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1)ANALISI E PIANO
URBANISTICA: campo che unisce e gestisce svariate categorie del sapere, e che da corpo ad un
insieme di teorie e norme atte a costruire una città e regolarne la fase di crescita e trasformazione.
PIANO: progetto allestito per ricevere (o no) l’approvazione dell’organo di governo competente
(che ne può o meno modificare il contenuto secondo leggi istituzionali).
RACCOLTA DI DATI: dati che devono essere di tipo fisico e sociale, e che devono essere in
stretta corrispondenza. (ex: numero di infrastrutture lavorative e popolazione occupata). Si passa poi
alla
FASE CONOSCITIVA: atto di avviamento al piano, che si avvale di un dossier completo di tali
informazioni:
- uso del suolo territoriale
- numero di abitanti, numero di lavoratori, numero di anziani e disoccupati
- stato dei servizi pubblici, impianti, infrastrutture
- consistenza del patrimonio edilizio
- costo della vita
- patrimonio artistico
ANALISI MORFOLOGICA: studio delle forme della città, per individuare la fondamentale
tipologia urbanistica e rintracciarne la condizione strutturale (funzione, costo;) e sovrastrutturale
(analisi degli elementi dai quali è formata). Questo tipo di studio va fatto a livello storico,
individuando la prima antropizzazione umana del territorio e le sue modifiche soggette o meno a
cambiamenti di tipo climatico, sociale, legislativo, estetico. Si riescono così ad individuare
- i rapporti gerarchici tra gli elementi del tessuto urbano
- le relazioni che qualificano le aree residenziali e la loro distribuzione
- le nuovi edificazioni a seguito di piani regolatori
ZONING: zone di destinazione d’uso: vengono stabilite con la creazione di un piano regolatore.
Il livello di coincidenza tra popolazione addetta e popolazione attiva evidenzia il livello di sviluppo
lavorativo di un dato territorio.
Ordini di classificazione dei livelli occupazionali:
- Settore primario e secondario: dipendono dallo stadio tecnologico delle attività; alto
contenuto di addetti; bassa intensità di capitale.
- Settore terziario: dipendono dal numero di utenti; basso contenuto di addetti, alta intensità
di capitale.
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Tali fasi sono studiate da “modelli analitici” per cercare di ampliare l’intervallo in cui i processi di
“evoluzione abitativa” possono essere applicati, studiando la variazione delle caratteristiche
strutturali, della popolazione, dell’economia territoriale (lavoro di ricerca).
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AMBIENTE: sistema di relazioni tra fattori antropici, fisici, chimici, naturalistici, climatici ed
economici di un territorio (legge n 52 reg. Veneto, 1985).
Quadri di riferimento:
- Atmosfera
- Ambiente idrico
- Suolo, Sottosuolo, Risorse
- Flora e Fauna
- Ecosistemi (un bosco, un fiume, un luogo marino)
- Salute pubblica
- Rumori e Vibrazioni
- Paesaggio (aspetti morfologici e culturali).
Procedimento e metodo
3) Previsione degli impatti potenzialmente significativi: descrizione degli effetti dovuti alla
comparsa e all’utilizzo del progetto (smaltimento dei rifiuti, salvaguardia delle risorse,
emissione di sostanze nocive etc.), sempre rimanendo su linee di incertezza.
4) Costruzione del quadro di valutazione complessivo: integrazione dei dati desunti per
stabilire un bilancio di ciò che “sarà” il progetto, attuato attraverso modelli specializzati e
divisi per ogni settore, che ne avrà uno (realtà fisica, ecosistema, socio-economico,
territoriale, istituzionale). Tali modelli possono essere elaborati attraverso carte tematiche,
che sono poi sovrapposte per verificare la coerenza e la correttezza del progetto.
6) Identificazione del disegno generale e delle specifiche della rete di monitoraggio: controllo
del funzionamento del progetto proposto una volta attuato e delle conseguenze dei rischi
ambientali attraverso un sistema di monitoraggio continuo e costante, che permetta cioè di
risolvere tempestivamente eventuali danni all’opera o all’ambiente.
I risultati prodotti da tale studio sono raccolti in un rapporto di impatto ambientale, un documento
pubblico rivolto agli interessati della pianificazione e esecuzione del progetto, che fornisce tutte le
informazione necessarie per tutte le alternative (anche l’alternativa zero), in modo da dare al
decisore ampie possibilità di scelta.
Storicità: quantità di documenti che caratterizzano un dato territorio dalla sua formazione al suo
stato attuale, e capacità che tale luogo ha di esprimere le sue tappe evolutive nei contesti sociali,
ambientali, economici e politici.
Lo studio di tali fonti dà origine a diverse discipline sia di carattere antropico che naturale; le più
importanti sono la Geografia, la Geologia, la Paleontologia, la Zoologia, l’Etnologia,
l’Antropologia, la Cartografia.
Tali tematiche hanno dato origine ad alcuni campi d’indagine per la raccolta di informazioni:
Settore secondario: indicato da Valore Aggiunto Territoriale (VAL) che dipende da:
- ubicazione delle industrie
- risorse del sottosuolo dell’ubicazione
- costi di approvvigionamento delle materie prime
- costi di distribuzione dei prodotti
- presenza o meno di aree satelliti
Settore Terziario: rilevato attraverso gli indicatori di riconoscibilità, quali la dipendenza dal
reddito e il tempo di raggiungibilità del luogo del servizio richiesto. Oggi è stimata una
sovrarichiesta di servizi e un’impossibilità di soddisfarli tutti.
Tali punti sono studiati in base allo spazio e al tempo, che determinano la densità (num. di
abitanti/kmq) e il tasso medio annuo (incremento della popolazione).
Si deve inoltre studiare la struttura della popolazione (= composizione per sesso, età, stato civile
etc) poiché serve a delineare il fabbisogno di infrastrutture necessarie.
Essa è condizionata dai tassi (rapporto tra numero di eventi –nascite, matrimoni etc- e la
popolazione totale) di:
- nuzialità (strutture lavorative e abitazioni)
- fertilità (ospedali)
- natalità (ospedali, scuole, svago, lavori futuri)
- mortalità (ospedali, distribuzione popolazione)
- migrazione (distribuzione popolazione).
Un suolo con molte attrezzature determina il suo ruolo di polo attrattivo rispetto al resto del
territorio. Non ci sono gerarchie dei servizi, ma la loro efficienza è valutata in base all’intensità e
alla densità di comunicazione attraverso essi si realizza.
Le analisi sono orientate in due campi: indagine sul rapporto tra domanda e offerta e
classificazione delle aree urbane in base alla quantità e all’efficienza degli impianti localizzati.
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LE FONTI
Fonti = luoghi idealmente determinati dove viene raccolta e accumulata l’informazione. Sono divise
in fonti dirette (forniscono dati già elaborati) e fonti indirette (forniscono dati da elaborare).
L’accessibilità a tali fonti è dettata da vari fattori (inaccessibilità ad alcune informazioni, uso
interno di enti privati etc.) e serve a raccogliere i dati informativi (per individuare le circostanze
che hanno prodotto l’assetto di un luogo = causa) e i dati descrittivi (descrivono tale assetto =
effetti).
1) Le fonti dei dati informativi
Riguardano le variazioni sull’andamento della popolazione, economico, infrastrutturale, dei
servizi, delle abitazioni. Tutti i dati sono rilevati dall’ISTAT e verificati attraverso dei censimenti.
2) Le fonti dei dati descrittivi
Essenzialmente sono gli Uffici toponomastici comunali (che rilasciano lo stradario e altro).
Attraverso delle statistiche si riportano le caratteristiche di ogni nucleo familiare (ampiezza degli
alloggi, professione etc.).
Altro elemento utile è il Catasto, ossia l’inventario generale di tutti i beni immobili esistenti nel
territorio dello stato. Può essere descrittivo (rappresenta l’abitazione senza elaborati grafici) o
geometrico o probatorio (si avvale di elaborati grafici).
Ai fini di ottenere un buon indicatore dell’intensità d’uso del suolo ci si basa sul piano topografico
comunale, redatto io occasione di censimenti che riporta i confini tra territori regionali, comunali,
frazioni etc suddividendo l’area di pertinenza del comune in sezioni di censimento (aree molto
simili per caratteristiche ambientali, sociali, storiche, le stesse che utilizza l’ISTAT).
Gli enti che soddisfano la domanda di urbanizzazione delle città che mutano di anno in anno sono:
- gli uffici tecnici comunali (rilasciano le concessioni edilize)
- gli uffici gestionali delle attività edilizie (regionali)
- gli istituti per il credito fondiario
- le casse edili.
Le fonti iconografiche
(Documentazioni di immagini fornita tramite cartografia, dipinti, stampe, disegni, fotografie.)
Cartografia:
Consente rintracciare le differenze tra l’aspetto odierno e antico dei luoghi (morfologia e
antropizzazione umana). Requisiti: fornire dati qualitativi, metrici, interpretabili poiché simbolici, e
quindi in grado di rendere praticabile la trasposizione della lettura fatta, per la creazione di carte
tematiche (specifiche e dettagliate).
Classificazione: le carte sono divise in costruite e derivate e in base al loro rapporto di riduzione
si distinguono in:
- carte a grande scala (1:500 - 1:2.000)
- carte a media scala (1:5.000 - 1:10.000)
- carte a piccola scala (1:25.000 – 1:100.000)
Le carte sono ulteriormente divise in:
- Carte topografiche = comprese tra 1:10.000 e 1: 150.000
- Carte corografiche = comprese tra 1:150.000 e 1:1.000.000
- Carte geografiche = da 1:1.000.000 in poi
IGMI: ha la funzione di coordinare il materiale cartografico già esistente nei territori italiani e
completare la copertura topografica dei territori ancora non rilevati. Nel 1921 ha redatto la Carta
Topografica Fondamentale d’Italia (scala 1:100.000).
In tale carta sono rappresentati i caratteri fisici (orografia, idrografia, coste, vegetazione) e i
caratteri antropici, con l’aiuto della policromia.
SUDDIVISIONE CARTOGRAFICA
All’inizio di tali analisi è necessario individuare un Sistema di Obbiettivi nel quale è possibile
stabilire per ciascun obbiettivo le priorità, il grado di soddisfacimento raggiungibile, i rapporti
reciproci.
Tale sistema è identificabile attraverso l’articolazione di una proposta di riqualificazione delle
specificità locali per governare e incentivare gli sviluppi già esistenti limitando al massimo
interventi di tipo aggiuntivo.
Nell’individuazione di questo sistema di obbiettivi bisogna tener presenti alcune variabili:
a) caratteristiche di differenzialità esistenti nel tessuto sociale;
b) definizione dei bisogni e delle aspirazioni della popolazione
c) definizione dei requisiti e delle prestazioni dei servizi che verranno erogati
d) localizzazione dei servizi espressa in termini di equipotenzialità di accesso
Il Sistema di Obbiettivi deve soddisfare l’obbiettività delle informazioni e la trasparenza del
processo operativo.
MODELLI
Modello = schema concettuale di riferimento della realtà dove gli elementi rappresentati
corrispondono a entità reali e le relazioni tra questi corrispondono alle relazioni reali tra quelle
entità.
Modello matematico = formulazione in termini simbolici di una interpretazione
dell’organizzazione urbana.
Scopo dei modelli = illustrare le relazione tra gli elementi dell’organizzazione urbana e formulare
delle “leggi” che precisano le rispettive influenze.
Modelli antropici di interazione spaziale: non si basano su analogie con altre discipline ma
derivano da teorie specifiche del comportamento socio-economico degli attori urbani.
Esponente:
Wilson: “Il comportamento di scelta di un attore urbano ha due componenti: quella razionale
(tendenza a minimizzare i costi di trasporto) e quella irrazionale (dispersione di scelte, dovuta a
mancanza di informazione, variabilità di preferenze, sinergismo di comportamenti dei singoli).
Modelli sulla teoria della base economica urbana: teoria proposta con il fine di individuare
regole di crescita della città e di consentire previsioni quantitative sulle attività nei vari settori.
Essa postula che esistono attività che hanno un ruolo strategico x la crescita economica e che si
può misurare il rapporto tra l’occupazione delle attività strategiche e quelle alternative
(Os/Oa) e il rapporto tra occupazione e popolazione totali (Ot/Pt)
Esponente:
Lowry: “Esiste una distinzione tra attività principali e secondarie. Quelle di base hanno un’area di
mercato più ampia della loro area localizzativi; quelle di servizio hanno un’area di mercato
riconducibile all’area del sistema territoriale dove risiedono”.(teoria previsionale)
Tale modello si basa sulla teoria Wilsoniana di interazione spaziale, misurandola tra la
localizzazione delle residenze e dei posti di lavoro della popolazione.
Criteri di studio nel modello di Lowry:
- divisione del territorio in zone
- reti di collegamento fra le zone
- posti di lavoro localizzati nelle zone
- capacità attrattiva delle zone.
Procedimento di studio nel modello di Lowry:
a) localizza le residenze dei lavoratori nel settore di base
b) calcola la popolazione dipendente da tali lavoratori (A)
c) localizza i posti di lavoro nei servizi richiesti da (A)
d) localizza le residenze dei lavoratori nel settore dei servizi
e) calcola la popolazione dipendente da tali lavoratori e la somma alla (A)
f) itera la sequenza dei punti da c a e fino ad ottenere solo variazioni trascurabili.
Messaggio base del modello di Lowry: la città è un sistema formato da sottosistemi differenti
che interagiscono l’un l’altro mediante interrelazioni spaziali e socio economiche.
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LA FOTOINTERPRETAZIONE
Corretta interpretazione dell’immagine fotografica del territorio per identificarne la struttura, le
caratteristiche e le relazioni ambientali fra i vari elementi (presupposti di base: materiale
informativo cartografico e raccolta di dati geolitologici e climatici del territorio).
Procedimento di fotointerpretazione:
- annotare tutti gli elementi riconosciuti e identificarli
- suddividere i fotogrammi in unità, dotate di caratteristiche comuni
- classificare organicamente il materiale
In queste fasi si fa ricorso a due parametri: il TONO = variare della gamma cromatica dei grigi e la
TESSITURA = esalta la distribuzione dei livelli di grigio, quindi fornisce indicazioni sulla struttura
dell’oggetto osservato. Vi sono altri parametri secondari quali la forma, la dimensione e l’ombra
degli oggetti.
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INDAGINI STATISTICHE
Le indagini statistiche vengono usate per fini geografici e demografico – sociali.
Procedimento:
- impostazione metodologica della ricerca e definizione degli obbiettivi;
- rilevazione dei dati;
- elaborazione e rappresentazione dei risultati.
Indagine demografico – sociale : attraverso l’analisi dei documenti contenuti nelle Anagrafi
Comunali, si giunge all’obbiettivo = conoscenza della struttura e dei fattori di crescita della
popolazione; si usano la Piramide della Popolazione e il Diagramma Triangolare.
ACCORGIMENTI:
- i documenti (nascita, morte, matrimonio etc.) devono essere relativi alla popolazione
effettivamente residente;
- è importante rilevare informazioni (età, sesso etc.) dei nati e dei morti;
- per determinare il movimento migratorio bisogna calcolare il motivo, il luogo di
provenienza e destinazione etc.
- per determinare la mobilità urbana bisogna sapere i motivi di trasferimento, i luoghi etc.
Il Sopralluogo può essere fatto in modo indiretto (= senza intervista) o diretto (con intervista); il
secondo metodo è più soddisfacente in termini di conoscenza delle condizioni di uso, gestione e
manutenzione dello stabile.
I dati ottenuti e inseriti nelle schede di valutazione saranno poi utilizzati per determinare:
- la classificazione delle destinazioni d’uso;
- le misurazioni (superfici e volumi) delle proprietà
- le condizioni igienico sanitarie e la manutenzione;
- le condizioni statiche dell’edificio;
- le caratteristiche ambientali.
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