Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PIANO
COMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
GIUGNO 2012
Il presente Piano stato redatto su un modello elaborato da due Disaster & Risk Prevention
Manager, Dott. Ing. Vitantonio Semeraro e Dott. Ing. Ottavia Tateo, in collaborazione con gli
Uffici del Comune di Martina Franca, che hanno fornito parte dei dati necessari alla
elaborazione dello stesso.
Tutti i dati, forniti dagli uffici comunali ed inseriti nel presente piano, sono stati gestiti nel
pieno rispetto del D.Lgs 30 Giugno 2003, n. 163 Codice in materia di protezione dei dati
personali, sono stati trattati in modo lecito e secondo correttezza, nel pieno rispetto dei diritti
e della libert fondamentale, nonch della dignit degli interessati, con particolare riferimento
alla riservatezza, allidentit personale e al diritto alla protezione dei dati personali. Infine,
detti dati sono stati e saranno utilizzati ai soli fini richiamati nel presente piano e sar cura del
Comune di Martina Franca gestire gli stessi nel rispetto del D.Lgs 163/03, anche in fase di
divulgazione a terzi del piano.
GRUPPO DI LAVORO:
SIT S.r.l. Servizi di Informazione Territoriale: Direttore Tecnico, Dott. Ing. Nicola
Dongiovanni;
Dott. Ing. Ottavia Tateo;
Dott. Francesco Semeraro.
Giugno 2012
2 di 208
SOMMARIO
1.
PREMESSA ......................................................................................................................6
2.
3.
4.
5.
3 di 208
7.
8.
BIBLIOGRAFIA ...........................................................................................................154
Giugno 2012
4 di 208
ALLEGATI ...........................................................................................................................155
ALLEGATO A: SCHEMA SALA OPERATIVA ................................................................156
ALLEGATO B: .....................................................................................................................157
SCHEDA DI 1 LIVELLO DI RILEVAMENTO DANNO, PRONTO INTERVENTO E
AGIBILITA PER EDIFICI ORDINARI NELLEMERGENZA POST-SISMICA ............157
SCHEDA PER IL RILIEVO DEI BENI CULTURALI .......................................................163
DANNO ALLE CHIESE ......................................................................................................163
SCHEDA PER IL RILIEVO DELLE RETI ELETTRICHE ................................................172
ALLEGATO E: .....................................................................................................................176
SCHEDA PER IL RILIEVO DELLE RETI FOGNARIE ....................................................176
ALLEGATO F: .....................................................................................................................180
SCHEDA PER IL RILIEVO DELLE RETI DEL GAS........................................................180
ALLEGATO G:.....................................................................................................................184
SCHEDA PER IL RILIEVO DELLE RETI IDRAULICHE ................................................184
ALLEGATO H:.....................................................................................................................188
SCHEDA PER IL RILIEVO DELLE RETI STRADALI.....................................................188
ALLEGATO I: ......................................................................................................................192
VADEMECUM ALLA POPOLAZIONE.............................................................................192
La Protezione Civile nei Comuni Limitrofi...........................................................................204
Numeri utili ...........................................................................................................................207
Giugno 2012
5 di 208
1. PREMESSA
Il presente PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE costituisce lo strumento operativo che,
in presenza di eventi calamitosi o emergenze di rilievo, consente di coordinare le attivit delle
strutture municipali del Comune di Martina Franca, nel quadro delle competenze di tutti gli
Enti ed Organi istituzionalmente preposti alla Protezione Civile, comprese le Associazioni di
Volontariato.
Il PIANO, dopo aver analizzato le caratteristiche del Territorio Comunale ed i rischi naturali o
derivanti dalle attivit antropiche, individua le disponibilit di personale e mezzi nellambito
Comunale, assegna i compiti e definisce le procedure di intervento in caso di emergenza.
Le predisposizioni organizzative di cui sopra vanno costantemente controllate, aggiornate e
perfezionate con il consapevole contributo di tutti gli Organi Comunali preposti alla loro
attuazione. Il coordinato apporto di tali Organi assolutamente indispensabile per il
conseguimento degli automatismi operativi necessari per fronteggiare efficacemente un
evento calamitoso.
Il presente PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE del Comune di Martina Franca,
stato redatto secondo le indicazioni fornite da:
Manuale Operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale
di protezione civile, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Capo del
Dipartimento della Protezione CivileCommissario Delegato ai sensi dellO.P.C.M.
28 agosto 2007, n. 3606 (ottobre 2007);
Deliberazione della Giunta Regionale 07 marzo 2005, n. 255, L. 225/1992 vigente,
D.L.vo 112/1998 e L.r.18/2000 protocollo dintesa sulle linee guida regionali per
la pianificazione di emergenza in materia di Protezione Civile (B.U.R.P. n. 50 del
06.04.2005).
Deliberazione di Giunta Regionale n. 800 del 23 Aprile 2012 Procedure di
allertamento del sistema regionale di protezione civile per rischio meteorologico,
idrogeologico ed idraulico (in prima applicazione della Direttiva del Presidente del
Consiglio dei Ministri 27/02/2004 e s.m.i.).
Giugno 2012
6 di 208
2. PARTE GENERALE
2.1. Quadro normativo di riferimento: legislazione nazionale e regionale in materia di
protezione civile
Il presente Piano Comunale di Protezione Civile elaborato alla luce della legislazione,
nazionale e regionale, vigente pi significativa in materia di Protezione Civile, ovvero:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
Giugno 2012
7 di 208
10) D.L. 07 settembre 2001, n. 343 convertito con modificazioni dalla L. 09/11/2001 n.
401 Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture
preposte alle attivit di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel
settore della difesa civile.
11) D.P.R. 8 febbraio 2001, n. 194 Regolamento recante nuova disciplina della
partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attivit di protezione civile.
12) L.R. 31 novembre 2000, n. 18 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi in
materia di boschi e foreste, protezione civile e lotta agli incendi boschivi.
13) Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 Testo unico delle leggi
sull'ordinamento degli enti locali;
14) Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 Riforma dellorganizzazione del
Governo, a norma dellart. 111 della legge 15 marzo 1997, n. 59;
15) Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I
della legge 15 marzo 1997, n. 59;
16) Legge 25 settembre 1996, n. 496 Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto legge 26 luglio 1996 n. 393, recante interventi urgenti di protezione civile;
17) Circolare P.C.M. 16 novembre 1994, n. 01768 U.L. Istituzione dellelenco delle
associazioni di volontariato di Protezione Civile ai fini ricognitivi della sussistenza
e della dislocazione sul Territorio nazionale delle associazioni da impegnare nelle
attivit di Previsione, Prevenzione e Soccorso. Adempimenti finalizzati
allerogazione di contributi per il potenziamento della Preparazione tecnica.
18) Decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 1994, n. 613 Regolamento
recante norme concernenti la partecipazione delle associazioni di volontariato nelle
attivit di Protezione Civile;
19) D.P.C.M. 26 luglio 1993 Riorganizzazione del Comitato nazionale di volontariato
di Protezione Civile;
20) Decreto 14 febbraio 1992 del Ministero dellIndustria, del Commercio e
dellArtigianato Obbligo alle organizzazioni di volontariato ad assicurare i propri
aderenti che prestano attivit di volontariato, contro gli infortuni e le malattie
connessi allo svolgimento dellattivit stessa, nonch per la responsabilit civile,
per i danni cagionati a terzi dallesercizio dellattivit medesima (G.U. n. 44 del 22
febbraio 1992);
21) Legge 24 febbraio 1992, n. 225 Istituzione del servizio nazionale della Protezione
Civile (G.U. n. 54 del 17 marzo 1992);
Giugno 2012
8 di 208
22) Legge 11 agosto 1991, n. 266 Legge Quadro sul volontariato (G.U. n. 196 del 22
agosto 1991);
23) Decreto Ministeriale 12 febbraio 1987 Autorizzazione a fregiarsi dellemblema
rappresentativo della protezione civile da parte delle associazioni di volontariato.
24) Decreto Ministeriale 25 giugno 1985 Adozione di un emblema rappresentativo da
parte del Dipartimento della protezione civile e delle associazioni di volontariato.
25) Circolare n. 16 MIPC (81) del 16 aprile 1981 del Ministero dellInterno,
Regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n. 996.
26) 6 febbraio 1981, n. 66, Regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n.
996 (supplemento ordinario alla G.U. n. 74 del 16 marzo 1981).
27) Legge 8 dicembre 1970, n. 996, Norme sul soccorso e lassistenza alle popolazioni
colpite da calamit - Protezione Civile (G.U. n. 317 del 16 dicembre 1970).
9 di 208
10 di 208
Attivit e compiti
Per Protezione Civile si intende la politica dei pubblici poteri finalizzata alla
tutela dellintegrit della vita, dei beni, degli insediamenti e dellambiente dai
danni o dal pericolo di danni derivanti da calamit naturali, da catastrofi e da
altri eventi calamitosi.
Le attivit del servizio nazionale di protezione civile, istituito con la legge 24
febbraio 1992, n. 225, possono essere individuate in tre momenti fondamentali:
Previsione e Prevenzione, Soccorso e Superamento dellemergenza.
Giugno 2012
11 di 208
2.2.1.2.
Lineamenti organizzativi
12 di 208
Forze Armate;
Forze di Polizia;
Corpo Forestale dello Stato;
Servizi Tecnici Nazionali;
Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica;
13 di 208
Giugno 2012
14 di 208
Giugno 2012
15 di 208
2.2.1.4. La calamit
Calamit naturale o catastrofe definito levento che determina linsorgere
di situazioni che comportino grave danno o pericolo di grave danno
allincolumit delle persone e ai beni e che per la loro natura o estensione
debbano essere fronteggiate con interventi tecnici straordinari (art. 1 della
Legge 8 dicembre 1970, n. 996).
In tale situazione di crisi, per quanto riguarda il soccorso e lassistenza alle
popolazioni colpite, il diretto intervento dello Stato, e la conseguente
avocazione di funzioni, in stretta connessione con la particolare gravit ed
estensione dellevento che, in quanto tale, non fronteggiabile dalle singole
Amministrazioni competenti in via ordinaria (circolare n. 1/DPC/85, in data
19 aprile 1985 del Dipartimento della Protezione Civile).
Tale concetto pi chiaramente definito nellart. 2 della Legge 24 febbraio
1992, n. 225, Istituzione del Servizio Nazionale di Protezione Civile, che, nella
descrizione della tipologia degli eventi e degli ambiti di competenza, cos li
distingue:
- eventi naturali o connessi con lattivit delluomo che possono essere
2.2.1.5.
Il Soccorso
16 di 208
il soccorso ai feriti;
leventuale evacuazione di zone abitate;
il ricovero dei senza tetto;
lassistenza ai minori, agli orfani ed ai portatori di handicap;
2.2.1.6.
Giugno 2012
17 di 208
2.
3.
18 di 208
Giugno 2012
19 di 208
3. DATI DI BASE
3.1. Il Territorio Comunale e la sua storia
Martina Franca, con i suoi circa 50.000 abitanti, sorge sulle propaggini meridionali della
Murgia, al confine delle province di Taranto, Brindisi e Bari [fig. 2].
Posta sulle colline sud orientali della Murgia, in una posizione che offre splendide vedute
sulla valle dItria, si trova ad una altitudine di 431 metri s.l.m. e copre una superficie di
295 km2, risultando al 39simo posto per ordine di estensione fra i comuni italiani.
Il termine Martina deriva dalla devozione degli abitanti gi dal Mille a San Martino di
Tour; infatti il primitivo insediamento della citt nacque sul monte detto appunto di San
Martino, mentre laggettivo Franca fu aggiunto da Filippo I DAngi nel 1310, quando
riconobbe alla citt diversi privilegi, ossia franchigie e la demanialit perpetua.
Nel 1310 la citt fu chiamata Franca Martina, poi nel corso dei secoli, perdendo la
demanialit perpetua, scomparve laggettivo Franca. Solo dopo lUnit dItalia, nel 1871,
la citt fu ribattezzata Martina Franca.
Giugno 2012
20 di 208
Il simbolo della citt fu ideato da Filippo I dAngi nel Trecento quando riconobbe
istituzionalmente la citt di Martina Franca. Lo stemma raffigura un cavallo bianco senza
briglie che trotterella liberamente in quanto simbolo della demanialit perpetua
riconosciuta dal Principe. In altro, sullo sfondo azzurro, campeggiano tre gigli francesi che
ricordano lorigine francese della citt e la corona turrificata simbolo della costituzione
ufficiale della citt. In basso lo stemma avvolto da due ramoscelli delle piante tipiche
della zona: un ulivo e un fragno.
3.2. Martina Franca e la geologia
In figura 3 si riporta la carta geologica relativa al territorio di Martina Franca. Come
possibile notare, una parte del territorio comunale di Martina Franca si erge su Argille
subappannine, e la restante parte su Calcare di Altamura.
Giugno 2012
21 di 208
a tetto a trullo: case, pagliai hanno il tetto a trullo e sono di diversa grandezza:
a copertura a trullo e a copertura pignon: il tetto della casa a pignon, tetto ripido e
le costruzioni destinate alle mansioni sono a tetto a trullo;
a edificazione lineare: masserie che si caratterizzano per essere ununica
costruzione, con le abitazioni congiunte alle altre costruzioni;
a casino: costruzione che si sviluppa nel XIX secolo e che segna la distinzione pi
netta fra la casa del padrone e lazienda.
22 di 208
Molto folto il popolamento degli arbusti come il corbezzolo, il pero selvatico, lalaterno, la
calicotome, il biancospino, la fillerea e il cisto di Montpellier.
Ci che costituisce, comunque, tesoro nonch grande attrazione, sono le numerose e
stupende orchidee, che in primavera abbelliscono con la loro fioritura prevalentemente le
aree dove il pascolo pi intenso.
Il territorio martinese , altres, caratterizzato dalla presenza di numerose grotte, molte delle
quali
presentano
condizioni
di
http://www.martinafrancatour.it/grotte.asp].
Giugno 2012
degrado
piuttosto
elevato
[fonte:
23 di 208
3.4. La Popolazione
Nella tabella che segue si riportano i dati Istat relativi al Bilancio demografico e alla
popolazione residente nel Comune di Martina Franca al 31 dicembre 2010.
Maschi Femmine Totale
Popolazione al 1 Gennaio
24013
25743 49756
Nati
241
210
451
Morti
217
213
430
24
-3
21
253
256
509
Iscritti dallestero
46
45
91
Altri iscritti
43
55
98
278
269
547
18
21
39
Altri cancellati
91
18
109
-45
48
Saldo Naturale
Iscritti da altri comuni
23904
25651 49555
88
137
225
23992
25788 49780
19814
Numero di Convivenze
60
2.5
Tabella 1: dati Istat relativi alla popolazione residente al 31 dicembre 2010 [fonte: Istat]
Giugno 2012
24 di 208
INDIRIZZO
TELEFONO
CASAVOLA
C.da Palombella
080/4305800
COLLODI
Via De Amicis
080/4303471
DELEDDA
Via Fogazzaro, 12
080/4302185
G. RODARI
Viale stazione
080/4309092
ISTITUTO MARINOSCI
080/4858120
LA SORTE
Via Fighera, 81
080/4301811
MAMMA LUISA
080/4805429
M. MONTESSORI
Via Fogazzaro, 12
080/4302181
NIGRI
C.da Nigri
080/4400104
S. ELIGIO
S. FRANCESCO
Via Raguso, 2
S. PAOLO
C.da Lanzo
UVA PIENA
C.da Carpari
080/4304311
080/4400175
Scuole primarie
III Circolo CHIARELLI (materna ed
elementari)
II Circolo GIOVANNI XXIII (materna ed
elementari)
Via Pergolesi, 48
080/4303462
080/4306778
P.zza Marconi, 4
080/4302789
MONTESSORI
Contrada Carpari
080/4400175
S.PAOLO
C.da Lanzo
080/4490012
Giugno 2012
25 di 208
Via Carmine, 18
080/4303472
A.S.AOSTA
080/4807101
G. GRASSI
Viale stazione
080/4832702
080/4807103
C.da Pergolo
080/4831897
ITCG L. da Vinci
c.da Pergolo
080/4803101
Via Guglielmi
080/4803653
ITIS Majorana
c.da Pergolo
080/4302338
IISS A. Motolese
Via Carmine, 14
080/4831681
Via Carmine, 10
080/4301374
IPSIA Archimede
080/4303301
Via Ceglie, 1
080/4800197
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
TELEFONO
Via Chiarelli, 27
080/4805156
080/2377906
080/4302393
080/4831472
Via S.M.Mazzarello 4
080/4833440
080/4305501
Via S.M.Mazzarello, 4
080/4833440
080/4305501
SCUOLE PARITARIE
Giugno 2012
26 di 208
CHIESE CATTOLICHE
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
Piazza Plebiscito,1
TELEFONO
080 4306536
Via Principe
Umberto
Via Giovan Battista
Pergolesi
Piazza S.Antonio
080 4805869
Piazza S.Francesco
da Paola
Pizza Mario Pagano
080 4832890
080 4857375
Piazza Marconi
Via della Libert
Via degli Almiranti
C.da Palombella
080 4302492
080 4832223
080 4858860
080 4800372
080 4303291
PALAZZI SIGNORILI
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
Palazzo Barnaba
via Mazzini, 24
via Mazzini, 16
Palazzo Delfini
via Machiavelli, 2
Palazzo Ancona
via Machiavelli, 7
Palazzo Carucci
Palazzo Magli
via Mazzini, 33
via Pietro Cossa, 3
Palazzo Semeraro
via Mazzini, 10
Palazzo Blasi
via Mazzini, 3
Giugno 2012
27 di 208
Palazzo Fanelli
via Cavour, 30
Palazzo Magli
via Cavour, 25
Palazzo Motolese
via Cavour, 18
Palazzo Maggi
via Erbaiolo, 15
Ex-ospedaletto
via Orfanelli, 5
Palazzo dell'Universit
piazza Plebiscito
Palazzo Stabile
Palazzo Motolese
Palazzo Blasi
via Buonarroti, 10
Palazzo Casavola
via Buonarroti, 15
Palazzo Recupero
via Cirillo, 4
ANTICHE PORTE
Fino all'Unit d'Italia il centro storico di Martina Franca era chiuso da una cinta muraria, da 12
torri quadrate, da 12 torri rotonde e da quattro porte di ingresso. Con il passare dei secoli queste
strutture difensive hanno mutato il loro aspetto, perdendo la loro funzionalit. Infatti molte torri
sono state abbattute per garantire l'accesso al centro storico oppure sono state trasformate in
abitazioni civili. Attualmente le porte hanno perso la loro funzione di accesso esclusivo nella
citt, diventando degli archi sobri ed eleganti. Delle antiche porte si conservano solo gli anelli
lapidei superiori che servivano per contenere i cardini dei massicci portoni. Il nome delle porte
dipendeva dalle chiese adiacenti intra moenia o extra moenia prossime.
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
piazza XX settembre
via Pergolesi
Arco della Porta di San Nicola detta anche di San Francesco piazza Mario Pagano
Arco della Porta di San Pietro detta anche Porta stracciata
Giugno 2012
Via Mercadante
28 di 208
3.6. La Viabilit
Autostrade e Strade Statali:
-
Ferrovie
La stazione di Martina Franca, gestita dalle Ferrovie del Sud Est, posta sulla linea Bari
Taranto, ed capolinea della linea per Lecce.
Aeroporti
-
Portualit
- Porto di Taranto -> SS100 direzione TARANTO -> Martina Franca
- Porto di Bari -> SS100 direzione TARANTO -> Martina Franca
-
Autobus
Gli autobus della Ferrovie del Sud Est garantiscono il collegamento fra Martina e le citt del
comprensorio.
Gli autobus della compagnia Viaggi e Turismo Marozzi garantiscono il collegamento per Roma
e altre citt del centro Italia ogni giorno.
Gli autobus della compagnia Marino garantiscono il collegamento per Milano ogni giorno.
Giugno 2012
29 di 208
Giugno 2012
30 di 208
4. ANALISI DI RISCHIO
La tipologia dei rischi possibili sul territorio comunale di Martina Franca desumibile non solo
dallo studio delle caratteristiche del territorio comunale e dallanalisi delle attivit produttive e
industriali, ma anche dalla frequenza con cui alcuni fenomeni si sono manifestati nel passato.
Tali eventi possono identificarsi in:
- Rischio idrogeologico/idraulico;
- Rischio meteorologico (nevicate abbondanti anche a bassa quota, anomalie termiche
-
quali ondate di calore, forte freddo e gelate, temporali e rovesci, vento forte);
Rischio incendi di proporzioni pi o meno vaste;
Rischio sismico;
Nei paragrafi che seguono, partendo da una disamina del territorio comunale, si sono affrontate le
varie tipologie di rischio, valutando i possibili scenari di evento legati ai rischi.
Giugno 2012
31 di 208
Giugno 2012
32 di 208
Il rischio idraulico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli
idrometrici critici (possibili eventi alluvionali) lungo i corsi dacqua principali a regime
torrentizio e fluviale.
Giugno 2012
33 di 208
mm
82
Ottobre
mm
76
34
Novembre
mm
92
giorni
piovosi
giorni
piovosi
giorni
piovosi
giorni
piovosi
70
mm
38
Dicembre
mm
124
Anno
mm
giorni
piovosi
42
Settembre
mm
Giugno
giorni
piovosi
74
mm
Maggio
giorni
piovosi
mm
Aprile
giorni
piovosi
20
Agosto
mm
giorni
piovosi
MEDIE
mm
67
giorni
piovosi
Luglio
Marzo
giorni
piovosi
96
mm
giorni
piovosi
MEDIE
mm
Febbraio
giorni
piovosi
Gennaio
11
815
75
Come si rileva dalle tabelle oltre che dal grafico seguente, le precipitazioni medie autunnali
raggiungono i 97 mm. In primavera le quantit mensili di precipitazione tendono a diminuire
per una crescente stabilit delle masse d'aria ed i caratteri idrometrici si differenziano
alquanto rispetto a quelli dei precedenti periodi.
Giugno 2012
34 di 208
[mm pioggia]
100
80
79
60
48
47
Inverno
Estate
Primavera
Autunno
40
20
0
stagioni
Figura 7: medie pluviometriche stagionali
35 di 208
Per quanto attiene al territorio di Martina Franca, non avendo a disposizione i dati riferiti al
territorio comunale, nel presente piano sono stati presi a riferimento i dati, messi a
disposizione dal Servizio Protezione Civile della Regione Puglia, relativi al limitrofo
Comune di Locorotondo. Nelle tabelle che seguono sono rappresentate le temperature
medie, massime e minime, valutate in un periodo temporale dal 1926 al 2003.
Gennaio
MEDIE
[C]
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
min
max
min
max
min
max
min
max
min
max
min
max
3,8
9,5
3,9
10,2
5,6
12,5
8,2
16,2
12,2
21,1
16,1
25,7
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
min
max
min
max
min
max
min
max
min
max
min
max
MEDIE
18,5
[C]
28,3
18,6
28,2
15,8
24,4
12,1
19,3
8,5
14,6
5,3
10,8
Dallelaborazione dei dati precedenti emerge che le temperature medie, massime e minime,
annuali, risultano rispettivamente pari a 18,4C-10,8C.
Giugno 2012
36 di 208
oltre i 7m/s.
Giugno 2012
37 di 208
frequenza di app.
max.
stagione
frequenza di app.
min.
NW -Maestrale
Inverno
25,46
Primavera
16,55
N -Tramontana
Estate
14,07
Primavera
10,46
W -Ponente
Estate
11,36
Autunno
10,69
S -Mezzogiorno
Primavera
11,98
Inverno
8,62
SE -Scirocco
Primavera
10,23
Estate
7,29
E -Levante
Primavera
9,70
Estate
6,12
SW -Libeccio
Primavera
8,86
Inverno
5,98
NE -Grecale
Autunno
5,01
Inverno
4,21
Giugno 2012
38 di 208
Giugno 2012
39 di 208
Giugno 2012
40 di 208
Incendi di superficie, ovvero quando brucia la bassa vegetazione o la copertura morta. Sono
incedi che si sviluppano in zone ricoperte di erba secca o in fustaie di latifoglie e sono
particolarmente subdoli, dal momento che il fuoco, non visto, pu insinuarsi sotto lo spesso
strato di manto vegetale propagandosi alle chiome.
Incendi di corona, ovvero quando bruciano le chiome degli alberi. Questi incendi si
propagano rapidamente proprio perch interessano le chiome degli alberi caratterizzate da
un modesto tasso di umidit e quindi molto infiammabili.
Appare evidente come sia lorografia del territorio che le condizioni meteoclimatiche, in
particolare le condizioni di vento, siano elementi determinanti nella propagazione dellincendio.
Lattivit di spegnimento di un incendio particolarmente delicata e necessit di competenze
acquisite sul campo. Tuttavia, in questa fase risulta opportuno fornire un breve cenno circa le
tecniche di spegnimento degli incendi boschivi.
Un incendio, al pari di una qualsiasi combustione, per svilupparsi ha bisogno di tre elementi:
combustibile, comburente e fonte di innesco (energia/temperatura). Le tecniche antincendio si
basano per lappunto sulleliminazione di uno dei tre elementi costituenti il triangolo del
fuoco:
-
Sottrazione di calore, ovvero inondando legna, arbusti, erba secca, foglie con acqua cos da
innalzare la loro temperatura di accensione, oppure allontanando dalla legna le sostanze che
bruciano, utilizzando a tale scopo labelli, flabelli, rastrelli, soffiatori, ecc.
Giugno 2012
41 di 208
La strategia fondamentale per affrontare al meglio gli incendi boschivi consiste nel circoscrivere
le fiamme, creando intorno ad esse una vasta striscia di terreno priva di vegetazione e
successivamente nellabbattimento delle fiamme cos circoscritte.
Seguendo le direttive predisposte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Capo del
Dipartimento della Protezione Civile, ai sensi dellO.P.C.M. 28 agosto 2007, n. 3606, si sono
approntate le tavole grafiche, allegate al presente piano, relative alla perimetrazione delle aree
di interfaccia del Comune di Martina Franca, alla vulnerabilit e alla pericolosit insita nel
territorio e alle zone a rischio incendio.
In particolare, per la valutazione della pericolosit nella fascia perimetrale di 200 m esterna
allinterfaccia sono stati presi in esame i seguenti fattori: vegetazione (oliveto, vigneto, ortaggi,
ecc), densit di vegetazione, pendenza, contatto con aree boscate, incendi pregressi,
classificazione piano AIB.
Ai fini della valutazione della vulnerabilit degli esposti si seguito il metodo speditivo
suggerito dal Dipartimento della Protezione Civile, ovvero si sono considerati solo gli esposti a
diretto contatto con la linea di interfaccia, attribuendo ad essi specifici punteggi.
Infine, la valutazione del rischio stata condotta incrociando il valore della pericolosit in
prossimit di ciascun tratto della linea di interfaccia con la vulnerabilit degli esposti ubicati in
corrispondenza dei medesimi tratti. Per maggiori dettagli si rimanda alla lettura del capitolo
relativo alla descrizione degli scenari di evento legati al rischio incendio di interfaccia.
Incendi pregressi hanno interessato prevalentemente il territorio Comunale a S-W, ai confini
con i Comuni di Grottaglie, Crispiano e Taranto, come possibile riscontrare dalla mappa di
seguito riportata.
Giugno 2012
42 di 208
Giugno 2012
43 di 208
R = P V E
Per individuare il rischio sismico nel territorio di riferimento si effettua la zonazione del rischio
sismico.
Lintero territorio nazionale stato classificato in funzione del rischio sismico a partire dal 1909
su base comunale. Nel corso degli anni, generalmente in seguito a un terremoto distruttivo, la
mappa sismica italiana stata pi volte aggiornata e rivista.
La mappatura sismica prevede, in ordine crescente di pericolosit, zone di quarta, zone di terza,
seconda e prima categoria, nelle quali obbligatorio utilizzare diversi accorgimenti antisismici,
secondo le prescrizioni della normativa. In particolare, secondo lOrdinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 Primi elementi in materia di criteri generali
per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni
in zona sismica, e secondo la classificazione sismica del territorio regionale pugliese,
pubblicata sul BURP n. 33 del 18/03/2004, il Comune di Martina Franca risulta classificato in
zona 4.
Giugno 2012
44 di 208
Figura 10: classificazione sismica, estratto dal BURP n. 33 del 18.03.2004, DELIBERAZIONE DELLA
GIUNTA REGIONALE 2 marzo 2004, n. 153 L.R. 20/00 - O.P.C.M. 3274/03 Individuazione delle zone sismiche
del territorio regionale e delle tipologie di edifici ed opere strategici e rilevanti - Approvazione del programma
temporale e delle indicazioni per le verifiche tecniche da effettuarsi sugli stessi.
La Pericolosit Sismica di un territorio, in senso lato, determinata dalla frequenza con cui
avvengono i terremoti e dallintensit che raggiungono; mentre, in senso probabilistico, la
probabilit che un valore prefissato di pericolosit, espresso da un parametro di moto del suolo
(quale ad es. laccelerazione massima PGA o il grado di intensit macrosismica), venga
superato in un dato sito entro un fissato periodo di tempo.
La pericolosit sismica viene comunemente chiamata Hazard.
La Vulnerabilit Sismica definita come il livello di danno di un dato elemento a rischio per
un dato livello di pericolosit (Coburn, Spence).
Lelemento a rischio rappresentato dalla popolazione residente, da un edificio, da un insieme
di edifici, e quindi la vulnerabilit viene rappresentata come rapporto di morti o feriti sulla
popolazione totale di una determinata localit, costo di riparazione di una struttura sul suo
Giugno 2012
45 di 208
valore iniziale o come lentit del danno fisico definito su unopportuna scala. In generale
abbiamo un rapporto tra perdite attese su perdite massime possibili con valori che variano da 0
ad 1 e quindi in percentuale, da 0 a 100.
La vulnerabilit sismica rappresenta quindi la propensione di una struttura a subire un
determinato livello di danno a fronte di un evento sismico di data intensit.
quindi necessario definire i parametri di misura della severit dei sismi e dei danni provocati
da questi.
La severit di un sisma pu essere misurata per mezzo di scale strumentali o di scale
macrosismiche. Le prime si basano su parametri relativi al moto, come: picco di accelerazione,
velocit spettrale, etc. Sono di pi immediato utilizzo per fini ingegneristici, ma i dati
strumentali sono riferiti solo a terremoti recenti, quindi non consentono di caratterizzare
adeguatamente il territorio basandosi anche su esperienze passate. Laccelerazione di picco
definibile come rapporto tra la massima accelerazione al suolo e laccelerazione di gravit.
Le scale macrosismiche sono invece basate sullosservazione degli effetti prodotti da un sisma.
Sono meno accurate, ma offrono il vantaggio di fornire la stima dellintensit dei sismi
direttamente da osservazioni sui danni, e possono essere utilizzate anche per i terremoti del
passato. I dati di pericolosit sismica del territorio nazionale sono effettivamente basati su
osservazioni di questo tipo.
Esistono varie scale macrosismiche:
- MCS (Mercalli, Cancani, Seberg)
- MSK (Medved, Sponheuer, Karnik)
- EMS (European Macroseismic Scale)
Il concetto di vulnerabilit stato inserito nelle scale macrosismiche; in particolare con la scala
MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg, 1917) vengono definiti i gradi di intensit da I a XII in base
agli effetti sulle costruzioni descritti qualitativamente:
Grado
MCS
Descrizione
Grado
MCS
Descrizione
Grado
MCS
Impercettibile
Moderatamente forte
IX
II
Molto leggero
VI
Forte
III
Leggero
IV
Descrizione
Fortemente distruttivo:
danni al 60% degli edifici
Rovinoso: danni al 75%
degli edifici
Catastrofico: distruzione
generale
Giugno 2012
46 di 208
Levoluzione delle scale macrosismiche ha introdotto schemi di classificazione degli edifici con
differenti tipologie costruttive e con diversa resistenza nei confronti della severit della scossa
rilevata nella zona dindagine. Un esempio la scala MSK (Medvedev, Sponheuer, Karnik
1981) che definisce:
-
Classe C
Nessun danno
tre quantificazioni del numero di edifici di ciascuna classe con certo livello di danno
pochi
molti
la maggior parte
pi del 55%
Giugno 2012
47 di 208
Il terzo fattore, lEsposizione, si riferisce alla quantit e qualit dei beni esposti. Esso quindi in
qualche modo connesso al valore di quanto pu essere distrutto dal terremoto. Tale fattore,
pertanto, nel nostro Paese si attesta su valori altissimi, in considerazione dellalta densit
abitativa, della presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo, etc.
Nella definizione di rischio intervengono dunque anche le caratteristiche del territorio. A parit
di pericolosit, unarea densamente popolata e caratterizzata da costruzioni poco resistenti al
terremoto avr un rischio elevato, mentre unarea dove non ci sono edifici, n popolazione, n
altri beni avr rischio nullo. Dunque elevata pericolosit sismica non significa necessariamente
elevato rischio sismico.
Come possibile notare dalla figura 11, lItalia ha una vulnerabilit delle costruzioni presenti
sul territorio molto elevata poich la maggior parte di queste stata costruita senza criteri
antisismici.
Giugno 2012
48 di 208
depositi di medicinali;
magazzini di conservazione merci e derrate deperibili;
rete semaforica;
sale operative.
Giugno 2012
49 di 208
Soprattutto nei periodi estivi si possono verificare delle crisi energetiche, con rischi da
black-out. In tali circostanze opportuno:
Non usare lascensore; se per motivi di salute si costretti ad utilizzarlo, bene
che si porti con s il cellulare per chiamare un numero demergenza nel caso in
cui il black-out rendesse inefficace lallarme.
Se si esce di casa, portare con s le chiavi anche se rimane qualcuno dentro,
poich il citofono potrebbe non funzionare.
Se possibile, non utilizzare il computer: sbalzi di corrente potrebbero causare
danni permanenti ad alcune sue componenti; salvare continuamente il lavoro che
si sta svolgendo, dato che eventuali black-out cancellerebbero lopera fin l
svolta.
In possesso di apparecchi elettromedicali, non utilizzarli se non in caso di
emergenza, perch potrebbero danneggiarsi irreparabilmente.
Giugno 2012
50 di 208
4.4.3.
51 di 208
raggiunge il suo massimo dopo una fase di accumulo progressivo e limitato nel tempo
(ad esempio afflusso di spettatori ad un concerto o allo stadio);
rimane costante per un periodo di tempo pressoch definito (ad esempio durata di una
gara, di un concerto, di una partita di calcio);
diminuisce progressivamente con procedimento inverso a quello della fase di accumulo
Giugno 2012
52 di 208
Il modello dinamico si applica quando in uno spazio temporale definito, il numero dei
presenti varia per il continuo sommarsi e sottrarsi di persone in entrata e in uscita (ad
esempio partecipanti alla festa patronale, partecipanti a comizi elettorali di piazza, clienti di
un supermercato, ecc).1
Concorrono ad una pi precisa definizione degli scenari di rischio lestensione del luogo del
raduno, se in un ambiente chiuso, con capienza di persone da alcune centinaia ad alcune
migliaia, oppure in spazio recintato di dimensioni diverse, e la variabile tempo che assume
valenza diversa a seconda che gli scenari siano riconducibili al modello di accumulo o al
modello dinamico.
Per tale tipologia di eventi occorre predisporre dei piani di emergenza ed in caso di evento
incidentale assume particolare rilevanza il controllo delle manifestazioni di panico.
4.4.6.
Emergenze Sanitarie
Linee guida sullorganizzazione sanitaria in caso di catastrofi sociali, Dipartimento della Protezione Civile, giugno
1997.
Giugno 2012
53 di 208
In situazione demergenza:
-
Attiva le fasi previste nel modello di intervento in relazione alla gravit dellevento.
Uno dei compiti prioritari del Sindaco quello di mantenere la continuit amministrativa del
proprio Comune. Sono, altres, compiti prioritari del Sindaco:
-
54 di 208
Sindaco - Presidente;
Compiti:
Il Comitato ha il compito di affiancare il Sindaco in tutte le fasi organizzative e di
coordinamento delle strutture e delle attivit di Protezione Civile.
In particolare:
-
definizione delle proposte degli atti dindirizzo volti alla disciplina delle attivit di
protezione civile posti in essere dallAmministrazione Comunale;
gestione delle risorse finanziarie disponibili per gli interventi di protezione civile, per il
funzionamento dellUfficio e delle strutture di protezione civile (Centro Operativo
Comunale, Nuclei Operativi di Protezione Civile e Volontariato) e per la formazione
degli operatori di protezione civile;
55 di 208
presidio dellufficio, in accordo con la sala operativa del Corpo di Polizia Municipale
che copra le 24 ore giornaliere e lorganizzazione di un primo nucleo tecnico-logistico
immediatamente operativo con personale, anche di altri uffici comunali, che svolge
servizio di reperibilit;
curare i collegamenti con le sale operative di protezione civile della Regione, della
Provincia Regionale e della Prefettura;
vigilare sullattuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi
urgenti;
56 di 208
Regionale e Provinciale;
-
in situazione di emergenza:
-
Giugno 2012
57 di 208
Giugno 2012
58 di 208
FUNZIONE 3 - VOLONTARIATO
Responsabile: . ..
(tel. , fax. .., email: .)
Componenti: organizzazioni di volontariato di protezione civile;
Compiti: la funzione volontariato si occupa di redigere un quadro sinottico delle risorse in
termini di mezzi, materiali, uomini e professionalit in relazione alla specificit delle
attivit svolte dalle Organizzazioni locali, al fine di supportare le operazioni di soccorso ed
assistenza, in coordinamento con le altre funzioni.
Giugno 2012
59 di 208
supporto.
Il Responsabile provveder, in tempo di pace, ad effettuare corsi di formazione,
addestramento ed aggiornamento dei volontari ed organizzare esercitazioni congiunte con
le altre forze preposte allemergenza al fine di verificare le capacit organizzative ed
operative delle Organizzazioni di Volontariato.
In emergenza si occuper anche di allestire diverse postazioni con radioamatori per
assicurare un collegamento della sala operativa con punti strategici del territorio colpito
dalla calamit.
FUNZIONE 4 - MATERIALI E MEZZI
Responsabile: . ..
(tel. , fax. .., email: .)
Componenti: amministrazione comunale, aziende pubbliche e private, CRI, Volontariato.
Compiti: la funzione materiali e mezzi, con lutilizzo di un data base, ha il compito di
fornire un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili in situazione di
emergenza, attraverso il censimento dei materiali e mezzi nel territorio comunale (Enti
Locali, Volontariato, ditte e fornitori privati ed altre amministrazioni presenti nel
territorio).
Il Responsabile si occupa di:
stabilire i collegamenti con le imprese, gi individuate in tempo di pace, per
-
Giugno 2012
60 di 208
servizi primari;
inviare sul territorio i tecnici e le maestranze per verificare la funzionalit e la messa
in sicurezza delle reti dei servizi comunali;
attivare i mezzi disponibili per il ripristino delle attivit scolastiche in tempi pi
brevi possibili, utilizzando, ove necessario, strutture alternative idonee, individuate
in tempo di pace.
61 di 208
struttura di coordinamento;
provvedere alla redazione delle ordinanze di sgombero a firma del Sindaco;
raccogliere lelenco degli edifici dichiarati inagibili aggiungendo nellelenco il
numero degli occupanti e dei nuclei familiari evacuati, la destinazione duso ed il
titolo con il quale i residenti occupano lunit immobiliare;
avvertire le forze dellordine per il controllo del territorio in funzione
antisciacallaggio o di vigilanza degli accessi interdetti delle aree inagibili.
individuati;
il posizionamento degli uomini e mezzi per leventuale trasporto della popolazione
nelle aree di ricovero, per indirizzare e regolare gli afflussi dei soccorsi;
il ripristino della viabilit principale e la pianificazione della viabilit demergenza a
seconda delle diverse casistiche;
Giugno 2012
62 di 208
FUNZIONE 8 - TELECOMUNICAZIONI
Responsabile: . ..
(tel. , fax. .., email: .)
Componenti: Societ telefoniche, P.T., Radioamatori.
Compiti: il responsabile di questa funzione dovr, di concerto con il responsabile
territoriale delle societ telefoniche, con il responsabile provinciale P.T. e con il
rappresentante dei radioamatori presenti sul territorio, predisporre una rete di
telecomunicazione alternativa non vulnerabile anche in caso di evento di notevole entit.
In particolare sar censita la presenza di strutture volontarie radioamatoriali e valutata
lopportunit di accesso a sistemi di comunicazione satellitari ove e quando disponibili.
FUNZIONE 9 - ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Responsabile: . ..
(tel. , fax. .., email: .)
Componenti: Rappresentanti Assessorati Comunali, Ufficio di Protezione Civile, Ufficio
Anagrafe, Volontariato;
Compiti: il responsabile dovr:
assicurare il fabbisogno di pasti caldi per la popolazione e, ove necessario, per
soccorritori e volontari, con servizio di catering o con lapprontamento di cucine
campali;
-
Giugno 2012
63 di 208
UFFICIO STAMPA
Responsabile: Capo Ufficio Stampa del Comune.
(tel. , fax. .., email: .)
Componenti: Ufficio Stampa del Comune Ufficio di Protezione Civile Volontari.
Compiti: lUfficio, in situazione ordinaria, cura linformazione alla popolazione, sui
seguenti argomenti:
caratteristiche scientifiche essenziali di base del rischio che insiste sul proprio
-
territorio;
le predisposizioni del piano di emergenza nellarea in cui risiede;
come comportarsi prima, durante e dopo levento;
con quale mezzo ed in quale modo saranno diffuse informazioni ed allarmi.
A tale scopo, il Responsabile istituisce e mantiene efficiente una sala stampa (telefoni, fax,
computers, stampanti, fotocopiatrici, materiale di cancelleria, etc..) e stabilisce contatti con
gli organi di stampa pi diffusi sul territorio e con radio e televisioni locali per una
informazione periodica e sempre aggiornata sui temi della Protezione Civile.
In emergenza lUfficio, attraverso laddetto Stampa, gestisce il flusso dellinformazione
Giugno 2012
64 di 208
etc., con linformazione sui rischi, sulle misure di sicurezza e delle norme di
comportamento da seguire;
consegna porta a porta di locandine contenenti con semplicit di linguaggio e con
grafica comprensiva ed efficace, le informazioni pi importanti (evoluzione dei fatti,
interventi posti in essere, risultati ottenuti, comportamenti pi idonei da adottare,
luoghi di assistenza, Comune, ect.);
lancio di messaggi attraverso le Agenzie di stampa, le testate giornalistiche, i
quotidiani e le emittenti radiotelevisive locali.
Giugno 2012
65 di 208
Giugno 2012
66 di 208
Prefetture e con il Centro Situazioni Dipartimento della Protezione Civile sar direttamente il
Sindaco o un suo delegato.
5.5. Informazione alla popolazione
Per garantire unutile informazione immediatamente dopo un evento di crisi indispensabile
che lUfficio Protezione Civile o lUfficio Stampa del Comune di Martina Franca si
convenzioni con una o pi emittenti locali e tenga gi disponibili pacchi di volantini da
distribuire alla popolazione.
Nel volantino dovranno essere riportate le seguenti informazioni:
-
la frequenza radio su cui collegarsi per ricevere costanti informazioni (cfr frequenze
radio in coda al presente piano);
le aree di raccolta associate a ciascuna zona del paese dove poter incontrare i propri
familiari;
norme comportamentali da assumere nellarea di attesa;
indicazioni su come rendersi utili alle forze dellordine, ai vigili urbani, agli impiegati
del comune, ai volontari di protezione civile.
dissuadere i cittadini dallutilizzare le auto per evitare ulteriori rischi e per far s che le
strade restino sgombre per le autoambulanze e i mezzi di soccorso.
La sala stampa dovr essere realizzata in un locale diverso dalla Sala Operativa in modo tale da
poter organizzare tavole rotonde e conferenze stampa. Sar cura delladdetto stampa stabilire il
programma e la modalit degli incontri con i giornalisti.
Linformazione alla popolazione deve essere attuata nei tre distinti momenti:
-
normalit;
preallarme, allarme ed emergenza;
ritorno alla normalit/cessato allarme e gestione post-emergenza.
Nella fase di normalit, cosiddetto tempo di pace, la comunicazione deve essere indirizzata a
tutta la Cittadinanza e deve riguardare la conoscenza dei rischi presenti sul territorio, delle
procedure di emergenza, delle modalit di comunicazione previste in caso di evento. La
popolazione verr coinvolta con diverse modalit: potranno essere distribuiti documenti
informativi ed organizzati specifici incontri con tecnici, organizzazioni di volontariato, con i
referenti comunali in materia. Sar auspicabile prevedere anche specifiche attivit volte al
coinvolgimento pi diretto di insegnanti e studenti, allinterno delle proprie scuole.
Giugno 2012
67 di 208
opportuno effettuare esercitazioni, sia per posti di comando-controllo, sia con simulazioni
sul campo. In questa fase, deve essere inoltre prevista la creazione con il Sindaco ed antri
Enti/funzioni coinvolti a livello comunale ed intercomunale, della rete di comunicazione che
dovr essere attivata in caso di emergenza.
Nelle fasi di preallarme, allarme, emergenza, la comunicazione deve essere indirizzata a tutti i
cittadini del Comune, prioritariamente alla porzione di popolazione direttamente (o
potenzialmente) coinvolta dagli eventi e deve riguardare nello specifico i comportamenti da
tenere (cosa fare e cosa non fare). I messaggi devono essere forniti nel modo pi chiaro e
inequivocabile, prevedendo lutilizzo dei mass media - radio TV e giornali locali, ma anche
avvisi porta a porta, altoparlanti, megafoni.
Gli avvisi alla popolazione possono esser affissi a specifiche bacheche dellemergenza
dislocate preventivamente in varie aree del territorio e, in particolare, in quelle potenzialmente a
rischio.
Nelle fasi di ritorno alla normalit e di gestione del post-emergenza, la comunicazione deve
essere indirizzata a tutti i cittadini del Comune di Martina Franca, prioritariamente alla porzione
di popolazione direttamente coinvolta dagli eventi (e dai danni). I cittadini verranno informati
sulle condizioni di fine emergenza e sulle modalit con cui la situazione ritorna alla normalit e
se si rendono necessari controlli successivi. Particolare importanza avr, nelle prime ore e nei
giorni successivi allevento, spiegare chiaramente e in modo inequivocabile le modalit di
accertamento e richiesta dei danni a strutture pubbliche e private. opportuno che i messaggi
siano affidati a persone di fiducia dei cittadini e, anche in questo caso, vengono dati mediante i
mass media, ma anche avvisi porta a porta, altoparlanti, megafoni.
5.6. Censimento e tutela dei beni culturali
Saranno predisposte idonee squadre di tecnici dellAmministrazione Comunale per la messa in
sicurezza di edifici, reperti, o altri beni artistici, facendo riferimento alle compenti
Sopraintendenze dei Beni Culturali.
5.7. Salvaguardia del sistema produttivo locale
Questo intervento di Protezione Civile deve essere effettuato nel periodo immediatamente
precedente al manifestarsi di un evento di crisi (laddove si tratti di eventi con preannuncio),
attuando specifici piani di messa in sicurezza di animali, mezzi di produzione e materiali
pericolosi stoccati, da attuare da parte dellAmministrazione Comunale in collaborazione con
lUfficio Sanitario Locale.
Giugno 2012
68 di 208
5.11.1. Il Personale
La risorsa personale, a livello comunale, costituita da:
- Dipendenti dellAmministrazione Comunale;
-
Giugno 2012
69 di 208
5.11.3. Le infrastrutture
Le infrastrutture (sanitarie, alloggiative, di accantonamento materiale, ecc.) costituiscono il
necessario supporto logistico alle attivit di Protezione Civile, da individuarsi in:
- Strutture scolastiche;
-
Strutture ospedaliere;
Strutture alloggiative;
Impianti sportivi;
La stazioni di collegamento:
come gi anticipato nei paragrafi iniziali al presente piano, il territorio di Martina
Franca servito da:
Autostrade e Strade Statali:
o Autostrada A14 Bologna-Taranto (barriera di Massafra) da e per l'Italia
settentrionale
o S.S. 172 Taranto-Martina Franca-Locorotondo;
o S.S. 581 Martina Franca-CeglieMessapica-Villa Castelli;
o S.P. 64 Martina Franca-Ceglie;
o
o
o
o
o
Giugno 2012
70 di 208
Ferrovie
La stazione di Martina Franca, gestita dalle Ferrovie del Sud Est, posta sulla
linea Bari Taranto, ed capolinea della linea per Lecce.
Aeroporti
o Aeroporto internazionale di Bari "Karol Wojtyla";
o Aeroporto di Brindisi-Casale.
Portualit
o Porto di Taranto -> SS100 direzione TARANTO -> Martina Franca
o Porto di Bari -> SS100 direzione TARANTO -> Martina Franca
o Porto di Brindisi -> SS100 direzione TARANTO -> Martina Franca
Autobus
Gli autobus della Ferrovie del Sud Est garantiscono il collegamento fra
Martina e le citt del comprensorio.
Gli autobus della compagnia Viaggi e Turismo Marozzi garantiscono il
collegamento per Roma e altre citt del centro Italia ogni giorno.
Gli autobus della compagnia Marino garantiscono il collegamento per Milano
ogni giorno.
-
71 di 208
72 di 208
Parchi e giardini
Per lindividuazione nel territorio comunale di parchi e giardini pubblici si rimanda
alla consultazione delle carte tematiche.
5.13. Struttura dinamica del piano: aggiornamento dello scenario, delle procedure ed
esercitazioni.
Il continuo mutamento dellassetto urbanistico del territorio, la crescita delle organizzazioni di
volontariato, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative e le nuove disposizioni
amministrative comportano un continuo aggiornamento del piano, sia per lo scenario
dellevento atteso che per le procedure.
Non possibile, infatti, in ununica edizione di Piano, ricomprendere le emergenze che possono
interessare un territorio comunale in generale, nello specifico quello di Martina Franca. Altres
non pu risultare definitivo o esaustivo il numero e la localizzazione dei Presidi e delle Aree di
Protezione Civile viste le caratteristiche del territorio in evoluzione.
Le stesse procedure necessitano di un continuo e costante aggiornamento nonch di
unimplementazione da parte degli operatori che le attivano o che ne sono inclusi.
Questo Piano di Emergenza pertanto da intendersi quale strumento evolutivo di pianificazione
e attuazione delle attivit finalizzate alla risposta operativa del Comune in situazioni di
emergenza ed assegna, per soddisfare la necessit di operare risposte rapide in tempi certi,
precisi compiti e responsabilit di sviluppo e mantenimento (nelle Funzioni di Supporto) agli
Uffici dellAmministrazione Comunale, ciascuno nellambito dellespletamento dellattivit
ordinaria di competenza.
Tra questi compiti rientra, per tutte le componenti coinvolte, quella di revisione ed
aggiornamento dellintero documento di Piano entro il mese di GIUGNO di ogni anno solare,
visto linizio della campagna antincendio boschivo cos come prevista dalle vigenti normative
nazionali e regionali in materia.
Le Funzioni di Supporto indicate nel Piano hanno il compito di programmare e attuare tramite i
propri Responsabili e Referenti tutte le azioni finalizzate a sviluppare e revisionare
Giugno 2012
73 di 208
periodicamente gli scenari di rischio e di intervento, le procedure operative e le banche dati dei
contatti, al fine di renderle aggiornate e sempre efficaci in condizioni di emergenza.
Compito dellUfficio Comunale di Protezione Civile sar quello di provvedere periodicamente
allorganizzazione di adeguate esercitazioni su vari scenari di evento, al fine di formare la
popolazione sui comportamenti da adottare in condizioni di emergenza. Infatti, le esercitazioni
rivestono un ruolo fondamentale al fine di verificare la reale efficacia del piano di emergenza.
Esse devono essere svolte periodicamente a tutti i livelli secondo le competenze attribuite alle
singole strutture operative previste dal presente piano di emergenza. Le esercitazioni saranno
svolte secondo diverse tipologie:
- esercitazioni senza preavviso per le strutture operative previste nel piano;
-
esercitazioni periodiche del solo sistema di comando e controllo, anche queste senza
preavviso, per una puntuale verifica della reperibilit dei singoli responsabili delle
funzioni di supporto e dellefficienza dei collegamenti.
Ad unesercitazione a livello comunale devono partecipare tutte le strutture operanti sul
territorio coordinate dal Sindaco.
La popolazione, qualora non coinvolta direttamente, deve essere informata dello svolgimento
dellesercitazione.
Giugno 2012
74 di 208
Piazza Roma
0804836111
Franco Ancona
Nome e Cognome
Recapiti telefonici Sindaco
E-mail
Assessore Prot. Civile
Nome e Cognome
Recapiti telefonici/Fax
E-mail
Polizia Municipale
Comandante
Sede indirizzo
Piazza Roma
Recapiti telefonici
0804836221
Fax
E-mail
Ufficio Comunale Responsabile della Protezione Civile
Responsabile comunale di Protezione Civile
Nome e Cognome
Qualifica
Recapiti/Fax
E-mail
Sala Operativa (COC)
C.da Perogolo c/o Palazzetto dello sport
Indirizzo
Telefono
Fax
E-mail
Capienza
Attrezzatura presente
Giugno 2012
75 di 208
DETENTORI DI RISORSE2
Per le informazioni relative ai detentori di risorse presenti nel territorio comunale di Martina
Franca si rimanda alla consultazione del data base allegato.
Fonte: www.qualeazienda.it
Giugno 2012
76 di 208
6. MODELLO DI INTERVENTO
6.1. Eventi prevedibili
Il modello di intervento costituito dallinsieme delle procedure, strettamente operative, da
attivare in caso di evento calamitoso.
Il Sindaco, al verificarsi di unemergenza nellambito del territorio comunale di Martina Franca,
si avvale del COC per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza
alla popolazione colpita.
La prevedibilit di alcuni rischi (idrogeologico, industriale, incendio) consente di seguire
levoluzione di un evento dalle prime manifestazioni, e quindi di attivare gradualmente le
diverse fasi operative del modello di intervento.
Sono state previste tre fasi pre-evento, la fase di attenzione, pre-allarme e allarme: il passaggio
dalluna allaltra fase determinato dal peggioramento della situazione normalmente tenuta
sotto controllo dalle reti di monitoraggio.
Nel caso si verifichi levento calamitoso previsto, la fase di allarme evolve nellemergenza.
Lattivazione delle varie fasi viene decisa e dichiarata dal Sindaco o dallAssessore delegato alla
Protezione Civile.
In seguito ad avviso di situazione a rischio le fasi di attivazione del Piano di Protezione Civile
possono evolvere nel modo seguente:
Fase di Attenzione pu evolvere nei seguenti modi:
ritorno alla fase di Quiete
passaggio alla fase di Pre-allarme
Fase di Pre-allarme pu evolvere nei seguenti modi:
passaggio allEmergenza
Giugno 2012
77 di 208
FASE DI ATTENZIONE
Il Sindaco dichiara e gestisce la fase di attenzione.
Il Responsabile dellU.C.P.C.:
o gestisce gli avvisi per i rischi prevedibili (Idrogeologici, Industriale, Incendio);
o attiva la Funzione di supporto Tecnico-scientifica e Pianificazione e la Funzione di
supporto Materiale e Mezzi;
o informa le U.C.L., i responsabili delle Funzioni, la Prefettura, il Dipartimento
Regionale di Protezione Civile, la Provincia di Taranto, il Dipartimento Nazionale
di Protezione Civile;
o controlla il tipo di evento atteso, ovvero:
- dove si pu verificare;
- quando potr avvenire;
- intensit possibile;
- il tempo disponibile per intervenire per mitigare i danni
o passa alla fase di quiete qualora la situazione si sia normalizzata.
Qualora la situazione, in base alle notizie aggiornate, tende al peggioramento, il Sindaco
dichiara e gestisce la fase di Pre-allarme.
FASE DI PRE-ALLARME
Il Sindaco decide e dichiara la fase di Pre-allarme.
La Sala Operativa Comunale, sempre in contatto con U.T.C., U.C.L., squadre rilevatori,
monitora landamento del fenomeno.
Il Responsabile dellU.C.P.C. attiva:
o la Funzione di supporto Sanit, Assistenza Sociale e Veterinaria;
o la Funzione di supporto Volontariato;
o la Funzione di supporto Servizi Essenziali e Attivit Scolastiche;
Giugno 2012
78 di 208
79 di 208
Valutazione dellevento
I dati, acquisiti con la ricognizione dellarea colpita e attraverso le segnalazioni dei
cittadini e delle strutture periferiche di vigilanza, consentono di:
o Configurare il fenomeno nelle sue reali dimensioni territoriali;
o Definire leffettiva portata dellevento.
Adozione dei provvedimenti
o Convocazione del C.O.C.;
o Avvio dei soccorsi tecnici urgenti;
o Delimitazione dellarea colpita;
Interdizione del traffico stradale;
Messa in sicurezza della rete dei servizi;
Attivazione delle misure di carattere sanitario;
Raccolta della popolazione a rischio in area di attesa e successivo trasferimento
nelle strutture di ricettivit;
o Valutazione delle esigenze di rinforzi.
o
o
o
o
Pertanto:
Il Sindaco/Assessore delegato:
o Convoca il C.O.C. per una valutazione della situazione in atto;
o Dispone lattivazione della sala operativa e la convocazione dellunit di crisi;
o Avvia i soccorsi tecnici urgenti;
o Attiva le procedure per la quantificazione dei danni a persone, edifici e
Giugno 2012
80 di 208
infrastrutture;
o Procede allevacuazione delle aree abitate a rischio;
o Informa la popolazione dei comportamenti da adottare;
o Dispone la delimitazione dellarea colpita e linterdizione del traffico stradale;
o Allestisce le aree di accoglienza e definisce le strutture di recettivit della
popolazione evacuata;
o Assicura lassistenza ai nuclei familiari evacuati (supporto tecnico, socioassistenziale, psicologico, logistico, sanitario);
o Richiede la messa in sicurezza della rete dei servizi;
o Segnala al Presidente della Provincia, al Presidente della Giunta Regionale e a
Prefetto la situazione in atto e i provvedimenti adottati.
LUnit di Crisi del Comune:
o Definisce i limiti dellarea colpita (Funzione gestione della pianificazione di
emergenza-servizi essenziali);
o Accerta lentit dei danni su popolazione, viabilit, infrastrutture a rete, servizi
essenziali, edifici, avvalendosi del personale comunale e del personale volontario
(Funzioni: censimento danni, servizi essenziali, strutture operative locali e
viabilit, volontariato);
o Attua le misure di salvaguardia e assistenza alla popolazione (Funzioni: gestione
della pianificazione di emergenza, servizi essenziali, interventi tecnici operativi,
strutture operative locali, informazione, assistenza alla popolazione,
volontariato);
o Adotta i provvedimenti di carattere sanitario (Funzione: sanit umana e
veterinaria);
o Assicura la messa in sicurezza della rete dei servizi (Funzione: servizi
essenziali);
o Provvede alla chiusura al traffico della viabilit a rischio (Funzioni: strutture
operative locali e viabilit, volontariato);
o Informa con continuit la popolazione sullevolversi dellevento (Funzione:
informazione);
o Verifica ladeguatezza delle risorse disponibili (Funzioni: gestione della
pianificazione di emergenza, servizi essenziali, interventi tecnici operativi,
volontariato);
si adopera per il ripristino dei servizi essenziali (acqua, corrente elettrica, gas,
Giugno 2012
81 di 208
Sanit
Volontariato
Materiali e mezzi
Servizi essenziali
Coordinamento soccorsi
Verifica scenario
Avvio procedure
Direzione
Protezione Civile
Tecnico-scientifica
Valutazione bollettino
Ricezione bollettino
X
X
X
X
Censimento danni
Viabilit
Telecomunicazioni
Assistenza
popolazione
alla
Giugno 2012
82 di 208
83 di 208
84 di 208
la fornitura dei containers di protezione civile durante la crisi sismica che ha colpito le regioni
Marche ed Umbria il 26 settembre 1997.
Le tipologie di container per uso abitativo pi largamente utilizzate corrispondono alle seguenti
configurazioni standard:
Figura 12: tipologia di containers [Manuale tecnico per lallestimento delle aree di ricovero
per strutture prefabbricate di protezione civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Dipartimento della Protezione Civile, Marzo 2005]
Il trasporto dei containers avviene tramite autoarticolati dotati di sterzo posteriore in grado di
percorrere strade montane. Ogni automezzo in grado di portare un container di tipo ISO 40 o
due moduli di tipo ISO 20. Si tratta comunque di trasporti eccezionali, in quanto eccedono la
sagoma limite di 2,50x12,00x4,00 definita dallart. 61 del Codice della Strada (D.Lgt n 285/92
e successive modifiche ed integrazioni), che necessitano delle autorizzazioni di cui allart. 13,
comma 1 del Regolamento di attuazione del Codice della Strada (D.P.R. n 610/96) e di quelle
rilasciate dalle Prefetture per motivi di necessit ed urgenza.
Per la progettazione delle tendopoli e delle aree allestite con i containers si rimanda a quanto
predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile,
Giugno 2012
85 di 208
attraverso il Manuale tecnico per lallestimento delle aree di ricovero per strutture
prefabbricate di protezione civile, del Marzo 2005.
Si riportano, infine, di seguito degli schemi relativi alla sistemazione e allingombro di detti
containers.
Figura 13: Containers-disposizione a schiera [Manuale tecnico per lallestimento delle aree di ricovero per strutture
prefabbricate di protezione civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, Marzo
2005]
Giugno 2012
86 di 208
Figura 14: Containers-disposizioni varie [Manuale tecnico per lallestimento delle aree di ricovero per strutture
prefabbricate di protezione civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, Marzo
2005]
Giugno 2012
87 di 208
Figura 15: Containers-Disposizione a corte [Manuale tecnico per lallestimento delle aree di ricovero per strutture
prefabbricate di protezione civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, Marzo
2005]
Giugno 2012
88 di 208
Giugno 2012
89 di 208
Giugno 2012
90 di 208
IL SINDACO
Giugno 2012
91 di 208
sulle frequenze:
Per qualsiasi emergenza telefonare al Centralino del Comune di Martina Franca al numero
080 4836111 o al Comando di Polizia Municipale al numero 080 4836221
IL SINDACO
Giugno 2012
92 di 208
Denominazione:..
TEL.
2.
TEL.
3.
TEL.
4.
TEL.
5.
TEL.
6.
TEL.
Componenti
Giugno 2012
93 di 208
Funzione n ...
Denominazione:..
TEL.
2.
TEL.
3.
TEL.
4.
TEL.
5.
TEL.
6.
TEL.
94 di 208
Azione 4:
Azione 5:
Azione 6:
-
Mezzi:
Strutture:
Operazioni/Attivit individuate:
Giugno 2012
95 di 208
IL SINDACO
PREMESSO
-
Giugno 2012
96 di 208
VISTI
- l'articolo 15 della legge 24 febbraio 1992 n. 225;
- l'articolo 54 del D.Lgs. 18/8/2000 n 267;
ORDINA
IL SINDACO
Giugno 2012
97 di 208
98 di 208
o Considerato che il periodo di attenzione per il pericolo degli incendi boschivi che
sistematicamente si verificano nella stagione calda pu pacificamente individuarsi nel periodo dal
15 giugno al 15 settembre di ogni anno, fatta salva la possibilit, in caso di necessit contingenti, di
anticipare al 1 giugno e/o posticipare al 30 settembre lo stato di allertamento delle strutture
operative
ORDINA
Ferme restando le disposizioni espressamente previste dallart. 59 del T.U.LL.P.S. e dal D.P.G.R.
Puglia n.335 del 02 Maggio 2012;
1. I proprietari e conduttori e/o gestori a qualsiasi titolo di fondi rustici, terreni e aree di qualsiasi
natura e loro pertinenze incolti, a riposo e/o abbandonati devono eseguire entro il 15 giugno
2011, le necessarie opere di difesa passiva di prevenzione antincendio, mediante pulizia dei
suddetti siti, provvedendo alla rimozione di erba secca, sterpaglie, residui di vegetazione ed ogni
altro materiale infiammabile;
2. I proprietari e conduttori e/o gestori a qualsiasi titolo di fondi rustici, terreni e aree di qualsiasi
natura e loro pertinenze incolti, a riposo e/o abbandonati, premesso il divieto assoluto di
bruciare la vegetazione spontanea, hanno altres lobbligo di realizzare fasce protettive di
larghezza non inferiore a quindici metri lungo tutto il perimetro del fondo, prive di vegetazione,
in modo da evitare che un eventuale incendio, attraversando il fondo, possa propagarsi alle aree
circostanti e/o confinanti (art.8 D.P.G.R.Puglia n.335/2012);
3. I proprietari ed i conduttori, a qualsiasi titolo, dei terreni seminativi o diversamente coltivati,
confinanti con le aree boschive possono praticare, a norma dellart.3 della L.R. n.15 del
12/05/1997, la bruciatura delle stoppie, a condizione che lungo il perimetro delle superfici
interessate sia tracciata, subito dopo le operazioni di mietitrebbiatura ed entro il 15 luglio 2011,
una precesa o fascia protettiva per tutta lestensione del fondo ed in particolar modo sulla
fascia direttamente confinante con boschi e foreste o con altre propriet per una larghezza
minima di mt. 15 ,00 e, comunque, tale da assicurare che il fuoco non si propaghi alle aree
boscate o alle propriet circostanti e/o confinanti; le modalit di svolgimento delle predette
operazioni da svolgere sono quelle richiamate e prescritte dallart.6 del D.P.G.R. Puglia
n.335/2012 ed in particolare imposto ai proprietari e/o conduttori che intendano avvalersi della
pratica di accensione delle stoppie di dare preventiva comunicazione (sette giorni) del giorno e
dellora dellinizio della bruciatura, al locale Comando della Polizia Municipale che dovr
tempestivamente informare la Sala Operativa Unificata Permanente;
4. Al fine di prevenire comunque il propagarsi di eventuali incendi a boschi confinanti, i titolari o
conduttori a qualsiasi titolo dei terreni seminativi o diversamente coltivati, sono tenuti a
realizzare comunque una fascia protettiva della larghezza di dieci metri lungo il confine con le
aree boscate;
5. I proprietari, i gestori ed i conduttori di campeggi, villaggi turistici, alberghi e strutture ricettive,
lungo la linea di confine con le aree boscate, sono tenuti entro il 15 giugno 2012, a realizzare
una fascia di protezione della larghezza di metri 20 (venti) sgombra da erba secca, sterpi e
residui di vegetazione e di ogni altro tipo di materiale facilmente infiammabile, inoltre dovranno
adottare idonei sistemi di difesa antincendio a norma di quanto disposto dallart.8 del D.P.G.R.
Puglia n. 335/2012;
6. Per le infrazioni alle disposizioni previste al punto 1. della presente Ordinanza, salva ed
impregiudicata lazione penale ove dovuta ex lege -, sar applicata una sanzione
Giugno 2012
99 di 208
amministrativa pecuniaria edittale da 50,00 a 500,00, che potr essere estinta con le modalit
previste dalla Legge n.689/81;
7. Le infrazioni alle altre disposizioni della presente Ordinanza che richiama ed integra quelle gi
contenute nel Decreto del P.G.R. 02 Maggio 2012 n. 335, salva ed impregiudicata lazione
penale ove dovuta ex lege -, saranno punite a norma dellart.11 della Legge n.353 del
21/11/2000 e dellart.11 della L.R. n.15 del 12/05/1997 ed in particolare con le seguenti
sanzioni amministrative pecuniarie:
a. Da 258,00 a 1291,00 per chi effettua la bruciatura delle stoppie senza adeguata
assistenza;
b. Da 516,00 a 2582,00 per chi non provvede alle necessarie opere di sicurezza e
fasce protettive;
c. Da 1033,00 a 5.165,00 per chi brucia le stoppie prima dei tempi temporali fissati
dalla Legge;
d. Da 1033,00 a 5.165,00 per chi brucia nelle giornate in cui prevista una particolare
intensit dei venti ovvero nei giorni di eccessivo calore.
Si applicano le modalit previste dalla Legge n.689/81;
8. Le Forze dellOrdine, il Comando del Corpo Forestale dello Stato, il Comando di Polizia
Provinciale, il Comando dei VV.FF. competente per territorio, Il Comando di Polizia
Municipale sono incaricati di vigilare sullosservanza della presente Ordinanza.
Inoltre,
INVITA
I proprietari, conduttori e/o gestori a qualsiasi titolo di fondi rustici, terreni e aree di qualsiasi natura
e loro pertinenze dellintero territorio a bonificare, in collaborazione con questo Ente, i cigli stradali
e/o le banchine prospicienti i predetti siti mediante rasatura, bruciatura assistita o estirpazione delle
erbe e/o sterpaglie.
I cittadini, in caso di avvistamento di incendio, a contattare con sollecitudine uno dei seguenti
numeri telefonici: Comando Corpo Forestale-1515, Vigili del Fuoco-115, Comando Polizia
Municipale-0883 661014.
R E N D E N O T O inoltre
Richiamato il Decreto del P.G.R. 02 Maggio 2012 n. 335 che per lanno 2012, dal 15 giugno al 15
settembre, - fatta salva la possibilit, in caso di necessit contingenti, di anticipare al 1 giugno e/o
posticipare al 30 settembre lo stato di allertamento delle strutture operative -, stato dichiarato lo
stato di grave pericolosit di incendio per tutti i territori boscati della Regione Puglia, nei quali
tassativamente vietato:
Accendere fuochi di ogni genere, compresi quelli di pic-nic o campeggio, senza
eccezione alcuna anche per le aree appositamente attrezzate;
Far brillare mine o usare esplosivi;
Usare apparecchi a fiamma od elettrici per tagliare metalli;
Usare motori, fornelli o inceneritori che producano faville o brace;
Tenere in esercizio fornaci, discariche pubbliche e private e/o incontrollate;
Fumare, gettare fiammiferi, sigari o sigarette accese e compiere ogni altra operazione
che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio;
Giugno 2012
100 di 208
Esercitare attivit pirotecnica, accendere fuochi dartificio, razzi di qualsiasi tipo o altri
articoli pirotecnici;
Inoltrare nel bosco, su viabilit non asfaltate, auto (specialmente se dotata di marmitta
catalitica) e parcheggiare a contatto con lerba secca;
Transitare con mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, private
e vicinali gravate dai servizi di pubblico passaggio, fatta eccezione per i mezzi di
servizio e per le attivit agro-silvo-pastorali;
Abbandonare rifiuti nei boschi ed in discariche abusive.
Le trasgressioni ai divieti immediatamente sopra citati dopo il Rende Noto e Richiamati dallart.2
del D.P.G.R.Puglia n.335/2012 sono punite ai sensi dellart.10 della Legge 21/11/2000, n. 353 con
una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 1.032,91 fino ad un massimo di
10.329,14 che potr essere estinta con le modalit previste dalla Legge n.689/81.
AVVISA
A norma dellart.3/comma 4 della Legge n.241 del 07/08/1990, avverso la presente Ordinanza,
chiunque ne abbia interesse potr ricorrere entro gg. 60 dalla pubblicazione e/o notifica, al T.A.R.
Puglia Sezione di Bari.
In alternativa, nel termine di gg. 120 dalla pubblicazione e/o notifica potr essere proposto ricorso
straordinario al Presidente della Repubblica con le modalit di cui alla narrativa del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 27/07/1993 (Gazzetta Ufficiale n.176 del 29/07/1993).
A norma dellart.4 della Legge n.241/90 il Responsabile del procedimento
La presente Ordinanza ai sensi dellart.16, comma 2 del D.P.G.R.Puglia n.335/2012 ha la funzione
di rendere pubblico il contenuto del predetto D.P.G.R. n.335/2012 avente ad oggetto Dichiarazione
dello stato di grave pericolosit per gli incendi boschivi per lanno 2012, ai sensi della L.
n.353/2000 e della L.R. n.18/2000 (B.U.R.P. n.60 del 21/04/2011), che viene alla stessa allegato
per la migliore conoscenza di tutta la cittadinanza.
DISPONE
di questa Ordinanza la notifica, nei modi e nelle forme di legge, perch ne abbiano piena e legale
conoscenza a:
Commissariato Polizia di Stato di ..;
Comando Compagnia Carabinieri di .;
Comando Compagnia Guardia di Finanza di ;
Comando Corpo Forestale dello Stato Sezione di competenza;
Comando dei VV.FF. competente per il territorio;
Comando Polizia Municipale sede;
URP comunale per la massima diffusione;
Albo Pretorio comunale per la Pubblicazione nelle forme di legge.
MARTINA FRANCA, li ______________
Il Responsabile del Procedimento
IL SINDACO
Giugno 2012
101 di 208
Giugno 2012
102 di 208
Giugno 2012
103 di 208
Da qui si sono creati gli aggregati degli esposti, finalizzati alla riduzione della discontinuit
fra gli elementi presenti, raggruppando tutte quelle strutture la cui distanza relativa non sia
superiore a 50 metri. Successivamente stata tracciata intorno a tali aree perimetrate una
fascia di contorno (fascia perimetrale) di larghezza pari a circa 200 m. Tale fascia stata
utilizzata per la valutazione sia della pericolosit che delle fasi di allerta da porre in essere.
Si proceduto in modo speditivo utilizzando procedure GIS.
Per giungere alla valutazione del rischio di incendio di interfaccia si proceduto con
lanalisi della pericolosit e della vulnerabilit.
In particolare per la definizione della pericolosit del territorio di Martina Franca stata
condotta unanalisi speditiva delle diverse caratteristiche vegetazionali predominanti nella
fascia perimetrale, individuando cos delle sotto-aree della fascia medesima, il pi possibile
omogenee sia con presenza e diverso tipo di vegetazione, nonch sullanalisi comparata
nellambito di tali sotto-aree di sei fattori, cui stato attribuito un peso diverso a seconda
dellincidenza che ognuno di questi ha sulla dinamica dellincendio.
I fattori presi in esame sono stati:
tipo di vegetazione;
densit della vegetazione;
pendenza;
tipo di contatto;
incendi pregressi;
classificazione del piano AIB.
Il grado di pericolosit scaturito dalla somma dei valori numerici attribuiti a ciascun area
individuata allinterno della fascia perimetrale.
Nella tabella seguente sono indicate le tre classi di pericolosit agli incendi di interfaccia.
Giugno 2012
104 di 208
105 di 208
La fase di preallerta viene attivata per tutta la durata del periodo della campagna
A.I.B.(dichiarato dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Presidente della Regione),
al verificarsi di un incendio boschivo sul territorio comunale.
Per tutta la durata della campagna A.I.B. i soggetti preposti devono disporre la massima
vigilanza segnalando tempestivamente, al referente della Protezione Civile Comunale o al
Comando di Polizia Municipale, eventuali inosservanze riscontrate.
Procedura
Fase
operativa
Obiettivo
generale
Preallerta
Funzionalit del
sistema di
allertamento
locale
Giugno 2012
106 di 208
Fase
operativa
Obiettivo
generale
Funzionalit del
sistema di
allertamento
locale
Attenzione
Attivazione del
fasi
di
preallarme
allarme
presidio
operativo
Coordinamento
nelle
Operativo Locale
sistema di
comando e
controllo
dellavvenuta
attivazione
della
struttura
comunale.
La fase di preallarme si attiva quando lincendio boschivo in atto prossimo alla fascia
perimetrale e, secondo le valutazioni del DOS, andr sicuramente ad interessare la fascia di
interfaccia.
Giugno 2012
107 di 208
Fase
operativa
Procedura
Obiettivo
generale
Aggiorna in tempo reale il censimento della
popolazione presente nelle aree a rischio, con
particolare riferimento ai soggetti vulnerabili.
Predisposizione
misure di
salvaguardia
Informazione
alla popolazione
messaggi
di
Preallarme
lindicazione
allarme
delle
alla
misure
popolazione
di
con
evacuazione
determinate.
Assistenza
alla
popolazione
Disponibilit di
materiali e
mezzi
popolazione.
Stabilisce
collegamenti
con
le
imprese
Efficienza delle
aree di
emergenza
Giugno 2012
108 di 208
Fase
operativa
Procedura
Attivit della struttura operativa comunale (Sindaco)
Obiettivo
generale
Elementi a
rischio e
funzionalit
dei servizi
essenziali
Censimento
Preallarme
Contatti con le
strutture a
rischio
Attivazione
Impiego delle
Strutture
operative
Predisposizione
di uomini e
mezzi
Giugno 2012
109 di 208
Fase
operativa
Obiettivo
generale
Procedura
Attivit della struttura operativa comunale (Sindaco)
Attiva il Centro operativo Comunale o intercomunale e
convoca le funzioni di supporto ritenute necessarie (la
funzione tecnica di valutazione e pianificazione gi
attivata per il presidio operativo).
Si accerta della presenza sul luogo dellevento delle
strutture preposte al soccorso tecnico urgente.
Coordinamento
operativo locale
Preallarme
Attivazione
del sistema di
comando e
controllo
Presidio
territoriale
Monitoraggio e
sorveglianza del
territorio
Valutazione
scenari
di
rischio
Giugno 2012
110 di 208
Censimento
strutture
Assistenza
sanitaria
Verifica
presidi
Impiego delle
Strutture
operative
Impiego del
volontariato
Giugno 2012
111 di 208
La fase di allarme si attiva quando lincendio boschivo in atto prossimo alla fascia perimetrale
e, secondo le valutazioni del DOS, andr sicuramente ad interessare la fascia di interfaccia.
Fase
operativa
Procedura
Obiettivo
generale
Funzionalit
Coordinamento
del Centro
Operativo
Operativo
Locale
Comunale
Presidio
Territoriale
Monitoraggio e
Valutazione
sorveglianza
scenari di
rischio
Assistenza
Sanitaria
Allarme
Assistenza alla
popolazione
Attuazione
misure di
salvaguardia
ed assistenza
alla
popolazione
evacuata
Giugno 2012
112 di 208
accoglienza.
Garantisce lassistenza alla popolazione nelle aree di attesa e
nelle aree di accoglienza.
pronto intervento.
Coordina la sistemazione presso le aree di accoglienza dei
materiali forniti dalla Regione, dalla Prefettura - UTG e dalla
Provincia.
Impiego
volontari
Impiego delle
strutture
operative
Giugno 2012
113 di 208
Avvistamento
incendio
Attivazione Presidio
Operativo Comunale
Possibilit incendio
di interfaccia
DOS informa:
- SOUP/COR;
- Prefettura UTG
COR informa il
Presidio operativo del
Comune.
Giugno 2012
114 di 208
Fase di allarme: incendio in atto interno alla fascia perimetrale. Il referente dellUfficio
di Protezione Civile coordina gli interventi di soccorso, evacuazione e assistenza alla
popolazione.
Di fondamentale importanza per la gestione del rischio incendio la fase di
prevenzione; a tale proposito, del 02 Maggio 2012 il Decreto del Presidente della
Giunta Regionale (Puglia) n. 335, con il quale viene dichiarato lo stato di grave
pericolosit per gli incendi boschivi nellanno 2012, ai sensi della L. 353/2000 e della L.R.
18/2000.
Il decreto 335/2012 stabilisce che nel periodo dal 15 giugno al 15 settembre 2012
dichiarato lo stato di grave pericolosit per gli incendi per tutte le aree boscate, cespugliate
o erborate ella Regione Puglia, fatta salva la possibilit, n caso di necessit contingenti, di
anticipare al 1 giugno e/o posticipare al 30 settembre lo stato di allertamento delle strutture
operative. Stabilisce altres che, durante il periodo di grave pericolosit di incendio, in tutte
le aree della Regione a rischio di incendio boschivo, di cui allart. 2 della L. 353/2000 e/o
immediatamente ad esse adiacenti, tassativamente vietato:
-
tenere in esercizio fornaci, forni a legna, discariche pubbliche e private e/o incontrollate;
fumare, gettare fiammiferi, sigari o sigarette accese e compiere ogni altra operazione che
possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio;
esercire attivit pirotecnica, accendere fuochi dartificio, razzi di qualsiasi tipo o altri
articoli pirotecnici;
transitare e/o sostare con autoveicoli su viabilit non asfaltata allinterno di aree boscate;
transitare con mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, private e
vicinali, gravate dai servizi di pubblico passaggio, fatta eccezione per i mezzi di servizio
Giugno 2012
115 di 208
Il Sindaco concorre alla campagna AIB (anti incendio boschivo) secondo uno schema
operativo che coinvolge prioritariamente i mezzi a disposizione del Comune e
successivamente le risorse strumentali del sistema regionale di lotta attiva agli incendi
boschivi, coordinate dalla Sala Operativa Unificata Permanente della Regione.
fatto obbligo al Sindaco di rendere pubblico il contenuto del decreto anche emanando
apposita ordinanza entro quindici giorni dalla pubblicazione dello stesso. Pertanto, nella
sezione dedicata alle ordinanze si riporta un esempio di Ordinanza Sindacale.
Si precisa, infine, che detto decreto relativo allanno 2009, tuttavia si ritiene di poter
estenderne la validit concettuale ai prossimi anni, nelle more di unemanazione di decreto
aggiornato.
Giugno 2012
116 di 208
117 di 208
o Invia personale tecnico, di concerto con la funzione volontariato, nelle aree dattesa non
danneggiate per il primo allestimento delle medesime.
o Determina la richiesta daiuti tecnici e soccorso (es. roulotte, tende, container), con
lausilio della segreteria, annota tutte le movimentazioni legate allevento.
o Con continuo confronto con gli altri enti specialistici, quali il Servizio Sismico
Nazionale, la Difesa del Suolo, la Provincia, la Regione, determina una situazione
dipotetica previsione sul possibile nuovo manifestarsi dellevento sismico.
o Mantiene contatti operativi con il Personale Tecnico del Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco.
Sanit - Veterinaria
o Allerta immediatamente le strutture sanitarie locali per portare soccorso alla
popolazione.
o Crea eventuali cordoni sanitari con Posti Medici Avanzati (PMA).
o Mantiene contatti con le altre strutture sanitarie in zona o esterne per eventuali ricoveri o
spostamenti di degenti attraverso le associazioni di volontariato sanitario (Croce Rossa
Italiana, Pubbliche Assistenze, ecc).
o Si assicura della situazione sanitaria ambientale, quali epidemie, inquinamenti, ecc,
coordinandosi con i tecnici dellARPA o daltri Enti preposti. Il servizio veterinario far
un censimento degli allevamenti colpiti, disporr il trasferimento danimali in stalle
dasilo, determiner aree di raccolta per animali abbattuti ed eseguir tutte le altre
operazioni residuali collegate allevento.
Materiali e Mezzi
Il Responsabile della Funzione gestir tutto il materiale, gli uomini e i mezzi
precedentemente censiti con schede, secondo le richieste di soccorso, secondo la scala
prioritaria determinata dalla funzione Tecnica e Pianificazione.
Servizi Essenziali
Il Responsabile della Funzione contatta gli enti preposti, quali ENEL, Gestori carburante,
Gestore Gas, ecc, per garantire al pi presto il ripristino delle reti di pertinenza e nel pi
breve tempo possibile la ripresa dei servizi essenziali alla popolazione.
Attinge, eventualmente, per opere di supporto squadre doperatori dalle funzioni
volontariato e materiali e mezzi.
Giugno 2012
118 di 208
Censimento Danni
o Il Responsabile della Funzione preposto gestisce lufficio per la distribuzione e raccolta
dei moduli regionali di richiesta danni.
o In tale situazione raccoglie le perizie giurate dagibilit o meno degli edifici pubblici, dei
privati, delle infrastrutture, delle attivit produttive, dei locali di culto e dei beni
culturali, da allegare al modulo di richiesta risarcimento dei danni.
o Raccoglie verbali di pronto soccorso e veterinari per danni subiti da persone e animali
sul suolo pubblico da allegare ai moduli per i risarcimenti assicurativi.
o Raccoglie, infine, le denunce di danni subite da cose (automobili, materiali vari, ecc..)
sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di rimborso assicurative.
o Qualora lemergenza fosse di notevoli dimensioni verifica la necessit dellapertura
duffici decentrati o circoscrizionali.
Mass Media e Informazione
o Il Responsabile della Funzione preposto cura linformazione alla popolazione attraverso
gli strumenti pi idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della
Polizia Municipale.
o Collabora con i Servizi Sociali per indirizzare i primi senza tetto verso le aree di attesa
predisposte e successivamente verso quelle di ricovero della popolazione.
o Una volta ripristinate tutte le reti di informazione, sia locali sia nazionali, emette
comunicati stampa aggiornati sullevolversi della situazione e sulle operazioni in corso.
Telecomunicazioni
o Il Responsabile della Funzione preposto garantisce, con la collaborazione dei radio
amatori, del volontariato ed eventualmente del rappresentante delle Azienda Poste e
Telecom il funzionamento delle comunicazioni fra i COC e le atre strutture preposte
(Prefettura, Provincia, Regione, Comuni limitrofi, ecc...).
o Gli operatori adibiti alle radio comunicazioni opereranno in area appartata del COC, per
evitare che le apparecchiature arrechino disturbo alle funzioni preposte.
Strutture Operative e Viabilit
o Il Responsabile della Funzione preposto mantiene contatti con le strutture operative
locali (Carabinieri, Polizia Municipale, Guardia di Finanza, Volontariato, ecc),
assicurando il coordinamento delle medesime per la vigilanza ed il controllo del
Giugno 2012
119 di 208
120 di 208
Perch?
Identificare i luoghi ad alto rischio
Identificare gli edifici ad alto rischio;
Pianificare strategie di mitigazione
Cosa serve?
Mappa di rischio
Studi di vulnerabilit
edificio per edificio
Forma strutturale
121 di 208
Pianificazione del
sito
Qualit della
costruzione
Storia
Livello di danno
D0 Non danneggiato
D1 Scarsamente
danneggiato
D2 Mediamente
danneggiato
D3 Pesantemente
danneggiato
D4 Parziale distruzione
D5 Distruzione
Definizione per le
strutture in muratura
Privo di danni visibili
Crepe delle dimensioni di
un capello
Definizione per le
strutture in C.A.
Privo di danni visibili
Pannelli riempitivi
danneggiati
Crepe <10 mm nella
Crepe dai 5-20 mm
struttura
Danni pesanti alle
Crepe >20 mm o muri
componenti strutturali;
spaccati
Perdita di collegamento
Completo collasso di
Completo collasso di muri qualche elemento
o di parti di solaio
strutturale o maggiore
deviazione delle cornici
Collasso di elementi
Pi di un muro o pi di
strutturali tali da
met del tetto collassato
permettere rotture del
tetto o di lastre
122 di 208
Se si in casa
- Non precipitarsi fuori per le scale e non usare lascensore: aspettare la fine
della scossa prima di uscire; si potrebbe essere feriti da calcinacci, vetri e altri
-
oggetti.
Ripararsi sotto tavoli, letti o strutture portanti.
Allontanarsi da finestre, porte vetrate, mensole e mobili pesanti che potrebbero
ferire.
Non sostare sui balconi.
Terminata la scossa, se possibile, chiudere gli interruttori del gas, dellacqua e
della corrente elettrica prima di abbandonare la casa.
Se si fuori casa
- Allontanarsi dagli edifici e cercare uno spazio aperto.
- Non fermarsi vicino agli alberi, ai cornicioni, alle grondaie, ai lampioni, alle
-
Tav. 8: carta delle aree di emergenza, della viabilit principale e dei cancelli.
Giugno 2012
123 di 208
Giugno 2012
124 di 208
Sala Operativa
E attivata con la presenza dei seguenti addetti:
o responsabile protezione civile - coordinatore del c.o.c.
o responsabile materiali e mezzi
o responsabile struttura operativa e viabilit
o responsabile mass media e informazione alla popolazione
o responsabile volontariato
o responsabile servizi essenziali
o responsabile telecomunicazioni
o responsabile sanitario/veterinario
o segreteria
Responsabile protezione civile - coordinatore del C.O.C.
o Dirige il COC e mantiene i contatti con le varie autorit. Coordina le funzioni di supporto
e determina le priorit dintervento.
Materiali e Mezzi
o Il Dirigente o Funzionario preposto fa confluire a richiesta sulle zone colpite i mezzi, i
materiali e le squadre operative necessarie alle opere di bonifica quali camion di sabbia,
escavatori, pompe idrovore, motoseghe, transenne, segnaletica stradale, ecc.
Struttura Operativa e Viabilit
o Il Dirigente o Funzionario preposto mantiene i contatti con gli enti esterni preposti
all'intervento (Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri, Bonifica, ecc...). Fa istituire posti di
blocco stradale in prossimit delle zone colpite per favorire i lavori dei soccorsi, studia e
determina una rete viaria alternativa per non congestionare il traffico.
Mass Media e Informazione alla Popolazione
o Il Dirigente o Funzionario preposto informa i cittadini e gli utenti della strada
sull'evolversi dell'emergenza.
Volontariato
o Il Dirigente o Funzionario preposto, secondo le richieste, invia squadre operative nei punti
dintervento, utilizzando gli strumenti a sua disposizione, quali pompe idrovore,
motoseghe, mezzi fuori strada, camion con gru, ecc..., per fronteggiare l'emergenza.
Giugno 2012
125 di 208
allimprovviso.
Le strade spesso diventano dei veri e propri fiumi in piena.
126 di 208
Giugno 2012
127 di 208
Pugl - B. Capitanata;
Pugl - C. Terra di Bari;
Pugl D. Penisola Salentina;
Pugl E. Bacini Lato e Lama di Lenne;
Pugl F. Bacino Basso dellOfanto;
Giugno 2012
128 di 208
Il Comune di Martina Franca stato individuato nella zona di allerta PUGL-DPenisola Salentina, unitamente al Comune di Taranto [fig. 17]
Giugno 2012
129 di 208
La fase di preallerta attiva (come da Direttiva) una generale attenzione sullevolversi del
fenomeno atteso mediante funzionario del CFD reperibile tramite cellulare che dovr
mantenere costanti rapporti con la Sala Operativa Regionale. La Sala Operativa Regionale,
fornir costante aggiornamento al funzionario del CFD sugli effetti al suolo, condividendo
telematicamente i flussi informativi. Il CFD, sulla base dei dati osservati e delle
informazioni al suolo ricevute, informa il CFC.
Il referente dellUfficio Comunale di Protezione Civile avvia i contatti con i responsabili di
tutte le Funzioni del C.O.C., informando sulla situazione in atto.
La fase di allertamento prevede le seguenti tre fasi:
Fase di attenzione
La fase di attenzione si attiva in caso di emissione dellAvviso di Avverse Condizioni
Meteorologiche seguito dallAvviso di Criticit Moderata, o al verificarsi di situazioni
evolventi verso un peggioramento nei punti critici, individuati e monitorati dagli Enti locali
e Territoriali. La Sala Operativa Regionale, fornir costante aggiornamento al CFD sugli
effetti al suolo, condividendo telematicamente i flussi informativi. Il CFD prosegue lattivit
di monitoraggio e sorveglianza strumentale, in costante collegamento con il CFC e con la
Sala Operativa regionale, per verificare levoluzione dei fenomeni in corso e aggiornare gli
scenari.
La fase di attenzione si ha in condizioni di evento in atto con criticit ordinaria.
A seguito di segnalazione da parte della Regione Puglia di avviso di condizioni meteo
avverse seguito dallavviso di criticit moderata, il Responsabile di Protezione Civile del
Comune di Martina Franca:
verifica lattivazione dei servizi di reperibilit della propria struttura di Protezione
Civile,
attiva i contatti con le associazioni di volontariato durante la fase di attenzione,
mantiene i contatti con la Prefettura.
Fase di preallarme
La fase di preallarme si attiva in caso di emissione di un Avviso di Criticit Elevata, al
verificarsi di situazioni evolventi verso un peggioramento nei punti critici, individuati e
monitorati dagli Enti locali e Territoriali. La Sala Operativa Regionale, fornir costante
aggiornamento al CFD sugli effetti al suolo rilevati. Il CFD prosegue lattivit di
monitoraggio e sorveglianza strumentale, in costante collegamento con il CFC e con la Sala
Giugno 2012
130 di 208
Operativa regionale, per verificare levoluzione dei fenomeni in corso e aggiornare gli
scenari.
La fase di preallarme si ha in condizioni di evento in atto con criticit moderata.
A seguito di emanazione da parte della Regione Puglia di avviso di criticit elevata per il
rischio idrogeologico/idrualico, il responsabile della Protezione Civile ed il Sindaco:
attivano i referenti della propria struttura comunale di Protezione Civile e
predispongono misure di preparazione ad una possibile emergenza;
stabiliscono contatti costanti con le associazioni di volontariato durante la fase di
preallarme;
attivano i propri servizi tecnici per i sopralluoghi di sorveglianza lungo i tratti
stradali pi critici, ovvero pi vulnerabili da probabili onde di piena;
attivano, per il tramite della Polizia Locale, flussi di comunicazione ogni 60 da e per
Prefettura e Provincia, per laggiornamento dello stato dei luoghi e della situazione
meteorologica in atto.
Fase di allarme (incremento del livello idrometrico e pluviometrico, perdurata delle
condizioni meteo avverse)
La fase di allarme si attiva al verificarsi di un evento in atto con criticit elevata e/o
allaggravarsi della situazione nei punti critici, individuati e monitorati dagli Enti locali e
Territoriali.
Il CFD prosegue lattivit di monitoraggio e sorveglianza strumentale, in costante
collegamento con il CFC e con la Sala Operativa regionale, per verificare levoluzione dei
fenomeni in corso e aggiornare gli scenari.
Lo stato di allarme cessa al venir meno della situazione di rischio cos come monitorato
dagli Enti locali e Territoriali e dal CFD.
Le attivit di ricognizione dovranno essere mantenute, anche in forma ridotta nelle sole aree
potenzialmente esposte a rischio, per le successive 24 ore al dichiarato evento meteo
idrologico.
A livello comunale, il responsabile della Protezione Civile ed il Sindaco:
attivano il C.O.C. e lo comunicano alla Prefettura e alla Provincia oltre che al
Servizio Protezione Civile della Regione Puglia.
Attivano le funzioni di supporto ritenute necessarie in funzione dellevento.
Il C.O.C.:
Predispone vedettamento sui tratti di strada a pericolo di allagamento;
predispone cancelli di interruzione traffico sui tratti stradali a pericolo allagamento;
Giugno 2012
131 di 208
mantiene i collegamenti diretti con eventuali C.O.C. aperti nei paesi limitrofi;
predispone e comunica al C.C.S. leventuale disponibilit alla realizzazione di un
centro operativo intercomunale per la gestione delle emergenze.
Di seguito si riportano, estratti dalle Procedure di allertamento del sistema regionale di
Protezione Civile per il rischio meteorologico, idrogeologico ed idraulico di cui alla D.G.R.
800/2012:
o uno schema che sintetizza la corrispondenza tra gli eventi e le fasi di
attivazione [fig. 19];
o lo schema relativo al messaggio di allertamento [fig. 20];
o lo schema relativo alle criticit segnalate [fig.21].
Giugno 2012
132 di 208
Giugno 2012
133 di 208
Giugno 2012
134 di 208
135 di 208
Carta del rischio: estrapolata dalla carta del rischio in particolare dalle aree
classificate con R3 e R4
R3 = Aree a Rischio Elevato (per il quale sono possibili problemi per l'incolumit
delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture, con conseguente
inagibilit degli stessi, linterruzione di funzionalit delle attivit socioeconomiche
e danni rilevanti al patrimonio ambientale)
Giugno 2012
136 di 208
R4 = Aree a Rischio Molto Elevato (per il quale sono possibili la perdita di vite
umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al
patrimonio ambientale e la distruzione di attivit socioeconomiche).
Giugno 2012
137 di 208
138 di 208
Giugno 2012
139 di 208
Il rischio neve produce i suoi maggiori effetti sulla circolazione stradale e, pertanto, nella
gestione di tale rischio occorre prendere a riferimento le procedure individuate allinterno
del piano di gestione delle criticit nella circolazione stradale in caso di neve elaborato
dalla Prefettura di Taranto.
Nello specifico, corre lobbligo di evidenziare i principali tratti stradali potenzialmente a
rischio in caso di fenomeni nevosi:
o
o
o
o
Giugno 2012
140 di 208
In dette circostanze, si parla di allerta di riferimento quando il bollettino meteo emesso dal
Dipartimento della Protezione Civile, salvo previsione peggiore emessa da altro autorevole
ente nazionale o locale.
Quando la soglia di preallerta raggiunta, ovvero a ricezione del bollettino o dellallerta
meteo del Dipartimento della Protezione Civile, il referente dellUfficio di Protezione Civile
avvia i contatti con tutte le Funzioni del C.O.C., informando sulla situazione in atto,
attraverso uno scambio di informazioni meteo, attraverso la preparazione dellinformazione
alla popolazione, e la verifica della disponibilit delle risorse e dei mezzi.
Tale fase viene annullata se il successivo bollettino non prevede pi precipitazioni nevose o
deve essere modificato nel caso di inizio dellevento nevoso. In questa fase, di norma, si
escludono gli interventi in autostrada.
Fase di attenzione
A seguito di segnalazione da parte della Protezione Civile di avviso di condizioni meteo
avverse per rischio nevicata (neve e ghiaccio), il Responsabile di Protezione Civile del
Comune di Martina Franca:
acquisisce informazioni circa le situazioni di criticit;
allerta gli operatori comunali demandati allo sgombero della neve dalle strade
principali mediante spargimento sale o soluzione salina;
valuta e propone, sentito il Responsabile della funzione C.O.C. Tecnico-Scientifica,
la chiusura di edifici pubblici, la revoca delle autorizzazioni rilasciate per lo
svolgimento di manifestazioni, ecc;
verifica lattivazione dei servizi di reperibilit della propria struttura di Protezione
Civile;
attiva i contatti con le associazioni di volontariato durante la fase di attenzione,
informa la Prefettura.
Fase di preallarme
A seguito di emanazione da parte della Protezione Civile di avviso di criticit moderata o
elevata per il rischio neve, il responsabile della Protezione Civile ed il Sindaco:
attivano i referenti della propria struttura comunale di Protezione Civile e
predispongono misure di preparazione ad una possibile emergenza;
stabiliscono contatti costanti con le associazioni di volontariato durante la fase di
preallarme;
Giugno 2012
141 di 208
Giugno 2012
142 di 208
Giugno 2012
143 di 208
o responsabile telecomunicazioni;
o responsabile sanitario/veterinario;
o responsabile servizi sociali;
o responsabile servizi scolastici;
o segreteria.
Responsabile protezione civile - coordinatore del C.O.C.
o Dirige il COC e tiene i contatti con le varie autorit.
o Coordina le funzioni di supporto, tiene contatti con i rappresentanti sanitari e determina
le priorit dintervento per richieste specifiche.
Materiali e Mezzi
o Il Dirigente o Funzionario preposto concentra, ove richiesto, mezzi e materiali inerenti
allo scopo (es. automezzi per trasporto animali).
Giugno 2012
144 di 208
Giugno 2012
145 di 208
Giugno 2012
146 di 208
Giugno 2012
147 di 208
148 di 208
o Mantiene i contatti con le strutture sanitarie locali ed esterne per eventuali ricoveri.
o Nel caso del coinvolgimento danimali il veterinario disporr il ricovero degli stessi in
stalle dasilo per le cure del caso.
Servizi Essenziali
o Il Dirigente o Funzionario preposto nel caso dinterruzione della rete elettrica, idrica e
gas, coordina i rappresentanti degli enti specifici per il ripristino urgente delle
erogazioni.
Servizi Scolastici
o Il Dirigente o Funzionario preposto qualora un plesso scolastico fosse coinvolto da
questo tipo demergenza, far s che esso sia evacuato secondo le procedure previste nei
piani interni dellamministrazione scolastica. Di concerto con la Funzione Volontariato,
provveder a portare soccorso alle persone coinvolte ed organizzer trasporti urgenti per
il rientro degli alunni presso le proprie abitazioni.
Segreteria
o Filtra le telefonate e registra le operazioni.
Giugno 2012
149 di 208
Giugno 2012
150 di 208
NORME DI COMPORTAMENTO
Calore eccessivo
Lalta temperatura, anche senza esposizione ai raggi solari, una possibile causa di
disturbi come gli Edemi da calore. Si tratta della conseguenza di una vasodilatazione
periferica prolungata che causa un ristagno di sangue nelle estremit inferiori,
provocando senso di pesantezza.
Come comportarsi:
Liberarsi di vestiti e calzature troppo strette;
Sdraiarsi, tenere le gambe sollevate, pi alte rispetto alla testa, dormire con un
Giugno 2012
151 di 208
Alta umidit
Umidit oltre il 60%-70%, ridotta ventilazione e temperature superiori ai 25 gradi
possono dare luogo a diversi disturbi.
Si riportano di seguito alcuni esempi.
Colpo di calore
E il severo disturbo causato da una temperatura troppo alta, associata ad un alto tasso si
umidit e alla mancanza di ventilazione, a cui lorganismo non riesce ad adattarsi. Pu
manifestarsi anche in un ambiente chiuso oppure in un luogo dove non batte mai il sole.
Come comportarsi:
Chiedere assistenza medica;
Nellattesa:
Portare la persona in un posto fresco e ventilato con le gambe sollevate rispetto al
corpo (se pallido) o in posizione semiseduta (se rosso in viso);
152 di 208
Crampi muscolari
Si verificano soprattutto durante unintesa attivit fisica in ambiente caldo.
Come comportarsi:
Giugno 2012
153 di 208
8. BIBLIOGRAFIA
-
D.P.G.R. (Puglia) 02 Maggio 2012, n. 335 Dichiarazione dello stato di grave pericolosit
per gli incendi boschivi nellanno 2012, ai sensi della L. 353/2000 e della L.r. 18/2000;
Deliberazione di Giunta Regionale n. 800 del 23 Aprile 2012 Procedure di allertamento del
sistema regionale di protezione civile per rischio meteorologico, idrogeologico ed
idraulico;
Deliberazione della Giunta Regionale 07 marzo 2005, n. 255, L. 225/1992 vigente, D.L.vo
112/1998 e L.r.18/2000. Protocollo dintesa sulle linee guida regionali per la pianificazione
di emergenza in materia di Protezione Civile (B.U.R.P. n. 50 del 06.04.2005).
Il Metodo Augustus Dipartimento della Protezione Civile, anno 1997;
Piano di Protezione Civile della Provincia di Roma Prefettura UTG di Roma, anno 2007;
D.G.R. n. 891 del 19 giugno 2007, Piano regionale di sorveglianza e risposta agli effetti
www.ecologia.puglia.it;
www.meteoam.it;
www.protezionecivile.it;
www.sit.puglia.it;
www.comune.martina-franca.ta.it;
Giugno 2012
154 di 208
ALLEGATI
Giugno 2012
155 di 208
Giugno 2012
156 di 208
ALLEGATO B:
Giugno 2012
157 di 208
Giugno 2012
158 di 208
Giugno 2012
159 di 208
Giugno 2012
160 di 208
Giugno 2012
161 di 208
Giugno 2012
162 di 208
ALLEGATO C:
Giugno 2012
163 di 208
Giugno 2012
164 di 208
Giugno 2012
165 di 208
Giugno 2012
166 di 208
Giugno 2012
167 di 208
Giugno 2012
168 di 208
Giugno 2012
169 di 208
Giugno 2012
170 di 208
Giugno 2012
171 di 208
ALLEGATO D:
Giugno 2012
172 di 208
Giugno 2012
173 di 208
Giugno 2012
174 di 208
Giugno 2012
175 di 208
ALLEGATO E:
Giugno 2012
176 di 208
Giugno 2012
177 di 208
Giugno 2012
178 di 208
Giugno 2012
179 di 208
ALLEGATO F:
180 di 208
Giugno 2012
181 di 208
Giugno 2012
182 di 208
Giugno 2012
183 di 208
Giugno 2012
ALLEGATO G:
184 di 208
Giugno 2012
185 di 208
Giugno 2012
186 di 208
Giugno 2012
187 di 208
Giugno 2012
ALLEGATO H:
188 di 208
Giugno 2012
189 di 208
Giugno 2012
190 di 208
Giugno 2012
191 di 208
Giugno 2012
ALLEGATO I:
Fonte: Protezione Civile in Famiglia, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile,
anno 2005.
192 di 208
Giugno 2012
TERREMOTO
193 di 208
Giugno 2012
194 di 208
Giugno 2012
ALLUVIONE
195 di 208
Giugno 2012
VIABILITA
196 di 208
Giugno 2012
197 di 208
Giugno 2012
CRISI IDRICA
198 di 208
Giugno 2012
ONDATE DI CALORE
199 di 208
Giugno 2012
INCENDI BOSCHIVI
200 di 208
Giugno 2012
201 di 208
Giugno 2012
RISCHIO INDUSTRIALE
202 di 208
Giugno 2012
EDIDEMIA/PANDEMIA
203 di 208
Giugno 2012
Comune
Referente PC
Crispiano
Comandante PM
GRECO Donato
Grottaglie
Funzionario PC
TODISCO Ciro
Massafra
Dirigente PC
BASILE Pasquale
Mottola
Funzionario PC
CARAMIA Vito
Taranto
Funzionario PC
RUSSO Raffaele
Comune
Referente PM
Crispiano
Comandante PM
GRECO Donato
Grottaglie
Comandante PM
PICCIRILLO
Michele
Comandante PM
FERRETTI
Giovanna
Referente PM
GENTILE
Roberto
Comandante PM
CARAMIA Vito
Massafra
Mottola
6
7
Provincia di Taranto
Recapito
email
(T-F-CS-CP)7
T: 099616690
pm.crispiano@libero.it
F: 0998117215
CS:3293177727CS
T: 0995620269
protezionecivile@comune.grottaglie.ta.it
CS: 3482468370
CP: 3294549914
T: 0998858304
utcmassafra@comunedimassafra.it
F: 0998858322
CS: 3489238307
T: 0998866925
vigilimottola@libero.it
F: 0998866941
CS: 3481333681
T: 0994581015
protezionecivile@comune.taranto.it
F: 0997350187
CS: 3347718840
Provincia di Taranto
Recapito
(T-F-CS-CP)
T: 099616690
F: 0998117215
CS:3293177727CS
T: 0995620297
CS: 3482468374
email
pm.crispiano@libero.it
pm@comune.grottaglie.ta.it
T: 0998858504
F: 0998858400
CS: 3404531020
T: 0998858506
F: 0998858400
comandante.pm@comunedimassafra.it
T: 0998866925
F: 0998866941
CS: 3481333681
vigilimottola@libero.it
Taranto
Comandante PM
FALCONE
Giuseppe
REFERENTE PM
CENTRALE
OPERATIVA
Comune
Referente PC
Alberobello
Funzionario PC:
SAMPIETRO
Giuseppe
Funzionario PC
URBINELLO
Antonella
Funzionario PC
VAVALLO
Gianvito
Locorotondo
Noci
Comune
Alberobello
Locorotondo
Noci
Referente PM
Comandante PM
RUTIGLIANO
Giuseppe
Referente PM
LONGO
Martino
Comandante PM
GIANFRATE
Maria Rosa
Referente PM
URBINELLO
Antonella
Funzionario PC
VAVALLO
Gianvito
T: 0994581067
F: 0997350187
T: 0994581068
F: 0997350187
segreteria.pm@comune.taranto.it
Provincia di Bari
Recapito
email
(T-F-CS-CP)
T: 080 4321200
settorelavoripubblici@comune.albero
F: 080 4322626
bello.ba.it
T: 0804356218
F: 0804356300
CS: 3663847191
T: 0804977014
F: 0804974027
CS: 3487216667
comandopm_noci@libero.it
Provincia di Bari
Recapito
email
(T-F-CS-CP)
T: 0804325340
settorepoliziamunicipale@comune.al
F: 0804327035
berobello.ba.it
CS: 3204330201
T: 0804325340
F: 0804327035
CS: 3204330225
CP: 3387719263
T: 0804356202
F: 0804356310
CS: 3316788086
T: 0804356218
F: 0804356300
CS: 3663847191
T: 0804977014
comandopm_noci@libero.it
F: 0804974027
CS: 3487216667
205 di 208
Giugno 2012
Comune
Referente PC
Cisternino
Funzionario PC
CLARIZIA Lucia
Ceglie
Dirigente PC
CHIATTI
Giovanni
Dirigente PC
MELPIGNANO
Roberto
Funzionario PC
GIOVANE
Pasquale
Ostuni
Villa
Castelli
Comune
Referente PM
Cisternino
Comandante PM
CLARIZIA Lucia
Ceglie
Comandante PM
GIANFREDA
Lorenzo
Comandante PM
LUTRINO
Francesco
Referente PM
BARI Donato
Ostuni
Villa
Castelli
Comandante PM
CARBOTTI
Alessandro
Provincia di Brindisi
Recapito
email
(T-F-CS-CP)
T: 0804445242
poliziamunicipale@comune.cisternino.br.it
F: 0804447622
CS: 3356660438
CP: 3200756698
T: 0831387208
g.chiatti@ceglie.org
F: 0831387277
CS: 3290853822
T: 0831307356
rmelpignano@comune.ostuni.br.it
F: 0831307323
CS: 346226391
T: 0831860130
pasquale.giovane@libero.it
CP: 3343201121
Provincia di Brindisi
Recapito
email
(T-F-CS-CP)
T: 0804445242
poliziamunicipale@comune.cisternino.br.it
F: 0804447622
CS: 3356660438
CP: 3200756698
T: 0831387213
l.gianfreda@ceglie.org
F: 0831387283
CS: 3397416758
T: 0831331994
poliziamunicipale@comune.ostuni.br.it
F:0831339382
CS: 3462239113
T: 0831307309
CS: 3462234305
CP: 3393244782
T: 0831866097
polizia.villacastel@libero.it
F: 0831860341
CP: 3383742445
206 di 208
Giugno 2012
Numeri utili
Centralino
Amministrazione Comunale
Piazza Roma
080 4836111
Ufficio Commercio
Piazza Roma
080 4836308
Ufficio Turistico
Piazza Roma
080 4805702
Ufficio Tecnico
Piazza Roma
080 ..
SICUREZZA
Capitaneria di Porto - Soccorso in mare
1530
Via C. Battisti, 5
080 4805010
V.le de Gasperi, 3
Guardia di Finanza
Polizia Municipale
Piazza Roma
080 4836221
Carabinieri
Corpo Forestale dello Stato
080.5802208
c.da Pergolo
Regione Puglia-SOUP-SOIR
Vigili del Fuoco
ASL-EMERGENZA
Alimenti e nutrizione
Croce Rossa Italiana
Dipartimento
Prevenzione
Guardia Medica
080 4805388
Viale Europa
080 4809400
080 4835314/358
Invalidi civili
080 4805092
080 4835313
Medicina legale
080 4835513/505
Ospedale-centralino
Servizio Veterinario
080 4835111
080 4835227
080 4801717
080 4835351/352
Unit di riabilitazione
080 4835515/519
Pronto Soccorso
207 di 208
Giugno 2012
INFORMAZIONI GENERALI
Acquedotto Pugliese Segnalazione
guasti
Aeroporto Bari Palese
Aeroporto Brindisi
Biblioteca comunale
Centro Informagiovani
800 735735
080 4806432
080 5835200-5835111
0831 4117208-411441
piazza Roma
piazza XX Settembre, 3
Centro Polivalente
via Carmine
080 4836111
080 2472903
martinafranca@informa.coop
080 4805943
080 4303385
080 4805943
800.900.800
080 4805223
800.079.090 080 4808151
Ferrovie Sud-Est
Fisco in linea
800.100.645
800 829344
080 4305112
Gas Natural
Servizio CCISS Viaggiare informati Traffico e Viabilit
Servizi Cimiteriali
via Ceglie
via Sanit
1518
080 4857005
187
Trenitalia
848.888.088
208 di 208
Giugno 2012