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RELAZIONE CONCLUSIVA RIGUARDANTE GLI

ACCERTAMENTI SVOLTI SUL SEQUESTRO DI

MAURO DE MAURO

AVVENUTO A PALERMO IL 16 SET. 1970

SOMMARIO

1. Introduzione ....................................................................................... 1
2. Il sequestro DE MAURO ................................................................. 3

3. Le indagini negli anni settanta ......................................................... 3

3.1. Lattivit dei Carabinieri ............................................................... 3


3.2. Lattivit della Polizia .................................................................... 4

3.2.1. La pista Mattei ...................................................................... 4


3.2.2. Linchiesta parallela ................................................................. 6

3.3. I depistaggi ..................................................................................... 7

3.3.1. ad opera del SID . .................................................................... 7


3.3.2. ad opera dei Carabinieri ........................................................... 8
3.3.3. ad opera della Polizia .............................................................. 8
3.3.3.1. conclusioni sui depistaggi ad opera della Polizia .................... 12

4. Le indagini attuali nellambito del movente ENI/MATTEI ......... 12

4.1. le dichiarazioni dei familiari .......................................................... 13


4.2. i colleghi giornalisti ........................................................................ 14
4.3. gli appartenenti alla p.g. e alla magistratura inquirenti ............... 15
4.4. i documenti acquisiti ....................................................................... 18

4.4.1. premessa .................................................................................. 18


4.4.2. fascicolo della Squadra Mobile ................................................ 19
4.4.3. fascicolo dei Carabinieri ........................................................... 20
4.4.4. fascicoli della questura di Palermo ............................................. 21
4.4.5. lavvocato Giuseppe Lupis e la memoria di parte civile ............ 21
4.4.6. il giornale Le Ore della settimana .......................................... 24

4.5. le assenze ..................................................................................... 28

4.5.1. ministero dellinterno ............................................................... 29


4.5.2. questura di Palermo .................................................................. 31
4.5.3. i servizi segreti ......................................................................... 32
4.5.4. i collaboratori di giustizia ......................................................... 33
4.5.5. conclusioni ............................................................................... 33

5. Le responsabilit ................................................................................ 33

5.1. il film di Francesco Rosi, lE.N.I. e la ESSO Standard Oil ........... 36


5.2. LOra di Palermo e il direttore Vittorio Nistic ........................ 38

5.2.1. riepilogo ................................................................................... 42


5.3. il senatore Graziano Verzotto e lavvocato Vito Guarrasi ............ 45

5.3.1. rapporti economici tra Guarrasi e Verzotto .............................. 48

5.4. raccolta degli indizi sulle responsabilit ........................................ 49

5.4.1. chi aveva fornito a De Mauro la sensazionale notizia su Mattei? 49

5.4.1.1. antefatto al sequestro De Mauro .................................... 49


5.4.1.2. gli elementi di supporto allantefatto .............................. 50
5.5.1.3. conclusioni ..................................................................... 58

6. Il mandante del sequestro De Mauro ............................................. 59

6.1. Vito Guarrasi aveva avuto rapporti con Buttafuoco? .................. 61


6.2. era intercorsa la telefonata? Guarrasi stava per essere arrestato? 63
6.3. rivelazioni alla stampa ................................................................... 65
6.4. la telefonata ................................................................................... 67
6.5. epilogo ............................................................................................ 70

7. Connessioni tra il mandante De Mauro e il delitto Mattei .. 70

8. Conclusioni ......................................................................................... 74

8.1 Verzotto racconta tutto su De Mauro............................................... 75

La presente relazione, predisposta dal maresciallo capo Enrico Guastini con laiuto del pari grado Antonio
Trancuccio, il riepilogo delle lunghe indagini svolte con il carabiniere scelto Giovanni Pais e la collaborazione del
maresciallo capo Salvatore Campa, tutti in servizio presso diversi uffici carabinieri di Pavia.
La imponente ricerca documentale stata eseguita dal maresciallo capo Antonio Trancuccio, dallappuntato
Marco Ivaldi e dal carabiniere scelto Giovanni Pais, tra gli atti dei fascicoli della Procura presso il Tribunale di Pavia e
della Procura presso il Tribunale di Palermo, riguardanti rispettivamente la morte di Enrico Mattei, Irnerio Bertuzzi,
William Mc Hale e il sequestro del giornalista Mauro De Mauro.

N. 12/159 di protocollo 1994 della Compagnia Carabinieri di Pavia

OGGETTO: Riepilogo degli accertamenti eseguiti e riguardanti il sequestro del


giornalista Mauro DE MAURO, avvenuto in Palermo il 16/9/1970.

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE


(Dott. V. Calia - proc. n. 181/94 mod. 44)

PAVIA
^^^^^^

1. Introduzione

Questa relazione trae origine dalle indagini che la Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Pavia ha avviato1, delegandole principalmente ai Carabinieri di Pavia, per
accertare le cause che avevano portato alla morte il presidente dellENI Enrico Mattei, il
pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista americano William Mc Hale. I decessi erano
avvenuti in Bascap (PV) il 27 ottobre 1962, a seguito della caduta dellaereo sul quale
viaggiavano, un piccolo quadriposto bireattore, Morane Saulnier 760 Paris II, di
propriet della SNAM.
I nuovi accertamenti hanno consentito di appurare che laereo in argomento era
precipitato a causa dellesplosione di un piccolo ordigno posto allinterno dellabitacolo.
Nel corso della raccolta e della lettura della rassegna stampa riguardante lincidente
aereo, era apparso evidente come, a parte i giorni immediatamente successivi al 27
ottobre 1962, solo nel 1970, prima e ancor pi dopo la sparizione di Mauro DE
MAURO, tutta la stampa aveva ripreso ad interessarsi della morte delling. MATTEI,
ponendola in stretta relazione con il delitto avvenuto a Palermo.
Essendo il sequestro avvenuto in epoca successiva alla morte di MATTEI e
nellipotesi che i due delitti potessero avere i medesimi mandanti (tesi molto accreditata
tra tutti coloro che, a vario titolo, si erano interessati di DE MAURO), stato ritenuto
utile svolgere indagini sulla vicenda pi recente.
Pertanto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia aveva richiesto, e
detiene tuttora in visione, il fascicolo processuale del Tribunale di Palermo riguardante le
indagini svolte sulla scomparsa di Mauro DE MAURO.
Lesame del fascicolo palermitano, recentemente archiviato una seconda volta per
essere rimasti ignoti gli autori del sequestro, ha reso necessario compiere mirati
accertamenti, divenuti numerosi perch originati gli uni dalle risultanze degli altri;
Indagini che non si erano prefisse lo scopo di indagare - ex novo - sul sequestro stesso,
ma di ricostruire tutte le circostanze del delitto, per verificare la sussistenza di elementi di
connessione con la morte delling. Mattei.
Le conclusioni del lavoro svolto sono organicamente raccolte nella presente relazione.
Sar perci dimostrato che il sequestro De Mauro era stato attuato proprio in
conseguenza della morte non accidentale di Enrico Mattei. Per fare questo, che poi
laspetto rilevante per la procura di Pavia, saranno ripercorse tutte le tappe delle indagini
esperite dagli organi inquirenti nei mesi successivi al rapimento. Emergeranno cos il
clima e i risvolti pi drammatici nei quali si sono svolte le investigazioni e sar perci
possibile rivalutare tutti gli eventi seguiti al rapimento.
Si incontreranno personaggi noti come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa,
allepoca comandante della Legione Carabinieri di Palermo; Il tenente colonnello
Giuseppe Russo, allepoca comandante del Nucleo Investigativo e successivamente
ucciso dalla mafia; Il vice Questore Boris Giuliano, allepoca addetto alla Squadra
1
richieste dal P.M. dott. V. Calia e autorizzate dal GIP c/o il Trib. di Pavia con decreto del 20/9/94, pag.
116
Mobile e successivamente ucciso dalla mafia; Il Questore Angelo Mangano, allepoca
dirigente della Divisione di Polizia Criminale del Ministero dellInterno, il quale
successivamente aveva subito un tentativo di omicidio da parte della mafia; Il Questore
Bruno Contrada, allepoca commissario della Squadra Mobile di Palermo. Tutti
personaggi che si erano occupati direttamente delle investigazioni. Inoltre se ne erano
occupati, pi marginalmente, anche il Questore di Palermo Ferdinando Li Donni e il capo
della Mobile vice Questore Nino Mendolia.
I principali sospettati del grave delitto erano stati:
Antonino Buttafuoco, anziano e notissimo tributarista di Palermo, in rapporti con la
famiglia De Mauro, il quale, dopo il sequestro, aveva posto in essere un comportamento
che gli era valso larresto per il concorso con ignoti nel rapimento;
lex senatore Graziano Verzotto, allepoca presidente della pi importante realt
economica dellisola e, cio, lEnte Minerario Siciliano. Questi era stato il rappresentante
dellENI in Sicilia ed aveva organizzato lultima visita di Mattei;
lavvocato palermitano Vito Guarrasi. Descritto dai giornalisti come il papa nero e la
testa del serpente per indicarlo come il capo della mafia, era stato sospettato inoltre
quale mandante degli omicidi in danno di Boris Giuliano (perch questi, ben dopo la
chiusura delle indagini su De Mauro, aveva continuato ad interessarsene ritenendo
Guarrasi il principale responsabile) e del sindaco palermitano Insalaco (perch questi, di
fronte ai giudici di Palermo, aveva chiamato in causa Guarrasi in merito alla gestione dei
grandi appalti pubblici).

2. Il sequestro DE MAURO
Tra il giugno e il luglio del 1970 il regista cinematografico Francesco ROSI aveva
incaricato il giornalista Mauro DE MAURO, del quotidiano palermitano LORA, di
raccogliere materiale relativo ai movimenti di Enrico MATTEI nei giorni 26-27 ottobre
1962 in Sicilia, necessario per predisporre la sceneggiatura del film Il caso Mattei, in
fase di realizzazione.
Tra lagosto e il settembre 1970 Mauro DE MAURO aveva provveduto ad espletare
tale incarico, recuperando diverso materiale cartaceo e intervistando tutte le persone che,
negli ultimi due giorni di vita del presidente dellE.N.I., avevano avuto modo di
incontrarlo in Sicilia.
Gi da alcuni mesi DE MAURO era passato alla redazione sportiva del giornale
LORA e, pertanto, non si occupava pi di cronaca nera.

Il 16 settembre 1970, verso le ore 21.00, Mauro DE MAURO veniva sequestrato


da tre individui, mentre si trovava davanti alla sua abitazione, sotto gli occhi della
figlia Franca che stava rincasando. Da allora non si pi avuta notizia del
giornalista.

3. Le indagini negli anni settanta

La denuncia dellavvenuto sequestro era stata presentata la mattina del 17/9/1970 dai
familiari del giornalista, presso la Squadra Mobile della Questura di Palermo. Anche al
momento della denuncia non vi era stata la certezza del sequestro in quanto la figlia
Franca aveva riferito di aver visto il padre salire sulla propria auto, con le tre persone,
apparentemente in modo volontario.
Le conseguenti indagini erano state esperite, oltre che dalla polizia, anche dal Nucleo
Investigativo del Gruppo Carabinieri della stessa citt.
La Squadra Mobile aveva privilegiato immediatamente la c.d. pista Mattei,
ritenendo che il movente andasse ricercato in qualcosa che De Mauro aveva scoperto
svolgendo il lavoro commissionatogli per il film.
I Carabinieri avevano invece impostato lattivit investigativa ritenendo che il delitto
fosse maturato nellambiente mafioso per motivi di droga.

3.1. Lattivit dei Carabinieri


Lesame della documentazione trasmessa dai Carabinieri alla competente Autorit
Giudiziaria di per se stessa pi che sufficiente a dimostrare la totale inconsistenza della
pista droga, sostenuta da Carlo Alberto DALLA CHIESA e da Giuseppe RUSSO. Al
riguardo sufficiente riportare i giudizi espressi dai due magistrati che si sono occupati
delle indagini sul sequestro De Mauro:

Ugo Saito2, sostituto procuratore: Ricordo perfettamente il rapporto dei Carabinieri nel
processo De Mauro: si trattava di un rapporto che, almeno nella sua prima stesura, a
giudizio sia mio che di Scaglione (Procuratore Capo della Repubblica di Palermo), non
era nemmeno sufficiente ad avviare delle misure di prevenzione ... Ricordo che il
colonnello Dalla Chiesa mi port personalmente il rapporto in udienza, accompagnato
da operatori della televisione ...
Mario Fratantonio3, giudice istruttore: La tesi investigativa portata avanti dai
Carabinieri per spiegare la scomparsa di Mauro De Mauro si dimostr rapidamente
inconsistente ...

Significativi sono pure i ricordi di Bruno CONTRADA4 sul punto; lo stesso ha infatti
dichiarato: Mi sembrava assolutamente non aderente alla realt investigativa che De
Mauro avesse potuto scoprire qualcosa di mafia talmente grave da indurre
lorganizzazione ad eliminarlo. Non era infatti emerso alcun elemento che facesse ritenere
valida lipotesi dei carabinieri. In particolare, quanto alla presunta scoperta di De Mauro
di traffici di droga ad opera di famiglie di mafia, voglio precisare che i veri traffici di mafia
in Sicilia, con sbarchi sulla costa, sono iniziati soltanto in epoca successiva.

Lintervento diretto del massimo rappresentante dellArma in Sicilia, con la personale


esecuzione di alcuni atti di P.G., aveva - di fatto - portato ad incanalare le indagini in una
sola direzione con lesclusione, al contempo, di qualunque altra ipotesi investigativa.

3.2. Lattivit della Polizia


Le indagini, avviate dalla mattina del 17 settembre 1970, erano state dirette dai
commissari capo Boris GIULIANO e Bruno CONTRADA della Squadra Mobile della
2
Verbale di s.i. rese il 19/02/1998, pag. 4561
3
Verbale di s.i. rese il 20/02/1998, pag. 4598
4
Verbale di s.i. rese il 14/10/1998, pag. 4877
Questura di Palermo: il primo, pi giovane, dirigeva la sezione reati contro la persona,
mentre il secondo, pi anziano, dirigeva la sezione mafia dello stesso reparto.
Contrada, il 29/9/1970 (momento in cui tutta la stampa nazionale aveva dato per
scontato lo stretto collegamento tra il sequestro De Mauro e la morte del presidente Mattei)
aveva sentito a Roma, presso gli studi della Vides Cinematografica, il regista Francesco
Rosi e lorganizzatore cinematografico Pietro Notarianni: lesito di tali incontri aveva
portato ad escludere la validit del movente collegato allENI.

3.2.1. La pista Mattei


Tale ipotesi di lavoro aveva oggettivamente subito i seguenti sviluppi operativi:

1. 17/9/1970 - 29/9/1970 (dichiarazioni dei familiari e degli amici dello scomparso): pista
privilegiata rispetto alle altre possibili;
2. 1/10/1970 (rientro a Palermo di Contrada): ridimensionamento alla luce delle risultanze
romane;
3. 19/10/1970 (arresto del rag. Antonino BUTTAFUOCO, quale corresponsabile del
sequestro): massimo impulso con aspettativa di clamorose iniziative riguardanti anche il
possibile attentato a Enrico Mattei;
4. fine ottobre - primi di novembre 1970 (intervento del capo del S.I.D. a Palermo):
definitivo abbandono.

Inizialmente laccreditamento e lo sviluppo delle indagini nellambito del movente


ENI si era basato sui seguenti riscontri accertati dalla polizia:

Mauro De Mauro da quattro mesi era stato spostato alla redazione sportiva del giornale
LOra di Palermo. Tale incarico ovviamente escludeva che il giornalista potesse
interessarsi, per conto del giornale, di fatti diversi da quelli sportivi.
tutti i testimoni sentiti dalla polizia, ad eccezione di uno reperito nel 1974 5, avevano
concordemente affermato che De Mauro, gi dallinizio dellestate 1970, era stato
impegnato esclusivamente in un lavoro di ricerca commissionatogli dal regista Rosi per
il suo film il caso Mattei;
i familiari del giornalista (la moglie Elda e le figlie Franca e Junia), larchitetto
Margherita De Simone6 e il rivenditore di libri Flavio Flaccovio7 avevano riferito alla
Polizia - senza possibilit di equivoci - che Mauro De Mauro aveva loro confidato di
avere fatto un grosso colpo connesso al lavoro che stava svolgendo per conto di Rosi;
diversi altri testi8 avevano riferito sulle confidenze ricevute da De Mauro sul colpo
giornalistico, arricchite da frasi altisonanti tendenti ad enfatizzare la portata della
scoperta, senza poter dire quale era largomento;
anche il giornalista Lucio Galluzzo9, sentito dal G.I. dott. Mario Fratantonio, aveva
confermato il nesso tra Mattei ed il sequestro di Mauro De Mauro, escludendo al
contempo possibili interessi di mafia;

5
al riguardo vds successivo capitolo depistaggi
6
vds relativi verbali di s.i. in all. 159/146
7
al riguardo vds successivo capitolo depistaggi
8
vds, ad esempio, verbale di Mario Bardi del 14/6/73, all. 159/116
9
Verbale di s.i. rese il 21/12/1970 in all. 159/52
il rag. Antonino BUTTAFUOCO era stato arrestato il 19/10/1970 per il concorso con
ignoti nel sequestro De Mauro perch, durante i contatti avuti con la famiglia De Mauro,
aveva voluto sapere quanto scoperto dal giornalista sullargomento E.N.I.. Inoltre
Buttafuoco, sempre nellambito dei medesimi contatti, aveva chiesto a Elda De Mauro di
farsi dire dalla polizia - e non dai carabinieri - su quali piste stavano lavorando e su quali
persone erano concentrati i loro sospetti, chiedendole lesito degli incontri: la posizione
dei due corpi di polizia rispetto alle indagini erano allepoca note per essere state
illustrate da tutti i giornali.

La sequenza di tali elementi, contrapposta allassenza di fatti che potessero suffragare


qualunque altra ipotesi investigativa, aveva indotto la polizia a credere fermamente nel
movente ENI/Mattei.
Per, tale pista si era raffreddata temporaneamente alla fine del settembre del 1970,
per essere definitivamente abbandonata tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre dello
stesso anno. Successivamente anche la polizia, come i carabinieri, avevano proseguito le
indagini ricercando prove rispetto a moventi improponibili quali le esattorie Salvo, la droga
e il golpe Borghese.

3.2.2. linchiesta parallela

Le dichiarazioni rese da CONTRADA al P.M. di Pavia (unico funzionario inquirente


ancora in vita) hanno evidenziato che il questore LI DONNI, pochi giorni dopo il sequestro,
aveva incaricato lufficio politico della questura di Palermo di svolgere una inchiesta
riservata, mirata ad accertare eventuali responsabilit di Eugenio Cefis. A tal fine Li Donni
aveva si era avvalso di una pubblicazione sullENI e su Cefis (probabilmente lopuscolo
LENI da Mattei a Cefis dellagenzia Roma Informazioni), dalla quale traeva - passo
passo - lo spunto per accertamenti investigativi. In questo contesto, connesso agli
avvenimenti successivi al sequestro De Mauro, erano emersi i nomi di Vito Guarrasi,
Graziano Verzotto e Antonino Buttafuoco e su tali personaggi erano state svolte le
investigazioni dellufficio politico.
L inchiesta riservata condotta dallufficio politico, interdipendente dalle indagini
formali della squadra mobile, attesta che era stato tenuto in seria considerazione il movente
politico nel sequestro De Mauro. Dimostra pure che il questore Li Donni aveva concreti
elementi per ritenere sussistente la connessione tra il sequestro De Mauro e la morte di
Enrico Mattei.
Inquadrare correttamente tale inchiesta parallela significa arrivare subito al nocciolo
del sequestro De Mauro. Pertanto si deve necessariamente rimandare alle conclusioni della
presente relazione ogni connessione con tutto il lavoro investigativo svolto attualmente.
E per ora sufficiente dimostrare che tale inchiesta riservata dellufficio politico,
incentrata sulla pista Mattei, era realmente esistita e si era focalizzata sullavvocato Vito
Guarrasi e su Eugenio Cefis. Infatti:

nel fascicolo sulle indagini dei carabinieri di Palermo, stato rinvenuto un appunto
manoscritto da Giuseppe Russo del seguente tenore: Ufficio politico - cerca pure un
plico a detta dei De Mauro ove forse aveva documenti (ENI - Mattei?) - pag. 2349 fasc.
nota 144;
i marescialli dellex P.S. ZACCAGNI10 e SALFI11, che allepoca delle indagini
prestavano servizio allufficio politico della questura di Palermo, hanno confermato di
avere svolto tali indagini su incarico del questore, nonch di averle condotte nei confronti
di Guarrasi e nellambito della pista ENI/Mattei;
12
la questura di Palermo ha trasmesso a questa Procura cinque distinti fascicoli cos
intestati: 1) Inchiesta sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro; 2) GUARRASI
Vito - accertamenti; 3) GUARRASI Vito; 4) GUARRASI Vito; 5) Societ controllate (da
Guarrasi).
Tali fascicoli sono stati rinvenuti in archivi riservati e/o comunque in archivi della
questura diversi dallarchivio della squadra mobile. Infatti nel corso delle precedenti
acquisizioni tali fascicoli non erano mai stati rinvenuti e comunque non erano stati uniti al
fascicolo principale sulle indagini tenuto dalla squadra mobile.

3.3. I depistaggi
Le indagini esperite da questa Polizia Giudiziaria, sotto la direzione e - pi
frequentemente - lintervento del P.M. dott. Vincenzo Calia, hanno permesso di accertare
lesistenza di un superiore disegno tendente ad escludere qualunque relazione tra la morte di
Enrico Mattei ed il sequestro di Mauro De Mauro.
I conseguenti depistaggi avevano coinvolto direttamente la Polizia, lArma dei
Carabinieri e il Servizio Informazioni Difesa (SID).

3.3.1. ad opera del S.I.D.


Dellintervento del direttore13 dei Servizi dellepoca, volto a far cessare le indagini in
corso sul movente del sequestro De Mauro, avvenuto proprio durante la detenzione di
Antonino Buttafuoco (arrestato il 19/10/1970) e che - come si vedr pi avanti - aveva dato
notevole impulso alla pista Mattei, ne ha riferito il dott. Ugo SAITO 14. Questi ha
dichiarato: Era stata imboccata anche dalla Procura e dallufficio istruzione (oltre che
dalla polizia), con decisione e con convinzione la c.d. pista Mattei; e fu appunto
percorrendo tale pista che giungemmo alla cattura del rag. Nino Buttafuoco. ... Domanda:
vorrei sapere da lei eventuali circostanze o fatti che non risultano dalla lettura dellincarto
De Mauro.
Risposta: ricordo benissimo che sin dallinizio dellindagine la mia casa si era trasformata
in un porto di mare. ... Venivano con notevole frequenza Boris Giuliano e il capitano
Antonio Russo. ... Improvvisamente non ho pi visto nessuno. Ci avvenne ai primi del mese
di novembre 1970. Ebbi successivamente occasione di incontrare in Procura Boris
Giuliano e siccome i nostri rapporti erano molto cordiali, gli chiesi come procedevano le
indagini sulla vicenda De Mauro e come mai, improvvisamente, nessuno pareva pi
interessarsi a tali investigazioni. Boris Giuliano manifest il suo stupore per il fatto che io
non ero a conoscenza della circostanza che a Villa Boscogrande, un night club in
localit Cardillo, vi era stata una riunione alla quale avevano partecipato i vertici dei
Servizi Segreti e i responsabili della Polizia Giudiziaria palermitana. In tale riunione fu
10
Verbale di s.i. del 29/10/98, pag. 4885
11
Verbale di s.i. del 29/10/98, pag. 4883
12
Vds all. 222
13
Vito Miceli, direttore del S.I.D. dal 18/10/1970, subentrato ad Eugenio Henke
14
Verbale di s.i. rese il 19/2/1998, pag. 4561
impartito lordine di annacquare le indagini. Giuliano non mi precis se a tale riunione
era egli stesso presente, ma mi raccont lepisodio come di un fatto certo e di cui io avrei
dovuto essere a conoscenza. Giuliano mi precis anche che era presente il direttore dei
Servizi Segreti, facendomene anche il nome: oggi non sono pi certo se si trattasse di
Miceli o di Santovito. ... Prima dellinterruzione delle indagini di cui le ho appena fatto
cenno, listruttoria era giunta a focalizzare delle responsabilit molto elevate e noi
prevedevamo che quando avessimo assunto i provvedimenti opportuni, sarebbe successo un
finimondo.
Noi con la Polizia ritenevamo infatti, con assoluta certezza, che De Mauro era stato
eliminato perch aveva scoperto qualcosa di eccezionalmente rilevante relativamente alla
morte di Enrico Mattei.

Un singolarissimo (e perci particolarmente attendibile) riscontro alle affermazioni del


dott. Saito proviene dalle dichiarazioni rese da Franca DE MAURO15. Infatti, nel relativo
verbale compare il seguente aneddoto: Boris Giuliano mi aveva detto che era sua
abitudine non cambiarsi di abito fino a che il caso di cui si stava occupando non fosse stato
risolto. Verso il mese di novembre del 1970 Giuliano venne a casa mia con una giacca
diversa. Glielo feci notare ed egli mi disse che non sempre si poteva vincere: in quel
momento aveva forse perso la speranza di risolvere il caso, ma aggiunse che egli avrebbe
comunque continuato ad indagare.

In conclusione si deve ragionevolmente ritenere che i Servizi, immediatamente dopo il


sequestro di De Mauro, erano intervenuti sui carabinieri e che, visti gli sviluppi delle
indagini della polizia, il direttore in persona era dovuto andare a Palermo per ordinare il
blocco delle indagini.

3.3.2. ad opera dei Carabinieri

Premesso che appare oramai incontrovertibile, pur con i soli elementi di fatto
conosciuti negli anni settanta, che il movente del sequestro del giornalista Mauro De Mauro
andava ricercato in qualcosa connesso alla morte di Mattei, appare un vero e proprio auto
depistaggio quello operato dai CC e gi indicato nel precedente 3.1.. Al riguardo si
segnalano le dichiarazioni rese, oltre che da Contrada, sia da Elda BARBIERI DE
MAURO16 (Dalla Chiesa mi disse, a proposito della pista Mattei, signora non insista su
questa tesi, perch, se cos fosse, ci troveremmo dinanzi a un delitto di Stato e io non vado
contro lo Stato) sia da Graziano VERZOTTO17 (Ho anche detto che DE MAURO era
stato sequestrato perch aveva molestato la mafia che trafficava in droga. Ammetto di
avere depistato. Tale depistaggio mi venne suggerito dai Carabinieri ...).

3.3.3. ad opera della Polizia

Oggettivamente la squadra Mobile aveva abbandonato la pista ENI/Mattei dopo che


Contrada era andato a Roma per sentire Francesco ROSI, Pietro NOTARIANNI
ed altri. Era infatti emerso che lincarico da loro affidato a Mauro De Mauro non riguardava
la morte del presidente dellENI ma semplicemente la ricostruzione dei due giorni trascorsi
15
Verbale di s.i. rese il 19/2/1998, pag. 4565
16
Verbale di s.i. rese il 27/5/1997, pagg. 2861-2864
17
Verbale di s.i. rese il 4/9/1998, pagg. 4850-4858
da Mattei in Sicilia. Tanto, come si vedr, risponde assolutamente al vero in quanto De
Mauro aveva avuto incarico di indagare sulla morte di Mattei da Graziano Verzotto.
Ma altrettanto vero che nel verbale fatto da Contrada nel settembre del 1970 non
risulta inserita una circostanza importantissima che NOTARIANNI ha invece comunicato
al P.M. di Pavia il 22/2/9618 e, cio, che aveva contattato De Mauro il giorno precedente o lo
stesso giorno del sequestro per sollecitargli linvio del lavoro, e che De Mauro gli aveva
risposto che il lavoro era terminato e che lo avrebbe spedito immediatamente.
La circostanza che De Mauro aveva effettivamente terminato il lavoro per Rosi stata
accertata anche nel corso delle attuali investigazioni; evidente che allepoca delle indagini
tale notizia avrebbe avuto notevole importanza perch avrebbe dovuto indurre gli
investigatori a ricercare il copione gi predisposto e che di fatto non mai stato trovato.
E che la missione romana di Contrada avesse determinato labbandono della pista
Mattei, lo si pu agevolmente verificare leggendo larticolo apparso su Il Giorno del 2
ottobre 197019, del quale si riportano i passi pi significativi: LE INDAGINI RIPARTONO
DALLA VIA GIUSTA - DE MAURO: RIFLETTORI SULLA MAFIA - Si parla sempre pi
di mafia per il caso De Mauro ... laltra pista tenuta in vita dagli inquirenti, quella
agganciata al caso Mattei ... avrebbe invece perduto molto della sua consistenza. Lo si
appreso stamane al rientro da Roma di un funzionario di Polizia incaricato di prendere
contatti con Rosi. ... Per riferire anche sullesito della missione romana, funzionari di P.S. e
ufficiali dei CC si sono in mattinata recati nellufficio del sostituto procuratore dott. Saito,
incaricato dal Procuratore Capo, dottor Scaglione, di seguire attentamente levolversi
delle indagini sulla scomparsa di De Mauro.
Sul punto vi inoltre la testimonianza di Nino MENDOLIA 20, allora Capo della
Mobile di Palermo, secondo il quale tra le diverse ipotesi valutate sul movente del
sequestro De Mauro era stata seguita la pista Mattei. Tale pista era culminata con
linterrogatorio da parte di Contrada al regista Francesco Rosi a Roma.
Dallinterrogatorio era emerso che non vi era nulla di rilevante nellaffidamento
dellincarico a De Mauro e in quello che De Mauro fino a quel momento aveva riferito e
pertanto la pista Mattei perse consistenza. ... Era comunque stato Contrada che aveva
riferito in tal senso, avendo sentito - mi pare - anche altre persone nellambito del film che
si stava realizzando.
Altro depistaggio aveva riguardato le dichiarazioni rese da Flavio Flaccovio, titolare
della libreria palermitana presso la quale De Mauro aveva chiesto alcune pubblicazioni
riguardanti Enrico Mattei (Lassassinio di Mattei, Petrolio e potere ed altro). Allinterno
del fascicolo relativo alle indagini esperite sul sequestro De Mauro della Squadra Mobile
della Questura di Palermo, in una copertina con lintestazione pista Mattei, stato
rinvenuto un appunto manoscritto, datato 29/10/197021, riguardante le informazioni assunte
da Flaccovio e sottoscritto da Contrada e Giuliano. Vi si legge, tra laltro, ... Mauro De
Mauro disse a Flaccovio che avrebbe fatto un grosso colpo giornalistico, cio un
rilevante servizio giornalistico - M. d. M. non precis largomento del servizio ma, dati i
precedenti colloqui e le circostanze (tra cui la richiesta dei libri sullargomento), F.F. mise
in relazione il colpo con il lavoro su Mattei.

18
Verbale di s.i. di Pietro Notarianni, pagg. 2391-2394
19
vds all. 137
20
Verbale di s.i. rese il 14/12/1995, pag. 2111
21
vds pag. 2839
Il contenuto di tale appunto era stato trasfuso in un verbale di sommarie informazioni
testimoniali datato 11/11/197022, nel quale la circostanza appena riferita era stata cos
modificata: ...De Mauro non mi accenn ad un grosso colpo giornalistico di natura
estranea al lavoro che stava svolgendo. Non da escludere che De Mauro avrebbe potuto
utilizzare lo stesso materiale raccolto per il film di Rosi ai fini di un servizio giornalistico.
La falsa ricostruzione del concetto riportata nel verbale era risultata poi inequivocabile
nel gi citato rapporto sulle ulteriori indagini, inviato alla magistratura il 17/11/1970 23, nel
quale, alla pagina 29 (nellambito del paragrafo relativo alla pista Mattei), era stato scritto:
...Circa le dichiarazioni sullargomento di Storani, Arisco, Flaccovio e Spatola, non si
rilevano in esse elementi di particolare interesse, essendosi gli stessi limitati a riferire di
essere a conoscenza del lavoro che stava svolgendo Mauro De Mauro;
Inoltre, nel pi volte citato rapporto del 17 novembre, alla pag. 33, era stato scritto che,
dopo tutte le indagini esperito in merito allargomento specifico: non emerso loggetto
del grosso colpo giornalistico che, nei giorni precedenti la sua scomparsa, il giornalista
aveva preannunciato e riteneva di poter realizzare. Oggetto che, allo stato delle indagini,
rimane fissato o delineato soltanto nellaffermazione di Junia De Mauro ...
Tale affermazione citata nel rapporto, oltre ad essere falsa rispetto ai testi De Simone,
Flaccovio e Galluzzo, assolutamente contraddittoria rispetto a quanto Franca De Mauro
aveva scritto alla pagina del 14/9/1970 in un pseudo-diario24 il cui originale, va sottolineato,
era ancora agli atti della Squadra Mobile di Palermo prima che il P.M. di Pavia ne
disponesse lacquisizione.
Con tale diario, composto da alcuni foglietti manoscritti, Franca De Mauro aveva
ricostruito le sue giornate precedenti al sequestro del padre. Per il citato giorno del 14/9 si
legge compere? - al mare con pap e Junia. A casa pap (dopo pranzo) dice che ha
scoperto una cosa importante riguardo al caso Mattei: con chi pass le ultime due ore (o
chi sapeva lorario della partenza)...
Ulteriore azione depistante nellambito del movente ENI/Mattei emerge dalle
dichiarazioni rese a questa P.G. da Angelo MANGANO25. Questi, nel 1970, era dirigente
della Polizia Criminale del Ministero dellInterno. Si era attivato per svolgere accertamenti
sul sequestro De Mauro. Lalto dirigente ministeriale ha riferito a questa P.G. che le
investigazioni da lui condotte, allepoca del sequestro, lo avevano portato a ritenere che
Mauro De Mauro era stato rapito ed ucciso per avere scoperto qualcosa di rilevante sulla
morte non accidentale di Mattei. Inoltre, partendo da fonti confidenziali, aveva inviato alla
Squadra Mobile di Palermo un appunto riservato, con il quale aveva attribuito la
responsabilit del sequestro allavvocato Vito Guarrasi, a Graziano Verzotto (indicati anche
quali responsabili della morte di Mattei), a Luciano Leggio e a Antonino Buttafuoco. Con
tale appunto Mangano aveva sollecitato la Squadra Mobile ad eseguire degli accertamenti
tendenti a verificare le confidenze ricevute su tali persone. In merito Mangano ha riferito
che ..queste ipotesi di investigazione non erano mai state prese in considerazione da
Palermo. ... poi risultato che il documento, che evidentemente era scottante per le persone
implicate, non era mai arrivato alla Squadra Mobile: almeno cos avevano detto alla
Questura di Palermo. ... Sul fatto che il documento era arrivato alla Squadra Mobile ne ho
certezza anche perch qualche giorno dopo linvio avevo telefonato ad un funzionario di

22
vds pag. 2840
23
vds allegato 159/124
24
vds pag. 3448
25
Verbale di s.i. rese il 26/9/1995, pag. 1610
quel reparto, credo che fosse Bruno CONTRADA ma sul punto non ho memoria certa, per
chiedere se avevano provveduto ad interrogare una persona indicata nel mio appunto. Il
funzionario aveva risposto evasivamente dicendomi che non avevano ancora avuto tempo e
confermandomi cos indirettamente che lappunto lo avevano ricevuto.
Sulle affermazioni del questore Mangano va precisato che il documento da lui
ricordato non stato trovato nel fascicolo della Squadra Mobile, attentamente visionato
presso la Questura di Palermo, ma stato rinvenuto solo il 29/10/1998 agli atti della
questura, in uno dei fascicoli dellinchiesta parallela. Inoltre, la persona indicata
nellappunto riservato26, tale Giuggi Brucato di Palermo (che aveva ricevuto delle
confidenze secondo le quali Guarrasi poteva essere responsabile del sequestro De Mauro),
non risulta essere mai stata effettivamente interrogata dalla polizia di Palermo.
In ultimo, si segnala il rapporto della Squadra Mobile di Palermo inviato alla
magistratura il 15/10/197427, riguardante, ancora, le indagini sulla scomparsa del giornalista
Mauro De Mauro. Con tale documento, facendo riferimento alle dichiarazioni rese in data
13/10/1974 dal giornalista Vittorio GERVASI28, si comunicava, con assoluta certezza, che il
movente del sequestro De Mauro era stato una sua inchiesta, condotta, proprio nellestate
del 1970, sulle esattorie e sui Salvo. Dopo tutto quanto stato detto sul possibile movente
ENI/MATTEI, appaiono assolutamente ridicole le dichiarazioni di Gervasi. Infatti la sua
testimonianza, oltre ad essere stata fornita quattro anni dopo il rapimento, era isolata e
contrastante con quanto riferito, in tempi non sospetti, dai familiari e dagli amici di De
Mauro. Eppure nel citato ultimo rapporto era stato riferito allA.G.: Altro particolare della
massima importanza quello che pu e deve ritenersi oramai acclarato che il grosso
colpo giornalistico che avrebbe fatto tremare mezza Italia si riferiva alla inchiesta fatta
dal De Mauro sulle Esattorie e sui Salvo.

Circa i depistaggi elencati, pare doveroso fare delle considerazioni per meglio
comprenderne la loro coerenza.
Quanto al verbale di NOTARIANNI del 29/9/1970, non si in grado di dire con
certezza cosa possa essere accaduto, poich in tale periodo tutta la questura era impegnata
con convinzione ad investigare nellambito della pista ENI/Mattei. Si pu semplicemente
ipotizzare che Notarianni, allepoca, non aveva riferito la circostanza a Bruno
CONTRADA.
Quanto agli altri depistaggi, non si pu non osservare che sono avvenuti dopo l11
novembre 1970, cio poco dopo lintervento del direttore del S.I.D. a Palermo.
La conferma definitiva alle argomentazioni esposte viene dalle dichiarazioni rese dal
maresciallo ZACCAGNI, il sottufficiale pi anziano ed esperto dellufficio politico nel
1970. Questi ha infatti riferito che: Dopo 40 giorni. o due mesi di cui ho accennato, la
nostra attivit era stata sospesa per espressa richiesta del questore. Questi ci aveva detto
che era sufficiente quello che avevamo fatto fino a quel momento, ci aveva chiesto di dargli
tutte le relazioni e gli accertamenti fatti, che costituivano un grosso malloppo di carta.
Da quel momento non ci siamo pi interessati del caso De Mauro. Quindi era arrivato il
blocco delle indagini ma, di pi, risulta essere sparito il documento riepilogativo sulle
responsabilit di Vito Guarrasi in ordine al sequestro di Mauro De Mauro. Di tale relazione
conclusiva, non trovata nei fascicoli recentemente consegnati dalla questura di Palermo, ne

26
vds pag. 1612
27
in allegato 159/115
28
in allegato 159/147
ha parlato lo stesso Zaccagni: Tali elementi erano stati infine raccolti in una relazione
conclusiva, da me predisposta ma non firmata. Ricordo che erano almeno 7- 8 pagine
scritte a macchina. Ritengo anche possibile che tale relazione, che riepilogava quanto
avevamo scoperto su Guarrasi, possa essere stata fatta sparire per interesse di qualcuno.

3.3.3.1. Conclusioni sui depistaggi ad opera della Polizia

Il quadro che emerge dalla composizione del mosaico composto da:


dinamica degli articoli di stampa e dichiarazioni dei giornalisti;
dichiarazioni di MANGANO, CONTRADA, ZACCAGNI, SALFI e VERZOTTO;
dichiarazioni dei magistrati FRATANTONIO e SAITO;
diario di Junia e dichiarazioni di Elda e Franca DE MAURO;
documenti rinvenuti nel corso della presente indagine,
si pu e si deve concludere che il questore LI DONNI, pochi giorni dopo il sequestro di
Mauro DE MAURO, oltre alle normali investigazioni condotte dalla Squadra Mobile che
puntavano decisamente sulla pista MATTEI, aveva avviato una indagine su Eugenio CEFIS
che aveva portato a Vito GUARRASI.
Tale indagine era stata ispirata dai socialisti (attraverso il capo della Polizia VICARI)
che in quel momento ambivano alla presidenza dellE.N.I. e, nel momento dellintervento
delle massime autorit politiche, era stata insabbiata dallo stesso LI DONNI a concreta
opera di tutta la questura di Palermo.

4. Le indagini attuali nellambito del movente ENI/MATTEI


Nel corso delle investigazioni condotte da questa Polizia Giudiziaria, sono emersi
ulteriori e significativi elementi che avvalorano il movente ENI nel sequestro De Mauro.
Tali nuovi elementi sono derivati dalla seguente attivit:

1. sono stati risentiti i familiari che, in maniera pi organica e prospetticamente pi


completa dato il tempo trascorso e le conoscenza acquisite, hanno fornito tutte le
informazioni in loro possesso sul rapimento e sugli avvenimenti successivi.
2. sono stati sentiti tutti i giornalisti che, a qualsivoglia titolo, si sono interessati della
scomparsa del loro collega e hanno pubblicato libri o articoli.
3. sono stati sentiti gli appartenenti alle forze di polizia e i magistrati che istituzionalmente
si sono interessati del rapimento.
4. sono stati acquisiti documenti ritenuti utili a chiarire lo svolgimento dei fatti.
5. sono state acquisite le dichiarazioni rese sullargomento dai collaboratori di giustizia.
6. sono state raccolte le importantissime dichiarazioni di Graziano Verzotto.
Le risultanze emerse non non lasciano margini di dubbio al fatto che Mauro De
Mauro era stato rapito ed ucciso perch aveva scoperto importanti elementi che
avrebbero consentito di stabilire che la morte del presidente Mattei era avvenuta, non a
seguito di un incidente, ma per volont di qualche potente personaggio istituzionale
italiano.
Infatti, posto che De Mauro era considerato da tutti un ottimo giornalista, cosa poteva
avere scoperto di cos importante che - secondo lui - avrebbe fatto tremare mezza Italia?
Le ipotesi di un traffico di droga o qualunque fatto di mafia locale si auto escludono. Del
resto, anche la possibilit che De Mauro avesse scoperto che Mattei era stato vittima di un
attentato non avrebbe, di per s stessa, fatto tremare la mezza Italia che, evidentemente, si
riferiva agli ambienti che contano.

4.1. le dichiarazioni dei familiari

Franca DE MAURO29: riconoscendo come suoi gli appunti manoscritti a forma di diario30
rinvenuti nel fascicolo della Squadra Mobile della Questura di Palermo, ha ricordato
come suo padre, il giorno 14 settembre 1970 (due giorni prima del sequestro), aveva
iniziato a raccontare a casa, dopo pranzo, di avere scoperto qualcosa di molto importante
sulla morte di Mattei, ucciso per una bomba messa sullaereo sul quale viaggiava. Tale
circostanza riferita da Franca risulta essere una novit per le indagini, non essendo
state mai verbalizzate le analoghe dichiarazioni rese pochi giorni dopo la
scomparsa del padre.
Franca ha inoltre ricordato il comportamento ambiguo tenuto dal colonnello Carlo
Alberto Dalla Chiesa il quale, a proposito della pista ENI/Mattei, la trattava come
sciocchezze delle quali noi eravamo ingiustificatamente infatuati.
Tullio DE MAURO, fratello di Mauro, sentito a verbale il 21 febbraio 199631, ha
confermato che la nipote Junia, oggi non pi in vita, le aveva raccontato che suo padre
aveva fatto cenno di avere trovato cose straordinarie, molto importanti, in relazione alle
quale centrava un presidente e che ci aveva relazione con la morte di Mattei.
Nella medesima circostanza Tullio ha dichiarato di avere appreso, a suo tempo, dalla
cognata Elda De Mauro, il contenuto delle frasi pronunciate dal colonnello Dalla
Chiesa sul delitto di Stato.
Elda DE MAURO: sentita a verbale il 27 maggio 199632, ha riferito che: verso le ore
12,15-12,30 del 14 settembre, mio marito usc dal giornale e, dopo essere passato da
casa per rinfrescarsi, si rec allE.M.S.. Rientr a casa verso le 15 e ci sedemmo tutti a
tavola. Dopo avere chiacchierato di vari argomenti, io chiesi a mio marito se aveva poi
visto VERZOTTO e come era andata. Ci fu una pausa, quasi a voler pesare le parole,
dopo di che Mauro disse: HO SAPUTO UNA COSA .... E disse ci con gravit, quasi
a voler dire: adesso vi faccio allibire. Fu almeno questa la netta impressione mia e
delle mie figlie. Suon quindi il campanello e, mentre io e mia figlia Franca ci alzavamo
per vedere chi fosse, mio marito continu: ... HO SAPUTO CHE IL PRESIDENTE... e
non ho pi sentito il seguito perch intanto io e mia figlia Franca ci eravamo
allontanate. A.D. Mio marito non si sarebbe mai riferito a VERZOTTO chiamandolo IL
PRESIDENTE, mentre sono assolutamente certa e glielo ripeto, che mio marito aveva
pronunciato quelle frasi subito dopo essere rientrato dalla visita a Verzotto e
rispondendo alla mia domanda volta a chiedergli come fosse andato lincontro. So che
dal 5 settembre avevano ripetutamente telefonato a casa sia ROSI che NOTARIANNI ...
cercando mio marito. Ma io avevo lincarico di dire che Mauro non era in casa. ...
Avevo anche chiesto a mio marito perch si faceva negare ed egli mi aveva risposto
dicendo che doveva ancora valutare se fare una cosa o laltra. Io non avevo allora
capito a cosa intendeva riferirsi mio marito n, per vero, gli avevo chiesto chiarimenti.
Solo successivamente ho compreso che probabilmente egli non aveva ancora deciso se
29
Verbale di s.i. rese il 29/2/1998, pag. 4565
30
vds pag. 3448
31
vds pag. 2381
32
vds pag. 2861
bruciare qualche sua scoperta con il film di Rosi o se utilizzare quel materiale per
prendere la libera docenza.
Junia DE MAURO: non stata sentita perch non pi in vita. I verbali delle sue
dichiarazioni peraltro non necessitano di ulteriori chiarimenti. Aveva tenuto un
diario sul quale aveva scritto gli avvenimenti delle giornate dal 16 settembre all11
33

novembre 1970. Tale diario era stato pubblicato, con diverse parti omesse, in
due puntate, dal settimanale Il Mondo il 3 e il 10 ottobre 1971.
Le parti in grassetto sono quelle non pubblicate e, secondo quanto riferito da Elda De
Mauro34, i tagli (riguardanti Vito Guarrasi) erano stati consigliati dal questore di
Palermo LI DONNI al fine di evitare possibili querele.

4.2. i colleghi giornalisti

Tutti i giornalisti che si erano occupati del sequestro De Mauro si sono definiti
convinti della validit della pista Mattei pur senza fornire concreti elementi di prova.
Convinzione basata sulle indiscrezioni e sul clima che si era creato negli ambienti della
Questura di Palermo nel corso delle prime indagini.
Fra tutti, i giornalisti che senza dubbio si sono occupati pi a fondo del caso sono
Pietro ZULLINO35 e Paolo PIETRONI36, entrambi redattori del settimanale Epoca al
tempo del sequestro De Mauro. Il loro lavoro di minuziosa ricerca e ricostruzione dei fatti
era stato trasfuso in due articoli per Epoca: il primo37, pubblicato il 21 marzo 1971,
mentre il secondo38 non era mai stato pubblicato per lintervento del direttore generale
periodici Mondadori (su sollecitazione della presidenza dellE.N.I.), andato appositamente
da Milano a Roma. Entrambi gli articoli, che proponevano lassoluta coerenza della pista
ENI/MATTEI scartando ogni altra possibilit, erano basati su diversi elementi di fatto sui
quali erano stati poi costruiti dei ragionamenti logico-deduttivi.
Quindi dai giornalisti non pervenuto alcun valido aiuto alle investigazioni, salvo che
le loro dichiarazioni hanno fornito la cronistoria delle indagini svolte dalla polizia
nellambito del movente che interessa. Di tanto si parler dettagliatamente ai successivi
6.2. e 6.3..

4.3. gli appartenenti alla p.g e alla magistratura inquirenti

Ulteriori indizi che irrobustiscono la pista ENI/Mattei sono le convinzioni personali


di chi - tra la magistratura e la polizia - avevano investigato sul sequestro di Mauro De
Mauro. Tali convinzioni si basano sulla presenza di significativi elementi conducenti a
tale pista sommati alla contestuale assenza di fatti legati ad altri moventi. Ci avrebbe
dovuto indurre gli inquirenti a privilegiare le indagini in tale direzione: cos era avvenuto
dopo larresto di Antonino Buttafuoco provocando, in un momento assolutamente decisivo
per la risoluzione del caso, lintervento del direttore dei Servizi italiani. Anche questultimo

33
vds da pag. 3011
34
vds verbali di acquisizione (24/6/1996) e di s.i. (25/6/1996), alle pagg. 3001-3002
35
Verbale di s.i. del 28/9/95, pag. 1659
36
Verbale di s.i. dell 1/4/96, pag. 2585
37
vds pag. 1670
38
vds all. 159/79
fatto va obiettivamente interpretato come ulteriore e significativo riscontro alla validit del
movente ENI/Mattei.
Il sostituto procuratore Ugo SAITO39, in merito alla attivit svolta dal suo ufficio, ha
riferito che: le indagini procedevano molto bene ... Era stata imboccata anche dalla
Procura e dallUfficio Istruzione (oltre che dalla Polizia), con decisione e convinzione la
c.d. pista Mattei; Dopo aver parlato del blocco delle indagini da parte dei Servizi
Segreti, Ugo Saito ha proseguito riferendo che: Noi con la Polizia ritenevamo infatti,
con assoluta certezza, che Mauro De Mauro era stato eliminato perch aveva scoperto
qualcosa di eccezionalmente rilevante relativamente alla morte di Enrico Mattei.
Il giudice istruttore Mario Fratantonio40, seppure con toni pi cauti - considerata, forse, la
diversa posizione ed attivit rispetto al P.M. -, ha ribadito la validit del movente indicato
da Ugo Saito. Ha infatti riferito che: la tesi investigativa portata avanti dai Carabinieri
di Palermo per spiegare la scomparsa di Mauro De Mauro, si dimostr rapidamente
inconsistente e fu anche per tale ragione che si cerc di potenziare la pista che al
momento pareva la pi credibile: quella seguita dalla Polizia quella che, attraverso
Buttafuoco, conduceva a Mattei. Quanto poi allintervento dei Servizi, anche Mario
Fratantonio ne ha riferito in maniera indiretta: Quando al Ministro Restivo succedette
come nuovo Ministro degli Interni lon. Andreotti e questi rese pubblica la sua intenzione
di aprire gli archivi dei servizi segreti, io - forse su suggerimento e comunque di
concerto con Boris Giuliano - scrissi al Ministro una lettera riservata che lo stesso
Giuliano recapit, per espressa mia richiesta, al ministero dellinterno, con la quale
chiedevo se i Servizi si erano occupati del caso De Mauro e, ove lavessero fatto, di
inviarmi i relativi atti. Ricevetti pi tardi risposta negativa dal capo di gabinetto.
Ricordo che io avevo avuto la netta percezione che nelle indagini De Mauro si fossero
intromessi i Servizi Segreti.
Il giudice per le indagini preliminari di Palermo, dott. Giacomo Conte, con propria
ordinanza dell8 aprile 199141, nel disporre nuove indagini sulla scomparsa di Mauro De
Mauro, aveva, in premessa, osservato che Tra le varie ipotesi formulate ed esaminate
nelle indagini sulla scomparsa di Mauro De Mauro, la pi aderente alle risultanze del
procedimento, quella che egli sia stato sequestrato ed ucciso in relazione allinchiesta
che stava conducendo sulla fine di Enrico Mattei ... Tale ipotesi presuppone che
lincidente aereo nel quale Enrico Mattei ha perso la vita sia stato causato da un
sabotaggio dellaereo o da una carica di esplosivo precedentemente collocata su di esso
... La suddetta ipotesi implica che almeno la direzione di provenienza dei mandanti
delleventuale omicidio di Enrico Mattei e del sequestro di persona di Mauro De Mauro
sarebbe la stessa.
Il commissario capo di P.S. Boris Giuliano era stato, almeno fino al momento
dellintervento del direttore dei Servizi a Palermo, il promotore, lanimatore delle
indagini sulla pista Mattei. Anche successivamente, al contrario della tesi ufficiale
segnalata dalla Questura allAutorit Giudiziaria (esattorie e Salvo), Giuliano era
fermamente convinto della validit del movente ENI/Mattei ed in particolare nutriva
sospetti sul possibile mandante di tale delitto. Infatti nel diario del giudice Rocco
CHINNICI42, alla data del 14/7/1981, risulta annotato: viene a trovarmi il marchese De
39
Verbale di s.i. del 19/2/98, pag. 4561
40
Verbale di s.i. del 20/2/1998, pag. 4598
41
vds. all. 159/56
42
vds pag. 4631 e all. 211
Seta; Dopo avermi raccontato delle sue vicende con lavvocato Guarrasi, mi fa presente
che costui intimo amico del senatore Emanuele Macaluso. Mi riferisce che alla galleria
darte la Tavolozza (il cui proprietario effettivo Renato Guttuso) si recava spesso il
dott. Boris Giuliano, il quale, in quella sede, parlando con Leonardo Sciascia e qualche
altro, si riteneva certo che il responsabile del sequestro De Mauro fosse proprio
Guarrasi.
In un articolo di Vittorio Nistic, allepoca direttore del quotidiano LOra di
Palermo presso il quale lavorava De Mauro, intitolato Assassini nella nebbia43, si trova
un riscontro indiretto alle affermazioni del marchese De Seta: Incontrai Giuliano
proprio qualche settimana fa in occasione di una inchiesta televisiva sulla scomparsa di
De Mauro, ed ebbi cos modo di raccogliere qualche sua confidenza. Sicuro della
validit del lavoro investigativo che aveva condotto, ne parlava con la passione di chi
viveva quel caso con la stessa intensit di sette anni prima, ma anche con la grinta
amara di chi aveva deciso di non gettare la spugna. c un uomo politico che andava
arrestato subito, se non altro per reticenza, mi disse ad un certo punto, con una forte
intonazione polemica, dalla quale mi sembr trasparisse una irritazione ancora viva per
le difficolt o gli ostacoli che lindirizzo delle sue indagini aveva presumibilmente
incontrato in qualche ambiente del potere.
Luomo politico a cui alludeva Giuliano non poteva che essere lavvocato Vito
Guarrasi o Graziano Verzotto, come riferito dallo stesso Nistic44, perch erano gli
unici personaggi politici sui quali si era indagato.
Nella circostanza non si pu non notare la straordinaria perspicacia dimostrata da
Vittorio Nistic alla luce delle odierne risultanze, a meno di non voler ipotizzare - e tanto
sar fatto - un coinvolgimento del direttore negli avvenimenti successivi al sequestro De
Mauro.
Il questore Nino Mendolia, allepoca dirigente della Squadra Mobile e superiore diretto di
Giuliano e Contrada, ha rilasciato a questa P.G. delle dichiarazioni45 che, pur reticenti e
ancora oggi coerenti con le disposizioni impartite dal direttore del S.I.D., confermano, sia
pure indirettamente, lipotesi in trattazione. Infatti ha riferito che: Nellambito delle
indagini sul sequestro De Mauro ho svolto attivit di coordinamento. ... Peraltro lo
stesso Questore Li Donni si interessava personalmente al caso, che era divenuto di
interesse nazionale. ... Le investigazioni condotte sul sequestro De Mauro purtroppo non
avevano dato alcun esito concreto. Non ho neanche una idea personale precisa sul
movente del sequestro. ... Personalmente con il Questore Li Donni ho sentito solamente
il sen. Graziano Verzotto e lavv. Vito Guarrasi ... Queste ... persone che ho citato
erano state sentite nellambito della pista Mattei: erano stati colloqui informali dei
quali non era stato fatto alcun verbale perch non cerano elementi di concreto
interesse.
Che Mendolia non avesse unidea personale del movente, alla luce di quanto detto e
di quanto si dir, dimostra che stato reticente.
Il commissario Giovanni Viviano, addetto alla Squadra Mobile fino al dicembre 1970. Si
era interessato degli aspetti tecnici delle registrazioni ambientali della polizia, riguardanti
Buttafuoco. Ha dichiarato46 che: Rammento che il convincimento di noi inquirenti della

43
vds pag. 4684
44
Verbale di s.i. rese il 25/03/1998, pag. 4649
45
Verbale di s.i. rese il 14/12/1995, pag. 2111
46
Verbale di s.i. rese l11/10/1996, pag. 3360
Polizia, a differenza dei Carabinieri, era che la scomparsa di Mauro De Mauro era da
ascrivere a qualcosa di correlato alla morte di Enrico Mattei ....
Il commissario capo Bruno Contrada, sentito dal P.M. di Pavia47ha dichiarato:
...successivamente venni a sapere che i due ufficiali avevano depositato nelle mani del
sostituto SAITO un rapporto conclusivo sul caso DE MAURO, inquadrando lepisodio in
una associazione per delinquere di stampo mafioso.... La nostra impressione fu che quel
rapporto fosse frutto di una decisione del colonello DALLA CHIESA, che noi non
ritenevamo peraltro fondata su ragioni investigative, perch ritenevamo con convinzione
che in quel momento, lunica pista conducente e che era opportuna seguire, era la c.d.
pista Mattei. Si trattava di una convinzione, non solo di noi funzionari della Squadra
Mobile, ma dello stesso questore, che anzi ne era il pi convinto assertore. Mi sembrava
assolutamente non aderente alla realt investigativa che De Mauro avesse potuto
scoprire qualcosa di mafia talmente grave da indurre lorganizzazione ad eliminarlo.
Non era infatti emerso alcun elemento che facesse ritenere valida lipotesi dei
Carabinieri ... La ferma convinzione da parte della Polizia e in particolare del Questore
di Palermo della fondatezza della pista MATTEI, indusse lo stesso questore ad
incaricare la squadra politica della Questura di Palermo di svolgere una complessa e
vasta azione informativa in ordine alla pista Mattei e precisamente al possibile
collegamento tra la morte di Mattei e la scomparsa di Mauro De Mauro... Nellufficio
politico furono formate diverse squadre, ciascuna incaricata di specifici accertamenti..
Si trattava di indagini parallele a quelle svolte dalla Squadra Mobile, i cui risultati io
non conosco... LI DONNI era fermamente convinto della bont della pista Mattei e del
coinvolgimento nella vicenda dellavvocato Vito Guarrasi.

4.4. i documenti acquisiti

La documentazione reperita nel corso delle attuali indagini pu essere suddivisa


rispetto alla provenienza: una prima fonte rappresentata dai fascicoli della polizia e dei
carabinieri e, pertanto, si tratta di documenti e notizie gi noti allepoca dei fatti, mai
utilizzati e, comunque, mai portati allattenzione, almeno ufficialmente, dellA.G..; Una
seconda fonte raggruppa gli atti che sono stati reperiti altrove e che rappresentano, quanto
meno apparentemente, una novit.
Il condizionale e luso della parola apparentemente dobbligo ove si consideri che
non risulta nella sua completezza lattivit di insabbiamento posta in essere da tutti gli
organi inquirenti. Pertanto, mentre sono stati accertati diversi occultamenti e la falsificazioni
di alcuni documenti importanti, non risulta fino a quale punto gli inquirenti siano stati a
conoscenza di altre fonti di prova per le quali non abbiano attivato le conseguenti e
doverose investigazioni.

4.4.1. premessa

Per poter correttamente interpretare ed apprezzare il valore dei documenti che saranno
elencati, necessario aver presente il contesto nel quale era maturato il sequestro del
giornalista, cos come risulta, in ipotesi, dalla attuali indagini. Infatti:

47
Verbale di s.i. rese il 14/10/1998, pag. 4877
Mauro De Mauro era stato sequestrato ed ucciso per avere scoperto chi erano i mandanti
del sabotaggio allaereo del presidente dellENI;
gli organi di polizia giudiziaria e dei Servizi avevano posto in essere unattivit diretta a
non consentire che emergesse tale verit;
la magistratura inquirente, forse solo per inerzia e comunque per non essere venuta a
conoscenza - almeno formalmente - di alcuni fatti importanti, non aveva svolto
doverosamente la propria attivit;
a livello politico si era scatenata una lotta di potere, a causa dellimminente scadenza
delle cariche della presidenza della Repubblica e della presidenza dellE.N.I., che aveva
visto in campo anche il sequestro De Mauro e la morte di Mattei come armi di ricatto.

E quindi stato ulteriormente accertato che Mauro De Mauro aveva ultimato il lavoro
commissionatogli dal regista Francesco Rosi, laveva raccolto in cartelle dattiloscritte e,
dopo aver parlato telefonicamente con Notarianni della Vides Cinematografica, si stava
accingendo a spedirlo a Roma o, forse, laveva mandato proprio il giorno del suo sequestro.
Di certo comunque tale lavoro ultimato non mai stato trovato dagli organi inquirenti,
mentre gli appunti manoscritti di De Mauro, trovati nel proprio ufficio presso il giornale,
non erano altro che lo stadio embrionale del lavoro stesso. Graziano Verzotto, allepoca
presidente dellEnte Minerario Siciliano, era stato lultimo ad avere parlato con Mauro De
Mauro. Sentito dal P.M. di Pavia48 ha dichiarato che: pochi giorni prima della sua
scomparsa - mi pare il 14 settembre 1970 - mi sono incontrato con Mauro De Mauro, come
ho gi dichiarato a suo tempo ai giudici di Palermo. ... aveva con s dei fogli di carta
dattiloscritti, che costituivano un copione del lavoro che gli era stato commissionato dal
regista Rosi e per il cui completamento egli chiedeva il mio ulteriore aiuto. ... Il copione
che De Mauro aveva con se e che egli mi aveva mostrato in occasione di quel fugace
incontro era composto da pi fogli ed aveva una struttura in forma di dialogo, con delle
introduzioni per presentare le diverse persone che si erano incontrate con il presidente
dellENI. Lo stato di avanzamento di tale lavoro era senzaltro pi progredito di quello
degli appunti manoscritti che lei mi mostra e che furono trovati nel cassetto della redazione
di cui abbiamo parlato.
Se vero - come pare - che De Mauro aveva terminato il suo lavoro per Rosi e se
vero - come appare - che gli organi di p.g. non avevano trovato tale lavoro e non ne
avevano messo al corrente lA.G., ci si trova di fronte ad una novit di rilevanza
eccezionale nellambito delle indagini, che accredita, in via definitiva, la validit del
movente ENI/Mattei nel sequestro De Mauro.

4.4.2. fascicolo della Squadra Mobile

Pur composto da numerosi faldoni, nel sottofascicolo intestato pista ENI vi sono
solamente pochi atti. E stato acquisito:
un appunto manoscritto e verbale dattiloscritto relativi alle dichiarazioni del libraio
Flavio Flaccovio, dei quali si gi detto nel 3.3.1.;
un appunto dattiloscritto datato 9/5/74, a firma di Boris Giuliano, contenente, fra laltro,
la seguente notizia: Il G.I. Istruttore il giorno 10 maggio alle ore 09,30 interrogher
Maniscalco Maria - via Villa Grazia 322 - in relazione alla circostanza della busta

48
Verbale di s.i. rese il 16/2/1996, pag. 2340
gialla in possesso del De Mauro il pomeriggio del 16 settembre 1970. Appare
indicativo che la circostanza della busta gialla sia data per conosciuta: conteneva forse i
documenti su Mattei? La polizia riteneva di si, come risulta da un appunto tratto
dallanalogo fascicolo dei carabinieri e indicato al successivo 4.4.3..

Da tale fascicolo sono stati inoltre acquisiti i seguenti atti, significativi nellambito
della pista ENI/Mattei:

appunto dattiloscritto49, verosimilmente predisposto da Giuliano, datato 20.9.1970,


contenente una sommaria descrizione dellevento, dei propositi investigativi e degli
accertamenti eseguiti fino a tale data. Al foglio 3 si legge: Allo stato sembra da
escludere: - che il De Mauro stesse conducendo una qualsiasi inchiesta giornalistica
sulla mafia o su singoli mafiosi. In proposito da oltre quattro mesi egli era stato
destinato allincarico di capo dei servizi sportivi regionali. - che vi fosse qualche
mafioso che in seguito o a causa dellattivit professionale del De Mauro avesse subito
particolare danno o pregiudizio con conseguente sorgere di odio ... - che il fatto possa
essere riconducibile a vicende sentimentali extraconiugali o a situazioni economico-
finanziarie di natura familiare;

4.4.3. fascicolo dei Carabinieri

Sebbene i Carabinieri non si fossero interessati della ricerca che De Mauro aveva
svolto su Mattei, si erano comunque tenuti informati sullattivit della Polizia in tale ambito.
Dal fascicolo sulle indagini esperite dai carabinieri, sono stati rinvenuti ed acquisiti i
seguenti documenti:

tre appunti manoscritti dal capitano Giuseppe RUSSO50. Nel primo scritto: Ufficio
Politico - cerca pure un plico a detta dei De Mauro ove forse aveva documenti - (ENI -
MATTEI ?) - VERZOTTO ex segretario di Mattei e partigiano con lui. B. 25/9/70.
Linterpretazione di tale appunto appare semplice: Bruno Contrada (?) il 25/9/70 aveva
riferito a Russo che lufficio politico stava cercando una busta contenente dei
documenti, forse su Mattei e lENI; Verzotto era stato associato a tale notizia. Il plico
cercato dalla polizia potrebbe essere proprio il copione di cui ha riferito Verzotto;
appunto dattiloscritto datato 16 ottobre 197051 (tre giorni prima dellarresto di
Buttafuoco), contenente informazioni sulloperato della polizia (nellambito della pista
ENI/Mattei), nonch diversi altri appunti, sempre riguardanti lattivit della polizia, tutti
rilevanti perch conducenti a Vito Guarrasi quale possibile mandante nel sequestro De
Mauro: di tali documenti si riferir nel successivo 4.6..

4.4.4. fascicoli della questura di Palermo

Solo in data 29 ottobre 1998, dopo che Contrada ha riferito delle indagini parallele
svolte dallufficio politico nellambito della pista ENI/Mattei, a seguito di mirata ricerca
sono stati acquisiti dalla questura di Palermo i cinque fascicoli dei quali si gi detto.
49
vds pag. 3455
50
vds pag. 2749 del fasc. 181/94/44, fotocopiati e raccolti in ununica pagina
51
vds pag. 2767
Tali fascicoli sono rilevanti perch dimostrano lesistenza dellinchiesta parallela e
perch contengono alcuni riscontri importanti e dei quali si dir nellambito dei rispettivi
paragrafi di interesse.

4.4.5. lavvocato Giuseppe Lupis e la memoria di parte civile

Il 2 maggio 1972 Elda e Junia De Mauro avevano firmato un procura speciale con la
quale avevano conferito allavvocato Giuseppe Lupis, del foro di Locri (RC) ma con studio
a Messina, lincarico di costituzione di parte civile nel procedimento penale instauratosi a
seguito della scomparsa di Mauro De Mauro. Tale procura speciale52 era stata depositata
presso il Tribunale di Palermo ed presente nel relativo fascicolo processuale.
Tale avvocato era stato proposto e presentato alla famiglia De Mauro dal giornalista
Pietro Zullino, cos come riferito da Elda De Mauro53 e dallo stesso Lupis54. Questi
comunque aveva offerto gratuitamente le sue prestazioni alla famiglia De Mauro, lasciando
intendere di essere a conoscenza di cose importanti sia su Enrico Mattei che sulla
scomparsa del loro congiunto.
Sul conto dellavvocato Giuseppe Lupis sono state raccolte le seguenti informazioni:

Elda De Mauro55: ho incontrato lavvocato Lupis un paio di volte dopo che mi venne
presentato e proposto da Pietro Zullino. Fu proprio Pietro Zullino, infatti, a dirmi che
avrei fatto bene ad avvalermi dei servigi dellavv. Lupis, suo conoscente, facendomi
anche implicitamente capire che non avrei assolutamente dovuto preoccuparmi per la
parte finanziaria. Lavvocato Lupis, infatti, non mi ha mai chiesto denaro, neanche per
le spese che egli avrebbe dovuto necessariamente sostenere. ... Prendo atto che lei mi
mostra la memoria a firma Giuseppe Lupis del 10 luglio 1972: non lavevo mai vista,
non ne ho mai sentito parlare e neanche il giudice Fratantonio me ne aveva fatto cenno.
Il giudice Fratantonio, infatti, mi informava di ogni minimo sviluppo delle indagini. Egli
veniva a casa almeno due o tre volte la settimana per verificare assieme a me gli
elementi che via via acquisiva.
Pietroni Paolo56: A.D. lavvocato Lupis mi pare che fosse uno degli informatori di
Zullino e credo che egli fosse in qualche modo legato ai servizi segreti.
Franca De Mauro57: Noi non conoscevamo Lupis, egli si present a casa nostra in un
momento che non so situare con precisione nel tempo ... Io ebbi limpressione che egli si
vantasse di essere a conoscenza dei segreti della massoneria e che per questa via poteva
ottenere informazioni da Buttafuoco, che si diceva essere massone. A me Lupis non era
piaciuto anche se si era trattato di una sensazione epidermica: mi pareva ambiguo e
avevo limpressione che volesse trarre da noi delle informazioni da utilizzare per suoi
scopi. ... Leggo oggi per la prima volta una memoria istruttoria datata 10 luglio 1972 a
firma di Giuseppe Lupis. Non ho mai avuto conoscenza delle circostanze articolate in
tale memoria e limpressione che ho tratto oggi, leggendola, stata quasi di una
minaccia diretta allavvocato Guarrasi. Mi parso quasi come se il destinatario di
52
vds all. 159/112-113
53
Verbale di s.i. rese il 27/5/96, pag. 2861
54
Verbale di s.i. rese il 6/3/97, pag. 4006
55
Verbale di s.i. rese il 27/5/96, pag. 2861
56
Verbale di s.i. rese il 1/4/95, pag. 2585
57
Verbale di s.i. rese il 19/2/98, pag. 4565
quella memoria fosse lavvocato Guarrasi. Tale scritto mi pare infatti drammaticamente
ricattatorio.
Pietro Zullino, in data 3 giugno 1974, aveva spedito una lettera58 al G.I. Mario
Fratantonio con la quale gli aveva trasmesso copia di vario materiale cartaceo raccolto
con Pietroni e Nese comprendente, fra laltro, un appunto sullo Stato delle nostre
ricerche sulle cause della scomparsa del giornalista Mauro De Mauro al 16 giugno
197159. Tale documento tratta il recupero del nastro contenente la registrazione
dellultimo discorso di Mattei a Gagliano Castelferrato, tenuto presso la locale sala
cinematografica gestita dal signor Domenico Puleo. Vi si legge: Noi (Zullino, Pietroni e
Nese) abbiamo recuperato presso il signor Puleo detta registrazione domenica 8 giugno,
nel seguente modo: Si sono recati per nostro conto a Gagliano, da Reggio Calabria,
lavv. Giuseppe Lupis e il tenente dei CC. Mimmo Barillari, suo amico, in forza presso la
tenenza di Villa S. Giovanni ... Durante lascolto, lavv. Lupis ha a sua volta registrato il
contenuto del nastro con un micromagnetofono nascosta in una tasca interna del suo
giubbotto ...
Lattuale tenente colonnello dei CC Domenico Barillari60, pur confermando di essere
amico di Lupis perch compagno di studi dal liceo alluniversit, ha invece dichiarato di
non essersi mai attivamente interessato ai casi Mattei/De Mauro.
Il signor Domenico Puleo61 nel merito ha confermato quanto scritto nellappunto di
Zullino/Pietroni/Nese dichiarando: Alcuni anni dopo (il 1962) vennero due signori che
volevano comprare il nastro e mi chiesero di sentire prima il contenuto della cassetta per
apprezzarne le qualit sonore. Questi signori di nascosto me lo registrarono.
Giuseppe Lupis62: Sono stato difensore di parte civile di Elda e Junia De Mauro nel
processo contro Antonino Buttafuoco, presso lufficio istruzione del Tribunale di
Palermo. Ricordo che in quegli anni io vivevo molto tempo a Roma e frequentavo molti
giornalisti cos come persone appartenenti ad organi istituzionali dello Stato, nei diversi
ambienti politici e culturali di Roma. Non era, inoltre, infrequente che alcuni di questi
facessero anche parte dei servizi di sicurezza ed in particolare del S.I.D.. Mi fu anche
chiesto, non ricordo da chi, di svolgere attivit di collaborazione con il S.I.D., in
maniera organica, con retribuzione per informazioni periodiche, ma non se ne fece
niente ... Conobbi, tra gli altri, due giornalisti della redazione romana di Epoca:
Pietro Zullino e Paolo Pietroni, che mi presentarono alla Elda e Junia De Mauro. ... Non
ho mai chiesto alcun compenso poich ritenevo tale incarico di per s appagante per la
mia professione ... Poco tempo dopo (la costituzione di parte civile) depositai, sempre
nel medesimo ufficio, una memoria con la quale chiedevo al magistrato di svolgere una
serie di attivit istruttorie. Tali richieste istruttorie erano state da me formulate sulla
scorta di una serie di informazioni che avevo ricevuto dalla lettura di vari libri ed
articoli di stampa, tra i quali, soprattutto, un libro di Riccardo De Santis e da
chiacchierate con i frequentatori degli ambienti di cui le ho gi parlato, tra i quali
ricordo, in particolare, Nicola Falde, allepoca mi pare maggiore dellArma in servizio
al S.I.D. ... Nicola Falde era informato di tutto ci che avveniva in Italia e con lui

58
vds all. 159/2
59
vds all. 159/81
60
Verbale di s.i. rese il 6/3/97, pag. 4005
61
Verbale di s.i. rese l8/5/96, pag. 2714
62
Verbale di s.i. rese il 6/3/97, pag. 4006
ricordo anche che si era parlato sia del caso Mattei che della scomparsa di Mauro De
Mauro ...
La presentazione dellavv. Giuseppe Lupis stata necessaria per poter accedere al
seguente discorso sulla memoria di parte civile di cui si accennato e per dimostrare il
suo attivo interessamento ai casi Mattei/De Mauro. Ma per conto di chi? Non certo della
parte civile che rappresentava.
Il 28 settembre 1995 il P.M. di Pavia aveva incontrato Pietro Zullino a Roma, per
escuterlo quale persona informata sui fatti. Al termine del relativo atto il giornalista aveva
informalmente consegnato al magistrato dei documenti inerenti il caso De Mauro. Fra
questi vi era pure una memoria di parte civile con richiesta di esecuzione di atti istruttori 63,
diretta al giudice istruttore presso il Tribunale di Palermo che stava indagando sul rapimento
De Mauro. Tale memoria, datata 10 luglio 1972 e firmata dallavvocato Giuseppe Lupis,
non risulta essere presente nel relativo incarto processuale del Tribunale di Palermo. Il dott.
Mario Fratantonio64, al quale era diretta, ha riferito: Prendo visione e leggo fotocopia di
una memoria istruttoria nellinteresse delle parti civili Elda e Junia De Mauro, datata
10/7/72 e firmata dallavv. Giuseppe Lupis: non lho mai letta prima e anzi le aggiungo che
se lavessi letta mi sarei senzaltro attivato per accertare la fondatezza e approfondire le
questioni articolate in tale memoria.
La richiesta formulata dallavv. Lupis era diretta a sollecitare il G.I. dott. Fratantonio
ad escutere, previo mandato di comparizione, Vito Guarrasi e Graziano Verzotto per
chiarire una serie di fatti e circostanze che De Mauro avrebbe accertato nel corso del suo
lavoro per conto del regista Francesco Rosi. Il documento, completamente incentrato sulla
pista ENI/Mattei, attribuiva conoscenza - e quindi responsabilit - da parte di Cefis,
Verzotto e Guarrasi sulla morte non accidentale del presidente dellENI Mattei.
La rilevanza di tale memoria data dal fatto che tutte le notizie ivi contenute sono
risultate - nellambito delle attuali indagini sulla morte di Enrico Mattei - fondate o
comunque non contrastanti con quanto finora accertato. Alcuni fatti sono una vera e propria
novit rispetto alle conoscenze ufficiali dellepoca come, ad esempio, la circostanza che
Mattei era sceso in Sicilia con entrambi gli aerei gemelli Morane Saulnier 760 a
disposizione della presidenza dellENI. Se ne deve dedurre, ma lo stesso Lupis a
confermarlo, che le notizie indicate nella memoria istruttoria erano state attinte da ambienti
bene informati quali quelli dei servizi segreti. E se vero - come pare pi probabile alla luce
di quanto detto precedentemente - che il documento non era mai stato depositato presso
lufficio istruzione del Tribunale di Palermo, lipotesi che fosse stato formato con lo scopo
di ricattare Vito Guarrasi ed Eugenio Cefis assume una certa consistenza. In ogni caso, ci
che in questa sede risulta essere importante nel documento, laccostamento della morte di
Enrico Mattei al rapimento di Mauro De Mauro.
In conclusione, si deve ragionevolmente ritenere che le figure dellavv. Lupis e del
giornalista Pietro Zullino (che lo aveva introdotto in casa De Mauro e che deteneva una
copia della memoria) siano importanti per comprendere ed accertare la cronologia degli
eventi. Lavvocato Lupis, in tandem con Zullino, aveva sostenuto delle spese per indagare
sulla morte di Mattei, con risultati apprezzabili dei quali, per, aveva tenuto alloscuro le
persone da lui rappresentate nonch il magistrato inquirente. Inoltre parte di tali risultati

63
vds pagg. 4008-4015
64
Verbale di s.i. rese il 20/2/98, pag. 4598
erano poi confluiti nel secondo articolo predisposto per essere pubblicato su Epoca e mai
uscito, cos come riferito dallo stesso Pietro Zullino65.
Ci si deve quindi chiedere per conto di chi due avevano lavorato, chi aveva coperto le
spese e quali reazioni aveva provocato la memoria di Lupis e larticolo giornalistico di
Zullino, posto - in maniera controversa - allattenzione di Eugenio Cefis prima della
pubblicazione.

4.4.6. il giornale Le Ore della settimana

Preliminarmente utile ricordare la vicenda del tributarista Antonino Buttafuco,


arrestato il 19 ottobre 1970 nellambito delle indagini sulla pista ENI/Mattei, sulla base
dei seguenti fatti, tratti direttamente dal diario tenuto da Junia De Mauro66, che pare il
documento pi attendibile tra tutti quelli prodotti, anche dalle autorit inquirenti:
GIOVED 17 (settembre 1970) - ... N radio, n giornali, n TV avevano dato la
notizia, quando alle 21 telefon Buttafuoco chiedendo se ci fossero novit; rispose
Franca. Non ce ne erano, e riappese.
DOMENICA 20 - ... La sera, alle 21, al telefono rispondo io. E Buttafuoco, ma non
vuole notizie, vuole parlare a mamma. ... Lui insiste nel volerle parlare. ... non son cose
da dire a te, e per telefono. Di alla mamma che ho cose importanti da dirle, e avvertila
che sar da voi tra dieci minuti. Del fatto erano stati informati subito i commissari
Contrada e Giuliano che avevano consigliato di riceverlo. Lincontro era avvenuto nello
studio di Mauro De Mauro alla sola presenza di Elda e Tullio De Mauro. Il colloquio era
stato cos ricostruito: ... aveva detto Non sono venuto per confortarvi, ma per esporre
la situazione reale: Mauro non stato attento. Comunque ora ci sono qua io. ... Prima
di tutto vuol sapere se mamma a conoscenza di qualche notizia utile sul sequestro di
mio padre. Poi chiede chi della Polizia o di noi abbia toccato fra le sue carte e se stato
trovato qualcosa. Quindi inizia ad elencare una serie di possibili moventi del sequestro,
scartandoli immediatamente, senza dare motivazioni. Agrigento, no. Droga, no. Mafia,
no. Caso Tandoj, no. ENI senza interrogativi, senza negazioni. Cavaliere, perch dice
Eni? chiese Tullio. Cos lho letto sui giornali quindi ... avverte che Mauro star
via qualche giorno ... continu dicendo di stare tranquilli, di attendere sue notizie, che
lui non sarebbe pi venuto a casa nostra perch ora cera troppa polizia (Sebbene a me
non potranno mai fare niente).
MARTEDI 22 - ... La sera, verso le 22, telefona Buttafuoco; anche lui parla in cifra ma
non dietro nostra richiesta. Aveva letto la pratica e i documenti sul nostro affare; cera
stata qualche difficolt, ma grazie allaiuto di esperti, la lettura alla fine gli era
riuscita chiara. Le cose stavano proprio come lui aveva previsto, aggiunse, un medico
sarebbe venuto da fuori per visitare il malato, e soltanto dopo la visita si sarebbe
potuto concludere laffare. Dovevamo star certi del buon esito della faccenda al 98,99 %
lui sarebbe andato fuori - sempre per il nostro affare - e si sarebbe fatto sentire entro
due o tre giorni.
SABATO 26 - Con la posta della mattina arriv al giornale una busta, contenente un
breve tratto di nastro magnetico. ... il messaggio diceva Il De Mauro vivo, non gli
facciamo del male, vogliamo solo chiacchierargli bene. ... Passata la mezzanotte

65
Verbale di s.i. rese il 28/9/95, pag. 1659
66
vds da pag. 3011
legale ci giunse la telefonata di Buttafuoco. Disse di chiamare da fuori. ... e chiese
subito se avessimo ricevuto qualche messaggio. Tullio rispose che erano arrivate le
solite lettere anonime, ma Buttafuoco precis messaggi orali, verbali. Nellincertezza,
Tullio rispose, interrogativamente, un nastro?, Esatto esclam il cavaliere.
Riconferm la sua certezza al 99% circa del buon esito del nostro affare.
MARTEDI 29 - ... Tullio si reca allappuntamento (nello studio di Buttafuoco). ...
Dopo diversi discorsi a bruciapelo chiese se avessimo pi trovato la lettera del
barbiere67. Tullio, stupitissimo e preso alla sprovvista, risponde subito di no e chiede di
che si tratti68. Buttafuoco risponde evasivamente, dopo essersi assicurato della sincerit
di Tullio, che si trattava di una sciocchezza, un appunto preso in calce ad una lettera ...
Domanda subito dopo cosa noi pensiamo della pista ENI. Mio zio risponde che, a noi
familiari, in quel momento pareva lipotesi pi valida e Buttafuoco senza lasciarlo
proseguire chiede E Mauro allora, a chi della famiglia ha eventualmente fatto i nomi
dei responsabili della morte di Mattei? A questo Tullio non pot rispondere, ma non gli
disse di quel qualcosa che pap mi aveva detto e che non riuscivo a ricordare. ...
Quindi, spontaneamente, fece (Buttafuoco) unipotetica ricostruzione del movente del
sequestro, precisando che avrebbe usato i nomi dei presenti a mo desempio: Nino
Buttafuoco dice una cosa a Mauro. Mauro fa capire a un altro di sapere questa cosa.
Questo fa rapire Mauro per sapere cosa Nino Buttafuoco gli abbia detto, e per mettere
paura a Nino Buttafuoco. Ribad che quellesempio, nomi a parte, rispecchiava la
realt.
MERCOLEDI 30 - La mattina stessa mamma ad andare allo studio di Buttafuoco. Il
ragioniere tranquillizza Elda De Mauro. Parla del sequestro. Chiede copia del nastro e
della busta entro il quale era inserito. Fornisce ad Elda un numero telefonico segreto (in
realt riservato, cio non inserito in elenco). Aggiunge che bisognava restare ottimisti
perch quelli volevano solo accertare cosa mio padre realmente sapesse
interrogandolo per molti giorni. Domand ancora se tra le carte di pap si fosse trovato
qualcosa di interessante, e vuol sapere che tipo di domande ci facessero i funzionari di
polizia. (non interessava quindi lattivit dei Carabinieri)
VENERDI 2 ottobre - ... si decise che mamma avrebbe telefonato a Buttafuoco alle
otto e mezza, per fissargli un appuntamento in studio. Ma Buttafuoco preferisce
incontrarla allaperto. Le ricorda di portare manoscritti recenti di pap (per confrontare
le grafie) e il nastro con la busta. Elda, giunta allappuntamento, era stata
accompagnata da Buttafuoco fino allinterno della sua abitazione. Li mamma ripet che
non intendeva essere confortata e di non avere, in questo caso, bisogno di lui. Buttafuoco
neg ancora decisamente dagire per un simile motivo ... Ricord allora le 98
probabilit a nostro favore, e disse di lasciare allENI le ultime due.
DOMENICA 4 ottobre - Alle 9,45 telefona Buttafuoco, fissando a mamma un
appuntamento al solito posto, tre ore prima dellultima volta, ossia nella sua casa alle
15. Mamma giunge allappuntamento e trova il cavaliere turbato da un margine di
67
Le indagini sui movimenti di De Mauro nel giorno del sequestro avevano permesso di accertare che nel
pomeriggio, dopo essere uscito dal giornale, era entrato brevemente dal barbiere ed era stato notato con
una busta di tipo commerciale inserita in un giornale piegato. Tale busta, che non era stata trovata in
macchina, potrebbe avere contenuto il lavoro ultimato per conto di Rosi e, comunque, potevano esserci
stati i documenti su ENI/Mattei che il cap. Russo aveva indicato nei suoi appunti come cercati
dallufficio politico della Questura.
68
Quindi Buttafuoco era a conoscenza di accertamenti riservati della polizia di cui nemmeno i familiari
sapevano ancora nulla.
incertezza che non gli permette di stabilire con certezza che lautore del messaggio mio
padre ... Ribad che le 99 buone probabilit le dettava la scienza e non il cuore,
aggiungendo perch Mauro si fatto scaltro e ora pesa bene le parole. Rimprover a
mamma davere detto alla radio, durante unintervista, che pap le diceva sempre
tutto.
MARTEDI 6 ottobre - Alle dodici e un quarto precise, presi la telefonata di un
esultante Buttafuoco che quasi gridava va tutto bene! Di alla mamma che va tutto bene
... Aspetto la mamma a casa di Pina quattro ore prima della penultima volta = a casa
sua alle 16. ... Buttafuoco dice chiaramente Lei signora deve farsi ricevere dal
questore. Si faccia ricevere in colloquio privato - glielo conceder senzaltro - e si faccia
dare tutti i nomi su cui stanno indagando, chieda di tutti gli elementi di cui dispongono
in questindagine. Faccia presente che lei una pedina importante, e un nome che a loro
non dice niente, faccia capire che invece a lei pu dire molte cose ... invece verr a dire
tutto a me. ... Vada anche dai carabinieri, cos non sinsospettiscono, ma dalla polizia
che si deve far dare nomi, fatti, notizie, tutto ci che sanno su questo caso. Poi venga e
mi riferisca tutto. Il pomeriggio, mamma e Tullio, insieme al questore, Mendolia,
Contrada e Giuliano, concordano di dargli nomi di scarsa importanza.

Avvenuto ci, Buttafuoco, evidentemente per avere esaurito il suo compito, si era
allontanato bruscamente dalla famiglia De Mauro. Ma vi unultima e importante
annotazione nel diario riguardante il tributarista:

DOMENICA 11 ottobre - ... in una telefonata intercettata dalla polizia, Buttafuoco,


placando i timori di un misterioso interlocutore (no, dica agli amici di Trapani di stare
tranquilli: non ci fu ammazzata per il giornalista) gli aveva annunciato per marted un
incontro importante riguardo allaffare di mio padre.

La cronologia degli eventi permette di avanzare le seguenti ipotesi e, cio, che


Antonino Buttafuoco:

effettivamente era stato coinvolto quanto meno nei fatti seguenti al sequestro;
aveva ricevuto incarico dal mandante del rapimento di cercare i documenti riguardanti
lENI e Mattei tra le carte del giornalista e di cercare di capire cosa i familiari sapessero
della ricerca che Mauro De Mauro aveva svolto per conto del regista Francesco Rosi;
De Mauro non era stato immediatamente ucciso ma interrogato dai rapitori per fargli dire
cosa aveva scoperto sulla morte di Mattei e, soprattutto, se aveva dei documenti
compromettenti e dove;
inizialmente non era stata prevista la morte del giornalista ma nel corso o a seguito
dellesito degli interrogatori era stato ucciso;
Buttafuoco aveva cercato di ottenere la totale fiducia dei familiari di De Mauro
raccontando loro parte della verit e montando la storia del nastro, per indurli a
considerarlo importante per la sorte del giornalista, e per conoscere le notizie sulla pista
ENI/Mattei nonch i movimenti della polizia in tale ambito.

Tutto ci premesso, anche la vicenda del settimanale Le Ore, che pare strettamente
legata alla detenzione di Antonino Buttafuoco, si inquadra nellambito di una attivit
ricattatoria basata su conoscenze e possibili rivelazioni sulle circostanze riguardanti
luccisione di Enrico Mattei. E questo, probabilmente, al fine di sollecitare chi di dovere
ad attivarsi per fare uscire Buttafuoco dal carcere e dallintricata storia. Infatti, il 20
novembre 1970 Ugo Moretti, direttore del giornale, aveva presentato alla Procura della
Repubblica di Milano una denuncia contro ignoti per lomicidio in danno di Enrico Mattei,
Irnerio Bertuzzi e William Mc Hale. La denuncia era stata trasmessa, il successivo 25
novembre, alla Procura della Repubblica di Pavia per competenza69. Sul numero 3 della
medesima rivista, che aveva quindi iniziato le pubblicazioni tra la prima e la seconda
settimana del novembre 1970, era comparso un articolo titolato sulla copertina: ECCO LE
PROVE DEL DELITTO - OMICIDIO! - DENUNCIATI ALLA PROCURA GLI
ASSASSINI DI MATTEI70.
Larticolo in realt non conteneva concretamente le prove dellomicidio Mattei, n
alcuna novit di rilievo. Lunica anomalia riscontrabile nel testo era che si dava per
scontato, al contrario delle cronache e degli accertamenti ufficiali, che Mattei il 26 ottobre
1962 si era recato a Palermo per partecipare a una riunione segreta. E ci porta direttamente
a Vito Guarrasi, indicato dalle cronache giornalistiche come il mandante del sequestro, il
quale ha dichiarato ai magistrati71 e giornalisti72 di non avere incontrato Mattei nel suo
ultimo viaggio perch questi non era stato a Palermo, contrariamente alle risultanze delle
attuali indagini.
Per tornare al giornale Le Ore della settimana - e alla connessione di tale articolo
con Buttafuoco - va detto che era stato fondato, e ne era redattore capo, da Massimo
Balletti73, ovvero il genero del tributarista.
Dopo la pubblicazione del predetto articolo su Mattei, in data 5 gennaio 1971,
Antonino Buttafuoco era stato scarcerato e successivamente, con sentenza dellUfficio
Istruzione del Tribunale di Palermo (dr. G. Miccich) datata 11/1/198374, era stato
prosciolto per non avere commesso il fatto.
Tale sentenza di primo grado, intervenuta ben 13 anni dopo larresto e con la formula
pi ampia, si commenta da sola alla luce degli elementi a carico.
Si deve quindi concludere che i forti poteri intervenuti per insabbiare le indagini
erano stati sollecitati, con larticolo apparso su Le Ore della settimana, ad attivarsi
anche per Buttafuoco, con esito assolutamente positivo. Va da s che quanto appena
esposto rafforza ulteriormente il movente ENI nel sequestro di Mauro De Mauro e,
conseguentemente, lipotesi delittuosa nella morte di Enrico Mattei.

4.5. le assenze

Fino a questo punto sono state indicate le presenze di numerosi elementi e


documenti riconducibili al movente ENI/Mattei nel sequestro di Mauro De Mauro. Nel
corso delle attuali indagini sono state per rilevate delle assenze, cio la mancanza di
documenti e di elementi - alcuni sottratti o mai consegnati - che confortano ulteriormente la
pi volte citata pista ENI.

69
vds da pag. 343
70
vds dalla pag. 4708
71
vds all. 159/95 (verbale di interrogatorio del 9/6/71) e Verbale di s.i. rese il 10/5/96, pag. 2725
72
vds trascrizione sua intervista registrata da Pietroni, pag. 1463.
73
Verbale di s.i. rese il 22/2/96, pag. 2390
74
vds all. 159/26
Le assenze sono state rilevate presso tutti gli uffici che si sono interessati del caso
De Mauro e sono costituite essenzialmente dalla mancanza di riferimenti, notizie e
documenti ricollegabili alle prime e pi importanti indagini esperite dalla questura di
Palermo nellambito del movente ENI/Mattei.
Anche le dichiarazioni sullargomento dei c.d. collaboratori di giustizia si possono
inserire nellambito del presente paragrafo.

4.5.1. ministero dellinterno


Il ministero dellinterno e il dipartimento della P.S. - direzione centrale della polizia di
prevenzione (ex UCIGOS) - hanno fornito tutta la documentazione in possesso su Mattei e
De Mauro.
La direzione centrale della polizia di prevenzione ha ereditato larchivio della
soppressa Divisione Affari Riservati. Sono stati acquisiti , in copia, i seguenti fascicoli:

Enrico MATTEI75: vi una relazione riservata76, presumibilmente dellufficio perch


priva di intestazioni, sul conto di Eugenio CEFIS quale possibile candidato per assumere
la guida del vertice dellENI. Vi inoltre una lettera riservata della questura di Milano 77
datata 21/11/70, avente per oggetto: On.le Ing. Enrico Mattei - Decesso per incidente
aviatorio a Bascap (PV) il 27/10/1962, che tratta del sequestro De Mauro connesso
con il presunto omicidio di Mattei, in relazione al libro Lassassinio di Mattei di Bellini
e Previdi, pubblicato i primi mesi del 1970. Il documento conclude per che: Si ha
tuttavia limpressione, confortata da talune indiscrezioni, che la campagna di stampa,
peraltro alquanto attenuatasi in questi ultimi giorni, fosse soprattutto una manovra
politica tendente a screditare, da una parte, lon Fanfani, presidente del consiglio
allepoca della disgrazia di Mattei, e, dallaltra, il massimo esponente dellENI, Eugenio
Cefis.
Sostanzialmente quindi, nel fascicolo intestato a Mattei non c nessuna notizia
concreta sul disastro aereo del 27/10/62. Lunico documento esistente che tratta,
indirettamente, la morte di Mattei viene sminuito nella parte finale. Tale conclusione
potrebbe essere non priva di una sua logica ma ci che importa il fatto che non era stato
eseguito il doveroso approfondimento, in negativo o in positivo, sulle gravissime accuse
utilizzate per la campagna di stampa.
Vito GUARRASI78: contiene copia di una relazione riservata79 della Questura di Palermo
sul suo conto, inviata - a richiesta - al presidente della commissione parlamentare
antimafia. Tale rapporto informativo non fa alcun cenno delle connessioni, rilevate
proprio dalla Squadra Mobile di Palermo, tra Guarrasi, Buttafuoco e il sequestro di
Mauro De Mauro.

75
vds pag. 3057
76
vds pag. 3064
77
vds pag. 3069
78
vds pag. 3092
79
vds da pag. 3097
Mauro De Mauro80: contiene diverse notizie ed atti riguardanti il sequestro ma nulla che si
riferisca alle indagini svolte. Vi sono diverse interrogazioni parlamentari con schemi di
risposta. Solamente linterrogazione dellon. Macaluso81, in stretti rapporti con Vito
Guarrasi, assume rilievo nellottica generale. Infatti, il deputato aveva chiesto ai ministri
dellinterno e di grazia e giustizia di sapere se rispondeva al vero che: le autorit che
conducono le indagini sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro avrebbero
preso in considerazione la possibilit di collegare la scomparsa del giornalista alle
ricerche che stava compiendo sulla morte dellingegnere Enrico Mattei. La presa in
considerazione di questa traccia fa presumere che le autorit inquirenti abbiano
elementi tali da considerare la morte dellingegnere Mattei un delitto che ancora oggi
qualcuno cerca di coprire. Linterrogante chiede di sapere quindi quali sono questi
elementi e se sar riaperta unistruttoria sulla morte dellingegnere Mattei.... Lo
schema di risposta del ministero dellinterno82 aveva rassicurato linterrogante che: Nel
corso delle indagini per la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro gli organi della
polizia giudiziaria non si sono occupati della morte delling. Mattei....
quotidiano LOra di Palermo: non vi nulla di concretamente riferibile al sequestro De
Mauro, ad eccezione di qualche articolo pubblicato sullargomento. E stato rinvenuto
uninteressante appunto interno83 che integralmente si trascrive: 4.6.70 Ente Minerario
Siciliano, organismo dipendente dal governo regionale, ha effettuato in questi giorni un
importante versamento finanziario a favore del giornale LOra di Palermo, organo
del PCI. Limportanza di tale appunto deve essere sfuggita a chi ha curato la tenuta dei
fascicoli in argomento. Infatti il contenuto lega Graziano Verzotto (presidente
dellE.M.S. versante) a Vito Guarrasi (che lo ha collocato alla presidenza e che potrebbe
quindi aver favorito il finanziamento) ed entrambi al quotidiano LOra che, durante le
indagini sulla pista ENI/Mattei e sullarresto di Buttafuoco, aveva tenuto un
atteggiamento a dir poco sospetto, come pi avanti si vedr.

Il Ministero dellInterno, in data 3 maggio 199884 ha fornito, altres, i seguenti


fascicoli, provenienti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale:

Mauro De Mauro: contiene numerosi atti riferiti al sequestro ed alle indagini svolte.
Nessun documento per riferisce della pista ENI/Mattei. E sintomatico che vi siano
tutti i riferimenti sulle varie piste seguite dalla polizia ma nessuno sullindagine
principale e pi importante. Vi per un documento la cui rilevanza, anche questa volta,
sfuggita al curatore della pratica: si tratta di un appunto85, privo di intestazione, con il
quale si riferisce dellatteggiamento del quotidiano LOra rispetto alla vicenda del
Signor x. In sostanza il direttore Vittorio Nistic, dopo un litigio con i familiari De
Mauro, avrebbe deciso di pubblicare il vero nome del signor x, cio Vito Guarrasi.
Nellappunto si commenta tale atteggiamento nel seguente modo: E da ritenere
verosimile che la manovra sia diretta ad ostacolare le indagini, creando attorno al
personaggio una notoriet che induca eventuali terzi a non parlare e costringere gli

80
vds pag. 4114 e seg.
81
vds pag. 4121
82
vds pag. 4122
83
vds pag. 4133
84
vds pag. 4723
85
vds all. 212/13
organi inquirenti ad agire sollecitamente ed allo scoperto. E da ritenere anche
verosimile che il passo possa essere stato suggerito dallo stesso interessato, al quale il
giornale, certamente nel recente passato e probabilmente ancora oggi, legato da
interessi economici. Palermo 11.11.1970.
Tale conclusione trova assolutamente conforto e riscontro in due documenti gi citati:
infatti linterrogazione dellon. Macaluso interpretabile con la medesima logica e
limportante versamento fatto dallE.M.S. al giornale, sia pure ante sequestro, completa
la triangolazione.
In ultimo va segnalato un appunto interno, datato 1/10/197086, che riepiloga gli
elementi a carico di Buttafuoco. Ai primi di ottobre, come si ricorder, Buttafuoco aveva
interrotto i contatti con la famiglia De Mauro ed era stato arrestato il 19 successivo
proprio nellambito del movente E.N.I.: neppure tale documento fa alcun cenno alla
pista Mattei.

In conclusione si deve ritenere che presso tutti gli uffici interessati del ministero
dellinterno siano stati ripuliti i fascicoli, epurando ogni atto comunque riconducibile
allENI o a Mattei, salvo naturalmente i pochi documenti sopra illustrati, nei quali, per, la
connessione era molto indiretta.
Invero potrebbe esservi una diversa chiave di lettura circa tali assenze: poich
dallalto era arrivato a Palermo lordine di non addentrarsi nel lavoro che De Mauro stava
svolgendo per conto di Rosi, verosimile ritenere che le indagini in tale direzione erano
state in qualche maniera nascoste ai superiori. Larresto di Buttafuoco e la conferenza
stampa del questore Li Donni, durante la quale aveva dichiarato prossima la soluzione del
caso De Mauro con importanti novit, aveva quindi reso necessario, come gi detto,
lintervento personale del direttore dei Servizi.
Tale ipotesi, se per un verso potrebbe giustificare lassenza di notizie, su tale filone di
indagine, nei rapporti documentali tra Palermo e Roma, dallaltro verso per
irragionevole supporre che a Roma non fosse pervenuta, per altra via, la notizia che si stava
investigando sul movente ENI/Mattei: non fosse altro perch ne avevano scritto tutti i
giornali e lo stesso on. Macaluso aveva fornito indicazioni in tale senso con la sua
interrogazione parlamentare.

4.5.2. questura di Palermo


Come gi detto, agli atti della Squadra Mobile riguardanti il sequestro De Mauro, nel
sottofascicoletto intestato Indagini pista E.N.I. - Mattei ci sono solamente alcuni
documenti irrilevanti e lappunto - importante - su Flavio Flaccovio.
Premesso che i verbali delle dichiarazioni rese dai familiari e da tutti coloro che hanno
riferito sul colpo giornalistico annunciato da Mauro De Mauro, nonch tutto quello che
riguardava Antonino Buttafuoco, sono sparsi nel fascicolo, rimane da chiarire a cosa serviva
il sottofascicoletto ENI/Mattei. E stato manipolato? Il quadro generale conforta la
possibilit che ci sia avvenuto. E sufficiente, per ora, accennare alla clamorosa svolta alle
indagini annunciata dalla polizia dopo larresto di Buttafuoco - svolta inserita nellambito
del movente ENI/Mattei - e della quale nessuna traccia documentale vi nel fascicolo. I
giornalisti, sulla base di fonti informative interne alla questura, avevano anche dato per
imminente larresto di Vito Guarrasi: ma di tale nome, nel fascicolo De Mauro, non vi
86
vds all. 212/38
traccia. Eppure la Squadra Mobile possiede un fascicolo personale a lui intestato, contenente
solamente un rapporto informativo datato 16/11/198387, diretto al giudice istruttore di
Torino. Vi si legge, tra laltro, che: ... il suo nome (Vito Guarrasi) stato spesso oggetto
della cronaca giudiziaria in alcuni clamorosi processi, anche perch fu oggetto di indagini
al tempo della misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, redattore del
quotidiano LOra. Atteso che nel fascicolo di Guarrasi non vi altro documento e che nel
fascicolo De Mauro non vi sono atti o appunti di indagine sul conto dellavvocato
palermitano88, laffermazione sopra richiamata necessariamente deve provenire o da un
ulteriore fascicolo non reso noto, ovvero basata sui ricordi diretti di qualche funzionario
che ancora nel 1983 prestava servizio alla Squadra Mobile.
La recente acquisizione dei fascicoli dellinchiesta parallela, se da un lato conforta e
costituisce riscontro oggettivo a quanto ipotizzato fino ad ora, dallaltro evidenzia ancor di
pi la mancanza dei documenti pi importanti, cos come riferito, ad esempio, dal
maresciallo Zaccagni: nemmeno in tali fascicoli incentrati su Vito Guarrasi vi alcun
elemento a suo carico, eccezion fatta per i due appunti informativi del questore Mangano.

4.5.3. i servizi segreti

Si erano attivati, svolgendo mirate investigazioni a Catania e Palermo, subito dopo


lincidente aereo del 1962. Avevano occupato larea ove si trovavano i rottami e si erano
installati presso la stazione carabinieri di Landriano. Alla richiesta del P.M. dott. Calia di
avere copia dei documenti, il Si.S.Mi. ha risposto che il fascicolo di Mattei era stato
distrutto dalla commissione Beolchini89. Lo stesso ente non ha risposto, n ha inviato
documenti, in ordine allincidente aereo del 27 ottobre 1962. Per contro il Servizio ha
invece fornito copiosa documentazione relativamente allincidente aereo del febbraio 1962
nel corso del quale un cacciavite, dimenticato nel reattore dagli specialisti motoristi, aveva
danneggiato il motore non appena era stato avviato. I servizi segreti, come visto, si erano
interessati anche del caso De Mauro. Quanto al caso De Mauro, a richiesta90 del G.I.
Mario Fratantonio di voler inviare copia della relativa documentazione, il S.I.D. aveva
risposto91 di non aver svolto alcuna indagine sulla scomparsa del giornalista Mauro De
Mauro.
E nemmeno oggi il Si.S.Mi. stato in grado di produrre alcuna documentazione
riguardante uninteressamento diretto al caso De Mauro.

4.5.4. i collaboratori di giustizia

87
vds pagg. 3462
88
ad eccezione, ovviamente, della sua menzione in un rapporto giudiziario nel quale era stato indicato
come una delle persone che aveva visto Mauro De Mauro prima del rapimento, in funzione dellattivit
che stava svolgendo per conto di Rosi. Con estrema fatica, presso la Squadra Mobile di Palermo, stata
rinvenuta pure una bobina magnetica contenente la registrazione di una conversazione avvenuta a casa di
Guarrasi. tra lo stesso, Mendolia e Contrada. Del colloquio non era stato fatto alcun verbale.
89
vds pag. 2546
90
vds all. 159/117
91
vds all. 159/119
Le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Gaspare MUTOLO92,
Tommaso BUSCETTA93 e Salvatore RIGGIO94, sulle circostanze riguardanti la morte di
Enrico MATTEI e il sequestro del giornalista Mauro DE MAURO, non hanno consentito di
sviluppare in maniera organica le indagini sulle circostanze da questi riferite. I fatti narrati
su tali eventi delittuosi rispondono ad informazioni per lo pi generiche ed ampiamente
note, apprese da terzi e quindi, anche se ipoteticamente vere, difficilmente riscontrabili. I
numerosi elementi raccolti nel corso di queste indagini consentono comunque una
valutazione delle notizie esposte da tali collaboratori di giustizia. In via generale, le
dichiarazioni dei pentiti concordano con gli esiti investigativi scaturiti nel corso di queste
indagini. Non si esclude la possibilit che DE MAURO sia stato materialmente sequestrato
da esponenti mafiosi, tuttavia, certo che i motivi non sono legati ad interessi della mafia
stessa, che invece pu aver agito per conto di altri. Dalle indagini non emerso nessun fatto
concreto che possa far ritenere un particolare risentimento della mafia nei confronti di
Mauro DE MAURO. Il contributo fornito dai collaboratori di giustizia, sebbene abbia
consentito, in questi ultimi anni, di far piena luce su tutti i delitti mafiosi importanti, non
servito per a chiarire i casi Mattei/De Mauro: questo significa che Cosa Nostra non aveva
interessi propri nei due casi.

4.5.5. conclusioni

Oltre a tutto quanto detto ed accertato, vi quindi lulteriore legame tra i delitti Mattei
e De Mauro, invisibile ma forte, costituito dallassoluta mancanza dei documenti e delle
testimonianze che potrebbero chiarire lo svolgimento delle due vicende, divenute parallele.
Documenti e testimonianze che pure dovrebbero essere facilmente reperibili nei posti
giusti e che sono quelli indicati nel presente paragrafo dedicato alle assenze.

5. Le responsabilit
Responsabilit nel corso delle investigazioni, indubbiamente significative nel contesto
generale, sono quelle indicate nel paragrafo dedicato ai depistaggi.
Vi sono stati per altri - ed ancor pi significativi - interventi combinati nei casi
Mattei/De Mauro che meritano senza dubbio attenzione particolare: sono i casi del
quotidiano LOra di Palermo, del direttore Vittorio Nistic e del film di Rosi Il caso
Mattei. Quanto segue importante perch, se correttamente interpretato, chiarisce il
contesto politico/economico95 nel quale si era inserita la vicenda personale di Mauro De
Mauro. Infatti, le imminenti scadenze, nel 1971, delle cariche di presidente della
Repubblica96 e di presidente dellE.N.I.97 avevano complicato ulteriormente, come gi detto,
le indagini sul rapimento De Mauro e, forse, proprio tali scadenze avevano determinato la
necessit di stoppare le investigazioni sulla pista Mattei e, ancor di pi, di bloccare gli
accertamenti sul conto di Vito Guarrasi. Perch era cos importante tale personaggio? Di
certo non pu essere sottaciuto il fatto che lordine di insabbiamento era venuto

92
Vds dichiarazioni rese alla Procura della Repubblica di Palermo il 18/11/1992 , pagg. 2181
93
Vds dichiarazioni rese alla Proc. della Rep. di Palermo il 6.8.1984 e il 29/4/1994, pagg. 2157 e seg.
94
Vds dichiarazioni rese a questa Procura il 15/7/1996, pag. 3214
95
leggi Enrico Mattei
96
eletto Giovanni Leone il 24/12/1971 dopo numerose votazioni
97
nominato Raffaele Girotti nel maggio 1971 dopo le dimissioni volontarie di Eugenio Cefis
nellimminenza, almeno cos pare, del suo arresto e che tale avvenimento avrebbe
effettivamente creato il finimondo in Italia. E ci non tanto per le eventuali responsabilit
di Guarrasi nel sequestro di Mauro De Mauro ma, bens, per le implicazioni nel caso
Mattei e le relative conseguenze politiche. E sufficiente pensare a cosa sarebbe successo
se fosse stata accertata la seguente ipotesi, circolante fra i giornalisti a Palermo e, cio, che:

Mattei era stato vittima di un attentato preordinato;


Guarrasi coinvolto nel complotto, non poteva che essere il portatore di interessi
politico-economici nazionali (Fanfani e Cefis);
De Mauro era stato sequestrato ed ucciso per averlo scoperto,

per comprendere quale finimondo si sarebbe verificato mettendo in concreto pericolo, non
solo lelezione del nuovo presidente della Repubblica, ma anche tutto lequilibrio politico
istituzionale fino a quel momento mantenuto.
Questa teoria sulle responsabilit a carico di Guarrasi, Cefis e Fanfani, come gi detto,
circolava fra i giornalisti e verr discussa nei sottoparagrafi seguenti. Per ora sufficiente
accennare come essa trovi riscontro nelle dichiarazioni di Italo Mattei, Rosangela Mattei,
Ugo Saito e Mario Fratantonio.
Infatti gli stessi hanno dichiarato:

Italo Mattei98, sentito dal G.I. Fratantonio: ... mia figlia Rosangela mi disse che ...
aveva incontrato il ministro Oronzo Reale al quale era stata presentata come nipote di
Enrico Mattei; mi precis che si era trattenuta al tavolo con lui nello stesso albergo e
che nel corso della loro conversazione il ministro stesso le disse che era un peccato che
FANFANI, CEFIS e GIROTTI avessero fatto fuori mio fratello, tanto pi che in
quellepoca si accingeva a firmare un contratto molto importante per lItalia, per lo
sfruttamento del petrolio algerino. D.R. su tale notizia datami da mia figlia non ho svolto
alcun accertamento perch ero intimamente convinto che FANFANI, CEFIS e GIROTTI,
se non materialmente coinvolti nella morte di mio fratello, fossero per lo meno a
conoscenza di quello che sarebbe poi accaduto a mio fratello stesso. Tale convincimento
mi deriva dalle seguenti circostanze: poco prima del disastro gli on.li Amintore
FANFANI e Ugo LA MALFA, di ritorno da un loro viaggio effettuato negli Stati Uniti,
convocarono mio fratello e gli dissero di non acquistare pi petrolio dalla Russia ... In
quella circostanza mio fratello disse chiaramente a FANFANI che da quel momento gli
avrebbe tolto ogni appoggio politico e che da quel momento avrebbe dato tutta la forza
del suo peso politico allonorevole Moro, ritenendo costui uomo di maggiore capacit e
indipendenza. Eugenio CEFIS, che non era pi allENI, subito dopo la morte di mio
fratello riprese la sua attivit a favore dellENI, non so con quale qualifica99...;
Rosangela Mattei100, sentita dal G.I. Fratantonio, aveva confermato integralmente il
racconto fatto dal padre Italo;
Ugo Saito101, sostituto procuratore titolare dellinchiesta De Mauro: prima della
interruzione delle indagini di cui le ho appena fatto cenno, listruttoria era giunta a

98
Verbale delle dichiarazioni rese il 18/11/1971, in all. 159/94
99
Caldeggiato da Fanfani, Cefis era rientrato al vertice dellENI, subito dopo la morte di Mattei, quale
vice presidente (Marcello Boldrini presidente) con i poteri, dal punto di vista operativo, del presidente.
100
Verbale delle dichiarazioni rese il 18/11/1971, in all. 159/93
101
Verbale di s.i. rese il 19/2/1998, pag. 4561
focalizzare delle responsabilit molto elevate e noi prevedevamo che quando avessimo
assunto i provvedimenti opportuni, sarebbe successo un finimondo. ... Ritenevamo inoltre
che il rag. Buttafuoco non era altro che lultimo anello di una catena che faceva capo ad
Amintore Fanfani e alla sua corrente. Ritenevamo infatti che leliminazione di Mattei era
da ricondursi a FANFANI il quale era sostenitore di una politica petrolifera antitetica a
quella di Aldo Moro. ...;
Un riscontro rovescio a quanto dichiarato da Saito emerge nelle dichiarazioni rese da
Franco Briatico102, allepoca assistente speciale del presidente dellENI Eugenio Cefis:
Sul caso De Mauro non posso dire nulla se non che ho acquisito lopinione che il suo
sequestro non fosse assolutamente legato alla vicenda Mattei. Tale convinzione ho tratto
principalmente dopo aver parlato, tra gli altri, con Rosi e con Vito Guarrasi. ... Al
momento della morte di Mattei la situazione finanziaria dellEni era preoccupante. Di
tale problema si era fatto carico il presidente del consiglio Amintore Fanfani il quale
aveva voluto alla guida effettiva dellENI Eugenio Cefis, perch considerato lunico in
grado di poter gestire lEnte da un punto di vista operativo.
Mario Fratantonio103, giudice istruttore nel procedimento De Mauro, ha dichiarato che:
... dopo laudizione di Italo Mattei, daccordo con il P.M., si decise di spedire tali atti
istruttori al Pubblico Ministero di Pavia, competente per territorio quanto alla morte di
Enrico Mattei. Rammento che vi fu una espressa richiesta in tale senso del P.M.
Signorino a seguito della quale io provvidi a far estrarre copia degli atti che potevano
riguardare linchiesta Mattei e a trasmetterli alla Procura della Repubblica di Pavia. Ho
anche memoria del fatto che da quegli atti potevano emergere ipotesi di responsabilit a
carico di alcuni personaggi di rilievo della vita italiana: FANFANI, CEFIS e un altro, di
cui non ho adesso memoria ....

Per completezza va detto che tali documenti, attentamente ricercati in archivio e nei
registri dalla segreteria, non risultano essere mai pervenuti alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Pavia e che dallesame del fascicolo di Palermo sul sequestro De
Mauro non risultano nemmeno trasmessi.
5.1. il film di Francesco Rosi, lE.N.I. e la ESSO Standard Oil

Francesco Rosi, nel luglio del 1970, come noto, aveva dato incarico a Mauro De
Mauro di ricostruire le ultime due giornate siciliane di Enrico Mattei, in funzione del film di
prossima realizzazione Il caso Mattei. Il film si riproponeva, quanto meno nelle premesse,
di presentare lipotesi di sabotaggio allaereo del presidente dellE.N.I.. Ci si pu dedurre
dal titolo stesso del film, nonch dal fatto che Bellini e Previdi, autori del libro Lassassinio
di Mattei, erano stati contattati dalla produzione del film per fornire la loro collaborazione
nella presceneggiatura104. Il sequestro di Mauro De Mauro e alcuni interventi nei confronti
di Rosi avevano di fatto modificato la sceneggiatura del film? Cos pare. Per iniziare, era
circolata voce che lE.N.I. di Cefis avesse finanziato la realizzazione del film.
Laccertamento di tale circostanza rilevante perch poteva costituire la contropartita alla
variazione della storia.

102
Verbale di s.i. rese il 25/3/1998, pag. 4691
103
Verbale di s.i. rese il 20/2/1998, pag. 4598
104
vds appunto riservato della questura di Milano, diretto alla Divisione Affari Riservati del ministero
dellinterno, datato 21/11/1970, pag. 3069
Dal diario di Junia De Mauro, nella parte mai pubblicata, al giorno 31 ottobre si legge:
La sera un inviato dice di aver appreso da CATTANEI (presidente della commissione
parlamentare antimafia) che il film di Rosi su Mattei veniva finanziato da Eugenio Cefis105.
Il riscontro negli atti ufficiali della commissione antimafia. Nel corso dellaudizione di
Graziano Verzotto un commissario, il senatore Li Causi, aveva domandato: A Rosi chi
commission il film? Verzotto aveva risposto di non saperlo e Li Causi aveva allora
commentato: pare che il presidente dellENI abbia spinto Rosi a realizzare il film. 106.
Tale affermazione evidentemente ironica.
Le negazioni di Francesco Rosi che il film fosse stato commissionato e finanziato
dallENI e che, a causa del sequestro De Mauro, fosse stata modificato la storia, sono poco
attendibili. E pi attendibile e concreto il timore che aveva preso il regista nel corso della
preparazione del lungometraggio. Sono infatti state raccolte le seguenti dichiarazioni:

Paolo Pietroni107: Fui inoltre molto colpito dalla visita che Nese ed io facemmo al
regista Rosi ... Egli in sostanze temeva che prima di finire il film potesse capitargli
qualcosa di fisico, ma, poich il film non conteneva nulla di sconvolgente, io pensai che
egli avesse per paura mutato o addolcito il contenuto del film. ... Mi parve che Rosi ci
parlava come preoccupato che noi potessimo dire a qualcuno che egli era a conoscenza
di informazioni importanti sulla morte di Mattei ...
Gino MILLOZZA108, organizzatore generale del film: Durante la lavorazione del film
ricordo che un rappresentante di una societ petrolifera (Vincenzo Cazzaniga della
ESSO), una delle sette sorelle, aveva pi volte invitato me e Rosi ad andare in ufficio a
parlare e al nostro rifiuto, ci chiedeva sempre se avevamo trovato qualcosa cio se
avevamo scoperto chi aveva ucciso Mattei. Ricordo che Rosi aveva paura ad andare
perch si diceva allora che erano state le sette sorelle ad uccidere Mattei. ... Ricordo che
Rosi, che voleva sempre viaggiare con macchine di lusso, alla mia richiesta di
noleggiare unauto per andare al Tribunale di Palermo (perch convocato dal G.I.
Fratantonio), mi aveva risposto meglio se andiamo in autobus perch l pi difficile
che ci uccidano. Voglio cio dire che Rosi era molto timoroso su tutto quello che
riguardava il film e il caso De Mauro.
Francesco Rosi109: Ho invece ricevuto delle minacce. La prima risale ad un momento
successivo alla scomparsa di De Mauro, ma prima che io avessi cominciato a girare il
film. Ricevetti a casa una telefonata ... Questo signore mi aveva detto di avere colto
casualmente la conversazione di due persone che parlavano del mio progetto di film e
della quale conversazione egli mi voleva mettere a conoscenza e a tale scopo egli
chiedeva di incontrarmi. Rifiutai lincontro ... Una seconda minaccia stata invece
ricevuta dalla mia governante, alla quale - sempre per telefono - era stato dato incarico
di riferirmi di stare attento alle mie gambe e a quelle di mia figlia ... Mi sembra di
ricordare che allepoca di questa seconda minaccia io non avevo ancora cominciato a
girare ...

Circa poi lesistenza di un controllo sul film da parte dellENI, celato con la
collaborazione fornita nella pratica realizzazione (sono stati prestati i mezzi, le strutture
105
vds pag. 3051
106
dagli atti della commissione antimafia, vds pag. 2483
107
Verbale di s.i. rese l1/4/1996, pag. 2585
108
Verbale di s.i. rese il 22/2/1996, pag. 2397
109
Verbale di s.i. rese il 14/3/1996, pag. 2500
fisse e gli alloggiamenti del gruppo ENI, cio un consistente aiuto economico), finalizzato a
salvaguardare limmagine dellENI e del presidente Cefis, non vi sono dubbi di alcun
genere. Infatti, sul punto sono state raccolte le seguenti dichiarazioni:

Franco Briatico110, allepoca assistente speciale del presidente Cefis: Io ho seguito la


fase di preparazione del film per ci che concerneva laspetto informativo della figura di
Mattei e dellambiente nel quale operava.
111
Leonid Kolosov , allepoca tenente del KGB, con lincarico coperto di inviato a
Roma del giornale Izvestija di Mosca: Circa due anni fa, dopo lanteprima del film
Enrico Mattei a cui assistette un circolo ristretto di persone, chiesi a Rosi quali
fossero le cause della tragica morte del presidente dellENI; lui si strinse nelle spalle e
con aria desolata disse: Io ho solo voluto una volta di pi attirare lattenzione
dellopinione pubblica sulle circostanze della sua morte, circostanze che non ho potuto
chiarire fino in fondo per motivi che non dipendono da me ....
112
Pasquale Ojetti : Durante la realizzazione del film io sono stato incaricato dallufficio
delle pubbliche relazioni dellENI di accompagnare la troupe di Rosi nella realizzazione
del film. La ragione di questo incarico era di agevolare le riprese sia in Italia che
allestero. Avevo dunque un incarico di consulenza per lENI e in pieno accordo con il
regista Rosi si lavorava per evitare di dire inesattezze.
E il controllo sulloperato di Rosi era arrivato anche dalla ESSO Standard Oil italiana.
Vincenzo Cazzaniga113, allora presidente della ESSO Italia, ha cos ricordato Rosi e il suo
film: ... attraverso il mio capo ufficio relazioni esterne, avevo invitato e parlato con il
regista Rosi Francesco nel mio ufficio. Motivo dellincontro che io avevo desiderato era
quello di avere con il regista un chiarimento su alcuni aspetti della storia del film in fase di
realizzazione sulla vita e sulla morte di Mattei. Infatti avevo ricevuto voci su notizie che
sarebbero state presentate nel film e che non rappresentavano la verit. ... Non ricordo chi
mi aveva fatto pervenire tali voci, ma credo che provenissero dai pettegolezzi del nostro
ambiente petrolifero.
Insomma, la preparazione del film era stata movimentate perch aveva subito pressioni
di un certo livello. Le preoccupazioni del regista Rosi appaiono quindi, sotto un certo
aspetto, pi che giustificate e rappresentano la sintomatologia di un qualcosa non andava
nel film che aveva infine proposto, parallelamente, le due ipotesi di incidente e sabotaggio,
senza adombrare alcuna responsabilit a carico dellENI e del suo presidente Eugenio Cefis.
In ogni caso sarebbe definitivamente chiarita tutta la vicenda potendo dare una risposta
alla domanda perch, proprio nel 1970, era stato deciso di fare il film su Mattei
basandolo sulla teoria di Bellini e Previdi del sabotaggio, esposta nel libro pubblicato
nel medesimo anno?
Vi era stato un disegno complessivo volto ad esautorare Cefis?: pare di si. Al
riguardo si veda il successivo 5.5.1.1. (antefatto al sequestro De Mauro).

5.2. LOra di Palermo e il direttore Vittorio Nistic

110
Verbale di s.i. rese il 25/3/1998, pag. 4691
111
vds la traduzione del suo libro La spia, pag. 2952
112
Verbale di s.i. rese il 10/4/1997, pag. 4233
113
Verbale di s.i. rese il 4/2/1998, pag. 4530
LOra era il quotidiano presso il quale lavorava Mauro De Mauro al momento del
suo sequestro. Da quattro mesi circa era stato spostato alla redazione sportiva.
E rilevante latteggiamento tenuto dal suo direttore, Vittorio Nistic, negli
avvenimenti seguenti al rapimento di Mauro De Mauro, perch equivoco al punto da porsi al
limite del favoreggiamento nei confronti di mandanti. Anche le pubblicazioni del giornale
sono significative e completano la panoramica del comportamento, quanto meno ambiguo,
di Nistic. In sostanza il giornale, dopo larresto di Buttafuoco (avvenuto, si ricorder,
nellambito del movente ENI/Mattei), aveva preso ad attaccare la polizia e il suo
operato, mentre per converso aveva tessuto le lodi dei carabinieri. Contestualmente il
direttore Nistic, in un primo momento, aveva chiesto ai familiari di raccontare tutto a lui
prima ancora che alla polizia, mentre successivamente si era defilato cercando, attraverso i
carabinieri, la polizia stessa e il ministro dellinterno Franco Restivo, di tenersi aggiornato
sulle investigazioni in corso. Perch? Apparentemente per motivi professionali ma
linterpretazione del comportamento di Nistic pu e deve essere valutata sotto una diversa
ottica: voleva intralciare loperato della polizia nellambito del movente ENI/Mattei? E
plausibile.
Per iniziare, si ripete integralmente quanto gi detto sullappunto inserito nel fascicolo
della Divisione Affari Riservati del ministero dellinterno114: In sostanza il direttore Vittorio
Nistic, dopo un litigio con i familiari De Mauro, aveva deciso di pubblicare il vero nome
del signor x, cio Vito Guarrasi. Nellappunto si commenta tale atteggiamento nel
seguente modo: E da ritenere verosimile che la manovra sia diretta ad ostacolare le
indagini, creando attorno al personaggio una notoriet che induca eventuali terzi a non
parlare e costringere gli organi inquirenti ad agire sollecitamente ed allo scoperto. E da
ritenere anche verosimile che il passo possa essere stato suggerito dallo stesso interessato,
al quale il giornale, certamente nel recente passato e probabilmente ancora oggi, legato
da interessi economici. Palermo 11.11.1970.
Una cronistoria abbastanza chiara su Nistic e sul giornale fornita, ancora una volta,
da Junia De Mauro con il suo diario (in grassetto i passi pi significativi):

VENERDI' 18 - In mattinata vengono a casa nostra, insieme, Giovanni Fantozzi e


Vittorio Nistic Il direttore si lamenta della presenza della Polizia in casa "ma che ci fa
questa gente?", borbotta. Chiede un posto tranquillo per parlare con mamma; in camera
mia, dopo aver detto che "bisognava salvare il lavoro di Mauro" e che c'era bisogno di
un avvocato perch la Polizia non doveva portare via niente. Non abbiamo pi rivisto il
direttore dell'Ora da quel venerd 18 settembre 1970.
SABATO 19 - Intanto arriva Tullio a Palermo, e dopo un salto a casa va subito al
giornale, incontrandosi con il direttore, Leonardo Sciascia, il capitano Russo dei CC (in
assiduo contatto con il giornale) e Guido NOZZOLI inviato del "Il Giorno", cui sono
giunte le prime mezze voci "De Mauro era un ricattatore".
LUNEDI' 21 - Tullio, quel pomeriggio, dopo aver parlato ancora con NISTICO', ci
chiam a raccolta e ci disse: "ragazze, mettiamoci in testa una cosa: qui chi ha davvero
interesse a ritrovare Mauro, il giornale. Quindi fingiamoci sinceri con Polizia e
Carabinieri ma d'ora in poi le cose che veniamo a sapere, le diremo solo a NISTICO' e
agli altri del giornale".
SABATO 26 - la mattina Tullio va al giornale. E' da tener presente che a partire dal terzo
giorno del sequestro (in cui Palermo fu tappezzata di volantini con la foto di mio padre
114
vds all. 212/13
e la scritta "AIUTATECI" a cura de "L'ORA") il giornale aveva cominciato a tenere un
contegno tra il prudente e (a parer mio) l'indifferente. Nessuno de "L'ORA" sebbene casa
nostra brulicasse di inviati e corrispondenti, era pi venuto da noi; e gli articoli su un
fatto tanto clamoroso e che toccava direttamente il giornale di mio padre erano affidati
alle giovani leve del quotidiano, e puntavano con irremovibile fermezza sulla mafia,
droga, edilizia, escludendo "tutte" le altre. Ogni articolo portava almeno un elogio
all'Arma e un attacco alla Polizia. Ciononostante un obbligo morale da me mai
compreso portava Tullio quasi ogni giorno a parlare col direttore, senza per parlargli di
BUTTAFUOCO e dei nostri rapporti con la Polizia.
Con la posta del mattino arriv al giornale un busta, contenente un breve tratto di
nastro magnetico. FANTOZZI (che in quei giorni s'occupava personalmente d'aprire la
corrispondenza) convoc subito il capitano RUSSO; Tullio, che era presente, volle che
fossero avvertiti anche GIULIANO e MENDOLIA prima dell'ascolto.
DOMENICA 11 ottobre - NISTICO' viene a sapere di BUTTAFUOCO, s'indigna con
Tullio per non avergliene parlato. Per la prima ricorrenza del 16 mamma scrive una
lettera aperta ai palermitani e la fa pubblicare su "L'ORA". Per li pregavamo di non
commentare. Invece sul giornale, in calce alla "lettera aperta di Elda DE MAURO", si
scrisse che al giornale sapevano tutto, e che per ovvi motivi non potevano ancora parlare,
ma se le autorit non si fossero mosse al pi presto, allora si sarebbero decisi loro.
LUNEDI' 19 ottobre - Dopo una domenica passata nella pi frenetica e silenziosa agita-
zione, GIULIANO, alle 13 ci telefona "La SPINGARDA stata arrestata".
BUTTAFUOCO, dopo le prime formalit, venne subito trasferito al carcere Ucciardone.
Inizia cos, anche per l'opinione pubblica il "caso BUTTAFUOCO". A dare il via a tutta la
serie di possibili ipotesi proprio "L'ORA" che offre chili di piombo in difesa di un
anziano ragioniere un po' troppo donchisciottesco. Si critica la precipitosit della Polizia,
e si biasima la lentezza con cui si era proceduto all'arresto, dal momento che un presunto
colpevole era stato individuato. Le due inconciliabili ma fermissime obiezioni, furono il
grido all'insegna del quale si mossero tutti gli "innocentisti".
MERCOLEDI' 21 ottobre - Intanto comincia a circolare insistente l'espressione "Signor
X" ad indicare il mandante nel sequestro di mio padre, ed altrettanto insistente e
illocalizzabile nel tempo e nel luogo, la voce che voleva nel "Signor X" l'avvocato Vito
GUARRASI (lo stesso Nistic aveva indicato a Tullio il GUARRASI - tempo prima
legato a Vittorio stesso - come probabile mandante del sequestro).
LUNEDI 9 novembre - a proposito della presceneggiatura trovata nel cassetto del
giornale e pubblicata su LOra senza che noi lo sapessimo, raccontai, su domanda del
giudice, che la mattina del 17 settembre, non ricordavo se alla presenza di altri, io stessa
avevo chiesto a Fantozzi (direttore amministrativo del giornale) di aprire in qualche modo
il cassetto di pap, sentendomi rispondere che era gi stato fatto. Li per li la cosa non mi
sembr strana sebbene mi meravigliai che ne mamma ne Franca, presenti al giornale
quella mattina, ne io fino a quel momento, ne eravamo state informate.
MARTEDI' 10 novembre - Tullio la mattina va al giornale. Trova Leonardo SCIASCIA in
pieno litigio con NISTICO' e FANTOZZI: il direttore vuol fare uscire un articolo in cui
appaia che Tullio DE MAURO vuole dare il nome al "signor X". SCIASCIA ritiene
imprudente questa mossa per Tullio. Tornato a casa un'ora prima del matrimonio di
Franca e Salvo...
MERCOLEDI' 11 novembre - NISTICO' conferma a SCIASCIA che in un imminente
articolo le ipotesi di Tullio saranno rese note virgolettando le frasi che lo stesso Vittorio
gli aveva sentito dire durante i loro colloqui.

Appare opportuno, a questo punto, fissare alcuni elementi che sono stati accertati da
questa polizia giudiziaria e riguardanti Vittorio Nistic.

il direttore de LOra (Nistic stesso o Fantozzi) aveva forzato il cassetto della scrivania
di Mauro De Mauro al giornale, la mattina del 17 ottobre 1970, senza attendere la polizia
e prima ancora di aver avuto la certezza dellavvenuto sequestro. Tanto risulta, oltre che
dal diario di Junia, da un Rapporto della Squadra Mobile diretto alla magistratura 115, nel
quale era stato scritto che. il dott. Nistic ha fatto presente che le suddette cartelle (gli
appunti manoscritti da De Mauro sul lavoro svolto per conto di Rosi) si trovavano
custodite in un cassetto chiuso a chiave della scrivania di De Mauro al giornale
LOra e che per reperirle era stato necessario forzare la serratura dato che la chiave
era in possesso del giornalista scomparso.
Del resto lo stesso Nistic116 ha confermato levento, attribuendolo materialmente a
Fantozzi (deceduto). Lazione, che in ogni caso pone linterrogativo del perch sia stata
posta in essere, assume rilevanza particolare ove si consideri che non stato trovato
affatto il copione predisposto da De Mauro per Rosi e del quale ne ha riferito Graziano
Verzotto. E tale documento (almeno la copia, nellipotesi formulata che fosse stato
spedito a Roma) dove poteva essere se non al giornale o a casa? E se fosse stato a casa
verosimile ritenere che i familiari lavessero occultato?
Inoltre era stato accertato allepoca (e anche da questa P.G.) che tra gli appunti
manoscritti da De Mauro (quelli consegnati alla polizia da Nistic) manca il foglio
numero 7 essendo presente un foglio numerato con l8 (vi sono anche quelli numerati da
1 a 6). Il foglio numero 8117 risulta essere la parte finale di un discorso riguardante Vito
Guarrasi o Giuseppe DAngelo. Vi si legge, infatti: DAngelo era venuto a un rapporto
di amicizia con Mattei - aveva fatto estromettere Guarrasi dal consiglio dellANIC gela:
aveva avuto la sua vittima.
Peraltro la squadra Mobile, con Rapporto diretto allA.G. e datato 17/11/1970118, aveva
comunicato che: Del colloquio avuto con lavv. Guarrasi non v alcuna traccia o
accenno negli appunti di Mauro De Mauro consegnati a questo ufficio dal dott.
Nistic.

E in tema di sparizioni, anche se non legata a Vittorio Nistic, va tenuto conto - nel
contesto generale - che anche una audiocassetta, ascoltata ripetutamente da De Mauro
prima del suo sequestro, non mai stata ritrovata in casa. Di tanto ne aveva riferito Elda
De Mauro119 al G.I. Fratantonio.

115
vds. all. 159/124, pag. 20 del Rapporto
116
Verbale di s.i. rese il 7/8/1996, pag. 3276
117
vds all. 159/60
118
vds all. 159/124, alla pag. 32
119
Verbale di interrogatorio del 17/3/1971, all. 159/102
Vittorio Nistic, come da lui stesso dichiarato120, aveva rapporti freddi con Vito Guarrasi
dallepoca della fine del milazzismo121 e, durante le indagini sul sequestro De Mauro,
lo aveva incontrato una sola volta - casualmente - su un aereo diretto a Roma. Junia De
Mauro, nel suo diario122, aveva scritto che Nistic aveva indicato a Tullio (De Mauro) il
Guarrasi - tempo prima molto legato a Vittorio stesso - come probabile mandante del
sequestro. Per Nistic e Guarrasi si erano incontrati al giornale, proprio durante le
indagini e prima dellarresto di Buttafuoco. Tullio De Mauro123 ha infatti dichiarato di
aver personalmente incontrato Guarrasi mentre usciva dallufficio di Nistic alcuni giorni
dopo averlo sentito nominare in casa di Elda. Junia De Mauro, nel suo diario, aveva
scritto che Tullio lo aveva sentito nominare per la prima volta il 21/9/1970.
Inoltre, nella trascrizione124 del nastro contenente la registrazione della conversazione tra
Nino Mendolia (capo della mobile), Bruno Contrada e Vito Guarrasi, vi sono due punti
che confermano i contatti intercorsi tra Nistic e Guarrasi. Il primo: G.(Guarrasi) - Mi
ha parlato solo di questo (De Mauro). Ho detto, come ho gi detto a Nistic ... Al
termine del colloquio, mentre i due funzionari si trovavano in macchina e il registratore
era ancora attivo, nel commentare lincontro avevano detto: M.(Mendolia)
Indubbiamente un uomo colto, un uomo che si era preparato a questincontro, prima
ancora che telefonassi alla moglie. Siccome lui aveva parlato con Nistic ....
Vittorio Nistic, come appreso dal diario di Junia, parteggiava per i carabinieri (pista
inconsistente) e osteggiava la polizia (pista Mattei). Collaborava con i carabinieri e non
con la polizia. A quale fine? Di certo il capitano Russo aveva tra i suoi informatori lo
stesso Nistic. Infatti, in un appunto125 dattiloscritto e rinvenuto nel fascicolo sulle
indagini del comando provinciale di Palermo, il cui contenuto - come si vedr - di
estrema rilevanza, risulta che il direttore de LOra aveva messo dettagliatamente al
corrente i carabinieri, in data 16 ottobre 1970, del punto al quale erano arrivate le
indagini della polizia su Antonino Buttafuoco. Lesame attento del documento rivela che
le informazioni erano state reperite dallo stesso ministro dellinterno Restivo il quale, a
sua volta, le aveva avute dal questore di Palermo Li Donni.
Vittorio Nistic, come da lui stesso dichiarato126, si era recato pi volte dal ministro
Restivo e dal capo della polizia Vicari per apprendere lo stato delle indagini della polizia.
Perch? Siamo ancora nellambito della doverosa attivit professionale del giornalista? E
perch andare a Roma per apprendere notizie provenienti dalla sua citt? Di fatto i suoi
articoli non avevano mai fatto riferimento ad interviste o ad autorevoli fonti del
ministero mentre certo che le informazioni che aveva ottenuto le aveva passate ai
carabinieri127.

5.2.1. riepilogo

120
Verbale di s.i. rese l8/4/1997, pag. 4227
121
Vittorio Nistic e il giornale LOra erano comunisti. Con la regia di Vito Guarrasi lon. Milazzo
aveva presieduto, in Sicilia tra il 1958 e il 1962, un governo regionale con comunisti e missini che
vedeva la D.C. allopposizione.
122
vds pag. 3048
123
Verbale di s.i. rese l8/4/1997, pag. 4219
124
vds all. 176
125
vds pag. 2739
126
Verbale di s.i. rese l8/4/1997, pag. 4227
127
vds pag. 2767 - appunto rinvenuto nel fascicolo dei carabinieri di Palermo
Le notizie riguardanti Vittorio Nistic, necessariamente diluite tra spiegazioni e fonti
di prova, sono maggiormente significative se rivedute nel loro insieme. Sul conto del
direttore de LOra quindi stato accertato che:

1. senza avere la certezza del sequestro, la mattina del 17 ottobre 1970 aveva forzato, o fatto
forzare, il cassetto di Mauro De Mauro in assenza di polizia, carabinieri o familiari. Si era
impossessato del contenuto e lo aveva consegnato, in copia, alla polizia e solo
successivamente lo aveva consegnato in originale al magistrato competente. Dagli
appunti De Mauro risulta mancante un foglio contenente notizie per il film su Mattei,
foglio che presumibilmente parlava di Guarrasi o DAngelo.

2. aveva chiesto ai familiari De Mauro, attraverso Tullio, di fornire le informazioni


importanti sul sequestro solo ed esclusivamente a lui o a Fantozzi e non anche alla polizia
o ai carabinieri.

3. il giornale LOra, negli articoli sulle indagini:

aveva elogiato lArma mentre, per contro, aveva attaccato reiteratamente la polizia;
aveva indicato come assolutamente attendibile il movente connesso alla droga e mafia
scartando, per contro, la validit di ogni altra ipotesi investigativa e, cio, il movente
ENI;
aveva difeso il cavaliere Nino Buttafuoco, dopo il suo arresto;

4. inizialmente aveva confidato a Tullio De Mauro che Vito Guarrasi il probabile


mandante del sequestro e a questa P.G. aveva riferito che i rapporti con lavvocato
erano tesi gi dalla fine del milazzismo. Successivamente non si era recato pi dalla
famiglia De Mauro; attraverso il giornale aveva assunto le posizioni sopra richiamate;
contestualmente si era incontrato con Guarrasi e aveva parlato con lui del sequestro De
Mauro prima che la polizia fosse andata ad interrogarlo a casa; Inoltre, ribaltando
landamento dei fatti, aveva scritto sul giornale il vero nome di Mister x, cio Vito
Guarrasi, attribuendo per la rivelazione a Tullio De Mauro;

5. La Divisione Affari Riservati del ministero dellinterno, allepoca ottimamente informata,


aveva attribuito a Vittorio Nistic la volont di intralciare le indagini, forse su
indicazione dello stesso Guarrasi;

6. il quotidiano LOra aveva ricevuto dallE.M.S. importanti finanziamenti. Ente


Minerario Siciliano alla cui presidenza, per volont di Guarrasi, vi era quel Graziano
Verzotto che con una sua intervista e, soprattutto, con le sue rivelazioni raccolte a verbale
personalmente dal col. Dalla Chiesa, aveva dato impulso alla pista droga/mafia
rappresentando128 che: Il riferimento, nella mia intervista rilasciata al giornalista
Marcello Cimino, al traffico di droga dal quale poteva essere dipesa la scomparsa di
Mauro De Mauro, spiegato da me nel seguente modo: ... Si tratt anche di un parere
espresso come reazione al contenuto di unintervista fatta alla stampa da Tullio De
Mauro, secondo cui, la scomparsa del fratello poteva porsi in relazione con il mondo

128
Verbale di dichiarazioni rese il 7/10/71 al G.I., all. 159/74
politico/finanziario della Sicilia. Graziano Verzotto si era perci sentito chiamato
direttamente in causa da tali affermazioni.

7. Graziano Verzotto, con le sue pi recenti dichiarazioni129, ha detto che Ritengo che per
comprendere il mistero Mauro De Mauro, sia necessario chiarire perch Mauro -
apparentemente senza ragione - sia stato spostato dalla cronaca allo sport, pochi mesi
prima della sua scomparsa. Tale trasferimento aveva amareggiato Mauro De Mauro,
che serbava del rancore verso il direttore Nistic che, a suo dire, aveva aderito alle
pressioni di chi aveva voluto esautorarlo. Mauro era convinto che tali pressioni
provenivano dal vertice dellENI - che era tra i finanziatori del quotidiano comunista di
Palermo - e che intendeva neutralizzare gli attacchi che provenivano da quella direzione
(De Mauro, Verzotto, E.M.S.);

8. il maresciallo Zaccagni130 dellufficio politico, ha riferito che le loro investigazioni li


avevano portati a concludere che oltre alle responsabilit di Guarrasi, vi erano delle
responsabilit a carico di Vittorio Nistic in relazione al trasferimento di De Mauro dalla
cronaca allo sport, trasferimento disposto dal direttore.

A seguito di quanto detto, anche nei paragrafi precedenti, si sono delineate abbastanza
chiaramente due situazioni in atto nel 1970/1971. Il loro esame non potr avere valenza
giudiziaria, ma sono senzaltro utili per meglio comprendere il contesto generale e per
interpretare correttamente i fatti oggettivamente accertati e che saranno esaminati nel
successivo 5.4..

La prima aveva visto un coinvolgimento diretto di tutte le massime cariche


politico/economiche dello Stato nel sequestro De Mauro. Infatti:

il presidente del consiglio Emilio Colombo, dal quale dipendeva il direttore del S.I.D.,
era intimo conoscente di Vito Guarrasi;
il ministro dellinterno Franco Restivo era amico personale di Mauro De Mauro e, perci,
si era interessato personalmente delle indagini. Faceva per parte di quel gruppo politico
(D.C.) che si sarebbe sfaldato se fosse emersa la connessione tra lomicidio Mattei e il
sequestro del giornalista;
il direttore del S.I.D. Vito Miceli, il capo della polizia Angelo Vicari e il questore Angelo
Mangano, tutti in servizio a Roma, si erano interessati in prima persona al delitto;
il ministro di grazia e giustizia Oronzo Reale aveva sparato a zero contro Fanfani e
Cefis, reputandoli responsabili dellomicidio Mattei;
il notabile D.C. Amintore Fanfani e il presidente dellENI Eugenio Cefis erano stati
coinvolti nelle indagini De Mauro;

Pertanto, come gi accennato in precedenza parlando del rinnovo delle cariche di


presidente della Repubblica e di presidente dellENI, il sequestro De Mauro aveva
provocato una grave crisi politica, che evidentemente andava ben oltre il sequestro e De
Mauro stesso e non poteva perci riferirsi a fatti di droga o mafia. In tale ottica si colloca,

129
Verbale di s.i. del 04/09/1998, pag. 4850
130
Verbale di s.i. del 29/10/1998, pag. 4885
quindi con perfetta logica, linteressamento di Vittorio Nistic presso i pi alti livelli
istituzionali.
La seconda, aveva visto, nei fatti, la divisione delle istituzioni in due schieramenti
contrapposti sul tema della validit o meno del movente ENI/Mattei.
Il gruppo pro-Mattei, piuttosto esile, si era inizialmente mosso efficacemente perch
annoverava fra le proprie fila alcune persone collocate al posto giusto. Infatti vi erano il
capo della polizia Vicari, il questore Li Donni, il commissario Giuliano, il sostituto
procuratore Ugo Saito e il questore Mangano. Contrari erano i servizi segreti, i carabinieri e
tutte le personalit politico/economiche e istituzionali.

5.3. il senatore Graziano Verzotto e lavvocato Vito Guarrasi

I due nomi, a questo punto, sono divenuti familiari perch pi volte citati nel contesto
della morte di Enrico Mattei e del sequestro di Mauro De Mauro. Prima di procedere alla
collazione degli elementi che li riguardano, utile prospettare una sommaria biografia di
entrambi i personaggi.

Graziano Verzotto

Nato a S. Giustina in Colle (PD) il 31/05/1923, attualmente residente a Roma, via S.


Ignazio n. 5; Spesso dimora presso unabitazione di propriet a Parigi. E in possesso di
maturit classica. Nel periodo 1944-1945 aveva comandato la brigata partigiana Damiano
Chiesa in Camposampiero (PD). Dal 1945 al 1948 era stato a Roma quale funzionario della
segreteria nazionale della Democrazia Cristiana. Nel 1948 era stato assegnato alla
federazione provinciale D.C. di Catania. Nel 1949 aveva sposato Maria Fiorini Nicotra
eletta, nello stesso periodo, alla camera dei deputati. Nel 1950, con laiuto della moglie e del
partito, era stato assunto dallAGIP, societ del gruppo ENI. Nel 1951 aveva preso la
residenza a Catania. Nel 1958 si era presentato candidato - non eletto - alla camera dei
deputati. Nel 1960 era stato nominato vice segretario regionale della D.C. e nel 1962 ne era
diventato segretario, mantenendo la carica fino al 30/2/1966. Nel 1961 era stato nominato
capo ufficio pubbliche relazioni dellENI in Sicilia. Nel 1967 era stato nominato presidente
dellente minerario siciliano. Alle elezioni politiche del 1968 era stato eletto senatore nel
collegio di Noto (SR). Si era dimesso subito dalla carica di senatore, perch incompatibile
con quella di presidente dellE.M.S. alla quale non aveva rinunciato. Era rimasto in carica
fino al 17/1/1975, data sotto la quale era stato colpito da un ordine di cattura nei suoi
confronti per interesse privato in atti dufficio, a seguito di indagini sullE.M.S. da parte
delle magistrature palermitana e milanese. Di lui si sono interessati, oltre i magistrati e,
naturalmente, i giornalisti, anche la commissione parlamentare antimafia che aveva
provveduto alla sua audizione. Come presidente dellEnte Minerario Siciliano, era entrato a
far parte dei consigli di amministrazione di numerose societ controllate o collegate a tale
Ente. In diverse di tali societ si trovava anche il nome di Vito Guarrasi come socio
fondatore, amministratore, sindaco o consulente. Era stato lo stesso Guarrasi a volere
Graziano Verzotto quale presidente dellE.M.S.. Questo fatto e le connessioni
economiche tra Guarrasi e Verzotto risultano, oltre che dalla relazione conclusiva della
commissione parlamentare antimafia - VI legislatura131, anche da tutti i rapporti informativi
- attuali e dellepoca - redatti sul conto di entrambi dalla polizia132 e dai carabinieri133

Vito Guarrasi

Nato a Palermo il 22/04/1914, ivi residente in via Segesta n. 90, avvocato civilista. E
stato amministratore di numerose societ industriali ed estrattive, tra le quali le miniere del
principe Lanza Branciforti di Trabia. E stato socio, consigliere o sindaco di tutte le societ
di un certo rilievo in Sicilia (comprese quelle che gestivano il quotidiano locale LOra e il
Palermo calcio), come anche consulente di molte delle societ nazionali operanti in Sicilia:
ENI, AGIP, SNAM, ANIC, SIR, BASTOGI, NUOVO PIGNONE, MONTEDISON
(quando Cefis ne era diventato presidente134), ITALTRADE, SPARTACUS FILM ecc..
Era stato detto che laffermazione di Guarrasi nel mondo economico proveniva dalla
sua stretta amicizia con ling. Domenico La Cavera, direttore generale della So.Fi.S.(Societ
Finanziaria della Regione Sicilia che sosteneva praticamente tutte le aziende siciliane nelle
quali Guarrasi era presente) nel periodo 1957/1967. Invece era successo lesatto contrario:
La Cavera era stato lanciato dallamico Guarrasi; Infatti il primo aveva ricevuto
lincarico, creato ad hoc da Guarrasi perch inesistente, dal governo regionale presieduto
dallon. Silvio Milazzo, governo costituito con la regia di Vito Guarrasi. Il secondo, nel
1958, era stato nominato da Silvio Milazzo segretario generale del piano quinquennale per
la ricostruzione della Sicilia: in sostanza gli era stata data carta bianca per rappresentare la
regione Sicilia in tutti i suoi rapporti economici.
Nel periodo bellico era stato ufficiale di complemento del ruolo automobilistico. Dopo
lunga convalescenza, era stato destinato al ministero della guerra e, successivamente,
allispettorato del centro automobilistico. L8 settembre 1943 era stato aggregato alla
commissione italiana del comando in capo delle forze alleate del Mediterraneo. Il rapporto
informativo della questura di Palermo, inviato - a richiesta - al presidente della commissione
antimafia nel 1971, cos descriveva il Guarrasi di quel periodo: Non appaiono, tuttavia,
ben definiti n la sua presenza nella quipe di alti e qualificati ufficiali che trattarono la
resa dellItalia, n il ruolo da lui avuto, se si considera che lallora cap. Guarrasi era un
semplice ufficiale di complemento del Servizio Automobilistico. La sua presenza appare
molto pi chiara se si considera, invece, che in quegli avvenimenti ebbe la sua parte,
certamente non secondaria, un altro siciliano lallora sottotenente GALVANO LANZA
BRANCIFORTI di Trabia, ufficiale dordinanza del generale Castellano, e amico del
Guarrasi. ... E mentre Galvano Lanza e Vito Guarrasi partecipavano alle trattative di
armistizio, don Calogero Vizzini (oramai riconosciuto come un capo mafia dellepoca) ,
amministratore del feudo di propriet dei Lanza, secondo quanto pu leggersi nei testi che
si occupano di tali avvenimenti, svolgeva, a livello tattico, attivit di preparazione dello
sbarco degli alleati in Sicilia. Come dire che Guarrasi, in quel contesto, aveva
rappresentato, in qualche maniera, gli interessi della mafia siciliana. Peraltro, esiste un
rapporto custodito nellarchivio del dipartimento di stato a Washington, firmato dallallora
console generale americano a Palermo, indirizzato il 27/11/1944 al segretario di stato,
131
vds all. 214, pag. 1053
132
vds informativa trasmessa dalla questura di Palermo alla commissione antimafia, dalla pag. 3097
133
vds appunto su Graziano Verzotto tratto dal fascicolo dei CC di Palermo, pag. 2804; rapporto
informativo trasmesso dai CC di Palermo alla commissione antimafia sul conto di Vito Guarrasi, dalla
pag. 2224; biografia di Vito Guarrasi predisposta dalla D.I.A. di Palermo, dalla pag. 3741
134
Verbale di s.i. rese da Verzotto l8/11/1995, pag. 1907 del fasc. e pag. 6 del verbale
avente come oggetto Formazione di un gruppo favorevole allautonomia della Sicilia sotto
la direzione della Mafia che, nellelencare gli ufficiali americani e le personalit siciliane
partecipanti alle trattative, aveva indicato tra questultime anche Vito Guarrasi.
Fare lelenco di tutte le societ nelle quali Guarrasi era interessato sarebbe
decisamente troppo. Pi avanti saranno segnalate esclusivamente le societ nelle quali era
presente assieme a Graziano Verzotto. Guarrasi, quale rappresentante delle miniere baronali
dominate dai capi mafia Vizzini e Di Cristina, aveva tentato di collocare tali attivit -
assolutamente antieconomiche al punto da aver ridotto notevolmente il patrimonio
dellamico Lanza Branciforti - presso lENI di Enrico Mattei, ottenendo da questi un netto
rifiuto.
Era stato consigliere legale e politico, oltre che di Silvio Milazzo, anche del sen.
Giuseppe Alessi (D.C., succeduto a Milazzo quale presidente della Regione), di Franco
Restivo (lamico di De Mauro e pi volte ministro), anche assiduo frequentatore di Gaspare
Ambrosini (ex presidente della corte costituzionale), di Emilio Colombo (presidente del
consiglio allepoca del sequestro De Mauro), dellon. Aristide Gunnella, dellavv. Orlando
Cascio (padre dellattuale sindaco). In rapporti con i fratelli Salvo (divenuti suoi clienti dal
1982) e amico di Salvo Lima e Giovanni Gioia (ritenuti mafiosi e capi gruppo di correnti
D.C. in Sicilia collegate a Roma con il senatore Amintore Fanfani). Nessun precedente
penale, a parte diverse vicende giudiziarie connesse allamministrazione di alcune societ
ma comunque risoltesi sempre in suo favore. La relazione parlamentare antimafia 135 della
VI legislatura si era interessata di Vito Guarrasi. Si cita solo un passo particolarmente
significativo: Da Leggio a Vito Guarrasi - ... da Leggio si torna a Leggio, passando
sempre sui cadaveri di Mattei e De Mauro, anche attraverso Vito Guarrasi. ...
In ultimo, uninformativa136 del nucleo regionale di Palermo della polizia tributaria,
datata 26/11/94 e diretta al prefetto di Palermo, riferiva che: Il Comando Generale della
Guardia di Finanza ha comunicato ... di aver appreso da organo qualificato (si legga
Si.S.Mi.), che nellambito di Cosa Nostra siciliana e palermitana in particolare, da
qualche tempo si starebbe verificando una sorta di fermento tendente a modificarne nella
sostanza gli indirizzi e le linee strategiche. Sfuggono al momento le esatte motivazioni e
connotazioni, ma non sarebbe estraneo ad una sorta di occulta regia il ruolo dellanziano
avv. palermitano GUARRASI Vito
Anche le presenti notizie sono state tratte dai rapporti informativi dei carabinieri,
polizia e D.I.A. di Palermo gi citati e dalle ulteriori fonti indicate.

5.3.1. Rapporti economici tra Guarrasi e Verzotto

Una serie di documenti ufficiali attestano i rapporti e le cointeressenze societarie tra


Vito Guarrasi e Graziano Verzotto, oltre agli incarichi che avevano presso lE.N.I., sia
prima che dopo la morte di Mattei. Infatti, mentre Guarrasi ne era il consulente, Verzotto
era capo dellufficio delle pubbliche relazioni dello stesso ente in Sicilia. Il legame tra i due
personaggi era proseguito anche negli anni successivi, sia prima che dopo il sequestro De
Mauro.
La principale cointeressenza tra i due era data dagli interessi che entrambi avevano
nellEnte Minerario Siciliano (EMS), principale realt economica dellisola. Nella relazione

135
vds all. 214, pag. 1054 della relazione
136
vds pag. 2794
conclusiva della Commissione Parlamentare Antimafia137, risulta con certezza che era stato
proprio Guarrasi a volere Verzotto alla presidenza dellE.M.S., mentre egli stesso ne era
consulente incaricato dal presidente. Ci trova una plausibile ragione in considerazione
della tutela degli interessi professionali ed economici di Guarrasi nellE.M.S.138 e nelle altre
societ collegate allEnte Minerario Siciliano. Come si evince dalla citata nota della D.I.A.
di Palermo, Guarrasi stato socio fondatore, azionista e presidente del collegio sindacale
dalla data di costituzione fino al 18/11/1967, della So.Chi.Mi.Si. - Societ Chimico
Mineraria Siciliana S.p.A., costituita a Palermo il 16/05/1964, avente per oggetto sociale
principale la riorganizzazione e la verticalizzazione dellindustria zolfifera siciliana. Buona
parte del pacchetto azionario era stato sottoscritto dalla So.S.Mi. della quale Guarrasi era
presidente. La So.Chi.Mi.Si. era una societ satellite dellE.M.S.; Ne era Presidente
Graziano VERZOTTO e consigliere delegato Aristide Gunnella (parlamentare nazionale del
P.R.I. e amico di Vito Guarrasi).
GUARRASI era pure consulente della So.Ri.M. - Societ Ricerche Minerarie S.p.A.,
altra impresa satellite dellE.M.S. come del resto era consulente di tutte le societ fondate,
controllate o con partecipazione azionarie da parte dellE.M.S..
I legami economici tra Verzotto e Guarrasi, rafforzatisi dopo la scomparsa di Mauro de
Mauro, sono quelli che avevano visto Verzotto implicato nello scandalo per la vicenda dei
fondi neri dellE.M.S. depositati presso la banca Loria di Milano, e per i quali Verzotto
era stato colpito dal gi accennato ordine di cattura. Nella relazione della Commissione
Parlamentare Antimafia a tal proposito si legge: 24) Da Leggio a Graziano Verzotto. ... La
banca Loria, gi del gruppo Sindona (...) pass nel febbraio del 1972 sotto il controllo di
una finanziaria, la GEFI, che ne acquist il pacchetto di maggioranza. Del consiglio di
amministrazione della GEFI faceva parte, gi prima dellacquisto del pacchetto di
maggioranza della Banca Loria, lavvocato Vito Guarrasi. Due mesi dopo loperazione, il
28 aprile 1972, del consiglio di amministrazione entr a far parte anche il senatore
Graziano Verzotto.
E il nome di Michele Sindona, personaggio che non ha bisogno di presentazione,
stato recentemente accostato a quello di Vito Guarrasi dal collaboratore di giustizia Angelo
Siino139; questi ha dichiarato che in una circostanza aveva accompagnato Michele Sindona a
Mondello (PA): nelloccasione Sindona si era incontrato con Nino Salvo e successivamente
era andato a casa di Vito Guarrasi.

5.4. raccolta degli indizi sulle responsabilit

La rassegna degli elementi indiziari a carico dei diversi personaggi che sono gi stati
citati nella presente relazione, parte da solide basi che erano gi presenti e conosciute nel
1970 e che, per i motivi gi evidenziati, non sono state prese in considerazione o non sono
state doverosamente potenziate. Le attuali indagini infatti, che non erano mirate a risolvere
il caso De Mauro, ma avevano semplicemente lo scopo di ampliare le conoscenze
sullaccaduto al fine di acquisire ulteriori elementi investigativi sulla morte di Enrico
Mattei, hanno, di fatto, chiarito ulteriori aspetti ruotanti attorno al sequestro di Mauro De
Mauro e, conseguentemente, hanno fornito validi elementi di connessione con la morte di
Mattei.

137
Vds all. 214, pag. 1053 della relazione conclusiva sul fenomeno mafioso
138
Vds. pag. 22 dellinformativa della D.I.A., dalla pag. 3762 del fascicolo
139
vds dichiarazioni rese in udienza a Palermo il 18/12/97 (processo Andreotti), dalla pag. 4592
5.4.1. chi aveva fornito a De Mauro la sensazionale notizia su Mattei?

Questa polizia giudiziaria, alla luce di tutto quanto emerso, ritiene che per
comprendere il caso di Mauro De Mauro sia necessario cercare di comprendere da quale
fonte il giornalista aveva ottenuto limportante notizia su Mattei. Infatti oggi, come allora,
non in dubbio cosa aveva scoperto: aveva saputo chi era stato il o uno dei mandanti
dellattentato allaereo del presidente dellENI.
Capire chi aveva fornito le informazioni a De Mauro consente di comprendere quale
era stata la molla che aveva fatto scattare il sequestro e luccisione del giornalista.
Appare plausibile la seguente ipotesi, perch assolutamente logica, coerente, che
armonizza tutti gli elementi raccolti e trova un riscontro nelle dichiarazioni di Graziano
VERZOTTO, ovvero le dichiarazioni di VERZOTTO trovano riscontro in tutti gli elementi
gi raccolti:

5.4.1.1. antefatto al sequestro De Mauro

Mauro De Mauro, nellambito delle informazioni che stava raccogliendo su Mattei per
assolvere lincarico avuto da Rosi, si era consultato pi volte con Graziano Verzotto con il
quale era in confidenza e dal quale aveva avuto indicazioni sul possibile attentato a
Mattei..
Verzotto in quel momento era in guerra aperta con Eugenio Cefis per la costruzione
di un metanodotto dallAfrica alla Sicilia, del valore di 500 miliardi dellepoca. Tale
importante opera era stata bocciata dal presidente dellENI perch aveva preferito il
trasporto del gas liquefatto con navi metaniere, armate dal petroliere Angelo Moratti. Questi
aveva ottenuto il relativo appalto dalla ESSO e dallENI. Lestrazione, la liquefazione, il
trasporto, la rigassificazione e la distribuzione del metano erano state realizzate da un
accordo ENI/ESSO intervenuto dopo la morte di Mattei e in contrasto con la sua politica.
Secondo varie fonti, i soci occulti delle quattro navi metaniere erano proprio Eugenio Cefis
e Vincenzo Cazzaniga. E di tutta evidenza che laffare sulle metaniere era colossale e
rischiava di essere stracciato a causa del progetto di Verzotto, che in questo caso era
spalleggiato dalla Regione Sicilia. Regione ovviamente interessata perch, in caso di
costruzione del metanodotto, avrebbe ottenuto il gas ad un prezzo concorrenziale ed avrebbe
ottenuto ulteriori ricavi dalla distribuzione del gas (rompendo cos il monopolio della
distrubuzione detenuto dallENI), mentre invece, con le metaniere che facevano scalo a
Panigaglia (SP) ove era ubicato limpianto di rigassificazione, il prezzo sarebbe aumentato
per gli ulteriori costi di trasporto da La Spezia a tutte le citt dellisola.
La ricerca di De Mauro si era quindi innestata proprio nel periodo culminante della
contesa tra Cefis e la SONEMS; Questultima era la societ a capitale misto tra lE.M.S. di
Verzotto (26% di capitale), la SONATRACH (azienda petrolifera di stato algerina, 50% di
capitale), la SNAM/ENI (20%) e il Banco di Sicilia (4%), che era stata costituita proprio per
realizzare la costruzione del metanodotto e della quale Verzotto era consigliere. Questi, per
eliminare dal vertice dellente statale Eugenio Cefis che avversava la costruzione del
metanodotto, aveva incaricato De Mauro di indagare sulla morte di Mattei, partendo dal
presupposto che dietro vi fosse stato un complotto culminato con lattentato.
DE MAURO, contrariamente o in aggiunta allincarico avuto da ROSI, al momento
del suo sequestro aveva raccolto elementi a carico di CEFIS e del suo braccio destro in
Sicilia, cio Vito GUARRASI, che avrebbe dovuto utilizzare per attaccare il presidente
dellENI.
Tale iniziativa di Verzotto si era sommata a quella socialista, in corso di attuazione,
per esautorare Eugenio Cefis al fine di ottenere la presidenza ENI (e, quindi, il controllo di
un notevole flusso di denaro in nero).
De Mauro, gi dai primi giorni del settembre 1970, aveva parlato di una sensazionale
scoperta, mentre il suo sequestro era avvenuto frettolosamente il 16 settembre successivo.
Il giornalista, nel corso degli accertamenti eseguiti per verificare le notizie ottenute da
Verzotto, si era imbattuto in Vito Guarrasi: aveva cio scoperto qualcosa che lo accomunava
ai mandanti dellomicidio Mattei.
Guarrasi, saputo ci, aveva ordinato il sequestro del giornalista.

5.4.1.2. gli elementi di supporto allantefatto

Guarrasi stava per essere arrestato quale responsabile del sequestro: tanto risulta
inequivocabilmente e allargomento, molto ampio, stato dedicato il successivo 6.
De Mauro era ottimo conoscente di Verzotto e si fidava di lui: ci stato dichiarato dallo
stesso Verzotto al P.M. di Pavia il 16/2/1996140 e risulta dal diario141 di Pompeo
Colajanni (amico dai tempi partigiani di Mattei);
De Mauro aveva lungamente parlato con Verzotto delle ultime due giornate di Mattei in
Sicilia: stato dichiarato dallo stesso Verzotto in una intervista rilasciata al quotidiano
LOra di Palermo142. In particolare aveva detto che Ricordo che parlammo a lungo,
ma sostanzialmente non facemmo che ripetere le cose che avevamo detto otto anni fa,
subito dopo la morte di Mattei, allorch cercammo di ricostruire tutte le mosse, gli
incontri, i tempi della permanenza di Mattei in Sicilia. De Mauro allora fu incaricato di
fare dei servizi su questo argomento ed io lo aiutai raccontandogli tutto quello che
sapevo;
Verzotto, nel 1970, era in guerra aperta con Eugenio Cefis per la storia del
metanodotto: stato detto pi volte da Verzotto. In particolare al P.M. di Pavia
l8/11/1995143 ha dichiarato Con la morte di Mattei e lavvento di Cefis, io sono stato
gradualmente esautorato e quindi costretto a dimettermi. Io non ho mai avuto alcun
rapporto con Eugenio Cefis, anche se la mia sensazione era di essere stato esautorato
per avere calpestato interessi economici rilevanti. Circolava infatti voce che tutte le
difficolt frapposte dallENI alla realizzazione del metanodotto tra lItalia e lAlgeria, di
cui era lideatore e il presidente della societ che avrebbe dovuto costruirlo, fossero
dovute al fatto che cera chi riteneva pi sicuro e conveniente che il gas algerino fosse
trasportato in Italia liquefatto in apposite metaniere. Si diceva anche che tali metaniere
appartenessero ad una societ che trasportava il metano alla stazione di rigassificazione
di La Spezia, della SNAM, e che soci diretti o occulti di tale societ fossero Cefis,
Cazzaniga, Fornara e Girotti.

140
Verbale di s.i. rese il 16/2/1996, pag. 2340
141
vds pag. 4615
142
vds all. 159/121
143
vds pag. 1907
Delle metaniere ha pure parlato Mario Pirani144, il quale ha dichiarato che Si parl
allepoca di un grosso giro di interessi personali nella costruzione e nella gestione di tali
metaniere;
Verzotto aveva parlato con De Mauro del metanodotto: stato dichiarato da Verzotto
nella gi citata intervista allOra, pubblicata il 23-24 ottobre 1970. Infatti vi si legge: D.
nelle dichiarazioni del prof. De Mauro si fa riferimento non soltanto alla morte di Mattei
ma anche al contrastato progetto del metanodotto fra Algeria e Sicilia. In che termini ne
parl lei con Mauro De Mauro? R. Molto dettagliatamente ne parlai con il giornalista
Marcelli che condusse lanno scorso uninchiesta per LOra su problemi economici
siciliani. Allintervista partecip Mauro. Anzi lincontro avvenne proprio a casa sua
durante una colazione. Come le ho gi detto, con Mauro siamo da tempo in rapporti
molto amichevoli ... C una inesattezza nelle dichiarazioni del fratello di De Mauro.
Egli afferma che ultimamente io avrei abbandonato il progetto. E una notizia sbagliata,
forse per una deformazione subita nella affrettata trasmissione mentre era in corso qui
allE.M.S. una riunione in cui si trattava anche di questo argomento. In verit lEMS e
io personalmente siamo come prima e pi di prima impegnati fino in fondo nel
progetto del metanodotto.;
Verzotto aveva utilizzato De Mauro - con la verit su Mattei - per estromettere Cefis:
riscontro indiretto fornito da Verzotto nel proseguimento della citata intervista del 23
ottobre 1970, cio un mese circa dopo il sequestro. Infatti Verzotto, alla domanda
dellintervistatore se il progetto incontra ostacoli, aveva risposto che ...C stata fino
a qualche tempo fa unopposizione dellENI che preferisce trasportare il metano
algerino con le navi cisterna liquefacendolo ai porti di imbarco e rigassificandolo nei
porti di arrivo, cos come fanno le altre compagnie petrolifere. Ma ora latteggiamento
dellENI mutato e anche quello della ESSO italiana, per esempio. Insomma attorno a
questa questione non pu dirsi che vi sia in atto uno scontro cos aspro e drammatico
come cera al tempo di Mattei fra lENI e le sette sorelle. In quel clima tutti i dubbi sulla
morte di Mattei furono possibili. Il clima odierno non da delitto.
Con tale dichiarazione Verzotto aveva lanciato chiari messaggi, rassicuranti da un lato e
ulteriormente intimidatori dallaltro lato, per indurre lENI e la ESSO a non ostacolarlo
pi;
Cefis, nel 1970, era stato oggetto di attacchi personali al fine di estrometterlo dallENI :
tanto risulta da tutti i documenti ufficiali, dal tenore di tutta la presente relazione e, in
ultimo, dalle dichiarazioni di Graziano Verzotto rese a questa p.g.145;
Cefis non voleva la costruzione del metanodotto: la circostanza si evidenzia da s. Inoltre
lENI aveva una quota del 20% nella societ incaricata della costruzione, acquisita -
secondo Verzotto - proprio per sabotare dallinterno il progetto.
Inoltre, nel fascicolo dei Carabinieri di Palermo riguardante le indagini sulla scomparsa
di Mauro De Mauro, vi sono due appunti sullargomento pista ENI predisposti dal cap.
Russo. Nel primo146. annotato: Contrasti tra ENI ed altra societ metanodotto - B.
25.9.70 dove B. indica linformatore, cos come interpretato da Angelo Tateo 147, oggi
colonnello dei carabinieri in pensione e allepoca tenente e primo collaboratore di Russo.
Nel secondo148 annotato: Il Buttafuoco, ... , si ritiene sia stato incaricato di prendere
144
Verbale di s.i. rese il 20/2/1996, pag. 2369
145
Verbale di trascrizione di conversazione del 2/6/1998, pag. 4737
146
vds pag. 2749
147
Verbale di s.i. rese l11/5/1996, pag. 2727
148
vds pag. 2767
contatti con la famiglia De Mauro al fine di accertare se e cosa di compromettente
potesse avere il De Mauro. In tale ipotesi non si esclude che egli cercasse un qualche
appunto relativo alla realizzazione di un metanodotto (Algeria-Palermo) della prevista
spesa di 500 miliardi, la cui realizzazione starebbe particolarmente a cuore di
Verzotto osteggiato da Cefis(sostituto di Mattei, che avrebbe quale consulente
il Guarrasi).;
Anche il gi citato Mario Pirani149 aveva riferito al P.M. di Pavia del voltafaccia di Cefis
rispetto alla realizzazione del metanodotto che era stato progettato da Mattei, sia pure su
un tragitto che non interessava la Sicilia;
La ricerca di De Mauro su Mattei si era innestata nel periodo di contesa per il
metanodotto: anche tale affermazione si evidenzia da s. Peraltro, nella pi volte citata
intervista a Verzotto pubblicata il 23-24 ottobre 1970, il giornalista, rifacendosi alle
dichiarazioni di Tullio De Mauro, aveva messo in relazione il sequestro con la vicenda
del metanodotto;
Verzotto aveva chiesto al presidente Mattei di andare ancora in Sicilia ed aveva
organizzato il programma delle due giornate: lo stesso Verzotto che, per la prima volta,
ha ammesso la circostanza al P.M. di Pavia in data 8/11/1995150. Infatti ha dichiarato:
DAngelo mi incit, con vive pressioni, a fare in modo che Mattei anticipasse il pi
possibile lincontro con la popolazione di Gagliano Castelferrato, allo scopo - come egli
mi aveva detto - di tranquillizzare la gente. Io riversai tale esigenza direttamente a
Roma, non rammento se a Gandolfi, a Ruffolo (mio diretto superiore) o personalmente a
Enrico Mattei. Non escludo comunque di aver potuto telefonare al presidente dellENI,
nel suo ufficio, per rappresentargli tale esigenza. Le ribadisco che certamente possibile
che io abbia fatto tale telefonata e che anche a seguito di tale telefonata Mattei si sia
indotto a tornare dopo pochi giorni in Sicilia. Ricordo comunque che solo pochi giorni
prima del 26/10/1962 mi giunse da Roma la richiesta di organizzare la visita di Mattei a
Gagliano Castelferrato per il 27/10/1962;
De Mauro, con le notizie avute da Verzotto, si era imbattuto in Vito Guarrasi : sempre
Verzotto che ha confermato, sia pure indirettamente, la circostanza. Nel verbale delle sue
dichiarazioni rese al P.M. di Pavia, in data 11/3/1996151 , si legge: A.D. E vero che fui
io a consigliare a De Mauro di recarsi dallavvocato Guarrasi per avere utili
informazioni circa la ricostruzione dellultimo viaggio di Mattei in Sicilia per conto di
Rosi. ... De Mauro mi rifer poi che Guarrasi non gli aveva dato alcuna utile risposta. Lo
stesso Guarrasi mi rimprover per avergli mandato De Mauro in quanto si dichiarava
contrario a tutte le interviste.. Perch il rimprovero visto che era stato lo stesso Guarrasi
che aveva invitato De Mauro (a una sua richiesta di incontrasi) e poi lo aveva congedato
scusandosi per linutile visita, non avendo egli nulla da raccontare perch, il 26/27
ottobre 1962, Mattei non era andato a Palermo? E, perci, il motivo di risentimento di
Guarrasi doveva essere stato nellargomento trattato dal giornalista. Infatti, appare strano
che Verzotto, organizzatore del soggiorno di Mattei in Sicilia e, pertanto, a conoscenza
del programma, avesse mandato De Mauro da Guarrasi che pure, almeno ufficialmente,
non aveva avuto alcun contatto con il presidente dellENI. E evidente che invece un
valido motivo per lincontro ci doveva essere stato al punto che Guarrasi, consulente
dellE.M.S., lo aveva rimproverato.

149
Verbale di s.i. rese il 20/2/1996, pag. 2369
150
vds pag. 1907
151
vds pag. 2473
E comunque lo stesso Guarrasi152 che fornisce una sua versione e che tenta di riversare
sospetti su Verzotto in ordine alla morte di Mattei. Infatti ha dichiarato: E
assolutamente falso che il contatto tra me e De Mauro sia stato creato da Graziano
Verzotto. ... E inoltre inverosimile che possa essere stato lo stesso Verzotto a
consigliare a De Mauro di incontrarmi, per informarsi su circostanze relative al
soggiorno di Mattei a Gagliano Castelferrato, in quanto egli, quale addetto alla
pubbliche relazioni dellENI in Sicilia, non poteva non sapere che io non ero presente a
Gagliano Castelferrato. Ritengo invece verosimile che a Gagliano Castelferrato fosse
presente proprio Graziano Verzotto ...;
E Verzotto aveva dichiarato153 che: Al consiglio di amministrazione ritengo che non
poteva non essere presente anche lavv. Guarrasi, il creatore dellANIC-GELA ...
Scambio di cortesie dalle quali emerge che uno dei due mente sul come avvenuto
lincontro con De Mauro.
Mattei, contrariamente al programma e alle varie ricostruzioni fatte sul suo ultimo
viaggio, effettivamente era stato - quindi segretamente - a Palermo a una riunione alla
quale poteva aver partecipato Vito Guarrasi: la prima parte dellassunto risulta da diverse
fonti. Ed importante perch forse legata a Guarrasi; Questi, sentito allepoca dal G.I.
Fratantonio154 di Palermo e oggi dal P.M. di Pavia155, ha voluto precisare di non aver
incontrato Mattei in occasione del suo ultimo viaggio in Sicilia perch il presidente
dellENI non era andato a Palermo.
La prima fonte costituita dal diario di Pompeo Colajanni, amico di Mattei dal periodo
partigiano, nel quale annotato lesito dellincontro con De Mauro in relazione alla
ricerca in atto per conto di Rosi. Vi si legge156:Colloquio con D.M. sugli ultimi giorni di
Mattei: 26-27 ott. 62. ... D.M.: ho fiducia solo in te ed in Verzotto ... Andai con jet
lindomani con Mattei da Gela a Palermo
Tali appunti sono importanti perch provano che De Mauro, contrariamente a quanto
asserito dalla polizia, si stava interessando del possibile attentato a Mattei. Inoltre
indicano che De Mauro, per ci che concerneva la ricerca su Mattei, si fidava solo di
Verzotto e di Colajanni. Vi sono poi le dichiarazioni rese da Campelli Mario157, allepoca
capo del personale di Gela, il quale ha riferito che: Ho anche memoria del fatto che
Mattei venne raggiunto a Gela da alcuni politici palermitani, tra i quali Verzotto e
DAngelo, per poi spostarsi a Palermo per una riunione politica
Vi sono ancora le intercettazioni telefoniche eseguite da questa P.G. sullutenza in uso a
Verzotto. Il giorno 4/11/1995158 la moglie Nicotra Mary, parlando con una donna
sconosciuta racconta dellultimo viaggio di Mattei in Sicilia. Durante la conversazione
Nicotra d per scontato il viaggio di Mattei a Palermo.
In ultimo, sul giornale Le Ore della settimana del quale si gi detto, in un articolo 159
ricattatorio ed intitolato Mattei stato ucciso, compare la seguente indicazione Negli
ultimi due giorni di vita di Enrico Mattei c un vuoto di poche ore. In quelle poche ore

152
verbale di s.i. rese il 10/5/1996, pag. 2725
153
Verbale di s.i. rese l8/11/1995, pag. 1907
154
Verbale delle dichiarazioni rese il 9/6/1971, in all. 159/95. Dellatto risulta mancante una pagina
155
Verbale di s.i. rese il 10/5/1996, pag. 2725
156
vds pag. 4615
157
Verbale di s.i. rese il 28/6/1996, pag. 3145
158
vds pag. 1983
159
vds pag. 4708
c la spiegazione della tragedia di Bascap. Sono poche ore che Enrico Mattei
trascorse a Palermo, la citt dove scomparso De Mauro ...
Vito Guarrasi, proprio il 26 ottobre 1962, apparentemente era stato estromesso
completamente dallENI a richiesta di Giuseppe DAngelo: che Mattei sapesse benissimo
chi era e cosa rappresentava in Sicilia Vito Guarrasi, a libro paga dellENI quale
consulente, desumibile, oltre che dalla logica, anche dalle dichiarazioni rese in merito
da Raffaele Girotti160 (vice presidente ENI con Mattei e successivamente con Cefis), il
quale aveva mantenuto Guarrasi come consulente ENI anche nel corso della sua
presidenza: Ho conosciuto naturalmente Vito Guarrasi ... Non sono a conoscenza del
motivo per cui Mattei lo aveva estromesso dallENI ma a titolo personale avevo pensato
che ci fosse avvenuto in seguito alle voci contrastanti che circolavano su Guarrasi e
che lo davano come appartenente alla mafia o contiguo alla mafia o comunque con
collegamenti con la mafia.
Quindi secondo Girotti, che non era un dirigente qualsiasi allENI, Guarrasi era stato
effettivamente estromesso dallENI. Sulle motivazioni sarebbe quasi superfluo fare
commenti: sono palesemente reticenti perch semmai vero linverso e, cio, che
Guarrasi era divenuto consulente dellENI (come di tutte le societ pi importanti in
Sicilia e a livelle nazionale) proprio perch contiguo alla mafia.
Cenno dellestromissione di Guarrasi dallENI su pressione di Giuseppe DAngelo si trova
inoltre in due documenti. Il primo la pi volte citata relazione della commissione
antimafia161, mentre il secondo un appunto riservato162 predisposto dal questore Angelo
Mangano il 10/11/1970.
Di fatto Guarrasi aveva dato le dimissioni dal consiglio di amministrazione dellANIC -
Gela nel 1960, e lui stesso163 le aveva poste in relazione alle pressioni del presidente
della Regione;
Infine Verzotto164 ha dichiarato al P.M. di Pavia che Ho saputo che Guarrasi era stato
allontanato dal consiglio di amministrazione dellANIC-GELA soltanto a cose
avvenute...
Premesso che il motivo di attrito tra DAngelo e Mattei era stato il rapporto dellENI con
Guarrasi, e nellipotesi che Guarrasi (come chiaramente emerge dalla sua biografia) fosse
diventato consulente dellENI quale rappresentante della mafia, possibile ipotizzare che
Mattei lo avesse estromesso completamente senza comunicarglielo personalmente? E
poteva Mattei attendere che Guarrasi venisse informato di tale grave decisione da altri?
Quindi il fatto che Mattei, come pare, fosse andato a Palermo, fornisce una possibile
risposta ai due interrogativi appena formulati.
Quanto al ruolo di Guarrasi quale rappresentante della mafia, va aggiunto quanto detto da
Verzotto165 e, cio, che Lo stesso DAngelo, fiero avversario di Guarrasi e mio
successore allE.M.S., ricorso alla collaborazione di Guarrasi;
Il 14/9/1979, due giorni prima del sequestro, De Mauro aveva avuto un fugace incontro
con Verzotto: lo stesso Verzotto a dichiararlo, oltre che ai giudici di Palermo, al P.M. 166
di Pavia, aggiungendo per a questultimo magistrato limportante elemento riguardante
160
Verbale di s.i. rese il 25/3/1998, pag. 4689
161
All. 214, pag. 1092 della relazione antimafia
162
All. 159/5
163
Verbale di s.i. rese il 10/5/1996, pag. 2725
164
Verbale di s.i. rese il 16/2/1996, pag. 2340
165
Verbale di s.i. rese l8/11/1995, pag. 1907
166
Verbali di s.i. rese il 16/2/1996, pag. 2340
il copione in possesso di De Mauro e mai ritrovato. Incontro che inizialmente aveva
taciuto167 agli inquirenti e che era emerso dalle dichiarazioni dei familiari del giornalista.
Infatti, come gi precedentemente detto, Elda168 e Junia169 De Mauro avevano dichiarato
che Mauro aveva fatto a loro la confidenza di una grossa scoperta su un presidente,
proprio al ritorno dallE.M.S. del 14/10 e a seguito della domanda fattagli da Elda sul
come era andato lincontro con Verzotto.
I sequestratori avevano interrogato su De Mauro per sapere cosa aveva scoperto su Mattei
e se aveva dei documenti a tale riguardo: tale affermazione trova conforto in quanto detto
precedentemente su Antonino Buttafuoco e sugli elementi utilizzati per il suo arresto,
oltre che dallesame obiettivo della dinamica del sequestro;
Il sequestro era servito anche a spaventare Graziano Verzotto: questa teoria, che
coerente con tutto quanto detto fino ad ora, era stata proposta come veritiera da Antonino
Buttafuoco. Nel diario di Junia De Mauro risulta la seguente annotazione al giorno
29/9/1970: Quindi, spontaneamente, fece (Buttafuoco) unipotetica ricostruzione del
movente del sequestro, precisando che avrebbe usato i nomi dei presenti a mo
desempio: Nino Buttafuoco dice una cosa a Mauro. Mauro fa capire a un altro di
sapere questa cosa. Questo fa rapire Mauro per sapere cosa Nino Buttafuoco gli abbia
detto, e per mettere paura a Nino Buttafuoco. Ribad che quellesempio, nomi a parte,
rispecchiava la realt. E sufficiente sostituire i nomi con quelli di Guarrasi e Verzotto
per dare un senso compiuto alla verit di Buttafuoco; Comunque Verzotto aveva dato
un grosso contributo ad ostacolare le indagini sul sequestro De Mauro, dichiarando,
prima alla stampa170 e poi ai carabinieri171 di Palermo, che a suo avviso Mauro De
Mauro era stato sequestrato per motivi di mafia e droga. E, vedi il caso, tale dichiarazione
alla stampa era stata fatta in occasione dellintervista, pubblicata da LOra il 23-24
ottobre 1970, con la quale Verzotto aveva ribadito la sua volont di proseguire nel
progetto del metanodotto, non pi ostacolato dallENI e dalla ESSO. Ci consente di
stabilire che Verzotto poteva essere solo spaventato e non era possibile prendere
provvedimenti pi drastici nei suoi confronti. Perch? Ancora una volta la risposta la
fornisce lo stesso Verzotto, con una intervista concessa ad un giornalista del Corriere
della Sera (pubblicate il 22/6/1975) mentre era latitante a Beirut per i fondi neri
dellE.M.S.. Larticolo172 era intitolato Verzotto in Libano ha paura - Non hanno
rinunciato a uccidermi. Il testo conteneva dei riferimenti interessanti per largomento
ora trattato. Verzotto aveva detto di aver rilasciato una intervista registrata ad un
giornalista romano a casa di De Mauro ed aveva aggiunto Chiss che fine ha fatto (il
nastro) forse conteneva spunti interessanti. E il giornalista, nel proporre la rassegna di
alcuni nomi, alcune situazioni che in ipotesi potrebbero aver congiurato contro De
Mauro prima e contro di lei dopo, aveva gettato un nome (senza indicarlo
nellarticolo) spesso ricorrente a Palermo tutte le volte che sorta una occasione per
fare della fantapolitica in chiave di giallo . Verzotto aveva risposto Secondo me quello
non centra per consiglierei unassicurazione sulla vita a chiunque si trovasse a
tagliargli la strada. Il nome fatto dal giornalista era quello di Vito Guarrasi.

167
vds pag. 39 del diario di Junia, pag. 3051
168
Verble di s.i. rese il 27/5/1996, pag. 2861
169
vds all. 159/129
170
vds all. 159/121
171
Verbale delle dichiarazioni rese il 13/9/1971, all. 159/120
172
vds. all. 137
Verzotto aveva riproposto, come nel 1970, messaggi occulti (ma neanche tanto) nei
confronti dei suoi amici/nemici: rassicurazioni da un lato e minacce dallaltro.
Ecco quindi: partita e contropartita giocata dopo e a causa del sequestro De Mauro
e basata su un segreto riguardante Enrico Mattei.
A proposito di velate minacce ed assicurazioni sul mantenimento del segreto, altro
elemento che comprova il ruolo attribuito da questa p.g. a Verzotto nel sequestro De
Mauro, costituito dalle attenzioni poste dai carabinieri proprio nei confronti del
presidente dellE.M.S.. Infatti, mentre nellottobre del 1970, con lintervista a LOra,
Verzotto aveva richiesto la prosecuzione del progetto metanodotto ed aveva
tranquillizzato i mandanti del sequestro De Mauro spostando lattenzione su una pista
irrilevante, nel 1971 i carabinieri avevano sentito a verbale Graziano Verzotto per
ribadire la pista droga, utilizzata come base del rapporto consegnato in Procura
personalmente dal colonnello Dalla Chiesa. A cosa serviva se non a mantenere Verzotto
fermo su tali posizioni? Tale interpretazione emerge dalle dichiarazioni del g.i.
Fratantonio: nella copia di un articolo173 giornalistico, rinvenuto a Genova nel fascicolo
processuale contro Saladino Giuliana, per diffamazione a mezzo stampa in danno del
procuratore Pietro Scaglione, firmato da Zullino e Pietroni (e pertanto potrebbe essere il
settimanale Epoca degli anni 1971 o 1972), in una intervista il giudice aveva dichiarato
che La mia istruttoria (sul caso De Mauro) stata disturbata con gli espedienti pi
strani. Hanno detto e continuano a dire, per esempio, che il procuratore capo Scaglione
mi nascondeva un rapporto dei carabinieri che attribuiva la morte di De Mauro ai
trafficanti di droga. Ecco un tipo diversivo di stampo mafioso, inventato e diffuso a
Roma. Scaglione mi dette subito quel rapporto ma era un documento meno significativo
del rapporto che aveva potuto fornirmi la polizia. Ancora, a verbale174, lo stesso giudice
ha dichiarato che Mi dest molte perplessit il comportamento tenuto dai carabinieri e
dal generale Dalla Chiesa in alcuni momenti dellindagine. Ricordo in particolare che il
col. Dalla Chiesa assunse direttamente a verbale Graziano Verzotto. Il comportamento
dellufficiale era assolutamente anomalo perch era uningerenza nellistruttoria in
corso. In seguito io disposi un confronto tra Verzotto e Giuseppe Di Cristina, detenuto
per altra causa. Sul luogo del confronto comparve inopinatamente e non invitato il
capitano Giuseppe Russo. ... Il cap. Russo, dopo alcuni giorni nel mio ufficio, mi fece
presente che il col. Dalla Chiesa era rimasto impressionato del fatto che io avessi
disposto il confronto tra Verzotto e Di Cristina e mi chiese anche lesito di tale
confronto. ... Oltre allintervento non autorizzato di Dalla Chiesa nella mia indagine, mi
stup anche la mia richiesta di informazioni avanzata dal cap. Russo ...
Sullinterrogatorio di Verzotto da parte di Dalla Chiesa, anche lallora cap. dei CC
Amara Angelo175 ha fatto delle dichiarazioni al P.M. di Pavia: ... nel 1971 il colonnello
Dalla Chiesa mi aveva chiesto di procurargli unincontro con Verzotto, al fine di
ottenere informazioni sulla scomparsa del giornalista De Mauro. ... Interrogava il
colonnello Dalla Chiesa. Il senatore Verzotto ci aveva preliminarmente rappresentato
che lui doveva continuare a vivere con i siciliani e quindi non poteva sbottonarsi pi di
tanto. ... Non so di preciso quali idee avesse il generale Dalla Chiesa in merito al
sequestro De Mauro, ma so che era convinto che Verzotto non avesse nulla a che fare
con la scomparsa del giornalista.

173
vds pag. 4537
174
Verbale di s.i. rese il 20/2/1998, pag. 4598
175
Verbale di s.i. rese l8/5/1996, pag. 2717
Quindi plausibile che i carabinieri fossero convinti che Verzotto, suo malgrado, sapeva
tutto e, pertanto, era in serio pericolo di vita.

5.4.1.3. conclusioni

Il quadro che emerge dallantefatto rappresenta Graziano Verzotto in duplice e doppia


veste:
quale presidente dellEMS, alleato ed avversario dellENI, con Guarrasi in veste di
consulente di entrambe le aziende;
a titolo personale, nemico di Cefis e Guarrasi dai quali si era difeso minacciandoli, ma
concretamente coprendoli, su quel qualcosa riguardante il caso Mattei.
Infatti Verzotto non aveva mai perso occasione, dal 1970 ad oggi attraverso le
dichiarazioni ai magistrati e - soprattutto - alla stampa, di puntare lindice su Cefis e
Guarrasi, sia pure in modo molto indiretto e interpretando al meglio la tradizione siciliana di
parlare attraverso messaggi cifrati.
Sul delitto De Mauro Verzotto sa tutto. Tanto emerge, oltre che dal ruolo
oggettivamente avuto nelle due situazioni, anche dalle sue contraddizioni e reticenze
precedentemente segnalate. Sembra che voglia aiutare gli attuali inquirenti, ma si sente
costretto a negare o depistare se posto di fronte a precise domande le cui risposte potrebbero
seriamente colpevolizzarlo agli occhi di Guarrasi e Cefis.
In occasione del suo terzo incontro a Pavia con il P.M.176, durante il quale era stato
affrontato dettagliatamente largomento De Mauro, aveva dichiarato: Subito dopo la
morte di Mattei io ero fermamente convinto che laereo fosse stato abbattuto. Cambiai
opinione dopo aver letto copia della relazione predisposta dalla Commissione Ministeriale
di Inchiesta. ... Se attentato vi stato nella morte di Mattei, ritengo di poter escludere che
possa essere ragionevolmente ascrivibile allO.A.S. francese o alle Sette Sorelle. Lunica
ipotesi valida che pu essere formulata pu essere quella del cui prodest.. Ovvero
Eugenio Cefis. In sostanza esclude personalmente lattentato (si defila) ma poi interpreta
correttamente (almeno, alla luce delle attuali indagini su Mattei) levento se ritenuto
delittuoso.
Lintervista pubblicata il 23-24 ottobre 1970 su LOra di Palermo deve essere
ritenuta fondamentale per comprendere il tutto: basta leggerla correttamente. Infatti,
isolando le frasi rilevanti emerge quanto segue: con De Mauro parlammo a lungo e
come otto anni fa cercammo di ricostruire tutte le mosse, gli incontri, i tempi della
permanenza di Mattei in Sicilia (minaccia: ricordatevi quello che so) ... non mi sentirei ora
di sottoscrivere una dichiarazione affermante che la morte di Mattei fu un assassinio
(tranquillizza: per ora non parlo). Ma neanche mi sentirei di sottoscrivere che fu
certamente una disgrazia (minaccia: se non fate quello che voglio allora parlo). Ma
torniamo al metanodotto. ... lEMS e io personalmente siamo come e pi di prima
impegnati fino in fondo nel progetto del metanodotto (ecco quello che voglio). ... Il progetto
incontra ostacoli? Si senza dubbio ... C stata fino a qualche tempo fa una opposizione
dellENI ... Ma ora latteggiamento dellENI mutato e anche quello della ESSO, per
esempio ( lENI che deve fare quello che voglio e deve coinvolgere anche la ESSO).
Lintervista si chiude con il passaggio spontaneo di Verzotto dallargomento metanodotto a
quello della droga, dicendosi convinto che De Mauro stato sequestrato per tale ultimo
motivo (tranquillizza definitivamente: indica unalternativa possibile alla pista ENI).
176
Verbale di s.i. rese l11/3/1996, pag. 2473
6. Il mandante del sequestro De Mauro

Il nome dellipotetico mandante del sequestro di Mauro De Mauro non costituisce, a


questo punto, una sorpresa. Esso infatti potrebbe essere stato proprio il plurinominato Vito
Guarrasi per conto di Eugenio CEFIS (oltre che per se stesso).
E tanto risulta non perch questa polizia giudiziaria abbia svolto delle specifiche
indagini nei suoi confronti, ma perch emerge esclusivamente dalla raccolta degli elementi
che lo riguardavano e che erano gi conosciuti nel 1970.
Questa p.g. si limitata al tentativo - parzialmente riuscito - di recuperare alcuni
importanti indizi che sono andati perduti allepoca delle indagini, evidentemente
nellambito dei citati depistaggi.
Cos avvenuto per i rapporti ante sequestro intercorsi tra Buttafuoco e Vito Guarrasi.
Cos avvenuto per una misteriosa telefonata fatta da Guarrasi a Buttafuoco, della quale
tutti i giornali avevano parlato, senza che se ne sia trovata traccia agli atti della procura e
della polizia. E, infine, cos avvenuto per le notizie apparse sulla stampa nazionale che
avevano dato per imminente larresto di Guarrasi, senza che - nuovamente - vi sia la minima
traccia di indagini sul suo conto, tanto nel fascicolo della procura quanto in quello della
polizia.
Il nome di Vito Guarrasi, nonch il suo coinvolgimento nel sequestro di Mauro De
Mauro, era emerso percorrendo la strada conducente alla pista ENI/Mattei, partendo
proprio dallarresto di Antonino Buttafuoco. Questi aveva agito non di propria iniziativa ma
per conto di qualcuno. E questo qualcuno non poteva che essere Vito Guarrasi, almeno cos
aveva concluso la polizia.
Per introdurre la complessa ricostruzione degli elementi che erano stati individuati a
carico di Vito Guarrasi, pare opportuno iniziare con un ampio stralcio del libro, di Giuliana
Saladino, De Mauro - MAFIA ANNI 70, che era stato pubblicato nel 1972. E un libro-
diario retrospettivo che ricostruisce gli avvenimenti palermitani dellepoca, ponendo in
primo piano il sequestro di Mauro De Mauro e le indagini sviluppate da polizia e
carabinieri. Lopera permeata di ironia indirizzata verso tutte le pubbliche istituzioni che si
sono interessate del caso di Mauro De Mauro.
Inizia, naturalmente, il 16 settembre e termina il 31 dicembre 1970.
Di seguito si riportano le parti ritenute pi significative perch ricostruiscono, in modo
semplice ma efficace, quanto era emerso sul conto di Vito Guarrasi. E una versione dei fatti
che trova, nelle attuali indagini, obiettivo riscontro anche nei casi messi in forma dubitativa
dallautrice:

12 novembre - ... La strada in salita che porta in alto, di cui ha parlato con bella
immagine il presidente dellantimafia, non maestra, piuttosto un sentiero tortuoso e
ripidissimo ... E la strada che porta al signor X? La polizia dice di si. E che pista ? Forse
Mattei, ma notizie fuggite da chi sa dove - dalla questura probabile - fanno pensare a un
audace triangolo: Buttafuoco, Liggio, il signor X. In base a che? Dicerie, mezzi accenni,
mezze frasi. Alla polizia tira aria di fiducia, di sicurezza, e il questore afferma siamo in
navigazione, quando si in mare difficile valutare le distanze, lobbiettivo comunque lo
vediamo. Il capo della squadra mobile cela a stento un sorriso furbesco, euforico, i
cronisti che lo incontrano lo definiscono frizzante.
Saltano fuori intanto voci di sospette telefonate fatte da Buttafuoco, salta fuori che
Buttafuoco appena arrestato temette che lo stesse sequestrando un commando travestito da
poliziotti, che Buttafuoco and a trovare il bandito Liggio in clinica. Dicerie, notizie
confuse e contraddittorie fanno il giro della citt che sente salire la febbre a quaranta in
attesa di clamorosi imminenti arresti. ...
Intanto, prima cautamente, poi con particolari pi precisi, poi con dettagli, con date,
con riferimenti netti - tutto fuorch un nome - in questi giorni si compone pezzo per pezzo,
soprattutto sui giornali del Nord, unintera biografia - con tante lacune, si sa cos poco di
lui -, infine il signor X acquista contorni precisi, esce come una farfalla da un bozzolo
lungamente covato: lavvocato Vito Guarrasi. ...
Lo ha perduto una telefonata. Da Parigi ha chiamato Buttafuoco e hanno parlato di
De Mauro, questa la notizia precisa nei dettagli, anche se non confermata. Se confermata
non si capisce bene cosa resterebbe del potente dellastuto dellinsospettabile mandante del
sequestro che parla al telefono del colpo con il compare e si lascia beccare come lultima
mezza tacca. Ma non c solo la telefonata, la polizia ha certamente tutto in mano.
Fulmineo, prima ancora che arrivi in edicola a Palermo, Guarrasi querela il
settimanale che per primo osa fare il suo nome, passer poi a querelare tutti coloro che pi
o meno velatamente hanno accennato.
Palermo a rumore. La psicosi del colpo di scena si diffonde e accentua. Ora lo
arrestano. Che pista ? Mattei, la droga, ledilizia, il segreto tributario? Pista Mattei. Che
si dissero Guarrasi e Buttafuoco per telefono? La polizia sa tutto e leuforia monta.
Valanga di ipotesi avanzate e vagliate, cui manca solo quella giusta: che non vero
niente, che Guarrasi e Buttafuoco per telefono non hanno mai parlato, n da Parigi n da
Palermo, che la squadra mobile regge tra le mani un granchio colossale, con chele dal
morso velenoso.
13 novembre - Alla procura della repubblica il rapporto di polizia col grosso nome nero su
bianco, con Guarrasi tirato fuori allo scoperto, atteso di ora in ora. Cronisti, inviati
speciali, fotografi e corrispondenti di agenzie attendono fin dal mattino. Alle dodici ancora
nulla, n alluna, n alle due. Delusione. Niente nel tardo pomeriggio, la squadra mobile
non invia il rapporto gi annunciato da una settimana, i CC si fregano le mani. Che
accade? Il questore si chiude in difesa, il capo della mobile nega di avere mai tirato
fuori un signor X. Sconcertante.
Signor questore, vero che state indagando su Guarrasi? Noi stiamo indagando su
tutto ... Non possiamo dire niente, pu darsi che qualcuno ha fatto un grosso errore...
Sconcertante. Intorno al corpo scomparso di Mauro De Mauro si aggrovigliato un
giallo politico a vasto spettro che abbraccia dai servizi segreti internazionali alla banda di
Alcamo, dallo spionaggio industriale al bandito Liggio, da cosa nostra ai ricatti della
classe dirigente siciliana. Intorno al suo nome - lunica cosa che resta - il turbinare di
interessi del capitale pubblico e di quello privato, i colossi ENI e Montedison, la vendetta di
fazioni e di correnti, gli imbrogli del rinnovo delle cariche regionali. Ora il solo suo nome
serve a mettere paura e a ricattare ...
25 novembre - ... Sempre in questi giorni stato annunciato ed atteso un rapporto dei
carabinieri: quello appunto che in tutta solennit il colonnello Dalla Chiesa,
accompagnato dai suoi ufficiali, consegna stamane alle 11 al procuratore capo Scaglione
col quale si intrattiene in breve colloquio ed esce dalla porta di servizio per non incontrare
i cronisti affamati di notizie e tenuti a stecchetto da tanto.
30 novembre - ... Lasciando i discorsi in generale, si avanza in particolare lipotesi che
nelle indagini sul caso De Mauro quel che pi mancato e manca tuttora alle polizie -
granchi a parte - la copertura alle spalle: una copertura che n la procura n la classe
dirigente politica hanno inteso o intendono minimamente assicurare a chi si avventuri sulle
strade in salita che portano molto in alto.

In buona sostanza, il racconto della Saladino riepiloga lessenza dei fatti riportati nel
presente documento. Per esempio, come non pensare subito allintervento del direttore del
S.I.D. di fronte al voltafaccia del questore Li Donni?
Essendo la vicenda Guarrasi molto complessa, perch stato necessario scoprire
quali elementi aveva la polizia sul conto dellavvocato, si ritiene opportuno fissare i
seguenti argomenti, fornendo le relative fonti di prova:

Guarrasi aveva avuto rapporti con Buttafuoco?;


era veramente intercorsa la telefonata tra i due?;
Guarrasi stava per essere arrestato dalla polizia?;

6.1. Vito Guarrasi aveva avuto rapporti con Buttafuoco?

Vito Guarrasi, dal novembre 1970, aveva querelato tutti i giornalisti che avevano
scritto di lui quale signor X. Aveva iniziato177 con Mario Pendinelli e Arrigo Benedetti, il
primo cronista e il secondo direttore del settimanale Il Mondo, per un articolo pubblicato
il 15/11/1970 ed intitolato Dossier Nero (Mafia e Politica) Gli assassini e i ricattatori,
con il quale si era data per certa lesistenza di una telefonata compromettente intercorsa tra
lavvocato e il rag. Buttafuoco.
In sostanza lavvocato Guarrasi, alle accuse di essere il mandante del sequestro De
Mauro, di essere il signor X, di avere telefonato - forse da Parigi - a Buttafuoco, di avere
incaricato Buttafuoco di verificare presso la famiglia De Mauro cosa avesse scoperto
Mauro, si era difeso in maniere semplice dichiarando178 al processo contro Pendinelli: non
ho mai avuto rapporti con Buttafuoco, lo conoscevo solo di vista. Ma quanto
asserito dallavvocato Guarrasi non pare che corrisponda a verit. Infatti, tali rapporti
erano stati ritenuti scontati da parte di:
179
Angelo Mangano, questore, il quale con lappunto riservato , datato 10/11/1970,
riguardante Vito Guarrasi e che la questura aveva negato di aver mai ricevuto, aveva
comunicato che Il Buttafuoco era legato al Guarrasi in quanto entrambi avevano una
particolare amicizia con il noto Salafia Emilio, ex campione olimpico di scherma, che
frequentemente alloggiava dal Guarrasi. Erano cos stretti i legami di amicizia tra
Guarrasi e Buttafuoco che un giorno questultimo ospit, nel tempo in cui era ricercata
dalla polizia, la signora Ugonj, cugina del Guarrasi, ospitalit sollecitata da parte di
questultimo.
Costituisce un riscontro indiretto alle affermazioni di Mangano il fatto, accertato nel
corso della perquisizione presso lo studio di Buttafuoco dopo il suo arresto, che gli
Hugony, i cugini di Guarrasi, erano risultati essere tra i clienti dello stesso Buttafuoco.

177
vds all. 177/1 atto di querela
178
vds all. 177/7 interrogatorio di Vito Guarrasi in udienza dibattimentale
179
all. 159/5
Pietroni e Zullino, i due giornalisti che, pi di ogni altro collega, si erano interessati del
sequestro De Mauro. Nei loro appunti180 compare la seguente frase: Da notare
incidentalmente che Buttafuoco era vecchio amico e aiutante di Guarrasi.
181
Mario Pendinelli, il querelato, che con una lettera datata 30/9/1971 , aveva comunicato
al proprio avvocato Ludovico Isolabella di aver saputo da Pietroni che, nel corso di una
intervista, Buttafuoco gli ha detto di conoscere Guarrasi dai tempi in cui questultimo
non era ancora tanto importante e noto.
182
Graziano Verzotto , il personaggio sicuramente pi attendibile sulla questione, ha
riferito a questa P.G. che i rapporti in questione erano esistenti di sicuro.
183
commissione parlamentare antimafia - VI legislatura - nella propria relazione finale .
Quindi tutti davano per scontati i rapporti fra Guarrasi e Buttafuoco anche se
concretamente risulta arduo poterlo dimostrare per effetto, forse, della banalit della
circostanza.

6.2. era intercorsa la telefonata? Guarrasi stava per essere arrestato?

Che ne fossero tutti convinti, fra gli addetti ai lavori, lo si desume dalla rassegna
stampa dellepoca. In buona sostanza tutti i giornalisti che erano massicciamente presenti a
Palermo e, in particolare, nei paraggi della squadra mobile, avevano arguito, dalle parole
ed indiscrezioni del questore Li Donni e del capo della mobile Mendolia, che tra Buttafuoco
e Guarrasi era intercorsa una telefonata riguardante le sorti del giornalista.

21.10.70 LA STAMPA
Ecco uno dei misteri legati ad un nastro. Altri nastri testimonierebbero di strane telefonate
del ragioniere. Telefonate "in codice" dirette anche all'estero (si dice a Parigi).
21.10.70 IL GIORNO
COMPROMETTENTI LE TELEFONATE DEL PROFESSIONISTA
Le sue conversazioni via filo sono state registrate. La polizia, dunque, ha raccolto indizi di
sicura consistenza. Ma fino a che punto discutibili, anche se gravi, indizi e da che punto
prove? Si parla soprattutto di conversazioni telefoniche pazientemente registrate,
conversazioni con due interlocutori: con i familiari di De Mauro e con "altri". Con i De
Mauro discorsi nei quali via via le abili e suggestive allusioni cedevano progressivamente
alle notizie certe, alle proposte. Con "gli altri" discorsi facilmente intuibili ed in queste
altre parole che dovrebbe esserci , se c' , la verifica, la controprova della malizia e del
dolo che sono stati riscontrati nelle conversazioni con i De Mauro.
21.10.70 CORRIERE DELLA SERA
Una parte importante nel capitolo Buttafuoco ce l'ha il telefono. La polizia, messa
sull'avviso dalla famiglia De Mauro, avrebbe provveduto a controllare tutte le telefonate
del Buttafuoco, sia quelle dirette alla famiglia De Mauro, sia quelle tra lui ed altre persone.
Da queste telefonate , appunto, sarebbe nata la convinzione che il Buttafuoco, come ha
detto il giudice Saito, sia "infilato fino al collo nel sequestro De Mauro". Questo controllo
telefonico data dai primi giorni della scomparsa del giornalista, ma la polizia avrebbe

180
vds pag. 3169 bis, pag. 4 della variante Nicosia
181
vds all. 177/22
182
vds trascrizione del colloquio del 2/6/1998, pag. 4737
183
vds all. 214, pag. 1054
atteso tanto tempo per l'arresto allo scopo di avere indizi pi precisi, elementi pi probanti.
Ieri finalmente questi indizi sarebbero stati sufficienti , e subito dopo, la perquisizione sia
nello studio che nell'abitazione dell'arrestato.
07.11.70 LA STAMPA
Il nome scritto nel rapporto della Polizia potremmo collocarlo in alto come in basso. Forse
l'uomo che stato messo nei guai da una registrazione telefonica, l'unica, sembra,
veramente pericolosa ottenuta ponendo sotto controllo l'apparecchio del cavaliere.
10.11.70 RESTO DEL CARLINO
"Quello - dice - un uomo accortissimo e per parlare di lui gli indagatori devono avere il
mandato di cattura gi pronto. Ora, se questo vero, il nostro se ne star gi chiss dove,
al sicuro". Parliamo di lui, del misterioso interlocutore telefonico di Buttafuoco a Parigi,
per un buon quarto d'ora. sarebbe meglio dire che parla lui, Pantaleone, che un uomo
molto diverso ... "Comunque se questa telefonata con Buttafuoco c' stata - gli dicevamo -
e se essa prova che il "signor X" era in qualche modo a contatto con chi sa molte cose sul
sequestro, non dovrebbe essere difficile verificare la sua posizione. Per quanto potente egli
possa essere, la polizia ha titoli per inquisire chiunque. perch non l'ha ancora fatto?"
10.11.70 IL MESSAGGERO
Non basta la registrazione della telefonata? Si deve pensare di no, perch questo elemento
dovrebbe essere in mano alla polizia sin da quindici giorni prima dell'arresto di
Buttafuoco. Se non stato considerato sufficiente a giustificare un ordine di cattura segno
che il magistrato vuole qualcosa di pi.
14.11.70 l'ORA 2^ edizione
Si parlato fin da quando venne arrestato Buttafuoco di strane telefonate sue a Parigi, nei
giorni scorsi si fece circolare la voce che l'interlocutore all'altro capo del filo fosse una
persona ben identificata. Logico quindi accomunare tutti e due nella responsabilit: per
Buttafuoco all'Ucciardone, l'altra persona no. E ci vuol dire che la telefonata non era
per niente compromettente, o non lo era abbastanza. Del resto un nostro cronista il giorno
successivo all'arresto di Nino Buttafuoco, and a parlare coi familiari dell'arrestato, e
questa telefonata a Parigi non venne nascosta: al cronista fu riferito che Buttafuoco aveva
parlato, cercandolo in un locale notturno, con un suo cliente, un principe palermitano,
assai per il suo ruolo nelle file del separatismo monarchico. Questa telefonata parigina
fece muovere un alto funzionario della polizia italiana specializzato in malavita francese, il
quale fu spedito di gran fretta oltre confine. I risultati della missione ci sono ignoti, ma non
devono essere granch producenti all'indagine visto che non se n' parlato. I fili del
telefono, peraltro, costituiscono le maglie della rete nella quale s' ammagliato Buttafuoco
e con la quale s' tentato da parte della polizia di catturare altri. La vicenda giudiziaria del
commercialista di via Ruggiero Settimo , praticamente, tutta una telefonata . E ci sar un
bel da fare per i periti - se mai si arriver in corte di Assise, o solo ad un rinvio a giudizio -
per tentare di attribuire un nome ad ogni voce, o almeno separare le voci note da quelle
sconosciute.
15.11.70 "IL MONDO"
E' Buttafuoco l'uomo incaricato di prendere contatto con Liggio? Il cavaliere stato
incauto. Ha insospettito la famiglia De Mauro e, mentre aveva il telefono controllato dalla
polizia, ha fatto - ecco una nuova indiscrezione importante - una telefonata
compromettente, chiamando l'avvocato Vito Guarrasi.
Dal citato breve spaccato della rassegna stampa, che va dal 20 ottobre al 15 novembre
1970, si rilevano alcuni riscontri al racconto fatto dalla Saladino nel suo libro/diario. Questa,
come gi esposto, aveva condensato tutta la vicenda al 13 novembre 1970, giorno in cui il
questore Li Donni e il capo della mobile Mendolia avevano fatto indietro tutta. Le date
sono importantissime perch strettamente legate, sia allintervento del direttore del S.I.D.,
che al cambio dabito di Boris Giuliano: tali circostanze sono state infatti collocate, da
Ugo Saito e Elda De Mauro, ai primi di novembre 1970. Peraltro emerge che alcuni
giornalisti avevano confuso la telefonata Guarrasi/Buttafuoco con i colloqui e le telefonate
Buttafuoco/famiglia De Mauro. Larticolo che appare pi lucido quello de LOra di
Palermo, chiaramente in difesa di Guarrasi.
A questo punto si pu cominciare a trarre qualche conclusione: se effettivamente la
polizia, intercettando le utenze in uso a Buttafuoco, aveva registrato una telefonata
intercorsa con Guarrasi e durante la quale - sia pure con frasi criptiche - era stato affrontato
largomento del sequestro De Mauro, con consigli o disposizioni a Buttafuoco su come
comportarsi con la famiglia De Mauro, devono ritenersi del tutto giustificate le ventilate
ipotesi di arresto per Guarrasi.
Le recenti dichiarazioni rese da Bruno Contrada e dal maresciallo Zaccagni, nonch
lacquisizione dei fascicoli relativi allindagine parallela su Vito Guarrasi, confermano in
via definitiva lassunto secondo il quale Guarrasi stava per essere arrestato: era stato lui il
bersaglio delle investigazioni speciali del questore Li Donni, per risalire poi a Cefis e a
Fanfani.

6.3. rivelazioni alla stampa

E quindi vero che il questore Li Donni aveva fatto capire ai giornalisti, in occasione
della conferenza stampa del 2/11/1970, alla quale era presente pure il capo della polizia
Vicari, che mister x era Vito Guarrasi? E aveva fatto inoltre capire che questi stava per
essere arrestato? La risposta inequivocabilmente si. Ecco le fonti di prova, in aggiunta a
quanto scritto da tutti i giornalisti, che smentiscono Ferdinando Li Donni184: questi aveva
negato le circostanze di cui sopra nel corso della sua audizione al processo milanese
Guarrasi/Pendinelli ma, per contro, aveva confermato che Alla fine di una cordiale
comunicazione con i giornalisti fu mia la battuta di trattenere i giornalisti a non andar via
perch vi era un colpo grosso.

Mario Pendinelli185 e Giampaolo Pansa186, sentiti da questa polizia giudiziaria, hanno


inequivocabilmente attribuito al questore Li Donni lidentikit di mister x. Di pi,
Pendinelli ha altres attribuito a Francesco Cattanei, lallora presidente della commissione
antimafia, che durante il dibattimento nel suo processo a Milano non aveva voluto
nominare187 per non creargli imbarazzo, delle rivelazioni - provenienti dalla questura -
circa le indagini in corso su Vito Guarrasi e sulla clamorosa svolta.
come gi detto, il capo della mobile e Bruno Contrada, il 12 ottobre 1970, avevano
sentito, presso la sua abitazione, Vito Guarrasi. Del colloquio non era stato fatto un
verbale, ma ne esiste una registrazione audio. Sulletichetta del relativo nastro scritto

184
vds all. 177/10
185
Verbale di s.i. rese il 24/3/1998, pag. 4647
186
Verbale di s.i. rese il 24/3/1998, pag. 4644
187
vds all. 177/5
12/X/1970 ore 20 - 20,30 conversazione tra Mendolia e X. Pertanto doveva essere
stata la polizia - e non i giornalisti - ad inventare il termine mister x per indicare Vito
Guarrasi, perch la stampa aveva iniziato a parlarne solo il 24 ottobre successivo;
come gi detto, lunico documento presente nel fascicolo di Vito Guarrasi della questura
di Palermo una nota informativa188 diretta alla procura di Torino. In tale nota vi
scritto, tra laltro, che allepoca del sequestro De Mauro Vito Guarrasi era stato oggetto
di indagini;
la sentenza di assoluzione dei 15 giornalisti (tra i quali Vittorio Nistic, Giampaolo
Pansa, Bianca Cordaro, Italo Pietra e Alberto Ronchey) che erano stati querelati da
Guarrasi per averlo indicato, sui giornali, come il mister x di cui parlava la polizia,
sentenza datata 31/7/1981189, della quale si consiglia la integrale lettura perch riepiloga
efficacemente tutti gli avvenimenti seguiti al sequestro De Mauro, aveva concluso che
ragionevolmente Buttafuoco era collegato al sequestro, che il movente erano lENI e
Mattei e che i personaggi indicati dalla polizia nella sabbia della clessidra erano Guarrasi
e Liggio. Questultimo possibile esecutore del rapimento perch Buttafuoco era andato a
trovarlo a Roma mentre si trovava ricoverato in una clinica privata. In particolare la
sentenza afferma che Il collegamento Buttafuoco-Liggio trapela subito dallambiente
della polizia - lunico ad esserne informato - e viene ripreso dalla stampa. Le risultanze
del processo consentono inoltre di ritenere che anche la notizia della compromettente
telefonata che il Buttafuoco avrebbe fatto allavv. Vito Guarrasi indicato come Signor X
o Mister X, riguardante il sequestro di Mauro De Mauro, sia trapelata dalla polizia che
in quel periodo aveva dato segni evidenti di essere pervenuta alla soluzione delle
indagini (conferenza stampa di Li Donni 2 novembre e conferenza stampa Commissione
antimafia del 4 novembre successivo). ... La rassegna dei fatti del processo e la
valutazione delle prove consentono pertanto di non dubitare che anche lidentikit del
signor X, pubblicato dalla stampa, sia limmagine fedele delle notizie che la polizia e
ancor prima Tullio De Mauro avevano fornito ai giornalisti ....
come ultimo elemento, allinterno del fascicolo dei carabinieri e riguardante le indagini
sul sequestro, stato rinvenuto un appunto datato 7.11.1970190, nel quale era stato
riassunto lesito di un colloquio intercorso tra Vito Guarrasi e il colonnello Dalla Chiesa.
Sostanzialmente Guarrasi, facendo riferimento alle voci circolanti sul suo conto che lo
volevano responsabile del sequestro de Mauro, le aveva attribuite al marchese De Seta
perch questi aveva dei motivi di risentimento nei suoi confronti. Nellappunto era, tra
laltro, stata attribuita a Guarrasi la seguente frase: ... il De Seta (diabolico), oltre ad
essere lispiratore della P.S., potrebbe aver cercato di suffragare le sue affermazioni con
provocazioni quali: la strana notizia che dava il Guarrasi presente a Parigi (settembre-
ottobre 1970, nota telefonata o presunta tale del Buttafuoco) .... Quindi, secondo Vito
Guarrasi, la polizia riteneva che linterlocutore della nota telefonata potesse essere lui
perch De Seta aveva loro riferito che in quel periodo era proprio a Parigi: lesistenza
delle telefonata e la provenienza parigina erano perci considerati dei fatti
pacificamente provati; Evidentemente rimaneva da identificare linterlocutore di
Buttafuoco. Anche in questo caso la fonte non poteva che essere stata la polizia. E
Guarrasi poteva averlo saputo da Nistic (come gi detto, lui stesso aveva fornito tali
informazioni ai carabinieri) oppure dalla stampa. Ma indicativo che in questultimo

188
vds pag. 3462
189
vds dalla pag. 4650
190
vds pag. 2769
caso, almeno presso il colonnello Dalla Chiesa, Guarrasi non si fosse lamentato dei
giornalisti ma avesse attribuito la ricostruzione dei fatti alla polizia stessa.
Circa il significato intrinseco della telefonata a difesa fatta da Guarrasi al colonnello
Dalla Chiesa, si possono fare diverse ed ovvie considerazioni.

In conclusione, le notizie riportate dai giornali secondo le quali la polizia stava


indagando su mister x e che questi era Vito Guarrasi, corrispondono alla realt dei fatti.
Peraltro il questore Li Donni aveva confermato che vi era stata la conferenza stampa durante
la quale sarebbero state date tali notizie, aveva confermato di aver consigliato ai giornalisti
di non andare via perch sarebbe successo qualcosa di importante, aveva confermato di aver
rilasciato anche una intervista (su quale argomento quindi?) e, infine, aveva confermato di
aver parlato della clessidra al centro della quale vi era Buttafuoco. Tali conferme erano
state fornite nel corso della sua audizione191 al processo Guarrasi/Pendinelli.
Del resto, in maniera inequivocabile, Bruno Contrada ha riferito che era stato Li Donni a
coniare personalmente il termine mister X.
Anche la logica sorregge lassunto: alla conferenza stampa era presente il capo della
polizia Vicari e in quegli stessi giorni il presidente della commissione antimafia, assieme ad
alcuni membri, era presente a Palermo proprio per il sequestro De Mauro ed aveva
presenziato a una conferenza stampa sullargomento. Come giustificare tali qualificatissime
presenze se non di fronte a fatti di particolare rilievo quali, appunto, la risoluzione del
sequestro?

6.4. la telefonata

Le circostanze riguardanti lesistenza della telefonata sono le seguenti:

Le intercettazioni sulle utenze in uso a Buttafuoco, sia a casa che in studio, erano state
senzaltro eseguite. Erano iniziate il 22 settembre. Il 1 ottobre successivo erano iniziate
anche su una utenza riservata (212388) installata nello studio del tributarista. La squadra
mobile di Palermo, con rapporto datato 3/10/1970192, aveva fatto riserva allA.G. di
comunicare lesito di tali intercettazioni.
in un appunto193 interno, rinvenuto nel fascicolo sul sequestro dei carabinieri di Palermo,
datato 16 ottobre 1970, si legge: Da colloqui avuto con il dr. NISTICO e con lavv.
SORGI194... Il Buttafuoco, per telefonata o telefonate da lui fatte a Parigi a Vito
Guarrasi, telefonate non chiare ed esplicite come contenuto, si ritiene sia stato
incaricato di prendere contatti con la famiglia De Mauro, al fine di accertare se e cosa
di compromettente potesse avere il De Mauro.
Anche in questo caso la notizia di Nistic era stata fornita ai carabinieri diversi giorni
prima che la stampa iniziasse ad interessarsi di mister x e non poteva che pervenire,
sulla base di quanto gi argomentato, dalla questura o dal ministro dellinterno.
Tullio De Mauro ha riferito195 che: Ricordo che si era parlato di una o pi telefonate tra
Buttafuoco e Vito Guarrasi. ... Ritengo possibile che me ne avesse parlato lo stesso Boris

191
vds relativo verbale in all. 177/10
192
vds all. 159/123, pag. 7
193
vds pag. 2767
194
era il legale del giornale LOra
195
Verbale di s.i. rese l8/4/1997, pag. 4219
Giuliano perch ricordo che tale notizia era per me non ipotetica ma data per scontata e
del resto solo con Giuliano vi era qualche contatto diretto sullandamento delle
indagini.
questa polizia giudiziaria, nel ricercare a Palermo, sia presso lufficio competente del
tribunale che presso la questura, qualunque riscontro allesistenza di tale telefonata, ha
rilevato che:
1. nel fascicolo delle indagini (sia del tribunale che della squadra mobile), oltre alle
richieste e alle autorizzazioni delle intercettazioni, non vi sono i verbali o le relazioni
degli ascolti eseguiti e non c nessuna comunicazione allA.G. del relativo esito;
196
2. come riferito da Lucio Capozzo , allepoca addetto alle intercettazioni, le bobine
delle registrazioni venivano depositate presso gli uffici della squadra mobile, mentre le
trascrizioni sintetiche di ogni telefonata venivano date ...; Quindi di ogni telefonata
venivano fatte trascrizioni sintetiche che non esistono pi;
3. le bobine riguardanti le intercettazioni eseguite presso labitazione di De Mauro e presso
il giornale LOra erano state depositate presso il Tribunale di Palermo solo il
2/5/1990197, mentre le bobine relative alle utenze di Buttafuoco si trovavano ancora
presso la squadra mobile, assieme a numerose altre bobine prive di etichette. Questa
polizia giudiziaria ha quindi proceduto allascolto di tutte le bobine individuando
esclusivamente quelle riguardanti le intercettazioni avvenute sullutenza dellabitazione
di Buttafuoco, ma non quelle eseguite presso lo studio. Pertanto attualmente risultano
mancanti ancora tali bobine. Sul punto specifico stata fatta una apposita relazione198.
199
4. Il G.I. Miccich, con la sentenza di assoluzione nei confronti di Buttafuoco del 1981,
aveva scritto che esito negativo hanno avuto sia le perquisizioni domiciliari sia le
intercettazioni delle comunicazioni telefoniche del Buttafuoco. Tale affermazione non
trova alcun riscontro documentale nel fascicolo processuale, a meno che il giudice si
riferisca alle telefonate fatte da un provocatore, il maresciallo di P.S. Patronaggio, le
cui trascrizioni integrali sono agli atti.
riprendendo la sentenza di assoluzione dei 15 giornalisti, anche il Tribunale di Palermo
aveva ritenuto che tale telefonata fosse veramente esistita. Infatti aveva scritto il Collegio
che Al riguardo torna utile illustrare il comportamento tenuto al dibattimento di Milano
nel processo a carico di Pendinelli dal Questore Li Donni200 e dal Commissario Capo
Mendolia201. Il primo, posto di fronte alle diverse contestazioni mossegli, cos si esprime:
vorrei pregare il Tribunale di considerare che il caso De Mauro ancora aperto e che
pertanto listruttoria in corso ha come finalit laccertamento dei rapitori; per
conseguenza il caso di per s delicato ripropone massimo riserbo. E il secondo cos
risponde alla domanda se fosse vera la notizia della telefonata: Non posso rispondere
se tra il Buttafuoco e lavv. Guarrasi fosse intercorsa qualche telefonata allepoca dei
fatti. La mancata risposta dipende dal riserbo dovuto allistruzione formale del processo
di Palermo. Ora evidente che se la notizia fosse stata destituita di fondamento i due
funzionari avrebbero senzaltro aderito alla domanda rispondendo negativamente,
anzich trincerarsi dietro il paravento del segreto istruttorio, avendo lobbligo di
rispondere.
196
Verbale di s.i. rese il 24/10/1996, pag. 3397
197
vds all. 162
198
vds pag. 3967
199
vds all. 159/26, alla pag. 9
200
vds all. 177/10
201
vds all. 177/14
Deve essere inoltre aggiunto che nel giugno 1971, data di audizione a Milano dei due
funzionari, le indagini erano lettera morta da diversi mesi. Inoltre allA.G. palermitana
non era stato fatto alcun accenno alla famosa telefonata e, perci, non vi sarebbe
comunque stata la violazione del segreto istruttorio.
ritornando al processo milanese contro Pendinelli, questo si era risolto per la remissione
di querela202. Perch Guarrasi aveva rimesso la querela? Lavvocato Isolabella203, a tale
interrogativo, ha risposto che la remissione era intervenuta dopo che in udienza aveva
annunciato lintenzione di chiedere in visione il passaporto di Guarrasi per verificare se
lo stesso fosse stato effettivamente a Parigi. Sul punto Mario Pendinelli 204 ha riferito che
le ipotesi, per linaspettata remissione, erano probabilmente da attribuire al profilarsi di
qualche accertamento sgradito a Guarrasi e, cio, la richiesta di visione del passaporto, o
la prevista audizione del procuratore generale Scaglione (ucciso due giorni prima
delludienza) oppure la lettera di Pietroni, gi depositata, che attestava i legami esistiti
tra Guarrasi e Buttafuoco.
va ribadito ancora che nei fascicoli del tribunale e della questura di Palermo non vi
alcun atto riconducibile alle intercettazioni avvenute, alle indagini svolte sul conto di
Guarrasi e alla famosa telefonata da Parigi.
in ultimo, ma non meno importante indizio, riguarda le possibili motivazioni per le quali
la squadra mobile aveva registrato, allinsaputa dellinteressato, la conversazione avuta
con Vito Guarrasi. Il colloquio era avvenuto il 12/10/1970 cio 7 giorni prima
dellarresto di Buttafuoco. Era stata lunica registrazione effettuata dalla polizia.
Sulletichetta, come detto, vi era stato scritto 12/X/1970 ore 20 - 20,30 conversazione
tra Mendolia e X: da tanto se ne deduce che al momento della registrazione Guarrasi
era gi sospettato dalla polizia. La conversazione era stata, come prevedibile attese le
premesse, assolutamente irrilevante per le indagini. Si pu quindi ipotizzare che, nella
famosa telefonata parigina ricevuta da Buttafuoco, linterlocutore non era stato
identificato e, pertanto, era stata fatta una comparazione tra la voce di Guarrasi registrata
nel corso del colloquio e quella proveniente dalle intercettazioni telefoniche, con esito
positivo.

6.5. epilogo

Si deve perci concludere che, pur non esistendo prove dirette dellesistenza della
telefonata e della sua registrazione - perch evidentemente soppresse -, esistono per
numerosi, importanti e concordanti indizi che dimostrano, senza lasciare spazio a dubbio
alcuno, che la polizia di Palermo, in merito a tale conversazione telefonica:

aveva dichiarato, sia pure non ufficialmente, che esisteva;


aveva svolto accertamenti;
riteneva che linterlocutore di Buttafuoco fosse Vito Guarrasi;
si era lasciata sfuggire - volutamente - la notizia presso i giornalisti;
si era ritenuta pertanto in procinto di risolvere il caso con clamorose iniziative.

202
vds all. 177/21
203
Verbale di s.i. rese il 23/12/1997, pag. 4477
204
Verbale di s.i. rese il 24/03/1988, pag. 4647
Non possibile neppure ritenere che ci sia stato un tentativo della mobile di fare
uscire allo scoperto il mandante del sequestro, perch se la telefonata non fosse esistita si
sarebbe ottenuto il risultato assolutamente contrario.
Latteggiamento successivo della polizia, apparentemente contraddittorio, trova invece
una perfetta logica ove si consideri anche il famoso intervento a Palermo del generale Vito
Miceli, volto a fare cessare le indagini.

7. Connessioni tra il mandante De Mauro e il delitto Mattei

Come gi detto, il giudice per le indagini preliminari di Palermo, dott. Giacomo Conte,
con propria ordinanza dell8 aprile 1991205, nel disporre nuove indagini sulla scomparsa di
Mauro De Mauro, aveva, in premessa, osservato che Tra le varie ipotesi formulate ed
esaminate nelle indagini sulla scomparsa di Mauro De Mauro, la pi aderente alle
risultanze del procedimento, quella che egli sia stato sequestrato ed ucciso in relazione
allinchiesta che stava conducendo sulla fine di Enrico Mattei ... Tale ipotesi presuppone
che lincidente aereo nel quale Enrico Mattei ha perso la vita sia stato causato da un
sabotaggio dellaereo o da una carica di esplosivo precedentemente collocata su di esso ...
La suddetta ipotesi implica che almeno la direzione di provenienza dei mandanti
delleventuale omicidio di Enrico Mattei e del sequestro di persona di Mauro De Mauro
sarebbe la stessa.

Premesso che lA.G. di Pavia gi pervenuta alla conclusione che Mattei era stato
vittima di un attentato, il ponte tra i due delitti non poteva ovviamente che essere
costituito dalle figure di Graziano Verzotto e/o di Vito Guarrasi.

Il primo deve essere eliminato, oltre che per quanto ampiamente detto sul suo conto,
anche in funzione del fatto che non esisteva alcun valido movente in entrambi i casi. Il
secondo aveva invece dei possibili moventi sia per Mattei che per De Mauro e, inoltre,
aveva dei particolari punti di contatto con il presidente Eugenio Cefis. Infatti:

entrambi (Guarrasi e Cefis) erano stati - o si erano - allontanati dallENI perch


rappresentanti di interessi contrari a quelli dellEnte petrolifero ed erano rientrati allENI
immediatamente dopo la morte di Enrico Mattei; Se viene correttamente interpretata la
presenza di Guarrasi nelle pi importanti aziende operanti in Sicilia, nel senso che aveva
la funzione di verificare che tali societ non assumessero iniziative contrastanti con gli
interessi dei quali era portatore, risulta evidente come Guarrasi non potesse accettare la
sua estromissione dallENI che, tra laltro, avrebbe dato un cattivo esempio per tutte le
altre societ;
dallesame del relativo fascicolo personale tenuto dallENI206 si evince che era stato
Eugenio Cefis a fare avere lincarico di consulente dellEnte allavvocato Vito Guarrasi;
nel corso delle indagini sul rapimento di Mauro De Mauro, partendo da Paolo Pietroni (il
giornalista che con Zullino e Nese si era occupato, per conto di Epoca, del sequestro e
che era gi apparso reticente o comunque sospetto in relazione allattivit dellavvocato

205
vds. all. 159/56
206
vds all. 181
Lupis), era emerso un fatto che, se fosse stato provato, avrebbe avuto enorme rilevanza
nellambito delle indagini in corso.
In data 14/3/1971 Pietroni aveva spedito una lettera207 a Elda De Mauro con la quale, tra
laltro, si diceva pi che mai convinto della responsabilit di quel famoso signore,
riferendosi a Vito Guarrasi. Tale lettera era stata consegnata da Elda De Mauro al giudice
istruttore Fratantonio, accompagnata dalle seguenti dichiarazioni verbalizzate208: Egli
(Pietroni) mi aveva messo al corrente di aver saputo di una telefonata, intercettata da
una donna impiegata presso lENI, fatta dal presidente dellENI stesso Cefis, ad un
ignoto interlocutore di Palermo, ivi abitante, del seguente tenore: A proposito
dellavvocato Guarrasi: questa volta di essere pi prudente di quanto non sia stato nella
faccenda del giornalista di Palermo: stava per lasciarci le penne e non so chi lavrebbe
tirato fuori, nemmeno il Presidente della Repubblica. Tale donna, a dire del Pietroni,
sarebbe disposta a confermare dinnanzi alla magistratura quanto confidato, solo nel
caso che le indagini si estendessero nellambito dellENI e del Cefis. ...
Il giudice istruttore aveva convocato e sentito, in data 8/4/1971, Paolo Pietroni il quale,
nel merito della importante vicenda, aveva dichiarato209: Con riferimento alla pretesa
intercettazione telefonica di cui cenno nel promemoria dattiloscritto da me ed inviato
ad Elda De Mauro, devo far presente che non ho verificato lautenticit della confidenza
e lidentit della fonte. Mi riservo ... non appena .... Risentito dallo stesso magistrato,
in data 12/10/1971 aveva ulteriormente dichiarato210: ... anche oggi non sono in grado di
sciogliere la mia riserva ... Nelloccasione aveva ipoteticamente attribuito la confidenza
a una sua amica, Patrizia Tudini, esternando nel contempo il dubbio che potesse essere
effettivamente lei. Risentito il 19/10/1974 dal medesimo giudice istruttore, alla presenza
del nuovo pubblico ministero Antonio Signorino, Pietroni aveva ancora dichiarato211:
Confermo integralmente quanto precedentemente dichiarato ..., senza sciogliere la
riserva perch, aveva spiegato, non era pi riuscito a trovare la donna che le aveva fatto la
confidenza. Alle contestazioni del giudice circa linverosimiglianza della versione fornita
e allinvito a dire la verit a scanso delle conseguenze penali previste per i testimoni falsi
o reticenti, Pietroni non aveva modificato la sua versione. Aveva per concluso che alla
luce della situazione politica allinterno dellENI, rivelatasi in epoca successiva, penso
che non sia da escludersi che io sia stato strumentalizzato nel quadro delle manovre tese
a screditare la riconferma di Cefis alla presidenza dellENI.. Risentito dal p.m. di
Pavia212, il giornalista aveva riconfermato tutto quanto precedentemente dichiarato,
attribuendo per la confidenza a un tale oggi non pi in vita, ammettendo di aver mentito
ai giudici di Palermo per coprire la sua fonte.

Dallesame della vicenda si possono fare diverse considerazioni a parte, naturalmente,


il dover prendere atto della reticenza dello stesso Pietroni:

1. possibile che la storia fosse stata inquadrata nellambito degli attacchi diretti
contro il presidente dellENI, ma la frase attribuita a Cefis pu, per, apparire logica
alla luce delle attuali risultanze processuali, cio se riferita allintervento del
207
vds all. 159/110
208
vds all. 159/106
209
vds all. 159/89
210
vds all. 159/90
211
vds all. 159/3
212
Verbale di s.i. rese l1/4/1996, pag. 2585
direttore del S.I.D., in un momento in cui gli accertamenti su Guarrasi erano molto
avanzati. Ci suggerisce la possibilit che i Servizi si fossero mossi sulla base di
una richiesta politica proveniente dal presidente dellENI. Quanto alla qualit dei
rapporti tra Cefis e gli uomini di governo, sufficiente citare le ultime dichiarazioni
rese a questa polizia giudiziaria da Graziano Verzotto213: Mi stato detto (dal
segretario particolare) che (Cefis) gli aveva garantito (al ministro Gullotti) che
sarebbe finito o a capo del gruppo D.C. a Montecitorio o probabilmente primo
ministro italiano se avesse obbligato lE.M.S. a vendere la propria partecipazione
azionaria della SONEMS allENI;

2. lA.G. procedente, al di fuori degli atti richiamati, non aveva svolto, o delegato a
svolgere, alcun accertamento sul conto di Eugenio Cefis e di Vito Guarrasi. Solo
Patrizia Tudini di Roma era stata identificata dalla squadra mobile, ma
successivamente non era mai stata sentita. Peraltro il nome di Cefis non doveva
suonare nuovo alla magistratura: infatti Junia De Mauro214, sentita dal dott. Fratantonio
il 17/3/1971 circa una sua conversazione con il padre, aveva dichiarato che Con tale
ricostruzione sono in grado di affermare con sicurezza che mio padre addossava
precise responsabilit sulla morte di Mattei allattuale presidente dellENI Eugenio
Cefis. Desidero precisare che mio padre non fece esplicitamente il nome Cefis, ma
disse testualmente attuale presidente.

Dellesistenza di un legame tra i due delitti doveva essere stato consapevole lo stesso
presidente del consiglio dei ministri, lon. Emilio Colombo (indicato come frequentatore
dellavv. Guarrasi e alle cui dipendenze funzionali agiva il S.I.D.), poich il questore Nino
De Vito215, allepoca addetto ai servizi di sicurezza della presidenza del consiglio,
nellottobre/novembre 1970 aveva ricevuto incarico di indagare sulle cause del decesso
delling. Mattei.
Al termine del lavoro aveva redatto una relazione riservata216, datata 14/11/1970, con
la quale veniva ribadita la validit dellipotesi dellincidente.

Inoltre, sempre per restare tra gli eventi di quello stesso periodo e, cio, tra larresto di
Buttafuoco e latteso arresto di Guarrasi, si sottolinea che Eugenio Cefis aveva ordinato a
Franco Briatico (vds. relativo verbale, nota 102) di acquisire copia della sentenza di
archiviazione dei g.i. di Pavia sul caso Mattei, copia ottenuta il 14 novembre 1970.
Tale acquisizione deve essere ragionevolmente posta in relazione alle motivazioni del
sequestro De Mauro e non agli attacchi subiti da Cefis perch iniziati gi dai primissimi
mesi del 1970.
Quindi, tra Mattei e De Mauro, tutto si era consumato tra la fine dellottobre e i primi
del novembre 1970. Infatti in tale periodo:

il direttore dei Servizi era stato sostituito: il 18 ottobre Miceli aveva rilevato Henke;
Antonino Buttafuoco era stato arrestato (19 ottobre);

213
Verbale di trascrizione di conversazione del 9/6/1998, pag. 4737
214
vds alla. 159/100
215
Verbali di s.i. rese il 26/9 e 28/9/1995, pagg. 1619 e 1636
216
vds pag. 1638
Graziano Verzotto aveva rilasciato unintervista giornalistica, accreditando la pista droga
nel sequestro. La pubblicazione era avvenuta su LOra il 23-24/10/1970;
il questore (alla presenza del capo della polizia) aveva partecipato alla conferenza stampa
del 2/11, mentre il presidente dellantimafia aveva partecipato ad altra conferenza
stampa il 4/11 successivo: in entrambe si era alluso a mister X, al suo possibile arresto
e, comunque, alla soluzione del caso (tanto risulta dalla sentenza del procedimento
Guarrasi contro giornalisti);
Vito Guarrasi, il 7/11/1970, aveva conferito con il colonnello Dalla Chiesa per
scagionarsi dalle accuse che stavano per essergli contestate;
ai primi di novembre era intervenuto a Palermo il direttore del S.I.D. Vito Miceli;
il questore Angelo Mangano aveva fatto pervenire a Palermo una appunto riservato,
datato 10/11/1970, con il quale attribuiva precise responsabilit sul conto di Guarrasi,
Verzotto e Liggio nel sequestro De Mauro: tale appunto - secondo la squadra Mobile -
non era mai pervenuto;
Vittorio Nistic aveva voluto pubblicare il nome di Vito Guarrasi sul giornale,
probabilmente con le finalit ipotizzate dalla divisione affari riservati del ministero,
annotate sullappunto dell11.11.1970;
il questore Nino De Vito aveva ricevuto incarico di svolgere accertamenti sulla morte di
Mattei , redigendo una relazione datata 14/11/1970);
Franco Briatico aveva ricevuto incarico di acquisire copia della sentenza Mattei,
ottenendola da Pavia il 14/11/1970;
con il rapporto sulle indagini del 17/11/1970, la polizia aveva abbandonato
definitivamente la pista ENI/Mattei.

Oltre a tutti i richiami citati nella presente relazione e riguardanti le connessioni fra i
due delitti, a conclusione di tutto il lavoro e a dimostrazione delle affermazioni del dott.
Conte, peraltro assolutamente condivisibili, va ancora tenuto conto che, come visto al
precedente 5.1., il pubblico ministero e il giudice istruttore del tribunale di Palermo
avevano inviato a Pavia - anche se mai pervenuti - gli atti raccolti nel corso delle indagini
svolte sul del sequestro De Mauro e riguardanti il possibile attentato ad Enrico Mattei.
Le ultime dichiarazioni di Graziano VERZOTTO, suffragate dai numerosissimi
elementi elencati nel presente documento, rendono la connessione tra Mattei e De Mauro
evidente e certa e non lasciano spazio a dubbi che Mauro De Mauro sia stato sequestrato
proprio in ragione del fatto che stava indagando specificamente sulle responsabilit di
CEFIS e GUARRASI nella morte di Enrico Mattei.

8. Conclusioni

Il sequestro del giornalista Mauro De Mauro, alla luce del presente documento, deve
essere virtualmente considerato risolto, sia sotto il profilo della causale/movente che per ci
che concerne il mandante.
Non un caso che questa polizia giudiziaria non abbia preso in considerazione le
persone che materialmente hanno attuato il rapimento, pur in presenza di ampia
documentazione in merito, perch non vi alcun riscontro concreto, attendibile e
utilizzabile. Del resto gli esecutori indicati dalle cronache (con qualche elemento
oggettivamente valido) sono deceduti. Essi erano Luciano Leggio (detto Liggio), per i suoi
collegamenti con Antonino Buttafuoco evidenziati dal questore Mangano, e Giuseppe Di
Cristina, per i suoi collegamenti con Graziano Verzotto (questi era stato testimone di nozze
assieme a Calderone, lavorava alle dipendenze dellE.M.S., il giorno 14/9/1970 aveva
presenziato, sia pure non direttamente, allultimo incontro De Mauro/Verzotto e, in ultimo,
dopo le dichiarazioni alla stampa di Verzotto del 23/10/1970, con le quali era stato dato
impulso alla pista droga, Di Cristina lo aveva ammonito perch aveva fatto arrabbiare
gli amici mafiosi).
Ovviamente non possono non sapere qualcosa anche Pietro Zullino, Paolo Pietroni e
Giuseppe Lupis, in relazione ai loro discutibili comportamenti.
Quanto da loro fatto e detto inducono a ritenere che siano a conoscenza di notizie
rilevanti sul caso De Mauro, anche se non si pu escludere che vi sia stata una manovra
concertata per ricattare sia Cefis che Guarrasi.
In ultimo, sempre per il ruolo avuto nella vicenda, non pu non sapere tutto, o quasi, il
direttore Vittorio Nistic.

8.1 Verzotto racconta tutto su De Mauro

In data 4 settembre 1998 Graziano VERZOTTO, stato nuovamente sentito217 dal


P.M. di Pavia.
Lincontro si reso necessario per raccogliere le diverse dichiarazioni rese alla P.G.
che ha formulato specifiche domande e chiesto precisi chiarimenti, alla luce delle risultanze
della presente relazione.
Graziano VERZOTTO ha riferito fatti e circostanze di rilevanza eccezionale sul caso
De Mauro;
Fatti e circostanze che costituiscono delle novit assolute e che risultano
assolutamente coerenti e riscontrati dai risultati investigativi gi ottenuti ed esposti nel
presente documento.
Limportanza del contenuto del verbale non consente di riassumerlo e, pertanto, se ne
rimanda necessariamente alla sua lettura integrale.
Analogamente si deve rimandare alla integrale lettura dei pi volte citati verbali delle
dichiarazioni rese da Bruno CONTRADA e dal maresciallo ZACCAGNI; Infatti quanto da
loro riferito estremamente importante perch centra in pieno la vicenda Mattei/De Mauro e
sono di riscontro alle dichiarazioni di Graziano Verzotto.
In particolare Verzotto ha dichiarato che:

a suo avviso, la vicenda De Mauro era strettamente collegata alla realizzazione del
metanodotto e di Enrico Mattei in quanto il giornalista, nellaiutare il presidente
dellE.M.S. a colpireCefis, stava svolgendo delle vere e proprie investigazioni sulla
morte del presidente ENI;
De Mauro era stato trasferito dalla cronaca allo sport proprio a causa dellaiuto che stava
fornendo a Verzotto contro Cefis; De Mauro, prima del suo rapimento, era convinto di
ci come era convinto che nella morte di Mattei vi fossero responsabilit di Cefis e di
Guarrasi (convinzione, questultima, di tutti coloro che a vario titolo si sono interessati
delle due vicende);

217
Verbale di s.i. del 4/9/1998, pagg. 4850-4858
la presidenza ENI aveva tentato di mettere fuori gioco Verzotto in varie maniere: il
sequestro De Mauro, il suo tentativo di rapimento e, in ultimo con esito positivo, lo
scandalo dei fondi neri EMS; quanto a questultima vicenda, va segnalato che erano stati
arrestati Antonino RENNA e Pietro GIORDANO i quali, materialmente e allinsaputa di
Verzotto, avevano predisposto e ritirato dal Banco di Milano (controllato dalla GEFI
dalla quale Guarrasi era uno degli amministratori218) i fondi neri. Antonino RENNA era
dichiaratamente uomo di Guarrasi (cos dice Verzotto in ultimo verbale); quanto a Pietro
GIORDANO nei fascicoli recentemente acquisiti dalla questura di Palermo219 stato
trovato un appunto informativo interno sul conto di Guarrasi. Tra laltro scritto La
concessionaria per il collocamento ... del vino RAPITALA la societ Interfina spa, con
sede a Palermo, via Segesta n 9 (sede dello studio legale dellavv. Guarrasi). ...
amministrata dalla signora Concetta CUCINOTTA ... moglie del suddetto GIORDANO
... E indubbio che la societ Interfina stata voluta dallavv. Guarrasi ... (Guarrasi) con
la costituzione dellInterfina ha certamente voluto offrire un mezzo di sussistenza allex
direttore dellE.M.S. Pietro GIORDANO.
Se si considera inoltre che il Banco di Milano era la sede dei fondi neri anche dellIRI e
dellENI (in misura molto maggiore di quelli dellEMS) che ne sono usciti indenni,
mentre Graziano VERZOTTO ha fatto ben 16 anni di latitanza per tale vicenda, lipotesi
che che la costituzione e la scoperta dei fondi neri (in una banca controllata da Guarrasi
allepoca consulente dellEMS, fondi materialmente predisposti e ritirati da due uomini
di Guarrasi che, dopo il loro arresto sono stati sistemati da Guarrasi) sia stata
organizzata per far fuori Verzotto pi che convincente. E meno convincente il
prudentissimo Verzotto quando attribuisce la regia della vicenda alla presidenza
dellENI. E infatti vero che lENI (e, in particolare, Cefis) ha tratto giovamento
dallestromissione di Verzotto dallEMS, ma la regia specifica deve essere logicamente
attribuita a Guarrasi. E anche in questo caso, come in quello di Mattei e De Mauro,
pare sia stato attivato lidentico meccanismo: Cefis ha un problema, Guarrasi lo
risolve.

Tanto si riferisce a codesta Autorit Giudiziaria per le valutazioni e le ulteriori


determinazioni di competenza.

Pavia, 2 ottobre 2000

218
vds all. 214 pag. 1052 e all. 222/33
219
vds all. 222/7
LUFICIALE DI POLIZIA GIUDIZIARIA DELEGATO
(Maresciallo Capo dei CC. Enrico G. Guastini)

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