATO 1968, ad 9, 27, p. 134), ma alla memoria orale (oiit' ft.v
JIVIJ<JitifiiJV oiit' Ev Mrylfl vllptx nllritlllV ... ). Non si pu privilegiare rispello ad essi (con
SNEI.I. 1969, p. 24 sg.) il v. 24 (1'iatu te K'al Mxoc; K'II n:o.tfp' C1d.clauc;) che solo spiega
LE CEI\IMONII! l'UN~Ciilll 281
perch la ciu imcm (distintt t]Ui fnrsc ndlc sue componcmi: i Jlaci, il seguito, il
gruppo parcutclare) si stringer attorno al caduto (del resto dimostratosi un bene
comune per la citl ed il t/timos), c non adduce uu motivo di per s valido per
cmnh;lltcrc c mnrirc.
1 ~ Cf. l'ltATO 1968 .u/ loc., p. 134 , e la nota precedente. Tirteo vuoi forse far
pensare a\1 un compianto simile a quello descritto da Omero per Ettore (11. XXIV
720 sgg.: in citt) o per Patmclo (X Vlll 3H sgg.: nell'accampamt;nto).
16 Cf. PRATO 1968 atlloc., p. 134 sg., con i numerosi epigrammi sepolcrali ivi
citati.
17 Nella guerra di Tirteo gli Spartani avrebbero combattuto portando al braccio
una tessera cnn indicato nome c patronimico, al fine di poter j:SScre ricondotti alle
tomhe paterne Ltantum anlorem militibus iniccit (l'yrtaeus), ut, non de salute, sed
dc sepoltura sulliciti, tesseras, insculptis suis et patrum nominibus, dextro brachio
dcligarcnt, 111, si omnes a1lvcrsum proelium consumpsisset et temporis spatio confusa
corpnris liniallll'nta ~sscnt (il casu dcii~ Tcrmnpili), ex imlicio titulnrum tradi sepul-
turae pnssent; lust. III 5,10-11, Tyrt. T 55 G.-P. : Tyrtaei fabula]: se anche la
notizi;, fosse snln un ';1hbcllimento' rctoricu sul tcm;l dell'elegia 9, avremmo comun
quc una significativa intcqlrctaziunc antica; nm forse il pat1icolare della sepoltura in
patria poteva essere dcsuntu da altre elegie tinaiche. In questo senso v. anche un
epignunma di Nilandcr con il commento a Jl. 298, n. 90. Si tenga anche conto della
sup~losi7.innc che l;l ['I'IJfmnmm: dell'elegia vada amhienrara in una lsdJc, di fronre'
a delle wmbc in ciu: cf. p. 9J, t.'ll <~nchc oltre p. J2l, n. 206. La v~t/g,rt.r sugli usi
282 I.A NASCITA DEl. KOSAIOS
funerari omerici d invece per assodato che non ci si curi del rcimpatrio dei resti (cf.
MYLONAS 1962, p. 481, ANORONIKOS 1968, p. 31, PRITCiiE11' 1974-1985, p. 100 sg.
con la bibliografia citata). In Il. VII 33-1 sgg. Ncstore raccomanda ad Agamennone
di cremare i caduti presso le navi, affinch le loro ossa possano essere riportate ai
figli: questi versi erano per espunti gi da Aristarco e sono considerati spesso
un'imerpolazione di V sec., d'ambiente ateniese (cos in particolare PAGI! 1959, p.
323; tema di difendere la 'paternit america' del passo VAN Dml WAI.K 1963-1964,
pp. 421-423). Che questa per sia stata effettivamente la pratica arcaica, SOI>rattutto
nell'et pre-oplitica, difficile dirlo: v. p. es. GI\RJ.I\NII 1985, p. 92, c sopratt\tllo la
nuova luce che Men. Asp. 69 sgg. sembra gettare su Aesch. Agam. 434-436, cL l)lli'J'-
CJJETI' 1974-1985, IV pp. 228 sg., 254-257. Pit che ad interpolazionc di V sec.
bisogner pensare ad un livello recente nella composizione del poema, in cui si tiene
conto di pratiche ef(ettivamente in uso nella grecit arcaica. Qualche osservazione di
RoJIEit'J'SON 1')83 (J>. es. circot la funzione t>aradigmarica che in questo contesto
assumerebbe il recupero dei corpi nel mito det Sette a Tebe), trova una sua credibilit
se ricondoua al tema delle tomhc individuali.
11 Cnmc conviene otnchc lvltSSONI 198(,, p. 1\9 s~:.
" Sui po/y,u~tll'ei.l spanani cf. n. 73.
1Cf. p. 96 sg.
u 5 G.-Jl. = 7 W. = 5 Prato = 5 D.
11 Molto discusso il significato del frammento: si vedano ad esempio KII!CIII.ll
1959, p. 6J sg., PRA'I'O 19(,8, pJ> 78 sgg., 0J.IVA 1971, p. IlO sg., lloCKISC:II 1981.
Che qui sia descrirro il destino tlci Mcsseni, e non, in temo Ili ammonimento, quello
che potrebbe attendere gli Spartani sconfitti, non mi pare da porre in serio dubbio,
lE CHRIMONIJ! PUNEIIRI 283
r
Plut. Mor. 238d (che probabilmente si riferisce insieme agli usi atlonati per i caduti
in battaglia c per gli altri defunti: cf. 291 e n. 61, anche per il testo greco): non
permise di seppellire niente assieme a morto, ma deponevano il corpo nella tomba
avvolto in una tunica purpurca e in fronde d'ulivo, tutti allo stesso modo,
n Mor. 238d (citato /1er esteso a n. 77); uso simile attribuito a Locri Epizefiri,
Heraclid. Lemb. Exc. Po. 583,60 Dihs = Arist. fr. 611,60 Rose, e prescritto nelle
'leggi di Caronda', Stob. Hor. IV 2,24 (IV p. 153 Hense). Platone (Leg. XII 959e-
960a) non ritiene umano di proibire il pianto all'interno della casa, ma non vorrebbe
fosse consentito che le grida si alzassero tanto da essere sentite al di fuori; vieta
comuuquc il clamore luu~u la strada.
JJ Rispettivamente nella legge di Ioulis (SoKOLOWSKI 1969, nr. 97, Il. 10-12) e
dci Lahiadi (SOKOI.UWSKI 1969, nr. 77, 11.13-15 = C/D l 9, C 31-3.1).
Jl Cf. p. 300, nn. 97, 98, p. 307, n. 131.
Js Cf. p. 298, n. 90. Si veda anche il caso di Cleomene, che si duole profonda-
mente all'annuncio della morte della sposa Agiatis, ma solo in casa d sfogo al
proprio sentimento (Piut. Cleom. 22,1-3).
286 I.A NASCITA I>HL KO.WOS
J6 Cic. Leg. Il 2(,,64. Non si allude ncccssariamcnlc qui al solo illgtiS e/li/,if'bios
(v. liUMI'IIREYS 1980, p. 89).
1' Fr. 5 G.-l'.
11 VI 58. Su <Jl!CStp passo celeberrimo, v. da uhimo CAitTWilGH 1987, p. 332 sgg.
1' VI 56-58, con.CAtll.tlilt 1984, pp. 219-274.
LI! ClllliMONII! 11UNI!IIIU 287
Jliaa~a risponde alla generale differenza tra sepoltur~ dci re e sepolture degli M-
moioi, poich, secondo la tradizione, Licurgo IU"jllflM Ka\ to JllaOJIOii (Piut.
Mor. 238d). Anche la consuetudine spartana di seppellire sul posto i comuni cittadini
morti all'estero, e di provvedere al reimpatrio dei resti solo nel caso dci sovrani (cf.
p. 294 e n. 75 ), va in primo luogo vista alla luce di IJUesta grande distinzione tra
privati e re.
~ 6 Eur. 11' 382. Cf. PARKER 1983, p. 33, n. 27.
l1 i putrehbe avere conseguenze 11 livello dell'edilizia domestica (un11 simile
consuetudine richiede una a11/ capace di accogliere molte persone) o pi probabil-
mente determina una vera e propria 'coda' di fronte alla casa del re.
u Cf. anche Xen. Ile/l. Ili 3,1, llcrnclid. Lemb. Exc. l'o/, 373,10 Oilts = Arist.
fr. 611,10 Rose (e p. 1'17, n. 206).
~ 9 Per CARI.If:R 1984, p. 272 sg., n. 19'1, questo significato si sarebbe progressi-
vamente affievoliro. l.a gerarchia sociale veniva simholicamente riprmlotra a livello
fisico e spaz.iale in relazione all'intimit con il cadavere, cd alla stessa dimora: i
familiari del re all'interno dcll'uikos 'maneg1;hwano' il cad:werc, i ciuadini erano am-
messi nella corte durante la prothcsis, i l'ericd c gli Iloti partecipavano solo al corteo.
5o Xen. l.ac. 15,9. Per Agidc Senofonte nota (Hc//. Ili 3,1): !"tllXE aEJIVOtpa ~
KIITI nVOJllomov m+l. Sul carauerc eroico delle cerimonie funebri per i re spartani v.
SciiAIWI!It 1957, CAitTI.I(IIIl( 19117, p. 335 Stili lnsisll'rci menu tli <JUCst'ultimo (p.
338) sul rapporto fra eroizzazione dei re e loro molo di ecisti (cf. Ephor. FGrH 70
P 118 ap. Strab. VIli 5,5: Euristcne e Prode non hanno un culto eroico in quanto
ecisti).
51 HARTOG 1980, pp. 166-170, confronta i funerali dei re spartani con quelli dei
re sciti. In generale v. anche AMI'OI.O 1984, p. 97, e CAitTI.I!DGI! 1987, p. 334.
51 PmtGUSON .1918, p. 233, paragonava le cerimonie spartane a Juelle degli Zulu.
1.1~ CERIMONIE I'UNEBRI 289
5' In pruposiw v. CAili.IER 1984, p. 273 sg., e viceversa FINI.EY 1968, p. 152,
cuntmriu a tluesto pnmgunc; le osservazioni di Pinlcy circ01 le caraucristiche in parte
recenti dell~1 diarclna vanno per ritenute appieno.
51 Come nota gi SCIIAill'l!ll 1957, p. 223. Sul giuramelllo v. SOJ>ra p. 123 sg.
~ 5 Del restu, se l'elenco erodmeu ripete un qualche documento spartano che
fissava i grca dei re (suggestiva ipotesi di CARI.IER 1984, pp. 250-252), una certa
csigem.a di determinare le prerogative reali derivava dal giuramelllo mensile che, non_
dimentichiamolo, imponeva ai due btrsileis di regn01re secondo le leggi Jella ciu.
5 ~ Su questo aspetro della monarchia spartana \', CARI.IER l 984, p. 275 sg., c
CAI\Tll!OGI! 1987 pp. 340-342 .
. 57 CAil'J'LI!UGE l 987. P 340.
290 I.A NASCITA lll!l. KO.WOS
"In frammemi come l'G.-P. = 2 \VI. (v. 12 sg.: uin yp Kpovi111v ~eatare-
4!1ivou nom "llptJ l Zc\~ 'llprtKEi&u TJjvlt: l&nK"E nOIV), Ilo G.-l). = .. \VI. (v.3 sg.:
drxnv ji:'V puuij 9rutllllitou pmni\u. l u\ot jlf~t I:ncipnJt; ijtftltieaacx milt, L'<l in
generale l'in~era versione tirtaica della rbtra, sulla quale v. pp. 75-77, specialmente
n. 192), 2 C~.-1'. = 5,1-2 \V/. (iurtfprtt(lrtrnlijt, Orom ojli;l.rt Armu'tmr,.l iv lu'l Mf.amjvtJV
t'IUJIC\' t'iljlXIIfiUY ).
1'1 f~ impruhahilc invece che in et classica gli iloti partecipassero ai funerali di
privati, c tla escludere dte ~i prmluccsscro aucnra in rumurnsc manifesta7.i~mi di
luttu. Cnsl, mi sembra, l'evuluziunc dci funcmli conferma la progressiva trasforma-
zione dell'ilotismo in senso collettivo (cf. Ouc:AT 1978, pp. 18-21, e p. 108, n. 30).
40 Sugli apopbtbgmata laconici in generale, sulla raccolta da cui attinge Plmar-
1'1 Lyc. 27,2: f'nratll cmvOaintFI\' ui>8V t'narv, IA' i:v 4'UI\'11d& t.:n +iiUou; ala
otvm; tI milfux Hf(liOlEO\' LInoltre (Licurgo) 11011 permise di ser>pellire niente as-
sieme al morto, ma deponevano il corpo nella tomba avvolto.in una tunica purpurea
e in fronde d'ulivo) ed il parallelo Mm. 238d, mi\'Olinteav ll olliiv lthpEijiEV.I' v
+oavaKil Kll '!>U~ot ctdn Otvta t miljln ncpaatAEav t.:tlt' iaov futa\ta. Vcn~:ono
descritte sia le usanze per i morti comuni (che non prevedevano distinzioni, cf. p.
285, n. 31 ), sia quelle in vi~orc per i caduti sul campo (per i quali \'igcvano precisi
criteri di difftrcnziazinnl', cf. soun).
hl fY olnll \'1 t.:\61 ... Uv tf TI OliljUl nfjllfOtEO\',
' 1 Il giudizio ali 'ft<il!ltSTlli>T 1965-1974, Il pp. 185-188, su Eliano come fonte
per 1;1 swria di Sparla fnrsc 1mppn scvcm. In VI 6 possibile un rappol'lu con l;l
C11sti111zimu: tlti l.trcrdrmoui di Aristotele (d. n. 68).
61 Sull'istilulll dcll'tXflHHEia v. PtttTCIIIrt'l' 197-1-1985, Il pp. 276-290.
66 MISSONI 1986, p. 71, intende invece coloro che sonn mnrti dopo aver combattll!o
molto coraggiosamente evidentemente gi distinti dai 'comuni' Spartani.
67 Plutarco (foce. ciii.) elimina ogni possibile ambiguit nel signiric;uo di lkxUol.
La corona eli olivo a Sparta premio d'1jp1atEia, cf. 1-ldt. VIII 124.
61 Sull;t b;tsc di Plut;trcn (foce. ciii.), MISSONI 198(,, p. 71 sg., disJingue, a mio
avviso a torto, la veste usata per chi ha combattuto con valore dalla normale pboinikfs
indossata in battaglia [sulla quale v. Xen. Lac. 11,3, Arist. fr. 542 Rose(= Schol. Ar.
tlcb. 320, Mucr. s. 'li, t(lmvud, p. 362 Picrson, l'hn. Mnr. 238f, Acl. VII VI 6, 'Val.
Max. Il 6,2, Sud. s.v. Katal;uivEIV Ei +otvtKi&x, l J, p. 52,18 sgg. Adlcr). Cf. anche
Ar. Lys. 1140 sg.]. Questa infatti sarebbe adoperata per seppellire tutti i combattenti.
L'ipotesi si fonda sulla testimonianza di Plurarco che invece semlllicemente impre-
cisa (cf. sopra n. 6J ). Sul problema della tinta adoperata per colorare l01 pboinikls, v.
P 229, n. 9. Anche se non si dovesse trattare (come io tutto sommato sarei ancora
mcline a credere) di una veste tli porpora (giudicata tutt'altro che consona all'auste-
rit degli Sr,artanh da CoZZOLJ 1980, p. J34, n. J), comunque certamente una veste
di pregio: ti valore simbolico essenziale quello di h1dicare l'occasione della morte
in battaglia (cf. sotto, p. JOO sg.).
69 Ael. VIi XII 21: A\ AaKellat~IOvlmv J.llJrtpe, liaa1 buvDiivovto to nallla
gnttt sugli usi funebri spartani si ritiene anzi che la regola del polian-
drio ammetta la sola eccezione dci re 74 , Viene sempre citata in questo
comesto una testimonianza di Plutarco (relativa alla morte di Agesi-
fao in Cirenaica) sul costume dei Lacedemoni, in caso di morte
all'estero, di fare il funerale e di abbandonare gli altri defunti l dove
san morti, e di ricondurre invece in patria i corpi dei re: essa si
riferisce per abbastanza chiaramente a mors peregrina, e non a mors
bellica, per richiamare una quanto mai opporttma distinzione operata
nelle Leggi delle XII tavolc 75 I re vengono naturalmente riportati in
patria anche in caso di morte in battaglia, ma non sembra che essi
costituiscano l'unica ecce7.ione alla regola del poliandrio.
Vi infatti - oltre alla notizia di Eliano - una duplice serie di
dati sull'esistenza di sepolture i n d i v i d u a l i i n c i t t per
Spartani caduti con le armi in pugno 71'. In primissimo luogo vi sono
iscrizioni che sembrano confermare una precisa testimonianza di Plu-
la si pu avere a partire dalle guerre mediche. Si potrebbe forse legare a que~to uso
(e proprio allo scontro per la 'l'ireatitle, cL p. 304 sg.) la celeberrima scena raffigu-
rata dal Piuore della Caccia nella coppa (conservata a Berlino) STnnm 197;2, nr. 218
((tav. 7a) alcuni caraneri(apparentementc?) eroici, p. es. la nudit dei portatori, non
tolgono ogni valore documentario alla scena], riconoscendo in essa dci guerrieri e/o
degli inservienti che portano il corpo dei caduti al n1mulo sul campo di battaglia (cos
contro KURTZ-llOARDMAN 1971, p. 191- v. anche Roumt'J'SON 1983, p. 90- che pen-
mano al ritomo in patria, PRITCIIIi'IT 1974-1985, IV p. 104, e CI.AIIlMOm 1983, p.
253, n. 2). l cadaveri sono ancora sanguinanti (come visibile in vecchie illustrazioni,
p. es. PERNICE 1901, tav. III, cf. la descrizione ivi, p. 190): significa che non sono stati
ancora la\'ati, e che quindi rappresentata l'nvaipea1, cio che vengono riportati dal
luogo dello scontro, c non sono ancora condoni all:t sepoltura (o :1lla pira)? Ma de-
cisivo il fatto che essi siano disarmati: i caduti vengon ponati alla tomba. Comro
FAUSTOFERRI 1986, p. 127 sg. (sarebbe rappresentato il ritorno dei giovani dalla
kl;tfl/citr), si deve far notare che il personaggio pi1 a sinistra del ltlmlo, che, senza
lancia, ma con gli schinieri, porta un cadavere per gli arti inferiori, barbato, e dun-
que aduho. Non possibile che a trasportare i morri siano qui gli naamatai (come
supposto da CIIIUMES 1949, p. 383 sg.), che iella bauaglia di Lechaion raccolgono
caduti c feriti (Xen. Ife/l. IV 5,14): cf. Wm.wm 1974, p. IlO, n. 15, gli ilRuani<JtiXi
non emno armati c non avevano funzione militare: si tranava di tbcrapollles, iloti.
7~ OJliniune di jACllll\' IIJ+I, p. 13 sg., nn. 23 c 28, c di l'lll'l'ClllrtT IIJ74-IIJ85,
77 Lyc. 27,3. La lettura dei mss., \epcilv o IEpcil, ~ stata emendata in EXO~ da
Larrc sul confronto con iscrizioni laconiche come /G V l, 713 sg., 1128, 1277, 2.4.7.
Purtroppo il parallelo in Mor. 238d (vElE t.:a tt.; ~mypatt.; tt.; bit 11ilv IJY11JtdlllY,
11;\.~y 161Y Y 11okqup 1EEU11JocivtblY, Kll t 11Y8tj Kll tox; liUflltO\x;} non parla della
sepoltura delle tlnnnc (sul r01ppono fra lmtitllt.l l .ICOIIm c Vita .li l.i('llrgo v. TIGER
S'l'm>'l' 1')(,5-llJ71, Il p. 82, 1111. 284-285, con bibl.; sulla fonte di Plutarco, ibid., pp.
89-92). DllN Borm 1954, pp. 288-300, vuoi consetvare il resrn rrdiro, basandosi sul
supposto pan~llclo con Hdt. IX 85,1 (cf. per p. 302 sg. e n. 108): v. le critiche di
Fr.ACELI!i.l\1! 1955, p. 372 sg. (cf. FLACI!Litru; 1948, pp. 403-5), J>OUILLOUX 1955, p.
234 sg., Li! Rov 1%1, p. 231, n. 4 (necessit di distinguere tra \epoi e \epEl). Non
credo che /G V l, 1329 (iscrizione probabilmente funeraria di ullo --- iapdx; l ---
u), cirara da WAI.LACll 1970, p. 99, n. Il, sia sufficiente sostegno per la tesi di Den
Uoer: essa proviene inf;llli da I.eucrra, c per i ccmri della perieda non si pu a lll'iori
ipotizzare, oltre ad una naturale, profonda recezione di modelli culturali e anche di
formule (v. il caso delle iscrizioni en po/mo /G V l, )124 da Geromhrai; iscrizioni
CII polmo suno del resto note anche fuori della Ltconia: /G V 2, 251, c /C Il. XIX
4, modellate certo sull'esemplare politefa spart;ma), anche un codice di permessi e
divieti del tutto analogo a quello in vigore a Sparra. Recentemente l'emendamento
~xoti visto cnn favore tla Ktu.t.\' 191!1a,ll. 33, n. 9, c accolto da Manfretlini in
MANFilt!lltNI-I'tccllut.l.l 1980, p. 276 sg. Bib iografia per altre opinioni sul passo in
PRITCIII!l"l' 1974-1985, IV p. 244 sg., n. 430.
78 Ancora affinit nel pensiero greco sulla legislazione funebre: Platone permet-
terebbe stele per cingi nnn pil't lunghi di quattro versi (Lcg. Xli 958e).
7'1 /G V l, 701-710, 918, 921, 1121 sg., 1320, 1591, J>i una nuova iscrizione
in cui si sarebbe ponna tentare un rccu\1ero generale per portare i corpi a Sparta: ma
non lo si f. Tuttavia esiste una sepo tura individuale (di un perieco) per questa
battaglia: cf. JG V l, 1124, e n. 77.
11 Due sarebbero legate alla battaglia di Sellasia: PAI'ANIKOLAOU 1976-1?77; la
cosa non impossibile, ma sorprende un po' la dicitura en polmo per una tomba
sul campo (non un caso che /G V l, 1121 si premuri di indicare il luogo del
combattimento, Mantinea): la dizione ha pi1 senso in un contesto in cui rion affatto
ovvio che il morto sia perito combattendo. Ainesias (TG V l, 703), secondo CAR-
'fi.EOGE 1987, p. 234, sarebbe caduto durante l'invasione tcbann del 370/69
., jACODY 1944, p. 44, n. 28, ipotesi ora non sgradita a Plti'I'Cllll'l'l' 1974-1985,
IV p. 215. V. in mcriw le giuste osserva1.ioni di MISSONI 198(,, l' 72 sg., n. 36.
14 ROEIII. 1876, p. 230 sg., c I'IU'I't:lllrl'l' 1974-1985, l V Jl. 2'15. Ci avviene
piuttosto a livello collettivo, v. il caso delle Termo1lili, 11uando alle tombe sul campo
di battaglia fece da pendallt una s1ele con il nome dei caduti a Sparta, cf. n. 127 e
pp. 306-309.
n Comunque da non mettere da parte, in fondo perch 'scomode', come fa
PRI1'CIIll'l'l' 1974-1985, p. 243, n. 427.
~sul detto v. IiAMMONI> 1979-1980 e soprallutto Mt~SONI 1986, pp. 73 sgg.
Cf. Sllecialmcmc Stnh. Fior. VII 30 [Ili p. 317 llcnsc; egli cit:\ un Aristutcles, pro-
hahilmemc per un01 cnnfusiunc cnn Arisllln - di Chin n di Ccn? - (sul problema v.
IIAMMONI> 1979-1980, p. 104, n. 29): si ris01lc cos al 111 sec. a.C. cd alla pi antica
tcslimonianu cslllicita (pii1 o meno contcmporane;t la prima testimonianza implici-
ta, nell'epigramma di Uinscoridc Anth. Pal. VII 22'.1 = Guw-PAtm 1%5, Il, XXX,
p. 261 sg.)] e Plut. Mor. 241f (Apopbt. Lactten. a//o/1, 16), entrambi nella forma ii
taimxv i\ bi mum, Schol. TllUc. Il 39,1, nella furnla il tnv 1\ 'm t1iv (considerata
frutto di artificiale e t;trdo gusto arcai1.1.ante da li AMMONII l '.179-1 980). Altre fonti:
Sen. S~tas. Il 8, Sext. Emp. Pyr. III 216, Auson. Epigr. '14 Peipcr, Arisracnet . .XVII
1.1( CEIU~H)NJE FUNEIIIU 297
(Epist. Gr. p. 168, llerchcr), 1-Isch. s. v. ~ tv ~ bt t~ (Il p. 298, 928, Latte), Sud. s. v.
~ tv i bit niv (l 2, p. 595, 616) e s.v. AuKOJ>yo (l 3, p. 297, 17 sgg., 824 Adler).
Come si vede notevole l'incertezza della tradizione sult.r formulazione esatta della
frase: accanto ad b mina si incontrano, vuoi nella tradizione manoscritta plutar-
chea, vuoi in fonti minori, anche bt mim~ cd bt tuinav.
81 Secondo un'immagine che associamo immediatamente ad Archiloco (fr. 5 W.},
quella del {>ilvaam, stigmarizzata dalla morale spartana, cf. Plut. Mor. 220a, 239b
(che cita appunto Archiloco), Diml. Xli 62,5; sull'attaccamento dello spartano al
proprio scudo v. anche Lib. Or. Xl 158. Proprio al &tM} ed al p\lvaomc; contrap-
pongono il detto Sesto Empirico (Pyr. Ili 216, anche lui cita il poeta di l'aro) e Suda
(s.v. Ammllpyoc;, l 3, p. 297,17 sgg., 824 Adler).
88 La prima interpretazione soprattutto in Dioscorides, An th. Pn/. VII 229, cf.
l'lut. Mor. 235a, che descrive il corpo cnperro di ferite, che il padre vede sopra lo
scudo e si prepara a seppellire a Pitane (Gow-PAGI; 1965, Dioscorides XXX, II p. 261
sg.: '1'4 lhniv~ 8paaupouo bt' a<TJtiloc; I'uOEV anvou, l nt np 'ApyEirov
tflUUJIIltll llEI;IiJIEVU, j lEtKVJ ltp<io(hcx mivm TV 11\JIIlT<IEVtcx l' ltp-
ojlu l nulli' ~n nupKui~v Tuvvtxoc; e\ne 't10el.l lEto Km~olltoocxv, l:y1 & a, th:vov,
nooKpllc; l Oliljllll, TlV KU tJIlV Kll AllKfOOIJIOVf()V ). Come si vede Dioscuridc non cita
il detto, ma scn1.a duhhio lo conosce (in effetti la raccoha alla base del materiale
plutarchco risale ad una compilazione della met del III sec., cd il genere letterario
esiste gi nel IV, se non nel V sec.- v. 1'rGERSTf.I>T 1965-1974, Il pp. 24 sgg., 86).
Nell'epica latina (Verg. Acn. X 505 sg., 841 sg., Stat. Tbeb. VIII 636-40, e Sii. Pun.
V 584 sg.) ed in due epigrammi di Ausonio (43 sg. Peipcr)l, quando non palese
l'imitazione o comunque la conoscenza di DioscoriJe (Ausonio in Epi~r. H ripro-
duce il componimento del poeta alessandrino c cos in Epigr. 44 rende rl detto nella
forma aut cum hoc aut in hoc rcdi ), non si parla dd traspnrlo dcll'orpo in patri;l,
ma si fa riferimemo semplicemente al recupem Jcl cadavere sul campo di battaglia
(che nel caso di Stazio coincide con il rientro in citt delle spoglie d'un guerriero di
parte tcbana). Pi1 difficile da 1\iudicarc di quantn nun si cretla normalmemc la testi-
monianza di Valeriu Massimo (Il 7, ex/. 2): aut vivi cum armis in conspcctum
carum venirent, aut monui in armis rcfcrremur>; la destinazione del 'traspono' non
specificata - anche se si pu souintendere in conspectum enmm refcrrentur. Ana-
lollu il caso nella spiegazione offerta da Suda (s.v. AuKuilpyoc;, l 3, p. 297,19 sgg., 824
Adler): t) tatflV (i.e. lo scudo) Kt\fnout imuotprlj>ldl' ..-n't I'l yi11.1 pi~ttxom.:; i 1m TllUf\1
298 I.A NASCITA DEL KOSMOS