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UN’INTRODUZIONE ALLA
CARTOGRAFIA
Lezioni teorico-pratiche
Appendice .................................................................................................................. 89
Gino De Vecchis
Introduzione
Le presenti dispense vogliono costituire un supporto per studenti universitari che per la
prima volta si avvicinano alle scienze cartografiche. L’intento principale è quello di fornire
un’introduzione alla materia seguendo uno schema semplice, fatto di concetti essenziali e
argomenti chiave. Il lavoro raccoglie lezioni teoriche arricchite da un ampio corredo icono-
grafico e fornisce competenze utili per poter leggere e interpretare le carte geografiche.
Nella prima parte si richiamano alcune nozioni propedeutiche per affrontare gli argo-
menti trattati nei capitoli successivi. Verranno introdotti elementi propri delle scienze
geodetiche come la forma e la dimensione della Terra, nonché i principali sistemi di riferi-
mento e di coordinate utili a stabilire la posizione di un punto sulla superficie terrestre.
Nel secondo capitolo si entrerà nel merito delle trattazioni cartografiche, enunciandone
le proprietà distintive e i metodi che hanno condotto alla costruzione delle carte, per con-
cludere con accenni alla realizzazione della Carta topografica d’Italia.
Nel terzo capitolo si affronteranno problematiche di tipo pratico: facendo riferimento
alle tavolette dell’Istituto Geografico Militare, si forniranno le competenze per una corret-
ta interpretazione delle carte e saranno illustrati i procedimenti per effettuare gli esercizi
di calcolo delle coordinate sulle tavolette. A chiusura, l’appendice raccoglie alcune letture
di tavolette commentate da esperti geografi e pubblicate in diverse sedi, con l’obiettivo di
offrire una guida per lo studente che si appresta a leggere il paesaggio rappresentato nella
carta.
Capitolo 1
Concetti preliminari
Figura 1.1 La perpendicolare alla superficie del geoide non sempre coincide con il
centro della Terra.
Fonte: Lavagna, Lucarno, 2014, p.5.
Figura 1.4 Particolare della cornice della tavoletta indicante il sistema geodetico di
riferimento.
I.G.M. 1:25.000 F. 150 IV N.O.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017.
1I fusi sono spicchi di superficie terrestre usati nei sistemi di coordinate piane per limitare le
deformazioni delle proiezioni, vedi cap. 2.6.
20 Un’introduzione alla cartografia
Figura 1.7 Le frecce indicano i valori est e nord delle coordinate piane e il reticolato
chilometrico da esse formato. Nel cerchio invece le coordinate geografiche espresse
in gradi.
I.G.M. 1:25.000 150 IV N.O.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Capitolo 2
Elementi di cartografia
virtualmente la Terra e dei fenomeni e/o dei temi che si vogliono evi-
denziare».
La carta geografica è una rappresentazione approssimata, ridotta e
simbolica della superficie terrestre. Approssimata perché non essendo
possibile riprodurre la superficie sferica della Terra su un piano, la
rappresentazione ne risulta deformata. I metodi usati per contenere le
deformazioni sono detti proiezioni geografiche. È ridotta perché non è
possibile mantenere su carta le dimensioni reali, bisogna quindi ridur-
le preservando il rapporto tra le lunghezze del disegno e quelle sul ter-
reno, questo rapporto è detto scala di riduzione. La carta è simbolica in
quanto i diversi oggetti geografici sono riprodotti per mezzo di simboli
convenzionali, descritti nella legenda (Mori, 1986).
Infine, nell’interpretare una carta bisogna sempre tenere a mente
che essa è il frutto di un’interpretazione dovuta ai filtri che applica il
cartografo nel selezionare cosa rappresentare e come farlo. Uno stesso
territorio può essere quindi rappresentato in molteplici modi.
Figura 2.3 Curva lossodromica nella proiezione di Mercatore (a) e in una proiezione
centrografica (b).
Fonte: Lavagna, Lucarno, 2014, p.37.
Linea curva che unisce due punti sulla superficie terrestre, avendo sempre lo stes-
2
so angolo (azimut) con meridiani e paralleli. La linea lossodromica è un po’ più lunga
della ortodromica, ma in questo modo le navi non devono cambiare rotta (azimut).
2. Elementi di cartografia 27
Ipotizziamo che la carta abbia una scala 1:5.000 e che si voglia misu-
rare una distanza reale di 100 m, prima di tutto si procederà con la
conversione delle distanze reali da metri in centimetri, quindi 100 m
corrispondono a 10.000 cm.
1:5.000 = dc:10.000
dc=10.000/5.000=2 cm sulla carta
1:10.000 = 2:dr
Dr = 2x10.000=20.000 cm nella realtà (ovvero 200 m)
Figura 2.5 Scala numerica e scala grafica presente nelle carte topografiche I.G.M.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
etniche
demografiche
dell’utilizzo del suolo
stradali e ferroviarie
storiche
2.5. I simboli
Sulla carta gli elementi fisici e antropici vengono riprodotti per mezzo
di segni convenzionali, detti segni o simboli cartografici, spiegati nella
legenda al margine della carta.
Il nome atlante venne proposto per la prima volta da Mercatore per una raccolta
4
di carte, contenente nel frontespizio la figura mitologica di Atlante, cui era attribuita la
funzione di sorreggere il mondo (Baldacci, 1966).
2. Elementi di cartografia 33
può essere raffigurata in vari modi, a seconda del tipo di carta, di scala
e dell’uso che se ne dovrà fare.
Nella cartografia più antica venivano utilizzati i cosiddetti mucchi di
talpa (Fig. 2.7), raffiguranti i profili delle montagne, tale metodo ha
rappresentato fino al Settecento i rilievi di profilo da un punto di vista
sopraelevato; si trattava di una raffigurazione approssimata, senza ri-
produrne effettivamente la reale dimensione e diffusione. Dalla metà
del Settecento si iniziò a usare un sistema diverso, detto a bruco o a spi-
na di pesce (Fig. 2.8), perché la linea di cresta veniva rappresentata at-
traverso due serie vicine di trattini, questo sistema era utile solamente
a dare un’idea della direzione del rilievo, ed è simile al tratto forte.
Figura 2.9 Rappresentazione del rilievo con tecnica del tratto forte.
Fonte: Colamonico, 1963, p.49.
38 Un’introduzione alla cartografia
5 Dal 1947 realizzata con sistema geodetico nazionale (ellissoide internazionale con
orientamento a M. Mario) e proiezione conforme di Gauss.
46 Un’introduzione alla cartografia
La cornice della Tavoletta IGM (Fig. 3.1) riporta tutte le indicazioni ne-
cessarie per la corretta interpretazione della carta vi sono indicate in-
formazioni fondamentali come la scala, la legenda, la proiezione, il si-
stema di riferimento, il titolo e le indicazioni per riconoscere la Tavo-
letta e l’anno di realizzazione della carta.
Il primo elemento che troviamo nella cornice in alto a sinistra è
quello che ci permette di identificare la Tavoletta (Fig. 3.2). Viene indi-
cato il nome della tavoletta Albano Laziale, seguito dal numero del fo-
glio corrispondente F.°150 della Carta topografica d’Italia.
L’indicazione è riportata anche attraverso una riproduzione dell’intero
foglio suddiviso in quadranti e tavolette: la tavoletta interessata è quel-
la evidenziata dal tratteggiato nero, mentre ai quattro lati del foglio
sono indicati i numeri dei fogli confinanti.
Al centro in alto è il titolo della tavoletta (Fig. 3.3) indicante la loca-
lità o l’elemento del paesaggio più importante all’interno della ripro-
duzione.
Immediatamente sotto al titolo si trova l’indicazione relativa al me-
ridiano di riferimento (Monte Mario), in base al quale si calcola la lon-
gitudine.
In alto a destra sono le indicazioni relative alle coordinate geografi-
che: viene indicato l’ellissoide di riferimento e il suo orientamento (Fig.
3.4); in questo caso si è adottato l’Ellissoide Internazionale orientato a
Monte Mario. Inoltre è riportata la differenza tra il meridiano di Monte
52 Un’introduzione alla cartografia
Figura 3.1 Tavoletta I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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3. Lettura delle carte topografiche IGM 53
Figura 3.3 Particolare del margine, titolo della tavoletta e indicazione del meridiano.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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Figura 3.5 Particolare del margine della tavoletta, rapportatore per l’orientamento.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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3. Lettura delle carte topografiche IGM 55
Figura 3.6 Particolare del margine della tavoletta, indicazione serie e identificativo.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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Figura 3.7 Particolare del margine della tavoletta, indicazione del sistema di riferi-
mento.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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56 Un’introduzione alla cartografia
Figura 3.8 Particolare del margine della tavoletta, indicazione della proiezione, fuso
ed ellissoide.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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Figura 3.9 Particolare del margine della tavoletta, indicazione del quadrato di 100km
di appartenenza.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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3. Lettura delle carte topografiche IGM 57
Figura 3.10 Particolare del margine della tavoletta, esempio per il calcolo delle coor-
dinate chilometriche.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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58 Un’introduzione alla cartografia
Figura 3.11 Particolare del margine della tavoletta, indicazione dei tre nord e decli-
nazione magnetica.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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Figura 3.12 Particolare del margine della tavoletta, indicazione delle coordinate dei
vertici secondo i sistemi di riferimento geodetici e cartografici indicati.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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60 Un’introduzione alla cartografia
Sul lato destro della carta è riprodotto lo strumento (Fig. 3.13) utile
al calcolo delle coordinate chilometriche, da usare su foglio trasparente
alla stessa scala in cui è riprodotto sulla carta, da sovrapporre al retico-
lato chilometrico (il procedimento sarà illustrato nel paragrafo 3.4).
Figura 3.15 Particolare del margine della tavoletta, indicazione del nome dei topo-
grafi, dell’anno del rilievo e dei successivi aggiornamenti.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
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62 Un’introduzione alla cartografia
Figura 3.16 Particolare del margine della tavoletta, indicazione della scala numerica
e grafica.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III S.E. Serie storica, levata del 1873.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Segue la legenda (Fig. 3.17), utile per la corretta decodifica dei segni
convenzionali presenti sulla carta, i quali possono essere distinti in:
simbologia di tipo lineare, usata soprattutto per la descrizione di stra-
de, ferrovie e confini; simbologia puntuale per insediamenti, servizi e
industrie; simbologia areale relativa alla copertura vegetazionale. La
legenda varia in base alla serie consultata, restano però invariati i sim-
boli principali utilizzati.
3. Lettura delle carte topografiche IGM 63
In appendice sono riportati alcuni esempi di descrizione delle tavolette IGM realizzate da noti
6
geografi.
3. Lettura delle carte topografiche IGM 65
vessità del rilievo. Curve molto fitte, come detto, rappresentano un ter-
ritorio in forte pendenza o montuoso, inversamente isoipse molto di-
stanziate denotano una debole pendenza e quindi un territorio pia-
neggiante. In entrambi i casi è bene specificare le quote più alte e quel-
le più basse. Nel caso in cui si notano isoipse chiuse l’una nell’altra si
dovrà stabilire se la quota centrale ha un valore più alto o più basso,
indicando una convessità o una concavità. La concavità o depressione
con isoipse chiuse denota una conca, se esse sono aperte si avrà invece
una valle; una convessità o altura è determinata da curve di livello con
una quota maggiore al centro, tenendo a mente che minore è il circuito
delle isoipse, più le montagne saranno aguzze. Inoltre, isoipse con an-
damento regolare indicano un rilievo regolare, se sinuose invece il ri-
lievo sarà irregolare. Per elevazioni e depressioni si dovranno studiare
le loro dimensioni, la loro direzione e la loro forma, l’analisi delle for-
me del terreno permetterà considerazioni importanti per tipo di mo-
dellamento (glaciale, carsico, eolico, vulcanico, da acque correnti). Inol-
tre, è utile osservare l’inclinazione dei versanti e lo sviluppo longitudi-
nale o trasversale.
Tenendo in considerazione l’inclinazione del terreno è possibile ri-
cavare la pendenza della rete viaria, evidenziando difficoltà di salita;
lo stesso accorgimento vale per fiumi e torrenti, insediamenti sparsi e
tutti quegli elementi influenzati dall’andamento dei rilievi.
Delle coste si dovrà osservare l’andamento e il tipo delle rientranze
(se cala, baia o golfo) e delle sporgenze (se capo, promontorio o peni-
sola), relazionando la loro forma con il rilievo e l’idrografia allo scopo
di definirne il tipo morfologico di costa.
L’analisi idrografica procede con l’osservazione della presenza di
fonti d’acqua sul territorio e la loro distribuzione mettendola in rela-
zione con la natura delle rocce e il loro grado di permeabilità, ad
esempio le rocce carsiche sono molto permeabili, data questa caratteri-
stica si avrà l’assenza di idrografia di superficie. È da notare inoltre la
presenza di sorgenti e la loro relazione con gli acquedotti. Si analizze-
ranno i corsi d’acqua, osservati nel loro insieme, valutando il reticolo
idrografico formatosi. Nell’esaminare più nel dettaglio i singoli corsi
d’acqua si osserverà il loro andamento, se rettilineo, con anse e mean-
dri, o con gomiti e la forma dell’alveo. Sarà bene tenere in considera-
66 Un’introduzione alla cartografia
te a colori i boschi sono identificabili dal colore verde e dai segni con-
venzionali indicanti la specie più importante presente, la costituzione
(se boschi puri o misti) e la forma di governo (sempreverdi, caducifo-
glie o cedui). Un simbolo fuori dall’area boschiva indica una presenza
arborea caratteristica riportata se nelle vicinanze sono assenti altri
simboli utili per l’orientamento (Lavagna, Lucarno, 2014). In ultimo si
osserverà la diffusione e la distribuzione sul territorio tenendo conto
dell’altimetria, evidenziando possibili differenze sulla base delle di-
verse esposizioni (un’esposizione più soleggiata determinerà colture o
boschi più estesi con limiti altimetrici più elevati rispetto al versante in
ombra).
Gli aspetti umani sono rappresentati sul territorio dagli insedia-
menti, le vie di comunicazione, le colture e i limiti amministrativi. Le
tipologie delle forme d’insediamento si differenziano in base alla loro
importanza economica e amministrativa, alla distribuzione e alla con-
centrazione delle abitazioni. I punti di riferimento per l’orientamento
sono le chiese, croci isolate o cimiteri. La posizione degli insediamenti
rispetto ad aspetti fisici del territorio permette di classificare la tipolo-
gia abitativa, se in corrispondenza di rilievi si indicherà se è posto sul-
la cima del rilievo, su un ripiano, su una valle, su un pendio, con rife-
rimenti all’esposizione, oppure se in corrispondenza di idrografia, del-
le coste, o di strade. Si analizzerà poi la pianta dell’insediamento sulla
base dei suoi limiti e delle strade principali (ortogonale, irregolare, al-
lungata…), ad esempio dall’andamento delle strade o dalla presenza
di mura si potrà riconoscere la parte più antica da quella moderna. La
struttura del centro andrà specificata sulla base della concentrazione
delle abitazioni e la loro disposizione, ad esempio se è agglomerata o
disseminata, mettendole poi in relazione al paesaggio, se si tratta di
case rurali in campagna sviluppate seguendo corsi d’acqua o in pros-
simità di strade. Il nome delle dimore indica la loro natura (casali, ca-
scine, trulli, baracche, capanne, baite, fenili…), la quale in accordo con
la forma e natura del territorio fornisce informazioni importanti per
ricostruire aspetti economici del territorio (agricoltura, industria, tran-
sumanza…). Le forme di agglomerato dovranno essere messere in re-
lazione con la presenza di servizi importanti come chiese, industrie,
stazioni, dalla densità dei centri abitati e da eventuali case sparse nei
68 Un’introduzione alla cartografia
7 L’assegnazione del nome al luogo è una fase fondamentale all’interno del più ampio
processo di territorializzazione che vede la comunità fare proprio un luogo ritenuto adat-
to al suo insediamento; la denominazione attribuisce quindi un valore e un significato nel
quale la comunità si riconosce e si identifica, il toponimo diffonde, comunica e rappre-
senta i significati socio-culturali di quella comunità (Turco, 1988). La fase di denomina-
zione rappresenta un atto costitutivo del luogo, il quale non esisterebbe in assenza del
nome (Heidegger, 1973). Per queste ragioni il toponimo è elemento riconosciuto e con-
diviso dalla comunità; denominare un luogo diversamente dal toponimo tradizionale si-
gnifica non permettere alla comunità di riconoscervisi. Nel caso di regioni con minoranze
linguistiche sono infatti presenti toponimi in due lingue, o nel caso del Südtirol la topo-
nomastica tedesca è stata reintrodotta a seguito della seconda guerra mondiale, essendo
questa la sola a essere utilizzata dalla popolazione locale. In alcuni periodi storici è possi-
bile rilevare l’influenza politica nei toponimi, ad esempio nelle tavolette degli anni Qua-
ranta è evidente l’influsso del regime fascista nella città di Littoria, poi Latina.
70 Un’introduzione alla cartografia
Figura 3.19 Particolare del margine della tavoletta, simbologia relativa all’altimetria.
I.G.M. 1:25.000, serie DB, F.374 I N.E.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Figura 3.20 Particolare della tavoletta raffigurante il dislivello del terreno in prossi-
mità del fiume.
I.G.M. 1:25.000, F.150 IV N.O.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Altri simboli riguardano gli argini, raffigurati con due linee paralle-
le puntinate; il punto di quota rappresentato da un punto e da un valo-
re numerico; le doline, ovvero delle concavità tipiche dei terreni carsi-
ci, indicate con un cerchio di puntini e un meno al centro; infine le
grotte indicate da trattini in cerchio o semicerchio a seconda se sono ad
accesso verticale od orizzontale.
Per procedere bisogna tenere a mente alcune regole (Mori, 1986):
la linea di livello può essere chiusa, attorno a un
punto quotato, oppure aperta con le estremità presso
piani quotati;
le linee di livello non si intersecano mai;
se tra punti vicini non vi è spazio sufficiente per
disegnare più curve di livello, se ne tracciano solo alcu-
ne interrompendo le altre.
Si osservi l’esempio del Lago Albano (Fig. 3.21). Le isoipse molto
ravvicinate in prossimità del lago mostrano una variazione di livello
74 Un’introduzione alla cartografia
Figura 3.24 Particolare della tavoletta raffigurante la linea di cresta e i punti quotati
evidenziati a opera dell’autrice.
I.G.M. 1:25.000, F.150 II N.O. serie storica.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
3. Lettura delle carte topografiche IGM 77
AB:25=AP:X
78 Un’introduzione alla cartografia
9:25=5:X
X=13,8 (approssimato a 14 m)
Figura 3.25 Particolare della tavoletta raffigurante la distanza tra due isoipse e il cal-
colo di un punto intermedio P tra le isoipse A e B, rielaborazione a opera
dell’autrice su tavoletta I.G.M.
I.G.M. 1:25.000, F.150 II N.O. serie storica.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Tale misura è calcolata sulla reale dimensione della tavoletta, nello stralcio propo-
8
Figura 3.28 Particolare della tavoletta raffigurante le procedure per il calcolo delle
coordinate chilometriche, rielaborazione dell’autrice su tavoletta I.G.M.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III N.E. serie storica
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Nel caso mostrato nello stralcio della carta, il punto P , nei pressi di
Grottaferrata, si trova nella maglia corrispondente al meridiano 08 e al
parallelo 25.
82 Un’introduzione alla cartografia
3x2=6 dam
Figura 3.30 Uso del coordinatometro per il calcolo delle coordinate chilometriche,
rielaborazione dell’autrice su tavoletta I.G.M.
I.G.M. 1:25.000, F.150 III N.E. serie storica
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Il primo valore sarà dato dalla riga di intersezione sulla carta 07, dal
segmento di intersezione sul coordinatometro 6, dalla suddivisione del
segmento moltiplicata per 2, ovvero 6. Il risultato della prima coordi-
nata chilometrica è: 0766.
Figura 3.32 Particolare della tavoletta raffigurante il procedimento per il calcolo del-
le coordinate geografiche, rielaborazione dell’autrice su tavoletta I.G.M.
I.G.M. 1:25.000, F.150 II N.O. serie storica
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
BC:BD = X:60’’
30:73 = X:60
X = 24’’
EF:EG=X:60’’
20:51=X:60
X=23
Figura 3.33 Particolare della tavoletta raffigurante le listarelle nella nuova serie.
I.G.M. 1:25.000, F.374 I N.E. serie DB.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n. 6921 del 20.01.2017
Appendice
MONTE BIANCO
F. 27 II N.E.
E. Paratore (Bellezza et alii, 1987, pp.11-12).
AMBIENTE NATURALE
Innanzitutto si riscontrano una linea di spartiacque prin-
cipale già evidenziata ed una minore che, nella parte meri-
90 Un’introduzione alla cartografia
VESUVIO
F.184 II N. E.
De Vecchis G. (Bellezza et alii, 1987, pp.30-31).
INSEDIAMENTO UMANO
L’area in questione posta, ad oriente di Napoli, tra la costa
e le falde del Vesuvio – è stata sempre “attrattiva" per la
popolazione; è visibile, tra la costa e l’abitato di Resina,
l’area degli Soavi di Ercolano, città romana distrutta
nell’eruzione del 79 d.C.
Da quando fu costruito a Portici il Palazzo Reale (vedi
Parco Inferiore e Parco Superiore attorno alla strada per
Resina) la nobiltà napoletana edificò numerose ville, parti-
colarmente lungo l’arteria stradale che prosegue oltre Resi-
na verso Torre del Greco (vedi in particolare Villa Aprile, la
Favorita, Villa Matarazzo).
Oltre ai grossi centri di Torre del Greco e di Torre An-
nunziata si osservano (da nord-ovest a sud-est) gli agglo-
merati di San Giorgio a Cremano, Portici, Resina-
Ercolano. In realtà si tratta di una fascia costiera intera-
Appendice 95
ECONOMIA E INFRASTRUTTURE
A monte di Resina e Torre del Greco la colata lavica del
1631 (da un punto di vista geomorfologico non più facil-
mente distinguibile), è coperta di vigneti.
In realtà le falde del Vesuvio, particolarmente fertili per
la presenza di Sali e minerali presenti nel materiale vulca-
nico, sono intensamente coltivate, con prevalenza di vigneti
e, poi, di uliveti. Si può inoltre notare la presenza di tantis-
simi pozzi, cisterne, fontane, che denotano una certa neces-
sità di approvvigionamento di acqua per le pratiche agrico-
le, almeno nei mesi estivi.
Il tratto costiero è “percorso” da tutta una serie di vie di
comunicazione: autostrade, strade statali, strade locali, fer-
rovie elettrificate a doppio binario (Napoli-Salerno), ferro-
vie a scartamento ridotto (Circumvesuviana).
Una ferrovia a scartamento ridotto conduce
all’Osservatorio Vesuviano e alla Stazione inferiore della
seggiovia (che porta a sua volta al cratere del Vesuvio). At-
tualmente il tronco ferroviario è stato abbandonato e la
seggiovia non è più in funzione.
96 Un’introduzione alla cartografia
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Vesuvio, f. 184, II, N.E.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
Appendice 97
AMBIENTE NATURALE
La carta ha la direttrice morfologica principale orientata in
senso NW-SE, che è indicata nel modo più evidente dalla
linea di costa; già alla prima occhiata si può vedere come la
viabilità di maggiore importanza abbia lo stesso orienta-
mento. Nella stessa direzione si allunga il confine di Stato
tra la Venezia Giulia italiana e la Slovenia iugoslava,
nell’angolo nordorientale della tavoletta.
Al margine orientale, sul lato italiano del confine si ve-
dono le quote 472 e 427 (zona di M. Orsario), mentre in
zona iugoslava si superano appena i 400 m. Continuando a
osservare le quote ai due lati del confine, nel tratto da Colle
dell’Anitra a Vetta Grande in Italia, si superano più volte i
500 m. appena sfiorati invece in territorio sloveno. Il confi-
ne si allunga parallelamente e in vicinanza delle quote
maggiori, ma lasciandole in Italia.
Nei circa 6 chilometri che intercorrono tra la zona delle
quote maggiori e il mare il declivio è tutt’altro che costante:
a un chilometro dal mare infatti, si sta ancora (da NW
verso SE) a 272 m. nel M.S. Paolo, a 253 nell’abitato di
Contovello, a 334 nel M. Grisa, a 368 nel M. Gurca; solo
oltre questo rilievo tra l’orlo del gradino morfologico e il
mare le isoipse si distanziano maggiormente, ma senza che
vi sia comunque spazio per una pianura costiera. La terra
ferma, in pratica, incombe sul mare con un dirupo a forte
pendenza.
Il tratto a pendenza meno accentuata, tra 1 e 6 km. della
costa presenta una forma di erosione particolare, evidente
anche nelle zone coperte di vegetazione (in verde nella car-
ta). Il territorio è disseminato di piccole cavità circolari, in
genere della profondità di pochi metri rispetto al piano di
campagna. Queste cavità sono altrettante doline, le classi-
98 Un’introduzione alla cartografia
INSEDIAMENTO UMANO
Il rapporto tra popolazione sparsa e accentrata è impropo-
nibile dato che la popolazione sparsa è del tutto assente. La
regione più popolosa è quella costiera, non appena la pen-
denza si addolcisce; lo si osserva da Bàrcola verso sud, dove
comincia l’agglomerato urbano triestino.
Interessante è la posizione di Contovello e Prosecco, sul
solo punto in cui il gradino tra costa ed entroterra è a quota
inferiore 250. Immediatamente al di là del ciglio le quote
scendono di alcune decine di metri, e altri centri si svilup-
pano nella parte meno rilevata. Gabrovizza S. Primo verso
NW, Poggioreale del Carso e Trebiciano verso SE, scherma-
ti dal mare del rilievo Poggioreale-M. Belvedere.
Da questa zona depressa allungata parallelamente alla
costa (e nella quale troviamo le doline maggiori e più pro-
fonde) si sale verso i maggiori rilievi della carta. A
un’altezza di 270-208 m sul versante italiano (meglio so-
leggiato) si sviluppano i piccoli centri di Sales, Sgonico e
Rupinpiccolo. Gli altri centri abitati (Rupingrande e Zolla
in Italia, Vogliano e Vercogliano di Monrupino in Iugosla-
via) sono posti nella zona del valico tra M. Orsario e Vetta
Grande.
ECONOMIA E INFRASTRUTTURE
L’attività agricola, per quanto si desume dalla carta, si li-
mita all’impianto di alcuni vigneti sul versante prospicien-
te il mare e nei pressi di alcuni centri dell’interno. Un’altra
attività economica deducibile dalla carta è l’estrazione di
calcare dalla numerose cave di pietra. L’abbondanza di af-
fioramenti rocciosi è sottolineata anche dalla toponomasti-
ca, nella quale è frequente il termine “rupe” con i suoi de-
rivati.
La regione è percorsa da intensi traffici, come si può de-
sumere dalla forte densità delle vie di comunicazione, il cui
insieme risulta fortemente condizionato dalle direttrici
100 Un’introduzione alla cartografia
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Poggioreale del Carso, f. 40, II,
S.O.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
102 Un’introduzione alla cartografia
VICOPISANO
F. 105 III S.E.
Mori A., (Mori, 1986, pp. 254-255).
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Vicopisano, f. 105, III, S.E.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
Appendice 105
CONTARINA
F. 65 II S.O.
Capello C. F. (Capello, 1968, pp.94-95).
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Contarina, f. 65, II, S.O.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
Appendice 107
GARBAGNA
F. 71 III N.O.
Capello C. F. (Capello, 1968, pp.104-105).
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Garbagna, f. 71, III, N.O.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
Appendice 109
COVENAGO D’ADDA
F. 60 IV N.E.
De Rocchi S. T. , Innocenti P. (De Rocchi, Innocenti, 1970, pp.
56-58).
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Covenago D’Adda, f. 60, IV,
N.E.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
Appendice 111
FIRENZUOLA
F. 98 II N.E.
Sestini A. (Sestini, 1972, p.94).
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Firenzuola, f. 98, II, N.E.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
Appendice 113
SESTRI PONENTE
F. 82 II N.E.
Sestini A. (Sestini, 1972, p. 150-151).
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Sestri Ponente, f. 82, II, N.E.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
116 Un’introduzione alla cartografia
TRAPANI
F.248 III S.O.
Sestini A. (Sestini, 1972, p. 150-151).
Stralcio di carta I.G.M. 1:25.000, Trapani, f. 248, III, S.O.
Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare – Autorizzazione n.
6921 del 20.01.2017
Bibliografia
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