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1.

GLOSSARIO

Sono elencati di seguito in ordine alfabetico alcuni dei termini di maggior interesse geotopocartografico
ricorrenti nelle lezioni, con l’indicazione della corrispondente dizione in lingua inglese e la descrizione del
relativo significato. La descrizione medesima costituisce in alcuni casi una vera e propria integrazione degli
argomenti trattati nelle lezioni nonché una mirata sintesi, utile per consolidare e verificare il profitto conseguito
dallo studente.

Acuità visiva
Visual acuity
Misura il potere separatore dell'occhio umano nell'osservazione degli oggetti e, per l'occhio emmetrope, risulta
mediamente pari alla soglia di circa 60÷80", angolo al disotto del quale non è possibile apprezzare alcuna grandezza.
1
Aerotriangolazione spaziale
Photogrammetric triangulation in space
Prende il nome di aerotriangolazione spaziale o triangolazione aerea spaziale il procedimento che genera mediante la
metodologia fotogrammetrica i punti di appoggio necessari alla restituzione fotogrammetrica degli stereogrammi di una
strisciata aerea o di un blocco di strisciate, a partire da un conveniente numero di punti noti di controllo.
La procedura si realizza per singole strisciate, partendo da uno stereomodello correttamente orientato su punti di
controllo noti, e trasmettendo poi la grandezza e l'orientamento angolare esterno a tutti gli altri stereomodelli che
seguono, fino a concludersi sugli altri punti di controllo noti, compresi nello stereomodello finale.
A secondo del procedimento di concatenamento seguito, le triangolazioni aeree spaziali vengono contraddistinte in
concatenamenti liberi, concatenamenti per modelli indipendenti, concatenamenti condizionati, concatenamenti con dati
ausiliari. Sulla base degli strumenti di restituzione utilizzati esse si classificano infine in triangolazioni aeree analogiche
ed in triangolazioni aeree analitiche.
I dati osservati nel corso dei diversi concatenamenti strumentali od analitici vengono infine sottoposti a trattamento di
compensazione per ridurre e ripartire gli effetti indotti dalla propagazione degli errori di misura.

Agrimensura
Land-surveying
Scopo essenziale dell'agrimensura è la determinazione della superficie degli appezzamenti agrari, definiti da una ben
delimitata porzione fisica di terreno racchiusa da linee naturali e da spezzate artificiali che ne congiungono i relativi
termini.
La superficie è misurata nel piano di riferimento con l'unità di superficie agraria ettaro, rappresentata simbolicamente
con ha e corrispondente a 10.000 m², sulla base della proiezione ortogonale della sua delimitazione sul piano di
riferimento.
La misura della superficie agraria può essere ottenuta sia mediante misure dirette sul terreno, sia mediante deduzione
da rappresentazioni grafiche in scala.

Alfanumerico
Alphanumeric
Insieme di dati o caratteri, costituito da lettere, numeri e simboli, utilizzato di frequente per la rappresentazione
cartografica numerica o di immagini digitali.

Allineamento
Alignment
L'operazione che lo realizza viene generalmente indicata come palinamento dell'allineamento, e viene realizzata
disponendo sul terreno opportuni segnali lungo una direzione prefissata, a distanze da 10 a 20 m o più l'uno dall'altro.
L'allineamento viene realizzato di norma, fissando sul terreno le paline nei punti che delimitano la direzione prefissata,
e traguardando poi i segnali da interporre sul terreno lungo l'allineamento progettato, cominciando dal più lontano.
Nelle prassi operativa l'operazione di allineamento prelude sempre alla misura diretta di una distanza, al tracciamento
di un rettifilo, ed al controllo della stabilità di un versante in movimento.

Altitudine
Height
In generale viene detta altitudine, o quota od altezza, di un punto terrestre, la distanza di questo punto dalla superficie
di livello assunta come riferimento.
La superficie di livello assunta come riferimento per le quote dei punti topografici è di norma quella del livello medio del
mare.

AM/FM
Automated Mapping and Facility Management
Sono sistemi operativi ibridi che si sviluppano tra i sistemi GIS e i sistemi CAD.
La distinzione tra AN ed FM dipende dall'utilizzazione che viene fatta: i sistemi AM interessano infatti i cartografi,
mentre i sistemi FM interessano invece i pianificatori e gli urbanisti.
Analogico
Analog
Modalità per la rappresentazione di un fenomeno fisico od oggetto, attraverso una funzione di tipo continuo.

Angolo azimutale
Horizontal angle
Si definisce angolo azimutale, o angolo orizzontale, l'angolo diedro formato in un punto P dai due piani verticali in P e
passanti rispettivamente per i due punti distinti A e B.
Nel caso che il piano verticale in P, passante per il punto A, coincida col piano meridiano passante per il punto P,
l'angolo diedro medesimo prende il nome di azimut del punto B.

Angolo zenitale
Zenith angle
Si definisce angolo zenitale o distanza zenitale, o più semplicemente zenitale, l'angolo tra la verticale del punto P e 2
la visuale ad un punto A.
Il valore complementare dell'angolo zenitale, compreso tra l'orizzontale del punto P e la visuale ad un punto A prende
invece il nome di angolo di altezza, o più semplicemente altezza.
In genere, sono detti angoli di elevazione gli angoli di altezza corrispondenti a visuali al disopra del piano orizzontale,
ed angoli di depressione quelli corrispondenti invece a visuali al disotto dello stesso piano orizzontale.

Anomalie gravimetriche
Gravity anomaly
Vengono chiamate anomalie le differenze rilevate tra i valori osservati e quelli teorici della gravità.
Queste anomalie presentano interesse nell'esplorazione geofisica, e la loro conoscenza risulta particolarmente utile
nello studio della variazione della densità relativa alle masse distribuite all'interno della Terra.
A seconda delle riduzione subite e delle finalità perseguite esse si distinguono in anomalie di Bouguer ed in anomalie
isostatiche.
Lo studio delle anomalie gravimetriche mostra vaste regioni della Terra ove le diverse anomalie della gravità sono
sistematicamente positive o negative.
Questo testimonia che la crosta terrestre non è ancora in perfetto equilibrio isostatico e che vi sono ancora all'interno
della Terra, a grande profondità, delle vaste cause perturbatrici che vengono evidenziate proprio dai segni
sistematicamente positivi o negativi delle anomalie gravimetriche medesime.
Circostanza che può consentire di approfondire sempre meglio la costituzione e la forma della Terra, in relazione
anche alla sua futura evoluzione.

Applicazioni della cartografia


Understanding maps and plane
1. La cartografia può essere usata sia come base di dati georeferenziati da utilizzare per svariati scopi, che come
supporto per altre informazioni di carattere territoriale.
Particolare importanza ai fini dell'utilizzazione assume il sistema di rappresentazione prescelto per la formazione della
cartografia a disposizione. La conoscenza delle alterazioni che la cartografia comporta, agevola infatti la sua
consultazione ed utilizzazione.
La cartografia moderna utilizza soprattutto sistemi di rappresentazione conformi, e questo può offrire particolare
interesse quando le misure angolari da inserire o prelevare risultino prevalenti.
2. Il contenuto qualitativo di una cartografia topografica a media e piccola scala è in generale espresso dai segni
convenzionali. Le dimensioni reali dei diversi particolari topografici che sono rappresentati risultano infatti talvolta così
ridotte che non sarebbe praticamente possibile descriverle nella scala corretta.
I segni convenzionali non sono immutabili nel tempo, ma seguono l'evoluzione stessa del territorio rappresentato e lo
sviluppo del convivere civile.
La lettura dei segni convenzionali corrisponde pertanto ad una decodifica delle informazioni riferite dall'elaborato
cartografico.
3. L'impiego più diffuso della cartografia topografica rimane sempre quello metrico che, oltretutto, trova la sua logica
giustificazione nella stessa teoria delle carte geografiche e topografiche.
Le misure metriche possibili rimangono in particolare: la stima delle coordinate dei particolari topografici; la
determinazione di azimut o di grandezze angolari; la misura di distanze; la determinazione di percorsi lungo linee curve
o sinuose; la misura di aree o superfici; la determinazione di pendenze; l'interpolazione di quote di punti topografici.

Approssimazione grafica
Precision of maps
Si chiama approssimazione grafica di una carta e si indica con a la distanza obbiettiva corrispondente alla minima
distanza apprezzabile sulla carta. Poiché si presume che i punti si possano collocare ed individuare sulla carta con
l'approssimazione di 1/5 di mm = 0,0002 m, l'approssimazione grafica resta definita sull'ellissoide corrispondente alla
minima distanza di 0,0004 mm apprezzabile sulla carta, per cui l'approssimazione grafica verrà espressa dalla relazione
a = 0,0004·S m
risultando S il denominatore del rapporto di proporzione.
Archipendolo
Archipendulum
E’ lo strumento di livellazione più antico ed è costituito da una squadra di legno o di metallo, a forma di triangolo
isoscele, che porta sospeso nel vertice un filo a piombo.
L'orizzontalità della base di appoggio è verificata quando il filo risulta bisecare.

Arco
Arc measurement
La misura dell'ampiezza di un arco di circonferenza può essere espressa dalla frazione di angolo giro che lo sottende.
La lunghezza o sviluppo lineare s dello stesso arco può ottenersi infatti dalla relazione
s = ·r
ove  indica l'angolo al centro espresso in misura analitica ed r il raggio della circonferenza.

Astrolabio 3
Astrolabe
E’ noto fino dai tempi di Ipparco (150 a.C. circa), perfezionato dagli Arabi nel XI secolo è stato impiegato fino al XVIII
secolo.
Consta di cinque elementi essenziali: il disco madre dal bordo graduato, i dischi di corredo, la lamina a rete, la diottra
o alidada per le collimazioni, e l'asse o polo.
Può essere utilizzato per determinare l'altezza degli astri sull'orizzonte, per determinare l'ora e la posizione geografica
del punto di stazione, per determinare indirettamente delle distanze, per rilevare dislivelli e per risolvere vari problemi di
astronomia sferica.
Di recente è stato realizzato uno strumento denominato astrolabio a prisma che permette di osservare gli istanti nei
quali i vari astri raggiungono la medesima altezza apparente di 60°.

Astronomia geodetica
Geodetical Astronomy
L'astronomia geodetica di posizione si occupa della determinazione del meridiano locale e delle coordinate
geografiche dei punti di stazione, mediante l'osservazione del Sole e degli altri astri, grazie all'impiego di idonei strumenti
geodetici ed alla risoluzione di triangoli sulla sfera celeste.

Attributo
Attribute
Descrizione e spiegazione dell’essenza e delle caratteristiche specifiche dell’entità geografica considerata. Sono
attributi: la posizione, la forma, la dimensione, nonché tutte le altre informazioni che concorrono ad intividuare l’entità
medesima.

Autocollimatore
Auto collimator
Sistema di osservazione che permette di controllare gli spostamenti orizzontali e verticali di una mira inserita in un
allineamento di controllo precostituito.

Autolivello
Automatic level
Viene detto anche livello automatico e si ispira al principio dell'archipendolo, che definisce una direzione orizzontale
grazie ad un filo a piombo.
Lo schema costruttivo di un livello automatico, od autolivello, può riprodurre due tipologie essenziali: quella di un
cannocchiale rigidamente connesso ad una massa pendolare su coltelli, oppure quella di un cannocchiale sospeso a
pendolo con cerniera a lamina elastica dotata di dispositivo di smorzamento.
Appartengono all'insieme dei livelli automatici, od autolivelli, anche i livelli automatici a laser, che consentono di
visualizzare un piano di riferimento orizzontale, o comunque inclinato.

Automecoica
Equidistant projection
Si dice automecoica od equidistante, o lineare, una rappresentazione cartografica che consente di rappresentare la
superficie terrestre sul piano senza rotture o duplicazioni, e cioè con un rapporto costante nelle lunghezze e quindi nelle
aree, e che permette anche la conservazione degli angoli tra le diverse direzioni uscenti da ogni suo punto.
Purtroppo non esiste alcuna rappresentazione automecoica, per la quale il modulo di riduzione lineare dovrebbe
presentare lo stesso valore per qualunque punto della carta, verificando così la similitudine fra figure finite sull’ellissoide
e corrispondenti figure sulla carta.
Possono però risultare invece automecoiche soltanto alcune linee particolari (linee standard) ed autonecoici solo
alcuni punti singolari delle rappresentazioni cartografiche.
Autoriduttore
Auto-reduction tacheometer
Vengono detti autoriduttori i tacheometri che consentono di ricavare direttamente in campagna la distanza orizzontale
D tra il punto di stazione e quello osservato, insieme al relativo dislivello altimetrico.

Avanzamento
Length of base
E’ indicato anche come base di presa e viene definito dalla distanza, o dall’intervallo di tempo, corrispondente a due
successivi scatti dell’otturatore della camera metrica. Il dimensionamento della base di presa è funzione della scelta della
quota relativa di volo, poiché entrambe sono legate dal rapporto b/H.

Azimut
Azimuth
Si definisce azimut del punto P sull'orizzonte della stazione S l'angolo di direzione al punto P, misurato a partire dal
meridiano locale di S. 4
Barra di parallasse
Parallax bar
E’ una sorta di stereomicrometro composta essenzialmente da due placchette di vetro, portanti incisa ciascuna una
marca, montate su di un supporto cilindrico di lunghezza variabile. Marche, spostabili l'una rispetto all'altra per mezzo di
un tamburo graduato al centesimo di millimetro, idoneo a misurare le variazioni di parallasse di punti omologhi osservati
stereoscopicamente in una coppia di fotogrammi.

Baseline
Baseline
Costituisce il vettore di posizionamento differenziale tra due diversi punti di stazione, definito dalla differenza delle
coordinate nel sistema WGS84, in determinazioni differenziali simultanee GPS (Differential processing).

Base geodetica
Geodetic base
Costituisce l'arco di geodetica indispensabile per dimensionare lo sviluppo ed il calcolo di una rete di triangolazione
geodetica.

Binocoli
Binoculars
Sono realizzati dall'accoppiamento di due diversi ma identici cannocchiali di Galileo col percorso ottico spezzato, per
l'inserimento di un prisma di Porro, che ne contiene la lunghezza.

Bit
Abbreviazione dall’inglese binary digit. Unità elementare di informazione definita da 0 e 1.

Byte
Indica l’unità elementare di memoria costituita da un raggruppamento di 8 bit. Mediante un byte si può rappresentare
un campo d’intensità dei 256 livelli ottenibili dalla combinazione degli 8 bit che lo compongono.

Bussola topografica
Surveyor's compass
Le bussole magnetiche formano una categoria di strumenti utilizzati soprattutto per l'orientamento, e per rilevamenti
speditivi.
Sul mercato possono essere reperite varie specie di bussole topografiche: a traguardi, a prisma, a cannocchiale, da
impiegarsi a mano o su treppiede.
La corretta utilizzazione di una bussola topografica richiede la conoscenza del valore della declinazione magnetica
cioè della deviazione locale istantanea del meridiano magnetico dal meridiano geografico.

CAD
Computer-aided design
La funzione primaria dei sistemi CAD è essenzialmente quella di mostrare ed elaborare le informazioni visuali o
grafiche. Questi sistemi sono utilmente impiegati in Architettura e in Ingegneria per la progettazione.

CAM
Computer-aided mapping
Sinonimo di cartografia assistita dall’elaboratore, cioè di formazione di cartografia generale e tematica avvalendosi
delle potenzialità offerte da un centro di calcolo.
Camera CCD
CCD camera
E’ una camera da presa fotografica fornita di sensori allo stato solido, e cioè formata da una matrice di elementi
discreti, sensibili alla luce, costituiti da semiconduttori o da fotodiodi. CCD è infatti l'acronimo di Charge-coupled devices.
L'immagine ottenuta da questa camera è inizialmente analogica, ma viene immediatamente convertita in digitale,
tramite apposito convertitore A/D, per essere trasmessa e elaborata dal calcolatore elettronico. Il processo di formazione
e acquisizione delle immagini è pressoché istantaneo, anche se risulta alquanto complesso.

Camera chiara
Aero-Sketchmaster
E’ un dispositivo che consente di osservare allo stesso tempo, in sovrapposizione, un fotogramma e la carta
topografica, o il piano del disegno, mediante un prisma di Wollaston argentato e opportunamente montato.

Camera metrica
Photogrammetric camera 5
Le camere da presa fotogrammetrica sono dette camere metriche quando sono perfettamente noti gli elementi di
orientamento interno, e cioè in particolare: la posizione del punto principale ed il valore della distanza principale o
distanza focale.
Una camera metrica consta, in generale, di almeno tre parti fondamentali: il corpo macchina, che ingloba alcuni organi
di funzionamento e comando; il cono fotografico, che accoglie l'obiettivo e l'otturatore; il magazzino, che accoglie il
materiale sensibile.

Camera stereometrica
Stereometric camera
Due camere metriche montate su supporto di base che ne fissa la posizione reciproca, in maniera da rendere poi più
agevole la restituzione della coppia di fotogrammi realizzati, prende il nome di camera stereometrica o bicamera.
Le camere stereometriche trovano particolare applicazione nella fotogrammetria dei vicini.

Campo geodetico
Geodetic field
La regione entro cui può verificarsi la sostituibilità dell'ellissoide di rotazione terrestre con la sfera locale prende il
nome di campo geodetico delle formule di Puiseux-Weingarten.

Campo topografico
Topographic field
E’ così definita l'area territoriale per cui rimane lecito assumere il piano come superficie di riferimento per le operazioni
di rilevamento planimetrico. Quest'area si estende per un intorno di 15 km circa del punto di stazione.

Cannocchiale collimatore
Collimation telescope
Il cannocchiale collimatore è costituito essenzialmente da un sistema ottico centrato, formato da due distinti sistemi di
lenti, l'obiettivo e l'oculare, che per il tramite di un opportuno reticolo, definiscono un asse di collimazione o linea di mira.

Canovaccio geografico
Geographical canvas
E’ così definito il reticolato individuato dai meridiani e paralleli di una rappresentazione cartografica

Coordinatografo
Coordinatograph
E’ una apparato che consente il tracciamento dei punti di appoggio sull’originale di restituzione per la realiozzazione
delle operazioni di restituzione analogica.

Caposaldo
Bench marks
E’ il contrassegno che materializza un punto quotato mediante il metodo della livellazione geometrica. La
materializzazione permanente dei caposaldi di livellazione può realizzarsi sia con caposaldi o contrassegni orizzontali
(Cs.o) sia con caposaldi o contrassegni verticali (Cs.v).

Cartografia
Cartography
1. Si definisce cartografia topografica la scienza che studia le modalità per la rappresentazione di una porzione della
superficie terrestre sul piano o, per meglio dire, su di un supporto cartaceo.
In generale si può effettuare una rappresentazione di una superficie su di un'altra quando si stabilisce una
corrispondenza biunivoca tra i punti omologhi delle due superfici, e cioè quando ad ogni punti di una di esse si fa
corrispondere un unico e determinato punto dell'altra e viceversa.
La superficie che si intende rappresentare viene in genere definita superficie obiettiva, od oggettiva, mentre quella su
cui avviene la rappresentazione prende il nome di superficie subiettiva, o rappresentativa.
2. Si può dimostrare che per rappresentare una superficie su di un piano è necessario che essa sia sviluppabile su di
esso. Due superfici sono tra loro sviluppabili in ciascun punto corrispondente soltanto quando presentano la stessa
curvatura totale.
3. Nella prassi cartografica, vengono dette formule corrispondenza, o più semplicemente equazioni della carta, le
relazioni analitiche che, per ciascun tipo di rappresentazione, legano fra loro le coordinate dei punti corrispondenti
dell'ellissoide terrestre (superficie obiettiva) e del piano rappresentativo (superficie subiettiva), mentre viene detto centro
della proiezione, o più semplicemente centro della carta l'origine delle coordinate.
4. Poiché non appare possibile rappresentare sul piano la superficie terrestre in vera grandezza, ma occorre invece
effettuarne una riduzione in scala. Il rapporto di riduzione prende il nome di scala della carta.
La scala della carta non si mantiene comunque mai costante. Essa viene infatti verificata, a seconda del tipo della
rappresentazione cartografica, solo per il centro della proiezione, per un parallelo o per un meridiano. Questi ultimi
vengono indicati, nelle diverse rappresentazioni, come paralleli standard e meridiani standard.
Per conoscere il valore della scala in tutti gli altri punti e per tutte le altre linee corrispondenti, è necessario determinare 6
il rispettivo fattore di scala o modulo di riduzione lineare.
5. Si definisce approssimazione grafica di una carta topografica la distanza obiettiva corrispondente alla minima
distanza apprezzabile sulla carta. L'approssimazione grafica di una carta è funzione della scala della carta medesima.
6. Le deformazioni geometriche proprie di una rappresentazione cartografica, introdotte dal sistema di proiezione
sviluppato, vengono quantizzate dal modulo di deformazione lineare, dal modulo di deformazione areale o superficiale
e dal modulo di deformazione angolare.
7. La determinazione del modulo di deformazione lineare, o modulo di riduzione lineare, viene localmente ottenuta col
rapporto tra le lunghezze di corrispondenti elementi lineari infinitesimi. Esso varia da punto a punto ed al variare della
direzione.
Il valore massimo e minimo del modulo di riduzione lineare, corrisponde a due direzioni ortogonali fra loro chiamate
rispettivamente prima direzione principale e seconda direzione principale.
8. Il modulo di deformazione areale è definito dal rapporto tra le aree elementari corrispondenti delle due superfici,
quella subiettiva e quella oggettiva.
9. La deformazione angolare è definita invece dalla differenza tra due direzioni corrispondenti, che viene impropriamente
indicata come modulo di deformazione angolare o modulo di riduzione angolare.
10. Si definisce infine convergenza del meridiano in un punto l'angolo che la tangente alla trasformata del meridiano
relativo a un tale punto, forma con l'asse delle ordinate della carta.

Cartografia conforme
Conformal map projections
1. Le rappresentazioni cartografiche vengono dette conformi quando, nella descrizione geometrica, viene assicurata la
similitudine delle corrispondenti figure infinitesime dell'ellissoide terrestre (superficie obiettiva) e del piano di
rappresentazione (superficie subiettiva). Esse verificano inoltre la proprietà dell'isogonicità.
Le rappresentazioni conformi più diffuse sono: la proiezione diretta di Mercatore, la proiezione di Gauss o proiezione
trasversa di Mercatore, la proiezione conica conforme di Lambert e la proiezione stereografica polare.
2. La proiezione diretta di Mercatore viene ottenuta come sviluppo cilindrico autogonale o conforme, immaginando di
proiettare dal punto di vista, situato al centro della Terra, la superficie oggettiva terrestre sopra un cilindro tangente
all'equatore terrestre, che viene poi sviluppato nel piano.
La forma del reticolato geografico è quella tipica del cilindrico rettangolare diretto, ove le coppie ortogonali
corrispondenti degli elementi principali sono in ogni punto disposte secondo le direzioni dei meridiani e dei paralleli,
mentre la deformazione lineare aumenta al crescere della latitudine.
Data la rapida variazione del modulo di riduzione lineare, viene talvolta prescelto un parallelo standard diverso
dall'equatore, situabile preferibilmente al centro della carta.
La proiezione diretta di Mercatore trova grande applicazione nella navigazione marittima ed aerea con rotte tropicali e
subtropicali, per la sua proprietà di rappresentare le linee lossodromiche o lossodromie, le linee che incontrano tutti i
meridiani sotto lo stesso azimut come linee rette.
La convergenza dei meridiani, in questa proiezione, è costantemente nulla.
3. La proiezione di Gauss o proiezione trasversa di Mercatore, è una rappresentazione conica trasversa, ove il meridiano
centrale assume il ruolo assolto dall'equatore nella proiezione diretta di Mercatore.
La forma del reticolato geografico in questa rappresentazione conforme è alquanto complessa poiché le linee che
definiscono i meridiani ed i paralleli risultano molto prossime ad archi parabolici.
La rappresentazione del reticolato risulta comunque simmetrica rispetto al meridiano centrale, o primo meridiano, e
rispetto all'equatore, per cui risulta sufficiente determinare in punti di un quadrante per ottenere quelli degli altri tre.
Meridiani e paralleli si intersecano fra loro ortogonalmente, mentre i poli risultano dei punti di flesso. Il meridiano
centrale della rappresentazione ‚ il solo meridiano equidistante.
Per delimitare le deformazioni lineari entro la soglia cartograficamente accettabile, l'ampiezza dell'area da cartografare
viene definita da un fuso che non può superare una differenza in longitudine di 6°.
Limitando in tal modo il campo di applicazione della proiezione, risulta quindi indispensabile affiancare fra loro più fusi
della stessa ampiezza di 6° opportunamente sovrapposti. Ogni fuso definisce infatti un sistema cartografico a sé stante.
4. La proiezione conica conforme di Lambert appartiene agli sviluppi conici e viene indicata anche come proiezione
conica autogonale di Lambert.
Il cono sul quale si immagina di proiettare la zona terrestre interessata ha l'asse coincidente con l'asse di rotazione
dell'ellissoide terrestre di riferimento, e può presentare angoli di apertura tali che le sue generatrici risultino tangenti al
parallelo prescelto come parallelo standard, individuato dal parallelo mediano dell'area da cartografare.
Sviluppando il cono sul piano, la superficie subiettiva viene descritta entro un settore circolare il cui angolo al vertice
rimane funzione dell'angolo di apertura del cono, legato a sua volta alla scelta del parallelo standard.
I meridiani sono rappresentati dalle generatrici del cono e cioè da rette uscenti dal punto omologo del vertice del cono
medesimo, secondo valori della longitudine proporzionali a quelli oggettivamente corrispondenti; mentre i paralleli sono
rappresentati invece da cerchi aventi il centro comune nel punto di concorrenza dei meridiani.
La proiezione conica conforme di Lambert si presta a rappresentare fasce parallele. La rappresentazione di aree
molto estese in latitudine può essere comunque realizzata per fasce parallele contigue opportunamente sovrapposte.
5. La proiezione stereografica polare può essere dedotta come prospettiva, ma anche considerata come una
particolarizzazione della proiezione conica conforme di Lambert.
Il reticolato geografico presenta i meridiani come semirette uscenti dal polo considerato come centro della proiezione,
ed i paralleli come circonferenze aventi un centro comune sempre nello stesso polo.
La proiezione è particolarmente idonea a rappresentare le calotte polari, che vengono in genere del tutto trascurate 7
dalle precedenti rappresentazioni conformi.

Cartografia numerica
Digital maps
1. Si definisce cartografia numerica un insieme di dati topografici espressi in forma numerica, suscettibili di essere
direttamente trasformati in rappresentazione grafica, ma anche di essere immediatamente elaborati ed integrati per la
messa a punto di un sistema informativo territoriale georeferenziato, nonché di essere utilizzati per lo sviluppo di
analisi statistiche e ricerche operative di particolare interesse quantitativo e qualitativo.
2. La strutturazione della base dei dati geotopografici di una cartografia numerica è in generale alquanto elaborata e
comporta, a seconda della finalizzazione prefissata, anche una modellazione di tipologia mista: relazionale, gerarchica e
reticolare.
La base dei dati deve infatti consentire un'agevole espansione o riduzione dei dati medesimi, nonché un loro
immediato periodico aggiornamento.
3. Notevole importanza assume la modalità della rappresentazione digitale dei dati cartografici archiviati che, nella
prassi consolidata, predilige la forma vettoriale, più idonea alla georeferenzione spaziale dei particolari selezionati.
Un problema molto delicato, nella cartografia numerica, rimane la codifica dei dati metrici e qualitativi, ai fini della loro
gestione e del loro trasferimento. Tale codifica dovrebbe consentire infatti la compressione degli stessi dati, secondo le
prevedibili necessità di sintesi richieste e le opportunità relative al loro trasferimento.
4. Le tecniche per l'acquisizione dei dati sono molteplici e possono comportare sia il loro rilevamento diretto sul terreno,
che la loro acquisizione con la metodologia aerofotogrammetrica o la loro digitalizzazione da altri elaborati grafici.
Alquanto articolati risultano i sistemi di trattamento dei dati per la produzione di cartografia, seppur ancora in fase
sperimentale e non del tutto normalizzati.

Cartografia tematica
Thematic maps
1. Le carte tematiche vengono classificate, in linea generale, in carte tematiche analitiche ed in carte tematiche
sintetiche. Le prime offrono una rappresentazione dettagliata di un solo tema o di più temi fra loro correlati; le seconde
rappresentano invece nel loro complesso più informazioni o fenomeni, nella globalità delle loro interazioni.
Come nella cartografia topografica, queste carte tematiche vengono poi distinte in carte tematiche di base ed in carte
tematiche derivate, a seconda che riferiscano informazioni qualitative e quantitative direttamente rilevate od ottenute per
rielaborazione di altre documentazioni cartografiche.
2. I contenuti della cartografia tematica si differenziano secondo il loro specifico interesse geotopografico, naturalistico,
fisico, sociale ed economico.
I criteri per la formazione della cartografia tematica variano in funzione dei temi prescelti ed in funzione del relativo
scopo. La metodologia seguita ‚ essenzialmente aerofotogrammetrica e comporta il reperimento e la compilazione di
basi di dati, il controllo diretto sul terreno delle informazioni lette per fotointerpretazione tematica, l'integrazione dei dati
non estraibili dalle coperture aerofotografiche.
3. Tra le carte tematiche più ricorrenti sono da segnalare la carta del Land cover, la carta del Land use, la carta
dell'altimetria, la carta dell'acclività, la carta della litologia schematica, la carta della franosità reale, la carta dell'erosione
e la carta della vegetazione.
4. La carta del Land cover, o carta della copertura naturale del suolo, presenta particolare interesse per la delimitazione
delle aree territoriali rimaste ancora allo stato naturale, mentre la carta del Land use, o carta dell'uso del suolo, offre la
possibilità di evidenziare la distribuzione superficiale dell'opera di antropizzazione.
Carte tematiche, indispensabili per la gestione del territorio, vengono in genere realizzate per accorpamento in classi
dei diversi stati di conservazione e delle diverse specie di utilizzazione del suolo, secondo criteri variabili in funzione del
relativo interesse applicativo.
Da questi elaborati tematici discende poi, mediante opportune implementazioni, la realizzazione della carta della
capacità d'uso del suolo particolarmente utile per la redazione di organici piani di sviluppo territoriale.
5. La carta dell'altimetria, detta più propriamente carta delle fasce altimetriche, aiuta nell'interpretazione delle forme del
terreno, del rilievo naturale e della morfologia globale del territorio rappresentato.
Le caratteristiche morfologiche dell'orografia naturale del terreno, possono essere poste in maggior evidenza con la
carta dell'acclività, che può descriverle per classi di pendenze percentuali medie di uguale valore.
La scelta delle fasce altimetriche e delle classi di acclività relative a queste due carte tematiche correlate, è consigliata
in genere dalla destinazione stessa degli elaborati medesimi, strettamente legata all'uso del territorio, come possibilità di
una meccanizzazione ed irrigazione agricola, alla determinazione della stabilità dei versanti ed alle necessità di
carattere urbanistico territoriale.
6. La natura litologica del territorio può essere sintetizzata attraverso la carta della litologia schematica, che offre una
rappresentazione grafica della distribuzione delle varie formazioni affioranti o sub-affioranti, raggruppate per categorie
diverse.
Un elaborato, questo, ricavato in genere dai rilevamenti geologici ufficiali, riferiti dalla carta geologica, dalla
fotointerpretazione aerea, per la descrizione dettagliata delle aree coperte da detriti e da materiale di discarica o di
riporto, e da ricognizioni dirette sul terreno.
7. Scopo della carta della franosità reale è essenzialmente quello di mostrare le aree territoriali interessate da
movimenti franosi in atto o verificatisi in tempi passati.
Le indicazioni riferite in tale carta tematica sono infatti quelle relative alla presenza di paleofrane, di frane in atto 8
superficiali, e di frane in atto profonde, con particolare riguardo all'indicazione della relativa nicchia di distacco e della
zona di accumulo.
8. L'indicazione delle aree interessate da fenomeni erosivi, con la delimitazione dei vari gradi di asportazione del
substrato roccioso e del suolo, viene fornita dalla carta dell'erosione, che può mettere in particolare evidenza le aree di
erosione superficiale, di erosione profonda ed erosione accelerata.
Un elaborato tematico molto utile per il controllo dello sfruttamento delle cave e di maldestri interventi territoriali.
9. La carta della vegetazione ha infine lo scopo di realizzare un vero e proprio inventario delle risorse naturali,
descrivendo nella loro reale estensione le aree vegetate, foreste e praterie, insieme al loro dinamismo naturale.
Data l'ampiezza del tema, esso viene in generale articolato in quattro elaborati tematici specifici, e cioè: la carta della
vegetazione attuale, la carta della vegetazione potenziale, la carta fitosociologica e la carta fitoecologica.

Catasto edilizio urbano


Urban cadastre
E’ formato in base alle risultanze dell’accertamento generale dei fabbricati e alla valutazione della rispettiva rendita
catastale. Esso risulta costituito da quattro documenti ufficiali: la mappa particellare, la tavola censuaria, il registro delle
partite e la matricola dei possessori.

Canovaccio geografico
Geographical canvas
Il reticolato dei paralleli e dei meridiani costituisce il canovaccio geografico e viene rappresentato nel piano sia con
procedimenti geometrico-proiettivi che con procedimenti analitici.

Catena infografica
Infographic line
Costituisce una moderna linea di produzione cartografica, realizzata mediante il trattamento dei dati spaziali geografici
assistito dall’elaboratore.

Celerimensura
Tacheometry
Il rilevamento topografico numerico completo, detto anche celerimensura, ha come scopo la determinazione della
posizione planimetrica ed altimetrica dei punti del terreno.
Esso viene realizzato mediante il tacheometro e la stadia verticale, che forniscono, attraverso la misura degli angoli di
orientamento, delle distanze e dei dislivelli, gli elementi essenziali alla determinazione della posizione topografica degli
stessi punti del terreno.

Centramento forzato
Precise tribrach
Si rende necessario nella messa in stazione di un teodolite, di un distanziometro elettronico, o di prismi riflettori,
quando venga richiesta la massima precisione possibile nella ripetizione delle misure sullo stesso punto di stazione.

Centro della carta


Central point
Si definisce centro della proiezione, o centro della carta, l’origine delle coordinate mentre il meridiano origine prende il
nome di primo meridiano o meridiano centrale, diverso dal meridiano di riferimento identificato da quello di Greenwich.

Centroide
Centroid
E’ un punto interno ad un’area che serve, in cartografia numerica, per la sua identificazione nella fase interattiva di
codifica e che può essere utilizzato per associarvi i relativi attributi. Può essere determinato come baricentro dell’area
considerata ma anche attraverso altra modalità convenzionale.
Certificazione di taratura
Calibration certificate
Fornisce un’accertamento qualitativo della camera metrica, ed indica nell’ordine: la distorsione radiale riferita al punto
principale di simmetria (PPS), la risoluzione fotografica in linne per millimetro, la posizione del punto principaale di
autocollimazione (PPA) e del punto principale di simmetria (PPS), la posizione delle marche fiduciali rispetto alla centro
(FC), il valore della distanza principale.
Nella corrente prassi operativa aerofotogrammetrica, questa certificazione non può risultare essere stata effettuata in
data anteriore di tre anni da quella relativa al volo della ripresa aerea.

Chiavi della fotointerpretazione


Photointerpretation keys
La fotointerpretazione delle prese fotografiche aeree si basa sia sulla considerazione degli aspetti caratterizzanti gli
oggetti ritratti, che sull’esame degli aspetti relativi alle emulsioni fotografiche sensibili. Le chiavi di lettura delle fotografie
aeree variano tuttavia a seconda dei particolari topografici ritratti ed osservati.
9
Classificazione delle proiezioni cartografiche
Classification of projections
1. I criteri di classificazione delle rappresentazioni cartografiche variano in funzione della finalità degli elaborati prodotti,
della scala di rappresentazione prescelta, delle proprietà geometriche del sistema proiettivo adottato, della forma del
reticolato geografico e delle deformazioni geometriche prodotte.
In generale, le rappresentazioni medesime vengono distinte in carte generali e carte tematiche, a seconda che
forniscano informazioni metriche e descrittive della superficie terrestre rappresentata di interesse generale o di specifico
interesse tematico particolare.
Le rappresentazioni cartografiche finalizzate ad interventi territoriali regionali vengono comunemente indicate carte
tecniche regionali.
2. Secondo una convenzione ormai da tempo consolidata, la classificazione in base alla scala di rappresentazione
comporta poi la seguente denominazione e distinzione generale:
- planisfero quando la rappresentazione della superficie terrestre viene effettuata a piccolissima scala e senza
soluzione di continuità;
- mappamondo allorché la rappresentazione della superficie terrestre rimane effettuata a piccolissima scala e viene
suddivisa in due emisferi;
- carta geografica quando una grande estensione della superficie terrestre viene rappresentata ad una scala uguale od
inferiore ad 1:2.000.000;
- carta corografica quando la rappresentazione della porzione di superficie terrestre rimane conpresa tra le scale
1:1.000.000 ed 1:200.000;
- carta topografica quando la porzione di superficie terreste è rappresentata a scala media compresa tra 1:100.000 ed
1:5.000;
- mappa quando la porzione di superficie terrestre è rappresentata a grande scala da 1:4.000 ad 1:1.000;
- pianta quando la scala della rappresentazione è grandissima, pari ad 1:500 o maggiore.
3. La classificazione in base alle deformazioni geometriche distingue infine le seguenti tipologie cartografiche:
- carte autogonali o isogoniche o conformi o ortomorfe, quando gli angoli tra le direzioni spiccantesi da singoli punti
risultano inalterati ed, in conseguenza, viene conservata la similitudine tra le corrispondenti figure infinitesime
dell'ellissoide e del piano;
- carte equivalenti o autaliche, quando vengono conservate le aree corrispondenti;
- carte afillattiche, quando non vengono conservate né distanze né angoli, ma le deformazioni rimangono nel loro
complesso contenute;
- carte equidistanti, allorché il rapporto delle lunghezze viene conservato per determinati punti o linee.
4. A seconda che le rappresentazioni cartografiche siano state formate per rilevamento o per compilazione, esse si
identificano infine come cartografia rilevata o di base e come cartografia derivata.
Nella prassi corrente viene tuttavia considerata talvolta cartografia di base la cartografia prodotta per rilevamento
aerofotogrammetrico dagli Organi cartografici dello Stato, mentre viene invece considerata cartografia tecnica quella
prodotta per iniziativa delle Amministrazioni pubbliche regionali e locali.

Codice di attendibilità
Reliable source
Definisce il grado di attendibilità di un rilevamento catastale particellare e dipende dalla precisione della rete di
appoggio, dalle metodologie applicate nel rilevamento ed dalla strumentazione utilizzata. I valori dei codici di attendibilità
da associare alle coordinate dei punti fiduciali e dei vertici particellari rilevati in funzione delle variabili esterne (rete di
appoggio) e di quelle interne (metodologie e strumentazioni) all’attività del tecnico preposto all’aggiornamento sono
stabiliti da apposita tabella.

Cogeoide
Cogeoid
Viene definito cogeoide la superficie di livello corrispondente al potenziale di un geoide avente una distribuzione
compensata delle masse interne.
Colatitudine
Colatitude
Si chiama colatitudine di un genero punto P il complemento a 90° della sua latitudine geografica.

Compensazione dei dati osservati


Adjustment of observations
Viene realizzata mediante un procedimento di calcolo analitico che, tenendo conto dei vari vincoli interni ed esterni del
sistema di misura, procede alla riduzione ed alla ripartizione dei diversi effetti indotti dagli errori di osservazione.
L’elaborazione numerica che realizza la compensazione dei dati osservati viene effettuata mediante l’applicazione del
metodo dei minimi quadrati.

Congruenze geometriche lineari


Linear cogruecy
La verifica delle congruenze geometriche lineari costituisce un’operazione che, nella formazione di una cartografia
numerica, consente di eliminare le incongruenze di tipo lineare generatesi nella topologia del file di restituzione. Questa 10
verifica si realizza attraverso il controllo delle intersezioni tra linee ed il controllo delle tangenze delle linee.

Controlli di stabilità
Steadiness checks
I controlli della stabilità delle strutture edificate e dei versanti, può essere sviluppato sia con metodi variometrici che
con metodi differenziali.
I metodi variometrici non comportano in generale la necessità di stabilire alcun specifico sistema di riferimento, poiché
questo risulta definito dall'originaria posizione dei punti discreti sottoposti a controllo. Posizione spaziale che può
rimanere anche non topograficamente nota.
I metodi differenziali richiedono invece la stabilizzazione di un sistema di riferimento generale, capace di fornire nel
tempo, per differenza di posizione, le alterazioni di volta in volta intervenute.
Le misure degli spostamenti in punti prestabiliti degli oggetti da controllare, possono essere effettuate sia mediante le
procedure di rilevamento topografico classico che mediante le moderne procedure fotogrammetriche.

Controlli GPS
GPS Control stations
Le informazioni trasmesse dai satelliti artificiali GPS sono verificate in continuità a terra dal segmento di controllo del
sistema, costituito da 5 stazioni fisse di "tracking", 1 stazione "master" di controllo e 3 stazioni "upload" per
l'aggiornamento dei satelliti.

Convergenza dei meridiani


Convergence
Si dice convergenza dei meridiani, per una linea geodetica congiungente i punti P e Q, la differenza tra i due rispettivi
azimut.

Coordinate gaussiane
Rectangular coordinates
Vengono così definite l' ascissa E e l'ordinata N di un generico punto P del piano della rappresentazione di Gauss, o
transversa di Mercatore (UTM).

Coordinate geografiche
Geographical coordinates
Vengono definite coordinate geografiche ellissoidiche di un punto P la sua latitudine geografica ellissoidica e la sua
longitudine geografica ellissoidica.

Copertura aerofotogrammetrica
Stereoscopic coverage
Blocco di strisciate di fotogrammi aerei aventi tutti regolare sovrapposizione longitudinale e trasversale capace di
consentire l’esame stereoscopico di tutta la porzione territoriale rappresentata.

Correzione del rapporto


Aspect ratio correction
E’ una trasformazione del rapporto tra lunghezza e larghezza del pixel, che corregge la forma deformata del pixel
allorché gli strumenti di rilevamento a scansione lo riducono al formato rettangolare.

Correzione geometrica
Geometric correction
Operazione che elimina dai dati di una immagine gli errori di geometria prodottisi nella fase di presa per effetto
dell’assetto della piattaforma, della tipologia del sensore utilizzato, e della morfologia della scena. Si effettua soprattutto
per l’utilizzazione delle immagini a scopo cartografico e per le correlazioni multitemporali.
Correzione radiometrica
Radiometric correction
E’ una calibrazione e correzione delle variazioni indotte dalla degradazione della risposta di un sensore alle radiazioni
incidenti. Operazione utile per convertire le osservazioni brute in un insieme di dati radiometrici coerenti omogenei.

Costante distanziometrica
Tacheometric constant
Viene detta anche costante anallattica e la sua conoscenza risulta essenziale per il calcolo della distanza e dei
dislivelli con il tacheometro e la stadia verticale. Questa costante viene indicata con K, e risulta in generale uguale a
100.

Costellazione GPS
GPS Costellation
E’ l'insieme dei satelliti artificiali GPS che possono essere osservati per le determinazioni della posizione nello spazio
tridimensionale dei punti di stazione. 11
Le costellazioni inizialmente progettate prevedevano un insieme di 24 satelliti in tre orbite piane di 8 satelliti ciascuna.
Per le determinazioni GPS è indispensabile osservare simultaneamente una costellazione di almeno 4 satelliti.

Coverage
File di dati geografici, che esprime di norma un unico tema o tipo di dati. Un termine di significato analogo è quello di
layer.

Curvatura terrestre
Curvature of the terrestrial surface
E’ l'effetto dovuto allo scostamento dal piano topografico, assunto come superficie di riferimento, della sfera locale e
provoca errori nella definizione sia delle distanze sia degli angoli, che dei dislivelli.

Curvatura totale
Total curvature
Il prodotto delle curvature principali in un punto della superficie considerata prende il nome di curvatura totale. Per il
teorema di Gauss due superfici sono tra loro applicabili in ciascun punto corrispondente quando presentano la stessa
curvatura totale, definita appunto dall’inverso del prodotto dei raggi principali di curvatura.

Curve di livello
Contour line
Definiscono i punti che hanno la stessa quota e vengono indicate anche come curve isoipse o curve ipsometriche.
Esse consentono di rappresentare l'altimetria del terreno.

Database geografico
Geographic database
1. L’organizzazione dei dati geografici ed alfanumerici nelle banche dei dati si differenzia a seconda della struttura dei
database, che possono articolarsi in: database gerarchici, database reticolari, database relazionali e database a oggetti.
2. I database gerarchici presentano una struttura ad albero, senza connessione tra elementi dello stesso livello. E’ di per
sé una struttura inflessibile e che presenta ben pochi vantaggi, se non quello di collegare dati direttamente relazionati.
3. I database reticolari presentano maggiore flessibilità di quelli gerarchici e consentono di connettere anche dati dello
stesso livello, oltre a tutti quelli direttamente relazionati.
4. Nei database relazionali i dati sono organizzati in tabelle. Attraverso gli attributi in esse contenuti possono stabilirsi
collegamenti fra le diverse tabelle, conferendo grande flessibilità alla struttura.
5. Nei database a oggetti i dati di base vengono rappresentati senza problemi, come entità indipendenti ed omogenee.

DBMS
Database manegement system
Sistema di organizzazione e gestione dei dati geografici e alfa-numerici, che si differenzia a seconda della struttura
degli archivi e del trattamento dei dati medesimi.

Dati spaziali
Spatial data
Dati che occupano uno spazio e che presentano in questo stesso spazio un’ubicazione specifica espressa mediante la
loro georeferenziazione.

Datum
Identifica il sistema geodetico di riferimento, e più in particolare: la superficie virtuale di riferimento geodetico, il suo
orientamento e l’origine delle coordinate dei vari punti spaziali.

Declinatore magnetico
Magnetic northing
Costituisce un accessorio del tacheometro e della tavoletta pretoriana che, opportunamente inserito nello strumento
che lo supporta, consente di individuare nel punto di stazione la direzione del meridiano geografico, una volta nota la
declinazione magnetica locale istantanea.

DEM
Digital Elevation Model
Si tratta di un DTM che presenta però una distribuzione più densa e più compatta di punti discreti noti nelle tre
coordinate X,Y,Z per meglio descrivere la morfologia del terreno con tutte le sue variazioni e particolarità locali.

Deriva
Drift
Si definisce effetto di deriva la scalinatura dei fotogrammi di una strisciata, prodottasi durante la ripresa aerea, a causa
dello sbanamento dalla linea di volo provocato dal vento. Questa scalinatura, quando non venga opportunamente
corretto l’effetto di deriva, non dovrebbe superare 1/30 del formato del fotogramma.
12
DIGEST
Acronimo di Digital Geographic Information Exchange, modello di formato di scambio in vigore nella NATO e da
questa proposto alla ISO (International Standard Organization).

Deviazione della verticale


Deflection of the vertical
Misura lo spostamento lineare in latitudine e longitudine in un punto del geoide dall'ellissoide di rotazione, ed è utile in
particolare per determinare la forma della Terra.
E’ indicata talvolta anche come deviazione del filo a piombo e come attrazione locale.

Digitale
Digital
Modalità di rappresentazione di un fenomeno fisico o di un oggetto attraverso una funzione di tipo discreto, e cioè
attraverso numeri.

Digitalizzatore
Digitizer
Dispositivo elettronico utilizzato per copiare carte geografiche convertendole in dati digitali da memorizzare in un
elaboratore. Caratteristica essenziale di questo dispositivo, è quella di definire il passo di campionamento e l’intervallo
dei valori numerici capace di rappresentare i 256 livelli (0-255) codificati in 8 bit.

Disegno topografico
Map drawing
E’ l'operazione che fornisce la rappresentazione grafica dei particolari topografici fatti oggetto di un rilevamento.Il
disegno topografico può essere effettuato a matita od a penna.
Ai fini della riproduzione fotomeccanica, il disegno topografico può essere realizzato anche per incisione meccanica,
seguendo in genere la tecnica scribing, di un apposito supporto plastico.

Dislivello
Difference in level
Si definisce dislivello tra due punti del terreno il tratto di verticale compreso tra le superfici di livello passanti per tali
punti, ritenute fra loro parallele.
A seconda dell'approssimazione ed entro certi limiti di distanza, queste due superfici possono essere ritenute piane ed
orizzontali.
Più in generale viene chiamato dislivello fra due punti la differenza tra le due rispettive quote.
Il rapporto tra il dislivello e la distanza dei due punti fornisce la pendenza del segmento spaziale che li unisce.

Distanza
Ground range
1. Si definisce distanza fra due punti, la lunghezza del segmento di retta che li congiunge, mentre viene definita distanza
topografica fra gli stessi due punti il segmento di retta che ne congiunge la relativa proiezione sulla superficie di
riferimento individuata dal piano.
2. Più in generale, si definisce infine distanza geodetica, o più semplicemente geodetica, fra due punti distinti situati su di
una superficie qualunque, il minimo percorso che li congiunge.

Distanza focale
Focal length
Viene indicata come distanza principale, o più semplicemente distanza focale, ed è misurata lungo l'asse ottico
dell'obiettivo della camera metrica fra il secondo punto nodale ed il punto principale sul piano focale.
Essa determina uno degli elementi dell'orientamento interno di una camera metrica. Rimanendo invariato il formato
nella camera, il valore della distanza focale determina poi l'ampiezza dell'angolo di abbracciamento del relativo obiettivo.
Il rapporto f/H, fra la distanza focale f della camera metrica rispetto alla distanza relativa H dell'oggetto, fornisce la
scala media dell'immagine fotografica ottenibile.

Distanziometri elettronici
EDM instruments
1. La misura diretta delle distanze viene agevolmente ottenuta grazie all'impiego dei moderni distanziometri elettronici o
distanziometri a onde modulate che sono in grado di assicurare, specialmente nelle grandi distanze, precisioni molto
spinte.
Questi distanziometri sono in genere costituiti da un complesso di apparati emittenti e riceventi che, dopo aver
generato, per mezzo di un'apposita sorgente, opportuni segnali di riferimento convenientemente modulati, li trasmettono
ad un sistema riflettore e li ricevono poi, nella fase di ritorno, in un capace rivelatore di fase.
2. Il funzionamento di questi distanziometri è piuttosto elementare. L'apparato generatore medesimo è infatti in grado di
captare i segnali riflessi e di compararli con quelli emessi, per rilevarne il ritardo o lo sfasamento conseguente alla
distanza può essere passivo od attivo a seconda delle necessità. Il riflettore passivo si limita alla riflessione completa
dei segnali nella stessa direzione di provenienza; mentre il riflettore attivo, impiegato in molti casi, provvede ad 13
amplificarlo ed a rinviarlo all'apparato principale, specialmente quando il segnale risulta indebolito per la lunga distanza
percorsa, o per interferenze ed assorbimenti verificatisi durante la misura.
3. Le prestazioni assicurate dai distanziometri elettronici sono naturalmente funzione delle loro caratteristiche tecniche
costruttive, specialmente se opportunamente elaborate.
Integrando il distanziometro con un apparato di misura degli angoli ed un microprocessore, lo strumento medesimo
può essere infatti agevolmente trasformato in una stazione totale, idonea a fornire oltre alla misura delle distanze e degli
angoli di direzione anche le stesse coordinate dei vari punti osservati.

Distanziometri ottici
ODM instrument
Il problema della misura indiretta delle distanze può trovare immediata soluzione dal concetto di proporzionalità,
quando venga osservata la variazione dell'angolo visuale, o angolo parallattico, sotto il quale risultano sottesi gli oggetti
di identica grandezza, allorché vengano osservati da distanze diverse.
La misura ottica delle distanze si differenzia in base alle strumentazioni utilizzate, ma si sviluppa a partire
essenzialmente dai due metodi ad angolo parallattico variabile e ad angolo parallattico costante.
Il primo metodo comporta l'impiego di un tacheometro ed una stadia orizzontale; mentre il secondo richiede l'impiego di
un tacheometro e della stadia verticale.

Distorsione
Distortion
E’ un'aberrazione ottica che influisce sulla forma delle immagini, ed è provocata da un diverso ingrandimento degli
oggetti posti a differente distanza angolare dall'asse ottico dell'obiettivo. Variazione di ingrandimento, che si traduce in
una variazione della distanza focale.
Quando la distanza focale si accorcia, col diminuire dell'angolo di incidenza, si ha una distorsione a cuscino, mentre
quando si allunga, sempre col diminuire dell'incidenza, si ha invece una distorsione a barile.
La distorsione teorica coincide con la distorsione effettiva se il sistema di lenti che realizza l'obiettivo è correttamente
centrato. Quando questo centramento non è verificato, la distorsione effettiva risulta allora asimmetrica e presenta due
componenti: una radiale ed una tangenziale.
Gli obiettivi di alta qualità presentano una distorsione massima residua inferiore alla soglia di ±0,01 mm.

Distribuzione normale
Normal distribution
Si riferisce alle prove ripetute e definisce la probabilità che un evento si produca in un predeterminato intervallo.
Viene rappresentata dalla curva di Gauss, o curva a campana, e viene utilizzata per definire la probabilità degli errori
accidentali che, nella prassi operativa, viene anche utilizzata per esprimere teoricamente la loro distribuzione di
frequenza.

DOP - Diluizione della precisione


Diluition of precision
La precisione con la quale vengono determinate le posizioni spaziali, mediante il sistema GPS, dipendono da due
fattori essenziali: la configurazione geometrica dei satelliti osservati e l'accuratezza delle misure.
Gli effetti della configurazione geometrica dei satelliti esprimono il fattore della diluizione di precisione (DOP), per cui la
precisione ottenibile nel posizionamento risulta espressa dalla relazione:
 = DOP·m
ove m indica l'errore medio di misura e DOP il fattore connesso con la geometria della configurazione prescelta.

DTM
Modelli digitali del terreno
Digital terrain models
La rappresentazione della morfologia del terreno assicurata da un insieme di punti discreti, noti nelle tre coordinate
XYZ, opportunamente distribuiti sulla sua superficie prende il nome di DTM o Digital Terrain Model.
I DTM sono classificati sulla base della distribuzione dei punti discreti sul terreno interessato, che può risultare
irregolare o regolare o strutturata.
Nelle distribuzione irregolare, indicata talvolta random, il modello non segue alcuno schema precostituito, ma si adatta
alle accidentalità del terreno rappresentato.
Nelle distribuzioni strutturate, i punti sono distribuiti invece per maglie quadrate o triangolari, che realizzano una
rappresentazione geometrica del tutto astratta.
L'utilizzazione dei DTM è particolarmente diffusa nella progettazione stradale e negli interventi di ingegneria civile e
territoriale.

Easting
E’ indicata con E ed indica la coordinata piana gaussiana contata positivamente a partire dalla falsa origine verso
Est.

Eccesso sferico
Spherical excess 14
Nella somma degli angoli interni di un triangolo sferico indica la quantità angolare eccedente l'angolo piatto.
Il calcolo di una rete geodetica viene eseguito applicando il teorema di Legendre, che trasforma i diversi triangoli
geodetici situati sulla sfera locale in triangoli piani, previa decurtazione del relativo eccesso sferico. Il valore dell'eccesso
sferico viene calcolato con la formula di Cavalieri.

ED 50
Acronimo di European Datum 1950, che indica i risultati delle elaborazioni di calcolo, conseguiti dall'unificazione delle
reti geodetiche fondamentali europee, realizzata mediante il ricalcolo in blocchi di tali reti, effettuato nel 1950 dall'US
Army Map Service.

Editing cartografico
Editing
Costituisce una delle fasi operative più importanti nella formazione della cartografia numerica, durante la quale
vengono effettuate le correzioni e le integrazioni suggerite dalla ricognizione sul terreno; si esegue la verifica delle
congruenze geometriche lineari; si effettua il make-up e si inserisce infine la toponomastica.

Elaborazione delle immagini numeriche


Digital image processing
Costituisce l'insieme delle operazioni che possono essere realizzate nel trattamento delle immagini fotografiche, una
volta trasformate in forma numerica.
Il trattamento numerico richiede di norma una pre-elaborazione dei dati numerici acquisiti, attraverso un filtraggio
numerico bidimensionale e delle tecniche di compressione dei dati, che consentono di eliminare tutte le ridondanze
per ridurre allo stretto indispensabile l'occupazione degli spazi di memoria dell'elaboratore utilizzato.

Elioscopio
Heliotropes
Viene usato talvolta in triangolazione in alternativa a mire luminose e rende possibile la collimazione a punti
trigonometrici resi poco visibili dalla foschia.
Esso risulta costituito da un dispositivo con due specchietti orientabili che inviano la luce solare nella direzione voluta.
L'elioscopio richiede un continuo aggiustamento per effetto del movimento apparente del Sole.

Ellisse di errore
Error ellipse
L'incertezza planimetrica di situazione nella determinazione planimetrica dei punti viene espressa dalla ellisse di
errore, che definisce la porzione di area entro la quale ricade, con la probabilità dello 0,39, la vera posizione dei punti
determinati.

Ellisse indicatrice di Tissot


Tissot’s ellipse
Fornisce una rappresentazione grafica del modo di variare del modulo di riduzione lineare n con l’angolo di direzione
 e con le coordinate del punto O’ considerato. Questa curva viene detta anche ellisse indicatrice dei moduli di
deformazione lineare oppure ellisse di Tissot.

Ellissoide di Bessel
Bessel’s spheroid
Venne definito da F.W.Bessel negli anni 1835-41 mediante il semiasse equatoriale a = 6.377.397,16 m e lo
schiacciamento s = 1/299.

Ellissoide di Hayford
Hayford’s spheroid
Venne definito da J.F.Hayford nel 1909, studiando le rete geodetica nordamericana e tenendo conto delle anomalie
gravimetriche, e si identifica dal semiasse equatoriale a = 6.378.388 m e dallo schiacciamento s = 1/297.

Ellissoide di Krassowsky
Krassowsky’s spheroid
E’ stato definito nel 1946 attraverso determinazioni geodetiche compiute nell’Europa orientale e presenta un
semiasse equatoriale pari ad a = 6.378.245 m ed uno schiacciamento dell’ordine di s = 1/298,3.

Ellissoide terrestre o Sferoide


Spheroid
E’ così denominata la superficie geometrica generata dalla rotazione di una ellisse meridiana attorno al proprio asse
minore coincidente con l’asse di rotazione terrestre.

Ellissoide internazionale
International ellipsoid 15
International spheroid
E’ così denominato l'ellissoide di rotazione terrestre calcolato col metodo delle aree da Hayford nel 1909, e definito dai
parametri:
a = 6.378.388 ± 35 m s = 1/ = 297,0 ± 0,8
Le dimensioni di questo ellissoide di rotazione sono state adottate dall'Assemblea dell'Unione Geodetica e Geofisica
Internazionale, tenuta a Madrid nel 1924, e consigliate a tutti gli Stati membri. E’ essenzialmente per quest'adozione che
esso viene indicato anche come ellissoide internazionale di riferimento.

Ellissoide WGS84
WGS84 spheroid
Costituisce parte integrante del sistema di riferimento spaziale WGS84 ed è definito dai parametri:
a = 6.378.137 ± 2 m ed s = 1/298,257

Emulsioni sensibili
Photosensitive
1. Hanno la funzione di ampliare la finestra del visibile e di ritrarre le immagini in maniera definitiva nel loro insieme e
nei loro dettagli.
Le emulsioni sensibili per le prese fotogrammetriche sono essenzialmente cinque: l'emulsione ortocromatica,
l'emulsione pancromatica, l'emulsione infrarosso, l'emulsione colore e l'emulsione falsocolore.
2. L’emulsione ortocromatica (Orthochromatic film) ha interesse soltanto nelle riproduzioni fotomeccaniche e nella
fotogrammetria architettonica ma non nelle riprese aerofotogrammetriche, poiché copre una parte alquanto ristretta
dello spettro luminoso, che si estende dal violetto al verde.
3. L'emulsione pancromatica (Panchromatic film) copre completamente la regione del visibile mostrando una risposta
equilibrata, che registra il suo valor medio intorno ai 550 nm.
Essa viene utilizzata sia per la fotointerpretazione che per la restituzione fotogrammetrica. La sua lettura è
notevolmente agevolata dall'esperienza maturata in diversi campi delle conoscenze territoriali ed ambientali.
4. L'emulsione infrarosso (Infrared film) copre un regione più estesa del visibile dall'ultravioletto all'infrarosso prossimo.
Essa presenta tuttavia una debole sensibilità nella parte media dello spettro visibile, offrendo il massimo intorno agli 800
nm.
Quest'emulsione viene utilizzata per migliorare le informazioni fornite dall’emulsione pancromatica.
5. L'emulsione colore (Color film) copre la regione dello spettro visibile, effettuandone la selezione su tre differenti strati
sensibili nelle regioni del bleu, del verde e del rosso, stesi sullo stesso supporto.
La qualità delle informazioni fornite appare tuttavia alquanto variabile, a causa dei materiali impiegati e dei trattamenti
chimici subiti.
6. L'emulsione falsocolore (False-color film) riunisce le proprietà dell'emulsione colore e dell'emulsione infrarosso.
La registrazione delle informazioni avviene su più strati sensibili stesi sullo stesso supporto che, opportunamente
schermati, realizzano uno spostamento dei colori nella scala cromatica fondamentale.
Essa presenta particolare interesse in molti campi applicativi e nello studio dello stato della vegetazione.

Equalizzazione
Histogram equalization
E’ una tecnica di image processing che, coinvolgendo gli istogrammi dei livelli di grigio di due diverse immagini dello
stesso oggetto, permette di rendere equivalenti i relativi effetti di contrasto e la luminosità delle scene, per consentire poi
la loro correlazione automatica.

Equazione della stadia


Stadia equation
Prende nome di equazione della stadia la formula che consente di calcolare la distanza mediante il tacheometro e la
stadia verticale.
Nei distanziometri ottici centralmente anallattici l'equazione della stadia è fornita dalla relazione
D = K·S·sen²z
ove D rappresenta appunto la distanza cercata, K la costante distanziometrica, S la lettura intercettata sulla stadia
verticale e z la distanza zenitale corrispondente al filo medio del reticolo distanziometrico.

Equidistanza
Vertical interval of contours
Esprime l'intervallo in quota delle curve di livello e dipende essenzialmente dalla scala di rappresentazione della carta,
nonché dalla morfologia del terreno descritto.
Nella prassi corrente, in condizioni normali, l’equidistanza viene assunta pari ad un millesimo del denominatore della
scala della carta.
In generale, la precisione delle curve di livello di una carta topografica viene valutata pari alla metà dell'equidistanza.

Errore medio
Standard deviation
E’ denominato talvolta anche errore quadratrico medio, o errore dell'unità di peso, o scarto quadratrico medio, ed
indica la precisione del valor medio in una serie di dati osservati distribuiti secondo la legge gaussiana. 16
Nelle osservazioni dirette, il valore dell'errore medio m si deduce dalla radice quadrata della sommatoria dei quadrati
degli scarti dal valor medio M dei dati osservati della grandezza X, divisa per i gradi di libertà dell'insieme osservato, e
cioè dall'espressione:
m   ( X  M ) /( n  1)
Esso descrive l'ampiezza dell'intervallo in cui dovrebbe raccogliersi il 68,3% degli scarti di tutta la serie dei valori
direttamente osservati della grandezza X.

Errori di osservazione
Errors of observations
1. Per misura di una grandezza geometrica, o fisica, si intende il numero di volte e razione che, nella grandezza stessa,
è contenuta l’unità campione ad essa omogenea. La misura di una grandezza può realizzarsi in maniera diretta od
immediata, ed in maniera indiretta o mediata.
2. Le osservazioni si dicono dirette (unconditioned observations) quando il valore della grandezza da misurare viene
ottenuto per diretto confronto col campione od unità di misura.
3. Una misura viene detta indiretta (unconditioned indirect observations), o mediata, quando il valore della grandezza
da misurare viene ottenuto attraverso la misura di altre grandezze, come, ad esempio, la misura del valore della
circonferenza ottenuta appunto attraverso la determinazione del raggio.
4. Una misura mediata viene detta condizionata (Conditioned observations), o vincolata, quando il suo risultato è
assoggettato al verificarsi di condizioni da soddisfare, come, ad esempio, la misura degli angoli interni di un triangolo
g
piano la cui somma deve verificare un angolo piatto (180° o 200 ).
5. Nelle misure non è mai possibile pervenire all'esatta determinazione dei valori delle grandezze osservate, a causa
degli errori di osservazione.
Gli errori possono suddividersi in tre classi principali: errori materiali o grossolani, generalmente evitabili; errori
sistematici o regolari, dovuti a cause che influiscono al ripetersi delle osservazioni; errori accidentali o irregolari,
pressoché inevitabili.

Evoluzione delle discipline topografiche


Evolution of the Surveying
1. Le origini ed i principi della geometria pratica, oggi meglio conosciuta come topografia, si confondono con gli esordi
della civiltà, e sono sempre stati alla base del progredire delle conoscenze scientifiche territoriali.
Le arti mensorie topografiche hanno infatti sempre assunto un ruolo molto importante, sia nei periodi di pace che in
periodi di guerra, nella penetrazione umana del territorio e nella successiva trasformazione ambientale.
2. I principi su cui si basa la tecnica mensoria topografica traggono diretta ispirazione dall'attenta osservazione dei
fenomeni naturali e dalla successiva applicazione delle conseguenti deduzioni.
Partendo dalle ombre disegnate sul terreno dalla radiazione diurna del Sole sono stati individuati i primi concetti di
proporzionalità e quindi di misura indiretta delle grandezze. Così come dal fenomeno della caduta dei gravi è stato
dedotto il concetto di verticalità, materializzato dal filo a piombo, che ha poi implicitamente richiamato il concetto
connesso di orizzontalità.
Concetti alla base di tutta la teoria antica e moderna delle misure topografiche, insieme a quelli di punto, linea retta, e
superficie introdotti dalla geometria come disciplina autonoma.
3. I primi campioni di misura delle lunghezze prendono consistenza dai parametri antropometrici piede, palmo, braccio,
e dai tempi di marcia nei trasferimenti; mentre i campioni di unità di superficie e di volume acquistano il loro più intimo
significato dal concetto di lavoro. A quest'ultimo proposito, ne costituiscono un chiaro esempio: l'antico jugerum
romano, che corrispondeva alla superficie arata da una coppia di buoi congiunta sotto lo stesso giogo durante una
giornata di lavoro, e l'antico talentum mediorientale, che corrispondeva appunto alla soma supportata da un cammello
durante la marcia.
4. Dai concetti analitici e geometrici avanti menzionati e dalle unità di misura poi ricordate traggono infine origine gli
strumenti e le apparecchiature di misura indispensabili alla determinazione delle lunghezze e distanze, come la corda,
la canna, la pertica, ed il baculo per la loro misura indiretta.
Ai quali si aggiungono infine, per la misura delle altezze e dislivelli, il filo a piombo, l'archipendolo, la libra o acquaria;
mentre completano il panorama di questi strumenti la groma, la diottra, l'astrolabio, il quadrante geometrico ed il
quadrante di cerchio, per culminare infine bussola magnetica, che compendia insieme principi geometrici e fenomeni
fisici naturali di grande interesse, per l'orientamento e la navigazione.
5. Un notevole salto di qualità, nella realizzazione degli strumenti di misura topografica, viene compiuto nel XVII secolo
con l'introduzione del cannocchiale che, attraverso l'assemblaggio del cerchio graduato mutuato dal duplice impiego
dell'astrolabio nella misura degli angoli azimutali e zenitali, conduce alla realizzazione del teodolite od universale.
Uno strumento, che innova anche le operazioni di misura sul terreno, con lo sviluppo delle catene e reti di
triangolazione.
6. Generati direttamente dal teodolite e dalla possibilità di misurare otticamente le distanze, si sviluppano in seguito il
tacheometro e la stadia verticale, gli strumenti alla base del moderno sviluppo della celerimensura.
Così come prende poi corpo e si diffonde l'impiego della tavoletta pretoriana per il rilevamento topografico grafico-
numerico di vaste aree territoriali.
7. Un rilevamento territoriale che, col progresso della tecnica fotografia e l'avvento dell'aeronautica, ha trovato infine
nella fotogrammetria aerea il suo più completo ed uniforme mezzo moderno di realizzazione e gestione nel
fotogramma.
Un fotogramma, capace di registrare, ad un determinato istante, tutta la consistenza delle risorse naturali dell'area 17
ritratta, e di fornire altresì, nel contempo, anche un quadro dettagliato del relativo stato di conservazione.
8. Ed è poi sempre, in prosieguo di tempo, il progredire scientifico delle conoscenze tecnologiche a migliorare in campo
topografico le metodologie operative e l'elaborazione dei dati osservati, con la realizzazione dei nuovi distanziometri
elettronici e dei teodoliti elettronici.
Apparecchiature che opportunamente integrate conducono alla realizzazione delle più sofisticate stazioni totali
automatiche. Un moderno strumento topografico, che semplifica ed agevola il rilevamento numerico completo del
terreno, predisponendo peraltro i risultati all'archiviazione in idonei database georeferenziati.
9. Ma è tuttavia il grande progresso registrato nella tecnologia spaziale a fornire la più decisiva svolta alla consolidata
prassi di rilevamento geotopocartografico, con l'introduzione del sistema di posizionamento globale GPS e delle
piattaforme inerziali.
Sistemi che hanno automatizzato le operazioni di misura, semplificato le elaborazioni e ridotto infine i costi di
produzione degli elaborati richiesti per la documentazione e la programmazione territoriale.
10. Un'evoluzione in atto che, indotta anche dai progressi conseguiti nell'elaborazione digitale delle immagini, ha poi
influito sulla stessa metodologia fotogrammetrica classica indirizzandola verso la fotogrammetria digitale, tuttora in
rapido sviluppo, e sul concetto stesso di rappresentazione cartografica, trasformatasi ormai in elaborato numerico, grazie
alla formazione delle cartografia tecnica numerica, orientata verso la realizzazione di più mirati sistemi informativi
territoriali a base geografica (GIS).

Ex-centro
Ex-center
Nella prassi operativa della triangolazione geodetica, molti manufatti prescelti come punti trigonometrici, non
consentono la possibilità di effettuarvi una completa stazione in centro.
Appare allora la necessità di eseguire la stazione collocando lo strumento in prossimità degli stessi punti di stazione,
o per meglio dire facendo stazione fuori centro od ex-centro.
Questo comporta naturalmente l'opportunità di ridurre infine per via di calcolo in centro le stesse osservazioni.
Problemi analoghi possono talvolta verificarsi per la collimazione a punti non direttamente visibili, per cui si pone il
problema di osservare delle mire fuori centro (elioscopi o mire luminose).

Fattore di covergenza
Convergence factor
E’ definito nelle proiezioni isogoniche coniche dalla costante positiva h che delimita in longitudine lo spazio della
rappresentazione grafica sulla superficie subiettiva. A seconda del valore assunto dalla costante h possono ricavarsi tre
diversi tipi di carte.
Invero con h<1 può essere ottenuta la rappresentazioni conica conforme di Lambert; con h=1 la rappresentazione si
identifica invece con la proiezione stereografica polare; mentre con h>1 si ottiene infine una proiezione conica
immaginaria, come la Carta di Harding utilizzata per le carte del cielo.

Fattore di scala
Scale factor
E’ definito dal modulo di riduzione lineare di una rappresentazione cartografica e rappresenta l’alterazione del rapporto
di scala prescelto introdotta dal sistema di proiezione considerato.

Figura della Terra


Figure of the Earth
1. La determinazione della forma e delle dimensioni della Terra costituisce un problema che ha interessato tutte le
generazioni umane dall'antichità ai giorni nostri.
La prima ipotesi avanzata sulla forma della Terra è stata quella di una superficie piana. L'ipotesi di una Terra a forma di
disco circondato dall'Oceano prende consistenza nell'Iliade di Omero (800 a.C. circa) ed è accettata da Talete di Mileto
(600 a.C. circa).
L'osservazione del fenomeno celeste dell'eclisse di Luna e le varie esperienze acquisite nella navigazione marittima,
facilitano poi l'assunzione dell'ipotesi sferica. Pitagora (580- 500 a.C.) e la sua scuola, come Aristotele (384-322 a.C.)
insieme ad altri, concordano infatti sulla forma sferica.
Importante valore scientifico presenta tuttora, a tale proposito, la misura del raggio di curvatura terrestre compiuta nel
220 a.C. da Eratostene di Cirene (276-195 a.C.) e quella compiuta nell'anno 80 a.C. da Posidonio di Siria (135-51),
mediante due differenti ma congruenti procedimenti astronomici mensori basati appunto sull'ipotesi sferica.
2. Eratostene di Cirene attraverso la misura simultanea dell'altezza del Sole alle due estremità di un arco quasi
meridiano, ubicato tra Assuan (Syene) ed Alessandria in Egitto, confrontata con la distanza fra le due città, trovò infatti il
primo valore storico del raggio terrestre con un errore in eccesso dell'ordine del 15% circa.
Posidonio di Siria ripetendo la stessa misura del raggio di curvatura terrestre, sull'arco definito invece tra Rodi ed
Alessandria, con l'osservazione della stella Canopus allorché si profilava all'orizzonte di Rodi, pervenne poi ad un
valore del raggio medesimo con un errore per difetto del 17% circa, a causa del trascurato effetto di rifrazione
atmosferica e della scarsa approssimazione dello strumento di misura.
3. Con la caduta dell'Impero romano, per volere del califfo Al-Mamun, gli arabi ripeterono nell'anno 827 d.C. una più
accurata misura delle dimensioni della Terra sferica, nella pianura di Singiar in Mesopotania. 18
Determinazione, effettuata misurando l'altezza del Polo alle due estremità di un arco di meridiano dell'ampiezza di 2°,
computando la relativa distanza mediante l'impiego di apposite aste di legno.
4. Nel 1521 Jean Francois Fernel (1497-1558) ripete una quarta misura della curvatura della Terra, osservando l'altezza
del Sole e misurando la distanza tra Parigi ed Amiens contando i giri di una ruota di carrozza, ed ottiene un risultato
approssimato per difetto dell'ordine di 1/1000.
Una determinazione più evoluta viene effettuata nel 1615 da Willibrord Snel van Royen (1580-1626), noto come
Snellius, che determina un arco di meridiano tra Alkmaar e Bergen-op-Zoom con la misura di una base a Leida,
effettuata durante l'inverno per approfittare dei canali ghiacciati, sviluppando una triangolazione. Dal confronto fra le
osservazioni astronomiche condotte agli estremi dell'arco di meridiano Snellius ricavò un valore del raggio di curvatura
terrestre errato in eccesso di circa il 3,3%.
A questa determinazione fece poi seguito, nel 1632-33, quella di Richard Norwood (1590-1675) relativa all'arco
terrestre tra Londra e York.
5. La successiva evoluzione delle conoscenze scientifiche, prodotta dalle esperienze dell'Abbé Jean Picard (1620-82),
con la misura di un arco di meridiano tra Sourdon e Malvoisine, e di Jean Richer (1630-96), con l'osservazione del
ritardo di un pendolo trasportato da Parigi a Caienna, indusse poi Jsaac Newton (1643-1727), Christian Huyghens
(1629-95) e Robert Hooke (1635-1703) a ritenere che la forma della Terra fosse quella di un ellissoide di rivoluzione
schiacciato ai poli.
Ma nel 1683, con la decisione dell'Academie des Sciences di prolungare la meridianna di Francia, tale ipotesi venne
messa in dubbio da Jean-Dominique Cassini (1625-1712) e Philippe de La Hire (1640-1718), che trassero invece la
convinzione di un allungamento dello sferoide verso i poli, sollevando in proposito una storica vivace "querelle".
6. La verifica sperimentale dello schiacciamento dello sferoide terrestre venne patrocinata in seguito dall'Academie des
Sciences con due diverse missioni in Lapponia e nel Perù, che costituiscono l'evento più significativo della ricerca
applicata del XVIII secolo.
La missione in Lapponia, svolta negli anni 1736-37, venne diretta da Pierre-Louis Moreau de Maupertuis (1698-1759),
con la partecipazione di Alexis Claude Clairaut (1713-65), Charles Etienne Louis Camus (1699-1768), Pierre Charles
Lemonnier (1715-99), l'Abbè Reginald Outhier (1694-1774) ed Anders Celsius (1701-44); mentre la missione nel Perù,
svolta negli anni dal 1739 al 1763, venne invece diretta da Pierre Bouguer (1698-1758) e da Charles-Marie De La
Condamine (1701-74).
I risultati ottenuti da queste due diverse missioni confermarono l'ipotesi di uno sferoide schiacciato ai poli ed
incrementarono quindi le operazioni per la determinazione della meridiana di Francia.
Dal rifacimento della meridiana di Francia, compiuto tra il 1792 ed il 1799, J.B.Delambre (1749-1822) e Mechain
(1744-1804) definirono il metro campione e determinarono infine nel 1700 l' ellissoide dei pesi e misure a cui seguì nel
1810 la definizione dell'ellissoide della Carta di Francia.
7. La successiva prosecuzione delle misure di archi di meridiano e di parallelo ha ancora lo scopo di evidenziare le
irregolarità della forma della Terra, ma anche l'intento di definire i parametri degli ellissoidi di riferimento necessari alla
formazione di regolare cartografia topografica.
Notevole interesse scientifico presentano a tal fine le derivazioni, nel 1830 dello ellissoide di George Everest (1790-
1866), nel 1841 dello ellissoide di Wilhelm Bessel (1784-1846), nel 1866 e nel 1880 degli ellissoidi di Alexander Ross
Clarkle (1828-1916), ampiamente utilizzati nei lavori geodetici e cartografici europei ed oltreoceano.
8. Nel 1861, sulla base di accordi internazionali, venne costituita per iniziativa del generale prussiano J.J.Baeyer (1794-
1885) l'Associazione internazionale per la misura dei Gradi in Europa, che ampliando isuoi compiti venne trasformata
più tardi in Associazione Geodetica Internazionale.
Con lo sviluppo delle operazioni geodetiche ed i contributi scientifici in campo gravimetrico di George Gabriel Stokes
(1819-1903) e di Friedrich Robert Helmert (1843-1917), la definizione dei parametri dell'ellissoide terrestre si affina con
l'integrazione dei dati geometrici con quelli fisici.
La determinazione della forma della Terra si identifica quindi con quella di una superficie di livello equipotenziale alla
quale venne attribuito da Karl Friedrich Gauss (1777-1855) e Friedrich Wilhelm Bessel (1784-1846) il nome di
superficie matematica della Terra. Nome che più tardi venne variato da I.B.Listing (1873) in quello di geoide.
Particolarmente importanti risultano, in prosieguo di tempo, i lavori di John F.Hayford (1890-1935) nella definizione di
un ellissoide di rotazione terrestre studiando la rete geodetica nordamericana e tenendo conto del contributo della
gravimetria. Lavori che approdarono nel 1909 alla formulazione dell' ellissoide di Hayford, meglio conosciuto come
ellissoide internazionale (Madrid, 1924).

File di restituzione
Plotting file
E’ di tipo sequenziale e comporta un record descrittivo ed un record di georeferenziazione.

Fili invar
Jaederin’s apparatus
Costituiscono lo strumento di misura essenziale dell'apparato di Jaederin che costituisce una moderna
apparecchiatura per la misura diretta delle basi geodetiche.
L' invar è infatti una lega metallica composta prevalentemente di nichel (0,36) e ferro (0.63) e di piccolissime quantità
di altri elementi, come il cromo per aumentarne la durata, il manganese per permetterne lo stiramento, il carbonio per
aumentarne il limite elastico, che ha la proprietà di presentare un coefficiente di dilatazione piccolissimo tra le
temperature di 20° e 50°C. 19
Caratteristiche chimico-fisiche che la rendono pertanto particolarmente idonea alla realizzazione di campioni di misura
lineare, rigidi e flessibili.
L'impiego dei fili invar nella misura diretta delle distanze geodetiche consente di conseguire una precisione molto
spinta, valutabile intorno all'ordine di 1 mm su di 1 km misurato, nel migliore dei casi.

Filo a piombo
Plumb-line
E’ lo strumento più semplice e più antico che si conosca, ed è costituito da un filo sottile e flessibile che porta appeso
ad una estremità una massa pesante.
Sotto l'azione della gravità il filo a piombo, o piombino, indica la direzione della verticale.

Filtri fotogrammetrici
Photogrammetric filters
Sono di tre tipi fondamentali: il primo è costituito da lastre di vetro colorate con trattamento ottico; il secondo da lastre
di vetro con interposta una gelatina colorata; il terzo tipo è costituito infine dai filtri a interferenza, realizzati deponendo
strati metallici su lastra di vetro per evaporazione.

FMC
Forward Motion Compensation
E’ un dispositivo inserito nelle camere metriche che compensa, durante le prese aerofotogrammetriche, l’effetto del
trascinamento d’immagine. Può essere inserito a seconda delle necessità, o disattivato, quando l’effetto di trascinamento
superi, o risulti inferiore, alla soglia di 0,01 mm.

Formazione della cartografia topografica


Map production
1. La realizzazione di un documento topocartografico non è operazione immediata, poiché comporta lo sviluppo di varie
fasi operative fra loro distinte e successive.
La formazione di una cartografia topografica si sviluppa infatti attraverso: la preliminare progettazione dei lavori, la
realizzazione dell'inquadramento geodetico generale; la presa fotogrammetrica aerea; la triangolazione aerea spaziale;
la restituzione fotogrammetrica; la post-ricognizione sul terreno per l'integrazione degli elaborati; la revisione
cartografica e l'allestimento dei tipi di riproduzione.
2. Lo sviluppo del processo operativo che realizza la cartografia è di norma disciplinato da capitolati speciali di oneri
che stabiliscono, per ciascuna fase operativa, le corrispondenti prescrizioni tecniche, i tempi di lavorazione e le penalità
inerenti ai ritardi.
In genere, i lavori vengono sempre collaudati in corso d'opera per garantire che ogni passo del processo formativo
venga realizzato a regola d'arte.

Fotogramma
Picture
Si dice fotogramma l'immagine fotografica, negativa o positiva, ottenuta mediante una camera fotogrammetrica.

Fotogrammetria
Photogrammetry
1. Si definisce fotogrammetria l'insieme dei processi che utilizzano le prospettive fotografiche centrali per la formazione
di cartografie topografiche e documentazioni di beni culturali. Questa metodologia si definisce fotogrammetria terrestre
quando le prese fotografiche vengono realizzate alla superficie terrestre, mentre si definisce fotogrammetria aerea
quando le prese vengono effettuate da aereo o da piattaforma spaziale. Il principio scientifico che presiede alla
fotogrammetria è quello che presiede al processo della percezione del rilievo nella visione stereoscopica umana. La
percezione del rilievo spaziale degli oggetti può identicamente verificarsi infatti anche osservando due prospettive
centrali fotografiche coniugate di uno stesso oggetto, tratte cioè da due punti di vista distinti.
2. La visione stereoscopica artificiale viene agevolata dall'impiego di due lenti convergenti opportunamente accoppiate
per formare uno stereoscopio, che consentono l'osservazione binoculare, con assi visuali paralleli, della coppia di
immagini fotografiche stereoscopiche. Sistemando le immagini nel piano focale delle rispettive lenti, l'accomodamento
dei singoli occhi corrisponderà alla convergenza e l'osservazione risulterà del tutto naturale.
3. L'immagine tridimensionale virtuale, ottenuta attraverso l'osservazione binoculare di una coppia di immagini
stereoscopiche, prende il nome di modello stereoscopico od immagine plastica virtuale. L'esplorazione del modello
stereoscopico permette di studiare la morfologia degli oggetti spaziali e di ricavarne le relative dimensioni metriche. La
misura delle variazioni dimensionali dell'immagine plastica virtuale si basa sulla determinazione, nel piano dell'immagine,
degli spostamenti dei punti omologhi corrispondenti, denominati parallassi lineari.
4. La teoria della misura stereoscopica della terza dimensione (altezza o profondità) dei vari punti costituenti il modello
stereoscopico, si basa sul principio della marca mobile. Sovrapponendo due indici coniugati, nell'osservazione
binoculare delle due distinte fotografie stereoscopiche, in maniera che ciascuno di essi coincida con punti omologhi, i
due indici si fonderanno per fornire un unico indice che risulti posizionato, nel modello stereoscopico risultante, alla
stessa altezza o profondità del punto considerato.
5. Lo strumento che rende immediata la misura delle variazioni della terza dimensione è la barra di parallasse. Esso è 20
costituito da una barra che sostiene alle sue estremità due diverse marche di collimazione, posizionate alla stessa
distanza del sistema di osservazione binoculare, mobili l'una rispetto all'altra, per mezzo di una vite micrometrica di
precisione che ne misura il relativo spostamento. La misura della differenza di parallasse lineare fra due punti distinti del
modello stereoscopico consente di ricavare la loro corrispondenza differenza di altezza.

Fotogrammetria digitale
Digital photogrammetry
Costituisce l'evoluzione più recente della metodologia fotogrammetrica e prende in esame, al posto dei tradizionali
fotogrammi, la loro conversione in forma numerica.
L'acquisizione delle immagini digitali può avvenire sia con camere digitali, dette comunemente camere CCD, sia
mediante scannerizzazione tramite scanner ottici.

Fotogrammetria dei vicini


Close range photogrammetry
Costituisce il settore fotogrammetrico che si occupa del rilevamento degli oggetti vicini, e più in particolare dei beni
culturali e dei monumenti architettonici.

Fotoindice
Photoindex
Effettuata la prima stampa dei fotogrammi appartenenti ad una copertura aerofotogrammetrica, viene di norma redatto
un fotoindice riproducente tutto l'insieme dei fotogrammi prodotti al fine di verificarne l'effettiva ubicazione e
distribuzione nella descrizione fotografica del territorio interessato.
Dal fotoindice viene poi dedotto un più accurato quadro di unione dell'insieme medesimo che riassume, alla scala
prefissata, la posizione dei singoli fotogrammi all'ambito di ogni singola strisciata e dell'intero blocco di strisciate.

Fotointerpretazione aerea
Photo interpretation
1. La lettura e l'interpretazione delle informazioni fornite dalle fotografie aeree, qualunque sia l'emulsione utilizzata,
costituisce sempre un processo di decodifica specializzata.
L'identificazione degli oggetti nelle fotografie aeree non può infatti prescindere dalla percezione della loro forma e
delle loro dimensioni, nonché delle indispensabili forme terrestri, comportano un loro caratteristico insieme di strutture,
costituito da allineamenti, incroci, parallelismi e tracce varie, che possono offrire una chiave di lettura; quando questa
venga a mancare, acquista importanza la tessitura fotografica, definita dai vari elementi tonali e agglomeranti che
concorrono alla formazione dell'immagine fotografica.
Di grande ausilio risulta nella fotointerpretazione aerea l'osservazione sterescopica dei fotogrammi.
2. La fotointerpretaziome delle prese fotografiche aeree è resa possibile dalla considerazione sia degli aspetti propri
degli oggetti ritratti che degli aspetti relativi alle emulsioni fotografiche.
Le chiavi di lettura e di fotointerpretazione (Photo interpretation keys) variano a seconda degli oggetti considerati o
dei particolari topografici osservati.
La metodologia operativa comporta di norma: la preparazione preliminare, con la raccolta di tutte le informazioni di
carattere geomorfologico e storico necessarie; l'analisi sistematica dei fotogrammi; il finale riscontro sul terreno dei dati
dedotti.

Fotopiano
Photoplan
Quando il terreno presenta delle variazioni del rilievo altimetrico molto deboli, e può essere assimilato
approssimativamente ad una superficie pianeggiante, la documentazione fotografica aerea nadirale può essere
organizzata in piani fotografici o fotopiani, mediante l'assemblaggio di più fotogrammi raddrizzati e riportati tutti alla
stessa scala di rappresentazione.
Un esempio applicativo di questa considerazione viene fornito dal fotopiano a colori del centro storico della Città di
Venezia.
Fototedolite
Phototheodolite
La presa fotogrammetrica di oggetti vicini può essere effettuata anche con camere metriche accoppiate a teodoliti, in
modo da formare uno strumento solidale. L’impiego del fototeodolite, nelle prese fotogrammetriche terrestri, permette di
ridurre le incognite dell’orientamento esterno dei fotogrammi, poiché consente di determinare la posizione del punto di
presa e la direzione della stessa presa.

Funzione autalica
Authalic function
E’ una funzione della latitudine  che rende lo studio delle rappresentazioni equivalenti, o autaliche, indipendente dalla
forma dei meridiani. Dal punto di vista prettamente geometrico, la funziona autalica rappresenta l’altezza di una striscia
parallela della superficie subiettiva, equivalente alla corrispondente striscia parallela obiettiva.

Geocoding 21
Traslazione o trasformazione delle coordinate geografiche nel formato digitale X,Y per l’utilizzazione quale indirizzo
dei dati nella formazione di database geografici o di elaborati cartografici numerici

Geodesia
Geodesy
La scienza che si occupa della determinazione della figura e del campo esterno della gravità della Terra, e di
determinarne i relativi parametri ellissoidici dimensionali.
La sua area di interesse scientifico può essere suddivisa in: geodesia globale, che si occupa di determinare le
dimensioni e la figura della Terra e del suo campo esterno gravitazionale; ed in topografia, che si occupa invece dei
rilevamenti di interesse topografico, catastale, urbanistico e di ingegneria.

Geodetica
Geodetic distance
Prende nome di linea geodetica, o geodetica, su di una superficie, quella linea tracciata su di essa che gode della
proprietà di avere in ogni suo punto la normale principale coincidente con la normale alla superficie, ovvero il suo piano
osculatore normale alla superficie. La geodetica è inoltre la linea più breve che unisce due punti diversi su di una
superficie, e per questo ne indica la relativa distanza.
Per il Teorema di Clairaut in ogni punto di una geodetica tracciata su di una superficie di rotazione il prodotto del
raggio del parallelo per il seno dell’azimut è costante.

Geoide
Geoid
Si definisce geoide la superficie di livello equipotenziale definita dal campo di gravità, che passa per il punto medio
marino di un prescelto luogo della Terra.
La forma del geoide è molto prossima a quella di un ellissoide di rotazione, che viene assunto in Geodesia come
superficie virtuale di riferimento della Terra.

Georeferenziazione
Geo-positioning
Georeferenced
La definizione della posizione dei punti dello spazio geografico è essenzialmente legata alla direzione della verticale
locale ed alla scelta della superficie di riferimento. A seconda dell’ambito spaziale considerato, sono adottate quali
superfici virtuali di riferimento: la sfera, l’ellissoide o sferoide, e il piano.

Giroscopio
Gyroscope directeur
Costituisce uno strumento derivato dall'abbinamento di un normale goniometro con un giroscopio e viene utilmente
impiegato per ottenere in tempi brevi l'orientamento relativo al punto di stazione. Lo strumento trova soprattutto impiego
nei lavori topografici in galleria.

GIS
Geographical Information System
Si tratta di un sistema informativo territoriale geografico, ove tutte le informazioni riferite risultano tutte georeferenziate,
cioè riferite a punti di posizione geografica nota.

Goniometro
Goniometer
1. Gli strumenti per la misura degli angoli vengono detti goniometri, e sono essenzialmente costituiti da un cerchio
graduato, sostenuto da un basamento; una linea di mira o linea di collimazione, opportunamente sostenuta da un
supporto mobile detto alidada, ed un indice di lettura rigidamente collegato al supporto mobile.
2. Più in particolare, un goniometro topografico comporta di norma due cerchi graduati, uno per la misura degli angoli
azimutali, aventi per spigolo la verticale locale del punto di stazione, ed uno per la misura degli angoli verticali, aventi
per spigolo l'orizzontale del punto di stazione.
3. Nei goniometri topografici il cerchio azimutale e l'alidada possono essere collegati fra loro in due diversi modi, dando
origine a due differenti tipologie di goniometri: quella dei goniometri a cerchio azimutale ripetitore, e quella dei goniometri
a cerchio azimutale reiteratore. Tipologie che comportano differenti modalità operative nella misura degli angoli.
4. I goniometri impiegati nelle operazioni topografiche si distinguono poi, a seconda dell'approssimazione assicurata
nelle misure angolari, in tacheometri e teodoliti. I primi garantiscono una precisione di misura dell'ordine di 1', mentre i
secondi ne garantiscono una più spinta dell'ordine di 0",05.

GPS
Global Positioning System
E’ un sistema di posizionamento globale, cioè nello spazio tridimensionale, che si basa esclusivamente
sull'osservazione di una costellazione di satelliti artificiali, chiamati appunto GPS satellites.
Il principio che informa la determinazione della posizione spaziale, in un assegnato sistema di riferimento, di punti 22
appartenenti o prossimi alla superficie terrestre è essenzialmente quello dell'osservazione distanziometrica, dai punti
medesimi, di satelliti artificiali GPS dei quali sia nota la posizione istantanea in orbita.
Il sistema si compone di tre sezioni fondamentali, e cioè di un segmento spaziale, rappresentato dai satelliti; di un
segmento di controllo, rappresentato dalle stazioni a terra di controllo; e di un segmento di utenza, definito dai ricevitori
muniti di antenna.

Graficismo
Graphic error
Viene indicato anche come errore di graficismo e dipende dall’acuità visiva e dalla distanza della visione distinta, per
cui mediamente corrisponde sul piano della rappresentazione ad un quinto di millimetro, ovvero a 0,2 mm.

Gravimetria
Gravimetry
Il complesso delle ricerche sperimentali, degli studi, delle operazioni e dei calcoli, che si riferiscono alla misura della
accelerazione della gravità g costituiscono la gravimetria.
Le dimensioni della g sono quelle di un'accelerazione e sono perciò espresse in m/sec². L'unità di misura della
accelerazione di gravità è il gal (prime tre lettere della parola Galileo) e corrisponde nel sistema C.G.S. ad
un'accelerazione di 1cm/sec².
Le misure assolute di g sono molto laboriose, molto più agevoli sono invece quelle relative, che si realizzano
misurando la variazione della g rispetto a quello assoluto di un punto assunto come riferimento.
La gravimetria occupa un posto importante tra le scienze della Terra, per l'importanza scientifica che rivestono le
anomalie gravimetriche.

Gravità
Gravity
Le posizioni relativi dei corpi celesti, e quindi anche quella della Terra rispetto al Sole, sono regolate dalla legge
dell'attrazione universale scoperta da Newton, che dice: "tutti i corpi si attirano con una forza che varia in funzione diretta
delle loro masse ed in funzione inversa del quadrato delle loro distanze".
La massa concentrata in un punto terrestre, oltre a sottostare alla forza dovuta all'attrazione universale, ne subisce
altre in conseguenza dei moti propri della Terra. Tra queste forze la preponderante è quella dovuta al movimento di
rotazione della Terra, che è detta forza assifuga.
La forza di attrazione universale e la forza assifuga componendosi tra loro, danno luogo ad una risultante detta forza di
gravità, o più semplicemente gravità, che varia da punto a punto, ma rimane sensibilmente costante nel tempo.
L'accelerazione di questa forza si chiama acelerazione di gravità.
La forza di gravità è dotata di dimensione, di direzione e verso ed è una forza posizionale, dipende cioè
essenzialmente dalla posizione dei punti considerati rispetto ad un certo sistema di riferimento.
Tutti i punti in cui la forza di gravità si fa sentire definiscono uno spazio che prende nome di campo della forza di
gravità.

IGM95
Acronimo che individua la rete geodetica italiana di punti GPS realizzata dall’Istituto Geografico Militare negli anni
1992-96: Tale rete consente, senza alcuna necessità di raffittimento, di determinare direttamente i punti di
inquadramento necessari ai rilevamenti topocartografici di dettaglio.

Immagini di sintesi
Synthetic images
Vengono realizzate dai dati numerici spaziali per ottenere delle vedute tridimensionali multiple degli agglomerati urbani
per sviluppare delle simulazioni, delle analisi o comparazioni valutative di interesse prevalentemente ambientale ed
urbanistico.
Interattiva
Interactive
Viene così definita una comunicazione in tempo reale tra l’operatore ed il computer. L’operatore fornisce le istruzioni
ed il computer reagisce immediatamente, producendo i risultati non appena l’input è terminato.

Intersezioni
Intersections and resections
1. Sono procedimenti idonei a ridurre il numero dei dati osservati per la determinazione degli elementi di uno o più
triangoli, determinando quelli incogniti sull'esclusiva base di proprietà geometriche.
Le intersezioni si differenziano a seconda delle modalità seguite nella scelta delle stazioni di misura angolare
azimutale.
Esse si distinguono in intersezioni in avanti, intersezioni laterali, intersezioni inverse, ed intersezioni indietro su due
punti.
2. Il metodo dell'intersezione in avanti (intersection), detto anche di intersezione diretta o di intersezione per coordinate
bipolari, si realizza determinando le coordinate del nuovo vertice, facendo stazione esclusivamente sui punti di 23
coordinate note.
3. Il metodo dell'intersezione indietro (resection), detto anche autodeterminazione, o problema di Snellius, o problema
di Pothenot, o problema del vertice di piramide, o intersezione inversa di un punto, è un procedimento di frequente
applicazione che permette di determinare le coordinate del punto incognito, facendo esclusivamente stazione su di esso,
osservando almeno tre punti di coordinate note disposti a giro d'orizzonte.

Land Capability Map


La carta della capacità d’uso del suolo fornisce informazioni tematiche sintetiche su più fenomeni, nella globalità delle
loro interazioni, risultando particolarmente utile per lo sviluppo di piani territoriali.

Land Cover Map


E’ una carta tematica che documenta la copertura naturale del suolo, e cioè le aree coperte da bosco, da brughiera,
da macchia mediterranea, da vegetazione erbacea spontanea, da pascoli e praterie naturali di altitudine, etc.

LANDSAT TM
Acronimo di Land Satellite che indica un programma della NASA per lo studio delle risorse terrestri mediante l’uso di
satelliti artificiali e tutta una serie di satelliti dedicati a questo programma. I satelliti Landsat TM (Thematic Mapper) hanno
un’orbita quasi polare ed eliosincrona ad una quota di 750÷920 km circa.

Land Use Map


La carta dell’uso del suolo evidenzia la distribuzione superficiale dell’opera di antropizzazione, e viene realizzata
grazie all’accorpamento in classi delle diverse specie di utilizzazione, secondo criteri variabili in funzione del relativo
interesse applicativo.

Latitudine crescente o isometrica


Isometric latitude
E’ una funzione della latitudine geografica che, decomponendo la superficie obiettiva in archetti elementari di
meridiano e di parallelo aventi uguale ampiezza, consente di semplificare lo studio delle deformazioni cartografiche
rendendolo indipendente dalla forma dei meridiani.

Latitudine decrescente
Authalic latitude
La latitudine decrescente o diminuente è una funzione della latitudine geografica e costituisce una particolarizzazione
della funzione autalica alla base di ogni rappresentazione cartografica equivalente.

Latitudine geocentrica
Geocentric latitude
Si dice latitudine geocentrica di un punto generico P la misura dell'angolo che la congiunge dello stesso punto P col
centro O, fa sul piano equatoriale.
Nel caso della sfera la latitudine geografica di un generico punto P coincide con la sua latitudine geocentrica.

Layer
Indica un file omogeneo di dati geografici, relativo cioè ad un unico tema o tipo di dati.

Levata topografica
Survey
1. Si definisce levata topografica, o rilevamento topografico, il processo operativo che conduce alla rappresentazione
cartografica di una porzione di territorio terrestre. Con evidente analogia, viene inoltre talvolta detta levata, o
rilevamento, anche l'elaborato grafico prodotto.
2. In generale, la realizzazione di una levata topografica avviene sempre scomponendo in due fasi distinte il processo
operativo: quella che realizza il rilevamento planimetrico e quella che realizza il rilevamento altimetrico. Nella prima fase
viene definita la posizione topografica dei punti del terreno sopra un piano di riferimento orizzontale; nella seconda fase
ne viene definita invece la quota, o distanza, rispetto ad una prefissata superficie di livello identificata col livello medio
del mare.
3. Nella corrente prassi operativa, una levata topografica può essere: regolare, quando viene seguita con strumenti e
metodi che ne assicurano la prevista precisione; speditiva, quando gli strumenti impiegati e le procedure applicate
rispondono soprattutto a criteri di celerità; a vista, allorché viene realizzata senza strumenti con procedure di fortuna, o
col semplice impiego della bussola magnetica a mano.
4. Le levate topografiche regolari possono essere di tipo grafico, numerico, grafico-numerico, o fotogrammetrico.
Le levate topografiche speditive sono di regola soltanto grafiche; mentre quelle a vista vengono realizzate soltanto per
la compilazione di schizzi topografici o di eidotipi.
5. Le levate topografiche vengono infine distinte sulla base della scala di rappresentazione in: levate a piccola scala;
levate a media scala; levate a grande scala e levate a grandissima scala.

LIS
Land Information Systems 24
Costituisce un sistema informativo territoriale che insieme ai vari dati geografici collazionati fornisce anche
informazioni relative alle pertinenze, dipendenze amministrative o proprietà fondiarie.

Livella
Spirit level
La livella torica o livella a bolla d'aria, basa il suo funzionamento sullo stesso principio fisico del filo a piombo,
utilizzando però come elemento di comparazione la superficie di livello definita da un liquido racchiuso in un contenitore
sigillato.
La livella è costituita da un tubo di vetro piegato ad arco di cerchio, parzialmente riempito da un liquido molto mobile
(alcol od etere) che con la sua superficie libera superiore indica una direzione orizzontale.

Livellazione
Leveling
Prende il nome di livellazione l'insieme dei procedimenti operativi topografici che consentono di determinare i dislivelli
fra i diversi punti del terreno.
La livellazione può essere indipendente dalla misura della distanza che intercorre tra i punti di cui si intende
determinare il dislivello, quando questa non risulti indispensabile per lo sviluppo dei calcoli degli stessi dislivelli, ma può
anche dipenderne quando la determinazione dei dislivelli sia legata alla misura degli angoli zenitali o pendenze.
Le livellazioni si distinguono in generale in: livellazioni geometriche, in livellazioni idrostatiche, ed in livellazioni
trigonometriche, o tacheometriche e speditive.

Livellazione barometrica
Barometric levelling
L'esperienza insegna che all'aumentare dell'altitudine dei punti si verifica una diminuzione della pressione atmosferica
e che, entro determinate condizioni, queste due differenti variazioni possono considerarsi collegate.
La relazione che lega il dislivello alla variazione di pressione viene empiricamente fornita dalla formula di Laplace.
La determinazione in campagna delle variazioni dei dislivelli può essere effettuata con i barometri metallici, detti
aneroidi od olosterici, che pur non assicurando grandi approssimazioni risultano molto semplici nel loro uso e trasporto.

Livellazione geometrica
Geometric leveling
1. Il principio a cui si ispira scaturisce dall'ipotesi di parallelismo fra le diverse superfici di livello con la superficie di
riferimento, definita dal livello medio del mare.
La livellazione geometrica ha come finalità primaria la determinazione dei dislivelli tra punti prestabiliti del terreno, e
come scopo secondario la determinazione delle quote degli stessi punti.
2. Quando viene sviluppata per l'inquadramento altimetrico di vasti territori, prende il nome di livellazione geometrica nel
campo geodetico, quando viene invece applicata su piccole e limitate estensioni, viene chiamata livellazione geometrica
locale o topografica.
3. Le livellazioni geometriche vengono classificate sulla base dell'errore medio chilometrico, e cioè dell'errore quadratico
medio di cui risulta affetta la misura del dislivello tra due punti distanti un chilometro.
Sulla base di questo criterio esse vengono così distinte in livellazioni geometriche di alta precisione, in livellazioni
geometriche di precisione ed in livellazioni tecniche.

Livellazione idrostatica
Hydrostatic levelling
Utilizza il livello ad acqua e si basa sul principio dei vasi comunicanti.
Questo tipo di livellazione fornisce il dislivello tra due differenti punti, non rispetto a una visuale orizzontale, ma rispetto
a una superficie di livello, utilizzata come indice di riferimento per la misura del dislivello.
Livellazione trigonometrica
Trigonometrical levelling
Con il metodo di livellazione trigonometrica la determinazione del dislivello tra due punti della superficie terrestre viene
effettuata in funzione della zenitale relativa alla visuale condotta da uno dei due punti all'altro, e della lunghezza dell'arco
di geodetica che ne unisce le relative sulla superficie di riferimento.
Per il calcolo del dislivello si utilizza la sfera locale come superficie di riferimento, e si tiene conto degli effetti della
rifrazione atmosferica.

Livello
Levelling instrument
1. E’ lo strumento utilizzato nella livellazione geometrica ed ha la funzione di individuare la indispensabile linea visuale
orizzontale di riferimento, e di consentire le necessarie letture alle stadie, o mire di livellazione, per la determinazione dei
dislivelli.
2. I livelli si distinguono in livelli su linea, che realizzano una linea orizzontale soltanto in una determinata direzione, ed in
livelli su piano, che realizzano una linea orizzontale in tutte le direzioni. 25
3. Sono state realizzate varie tipologie di livelli che comprendono, in particolare: i livelli a traguardi, i livelli a
cannocchiale, i livelli automatici od autolivelli, ed i livelli digitali.

Livello a cannocchiale
Tilting level
E’ essenzialmente costituito da un cannocchiale che realizza la linea di mira capace di osservare la stadia, e da una
livella a bolla, che permette di orizzontare la linea di mira medesima.
La gamma dei livelli a cannocchiale con livella è piuttosto ampia ed include in particolare: i livelli a cannocchiale fisso, i
livelli a cannocchiale fisso con vite di elevazione, i livelli a cannocchiale girevole, i livelli a cannocchiale girevole con vite
di elevazione.

Livello digitale
Digital level
E’ uno strumento per livellazione geometrica corredato di un dispositivo rivelatore elettronico che, attraverso una
correlazione di immagine, rende possibile la lettura automatica del dislivello e della distanza fra il punto di stazione dello
strumento e la posizione della mira.

Longimetri
Raging rod
1. La misura diretta della distanza topografica tra due punti terreno mediante longimetri comporta la necessità di
realizzare sul terreno un allineamento orizzontale tra questi due punti, su cui riportare il prescelto campione di misura.
Allorché il terreno interessato è pianeggiante o moderatamente inclinato, l'operazione di misura diretta si realizza
appoggiando questi longimetri al suolo, accostandone le relative testate.
2. Quando invece il terreno non è pianeggiante ma accidentato, il procedimento di misura diretta deve essere modificato,
operando col metodo della coltellazione o metodo a gradoni.
Esso si realizza ponendo di volta in volta orizzontali i longimetri con le estremità sulla stessa verticale, utilizzando a
tal fine livelle o fili a piombo. E questo, soprattutto perché l'operazione di misura deve costantemente riferire al piano
orizzontale le tratte misurate, che per somma forniscono la distanza topografica cercata.
Logicamente, il procedimento non riguarda l'impiego di nastri metallici, cordelle o fettucce, che per effetto del peso
proprio possono produrre delle variazioni di lunghezza imputabile alla rispettiva catenaria.

Lossodromia
Loxodromes
Prende nome di linea lossodromica o lossodromia la linea che incontra tutti i meridiani sotto lo stesso azimut. Sulla
Carta di Mercatore le linee lossodromiche sono definite da linee rette, per cui la stessa carta può essere considerasta
come una carta lossodromica.

Macchina aerofotogrammetrica
Mapping camera
E’ costituita dall'assemblaggio di una camera metrica e dai relativi dispositivi di comando, dalla sospensione che la
fissa al velivolo, e dal cinederivometro o cannocchiale di navigazione.
Le camere metriche aere sono attualmente pressoché generalizzate nel formato 230x230 mm². Esse si distinguono
tuttavia tipologicamente in funzione della distanza focale in: camere supergrandangolari (f = 85mm,  = 120°); camere
grandangolari (f = 150mm,  = 93°); camere ad angolo di campo intermedio (f = 210mm;  = 75°); camere nornal-
angolari (f = 305mm,  = 56°); camere a debole angolo di campo (f = 600mm,  = 30°).

Magnetometro
Geomagnetometer
Misura la declinazione e l'inclinazione della forza nel campo magnetico mediante la rotazione di un sensore e fornisce,
pressoché in tempo reale i relativi dati con l'approssimazione di 1' circa.
Make-up
Costituisce essenzialmente un’operazione di abbellimento, svolta durante l’editing cartografico finale, che verifica nel
prodotto cartografico numerico in formazione: gli allineamenti, i parallelismi, le ortogonalizzazioni, e realizza inoltre, ove
necessario, anche la sgrondatura dell’edificato.

Mappa catastale
Cadastral map
1. Il progredire dell'umano convivere civile conduce presto al frazionamento del relativo "habitat" ed alla distribuzione
delle terre per ricavarne il necessario quotidiano sostentamento.
Tracce di primitive suddivisioni catastali del terreno sono a noi pervenuti fin dal terzo millennio a.C., e precisamente
dalla prima dinastia di Ur in Mesopotania.
2. Le prime rappresentazioni del frazionamento fondiario a noi pervenute sono alquanto sintetiche ed approssimative. Un
interessante esempio ci viene fornito dal graffito camuno su roccia noto come la "mappa di Bedolina". La roccia
rinvenuta in un sito preistorico della Valcamonica risulterebbe incisa infatti in diverse epoche successive riferibili tutte
all'età del bronzo (1200 a.C.). 26
3. Il territorio conserva tuttavia ancora traccia degli antichi frazionamenti catastali, specialmente di epoca romana,
meglio conosciuti come centuriazioni. Questi frazionamenti vennero realizzati, a suo tempo, secondo elementari regole
geometriche e vennero realizzati per la distribuzione delle terre ai reduci dalle varie guerre combattute.
4. La descrizione scritta del patrimonio fondiario ha storicamente inizio intorno al XIII secolo d.C., con le portate a
catasto per la perequazione delle imposte fondiarie, e con cabrei, libri privati, ecclesiastici o signorili, che elencavano e
descrivevano le varie proprietà terriere.
5. A partire dalla fine del XVI secolo i cabrei vengono arricchiti di mappe, per costituire così una sorta di cartografia
privata tesa a meglio documentare la proprietà, la dimensione ed i confini del possesso fondiario, la sua rendita e le sue
suddivisioni ereditarie e dotali.
6. I cabrei perdono interesse col rilevamento geometrico particellare sistematico della proprietà fondiaria promosso
soprattutto per scopi fiscali. Il moderno catasto geometrico particellare si sviluppa nel XVIII secolo in Lombardia, con la
riorganizzazione del sistema tributario promossa da Carlo VI d'Austria che, nel 1718, ordinò un censimento generale
degli immobili dello Stato di Milano. Operazione ripresa in seguito, nel 1749, da Maria Teresa d'Austria, e che si
concluse nel 1760.
7.I criteri che ispirarono la formazione sistematica del catasto comportarono essenzialmente l'applicazione di una
procedura uniforme per la rilevazione e l'estimo di tutto il territorio; l'impiego della tavoletta pretoriana per le levate
dirette dei fondi e la loro rappresentazione geometrica particellare alla scala 1:2000.
8. Ulteriore impulso alla formazione del catasto geometrico particellare venne fornito da Napoleone Buonaparte nel 1807
con un decreto riguardante l'esercizio finanziario del Regno d'Italia, seguito poi da uno specifico regolamento tecnico. Le
prescrizioni allora previste comportavano l'impiego della tavoletta pretoriana con bussola, di triplometri, di canne da 15
metri, di scalimetri ad 1:2000, di norme per le scritturazioni, di segni convenzionali, etc.
9. Il catasto del nuovo Stato unitario italiano venne istituito nel 1886 con la legge che riordinava le imposte fondiarie.
Legge modificata ed integrata con altre successive disposizioni, fino alla approvazione nel 1931 del definitivo Testo
Unico. La cartografia catastale particellare italiana ha come riferimento l'ellissoide di Bessel orientato a Genova-
Osservatorio dell'Istituto Idrografico, e viene disegnata alla scala 1:2000 nella proiezione di Soldner-Cassini,attualmente
sostituita dal Sistema nazionale Gauss-Boaga (riferito all'ellissoide internazionale orientato a Roma-Monte Mario).
10. La funzione del catasto si è attualmente notevolmente evoluta nell'intento di costituire, oltre che un documento di
base per l'imponibile, anche uno strumento di sviluppo e di promozione della produzione agricola specializzata.
Promossi dalla Comunità Europea, sono stati infatti recentemente avviati, in vari Paesi europei (Italia, Francia, Spagna e
Grecia) anche dei censimenti catastali a carattere prettamente tematico, come lo schedario oleicolo ed il catasto dei
vigneti, mirati soprattutto al controllo produttivo ed al suo più ordinato sviluppo nell'ambito comunitario.

Mareografo
Tide gauge
Prende il nome di mareografo l'apparecchiatura che consente di determinare, dopo una lunghissima serie di
osservazioni prolungate nel tempo, la superficie equipotenziale della gravità da considerare come superficie di
riferimento, ossia come superficie geoidica di livello.

Maschere a fessura
Slot templet method
E’ un procedimento speditivo di triangolazione aerea radiale che, eliminando la lettura degli angoli, individua le
direzioni radiali attraverso gli assi di fessure calibrate tracciate su appositi cartoncini rigidi o lastre metalliche. Le fessure
sono tracciate mediante apposito secatore radiale che supporta e correla di volta in volta il fotogramma in esame ed il
cartoncino, o lastra, da perforare.

Matrix
Matrix
Costituisce una forma di rappresentazione digitale avente molte analogie con la forma raster, ove però i valori attribuiti
a ciascuna cella, o pixel, risultano espressi da specifici fenomeni o classificazioni.
Meridiano geografico
Meridian
Si definisce meridiano il luogo dei punti aventi tutti la stessa longitudine. Esso viene generato da un piano, detto
appunto piano meridiano, che contiene l'asse di simmetria della sfera o dell'ellissoide, detto anche più propriamente asse
di rotazione, e la verticale locale.

Metadati
Metadata
Costituiscono nel loro insieme delle preziose informazioni sui dati geografici consentendone la loro relativa corretta
identificazione, l’accertamento della loro qualità, la loro organizzazione ed il relativo riferimento spaziale, la loro
distribuzione, genealogia etc.

Metodi di livellazione
Levelling procedure
La misura dei dislivelli può realizzarsi adottando metodi diversi, e cioè, mediante metodi che realizzano la livellazione 27
da un estremo o la livellazione dal mezzo, oppure una livellazione mista.
Allorché la distanza fra i punti di cui si cerca il dislivello supera la portata degli strumenti, l'operazione di livellazione
viene suddivisa in più tratte, dando così luogo ad una replica delle misure che nel suo insieme realizza una livellazione
composta.
Per aumentare le produttività, specialmente livellando linee materializzate lungo percorsi autostradali, viene talvolta
impiegata la livellazione geometrica motorizzata che si sviluppa con l'osservazione di mire speciali a nastro invar
installate su veicoli, mediante un livello di alta precisione disposto anch’esso su di un veicolo intermedio.

Metodi di misura GPS


GPS Organizational design
Nell'impiego geodetico e topografico del sistema GPS possono essere adottate diverse procedure di misura. Quelle
maggiormente utilizzate sono essenzialmente tre: il metodo statico, il metodo cinematico ed il metodo "stop and go".
Il primo consiste nell'eseguire sessioni di misura di una certa durata mantenendo fissi i ricevitori sugli estremi delle
baselines; il secondo consiste nel mantenere fisso un ricevitore e nel trasportare l'altro, detto rover, sui punti da
determinare; il terzo metodo "stop and go" è una variante del cinematico e consiste nell'occupare successivamente col
"rover" tutti i punti da determinare tenendovelo fermo soltanto per qualche istante.
Le precisioni più spinte vengono ottenute soltanto con l'impiego del metodo statico.

Metodi di telerilevamento
Remote sensing methods
Vengono suddivisi in due distintinte categorie principali: quella dei metodi passivi e quella dei metodi attivi.
I metodi passivi basano la loro azione essenzialmente sulla rilevazione della radiazione solare (0,35÷3,5 m) riflessa o
diffusa dalla superficie terrestre, nonché dalla rilevazione della radiazione termica (4 m) emessa dalla stessa superficie.
I metodi attivi si basano invece su sorgenti artificiali, come il laser e il radar, che emettono radiazioni di lunghezza
d’onda controllata con intensità opportuna, e consentono anche di analizzare le proprietà dei segnali riflessi dagli oggetti
illuminati.

Metodo dei minimi quadrati


Method of least squares
Con l’ausilio della teoria delle probabilità, si può dimostrare che le condizioni di massima affidabilità, nella stima del
valore più probabile di una grandezza misurata, attraverso una serie sovrabbondante di osservazioni, è essenzialmente
quello che rende minima la somma dei quadrati degli scostamenti rilevabili tra ciascuna osservazione ed il valore
medesimo.
Questo criterio, che costituisce il principio dei minimi quadrati, è del tutto generale e può essere applicato, oltre che
alle misure dirette, anche a quelle indirette o mediate, nonché alle misure condizionate. Prende il nome di metodo dei
minimi quadrati l’applicazione di tale criterio nel trattamento dei dati osservati. Questo metodo è alla base di ogni
elaborazione e compensazione di dati osservati.

Metodo fotogrammetrico
Photogrammetric Method
1. Il processo fotogrammetrico parte dal fotogramma un'immagine fotografica prospettica centrale degli oggetti ritratti, di
cui sono perfettamente noti gli elementi di orientamento interno, definiti dalla distanza principale e dal punto principale
corrispondenti alla camera metrica utilizzata per la presa fotogrammetrica.
2. La conoscenza degli elementi di orientamento interno permette di definire geometricamente la posizione del punto di
vista, o centro di proiezione, individuato dall'obiettivo della camera, rispetto al quadro di proiezione e la posizione
dell'asse ottico di presa normale al medesimo quadro.
3. La metodologia fotogrammetrica si sviluppa per fasi distinte e successive che comportano nell'ordine: la presa dei
fotogrammi, l'inquadramento geometrico di appoggio, la restituzione fotogrammetrica, l'integrazione della restituzione,
l'editing e la rappresentazione grafica e numerica.
Metodo ottico-meccanico
Optical-mechanical orientation
Costituisce una procedura operativa, dovuta a Von Gruber ed applicata nella restituzione fotogrammetrica analogica
per eliminare le parallassi e realizzare l’orientamento relativo dei fotogrammi stereoscopici.

Metro
Meter
1. Con la "querelle" dello schiacciamento dello sferoide terrestre e la misura del meridiano di Francia prese anche avvio
il dibattito scientifico sull'unità di misura lineare e sulla natura geometrica o fisica di questa stessa grandezza.
Su proposta di Jean Charles de Borda (1733-99), Marie Jean-Antoine Nicolas Condorcet (1743-94), Joseph-Louis
Lagrange (1736-1813), Pierre Simon de Laplace (1749-1827) e Gaspard Monge (1746-1818) il 26 marzo 1791
l'Assemblea degli Stati Generali deliberò che l'unità di misura delle lunghezze venisse definita dalla decimilionesima
parte del quarto del meridiano terrestre e che fosse chiamata metro.
Il prototipo di questa unità di misura venne costruito da Lenoir e Fortin, e depositato quindi negli Archivi di Stato il 22
giugno 1799. Esso consistette in un regolo di platino, che raggiungeva la voluta lunghezza alla temperatura del ghiaccio 28
fondente, ed assunse il nome di metro degli archivi.
Vennero costruiti in prosieguo di tempo altri prototipi in platino e iridio, con graduazione decimale in centimetri,
opportunamente tarati col metro degli archivi, e ne venne infine scelto uno come campione del metro internazionale.
Circostanza che gettò le basi del moderno sistema metrico decimale.
2. La definizione del metro, indicato simbolicamente da m, rimane tuttora convenzionale e corrisponde pertanto alla
lunghezza, alla temperatura di 0°C, del prototipo internazionale, realizzato con lega fra platino e iridio, e modellato con
sezione ad H. Esso venne sanzionato nel 1889 dalla Conférence des poids et mesures di Parigi e rimane tuttora
depositato presso il Pavillon de Breteuil a Sevres.
Col progresso dell'ottica e della interferometria, nel 1960 è stato restituito al metro il carattere di misura fisica,
rapportandolo a 1.650.764,73 lunghezze d'onda nel vuoto dell'atomo del Krypton 86.
Dal 1983, la Confèrence gènèrale des poids et mesures lo ha infine posto uguale alla lunghezza del tragitto percorso
nel vuoto dalla luce nell'intervallo di 1/299.792.458 di secondo.
3. Il sistema metrico decimale è stato adottato e reso obbligatorio in Italia con le leggi del 26 luglio 1861 e del 23 giugno
1874 e con le successive loro modificazioni.

Micrometro
Micrometer
E’ così chiamato il dispositivo ottico che permette, nella lettura dei cerchi graduati, il frazionamento delle graduazioni
di misura. La sua realizzazione presenta una varietà di soluzioni e realizzazioni, a seconda della tipologia strumentale,
che va dal semplice microscopio a stima al più elaborato micrometro elettronico.

Misure di distanze
Distance measurements
1. La misura di una distanza si effettua di regola mediante la determinazione del numero e frazione di volte che la
prescelta unità di misura lineare, risulta contenuta nel segmento di linea che di volta in volta la identifica nello spazio
tridimensionale o nel piano. Tale misura può essere effettuata sia con procedura diretta che indiretta.
L'unità di misura lineare per le operazioni topografiche è il metro che, pur essendo stato a suo tempo definito
geometricamente in maniera del tutto convenzionale, è stato poi posto uguale alla lunghezza del tragitto percorso dalla
luce nel vuoto, nell'intervallo di tempo pari ad 1/299.792.458 di secondo.
Il fatto che il campione unitario di lunghezza, o di distanza, venga definito sia in maniera geometrica che in funzione del
tempo consente oggi di misurare le distanze con duplice criterio.
Il procedimento più intuitivo e più immediato per la misura della distanza fra due punti distinti appare così quello di
riportare direttamente il campione unitario di misura, sia esso definito in maniera geometrica che in funzione del tempo,
sulla grandezza lineare da determinare.
2. Per la misura diretta delle distanze, ai fini topografici, possono essere impiegati longimetri di varia foggia ed
approssimazione. Fra questi trovano frequente impiego: le canne o aste graduate, le catene metriche, i nastri graduati,
i fili invar, che forniscono in maniera alquanto variata idonei campioni geometrici lineari di misura, nonché i moderni
distanziometri elettronici che, nel loro complesso funzionamento, possono essere assimilati ad efficientissimi misuratori
di intervalli di tempo e quindi, per la stessa definizione del metro avanti richiamata, di lunghezze.
3. La misura indiretta delle distanze, sempre ai fini topografici, può essere effettuata con procedura basata sulla misura
del tempo intercorrente nello spostamento da un punto all'altro, e con procedure basate sulla misura della variazione
dell'angolo visuale, od angolo parallattico, sotto il quale vengono sottesi gli oggetti di identica grandezza allorché
vengano osservati da distanze diverse.
Questa ultima procedura ottica costituisce la base della moderna telemetria, che la applica mediante i due metodi ad
angolo parallattico variabile e ad angolo parallattico costante, tuttora molto diffusi nelle ordinarie operazioni topografiche.

Modalità operative GPS


GPS Procedures
1. Le operazioni di misura possono essere sviluppate con la metodologia per misura di pseudoranges o con la
metodologia per misura di fase.
2. La metodologia per misura di pseudoranges si basa sulla determinazione del tempo di propagazione di un impulso
trasmesso dal satellite verso terra.
Moltiplicando il tempo di percorrenza per la velocità dell'onda elattromagnetica si ottiene la distanza satellite-ricevitore,
detta "pseudodistanza" perché affetta da numerose incertezze e quindi poco precisa.
Il metodo fornisce la posizione approssimata in tempo reale e con un solo ricevitore.
3. La metodologia per misura di fase si base sulla determinazione della differenza osservabile tra la fase del segnale
proveniente dal satellite e quella della replica generata dal ricevitore.
La misura avviene seguendo il satellite in continuità per un certo intervallo di tempo e presenta, nel suo complesso,
delle incertezze che possono essere eliminate con l'adozione di "tecniche differenziali".

Modelli digitali dei dati


Digital data model
La rappresentazione spaziale dei dati geografici viene effettuata mediante il modello vettoriale ed il modello raster.
Nel modello vettoriale gli oggetti dello spazio sono rappresentati attraverso punti, linee e poligoni; nel modello raster lo
spazio viene suddiviso invece in una griglia regolare, che isola porzioni discrete dello stesso spazio, denominate pixel. 29
Modello stereoscopico
Stereomodel
L'immagine tridimensionale virtuale, ottenuta mediante l'osservazione binoculare di una coppia di immagini
stereoscopiche, prende generalmente il nome di modello stereoscopico, o immagine plastica, o stereomodello.
Quest'immagine virtuale riproduce infatti in scala ridotta, come un modello, la morfologia dello spazio oggetto.

Modulo di deformazione angolare


Angular deformation
Si definisce in cartografia modulo di deformazione angolare o modulo di riduzione angolare, o più propriamente
deformazione angolare la differenza tra due angoli corrispondenti misurati rispettivamente sulle due superfici subiettiva
ed oggettiva.

Modulo di deformazione areale


Area factor
Si chiama modulo di deformazione areale o modulo di deformazione superficiale in cartografia, il rapporto tra le due
aree elementari corrispondenti alle superfici subiettiva ed oggettiva corrispondenti, mentre viene detta deformazione
superficiale la loro differenza.

Modulo di deformazione lineare


Scale factor
In cartografia si chiama modulo di deformazione lineare, oppure modulo di riduzione lineare o più semplicemente
fattore di scala, il rapporto tra le lunghezze di due elementi infinitesimi corrispondenti, appartenenti rispettivamente alle
due superfici subiettiva ed oggettiva, mentre si definisce deformazione lineare la loro differenza.

Monografia
Monograph
Si chiama monografia la descrizione della stabilizzazione in loco dei vari punti, o vertici, trigonometrici e dei diversi
caposaldi di livellazione.
Nella monografia viene di norma riferito il toponimo del vertice o caposaldo interessato, la tipologia del segnale o
caposaldo, la sua stabilizzazione reale, uno schizzo prospettico della sua ubicazione, le sue coordinate geografiche e
cartografiche, la sua quota sul livello medio marino, riferita al piano di paragone indicato dallo schizzo predetto.

Mosaico controllato
Controlled mosaic
La precisione dei fotomosaici dipende essenzialmente dalla scala fotografica e dai criteri seguiti nella loro costruzione,
mediante l'assemblaggio dei fotogrammi raddrizzati.
I fotogrammi della copertura fotografica da mosaicare, dovranno essere necessariamente tra loro collegati per
realizzare l'elaborato fotografico richiesto. Quando vengano legati tra di loro ed appoggiati su di un opportuno insieme di
punti noti di controllo per costruire l'elaborato finale, il prodotto ottenuto prende il nome di fotomosaico controllato.

Nodo
Node
Punto virtuale di incrocio fra più strutture lineari, privo di dimensioni e di significato geografico reale. Una qualsiasi
linea inizia e finisce ad un nodo.

Nonio
Vernier scale
Viene indicato anche come verniero e consiste in un dispositivo di frazionamento ausiliario, della graduazione di un
cerchio azimutale o zenitale, che consente di aumentare la precisione di lettura delle graduazioni.
Northing
Coordinata piana gaussiana contata positivamente dal parallelo di riferimento, individuato dalla trasformata dell’equatore,
verso Nord.

Obiettivo
Objective lens
Gli obiettivi delle camere metriche sono costituiti da un insieme di lenti, opportunamente combinate in maniera da
assicurare immagini fotografiche pressoché prive di aberrazioni, uniformemente luminose e di grande potere risolutivo.
Il numero delle lenti costituenti un obiettivo fotogrammetrico è variabile da un minimo di 5 ad un massimo di 12, a
seconda delle caratteristiche tecniche dell'obiettivo.
Le caratteristiche di un obiettivo sono espresse in generale dalla distanza principale o distanza focale; dall'apertura
relativa dell'obiettivo, definita dal rapporto fra il diametro della pupilla di entrata e la distanza focale; dall'angolo di campo
o abbracciamento angolare, definito dal rapporto fra la diagonale del formato della camera e la distanza focale.

Odometro 30
Digital measuring wheels
Serve per la misura delle distanze lungo un tracciato terrestre qualsiasi ed è costituito da una ruota munita di contagiri.
E’ uno strumento molto antico, e viene ancora utilizzato per misurare sul terreno distanze lungo percorsi stradali
curvilinei e rettifili.

Onde geoidiche
Geoid undulation
Sono così definiti gli scostamenti del geoide rispetto all'ellissoide di rotazione terrestre. La conoscenza della
deviazione della verticale nei vari punti considerati permette di risalire alla determinazione delle onde geoidiche, e quindi
alla conformazione locale del geoide.

Orientamento
Orientation
1. Orientarsi sul terreno equivale a conoscere la direzione del meridiano geografico locale e cioè le direzioni dei quattro
punti cardinali (Nord, Est, Sud, Ovest) relative al punto occupato.
L'orientamento può essere effettuato sia per mezzo di una carta topografica, si mediante l'osservazione del Sole, sia
mediante l'impiego di un orologio a tempo medio, sia osservando la Stella Polare, che utilizzando una bussola
magnetica.
2. L'orientamento per mezzo di una carta topografica comporta l'individuazione sulla stessa del punto di stazione e di un
particolare topografico ben visibile (campanile, torre, casa isolata, etc) da utilizzare come riferimento. Disponendo la
carta in maniera che la relativa visuale coincida con quella desumibile dalla rappresentazione grafica, la carta risulterà
orientata anche rispetto al Nord geografico.
3. L'osservazione del Sole nel suo spostamento apparente può contribuire alla definizione del meridiano locale, e quindi
all'orientamento sul terreno. Invero, piantato un bastone verticale sul punto di stazione, si potrà segnare a terra la
traccia della direzione dell'ombra prodotta dal Sole e leggere l'orologio a tempo medio. Alle ore 12 di tempo medio
l'ombra del bastone segnerà appunto, in modo approssimativo la direzione del meridiano locale.
4. Analoga determinazione potrà essere effettuata utilizzando la mostra di un orologio a tempo medio tenendo presente
che una ora corrisponde ad una variazione angolare di 30°. Per procedere alla determinazione della direzione del Nord
geografico si dovrà applicare al centro del quadrante uno spillo in posizione verticale, e girare poi l'orologio fino a f ar
coincidere l'ombra dello spillo con la lancetta delle ore: la direzione Nord-Sud cercata verrà definita dalla bisettrice
dell'angolo definito dalla direzione dell'ombra e dalla direzione al valore 12 del quadrante medesimo.
5. Operando di notte, l'orientamento potrà ottenersi osservando la Stella Polare che definisce il punto estremo del timone
del carro dell'Orsa Minore. La Stella Polare è una stella di seconda grandezza facilmente rintracciabile allorché si faccia
riferimento alla costellazione dell'Orsa Maggiore composta di sette stelle: prolungando idealmente il segmento che
unisce le ultime due stelle opposte al timone di 5 volte la loro distanza apparente, è agevole riconoscere la Stella
Polare, prossima al Nord geografico.
6. L'orientamento può essere infine ricercato per mezzo di una bussola magnetica, quando sia noto il valore istantaneo
della declinazione magnetica, cioè dell'angolo di deviazione locale della direzione al Nord magnetico rispetto alla
direzione al Nord geografico. Utilizzando una carta topografica con la bussola magnetica, sarà sufficiente far coincidere
la direzione locale dell'ago magnetico con la direzione al Nord magnetico per orientarsi sul terreno ed orientare la carta
topografica medesima.

Orientamento angolare esterno


Exterior orientation of photogram
Ricostruisce la giacitura angolare nello spazio dei fotogrammi rispetto ad un sistema di riferimento XYZ ed è definito
dai tre angoli che individuano rispettivamente: lo sbandamento , la convergenza  ed il sito .

Orientamento assoluto
Absolute orientation
Effettua la trasformazione delle coordinate dei punti del modello stereoscopico dal sistema strumentale
fotogrammetrico xyx al sistema di riferimento topografico terrestre XYZ.
Effettuato l'orientamento assoluto, le coordinate dei punti del modello stereoscopico sono lette tutte nel sistema
terrestre.

Orientamento interno
Elements of camera orientation
E’ determinato dagli elementi dell'orientamento interno di una camera fotogrammetrica ed è definito dalla distanza
principale f dell'obiettivo di presa, e dalla posizione del punto principale sul piano focale.

Orientamento relativo
Relative orientation
Costituisce l'operazione che, data una coppia di fotogrammi stereoscopici, ricostruisce il modello virtuale stereoscopico
degli oggetti ritratti.
Negli apparati di stereorestituzione analogica, l'orientamento relativo viene compiuto col metodo ottico-meccanico;
negli apparati di stereorestituzione analitica esso viene invece conseguito col metodo numerico.
31
Ortofotografia
Differential rectification
1. L'affidabilità metrica di un'immagine fotografica aerea è funzione esclusiva della rigorosità con la quale viene
mantenuto localmente, e cioè in ogni suo punto, il relativo rapporto di scala rispetto al terreno rappresentato.
Questo rapporto di scala è come noto definito dal rapporto fra la distanza principale f della camera metrica utilizzata
per la presa aerofotogrammetrica e la distanza relativa H del terreno ritratto.
Logicamente variando la morfologia del terreno, per il suo sviluppo in altezza od in profondità, varia evidentemente la
distanza relativa H e con questa il valore locale del rapporto f/H che ne esprime la relativa scala di rappresentazione.
E’ infatti per questo motivo essenziale che le immagini fotografiche degli oggetti più prossimi al punto di presa, a parità
di dimensione, risultano più grandi di quelle relative agli oggetti più lontani dalla stesso punto di presa. Fatto che si
verifica oltretutto anche nella normale osservazione visiva.
2. Per garantire la costanza del rapporto di scala in tutti i punti dell'immagine fotografica aerea, risulta allora necessario
riproiettare il negativo originale in maniera da eliminare gli effetti conseguenti alle predette variazioni locali della quota
relativa di volo H.
La realizzazione della nuova immagine corretta potrebbe essere infatti ottenuta per raddrizzamento differenziale
attraverso una proiezione ottica diretta, una proiezione ottica indiretta ed una proiezione elettronica.
Il risultato ottenuto mediante questo raddrizzamento differenziale dovrebbe equivalere ad un'immagine fotografica
realizzata portando il punto di presa all'infinito, in maniera da rendere paralleli fra loro i vari raggi proiettanti, ciò che
equivale a realizzare un'immagine ortofotografica del terreno interessato.
3. Il raddrizzamento differenziale a proiezione ottica diretta può essere agevolmente realizzato proiettando il negativo
per piccoli segmenti, variandone con continuità l'ingrandimento in funzione delle variazioni altimetriche del modello
stereoscopico. Operazione che può realizzarsi con variazione della distanza del centro di proiezione.
Il procedimento operativo è in prevalenza off-line e si realizza in due distinte fasi: quella della registrazione dei profili
altimetrici e quella della ortoproiezione.
Il sistema che lo realizza è costituito da una unità di memoria analogica collegata ad un apparato di stereorestituzione,
e un ortoproiettore con unità di lettura.
La scansione viene effettuata seguendo il profilo del terreno lungo l'asse delle strisciate, con una velocità di
scorrimento controllata e variata con continuità in funzione dei dislivelli altimetrici dello stesso profilo.
4. Il raddrizzamento differenziale per proiezione ottica indiretta viene invece realizzato per variazione della distanza
focale del sistema di proiezione.
La variazione locale dell'ingrandimento è in questo casi affidata esclusivamente al sistema ottico che, opportunamente
assistito da un elaboratore, lo realizza mediante appositi zoom, cioè attraverso sistemi ottici di più lenti centrate, in grado
di far variare le dimensioni dei segmenti di immagine di volta in volta considerati, sulla base delle variazioni altimetriche
dei modelli stereoscopici.
L'operazione di raddrizzamento differenziale viene così effettuata per trasformazione ottica, correggendo di volta in
volta la dimensione e l'orientamento del segmento d'immagine considerato, mediante un dispositivo a doppio zoom e un
prisma di Amici.
5. Il raddrizzamento differenziale può essere infine realizzato per correlazione elettronica delle immagini.
Un procedimento che permette di confrontare automaticamente le corrispondenti porzioni dei due fotogrammi
stereoscopici e di procedere quindi alla formazione del relativo modello stereoscopico per svilupparne la sua restituzione
ed il successivo raddrizzamento differenziale delle prese fotografiche.
Il sistema operativo è essenzialmente composta da due scanners, un correlatore automatico di immagine, un
elaboratore di controllo, un quadro operativo ed una stampante.

Overlay
Il trattamento dei dati geografici comporta in genere due operazioni principali di analisi: l’analisi superficiale e l’analisi
delle overlay o sovrapposizioni: La prima analisi considera il raggruppamento dei dati geografici in relazione alla loro
distribuzione areale; mentre la seconda analisi studia invece le loro interdipendenze e comporta inoltre la costruzione di
modelli deterministici e stocastici.
Pantografo
Pantograph
Strumento per il disegno topocartografico costituito, in genere, da tre aste lunghe e da un'asta corta, che
opportunamente connesse tramite una serie di fori su di esse realizzate, può essere utilizzato sia per la copia alla
stessa scala di disegni topografici, che per la loro riduzione o per il loro ingrandimento.

Parallassi
Parallax
Costituiscono gli spostamenti lineari, nel piano delle immagini, che consentono di apprezzare le variazioni in altezza
od in profondità degli oggetti ritratti da uno stereogramma.
Nell'orientamento relativo di una coppia di fotogrammi stereoscopici, le parallassi miste possono essere decomposte in
parallassi orizzontali o di x, ed in parallassi verticali o di y.
Le parallassi devono essere eliminate per ottenere la corretta visione dell'immagine plastica virtuale.

Parallelo geografico 32
Geographical parallel
Si definisce parallelo il luogo dei punti aventi tutti la stessa latitudine. Esso viene generato dall'intersezione della sfera
o dell'ellissoide con un piano parallelo all'equatore.

Piano di volo
Flight planning
Costituisce il progetto delle prese aerofotogrammetriche, e viene redatto tenendo conto dei parametri richiessti
utilizzando una presistente cartografia a media scala dell’area territoriale interessata.

Piano quotato
Spot-heights
Seguendo le regole delle proiezioni quotate, la posizione altimetrica dei punti del terreno viene rappresentata in piano
direttamente dalla loro distanza, detta quota, dalla superficie di riferimento.
Nella costruzione del piano quotato le quote vengono scritte a lato del particolare topografico cui si riferiscono.

Piattaforma inerziale
Inertial platform
L'insieme dei dispositivi atti alla navigazione autosufficiente prende il nome di piattaforma inerziale.
Una piattaforma inerziale è essenzialmente costituita da tre accelerometri e tre giroscopi, dispositivi che consentono al
veicolo di controllare, nello spazio tridimensionale, la sua accelerazione e rotazione rispetto ad una terna di assi
coordinati di riferimento.
Le piattaforme inerziali possono attualmente raggrupparsi in due classi: quella dei dispositivi sensoriali montati su
sospensione cardanica, che li mantiene sempre paralleli alla superficie del terreno; e quella dei dispositivi sensoriali
solidali al veicolo che rende i tre assi di riferimento solidali col veicolo.
L'utilizzazione topografica delle piattaforme inerziali costituisce attualmente un'alternativa economicamente molto
vantaggiosa rispetto ai convenzionali metodi di ricognizione topografica, che può fornire anche validi contributi alla
determinazione della posizione dei punti di appoggio al suolo necessari nei rilevamenti aerofotogrammetrici a media e
piccola scala.

Pixel
Grid cell
Termine derivato dalla fusione di picture element per indicare la superficie elementare indicante un’immagine digitale.
Ogni pixel, o cella elementare, è rappresentato da tre valori caratteristici: le due coordinate che individuano la sua
posizione all’interno dell’immagine (numero della riga e numero della colonna allorché l’immagine si considera come
matrice) ed il suo valore indice.

Planimetro
Planimeter
Costituisce un mezzo meccanico per misurare l’area delle figure piane e viene detto anche integratore. Può
presentare caratteristiche strutturali diverse, a seconda che si tratti di planimetro polare, planimetro lineare o di
planimetro digitale. Quest’ultimo comporta un microcomputer incorporato per l’automatica determinazione dell’area
esaminata.

Plastico
Relief model
Prende il nome di plastico la rappresentazione tridimensionale in scala di una porzione di terreno.
Per la formazione dei plastici è necessario disporre di una carta topografica, o geomorfica, con la rappresentazione
dell'altimetria a curve di livello.
In generale, la scala dell'altimetria di un plastico risulta esaltata rispetto a quella della planimetria, per migliorare la
descrizione orografica del terreno descritto.
Plotter
Unità periferica di un sistema informatico che permette di eseguire disegni e grafici sotto il controllo o l’assistenza
dell’elaboratore.

Poligonazioni
Traversing
Costituisce un procedimento di rilevamento numerico d'impiego molto semplice e frequente, che si sviluppa attraverso
una spezzata poligonale, ove vengono ordinatamente misurati tutti i lati e tutti gli angoli compresi.
Le poligonazioni si dicono chiuse od aperte a seconda se hanno oppure non hanno possibilità di controllo.

Ponte della base


Instrumental parallelogram
Realizza un parallelogramma articolato, meglio noto come parallelogramma articolato o snodato, che negli apparati di
restituzione fotogrammetrica analogica, offre due diversi assetti della base strumentale, quello a base interna e quello a 33
base esterna.
Sono state realizzati due schemi costruttivi del ponte della base: quello del parallelogramma di Zeiss o di Fuchs e
quello del parallelogramma di Santoni.

Potere risolutivo
Resolving power
Viene indicato anche come potere separatore, o più semplicemente risoluzione, ed esprime la definizione di un
sistema diottrico centrato.
Il potere risolutivo di un obiettivo fotogrammetrico viene normalmente espresso in linee per millimetro.
Un obiettivo fotogrammetrico di alta qualità presenta una risoluzione di almeno 110 linee/mm; l'occhio umano
emmetrope può raggiungere le 200 linee/mm.

Prese aeree convergent


Convergent views
Nelle prese di questo tipo l’asse della camera metrica risulta inclinato nella direzione del volo di presa. La scala dei
fotogrammi ottenuti nelle prese convergenti è sempre deformata.

Prese aeree inclinate


Oblique photography
Nelle prese di questo tipo l’asse della camera metrica risulta lateralmente inclinato rispetto alla direzione del volo di
presa. Nelle immagini ottenute il quadrato di base si deforma in un trapezio e l’osservazione degli stereogrammi mostra
un modello virtuale a scala variabile.

Processore
Processor
Unità centrale di un elaboratore che esegue operazioni programmate da eseguire in sequenza ordinata e finita.

Proiezione cartografica
Map projections
1. I metodi geometrici per la costruzione di una carta topografica comportano, in genere, la proiezione della superficie
terrestre su di un quadro che può essere definito da un piano, da un cilindro od un cono.
2. Si definiscono proiezioni prospettiche pure le proiezioni cartografiche effettuate da un predeterminato punto di vista
sopra un piano tangente al punto centrale della zona da rappresentare, o sopra un piano secante.
La denominazione di queste proiezioni prospettiche varia naturalmente a seconda della posizione del punto di vista ed
a seconda della posizione del quadro.
Al variare della posizione del punto di vista si ha così: la proiezione gnomonica o centrografica, quando il punto di
vista si trova al centro della Terra; la proiezione stereografica, quando il punto di vista si trova sulla superficie della
Terra in posizione opposta a quella del centro della zona da rappresentare; la proiezione scenografica, quando il punto
di vista si trova a distanza variabile ma non infinita sulla congiungente il centro della zona da rappresentare col centro
della Terra; la proiezione ortografica, quando il punto di vista è a distanza infinita rispetto al piano della
rappresentazione.
Secondo la posizione del quadro, queste proiezioni prospettiche vengono infine dette: polari, se il quadro risulta
tangente ad un polo; meridiane, quando il quadro risulta tangente all'equatore; azimutali o zenitali, quando il quadro
risulta tangente in un punto qualsiasi.
3. Sono dette proiezioni per sviluppo le proiezioni effettuate su cilindro o su cono, dovendosi queste essere poi
sviluppate sul piano. Cilindro e cono possono essere naturalmente tangenti o secanti la superficie ellissoidica terrestre.
Nelle proiezioni per sviluppo, definite anche sviluppi cilindrici o sviluppi conici, il reticolato geografico viene ottenuto
con l'intersezione dei piani meridiani e dei paralleli sul cilindro o sul cono.
Principio del fotogoniometro
Porro-Koppe principle
E’ alla base della restituzione metrica dei fotogrammi, nei restitutori fotogrammetrici analogici a proiezione ottico-
meccanica, ed è meglio conosciuto come principio di Porro-Koppe. Esso consente di mantenere inalterato il sistema di
presa, formato dall’obiettivo e dal fotogramma, limitando l’applicazione dei mezzi meccanici ed ottici alla sola
determinazione delle direzioni spaziali dei raggi proiettanti, grazie all’impiego di cannocchiali o apparecchiature similari..

Prisma riflettore
Remote reflector
Viene utilizzato per la misura elettronica delle distanze, ed è essenzialmente costituito da un prisma triedro delimitato
da tre facce triangolari, formanti un triedro trirettangolo, e da una faccia di base costituita da un triangolo equilatero.
Il sistema riflettente, nella misura elettronica delle distanze, è infatti frequentemente passivo e si limita alla riflessione
completa dei segnali nella stessa direzione di provenienza.

Punti fiduciali 34
Fiduciary points
Definiscono una rete di particolari topografici, sinteticamente indicati con P.F., avente una densità di circa 250÷300 m,
cui riferire i nuovi rilevamenti catastali particellari.

Punti omologhi
Homologous points
Si tratta di Immagini di uno stesso punto oggetto rappresentate su di una coppia di fotogrammi stereoscopici.

P.S.R.
Permanent reference points
I punti stabili di riferimento definiscono una rete di raffittimento del sistema catastale italiano, da utilizzare per
l’aggiornamento geometrico delle mappe catastali e per lo sviluppo di tutte le altre operazioni topografiche connesse con
il rinnovo del catasto.

Punto gamma
Gamma point
1. Il piano dell'eclittica, così denominato per il fatto che in esso avvengono le eclissi, incontra il piano equatoriale
celeste secondo un diametro della sfera celeste, detto linea equinoziale.
I punti estremi di tale linea prendono il nome di nodi e precisamente l'uno‚ detto punto gamma e l'altro punto omega.
2. Il primo punto, detto punto gamma, corrisponde all'ingresso del Sole nell'Ariete (individuato dal simbolo di gamma) e
definisce l'equinozio di primavera, o punto vernale o primo punto d'Ariete, od ancora nodo ascendente (21 marzo circa),
poiché il Sole passa dall'emisfero Sud all'emisfero Nord; il punto omega viene detto anche equinozio d'autunno o primo
punto della Bilancia, o nodo discendente (23 settembre circa), dato che il Sole passa appunto dall'emisfero Nord a
quello Sud.
3. Le posizioni occupate dal sole rispettivamente a 90° rispetto alla linea equinoziale sono chiamate solstizi poiché il
Sole in esse sembra sostare per invertire il suo movimento di ascesa e viceversa. Si chiama così solstizio d'inverno il
punto più basso in cui si trova il Sole nell'emisfero Sud (21 dicembre circa); mentre si chiama invece solstizio d'estate
quello più alto nell'emisfero Nord (21 giugno circa).
4. Il cerchio orario passante per gli equinozi di primavera e d'autunno si dice coluro degli equinozi; mentre il cerchio
orario passante per i due solstizi di inverno e di estate si chiama invece coluro dei solstizi.

Punto principale
Principal point
Costituisce uno degli elementi dell’orientamento interno di una camera metrica e viene definito dal piede dell’asse
ottico di presa perpendicolare al piano focale del fotogramma. La posizione del punto principale viene materializzata sui
fotogrammi dalle marche meccaniche della stessa camera metrica.

Quota dinamica
Dynamic height
Viene definito quota dinamica il lavoro speso contro la gravità per elevarsi dalla superficie di riferimento geoidica,
abbandonando l'equidistanza geometrica e conservando le superfici di livello.

Quota geopotenziale
Geopotential number
E’ definita quota geopotenziale di un punto, una quantità fisica proporzionale al potenziale di gravità rilevabile sul punto
medesimo.

Quota ortometrica
Orthometric height
Viene definita quota ortometrica la distanza di un punto dalla superficie di riferimento geoidica, misurata lungo la linea
di forza, conservando il parallelismo delle superfici ausiliaria e abbandonando le superfici di livello.
Quota relativa di volo
Flying height
Definisce la distanza del punto di presa fotogrammetrica spaziale dal terreno ritratto. La scala dei fotogrammi ottenuti
è funzione della quota relativa di volo risultando legata al rapporto
1 f

s H
ove con f è indicata la distanza focale della camera metrica e con H la quota relativa di volo.

Raddrizzamento
Rectification
1. L'utilizzazione delle prese fotogrammetriche singole di superficie piane comporta in generale la preventiva la
preventiva correzione delle deformazioni indotte dalla mancanza di ortogonalità dell'asse ottico di presa con le superfici
stesse. 35
2. L'osservazione di fotogrammi aerei realizzati con asse ottico inclinato può essere agevolato dalla camera chiara
mediante il confronto con rappresentazioni metriche corrette degli stessi ambiti territoriali. Questa camera chiara
permette infatti di realizzare i necessari aggiustamenti metrici e prospettici.
3. La compensazione metrica degli effetti prospettici in un fotogramma inclinato isolato può essere realizzata anche con
procedura speditiva, utilizzando il metodo della striscia di carta. Disponendo una striscia di carta secondo i raggi uscenti
da un prescelto punto della fotografia inclinata si può poi trasferire la stessa striscia di carta sull'elaborato grafico
corrispondente e ricostruire i valori metrici cercati.
4. Analoga procedura può applicarsi seguendo il metodo della graticola quando sia possibile individuare almeno 4 punti
corrispondenti omologhi sullo stesso fotogramma e sulla relativa rappresentazione cartografica.
5. Particolarmente utile nella restituzione metrica di un fotogramma inclinato isolato, è il ricorso al reticolato di Moebius,
che consente di regolarizzare la maglia geometrica di riferimento, ricercando le condizioni di fuga, ciò che può rendere
perciò più agevole ed affidabile l'interpolazione metrica.
6. Il raddrizzamento di fotogrammi inclinati, quando siano note le posizioni di almeno 4 punti ritratti, può essere
sviluppato grazie all'impiego di raddrizzatori automatici che permettono di verificare le condizioni ottiche e proiettive
(condizioni Newton e di Scheimpflug) indispensabili.
7.Il raddrizzamento dei fotogrammi inclinati può avvenire anche mediante procedura digitale con l'applicazione di
opportuni software (Archis, etc.) che consentono inoltre la diretta mosaicatura dei fotogrammi raddrizzati.

Rappresentazioni conformi
Conformal projections
Prendono il nome di rappresentazioni conformi od isogone, oppure di rappresentazioni autogonali, ed infine di
rappresdentazioni ortoformi, quelle rappresentazioni cartografiche che verificano la similitudine delle figure infinitesime e
che mantenendo inalterate le misure angolari, consentono anche di contenere le deformazioni di scala.

Rappresentazioni equivalenti
Authalic projections
Sono dette equivalenti od autaliche quella rappresentazioni cartografiche che verificano per tutta la loro estensione un
rapporto uguale all’unità tra le corrispondenti aree subiettiva ed obiettiva. Quando questo rapporto risulti diverso
dall’unità ma rimanga costante per tutta l’estensione esse prendono allora il nome di rappresentazioni quantitative.

Raster
Costituisce un modello di percezione digitale del mondo reale basato sulla primitiva pixel (picture element), e cioè
mediante una griglia finissima organizzata come matrice rettangolare, ove ciascun elemento cellulare della griglia
raccoglie i dati da esso ricoperti.

Registratore automatico di dati


Elettronic Field Book
Costituisce un accessorio indispensabile per gli strumenti di misura elettronica al fine di garantire la corretta
registrazione in tempo reale dei dati osservati, e la loro successiva trasmissione ai centri di elaborazione numerica.

Rete di raffittimento
Secondary network
Viene così definita l'integrazione di una rete geodetica, mediante una maglia triangolare, misurata per triangolazione e
trilaterazione, o per intersezioni, che incrementa la densità dei punti noti in maniera da realizzare l'inquadramento
geometrico di un rilevamento topocartografico di maggior dettaglio.

Rete geodetica
Geodetic net
E’ una rete di triangoli che stabilisce un legame rigido fra i diversi vertici della maglia triangolare costituenti la rete
medesima, che permette il corretto dimensionamento ed orientamento del rilevamento topocartografico di un'estesa
regione terrestre. Una rete geodetica può essere sviluppata sia con un sistema di catene che con un insieme continuo di
triangoli.

Reticolato chilometrico
Map grid
Doppio insieme di linee parallele che si intersecano ad angolo retto, disegnato su di una superficie piana, utilizzato
come un sistema di coordinate rettangolari per restituire nella scala voluta la posizione dei punti topografici, le distanze e
le direzioni angolari, atti alla formazione di rappresentazione cartografica.

Reticolo distanziometrico
Diaphragm
Presenta molte varietà schematiche e costituisce l'elemento ottico fondamentale di un cannocchiale distanziometrico,
nella definizione del relativo asse di collimazione e nella misura indiretta delle distanze con la metodologia ad angolo
parallattico costante.
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Restituzione fotogrammetrica
Stereoplotting
Il procedimento operativo che consente di pervenire, dai fotogrammi alla rappresentazione grafica o numerica, dei
diversi oggetti ritratti, prende il nome di restituzione fotogrammetrica.
A seconda della metodologia seguita e delle strumentazioni impiegate la restituzione fotogrammetrica si distingue: in
restituzione grafico-numerica, quando si realizza con procedure approssimate; in restituzione analogica, quando il
processo operativo si basa sulla ricostruzione analogica; e in restituzione analitica, quando il processo venga attuato
esclusivamente per elaborazioni di calcolo numerico.

Ricevitori GPS
GPS Receivers
Costituiscono il segmento utenza del sistema GPS e sono, in sintesi, dei ricevitori radio operanti sulle frequenze usate
dal sistema. Le loro caratteristiche variano a seconda del costruttore e del tipo di modello.
L'antenna costituisce l'elemento essenziale del ricevitore, e può essere configurata come un monopolo, ad elica
quadrifilare, a microstrip e ad eliche spirali.
I ricevitori GPS si distinguono soprattutto in base alla possibilità di funzionare su di una sola frequenza o su entrambe
le frequenze utilizzate dal sistema; in base al numero dei canali di ricezione previsto, che va da un minimo di 4 ad un
massimo di 12; ed in base al metodo operativo prescelto: per “pseudoranges" o per "differenza di fase".

Ricoprimento laterale
Side overlap
Si defisce ricoprimento laterale la sovrapposizione fra due strisciate di fotogrammi adiacenti. Esso può variare dal 25%
al 30%.

Ricoprimento longitudinale
End overlap
Viene così definita la sovrapposizione longitudinale fra i fotogrammi di una stessa strisciata. Il ricoprimento medesimo
risulta in genere mediamente pari al 60%.

Riduzione alla corda


Chord reduction
E’ essenzialmente un angolo e definisce lo scostamento rilevabile in un triangolo geodetico rappresentato nel piano
della rappresentazione conforme, tra la corda che unisce due vertici qualsiasi e la trasformata della relativa geodetica. Il
segno della riduzione alla corda può essere ricavato assimilando la corda interessata ad un filo elastico sospinto dal
vento che, spirando dal meridiano centrale, assumerebbe nello specifico caso la configurazione della trasformata della
corrispondente geodetica. La conoscenza della riduzione alla corda è necessaria per calcolare il corrispondente azimut
geografico. La somma di tutte le riduzioni alla corda di un triangolo geodetico uguaglia il relativo eccesso sferico.

Riduzione del modulo


Scale factor reduction
Il modulo di deformazione lineare può essere ridotto con un artificio, consistente in un'appropriata diminuzione del
rapporto di riduzione dell'ellissoide. Infatti, se il rapporto di riduzione dell'ellissoide viene ridotto di 0,9996 anche il valore
del modulo risulta ridotto della stessa entità, dovendo esprimere un rapporto tra due grandezze di cui una è variata di
0,9996 volte.

Riflettanza spettrale
Spectral signature
Viene spesso indicata anche come firma spettrale ed indica la propensione dei diversi oggetti terrestri a restituire per
riflessione parte della radiazione energetica solare ricevuta.
Essa varia da oggetto ad oggetto e dipende dal loro stato fisico, dalla natura della loro superficie esterna, dalla
posizione rispetto al Sole e rispetto alla camera fotografica da presa.
Rifrazione atmosferica
Refraction
La visuale tra due punti non segue una linea retta ma una linea curva che volge la sua concavità verso il basso.
Questa traiettoria, di forma ancora poco nota, è dovuta al fenomeno della rifrazione atmosferica che variando durante
l'arco della giornata, perturba la visuale medesima.

Risoluzione
Resolution
Si definisce anche potere risolvente o potere separatore, ed indica la capacità del sistema di distinguere due punti
vicini in una immagine, oppure due livelli prossimi di un fenomeno.

Satelliti GPS
GPS Satellites
I satelliti costituiscono il segmento spaziale del sistema GPS e trasmettono a terra i dati contenenti: un segnale di 37
tempo, le proprie effemeridi orbitali, la propria identificazione, lo stato di efficienza, ed altre informazioni utili. Tutti i dati
sono trasmessi mediante un codice primario modulato su due frequenze portanti radio.

Scala cartografica
Representative scale
1. Viene definito scala di proporzione il rapporto di proporzionalità esistente tra la porzione di superficie terrestre
descritta in una carta topografica e la sua rappresentazione planimetrica.
Tale rapporto di proporzione cartografica può essere indicato sia in forma numerica che in forma grafica.
2. La scala di proporzione numerica viene di regola espressa da una frazione che indica il numero di volte in cui sono
state ridotte nel disegno finale le lunghezze naturali misurate sul terreno. La frazione presenta al numeratore l'unità ed
al denominatore il corrispondente valore della distanza naturale.
3. La scelta della scala di proporzione dipende essenzialmente dall'approssimazione che si intende conseguire nella
rappresentazione cartografica dei particolari topografici, ed è anche in funzione dell'unità di misura adoperata.
Le scale di proporzione metrica più frequentemente utilizzate nella cartografia tecnica topografica sono
essenzialmente quelle di: 1/500, 1/1.000, 1/2.000, 1/5.000, 1/10.000, 1/25.000 ed 1/50.000.
Nel caso che l'unità di misura prescelta sia diversa, ad esempio il foot, questi rapporti di proporzione vengono
modificati per rendere più immediata la lettura della rappresentazione.
4. Le scale di proporzione grafiche hanno, in genere, lo scopo di facilitare il prelevamento di misure lineari sugli
elaborati grafici, tenendo peraltro conto anche della deformazione del supporto cartaceo.
Queste scale di proporzione si suddividono in scale grafiche lineari semplici, scale grafiche ticoniche ed in scale
graduate speciali.
5. Le scale grafiche lineari consistono in un segmento di retta graduato, o in due segmenti di retta graduati ortogonali
fra loro, sui quali sono segnati a partire da un'origine gli elementi metrici che definiscono le unità grafiche con i loro
multipli e sottomultipli.
6. La scale grafiche ticoniche si basano sull'applicazione del Teorema di Talete e facilitano l'ulteriore apprezzamento
della frazione dell'ultima suddivisione dell'intervallo di scala.
7. Le scale graduate speciali hanno essenzialmente lo scopo di agevolare l'interpolazione grafica dei valori delle
coordinate geografiche dei particolari topografici rappresentati sulla carte topografiche alle scale di 1/25.000.
La lettura diretta delle coordinate geografiche sulla carta viene effettuata disponendo ciascuna scala graduata
tangente al punto di cui si vogliono conoscere le coordinate, avendo cura che i suoi estremi vadano a coincidere con le
tracce marginali di squadratura della stessa carta topografica.
8. La scelta della scala di una rappresentazione cartografica è comunque, in ogni caso funzione della utilizzazione che si
intende fare degli elaborati cartografici prodotti.
Definita la scala di proporzione rimane infatti delimitato anche contenuto informativo dell'elaborato cartografico.
9. Nelle rappresentazioni cartografiche il rapporto di proporzione è tuttavia influenzato dalla corrispondente
deformazione lineare locale, rappresentata dal modulo di riduzione lineare o fattore di scala, che ne modifica il
corrispondente valore nominale locale.
L'espressione della scala di proporzione di un elaborato cartografico deve essere interpretata, in conseguenza, sempre
come valore medio della stessa scala di proporzione.

Scansione
Scanning
Il processo di digitalizzazione delle immagini fotografiche si sviluppa attraverso tre passi principali successivi: il
campionamento, che seleziona un insieme di punti disposti a maglia quadrata sul piano dell'immagine; la
quantizzazione, che rappresenta i campioni con un numero finito di livelli di grigio, il cui numero è legato alla precisione
richiesta; la codifica, che rappresenta ogni campione quantizzato con un adeguato numero di elementi binari.
La digitalizzazione, o scannerizzazione, si sviluppa tramite opportuni scanner ottici, o foto-scanner, che operano
automaticamente.
Segnali GPS
GPS Signal structure
Ogni satellite trasmette su due frequenze portanti radio: la prima frequenza L1 = 1575.42 MHz e la seconda frequenza
L2 = 1227.60 MHz, corrispondenti rispettivamente alle lunghezze d'onda di 19 cm e di 24 cm.
I codici usati nella trasmissione sono tre: il codice C/A di acquisizione grossolana, il codice P di precisione ed il codice
Y riservato.
Le finestre di osservazione temporale, per una data epoca e zona, possono essere preventivamente determinate con i
programmi predisposti per la progettazione delle sessioni di misura.

Segni convenzionali
Conventional signs
Le dimensioni reali dei diversi particolari topografici da rappresentare sono talvolta così ridotte che non risulta
praticamente possibile disegnarle in corretta scala. La loro rappresentazione è allora affidata ai segni convenzionali che,
indipendentemente dalle dimensioni dei particolari interessati, forniscono un'indicazione convenzionale della loro natura
intrinseca, della relativa funzione e dimensione. 38
Sfera celeste
Celestial sphere
E’ una sfera virtuale di raggio infinito avente il suo centro coincidente con quello della Terra, e viene utilizzata
nell'astronomia geodetica di posizione.
Stabilito un sistema di riferimento definito dall'asse di rotazione terrestre, denominato asse del mondo, e dal piano
equatoriale terrestre, definito ora piano equatoriale celeste, la latitudine di un generico punto P verrà definita dall'angolo
di altezza sull'orizzonte locale del polo celeste, mentre la sua longitudine verrà identificata dalla differenza di tempo
rispetto al meridiano di Greenwich, prescelto come meridiano origine.

Sfera locale
Local sphere
E’ la superficie virtuale di riferimento considerata nel campo geodetico di Weingarten, e per le determinazioni
altimetriche sviluppate mediante la livellazione trigonometrica.
Il raggio della sfera locale è medio geometrico dei due raggi di curvatura principali dell'ellissoide di rotazione terrestre.
La sfera locale può sostituire l'ellissoide di rotazione per un intorno di 120 km circa del punto di stazione.

Sgrondatura
Eaves reduction
Nella restituzione di prese fotogrammetriche aeree la delimitazione degli edifici viene definita dal bordo delle relative
coperture, e per avere la delimitazione della loro base al suolo è necessario conoscere l’aggetto della corrispondente
gronda. L’operazione che riporta al suolo la delimitazione dei vari edifici restituiti, una volta misurato l’aggetto delle
diverse gronde, prende il nome di sgrondatura.

Sistema qualità
Quality system
Si propone di verificare e garantire la qualità dei prodotti cartografici e viene definito dall’International Standard
Organization mediante l’insieme di Norme ISO serie 9000: garanzia della qualità e assicurazione della qualità.

Sistemi autosufficenti
Inertial System Surveying
Viene definito sistema topografico autosufficiente l'insieme dei processi atti a determinare la posizione topografica
istantanea di un veicolo in moto, mediante sensori inerziali, senza ricorrere all'utilizzazione di riferimenti esterni visibili.
Il progresso tecnologico è riuscito a mettere a punto delle piattaforme inerziali capaci di determinare, con grande
approssimazione, la posizione topografica istantanea di veicoli in moto rispetto a sistemi di riferimento geotopografico.
Piattaforme inerziali utilizzabili con molta affidabilità, anche nel rilevamento topografico numerico.

Sistemi di coordinate geodetiche


Geodetic coordinates systems
La determinazione della posizione dei punti sull'ellissoide di rotazione terrestre viene realizzata, nella generalità dei
casi, mediante sistemi di coordinate curvilinee geodetiche.
Fra i sistemi di riferimento geodetico più importati, sono da ricordare: il sistema di coordinate geografiche, il sistema di
coordinate geodetiche polari e il sistema di coordinate geodetiche ortogonali.
Il sistema di coordinate geografiche definisce tale posizione mediante la latitudine e la longitudine, espresse in unità di
misura angolare.
Il sistema di coordinate geodetiche polare esprime invece detta posizione rispetto ad un punto origine o polo,
mediante la lunghezza dell'arco di geodetica, o raggio vettore, che congiunge il polo con tali punti, e tramite l'azimut,
cioè l'angolo che il predetto arco di geodetica forma col meridiano passante per il polo.
Il sistema di coordinate geodetiche ortogonali definisce infine la posizione dei diversi punti, sempre rispetto ad un
predeterminato polo origine, mediante due archi: quello che definisce la distanza dei punti dal meridiano del polo,
misurata sulla corrispondente linea normale, e quello che misura la distanza sul predetto meridiano tra il piede della
linea normale ed il polo stesso.

Sistemi di coordinate sferiche celesti


Celestial coordinates systems
1. Sulla sfera unitaria celeste per stabilire la posizione di un punto possono essere istituiti particolari sistermi di
coordinate curvilinee delle coordinate sferiche.
Fissato sulla sfera celeste un circolo primario, identificato a seconda dei casi dall'orizzonte razionale, dall'equatore
celeste e dall'eclittica, i sistemi di coordinate che ne possono risultare sono nell'ordine, rispettivamente: il sistema di
coordinate altazimutali; il sistema di coordinate equatoriali e il sistema di coordinate eclittiche.
2. Il sistema altazimutale assume come circolo primario l'orizzonte razionale locale, e come semicircolo secondario
origine il semicircolo di altezza che contiene il Polo Nord.
La posizione di un astro viene così definita dalle coordinate sferiche  azimut sull'orizzonte del punto di stazione ed h
altezza dell’astro medesimo sull'orizzonte razionale locale.
Le coordinate così definite prendono il nome di coordinate altazimutali e sono realizzate dal teodolite, strumento 39
detto anche altazimut.
3. Il sistema equatoriale considera come circolo primario l' equatore celeste e si suddivide in due diversi sottosistemi a
seconda del semicircolo secondario assunto come origine.
Il primo sottosistema considera come semicircolo secondario il semicircolo meridiano superiore, e prende il nome di
sistema di coordinate orarie o sistema di coordinate equatoriali locali; il secondo sottosistema considera invece come
semicircolo secondario il semicircolo orario del punto gamma, e prende il nome di sistema di coordinate equatoriali
geografiche celesti sistema equatoriale geografico.
La posizione degli astri sulla sfera celeste, col primo sistema locale, viene indicata dalla declinazione o altezza
dall'equatore e dall'angolo orario; la posizione degli astri sulla stessa sfera celeste, col secondo sistema geografico,
viene invece definita dalla declinazione e dalla ascensione retta.
4. Nel sistema di coordinate eclittiche, il circolo primario è individuato dalla eclittica, mentre il semicircolo secondario
origine è definito dal semicircolo passate per il polo dell'eclittica e per il punto gamma.
La posizione degli astri sulla sfere celeste, mediante questo sistema di coordinate sferiche, viene indicata dalla
latitudine celeste od eclittica e dalla longitudine celeste od eclittica.

Sistemi di coordinate spaziali


Spatial coordinates
Trovano applicazione soprattutto nel rilevamento numerico completo dei punti del terreno ed in celerimensura.
Tra i diversi sistemi di riferimento tridimensionale, risultano di particolare interesse il sistema di coordinate cartesiane
ortogonali è il sistema di coordinate polari ed il sistema di coordinate cilindriche.
Col sistema di coordinate cartesiane ortogonali la posizione dei punti del terreno, rispetto ad un prefissato sistema di
riferimento XYZ, viene definita dalle relative distanze X,Y,Z rispetto ai tre piani coordinati YZ, XZ ed XY; col sistema di
coordinate polari la loro posizione viene invece definita dal raggio vettore  e dalla prima anomalia  e dalla seconda
anomalia ; mentre col sistema di coordinate cilindriche la corrispondente posizione viene infine indicata col raggio
vettore , con l'anomalia  e con la quota Z.

Sistemi di coordinate topografiche


Coordinates on plane
In analogia con i sistemi di coordinate geodetiche si individuano anche in campo topografico due sistemi di riferimento
di interesse principale: quello di coordinate cartesiane ortogonali, e quello di coordinate polari.
Il primo definisce la posizione dei punti nel campo topografico tramite la due coordinate cartesiane ordinata ed
ascissa; il secondo definisce invece tale posizione rispetto ad un punto assunto come polo origine, mediante l'anomalia o
ascissa angolare, ed il raggio vettore, o distanza dal polo.

Sistemi di georeferenziazione
Georeferencial systems
La definizione della posizione dei punti nello spazio è legata alla direzione della verticale locale ed alla superficie
virtuale di riferimento prescelta. La definizione della loro posizione rispetto ad un punto noti scelto come origine di
riferimento prende nome di georeferenziazione.

Sistemi di misura angolare


Angular measurement
1. Si distinguono in due grandi categorie: quelli che forniscono un valore analitico del valore dell'angolo, e quelli che ne
forniscono invece un valore geometrico a partire da una preordinata unità geometrica di misura.
2. Sono compresi nella prima categoria: il sistema ciclometrico la cui unità di misura prende il nome di radiante, ed il
sistema millesimale esatto la cui unità di misura è definita dal millesimo esatto.
3. Sono invece inclusi nella seconda categoria: il sistema sessagesiomale, la cui unità geometrica di misura è
rappresentata dal grado sessagesimale; il sistema sessadecimale, avente la stessa unità di misura del precedente
suddivisa però in parti decimali; il sistema centesimale con l'unità di misura definita dal grado centesimale; il sistema
millesimale convenzionale, avente come unità di misura il millesimo convenzionale ed il sistema orario, avente per unità
l'ora.
4. La trasformazione tra i vari sistemi di misura angolari viene realizzata mediante una semplice proporzione rispetto al
valore dell'angolo giro.

Sistemi di riferimento
Reference systems
1. La determinazione dei punti nello spazio è legata alla definizione della verticale e del piano orizzontale a cui essa
risulta normale. Queste due entità geometriche consentono infatti di definire in maniera inequivocabile la posizione dei
diversi punti nello spazio, quando sia possibile stabilire una terna di assi cartesiani ortogonali X,Y,Z.
La posizione di un generico punto P può essere allora determinata sulla base delle distanze che lo individuano rispetto
ai piani YZ, XY, XY, denominate coordinate cartesiane spaziali del punto generico P.
2. Considerazioni analoghe possono essere svolte per la definizione della posizione di un generico punto P su di una
superficie qualunque, ove la posizione dello stesso P può essere indicata sulla base della sua distanza da una famiglia
di linee intersecantesi ad angolo retto.
Per cui, se la superficie è rappresentata dal piano, fissati gli assi di riferimento, l'asse delle ascisse Y e l'asse delle
ordinate X, la posizione dello stesso punto generico P verrà definita dalle rispettive distante X,Y; mentre se la superficie 40
è rappresentata dalla sfera o dall'ellissoide, fissate due distinte famiglie di linee curve, denominate paralleli e meridiani,
intersecantesi ad angolo retto, capaci di compiere la stessa funzione di riferimento, la posizione del medesimo punto
generico P risulterà definita dalle due coordinate latitudine e longitudine.

Sistemi fotogrammetrici monoscopici


Hybrid photogrammetric methods
Costituisco delle procedure operative numeriche non convenzionali che, nell'acquisizione dei dati e nella restituzione
fotogrammetrica, escludono l'impiego della visione stereoscopica.
L'acquisizione delle immagini viene in genere effettuata con camere fotografiche munite di réseau; la restituzione
viene poi effettuata tramite digitalizzazione monoscopica dei punti omologhi, ed elaborazione analitica dei dati osservati.
L'esclusione della visione stereoscopica delle fotografie coniugate costituisce naturalmente una remora per la corretta
identificazione e collimazione dei punti, e questo limita anche la precisione conseguibile nei risultati finali.

Smoothing
Operazione tesa all’eliminazione dei valori di picco, realizzata in cartografia numerica, per la generalizzazione
necessaria alla formazione di carte derivate a minore scala.

Spaziocarta
Spatial map
Costituisce un elaborato ortofotocartografico ottenuto dai dati digitali pancromatici telerilevati dal satellite SPOT,
sottoposti ad elaborazioni geometriche e radiometriche, nonché ad un allestimento cartografico finale.

SPOT
Acronimo di Système probatoire d’observation de la Terre, denominazione di una serie di satelliti francesi per lo studio
delle risorse terrestri. L’orbita degli SPOT è circolare ed eliosincrona ad una quota di 837 km circa.

Squadro
Squaring
Deriva dall'antica groma romana di cui costituisce una moderna e meno ingombrante versione.
Lo squadro agrimensorio semplice serve per realizzare sul terreno allineamenti a 90° (270°) ed a 45° (315°).
Maggiori possibilità vengono offerte dallo squadro graduato che consente la misura di angoli e la realizzazione di
allineamenti intersecati sotto angoli di qualsiasi misura.

Squadro ottico
Optical square
Può essere costituito da un prisma triangolare retto o da un prisma di Wollaston, e realizza una deviazione ad angolo
retto di una visuale.
Viene utilizzato per tracciare o controllare allineamenti in direzioni tra loro ortogonali.

Stadia
Levelling staff
Prendono il nome di stadie o mire parlanti le aste graduate, realizzate in legno od in materiale metallico leggero, che
vengono comunemente utilizzate per la misura ottica delle distanze o dei dislivelli, in ausilio agli strumenti topografici di
misura.

Stadia orizzontale
Subtense bar
Viene utilizzata per la misura indiretta di distanze secondo il metodo ad angolo parallattico variabile.
E’ di costruzione molto elementare, ed in generale è costituita da due tubi di metallo leggero che possono essere
congiunti per realizzare una base della lunghezza di 2 m. Essa viene montata su di un treppiede e resa orizzontale
mediante una livella.
Standard
In una rappresentazione cartografica si dice parallelo standard, o meridiano standard, quella linea coordinata del
canovaccio geografico per cui il fattore di scala rimane sempre pari all’unità (n=1). Tale linea mantiene l’equidistanza e la
scala di proporzione cartografica.

Stazioni grafiche interattive


Graphic working stations
L’insieme dei dati numerici proveniente dal file di restituzione e dalla ricognizione in loco, viene revisionato e corretto
prima della definizione edizione. Questo trattamento viene effettuato mediante opportune stazioni grafiche interattive che
verificano ed integrano, sia per livelli separati che assemblati, i dati prodotti inserendovi anche la toponomastica locale.

Stazioni totali automatiche


Total stations
Costituiscono il più moderno strumento per sviluppare la celerimensura, per le possibilità di cui dispongono di misurare
angoli azimutali e verticali, distanze e dislivelli, e di elaborarli in tempo reale per ricavarne le coordinate dei punti 41
osservati.

Stereocomparatore
Stereocomparator
Strumento stereoscopico per la misura delle parallassi che include un dispositivo per la misura delle coordinate lastra
delle immagini dei punti omologhi ritratti in una coppia stereoscopica di fotogrammi.

Stereogramma
Stereogramm
Stereo pair
La percezione della profondità spaziale o del rilievo degli oggetti fotografati, viene assicurata dalla visione naturale
stereoscopica di due immagini fotografiche dello stesso oggetto, riprese da punti di vista diversi. Una coppia di
fotogrammi stereoscopici prende il nome di stereogramma.

Stereorestitutori analitici
Analytical plotter
Sono strumenti di stereorestituzione che a partire dalla misura delle coordinate dei punti collimati, definite nei due
sistemi lastra, provvedono on line all'elaborazione analitica dei dati osservati, fino alla loro trasformazione numerica in
coordinate del sistema spaziale terrestre, e che provvedono inoltre alla loro corrispondente restituzione fotogrammetrica.

Stereorestitutori analogici
Stereoplotter
Presentano una struttura piuttosto complessa e, ricostruendo lo spazio virtuale rappresentato da una coppia di
fotogrammi stereoscopici, dopo averne ripristinata la posizione e la giacitura occupata al momento della presa,
consentono di effettuarne la riproiezione con la relativa restituzione fotogrammetrica.
A seconda delle modalità prescelte per l'individuazione dei raggi proiettanti, questi apparati di restituzione analogica si
distinguono in: restitutori a proiezione ottica, restitutori a proiezione meccanica e restitutori a proiezione ottico-
meccanica.

Stereorestitutori automatici
Automatic stereoplotter
I prototipi realizzati si basano sul principio della correlazione delle immagini coniugate per differenza di fase.Purtroppo
l'esperienza finora raccolta non esclude ancora l'intervento dell'operatore, durante la restituzione automatica, e le
ricerche vengono attualmente orientate verso il digital image processing.

Stereoscopio
Stereoscope
Si basa sul principio della visione parallela nell'osservazione stereoscopica di uno stereogramma, ed è costituito da due
lenti convergenti opportunamente accoppiate per facilitare la visione binoculare stereoscopica delle due immagini
costituenti lo stereogramma.

Strisciata
Strip
Si dice strisciata una successione di fotogrammi, realizzati nella stessa direzione, che parzialmente si sovrappongono.
Più strisciate parallele, lateralmente parzialmente sovrapposte, prendono il nome di blocco di strisciate.
Superficie di livello
Level surface
E’ la superficie definita dai punti che registrano un valore costante del potenziale della gravità. La superficie di livello
equipotenziale passante per il punto medio marino, che prende il nome di geoide, viene assunta come superficie virtuale
di riferimento per l’altimetria.

Superimposizione grafica
Overmap
Costituisce un sistema di restituzione interattiva, basato sull’integrazione dell’immagine raster con i dati grafici
vettoriali spaziali, utilizzato per controllare in tempo reale, negli apparati stereorestitutori analogici ed analitici, l’evolversi
della restituzione fotogrammetrica medesima.

Survolo
Flying upper height
Il survolo costituisce un elementare esempio di aerotriangolazione spaziale ad un solo stereogramma. La sua 42
applicazione comporta la disponibilità di un volo fotogrammetrico a quota più alta della strisciata o del blocco di
fotogrammi da trattare.
Dal corretto orientamento assoluto degli stereogrammi della copertura costituente il survolo possono essere infatti poi
dedotti i punti di appoggio della copertura più bassa.

Tacheometro
Tacheometer
Si tratta di un goniometro a cerchio azimutale ripetitore, che assicura letture angolari approssimate all'ordine di un
minuto primo centesimale, o sessagesimale, e che è capace di funzionare anche da distanziometro ottico.
Per misurare gli angoli azimutali con un tacheometro deve essere seguito il metodo della ripetizione.

Tacheometro elettronico
Eletronic tacheometer
La necessità di accrescere la celerità nelle misure di campagna ha trasformato i tradizionali tacheometri in apparati di
misura elettronica, orientati soprattutto verso un minor costo. Il tacheometro elettronico assolve le funzioni di un
distanziometro elettronico combinate con quelle di un teodolite di precisione. Presenta forma molto compatta e risulta di
semplice ed immediato impiego.

Tavoletta pretoriana
Table surveying
E’ un goniografo che consente il rilevamento grafico regolare, o speditivo, dei particolari topografici del terreno, che
viene realizzato mediante un semplice procedimento operativo grafico-numerico.
La tavoletta pretoriana risulta composta dall'insieme di una tavoletta vera e propria o specchio, per il disegno diretto, e
da una diottra per le misure numeriche e grafiche indispensabili. La sua ideazione risale a G.Preatorius che nel 1590 ne
enunciò le caratteristiche funzionali essenziali.

Tavolo digitalizzatore
Plane for digitization
Costituisce un sistema operativo atto a trasformare in forma numerica, mediante intervento manuale, le diverse
rappresentazioni grafiche indispensabili ai fini della formazione di cartografie numeriche composite, o di sistemi
informativi territoriali georeferenziati.
Il sistema si compone di un hardware, costituito da un tavolo digitalizzatore e da un computer, e da un software che
acquisisce, colleziona e trasferisce i dati numerici registrati.

Tavolo tracciatore
Precision tracing table
E’ l'apparecchiatura che automatizza il disegno delle rappresentazioni grafiche a partire dai dati numerici acquisiti per
scansione automatica, per digitalizzazione manuale e per restituzione fotogrammetrica analitica.
Viene correntemente utilizzato nella moderna cartografia per rappresentare graficamente i dati ottenuti dai vari sistemi
di elaborazione interattiva visuale.

Telemetro monostatico
Telemeter
Il principio geometrico che realizza la misura delle distanze si basa sulla risoluzione di un triangolo rettangolo del quale
si conoscono alcuni elementi, e cioè un lato, indicato come base, e l'angolo visuale retto, mentre si misura l'altro angolo
visuale, che varia a seconda della distanza del punto osservato.
Il telemetro fornisce soltanto distanze reali, e non è idoneo per rilevamento topografico.
Telerilevamento
Remote sensing
Metodologie e tecniche che consentono di acquisire a distanza informazioni qualitative e quantitative su oggetti e
fenomeni, senza entrare in contatto con essi. E’ inclusa nel telerilevamento anche la metodologia fotogrammetrica.

Teodolite
Theodolite
E’ un goniometro a cerchio azimutale reiteratore che consente di conseguire, nella misura degli angoli,
approssimazioni angolari pari a frazioni del secondo centesimale, o sessagesimale.
Lo strumento consta di una base e di un cannocchiale collimatore, e presenta inoltre una forma compatta che protegge
i vari organi di funzionamento, costituiti dai percorsi ottici di collimazione e di lettura, dai cerchi graduati e dai circuiti
elettrici ed elettronici.
Col teodolite la misura degli angoli azimutali viene effettuata seguendo il metodo della reiterazione

Teodolite elettronico 43
Electronic digital theodolite
E’ uno strumento alquanto semplificato nella realizzazione costruttiva e nell'impiego corrente Fornisce letture dirette ai
cerchi graduati, senza l'impiego dei tradizionali micrometri, ed elimina inoltre varie cause di errore nelle osservazioni
azimutali e zenitali.

Teodolite laser
Laser theodolite
La visuale di questo strumento viene materializzata da un raggio laser. Esso serve infatti di guida nelle collimazioni
per il corretto tracciamento di gallerie e di allineamenti.

Test di Pulfrich
Pulfrich’s test
Viene utilizzato per l’esame dell’attitudine alla visione stereoscopica artificiale degli addetti alla restituzione
fotogrammetrica ed alla fotointerpretazione.

Tipologia delle misure topografiche


General theory of measurements
1. La misura delle diverse grandezze della topografia può essere effettuare sia direttamente che o indirettamente.
2. Essa viene detta diretta o immediata quando il confronto della grandezza da misurare col campione di misura può
avvenire direttamente, mentre viene detta indiretta o mediata quando il valore della grandezza da misurare deve essere
ottenuto attraverso la misura di altre grandezze.
3. L'attenta osservazione dei fenomeni naturali è alla base delle operazioni di misura topografica. Invero, partendo dalle
ombre disegnate sul terreno dalla radiazione diurna del Sole, è stato tratto a suo tempo il concetto di proporzionalità e
quindi di misura indiretta.

Topografia
Topography
Viene definita topografia la disciplina che studia i mezzi e le procedure per il rilevamento e la rappresentazione sul
piano di una limitata porzione del terreno, facendo astrazione dalla forma della Terra.
Essa costituisce parte della geodesia, disciplina che studia la forma e le dimensioni della Terra, e viene talvolta indicata
anche come geometria pratica poiché si avvale dei principi della geometria elementare.
I problemi ricorrenti nella corrente prassi topografica sono essenzialmente: l'orientamento, la determinazione della
posizione dei punti nello spazio, il trasporto delle coordinate da un punto all'altro, e la loro rappresentazione grafica nel
piano.

Toponomastica
Toponomy
L'insieme dei nomi delle località e dei particolari topografici rilevabili sul terreno prende il nome di toponomastica.
La raccolta della toponomastica costituisce un momento importante nella formazione della cartografia topografica di
una data regione, e viene effettuata direttamente in campagna interrogando prima gli abitanti dei luoghi e quindi tutte le
altre persone pratiche degli stessi luoghi per averne conferma.

Trasformazione affine
Affine transformation
Si definisce trasformazione affine la modificazione di una figura, o delle coordinate, nel piano quando la scala relativa
ad uno degli assi coordinati di riferimento risulta diversa da quella utilizzata sull’altro asse di riferimento.

Trasformazione delle coordinate


Coordinate transformations
E’ l'elaborazione numerica che consente di passare da un sistema di riferimento ad un altro. La trasformazione può
realizzarsi nello spazio bidimensionale, ma anche nello spazio tridimensionale.
Il problema delle trasformazione delle coordinate per cambiamento del sistema di riferimento è molto frequente nella
prassi topografica e fotogrammetrica, e presenta inoltre grande interesse anche nella applicazione del sistema di
posizionamento globale GPS.
Anche le formule di corrispondenza delle rappresentazioni cartografiche realizzano una trasformazione delle
coordinate dei punti omologhi.

Trasporto delle coordinate


Computation of coordinates
Stabilita la superficie virtuale di riferimento (ellissoide terrestre, sfera locale, piano), il primo problema rimane quello
della determinazione delle coordinate dei diversi punti discreti sulla stessa superficie a partire da un prefissato punto
origine, detto anche punto di emanazione.
Il problema del trasporto delle coordinate da un punto all'altro, lungo un arco di geodetica, sull'ellissoide terrestre
comporta l'impiego di sviluppi analitici alquanto laboriosi, ma si semplifica quando si debba operare invece nel campo
geodetico e nel campo topografico, poiché in questi casi si possono impiegare degli sviluppi analitici abbreviati.
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Triangolazione aerea radiale
Radial triangulation
La triangolazione aerea costituisce una procedura fotogrammetrica per determinare i punti di appoggio necessari alla
restituzione fotogrammetrica od alla formazione di fotomosaici controllati. A secondo delle finalità perseguite, essa viene
generalmente distinta in triangolazione aerea spaziale e in triangolazione radiale. La prima effettua una determinazione
plano-altimetrica dei punti di appoggio, la seconda provvede invece alla loro semplice determinazione planimetrica.

Triangolazioni e trilaterazioni
Triangulations and trilaterations
Una catena di triangoli, od una rete di triangoli, può essere dimensionata mediante la determinazione dei suoi angoli e
dei suoi lati.
Con triangolazione si definisce il procedimento che determina la catena, o la rete a maglia triangolare, misurando
direttamente la lunghezza di un arco di geodetica e tutti gli angoli interni dei diversi triangoli costituenti la stessa catena
o maglia.
Con trilaterazione si definisce invece il procedimento che determina la catena o rete di triangoli, mediante la misura
diretta di tutti gli archi di geodetica costituenti la maglia triangolare, senza la necessità di procedere alla misura degli
angoli.

Unità di misura
Unit of measure
1. Le grandezze geometriche studiate dalla cartografia sono essenzialmente: lunghezze, superficie e ampiezze degli
angoli.
2. La misura diretta di una grandezza d'interesse topografico viene effettuata, come risulta intuitivo, determinando il
numero di volte che l'unità di misura risulta contenuta nella stessa grandezza.
3. L'unità di lunghezza utilizzata in topografia è il metro e viene indicata simbolicamente da m. Per la definizione di
questa unità vedere la relativa voce.
4. L'unità di misura superficie topografica ‚ il metro quadrato e viene indicata simbolicamente da m².
Nella prassi corrente viene tuttavia utilizzata come unità di superficie anche l'ettaro, simbolicamente indicato da ha,
pari a 10.000 m², un multiplo dell'ara, che corrisponde ad un decametro quadrato.
5. La determinazione dell'ampiezza delle grandezze angolari può essere effettuata sia per via analitica che per via
geometrica.
I sistemi di misura angolare più diffusi sono in particolare: il sistema ciclometrico, il sistema sessagesimale, il sistema
sessadecimale, il sistema centesimale ed il sistema orario.

UTM
Acronimo di Universal Transverse Mercator Grid. L’UTM definisce nei paesi anglosassoni la rappresentazione
conforme di Gauss per i territori compresi tra i paralleli di +80° e –80° di latitudine, ripartita in 60 fusi dell'ampiezza di 6°
in longitudine, progressivamente misurati a partire dall'antimeridiano di Greenwich.
Le corrispondenze studiate per la rappresentazione sono del tutto identiche nei diversi 60 fusi o sistemi cartografici, e il
fattore di riduzione rimane sempre uguale a 0,9996.
Per agevolare l'individuazione delle varie regioni rappresentate, i diversi fusi sono stati suddivisi in 20 fasce parallele,
generate per mezzo di paralleli geografici distanziati di 8° in latitudine a partire dall'equatore a fino alle latitudini di 80°
Nord e di 80° Sud.
Dalle due ripartizioni, quella in fusi e quella in fasce, la superficie terrestre risulta così suddivisa in 1200 zone, ciascuna
della quali ha l'ampiezza di 6° in longitudine e 8° in latitudine. Zone, particolarmente utili per la designazione delle aree di
volta in volta interessate dalla rappresentazione denominata appunto Universale Trasversa di Mercatore, o più
semplicemente sistema UTM.
Valor medio
Mean value
Nelle osservazioni dirette viene così identificato il valore della media aritmetica della serie dei valori osservati relativi
alla grandezza considerata.

Vector
Costituisce un modello di percezione digitale del mondo reale basato sull’utilizzazione delle primitive geometriche:
punto, linea e poligono. La memorizzazione dei dati geografici si realizza in tal caso mediante le coordinate piane di
ciascuna entità, attraverso una sequenza che realizza una stringa o vettore.

Verticale
Plumb line
La verticale è la direzione della gravità, e risulta normale al geoide ed a tutte le altre superfici equipotenziali nei punti
della sua incidenza. La direzione della verticale viene materializzata in un punto dalla direzione del filo a piombo.
La direzione della verticale è normale a quella del piano orizzontale. La definizione di orizzontale si applica soltanto al 45
piano tangente alla superficie di livello equipotenziale passante per il punto considerato.

Vertice
Station
Viene così indicato il punto di coordinate note, su cui concorrono i lati di una rete di triangolazione o di trilaterazione. I
vertice di una rete trigonometrica vengono di norma materializzati sul terreno da opportuni contrassegna chiamati
centrini, o testimoni, atti a definire senza incertezze la relativa posizione planimetrica.

Vestizione grafica
Graphic dressing
Costituisce l’operazione che genera i parametri grafici associati ai codici delle entità geografiche considerate,
coinvolgendo la libreria dei simboli convenzionali, e determinando inoltre la realizzazione di linee speciali, la campitura
delle aree a retino od a colori, etc.

WGS 84
World Geodetic System 1984
Acronimo di World Geodetic System, il sistema di riferimento geodetico mondiale che costituisce un moderno modello
matematico della Terra dal punto di vista geometrico, geodetico e gravitazionale, costruito sulla base delle misure e delle
conoscenze scientifiche e tecnologiche disponibili al 1984.
Il sistema di riferimento WGS 84 è un sistema convenzionale derivato dal WGS 72 al quale sono state apportate varie
modifiche ed integrazioni necessarie per accordarlo con le definizioni del Bureau International de l'Heure.
L'origine e gli assi del WGS 84 sono inoltre il centro e gli assi dell'ellissoide WGS 84 associato al sistema medesimo,
avente l'asse Z come asse di simmetria.

Zenit
Zenith
E’ detto Zenit il punto della sfera celeste situato esattamente al disopra della testa dell’osservatore. Lo Zenit è
l’antipodo del Nadir.

Zenit strumentale
Instrumental zenith
E’ rappresentato dallo spostamento angolare dell'origine della graduazione del cerchio verticale rispetto alla direzione
dello Zenit, a partire dalla quale direzione vengono sempre misurati gli angoli zenitali, o distanze zenitali.
Ogni strumento ha il suo Zenit strumentale. Si può determinarne il valore e correggerne gli effetti effettuando
osservazioni zenitali coniugate.

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