Sei sulla pagina 1di 14

Carbonara: le analisi urbanistiche

1)ANALISI E PIANO

URBANISTICA: campo che unisce e gestisce svariate categorie del sapere, e che da corpo ad un
insieme di teorie e norme atte a costruire una città e regolarne la fase di crescita e trasformazione.

PROGETTO: prefigurazione dell’assetto di uno spazio soggetto a trasformazione (che si avvale di


disegni, stima dei tempi e dei costi).

PIANO: progetto allestito per ricevere (o no) l’approvazione dell’organo di governo competente
(che ne può o meno modificare il contenuto secondo leggi istituzionali).

PIANIFICAZIONE PER AREE: suddivisone della città in parti distinte, e assoggettamento di


questa ad un sistema di piani dettagliati di attuazione, controllati da un Piano Regolatore Generale.

LEGGE URBANISTICA n. 1150 (17 Agosto 1942):

QUALITA’ URBANA: caratteristica che raccoglie forma e funzionalità di ogni edificio, in


relazione alla domanda dell’utenza e ai bisogni umani, essi stessi soggetti a parametri di carattere
ambientale e antropico. Ottenibile attraverso la..

RACCOLTA DI DATI: dati che devono essere di tipo fisico e sociale, e che devono essere in
stretta corrispondenza. (ex: numero di infrastrutture lavorative e popolazione occupata). Si passa poi
alla

FASE CONOSCITIVA: atto di avviamento al piano, che si avvale di un dossier completo di tali
informazioni:
- uso del suolo territoriale
- numero di abitanti, numero di lavoratori, numero di anziani e disoccupati
- stato dei servizi pubblici, impianti, infrastrutture
- consistenza del patrimonio edilizio
- costo della vita
- patrimonio artistico

ANALISI MORFOLOGICA: studio delle forme della città, per individuare la fondamentale
tipologia urbanistica e rintracciarne la condizione strutturale (funzione, costo;) e sovrastrutturale
(analisi degli elementi dai quali è formata). Questo tipo di studio va fatto a livello storico,
individuando la prima antropizzazione umana del territorio e le sue modifiche soggette o meno a
cambiamenti di tipo climatico, sociale, legislativo, estetico. Si riescono così ad individuare
- i rapporti gerarchici tra gli elementi del tessuto urbano
- le relazioni che qualificano le aree residenziali e la loro distribuzione
- le nuovi edificazioni a seguito di piani regolatori

ZONING: zone di destinazione d’uso: vengono stabilite con la creazione di un piano regolatore.

STUDIO DELLA POPOLAZIONE : si compone di:


- Analisi dell’andamento demografico ( per verificare l’intensità dell’uso del territorio);
- Analisi della composizione strutturale ( per determinare una stima dei fabbisogni di
residenza: per anziani, ragazzi etc.). Essa è attuata secondo
- distribuzione per sesso della popolazione (in caso di alti flussi migratori);
- distribuzione per classi di età;

- popolazione addetta: occupati in attività localizzate nella propria città


- popolazione attiva: occupati fuori sede, sottoccupati, disoccupati, addetti.

Il livello di coincidenza tra popolazione addetta e popolazione attiva evidenzia il livello di sviluppo
lavorativo di un dato territorio.
Ordini di classificazione dei livelli occupazionali:
- Settore primario e secondario: dipendono dallo stadio tecnologico delle attività; alto
contenuto di addetti; bassa intensità di capitale.
- Settore terziario: dipendono dal numero di utenti; basso contenuto di addetti, alta intensità
di capitale.

≈≈≈≈≈

STUDIO campo n° 1: Analisi del campo demografico e fabbisogno abitativo.

1) ANALISI DELLA SITUAZIONE ABITATIVA


- qualità dell’abitazione: presenza di servizi fondamentali e accessori;
- qualità del contesto urbano: servizi di quartiere
- affollamento: numero di persone per stanza (st.=1)
- incidenza del costo dell’abitazione sul reddito: spese d’uso correnti; spese di affitto; spese
dei trasporti per arrivare al posto di lavoro.

2) VALUTAZIONE DELLE TENDENZE EVOLUTIVE


- modificazioni dei caratteri fisici: variazione del numero di abitazioni (classificate per num. di
stanze e servizi)
- variazioni nelle modalità d’uso: informazioni di base quali
a) ampiezza delle abitaz. occupate e non;
b) numero di stanze e classifica di godimento;
c) densità della popolazione abitativa.
- mercato edilizio: andamento del mercato edilizio (variazione del fabbricato in base alla
domanda)

3) VALUTAZIONE DEL FABBISOGNO ABITATIVO RIFERITA AD UNA SCADENZA DI


TEMPO
- Ipotesi n°1: la ripartizione degli alloggi rimane la stessa: allora per determinare il numero di
stanze occupate in un prossimo momento dovrò fare S = P/Ia, dove P è il numero della
popolazione e Ia l’indice di affollamento.
- Ipotesi n°2: le politiche abitative subiranno un radicale cambiamento di impostazione: cioè si
mira ad annullare l’affollamento tenendo conto di due presupposti:
a) un soddisfacente rapporto tra numero componenti familiari e numero di stanze;
b) una modalità d’impiego del patrimonio esistente.

STUDIO campo n°2: Analisi dell’organizzazione spaziale di un territorio.


L’organizzazione spaziale di un territorio dipende da criteri demografici, economici, lavorativi,
amministrativi e dall’andamento di mercato del suolo urbano. Si articola in tre fasi:
- Analisi qualitativa: pianificazione del fabbisogno di suolo (controllata dagli “standard
urbanistici”).
- Analisi tipologica: studio dell’intensità d’uso del suolo (relazionato agli insediamenti e
controllato dagli “standard urbanistici”).
- Analisi strutturale: estensione territoriale di ogni funzione attraverso la quantità di zone
indotte o motrici che servono (controllata dai “piani di settore”).

Tali fasi sono studiate da “modelli analitici” per cercare di ampliare l’intervallo in cui i processi di
“evoluzione abitativa” possono essere applicati, studiando la variazione delle caratteristiche
strutturali, della popolazione, dell’economia territoriale (lavoro di ricerca).

≈≈≈≈≈

AMBIENTE: sistema di relazioni tra fattori antropici, fisici, chimici, naturalistici, climatici ed
economici di un territorio (legge n 52 reg. Veneto, 1985).

IMPATTO AMBIENTALE: Ogni relazione qualitativa e/o quantitativa dell’ambiente, in


conseguenza alla realizzazione di progetti relativi a particolari opere od interventi pubblici e privati
(legge n 52 reg. Veneto, 1985).

V.I.A.: Valutazione dell’Impatto Ambientale : ente di indagine scientifica e atto amministrativo.

STUDIO campo n°3: Impatto ambientale

Quadri di riferimento:

1) Programmatico: esplicita le relazioni tra l’opera progettata e il territorio (motivazione)


2) Progettuale: illustra le caratteristiche dell’opera progettata (esposizione) mediante tre
elaborazioni: a) la ricostruzione geografica dei vincoli presenti
b)la documentazione delle condizioni dei luoghi
c) la descrizione delle procedure tecnologiche, scarichi idrici e rifiuti
d) l’elenco delle misure adottate per ridurre impatti sul territorio.
3) Ambientale: definisce l’ambito e i sistemi territoriali interessati del progetto, descrivendo i
mutamenti che esso apporterà (luogo di esecuzione).

Definizione del campo d’indagine:

Selezione delle componenti ambientali o territoriali prevedibilmente interessate all’operazione che


varia di volta in volta in funzione delle caratteristiche dell’opera da un lato e ambientali dall’altro.
Elementi da considerare:

- Atmosfera
- Ambiente idrico
- Suolo, Sottosuolo, Risorse
- Flora e Fauna
- Ecosistemi (un bosco, un fiume, un luogo marino)
- Salute pubblica
- Rumori e Vibrazioni
- Paesaggio (aspetti morfologici e culturali).

Procedimento e metodo

1) Descrizione del progetto e delle alternative: pianificazioni dell’elaborato dalla preparazione


dei cantieri di costruzione alla previsione di demolizione, tenendo sempre conto e
motivando ogni tipo di scelta, anche l’alternativa zero.

2) Descrizione della situazione ambientale: inventario delle caratteristiche delle relative


componenti dell’ambiente attraverso alcuni indicatori ambientali di stima e previsione delle
entità di ricerca (qualità dell’aria, risorse idriche… e cambiamento di tali valori in seguito
all’esecuzione del progetto).

3) Previsione degli impatti potenzialmente significativi: descrizione degli effetti dovuti alla
comparsa e all’utilizzo del progetto (smaltimento dei rifiuti, salvaguardia delle risorse,
emissione di sostanze nocive etc.), sempre rimanendo su linee di incertezza.

4) Costruzione del quadro di valutazione complessivo: integrazione dei dati desunti per
stabilire un bilancio di ciò che “sarà” il progetto, attuato attraverso modelli specializzati e
divisi per ogni settore, che ne avrà uno (realtà fisica, ecosistema, socio-economico,
territoriale, istituzionale). Tali modelli possono essere elaborati attraverso carte tematiche,
che sono poi sovrapposte per verificare la coerenza e la correttezza del progetto.

5) Definizione di mitigazioni tecniche: sistemi in grado di attenuare o annullare gli impatti


generati dalla realizzazione dell’opera. Si suddividono in quattro livelli:

a) varianti sul progetto stesso attraverso nuove tecnologie;


b) misure per neutralizzare i danni inferti all’ambiente;
c) utilizzo di barriere per proteggere l’ambiente;
d) risarcimento dei danni arrecati.

6) Identificazione del disegno generale e delle specifiche della rete di monitoraggio: controllo
del funzionamento del progetto proposto una volta attuato e delle conseguenze dei rischi
ambientali attraverso un sistema di monitoraggio continuo e costante, che permetta cioè di
risolvere tempestivamente eventuali danni all’opera o all’ambiente.

I risultati prodotti da tale studio sono raccolti in un rapporto di impatto ambientale, un documento
pubblico rivolto agli interessati della pianificazione e esecuzione del progetto, che fornisce tutte le
informazione necessarie per tutte le alternative (anche l’alternativa zero), in modo da dare al
decisore ampie possibilità di scelta.

2) L’ANALISI DEI FENOMENI URBANISTICI


Studio dei caratteri storici dei un territorio

Storicità: quantità di documenti che caratterizzano un dato territorio dalla sua formazione al suo
stato attuale, e capacità che tale luogo ha di esprimere le sue tappe evolutive nei contesti sociali,
ambientali, economici e politici.

L’evoluzione va tracciata secondo delle fonti, dirette o indirette:


- Fonti dirette: rinvenimenti; tipologie territoriali; persistenze strutturali; stratificazioni.
- Fonti indirette: narrative; analogiche (trattati); storiche; di cronaca.

Lo studio di tali fonti dà origine a diverse discipline sia di carattere antropico che naturale; le più
importanti sono la Geografia, la Geologia, la Paleontologia, la Zoologia, l’Etnologia,
l’Antropologia, la Cartografia.

Studio dei caratteri ambientali di un territorio

Tecniche di lettura dei caratteri fisici e ambientali:


- Valori descrittivi (relazioni tra morfologia territoriale e insediamenti umani)
- Caratteri della struttura morfologica (elementi percettivi del territorio)
- Ambiti figurativi (caratteristiche visuali preminenti)
- Stato di conservazione delle configurazioni (elementi di formazione dell’ambiente)

Tali tematiche hanno dato origine ad alcuni campi d’indagine per la raccolta di informazioni:

Climatologia – Topografia – Clivometria – Esposizioni – Geologia – Pedologia – Idrologia –


Copertura vegetale – Zoologia – Valori monumentali – Dissesti naturali – Morfologia.

Studio dei caratteri Economici di un territorio

Settore primario: se i prodotti alimentari sono


- pari alla domanda interna → stabilità insediativi;
- inferiori alla domanda interna → immigrazione;
- eccedenti la domanda interna → dinamica espansionistica.

Settore secondario: indicato da Valore Aggiunto Territoriale (VAL) che dipende da:
- ubicazione delle industrie
- risorse del sottosuolo dell’ubicazione
- costi di approvvigionamento delle materie prime
- costi di distribuzione dei prodotti
- presenza o meno di aree satelliti

Settore Terziario: rilevato attraverso gli indicatori di riconoscibilità, quali la dipendenza dal
reddito e il tempo di raggiungibilità del luogo del servizio richiesto. Oggi è stimata una
sovrarichiesta di servizi e un’impossibilità di soddisfarli tutti.

Le tre direttrici principali dell’analisi dello sviluppo urbano sono:


1) La dinamica storica , ossia l’evoluzione o la modifica delle ubicazioni dell’utenza in base
al decentramento o meno dei servizi, siano essi primari, secondari, terziari, dei trasporti;
2) Le ubicazioni delle componenti produttive, ossia l’importanza che ha la centralità di un
servizio: essa è determinata o può determinare la densità di richiesta dell’utenza e dalla
dimensione del servizio stesso.
3) Gli elementi economici che determinano il costo-valore dei suoli: i tre principali sono il
valore agricolo, il valore infrastrutturale, il valore ubicazionale (secondo l’ottica del mercato
immobiliare).

Studio della popolazione di un territorio

Questo settore si occupa di:


1) numero di abitanti e la sua variazione
2) crescita (tra nascite e migrazioni)
3) mobilità naturale e migratoria all’interno o no di stessi comuni
4) relazione tra crescita della popolazione e fabbisogno di strutture adatte.

Tali punti sono studiati in base allo spazio e al tempo, che determinano la densità (num. di
abitanti/kmq) e il tasso medio annuo (incremento della popolazione).
Si deve inoltre studiare la struttura della popolazione (= composizione per sesso, età, stato civile
etc) poiché serve a delineare il fabbisogno di infrastrutture necessarie.
Essa è condizionata dai tassi (rapporto tra numero di eventi –nascite, matrimoni etc- e la
popolazione totale) di:
- nuzialità (strutture lavorative e abitazioni)
- fertilità (ospedali)
- natalità (ospedali, scuole, svago, lavori futuri)
- mortalità (ospedali, distribuzione popolazione)
- migrazione (distribuzione popolazione).

In generale, le infrastrutture richieste sono di quattro tipi:


a) scolastiche, il cui fabbisogno è dato da numero alunni x scuola/ numero alunni per
classe
b) sanitarie, il cui fabbisogno è dato da numero posti letto x 1000/ numero di abitanti
c) distributive, il cui fabbisogno è dato da numero di esercizi di vendita/numero di
abitanti
d) trasporti pubblici, il cui fabbisogno è dato da numero di abbonamenti/ numero di
posti x corsa.
Una volta studiati questi parametri bisogna rilevare i dati di censimento per studiare l’andamento
delle dinamiche insediative di un luogo.

Studio del patrimonio edilizio residenziale di un territorio

Le indagini si articolano secondo tre punti:


1) Attività economiche connesse alla produzione e gestione delle abitazioni :
Vengono presi in considerazione sia l’aspetto economico sia legislativo e normativo del
posto, ossia i costi di produzione, di affitto, di vendita etc.
2) Funzione specifica del patrimonio urbano:
analisi divise in zone omogenee di rapporto abitazione-luogo, urbanizzazione-luogo,
abitazione-lavoro-servizi, uso degli alloggi.
3) Caratteristiche fisiche e morfologiche, interventi e recuperi:
Si tende a suddividere un’area in zone dove le abitazioni hanno caratteri simili; tali caratteri
variano a seconda di quattro parametri: l’ubicazione (buona se sia ha accessibilità alla rete di
trasporti e al luogo di lavoro); la composizione per funzioni (rileva i suoli di maggior
interesse residenziale); i caratteri della popolazione (soprattutto in base al lavoro e al
reddito); i caratteri delle abitazioni (età, condizioni, uso di un fabbricato).
Studio del patrimonio degradato: si deve indagare se il costruito è recente (età); rilevare le
caratteristiche fisiche in modo diretto e provvedere alla reintegrazione nel tessuto urbano.
Utile il Catasto.

Studio dei servizi e delle attrezzature sociali

Un suolo con molte attrezzature determina il suo ruolo di polo attrattivo rispetto al resto del
territorio. Non ci sono gerarchie dei servizi, ma la loro efficienza è valutata in base all’intensità e
alla densità di comunicazione attraverso essi si realizza.

Le analisi sono orientate in due campi: indagine sul rapporto tra domanda e offerta e
classificazione delle aree urbane in base alla quantità e all’efficienza degli impianti localizzati.

Ogni strutture deve essere idonea per dei parametri fondamentali:


a) rispetto all’ambiente e alla densità di popolazione servita
b) rispetto a dati dimensionali e fisici (grandezza dell’area, condizioni statiche)
c) rispetto alle funzioni che svolgono gli spazi
d) rispetto alle normative di legge
[Per alcune strutture ad ampio raggio di azione (esempio=edifici sanitari) bisogna rispettare
altri tipi di idoneità (sul personale addetto, sull’efficienza finanziaria etc.)]

Studio della viabilità e dei trasporti

Le infrastrutture di trasporto si suddividono in tre tipi


- vie di terra
- vie di acqua
- vie aeree
Il trasporto su gomma si svolge su vari tipi di strade: Autostrade, strade statali, strade comunali,
strade di quartiere, strade locali. La validità di ogni tipo di strada è data dall’intensità di traffico in
essa presente, e la sua potenzialità è verificata attraverso la capacità (= ampiezza della
corsia/numero veicoli all’ora) e il livello di servizio (=efficienza della strada in base alla visibilità,
tenuta del manto etc.)
Il carattere funzionale delle strade si studia attraverso la tecnica di Origine-Destinazione:
individuazione dei tipi di movimenti con le rispettive motivazione e frequenze (fasce orarie) e
ricostruzione con diagrammi delle linee di desiderio della mobilità (tenendo conto il problema
dello stazionamento).
Ferrovia: miglior prestazione visto il minor costo di utilizzo e gestione, impatto ambientale,
risparmio energetico, maggior portata. Esempi: tram = 6.000-10.000 passeggeri/ora;
metropolitana = 40.000 passeggeri/ora per ogni senso di marcia.

≈≈≈≈

LE FONTI

Fonti = luoghi idealmente determinati dove viene raccolta e accumulata l’informazione. Sono divise
in fonti dirette (forniscono dati già elaborati) e fonti indirette (forniscono dati da elaborare).
L’accessibilità a tali fonti è dettata da vari fattori (inaccessibilità ad alcune informazioni, uso
interno di enti privati etc.) e serve a raccogliere i dati informativi (per individuare le circostanze
che hanno prodotto l’assetto di un luogo = causa) e i dati descrittivi (descrivono tale assetto =
effetti).
1) Le fonti dei dati informativi
Riguardano le variazioni sull’andamento della popolazione, economico, infrastrutturale, dei
servizi, delle abitazioni. Tutti i dati sono rilevati dall’ISTAT e verificati attraverso dei censimenti.
2) Le fonti dei dati descrittivi
Essenzialmente sono gli Uffici toponomastici comunali (che rilasciano lo stradario e altro).
Attraverso delle statistiche si riportano le caratteristiche di ogni nucleo familiare (ampiezza degli
alloggi, professione etc.).

Altro elemento utile è il Catasto, ossia l’inventario generale di tutti i beni immobili esistenti nel
territorio dello stato. Può essere descrittivo (rappresenta l’abitazione senza elaborati grafici) o
geometrico o probatorio (si avvale di elaborati grafici).

Ai fini di ottenere un buon indicatore dell’intensità d’uso del suolo ci si basa sul piano topografico
comunale, redatto io occasione di censimenti che riporta i confini tra territori regionali, comunali,
frazioni etc suddividendo l’area di pertinenza del comune in sezioni di censimento (aree molto
simili per caratteristiche ambientali, sociali, storiche, le stesse che utilizza l’ISTAT).

Gli enti che soddisfano la domanda di urbanizzazione delle città che mutano di anno in anno sono:
- gli uffici tecnici comunali (rilasciano le concessioni edilize)
- gli uffici gestionali delle attività edilizie (regionali)
- gli istituti per il credito fondiario
- le casse edili.

Le fonti iconografiche
(Documentazioni di immagini fornita tramite cartografia, dipinti, stampe, disegni, fotografie.)

Cartografia:
Consente rintracciare le differenze tra l’aspetto odierno e antico dei luoghi (morfologia e
antropizzazione umana). Requisiti: fornire dati qualitativi, metrici, interpretabili poiché simbolici, e
quindi in grado di rendere praticabile la trasposizione della lettura fatta, per la creazione di carte
tematiche (specifiche e dettagliate).

CARTE TEMATICHE: si dividono in qualitative e quantitative. Le quantitative possono essere:


- Carta Geologica = quella dell’Italia è in scala 1: 100.000: rappresenta la natura e la
struttura del terreno leggibile attraverso le differenze cromatiche;
- Carta Geomorfologia = contengono la classificazione di tutte le forme presenti sul
territorio (zone soggette a frana, erosione etc);
- Carta pedologica = registra e studia la consistenza e le proprietà fisico- chimiche dei
terreni;
- Carta della stabilità dei versanti = indica i fattori litologici e morfologici che sono stabili
nel tempo, tranne in caso di calamità naturali (punti di equilibrio);
- Carta dell’uso reale del suolo = inventario delle modalità con cui viene occupato il suolo:
può essere realizzata grazie a tecniche di fotografia (Fotopiano, Ortofotografia) o pittoriche.

Classificazione: le carte sono divise in costruite e derivate e in base al loro rapporto di riduzione
si distinguono in:
- carte a grande scala (1:500 - 1:2.000)
- carte a media scala (1:5.000 - 1:10.000)
- carte a piccola scala (1:25.000 – 1:100.000)
Le carte sono ulteriormente divise in:
- Carte topografiche = comprese tra 1:10.000 e 1: 150.000
- Carte corografiche = comprese tra 1:150.000 e 1:1.000.000
- Carte geografiche = da 1:1.000.000 in poi

IGMI: ha la funzione di coordinare il materiale cartografico già esistente nei territori italiani e
completare la copertura topografica dei territori ancora non rilevati. Nel 1921 ha redatto la Carta
Topografica Fondamentale d’Italia (scala 1:100.000).
In tale carta sono rappresentati i caratteri fisici (orografia, idrografia, coste, vegetazione) e i
caratteri antropici, con l’aiuto della policromia.

SUDDIVISIONE CARTOGRAFICA

a) Carta IGMI scala 1:50.000 del territorio Nazionale (da ultimare)


b) Carta territoriale per i fenomeni isolati (studio e supporto) in scala 1:25.00
c) Carta Regionale e del territorio extracomunale in scala 1:10.000
d) Carta dei grandi centri urbani o delle aree di interesse morfologico in scala 1:5.000
e) Carta delle zone urbane in scala 1:2.000
f) Carta dei centri storici delle città in scala 1:1.000 o 1:5.000

SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE = S.I.T.


Insieme di dati e informazioni cui far riferimento per ricavare le informazioni occorrenti per lo
svolgimento delle attività istituzionali e per le scelte decisionali. (Livello adeguato = regionale).

Struttura e organizzazione del SIT


La programmazione del SIT è coordinata da tre parametri:
1) livelli di governo del territorio
2) tempi di attuazione delle pianificazioni
3) componenti fondamentali delle pianificazioni
Ogni ente territoriale è dotato di un SIT; l’integrazione tra i vari enti favorirebbe un miglior lavoro
nelle scelte di pianificazione, oltre che ad un’unificazione dei mezzi informatici.
In relazione alle problematiche ambientali lo scopo del SIT è il controllo dei seguenti ambiti
operativi:
- definizione aree di rischio/salvaguardia e progettazione degli interventi previsti in base
alla loro riqualificazione o conservazione;
- valutazione impatto antropico sull’ambiente: danni e limitazioni;
- inquinamento aria/acqua e chimico/acustico e risoluzioni;
- problema dello smaltimento dei rifiuti;
- problema della protezione civile.

Politiche territoriali nel SIT


Componenti della pianficazione:
1) premesse istituzionali
2) iter decisionale
3) conseguenze pratiche

In genere questo percorso di attuazione prende in considerazione i seguenti aspetti:


- Recupero del patrimonio edilizio e salvaguardia del tessuto storico;
- Riqualificazione dei tessuti urbani residenziali;
- Politica del terziario;
- Trasporto pubblico e reti viarie;
- Difesa ambientale.

All’inizio di tali analisi è necessario individuare un Sistema di Obbiettivi nel quale è possibile
stabilire per ciascun obbiettivo le priorità, il grado di soddisfacimento raggiungibile, i rapporti
reciproci.
Tale sistema è identificabile attraverso l’articolazione di una proposta di riqualificazione delle
specificità locali per governare e incentivare gli sviluppi già esistenti limitando al massimo
interventi di tipo aggiuntivo.
Nell’individuazione di questo sistema di obbiettivi bisogna tener presenti alcune variabili:
a) caratteristiche di differenzialità esistenti nel tessuto sociale;
b) definizione dei bisogni e delle aspirazioni della popolazione
c) definizione dei requisiti e delle prestazioni dei servizi che verranno erogati
d) localizzazione dei servizi espressa in termini di equipotenzialità di accesso
Il Sistema di Obbiettivi deve soddisfare l’obbiettività delle informazioni e la trasparenza del
processo operativo.

3) MEDOTI E TECNICHE DI LETTURA E RILEVAMENTO

MODELLI

Modello = schema concettuale di riferimento della realtà dove gli elementi rappresentati
corrispondono a entità reali e le relazioni tra questi corrispondono alle relazioni reali tra quelle
entità.
Modello matematico = formulazione in termini simbolici di una interpretazione
dell’organizzazione urbana.
Scopo dei modelli = illustrare le relazione tra gli elementi dell’organizzazione urbana e formulare
delle “leggi” che precisano le rispettive influenze.

I Modelli Urbani si distinguono in base a

1) Uso che ne viene fatto: possono essere di tipo


- descrittivo: scopo = riprodurre un sistema urbano
- di previsione: scopo = proiettare nel futuro un insieme di cose osservabili oggi
- di pianificazione: scopo = esplorare le conseguenze derivanti dalle strategie d’azione.

2) Proprietà intrinseche: essi sono divisi in


- modelli statici: non sono in relazione a spazio e tempo e vanno in una sola direzione
- modelli dinamici: sono in relazione a spazio e tempo (velocità di avvenimento) e possono servirsi
di feedback = retroazioni per avere una visione completa del cambiamento lineare di questi.

I MODELLI STATICI CLASSICI


Spiegano i legami attività economiche, accessibilità e strutture localizzative nello spazio territoriale
urbano (Es: Cristaller: “i legami sono di tipo gerarchico – struttura a triangolo).

Modelli gravitazionali: trattano della teoria dell’interazione spaziale = esiste un’interdipendenza


tra le attività urbane localizzate in punti diversi della città, ed è determinata dalla distanza tra
i punti in oggetto.
Esponente:
Reilly : “L’interazione tra due attività localizzate in due zone diverse è direttamente
proporzionale alla massa delle attività nelle due zone e inversamente proporzionale alla distanza
tra le zone stesse” (formula della gravitazione universale → T = Wa Wb / d² K )

Modelli antropici di interazione spaziale: non si basano su analogie con altre discipline ma
derivano da teorie specifiche del comportamento socio-economico degli attori urbani.
Esponente:
Wilson: “Il comportamento di scelta di un attore urbano ha due componenti: quella razionale
(tendenza a minimizzare i costi di trasporto) e quella irrazionale (dispersione di scelte, dovuta a
mancanza di informazione, variabilità di preferenze, sinergismo di comportamenti dei singoli).

Modelli sulla teoria della base economica urbana: teoria proposta con il fine di individuare
regole di crescita della città e di consentire previsioni quantitative sulle attività nei vari settori.
Essa postula che esistono attività che hanno un ruolo strategico x la crescita economica e che si
può misurare il rapporto tra l’occupazione delle attività strategiche e quelle alternative
(Os/Oa) e il rapporto tra occupazione e popolazione totali (Ot/Pt)
Esponente:
Lowry: “Esiste una distinzione tra attività principali e secondarie. Quelle di base hanno un’area di
mercato più ampia della loro area localizzativi; quelle di servizio hanno un’area di mercato
riconducibile all’area del sistema territoriale dove risiedono”.(teoria previsionale)
Tale modello si basa sulla teoria Wilsoniana di interazione spaziale, misurandola tra la
localizzazione delle residenze e dei posti di lavoro della popolazione.
Criteri di studio nel modello di Lowry:
- divisione del territorio in zone
- reti di collegamento fra le zone
- posti di lavoro localizzati nelle zone
- capacità attrattiva delle zone.
Procedimento di studio nel modello di Lowry:
a) localizza le residenze dei lavoratori nel settore di base
b) calcola la popolazione dipendente da tali lavoratori (A)
c) localizza i posti di lavoro nei servizi richiesti da (A)
d) localizza le residenze dei lavoratori nel settore dei servizi
e) calcola la popolazione dipendente da tali lavoratori e la somma alla (A)
f) itera la sequenza dei punti da c a e fino ad ottenere solo variazioni trascurabili.

Messaggio base del modello di Lowry: la città è un sistema formato da sottosistemi differenti
che interagiscono l’un l’altro mediante interrelazioni spaziali e socio economiche.

I NUOVI MODELLI DINAMICI


1975: crisi dei modelli tradizionali, a causa dell’evoluzione dei sistemi urbani (1) e l’evoluzione
della disciplina stessa e le altre a questa legate (2)
1) Dopo la crisi del 1973, si deve riorganizzare il sistema economico → cambiamenti nel
sistema urbano: nascono nuove attività quindi crescono le relazioni (interazioni) fra i vari
elementi, che determinano una nuova complessità di sistemi → “nuova città”.
2) L’evoluzione della disciplina è stata stimolata da due oggetti: l’accrescersi degli scambi
con altre discipline quantitative, come la fisica la chimica etc, che hanno mutato i
precedenti modelli matematici (ex: la Teoria della Catastrofe = “teoria sulla morfologia e
sulla morfogenesi dei sistemi: la morfologia si rivela attraverso le diverse parti in diversi
punti dello spazio e nel tempo del sistema, ossia le sue singolarità struttuali”); l’attenzione
all’evoluzione dei sistemi urbani, guardata con più realismo e concretezza.
Modelli dinamici del sistema urbano: tali modelli resistono in quanto relazioni tra i vari processi
che li compongono (= mutamenti) e la loro velocità. Il modello può essere una “dinamica a breve
(veloce), a medio (lento) o lungo termine (molto lento). I modelli dinamici del sistema urbano
fin’ora applicati sono due:

1) Allen e Sanglier: modello che studia l’evoluzione basata sull’interazione tra la


distribuzione spaziale della popolazione e le opportunità di lavoro (ordine delle
fluttuazioni = autorganizzazione). Tale evoluzione è di tipo quantitativo e qualitativo.
2) Lombardo e Rabino: studia la dinamica delle attività, che nasce dallo squilibrio fra la
domanda e l’offerta. In particolare la dinamica tra la localizzazione dei servizi e delle
residenze.
DIFFERENZE:
- Decisori diversi (1 = imprenditori; 2 = popolazione)
- Possibilità di suddivisone in sottoprocessi per (2) e non per (1).

≈≈≈≈≈

LA FOTOINTERPRETAZIONE
Corretta interpretazione dell’immagine fotografica del territorio per identificarne la struttura, le
caratteristiche e le relazioni ambientali fra i vari elementi (presupposti di base: materiale
informativo cartografico e raccolta di dati geolitologici e climatici del territorio).
Procedimento di fotointerpretazione:
- annotare tutti gli elementi riconosciuti e identificarli
- suddividere i fotogrammi in unità, dotate di caratteristiche comuni
- classificare organicamente il materiale

In queste fasi si fa ricorso a due parametri: il TONO = variare della gamma cromatica dei grigi e la
TESSITURA = esalta la distribuzione dei livelli di grigio, quindi fornisce indicazioni sulla struttura
dell’oggetto osservato. Vi sono altri parametri secondari quali la forma, la dimensione e l’ombra
degli oggetti.

Modalità di scatto e percezione:


- bianco e nero: tutto ciò che viene percepito dall’occhio umano
- colori: riproduce esattamente gli oggetti nel loro cromatismo
- infrarosso bianco e nero: utile all’indagine forestale e idrogeologica (sensibile alle bande del
blu, del rosso e del verde)
- infrarosso a colori: usato per gli studi vegetazionali, perché i colori risultano falsati.

COME FARE UNA CARTA TEMATICA?


a) Acquisizione dei documenti, che devono rispondere alle esigenze specifiche e alle necessità
statistico - amministrative;
b) Collocazione di questi in un sistema di riferimento geometrico;
c) Selezione dei principali segni o elementi di configurazione del territorio;
d) Lettura e interpretazione degli elementi portanti della struttura fisica del territorio;
e) Stesura della carta.

≈≈≈≈≈

INDAGINI STATISTICHE
Le indagini statistiche vengono usate per fini geografici e demografico – sociali.
Procedimento:
- impostazione metodologica della ricerca e definizione degli obbiettivi;
- rilevazione dei dati;
- elaborazione e rappresentazione dei risultati.

Indagine demografico – sociale : attraverso l’analisi dei documenti contenuti nelle Anagrafi
Comunali, si giunge all’obbiettivo = conoscenza della struttura e dei fattori di crescita della
popolazione; si usano la Piramide della Popolazione e il Diagramma Triangolare.
ACCORGIMENTI:
- i documenti (nascita, morte, matrimonio etc.) devono essere relativi alla popolazione
effettivamente residente;
- è importante rilevare informazioni (età, sesso etc.) dei nati e dei morti;
- per determinare il movimento migratorio bisogna calcolare il motivo, il luogo di
provenienza e destinazione etc.
- per determinare la mobilità urbana bisogna sapere i motivi di trasferimento, i luoghi etc.

Indagine attraverso dati diretti = Sopralluogo.


Si utilizza per far fronte a problemi quali:
a) ottenimento di informazioni in data odierna e con maggior dettaglio;
b) raccoglimento di dati non reperibili;
c) impossibilità di conoscenze più specifiche sull’argomento.

Il Sopralluogo può essere fatto in modo indiretto (= senza intervista) o diretto (con intervista); il
secondo metodo è più soddisfacente in termini di conoscenza delle condizioni di uso, gestione e
manutenzione dello stabile.
I dati ottenuti e inseriti nelle schede di valutazione saranno poi utilizzati per determinare:
- la classificazione delle destinazioni d’uso;
- le misurazioni (superfici e volumi) delle proprietà
- le condizioni igienico sanitarie e la manutenzione;
- le condizioni statiche dell’edificio;
- le caratteristiche ambientali.

La valutazione complessiva finale dipende da un parametro = il costo stimato occorrente per


riportare alla perfetta funzionalità ciascun elemento di indagine.

≈≈≈≈≈

INDAGINI CAMPIONARIE E QUESTIONARI

Analisi della popolazione attraverso questionari formulati ad un campione opportunamente


scelto in modo che abbia le caratteristiche della totalità.

Fasi: 1: Indagine pilota (reperimento dati popolazione e territorio):


2: Tipo di campionamento: semplice (tutti, chiunque) o stratificato (classi, tipi particolari)
3: Definizione del grado di esattezza da raggiungere
4: Elaborazione del questionario (lunghezza, conintervistatore o no, risposta aperta/chiusa..)
Gerarchia delle domande: primarie = argomenti basilari; derivate = specifiche; filtro = utili.
5: Piano di tabulazione = griglia valutativa, occorre un sistema di informatizzazione adatto
6: Sintesi in carte tematiche e utilizzo per determinare aree critiche, di utilizzo del suolo,
sovrappopolate e così via.

Potrebbero piacerti anche