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Eventi
meteoidrologici
localizzati ed
anche intensi.
IDRO
Fenomeni di ruscellamento superIiciale,
rigurgiti Iognari, piene improvvise
nell`idrograIia secondaria ed urbana
Allagamento dei locali interrati;
Interruzioni puntuali e provvisorie
della viabilita in prossimita di
piccoli impluvi e a valle dei
Ienomeni di scorrimento superIiciale;
Occasionali danni a persone e
casuali perdite di vite umane
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Eventi
meteoidrologici
intensi e
persistenti.
GEO
Frequenti Ienomeni di instabilita dei
versanti di tipo superIiciale di limitate
dimensioni;
Localizzati Ienomeni tipo colate
detritiche con possibile riattivazione
di conoidi;
Interruzioni puntuali e provvisorie
della viabilita in prossimita di
piccoli impluvi e a valle dei
Ienomeni di scorrimento superIiciale;
Danni a singoli ediIici o piccoli
centri abitati interessati da Ienomeni
di instabilita dei versanti;
Allagamenti e danni ai locali
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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IDRO
Allagamenti ad opera dei canali e dei
rii e Ienomeni di rigurgito del sistema
di smaltimento delle acque piovane;
Limitati Ienomeni di inondazione
connessi al passaggio della piena con
coinvolgimento delle aree prossimali
al corso d'acqua e moderati Ienomeni
di erosione;
Fenomeni localizzati di deposito del
trasporto con Iormazione di
sbarramenti temporanei;
Occlusione parziale delle sezioni di
deIlusso delle acque.
Divagazioni d'alveo, salto di meandri,
occlusioni parziali o totali delle luci
dei ponti.
FENOMENI SCENARIO D`EVENTO EFFETTI E DANNI
GEO
DiIIusi ed estesi Ienomeni di
instabilita dei versanti.
Possibilita di riattivazione di Irane,
anche di grande dimensioni, in aree
note, legate a contesti geologici
particolarmente critici.
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Eventi
meteoidrologici
diIIusi, intensi e
persistenti.
IDRO
Localizzati Ienomeni tipo colate
detritiche con parziale riattivazione di
conoidi.
Divagazioni d'alveo, salto di meandri,
occlusioni parziali o totali delle luci
dei ponti.
Danni alle attivita agricole ed agli
insediamenti residenziali ed
industriali sia prossimali che distali
rispetto al corso d'acqua;
Danni o distruzione di centri abitati,
di rilevati Ierroviari o stradali, di
opere di contenimento, regimazione
o di attraversamento;
Possibili perdite di vite umane e
danni a persone.
Tabella 1 Livelli di criticita.
I suddetti livelli di criticita ed i relativi scenari sono associati ad eventi la cui intensita ed estensione
sono comunemente caratterizzati da diversi tempi di ritorno, cosi come dettagliati in Figura 5. Il
tempo di ritorno e solo un indicatore di larga massima della probabilita che l`evento possa veriIicarsi
e cio ancor piu alla luce delle variazioni delle grandezze climatiche registrate negli ultimi anni.
Criticit ordinaria: Tempo di ritorno compreso tra 2 e 5 anni
Criticit moderata: Tempo di ritorno compreso tra 5 e 20 anni
Criticit elevata: Tempo di ritorno maggiore di 20 anni
Criticit ordinaria: Tempo di ritorno compreso tra 2 e 5 anni
Criticit moderata: Tempo di ritorno compreso tra 5 e 20 anni
Criticit elevata: Tempo di ritorno maggiore di 20 anni
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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Figura 5 Tempi di ritorno associati ai livelli di criticita
E bene notare come gli eventi assunti a riIerimento per gli scenari di pericolosita e quindi di rischio,
di cui alla perimetrazione delle aree ed alla programmazione degli interventi di mitigazione dei Piani
stralcio di bacino per l`Assetto Idrogeologico ex legge n. 267/98, siano riIeriti a tempi di ritorno ben
superiori e generalmente pari a 50, 100 e 200 anni.
Il sistema di allertamento nazionale Iornisce quotidianamente indicazioni sintetiche sulla previsione
di eventi attraverso l`emanazione e la diIIusione dei bollettini e degli avvisi descritti in Tabella 2.
Tale diIIusione e regolamentata da procedure nazionali e regionali, e nel caso la Regione sia dotata
di un Centro Funzionale attivo tali procedure certamente si estendono sino al livello provinciale e
comunale. La competenza statale si estende solo sino al livello regionale, coinvolgendo le PreIetture
UIIici Territoriali di Governo nell`inIormativa.
Nelle Regioni in cui il Centro Funzionale decentrato non sia stato ancora attivato e non esistano
procedure precedentemente adottate dalle Regioni stesse ed estese sino al livello comunale, il
Dipartimento della protezione civile e la Regione interessata, d`intesa, stabiliranno ed adotteranno
ogni azione aIIinche l`allertamento e le inIormazioni necessarie giungano tempestivamente ed
adeguatamente alle Autorita comunali, coinvolgendo PreIetture UIIici Territoriali del Governo e
Province.
Altresi, si dovra aver cura che le inIormazioni relative all`allertamento, ai livelli di criticita, agli
scenari di evento e di rischio, ai dati strumentali disponibili, cosi come rappresentato nella Direttiva
27 Iebbraio 2004, siano rese disponibili e trasmesse anche ai gestori dei presidi territoriali, i cui
compiti e Iunzioni dovranno essere deIiniti nella pianiIicazione di emergenza comunale, tenuto
conto dell`eventuale presenza di presidi territoriali sovracomunali.
Posto che il D. Lgs. n. 112/98 ha trasIerito il Servizio di piena e di pronto intervento idraulico alle
Regioni e che nella maggior parte dei casi le Regioni hanno a loro volta trasIerito tali compiti e
Iunzioni alla Province, i presidi territoriali sovracomunali, ove presenti, dovranno garantire oltre le
comunicazioni verso i livelli regionali e statali del sistema di allertamento, anche quelle verso i
presidi territoriali comunali.
Le Province dovrebbero assicurare a scala comunale, ove necessario, ogni supporto tecnico alle
attivita di vigilanza e di valutazione, garantendo, ove necessario, il raccordo sovracomunale con il
livello regionale ed in particolare con il Centro Funzionale Decentrato, ove attivato.
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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DOCUMENTO
CENTRO
FUNZIONALE
preposto
all` elaborazione
del documento
FREQUENZA di
EMISSIONE
DIFFUSIONE
CFC Quotidiana Pubblicato sul sito www.protezionecivile.it BOLLETTINO
VIGILANZA
METEO
CFR attivati Quotidiana Secondo procedura stabilita dalla Regione
AVVISO
METEO
NAZIONALE
CFC
In caso di previsione
di Ienomeni di
riconosciuta
rilevanza a scala
sovraregionale,
preso atto delle
valutazioni dei CFR
attivati, di criticita
almeno
tendenzialmente
moderata
DiIIuso almeno 12 ore prima dei possibili eventi
quale preallerta e condivisione dell`inIormazione a:
-Regioni interessate,
-PreIetture - UTG interessati, che lo trasmettono ai
comuni salvo diverse procedure stabilite con le
regioni
-Ministero dell'Interno,
-Ministero per le politiche agricole e Iorestali,
-Ministero delle inIrastrutture e dei trasporti,
-Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e
del mare.
AVVISO
METEO
REGIONALE
CFR attivati e con
riconosciuta
autonomia di
emissione
In caso di previsione
di eventi
meteorologici per
Ienomeni di
riconosciuta
rilevanza a scala
regionale
DiIIuso almeno quale preallerta a:
-PreIetture - UIIici territoriali di Governo interessati,
-Province,
-Comuni interessati,
-Dipartimento della protezione civile.
CFC Quotidiana
DiIIuso almeno 12 ore prima dei possibili eventi
quale preallerta e condivisione dell`inIormazione a:
-Regioni,
-Ministero dell'interno,
-Ministero per le politiche agricole e Iorestali,
-Ministero delle inIrastrutture e dei trasporti,
-Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e
del mare.
BOLLETTINO
DI
CRITICIT
CFR attivati Quotidiana Secondo procedura regionale
CFC per le
Regioni nelle
quali il CFR non e
attivato
Previsione del
maniIestarsi e/o
dell`evolversi di
eventi con livelli di
criticita moderata o
elevata
AVVISO
DI
CRITICIT
REGIONALE
CFR attivati
Previsione eventi
con livelli di criticita
moderata o elevata
DiIIuso anche ad eventi in atto per l`attivazione delle
diverse Iasi di allertamento a:
-Ministeri;
-PreIetture - UIIici territoriali di Governo e soggetti
interessati (servizi essenziali e corpi dello Stato),
secondo procedure statali e regionali condivise;
- Presidenze delle giunte delle Regioni ove il CFR
non e attivato.
Tabella 2: documenti prodotti dalla rete dei Centri Funzionali
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Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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3.3.2 Rischio idraulico
Nei Comuni ove sono presenti aree a rischio idraulico elevato e molto elevato perimetrate nei Piani
stralcio per l`Assetto Idrogeologico (PAI), o, ove il PAI non sia adottato, nei Piani straordinari ex
legge n. 267/98, la pianiIicazione di emergenza deve avere come scenario di rischio di riIerimento
quello relativo alle suddette aree.
Tuttavia, tale scenario si rappresenta come uno scenario statico, mentre l`evento puo maniIestarsi
secondo una gradualita di scenari corrispondenti a livelli di criticita crescente, oppure possono
maniIestarsi condizioni critiche che non sono previste nello scenario di riIerimento.
Nell`analisi dello scenario e importante quindi segnalare anche le situazioni intermedie rispetto a
quelle piu dannose, identiIicate ed utilizzate quale riIerimento per la predisposizione del piano di
emergenza. Cio richiede un`analisi dettagliata degli scenari intermedi che dovra essere portata
avanti, ove non gia presente nei programmi regionali e provinciali di previsione e prevenzione dei
rischi, oppure laddove risulti troppo gravoso per le possibilita comunali, dalle strutture regionali e
provinciali competenti. In assenza degli approIondimenti suddetti, gli scenari intermedi saranno
deIiniti necessariamente solo sulla base di osservazioni in sito che possano evidenziare
l`approssimarsi del Ienomeno.
Scenario di rischio di riferimento
Lo scenario di rischio di riIerimento sara basato sulle aree a piu elevata pericolosita perimetrate per i
tempi di ritorno piu bassi per i quali e possibile Iar corrispondere il livello di criticita elevata previsto
dal sistema di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico.
Tale indirizzo deve essere assunto come un primo scenario su cui sviluppare la pianiIicazione di
emergenza richiesta in Iorma completa, sia dal punto di vista procedurale che operativo. A tale
prima azione dovra seguire il completamento della pianiIicazione per altri scenari di rischio
corrispondenti sia, come sopra richiamato, a tempi di ritorno inIeriori, sia per tempi di ritorno
superiori per i quali i PAI prevedono gli scenari piu catastroIici.
A livello comunale, tuttavia, la perimetrazione di tali aree andra, ancorche in una successiva Iase di
approIondimento e aIIinamento, conIrontata con quella dell`area a rischio R3 e R4, ove disponibile,
e ne dovra essere veriIicata la coerenza.
A titolo di esempio, ai Iini di maggior chiarezza, si evidenzia che mentre il Comune X potra avere
come scenario di riIerimento uno con tempo di ritorno 50 anni, il Comune Y potrebbe dover Iare
riIerimento ad uno scenario con tempo di ritorno pari a 100 anni prima di ritrovare una qualche area
esposta a rischio molto elevato.
Assunto, quindi, quale scenario di riIerimento lo scenario di rischio corrispondente ad una piena
straordinaria, e quindi portatrice di livelli di criticita elevata, il livello di criticita moderata nel
suddetto sistema di allertamento corrispondera ad un evento di piena almeno ordinaria o al
veriIicarsi di criticita puntuali che saranno riportate nello scenario di riIerimento attraverso
l`individuazione di indicatori in sito.
Lo scenario di riIerimento si rappresenta altresi come supporto utile ad indirizzare, quantomeno
inizialmente, le attivita di monitoraggio e vigilanza deIinendo gli obiettivi sia dell`inIormazione
strumentale locale relativa all`evolversi dell`evento, sia dell`attivita del presidio territoriale.
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
37
Scenario di pericolosita
Per l`individuazione dello scenario di rischio e necessario deIinire lo scenario d`evento, cioe di
pericolosita, che comprende la perimetrazione dell`area che potrebbe essere interessata, la
descrizione sintetica della dinamica dell`evento, nonche valutare preventivamente il probabile
danno a persone e cose che si avrebbe al veriIicarsi dell`evento atteso.
Nel caso in esame, lo scenario di evento Ia riIerimento ai dati riportati nel PAI ed in particolare, per
la perimetrazione delle aree, alle Carte di pericolosita idraulica, o carta delle Iasce Iluviali, che sono
riIerite ai seguenti tempi di ritorno:
periodo di ritorno T1, scelto nell`intervallo 20-50 anni, cui corrisponde una alta
probabilita di inondazione, o alta pericolosita, e una bassa rilevanza di piena, o
intensita;
periodo di ritorno T2, scelto nell`intervallo 100-200 anni, cui corrisponde una
moderata probabilita di inondazione, o moderata pericolosita, e una media rilevanza
di piena, o media intensita;
periodo di ritorno T3, scelto nell`intervallo 300-500 anni, cui corrisponde una bassa
probabilita di inondazione, o bassa pericolosita, e un`alta rilevanza di piena o alta
intensita.
Come detto, sara assunto come scenario di riIerimento quello relativo alle aree a pericolosita piu
elevata.
Il Comune dovra reperire presso lAutorit di Bacino competente la cartografia delle aree ad
elevata pericolosita idraulica ed individuare quelle relative a tempi di ritorno compresi
nellintervallo 20-50 anni, a seconda della scelta effettuata nellambito della pianifica:ione da
ciascuna Autorita di Bacino.
Piena Ordinaria
Piena Straordinaria
Piena Ordinaria
Piena Straordinaria
Piena Ordinaria
Piena Straordinaria
Figura 14 Esempio di idrogramma di piena straordinaria e piena ordinaria.
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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Il Comune, qualora in possesso di informa:ioni sufficienti, sia sulla base di eventi storici anche
recenti, di concerto con la Provincia, o con la Regione, o con lAutorit di Bacino, definisce i
livelli di guardia relativi alla piena ordinaria. Qualora non siano disponibili elementi
sufficienti, oppure il Comune non sia in grado di effettuare tale valuta:ione, questa dovra
essere fornita direttamente dallAutorit di Bacino o dalla Regione.
Nella presente fase devono pertanto essere raccolti i seguenti dati:
Dato Fonte
Perimetrazione dell`area a elevata pericolosita Autorita di Bacino P.A.I.
Perimetrazione area a rischio R3/R4, ove presenti Autorita di Bacino P.A.I.
Estensione dell`area a elevata pericolosita Autorita di Bacino P.A.I.
Tempo di ritorno di riIerimento Autorita di Bacino P.A.I.
Altezza idrica riIerita alla piena ordinaria Autorita di Bacino P.A.I.,
Regione, Provincia
Altezza idrica nelle aree inondabili, ove presente Autorita di Bacino P.A.I.
Figura 15 Esempio di carta di pericolosita idraulica.
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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Ai Iini di una descrizione sintetica della dinamica dell`evento che si ritiene potrebbe veriIicarsi, e
necessario raccogliere anche speditivamente una serie di inIormazioni e di dati aggiuntivi:
1. Tipologia di Ienomeno meteorologico che puo innescare l`evento (ad esempio: piogge
brevi ed intense, piogge deboli e persistenti.)
2. il tempo di risposta del bacino, ovvero quanto tempo intercorre dall`istante in cui
iniziano a veriIicarsi precipitazioni e l`istante in cui si veriIicano gli eIIetti, puo essere
correlato al tempo di corrivazione che va determinato in base alle indicazioni
dell`Autorita di bacino con Iormule tipo quella di Giandotti, ricavata per bacini
italiani con area maggiore di 170 km
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Dove:
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area bacino |km
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lunghezza dell`asta principale del bacino |km|
Figura 16 Esempio di carta di rischio idraulico.
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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quota media del bacino |m s.l.m.|
Z
0
quota della sezione di chiusura del bacino |m s.l.m.|
3. i punti critici, ovvero quei tratti dei corsi d`acqua in cui non esistono suIIicienti
condizioni di sicurezza, ad esempio tratti, anche in corrispondenza di attraversamenti,
con una insuIIiciente sezione di deIlusso, sponde/argini in erosione o in Irana, bruschi
cambiamenti di sezione con possibilita di ostruzione per presenza di manuIatti, etc.
Altresi tra i punti critici vanno considerati anche le aree che sono state interessate da
incendi, che possono aver determinato un aggravamento delle condizioni di rischio;
4. determinazione speditiva, ove possibile, anche con approccio morIologico delle aree
di esondazione che potrebbe corrispondere all`attivazione dei punti critici individuati
o alla piena ordinaria ove non contenuta con il supporto di Autorita di bacino,
Regione e Province.
Il Comune potra reperire i dati relativi ai succitati punti nel PAI o in studi di dettaglio sulle
aree individuate, rivolgendosi, ove non siano gia disponibili, alla Autorit di bacino e alle
strutture tecniche competenti della Regione e della Provincia. Ulteriori dati utili possono essere
ricavati dalla ricostru:ione degli eventi piu recenti, ovvero quelli per i quali e possibile
recuperare documenti tecnici, quali esiti di sopralluoghi, etc.
Nella presente fase devono pertanto essere raccolti i seguenti dati:
Dato Fonte
Documenti di analisi territoriale di dettaglio derivanti da studi
idraulici, ove presenti
Regione
Provincia
Documenti tecnici relativi ad eventi recenti, ove presenti Comune, Comunita montana,
Provincia, Regione
Punti critici Comune, Comunita montana,
Provincia, Regione, Autorita di
bacino
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
41
Individua:ione degli esposti
Sulla base della perimetra:ione delle aree ad elevata pericolosita di cui al punto precedente, il
Comune dovra individuare gli elementi esposti, ovvero le persone e i beni che si ritiene
potrebbero essere interessati dallevento atteso, quelli, cioe, che ricadono allinterno delle
suddette aree ad elevata pericolosita.
Qualora fossero disponibili le aree a rischio R3 ed R4 ad adeguata scala cartografica (almeno
1.10.000), il Comune procedera ad una verifica speditiva esaminando la complete::a
dellindividua:ione degli esposti. In caso contrario, si dovra procedere ad una valuta:ione,
ancorche speditiva, della congruen:a del livello di rischio.
Successivamente lAutorit di bacino o la Regione rendera disponibile al Comune una
adeguata verifica di tale valuta:ione, mentre ai fini di una prima pianifica:ione comunale sara
ritenuta valida la perimetra:ione e la valuta:ione disponibile.
INDIVIDUAZIONE DEGLI ESPOSTI
individuazione di: ospedali, istituti scolastici, universita, case di riposo, luoghi di culto, luoghi
di aggregazione di massa (stadi cinema teatri - centri commerciali.), strutture turistiche
(hotel alberghi villaggi residence campeggi.), beni di interesse artistico e culturale,
aree di particolare interesse ambientale
individuazione delle sedi di: Regione, UIIici Territoriali di Governo, Municipio
individuazione delle sedi di: VVF, Forze Armate, Polizia, Corpo Forestale dello Stato, Croce
Rossa, Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
individuazione di: attivita produttive, industrie a rischio di incidente rilevante, discariche,
impianti di smaltimento riIiuti pericolosi, impianti depositi - siti di stoccaggio contenente
materiale radiologico
individuazione di: rete stradale, rete autostradale, rete Ierroviaria, stazioni Ierroviarie, porti,
aeroporti, inIrastrutture per le telecomunicazioni
individuazione di: centrali elettriche, reti di distribuzione energia elettrica gas acqua
individuazione di: opere idrauliche e interventi in atto o previsti (argini, casse di espansione,
briglie,.)
individuazione di: opere di attraversamento del corso d`acqua (pedonali, viarie, Ierroviarie)
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
42
In deIinitiva:
Cartografia che deve essere prodotta:
CartograIia (scala almeno 1:10.000) con i seguenti layer:
perimetrazione area ad elevata pericolosita idraulica e/o area ad elevato rischio
individuazione dei punti critici
perimetrazione, ove possibile, delle aree di esondazione che potrebbe corrispondere
all`attivazione dei punti critici individuati o alla piena ordinaria, ove non contenuta
individuazione degli elementi esposti
e una descrizione sintetica della dinamica dell`evento che comprenda:
Elaborati che devono essere prodotti:
Descrizione del Ienomeno meteorologico che puo innescare l`evento
Descrizione degli eventuali Ienomeni precursori dell`evento
Individuazione del tempo di risposta del bacino
Descrizione dell`evoluzione del Ienomeno che si puo ipotizzare in base all`analisi dei eventi
gia veriIicatisi o in base a studi speciIici eIIettuati nell`area in esame. Nella descrizione andra
posta particolare attenzione ai punti critici.
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Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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3.3.3 Rischio idrogeologico
Nei Comuni in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico elevato e molto elevato, perimetrate
nei Piani Stralcio per l`Assetto Idrogeologico (PAI) rispettivamente come aree a pericolosita elevata
(P3) e molto elevata (P4), ed a rischio elevato (R3) e molto elevato (R4), la pianiIicazione di
emergenza deve avere come scenario di rischio di riIerimento quello relativo alle suddette aree.
Nell`ambito degli studi eIIettuati nei PAI per la delimitazione delle aree a rischio, lo scenario
individuato e generalmente di tipo statico, ovverosia la perimetrazione delle aree a pericolosita e/o
rischio Irana coincide con le aree di eIIettivo dissesto. In alcuni casi, tuttavia, viene preso in
considerazione anche uno scenario di tipo dinamico e viene considerata anche l`area di possibile
evoluzione e propagazione del Ienomeno, introducendo il concetto di 'bacino di pericolosita.
Nell`individuazione dello scenario e quindi importante considerare la situazione prevista nell`ambito
delle perimetrazioni PAI da un punto di vista dinamico, utilizzando questo tipo di approccio quale
riIerimento per la predisposizione del Piano di emergenza. Cio puo richiedere un`elaborazione dei
dati presenti nel PAI e, se del caso, un`integrazione con inIormazioni di tipo tecnico che dovra
essere eIIettuata dalle strutture comunali e, ove necessario, con il concorso di quelle provinciali e
regionali competenti.
In assenza di tali approIondimenti, lo scenario di riIerimento potra essere deIinito sulla base
dell'osservazione anche speditiva di:
- sintomi quali Iessure, lesioni, variazioni della superIicie topograIica connessi a piccoli
movimenti Iranosi diIIusi e/o ai maggiori corpi di Irane attive e quiescenti;
- evidenze connesse a movimenti Iranosi gia' diIIusamente innescati e/o in atto. di elementi
indicatori (Iessure, lesioni, variazioni della superIicie topograIica, etc.) che evidenzino la
magnitudo del Ienomeno.
Ai Iini della deIinizione delle aree a rischio idrogeologico elevato e utile consultare, oltre ai PAI,
anche l`Inventario dei Fenomeni Franosi Italiani (IFFI), disponibile all`indirizzo WEB
http://www.mais.sinanet.apat.it/cartanetiIIi/deIaultnosso.asp.
Scenario di rischio di riferimento
Lo scenario di rischio Iara riIerimento alle aree a piu elevata pericolosita (P3/R3 e P4/R4 dei PAI),
che corrispondono al livello di criticita elevata previsto nel sistema di allertamento per il rischio
idrogeologico ed idraulico, ed alle aree, individuate anche speditivamente in base alle conoscenze ed
esperienze pregresse a livello locale, che possono essere interessate da Ienomeni circoscritti di
instabilita dei versanti, che interessano limitate porzioni di territorio, e che corrispondono al livello
di criticita moderata.
Lo scenario, nell`ambito del sistema di allertamento, Iornira supporto alle attivita di monitoraggio e
sorveglianza sia con l`inIormazione strumentale locale relativa all`evolversi dell`evento, sia
deIinendo i contenuti e gli obiettivi dell`attivita del presidio territoriale.
Scenario di pericolosita
Per la individuazione dello scenario di rischio e necessario deIinire lo scenario di pericolosita, che
comprende la perimetrazione delle aree coinvolte (aree di pericolosita) e la descrizione sintetica
della dinamica dell`evento, nonche valutare preventivamente i possibili danni a persone e cose che il
veriIicarsi dell`evento atteso puo determinare.
Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
45
Lo scenario di pericolosita Ia riIerimento ai dati riportati nel PAI ed in particolare, per quanto
attiene alla perimetrazione delle aree in Irana o suscettibili al dissesto, ove presente questa ulteriore
caratterizzazione, alle Carte di Pericolosita GeomorIologica o da Frana o alle Carte Inventario delle
Irane.
Lo scenario di riIerimento, come gia accennato precedentemente, sara quello relativo alle aree a
pericolosita piu elevata.
Il Comune potra reperire i dati relativi ai succitati punti nel PAI o, ove siano disponibili, in
studi di dettaglio sulle aree individuate, rivolgendosi alla Autorit di Bacino e alle strutture
tecniche competenti della Provincia e della Regione. Ulteriori dati utili possono essere
ricavati dalla ricostru:ione degli eventi piu recenti, ovvero quelli per i quali e possibile
recuperare documenti tecnici, quali esiti di sopralluoghi, etc.
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Manuale operativo per la predisposi:ione di un piano comunale o intercomunale di prote:ione civile
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ACRONIMI
AIB: Antincendio Boschivo
APAT: Agenzia per la Protezione dell`Ambiente e per i servizi Tecnici
ASL: Azienda Sanitaria Locale
CC: Carabinieri
CFC: Centro Funzionale Centrale DPC
CF: Corpo Forestale
CFR: Centro Funzionale Regionale
CFS: Corpo Forestale dello Stato
CIMA: Centro di Ricerca Interuniversitario in Monitoraggio Ambientale
CNVVF: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
COR: Centro Operativo Regionale
CP: Capitanerie di Porto
CRI: Croce Rossa Italiana
DOS: Direttore delle Operazioni di Spegnimento
DPC: Dipartimento della Protezione Civile
GdF: Guardia di Finanza
IFFI: Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia
INGV: Istituto Nazionale di GeoIisica e Vulcanologia
OPCM: Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
PAI: Piano di Assetto Idrogeologico
PEVAC: Piano di Evacuazione
PEIMAF:Piano di Emergenza Interno per Massiccio AIIlusso di Feriti
PMA: Posto Medico Avanzato
PS: Polizia di Stato
SOUP: Sala Operativa UniIicata Permanente
UTG: UIIicio Territoriale del Governo
VV.F.: Vigili del Fuoco