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PRONTUARI pocket

Vito Ferrara

PRONTUARIO
PER IL PRIMO INTERVENTO
DELLE FORZE DELL’ORDINE

LE PROCEDURE DA SEGUIRE
E LE NORME DA APPLICARE
IN OLTRE 300 VOCI
3a edizione

PER LE FORZE
DELL’ ORDINE

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© Copyright LSWR Srl – 2020
CELT ∙ Casa Editrice La Tribuna ∙ www.latribuna.it
29122 Piacenza – Via Campo della Fiera, 4
Tel. 0523.46311 – Fax 0523.757219

Sono riservati per tutti i Paesi la traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi
mezzo (inclusi i microfilm, i film, le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica.

Finito di stampare nel mese di Novembre 2020 – “Rotomail Italia” S.p.A., Vignate (MI)

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Prefazione
Il volume completa e aggiorna le precedenti edizioni descrivendo un florilegio
di casi, a volte stravaganti, del nostro vivere quotidiano, frutto anche dell’espe-
rienza maturata su strada, a seguito delle innumerevoli richieste di intervento
che giungono al numero d’emergenza, per le più svariate motivazioni, tra cui
i writers che imbrattano i muri con le bombolette spray, l’insegnante che
perquisisce le tasche o gli zaini degli alunni, l’antifurto dell’autovettura che
suona ripetutamente di notte, il cane lasciato in auto sotto il sole, il marito che
spia la moglie dentro casa con l’uso del registratore, baci e abbracci in luogo
pubblico tra soggetti consenzienti.
Questa terza edizione riporta le ultime novità normative e giurisprudenziali.
Viene trattata, tra l’altro, la legge 19 luglio 2019 n. 69, nota come “Codice ros-
so”, che contiene nuove norme sulle violenze domestiche e di genere, ed è en-
trata in vigore il 9 agosto 2019. Diverse e rilevanti le novità apportate dalla legge
in argomento, in particolare, attraverso modifiche normative che interessano sia
il codice penale che il codice di procedura penale. Viene, infatti, introdotta una
corsia preferenziale per le denunce, con obbligo di ascolto della vittima da
parte del PM; vengono aumentate le pene per chi commette violenza sessuale,
stalking o maltrattamenti familiari; vengono introdotti nuovi reati, fra i quali
quello di “revenge porn” (diffusione per vendetta di video o foto senza il con-
senso delle persone interessate) e di deformazione dell’aspetto della persona
con lesioni permanenti al viso.
Il testo aggiunge ed integra alle fattispecie già trattate nelle precedenti edizio-
ni ulteriori casi, quali il sex work, ossia la prostituzione attuata attraverso una
web cam; il vilipendio politico, alla nazione e alla bandiera; il porto abusivo di
armi, l’autocalunnia, il phishing, la coltivazione domestica di piante stupefa-
centi, i massaggi happy ending, il littering ossia l’incivile abitudine di gettare

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Prefazione

o abbandonare con noncuranza piccoli rifiuti dove capita nelle aree pubbliche
invece di utilizzare gli appositi cestini pubblici.
Vengono trattati, altresì, argomenti quali l’uso di cannabis light, l’introdu-
zione clandestina in luoghi militari, il reato di “procurati lavori altrui” per
chi suggerisce al candidato le risposte d’esame, e di plagio per chi copia una
tesi di laurea; la concussione dell’appartenente alle forze dell’ordine che
ottiene una prestazione sessuale in cambio di informazioni riservate; l’utilizzo
della scacciacani quale pistola giocattolo; l’esibizione di un falso tesserino di
polizia; l’appartenente alle forze dell’ordine che fuori servizio utilizzi, per
trarne vantaggio personale, il dispositivo di segnalazione manuale (c.d. “palet-
ta”); il creare ed utilizzare un falso profilo Facebook, utilizzando abusiva-
mente l’immagine di una persona del tutto inconsapevole; lo straniero che
si introduce nel C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) senza averne
titolo e altri casi specifici risolti dalla Suprema Corte di Cassazione, come quello
del tatuaggio a minorenne senza consenso dei genitori.
È stata anche aggiornata la tematica relativa all’ingresso e alla permanen-
za degli stranieri nel nostro territorio, grazie alla preziosa collaborazione e
all’esperienza del dott. Antonio PROCACCI, dirigente dell’Ufficio Immigrazione
della Questura di Bari, nonché la parte relativa all’abbandono di rifiuti, grazie
alla professionalità e competenza del Maggiore Biagio CHIARELLO, Comandan-
te della Polizia Locale di Frattamaggiore (NA), sempre in prima linea nella lotta
agli “sporcaccioni” e nella tutela del decoro urbano.
È stata infine aggiunta, su esplicita richiesta degli operatori del settore,
una breve modulistica dei verbali più frequentemente utilizzati nel primo
intervento delle Forze dell’Ordine.
Vito Ferrara

VI

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Abbreviazioni
A.G. = AUTORITÀ GIUDIZIARIA
ART. = ARTICOLO
C.C. = CODICE CIVILE
C.D.S. = CODICE DELLA STRADA
COST. = COSTITUZIONE
C.P. = CODICE PENALE
C.N.R. = COMUNICAZIONE NOTIZIA DI REATO
C.P.C. = CODICE DI PROCEDURA CIVILE
C.P.P. = CODICE DI PROCEDURA PENALE
DISP. ATT. = DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE
DISP. COORD. TRANS. = DISPOSIZIONI DI COORDINAMENTO E TRANSITORIE
D.L. = DECRETO LEGGE
D.LGS. = DECRETO LEGISLATIVO
D.P.C.M. = DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
D.P.R. = DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
F.V.O. = FOGLIO DI VIA OBBLIGATORIO
L. = LEGGE
M.P. = MISURE DI PREVENZIONE
N.O.C.S. = NUCLEO OPERATIVO CENTRALE DI SICUREZZA
P.G. = POLIZIA GIUDIZIARIA
P.M. = PUBBLICO MINISTERO
P.O. = PERSONA OFFESA
P.S. = PUBBLICA SICUREZZA
P.U. = PUBBLICO UFFICIALE
REG.ES. = REGOLAMENTO DI ESECUZIONE
R.G.N.R. = REGISTRO GENERALE NOTIZIE DI REATO
S.D.I. = SISTEMA DI INDAGINE
SS.II. = SOMMARIE INFORMAZIONI
S.I.T. = SOMMARIE INFORMAZIONI TESTIMONIALI
T.A.R. = TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE
T.L.E. = TABACCHI LAVORATI ESTERI
T.U. = TESTO UNICO
T.U.A. = TESTO UNICO SULL’AMBIENTE
T.U.L.P.S. = TESTO UNICO DELLE LEGGI DI PUBBLICA SICUREZZA

VII

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Indice sommario
Prefazione....................................................................................... pag. V
Abbreviazioni.................................................................................. » VII

fAbbandono del domicilio domestico........................................... » 3


fAbbandono del domicilio domestico da parte dei figli minorenni.. » 3
fAbbandono di minori................................................................ » 4
fAbbandono di persone minori o incapaci.................................... » 5
fAbbandono di rifiuti da parte di imprese..................................... » 5
fAbbandono di rifiuti da parte di privato...................................... » 6
fAbbandono di rifiuti di piccolissime dimensioni e prodotti da
fumo (cd.“littering”).................................................................. » 7
fAbbandono di rifiuti speciali costituiti da pneumatici fuori uso in
area privata............................................................................... » 7
fAbbandono di siringa................................................................ » 8
fAbigeato................................................................................... » 9
fAbusiva vendita di cd e dvd (abusiva riproduzione o duplicazione
di opere tutelate dal diritto d’autore).......................................... » 10
fAbuso dei mezzi di correzione e di disciplina.............................. » 10
fAccattonaggio – impiego di minori – organizzazione................... » 12
fAccattonaggio molesto............................................................... » 12
fAccensioni o spari pericolosi...................................................... » 13
fAccesso a strutture alloggiative.................................................. » 13
fAccesso abusivo a sistema informatico....................................... » 14
fAccompagnamento per identificazione di indagato o di persona
informata sui fatti di reato......................................................... » 15
fAccompagnamento per identificazione di P.S. (c.d. Fermo di pub-
blica sicurezza)......................................................................... » 18

IX

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Indice sommario

fAcqua in cattivo stato di conservazione...................................... pag. 19


fAffissione abusiva..................................................................... » 20
fAffissione volantini pubblicitari (imbrattamento)........................ » 21
fAfis.......................................................................................... » 21
fAggiotaggio............................................................................... » 21
fAllarme acustico (ininterrotto che crea disturbo alla quiete pubblica). » 22
fAlloggio per mercede a chi non ha documento identificativo........ » 22
fAlt polizia: non fermarsi............................................................ » 22
fAlterazione di targa................................................................... » 23
fAnimali: abbandono.................................................................. » 23
fAnimali: divieto di combattimento............................................. » 24
fAnimali: divieto di pellicce di cane e di gatto.............................. » 24
fAnimali: maltrattamento............................................................ » 24
fAnimali: omessa custodia.......................................................... » 25
fAnimali: omissione di soccorso.................................................. » 26
fAnimali: smarrimento................................................................ » 26
fAnimali: uccisione..................................................................... » 26
fApertura porta per motivi di emergenza ..................................... » 27
fApologia del fascismo................................................................ » 27
fApparecchi da gioco con vincita in danaro.................................. » 27
fAppropriazione di cose smarrite, del tesoro o di cose avute per
errore o caso fortuito................................................................. » 28
fAppropriazione indebita ........................................................... » 28
fArmi ad aria compressa............................................................. » 29
fArmi bianche............................................................................ » 30
fArmi clandestine....................................................................... » 32
fArmi comuni da sparo in quantità superiori a quelle consentite... » 32
fArmi comuni da sparo: portarle senza licenza............................. » 32
fArmi ereditate........................................................................... » 33
fArmi rinvenute.......................................................................... » 33
fArmi: denuncia all’autorità di P.S............................................... » 33
fArmi: detenzione di munizionamento relativo ad armi per le quali
si è ottenuta la licenza di collezione da parte del questore........... » 34
fArmi: porto abusivo.................................................................. » 34
fArmi: porto senza licenza.......................................................... » 34
fArmi: smarrimento.................................................................... » 34

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Indice sommario

fArmi: trasloco........................................................................... pag. 34


fArresti domiciliari...................................................................... » 35
fArresto a seguito di ordine di custodia cautelare ......................... » 37
fArresto da parte del privato........................................................ » 37
fArresto del minorenne............................................................... » 37
fArresto facoltativo in flagranza................................................... » 39
fArresto in flagranza di reato ...................................................... » 40
fArresto in quasi flagranza ......................................................... » 41
fArresto o fermo: doveri della polizia giudiziaria ......................... » 41
fArresto: stato di flagranza.......................................................... » 45
fAssegni..................................................................................... » 45
fAtti contrari alla pubblica decenza - Turpiloquio......................... » 46
fAtti osceni................................................................................ » 47
fAtti persecutori (stalking) ......................................................... » 49
fAtti sessuali con minorenne consenziente................................... » 51
fAusiliari di polizia giudiziaria..................................................... » 53
fAutocalunnia............................................................................ » 53
fAvviso orale.............................................................................. » 54
fBanconote false (c.d. Falso nummario)....................................... » 55
fBandiera tricolore (vilipendio o danneggiamento alla bandiera o
ad altro emblema dello Stato).................................................... » 56
fBestemmia................................................................................ » 56
fBiglietto di carcerazione............................................................. » 57
fBlocco stradale.......................................................................... » 57
fBomba (denuncia anonima in banca o altro locale)..................... » 57
fBullismo (e cyberbullismo)........................................................ » 58
fCalunnia................................................................................... » 61
fCane abbandonato o randagio.................................................... » 61
fCarte di credito e bancomat....................................................... » 62
fCasco in pubbliche riunioni....................................................... » 62
fCiarlatano ................................................................................ » 62
fCircoli privati ........................................................................... » 63
fCirconvenzione di incapace........................................................ » 63
fClochard................................................................................... » 64
fClonazione di targhe.................................................................. » 64
fColtello – porto abusivo............................................................. » 64

XI

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Indice sommario

fColtello a serramanico (Porto abusivo)....................................... pag. 64


fConcorsi (suggerire risposte o presentare lavori altrui)................. » 65
fConcussione (per costrizione).................................................... » 65
fConcussione per induzione indebita a dare o promettere utilità.... » 66
fCongiunti e non punibilità nei delitti contro il patrimonio............ » 67
fContatore Enel alterato – Furto aggravato.................................... » 68
fContrabbando di tabacchi lavorati esteri..................................... » 68
fContraffare la prognosi contenuta in un certificato medico........... » 68
fContraffazione di merce............................................................. » 68
fContrassegno per invalidi (o documento) fotocopiato e usato qua-
le originale................................................................................ » 69
fControllo di soggetto a cui carico è disposto ordine di esecuzione
di pena..................................................................................... » 70
fCorruzione per l’esercizio della funzione.................................... » 70
fCorruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio..................... » 70
fDanneggiamento aggravato........................................................ » 73
fDanneggiamento di veicolo di polizia......................................... » 73
fDanneggiamento seguito da incendio.......................................... » 73
fDaspo urbano........................................................................... » 74
fDeformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni perma-
nenti al viso.............................................................................. » 75
fDefunti..................................................................................... » 75
fDenuncia di danno temuto......................................................... » 76
fDiffamazione............................................................................ » 76
fDiffamazione e obbligo di rettifica. Pubblicazione non veritiera... » 77
fDiffusione di riprese e registrazioni fraudolente........................... » 77
fDiffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (Re-
venge porn).............................................................................. » 78
fDiscoteca o altro locale aperto al pubblico.................................. » 79
fDistributore di benzina truccato................................................. » 79
fDistruzione o deturpamento di bellezze naturali......................... » 79
fDisturbo delle occupazioni o del riposo delle persone.................. » 80
fDocumento di identificazione (uso di atto falso)......................... » 82
fEdificio pericolante.................................................................... » 83
fElezioni: disturbo dei comizi e delle riunioni elettorali – Impedire
o turbare .................................................................................. » 84

XII

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Indice sommario

fElezioni: introdurre nella cabina elettorale il proprio telefono cel-


lulare........................................................................................ pag. 84
fElezioni: propaganda elettorale.................................................. » 85
fEsercizio abusivo del credito...................................................... » 86
fEsercizio aperto al pubblico dove avvengono gravi tumulti o dove
si riuniscono abitualmente persone pregiudicate o pericolose....... » 86
fEsercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone. » 86
fEsercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose.. » 86
fEsercizio pubblico..................................................................... » 87
fEsplodenti (abusivi e non micidiali)........................................... » 87
fEsplosioni pericolose................................................................. » 87
fEsplosivi (abusivi e micidiali).................................................... » 88
fEstorsione................................................................................. » 88
fEvasione dagli arresti domiciliari................................................ » 88
fEvaso (rintraccio)...................................................................... » 89
fFalsa testimonianza resa all’autorità giudiziaria........................... » 91
fFalse dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria............................ » 91
fFalsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.............. » 91
fFalsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in certificati o
in autorizzazioni amministrative................................................ » 92
fFalsità ideologica in certificati commessa da esercenti un servizio
di pubblica necessità................................................................. » 93
fFalsità ideologica nei verbali redatti da pubblico ufficiale............. » 93
fFalsità materiale commessa da P.U. in atto pubblico.................... » 93
fFalsità materiale commessa da privato........................................ » 94
fFalso in scrittura privata............................................................ » 94
fFalso invalido............................................................................ » 95
fFarmacista che vende veleni o stupefacenti a minori degli anni
sedici, anche su prescrizione medica.......................................... » 95
fFax (utilizzo fax d’ufficio per scopi privati)................................. » 95
fFermo cautelare (cd. Fermo del fuggitivo)................................... » 95
fFermo di indiziato di delitto ...................................................... » 96
fFilmare o fotografare pubblico ufficiale in servizio...................... » 96
fFoglio di via obbligatorio (o di rimpatrio)................................... » 97
fFoto o filmati di reati................................................................. » 98
fFoto o riprese nella proprietà altrui............................................. » 98
fFotocopie di libri o di altre opere................................................ » 100

XIII

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Indice sommario

fFumare in ufficio (divieti ed obblighi)......................................... pag. 100


fFuochi d’artificio....................................................................... » 101
fFurto........................................................................................ » 101
fFurto con destrezza................................................................... » 102
fFurto con strappo...................................................................... » 102
fFurto d’auto (aggravato)............................................................ » 103
fFurto di energia elettrica............................................................ » 103
fFurto in abitazione.................................................................... » 103
fFurto in abitazione utilizzando ponteggi .................................... » 103
fFurto in negozio........................................................................ » 104
fFurto telefono cellulare.............................................................. » 104
fFurto tentato............................................................................. » 104
fGas (fuoriuscita) ...................................................................... » 105
fGeneralità: darle false................................................................ » 105
fGeneralità: falsa attestazione su identità o qualità personali......... » 105
fGeneralità: rifiuto di fornirle...................................................... » 106
fGetto pericoloso di cose o emissione di fumi – Sversamenti......... » 107
fGioco d’azzardo........................................................................ » 108
fGioco o scommessa................................................................... » 109
fGuardia medica......................................................................... » 109
fGuardie giurate......................................................................... » 110
fIdentificazione degli appartenenti alle forze dell’ordine............... » 111
fImbrattamento e deturpamento di cose altrui.............................. » 111
fImmigrazione clandestina.......................................................... » 112
fIncauto acquisto........................................................................ » 112
fIncendiare cose altrui................................................................ » 113
fIncendio di auto........................................................................ » 114
fIncendio doloso......................................................................... » 114
fIncenerire parte veicolo (esempio: pneumatici) (anche in proprie-
tà privata)................................................................................. » 114
fIncesto...................................................................................... » 114
fIncidente stradale con feriti........................................................ » 114
fIncidente stradale con feriti – Omissione di soccorso................... » 115
fIncidente stradale con morti....................................................... » 115
fIndividui sospetti a bordo di vettura........................................... » 115
fInformativa di reato e segreto istruttorio..................................... » 115

XIV

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Indice sommario

fInformativa per i reati procedibili a querela di parte.................... pag. 116


fIngiuria..................................................................................... » 116
fIngresso abusivo nel fondo altrui................................................ » 117
fInsolvenza fraudolenta.............................................................. » 118
fIntercettazioni di comunicazioni radio dei corpi di polizia........... » 118
fInterferenze illecite nella vita privata.......................................... » 118
fInterruzione di servizio pubblico o di pubblica necessità............. » 119
fInterruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di
pubblica necessità..................................................................... » 119
fIntralcio alla giustizia (cd. subornazione)................................... » 120
fIntroduzione clandestina in luoghi militari.................................. » 121
fInvasione di terreni o edifici....................................................... » 121
fInvestitore che fugge................................................................. » 122
fInvestitore che presta soccorso................................................... » 122
fInvito a presentarsi ex art. 15 T.U.L.P.S. – Inottemperanza........... » 122
fLancio o utilizzo durante pubbliche manifestazioni di strumenti
offensivi................................................................................... » 123
fLancio sassi o altro materiale dal cavalcavia............................... » 123
fLegittima difesa – Legittima difesa domiciliare............................ » 123
fLesioni...................................................................................... » 124
fLesioni nei confronti di forze dell’ordine con armi improprie
(esempio: lanciando sfere metalliche)......................................... » 125
fLesioni personali colpose........................................................... » 125
fLibertà vigilata (misura di sicurezza non detentiva): inosservanza
delle prescrizioni....................................................................... » 125
fLite in famiglia con minacce o molestie con l’uso di armi o stru-
menti d’offesa........................................................................... » 125
fMaltrattamenti in famiglia.......................................................... » 127
fMancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice....... » 128
fManiaco che si pone davanti alle scuole esibendo i genitali.......... » 129
fMateriale esplodente-pirico (esempio: botti di fine anno). Rinve-
nimento.................................................................................... » 129
fMillantato credito...................................................................... » 129
fMillantato credito del patrocinatore............................................ » 130
fMinaccia................................................................................... » 130
fMinorenne (identificazione)....................................................... » 131
fMinorenne accompagnato a seguito di flagranza di reato............. » 131

XV

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Indice sommario

fMinorenne arrestato.................................................................. pg. 131


fMinorenne fermato.................................................................... » 132
fMinorenne indagato.................................................................. » 132
fMinorenne – corruzione............................................................. » 133
fMinorenni indagati (età)............................................................ » 133
fMinorenni: doveri e potestà genitoriale....................................... » 134
fMolestie o disturbo alle persone................................................. » 134
fMorte per cause naturali............................................................ » 134
fMorte per omicidio, suicidio, overdose, sul lavoro....................... » 135
fMurales.................................................................................... » 135
fNotifica provvedimento a seguito di controllo S.D.I..................... » 137
fObbligo scolastico..................................................................... » 139
fObbligo/divieto di dimora (inosservanza) .................................. » 139
fOccupazione abusiva case popolari............................................ » 140
fOccupazione arbitraria o invasione di aziende agricole o industriali. » 140
fOccupazione di edificio pubblico (ad esempio una scuola per una
riunione o un assembramento)................................................... » 140
fOccupazione di suolo pubblico (sede stradale o ferroviaria)......... » 140
fOggetti rinvenuti e consegnati alla polizia................................... » 141
fOltraggio a pubblico ufficiale..................................................... » 141
fOmessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale............. » 142
fOmissione di atti di ufficio......................................................... » 142
fOmissione di soccorso............................................................... » 143
fOssa: rinvenimento ossa o parti di cadavere................................ » 143
fParcheggiatori abusivi................................................................ » 145
fParcheggio sotto casa creato arbitrariamente............................... » 145
fParlamentare e immunità........................................................... » 146
fParolacce o sputi....................................................................... » 146
fPeculato.................................................................................... » 146
fPerquisizione e abbattimento porta d’ingresso............................. » 147
fPerquisizione e immunità.......................................................... » 147
fPerquisizione illegale................................................................. » 147
fPerquisizione in materia di stupefacenti...................................... » 148
fPerquisizione personale di iniziativa........................................... » 149
fPerquisizione sul posto ex art. 4 L. 152/75.................................. » 150
fPerquisizioni in materia di armi ed esplodenti............................. » 150

XVI

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Indice sommario

fPistola giocattolo....................................................................... pag. 151


fPornografia minorile.................................................................. » 152
fPossesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso........................... » 152
fPrelievo di tracce di saliva all’insaputa dell’indagato................... » 153
fProcurati lavori altrui................................................................. » 153
fProcurato allarme presso l’autorità ............................................ » 154
fPropaganda e istigazione a delinquere per motivi di discrimina-
zione razziale etnica e religiosa.................................................. » 155
fProstituzione............................................................................. » 155
fProstituzione minorile............................................................... » 156
fProstituzione: locazione di appartamento a prostituta.................. » 156
fProstituzione: segnalazione dell’attività di sfruttamento.............. » 157
fPubblicare foto senza consenso.................................................. » 158
fPubblicazione di foto sui social network – abuso di immagini al-
trui........................................................................................... » 158
fPubblicazioni o spettacoli osceni................................................ » 159
fPubblico ufficiale...................................................................... » 159
fPubblico ufficiale che chiede il “pizzo”....................................... » 160
fRaccomandazione..................................................................... » 161
fRapina...................................................................................... » 161
fRapina già consumata................................................................ » 162
fRapina in banca in atto.............................................................. » 162
fResistenza a pubblico ufficiale................................................... » 162
fResistenza a pubblico ufficiale – Esimente.................................. » 162
fRicettazione.............................................................................. » 163
fRiciclaggio................................................................................ » 164
fRifiuti – Smaltimento senza autorizzazione................................. » 164
fRifiuto di prestare la propria opera in occasione di un tumulto..... » 164
fRifiuto d’atti d’ufficio................................................................ » 165
fRinvenimento veicolo di cui non si leggono telaio e targa............ » 165
fRinvenimento veicolo rubato..................................................... » 166
fRissa........................................................................................ » 166
fRiunioni in luogo aperto al pubblico........................................... » 166
fRovina di edifici – Omissione di lavori in edifici o costruzioni che
minacciano rovina..................................................................... » 166

XVII

PRONT_0346_Prontuario_primo_intervento_FO_2020.indb 17 11/11/20 15:59


Indice sommario

fRumori che disturbano “privati” e non la quiete “pubblica” (ad


esempio condomini).................................................................. pag. 167
fRumori molesti che disturbano la quiete “pubblica”.................... » 167
fScacciacani............................................................................... » 169
fScaricare file da internet............................................................ » 169
fSchede telefoniche, beni o danaro di provenienza illecita, com-
mercializzare ed impiegare......................................................... » 170
fSchedine d’alloggio................................................................... » 170
fScippo con cattura degli autori................................................... » 170
fScippo senza cattura degli autori................................................ » 170
fScomparsa................................................................................ » 171
fScritte eversive sui muri............................................................. » 171
fScritte murali............................................................................ » 171
fSegni distintivi contraffatti – Possesso ........................................ » 172
fSegreto di ufficio....................................................................... » 172
fSentenza (comunicazione al questore)........................................ » 173
fSequestro penale....................................................................... » 173
fSequestro preventivo................................................................. » 174
fSfratto...................................................................................... » 175
fSimboli nazisti o emblemi ostentati............................................ » 176
fSimulazione di reato.................................................................. » 176
fSoggetto senza fissa dimora....................................................... » 177
fSomministrazione di bevande alcoliche a minori o infermi di mente. » 177
fSomministrazione di bevande alcoliche a ubriaco........................ » 177
fSorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno - inosser-
vanza....................................................................................... » 178
fSorveglianza speciale semplice – Inosservanza............................ » 178
fSostituire targa di veicolo o alterare il numero di telaio................ » 179
fSostituzione di persona.............................................................. » 179
fSottrazione di persone incapaci.................................................. » 179
fSparatoria (segnalazione)........................................................... » 180
fSpari in luogo pubblico.............................................................. » 180
fStabilimento balneare – Mancata esposizione della tariffa dei
prezzi....................................................................................... » 181
fStampati .................................................................................. » 181
fStrage....................................................................................... » 181

XVIII

PRONT_0346_Prontuario_primo_intervento_FO_2020.indb 18 11/11/20 15:59


Indice sommario

fStraniero cittadino comunitario (cittadino con nazionalità di uno


Stato membro dell’Unione europea)........................................... pag. 182
fStraniero e alloggio.................................................................... » 182
fStraniero extracomunitario irregolare.......................................... » 183
fStraniero extracomunitario irregolare – Espulsione...................... » 183
fStraniero extracomunitario irregolare – Favoreggiamento............. » 183
fStraniero extracomunitario irregolare – Lavoro............................ » 184
fStraniero extracomunitario regolare............................................ » 184
fStraniero extracomunitario regolare – Richiedente asilo............... » 185
fStraniero inosservante la misura di sicurezza dell’espulsione dallo
Stato......................................................................................... » 185
fStrumenti atti ad offendere......................................................... » 185
fStupefacenti (spaccio)............................................................... » 185
fStupefacenti (uso personale)...................................................... » 186
fStupefacenti – Accertamento della natura................................... » 187
fStupefacenti – Rinvenimento...................................................... » 188
fSuicidio (tentato)...................................................................... » 188
fT.S.O. (Trattamento sanitario obbligatorio).................................. » 189
fTabaccaio che vende sigarette a minori di anni 14....................... » 190
fTatuaggio a minorenne.............................................................. » 190
fTelefonate tra presenti – Registrare............................................. » 191
fTelefonate – Registrare, ascoltare, spiare telefonate di terzi........... » 192
fTentato furto di veicolo.............................................................. » 192
fTentato sequestro di persona...................................................... » 193
fTruffa....................................................................................... » 193
fTruffa informatica (c.d. phishing)............................................... » 194
fUbriachezza – Daspo urbano..................................................... » 195
fUbriaco che reagisce e minaccia le forze dell’ordine.................... » 196
fUsura........................................................................................ » 196
fUsurpazione di titoli o di onori................................................... » 196
fVagabondo – Daspo urbano....................................................... » 197
fVeicolo rubato: rinvenimento..................................................... » 197
fVeicolo rubato: soggetto trovatone in possesso............................ » 197
fVeicolo – Controllo e rinvenimento arma clandestina e droga....... » 198
fVideopoker............................................................................... » 198
fVilipendio alla nazione.............................................................. » 198

XIX

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Indice sommario

fVilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle


Forze armate............................................................................. pag. 199
fVilipendio e danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema
dello Stato Violazione degli obblighi di assistenza familiare......... » 199
fViolazione della privacy............................................................. » 201
fViolazione di domicilio.............................................................. » 201
fViolazione di sigilli.................................................................... » 202
fViolenza di genere..................................................................... » 202
fViolenza di genere - Modalità operativa del primo intervento....... » 206
fViolenza o minaccia a pubblico ufficiale..................................... » 208
fViolenza privata........................................................................ » 208
fViolenza sessuale...................................................................... » 209
fViolenza sessuale di gruppo....................................................... » 212

Modulistica..................................................................................... » 213

XX

PRONT_0346_Prontuario_primo_intervento_FO_2020.indb 20 11/11/20 15:59


Prontuario per il primo intervento
delle Forze dell’ordine

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PRONT_0346_Prontuario_primo_intervento_FO_2020.indb 2 11/11/20 15:59
A A

ABBANDONO DEL DOMICILIO DOMESTICO (art. 570 c.p.). – Si procede a querela della
p.o., salvo nell’ipotesi, procedibile d’ufficio, in cui l’autore del reato, allontanandosi, fa
mancare i mezzi di sussistenza ai discendenti di età minore, ovvero inabili al lavoro,
o al coniuge che non sia legalmente separato per sua colpa.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Autorità giudiziaria competente: Tribunale monocratico (33 ter c.p.p.).
f È reato solo nell’ipotesi in cui l’abbandono è associato alla violazione degli obblighi
di assistenza inerenti alla responsabilità genitoriale o alla qualità di coniuge. Il reato
di abbandono del tetto coniugale è, infatti, stato abrogato diversi anni fa.
f Affinché possa configurarsi il reato, non è sufficiente l’allontanamento in sé per sé dal
domicilio domestico, ma è necessario che esso sia ingiustificato, ossia non derivi da
impossibilità, intollerabilità o estrema penosità della convivenza (Cass. Pen., sez. VI,
27 maggio 2013, n. 22912).
f L’obbligo di permanere nella casa coniugale viene a cessare sin dalla domanda di sepa-
razione che costituisce giusta causa di allontanamento dalla residenza familiare ai sensi
dell’art. 146 c.c. (Cass. pen., sez. VI, 12 giugno 1986, n. 5478).
f Il marito che abbandona il tetto coniugale deve continuare a mantenere la famiglia e
a prendersi cura dei figli versando somme preferibilmente a mezzo bonifico o vaglia
postale, indicando la causale, al fine di non commettere reato. Del pari la moglie che
decida di abbandonare il tetto coniugale con i figli, deve garantire al padre di avere
contatti con loro e di vederli, sempre che non siano accaduti fatti gravi. Ciò per evitare
che la donna possa essere passibile penalmente del reato di sottrazione dei minori ex
art. 574 c.p.
Esempi:
☛ Chi, sebbene separato, si disinteressi completamente dei figli e del coniuge, rendendosi
inadempiente nei loro confronti circa gli obblighi di assistenza morale connessi alla sua
qualità di padre e coniuge, non esaurendo la somministrazione dei mezzi di sussistenza
o sopravvivenza gli obblighi scaturenti da tale qualità (Cass. pen., sez. VI, 24 luglio
2007, n. 30151).
☛ Il coniuge che si allontana dal domicilio domestico solo al fine di coltivare, senza impac-
ci, una diversa relazione sentimentale (Cass. pen., sez. VI, 5 settembre 2000, n. 9440).

ABBANDONO DEL DOMICILIO DOMESTICO DA PARTE DEI FIGLI MINORENNI (art. 318).
– L’art. 318 c.c. stabilisce che il figlio minorenne non può abbandonare la casa dei
genitori (o, nel caso di genitori separati, di colui che esercita su di lui la responsabilità
genitoriale) fino al compimento dei 18 anni (ossia della maggiore età) o fino alla sua
emancipazione. L’emancipazione corrisponde al caso del figlio con almeno 16 anni,

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ABBANDONO DI MINORI

capace di intendere e volere, che ha avuto autorizzazione a sposarsi. Qualora se ne


allontani senza permesso, i genitori possono richiamarlo ricorrendo, se necessario, al
giudice tutelare.
f Il figlio può andare a convivere con persona diversa dai genitori, se questi sono d’ac-
cordo; solo in caso di dissenso del genitore è previsto uno strumento di coercizione
mediante il ricorso al Giudice Tutelare per far ritornare il figlio a casa qualora questi
opponga resistenza. Il genitore, dunque, ha il potere di imporre e vietare comportamenti
al figlio (ovviamente nel pieno rispetto dello sviluppo della sua personalità e del suo
diritto ad una crescita armonica e compiuta) e se il figlio si allontana senza permesso
deve richiamarlo, facendo valere la sua posizione di soggetto gravato dal dovere di pro-
tezione del figlio, mediante il ricorso al Giudice Tutelare. Questo significa che potranno
denunciare l’accaduto alla polizia o ai carabinieri che si metteranno alla ricerca del
giovane. Se questi viene trovato verrà ricondotto con la forza dai genitori, salvo che
vi siano delle valide ragioni che ne consigliano l’allontanamento. Nel qual caso, però,
il figlio verrà affidato a una casa-famiglia. A prendere di forza il figlio non possono
essere né i genitori né la forza pubblica. Quest’ultima può intervenire solo se prima
ha ricevuto autorizzazione da parte del giudice tutelare.
f Il Tribunale di Trento ha stabilito che non c’è reato di sequestro di persona per i genitori
che per un breve intervallo di tempo abbiano limitato la libertà di movimento d’una
figlia minorenne impedendole di uscire di casa per evitare che se ne allontanasse e si
accompagnasse con soggetti gravitanti nel mondo della droga. A non far scattare il reato
è il fatto che i genitori agiscono in ottemperanza di un dovere di legge (Trib. Trento,
sent. del 20.10.1999).
f È escluso un potere coercitivo dei genitori per riprendere con sé il figlio scappato di
casa. Il codice dice infatti che i genitori, per richiamare il figlio, devono rivolgersi al
giudice.

ABBANDONO DI MINORI (L. 184/83). – L’art. 1 della legge 184/1983 definisce lo stato
di abbandono di minore come "la mancanza di assistenza materiale e morale, grave
e irreparabile", situazione che impedirebbe al minore di vivere e crescere in maniera
adeguata presso la famiglia di origine e che giustificherebbe il ricorso a forme di assi-
stenza sociale previste dalla stessa legge. Sotto questo profilo deve ritenersi legittimo
l’inserimento dei minori in una casa famiglia quando si dimostra che il permanere
nella famiglia di origine possa risultare pregiudizievole per la loro crescita. Dal punto di
vista probatorio, il giudice del merito deve basare la propria decisione di dichiarare tale
stato di abbandono con motivazione logica e razionale, fondata non soltanto su singoli
episodi o, ad esempio, sulle sole dichiarazioni del minore, maprendendo in esame rela-
zioni e dichiarazioni fornite dai soggetti coinvolti nella vicenda (servizi sociali, polizia,
dirigente scolastico del centro presso cui il minore viene educato). Se la legge sopra
citata detta i criteri generali utili a fondare la pronuncia di stato di abbandono, sarà
poi il giudice, nella specie, a dover argomentare la propria decisione basandosi sugli
elementi probatori raccolti in corso di causa (Cass. civ., sez. I, 8 agosto 2014, n. 17725).
f L’art. 403 c.c. consente alla Pubblica Autorità di collocare il minore in un luogo sicuro,
qualora si trovi in uno stato di abbandono morale o materiale o è allevato in locali
insalubri o pericolosi, oppure da persone che, per negligenza, immoralità, ignoranza
o per altri motivi, siano incapaci di provvedere alla sua educazione. Pertanto in caso
venga trovato un minore (qualunque età egli abbia), senza nessuno che possa legittima-
mente provvedere alla sua custodia, occorre procedere alla sua corretta identificazione e

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ABBANDONO DI PERSONE MINORI O INCAPACI

collocarlo in una struttura protetta, da individuare unitamente ai Servizi Sociali, senza


alcuna necessità di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria.
A
f Effettuare:
Fotosegnalamento, se il minore risulta privo di validi documenti d’identità.
Precedenti dattiloscopici (AFIS) e risultanze SDI.
Redigere verbale di affidamento e informativa al Procuratore della Repubblica presso il
Tribunale per i Minorenni o al Giudice Tutelare.

ABBANDONO DI PERSONE MINORI O INCAPACI (art. 591 c.p.). – Delitto sussistente


nel caso in cui si abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una
persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di
provvedere a se stessa, e della quale il soggetto attivo abbia la custodia o debba avere
cura (come nel caso di anziani abbandonati nelle case di riposo o di cura) ovvero se
abbandona all’estero un cittadino italiano minore degli anni diciotto, a lui affidato nel
territorio dello Stato per ragioni di lavoro.
f Si procede d’ufficio.
f L’arresto in flagranza è facoltativo, il fermo è consentito solo se dal fatto consegue una
lesione personale o la morte.
f L’elemento soggettivo del reato è il dolo generico e consiste nella coscienza di abban-
donare a sé stesso il soggetto passivo – incapace di provvedere alle proprie esigenze – in
una situazione di pericolo per la sua integrità fisica di cui si abbia l’esatta percezione
(Cass. Pen., sez. V, 5 agosto 2015, n. 34194).
f L’elemento oggettivo del reato di abbandono di persone minori o incapaci, di cui all’art.
591 c.p., è integrato da qualsiasi condotta, attiva od omissiva, contrastante con il dovere
giuridico di cura (o di custodia), gravante sul soggetto agente, da cui derivi uno stato di
pericolo, anche meramente potenziale, per la vita o l’incolumità del soggetto passivo.
Esempi:
☛ L’infermiere in servizio presso un istituto per anziani che in più occasioni non aveva
fornito ai ricoverati le prestazioni assistenziali e terapeutiche cui era tenuto, esponendo
così a rischio la loro salute (Cass. pen., sez. V, 22 giugno 1990, n.1947).
☛ Il conducente di uno scuolabus che lascia un piccolo alunno a terra, senza accertarsi
della presenza dei genitori, con l’effetto di causarne il viaggio di ritorno a casa in una
condizione di pericolo rappresentato dalle condizioni di luogo e di tempo (pioggia bat-
tente in atto e strada a scorrimento veloce e fuori dal centro abitato) (Cass. pen., sez.
V, 27 febbraio 2004, n. 8833).
☛ La mamma che per andare a fare shopping lascia la figlia di quattro anni in auto per
un’ora (Cass. pen., sez. V, 9 aprile 2014 n. 42254; v. anche Cass. Pen., sez. V, 15 giugno
2018, n. 27705).
☛ Il padre incapace in stato di abbandono: grava sulla figlia l’obbligo di assistenza (Cass.
Pen., sez. IV, 18 ottobre 2016 n. 44089).

ABBANDONO DI RIFIUTI DA PARTE DI IMPRESE (art. 256, comma 1, D.Lgs. 152/2006).


– Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Il generale divieto di abbandono dei rifiuti è posto dall’art. 192 del D.lgs. n. 152/2006,
che dispone ai commi 1 e 2: “1. L’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suo-

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ABBANDONO DI RIFIUTI DA PARTE DI PRIVATO

lo e nel suolo sono vietati…2. è altresì vietata l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere,
allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee”
f Se l’abbandono è effettuato da un’impresa, la violazione diviene sanzionabile penal-
mente, e non in via amministrativa. Si tratta, infatti, di reato.
f Contestare al titolare di impresa e/o rappresentante di un ente, l’art. 256 del d.lgs.
152/2006, ossia l’abbandono o deposito incontrollato di rifiuti - sia pericolosi sia non
pericolosi - ovvero immissione degli stessi in acque superficiali o sotterranee. Anche
il privato, in questo caso, andrà sanzionato penalmente e quindi denunciato. L’e-
spressione “titolari di imprese o responsabili di enti” che qualifica il soggetto attivo del
reato, va letta, infatti, in senso estensivo per cui si configura comunque l’ipotesi di reato
nei confronti di un soggetto che abbandoni rifiuti nell’ambito di una attività economica
esercitata anche di fatto, a prescindere dalla qualificazione formale sua o dell’attività da
egli esercitata (Cass. Pen., Sez. III, 10 giugno 2016, n. 24330: «con riferimento al reato di
abbandono, di cui al comma 2 dell’art. 256 d.lgs. 152 del 2006, la soggettività ristretta
richiesta per l’integrazione della fattispecie (“titolari di imprese e responsabili di enti”)
non richiede una veste formale, ma una concreta attività diretta all’abbandono di rifiuti;
in tal senso, è stato affermato che il reato di cui all’art. 256, comma secondo, D. Lgs.
3 aprile 2006, n. 152, è configurabile nei confronti di qualsiasi soggetto che abbandoni
rifiuti nell’esercizio, anche di fatto, di una attività economica, indipendentemente dalla
qualifica formale sua o dell’attività medesima (Sez. 3, n. 38364 del 27/06/2013)». E
dunque, ad esempio, se un soggetto, formalmente privato, abbandona rifiuti non propri,
ma derivanti da un’attività di impresa o da enti, nei suoi confronti dovrà essere commi-
nata la sanzione penale. In tal caso l’operatore di PG dovrà avere cura di documentare
ogni elemento utile per la costruzione logico-induttiva tesa a dimostrare l’origine effetti-
va di tali rifiuti e/o la natura reale dell’attività svolta dal presunto “privato”.
f Affinché si possa ritenere un soggetto responsabile del reato di abbandono o deposito
incontrollato di rifiuti ai sensi dell’art. 256 del D. Lgs. 152/2006 (gestione di rifiuti non
autorizzata) occorre che questi sia “titolare di impresa o responsabile di ente “, nel
senso che solo il titolare dell’impresa può essere chiamato a rispondere di gestione non
autorizzata: “deve ricorrere l’elemento specializzante della commissione del fatto da
parte di titolari di imprese o di responsabili di enti “. Diversamente si tratterà dell’illeci-
to amministrativo di abbandono o deposito di rifiuti commesso da chiunque (art. 255,
comma 1, D. Lgs. 152/2006). (Cass. Pen., sez. III, 14 novembre 2018 n. 51450).
f Il reato di abbandono incontrollato di rifiuti è ascrivibile ai titolari di enti ed imprese ed
ai responsabili di enti ai sensi dell’art. 256, comma 2, D.lgs. n. 152/2006 anche sotto
il profilo della omessa vigilanza sull’operato dei dipendenti che hanno material-
mente posto in essere la condotta di abbandono (Cass. Pen., Sez. III, 1° ottobre 2014
n. 40530). Quindi rispondono del reato in questione il proprietario e l’amministratore
unico dell’impresa che non ottemperino al dovere di vigilanza sui dipendenti che ab-
bandonano rifiuti in violazione del disposto dell’art. 192 comma 1 del D. Lgs. citato.

ABBANDONO DI RIFIUTI DA PARTE DI PRIVATO (art. 255 D.Lgs. 152/2006). – Si procede


d’ufficio a contestare l’illecito amministrativo.
f Contestare all’autore l’ordinanza del Sindaco se esistente in quel Comune e in subordine
l’illecito amministrativo di cui all’art. 255 d.lgs. 152/2006 (T.U.A.), ossia l’abbandono o
deposito incontrollato di rifiuti non pericolosi sul suolo o nel suolo ovvero immissione

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ABBANDONO DI RIFIUTI DI PICCOLISSIME DIMENSIONI E PRODOTTI DA FUMO (cd. “LITTERING”)

degli stessi rifiuti, solidi o liquidi, in acque superficiali o sotterranee da parte di privati
(Cass. pen., sez. III, 6 ottobre 2014, n. 41352).
A
f Trasmettere copia del verbale al Sindaco per la predisposizione di ordinanza di rimozio-
ne dei rifiuti e ripristino dello stato dei luoghi, e per conoscenza alla Provincia. L’inos-
servanza dell’ordinanza sindacale di rimozione e smaltimento dei rifiuti abbandonati e
di ripristino dello stato dei luoghi rappresenta reato (art. 255 comma 3 D.Lgs. 152/06).

ABBANDONO DI RIFIUTI DI PICCOLISSIME DIMENSIONI E PRODOTTI DA FUMO (cd.


“LITTERING”) (art. 232 ter D. Lgs. n. 152/06). – Con il termine inglese “littering” si
indica l’incivile abitudine di gettare o abbandonare con noncuranza piccoli rifiuti, come
cartacce, scontrini, gomme da masticare, mozziconi di sigarette, confezioni di alimenti
da passeggio, etc., dove capita nelle aree pubbliche, invece di utilizzare gli appositi
cestini pubblici. Il littering, dunque, va tenuto distinto dalla condotta illecita di abban-
donare i rifiuti (domestici, industriali o artigianali) finalizzata ad evitare o ridurre i costi
dello smaltimento.
f Si procede d’ufficio.
f L’articolo 232 ter D. Lgs. n. 152/06 dispone il divieto espresso di abbandono di rifiuti
di piccolissime dimensioni. Al fine di preservare il decoro urbano dei centri abitati e
per limitare gli impatti negativi derivanti dalla dispersione incontrollata nell’ambiente
di rifiuti di piccolissime dimensioni, quali anche scontrini, fazzoletti di carta e gomme
da masticare, è vietato l’abbandono di tali rifiuti sul suolo, nelle acque, nelle caditoie
e negli scarichi.
f L’art. 232 bis D. Lgs. n. 152/06 vieta l’abbandono di mozziconi dei prodotti da fumo
sul suolo, nelle acque e negli scarichi.
f Chiunque viola il divieto di cui all’articolo 232-ter è punito con la sanzione ammini-
strativa pecuniaria da trenta euro a centocinquanta euro. Se la violazione concerne
l’abbandono dei mozziconi di sigaretta la sanzione amministrativa è aumentata fino al
doppio (così come disposto dal comma 1bis dell’art. 255 D. Lgs. n. 152/06).

ABBANDONO DI RIFIUTI SPECIALI COSTITUITI DA PNEUMATICI FUORI USO IN AREA


PRIVATA (artt. 192 e 256 D.Lgs. 152/2006). – Segnalare la presenza degli pneumatici al
Sindaco del luogo ove insistono, che potrà intimare al proprietario del terreno su cui si
trovano la rimozione degli stessi.
f L’ordine di smaltimento presuppone l’accertamento di una responsabilità a titolo
quantomeno di colpa in capo all’autore dell’abbandono dei rifiuti, e lo stesso vale per
il proprietario o titolare di altro diritto reale o personale sull’area interessata, che sia
chiamato a rispondere in solido dell’illecito.
f Ai sensi dell’art. 192 comma 3° del d.lgs. 152/06, l’accertamento, da parte dei soggetti
preposti al controllo, deve essere effettuato in contraddittorio con i proprietari ovvero
con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area. Nel contempo è richiesto
un accertamento, in positivo, dei presupposti del dolo o della colpa del proprietario
del terreno, o del titolare di altro diritto reale o personale di godimento dell’area, non
essendo sufficiente, ai fini della prova di tale indefettibile elemento psicologico, la mera
deduzione, da parte della P. A. procedente, di una generica violazione dell’obbligo di
vigilanza. Consegue che è illegittima un’ordinanza emessa ai sensi dell’art 192 d.lgs.
n. 152/06 con la quale il Sindaco ordina al proprietario di un terreno di procedere alla
rimozione e all’avvio al recupero o allo smaltimento dei rifiuti ivi presenti, senza svol-

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ABBANDONO DI SIRINGA

gere alcuna preventiva valida attività istruttoria finalizzata ad accertare ed individuare


l’effettivo responsabile dell’abbandono dei rifiuti medesimi, atteso che gli adempimenti
concernenti l’eliminazione dei rifiuti ed il ripristino dei luoghi non possono essere ad-
dossati indiscriminatamente al proprietario per il solo fatto di questa sua qualità, ma è
necessario l’accertamento di un suo comportamento, anche omissivo, di corresponsabi-
lità e quindi di un suo coinvolgimento doloso o quantomeno colposo.
f Se dall’attività d’indagine non emerge alcuna responsabilità a carico del proprietario,
che potrebbe dichiararsi estraneo ai fatti, bisognerà effettuare comunicazione al Co-
mune ai sensi dell’art 192 T.U.A. che, qualora non sia effettuato sequestro penale dell’a-
rea, dovrà rimuovere tempestivamente i rifiuti (in caso di sequestro chiedere al P.M. il
dissequestro e poi adempiere con la rimozione) nella speranza di poter poi recuperare
il costo dell’operazione addebitabile all’autore dell’abbandono se identificato a seguito
di ulteriori e successive indagini.
f Ipotesi in ordine al reato di cui: - al Decreto Legislativo n. 152 del 2006, articolo 192
sanzionato dal’art. 256, comma 1, a carico di: (ignoti o ……) per aver effettuato un
abbandono di rifiuti speciali non pericolosi (circa n..... pneumatici fuori uso codice CER
160103 di varie marche e misure, per un volume di circa --- mc.) su un’area di mq. di
proprietà di ________ .
f NORMA VIOLATA: art. 192, comma 2, d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152.
f SANZIONE PENALE: prevista dall’art. 256, comma 1 lett.a), del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152 (arresto da tre mesi ad un anno ed ammenda da euro 2.600 a euro
26.000), non ammessa l’oblazione;
f AUTORITÀ alla quale inoltrare la c.n.r.: Procura della Repubblica presso il Tribunale.
f AUTORITÀ alla quale richiedere la rimozione dei rifiuti: Comune, ai sensi dell’art. 192
del d.lgs. 152/2006.
Atti da espletare:
✒Comunicazione di notizia di reato ai sensi dell’art. 347 c.p.p. che potrà contenere:
✒Accertamenti urgenti sullo stato dei luoghi e delle cose, art . 354 c. 2,3 c.p.p.;
✒Fascicolo fotografico effettuato ai sensi dell’art. 354 c. 2, 3 c.p.p.;
✒Verbale di sequestro dell’area e/o dei rifiuti che a seconda delle diverse finalità potrà
essere SEQUESTRO PROBATORIO art. 253 c.p.p. (che può costituire oggetto di prova) o
SEQUESTRO PREVENTIVO art. 321 c.p.p. (impedire la prosecuzione del reato);
✒Sommarie informazioni rese da persona informata, art. 351 c.p.p.;
✒Spontanee dichiarazioni rese dall’indagato, art. 350 c. 7 c.p.p.;
✒Verbale d’identificazione e di elezioni del domicilio, art. 349/161 c.p.p.;
✒Annotazione ex art. 357 c.p.p.

ABBANDONO DI SIRINGA (art. 77 D.P.R. 309/90). – La condotta consiste nel gettare o


abbandonare, in modo da mettere a rischio l’incolumità altrui, siringhe o altri strumenti
pericolosi usati per l’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.
f L’abbandono per essere sanzionabile deve avvenire in luogo pubblico o aperto al pub-
blico ovvero in un luogo privato, ma di comune o altrui uso (quali il giardino di una
villa appartenente a terzi ma abitualmente frequentato da altre persone). Non rientrano
tra i luoghi previsti dalla norma quelli di proprietà esclusiva dell’agente (la propria abi-
tazione frequentata unicamente da quest’ultimo). Inoltre, è necessario che l’abbandono
metta in pericolo l’incolumità altrui, creando un effettivo pericolo immediato (ad es. se
l’ago è ancora inserito nella siringa). In caso contrario, se le siringhe non sono state uti-

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ABIGEATO

lizzate per l’assunzione di stupefacenti, si applicheranno le norme speciali in materia di


abbandono di rifiuti, oppure l’art. 674 c.p. (getto pericoloso di cose), a seconda dei casi.
A
f Sanzione amministrativa. Il verbale amministrativo va inviato al Presidente della Re-
gione.
f Qualora l’illecito sia commesso dal minore non può essere sanzionato in virtù di quanto
prevede l’art. 2 L. n. 689/81, che preclude l’assoggettamento a sanzione amministrativa
del soggetto che, al momento del fatto, non fosse ancora maggiorenne.
f Sanzione amministrativa. Il verbale amministrativo va inviato al Presidente della Re-
gione.
Verbale di accertamento
violazione amministrativa per abbandono di siringa
elevato ai sensi dell’art. 14 - L. 689/81 a carico di:
...................................................................................................................................
L’anno ... il giorno ... del mese di ... alle ore ... in ...
I sottoscritti ufficiali e agenti di PG ... in servizio presso il reparto in intestazione danno
atto che alle ore ... odierne in ... nel corso di un normale servizio di vigilanza/pattuglia,
hanno accertato che il nominato in oggetto, aveva abbandonato per terra una siringa
sporca di sangue, usata poco prima, per assumere sostanza stupefacente. Trattandosi di
luogo pubblico () - aperto al pubblico () - privato ma di comune o altrui uso () e poiché
risulta provata la responsabilità del nominato in oggetto, i sottoscritti hanno proceduto
alla contestazione dell’infrazione prevista dall’art. 77 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n° 309 ed
in applicazione della legge 689/81.
Alle contestazioni il nominato in oggetto ha dichiarato ...
Al contravventore viene intimato di versare la somma di Euro ... pari al doppio del mi-
nimo, all’Ufficio delle Entrate di ... entro il termine di 60 giorni dalla data odierna in cui,
contestualmente alla compilazione del presente verbale previa consegna di una copia di
esso, viene notificata la violazione amministrativa.
L’interessato viene reso edotto che può avanzare, tramite quest’ufficio, avverso il pre-
sente provvedimento, ricorso al Prefetto di ... entro 60 giorni dalla contestazione.
Il nominato in oggetto viene avvertito che il mancato adempimento comporterà gli au-
menti e le forme di riscossione previsti dall’art. 27 della legge 689/81.
Letto, confermato e sottoscritto.
Il trasgressore
....
I verbalizzanti
...

ABIGEATO (art. 625 n. 8 c.p. - Circostanza aggravante del furto). – Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza (381 c.p.p.)
f È una forma aggravata di furto (di capi di bestiame), che si realizza se il fatto è com-
messo su tre o più capi di bestiame (non pollame, ecc.) raccolti in gregge (pecore, capre,
agnelli, ecc.) o in mandria (suini, bovini, equini, ecc.), ovvero su animali bovini o equi-
ni, anche non raccolti in mandria (nel senso che se si tratta di bovini o equini, il furto è
aggravato, anche se riguarda un solo capo fuori dalla mandria). Sarà il giudice a stabi-
lire caso per caso se sussiste gregge o mandria, non essendo specificato dalla norma il
numero minimo di animali necessario a formare le categorie anzidette. E lo farà tenendo
conto del fatto che la raccolta in gruppo di animali costituisce gregge o mandria, anche

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ABUSIVA VENDITA DI CD E DVD

se di modestissime dimensioni, quando è volta al fine di servire all’attività pastorizia e


all’accrescimento del patrimonio zootecnico (Cass. Pen., sez. II, 5 luglio 1985, n. 6711).

ABUSIVA VENDITA DI CD E DVD (ABUSIVA RIPRODUZIONE O DUPLICAZIONE DI


OPERE TUTELATE DAL DIRITTO D’AUTORE) (art. 171 ter lett. d) L. 633/41). – Si proce-
de d’ufficio, attraverso identificazione del soggetto, ex art. 349 c.p.p., redazione verbale
d’identificazione, elezione di domicilio e nomina difensore, annotazione di p.g..
f Sequestrare il materiale posto in vendita, ex art. 354 c.p.p..
f Se il venditore tenta di corrompere il pubblico ufficiale procedente, offrendogli dei CD/
DVD per chiudere un occhio, sarà denunciato anche per istigazione alla corruzione
(322/2 c.p.).
f In materia di tutela del diritto di autore, la prova della consumazione dell’illecito di
abusiva duplicazione o riproduzione di supporti audiovisivi può essere raggiunta in
base ad una serie di indizi quali, ad esempio, l’utilizzo di copertine contraffatte, l’as-
senza di loghi o marchi del produttore, le modalità di offerta al pubblico, non essendo
necessario l’espletamento di una perizia o di un accertamento tecnico (Cass. Pen., sez.
III, 9 maggio 2017, n. 22267).
f L’affermazione della penale responsabilità degli imputati in ordine alle fattispecie a loro
ascritte risulta immune da censure, essendo stati gli stessi sorpresi dalla Forze dell’Or-
dine mentre erano dediti all’allestimento di una bancarella predisposta per la vendita
di molteplici supporti abusivamente duplicati e forniti di una copertina fotocopiata, ciò
a conferma della loro non autenticità (Cass. Pen., sez. III, 15 aprile 2019, n. 16153).

ABUSO DEI MEZZI DI CORREZIONE E DI DISCIPLINA (art. 571 c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo, nell’ipotesi di lesione gravissima o morte. Fermo consentito solo
qualora derivi la morte.
f Si tratta di un reato comune, di pericolo, che è consumato qualora, abusando dei mezzi
di correzione o di disciplina, si arrechi un pregiudizio ad una persona sottoposta alla
propria autorità, o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza
o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte. Il pregiudizio consiste nel
pericolo di una malattia fisica o psichicanei confronti del sottoposto. Non è necessario,
per il configurarsi del reato in questione, che la malattia si sia realmente verificata, in
quanto in caso di lesione personale si realizzerà la più grave ipotesi contemplata nel se-
condo comma dell’art. 571 c.p. (Cass. Pen., sez. VI, 21 maggio 1998, n. 6001). Si tratta,
infatti, di un’ipotesi d delitto aggravato dall’evento lesione o morte, evento che non deve
però essere voluto; se così fosse, infatti, il reo risponderebbe di lesioni o di omicidio.
f Dall’analisi testuale della norma, risulta chiaro che il reato di cui all’articolo 571 del
codice penale è subordinato al verificarsi di una condizione obiettiva di punibilità.
La condotta dell’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina è infatti penalmente ri-
levante solo se da essa derivi, quantomeno, una malattia nel corpo o nella mente della
vittima.
f Il reato in esame non ha natura necessariamente abituale. Infatti, l’abuso penalmente
rilevante può aversi non solo nel caso in cui i comportamenti lesivi dell’integrità psico-
fisica della vittima siano ripetuti e mantenuti per un periodo di tempo apprezzabile, ma
anche quando il soggetto attivo ponga in essere un unico atto, ovviamente di notevole
rilevanza (Cass. Pen., Sez. VI, 13 maggio 2010, n.18289).

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ABUSO DEI MEZZI DI CORREZIONE E DI DISCIPLINA

f Non si configura il reato de quo, qualora soggetto passivo sia il figlio già divenuto mag-
giorenne ancorché convivente, trattandosi di persona non più sottoposta all’autorità del
A
genitore (Cass. Pen., sez. VI, 7 febbraio 2011, n. 4444).
f Le minacce di bocciatura e voti bassi da parte di un insegnante, rimangono nell’alveo
dell’abuso dei mezzi di correzione, reato che si sostanzia nel "comportamento dell’in-
segnante che umili, svaluti, denigri o violenti psicologicamente un alunno causandogli
pericoli per la salute, atteso che, in ambito scolastico, il potere educativo o disciplina-
re deve essere sempre esercitato con mezzi consentiti e proporzionati alla gravità del
comportamento deviante del minore, senza superare i limiti previsti dall’ordinamento
o consistere in trattamenti afflittivi dell’altrui personalità". (Cass. Pen., sez. V, 16 luglio
2015, n. 2590).
f L’insegnante che da uno schiaffo all’alunno pone in essere il più grave reato di mal-
trattamenti (572 c.p.) e non quello di abuso dei mezzi di correzione. L’uso sistematico
della violenza "quale ordinario trattamento del minore, anche lì dove fosse sostenuto
da animus corrigendi, non può rientrare nell’ambito della fattispecie di abuso dei mezzi
di correzione, ma concretizza, sotto il profilo oggettivo e soggettivo, gli estremi del più
grave delitto di maltrattamenti" (Cass. Pen., sez. VI, 18 novembre 2015 n.1564).
f Urla, punizioni e violenza fisica non possono considerarsi mezzo di correzione a fini
educativi. Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso l’ordinanza con cui il tribuna-
le del riesame aveva respinto la richiesta di revoca/sostituzione della misura coercitiva
applicata a due maestre cui era stato contestato il reato di maltrattamenti ai danni di
alcuni bambini dell’istituto scolastico presso cui le stesse insegnavano, la Corte di Cas-
sazione (sentenza 7 settembre 2017, n. 40959) - nel dichiarare inammissibile la tesi di-
fensiva secondo cui nell’ordinanza impugnata non si era verificato se le maestre fossero
o meno mosse da un personale animus corrigendi - ha ribadito il principio secondo cui
l’uso sistematico della violenza, quale ordinario trattamento del minore affidato, anche
lì dove fosse sostenuto da animus corrigendi, non può, infatti, rientrare nell’ambito del-
la fattispecie di abuso dei mezzi di correzione, ma concretizza, sotto il profilo oggettivo
e soggettivo, gli estremi del più grave delitto di maltrattamenti. (Cass. Pen., sez. VI,
sentenza 7 settembre 2017, n. 40959).
Esempi:
☛ La morte provocata da un incidentale colpo di scopa alla testa diretto dalla madre alla
propria figlia a fini correttivi, configura l’ipotesi di cui all’art. 571 c.p. e non quella
dell’omicidio preterintenzionale (Corte Assise di Roma, 3 luglio 1991, Fiorentino).
☛ Le frustate a sangue e le punizioni umilianti e degradanti, quali pulire il pavimento con
la lingua, mangiare in ginocchio per un mese, cospargere la vittima di pomate irritanti,
ecc., integrano gli estremi del reato di violenza privata e non quello di cui all’art. 571
c.p. (Cass. Pen., sez. V, 14 ottobre 1986, n. 10841).
☛ L’insegnante risponde del reato di abuso dei mezzi di correzione se fa grugnire l’alunno
di sette anni che lo aveva offeso e deriso durante la lezione, facendo il verso del maiale.
Il maestro per punizione l’ha costretto a mettersi a terra a quattro zampe e a grugnire
(Cass. Pen., sez. VI, 2 aprile 2014, n. 15149).
☛ Non commette reato la maestra che obbliga l’alunno a stare in un angolo o dietro la la-
vagna per pochi minuti, ma risponde di maltrattamenti se lo obbliga a rimanere chiuso
dentro una stanza (Cass. Pen. sez. VI, 1° febbraio 2019, n. 5205).
☛ In ambito scolastico, il potere educativo o disciplinare, quale che sia l’intenzione del
soggetto attivo, deve sempre essere esercitato con mezzi consentiti e proporzionati alla
gravità del comportamento deviante del minore, senza superare i limiti previsti dall’or-

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ACCATTONAGGIO - IMPIEGO DI MINORI - ORGANIZZAZIONE

dinamento o consistere in trattamenti afflittivi dell’altrui personalità, sicché integra il


reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina il comportamento dell’insegnante
che faccia ricorso a qualunque forma di violenza, fisica o morale, ancorché minima ed
orientata a scopi educativi (Cass. Pen., sez. VI, 27 febbraio 2020, n. 7969).

ACCATTONAGGIO - IMPIEGO DI MINORI - ORGANIZZAZIONE (art. 600 octies c.p.). – La


norma sanziona (comma 1) chiunque si avvale per mendicare di una persona minore
degli anni quattordici o, comunque, non imputabile, ovvero permette che tale persona, ove
sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilanza, mendichi, o che altri se
ne avvalga per mendicare. La ratio della norma è, in sostanza, quello di impedire l’impiego
di minori in un’attività che li può sottrarre all’istruzione, avviandoli all’ozio ed esponen-
doli al pericolo di cadere nella delinquenza (Cass. Pen., Sez. I, 27 febbraio 1998, n. 2587).
f Viene ora sanzionato con la reclusione anche chiunque organizzi l’altrui accattonag-
gio (ossia definisca tempi, luoghi e modalità di esecuzione dell’elemosina), se ne avval-
ga o comunque lo favorisca a fini di profitto (comma 2).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f È dubbio se il reato sussista quando il reo chiede l’elemosina tenendo in braccio un
bambino nato da poco. Infatti, secondo parte della giurisprudenza in tal caso il bimbo
non viene impiegato nell’accattonaggio, ma come mezzo per destare l’altrui pietà (Cass.
Pen., sez. I, 13 novembre 1997, n. 6379).
f Costringere un figlio minorenne all’accattonaggio è da considerarsi come una forma di
riduzione in schiavitù, ex art. 600 c.p. (Cass. Pen., sez. III, 25 gennaio 2007, n. 2841).
f Il genitore che permette che il proprio figlio minore mendichi chiedendo l’elemosina ri-
sponde penalmente ai sensi dell’art. 600 octies c.p. in quanto investito di una posizione
di garanzia in ordine all’educazione e al corretto comportamento della prole (Tribunale
di Frosinone, sentenza 4 ottobre 2019 n. 1109).

ACCATTONAGGIO MOLESTO (art. 669 bis c.p.). – La nuova disposizione penale sanziona
chiunque eserciti l’accattonaggio con:
- modalità vessatorie: insistenza, inseguimento, toccamento, anche se con il pretesto
di rendere servizi o cedere beni;
- ovvero simulando deformità o malattie (es.: chi si finge cieco, sordo o muto, o simula
di non poter camminare o di essere mutilato, nascondendo uno o più arti sotto i vestiti);
Trattandosi di simulazione, non sono punibili le ipotesi in cui deformità e malattie siano
esistenti, seppur esasperate o ostentate con esagerazione;
- o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà (tali da simulare
circostanze inesistenti o da dissimulare circostanze esistenti ovvero attraverso parole o
argomentazioni atte a far scambiare il falso per il vero, in modo da determinare l’errore
del soggetto passivo. In questo ultimo caso, il mezzo fraudolento deve essere usato per
destare l’altrui pietà, ossia al fine di indurre altri ad offrire l’elemosina per un sentimen-
to compassionevole suscitato dall’inganno del mendicante).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Sequestrare le cose che sono servite o sono state destinate a commettere l’illecito o che
ne costituiscono il provento (es. il piattino o cappello usati per chiedere l’elemosina
ovvero le monete provento del reato).

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ACCENSIONI O SPARI PERICOLOSI

ACCENSIONI O SPARI PERICOLOSI (art. 703 c.p.). – Il reato si configura quando si spara, A
senza licenza, in luogo abitato o su pubblica via (luoghi di transito come le piazze e gli
slarghi) o in direzione di essa (quando si spara, seppure nella propria abitazione, ma in
modo da far giungere oggetti pericolosi sulla pubblica via) con armi da fuoco (è tale
quella che comporta una fiammata o un’esplosione causata da materiale infiammabile
come la polvere da sparo), fuochi d’artificio , ovvero quando si lanciano razzi o si fanno
in genere accensioni pericolose (è tale ad es. un fuoco, alimentato con cassette e cartoni).
f Senza apposita licenza è vietato lanciare in aria perfino le lanterne cinesi, o lanterne
volanti (piccole lanterne di carta composte da una struttura rigida rivestita di carta, che
presentano al loro interno una fonte di calore che, scaldando l’aria interna, le fa solle-
vare). Sono infatti considerate accensioni pericolose. Il Ministero dell’Interno, in data
06 dicembre 2012, rispondendo a un quesito sollevato dalla Questura di Pisa relativo al
lancio delle lanterne volanti, si esprime nei seguenti termini: "Al riguardo, si rappresen-
ta che lo scrivente Ufficio condivide le preoccupazioni espresse (...), evidenziando che
l’attività del lancio delle lanterne volanti sia stata oggetto, proprio a fronte della intrin-
seca pericolosità per l’ambiente ed il traffico aereo, di particolari restrizioni o divieti da
parte di altri Stati". Il Ministro precisa inoltre che dette lanterne, debbano considerarsi
"accensioni pericolose" così come previsto dall’art. 57 TU Pubblica Sicurezza, sia quan-
do il lancio si verifichi nel corso di manifestazioni pubbliche che durante feste private.
f Si procede d’ufficio.
f Accertare se chi spara possiede la capacità tecnica per l’accensione (art. 48 T.U.L.P.S.) e
la licenza per accensione di fuochi di artificio in luoghi pubblici (art. 57 T.U.L.P.S.). In
caso contrario procedere come di seguito indicato.
f Identificare ex art. 349 c.p.p. l’autore del reato.
f Denunciarlo per la violazione degli artt. 48 e 57 TULPS e 703 c.p.
f Procedere al sequestro ex art. 354 c.p.p. dei fuochi di artificio.
f Non integra la fattispecie in argomento lo sparo di armi ad aria compressa, che possono
essere considerate armi da sparo e non da fuoco. Pertanto lo sparo in luogo pubblico di
un fucile ad aria compressa può integrare solo il reato di getto pericoloso di cose (674
c.p.) (Cass. Pen., sez. V, 12 maggio 2010, n. 18062).
f La violazione, da parte del cacciatore, del divieto di sparare a distanza inferiore ai cen-
tocinquanta metri in direzione di fabbricati destinati ad abitazione (art. 21, lett. f), L.
11 febbraio 1992, n. 157) non costituisce illecito amministrativo, ma integra il reato di
accensione ed esplosioni pericolose di cui all’art. 703 c.p. (Cass. n. 14526/2012, vedi
anche Cass. n. 38001/2007).
f Non è configurabile il reato di cui all’art. 703 c.p. nel fatto di esplodere dei colpi con
un’arma giocattolo (Cass. Pen., sez. I, 9 novembre 1994, n. 11188).

ACCESSO A STRUTTURE ALLOGGIATIVE (art. 16 T.U.L.P.S.). – Il potere di accesso della


polizia amministrativa nei locali ricettivi quali hotel, alberghi o residence deriva dal-
l’art. 16 T.U.L.P.S.,che facoltizza ufficiali e agenti di P.S. ad accedere, anche nelle ore
notturne, e anche quando l’esercizio è chiuso, nei locali ove si svolgono attività soggette
ad autorizzazioni di polizia, al fine di verificare se l’attività soggetta ad autorizzazione
è esercitata in modo conforme all’autorizzazione stessa.
f Anche per le attività di polizia amministrativa, la cui competenza è stata trasferita ai
comuni, gli ufficiali e agenti di P.S. hanno la facoltà di accedere in qualunque ora nei
locali destinati ad attività soggette ad autorizzazione al fine di vigilare sull’osservanza

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ACCESSO ABUSIVO A SISTEMA INFORMATICO

delle prescrizioni imposte da leggi o regolamenti dello Stato, delle regioni, degli enti
locali. Questa facoltà è prevista nell’art. 20 del D.P.R. n. 616/77.
f Impedire l’accesso ad ufficiali e agenti di P.S. è reato contravvenzionale procedibile
d’ufficio, per cui, ex art. 17 comma 1 TULPS, si procederà a identificazione del contrav-
ventore, elezione/dichiarazione di domicilio, annotazione di p.g. per la violazione di cui
all’art. 16 TULPS, e trasmissione informativa al P.M.

ACCESSO ABUSIVO A SISTEMA INFORMATICO (art. 615 ter c.p.). – Integra la fattispecie
criminosa di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico protetto, prevista
dall’art. 615 -ter c.p., la condotta di accesso o di mantenimento nel sistema, posta in
essere da soggetto che, pure essendo abilitato, violi le condizioni ed i limiti risultanti dal
complesso delle prescrizioni impartite dal titolare del sistema per delimitarne oggetti-
vamente l’accesso. Non hanno rilievo, invece, per la configurazione del reato, gli scopi
e le finalità che soggettivamente hanno motivato l’ingresso al sistema (Cass. Pen., Sez.
Unite, 7 febbraio 2012, n. 4694).
f Ciò che effettivamente rileva ai fini della configurabilità del delitto di accesso abusivo
ad un sistema informatico commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un
pubblico servizio è che questi, pur essendo abilitato e pur non commettendo alcuna vio-
lazione delle prescrizioni impartitegli per delimitarne l’accesso, acceda o si mantenga
nel sistema per ragioni ontologicamente estranee a quelle per cui la facoltà di accesso
gli è stata attribuita (Cass. Pen. Sez. Unite, 8 settembre 2017, n. 41210)
f Si procede a querela di parte, salvo che il fatto sia commesso da Pubblico Ufficiale
o da incaricato di pubblico servizio, con abuso dei propri poteri, da soggetto armato,
o se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento dei dati contenuti nel sistema
informatico. In questi ultimi casi si procede d’ufficio.
f Le condotte punite da tale norma, a dolo generico, consistono pertanto:
a) nell’introdursi abusivamente in un sistema informatico o telematico protetto da mi-
sure di sicurezza: da intendersi come accesso alla conoscenza dei dati o informazioni
contenuti nel sistema, effettuato sia da lontano (attività tipica dell’hacker) sia da vicino
(da persona, cioè, che si trova a diretto contatto dell’elaboratore); b) nel mantenersi
nel sistema contro la volontà, espressa o tacita, di chi ha il diritto di esclusione: da
intendersi come il persistere nella già avvenuta introduzione, inizialmente autorizzata o
casuale, continuando ad accedere alla conoscenza dei dati nonostante il divieto, anche
tacito, del titolare del sistema. Ipotesi tipica è quella in cui l’accesso di un soggetto sia
autorizzato per il compimento di operazioni determinate e per il relativo tempo necessa-
rio (ad esempio, l’esecuzione di uno specifico lavoro ovvero l’installazione di un nuovo
programma) ed il soggetto medesimo, compiuta l’operazione espressamente consentita,
s’intrattenga nel sistema per la presa di conoscenza, non autorizzata, dei dati.
Esempi:
☛ L’agente di Polizia che effettua un’interrogazione alla banca dati del Ministero dell’In-
terno, relativo ad una vettura, usando la sua “password” e l’artifizio della richiesta di
un organo di polizia in realtà inesistente, necessaria per accedere a tale informazione
(Cass. Pen., sez. V, 10 novembre 2010, n. 39620).
☛ Chi, senza averne il permesso, consulti la casella di posta elettronica di un collega di
studio (Cass. Pen., sez. V, 15 dicembre 2014, n. 52075).
☛ Accedere all’email altrui è sempre reato, anche se si conosce la password (Cass. Pen.,
sez. V, 17 novembre 2017, n. 52572).

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ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE DI INDAGATO O DI PERSONA INFORMATA SUI FATTI DI REATO

☛ Entrare nel profilo Facebook di un soggetto, contro la volontà di quest’ultimo e anche se


a conoscenza del nome utente e della password poiché la stessa parte offesa glieli aveva
A
comunicati in precedenza (Cass. Pen., sez. V, 2 ottobre 2018, n. 2398).

ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE DI INDAGATO O DI PERSONA INFOR-


MATA SUI FATTI DI REATO (art. 349/4 c.p.p.). – I presupposti sono che si cerchi di
identificare (cioè dare un nome) a:
a) Un soggetto sottoposto ad indagini.
b) Persone informate su fatti di reato.
c) E costoro si rifiutino di fornire le generalità o ci siano dubbi sull’identità dichiarata
(nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza, status civile, professione). Il rifiuto
va riferito non solo al nome e cognome, ma anche a tutte le altre indicazioni richieste
per una completa identificazione. Commette pertanto il reato chi si limita ad indicare
solo il proprio nome e cognome (Cass. Pen., sez. VI, 4 dicembre 1981, n. 10896). Infatti,
non esclude il reato di cui all’art. 651 c.p. né la circostanza che il soggetto fornisca una
qualche indicazione sulla propria identità personale, senza fornire le complete generali-
tà, né il fatto che la sua identità sia facilmente accertabile, né tanto meno il fatto che la
persona è conosciuta dal pubblico ufficiale o possa essere facilmente identificata. Non
costituisce il reato di cui all’art. 651 c.p. il rifiuto di consegnare i propri documenti
identificativi, qualora il soggetto fornisca le proprie generalità al pubblico ufficiale, in
quanto il precetto di cui all’art. 651 c.p. contiene l’obbligo per il soggetto di fornire al
pubblico ufficiale indicazioni sulla propria identità personale e non di documentazione.
f Se la persona non aderisce spontaneamente all’invito di seguire gli agenti in Ufficio,
procedere all’accompagnamento coattivo. L’uso della forza è legittimato dalla necessità
di adempimento del servizio di polizia e dall’illegittimo comportamento del trasgresso-
re, nel caso in cui per la sua identificazione occorra procedere all’accompagnamento
in Ufficio. (Cass. Pen., sez. III, 3 settembre 2007, n. 18531). Se la resistenza è attiva è
possibile utilizzare mezzi di coazione fisica, come le manette di sicurezza, essendo
scriminata tale condotta dall’art. 53 del c.p. (Uso legittimo delle armi o di altro mezzo
di coazione fisica).
f Dare avviso al P.M. competente (art. 349/5 c.p.p.), il quale può ordinare in qualsiasi
momento il rilascio della persona se non sussistono le condizioni per procedere all’ac-
compagnamento.
f Effettuare ricerche in archivio o altri uffici per l’identificazione (es. controllare se la
persona è munita di passaporto, di porto d’arma, di patente di guida consultando anche
l’archivio della Motorizzazione Civile); controllare lo schedario delle carte d’identità, se
la persona è residente nella provincia, altrimenti estendere tale accertamento alla pro-
vincia di residenza o al Comune di residenza; accertare se esiste scheda fotosegnaletica
presso il Gabinetto di Polizia Scientifica della Questura o presso la Direzione Centrale
Criminale. Se necessario, estendere l’accertamento ad altre Questure e uffici di polizia;
se si tratta di straniero, ai sensi dell’art. 6 del d.lgs. 286/98, per procedere alla sua
identificazione ed alla verifica della sua posizione di soggiorno, il predetto dovrà essere
fotosegnalato e sottoposto ad accertamenti AFIS.
f La P.G. può procedere all’identificazione dell’indagato, ove occorra, a mezzo di rilievi
dattiloscopici, fotografici o antropometrici.
f Se si tratta dell’indagato, è possibile procedere a rilievi dattiloscopici, fotografici e an-
tropometrici (art. 4 T.U.L.P.S.) nonché eseguendo altri accertamenti, come il prelievo

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ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE DI INDAGATO O DI PERSONA INFORMATA SUI FATTI DI REATO

di capelli o saliva (art. 349 c.2 e 2 bis c.p.p.). Il prelievo biologico nei confronti dell’in-
dagato è effettuato nel rispetto della dignità della persona. Tale prelievo può essere
eseguito senza preventiva autorizzazione del P.M. quando l’indagato presta il consenso.
La P.G. procede al prelievo coattivo quando manca il consenso dell’indagato, ma solo
previa autorizzazione del P.M., scritta oppure orale poi confermata per iscritto (art. 349
c.2 bis c.p.p.). L’autorizzazione del P.M. è necessaria in quanto si tratta di un’azione
invasiva sulla persona. Si ricordi che il prelievo coattivo di materiale biologico (saliva,
capelli) è consentito alla P.G. quando non viene disposto per finalità investigative ma
per finalità di identificazione dell’indagato o di persona sospetta. È opportuno che il
prelievo di materiale biologico venga effettuato da personale della polizia scientifica.. Ai
sensi dell’art. 10 c.4 quater L. 155/2005 (misure urgenti per il contrasto del terrorismo
internazionale), la possibilità di effettuare prelievi coattivi di capelli o saliva, consentiti
dall’art. 349 c.p.p., è stata estesa anche alle procedure di identificazione di pubblica
sicurezza di cui all’art. 11 L. 191/78.
f Se si tratta di persona informata sui fatti, invece, non può essere fotosegnalata, tranne
nell’ipotesi in cui si sia rifiutata di declinare le proprie generalità, nel qual caso diventa
indagata del reato di cui all’art. 651 c.p., per cui può essere sottoposta a fotosegnalamen-
to. L’art. 349 c.4 c.p.p. disciplina, infatti, anche l’identificazione di persone informate sui
fatti. Se sorgono dubbi sulla veridicità delle generalità o sull’autenticità dei documenti
esibiti, la P.G. potrà accompagnare la persona presso i propri uffici, anche coattivamen-
te, per i soli accertamenti anagrafici (riscontri telefonici, accertamenti presso l’ufficio
anagrafe del comune o presso l’ufficio di polizia di provenienza, ecc.). Nei confronti di
queste persone non si possono eseguire rilievi antropometrici, dattiloscopici, fotografici,
salvo che si tratti di cittadini non italiani, della cui identità si ha motivo di dubitare (art.
6 c.4 D. Lgs. 286\1998). Non si può effettuare neanche il prelievo di materiale biologico.
Delle operazioni effettuate dovrà redigersi verbale ai sensi dell’art. 357 c.2 lett. e c.p.p.
f Se l’indagato non è cittadino italiano, la P.G. dovrà indicare se questi comprenda o meno
la lingua italiana. In quest’ultima ipotesi la P.G. provvederà a far effettuare la dichiara-
zione\elezione di domicilio con l’assistenza di un interprete. La violazione dell’obbligo
di nomina di un interprete da parte dell’autorità procedente, previsto dall’art. 143 c.2
c.p.p., comporta una nullità di ordine generale, in quanto si riferisce all’assistenza del-
l’imputato/indagato, a regime intermedio (artt. 178 c.1 lett. c e 180 c.p.p.).
f Trattenere l’accompagnato per il tempo strettamente necessario per l’identificazione
e, comunque, non oltre 12 ore (art. 349/4 c.p.p.); tuttavia, se l’identificazione risulta
particolarmente complessa o occorre la partecipazione dell’autorità consolare o di un
interprete, la persona può essere trattenuta non oltre 24 ore (come previsto dal decreto
legge 144/05 antiterrorismo, il cd. decreto Pisanu), ma in tal caso bisogna previamente
avvisare il Pm e la persona, in tale ipotesi, ha la facoltà di avvisare un familiare o un
convivente (349/4 c.p.p.). Nel verbale, inoltre, bisogna espressamente indicare i motivi
di complessità dell’accertamento (ad es.: perché si tratta di straniero privo di permesso
di soggiorno, che non conosce la lingua italiana, per cui ci si è avvalsi dell’assistenza
dell’interprete; ovvero perché è stata richiesta l’assistenza dell’Autorità consolare di….).
L’ufficiale o l’agente di P.G. che trattiene la persona accompagnata oltre il tempo neces-
sario all’identificazione commette il delitto di abuso d’ufficio (art. 323 c.p.).
f Dare avviso del rilascio al P.M. competente con l’indicazione dell’ora in cui esso è av-
venuto (art. 349/6 c.p.p.).
f Redigere verbale di accompagnamento per identificazione in duplice copia, indicando
le modalità con cui si è pervenuto all’identificazione (art. 357/2 lett. c e 3 c.p.p.); la

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ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE DI INDAGATO O DI PERSONA INFORMATA SUI FATTI DI REATO

documentazione dovrà essere messa a disposizione del Pm, a norma degli artt. 357/4
e 347/1 c.p.p.
A
f Qualora, dopo l’identificazione, ricorrano gli estremi di reato (es. rifiuto di declinare le
generalità, false attestazioni o uso di atto falso) redigere relativa informativa di reato.
f Nel caso in cui il rifiuto di fornire le generalità sia opposto da un soggetto sottoposto a
misura di prevenzione, egli va denunciato non per il reato di cui all’art. 651 c.p. ma per
quello di cui all’art. 221 T.U.L.P.S. in relazione agli artt. 4 e 294 del relativo regolamento.
Detti soggetti hanno, infatti, l’obbligo di munirsi della carta d’identità e di esibirla a
richiesta degli agenti.
VERBALE DI ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE
(Art. 349, comma 2 c.p.p., oppure art. 349 comma 4)
INTESTAZIONE UFFICIO/COMANDO
L’anno ... il giorno ... , del mese di ... presso gli uffici in intestazione, viene redatto il pre-
sente verbale per far risultare che i sottoscritti Ufficiali e/o agenti di P.G. ... , alle ore ...
di oggi, hanno proceduto ad accompagnamento negli uffici del suddetto Comando di una
persona per i seguenti motivi: alle ore ... in via ... , sottoposto a controllo, nel corso di un
servizio di vigilanza sul territorio del Comune di ... invitata a dichiarare le proprie genera-
lità, la stessa rifiutava perentoriamente. La persona accompagnata è stata successivamente
identificata per ... nato il ... a ... e residente a ... in via ..., n. ... . La persona sottoposta ad
indagini viene resa edotta che: a) nel processo penale è obbligatorio il ricorso alla difesa
tecnica; b) al difensore competono le facoltà e i diritti che la legge riconosce all’indagato, a
meno che essi siano riservati personalmente a quest’ultimo; c) l’indagato ha comunque fa-
coltà di: presentare memorie e richieste scritte al Pubblico Ministero; produrre documenti;
avvalersi delle indagini difensive; depositare documentazione relativa alle investigazioni
del difensore; chiedere al Pubblico Ministero il compimento di atti di indagine; presentarsi
per rilasciare dichiarazioni; chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio; d) ha, inoltre,
l’obbligo di retribuire il difensore d’ufficio ove non sussistano le condizioni per accedere
al patrocinio gratuito a spese dello Stato, con l’avvertimento che, in caso di insolvenza,
si procederà ad esecuzione forzata. Ai sensi ed agli effetti di cui alla Legge 30.07.1990 nr.
217 e successive modificazioni ed integrazioni, la P.G. informa che è assicurato il patro-
cinio a spese dello Stato nel procedimento penale per la difesa del cittadino non abbiente
imputato, persona offesa da reato, danneggiato che intenda costituirsi parte civile, respon-
sabile civile ovvero civilmente obbligato per la pena pecuniaria. Può essere ammesso al
patrocinio predetto chi è titolare di un reddito imponibile ai fini dell’imposta personale
sul reddito, risultante dall’ultima dichiarazione, non superiore a ... Euro (L’importo è
aggiornato periodicamente a norma dell’art. 77 D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115.). Se l’inte-
ressato convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito è costituito dalla somma dei
redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia ivi compreso
l’istante. In caso, i limiti sono elevati a 1.033,00 euro per ognuno dei familiari conviventi
con l’interessato. Ai fini della determinazione dei limiti di reddito si tiene conto anche dei
redditi che per legge sono esenti dall’IRPEF o che sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo
di imposta, ovvero ad imposta sostitutiva. Si tiene conto del solo reddito personale nei pro-
cedimenti in cui gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri compo-
nenti il nucleo familiare con lui conviventi. L’istanza per ottenere il patrocinio indirizzata
al P.M. o al Giudice per le Indagini Preliminari competente, redatta su carta semplice, deve
essere corredata da prescritta documentazione. L’ammissione al beneficio se non revocata
comporta la gratuità del giudizio nei termini indicati dalla legge medesima.

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ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE DI P.S. (C.D. FERMO DI PUBBLICA SICUREZZA)

... l ... Sig. ... , invitat..., ai sensi dell’art. 161 c.p.p., a dichiarare o ad eleggere domicilio
nel territorio dello Stato per le notificazioni e avvertita che, nella sua qualità di persona
sottoposta alle indagini, ha l’obbligo di comunicare ogni mutamento del domicilio dichia-
rato o eletto e che in mancanza di tale comunicazione o nel caso di rifiuto di dichiarare o
eleggere domicilio, le notificazioni verranno eseguite mediante consegna al difensore, ha
dichiarato: ".....". La parte è stata rilasciata alle ore ... del ... , non sussistendo a suo carico
elementi per trattenerla oltre. Sono stati restituiti alla parte tutti gli oggetti tolti per ragioni
di sicurezza o per accertamenti. In merito a quanto sopra la parte ha inteso spontanea-
mente dichiarare: " .....". Dell’accompagnamento e dell’ora del rilascio è stata data notizia
a mezzo ... , alla Procura della Repubblica nella persona del P.M. Dr. ... .
Letto, confermato e sottoscritto.
L’interessato
...
I dichiaranti
...

ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE DI P.S. (C.D. FERMO DI PUBBLICA SICU-


REZZA) (ex art. 11 L. 191/78). – Attuabile se intendesi semplicemente identificare un
soggetto e questo si sia rifiutato di farsi identificare ovvero ricorrono sufficienti indizi
per ritenere la falsità delle dichiarazioni sull’identità e dei documenti esibiti.
f Accompagnare il soggetto in ufficio e qui trattenerlo per il tempo strettamente necessa-
rio all’identificazione e comunque non oltre le 24 ore (art. 11/1).
f Avvisare immediatamente dell’accompagnamento il P.M. (art.11/3), che può ordinare
il rilascio se non sussistono i presupposti previsti (per i minori avvisare il PM presso il
Tribunale dei minorenni).
f Effettuare ricerche in archivio per l’identificazione (controllare se la persona è munita di
passaporto o di porto d’armi, controllare anche lo schedario delle carte d’identità della
Questura, se la persona si dichiara o può essere residente nella provincia, altrimenti ri-
chiedere tale accertamento alla Questura o ad altri uffici di polizia della provincia o del
comune di probabile residenza, eseguire l’accertamento attraverso gli schedari e gli archivi
elettronici dello S.D.I.; accertare, attraverso la Motorizzazione civile, se la persona è munita
di patente di guida; accertare se esiste scheda fotosegnaletica presso il Gabinetto di Polizia
Scientifica; cercare parenti o conoscenti in grado di identificare la persona; chiamare i
Carabinieri del luogo di residenza o di dimora del soggetto per chiedere informazioni, farsi
inviare, tramite fax, una copia del documento d’identità con acclusa fotografia).
f Se non si riesce in alcun modo ad identificare il soggetto, procedere, a norma dell’art.
4 del T.U.L.P.S., a rilievi dattiloscopici, fotografici e antropometrici (è il c.d. fotosegna-
lamento). Avvisare il PM se è necessario sottoporre il soggetto a rilevi anche biologici
(saliva o capello), salvo nell’ipotesi in cui il fermato consenta al prelievo di liquidi bio-
logici, nel qual caso non sarà necessaria l’autorizzazione del PM. Attendere l’esito AFIS
(ossia l’esito del controllo sulle impronte digitali e palmari).
f Accertare se a carico del fermato ci sono precedenti tramite lo SDI (art. 9 L.121/81).
f Avvisare il PM dell’ora del rilascio (art. 11/4).
f Il difensore non ha diritto di assistere (art. 356 c.p.p.).
f Se la persona resiste all’accompagnamento in ufficio, procedere coattivamente, se ne-
cessario utilizzando mezzi di coazione fisica, come le manette. “Il rifiuto opposto da
taluno alla richiesta, da parte di un ufficiale o agente di polizia, di dichiarare le proprie

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ACQUA IN CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE

generalità legittima l’accompagnamento coattivo del soggetto negli uffici di polizia e


giustifica l’uso di un mezzo di coazione fisica, come la forza muscolare, ove a tale ac-
A
compagnamento venga opposta resistenza, anche meramente passiva; l’uso della forza
deve però essere rigorosamente proporzionato al tipo ed al grado della resistenza oppo-
sta” (Cass. pen., sez. VI, 18 marzo 2015, n. 22529). Vedi anche art. 53 c.p.
f Denunciare il soggetto se ha dato false generalità (art. 496 c.p.) o se si rifiuta di fornirle
(art. 651 c.p.).
f Perquisirlo ex art. 352 c.p.p.
f Se questo è persona sottoposta a misura di prevenzione (ex lege 1423/56), in caso di
rifiuto di declinare le generalità, denunciarlo ex art. 221 T.U.L.P.S. e non ex art. 651 c.p.
Tali soggetti hanno, infatti, l’obbligo di munirsi della carta di identità e di esibirla a
richiesta degli agenti (art. 294 Reg. T.U.L.P.S.).
Atti:
✒Verbale di accompagnamento per identificazione, in duplice copia, nel quale devono
essere indicate le modalità con cui si è pervenuti all’identificazione (art. 357 c.p.p.).
Una copia va trasmessa senza ritardo in Procura per la convalida, allegata all’informati-
va, e l’altra conservata agli atti di ufficio. Non va data copia all’interessato.
✒Annotazione per il reato di cui all’art. 651 c.p. (rifiuto d’indicazioni sulla propria
identità personale) ovvero all’art.496 c.p. (falsa attestazione o dichiarazione sull’iden-
tità o qualità proprie o di altri), ovvero procedere per il reato di falsità in atti.
✒Verbale di elezione di domicilio e nomina del difensore.

VERBALE di ACCOMPAGNAMENTO PER IDENTIFICAZIONE


Ex. Art. 11 D.L. 21/03/78 nr. 59 nei confronti di:
...................................................................................................................................
In data ... , alle ore ... negli Uffici della Questura di ... -, i sottoscritti Uff./Agt di P.G. ...,
in servizio presso l’Ufficio in epigrafe, riferiscono che alle ore ... del ... , in ... , nel corso
di un servizio di prevenzione, hanno proceduto all’accompagnamento per identificazione
del nominato in oggetto, perché sussistevano sufficienti indizi per ritenere false le dichia-
razioni della persona stessa sulla sua identità, in quanto ...
Alle ore ... , dell’avvenuto accompagnamento, veniva data notizia al Sost. Procuratore
della Repubblica, presso la Procura della Repubblica di ... , nella persona del Dottor ... ..
Il soggetto accompagnato è stato identificato per mezzo di:... .
Il nominato in oggetto, veniva rilasciato alle ore ... del ... e di ciò veniva nuovamente
avvertito il P.M. alle ore ... del ... .
Di quanto sopra è stato redatto il presente verbale in duplice copia di cui una viene
trasmessa immediatamente al Procuratore della Repubblica interessato per la convalida e
l’altra conservata agli atti di questo Ufficio.
L’interessato
...
I verbalizzanti
...

ACQUA IN CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE (art. 5 L. 283/62). – Si procede d’uffi-


cio, per il reato di “detenzione per la vendita di sostanze alimentari in cattivo stato di
conservazione” ex art. 5 legge n. 283/1962.
f Sequestro penale ex art. 354/2 c.p.p.

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AFFISSIONE ABUSIVA

Esempio:
☛ Sussiste il reato qualora si tengano bottiglie di plastica al sole. Conservare l’acqua, de-
stinata alla vendita, in bottiglie di plastica esposte al sole è un reato, a prescindere da
un tempo di esposizione prolungato. Per cui è reato anche lasciare bottiglie nel piazzale
davanti al negozio prima di portarle all’interno. La vendita di alimenti in cattivo stato
di conservazione è un reato di pericolo presunto: la punizione viene anticipata vista
l’importanza della salute come bene protetto. E il cattivo stato di conservazione può
essere accertato anche senza ricorrere a specifiche analisi di laboratorio, ma sulla base
di dati obiettivi, come ad esempio un verbale ispettivo, foto o testimonianze (Cass. Pen,
sez. III, 28 agosto 2018 n. 39037).

AFFISSIONE ABUSIVA (art. 663 c.p.). – Si tratta di sanzione depenalizzata in illecito


amministrativo dall’art. 46, d.lgs. 30.12.1999, n. 507, per cui non costituisce più reato
affiggere in un luogo pubblico o aperto al pubblico, vendere o distribuire o mettere co-
munque in circolazione scritti o disegni, senza avere ottenuto l’autorizzazione richiesta
dalla legge.
f Un manifesto pubblicitario è abusivo se è affisso fuori degli spazi consentiti (per esem-
pio su muri, cabine telefoniche, pensiline di autobus, sulla segnaletica stradale, sui
cassonetti dell’immondizia, sugli spazi commerciali del comune); sui tabelloni apposti
per strada in vista delle elezioni, qualora pubblicizzino un partito diverso da quello che
ha chiesto l’autorizzazione all’affissione; senza alcuna autorizzazione.
f Per affiggere un cartellone pubblicitario, è necessario chiedere e ottenere l’autorizzazio-
ne all’ufficio affissioni del Comune, pagando un’imposta; successivamente andranno
rispettate le indicazioni fornite dal Comune per l’affissione. Le affissioni, infatti, sono
vietate (in particolare) sui monumenti pubblici, sulle segnaletiche stradali, sulle pro-
prietà private (a meno che non vi sia il consenso del proprietario) ed in posizioni che
potrebbero influire negativamente sulla concentrazione degli autisti, distraendoli.
f Redigere il verbale di accertamento di violazione amministrativa, come da fac- simile
allegato.
INTESTAZIONE UFFICIO
OGGETTO: Verbale di accertamento della violazione amministrativa di cui ... a carico di ...
nato a ... il ... residente in ... via ... tel. ... identificato con ... domiciliato in ...
-----
Il ... alle ore ... in ... noi sottoscritti Uff./Agt. di P.G. ... in servizio presso l’ufficio in
intestazione diamo atto che alle ... del ... in ... alla via... abbiamo accertato, che il Sig. ...
in oggetto generalizzato, ha violato le disposizioni di cui all’oggetto perché ...
All’atto della contestazione i... sopramenzionat... ha / hanno chiesto di inserire nel
presente verbale le seguenti dichiarazioni: ...
Il presente verbale viene redatto in triplice copia di cui una viene consegnata all’inte-
ressato, una trasmessa all’organo competente per l’adozione dei provvedimenti di legge o
regolamenti e l’altra conservata agli atti di questo Ufficio.
Il trasgressore
...
I verbalizzanti
...

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AFFISSIONE VOLANTINI PUBBLICITARI (IMBRATTAMENTO)

AFFISSIONE VOLANTINI PUBBLICITARI (IMBRATTAMENTO) (ex art. 639 c.p.). – Si pro- A


cede d’ufficio se si affiggono volantini su beni immobili, su mezzi di trasporto pubblico
o privati, su cose di interesse storico o artistico (ad es. affiggere sui muri del centro
storico volantini pubblicitari relativi a eventi musicali e cinematografici). Se, invece, si
tratta di beni mobili si procede a querela di parte.
f La condotta di "imbrattamento" (quale l’affissione di volantini su un muro previa
spennellatura di colla sullo stesso) prescinde dalla preesistente condizione estetica del
muro stesso, perchè l’atto di imbrattare lede (peggiorando quantomeno la situazione
preesistente dell’oggetto imbrattato) comunque l’interesse giuridicamente protetto. Ne
consegue che, ai fini della verifica della sussistenza dell’elemento oggettivo del reato
di cui all’articolo 639 c.p., non è necessario, per il caso in cui il reato sia stato integra-
to attraverso la condotta di imbrattamento, accertare la previa condizione dell’oggetto
danneggiato (Cass. Pen., sez. II, 11 dicembre 2009, n. 47184).
f Se, invece, i volantini sono distribuiti a mano lungo le strade e in generale nei luoghi
pubblici, l’attività è essenzialmente libera e l’amministrazione non vanta poteri rego-
latori suscettibili di incidere direttamente nel rapporto tra gli operatori commerciali e i
potenziali clienti (T.A.R. Brescia, sez. II, 21 giugno 2012 n. 1133).

AFIS. – Si tratta dei precedenti dattiloscopici,a differenza dei precedenti negli archivi di
Polizia (per cui si parla di SDI). È un archivio contenente i cartellini segnaletici, com-
prensivi di dati fotografici, anagrafici e biometrici (impronte digitali), di soggetti sotto-
posti a fotosegnalamento.
f È l’acronimo di Automated Fingerprint Identification System, (Sistema Automatizzato
di Identificazione delle Impronte), sistema costituito da database a disposizione delle
singole unità di polizia scientifica, o dei RIS dei Carabinieri, che hanno la possibilità
di connettersi, via rete telematica, alla Banca dati del Casellario Centrale d’Identità - II
Divisione del Servizio Polizia Scientifica, che contiene le informazioni biometriche dei
singoli soggetti per essere identificati ai fini preventivi o giudiziari.

AGGIOTAGGIO (art. 501 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto e fermo non sono consentiti, salvo nell’ipotesi di cui al terzo comma dell’art.
501 c.p., nel qual caso l’arresto è facoltativo (se il fatto è commesso dal cittadino per
favorire interessi stranieri o se dal fatto deriva un deprezzamento della valuta nazionale
o dei titoli dello Stato, ovvero il rincaro di merci di comune o largo consumo).
f L’aggiotaggio è un reato comune che consiste nel pubblicare o divulgare notizie false,
esagerate o tendenziose o nell’adoperare altri artifici, al fine di determinare un
aumento o una diminuzione del prezzo delle merci o dei valori di borsa (azioni,
obbligazioni, titoli di debito pubblico).
f È una sorta di truffa ai danni della collettività (per tale motivo per essa è prevista l’in-
capacità a contrattare con la pubblica amministrazione). Il reato in questione, infatti,
ha ad oggetto la tutela dell’economia nazionale, nel senso che la notizia falsa deve
estendersi se non a tutto il territorio nazionale, ad una zona sufficientemente vasta di
esso in modo da poter nuocere alla pubblica economia, per cui non si realizza se la
comunicazione è data ad un numero ristretto di persone (nella specie, è stato escluso il
reato in questione nell’ipotesi di un commerciante che aveva riferito ad un ristrettissi-
mo numero di persone di essere sprovvisto di merce, nascondendola in magazzino per

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ALLARME ACUSTICO (ININTERROTTO CHE CREA DISTURBO ALLA QUIETE PUBBLICA)

rivenderla a prezzo maggiorato quando la falsa notizia da lui fornita avesse prodotto
l’effetto sperato) (Cass. Pen., sez. VI, 28 settembre 1979, Pazzola).
Esempio:
☛ Il titolare di una nota industria di generi alimentari dichiara in una intervista ad un gior-
nale a tiratura nazionale l’imminente aumento dei propri prodotti dovuto ad un rincaro
delle materie prime, in realtà inesistente.

ALLARME ACUSTICO (ININTERROTTO CHE CREA DISTURBO ALLA QUIETE PUBBLICA)


(art. 155 c.d.s.). – Tentare di rintracciare il proprietario.
f In caso di esito negativo, contattare P.M. di turno e farsi autorizzare all’eventuale distac-
co dell’impianto di allarme.
f Contattare i vigili del fuoco per il distacco.
f Redigere relazione ed eventualmente annotazione per disturbo quiete pubblica.
f I dispositivi di allarme acustico antifurto installati sul veicolo si devono attenere ai
tempi massimi di cui all’art. 350 comma 2 del regolamento di esecuzione del codice
della strada (intervallata e non superiore a tre minuti), oltre che rispettare i limiti di
esposizione al rumore di cui al D.P.C.M. 1 marzo 1991. La più recente giurisprudenza
penale ha escluso la configurabilità nei casi di specie dell’art. 659 c.p. ritenendo
sempre sussistente, in quanto speciale, l’illecito amministrativo di cui all’art. 155 c.d.s..
Il risultato, com’è noto, è la difficoltà di intervenire facendo cessare nell’immediato la
fonte del disturbo, cessazione alla quale si addiveniva ipotizzando il reato de quo ed
effettuando il sequestro preventivo del veicolo per evitarne la protrazione. La fattispecie
di cui al c.d.s. prevede peraltro una sola sanzione amministrativa pecuniaria, senza
alcuna sanzione accessoria.

ALLOGGIO PER MERCEDE A CHI NON HA DOCUMENTO IDENTIFICATIVO (art. 109


T.U.L.P.S.). – Ex art. 109 T.U.L.P.S. chi offre alloggio per mercede, ossia in cambio del
pagamento del prezzo (albergatori, locandieri, gestori di pensioni o case di salute, ecc.),
non può ospitare persone che non esibiscano un documento di identità o, se straniere,
il passaporto o altro valido titolo. In caso contrario:
Identificare il gestore
Denunciarlo, redigendo annotazione di p.g., per inosservanza dell’art. 109 T.U.L.P.S.
(l’inosservanza ha assunto carattere penale per effetto dell’art. 8 L.135/2001, per cui si
applica l’art. 17 del T.U.L.P.S.)
f L’art. 17 T.U.L.P.S. prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a € 206,00.

ALT POLIZIA: NON FERMARSI (art. 192 c.d.s.). – Redigere verbale ex art. 192 c.d.s.
f Elaborare anche annotazione per il reato di resistenza a p.u. (art. 337 c.p.), ma solo se si
tratta non di una semplice fuga, ma anche di un comportamento di pericolo e minaccia
sia per l’agente operante che per i terzi.
Esempio:
☛ La condotta del soggetto che, guidando un veicolo in modo oggettivamente pericoloso,
non si limita a tentare la fuga dinanzi ad un posto di blocco autostradale, ma pone vo-
lontariamente in pericolo l’incolumità personale degli agenti inseguitori o degli altri

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ALTERAZIONE DI TARGA

utenti della strada integra l’elemento materiale della violenza al fine del configurarsi del
reato di resistenza a pubblico ufficiale (Cass. Pen., Sez. VI, 24 giugno 2015, n. 26528).
A

ALTERAZIONE DI TARGA (artt. 477- 482 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Sequestro della targa.
f Sequestro penale del mezzo.
f L’alterazione della targa (come nel caso di soggetto che modifica anche un solo numero
della propria targa) integra la fattispecie del reato di “falsità materiale commessa in
certificati o autorizzazioni amministrative” di cui al combinato disposto degli artt. 100,
comma XIV del c.d.s. e 477- 482 del codice penale. La targa è, infatti, una certificazione
amministrativa. Tuttavia vanno fatte due distinzioni:
1) Alterazione di targa propria: si applicano gli artt. 482 e 477 c.p.
2) Falsità di targa apposta su auto rubata: si contesterà l’art. 648 bis c.p. (riciclaggio)
qualora si abbia la prova che sia stato il soggetto fermato a sostituire la targa falsa al
fine di ostacolare l’individuazione della provenienza del bene, altrimenti si contesta la
ricettazione (art. 648 c.p.).
Esempio:
☛ Targa verniciata per eludere l’autovelox, rendendo parzialmente visibili i dati, al fine
di impedire l’identificazione del proprio veicolo dal dispositivo autovelox configura l’i-
potesi di falsità in certificazioni amministrativa di cui all’art. 482 c.p. (Cass. Pen., sez.
V, 23 settembre 2014, n. 38742).

ANIMALI: ABBANDONO (art. 727 c.p.). – Si procede d’ufficio, ex art. 50 comma 2 c.p.p.
f Affidare l’animale ad un canile, contattando il Comune o il Servizio Veterinario dell’A-
zienda USL di competenza territoriale.
f La contravvenzione sussiste quando si abbandonano animali (727 comma 1) o si de-
tengono in condizioni incompatibili con la loro natura (727 comma 2) producendogli
gravi sofferenze. Trattandosi di contravvenzione, e non di delitto, si è puniti sia a titolo
di dolo sia di colpa, rendendo punibili tutti quegli atti colposi d’incuria e negligenza che
danneggiano l’animale.
Esempi:
☛ Procedere anche nel caso in cui si rinvenga a bordo di veicolo animale con i finestrini
chiusi e lasciato al sole e non si riesca a contattare il proprietario (Cass. Pen., sez. III,
16 novembre 2012, n. 44902). In tal caso, far intervenire i Vigili del Fuoco che potranno
rompere il vetro del veicolo. Se non sopraggiunge il proprietario, trasportare il mezzo
in depositeria dove va custodito e denunciare il proprietario per il reato di cui all’art.
727 c.p.
☛ Il proprietario di un cane che trasporta il proprio animale da un luogo all’altro, per un
apprezzabile lasso di tempo, rinchiudendolo nel bagagliaio della propria auto di piccole
dimensioni, in quanto la restrizione del cane in un ambiente inidoneo incide sulla sen-
sibilità dell’animale provocandogli un’inutile sofferenza (Cass. Pen., sez. III, 28 maggio
2004, n. 24330).
☛ Tener legato il cane ad una catena corta e senza alcun riparo (Cass. Pen., sez. III, 29
gennaio 1999, n. 1215).

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ANIMALI: DIVIETO DI COMBATTIMENTO

☛ Abbandonare durante il periodo estivo un animale, atteso che la norma tutela gli ani-
mali in quanto autonomi esseri viventi, dotati di propria sensibilità psico-fisica, e come
tali capaci di avvertire il dolore causato dalla mancanza di attenzione e amore legato
all’abbandono. (Cass. Pen., sez. III, 10 luglio 2000, n. 11056: nel caso in esame due
gattini abbandonati in un giardino erano morti d’inedia).
☛ L’abbandono si configura non solo con il distacco volontario dall’animale (quindi dolo-
samente), ma anche con qualsiasi forma di trascuratezza, disinteresse o mancanza di
attenzione verso quest’ultimo, quindi anche nel caso di comportamenti colposi impron-
tati ad indifferenza o inerzia nell’immediata ricerca dell’animale in caso di smarrimento
(Cass. Pen., sez. III, 13 maggio 2011, n. 18892).
☛ La Corte di Cassazione ha anche precisato che basta l’incessante abbaio del cane a
documentarne il malessere, per concretizzare il reato (Cass. pen., sez. III, 9 aprile 2015,
n. 14250).
☛ Detenere animali con catene limitandone anche i più elementari movimenti è reato
perché si tratta di una situazione incompatibile con la loro natura e produttiva di gravi
sofferenze (Cass. Pen., sez. III, 6 marzo 2018, n. 10164).

ANIMALI: DIVIETO DI COMBATTIMENTO (art. 544 quinquies c.p.). – Si procede d’ufficio


nei confronti di chi promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non
autorizzate tra animali che possono pregiudicarne l’integrità fisica.
f Arresto facoltativo in flagranza solo nell’ipotesi in cui le predette attività sono compiute
in concorso con minorenni o da persone armate, o sono promosse utilizzando materiali
contenenti scene o immagini di combattimenti o delle competizioni, o se il colpevole
cura la ripresa o la registrazione dei combattimenti o delle competizioni in qualsiasi
forma.
f Fermo non consentito.

ANIMALI: DIVIETO DI PELLICCE DI CANE E DI GATTO (art. 2 L. 189/2004). – Si procede


d’ufficio.
f Sequestrare le pelli ex art. 354 c.p.p.
f Trattasi di contravvenzione punita con l’arresto o con l’ammenda, per la quale è pre-
vista la confisca e la distruzione delle pelli anche in caso di patteggiamento della pena
f Nella percezione dei cittadini dell’Unione europea, "cani e gatti sono considerati ani-
mali da compagnia, per cui non è accettabile usare le loro pellicce e i prodotti che le
contengono". (Regolamento (CE) n. 1523/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio
dell’11 dicembre 2007, che vieta la commercializzazione, l’importazione nella Comunità
e l’esportazione fuori della Comunità di pellicce di cane e di gatto e di prodotti che le
contengono - GUCE 27/12/2007).

ANIMALI: MALTRATTAMENTO (art. 544 ter c.p.). – Il reato si configura quando per cru-
deltà o senza necessità si cagiona una lesione ad un animale o lo si sottopone a sevizie
o a comportamenti o fatiche insopportabili per le sue caratteristiche etologiche o a
trattamenti che gli procurano danno alla salute.
f Per lesione si intende un’apprezzabile diminuzione dell’originaria integrità dell’anima-
le che, pur non risolvendosi in un vero e proprio processo patologico e non determinan-

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ANIMALI: OMESSA CUSTODIA

do una menomazione funzionale, sia comunque diretta conseguenza di una condotta


volontaria commissiva od omissiva (Cass. Pen., sez. III, 29 luglio 2013, n. 32837).
A
f Per “comportamenti insopportabili” imposti all’animale, idonei ad integrare il reato si
intendono quelli incompatibili con il comportamento proprio della specie di riferimento
dello stesso così come ricostruito dalle scienze naturali, come nel caso in cui si costringe
un cane ad intrattenere rapporti sessuali con un essere umano al fine di realizzare un
film a tema “zoopornografico” (Cass. Pen., sez. III, 7 febbraio 2013, n. 5979).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Ai sensi dell’art. 55 c.p.p., la p.g. deve impedire il consumarsi dell’evento morte, ad
esempio procedendo a sequestro preventivo d’urgenza dell’animale ex art. 321 c.p.p..
f Affidare l’animale maltrattato ad un canile, contattando il comune o il servizio veteri-
nario dell’A.S.L.. L’art. 19 quater disp. coord. trans. c.p. (affidamento animali seque-
strati) ha previsto che gli animali oggetto di provvedimenti di sequestro o confisca per
reati contro gli animali sono affidati ad associazioni o Enti che ne facciano richiesta
individuati con decreto del Ministero della Salute, adottato di concerto con il Ministero
dell’Interno. Naturalmente, nella fase successiva sarà poi il magistrato competente a
decidere in via stabile sia sulla custodia sia sul destino definitivo dell’animale.
f Se l’animale è di proprietà altrui, citare anche la violazione dell’articolo 638 c.p. che
punisce l’uccisione o il danneggiamento di animali altrui.
Esempi:
☛ Costituisce maltrattamento la detenzione di gatti in piccole gabbie, poiché essa priva
l’animale della possibilità di movimento e di espansione, se non al prezzo di sofferenza
(Cass. Pen., sez. III, 11 giugno 1997, n. 5584).
☛ È legittimo il sequestro preventivo di un cane relativamente al reato di maltrattamento
degli animali di cui all’art. 544 ter, c.p., a fronte del rinvenimento, durante ripetuti so-
pralluoghi degli agenti di polizia giudiziaria all’interno della abitazione della ricorrente,
di un cane dalla stessa reiteratamente lasciato da solo nel cortile di casa. (Cass. Pen.,
sez. III, 16 marzo 2018, n. 29894).

ANIMALI: OMESSA CUSTODIA (art. 672 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Nel caso in cui il cane sfuggito all’attenzione di chi lo custodiva uccida altro cane, si
configura fatto tipico di responsabilità civile ex art. 2052 c.c., che prevede espressa-
mente il danno cagionato dall’animale custodito dal proprietario o smarrito (Cass. Pen.,
sez. II, 21 marzo 1987, n. 3565).
Esempi:
☛ Il cane di proprietà aggredisce un passante. Non è sufficiente, per escludere responsa-
bilità, che l’animale si trovi in un luogo privato o recintato, ma è necessario che in tale
luogo non possano introdursi estranei (Cass. Pen., sez. IV, 17 maggio 1988, n. 5845,
nonché 28 aprile 2006, n. 14829).
☛ Condannati i due proprietari del cane, per il delitto di cui agli artt. 110 e 590 c.p. per
non aver impedito allo stesso, custodendolo in modo idoneo, in violazione dell’art. 672
codice penale, di aggredire una passante procurandole lesioni alla mano destra (Cass.
Pen., sez. III, 1 settembre 2014, n. 36461; conforme 22 dicembre 2014 n. 53138).

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ANIMALI: OMISSIONE DI SOCCORSO

ANIMALI: OMISSIONE DI SOCCORSO (art. 189 comma 9 bis C.D.S.). – Se si trova per
strada un cane ferito che potrebbe essere stato abbandonato, chiamare il servizio vete-
rinario dell’Asl, per gli adempimenti consequenziali.
f Se il cane è ferito perché investito da un’auto che poi non si è fermata, contattare le
forze di polizia a cui testimoniare l’accaduto al fine di favorire il rintraccio del respon-
sabile.
f L’omissione di soccorso ad un animale non è reato, ma illecito amministrativo, sanzio-
nato dall’art. 189 comma 9 c.d.s.. Il codice della strada, infatti, stabilisce che chi ha
provocato un incidente, dal quale sia derivato un danno ad un animale di affezione,
da reddito o protetto, è tenuto a fermarsi e a garantire il tempestivo soccorso. Questo
vincolo è valido anche per chi è rimasto coinvolto nell’incidente, anche se non lo ha
provocato.

ANIMALI: SMARRIMENTO. – Denunciare la scomparsa dell’animale alle autorità comu-


nicando il numero di tatuaggio (se l’animale ce l’ha) e gli estremi del chip sottocutaneo
che permette l’identificazione del cane. La denuncia deve essere presentata per iscritto
a: Carabinieri; Polizia Municipale; servizio veterinario dell’Asl competente; anagrafe
canina.
f La denuncia di smarrimento è obbligatoria. Caso contrario risponderà penalmente
per abbandono di animali qualora l’animale venisse rinvenuto da terzi nonché sarebbe
sanzionato pure dal Comune. Le sanzioni variano da Comune a Comune. Per questo
motivo, l’autorità non può rifiutarsi di ricevere la denuncia.
f In caso di ritrovamento di un cane smarrito rivolgersi subito all’anagrafe canina re-
gionale. Chi raccoglie un cane dalla strada (o qualsiasi altro animale mansuefatto) non
commette reato di appropriazione indebita se esso non viene reclamato, dal legittimo
proprietario, entro venti giorni da quando è stato scoperto (Cass. Pen., sez. II, 29 aprile
2013, n. 18749). Infatti, l’art. 925 c.c. stabilisce che gli animali mansuefatti apparten-
gono a chi se ne è impossessato, se non sono reclamati entro venti giorni da quando il
proprietario ha avuto conoscenza del luogo dove si trovano.
f Affinché l’appropriazione di un cane smarrito costituisca reato è necessario che: 1)
il cane sia stato trovato per caso fortuito (diversamente si configurerebbe l’ipotesi di
furto); 2) il cane abbia segni di riconoscimento (collare, microchip, targhetta) che con-
sentano di risalire al proprietario e nonostante ciò il ritrovatore non lo abbia restituito
(Cass. Pen., sez. II, 28 marzo 2012 n. 11700); 3) il cane sia stato rivendicato dal pro-
prietario entro venti giorni dalla scoperta del luogo in cui si trova. Se il cane non è
rivendicato entro questi termini, esso appartiene a chi se ne è impossessato.

ANIMALI: UCCISIONE (art. 544 bis c.p.). – Si procede d’ufficio, per il delitto di anima-
licidio, anche se il reato deriva da una condotta omissiva, ad esempio di incuria ed
abbandono (Cass. Pen., sez. III, 30 novembre 2007, n. 44822), come nel caso in cui si
lasci morire di inedia un animale nella propria abitazione. La condotta assume rilevanza
penale solo se commessa con crudeltà o senza necessità , per cui sussiste anche se
l’uccisione dell’animale, pur se avvenuta per necessità (capi destinati all’alimentazione)
è effettuata in maniera crudele.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Se trattasi di uccisione o maltrattamenti di animali altrui si applica l’art. 638 c.p., per
il quale reato la procedibilità è a querela della persona offesa.

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APERTURA PORTA PER MOTIVI DI EMERGENZA

APERTURA PORTA PER MOTIVI DI EMERGENZA. – Se giunge sull’utenza di emergenza A


“113” richiesta di apertura porta per motivi di emergenza (es. odore di gas proveniente
dall’interno dell’appartamento in cui si trovi anziano, neonato o disabile), verificare
l’attendibilità della segnalazione e successivamente autorizzare i Vigili del Fuoco ad
effettuare l’apertura.
f Se, invece, giunge richiesta di apertura porta perché si crede che all’interno ci sia per-
sona per la quale si tema per l’incolumità (perché sparita da giorni, perché ha minac-
ciato di suicidarsi, ecc.), chiedere al vicinato se l’hanno vista negli ultimi tempi. Se
nessuno ha notizie, procedere all’apertura della porta, chiedendo l’intervento dei Vigili
del Fuoco.
f Aperta la porta, e risolta la situazione d’emergenza, se nessuno dei proprietari è presen-
te, affidare l’immobile ad un parente o al portiere o, se ciò non sia possibile, chiamare
un fabbro o il servizio tecnico del comune per far provvedere alla chiusura provvisoria
mediante apposizione di lucchetti o altro.
f Se a seguito dell’apertura il proprietario pretende il risarcimento dei danni, trattandosi
di un’operazione svolta per motivi di tutela della pubblica e/o privata incolumità dei cit-
tadini, quindi nell’ambito di un provvedimento urgente di pubblica sicurezza, si applica
l’art. 7 T.U.L.P.S. che stabilisce che nessun indennizzo è dovuto per i provvedimenti
dell’autorità di P.S., nell’esercizio delle facoltà ad essa attribuite dalla legge.
f Redigere relazione di servizio.

APOLOGIA DEL FASCISMO (art. 4 L. 645/52 – art. 2 L. 205/1993). – Si procede d’ufficio.


f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Apologia significa letteralmente “discorso a difesa o esaltazione di una dottrina reli-
giosa o politica”, e in questo caso degli ideali del fascismo che sono contrari ai principi
fondamentali alla base della Costituzione italiana e per questo vietati. Il reato di apo-
logia del fascismo è stato introdotto dalla legge Scelba (n. 645/1952) che all’articolo
4 punisce: “chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo,
oppure le sue finalità antidemocratiche”. Oltre alla legge Scelba, anche la più recente
legge Mancino (n. 205/1993) punisce le manifestazioni fasciste e razziste che incitano
all’odio. Precisamente l’articolo 2 punisce: “chiunque, in pubbliche riunioni, compia
manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali di organizzazioni,
associazioni o movimenti aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o
alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.”
f Anche il saluto romano rientra a pieno titolo nel reato di apologia del fascismo (sen-
tenza 21409/2019); ma questo non vuol dire che ogni volta che si compia il saluto tipico
della dittatura si commetta un reato. Prima di attribuire la colpevolezza, il giudice deve
valutare il contesto in cui è avvenuto il gesto e le reali intenzioni dell’autore del fatto:
senza dubbio il saluto fascista nel corso di manifestazioni pubbliche e istituzionali o
in televisione ha una gravità maggiore, specie se viene fatto da personaggi pubblici ed
esponenti della politica.

APPARECCHI DA GIOCO CON VINCITA IN DANARO (art. 110 comma 6 lett. a) T.U.L.P.S.).
– Utilizzo da parte di minori.
f Se in un esercizio pubblico è accertato che un minore degli anni 18 è intento a giocare
a un apparecchio, con vincita di denaro, compilare i seguenti atti:

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APPROPRIAZIONE DI COSE SMARRITE, DEL TESORO O DI COSE AVUTE PER ERRORE O CASO FORTUITO

f Verbale d’ispezione di cose di luoghi diversi dalla privata dimora.


f Verbale di accertata violazione amministrativa, ex art. 24, comma 19, D.L. 6 luglio
2011 n. 98, convertito nella L.155/2011, riportando la seguente formula sul verbale stes-
so: “Quale titolare dell’esercizio pubblico consentiva la partecipazione ai giochi pubbli-
ci, con vincita in denaro, a minori di anni diciotto”.
f Sanzione accessoria: chiusura dell’esercizio pubblico da dieci fino a trenta giorni, ex art.
24, comma 20 del decreto citato.
f Rapporto all’ufficio territoriale dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato,
competente in relazione al luogo e in ragione dell’accertamento eseguito.
f Il titolare dell’esercizio commerciale, del locale ovvero del punto di offerta del gioco con
vincite in denaro identifica i minori di età mediante richiesta di esibizione di un docu-
mento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età sia manifesta. (art. 7 comma 8
del D.L. 158/2012).

APPROPRIAZIONE DI COSE SMARRITE, DEL TESORO O DI COSE AVUTE PER ERRORE


O CASO FORTUITO (art. 647 c.p.). – Abrogato dal D. Lgs n. 7/2016 e trasformato in
illecito civile.
f Trattandosi di illecito civile ci si potrà rivolgere ad un legale per intraprendere azio-
ne finalizzata al risarcimento dei danni. (Vedi ingiuria).
f L’illecito si configura se il ritrovatore non ha proceduto a consegnare la res alla più
vicina stazione delle forze dell’ordine o presso l’ufficio oggetti smarriti del Comune. In
quest’ultimo caso, il proprietario è tenuto a garantire il premio previsto dall’art. 930 c.c.
o in alternativa, se non è identificato, il ritrovatore acquisisce la titolarità della stessa
ex art. 929 c.c., qualora il proprietario non si presenti per reclamarla entro un anno
dall’ultimo giorno di pubblicazione del ritrovamento nell’albo pretorio, quindi dopo
circa un anno e un mese.
Esempi:
☛ Se dal portafoglio è possibile risalire all’identità del titolare (ad esempio tramite la pa-
tente, la carta d’identità o anche la carta bancomat che, se consegnata alla banca,
potrebbe consentire l’identificazione del proprietario), chi non lo restituisce commette
il reato di furto;
☛ Se dal portafoglio non è possibile risalire al nome e cognome del titolare (perché ad
esempio ci sono solo soldi e nessun documento) allora si commette solo una sanzione
amministrativa, quella di «appropriazione di cose smarrite». (Cass. Pen., sez. V, 14
novembre 2017, n. 51895).
☛ È furto, e non appropriazione di cose smarrite, il ritrovamento di un bancomat riportan-
te l’indicazione dell’Istituto di Credito e il numero convenzionale (Cass. Pen., sez. V, 16
novembre 1988, n. 11860).

APPROPRIAZIONE INDEBITA (art. 646 c.p.). – Si configura il reato di appropriazione


indebita quando taluno, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto (economico,
morale o sentimentale), si appropria del denaro o della cosa mobile altrui di cui abbia,
a qualsiasi titolo, il possesso (da intendersi come mera detenzione).
f L’appropriazione indebita è una fattispecie di reato affine al furto. La differenza sostan-
ziale risiede nel fatto che mentre il furto presuppone la mancanza del possesso della

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ARMI AD ARIA COMPRESSA

cosa mobile altrui (consistendo il reato proprio nell’impossessamento), l’appropriazio-


ne indebita implica che l’agente già possieda le cose mobili o il denaro altrui.
A
f Questo reato è punito a querela della persona offesa.
f Arresto facoltativo, purché sia stata presentata querela, anche orale, o sussistano le
circostanze aggravanti sopra indicate.
f Se compiuto a danno di congiunto dal reo convivente (coniuge, ascendente o discen-
dente o affine in linea retta, adottante o adottato, fratello o sorella), il reo stesso non è
punibile.
f Se, invece, il reato è compiuto nei confronti del coniuge legalmente separato, del fratello
o sorella che non convivano con lui, oppure dello zio, del nipote o dell’affine in secondo
grado con lui convivente, tali reati sono punibili a querela della persona offesa(vedi art.
649 c.p.).
Esempi:
☛ Il rifiuto del professionista (ad es. avvocato) di restituire al cliente la documentazione
ricevuta, in quanto costituisce un comportamento che eccede i limiti del titolo del pos-
sesso (Cass. Pen., sez. II, 3 luglio 2008, n. 26820).
☛ La condotta del conduttore di un appartamento che asporti dall’immobile oggetto di
locazione i relativi arredi (Cass. Pen., sez. II, 9 febbraio 2012, n. 4958).
☛ La condotta dell’amministratore condominiale che, ricevute le somme di denaro dai
condomini, ometta di versare i contributi previdenziali per il servizio di portierato
(Cass. Pen., sez. II, 23 novembre 2010, n. 41462).
☛ In presenza di un conto corrente cointestato, a carico del cointestatario, il quale, pur
avendo la facoltà di compiere azioni separatamente, disponga di somme in proprio
favore (effettuando prelievi o pagamenti), in misura eccedente il tetto di pertinenza,
senza il consenso, espresso o tacito, degli altri cointestatari, si configura il delitto di
appropriazione indebita (Cass. Pen., sez. II, 4 luglio 2014, n. 29019).

ARMI AD ARIA COMPRESSA (D.M. 362/01). – Le armi di modesta capacità offensiva


ad aria compressa o a gas compresso sono state "create" dalla legge 526 del 1999, ma
tutti gli aspetti pratici legati alla loro esistenza (acquisto, detenzione, porto, trasporto
eccetera) sono regolamentati dal decreto del ministero dell’Interno 9 agosto 2001, n.
362. Il decreto in questione consente di acquistare, purché maggiorenni, le cosiddette
armi ad aria o gas compressi “di modesta capacità offensiva”, ossia quelle che erogano
una energia cinetica inferiore ai 7,5 joule. Al di sotto di questo limite sono di libera
vendita, al di sopra sono, invece, considerate come le armi da fuoco, quindi occorre il
porto d’armi.
f Queste armi non si possono acquistare per corrispondenza, almeno legalmente, in
quantocon l’attuale formulazione dell’articolo 17 della legge 110/75, solo le fabbriche
d’armi e le armerie autorizzate alla vendita o alla riparazione (lasciamo stare, per sem-
plicità, la figura dell’intermediario, che in Italia al momento non ha una grande diffu-
sione) possono spedirsi per corrispondenza le armi, mentre i privati cittadini devono
comunque passare necessariamente da una armeria per il ritiro. Non è quindi possibile
farsela spedire direttamente a casa.
f La detenzione di queste armi non è soggetta a denuncia (art. 8 del decreto 362/01),
non è previsto alcun limite numerico e nessun obbligo di custodia (armadio blindato,
ecc.).
f Tali armi possono essere usate da maggiorenni o minori assistiti da maggiorenni (art.9).

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ARMI BIANCHE

f In caso di mancata osservanza delle prescrizioni imposte dal d.m. si rischiano le san-
zioni amministrative contemplate nell’art. 16.

ARMI BIANCHE. – La definizione di “arma” è fornita sia dall’articolo 30 del Tulps (r.d.
18 giugno 1931, n. 773), sia in modo praticamente identico dall’articolo 585 del codice
penale: sono armi “quelle da sparo e tutte le altre la cui destinazione naturale è l’offesa
alla persona”.
f Sono armi bianche le spade, le sciabole, i pugnali, le baionette, le lance, le alabarde,
dotate di punta acuminata e/o di filo tagliente, nate per l’impiego militare o, comunque,
per un utilizzo operativo reale.
f Non sono armi bianche tutti gli altri oggetti concepiti per altro scopo: i coltelli da
cucina, le roncole, i machete, le accette e così via. Tutti questi oggetti sono considerati
“strumenti atti a offendere”.
f Lo strumento atto a offendere, quindi il coltello da cucina, la balestra eccetera, è di
libera vendita e non richiede alcuna denuncia per la detenzione. Può essere portato
fuori di casa, ma per poterlo fare occorre il “giustificato motivo”. Per le armi bianche,
invece, l’acquisto è subordinato al possesso di un porto d’armi o di un nulla osta e
occorre andarle a denunciare all’autorità di Ps (commissariato o stazione carabinieri)
entro 72 ore dall’acquisto. Per poter effettuare la denuncia, è necessario quindi che il
cedente (armeria o privato) rilasci una apposita dichiarazione di vendita, con data.
f Se un’arma bianca viene trovata in cantina si seguirà la procedura prevista per il
rinvenimento di armi, quindi senza spostare l’arma dal luogo di ritrovamento, si dovrà
andare entro le 72 ore successive all’autorità di Ps per denunciare il rinvenimento. L’au-
torità di Ps, se non sussistono motivi ostativi (condanne penali eccetera), nella maggior
parte dei casi consente di denunciare l’arma bianca rinvenuta e di detenerla senza tutte
le formalità richieste per le armi da fuoco (certificati medici eccetera). Stesso discorso
per la vendita: se un cittadino ha un’arma bianca in denuncia e la vuole vendere, può
farlo solo nei confronti di un cittadino che sia in possesso di un porto d’armi in corso
di validità o di un nulla osta.
f Non è consentito in modo assoluto il porto di arma bianca. La normativa prevede un
solo tipo di licenza di porto d’armi che consenta il porto di un’arma bianca, ed è il porto
di bastone animato per difesa personale, istituto ormai anacronistico e non più rilasciato
da decenni. A parte questo “caso di scuola”, per le armi bianche non è consentito il porto
(quindi addosso alla persona, in condizioni di prontezza d’impiego) in modo assoluto.
f Per quanto riguarda la detenzione delle armi bianche, le norme in materia di armi
prevedono un limite numerico per determinate tipologie di armi da fuoco (3 comuni, 12
sportive, 8 antiche), nulla è invece previsto per quanto riguarda la detenzione delle armi
bianche. Quindi, fatto salvo l’obbligo della denuncia, è possibile detenere un numero
indeterminato di armi bianche.
f Ci sono anche oggetti che “sembrano” un’arma bianca ma in realtà non lo sono: è il
classico caso delle sciabole da ufficiale, che risultano sprovviste di filo e di punta e
che, quindi, lo stesso ministero della Difesa (di concerto con il ministero dell’Interno)
ha riconosciuto essere del tutto escluse dalla normativa in materia di armi bianche (in
allegato il testo della circolare emessa il 2 marzo 2016 dallo Stato maggiore dell’eser-
cito, sentito il ministero dell’Interno). Questo perché nel caso specifico la destinazione
naturale dell’oggetto non è più l’offesa alla persona, bensì un semplice fine cerimoniale,
quindi non è (più) un’arma, bensì uno strumento atto a offendere. Lo stesso discorso
vale anche per i vari spadini d’accademia e così via, ma anche per la balestra e per

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ARMI BIANCHE

l’arco (quest’ultimo in molti casi attualmente è considerato uno strumento sportivo).


È stato precisato, altresì, che deve essere denunciata all’autorità di pubblica sicurezza
A
soltanto la detenzione di sciabole e spadini ascrivibili alla categoria delle “armi bianche
proprie”, in quanto muniti di punta acuminata e filo tagliente (caratteristiche costruttive
che ne subordinano l’acquisizione al possesso di una licenza di porto d’armi o di un
nulla osta all’acquisto rilasciati dalla medesima autorità di PS).

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ARMI CLANDESTINE

ARMI CLANDESTINE (art. 23/4 L. 110/75). – In base a quanto previsto dall’articolo 23 del-
la L.110/75 le armi clandestine sono solo quelle classificabili come comuni, nel caso
in cui siano, tuttavia, prive di alcuni dei requisiti di tracciabilità che la legge prevede
per tale tipologia di armi.
f Quindi, si possono definire clandestine le sole armi comuni che siano prive delle mar-
cature previste come obbligatorie dall’art. 11 della legge 110/75 (ovvero, il numero di
matricola, i punzoni del Banco Nazionale di Prova italiano o di altro riconosciuto nel-
l’ambito della convenzione internazionale C.I.P., alla quale l’Italia ha aderito dal 1960,
il nome o il marchio del fabbricante, l’indicazione del Paese di produzione e, introdotto
dalla legge 146/2006, il punzone indicante la sigla del Paese in cui l’arma è stata in-
trodotta sul mercato, se diverso da quello di produzione, e l’anno di tale operazione).
Questa norma prevedeva anche una seconda ipotesi, ovvero che l’arma non fosse mai
stata iscritta nel Catalogo Nazionale, ma ormai tale previsione è stata tacitamente esclu-
sa dall’intervenuta abrogazione del Catalogo. In definitiva, quindi, la qualifica di arma
clandestina è prevista solo per le armi diverse da quelle da guerra o tipo guerra, che ri-
mangono tali anche se prive dei contrassegni sopra indicati. È qui opportuno specificare
che la legge impone alle sole armi comuni da sparo l’obbligo delle marcature necessarie
alla loro tracciabilità, mentre nulla impone alle armi da guerra.
f Portare in luogo pubblico o aperto al pubblico armi o canne clandestine
f Arresto obbligatorio, Fermo consentito;
f Sequestrare l’arma.
f Detenere armi o canne clandestine (art. 23 L.110/75)
f Arresto obbligatorio
f La condotta di detenzione di arma clandestina può avere ad oggetto soltanto armi co-
muni da sparo, che sono le sole immatricolate ed alle quali vengono imposti dal Banco
di prova i numeri ed i segni indicati dall’art. 11 l. n. 110 del 1975. (Fattispecie in cui la
Corte ha escluso la configurabilità del reato con riguardo ad un fucile mitragliatore Uzi
mini 9 mm. parabellum e ad una pistola mitragliatrice AP9 cal. 9 luger parabellum)
(Cass. Pen., sez. I, 27 novembre 2018, n.6295)

ARMI COMUNI DA SPARO IN QUANTITÀ SUPERIORI A QUELLE CONSENTITE (art. 10/6°


L. 110/75). – Detenzione in quantità superiori a quelle consentite, senza aver previa-
mente ottenuto il rilascio di apposita licenza di collezione da parte del questore, nel
limite di un esemplare per ogni modello del catalogo nazionale.
f Procedibilità d’ufficio.
f Arresto facoltativo.
f Arresto obbligatorio se si tratta di più armi comuni (art. 380/2° lett. g, C.P.P.).
f Fermo: non consentito.

ARMI COMUNI DA SPARO: PORTARLE SENZA LICENZA (art. 4 L.110/75). – Porto senza
licenza e fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, di armi comuni da
sparo, ma in luogo non pubblico o non aperto al pubblico.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo: non consentito.

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ARMI EREDITATE

ARMI EREDITATE. – Per quanto riguarda le armi possedute da un parente che viene a A
mancare, in teoria varrebbe la regola di regolarizzarne la posizione, denunciandole in
capo a uno degli eredi, entro le 72 ore (ma se si parla di rinvenimento di armi delle
quali non si conosceva l’esistenza, l’articolo 20 della legge 110/75 parla addirittura di
"effettuarne immediatamente il deposito presso l’ufficio locale di pubblica sicurezza").
f La soluzione corretta è quella di far presente, senza spostare le armi, l’esistenza delle
armi stesse (con le relative denunce intestate allo scomparso, se presenti) all’autorità
di pubblica sicurezza, che provvederà a ritirarle e a conservarle presso i propri uffici
nell’attesa che l’erede designato faccia i necessari documenti per potersele intestare
oppure indichi un soggetto in possesso di un porto d’armi al quale farle intestare.
f Nel caso, però, in cui gli eredi siano a conoscenza dell’esistenza delle armi e non provveda-
no a regolarizzarle a proprio nome, può configurarsi il reato di detenzione abusiva di armi.

ARMI RINVENUTE (art. 20 L. 110/75). – Violazione dell’obbligo di depositare immediata-


mente all’ufficio di PS. o al comando Carabinieri un’arma o parte di essa eventualmente
rinvenuta.
f Procedibilità d’ufficio.
f Arresto e fermo non consentito.

ARMI: DENUNCIA ALL’AUTORITÀ DI P.S.. – Il possesso legittimo di un’arma presuppone


la sua denuncia presso l’Autorità di P.S. entro 72 ore dall’acquisto. La denuncia non
ha, tuttavia, una specifica scadenza nel tempo, ne consegue che possono trascorrere
anche anni senza che venga rinnovata (se il detentore non vende le sue armi e non ne
acquista di nuove).
f Se il possessore cambia residenza l’articolo 58 del regolamento di esecuzione al Tulps
(regio decreto 6 maggio 1940, n. 635) precisa che "In caso di trasferimento del detto
materiale da una località all’altra del Regno, salvo l’obbligo di cui all’art. 34, 2° comma
della legge, il possessore deve ripetere la denuncia di cui all’art. 38 della legge nella
località dove il materiale stesso è stato trasportato". Anche l’articolo 38 Tulps (regio de-
creto 18 giugno 1931, n. 773), modificato dal decreto legislativo 204 del 2010, specifica
che "La denuncia di detenzione di cui al primo comma deve essere ripresentata ogni
qual volta il possessore trasferisca l’arma in un luogo diverso da quello indicato nella
precedente denuncia".Quando si arriva nel nuovo indirizzo, la nuova denuncia dovrà
essere presentata immediatamente all’autorità di Ps territorialmente competente (quin-
di, per esempio, se le armi vengono trasferite nel pomeriggio del giorno x, la denuncia
andrà presentata il mattino seguente) e non entro le 72 ore (perché le armi in realtà sono
già nella "materiale disponibilità" del proprietario).
f La denuncia deve essere ripetuta nella località dove il materiale è stato trasportato.
L’obbligo della ripetizione della denuncia sussiste anche nel caso di trasferimento nello
stesso comune (Cass. Pen., sez. unite, 24 marzo 1984, n. 6176).
f In caso di mancato aggiornamento della denuncia, la sanzione prevista, secondo la
recente giurisprudenza, è quella di cui all’articolo 17 del Tulps, che prevede l’arresto
fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro. Ne consegue anche che è lecito attendersi il
sequestro delle armi e la revoca delle relative autorizzazioni.
f Procedibilità d’ufficio.
f Arresto e fermo non consentiti.

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ARMI: DETENZIONE DI MUNIZIONAMENTO

ARMI: DETENZIONE DI MUNIZIONAMENTO RELATIVO AD ARMI PER LE QUALI SI È OT-


TENUTA LA LICENZA DI COLLEZIONE DA PARTE DEL QUESTORE (art. 10/9 L. 110/75).
– Procedibilità d’ufficio.
f Arresto facoltativo; Fermo non consentito.

ARMI: PORTO ABUSIVO (art. 699 c.p.). – Portare un’arma, senza la licenza dell’autorità
(quando richiesta), o un’arma per cui non è ammessa licenza, fuori della propria abita-
zione o delle appartenenze di essa.
f Si procede d’ufficio.
f Sequestrare l’arma.
f Arresto e fermo non consentiti.
Esempi:
☛ Il porto di un coltello a scatto (c.d. "molletta") integra la fattispecie autonoma di reato
di cui all’art. 699, comma secondo, cod. pen., trattandosi di arma "bianca" propria di
cui è vietato il porto in modo assoluto, non essendo ammessa licenza da parte delle
leggi di pubblica sicurezza (Cass. Pen., Sez. I, 16 novembre 2015,n. 45548).
☛ Il porto ingiustificato fuori dalla propria abitazione o dalle appartenenze di essa di un
coltello marca "Opinel" non integra la contravvenzione di cui all’art. 699 c.p. ma quella
prevista dall’art. 4, comma secondo, L. n. 110 del 1975, trattandosi di un coltello di
notissima tipologia merceologica, non rientrante nella categoria delle "armi bianche"
(Cass. Pen., Sez. I, 7 marzo 2013 n. 10696)
☛ Integra la contravvenzione di porto abusivo di armi, di cui all’art. 699 cod. pen., il porto
in luogo pubblico di una bomboletta contenente "spray" urticante a base di "oleoresin
capsicum" che non rispetti le caratteristiche stabilite dal decreto ministeriale 12 maggio
2011 n. 103 (Cass. Pen., Sez. I, 27 dicembre 2017n. 57624).

ARMI: PORTO SENZA LICENZA (art. 4/1 L.110/75). – Portare, fuori della propria abita-
zione o delle appartenenze di essa, armi, mazze ferrate o bastoni ferrati, sfollagente,
noccoliere.
f Procedibilità d’ufficio.
f Arresto e fermo non consentito.

ARMI: SMARRIMENTO (art. 20 L. 110/75). – Omessa denuncia all’ufficio di PS. o al co-


mando Carabinieri dello smarrimento o furto di armi o parti di esse o di esplosivi di
qualunque natura.
f Procedibilità d’ufficio.
f Arresto e fermo non consentito.

ARMI: TRASLOCO. – Se le armi da sparo da spostare da una abitazione all’altra sono


sei o meno di sei, e il proprietario ha un porto d’armi in corso di validità, dovrà solo
traslocarle senza nessuna comunicazione. Giunto, però, nella nuova abitazione, dovrà
presentare denuncia di detenzione all’Autorità di P.S. competente nel luogo.
f Qualora le armi siano superiori a sei o se il proprietario non ha un porto d’armi in cor-
so di validità, dovrà rivolgersi all’Autorità di P.S. e presentare il cd. “avviso di trasporto

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ARRESTI DOMICILIARI

armi” (art. 34 TULPS), che andrà dal Questore restituito al cittadino, con l’apposizione
del proprio visto, che costituirà il permesso che consente di trasportare tali armi alla
A
nuova destinazione.

ARRESTI DOMICILIARI (art. 284 c.p.p.). – Misura cautelare personale prevista dall’artico-
lo 284 c.p.p. e disposta dal giudice nei confronti dell’imputato rispetto al quale sussisto-
no gravi indizi di colpevolezza e altre esigenze cautelari. Consiste nel provvedimento
con cui il giudice prescrive all’imputato di non allontanarsi dalla propria abitazione o
da altro luogo di privata dimora ovvero da un luogo pubblico di cura o di assistenza
ovvero, ove istituita, da una casa famiglia protetta.
f La misura può essere disposta anche dal P.M., quando gli viene messo a disposizione
l’arrestato dalla P.G. Se il P.M. dispone che l’arrestato sia posto agli arresti domiciliari,
se ne darà atto nello stesso verbale di arresto.Subito dopo l’arresto in flagranza la P.G.
presenta in udienza davanti al giudice la persona arrestata, per la convalida dell’arresto
e per il contestuale giudizio direttissimo (artt. 558 c.1, 4 c.p.p. e 163 disp. att. c.p.p.).Se
l’udienza non si tiene nell’immediatezza dell’arresto, l’art. 558 c.4 bis c.p.p. impone al
P.M., in attesa della udienza di convalida dell’arresto, di porre, di norma, l’arrestato agli
arresti domiciliari. Solo in via residuale ed eccezionale il P.M. può disporre la deten-
zione presso idonee strutture, a disposizione della P.G. o in carcere.Ciò gli è consentito
solo quando mancano, sono indisponibili o inidonei luoghi ove è prevista dalla legge la
custodia domiciliare ovvero quando gli stessi sono ubicati fuori dal circondario in cui
è stato eseguito l’arresto oppure se l’arrestato è un soggetto pericoloso. Il P.M. dispone
verbalmente gli arresti domiciliari o la custodia presso altra struttura idonea della P.G.
(cioè le camere di sicurezza), invece provvede con decreto motivato se dispone la custo-
dia dell’arrestato in carcere. Nelle prime due ipotesi la P.G. nel verbale di arresto deve
espressamente dare atto della disposizione ricevuta verbalmente dal P.M. L’art. 558 c.4
ter, inoltre, precisa che in caso di furto in abitazione, furto con strappo, rapina ed
estorsione, non è consentito al P.M. disporre gli arresti domiciliari. In tal caso il P.M.
deve ordinare che l’arrestato sia trattenuto presso idonee strutture a disposizione della
P.G. (celle di sicurezza). Solo in caso di inadeguatezza delle stesse gli è consentito au-
torizzare l’accompagnamento presso la casa circondariale.Il P.M. se dispone la custodia
domiciliare, con apposito provvedimento può imporre prescrizioni all’arrestato, come
il divieto di comunicare con persone diverse dai familiari o di coloro che vi coabitano
o che lo assistono, o può concedere benefici, come quello di assentarsi nel corso della
giornata per le indispensabili esigenze di vita, ecc. (in analogia al potere del giudice in
materia di arresti domiciliari ex art. 284 c.2 e 3 c.p.p.).
f Il pubblico ministero o la polizia giudiziaria, anche di propria iniziativa, possono con-
trollare in ogni momento l’osservanza delle prescrizioni imposte all’imputato (284/4
c.p.p., art. 97 bis disp. att. c.p.p.).
f Il soggetto sottoposto agli arresti domiciliari deve permanere nel perimetro delle mura
domestiche o degli altri siti di esecuzione della misura, è fatto divieto di colloquio an-
che telefonico con soggetti diversi dai conviventi. Il divieto di comunicare con persone
diverse dai familiari conviventi si estende anche alla comunicazione tramite internet
(social network “Twitter- facebook”) (Cass. Pen., sez. IV, 31 gennaio 2012, n. 4064) e
non può ricevere persone, al di fuori di coloro che abitano con lui o che lo assistono.
f Non potrà allontanarsi dalla propria abitazione senza autorizzazione dell’Autorità Giu-
diziaria procedente. Per abitazione è da intendersi il luogo in cui il soggetto conduce la
propria vita domestica e privata con esclusione di ogni altra appartenenza (aree con-

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ARRESTI DOMICILIARI

ARRESTI DOMICILIARI

dominiali, dipendenze, giardini, cortili e spazi simili) che non sia di stretta pertinenza
dell’abitazione e non ne costituisca parte integrante.
f In presenza di determinate e comprovate motivazioni e a fronte di un’istanza presentata
all’autorità giudiziaria competente, l’imputato agli arresti domiciliari può fruire di per-
messi al fine di allontanarsi dal luogo di detenzione per il tempo strettamente necessario
al compimento delle incombenze. Molto ampia è la casistica di situazioni che possono
dare luogo alla concessione di permessi: si pensi al soggetto che deve fare la spesa o
recarsi in farmacia o provvedere ad altre indispensabili esigenze di vita oppure alla
persona che deve sottoporsi a visite mediche, a sedute ambulatoriali dall’odontoiatra o
a un programma di recupero per tossicodipendenti. I permessi durante gli arresti domi-
ciliari possono essere concessi anche per consentire all’imputato di svolgere un’attività
lavorativa o per accompagnare i figli a scuola (sempre che non vi sia nessun altro dispo-
nibile a farlo e non vi siano i mezzi economici per assumere qualcuno che vi provveda).
f Il soggetto sottoposto agli arresti domiciliari è privato della libertà personale allo
stesso modo di un detenuto. Per salvaguardare l’inalienabile diritto di difesa, l’impu-
tato può sempre comunicare con il suo avvocato, ma il giudice, ordinando gli arresti
domiciliari, può limitare, anche in modo incisivo, i contatti con il mondo esterno del
soggetto sottoposto alla misura coercitiva. In concreto, il giudice può vietare all’im-
putato di ricevere persone (le visite possono essere escluse tout court o il divieto può
riguardare solo determinati soggetti) e di comunicare con altri soggetti, salvo che con
coloro che coabitano o gli prestano assistenza. In queste ipotesi, ad essere precluso non
è solo il contatto vis-à-vis, ma anche l’interloquire con altri soggetti di persona, tramite
telefono o con mezzi informatici. Anche i social network non possono essere utilizzati
come mezzi di comunicazione, ma solo a scopi conoscitivi.
f La misura non può essere concessa a chi nei cinque anni precedenti al fatto per cui si
procede è stato condannato per evasione con sentenza irrevocabile, salvo che il giudice,
sulla base di elementi specifici, ritenga che il fatto sia di lieve entità e che le esigenze
cautelari possano essere soddisfatte con tale misura (art. 284 c.5 bis c.p.p.).
f Quando l’indagato/imputato trasgredisce la misura degli arresti domiciliari, il giudice
dispone la revoca di questa misura e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere,
salvo che il fatto sia di lieve entità (art. 276 c.1 ter c.p.p.). In caso di trasgressione della
misura degli arresti domiciliari è consentito alla P.G. procedere all’arresto dell’indagato/
imputato anche fuori flagranza (art. 3 D.L. 152/1991, convertito in L. 203/1991 per il
reato di evasione - art. 385 c.p.).
f Qualora l’arrestato domiciliare debba presentare una denuncia, su richiesta l’ufficiale
di P.G. dovrà recarsi al suo domicilio, per la ricezione della relativa denuncia/querela.
f Il giudice, quando dispone gli arresti domiciliari, di norma dopo aver verificato la dispo-
nibilità presso la Polizia giudiziaria, prescrive procedure di controllo attraverso mezzi
elettronici o altri strumenti tecnici, come ad esempio il braccialetto elettronico a condi-
zione che li ritenga necessari in relazione alle esigenze cautelari da soddisfare nel caso
concreto (art. 275 bis c.p.p.). Il braccialetto elettronico, in parole semplici, consiste in
uno strumento che viene applicato alla caviglia del soggetto destinatario della misura,
collegato in rete da una centralina posta nel domicilio del detenuto. Lo scopo, dunque,
è quello di garantire un livello di sorveglianza costante nei confronti del soggetto inte-
ressato il quale, così, non potrà mai abbandonare il luogo di espiazione dei domiciliari
senza che le forze dell’ordine non vengano prontamente allertate. L’imputato può dare
o negare il consenso all’applicazione di tali procedure di controllo con dichiarazione
espressa resa all’ufficiale giudiziario o all’agente incaricato di eseguire l’ordine l’ordi-

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ARRESTO A SEGUITO DI ORDINE DI CUSTODIA CAUTELARE

nanza che ha disposto la misura (art. 275 bis co. 2 c.p.p.). Se accetta deve agevolare
le procedure di installazione e osservare le prescrizioni impostegli (art. 275 bis co. 3
A
c.p.p.). Se nega il consenso si deve applicare nei suoi confronti la misura della custodia
cautelare in carcere: ciò sta a significare che l’imputato debba essere reso previamente
edotto del fatto che la non accettazione implichi in automatico l’adozione della misura
carceraria (art. 275 bis c.1 c.p.p.). La dichiarazione con cui accetta o nega il consenso
deve essere trasmessa al giudice che ha emesso l’ordinanza ed al pubblico ministero
unitamente al verbale di esecuzione delle operazioni (art. 275 co. 2 c.p.p.). Pertanto,
si disporrà l’uso del braccialetto elettronico unicamente previo consenso dell’imputato
e solo se vi è l’effettiva disponibilità del dispositivo presso la p.g., motivo per il quale
il giudice può anche disporre gli arresti domiciliari senza apposite misure tecnologiche
di controllo.

ARRESTO A SEGUITO DI ORDINE DI CUSTODIA CAUTELARE. – Notificare al destinatario


l’ordine di custodia in carcere, mediante consegna di copia.
f Perquisirlo, prima di accompagnarlo in carcere.
f Compilare biglietto di carcerazione da consegnare alla casa circondariale, unitamente a
copia dell’ordine di carcerazione.
f Accompagnarlo in carcere.
f Redigere verbale di esecuzione dell’ordine di carcerazione.

ARRESTO DA PARTE DEL PRIVATO (art. 383 c.p.p.). – L’art. 383 c.p.p. consente anche
al privato (qualsiasi persona fisica, quindi cittadino italiano, comunitario, extracomu-
nitario o apolide) di procedere all’arresto quando l’autore del reato è colto in flagranza
di un delitto punito a norma dell’art. 380 c.1 e 2 c.p.p. La norma, tuttavia, limita tale
facoltà ai soli delitti perseguibili d’ufficio. Ai privati, dunque, non è riconosciuto alcun
potere con riguardo ai reati che richiedono una condizione di procedibilità, neppure
quando il reato posto in essere è particolarmente grave (si pensi ad es. ai reati a sfondo
sessuale, per la cui punibilità è necessaria la proposizione della querela da parte della
persona offesa).
f Una volta proceduto all’arresto, il privato ha l’obbligo di consegnare immediatamente
l’arrestato e il corpo del reato alla P.G. (art. 383 comma 2 c.p.p.). La consegna deve
avvenire senza ritardo, nel più breve tempo possibile, per evitare che una misura ecce-
zionale possa trasformarsi in un sequestro di persona.
f Per il privato l’arresto è sempre facoltativo, per cui su di esso non incombe alcun do-
vere.
f La P.G. ha l’obbligo di redigere il verbale di presa in consegna della persona arrestata
dal privato. Copia del verbale di presa in consegna dell’arrestato deve essere consegnata
al privato che ha proceduto all’arresto.
f La stessa P.G. deve, inoltre, provvedere alle incombenze prescritte dall’art. 386 c.p.p. in
ordine ai doveri conseguenti all’arresto.

ARRESTO DEL MINORENNE (art. 16 D.P.R. 448/88). – Non è mai consentito l’arresto del
minore infraquattordicenne in quanto, ex art. 98 c.p., non è imputabile.
f Nei confronti del minorenne che abbia superato il quattordicesimo anno di età, invece,
l’arresto in flagranza non è mai obbligatorio ma facoltativo. La P.G., infatti, dovrà

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ARRESTO DEL MINORENNE

ARRESTO DEL MINORENNE

valutare se procedere all’arresto stimandone la pericolosità (precedenti penali e giudi-


ziari, condizioni di vita familiare e sociale), sulla base degli indici di cui all’art.133 c.p.,
e la gravità del fatto commesso. Inoltre, la P.G. può (art. 16 DPR. n. 448/88) arrestare
il minore solo nel caso in cui venga colto nell’atto di compiere un delitto non colposo
punibile con:
L’ergastolo (strage, omicidio nei confronti di ascendente o discendente, omicidio pre-
meditato, omicidio aggravato, sequestro di persona a scopo estorsivo con omicidio do-
loso del sequestrato);
La reclusione non inferiore nel massimo a 9 anni (omicidio, lesioni gravissime, ecc.);
oppure qualora commetta specifici delitti previsti dall’art. 380 comma 2 lett. e), f)
g), h), del c.p.p., nonché per il delitto di violenza sessuale (art. 23 D.P.R. 448/88):
Furto aggravato dalla violenza sulle cose (art. 625/1, n. 2 c.p.), salvo il caso ricorra
la circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.).
Non è previsto l’arresto per il furto con strappo e furto in abitazione ex art. 624 bis c.p.,
anche se può considerarsi consentito in relazione all’orientamento della Corte Costitu-
zionale (sent. n. 281/07) e della Corte di Cassazione (sent. n. 34216/07). In questi casi
è comunque possibile procedere all’accompagnamento a seguito di flagranza ovvero
all’arresto, ma solo se sussista una delle circostanze aggravanti di cui all’ultimo comma
dell’art. 624 bis c.p.
Rapina (628 c.p.)
Estorsione (629 c.p.)
Spaccio e detenzione di stupefacenti
Furto su armi o esplosivi, commesso in luoghi adibiti alla loro custodia (armerie,
depositi, ecc.).
Detenzione, porto, vendita in luogo pubblico o aperto al pubblico di esplosivi, armi
da guerra, arma clandestina o di più armi comuni da sparo (escluse quelle da bersa-
glio di sala, quelle ad aria compressa o lanciarazzi).
f Per il minore colto in flagranza di un delitto non colposo per il quale la legge stabilisce
la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni è prevista, invece, la
possibilità dell’accompagnamento coattivo del minorenne presso la propria abitazione
o in comunità, se manca o non è indicata l’abitazione.
f La P.G. nel caso di arresto o fermo di minore deve:
Darne immediatamente avviso al PM presso il Tribunale per i minorenni e all’esercente
la potestà genitoriale.
Avvertire il minorenne della facoltà di nominare un difensore di fiducia.
Darne avviso al difensore d’ufficio o di fiducia, che può essere nominato anche dal
genitore o affidatario (art. 96/2 c.p.p.).
Consentire il colloquio del minore con il proprio avvocato, ex art. 104 c.p.p., che può
essere differito dal P.m..
Darne avviso, anche via fax, ai servizi sociali del centro per la Giustizia Minorile.
Redigere e trasmettere al P.M. il verbale di arresto entro le 24 ore.
Redigere biglietto di accompagnamento del minore presso il carcere minorile.
Nell’esecuzione dell’arresto, del fermo o della traduzione in carcere, i minori vanno
protetti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità. È vietato l’uso di
strumenti di coercizione fisica, salvo che ricorrano gravi esigenze di sicurezza.
Trattenere il minore in ufficio in locali separati da dove sono trattenuti i maggiorenni
arrestati o fermati (art. 20 D.Lgs. 272/89).

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ARRESTO FACOLTATIVO IN FLAGRANZA

f Il PM può disporre, se ritiene che sia necessario applicare una misura cautelare, che sia
condotto presso un centro di prima accoglienza oppure, se lo ritiene opportuno, presso
A
l’abitazione familiare dove deve rimanere a sua disposizione. Se invece il PM non ritiene
di dover richiedere al Gip l’applicazione di misure cautelari, dispone con decreto moti-
vato che sia posto immediatamente in libertà.
f Il minore non può essere trattenuto presso camere di sicurezza o ambienti carcerari
inidonei alla sua età. I centri di prima accoglienza sono, infatti, locali diversi dal carcere
istituiti allo scopo di evitare che l’impatto col carcere avvenga prima dell’intervento del
Gip e della convalida della misura precautelare.
f Nel caso in cui il minore non sia colto in flagranza di reato, potrà essere sottoposto co-
munque al fermo di indiziato di delitto, nel caso sia ritenuto autore di delitti per i quali
si può procedere all’arresto in flagranza, sempre che, quando la legge stabilisce la pena
della reclusione, questa non sia inferiore nel minimo a due anni (art.17 D.P.R. 448/88)
e qualora sussista un fondato pericolo di fuga, che non consente l’intervento del P.M.
Ad es., il minore autore di uno “scippo” può essere accompagnato in flagranza, ma non
fermato, in quanto la pena prevista per lo scippo è compresa tra 1 e 6 anni di reclusione
e non raggiunge il minimo di due anni. Può essere invece anche fermato il minore au-
tore di una rapina, essendo il minimo di pena per essa prevista di 3 anni di reclusione.

ARRESTO FACOLTATIVO IN FLAGRANZA (art. 381 c.p.p.). – L’arresto è facoltativo, anche


per delitti colposi, nelle fattispecie di cui all’art. 381 c.p.p.:
per i delitti non colposi, tentati o consumati, puniti con la pena della reclusione supe-
riore nel massimo a 3 anni; (criterio quantitativo);
per i delitti colposi puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 5
anni (criterio quantitativo), es. omicidio colposo, strage colposa, incendio colposo);
per i delitti che, pur non raggiungendo le pene edittali di cui sopra, rientrano nell’e-
lencazione tassativa di cui all’art. 381 comma 2 c.p.p. (peculato, violenza e minaccia a
p.u., ecc.) (criterio qualitativo).
f Hanno facoltà di procedervi ufficiali e agenti di polizia giudiziaria sussistendo i pre-
supposti della gravità del fatto o della pericolosità del soggetto desunta dalla sua
personalità o dalle circostanze del fatto.
f La gravità del fatto sarà desumibile dalla pena edittale prevista per quel reato, dalle
circostanze aggravanti, dall’entità del danno provocato, dal luogo, tempo e mezzi usati
per porre in essere l’azione.
f La personalità sarà, invece, desumibile da altri elementi tra cui: precedenti penali,
pendenze, certificato ex art. 335 c.p.p., ossia iscrizione nel RGNR, precedenti di Poli-
zia (rilevabili dallo SDI), uso di stupefacenti, recidiva, delinquenza professionale per
tendenza o abituale, frequentazioni, tenore di vita. Altre circostanze del fatto possono
essere, ad esempio, la presenza ictu oculi di circostanze aggravanti (come nel furto in
abitazione), l’età (ad es. minore infraquattordicenne); capacità di intendere e di volere
(imputabilità ex artt. 85 ss c.p.), costringimento fisico o psichico, sussistenza di scrimi-
nanti o cause di giustificazione (es. legittima difesa), cause di esclusione della punibilità
(caso fortuito o forza maggiore o stato di necessità: es. furto per fame), recesso attivo,
desistenza volontaria. Tutte queste circostanze del fatto vanno considerate se sono per-
cettibili immediatamente per cui vanno indicate nel verbale.
f Ai fini della legittimità dell’arresto facoltativo in flagranza non è necessaria la presenza
congiunta della gravità del fatto e della pericolosità dell’agente, essendo sufficiente, a

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ARRESTO IN FLAGRANZA DI REATO

norma dell’art. 381, co. 4, c.p.p., che ricorra almeno uno di detti parametri (Cass. Pen.,
sez. III, 08 giugno 2007, n. 32186).
f La polizia giudiziaria è tenuta ad indicare le ragioni che l’hanno indotta ad esercitare il
proprio potere di privare della libertà in relazione alla gravità del fatto o alla pericolosità
dell’arrestato, ma tale indicazione non deve necessariamente concretarsi nella redazio-
ne di un’apposita motivazione del provvedimento, essendo sufficiente che tali ragioni
emergano dal contesto descrittivo del verbale d’arresto o dagli atti complementari in
modo da consentire al giudice della convalida di prenderne conoscenza e di sindacarle.
(Cass. Pen., sez. VI, 06 maggio 2009, n. 31281).
f Se si tratta di delitto perseguibile a querela, l’arresto può essere eseguito se la querela
viene proposta anche oralmente alla polizia giudiziaria presente nel luogo. Ma se il que-
relante dichiara di rimettere la querela, l’arrestato è posto immediatamente in libertà.

ARRESTO IN FLAGRANZA DI REATO (artt. 380-381 c.p.p.). – L’arresto in flagranza e il


fermo di indiziato di delitto vengono definiti misure precautelari in quanto general-
mente, ancorché non necessariamente, sono seguite da una misura cautelare personale
quale, a titolo esemplificativo, la custodia cautelare in carcere. Trovano le proprie basi
costituzionali nell’art. 13 Cost., il quale dopo avere sancito il carattere di inviolabilità
della libertà personale (comma 1) e l’inammissibilità di forme di restrizione della libertà
personale se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi pre-
visti dalla legge (comma 2), al comma 3 stabilisce che «In casi eccezionali di necessità
e di urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può
adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro 48 ore all’au-
torità giudiziaria e, se questa non li convalida entro le successive 48 ore, si intendono
revocati e restano privi di ogni effetto». In particolare l’arresto è una misura precautelare
restrittiva della libertà personale, che viene adottata prima dell’intervento dell’Autorità
Giudiziaria, al fine di mettere in vinculis l’autore di un fatto di reato colto in flagranza.
f L’arresto è obbligatorio nei confronti di chiunque è colto in flagranza di un delitto non
colposo (doloso o preterintenzionale) consumato o tentato per il quale la legge stabili-
sce la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni
e nel massimo a venti anni, nonché negli altri casi previsti dall’art. 380 comma 2
c.p.p.
f Soggetti legittimati all’arresto in flagranza sono: a) ufficiali e agenti di (artt. 380 e
381 c.p.p.); b) i privati hanno la facoltà - si badi, non l’obbligo - di procedere all’arresto
in flagranza ma solo nei casi di arresto obbligatorio previsti dall’articolo 380 c.p.p. e
purché si tratti di delitti perseguibili di ufficio. La persona che ha eseguito l’arresto deve
senza ritardo consegnare l’arrestato e le cose costituenti il corpo del reato alla polizia
giudiziaria la quale redige il verbale della consegna e ne rilascia copia (art. 383 c.p.p.);
c) il pubblico ministero non può disporre l’arresto in flagranza se non nell’ipotesi di
reati commessi nel corso dell’udienza ex art. 476, comma 1, c.p.p. (si pensi ad esempio,
al caso del padre della donna stuprata che nel corso dell’udienza tira fuori una pistola
e uccide l’imputato presunto stupratore) e quando agisce , cioè come privato cittadino,
nei casi e nei modi stabiliti dal già richiamato art. 383 c.p.p..
f È legittimamente eseguita quando ricorrono i seguenti presupposti:
a) Stato di flagranza (art. 382).
b) Commissione di uno dei delitti previsti dagli artt. 380 c.p.p. (arresto obbligatorio) e
381 c.p.p. (arresto facoltativo).

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ARRESTO IN QUASI FLAGRANZA

c) Nel caso di arresto facoltativo, sussistenza della gravità del fatto e/o della pericolosità
del soggetto.
A

ARRESTO IN QUASI FLAGRANZA. – Il nostro codice di procedura penale, all’art. 382,


prende in esame due ipotesi di flagranza di reato; la flagranza vera e propria, che si ha
qualora taluno venga colto nell’atto di commettere il reato, e la c.d. quasi-flagranza,
che ricorre quando chi, subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria,
dalla persona offesa o da altre persone, ovvero è sorpreso con cose o tracce dalle
quali appaia che egli abbia commesso il reato immediatamente prima.
f La situazione di qualificata evidenza probatoria della colpevolezza che nelle ipotesi di
quasi-flagranza giustifica l’adozione della misura precautelare e l’eventuale successivo
giudizio con rito direttissimo si fonda in altre parolesul concorso di due requisiti:daun
lato la percezione, da parte di chi procede all’arresto, di elementi di fatto tali da
collegare un soggetto ad un fatto di reato con alto grado di probabilità, indispensa-
bile per procedere ad una limitazione della libertà personale tutelata dall’art. 13 Cost.;
dall’altro un contesto di stretta contiguità cronologica tra condotta del reo ed inter-
vento degli operanti, che una parte della giurisprudenza – adottando un approccio
piuttosto elastico –arriva ad estendere ad un arco temporale anche di alcune ore(Cass.
Pen., Sez. II, 6 settembre 2019, n. 37303)
f La giurisprudenza di legittimità nel corso degli anni ha avuto orientamenti contrastanti
sull’argomento, sino a che le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno espresso il
principio di diritto secondo cui “non può procedersi all’arresto in flagranza sulla base
di informazioni della vittima o di terzi fornite nella immediatezza del fatto”. (Cass.
Pen., Sez. Un., 24 novembre 2015, n. 39131).

ARRESTO O FERMO: DOVERI DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA. – Ex art. 386 c.p.p. nel caso
di arresto o fermo di indiziato di delitto, la p.g. dovrà:
Identificare il soggetto arrestato.
f Se all’arresto procede un agente di P.G., questi deve darne immediata notizia all’uffi-
ciale di P.G. competente (ex art. 120 disp. att. c.p.p.). L’ufficiale di P.G., infatti, deve
accertare se l’arresto è stato eseguito legittimamente ed eventualmente disporre l’im-
mediata liberazione dell’arrestato (ex art. 389/2 c.p.p.), comunicandola subito al p.m.
competente.
f Non procedere all’arresto (ex art. 385 c.p.p.) quando, tenuto conto delle circostanze
del fatto (costringimento fisico o psichico, sussistenza di scriminanti quale la legittima
difesa e l’adempimento del dovere o di cause di esclusione della punibilità, quali il caso
fortuito, la forza maggiore o lo stato di necessità), appare che questo è stato compiuto
in presenza di una causa di non punibilità, ossia di una causa di esclusione del reato dal
punto di vista psicologico: caso fortuito, forza maggiore, costringimento fisico, errore di
fatto (art. 47 e ss. c.p.), incoscienza indipendente dalla volontà.
f Eseguire la perquisizione personale, ex art.352 c.p.p.(anche gli agenti di p.g.).
f Il soggetto ex vinculis può essere sentito dagli agenti o ufficiali di P.G. solo ai sensi del-
l’art. 350 comma 7 c.p.p. (spontanee dichiarazioni) o escusso (solo) dagli ufficiali di
PG a sommarie informazioni ex art. 350 comma 5, cioè sul posto e nell’immediatezza
del fatto e anche in assenza del difensore. Tali dichiarazioni, che non vanno docu-
mentate, sono tuttavia utilizzabili solo per la prosecuzione delle indagini e non vanno
verbalizzate in apposito verbale di sommarie informazioni.

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ARRESTO O FERMO: DOVERI DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

f Immediata comunicazione dell’arresto al Pm del luogo in cui la misura è stata eseguita.


Il Pm, dato che l’arresto è atto proprio della p.g., non le può impedire di effettuarlo,
ma può semplicemente dare consigli tecnici, se ritiene ad esempio che non vi siano le
condizioni di flagranza. Il Pm potrà inoltre disporre l’immediata remissione in libertà
della persona arrestata, ove non ritenga di dover richiedere al G.I.P. l’applicazione di
una misura cautelare coercitiva (art. 121 disp. att. c.p.p.).
f Il Pubblico Ministero avuta la notizia dell’arresto:
a) può disporre che si proceda con giudizio direttissimo e se l’udienza non si tiene
nell’immediatezza dell’arresto può stabilire, medio tempore, che l’arrestato sia fatto
permanere agli arresti domiciliari o in via residuale ed eccezionale (ad es. quando non
vi è disponibilità di abitazione o di altro luogo di privata dimora, ovvero se sussistono
elementi ostativi alla custodia domiciliare, inerenti alla pericolosità dell’arrestato, al
pericolo di fuga e d’inquinamento probatorio), presso le camere di sicurezza della Que-
stura ovvero condotto in un carcere, che può anche essere diverso da quello del luogo
in cui è stato eseguito l’arresto (ciò avviene quando ne può derivare grave pregiudizio
per le indagini) ovvero in un luogo diverso dal carcere. In tale ultimo caso, dispone che
sia condotto in uno dei luoghi indicati dall’art. 284, comma 1, c.p.p. (casa di abitazione,
altro luogo di privata dimora, altro luogo pubblico di cura o di assistenza) – cfr. art. 386,
comma 5, c.p.p. -;
b) può ordinare, con decreto motivato, l’immediato rilascio dell’arrestato quando l’ar-
resto è stato eseguito per errore di persona, ovvero in assenza dei presupposti che lo
giustificano (già sopra specificati), ovvero quando l’arrestato non viene messo a dispo-
sizione del P.M. entro 24 ore dall’arresto, ovvero quando il verbale di arresto non viene
trasmesso al P.M. entro il medesimo termine (ovvero entro il più lungo termine con-
cesso dal P.M.), (cfr. art. 389 c.p.p.) ovvero quando, trattandosi di reato perseguibile a
querela di parte, non è stata presentata la querela (neanche oralmente sul posto) ovvero
dopo essere stata presentata, la querela viene ritirata, (art. 380/3 e art. 381/3 c.p.p.; in
questo caso il procedimento penale si chiude con una sentenza di non doversi procede-
re) ovvero quando il P.M. ritiene di non dovere richiedere per l’arrestato (nell’udienza di
convalida dell’arresto) l’applicazione di misure cautelari coercitive (art. 121 disp. att.).
f La P.G. deve consegnare all’arrestato la cd. Carta dei diritti (vedi modulo) una comuni-
cazione scritta, redatta in forma chiara e precisa, tradotta in una lingua a lui compren-
sibile se non conosce la lingua italiana, con cui lo informa di tutta una serie di diritti e
facoltà (Direttiva europea n. 2012/13/UE recepita dal legislatore italiano con il D. Lgs.
1° luglio 2014 n. 101307).
f Immediato avviso al soggetto della facoltà di nominare un difensore di fiducia o de-
signazione di un difensore d’ufficio, se quello di fiducia non viene nominato (art. 29/5
disp. att. c.p.p.), altrimenti sussiste nullità a regime intermedio dell’arresto (che deve
essere eccepita subito dopo il compimento dell’atto ossia, per quanto concerne l’arresto
o il fermo, all’udienza di convalida. Se non viene eccepita in tale sede la nullità si sana).
In caso di arresto, il difensore di fiducia può essere nominato anche da un prossimo
congiunto (art. 96 c.p.p.)
f Costituisce grave infrazione disciplinare suggerire il nominativo di un difensore di fidu-
cia - art. 25 disp. att. c.p.p.; il difensore ha il diritto di conferire subito con l’arrestato
- art. 104 c.p.p. e art. 36 disp. att. c.p.p.
f Informare immediatamente il difensore dell’avvenuto arresto. L’avviso è lecito anche
per sms, qualora non sia possibile diversamente. Obbligatoria concessione del diritto al
colloquio col proprio difensore, anche negli uffici di polizia, tranne nel caso di divieto

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ARRESTO O FERMO: DOVERI DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

imposto con decreto motivato del Pm o del Gip (104 c.p.p.), per non più di 5 giorni.
L’indagato o l’imputato ha diritto di nominare non più di due difensori di fiducia ex
A
art. 96 c.p.p.. L’art. 24 disp. att. c.p.p. stabilisce che la nomina di ulteriori difensori è
inefficace, finché non sono revocate le nomine precedenti.
f Eventualmente escutere a spontanee dichiarazioni ex art. 350/7 l’arrestato.
f Porre l’arrestato a disposizione del P.M., entro le 24 ore dalla misura, a pena di ineffi-
cacia della misura stessa (ex art. 386/7 c.p.p.), attraverso l’accompagnamento in carce-
re. Al P.M., peraltro, è attribuito il potere di disporre che il soggetto sia custodito presso
la propria abitazione o in luogo di cura ovvero, quando possa derivarne pregiudizio
per le indagini, presso altra casa circondariale. Per la traduzione in carcere dell’inda-
gato, è previsto l’uso obbligatorio delle manette ai polsi, quando ciò è richiesto dalla
pericolosità del soggetto ovvero dal pericolo di fuga ovvero da circostanze ambientali,
che rendono difficile la traduzione. Al di fuori delle predette circostanze (pericolosità
dell’arrestato, pericolo di fuga e circostanze ambientali) l’uso delle manette è vietato.
Nel caso di eventuale uso ingiustificato delle manette, ricorrono gli estremi del reato di
abuso di autorità contro arrestati previsto e punito dall’art. 608 c.p.; inoltre, nel caso di
uso improprio delle manette (es. per fare male ai polsi), unitamente al reato di abuso
di autorità contro arrestati, può concorrere anche l’ipotesi di reato di lesioni personali
di cui agli artt. 582 e 590 c.p., a seconda che la condotta posta in essere dall’agente sia
connotata da dolo ovvero da colpa.
f Per i reati di competenza del Tribunale Monocratico, condurre l’arrestato diretta-
mente davanti al giudice del dibattimento per la convalida dell’arresto e il contestuale
giudizio, sulla base dell’imputazione formulata dal p.m. (art. 558, comma 1, c.p.p.);
ovvero se il p.m. ordina che l’arrestato sia posto a sua disposizione, può presentarlo
direttamente all’udienza, entro 48 ore dall’arresto, per la convalida dell’arresto e il con-
testuale giudizio. La differenza sta nel fatto che nel primo caso, la relazione introduttiva
al giudice nel corso del giudizio direttissimo, verrà fatta dall’ufficiale di p.g. che presen-
ta l’arrestato, così come la richiesta di fissazione dell’udienza al tribunale, nel secondo
caso, sarà il p.m., togato od onorario, a relazionare al giudice.
f Trasmissione del verbale di arresto entro le 24 ore dall’arresto (o, su autorizzazione
del Pm, nel più ampio termine che comunque non può superare le 48 ore, ex art. 390/1
c.p.p.) a pena di inefficacia della misura (386/7 c.p.p.). Qualora, infatti, il verbale di
arresto o fermo venga trasmesso oltre le 24 ore dalla sua esecuzione al P.M. competente,
l’arresto o fermo diviene inefficace con conseguente obbligo, anche per la stessa P.G., di
procedere all’immediata liberazione dell’indagato. La trasmissione del verbale di arresto
al p.m. entro il termine indicato dall’art. 386 c.p.p. può avvenire con qualsiasi mezzo
idoneo e quindi anche mediante "fax" (Cass. Pen., sez. VI, 3 dicembre 2008, n. 10274)
o per via telematica (386 c.3 c.p.p.). La trasmissione del verbale di arresto "deve essere
effettuata per l’intero contenuto dell’atto e non mediante semplice comunicazione per
riassunto, poiché attraverso esso l’arrestato (come il fermato) viene posto a disposizio-
ne del p.m., che in tal modo è in grado di controllare immediatamente la ritualità delle
circostanze nelle quali la restrizione della libertà si è verificata" e che "non si verifica
l’effetto sanzionatorio dell’inefficacia dell’arresto qualora l’organo di polizia abbia prov-
veduto alla tempestiva trasmissione del verbale de quo ma esso, per disorganizzazione
interna degli uffici destinatari, non sia stato ricevuto o trattenuto" (Cass. Pen., sez. VI,
17 gennaio 1990, n.101).
f Il Pm, entro 48 ore dall’arresto, deve richiedere la convalida al GIP (390 c.p.p.), il quale
GIP entro le successive 48 ore fissa l’udienza di convalida.

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ARRESTO O FERMO: DOVERI DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

f Notizia dell’avvenuto arresto ai familiari, senza ritardo, col consenso dell’interessato


(387 c.p.p.). Tale consenso non è necessario nel caso in cui l’arrestato sia un mino-
renne. L’omissione, pur costituendo irregolarità, non da origine ad alcuna nullità della
misura. I familiari possono, nel caso in cui non vi provveda direttamente l’interessato,
nominare il difensore di fiducia (96/3 c.p.p.). Per familiare è da intendersi qualsiasi
soggetto che abbia un concreto rapporto affettivo con l’arrestato, anche la fidanzata.
f Se si arresta un extracomunitario per un reato in materia di stupefacenti ex art. 73
c.1, 2 e 5 del DPR 309/90, informare anche il Prefetto che, previo nulla osta dell’A.G.
procedente, disporrà l’immediata espulsione con accompagnamento alla frontiera (art.
86/3 DPR 309/90).
f Se si arresta un soggetto che non conosce la lingua italiana, nominare un interprete
(143 c.p.p.), al fine di consentire all’arrestato di comprendere l’accusa, rilasciare spon-
tanee dichiarazioni, ed esercitare il diritto al colloquio col difensore (artt. 104 c.4 bis e
143 c.p.p.).
f Non è previsto l’obbligo di consegna all’interessato del verbale di arresto (Cass. Pen.,
sez. II, 23 ottobre 1998, n. 5508). Il verbale di arresto non va firmato dall’arrestato.
f Se il giudice non tiene udienza, (che comunque deve fissare entro 48 ore dall’arresto),
nel caso di arresto per rapina, estorsione o furto in abitazione o con strappo, salvo
in quest’ultima ipotesi la speciale tenuità del danno patrimoniale, il P.M. dispone che
l’arrestato sia custodito presso le camere di sicurezza delle Forze dell’Ordine e in
caso di indisponibilità o inidoneità di queste, dispone con decreto motivato che l’ar-
restato sia condotto nella casa circondariale del luogo dove l’arresto è stato eseguito
(art. 558 comma 4-bis, terzo periodo). Nelle altre ipotesi delittuose, il P.m. dispone
che l’arrestato sia custodito, per l’esecuzione degli arresti domiciliari, in uno dei
luoghi indicati nell’art. 284, comma 1, c.p.p. (abitazione dell’arrestato, altro luogo
di privata dimora, luogo pubblico di cura o assistenza, casa famiglia). Mancando
tali luoghi o in caso di pericolosità dell’arrestato, il P.M. ne dispone la custodia presso
le camere di sicurezza e, se queste risultano inidonee, presso la casa circondariale del
luogo dove è avvenuto l’arresto.
f È vietata la pubblicazione dell’immagine della persona privata della libertà personale,
ripresa mentre è ammanettata o soggetta ad altro mezzo di coercizione fisica, salvo che
la persona vi acconsenta (art. 114 c.6 bis c.p.p.).
Atti:
✒1) Verbale di perquisizione ex art. 352 c.p.p. e di eventuale sequestro del corpo del reato
ex art. 354 c.p.p. (v. modulistica).
✒2) Verbale di arresto (v. modulistica). È valido il verbale di arresto in cui siano indicati
i nominativi di tutti gli operanti che l’hanno eseguito, ma che sia stato redatto e sot-
toscritto mediante sigle autografe solo da alcuni di essi (Cass. Pen., sez. VI, 16 aprile
2010, n. 28133). La circostanza che le firme in calce al verbale siano state apposte con
l’uso di sigle è irrilevante ai fini del rispetto dell’art. 137 c.p.p. e della sanzione prevista
dall’art. 142 dello stesso codice, trattandosi comunque di scritture autografe che, se del
caso, possono consentire di individuarne l’autore, ad esempio attraverso l’interpello del
reparto di appartenenza (Cass. Pen., sez. II, 9 febbraio 2007, Monteleone).
✒3) Informativa al Pm.
✒Agli adempimenti previsti dall’art. 386 c.p.p. possono provvedere anche ufficiali e agenti
di p.g. diversi da quelli che hanno eseguito l’arresto o il fermo (art. 120 disp. att. c.p.p.).

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ARRESTO: STATO DI FLAGRANZA

ARRESTO: STATO DI FLAGRANZA (art. 382 c.p.p.). – L’art. 382, comma 1 c.p.p., stabilisce A
che è in stato di flagranza chi:
Viene colto nell’atto di commettere il reato (flagranza propria o tipica) ovvero chi:
subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria, dalla persona offesa o da
altre persone (quasi flagranza), come nel caso in cui la Polizia giunge sul luogo del
reato segnalato e vede la persona derubata che urla e a distanza vede un soggetto con
in mano la borsa rubata che scappa (in tal caso non assiste in diretta al reato) o come
nel caso del ladro che viene inseguito dalla persona offesa o da altra persona e bloccato,
con conseguente consegna alla p.g., ovvero chi:
è sorpreso con cose o tracce dalle quali appaia che egli abbia commesso il reato im-
mediatamente prima (quasi-flagranza o flagranza differita). Come nel caso della pat-
tuglia che dopo aver ricevuto comunicazione di un furto in un cantiere edile perlustra la
zona ed individua nell’immediatezza un giovane che sta scaricando dalla sua macchina
le mattonelle appena sottratte. Per decidere se convalidare l’arresto in questo caso,
secondo la Cassazione, il giudice dovrà applicare il criterio del ragionevole giudizio,
nel senso che dovrà valutare se vi è stata contestualità (elemento spaziale) e contiguità
(elemento temporale) tra la commissione del reato e il ritrovamento del suo autore.
f In occasione di competizioni sportive, nelle quali non è possibile procedere immedia-
tamente all’arresto per ragioni di sicurezza o incolumità pubblica, sulla base della docu-
mentazione video fotografica dalla quale emerge inequivocabilmente il fatto, ne risulta
autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo strettamente necessario alla
sua identificazione e, comunque, entro 48 ore dal fatto (L. 401/1989 art. 8 comma 1 ter).
f L’art. 382, comma 2 c.p.p. stabilisce che nel reato permanente (come ad esempio nel se-
questro di persona) lo stato di flagranza dura fino a quando non è cessata la permanenza.

ASSEGNI. – Il soggetto che falsifica la firma del correntista per incassare l’assegno
risponde di falsità materiale e sostituzione di persona (482 e 494 c.p.), ma solo se trat-
tasi di assegno trasferibile. La falsità commessa su un assegno bancario munito della
clausola di non trasferibilità configura la fattispecie di cui all’art. 485 c.p., abrogato
dall’art. 1, comma 1, lett. a), del d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 7 e trasformato in illecito
civile (Cass. Pen., SS.UU., 10 settembre 2018 n. 40256). A seguito dell’abrogazione del-
l’art. 485 c.p. e della nuova formulazione dell’art. 491 c.p., la condotta di falsificazione
di un assegno bancario munito della clausola di non trasferibilità non è più sottoposta
a sanzione penale, applicandosi l’art. 491 c.p. soltanto alle falsità commesse su titoli di
credito trasmissibili per girata, tra i quali non possono includersi gli assegni bancari non
trasferibili (Cass. Pen., Sez. V, 4 aprile 2017, n. 32972; Cass. Pen., Sez. V, 17 gennaio
2017, n. 11999). La ratio di maggiore tutela concessa dall’art. 491 c.p., non risiede nel
maggiore o minore importo dell’assegno, ma va rinvenuta in quegli aspetti del regime di
circolazione propri dei titoli al portatore o trasmissibili per girata che, per certe caratte-
ristiche comuni di libera trasferibilità a più soggetti, determinano, rispetto al regime di
circolazione dei titoli nominativi, un più frequente pericolo di falsificazione.
f Il soggetto che si presenta in banca per cambiare un assegno rubato o smarrito rispon-
de di ricettazione (Cass. Pen., sez. II, 20 marzo 2018, n. 12845), ma solo se il soggetto
è in mala fede; si procede d’ufficio per ricettazione e si sequestra l’assegno ex art. 354
c.p.p. Nel caso, invece, in cui la persona sia in buona fede e, creditrice di un’altra, ac-
cetta da questa un assegno, senonché il debitore, pentitosi del pagamento effettuato, per
poterlo bloccare, si reca alla polizia e ne denuncia lo smarrimento o il furto, la persona
che si presenta in banca per incassare l’assegno potrà sempre dimostrare il proprio di-

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ATTI CONTRARI ALLA PUBBLICA DECENZA - TURPILOQUIO

ritto di credito e, altresì, controquerelare il debitore per calunnia. Difatti quest’ultimo,


nell’aver dichiarato falsamente alle autorità l’esistenza di un reato, pur conoscendo
l’innocenza del prenditore del titolo, ha commesso a sua volta un crimine.
f L’emissione di assegni senza provvista ("a vuoto" o "scoperti"), ossia senza che sul
conto ci siano depositati soldi sufficienti a pagarli, ha delle conseguenze piuttosto rile-
vanti, anche se con il D.Lgs. 30.12.1999, n. 507 il reato è stato depenalizzato e configura
solo un illecito amministrativo punito dalla legge con sanzioni pecuniarie.
f Emettere un assegno post datato (che cioè presenta una data di emissione differente e
successiva a quella reale) a partire dal 1999 con l’entrata in vigore del D.L. n. 507/99,
non è più reato trattandosi di un comportamento sanzionabile solo a norma del D.P.R.
642/72 per evasione dell’imposta di bollo. Infatti, diviene come una cambiale, dalla
quale si è materialmente evasa l’imposta di bollo relativa all’emissione. Chi emette un
assegno postdatato rischia quindi principalmente di dover pagare una sanzione pari al
doppio dell’imposta non versata, ma l’assegno resta valido, anche se, al pari di una cam-
biale che risulti irregolare nel pagamento dell’imposta di bollo, non è utilizzabile come
titolo esecutivo e non consente perciò di procedere alla notifica dell’atto di precetto. Re-
sta ferma la possibilità di ottenere il titolo esecutivo attraverso il ricorso per ingiunzione.

ATTI CONTRARI ALLA PUBBLICA DECENZA - TURPILOQUIO (art. 726 c.p.). – Depenaliz-
zato dal D.lgs. n.8/2016 e trasformato in illecito amministrativo.
f Si procede redigendo:
Contestazione amministrativanei confronti di chi, in un luogo pubblico o aperto o espo-
sto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza.
f Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 10.000.
f Invio del verbale di contestazione amministrativa alla Prefettura. L’autorità compe-
tente a ricevere il rapporto e ad irrogare le sanzioni amministrative è il prefetto (art.
7, comma 2, d.lgs. n. 8/2016).
f Per luogo pubblico si intende qualsiasi posto accessibile a chiunque, quale la piazzola
di sosta di un’autostrada. Tra i luoghi privati aperti al pubblico sono compresi ad esem-
pio il parcheggio di un supermercato, la pompa di benzina, ecc.
f A differenza degli atti osceni, gli atti contrari alla pubblica decenza non toccano la sfera
degli interessi sessuali, ma ledono solo le regole etico-sociali attinenti al normale riserbo
e all’elementare costumatezza, sì da produrre disagio, fastidio e riprovazione.
f La ratio dell’ex reato ravvisa atti contrari alla pubblica decenza in tutte le condotte che
si pongono "in spregio ai criteri di convivenza e di decoro che debbono essere osservati
nei rapporti tra i consociati, provocando in questi ultimi disgusto o disapprovazione".
Ciò a prescindere, dalla circostanza che i gesti contrari alla pubblica decenza siano
stati effettivamente percepiti da qualcuno, essendo sufficiente la stessa possibilità che
possano essere percepiti.
f La fattispecie relativa al turpiloquio è stata abrogata dall’art. 18 L. 205/1999.Chi dice
parolacce o volgarità in pubblico non commette più reato ma, a seguito della depenaliz-
zazione operata dal d.lgs. n. 8/2016, potrà essere contravvenzionato con una sanzione
amministrativa che va da 5.000 a 10.000 euro. Contro la multa si può fare opposizione
al giudice di pace entro 30 giorni dalla contestazione dimostrando, ad esempio, che non
c’era nessuno ad ascoltare le brutte espressioni o che queste, secondo l’evoluzione dei
costumi o del comune sentire, non devono più considerarsi tali.

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ATTI OSCENI

Esempi:
☛ La pubblica decenza va commisurata secondo un criterio storico-sociologico al senti-
A
mento comune dell’uomo medio e non alla particolare sensibilità di un singolo, per cui
girare completamente nudo (al di fuori delle ipotesi dei campi nudisti) in luogo pubblico
o aperto al pubblico configura il reato in questione, anche se il denunciante dichiara di
non aver provato disgusto (Cass. Pen., sez. III, 21 settembre 2006, n. 31407).
☛ Urinare sul portone di casa o in luogo pubblico, esibire il deretano, andare girando
con abiti succinti che lasciano intravedere il seno o il deretano (Cass. Pen., sez. III, 10
dicembre 2012, n. 47868).
☛ Il soggetto che, sulla spiaggia non appartata ed in presenza di altre persone, si denuda
completamente, con esposizione quindi degli organi genitali, atteso che una tale espo-
sizione non può essere assimilata a quella del seno nudo femminile, entrata ormai da
vari lustri nel novero dei comportamenti comunemente accettati (Cass. Pen., sez. III, 20
marzo 2000, n. 3557).
☛ Prostitute in strada con perizoma in vista: non si configura il reato di atti contrari alla
pubblica decenza. Se è consentito poter indossare un abbigliamento succinto, ciò non
legittima anche a far vedere parti intime che restano comunque censurate. (Cass. Pen.,
sez. III, 26 settembre 2014, n. 39860).
☛ Urinare in luogo pubblico, anche se per esigenza fisiologica urgente, comporta una san-
zione amministrativa da un minimo di 5 mila euro a un massimo di 10 mila euro, salvo
che, ricorrendo contro la contestazione in questione, si riesca a dimostrare, con apposita
certificazione medica, che si soffre di problemi alla vescica o alla prostata e sussista
l’impossibilità oggettiva di prevedere il bisogno e l’incapacità di trattenerlo. Insomma,
sono giustificati solo i casi più gravi e, comunque, solo laddove non dovessero esserci
luoghi ove liberarsi (bar, ristoranti, ecc.). (Cass. Pen., sez. III , 16 aprile 2019, n. 16477 ).

ATTI OSCENI (art. 527 c.p.). – Depenalizzato dal D.lgs. n. 8/2016 e trasformato in illecito
amministrativo.
f L’art. 527 comma 1 è divenuto illecito amministrativo, per cui si procede con im-
mediata contestazione amministrativa, stilando un verbale sul posto, nei confronti
di colui che in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico compie atti osceni, cioè
comportamenti anche meramente esibizionistici, attinenti alla sfera della sessualità,
idonei a determinare, secondo l’apprezzamento comune, offesa al pudore, disgusto o
repulsione in chi possa assistervi (Cass. Pen., sez. III, 25 settembre 1985, n. 8159). Infat-
ti, la condizione obiettiva di punibilità per l’illecito in questione è il pubblico scandalo.
In tal caso verrà contestata la violazione amministrativa dolosa (comma 1, punita con
la sanzione da euro 5000 a euro 30000) o colposa (comma 3, punita con la sanzione da
euro 51 a euro 309).
f Copia del verbale dovrà essere trasmessa all’autorità amministrativa competente (il
Prefetto). Contro i verbali redatti dai vari organi accertatori, può essere presentato dal
trasgressore scritto difensivo entro 30 giorni dalla contestazione della violazione ovvero
dalla notifica del verbale, direttamente al Prefetto.
f Il Prefetto dopo aver esaminato il verbale, gli atti e la documentazione depositata, sia
dall’interessato che dai verbalizzanti, nonché le controdeduzioni prodotte dall’organo
che ha accertato la violazione, sentiti gli interessati che ne abbiano fatto richiesta: - In
caso di conferma del verbale, emette ordinanza motivata con la quale ingiunge il pa-
gamento di una sanzione amministrativa pecuniaria (dal minimo al massimo stabilito

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ATTI OSCENI

ATTI OSCENI

dalla normativa); - In caso di accoglimento delle istanze del trasgressore, emette ordi-
nanza di archiviazione degli atti.
f Contro l’ordinanza-ingiunzione di pagamento, l’interessato può proporre opposizione,
entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento (che sono elevati a 60 se l’interessato
risiede all’estero), al Giudice di Pace del luogo dove è stata commessa la violazione.
f Lo scritto difensivo in carta semplice, deve essere presentato (entro 30 giorni dalla
contestazione o dalla notificazione dell’infrazione) direttamente al Prefetto, corredato
dall’eventuale documentazione ritenuta idonea.
f Ai sensi dell’art. 14 L. 689/81, la violazione quando è possibile deve essere contestata
immediatamente sia al trasgressore che all’obbligato in solido al pagamento dovuto
per la violazione stessa; se non è avvenuta la contestazione immediata la violazione
deve essere notificata entro 90 giorni dalla commessa violazione. L’obbligazione di pa-
gare la somma dovuta per la violazione si estingue per la persona nei cui confronti è
stata omessa la notificazione nei termini prescritti. È ammesso il pagamento in misura
ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista o se sia più favorevo-
le e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo
importo, oltre alle spese del procedimento, entro 60 giorni dalla contestazione o dalla
notificazione del verbale. Qualora non sia intervenuto il pagamento in misura ridotta, il
verbale viene trasmesso all’autorità competente.
f L’art. 527 comma 2 (se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze
di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi
assistano) resta reato per cui si procede d’ufficio ed è consentito l’arresto facoltativo
in flagranza. È necessario in tal caso che si tratti di luoghi abitualmente frequentati
da minori che sono quelli riconoscibili come tali per vocazione strutturale (come le
scuole, i luoghi di formazione fisica e culturale, i recinti creativi all’interno dei parchi,
gli impianti sportivi, le ludoteche e simili), ovvero per elezione specifica, di volta in
volta scelti dai minori come punto di abituale di incontro o di socializzazione, ove si
trattengono per un termine non breve, come un muretto sulla pubblica via, i piazzali
adibiti a luogo ludico, il cortile condominiale (Cass. Pen., sez. III, 17 febbraio 2017, n.
29239). (In applicazione del suddetto principio, la S.C. ha annullato la sentenza che
aveva ritenuto configurabile il reato di atti osceni in luogo pubblico alla presenza di un
minore nella condotta di un automobilista che si masturbava all’interno dell’auto sulla
pubblica via, per la presenza occasionale di minori al momento del fatto).
Esempi:
☛ L’esibizione dell’organo genitale maschile con palpeggiamento simulatorio di una ma-
sturbazione (Cass. Pen., sez. III, 17 dicembre 2008, n. 46356).
☛ Pratiche sessuali (quali un coito orale omosessuale) poste in essere da spettatori in un
cinema a luci rosse, in quanto il pubblico prevede di assistere alla proiezione di scene
erotiche, ma non di essere messo a contatto di pratiche oscene (Cass. Pen., sez. III, 28
ottobre 1986, n. 11864).
☛ Gli atti osceni compiuti all’interno dell’auto parcheggiata su pubblica via. Si configura
l’illecito, anche se l’auto è parcheggiata su via deserta o poco frequentata (perché non
elimina la possibilità di essere scorti), salvo che si usino appositi accorgimenti tali da
evitare di essere visti (appannamento o schermatura dei vetri) (Cass. Pen., sez. III, 29
maggio 1998, n. 6302).
☛ Integra il reato di "atti osceni in luogo pubblico" chi nel bagno di un autogrill compie
atti sessuali (cioè non solo la consumazione di un rapporto ma anche atti di autoero-

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ATTI PERSECUTORI (STALKING)

tismo). Il bagno è, infatti, un luogo aperto al pubblico e chiunque può accedervi per
effettuare i controlli o le pulizie (Cass. Pen., 19 febbraio 2014, n. 7769).
A
☛ Il guidatore di un’auto che, mostrando i propri organi genitali, si affianchi anche per
un breve tratto di strada ad una donna che procede in bicicletta stringendola sul ciglio
della strada, considerando che ai fini della configurabilità del reato di atti osceni è luogo
esposto al pubblico anche un’auto in movimento (Cass. Pen., sez. III, 24 aprile 1997,
n. 3855).
☛ Fare sesso nel proprio appartamento dinanzi ad una finestra lasciata aperta apposita-
mente (luogo esposto al pubblico).
☛ Baci e abbracci in luogo pubblico tra soggetti consenzienti, che non turbano la sensi-
bilità dell’uomo di media moralità, non si considerano osceni (Cass. Pen., sez. III, 17
giugno 1998, n. 7234).
☛ L’esibizionismo, l’autoerotismo praticato in presenza di altri costretti ad assistervi, il
voyeurismo comportano offesa alla libertà morale della vittima o al sentimento pubblico
del pudore (Cass. Pen., sez. III, 3 novembre 1999, n. 2941).
☛ Il rischio di essere multati scatta solamente quando si circola senza vestiti in luoghi
pubblici o aperti al pubblico, mentre è sempre consentito sulle spiagge riservate ai na-
turalisti. Qui sono vietate solamente le pratiche esplicitamente erotiche.Il reato di atti
osceni in luogo pubblico, nel caso di specie in spiaggia, si realizza solamente quando
questo comportamento offende la morale degli altri bagnanti. Per esempio, il semplice
topless ormai non è più considerato né offensivo né tanto meno scandaloso, per questo
chi lo pratica non rischia di incorrere in multe.
☛ La sanzione viene comminata in base alla gravità degli atti osceni (ovvero quelli che
alludono alla sfera sessuale) e al luogo in cui vengono compiuti. Tanto per fare un esem-
pio, trovarsi nudi in un grande ufficio pubblico o in area monumentali è certamente più
grave rispetto a camminare svestiti lungo una strada poco trafficata.

ATTI PERSECUTORI (STALKING) (art. 612 bis c.p.). – Lo stalking (derivante dal verbo
inglese “to stalk”, che possiamo tradurre in italiano come inseguire, pedinare, fare la
posta) configura l’insieme di «comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza e
controllo, di ricerca di contatto e comunicazione nei confronti di una vittima che
risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni e comportamenti non graditi» c.d.
atti persecutori.
f Il quid pluris che caratterizza il reato rispetto alle minacce ed alle molestie è costituito
da due elementi: a) la reiterazione; b) l’idoneità della condotta a: cagionare un grave e
perdurante stato di ansia o di paura o a ingenerare un fondato timore per l’incolumità
propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da una relazione
affettiva o a costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
f Arresto obbligatorio in flagranza (art. 380 1 ter c.p.p.), purché lo stalker sia già stato
formalmente ammonito dal Questore. Se il molestatore non ottempera all’ordine e
continua a infastidire la vittima, l’arresto in flagranza è obbligatorio.Ai fini dell’arresto
in flagranza, è sufficiente che la polizia assista ad un singolo segmento della condotta.
Lo stalking, infatti, essendo un reato abituale, è caratterizzato dalla reiterazione nel
tempo degli atti persecutori. Ai fini della flagranza sarà quindi sufficiente essere colti
nell’atto di commettere anche uno solo di tali atti. L’operatore intervenuto per l’enne-
sima volta, dovrà richiamare nel verbale di arresto i precedenti interventi, eseguiti a
carico del reo per i ripetuti comportamenti vessatori ed intimidatori.
f Fermo non consentito.

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ATTI PERSECUTORI (STALKING)

ATTI PERSECUTORI (STALKING)

f Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi che decorre, trattandosi di reato
abituale, dall’ultimo fatto della serie di atti integranti la condotta attiva. Adifferenza dei
reati di violenza sessuale, la querela nel caso in esame è revocabile, salvo che il fatto
sia stato commesso mediante minacce reiterate e aggravate (ad es. dall’uso di strumenti
atti ad offendere, quali un bastone, un’arma, anche se apparente o giocattolo), nei quali
casi la querela è irrevocabile. La remissione della querela può essere, però, soltanto
processuale (art. 1 comma 3 lett. b) del D.L. n. 93/2013, convertito in L. 119/2013),
nel senso che non può essere presentata alla p.g., ma deve avvenire necessariamente
in udienza, dinanzi al giudice, che potrà verificare, in tal modo, la spontaneità della
remissione stessa e l’assenza di eventuali condizionamenti o coartazioni sulla vittima.
Tuttavia, pur se le intenzioni del legislatore erano queste, la Cassazione ha stabilito che
estingue il reato di atti persecutori anche la remissione di querela effettuata, anziché in
udienza innanzi al Giudice, davanti ad un ufficiale di polizia giudiziaria, affermando
che la remissione della querela effettuata davanti ad un ufficiale di polizia giudiziaria
deve considerarsi “remissione processuale” per il combinato disposto degli artt. 152 c.p.
e 340 c.p.p. (Cass. pen. , sez. V, 16 gennaio 2015 n. 2301).
f Se viene presentata una querela per stalking, la p.g. potrà, compiute le indagini, richie-
dere al giudice l’emissione di una misura cautelare in carcere dello stalker ovvero il
divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa.Le forze dell’ordine che
ricevono la notizia del reato hanno l’obbligo di fornire alla vittima tutte le informazioni
relative ai centri antiviolenza presenti sul territorio e laddove ne facciano espressa ri-
chiesta mettono a contatto le vittime con i predetti centri (artt. 11 D.L. 11/2009 e 3 c.5
D.L. 93/2013);
f La persona offesa, prima di proporre querela, può chiedere al Questore che lo stalker
venga ammonito. Il Questore sente quest’ultimo ed eventuali testimoni, ed invita l’au-
tore del reato a tenere una condotta conforme alla legge e ne redige processo verbale,
di cui una copia viene rilasciata all’ammonito ed una a chi ha chiesto l’ammonimento.
Il Questore valuta, inoltre, eventuali provvedimenti in materia di armi e munizioni, a
carico dello stalker (art. 8 L. 38/2009). Il D. Lgs. n. 121/13, entrato in vigore il 5 no-
vembre 2013, all’art. 1 comma 2 lett. c) modificando l’art. 39 del T.U.L.P.S., introduce la
possibilità, per gli Ufficiali ed Agenti di P.S., di provvedere, in caso di urgenza, all’imme-
diato ritiro cautelare di armi, munizioni e materie esplodenti regolarmente denunciate
ai sensi dell’art. 38 T.U.L.P.S., dandone immediata comunicazione al Prefetto (art. 39
comma 2 T.U.L.P.S).
f Il delitto di atti persecutori si prescrive ai sensi dell’art. 157 c.p.p. in 6 anni (che posso-
no divenire sette e mezzo nel caso di interruzione dovuta ad atti processuali).
f Con l’entrata in vigore della legge 17 ottobre 2017, n. 161, di riforma del Codice anti-
mafia, agli indiziati di stalking potranno essere applicate nuove misure di prevenzione.
In particolare, sarà applicabile la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, cui
può essere aggiunto, se le circostanze del caso lo richiedano, il divieto di soggiorno in
uno o più comuni, diversi da quelli di residenza o di dimora abituale o in una o più
province. Quando le altre misure di prevenzione non siano ritenute idonee può essere
imposto all’indiziato di atti persecutori l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza
o di dimora abituale.
f Infine, con il consenso dell’interessato, anche allo stalker potrà essere applicato il c.d.
braccialetto elettronico, una volta che ne sia stata accertata la disponibilità.
f La riforma del Codice consente inoltre l’applicazione agli indiziati di stalking anche
delle misure di prevenzione patrimoniali.

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ATTI SESSUALI CON MINORENNE CONSENZIENTE

f L’art. 1 della legge n. 172 del 2017, di conversione del decreto-legge n. 148 del 2017, ha
escluso che il delitto di atti persecutori (c.d. stalking) possa essere estinto a seguito
A
di condotte riparatorie, come in precedenza previsto dall’art. 162-ter del codice penale.
L’art. 162-ter, introdotto dalla legge n. 103 del 2017, di riforma del processo penale, pre-
vede infatti che le condotte riparatorie del danno operino come causa estintiva del reato
nei reati procedibili a querela soggetta a remissione; in tali casi, quando l’imputato ab-
bia riparato interamente il danno cagionato dal reato mediante le restituzioni o il risar-
cimento e abbia eliminato – ove possibile - le sue conseguenze dannose o pericolose, il
giudice deve dichiarare l’estinzione del reato, sentite le parti e la persona offesa. Il risar-
cimento del danno può essere riconosciuto anche in seguito a offerta reale ai sensi degli
artt. 1208 e ss. del codice civile, formulata dall’imputato e non accettata dalla persona
offesa, ove il giudice riconosca la congruità della somma offerta a tale titolo. All’esito
positivo delle condotte riparatorie il giudice deve dichiarare l’estinzione del reato.
f Il decreto-legge n. 93 del 2013 (che contiene disposizioni volte a prevenire e reprimere
la violenza domestica e di genere) ha previsto, in particolare:
- la possibilità di procedere ad intercettazioni anche quando si indaga per stalking;
- la possibilità di operare anche un controllo a distanza (c.d. braccialetto elettronico)
del presunto autore di atti di violenza domestica;
specifici obblighi di comunicazione da parte dell’autorità giudiziaria e della polizia
giudiziaria alla persona offesa dai reati di stalking e maltrattamenti in - ambito familia-
re nonché modalità protette di assunzione della prova e della testimonianza di minori e
di adulti particolarmente vulnerabili;
- una modifica delle disposizioni di attuazione del codice di procedura, inserendo i reati
di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking tra quelli che priorità assolu-
ta nella formazione dei ruoli d’udienza.
Esempi:
☛ Bombardare l’ex amante di messaggi e telefonate può integrare il reato di stalking. Ed è
irrilevante, a tal fine, il fatto che la donna talvolta abbia risposto ai continui tentativi di
comunicazione perché se è vero che dal tenore di alcuni sms la donna ha usato un "tono
accomodante e persino nostalgico" resta il fatto che la stessa è stata esplicita nella vo-
lontà di non cedere alle reiterate richieste di ripristinare il rapporto. La serie continua di
"telefonate, messaggi, frasi allusivamente minacciose divulgate attraverso vari mezzi di
comunicazione, appostamenti (seguiti anche da ingiurie e, in un’occasione, da un ceffo-
ne), risulta idonea a determinare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia e di
paura, oltre che un fondato timore per la sua incolumità personale, costituendo un dato
di comune esperienza che le minacce e le molestie, a lungo andare, possono trasmodare
in atti di più grave impatto sulla persona". (Cass. Pen., sez. V, 1 marzo 2016, n. 22549).

ATTI SESSUALI CON MINORENNE CONSENZIENTE (art. 609 quater c.p.). – Arresto ob-
bligatorio in flagranza se il reo compie atti sessuali con persona che, al momento
del fatto: 1) non ha compiuto gli anni quattordici; 2) non ha compiuto gli anni sedici,
quando il colpevole sia l’ascendente, il genitore, anche adottivo (609 nonies), o il di
lui convivente, il tutore (346 ss. c.c.), ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di
educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia,
con quest’ultimo, una relazione di convivenza.
f Se l’atto sessuale (congiunzione carnale o atto di libidine, quale farsi masturbare o ma-
sturbare un minore di anni 14) è compiuto con il consenso del minore degli anni 14 (o

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ATTI SESSUALI CON MINORENNE CONSENZIENTE

ATTI SESSUALI CON MINORENNE CONSENZIENTE

degli anni 16 se il reo sia legato al minore da un rapporto di “supremazia”), senza vio-
lenza, minaccia, inganno o abuso, non è configurabile il reato di violenza sessuale, ma
quello di atti sessuali con minorenne. Se l’atto sessuale è compiuto consensualmente
con minore che ha compiuto i 14 anni (o i 16 anni se sottoposto alla sua vigilanza e/o
tutela) non sussiste alcun reato.
f In questo caso si applica la pena prevista dall’art. 609 bis c.p. (reclusione da 6 a 12
anni) e si procede sempre d’ufficio (Legge n. 69 del 19 luglio 2019) se il minore non ha
compiuto gli anni 14 ovvero i 16 anni quando il colpevole sia l’ascendente, il genitore,
anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di
cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che
abbia, con quest’ultimo, una relazione di convivenza. Il termine di presentazione della
querela è di sei mesi e una volta proposta non potrà più essere revocata.
f Si applica, invece, la pena di cui all’articolo 609 ter, secondo comma, c.p. se il minore
con cui si compiono gli atti sessuali non ha compiuto gli anni dieci. In tal caso, inoltre,
si procede d’ufficio.
f In tal caso, l’agente di p.g. intervenuto sul posto mentre si commette il reato, ha l’ob-
bligo di arrestare il colpevole (art. 380 co.2, lett.d-ter), ma deve ricordare che il reato si
realizza solo concorrendo due condizioni: a) il minore “consenziente” non deve ancora
aver compiuto i 14 anni (ovvero i 16 anni se il reo è legato al minore da un rapporto di
“supremazia”: come nel caso del genitore, tutore, insegnante…); b) gli atti sessuali non
devono essere avvenuti tra due minorenni “consenzienti” che hanno entrambi compiuto i
13 anni e tra i quali la differenza di età non è superiore a 4 anni (Legge n. 69 del 19 luglio
2019) (ad es. è punibile il minorenne che compie atti sessuali con minore di anni 12).
f Il comma 1 ter dell’art. 351 c.p.p. prescrive l’obbligo per la P.G. di avvalersi di un esperto
in psicologia o psichiatria infantile, quando deve assumere sommarie informazioni da
un minore (persona informata, vittima, denunciante o querelante) su fatti riguardanti
il delitto in questione. L’individuazione e la nomina dell’esperto spetta al P.M., al quale
la P.G. dovrà rivolgersi preventivamente. Il Pm, con atto di “nomina dell’ausiliario del
PM, ex art. 362, comma 1 bis e 351 c. 1 ter c.p.p.”, nomina l’esperto affinché fornisca il
proprio ausilio alla p.g., invitandolo a depositare entro cinque giorni dal compimento
dell’atto una relazione relativa all’ascolto del minore. In tali casi l’esperto non può
sostituirsi all’ufficiale o all’agente di P.G. operante, né assumere la direzione e la condu-
zione dell’atto, ma deve semplicemente collaborare con la P.G., aiutandola ad individuare
i limiti entro cui insistere con le domande e le modalità di formulazione delle stesse, per
non arrecare danni psicologici al minore. L’assunzione di sommarie informazioni potrà
essere eseguita presso l’abitazione del minore o in altro ambiente a lui familiare o protetto
(artt. 498 comma 4 bis e 398 comma 5 bis c.p.p.). In tal senso, per mettere il minore il più
possibile a proprio agio, in diversi uffici di polizia sono state realizzate apposite stanze
particolarmente confortevoli. Pur nel silenzio della legge, quando si provvede all’assun-
zione delle dichiarazioni di un minore, è buona regola di condotta e di correttezza ac-
quisire le dichiarazioni avvalendosi della videoregistrazione, al fine di rappresentare con
la massima fedeltà lo svolgersi dell’atto, le reazioni e l’atteggiamento avuto dal minore
nell’occasione (“La Polizia Giudiziaria, Ministero dell’Interno, Dipartimento della P.S.,
Direzione Centrale per gli Istituti d’Istruzione, febbraio 2018, pag.160”).
Esempi:
☛ Sussiste il reato, pur senza contatto fisico, anche in caso di comunicazione telematica
attraverso la quale il reo induce le vittime minorenni a compiere su se stesse atti sessuali
di autoerotismo (Cass. Pen., sez. III, 12 giugno 2013, n. 25822).

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AUSILIARI DI POLIZIA GIUDIZIARIA

☛ Si configura il reato nel caso di induzione di minore infraquattordicenne a commettere


atti di libidine sulla persona dell’agente (Cass. Pen., sez. III, 4 luglio 2001, n. 26930).
A
☛ Bacio ad infraquattordicenne: anche se c’è consenso, l’adulto è penalmente responsabi-
le, ex art. 609 quater c.p. “Il consenso di una persona infraquattordicenne, pur alla stregua
dell’evoluzione umana e sociale, rimane assoggettato sul piano normativo da un giudizio
assoluto di immaturità, con ciò, implicitamente ma inequivocabilmente, escludendo che
la sua presenza possa comunque integrare la carenza del dolo nell’individuo maggiorenne
che con tale persona compie l’atto sessuale". (Cass. Pen., sez. III, 2 luglio 2015, n. 31934).
Questo perché la norma tutela l’integrità psico-fisica del minore, per garantirgli il corretto
sviluppo della sfera sessuale, non la sua libertà di autodeterminazione. Non rileva quindi
che il minore sia consenziente e si dimostri emancipato e smaliziato al punto da sollecita-
re i contatti sessuali (Cass. Pen, sez. III, 23 maggio 2018, n. 23178).
☛ Chi ha rapporti sessuali con una minorenne non si può scusare dicendo di avere ritenu-
to che la giovane avesse più di 14 anni (Cass. Pen., 23 aprile 2019 n. 17370).
☛ Il bacio sulle labbra assume valenza sessuale e integra il reato di atti sessuali con mino-
re se dato senza il consenso, anche se limitato al semplice contatto delle labbra, perché
coinvolge una zona considerata di solito erogena.

AUSILIARI DI POLIZIA GIUDIZIARIA (art. 348/4 c.p.p.). – Si tratta di soggetti che hanno
specifiche competenze tecniche (interpreti, medici, ecc.), che non possono rifiutare
la propria opera, una volta nominati. Infatti, una volta “investiti” della qualifica di
ausiliario di p.g., rivestono la qualità di pubblico ufficiale a tutti gli effetti e se rifiutano
di prestare la propria opera, senza giustificato motivo, vengono puniti a norma dell’art.
328 c.p..
f Avvisare gli ausiliari che sono obbligati al segreto d’ufficio (326 c.p.).
f I requisiti per svolgere tale pubblica funzione sono: speciali competenze tecniche, assenza
di condanne, maggiore età, nessuna interdizione, nessuna misura di sicurezza e preven-
zione, nessun interesse nel procedimento, non essere stato cancellato da Albo Professio-
nale (se inscritto). I requisiti in dettaglio, in analogia con la figura del Consulente Tecnico
del Giudice, si evincono dagli artt. 69 – 73 delle norme di attuazione del c.p.p.
f Per la nomina degli ausiliari non è prescritta alcuna formalità, né tanto meno la forma
scritta; per cui nessun tipo di invalidità o inutilizzabilità degli accertamenti compiuti
discende dalla mancanza di un’investitura scritta dei predetti, non versandosi in alcuna
ipotesi di violazione di legge (Cass. Pen., sez. III, 27 gennaio 1998, n. 3840; Cass. Pen.,
sez. III, 6 maggio 2010, n. 17177).
f Gli ausiliari opereranno sotto le direttive ed il controllo degli ufficiali di P.G. e l’accerta-
mento tecnico che ne consegue dovrà considerarsi atto dello stesso ufficiale di P.G. (la
cui carenza tecnica è stata integrata dall’apporto del terzo soggetto esterno).
Esempio:
☛ Si potrà richiedere la collaborazione di un falegname per forzare una porta o di un in-
terprete per capire un dialetto altrimenti incomprensibile o di un medico nell’ambito di
accertamenti sanitari volti a verificare lo stato di ubriachezza di un soggetto.

AUTOCALUNNIA (art. 369 c.p.). – Chiunque, mediante dichiarazione all’Autorità giudi-


ziaria o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne o alla Corte penale
internazionale, anche se fatta con scritto anonimo o sotto falso nome, ovvero mediante
confessione innanzi all’Autorità giudiziaria, incolpa sé stesso di un reato che egli sa non

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AVVISO ORALE

avvenuto, o di un reato commesso da altri, è punito con la reclusione da uno a tre anni
(370, 384).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo: non consentiti.

AVVISO ORALE (art. 3 D.Lgs. 159/2011). – Atto amministrativo discrezionale che il Que-
store della provincia di dimora può adottare nei confronti di coloro che:
debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi;
per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che
vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose;
per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che sono
dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o
morale dei minorenni, la sanità , la sicurezza o la tranquillità pubblica.
f Con l’avviso orale il questore può imporre alle persone che risultino definitivamente con-
dannate per delitti non colposi il divieto di possedere o utilizzare, in tutto o in parte:
qualsiasi apparato di comunicazione radiotrasmittente, radar e visori notturni, indumenti
e accessori per la protezione balistica individuale; mezzi di trasporto blindati o modificati
al fine di aumentarne la potenza o la capacità offensiva, ovvero comunque predisposti al
fine di sottrarsi ai controlli di polizia; armi a modesta capacità offensiva, riproduzioni di
armi di qualsiasi tipo, compresi i giocattoli riproducenti armi; altre armi o strumenti, in
libera vendita, in grado di nebulizzare liquidi o miscele irritanti non idonei ad arrecare
offesa alle persone; prodotti pirotecnici di qualsiasi tipo, nonché sostanze infiammabili e
altri mezzi comunque idonei a provocare lo sprigionarsi delle fiamme; programmi infor-
matici ed altri strumenti di cifratura o criptazione di conversazioni e messaggi.
f In caso di inottemperanza:
Se durante un controllo di Polizia viene identificato un soggetto a cui carico risulta
l’avviso orale del Questore e questo soggetto si accompagna con pregiudicati o viola le
disposizioni impartite (non ottemperando quindi a quanto previsto nell’avviso) proce-
dere come segue.
Redigere solo relazione di servizio indirizzata all’Ufficio Misure di Prevenzione (per
gli adempimenti del caso) e per conoscenza al proprio dirigente e non anche annota-
zione, in quanto l’avviso è un provvedimento del Questore di carattere amministrativo
e non penale. Per l’inosservanza dell’avviso orale nella forma semplice, infatti, non
sono previste sanzioni. Può costituire un eventuale ulteriore elemento di supporto ad
una successiva proposta di misura di prevenzione giurisdizionale.
f Chi invece viola il divieto di possedere determinati oggetti, apparati, strumenti, ecc.
commette un delitto punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa. Gli
strumenti, gli apparati, i mezzi e i programmi posseduti o utilizzati sono confiscati ed
assegnati alle Forze di polizia, se ne fanno richiesta, per essere impiegati nei compiti di
istituto (art. 76 comma 3 del D. Lgs. 159/2011).

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B
B

BANCONOTE FALSE (C.D. FALSO NUMMARIO) (artt. 453-457 c.p.). – Procedibilità: d’uf-
ficio (50 c.p.p.).
f Arresto: facoltativo in flagranza (381 c.p.p.).
f Fermo di indiziato di delitto: consentito (384 c.p.p.).
f L’art. 453 c.p. colpisce severamente (reclusione da 3 a 12 anni e multa da 516 a 3098
euro) i comportamenti di contraffazione, alterazione o di collaborazione, diretta o indi-
retta, con il falsario nella diffusione del denaro. Dunque, il n. 3 di tale articolo punisce
la spendita in concerto con l’autore della contraffazione ed il n. 4 sanziona l’acquisto
da costui o da un suo intermediario. In questo caso è previsto l’arresto facoltativo in
flagranza. Tuttavia, è necessario provare che l’acquisto sia avvenuto direttamente dal
falsario o da un suo intermediario.
f L’art. 455 c.p. delinea la meno grave fattispecie residuale di chi acquisti denaro contraf-
fatto al fine di metterlo in circolazione ovvero lo spenda o la metta altrimenti in circola-
zione con la consapevolezza della falsità (pena da un terzo alla metà della precedente).
In questo caso è previsto l’arresto facoltativo in flagranza. Dunque, il solo fatto di “ri-
girare” ad altri il biglietto che si sa essere falso è reato. Ai fini dell’integrazione della
componente soggettiva del reato di cui all’art. 455 c.p. è necessaria la consapevolezza
della falsità delle banconote al momento della ricezione, avvenuta proprio con l’inten-
dimento della successiva messa in circolazione delle stesse. Es.: il soggetto che, durante
un viaggio all’estero, acquista degli euro contraffatti, li porta in Italia e li spende.
f L’art. 457 c.p. chiude il sistema di protezione penale dal falso nummario prevedendo
una sanzione più blanda (reclusione fino a 6 mesi e multa fino a 1032 euro), anche per
chi si limiti a spendere il denaro falso ricevuto in buona fede. In tal caso l’arresto non è
consentito, ma si procede d’ufficio con annotazione di p.g. La legge, infatti, punisce con
la reclusione o con la multa chiunque spende, o mette altrimenti in circolazione monete
contraffatte o alterate, pur se da lui ricevute in buona fede. Es.: il soggetto, durante una
passeggiata, vede delle monete in terra e le raccoglie nella convinzione che siano genuine.
Accortosi della contraffazione delle monete, però, anziché non utilizzarle, le spende pron-
tamente. Qualora dalla spendita derivi al reo un ingiusto profitto con danno patrimoniale
altrui, si configura il delitto di truffa in concorso formale col falso nummario.
f Se chi ha ricevuto il denaro contraffatto lo “spaccia” ignorando che lo sia, non c’è
reato perché manca l’elemento psicologico (art. 43 c.p.). In ogni caso, se si viene “bec-
cati”, farsi “identificare” dalle autorità competenti o presentarsi spontaneamente per
denunciare l’accaduto, anziché defilarsi impunemente, depone senz’altro a favore della
propria buona fede e non fa scattare nessuna ipotesi di reato (Trib. Terni, sent. n. 36
del 12.01.2012).
f Non è un reato conservare a casa delle monete false (per esempio per collezione), senza
metterle in circolazione. Infatti, il reato di detenzione di denaro falso è configurabile

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BANDIERA TRICOLORE (VILIPENDIO O DANNEGGIAMENTO ALLA BANDIERA O AD ALTRO EMBLEMA DELLO STATO)

solo se vi sia l’intenzione del soggetto agente di mettere in circolazione le banconote


contraffatte ricevute in malafede.
f Se si ha il sospetto che la banconota è falsa, recarsi presso gli sportelli di una banca o di
un ufficio postale o in una filiale della Banca d’Italia per farla esaminare. La banconota
verrà presa in “carico” dal dipendente preposto che ha l’obbligo di ritirarla dalla circo-
lazione ed inviarla all’apposito nucleo presso la Banca d’Italia (Nac) per la disamina,
rilasciando verbale e copia della banconota stessa. A questo punto se all’esito dell’e-
same, la Banca d’Italia conferma la “bontà” della stessa, l’importo verrà rimborsato
integralmente all’utente tramite vaglia cambiario. Se invece la falsità è accertata, nulla
è dovuto.
Atti:
✒Verbale di arresto o annotazione di p.g., a seconda dei casi.
✒Verbale di perquisizione ex art. 352 c.p.p.
✒Verbale di sequestro di banconote ex art. 354 c.p.p.
✒Relazione di servizio.

BANDIERA TRICOLORE (VILIPENDIO O DANNEGGIAMENTO ALLA BANDIERA O AD AL-


TRO EMBLEMA DELLO STATO) (art. 292 c.p.). – La condotta si sostanzia nel vilipendere
con espressioni ingiuriose la bandiera o altro emblema dello Stato, ovvero nel distrug-
gerla, deteriorarla o imbrattarla pubblicamente e intenzionalmente. Per configurarsi il
reato è sufficiente anche la semplice manifestazione verbale di disprezzo della bandie-
ra, senza che sia necessaria la presenza fisica della res (Cass. Pen., sez. I, 19 dicembre
2003, n. 48902).
f Si procede d’ufficio per vilipendio alla bandiera.
f Arresto e fermo non consentiti.
Esempio:
☛ Durante una manifestazione, un gruppo di persone comincia ad offendere la reputazio-
ne del Paese e i suoi simboli, arrivando a bruciare la bandiera sventolata da un ragazzo
che prendeva parte al corteo.

BESTEMMIA (724 c.p.). – Il reato è stato depenalizzato (art. 57 del d. l. n. 55 del 1999),
quindi si tratta di una sanzione amministrativa che si configura quando si esprimono
invettive o parole oltraggiose contro le divinità in luogo pubblico (ex art. 266 comma 4
n. 2 c.p. il reato si considera avvenuto pubblicamente quando è commesso in luogo
pubblico o aperto al pubblico e in presenza di almeno due persone, che possono anche
essere pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio).
f La condotta sanzionabile si estende dall’offesa al Dio della religione cattolica a quella
che riguarda la divinità di qualsiasi altro credo religioso, a quella contro i defunti. Non
è sanzionabile chi bestemmia la madonna, i santi o i profeti in quanto non sono consi-
derati una divinità.
f Si procede d’ufficio, elevando verbale di sanzione amministrativa pari al doppio del
minimo previsto (€ 102).
Esempio:
☛ Bestemmiare la Divinità in luogo pubblico e in presenza di due militari verbalizzanti
(Cass. Pen., Sez. Un., 15 luglio 1992, n. 7979).

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BIGLIETTO DI CARCERAZIONE

BIGLIETTO DI CARCERAZIONE. – È un atto pubblico che va compilato in triplice copia,


una resta agli atti, una va trasmessa in Procura e l’altra alla Casa Circondariale.

B
BLOCCO STRADALE (art. 1 d.lgs. n. 66/48 e ss.mm.ii.). – Impedire od ostacolare la libera
circolazione, collocare o abbandonare congegni o altri oggetti di qualsiasi specie in
una strada ordinaria o ferrata o comunque ostruire o ingombrare una strada ordinaria
o ferrata (ad esempio lasciare sulla strada veicoli in sosta irregolare per impedire la
circolazione di altri veicoli).
f Il reato, reintrodotto come tale dall’art. 23 del decreto legge 113/2018, potrà essere
commesso solo se le condotte criminose da esso previste siano poste in essere su aree
ad uso pubblico. Ne restano escluse, invece, le condotte che limitano la circolazione dei
proprietari di fondi chiusi al traffico che non sono considerate strade.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza (trattandosi di reato non colposo, i cui limiti edittali
rientrano tra quelli previsti dall’art. 381 c.p.p.), in caso di particolare gravità della con-
dotta posta in essere, anche in ragione dei luoghi e dei tempi in cui si sia consumata
l’azione criminosa ovvero dall’impiego concomitante della violenza sulle persone o
sulle cose.
f Sequestro amministrativo del mezzo utilizzato per il blocco ex art. 213, comma 4,
c.d.s., con affidamento del veicolo in custodia alla persona che lo conduceva ovvero al
proprietario o ad altro obbligato in solido prontamente reperibili che lo devono imme-
diatamente spostare o trasportare nel luogo indicato di custodia.
f Fanno eccezione i casi previsti dall’art. 1 bis del d.lgs. 66/1948, nel qual caso si appli-
cherà la più "lieve" sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 1.000
a 4.000 euro, nei confronti di coloro che impediscono la libera circolazione su strada
ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Quando il comportamento illecito
sopraindicato si inserisce all’interno di una manifestazione organizzata o promossa
da persone fisiche o giuridiche, la medesima sanzione prevista per l’autore materiale
sopraindicato si applica anche ai promotori e agli organizzatori. Il verbale di illecito
amministrativo va inviato al prefetto del luogo della commessa violazione che emetterà
l’ingiunzione di pagamento con le relative modalità.

BOMBA (DENUNCIA ANONIMA IN BANCA O ALTRO LOCALE) . – Inviare immediatamen-


te personale specializzato (artificieri, cinofili) sul posto indicato.
f Eseguire accurata ispezione.
f Procedere d’ufficio per procurato allarme presso l’Autorità ex art. 658 c.p., chiedendo
al PM decreto di acquisizione dei tabulati concernenti il traffico telefonico in entrata, al
fine di individuare l’autore del reato.
Atti:
✒Informativa di reato, da inviare alla Procura presso il Tribunale e per conoscenza alla
Questura (Uff. Gabinetto e Digos)
✒Eventuale verbale di ricezione di denuncia sporta dal responsabile del locale, da alle-
gare all’informativa.
✒Annotazione del personale intervenuto.

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BULLISMO (E CYBERBULLISMO)

BULLISMO (E CYBERBULLISMO). – Il termine “bullismo” indica una vasta ed eterogenea


serie di comportamenti di prevaricazione e sopraffazione, posti in essere da uno o più
soggetti nei confronti di una persona individuata come bersaglio di violenze verbali e
spesso anche fisiche.
f Procedibilità a querela ex art. 612 bis c.p. (atti persecutori)
f Se l’autore del reato è un minorenne di età compresa tra i 14 e i 18 anni, si applicano le
norme del processo penale minorile (D.P.R. n. 448/88); per il minore che al momento
in cui ha commesso il fatto non aveva compiuto i 14 anni, non essendo imputabile
per l’ordinamento giuridico del nostro Paese (97 c.p.), possono invece essere adottate
misure rieducative.
f In Italia il cyberbullismo, o bullismo elettronico, è stato disciplinato per la prima vol-
ta, in forma organica, con la legge n. 71/2017 che, all’articolo 1, comma 2, definisce
il cyberbullismo come "qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto,
ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita,
manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata
per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche
uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominan-
te sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso,
un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”. La tutela apprestata dalla normativa
richiamata è la seguente:
f Ogni minore ultraquattordicenne, genitore o soggetto esercente la responsabilità può
inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media
un’istanza per ottenere l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato
personale del minore diffuso in rete.
f Se entro ventiquattro ore dal ricevimento dell’istanza, il responsabile non comunica di
aver assunto l’incarico di provvedere all’oscuramento, rimozione o blocco richiesto, o
quando non è possibile identificare il titolare del trattamento o il gestore del sito o del
social media, la domanda può essere presentata, tramite segnalazione o reclamo, al
Garante per la protezione dei dati personali, che deve provvedere entro le quarantotto
ore dalla ricezione della richiesta, ai sensi degli artt. 143 e 144 del d.lgs. n. 196/2003.
f I reati configurabili nel caso del cyber bullismo sono svariati: sostituzione di persona
(art. 494 c.p.), violenza privata (art. 610 c.p.), atti persecutori (art. 612 bis c.p.), estor-
sione (art. 629 c.p.), molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.), pornografia mi-
norile (art. 600 ter c.p.), detenzione di materiale pornografico (art. 600 quater c.p.),
diffusione materiale pedopornografico (art. 600 ter c.p.), interferenze illecite nella vita
privata (art. 615 bis c.p.), lesioni (art. 582 c.p.).
f Prima di presentare denuncia o querela per i reati di cui agli artt. 594, 595, 612 c.p. e
167 d.lgs. n. 196/2003, se l’azione è stata commessa da un minore ultraquattordicenne
nei confronti di altri ultraquattordicenni tramite la rete internet, è prevista la possibilità
di ricorrere alla procedura di ammonimento contemplata dall’art. 8, commi 1 e 2, del
dl n. 11/2009 "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla vio-
lenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori" convertito, con modifiche dalla legge
n. 38/2009 e successive modificazioni. L’ammonimento prevede la convocazione del
minore responsabile e di un genitore o di un soggetto che ne esercita la responsabilità
genitoriale e i suoi effetti cessano nel momento in cui l’ammonito raggiunge la maggiore
età. L’istanza deve essere presentata al Questore che, assunte le necessarie informa-
zioni, in sede di convocazione "ammonisce oralmente il soggetto nei cui confronti è

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BULLISMO (E CYBERBULLISMO)

stato richiesto il provvedimento, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge
e redigendo processo verbale."
f I genitori o il tutore della vittima possono esperire azione civile nei confronti degli eser-
centi la responsabilità genitoriale del responsabile (ex art. 2048 c.c.). B
f Il cyberbullismo potrà essere commesso anche da un maggiorenne, nel qual caso sarà
direttamente responsabile e potrà essere esperita la stessa procedura contemplata per
i minorenni.
f Con sentenza 4 aprile 2018 n. 6919 il Tribunale di Roma ha stabilito che per l’alunno
picchiato a scuola sono responsabili in solido MIUR, bullo e genitori. Il tribunale in-
fatti ha accolto la domanda di un giovane, aggredito a scuola da un bullo quando era
ancora minorenne e rimasto vittima di lesioni personali, di diffamazione e di minacce.
La scuola, anzitutto, è stata giudicata responsabile (per “culpa in vigilando” ai sensi
dell’art. 2048 del Codice Civile) dei danni non patrimoniali subiti dallo studente per non
avere gli insegnanti ed il Dirigente preso adeguati provvedimenti contro l’aggressore,
nonostante le ripetute segnalazioni ricevute. Il giudice capitolino, inoltre, ha ritenuto
responsabile in via solidale lo stesso bullo, ormai divenuto maggiorenne, ed i suoi geni-
tori, accusati di “culpa in educando” (sempre ai sensi dell’ art. 2048 del Codice Civile),
ossia ritenuti colpevoli di non avere impartito all’autore degli illeciti una educazione
adeguata. A nulla è valsa la difesa paterna, secondo la quale l’uomo, divorziato dalla
moglie e non convivente da tempo con il figlio, si sarebbe trovato in una situazione di
legittimo impedimento nell’esplicazione dei propri doveri di vigilanza e di educazione:
il divorzio e la lontananza dal figlio non sono stati, infatti, ritenuti fatti capaci di esimere
da responsabilità il padre del bullo, tenuto comunque a mantenere, istruire ed educare
il ragazzo, nonché ad assisterlo moralmente ai sensi dell’ art. 147 del Codice Civile,
soprattutto in un periodo difficile quale quello dell’adolescenza.

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C
C

CALUNNIA (art. 368 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Si ha quando “Chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima
o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad un’altra Autorità che a quella
abbia obbligo di riferirneo alla Corte penale internazionale, incolpa di un reato taluno
che egli sa innocente ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato”. Le tracce di
un reato possono consistere sia in segni e indizi materiali che in segni sulla persona del
denunciante o su altri. In ogni caso dovranno essere, in modo inequivocabile, dirette ad
indicare il soggetto incolpato quale responsabile del reato.
f Una volta che la denuncia sia intervenuta e la falsa accusa sia stata formulata, non in-
cidono sulla sussistenza dell’elemento materiale del reato né la mancata conferma della
denuncia né la sua ritrattazione, la quale, al massimo, può dar luogo all’applicazione
dell’attenuante di cui all’articolo 62, n. 6, c.p. solo se il ravvedimento operoso inter-
venga prima che l’autorità procedente acquisisca la prova della falsità dell’incolpazione
(Cass. Pen., sez. VI, 31 gennaio 2007, n. 24686).
f Non risponde di calunnia chi denuncia un fatto realmente accaduto, non configurandosi
in tal caso la falsa accusa idonea ad integrare il reato.
Esempi:
☛ Integra il reato di calunnia la condotta del privato che denunci lo smarrimento di as-
segni bancari dopo averli consegnati in pagamento ad altro soggetto, simulando, così,
ai danni del prenditore del titolo le tracce del reato di furto o di ricettazione (Cass. Pen.,
sez. VI, 26 settembre 2016, n. 40021; Cass. Pen., sez. VI, 4 aprile 2012 n. 12810; Cass.
Pen., sez. VI, 18 giugno 2003, n. 26110).

CANE ABBANDONATO O RANDAGIO. – Nel caso di rinvenimento di cane abbandonato


o randagio, contattare il centralino dell’Asl e farsi passare il reperibile del servizio
accalappiacani ovvero il responsabile del servizio veterinario.
f I Servizi Veterinari delle ASL devono avere reperibilità anche notturna e festiva e sono
obbligati a intervenire per il ritiro dell’animale non di proprietà.
f Il cane sarà visitato ed identificato a cura del veterinario dell’ASL.
f Nel caso in cui sia sprovvisto di un tatuaggio o di un microchip che consentano di
rintracciare il proprietario, il cane può, se lo dispone il veterinario ASL, essere affidato
temporaneamente per 60 giorni, e poi in via definitiva.
f Nel caso, invece, in cui sia individuato il proprietario, denunciarlo, se l’animale è stato
abbandonato, ovvero consegnarglielo, se smarrito.
f Per soccorsi in situazioni particolari (tetti, alberi, cunicoli) chiamare i Vigili del Fuoco
al numero 115.

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CARTE DI CREDITO E BANCOMAT

CARTE DI CREDITO E BANCOMAT (art. 493 ter c.p.). – Indebito utilizzo e falsificazione
di carte di credito e di pagamento: si consuma nel momento in cui viene posta in es-
sere una condotta di utilizzo indebito, falsificazione o alterazione, possesso, cessione o
acquisto di carte di credito o di pagamento, come nel caso di una persona che fa uso di
carta di credito rinvenuta in un portafoglio smarrito, o di titolare di carta di pagamento
che la utilizzi dopo la scadenza o la revoca da parte della banca.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza.
f Fermo non consentito.
f Sequestrare la carta ex art. 354 c.p.p.
f Il tentativo è configurabile.
f L’indebito utilizzo della carta di credito costituisce reato consumato e non solo tentato
anche nel caso in cui la transazione non sia andata a buon fine (Cass. pen., sez. II, 14
luglio 2010, n. 27167).

CASCO IN PUBBLICHE RIUNIONI (art. 5 L. 152/75 - art. 2 L.533/77). – Si procede d’ufficio.


f Arresto facoltativo in flagranza.
f L’articolo 5 della L. 152/75 è stato sostituito dall’art. 2 della L. 8 agosto 1977, n. 533
("Disposizioni in materia di ordine pubblico") che recita testualmente: "è vietato l’uso
di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il ricono-
scimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato
motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si
svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che
tale uso comportino"
f Nei casi di cui al primo periodo del comma precedente, il contravventore è punito con
l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro.
f Qualora il fatto è commesso in occasione delle manifestazioni previste dal primo
comma, il contravventore è punito con l’arresto da due a tre anni e con l’ammenda da
2.000 a 6.000 euro.

CIARLATANO (artt. 121 T.U.L.P.S. e 231 Reg. Es.). – La definizione di “Ciarlatano” è forni-
ta dall’art. 231 del Reg. Tulps, che la individua in qualsivoglia attività diretta a speculare
sull’altrui credulità, o a sfruttare o alimentare l’altrui pregiudizio. Rientrano in questa
ipotesi le varie figure quali indovini, interpreti di sogno, soggetti esercitanti giochi di
sortilegio, incantesimi, esorcismi, o millantano in pubblico grande capacità nella pro-
pria arte o professione o magnificano ricette o preparati cui attribuiscono virtù straor-
dinarie o miracolose. Finché la prestazione cartomantica viene offerta nella sua reale
essenza ed il corrispettivo pattuito conserva un ragionevole equilibrio con la stessa, non
è dato discutere di speculatività dell’attività del soggetto erogatore; laddove, invece, alla
stessa vengano attribuite proprietà prodigiose o taumaturgiche e, facendo leva su di
esse, sia richiesto un corrispettivo sproporzionato rispetto alla sua valenza meramente
consolatoria, potrà dirsi integrata l’ipotesi (vietata) della ciarlataneria."
f L’attività di cartomanzia è lecita se non sfrutta la paura e non alimenta i pregiudizi delle
persone solo per speculare. Ex adverso, sono considerate illecite solo quelle attività che
speculano sull’altrui credulità o sfruttano o alimentano il pregiudizio.
f L’art. 121 del T.U.L.P.S. vieta il mestiere di ciarlatano. La violazione all’art. 121 è sanzio-
nata ai sensi dell’art. 17 bis c.1 TULPS.

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CIRCOLI PRIVATI

f Verbale di sanzione amministrativa ex art. 121 T.U.L.P.S. da inoltrare al Prefetto. Tale


reato è stato depenalizzato dalla L. 689/81.
Esempio:
☛ L’attività di "mago" che sfrutta la credulità altrui traendo profitto da pratiche presentate
come dirette a predire il futuro o a evitare malanni o gli effetti di "fatture" al cliente ov-
vero a procurare danni alle persone dal cliente indicate, giuridicamente si inquadra nel
mestiere di "ciarlatano", espressamente vietato dall’art. 121 ultimo comma T.U.L.P.S.
C
(Cass. Pen., sez. I, n. 5582 del 17/1/95).

CIRCOLI PRIVATI. – I circoli privati si differenziano dai pubblici esercizi in quanto sono
costituiti non in forma di impresa, come questi ultimi, bensì in forma di associazioni
non riconosciute senza scopo di lucro. Per questo, se ai pubblici esercizi può accedere
chiunque indistintamente, ai circoli può accedere solo chi sia in possesso di un tesserino
di associazione.
f Il circolo privato non necessita di alcuna autorizzazione per la sua apertura, in quanto
l’art. 18 della Costituzione stabilisce che “i cittadini hanno diritto di associarsi libera-
mente, senza autorizzazione, per fini che non siano vietati ai singoli dalla legge penale”.
f Anche per i circoli privati vi è l’obbligo di munirsi della licenza comunale di pubblica
sicurezza per la vendita di vino, birra e altre sostanze alcooliche, anche se praticata ai
soli soci (art. 86 T.U.L.P.S.).
f Nei circoli privati, essendo essi equiparati a qualsiasi abitazione privata, la polizia non
può procedere a controlli amministrativi, salvo nell’ipotesi in cui in essi si somministri-
no alimenti e bevande nel qual caso può procedervi ex art. 20 D.P.R. n. 616/77.
f Nei circoli privati la P.S. può accedere solo in caso di perquisizione o reati o di controlli
amministrativi nell’ipotesi sopra menzionata.
f Il Questore, se ricorrono i presupposti, può sospendere la licenza ex art.100 T.U.L.P.S.
anche ai circoli privati.

CIRCONVENZIONE DI INCAPACE (art. 643 c.p.). – Si procede d’ufficio, salvo se il delitto


è commesso a danno del coniuge legalmente separato, ovvero del fratello o della sorella
non convivente, ovvero dello zio o del nipote o dell’affine in secondo grado con lui
convivente, nelle quali ipotesi si procede a querela di parte, che può essere presentata
solo dall’incapace.
f Arresto: facoltativo in flagranza (381 c.p.p.).
f Fermo di indiziato di delitto: non consentito.
f Per configurarsi il reato indicato devono concorrere i seguenti elementi:
f Soggetto passivo deve essere minore (soggetto che non ha ancora compiuto i 18 anni,
anche se emancipato) ovvero infermo psichico (individuo afflitto da una malattia men-
tale) o deficiente psichico (soggetto minorato nella capacità di intendere o di volere per
qualsiasi causa, es. malattia fisica, vecchiaia, mancanza di cultura, anche se momenta-
neamente, come nel caso dell’ubriaco).
f L’induzione a compiere un atto che comporti, per il soggetto passivo e/o per i terzi,
effetti giuridici dannosi di qualsiasi natura.
f L’abuso dello stato di vulnerabilità del soggetto passivo, che si verifica quando l’agente,
ben conscio della vulnerabilità del soggetto passivo, ne sfrutti la debolezza per rag-
giungere il fine di procurare a sé o ad altri un profitto (Cass. Pen., sez. II, 23 settembre
2013, n. 39144).

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CLOCHARD

Esempio:
☛ Amministratrice di sostegno di anziana signora, invalida civile perché affetta da un
grave deficit neuro cognitivo, che creava dapprima uno stato di soggezione dell’anziana
donna verso di lei e successivamente attingeva al patrimonio della stessa per sostenere
spese che nulla avevano a che fare con esigenze, domestiche o di altro tipo, della povera
malcapitata.

CLOCHARD. – Il clochard accampato in strada, assieme ai propri cani non commette


alcun reato se vive sul marciapiede, nonostante l’ordinanza anti bivacco ufficializzata
dal Comune. Secondo i giudici sono illegittime anche le ordinanze del sindaco ove viene
stabilito «il divieto, nei luoghi pubblici del territorio comunale, di predisporre bivacchi
o accampamenti di fortuna, consistenti in situazioni di grave alterazione del decoro ur-
bano o intralcio alla pubblica viabilità». A detta della Cassazione il comportamento del
clochard non è punibile, poiché «l’ordinanza del sindaco è dettata in via preventiva ed è
indirizzata ad una generalità di soggetti». In sostanza, pur prendendo atto della precaria
e poco dignitosa situazione in cui si trova l’uomo colto a vivere per strada, secondo la
giurisprudenza egli non commette alcun reato. Ciò perché non ci si trova di fronte a
«inosservanza di provvedimenti dell’autorità» quando non viene rispettata «un’ordinan-
za contingibile e urgente del sindaco che non riguardi un ordine specifico impartito a
un soggetto determinato, ma si risolve solo in una disposizione di tenore regolamentare
data in via preventiva ad una generalità di soggetti, in assenza di riferimenti a situazioni
imprevedibili o impreviste, non fronteggiabili con i mezzi ordinari». Neanche le finalità
di pubblico interesse come l’igiene e la sicurezza delle strada possono portare a una
conclusione diversa (Cass. Pen., sez. I, 28 luglio 2017, n. 37787).

CLONAZIONE DI TARGHE (art. 482 c.p.). – La targa è un documento, ovvero una certifica-
zione amministrativa; pertanto è oggetto di tutela in riferimento all’articolo 482 c.p. per
quanto attiene al falso materiale commesso da privato (fonte ASAPS).
f Si procede d’ufficio.
f Sequestrare la targa contraffatta ex art. 354 c.p.p.

COLTELLO - PORTO ABUSIVO (art. 699 c.p.). – Ai fini della qualificazione del coltello qua-
le arma propria o arma impropria, deve farsi riferimento, rispettivamente, alle carat-
teristiche, cioè alla presenza o alla assenza della punta acuta e della lama a due tagli,
tipica delle armi bianche corte, mentre sono irrilevanti le particolarità di costruzione
dello strumento (Cass. Pen., Sez. 1, 3 dicembre 2014 n. 10979). Con Cass. Pen., Sez.
I, 9 aprile 2014 n. 19927 nonché Sez. 1, 27 febbraio 2019 n. 12750 si è conformemente
fissato il discrimine di qualificazione come arma propria o impropria di un coltello
nell’avere questi o meno la punta acuta e la lama a due tagli, precisando che il porto,
nell’un caso, è punito ai sensi dell’art. 699 c.p. e, nell’altro, è incriminato dall’art. 4 L.
n. 110 del 1975.
f Per i suesposti motivi, quindi, se il coltello rappresenta un’arma propria il porto è
vietato in ogni caso (Cass. Pen., Sez. VII, ordinanza n. 25525 del 9 settembre 2020).

COLTELLO A SERRAMANICO (PORTO ABUSIVO) (art. 699 comma 2 c.p.). – Si procede


d’ufficio.
f Sequestrare l’arma ex art. 354 c.p.p.

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CONCORSI (SUGGERIRE RISPOSTE O PRESENTARE LAVORI ALTRUI)

f Redigere annotazione di p.g.


f Il coltello a scatto è un’arma bianca, per il cui porto non si può ottenere licenza.
f Il porto abusivo (ingiustificato, fuori della abitazione o delle relative pertinenze) di un
coltello a serramanico, integra (Cass. Pen., sez. I, 5 febbraio 2019, n. 8032) la fattispecie
di reato di cui:
- all’art. 699, comma 2, c.p. se l’arma, oltre al congegno a scatto che fa fuoriuscire la
lama e al congegno di bloccaggio della stessa, ha le caratteristiche tipiche di un pu- C
gnale o di uno stiletto, ovvero la presenza di una punta acuta e di una lama a due
tagli (arma propria).
- all’art. 4 L. n. 110/1975 se l’arma rappresenta il comune coltello a serramanico,
(cioè l’utensile dotato di lama pieghevole nella cavità della impugnatura la quale, così,
funge anche da guaina), ossia costituisce strumento da punta e/o da taglio, ovverosia
arma impropria.

CONCORSI (SUGGERIRE RISPOSTE O PRESENTARE LAVORI ALTRUI) (L. 475/1925). –


Chi suggerisce le risposte di un test di esame non risponde del reato di «falso ideologico
in atto pubblico», ma della sanzione prevista dalla legge 475/1925.
f Ai sensi dell’articolo 2, «chiunque esegue o procura studi, pubblicazioni, progetti tecni-
ci, e in genere lavori» per far conseguire ad altri lauree o altri titoli scolastici o accademi-
ci, per l’abilitazione all’insegnamento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio
di diplomi o patenti, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno.
f La stessa pena è comminata al beneficiario del suggerimento. Recita la norma: «Chiun-
que in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni
per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico,
per l’abilitazione all’insegnamento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di
diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti
tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi
ad un anno». Insomma, l’articolo 1 della legge del 1925 colpisce esplicitamente chi pre-
senta lavori altrui falsamente attribuiti a sé, mentre l’articolo 2 sanziona penalmente
proprio chi li esegue o li procura ad altri. Ad essere responsabili penalmente sono sia
il suggeritore che il candidato: entrambi sono soggetti alla medesima sanzione penale
(Cass. Pen., 3 settembre 2020, n. 25027).
f Copiare la tesi di laurea integra il reato di plagio disciplinato dalla legge 475 del 19
aprile 1925 sulla “Repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti
al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche”. La pena prevista per
tale fattispecie è la reclusione da tre mesi ad un anno, reclusione che non può essere
inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito. Oltre alla reclusione c’è anche la
pena accessoria della revoca del titolo di laurea (art. 1 L. 475/25).

CONCUSSIONE (PER COSTRIZIONE) (art. 317 c.p.). – La concussione è l’estorsione com-


messa dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio.
f "Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qua-
lità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un
terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni".
f Con la L. 190/2012 è stata innalzata la pena minima da 4 a 6 anni, in guisa da evitare,
applicando i benefici pro imputato (attenuanti generiche, rito abbreviato, ecc.), la con-

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CONCUSSIONE PER INDUZIONE INDEBITA A DARE O PROMETTERE UTILITÀ

cessione della sospensione condizionale della pena o il patteggiamento (rito applicabile


solo se la pena da comminare non supera i 5 anni).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo; fermo consentito.
f In caso di condanna, ai sensi della L. 97/2001, è prevista la pena accessoria della desti-
tuzione di diritto del pubblico dipendente (interdizione perpetua dai pubblici uffici).
Nondimeno, se per circostanze attenuanti viene inflitta la reclusione per un tempo infe-
riore a tre anni, la condanna importa l’interdizione temporanea (317 bis c.p.).
Esempi:
☛ L’agente di polizia stradale che, prospettando al conducente di un’autovettura, in sede
di contestazione di un’infrazione al c.d.s., il possibile ritiro della patente, anche in
assenza dei presupposti di fatto per applicare una tale sanzione, si fa consegnare una
somma di danaro (Cass. Pen., sez. VI, 10 gennaio 2013, n. 1265).
☛ Il pubblico ufficiale che ottiene da una prostituta la promessa o l’effettiva prestazione di
un rapporto sessuale senza pagarla (Cass. Pen., sez. VI, 3 marzo 2009, n. 9528).
☛ Il professore che obbliga gli alunni ad acquistare un libro promettendo un buon voto
(Cass. Pen., sez.VI, 13 giugno 2014, n. 25255).
☛ Impiegato presso l’Agenzia delle Entrate che ottiene l’indebita dazione di danaro a fron-
te della minaccia di una “persecuzione fiscale” alla quale, altrimenti, il soggetto passivo
avrebbe potuto essere sottoposto, sulla base di un esposto anonimo relativo ad asserite
inadempienze fiscali (Cass. Pen., sez. VI, 1 luglio 2013, n. 28431).
☛ Il dirigente ASL che, per rinnovare la convenzione con un laboratorio privato di analisi,
si fa dare una “mazzetta”.
☛ Il Sindaco che costringa l’amministratore unico di una casa di riposo ad assumere due
raccomandati, minacciando, in caso contrario, l’estromissione dalla struttura e il man-
cato rinnovo del contratto (Cass. Pen., sez. II, 10 aprile 2018, n. 15792).

CONCUSSIONE PER INDUZIONE INDEBITA A DARE O PROMETTERE UTILITÀ (art. 319


quater c.p.). – "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’in-
caricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce
taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è
punito con la reclusione da 6 anni a 10 anni e 6 mesi. Nei casi previsti dal primo comma,
chi dà o promette denaro o altra utilità è punito con la reclusione fino a tre anni”.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo e fermo consentito solo per il primo comma.
f Oltre al p.u. è sanzionabile anche il privato (319 quater comma 2 c.p.) che dà o promet-
te denaro o altra utilità.
Esempi:
☛ L’agente di polizia che, avendo mostrato ad una prostituta straniera, priva del permesso
di soggiorno, il proprio tesserino, pretendeva che essa salisse in macchina per consu-
mare con lui un rapporto sessuale, prospettando tale soluzione come il modo “per non
crearle problemi”. È questa un’ipotesi di tentata concussione (Cass. Pen., sez. VI, 13
maggio 2013, n. 20428).
☛ Il funzionario dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura, competente ad istruire una
pratica per l’ottenimento di contributi comunitari, che richiede una percentuale del
contributo per un celere e positivo accoglimento dell’istanza (Cass. Pen., sez. VI, 15
aprile 2013, n. 17285).

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CONGIUNTI E NON PUNIBILITÀ NEI DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO

Integra il delitto di induzione indebita ex art. 319-quater c.p. la condotta di un apparte-


nente alle forze dell’ordine che riceva prestazioni sessuali gratuite da prostitute extra-
comunitarie in cambio della rivelazione di notizie riservate relative ad un procedimento
penale a loro carico e dell’aiuto a sottrarsi alle investigazioni (Cass. Pen., sez. VI, 16
maggio 2019, n. 36827).

C
CONGIUNTI E NON PUNIBILITÀ NEI DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO (art. 649 c.p.).
– Non è punibile chi ha commesso alcuno dei delitti contro il patrimonio di cui agli
artt. 624 e ss. (furto, truffa, circonvenzione di incapaci, usura, ricettazione, riciclaggio,
appropriazione indebita, ecc.) se il reo lo ha compiuto nei confronti del:
- coniuge non legalmente separato (tale causa di non punibilità non si estende al convi-
vente “more uxorio”- Cass. Pen., sez. II, 18 novembre 2009, n. 44047);
- la parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso;
- ascendente o discendente o affine in linea retta (bisnonno, nonno e padre del coniuge)
adottante o adottato;
- fratello o sorella che con lui convivono.
f Se invece il reato è stato compiuto nei confronti del coniuge legalmente separato, del
fratello o sorella che non convivano con lui, dello zio, del nipote o dell’affine in se-
condo grado con lui convivente (fratello o nonno del coniuge), tali reati sono punibili
a querela della persona offesa. Il rapporto di affinità tra autore e vittima del reato che
fonda la causa di non punibilità ovvero la procedibilità a querela non opera allorché sia
morto il coniuge da cui l’affinità stessa deriva e non vi sia prole (Cass. Pen., sez. II, 25
maggio 2010, n. 19668).
f Tale causa di non punibilità non si applica nei casi consumati di rapina, estorsione
e sequestro di persona a scopo di estorsione (ex art. 649 comma 3 c.p.), pur se posti
in essere senza violenza alle persone (Cass. Pen., sez. II, 8 ottobre 2009, n. 39008);
all’estorsione commessa con violenza, nemmeno se il delitto è stato solo tentato (Cass.
Pen., sez. II, 21 luglio 2010, n. 28686). Tale causa di non punibilità non si applica
nemmeno nel caso in cui il delitto contro il patrimonio sia commesso con violenza alle
persone (art. 649 comma 3 c.p.), che può consistere anche nel lanciare contro l’offeso
vari oggetti dopo averlo ripetutamente minacciato di morte (Cass. Pen., sez. II, 21 mag-
gio 2007, n. 19651).
Esempi:
☛ Il reato di tentata estorsione con minaccia verso la madre, non è punibile, ex art.
649, comma 3, c.p. in quanto le ipotesi criminose che rimangono escluse dall’opera-
tività della disposizione concernono solamente, da un lato, i delitti consumati previsti
dagli artt. 628, 629 e 620 c.p. e, dall’altro, tutti gli altri delitti contro il patrimonio, anche
se tentati, che siano commessi con violenza [...] fisica, attuata cioè con comportamenti
aggressivi rivolti in modo diretto alla persona della vittima, mentre vanno ricondotte al
novero delle minacce le attività di violenza psichica (Corte d’Appello di Cagliari, sezione
II, 9 febbraio 2017, n. 45).
☛ Non è punibile il figlio che prende un oggetto da casa e lo rivende per tenersi il prezzo
così ricavato. Tuttavia, è invece punibile il figlio che prende la carta di credito o la
tessera del bancomat del genitore per prelevare denaro dal suo conto corrente; in tal
caso infatti il reato trascende la dimensione “familiare” della lesione e coinvolge valori
riconducibili all’ambito dell’ordine pubblico, economico e della fede pubblica. (Cass.
Pen., sez. II, 21 aprile 2011, n. 15834).

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CONTATORE ENEL ALTERATO - FURTO AGGRAVATO

CONTATORE ENEL ALTERATO - FURTO AGGRAVATO (artt. 624 – 625 c.p.). – Il delitto è
punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra una o più delle circostanze
di cui agli articoli 61, n. 7 (danno patrimoniale di rilevante gravità) e 625 c.p.
f Trattandosi di furto aggravato dall’utilizzo di mezzi fraudolenti, il delitto è procedibile
d’ufficio. Eccezionalmente, la Corte di Cassazione ha ritenuto non aggravato il furto di
energia elettrica operato tramite un allacciamento diretto ed evidente alla rete esterna,
senza l’uso di alcun accorgimento volto a mascherare il furto (Cass. Pen, sez.V, 11 gen-
naio 2002 n. 7800).
f La sottrazione di energia elettrica attuata mediante la manomissione del contatore che
alteri il sistema di misurazione dei consumi integra il reato di furto e non quello di truffa
(Cass. Pen., Sez. Unite, 6 dicembre 1996, n. 10495).
f La qualità di titolare del contratto di utenza può costituire prova presuntiva della re-
sponsabilità (Cass. Pen., sez. II, 6 dicembre 1986, n. 13822).
f In tema di furto di energia elettrica sussiste l’aggravante di cui all’art. 625 n. 2 c.p.
qualora la sottrazione avvenga mediante l’allacciamento diretto alla rete di distribuzio-
ne, atteso che in tal caso il flusso abusivo può essere generato solo attraverso il seppur
marginale danneggiamento per distacco dei fili conduttori (Cass. Pen., sez. IV, 4 luglio
2008, n. 27445).

CONTRABBANDO DI TABACCHI LAVORATI ESTERI (art. 291 bis D.P.R. 43/1973). – Il


reato consiste nell’introduzione clandestina di sigarette nel territorio dello Stato in vio-
lazione delle leggi doganali. L’art. 291 bis del D.P.R. 23 gennaio 1973 n. 43 punisce
chiunque introduce, vende, trasporta, acquista o detiene nel territorio dello Stato un
quantitativo di tabacco lavorato estero di contrabbando (sprovvisto del contrassegno
dei Monopoli di Stato) superiore a dieci chilogrammi convenzionali.
f Si procede d’ufficio.
f Perquisire il mezzo utilizzato, ed eventualmente sequestrarlo, o il luogo dove la mer-
ce è detenuta.
f Arrestare il reo per detenzione e vendita di sigarette di contrabbando e connessa
evasione all’IVA (art. 291 bis D.P.R. n. 43/73, modificato dalla L. 19.03.2001 n. 92 e
D.L. 16/2012).
f Sequestrare i tabacchi ex art. 354 c. 2 c.p.p.

CONTRAFFARE LA PROGNOSI CONTENUTA IN UN CERTIFICATO MEDICO (art. 482 c.p.:


falsità materiale commessa da privato in certificati). – Si procede d’ufficio.
f Sotto il profilo giuridico, il certificato medico, sia redatto dal medico curante, sia stilato
da altro specialista del S.S.N., è un atto “pubblico”, in quanto posto in essere da un
Pubblico Ufficiale, e come tale, fa fede fino a querela di falso della provenienza del
documento dal P.U. che l’ha redatto, nonché dei fatti che, in esso, il P.U. attesta aver
compiuto o essere accaduti in sua presenza.

CONTRAFFAZIONE DI MERCE (art. 474 c.p.: commercio di prodotti con segni falsi). – Si
procede d’ufficio nei confronti di chi introduce nel territorio dello Stato, al fine di
trarne profitto, prodotti industriali con marchi o altri segni distintivi, nazionali o esteri,
contraffatti o alterati.

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CONTRASSEGNO PER INVALIDI (O DOCUMENTO) FOTOCOPIATO E USATO QUALE ORIGINALE

f Nei confronti di chi, invece, acquista per uso personale oggetti con marchi contraffat-
ti, redigere verbale di violazione amministrativa ai sensi dell’art.1 comma 7 della
L.14/05/2005, n. 80, nella versione modificata dalla L. 23 luglio 2009, n. 99: - autorità
amministrativa competente per i ricorsi ed il procedimento sanzionatorio conseguente è
la Prefettura; - i proventi sono devoluti allo Stato; - sequestro amministrativo della mer-
ce acquistata, ai fini della confisca; - dicitura da riportare nel verbale “Quale acquirente
finale acquistava o accettava a qualsiasi titolo senza averne prima accertata la legittima
C
provenienza cose che per la loro qualità e/o per la condizione di chi le offre e/o per
l’entità del prezzo inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di
origine e provenienza dei prodotti e/o in materia di proprietà intellettuale”.
f Per escludere la possibilità di una denuncia per ricettazione nei confronti dell’acqui-
rente, però, bisogna dare dimostrazione che l’acquisto è avvenuto per uso personale e
non per il commercio e, quindi, per lucrare. Questo perché la legge sanziona solo chi è
inserito nel circolo produttivo o di distribuzione del prodotto contraffatto, non invece
chi se ne serve per scopi puramente personali (per esempio, l’acquisto delle scarpe o
della polo per indossarli). Di conseguenza risponde del delitto di ricettazione chi ac-
quistando un bene contraffatto, contribuisca all’ulteriore distribuzione e diffusione di
esso, in quanto non lo destina a sé, ma ad altri. Secondo la Cassazione, la ricettazione
scatta anche se il prodotto venga acquistato per essere regalato. Il reato scatta, infatti,
indipendentemente dal fatto che “l’ulteriore distribuzione avvenga a titolo oneroso o
gratuito”. Quindi, per esempio, l’uomo che venga trovato con una borsa da donna o un
paio di scarpe troppo piccole per la sua taglia rischia l’incriminazione. (Cass. pen., sez.
II, 9 marzo 2016, n. 12870).
f Cercare, se esistenti, eventuali fatture di acquisto.
f Far intervenire Polizia Scientifica, per eseguire rilievi video-fotografici con riferimento
sia allo stabile sia alla merce rinvenuta e sequestrata.
f Verbale di accertamenti urgenti sullo stato dei luoghi e delle cose.
f Verbale di sequestro penale ex art. 354 c.p.p. della merce contraffatta.
Esempi:
☛ Mettere in vendita prodotti (orologi, scarpe, borse, bracciali, ecc.) con marchi o segni
distintivi contraffatti o alterati (Armani, Dior, Lacoste, Richmond) (Cass. Pen., sez. V, 3
febbraio 2014, n. 5215).
☛ Commercializzare prodotti recanti il marchio “vera pelle” o “vero cuoio” contraffatto
(Cass. Pen., sez. V, 2 marzo 2009, n. 9261).

CONTRASSEGNO PER INVALIDI (O DOCUMENTO) FOTOCOPIATO E USATO QUALE ORI-


GINALE (artt. 477 e 482 c.p. – Falsità materiale commessa dal privato in autorizzazioni
amministrative). – Si procede d’ufficio.
f Sussiste il reato solo se la fotocopia si presenta non come tale, ma con l’apparenza di
un documento originale, atto a trarre in inganno (Cass. Pen., sez. V, 24 maggio 2010,
n. 19567). Non sussiste, invece, il reato di falso quando l’atto sia presentato come mera
fotocopia.
f Neppure al titolare del documento stesso (certificato o autorizzazione) è consentita la
riproduzione in maniera da creare un secondo documento che si presenti e sia utilizzato
come l’originale (Cass. Pen., sez. V, 21 novembre 2011, n. 42957).

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CONTROLLO DI SOGGETTO A CUI CARICO È DISPOSTO ORDINE DI ESECUZIONE DI PENA

CONTROLLO DI SOGGETTO A CUI CARICO È DISPOSTO ORDINE DI ESECUZIONE DI


PENA. – Se durante un controllo di polizia un soggetto, da accertamenti SDI, risulta
destinatario di ordine di esecuzione pena, gli operatori devono:
- accompagnare il soggetto in ufficio;
- acquisire l’ordine di esecuzione (ad es. dai Carabinieri che lo detengono);
- notificare l’ordinanza all’interessato e rilasciargli copia;
- invitarlo a nominare un difensore;
- tradurre nella più vicina casa circondariale il soggetto;
- redigere biglietto di carcerazione;
- redigere verbale di esecuzione.

CORRUZIONE PER L’ESERCIZIO DELLA FUNZIONE (art. 318 c.p.) (CD. CORRUZIONE IM-
PROPRIA o ATTIVA). – "Il pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o
dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne
accetta la promessa è punito con la reclusione da 3 a 8 anni”.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza; fermo consentito
f Consentita la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio (ex art. 289
c.p.p.).
f In caso di condanna, ai sensi della L. 97/2001, è prevista la pena accessoria della de-
stituzione di diritto del pubblico dipendente (interdizione perpetua dai pubblici uffici).
Nondimeno, se per circostanze attenuanti viene inflitta la reclusione per un tempo infe-
riore a tre anni, la condanna importa l’interdizione temporanea (317 bis c.p.).
Esempi:
☛ Funzionario della Motorizzazione che percepiva dai privati somme di danaro per acce-
lerare le pratiche di collaudo di automezzi, incrementando il numero di collaudi rispetto
a quello previsto per ogni singola seduta da un ordine di servizio (Cass. Pen., sez. VI,
20 novembre 2003, n. 44787).
☛ Sottufficiale della Guardia di Finanza che, in cambio di utilità, effettua, o comunque
provoca un’ispezione diretta all’accertamento di illeciti fiscali (Cass. Pen., sez. VI, 24
agosto 1990, n. 11737).
☛ L’abituale accettazione di compensi da parte di impiegati di una Conservatoria Immobi-
liare per il rilascio in tempi più celeri di certificati catastali attestanti il vero (Cass. Pen.,
sez. VI, 17 gennaio 2002, n. 1905).

CORRUZIONE PER UN ATTO CONTRARIO AI DOVERI D’UFFICIO (art. 319 c.p.). – “Il pub-
blico ufficiale che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo
ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio,
riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito
con la reclusione da 6 a 10 anni”.
f Atto contrario ai doveri d’ufficio è qualsiasi atto in contrasto con norme giuridiche
o con istruzioni di servizio o che, comunque, violi i doveri di fedeltà, imparzialità ed
onestà che deve osservare chiunque eserciti una pubblica funzione.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza.

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CORRUZIONE PER UN ATTO CONTRARIO AI DOVERI D’UFFICIO

CORRUZIONE PER UN ATTO CONTRARIO AI DOVERI D’UFFICIO

f Il militare condannato, anche con sentenza non definitiva, per il reato di corruzione
è obbligatoriamente soggetto alla sospensione dal servizio, indipendentemente dalla
sottoposizione o meno alla misura della custodia cautelare in carcere (Cass. Pen., sez.
I, 28 gennaio 2011, n. 3142).
f In caso di condanna, ai sensi della L. 97/2001, è prevista la pena accessoria della desti-
tuzione di diritto del pubblico dipendente (interdizione perpetua dai pubblici uffici).
Nondimeno, se per circostanze attenuanti viene inflitta la reclusione per un tempo infe- C
riore a tre anni, la condanna importa l’interdizione temporanea (317 bis c.p.).
Esempi:
☛ Il professore universitario che, in cambio di prestazioni sessuali da parte della propria
studentessa, le fa superare l’esame, informandola preventivamente sulle domande che
le porrà. In questo caso il voto d’esame “comprato”, da un punto di vista amministrati-
vo, è nullo, anche se non avviene quasi mai che il Rettore, quale Autorità competente,
revochi in autotutela l’atto viziato o che il Giudice penale disapplichi l’atto amministra-
tivo viziato impedendo che lo stesso produca i suoi effetti.
☛ Consigliere comunale che, in cambio del voto favorevole ad una delibera, aveva ricevuto
una promessa di aiuto, finalizzata ad ottenere una progressione di carriera nell’ente in
cui prestava attività lavorativa (Cass. Pen., sez. VI, 11 luglio 2013, n. 29789).
☛ Il pubblico ufficiale, dirigente dell’ufficio compartimentale delle imposte dirette, dava
disposizione, a seguito dell’accordo corruttivo, di definire in fretta la verifica ad una
società in modo da impedire il completo controllo fiscale e contabile (Cass. Pen., sez.
VI, 26 luglio 2006, n. 26248).
☛ Il pubblico ufficiale che, per compiere un atto contrario ai suoi doveri d’ufficio, riceva
dal corruttore, suo inquilino, quale utilità, un esorbitante “canone di locazione” di una
sua villa (Cass. Pen. sez. VI, 22 dicembre 1997 n. 11984).
☛ L’agente di polizia giudiziaria che si presti, dietro corrispettivo, a recapitare clandesti-
namente ad un detenuto corrispondenza, cibarie ed altro, perché tali fatti si qualificano
come contrari ai doveri d’ufficio (Cass. Pen., sez. I, 8 giugno 2011, n. 22838).

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D

D
DANNEGGIAMENTO AGGRAVATO (art. 635/2 c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Denunciare il reo per danneggiamento aggravato o procedere ad arresto facoltativo ex
art. 381/2.
f Sequestrare l’oggetto usato per compiere il reato, ex art. 354 c.p.p.
f Sentire eventuali testi a sommarie informazioni, ex art. 351 c.p.p.
f Il reato di danneggiamento semplice (635 c.p.), che è quello che si realizza quando
il bene non è sottoposto alla cosiddetta «pubblica fede» ossia non si trova in un’area
aperta al pubblico, è stato depenalizzato col D.Lgs. 7/2016, diventando così un mero
illecito civile.
f È invece rimasto reato il danneggiamento aggravato.
Esempi:
☛ Soggetti trovati a danneggiare auto su suolo pubblico, come nel caso in cui l’auto,
anziché trovarsi nel recinto di un parcheggio privato, chiusa cioè al traffico, si trovava,
al momento dell’atto vandalico, sulla strada urbana o, comunque, in un parcheggio
aperto al pubblico (si pensi a un parcheggio gestito dal Comune o da una società privata
oppure allo spazio auto antistante un centro commerciale, di proprietà di quest’ultimo,
ma di libero accesso a chiunque). Pertanto, chi trova l’auto rigata o danneggiata
dopo averla lasciata a bordo del marciapiedi, sulle strisce blu, sulla strada pubblica
o comunque in un’area (anche privata purché) aperta al transito, ha ugualmente
il diritto di sporgere denuncia alle autorità, in quanto il reato di danneggiamento di
un bene esposto a pubblica fede non è stato abrogato dal D.Lgs. 7 del 2016 e, pertanto,
continua ad essere previsto dalla legge come reato (Cass. pen., sezione II, 16 maggio
2017, n. 24131).
☛ Non sussiste ipotesi aggravata, nel caso in cui l’auto sia danneggiata in presenza del
proprietario. La presenza del proprietario al momento del danneggiamento, infatti, fa
venir meno l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede, pertanto il danneggiamento
sarà semplice, e quindi depenalizzato (Cass. Pen., sez. II, 11 ottobre 2017, n. 46585).

DANNEGGIAMENTO DI VEICOLO DI POLIZIA . – È un reato di danneggiamento aggrava-


to, procedibile d’ufficio.
f Si può procedere ad arresto facoltativo in flagranza (381/2 c.p.p.).
Esempi: con lancio di pietre o altro mezzo (635/2 c.p.).

DANNEGGIAMENTO SEGUITO DA INCENDIO (art. 424 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto non consentito.

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DASPO URBANO

f Verbale di perquisizione, ex art. 352 c.p.p. e di eventuale sequestro del corpo del reato,
ex art. 354 c.p.p.
f Il delitto sussiste quando l’agente, al solo scopo di danneggiare la cosa altrui, appicca
il fuoco a una cosa propria o altrui, senza voler cagionare l’incendio, e dal fatto sorge
il pericolo di un incendio (comma 1). Il fuoco è “appiccato” a una cosa appena questa,
in tutto o in parte, comincia a bruciare, pur senza fiamma, cioè anche in modo lento
o latente.
f Se al fatto segue l’incendio, l’arresto è facoltativo in flagranza (comma 2).
f Se il fuoco è appiccato a boschi, selve e foreste o vivai forestali destinati al rimboschi-
mento, e al fatto segue l’incendio, l’arresto è obbligatorio in flagranza (comma 3). In
caso ciò avvenga per colpa, l’arresto è facoltativo.

DASPO URBANO . – Il Daspo urbano è una misura amministrativa introdotta nel nostro
ordinamento con il c.d. decreto Minniti (d.l. 14/2017, conv. in legge n. 48/2017) e poi
modificata con il c.d. decreto sicurezza o decreto Salvini (d.l. 113/2018, conv. in legge
132/2018), che ne ha ampliato l’ambito di applicazione. (www.StudioCataldi.it).
f La misura in oggetto mira a sanzionare la condotta di chi ostacola l’accesso e la li-
bera fruizione di determinati luoghi pubblici (stazioni di trasporto pubblico, autosta-
zioni, stazioni ferroviarie, infrastrutture marittime e aeroporti, in violazione dei divieti
di stazionamento o di occupazione degli spazi ivi previsti), e in generale si propone di
contrastare il degrado urbano comportato da condotte quali bivacchi non autorizzati,
accattonaggio, comportamenti molesti da parte di soggetti in stato di ubriachezza, etc.
f Il Daspo urbano comporta l’allontanamento del trasgressore e l’irrogazione ai suoi
danni di una sanzione pecuniaria. È punita, altresì, l’eventuale reiterazione della con-
dotta.
f Il decreto Minniti ha demandato alla potestà regolamentare di polizia urbana la pos-
sibilità di ampliare il novero dei luoghi pubblici ove può essere applicata la misura in
oggetto, includendovi istituti scolastici e universitari, aree museali, siti archeologici,
complessi monumentali, aree adibite a verde pubblico e luoghi di interesse cultu-
rale o comunque interessati da considerevole afflusso turistico. Tale elenco è stato
integrato dal decreto Salvini, che vi ha incluso anche i presidi sanitari e le zone che
ospitano fiere, mercati e spettacoli.
f Il Daspo urbano comporta, innanzitutto, l’allontanamento del soggetto che mette in
atto la condotta molesta.
f Redigere verbale di allontanamento con il quale l’agente accertatore rivolge il relativo
ordine per iscritto al trasgressore, avendo cura di indicarvi le motivazioni e specificando
che lo stessa ha un’efficacia di 48 ore dalla commissione del fatto.
f Il destinatario del Daspo è tenuto a pagare a titolo di sanzione amministrativa pecu-
niaria una somma compresa tra 100 e 300 euro; l’autorità competente all’irrogazione
è il Sindaco.
f In caso di violazione dell’ordine di allontanamento, si applica una sanzione pari a
quella sopra esaminata, aumentata del doppio (art. 10 comma 1).
f Copia dell’ordine di allontanamento è trasmessa al Questore.
f Quest’ultimo, in caso di reiterazione della condotta da cui possa derivare pericolo per
la sicurezza pubblica, ha facoltà di disporre il divieto di accesso del trasgressore ad
una o più delle aree sopra indicate (da indicare in modo specifico nel provvedimento),
per un periodo massimo di 12 mesi (due anni, se il soggetto risulta precedentemente
condannato per reati contro la persona o il patrimonio).

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PRONT_0346_Prontuario_primo_intervento_FO_2020.indb 74 11/11/20 15:59


DEFORMAZIONE DELL’ASPETTO DELLA PERSONA MEDIANTE LESIONI PERMANENTI AL VISO

f Chi non osserva il divieto imposto dal questore subisce l’arresto fino ad un anno (due
anni, se il soggetto risulta precedentemente condannato per reati contro la persona o
il patrimonio).
f Il decreto Minniti prevede, inoltre, all’art.13, il divieto di accesso o di stazionamento (da
uno a cinque anni) nelle vicinanze di scuole, università e locali aperti al pubblico per
le persone precedentemente condannate per spaccio di stupefacenti in relazione a fatti
commessi presso edifici analoghi.
f Analoga misura è stata poi introdotta (art. 13-bis) dal decreto Salvini, a danno delle
persone precedentemente condannate per reati commessi in occasione di gravi disordini
all’interno di locali aperti al pubblico (durata da sei mesi a due anni).
D

DEFORMAZIONE DELL’ASPETTO DELLA PERSONA MEDIANTE LESIONI PERMANENTI


AL VISO (art. 583 quinquies c.p.). – La condotta consiste nel cagionare “…ad alcuno le-
sione personale dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso”
e si consuma nel momento in cui è cagionata la deformazione (completa sfigurazione
della parte anteriore del capo compresa fra l’impianto frontale dei capelli e l’estremità
del mento, parte che interessa maggiormente la venustà della persona) o lo sfregio per-
manente del viso (nocumento che, senza determinare la più grave conseguenza della
deformazione, importa un turbamento irreversibile dell’armonia delle linee del viso).
f Il tentativo è ammissibile.
f La sanzione è la reclusione da otto a quattordici anni.
f Si procede d’Ufficio.
f Arresto: facoltativo in flagranza (381 c.p.p.).
f Fermo di indiziato di delitto: consentito (384 c.p.p.).
f Misure cautelari personali: consentite (280, 287 c.p.p.).
Esempio:
☛ Il soggetto che, per mera vendetta, sfregia il volto del compagno o dell’ex partner, ricor-
rendo al fuoco o all’impiego di sostanze acide o corrosive.

DEFUNTI (artt. 407- 413 c.p.): delitti contro la pietà dei defunti. – Si procede d’ufficio.
f Comprende le ipotesi di:
1) Violazione di sepolcro (disseppellimento illegittimo, scoperchiatura tombe o urne),
nel qual caso è previsto l’arresto facoltativo in flagranza.
2) Vilipendio delle tombe (disprezzo attuato di solito mediante deturpazione di lapidi,
imbrattamento delle stesse), nel qual caso si procede d’ufficio con annotazione. Non è
previsto l’arresto;
3) Turbamento di un funerale: redigere annotazione di p.g., per aver impedito o turba-
to un funerale o un servizio funebre;
4) Vilipendio di cadavere: nel qual caso è previsto l’arresto facoltativo in flagranza
solo qualora il reo deturpi o mutili il cadavere, o commette su questo atti di brutalità o
di oscenità;
5) Distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere (o delle sue ceneri): arresto
facoltativo in flagranza;
6) Occultamento di cadavere: si procede con annotazione. Arresto non consentito;
7) Uso illegittimo di cadavere: per scopi didattici o scientifici in casi non consentiti
dalla legge. Redigere annotazione di p.g.

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PRONT_0346_Prontuario_primo_intervento_FO_2020.indb 75 11/11/20 15:59


DENUNCIA DI DANNO TEMUTO

DENUNCIA DI DANNO TEMUTO (art. 1172 c.c.). – Se il proprietario di un fondo ritiene che
possa subire un danno da un fondo vicino (da un albero, da un muretto di recinzione o
da qualunque altra cosa) può chiedere al giudice che sia autorizzato a provvedere per
eliminare questi possibili pericoli (ad es. ripulire il terreno per evitare che si formino
spore dannose per il suo terreno). È necessario, tuttavia, che sussista un altro elemento
affinché la fattispecie si verifichi, ancorché la norma dell’art. 1172 non ne faccia alcuna
menzione: esso è rappresentato dal comportamento omissivo del proprietario, o, più in
generale, di chi ha la legittima disponibilità del bene da cui genera il pericolo di danno.

DIFFAMAZIONE (art. 595 c.p.). – Si procede a querela di parte.


f È commessa da chiunque, comunicando con almeno due soggetti, offende la reputa-
zione di una persona (ossia la stima, la favorevole opinione che gli altri hanno di una
persona nel proprio ambiente sociale e professionale), in assenza della stessa (ad es.
dare del truffatore o del lavativo ad un soggetto assente).
f Non è necessario che la percezione da parte delle suddette persone avvenga contem-
poraneamente: il fatto sussiste anche quando l’azione del colpevole sia stata percepita
prima da una e poi da altra persona.
f La diffamazione può derivare anche dalle pubblicazioni su FB. Infatti, ai fini dell’in-
tegrazione del reato di diffamazione, anche a mezzo di Internet, è sufficiente che il
soggetto la cui reputazione è lesa sia individuabile da parte di un numero limitato di
persone indipendentemente dalla indicazione nominativa (Cass. Pen., sez. I, 16 aprile
2014, n. 16712).
f La diffamazione può realizzarsi anche per mezzo di social network. I social network
sono, infatti, per consolidata giurisprudenza, mezzi idonei per realizzare la pubblicizza-
zione e la circolazione, tra un numero indeterminato di soggetti, di commenti, opinioni
e informazioni, che, se offensivi, comportano l’integrazione del reato di diffamazione,
aggravata dall’utilizzo di un mezzo di pubblicità (Cass. Pen. Sentenza n. 5 del 2 gennaio
2017). Occorre, tuttavia, aggiungere che il reato di diffamazione per mezzo di social
network presuppone una corretta ed esatta individuazione dell’autore (Cass. Pen., V
sez., 5 febbraio 2018 n. 5352).
f Perché possa configurarsi il reato di diffamazione a mezzo stampa presupposto impre-
scindibile è che l’offesa sia stata indirizzata a una persona specifica, quindi indicando
nome e cognome oppure che sia facilmente individuabile per altri elementi. Ciò signifi-
ca che non si può lamentare la diffamazione se oggetto dell’offesa sia un gruppo o una
categoria di persone non facilmente individuabili.
f L’ art. 595 c.p. comma 3 contempla il reato di diffamazione aggravata che si ha quan-
do l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità,
ovvero in atto pubblico. È sufficiente raffrontare la pena della reclusione base prevista
dal comma 1 con quella contemplata dal comma 3 per comprendere che la gravità
della diffamazione dipende dal mezzo utilizzato. È indubbio infatti che diffamare una
persona a una festa a cui partecipa un numero limitato di persone, è ben diverso dal
commettere la stessa azione a mezzo stampa o pubblicando un post su Facebook. “La
diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso di una bacheca "Facebook"
integra un’ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell’art. 595, comma terzo, cod.
pen., sotto il profilo dell’offesa arrecata "con qualsiasi altro mezzo di pubblicità" diver-
so dalla stampa, poiché la condotta in tal modo realizzata è potenzialmente capace di
raggiungere un numero indeterminato, o comunque quantitativamente apprezzabile, di

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DIFFAMAZIONE E OBBLIGO DI RETTIFICA. PUBBLICAZIONE NON VERITIERA

persone e tuttavia non può dirsi posta in essere "col mezzo della stampa", non essendo i
social network destinati ad un’attività di informazione professionale diretta al pubblico
(Cass. Pen., sez. V, 12 aprile 2019, n. 30737).
Esempi:
☛ Un commissario del Corpo della Polizia Municipale, durante una intervista rilasciata ad
un quotidiano, lamentando dei problemi di gestione all’interno dell’amministrazione
riportava testualmente queste parole: "Non siamo in presenza di errori casuali, sono
errori voluti dall’alto.” Il comandante del corpo di Polizia Municipale e il responsabile
del servizio di verbalizzazione del medesimo corpo di Polizia Municipale avevano spor- D
to querela perché ritenuti offesi nell’onore. La questione è giunta sino in Cassazione e
in questa sede il ricorso è stato rigettato per le ragioni di cui sopra (Cass. Pen., sez. V,
9 dicembre 2014, n. 51096).
☛ Colui che diffonde, tra i compaesani della vittima, sposata con un altro, la notizia di
aver avuto una relazione con lei e di essere in possesso di filmati che lo ritraevano in
momenti di intimità con la donna (Cass. Pen., sez. V, 19 febbraio 2018, n.7856).
☛ Accusare l’amministratore di condominio, in presenza di più persone, di illecita appro-
priazione del denaro a lui versato dai condomini al fine di far fronte a debiti personali
od impiegarli in viaggi, in assenza di qualsivoglia elemento attestante la veridicità di
quanto affermato. Infatti, la propaganda di notizie, senza averne prova alcuna, che
l’amministratore avrebbe distratto illecitamente il denaro condominiale per far fronte a
propri debiti od impiegandolo in spese personali, non rientra nel legittimo esercizio del
diritto di critica (Cass. Pen., sez. V, 10 aprile 2020, n. 11913).
☛ Commette il reato di diffamazione aggravata, ex articolo 595 comma 3 cod. pen., la
persona che, attraverso la pubblicazione di un post su Facebook, accusa l’ex partner,
in maniera non del tutto corrispondente alla realtà, di far mancare al proprio figlio i
mezzi di sussistenza, facendolo così apparire a un numero indeterminato di potenziali
utenti del social network come una persona incurante della vita del minore (Tribunale
di Campobasso, sentenza n. 574/2019).

DIFFAMAZIONE E OBBLIGO DI RETTIFICA. PUBBLICAZIONE NON VERITIERA. – L’art.


8 della legge n. 47/1948 sulla stampa, così come modificato dall’art. 42 legge 5 agosto
1981 n. 416, attribuisce al soggetto il diritto di rettifica delle notizie pubblicate sui
mezzi di informazione, in tutti i casi in cui si tratti di notizie non vere o che l’interes-
sato ritenga lesive dei propri diritti all’onore, alla reputazione o all’identità personale.
L’attuazione del diritto alla rettifica non è rimessa alla discrezionale valutazione del
direttore del mezzo di informazione, ma deve avere corso in tutti i casi in cui ne ricor-
rano i presupposti, con i soli limiti stabiliti dalla legge stessa. "L’accertata liceità della
pubblicazione della notizia di cui si chiede la rettifica trattandosi di notizia rispondente
alle conoscenze acquisite fino a quel momento e ricorrendo gli estremi del diritto di
cronaca - non fa venir meno l’obbligo di pubblicare la rettifica dell’interessato, qualora
la relativa domanda sia diretta a far valere l’avvenuto accertamento dei fatti in termini
diversi da quelli in precedenza pubblicati, dovendo la verità reale prevalere sulla verità
putativa” (Cass. civ., sez. III, 24 novembre 2010, n. 23835).

DIFFUSIONE DI RIPRESE E REGISTRAZIONI FRAUDOLENTE (art. 617 septies c.p.). – La


condotta consiste nel diffondere con qualsiasi mezzo riprese audio o video di incontri
privati o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza o con la sua partecipa-

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DIFFUSIONE ILLECITA DI IMMAGINI O VIDEO SESSUALMENTE ESPLICITI (REVENGE PORN)

zione, che devono essere state carpite fraudolentemente (ossia, con l’inganno e senza
il consenso della persona offesa), e punisce la divulgazione di tali specifici contenuti
che rappresentano la manifestazione di pensiero della persona offesa, con la finalità
che tale condotta deve essere connotata dalla intenzione di recare danno all’altrui
reputazione o immagine.
f Si procede a querela di parte.
f Arresto facoltativo in flagranza; fermo non consentito.
f La punibilità è esclusa se la diffusione delle riprese o delle registrazioni deriva in via
diretta ed immediata dalla loro utilizzazione in un procedimento amministrativo o giu-
diziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca. L’esimente di cui
all’art. 617 septies c.p., comma 2, tuttavia, non può invocarsi se la diffusione delle
riprese o registrazioni fraudolente avvenga prima ed al di fuori della loro utilizzazione
in sede processuale o per l’esercizio delle richiamate finalità. In altri termini, l’autore
dell’illecito, il quale abbia diffuso le riprese o le registrazioni all’esterno prima di uti-
lizzarle nei casi prospettati dalla disposizione, non potrà invocare l’applicazione della
scriminante de qua.
Esempio:
☛ Nel caso in cui manchi l’animus diffamandi o la rappresentazione della possibilità che
la diffusione crei un pregiudizio alla vittima, l’invio a terzi di uno screenshot raffiguran-
te una chat privata o estratti di essa, da parte di uno dei partecipanti alla conversazione,
potrebbe violare il diritto alla riservatezza degli altri interlocutori, e conseguentemente
comportare per l’autore il risarcimento dell’eventuale danno cagionato, nel caso in cui
da esso si possano dedurre dati personali e sensibili, tutelati dal codice della Privacy:
l’art. 23 del citato codice prevede, infatti, per il trattamento di dati personali da parte di
privati o di enti pubblici economici, il consenso espresso dell’interessato, manifestato
in forma scritta in caso di dati sensibili.

DIFFUSIONE ILLECITA DI IMMAGINI O VIDEO SESSUALMENTE ESPLICITI (REVENGE


PORN) (art. 612 ter c.p.). – La condotta consiste nel diffondere sul web immagini o
video privati a sfondo sessuale a scopi vendicativi e senza il consenso della persona
ritratta. La locuzione di origine anglosassone "revenge porn", o anche "revenge porno-
graphy", associa la parola "vendetta" (revenge) a quella di pornografia.
f Si procede a querela di parte.
f Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela
può essere soltanto processuale.
f Si procede d’ufficio, invece, se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione
di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanzanonché
quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza.
f In Italia, fino all’agosto 2019, non esisteva alcuna legge specifica in materia e l’unica
possibilità riconosciuta alle vittime era quella di fare riferimento alla normativa sui reati
di diffamazione, estorsione, violazione della privacy e trattamento scorretto dei dati per-
sonali. Con il Codice Rosso è stato introdotto il reato di revenge porn anche nel nostro
Paese, previsto e punito dall’art. 612-ter del codice penale.

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DISCOTECA O ALTRO LOCALE APERTO AL PUBBLICO

Esempio:
☛ Dopo la fine della relazione sentimentale, all’insaputa del partner, l’ex fidanzato pub-
blica su un social network una foto da lui stesso scattata che ritrae l’ex fidanzata senza
indumenti o un video dove la donna è in atteggiamenti intimi.

DISCOTECA O ALTRO LOCALE APERTO AL PUBBLICO (Ove non viene permesso l’accesso
a chi paga regolarmente il biglietto). – Per rifiutare l’accesso deve esserci un legittimo
motivo (es.: raggiunta capienza o soggetto pericoloso che vuole entrare), e non una
disposizione del gestore che si entra solo in coppia. In caso contrario si sanziona il ge- D
store ex art. 187 reg. T.U.L.P.S., secondo cui “Salvo quanto dispongono gli articoli 689 e
691 del codice penale, gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le
prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo”. Le
violazioni, ai sensi dell’art. 221/bis, comma 1 del T.U.L.P.S., sono soggette alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da euro 516,00 a euro 3.096,00.
f Se ugualmente il gestore non vuole farlo entrare, emano un provvedimento di polizia,
ex art. 5 T.U.L.P.S., con cui gli intimo di fare entrare il cliente.
f Se il cliente regolarmente entrato crea disordini all’interno, il gestore non può cacciarlo
ma deve chiamare la Polizia.
f Potrebbe rifiutarsi l’ingresso a chi, anche per precedenti comportamenti, possa mettere
a rischio l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno dell’esercizio, nonché a chi sia no-
toriamente dedito ad attività delittuose.
f Parimenti, al fine di tutelare il decoro dell’esercizio e in linea con la libertà d’iniziativa
economica sancita dall’art. 41 della Costituzione, è da ritenere “legittimo motivo” il
rifiuto della prestazione ad avventori che non siano convenientemente abbigliati in
relazione alla tipologia dell’esercizio, tanto più nei casi in cui determinate condizioni
di accesso (es. obbligo della giacca e della cravatta) vengano rese note all’ingresso del
locale con adeguati strumenti informativi.

DISTRIBUTORE DI BENZINA TRUCCATO (art. 515 c.p.). – Si procede d’ufficio, per frode
continuata in commercio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Sequestrare l’impianto (colonnine e cisterne contenenti il carburante annacquato, ov-
vero miscelato con altre sostanze o eroganti quantitativi di carburante non rispondenti
al vero).
f Il delitto di frode in commercio si realizza non solo quando viene consegnata una cosa
diversa da quella pattuita (aliud pro alio), ma anche quando, pur essendoci identità di
specie, si consegna una cosa qualitativamente diversa da quella pattuita (ad es. non
sussiste il reato nel caso in cui si vendano capi di abbigliamento provenienti dal c.d.
“mercato parallelo”, ossia provenienti dalla stessa ditta produttrice del mercato prima-
rio, quando la divergenza tra i prodotti è del tutto marginale e manca la prova che la
vendita sia avvenuta affermando la provenienza dal mercato primario).

DISTRUZIONE O DETURPAMENTO DI BELLEZZE NATURALI (art. 734 c.p.). – Si procede


d’ufficio, qualora si deturpino beni sottoposti a vincolo ambientale. Il vincolo paesag-
gistico, sancito con provvedimento dell’Autorità, è indispensabile nonché condizione

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DISTURBO DELLE OCCUPAZIONI O DEL RIPOSO DELLE PERSONE

imprescindibile perché solo la sua violazione comporta la configurabilità del reato ex


art. 734 c.p.
f La contravvenzione è punibile tanto se commessa con dolo quanto se commessa con
colpa.
Esempi:
☛ È configurabile il reato di cui all’art. 734 c.p. quando ammassi di letame siano di entità
tale da comportare una modifica definitiva e irreversibile della situazione ambientale
con riferimento all’aspetto paesaggistico (Cass. Pen., 5 gennaio 1991, n. 86).
☛ È pacifico che la contravvenzione di cui all’art. 734 c.p. si configuri come un reato di
danno e non di pericolo (o di danno presunto), richiedendo per la sua punibilità che
si verifichi in concreto la distruzione o l’alterazione delle bellezze protette. Pertanto
non è sufficiente per integrare gli estremi del reato né l’esecuzione di un’opera né la
semplice alterazione dello stato naturale delle cose sottoposte a vincolo, ma occorre che
tale alterazione abbia effettivamente determinato la distruzione o il deturpamento delle
bellezze naturali (Cass. Pen., sez. III, 9 giugno 2009, n. 23828).

DISTURBO DELLE OCCUPAZIONI O DEL RIPOSO DELLE PERSONE (art. 659 c.p.). – Si
procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f La polizia giudiziaria accerterà se:
Il soggetto abbia fatto schiamazzi (baccano di grida discordanti e disordinate) o rumori
(grida veementi e tumultuose, alterchi, diverbi, fischi e ululati) oppure, abbia abusato
(cioè adoperato in tempo o in luoghi o in modo contrario alle leggi e alle consuetudini)
di strumenti sonori (che siano normalmente destinati alla produzione di suoni - come
strumenti musicali, radio, campane -, o siano adibiti eccezionalmente a tale uso - come
casseruole, coperchi di pentole, ecc.) o di segnalazioni acustiche (clacson, trombe, si-
rene di navi) oppure, abbia suscitato o - avendone l’obbligo giuridico o la possibilità
pratica - non impedito strepiti di animali (rumore prodotto dagli animali con gli organi
vocali - nitriti, latrati, guaiti - o, con il loro movimento - calpestio, corse, campanelli
legati alla coda, ecc.).
f Per effetto dell’azione o dell’omissione suddetta (vedi articoli 40 e 41 c.p.) sia stato reso
impossibile o notevolmente ostacolato il normale svolgimento delle occupazioni o del
riposo di un numero considerevole e indeterminato di persone ovvero di uno spettacolo,
ritrovo o intrattenimento pubblico.
f Qualora, nonostante l’invito ad eliminare o ridurre la fonte del rumore, questo persista,
la p.g., per evitare che il reato sia portato a conseguenze ulteriori (art. 55 c.p.p.), ordi-
nerà la sospensione o la riduzione dello stesso (nel caso di inosservanza, procederà ex
art. 650 c.p.).
f L’attitudine dei rumori a disturbare il riposo o le occupazioni delle persone, può essere
rilevata dagli atti di polizia giudiziaria tipici, quali, ovviamente, le sommarie informa-
zioni testimoniali e gli accertamenti urgenti ex art. 354 c.p.p., che nel caso di specie
si concretizzeranno nella descrizione esatta di quanto percepito e della distanza dalla
fonte del rumore. Nell’espletamento degli accertamenti può essere utilizzato personale
tecnico, esperto in acustica (art. 348, ultimo comma, c.p.p.).
f È poi possibile intervenire con quella particolare misura cautelare reale che è il se-
questro preventivo del locale o della fonte di disturbo, ai sensi dell’art. 321 c.p.p.. Il

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DISTURBO DELLE OCCUPAZIONI O DEL RIPOSO DELLE PERSONE

DISTURBO DELLE OCCUPAZIONI O DEL RIPOSO DELLE PERSONE

sequestro può avvenire anche con l’apposizione di sigilli allo strumento (quale condi-
zionatore d’aria difettoso).
f Identificare l’autore della violazione a norma dell’art. 349 c.p.p.
f Invitarlo a eleggere domicilio per le notificazioni (art. 161 c.p.p.).
f L’indagato, salvo eventuale convocazione in ufficio per sommarie informazioni (art. 350
c.p.p.), può essere sentito sul posto ai sensi e con i limiti di cui ai commi 5 e 6 dell’art.
350 c.p.p. oppure dallo stesso possono essere acquisite spontanee dichiarazioni ai sensi
dell’ultimo comma dell’anzidetto articolo.
Esempi: D
☛ Integra il reato previsto dall’art. 659, comma primo, c.p., l’esercizio di una discoteca
i cui rumori, in ora notturna, provocano disturbo al riposo delle sole persone abitanti
nell’edificio in cui è ubicato il locale, se il fastidio non è limitato agli appartamenti
attigui alla sorgente rumorosa, in quanto la propagazione delle emissioni sonore estesa
all’intero fabbricato è sintomatica di una diffusa attitudine offensiva e della idoneità a
turbare la pubblica quiete. (Cass. Pen., sez. III, 5 giugno 2014, n. 23529).
☛ La contravvenzione non sussiste allorquando i rumori arrechino disturbo ai soli occu-
panti di un appartamento, all’interno del quale sono percepiti, e non da altri, abitanti
del condominio in cui è inserita detta abitazione ovvero trovantisi nelle zone circostanti:
infatti, in tale ipotesi, non si produce il disturbo, effettivo e potenziale, della tranquillità
di un numero indeterminato di soggetti, ma soltanto quello di definite persone, sicché il
fatto, se del caso, può costituire illecito civile (ex art. 844 c.c., n.d.r.), ma non assurgere
a violazione penalmente sanzionabile (Cass. Pen., sez. I, 5 febbraio 1998, n. 1406).
☛ Se il cane del vicino disturba solo chi ha denunciato il fatto, non scatta il reato di "di-
sturbo delle occupazioni e riposo delle persone"; il reato, infatti, si configura solo se
il latrato del cane disturba un numero indeterminato di persone (Cass. pen., sez. III,
26 aprile 2018, n. 1501). Il vicino con il cane disturbatore commette solo un’infrazione
amministrativa (Cass. Pen., sez. I, 12 febbraio 2014, n. 6685).
☛ Se il cane abbaia anche di notte, non c’è bisogno della perizia per condannare il padro-
ne, se i testi confermano tale circostanza. Il disturbo alla quiete pubblica è reato di peri-
colo presunto, desumibile da elementi probatori diversi dalla consulenza tecnica. (Cass.
Pen., sez. III, 9 dicembre 2015, n. 48460). Si tratta di un reato procedibile d’ufficio,
per cui non è necessaria una querela ma basta una semplice segnalazione o la denuncia
da parte di uno solo degli abitanti della zona. I carabinieri o la polizia potranno inter-
venire e, se c’è anche l’autorizzazione del tribunale, potranno provvedere al sequestro
preventivo del cane quando vi è pericolo di reiterazione del reato (si pensi al caso di
un padrone costretto ad assentarsi tutte le sere per il lavoro e a lasciare il cane sul bal-
cone a lamentarsi). Gli animali sono considerati “cose”, assimilabili – secondo i principi
civilistici – alle res, anche ai fini della legge processuale, e, pertanto, ricorrendone i
presupposti, possono costituire oggetto di sequestro preventivo (Cass. Pen., sez. III, 22
dicembre 2016 n. 54531). Se invece il latrato del cane arriva solo a poche famiglie (ad
esempio il dirimpettaio o i condomini del piano di sopra e di sotto) siamo in presenza
di un semplice illecito civile. In questa ipotesi non si può procedere alla denuncia, né
i carabinieri e la polizia sono competenti (né tantomeno il Comune o l’Asl). Bisogna
allora, tramite un avvocato, ricorrere in tribunale affinché il giudice, d’urgenza, ordini
al padrone di adottare le misure necessarie – ivi compresa l’insonorizzazione dell’ap-
partamento – ad evitare le molestie acustiche.
☛ Risponde del reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone il gestore
di un pubblico esercizio che non impedisca i continui schiamazzi provocati dagli av-

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DOCUMENTO DI IDENTIFICAZIONE (USO DI ATTO FALSO)

ventori in sosta davanti al locale anche nelle ore notturne, poiché al gestore è imposto
l’obbligo giuridico di controllare, anche con ricorso allo “ius excludendi” o all’autorità,
che la frequenza del locale da parte degli utenti non sfoci in condotte contrastanti con
le norme poste a tutela dell’ordine e della tranquillità pubblica (Cass. Pen., Sez. III, 16
giugno 2017, n. 30189).

DOCUMENTO DI IDENTIFICAZIONE (USO DI ATTO FALSO) (art. 489 - 497 bis c.p.). – Si
procede d’ufficio.
f Arresto obbligatorio nei casi di cui all’articolo 497 bis c.p. (ex art. 380, comma 2,
punto m bis), c.p.p.).
f Qualora un soggetto abbia fatto uso di un atto falso, alla cui formazione non ha avuto
parte pur essendo a conoscenza della sua falsità, risponde del reato di cui all’art. 489
(uso di atto falso). Ad es.: l’uso di un documento di identità falso, mostrato al p.u. che
chiede le generalità, equivale ad una falsa dichiarazione di identità, sicché il soggetto
realizza i reati di cui all’art. 495 c.p. (falsa attestazione a un p.u. sulla identità propria)
e 489 c.p.
f Se invece il possessore del documento non valido per l’espatrio alterato o addirittura
contraffatto abbia concorso attivamente alla falsificazione risponderà della sanzione
prevista dagli artt. 477 e 482 c.p. (falsità materiale commessa dal privato).
f Se fosse dimostrato che per commettere il reato sia stato utilizzato un modulo o un
documento originale di provenienza illecita, ricorrerà anche il reato di ricettazione pre-
visto all’art. 648 c.p. ed eventualmente, qualora le generalità riportate sul documento
contraffatto fossero di colui che avesse subito il furto, si procederà anche per il reato di
sostituzione di persona (art. 494 c.p.).
f Qualora il soggetto sia trovato in possesso di un documento falso valido per l’espatrio
(passaporto o carta di identità), risponderà anziché del reato di cui all’art. 482 c.p.,
di quello di cui all’art. 497 bis che punisce il mero possesso di documenti validi per
l’espatrio che siano contraffatti o presentino segni di alterazione. Chi, invece, forma
il documento falso ovvero lo detenga per farlo utilizzare ad altri è sanzionato più
gravemente dal secondo comma dell’art. 479 bis, come nel caso di soggetto che detiene
un passaporto recante la foto del possessore ma con generalità diverse (Cass. Pen., sez.
V, 4 febbraio 2015, n. 5355).
f Il possesso di una carta d’identità contraffatta integra il delitto previsto dall’art. 497 bis
c.p. solo se il documento contenga la clausola di validità per l’espatrio (Cass. Pen., sez.
I, 9 febbraio 2012, n. 5061).

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E

EDIFICIO PERICOLANTE (art. 677 c.p.). – Il proprietario di un edificio o di una costruzio-


ne che minacci rovina ovvero chi è per lui obbligato alla conservazione o alla vigilanza E
dell’edificio o della costruzione, il quale omette di provvedere ai lavori necessari per
rimuovere il pericolo, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da € 154 a
€ 929. La stessa sanzione si applica a chi, avendone l’obbligo, omette di rimuovere
il pericolo cagionato dall’avvenuta rovina di un edificio o di una costruzione. Queste
prime due ipotesi criminose, dopo la depenalizzazione, sono diventate illeciti ammi-
nistrativi.
f Se dai fatti preveduti dalle disposizioni precedenti deriva pericolo per le persone, la
pena è dell’arresto fino a sei mesi o dell’ammenda non inferiore a € 309. In quest’ultimo
caso, sanzionato penalmente, è previsto un più rigoroso trattamento sanzionatorio se
dal fatto illecito deriva pericolo per le persone.
f Si procede d’ufficio.
f Recarsi sul posto unitamente ai vigili del fuoco.
f Qualora effettivamente vi siano parti pericolanti (a causa di crepe, inclinazioni, evidente
presenza di umido, ecc.), contattare personale dell’Ufficio Tecnico Comunale sia per
la messa in sicurezza dell’area ove insiste il predetto edificio, sia per l’ispezione della
costruzione stessa.
f Identificare i proprietari dell’immobile o, in caso di condominio, il suo amministratore.
f Qualora si sia in presenza di immobili o muri in cattivo stato di conservazione che rica-
dono su pubblica via, ossia siano fronteggianti le strade, (di cui i tecnici non certifichi-
no alcun pericolo per l’incolumità pubblica) il proprietario va diffidato e gli si contesta
la sanzione di cui all’art. 30 c.d.s.; in tal caso, copia del verbale di contestazione deve
essere trasmesso al sindaco (o all’ente proprietario della strada) ed al prefetto competen-
te per le valutazioni di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 30 c.d.s. (che può ordinare la demo-
lizione o il consolidamento dell’immobile a spese del proprietario, qualora quest’ultimo
non abbia provveduto a compiere le opere necessarie, nonostante la diffida).
f Qualora l’edificio o il muro che minaccia crollo non sia prospicente la strada, come nel
caso affacci o fronteggi su stradina privata che conduce ai box condominiali, si appli-
ca esclusivamente l’art. 677 c.p. con denuncia a piede libero (Cass. Pen., sez. I, sent.
679/1993) in quanto la norma in questione si riferisce alle condizioni dell’immobile a
prescindere dalla sua ubicazione.
f Qualora l’immobile sia in condizioni tali da costituire pericolo si applicano le sanzioni
amministrative di cui all’art. 677 commi 1 e 2 c.p.
f Qualora i tecnici del comune e i vigili del fuoco costatino che le condizioni dell’edificio
siano tali da creare concreto pericolo per l’incolumità pubblica, e quindi c’è stata
ulteriore inerzia da parte del proprietario, solo in tale ipotesi denunciarlo a piede libero
per il reato di cui all’art. 677, comma 3, c.p..

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ELEZIONI: DISTURBO DEI COMIZI E DELLE RIUNIONI ELETTORALI - IMPEDIRE O TURBARE

Esempi:
☛ In caso di caduta dal balcone di calcinacci che colpiscono un passante, ne risponde
il proprietario del balcone stesso e non l’amministratore di condominio, in quanto il
proprietario deve ritenersi titolare di una posizione di garanzia che deriva dalla previ-
sione di cui all’ art. 677 c.p., in virtù del rapporto di particolare prossimità con il bene
la cui tutela viene ad essergli affidata attraverso l’imposizione dell’obbligo di agire e
di predisporre i lavori necessari per la rimozione del pericolo (Cass. Pen., sez. IV, 20
febbraio 2019, n. 7665).
☛ Il terrazzo dell’appartamento sovrastante rischia di cadere, ma il proprietario non si
attiva per ripararlo.

ELEZIONI: DISTURBO DEI COMIZI E DELLE RIUNIONI ELETTORALI - IMPEDIRE O TUR-


BARE (D.P.R. 361/57). – Riunioni o comizi di propaganda elettorale (anche private)
relative ad elezioni politiche, europee e referendarie è un delitto punito con reclusione
e multa ex art. 99, comma 1, D.P.R. 361/57: si procede d’ufficio.
f Riunioni o comizi di altro genere, comprese quelle di propaganda elettorale per ele-
zioni amministrative e regionali, è una contravvenzione punita dall’art. 660 c.p. (mo-
lestia o disturbo alle persone) e dall’art. 654 (grida e manifestazioni sediziose).
f Si procede d’ufficio.
f Il terrazzo dell’appartamento sovrastante rischia di cadere, ma il proprietario non si
attiva per ripararlo.

ELEZIONI: INTRODURRE NELLA CABINA ELETTORALE IL PROPRIO TELEFONO CELLU-


LARE (art. 1 L. 96/2008). – Si procede d’ufficio.
f Per configurarsi reato non è necessario che il telefono venga impiegato per scattare una
foto alla scheda appena compilata, ma è sufficiente l’introduzione in cabina del mezzo
di riproduzione;
f Il comma 2 dell’articolo 48 della Costituzione prevede che il voto sia “personale ed
eguale, libero e segreto.” Il divieto di scattare fotografie alle schede elettorali serve
proprio per tutelare la segretezza del voto e la libertà di scelta degli elettori che non
devono subire pressioni o essere ricattati. Ma il divieto ha anche un altro scopo, quello
di contrastare il fenomeno del “voto di scambio” ovvero quando un elettore promette
di barrare una certa preferenza in cambio di favori o privilegi illeciti.
f Il reato è commesso anche se chi ha scattato la fotografia la tiene per sé e decida di non
divulgarla in alcun modo. Questa regola vale per ogni tipologia di appuntamento elet-
torale quindi elezioni amministrative, politiche, regionali e referendarie.Il divieto vale
anche se l’immagine resta privata e non si ha nessuna intenzione di mostrarla ad altri.
f La condotta costituente reato è esclusivamente quella descritta nel primo comma del-
l’art. 1 della L. 96/2008, vale a dire “l’introduzione nella cabina elettorale di strumenti
atti a fotografare l’espressione del voto”. Il secondo e terzo comma, infatti, “dettano
solo le condotte di cui il presidente del seggio è onerato” ma la cui inosservanza “è
priva di conseguenze penali per il medesimo”. Di conseguenza “tali ulteriori condot-
te, ed in particolare l’invito del presidente all’elettore a depositare le apparecchiature
di registrazione, previsto dal comma secondo, non costituiscono alcuna condizione di
procedibilità o di punibilità della condotta descritta al primo comma”. Cass. pen., sez.
V, 1 marzo 2018, n. 9400).

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ELEZIONI: PROPAGANDA ELETTORALE

ELEZIONI: PROPAGANDA ELETTORALE (L. 212/1956). – Art. 6 legge 212/1956: 1. Dal


trentesimo giorno precedente la data fissata per le elezioni è vietata ogni forma di pro-
paganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico, escluse le
insegne indicanti le sedi dei partiti. È vietato altresì il lancio o il getto di volantini in
luogo pubblico o aperto al pubblico e ogni forma di propaganda luminosa mobile. 2. In
caso di violazione delle disposizioni recate nel presente articolo si applica la sanzione
amministrativa pecuniaria da € 103,00 a € 1032,00. 3. È responsabile esclusivamente
colui che materialmente è colto in flagranza nell’atto di affissione. Non sussiste respon-
sabilità solidale.
f Art. 8 legge 212/1956: 1. Chiunque sottrae o distrugge stampati, giornali murali od
altri, o manifesti di propaganda elettorale previsti dall’art. 1, destinati all’affissione o
alla diffusione o ne impedisce l’affissione o la diffusione ovvero stacca, lacera o rende E
comunque illeggibili quelli già affissi negli spazi riservati alla propaganda elettorale a
norma della presente legge, o, non avendone titolo, affigge stampati, giornali murali od
altri o manifesti negli spazi suddetti è punito con la sanzione amministrativa da € 103,00
ad € 1032,00. Tale disposizione si applica anche per i manifesti delle pubbliche autorità
concernenti le operazioni elettorali. 2. Se il fatto è commesso da pubblico ufficiale, si
applica la sanzione amministrativa di cui al comma 1. 3. Chiunque affigge stampati,
giornali murali od altri, o manifesti di propaganda elettorale previsti dall’art.1 fuori degli
appositi spazi è punito con la sanzione amministrativa da € 103,00 ad € 1032,00. Alla
stessa pena soggiace chiunque contravviene alle norme dell’ultimo comma dell’art.1. 4.
È responsabile esclusivamente colui che materialmente è colto in flagranza nell’atto di
affissione. Non sussiste responsabilità solidale.
f Art. 9 legge 212/1956: 1. Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono
vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici
o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti
di propaganda. 2. Nei giorni destinati alla votazione è altresì vietata ogni forma di pro-
paganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali… 4.
Chiunque contravviene alle norme di cui al presente articolo è punito con la sanzione
amministrativa da € 103,00 ad € 1032,00.
f Art. 7 legge 130/1975: 1. Le riunioni elettorali alle quali non si applicano le disposi-
zioni dell’art. 18 T.U.L.P.S., a termine dell’ultimo comma dello stesso articolo, posso-
no aver luogo non prima del 30° giorno antecedente la data fissata delle elezioni. 2.
Durante detto periodo l’uso di altoparlanti su mezzi mobili è consentito soltanto per il
preannuncio dell’ora e del luogo in cui si terranno i comizi e le riunioni di propaganda
elettorale e solamente dalle ore 9 alle ore 21.30 del giorno della manifestazione e di
quello precedente, salvo diverse motivate determinazioni più restrittive adottate da par-
te degli enti locali interessati relativamente agli orari anzidetti. 3. La contravvenzione
alle norme di cui al precedente comma è punita con la sanzione amministrativa da euro
103,00 ad euro 1032,00.
f Per tutte le violazioni riguardanti la propaganda elettorale aspetto comune è che le
stesse possono essere contestate solo ed esclusivamente a colui che è materialmente
colto in flagranza nella commissione dell’illecito e non vi è più, come invece avveniva
in precedenza fino all’entrata in vigore della L. 311/2004, la responsabilità solidale del
committente.
f Per le sanzioni amministrative previste in materia di propaganda elettorale l’Autorità
competente ex artt. 17-18 L. 689/1981 è la Prefettura del luogo della commessa vio-
lazione. Le spese sostenute dal Comune per la rimozione della propaganda abusiva

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ESERCIZIO ABUSIVO DEL CREDITO

nelle forme di scritte o affissioni murali e di volantinaggio sono a carico esclusivamente


dell’esecutore materiale. Non sussiste responsabilità solidale neppure del committente
(art. 15 L. 515/1993 comma 3).

ESERCIZIO ABUSIVO DEL CREDITO (art. 132 D.lgs. n. 385/93). – Si procede d’ufficio.
f L’attività di prestito abusivo (ossia senza le prescritte autorizzazioni) di denaro si so-
stanzia solo quando è rivolta al “pubblico” e non a una sola persona, pertanto non
commette reato chi fa un mutuo ad un amico, ossia gli presta del denaro in cambio della
restituzione del capitale insieme ai relativi interessi stabiliti secondo gli accordi delle
parti purché si rispettino i limiti stabiliti dalla legge per non poter essere considerati
usurari (Cass. Pen., Sez. V, 19 gennaio 2010, n. 2404).

ESERCIZIO APERTO AL PUBBLICO DOVE AVVENGONO GRAVI TUMULTI O DOVE SI


RIUNISCONO ABITUALMENTE PERSONE PREGIUDICATE O PERICOLOSE (art.100
T.U.L.P.S.). – Identificare i soggetti che si trovano nel locale.
f Relazione di servizio.
f Qualora il locale sia divenuto abituale ritrovo di persone pregiudicate e pericolose e per-
tanto costituisce pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, il dirigente
l’ufficio procedente può proporre al Questore la sospensione della licenza.
f Se si ripetono i fatti per i quali è stata sospesa la licenza, questa può essere revocata.
f La giurisprudenza del Consiglio di Stato ha stabilito che ai fini della sospensione della
licenza di un esercizio, l’art.100 T.U.L.P.S. non ha riguardo alla possibilità più o meno
effettiva per il titolare dell’esercizio pubblico in questione di conoscere la pericolosità
dei clienti o i loro precedenti penali ovvero di impedire agli stessi di soffermarsi presso
il proprio locale bensì all’esigenza obiettiva di tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza
dei cittadini, indipendentemente da ogni responsabilità dell’esercente; ciò che rileva,
infatti, nella ratio del legislatore, è l’effetto dissuasivo sui soggetti indesiderati, i quali,
da un lato, sono privati, per qualche tempo, di un luogo di abituale aggregazione,
dall’altro, sono avvertiti della circostanza che la loro presenza in detto luogo è oggetto
di attenzione da parte delle autorità preposte.

ESERCIZIO ARBITRARIO DELLE PROPRIE RAGIONI CON VIOLENZA ALLE PERSONE (art.
393 c.p.). – Tale reato sussiste quando l’agente agisce al fine di esercitare un suo preteso
diritto con la convinzione ragionevole della legittimità della propria pretesa, usando
violenza o minaccia alle persone anziché ricorrere al giudice.
f Si procede a querela della persona offesa.
f Arresto e fermo non sono consentiti.

ESERCIZIO ARBITRARIO DELLE PROPRIE RAGIONI CON VIOLENZA SULLE COSE (art.
392 c.p.). – Si procede a querela della persona offesa.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f "Chiunque, al fine di esercitare un preteso diritto, potendo ricorrere al giudice, si fa
arbitrariamente ragione da sé medesimo, mediante violenza sulle cose, è punito a
querela della persona, con la multa fino a euro 516. Agli effetti della legge penale, si ha
violenza sulle cose allorché la cosa viene danneggiata o trasformata, o ne è mutata la

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ESERCIZIO PUBBLICO

destinazione. Si ha altresì violenza sulle cose allorché un programma informatico viene


alterato, modificato o cancellato in tutto o in parte ovvero viene impedito o turbato il
funzionamento di un sistema informatico o telematico”.
Esempi:
☛ Il reato può rinvenirsi nel comportamento della moglie che cambia la serratura della
porta, essendo proprietaria dell’appartamento, ed impedisce al marito di entrare in
casa, per qualunque motivo. (Cass. Pen., sez. VI, 29 gennaio 2014, n. 413). Nel caso
intendesse non avere più alcun rapporto col marito dovrà chiedere la separazione giudi-
ziale e di conseguenza dovrà essere il Giudice a statuire se il marito debba o no uscire
dalla casa familiare.
☛ La condotta del proprietario che disdice i contratti di fornitura delle utenze domestiche,
a lui intestate, relative ad un appartamento dato in locazione, per accelerare il rilascio
E
dello stesso da parte dell’inquilino (Cass. Pen., sez. VI, 25 ottobre 2012, n. 41675).

ESERCIZIO PUBBLICO (art. 86 T.U.L.P.S.). – L’art. 86 T.U.L.P.S. fornisce la nozione di eser-


cizi pubblici (bar, ristoranti, alberghi, pensioni, ecc.), per i quali è necessaria apposita
licenza, mentre l’art. 68 T.U.L.P.S. fornisce la nozione di locali di pubblico spettacolo.
f ESERCIZIO PUBBLICO E ORARIO DI CHIUSURA: Se l’esercente protrae l’orario di chiu-
sura oltre i termini stabiliti, ordino ex art. 186 Reg. T.U.L.P.S. lo sgombero del locale. Se
sia il gestore che l’avventore rifiutano, applico ad entrambi l’art. 221 bis del T.U.L.P.S.
(sanzione amministrativa) e ex art. 5 T.U.L.P.S. utilizzo la forza pubblica per sgombrare
il locale.

ESPLODENTI (ABUSIVI E NON MICIDIALI) (artt. 678-679 c.p.). – Le materie esplodenti


sono sostanze che, dopo uno stimolo esterno e dopo una reazione chimica, danno luogo
alla formazione di gas che provoca una grande forza d’urto; esse, per struttura chimica e
modalità di fabbricazione, risultano prive della potenza micidiale tipica degli esplosivi;
che, invece, rappresentano prodotti caratterizzati da un’elevata potenzialità e micidiali-
tà che li rende idonei a provocare un’esplosione con rilevante effetto distruttivo.
f Assumere a sommarie informazioni le persone informate sui fatti.
f Procedere a perquisizione ex art. 41 T.U.L.P.S. presso l’abitazione del soggetto, per ac-
certare l’eventuale detenzione di armi o esplosivi non denunciati.
f Denunciare il soggetto per detenzione, vendita senza licenza, trasporto, omessa denun-
cia di materie esplodenti “non micidiali” (quali i giocattoli pirici, i fuochi d’artificio e
pirotecnici, i mortaretti, le bombe-carta, i petardi, le girandole, ecc.).
Esempi:
☛ Integra la contravvenzione in esame l’abusiva detenzione e cessione di giocattoli pirici,
capaci solo di arrecare molestie (Cass. Pen., sez. V, 17 gennaio 2012, n. 1764).
☛ Soggetto che vende dei petardi da lui stesso fabbricati, senza avere alcuna autorizza-
zione.

ESPLOSIONI PERICOLOSE (art. 703 c.p.). – Chiunque, senza la licenza dell’Autorità (57
T.U. di P.S.), in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in
direzione di essa spara armi (704) da fuoco, accende fuochi d’artificio, o lancia razzi, o

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ESPLOSIVI (ABUSIVI E MICIDIALI)

innalza aerostati con fiamme, o, in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose è punito


con l’ammenda fino a € 103.
f Si procede d’ufficio
Esempi:
☛ Due amici, lungo una via pubblica, molto affollata, lanciano fuochi d’artificio.
☛ La norma sanziona lo sparo, in luogo abitato, di armi da fuoco, e non di armi da sparo,
pertanto lo sparo, in luogo abitato, di una carabina ad aria compressa, che è arma da
sparo e non arma da fuoco, non realizza la contravvenzione in esame (Cass. Pen., sez.
VI, 26 febbraio 1973, n. 342), ma il reato di getto pericoloso di cose (674 c.p.), in quanto
l’espulsione del pallino di piombo mediante la forza dell’aria compressa configura getto
di cosa atta ad offendere le persone (Cass. Pen., sez. VI, 2 febbraio 1971, n. 1559).
☛ Integra la contravvenzione di esplosioni pericolose la condotta del soggetto che, sebbe-
ne abbia regolarmente denunciato la detenzione di un’arma comune da sparo, esploda
con la stessa in luogo abitato colpi d’arma da fuoco, in quanto la legittima detenzione
non costituisce “licenza” per effettuare l’esplosione (Cass. Pen., sez. I, 28 novembre
2005 n. 43003).
☛ Non è configurabile il reato di cui all’art. 703 cod. Pen. nel fatto di esplodere dei colpi
con un’arma giocattolo (Cass. Pen., sez. I, 9 novembre 1994, n. 11188).

ESPLOSIVI (ABUSIVI E MICIDIALI) (L. 895/67). – Arresto obbligatorio per detenzione,


porto illegale e fabbricazione di ordigni esplosivi, ex artt. 1- 4 della L. 895/67.

ESTORSIONE (art. 629 c.p.). – La condotta consiste nel costringere taluno a fare od
omettere qualche cosa con violenza o minaccia e procurando un ingiusto profitto e
un danno altrui. Si consuma nel momento in cui il profitto ingiusto è perseguito ed è
causato il danno altrui. Il tentativo è ammissibile.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto obbligatorio in flagranza (art. 380, co. 2 lett. f) c.p.p.); se autore del delitto è
un minore l’arresto è facoltativo (art. 16 in relazione art. 23 D.P.R. 448/1988).
f Fermo consentito.
f Minori: arresto e fermo sono consentiti (art. 17 in relazione art. 23 D.P.R. 448/1988).
f Nel caso in cui il delitto sia commesso da persona sottoposta con provvedimento defini-
tivo ad una misura di prevenzione personale, durante il periodo previsto di applicazione
e sino a 3 anni dal momento in cui è cessata l’esecuzione, è consentito l’arresto anche
fuori flagranza (art. 71 comma 2 d.lgs. 159/2011 (Codice delle leggi antimafia e delle
misure di prevenzione).

EVASIONE DAGLI ARRESTI DOMICILIARI (art. 385 c.p.). – Sussiste il reato se l’imputato
si allontana dal luogo ove è custodito perché arrestato in flagranza (380-381 c.p.p.),
fermato (384 c.p.p.), in stato di custodia cautelare in carcere o in luogo di cura (285-286
c.p.p.) o agli arresti domiciliari (284 c.p.p.).
f Redigere annotazione per evasione e relazione di servizio.
f Gli agenti che effettuano il controllo dei detenuti agli arresti domiciliari non possono
limitarsi a suonare al citofono ma debbono anche bussare alla porta per essere certi che
in casa davvero non ci sia nessuno.

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EVASO (RINTRACCIO)

f La P.G. che, senza giustificato motivo, omette, ritarda o esegue solo in parte (o negli-
gentemente) i controlli circa l’osservanza delle prescrizioni relative alle misure cautelari
incorre in sanzioni disciplinari (art. 16 att. c.p.p.) o in sanzioni penali qualora la con-
dotta sia dolosa (in particolare ex art. 323 c.p., abuso d’ufficio, e 328 c.p., rifiuto d’atti
d’ufficio-omissione).
Esempi:
☛ Configura evasione dagli arresti domiciliari anche l’uscire di casa per gettare i rifiuti
sull’assunto che qualsiasi "allontanamento, ancorché limitato nel tempo e nello spazio"
è da considerarsi evasione, essendo irrilevanti i motivi che hanno determinato la con-
dotta del detenuto. Il divieto di uscire dall’abitazione senza apposita autorizzazione, è
"assai semplice" e di "comune cognizione" e, dunque, categorico. Anche perché, tra
l’altro, al fine di provvedere a determinate esigenze di vita, chiunque si trovi ai domi- E
ciliari, ha la possibilità di chiedere al giudice specifica autorizzazione ad allontanarsi
dalla propria abitazione (Cass. Pen., sez. VI, 25 agosto 2014, n. 36123).
☛ Il reato di evasione dagli arresti domiciliari sussiste anche nell’ipotesi di un soggetto al-
lontanatosi da casa al fine di recuperare l’animale domestico in fuga seppure all’interno
del condominio. Infatti, nel concetto di domicilio vanno compresi i terrazzi ed i giardini
di pertinenza esclusiva dell’abitazione non invece gli ambienti condominiali come i
pianerottoli, le scale ed i cortili interni, in quanto di libero accesso ed in uso da parte di
altri (Cass. Pen., sez.VI, 28 novembre 2014, n. 49794).

EVASO (RINTRACCIO). – Perquisizione ex art. 352 c.p.


f Arresto facoltativo anche fuori flagranza (art. 3 D.L. 152/1991 conv. L. 203/1991) ed
anche nel caso in cui il sottoposto agli arresti domiciliari sia autorizzato ad assentarsi
per lavoro e in quel periodo non viene trovato al lavoro ma in altro luogo (Cass. Pen.,
sez.VI, n.3024/1993). La disposizione si applica anche agli imputati minorenni che vio-
lano le prescrizioni inerenti alla misura della custodia cautelare (art. 23 D.P.R. 448/88).
f L’A.G. valutati entità, motivi e circostanze della violazione, può sostituire o cumulare la
precedente misura con altra più grave (art. 276 c.p.p.) ovvero, per il tossicodipendente
o l’alcool dipendente sottoporlo alla custodia cautelare in carcere quando questa è stata
revocata o non è stata disposta per consentire al soggetto di effettuare un programma
terapeutico e l’inosservanza è consistita proprio nel rifiutare o nell’interrompere il pro-
gramma stesso (art. 89 T.U. 309/90).
f Chi procura o agevola l’evasione di una persona sottoposta a misura di sicurezza de-
tentiva o nasconde l’evaso all’Autorità risponde di PROCURATA INOSSERVANZA DI
MISURE DI SICUREZZA DETENTIVE (391 c.p.).

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F

FALSA TESTIMONIANZA RESA ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA (art. 372 c.p.). – Si procede


d’ufficio.
f L’arresto in flagranza è facoltativo ex art. 381 c.p.p.
f Il P.m. o le parti possono chiedere al giudice che disponga la trasmissione degli atti
all’Ufficio del P.M. per la valutazione sull’eventuale sussistenza del reato di cui all’art.
F
372 c.p.
f Si tratta di un reato proprio, ovvero può essere commesso solo da chi ricopre il ruolo di
testimone sia in ambito civile sia penale.
f Rispondono di falsa testimonianza anche gli interrogati della difesa, in quanto non
v’è differenza tra testimoni chiamati dal Pubblico Ministero, dalla Difesa, ovvero dai
Giudici. Un testimone presta giuramento di rito davanti all’Autorità procedente, ed è
tenuto, pertanto, a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto sia a propria
conoscenza.

FALSE DICHIARAZIONI RESE ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA (art. 378 c.p.). – Si procede
d’ufficio per il delitto di favoreggiamento personale.
f Il reo, infatti, con le proprie dichiarazioni reticenti arrecherà un pregiudizio alle indagini
condotte dagli investigatori.
Esempi:
☛ Rientra nella previsione delittuosa del favoreggiamento personale non solo la condotta
di chi renda false informazioni, ma anche quella di chi opponga un mero silenzio alle
sollecitazioni degli organi di polizia, quando ciò risponda al fine di favorire l’autore di
un reato. Infatti, “è dovere del cittadino riferire all’autorità investigatrice quanto egli
conosce su reati o fatti che interessino la polizia giudiziaria e che abbiano rilevanza in
ordine alla prova od all’identificazione del reo” (Cass. Pen., sez. VI, 17 ottobre 1985,
Pillitteri).
☛ Integra il delitto di cui all’art. 378 c.p. la condotta di una prostituta che, fornendo false
informazioni relative al suo sfruttatore, intralcia le indagini della polizia (Cass. Pen.,
sez. VI, 16 luglio 2009, n. 29429).

FALSITÀ IDEOLOGICA COMMESSA DA PRIVATO IN ATTO PUBBLICO (art. 483 c.p.). –


Sussiste la falsità ideologica quando il documento, non contraffatto né alterato, con-
tiene dichiarazioni menzognere, pertanto è lo stesso autore ad attestare fatti non veri.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.

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FALSITÀ IDEOLOGICA COMMESSA DA PUBBLICO UFFICIALE IN CERTIFICATI O IN AUTORIZZAZIONI AMMINISTRATIVE

Esempi:
☛ Chi, presentandosi al pronto soccorso, rilascia dichiarazioni non veritiere inducendo
in errore il medico che confida nella verità di ciò che viene raccontato (Cass. Pen., 29
luglio 2014, n. 32759).
☛ Chi attesti falsamente, in una denuncia sporta ai Carabinieri, lo smarrimento del con-
trassegno di assicurazione del proprio autoveicolo (Cass. Pen., sez. V, 21.10.2008, n.
39429).
☛ Il pubblico dipendente che attesta falsamente la propria presenza in ufficio, mediante
fraudolenta timbratura del cartellino, in quanto commessa da soggetto che, pur investi-
to di qualifica pubblicistica, agisce come privato, con conseguente configurabilità anche
dell’aggravante di cui all’art. 61 n. 9 c.p. (Cass. Pen., sez. V, 7 dicembre 2005, n. 44689).
☛ Chi denunzia falsamente all’autorità di polizia lo smarrimento della patente di guida
(Cass. Pen., sez. V, 4 aprile 2007, n. 13850) o della carta di identità (Cass. Pen., sez. V,
8 agosto 2000, n. 8891).
☛ Chi attesti al pubblico ufficiale una residenza anagrafica non più attuale, nella dichiara-
zione sostitutiva di atto di notorietà, destinata ad essere poi trasfusa in un atto pubblico
(Cass. Pen., sez. I, 3 luglio 2006, n. 22888). È il caso, ad es., delle false attestazioni nelle
dichiarazioni sostitutive.
☛ Dichiarare all’anagrafe un indirizzo di residenza diverso da quello effettivo (Cass. Pen.,
sez. V, 27 giugno 2018 n. 29469).

FALSITÀ IDEOLOGICA COMMESSA DA PUBBLICO UFFICIALE IN CERTIFICATI O IN AU-


TORIZZAZIONI AMMINISTRATIVE (art. 480 c.p.). – Il pubblico ufficiale (357), che,
nell’esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente, in certificati o autorizzazioni ammi-
nistrative, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione
da tre mesi a due anni.
f Per certificati si intende atti redatti da pubblici ufficiali o da chi esercita un servizio
di pubblica necessità ed attestanti la presenza di determinati fatti; per autorizzazioni
amministrative si intendono atti pubblici che promanano dalla pubblica amministra-
zione e che rimuovono un ostacolo imposto dalla legge all’esercizio di un diritto o di
una potestà.
f Si procede d’ufficio.
Esempi:
☛ Il professore che inserisce nel libretto universitario un esame in realtà mai sostenuto dal-
lo studente commette reato di falso ideologico. Il libretto universitario deve essere consi-
derato come un vero e proprio atto pubblico perché certifica, insieme ai verbali di esame,
la carriera universitaria dello studente (Cass. Pen., sez. V, 22 ottobre 2014, n. 44022).
☛ Il medico convenzionato con il S.S.N., nell’esercizio delle relative funzioni, è pubblico
ufficiale. Le ricette con cui prescrive un farmaco all’assistito non sono atti pubblici, ma
hanno natura di certificato per la parte ricognitiva del diritto dell’assistito all’erogazione
dei medicinali e natura di autorizzazione amministrativa in quanto consentono all’as-
sistito l’esercizio del diritto di fruire del servizio farmaceutico nazionale. La falsità ide-
ologica commessa nelle dette ricette va ricompresa nell’ipotesi delittuosa di cui all’art.
480 c.p. (Cass. Pen., Sez. Un., 7 giugno 1988, n. 6752).
☛ Il medico convenzionato che, nel redigere un documento attestante la continuazione
di una malattia, apponga una data di rilascio diversa dalla data effettiva. Il modulo
attestante la malattia dell’assistito è da ritenere certificazione ovvero autorizzazione

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FALSITÀ IDEOLOGICA IN CERTIFICATI COMMESSA DA ESERCENTI UN SERVIZIO DI PUBBLICA NECESSITÀ

amministrativa poiché contiene l’accertamento delle condizioni per l’operatività di un


diritto riconosciuto dalla legge (Cass. Pen., sez. V, 1 febbraio 1993, n. 844).
☛ L’ufficiale giudiziario deve indicare la parte nel cui interesse esegue la notificazione di
un atto di citazione tenendo conto solamente degli elementi formali risultanti dall’atto
stesso, non rientrando nei suoi compiti il controllo di merito sulla sua verità e tanto
meno l’individuazione della parte effettiva. Non è, perciò, configurabile il delitto di
falso, neppure per induzione ai sensi degli artt. 48 e 480 c.p., se la reale parte attrice
o il suo procuratore siano diversi da quelli risultanti dalla citazione ed indicati come
richiedenti la notificazione (Cass. Pen., sez. V, 18 gennaio 1993, n. 391).

FALSITÀ IDEOLOGICA IN CERTIFICATI COMMESSA DA ESERCENTI UN SERVIZIO DI


PUBBLICA NECESSITÀ (art. 481 c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non consentiti.
F
Esempi:
☛ L’avvocato che attesta una falsa sottoscrizione di procura.
☛ Il medico curante che attesti l’ora ed il luogo del decesso del paziente, pur senza averlo
sottoposto a visita dopo la morte (Cass. Pen., sez. V, 7 novembre 2006 n. 36778).
☛ L’assicuratore che attesti dati non veritieri nel certificato di assicurazione (Cass. Pen.,
Sez. Un., 11 maggio 2002, n. 18056).

FALSITÀ IDEOLOGICA NEI VERBALI REDATTI DA PUBBLICO UFFICIALE (art. 479 c.p.). –
Si procede d’ufficio nei confronti del pubblico ufficiale per il reato di falsità ideologica
in atto pubblico.
Esempi:
☛ Integra il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico la
condotta di coloro che, in qualità di agenti di polizia, attestino false circostanze in sede
di verbale di arresto in flagranza; né, in tal caso, è applicabile il principio "nemo tenetur
se detegere" e il conseguente diritto di non esporre circostanze autoincriminanti, desti-
nato a cedere ove si tratti della falsità di un atto pubblico la cui rilevanza documentale
non può essere sacrificata all’interesse difensivo del singolo (Cass. Pen., sez. V, 30
novembre 2011, n. 8579).
☛ Non integra, invece, il delitto di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico
(art. 483 c.p.), la condotta di colui che, fermato dalla Polizia alla guida della propria
auto, dichiari falsamente di essere in possesso di patente di guida e di averla dimen-
ticata a casa, non sussistendo, in tal caso, l’obbligo del privato di dire la verità, posto
che il verbale della polizia, contenente le dichiarazioni del privato, non è destinato ad
attestare la verità dei fatti dichiarati ed il reato in questione è ravvisabile quando l’atto
pubblico, nel quale sia trasfusa la dichiarazione del privato, sia destinato a provare la
verità dei fatti attestati (Cass. Pen., sez. V, 3 novembre 2011, n. 3961).

FALSITÀ MATERIALE COMMESSA DA P.U. IN ATTO PUBBLICO (art. 476 c.p.). – Si pro-
cede d’ufficio.
f Arresto: facoltativo.

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FALSITÀ MATERIALE COMMESSA DA PRIVATO

Esempi:
☛ Il prontuario sul quale gli agenti della Polstrada annotano, inoccasione diunincidente
stradale, i dati e le dichiarazioni delle parti e dei testi, ha natura di atto pubblico, in
quanto l’agente che sottoscrive il prontuario esercita una pubblica funzione e attesta il
compimento di atti da lui compiuti (Cass. Pen., sez. V, 27 marzo 1992, n. 3665).
☛ Le relazioni di servizio sottoscritte da agenti e ufficiali di P.S. sono atti pubblici fidefa-
centi, pertanto chi attesta falsamente in una relazione di servizio circostanze non vere
commette il reato in questione (Cass. Pen., sez. V, 14 dicembre 1993, n. 11497).
☛ Tizio, appartenente alla polizia stradale, riceve un “velox” ed accede più volte al si-
stema informatico prima modificando la notifica, poi togliendola. La nozione di atto
pubblico comprende, non solo gli atti destinati ad assolvere una funzione attestativa o
probatoria esterna, con riflessi diretti ed immediati nei rapporti tra privati e P.A., ma an-
che gli atti c.d. interni, per cui l’archivio informatico di una Pubblica Amministrazione
va considerato alla stregua di un registro (costituito da materiale non cartaceo) tenuto
da un soggetto pubblico, con la conseguenza che la condotta del Pubblico Ufficiale che,
nell’esercizio delle sue funzioni e facendo uso dei supporti tecnici di pertinenza della
P.A., confezioni un falso atto informatico destinato a rimanere nella memoria dell’ela-
boratore, integri una falsità in atto pubblico, a seconda dei casi, materiale o ideologica
(artt. 476 e 479 c.p.), ininfluente peraltro restando la circostanza che non sia stato stam-
pato alcun documento cartaceo (Cass. Pen., sez. V, 18 marzo 2013 n. 12576).

FALSITÀ MATERIALE COMMESSA DA PRIVATO (art. 482 c.p.). – Sussiste quando il docu-
mento sia stato contraffatto (posto in essere da persona diversa da quella che appare es-
sere l’autore) o alterato (modificato dopo la sua redazione da soggetto non legittimato).
f Si procede d’ufficio.
Esempi:
☛ Falsificare la ricevuta di versamento della tassa automobilistica (Cass. Pen., sez. II, 1
marzo 1989, n. 3258).
☛ Falsificare una firma su un assegno.
☛ Sostituire la fotografia sul documento di identità.
☛ Cancellare dal certificato dei carichi pendenti un procedimento a carico.
☛ Sostituire il numero dei giorni di malattia dal certificato medico.
☛ Integra il reato di falsità materiale in certificazione amministrativa (art. 477 e 482 c.p.),
la condotta di colui che provveda a creare una targa automobilistica, ancorché riprodu-
cente l’originale; detta fattispecie si differenzia da quella prevista dall’art. 100, comma
XII c.d.s., che sanziona la circolazione con targhe contraffatte, potendo le due condotte
concorrere. (Cass. Pen., sez. V, 6 novembre 2007, n. 46326).

FALSO IN SCRITTURA PRIVATA (art. 485 c.p.). – Abrogato dal D.lgs. n. 7/2016 e trasfor-
mato in illecito civile.
f Trattandosi di illecito civile ci si potrà rivolgere ad un legale per intraprendere azio-
ne finalizzata al risarcimento dei danni.
f Vedi ingiuria.
Esempi:
☛ Integrale falsificazione della polizza e del contrassegno assicurativo.

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FALSO INVALIDO

☛ Falsificare, attraverso un fotomontaggio, la fotocopia di una scrittura privata (Cass.


Pen., sez. II, 7 ottobre 2011, n. 36369).
☛ Contraffare testamento olografo e pubblicarlo (Cass. Pen., sez. V, 19 ottobre 2010, n.
37238).
☛ Falsa indicazione della data e del luogo di redazione del documento da parte del suo
autore (Cass. Pen., sez. V, 19 aprile 2005, n. 14561).
☛ Apporre su un documento firma apocrifa (Cass. Pen., sez. V, 8 aprile 1982, n. 370).
☛ L’avvocato che falsifica la firma del cliente e poi l’autentica (Cass. Pen., sez. V 14 aprile
2017, n. 18657).

FALSO INVALIDO (art. 316 ter c.p.). – Si procede d’ufficio per il reato di indebita perce-
zione di erogazioni a danno dello Stato.
f Se la somma percepita indebitamente è pari o inferiore a 3.999,96 euro trova applica-
zione solo la sanzione amministrativa che consiste in una multa (art. 316 ter comma F
2 c.p.). In tal caso, l’autorità cui presentare rapporto, ex art. 17 L. n. 689/1981, è indi-
viduata nella persona del Prefetto.
f L’art. 316 ter c.p., punisce la condotta di chiunque, mediante l’utilizzo o la presentazio-
ne di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’o-
missione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi,
finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denomi-
nate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee. L’i-
potesi di reato prevista interviene a sanzionare come nel caso previsto dall’art. 640 bis,
la captazione indebita di sovvenzioni pubbliche differenziandosi esclusivamente per
le modalità; nella truffa infatti tali modalità consistono nell’uso di artifizi e raggiri.

FARMACISTA CHE VENDE VELENI O STUPEFACENTI A MINORI DEGLI ANNI SEDICI,


ANCHE SU PRESCRIZIONE MEDICA (art. 730 c.p.). – Si procede d’ufficio nei confronti
di chiunque, essendo autorizzato alla vendita o al commercio di medicinali, conse-
gna a persona minore degli anni sedici sostanze velenose o stupefacenti anche su
prescrizione medica.

FAX (UTILIZZO FAX D’UFFICIO PER SCOPI PRIVATI). – Il pubblico dipendente che usa il
fax dell’ufficio per fini personali commette il reato di abuso d’ufficio, avendo abusato
degli strumenti dell’ufficio e dei macchinari a disposizione dell’azienda presso cui lavo-
ra per scopi meramente privati e per procurarsi un ingiusto vantaggio (Cass. Pen., sez.
VI, 30 maggio 2016, n. 22800).
f L’esclusione del peculato, a favore invece dell’abuso, è confermata tutte le volte in cui
la condotta colpevole non procuri un vero e proprio danno alla P.A., quantificabile in
termini economici, come appunto l’utilizzo della linea fax per pochi minuti.

FERMO CAUTELARE (CD. FERMO DEL FUGGITIVO) (art. 307 comma 4 c.p.p.). – La PG
può procedere, di iniziativa, al fermo dell’imputato a cui sia stata sostituita la custodia
cautelare in altra misura cautelare personale meno gravosa (quale l’obbligo di dimora),
qualora, trasgredendo alle prescrizioni imposte con la misura sostitutiva della detenzio-
ne, stia per darsi o si sia già dato alla fuga.

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FERMO DI INDIZIATO DI DELITTO

f Entro le 24 ore dal fermo, darne notizia al PM del luogo in cui la misura è stata eseguita,
al fine di consentirgli di richiedere al GIP l’adozione della custodia cautelare a carico
del fermato.

FERMO DI INDIZIATO DI DELITTO (art. 384 c.p.p.). – Il fermo è atto tipico del P.m. che lo
dispone con decreto motivato (art. 384 c.p.p.), a differenza dell’arresto in flagranza cui
invece non è legittimato, salvo per i reati commessi in udienza.
f Al fermo possono procedere anche gli Ufficiali e gli Agenti di p.g. di iniziativa prima
che il P.M. abbia assunto la direzione delle indagini qualora sussistano le seguenti
condizioni legittimatrici:
Fondato pericolo di fuga (es. il soggetto trovato nei pressi della stazione col biglietto in
tasca, colui che regola frettolosamente i suoi affari, preleva le sue consistenze patrimo-
niali dalle banche, interrompe le sue consuete occupazioni).
Persona gravemente indiziata di delitto.
Delitto doloso o colposo, tentato o consumato, punito con l’ergastolo o la reclusione
non inferiore nel minimo a 2 anni e superiore nel massimo a 6 anni oppure per un de-
litto concernente armi da guerra, esplosivi oppure commesso per finalità di terrorismo,
anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico. La previsione della pena
edittale minima di due anni si spiega con la presunzione dell’assenza di un pericolo di
fuga per quei reati che rendono improbabile l’irrogazione di una pena che non deve es-
sere eseguita (l’art. 274 comma 1 lett. b e l’art. 163 c.p. consentono la sospensione con-
dizionale della pena quando si tratta di condanna per tempo non superiore a 2 anni).
f La P.G. può procedere al fermo di iniziativa anche dopo che il P.M. abbia assunto la
direzione delle indagini qualora:
1) sia successivamente individuato l’indiziato;
2) sopravvengano specifici elementi che rendano fondato il pericolo di fuga che l’indi-
ziato sia per darsi alla fuga e non sia possibile, per la situazione di urgenza, attendere
il provvedimento del P.M.
f Nei confronti di imputato minorenne può procedersi al fermo solo quando si tratti
di delitto doloso consumato o tentato punito con l’ergastolo o con la reclusione non
inferiore nel massimo a 9 anni e nel minimo a 2 anni. La misura, inoltre, può essere di-
sposta quando sia consumato o tentato il delitto di: furto pluriaggravato ex artt. 625 c.2
e 61 c.p.; furto in abitazione o con strappo, aggravato ex art. 625 c.p. o 61 c.p.; rapina;
estorsione; fabbricazione, vendita, introduzione e porto di armi tipo guerra o esplosivi,
nonché di armi clandestine o di più armi comuni. La misura è, altresì, prevista quando
sia commesso un delitto concernente la violenza sessuale e le sostanze stupefacenti
o psicotrope a norma dell’art 73 c.1 D.P.R. 309/1990 (art. 380 c.2 c.p.p. lett. e, f, g, h
c.p.p.).
f È vietato, salvo che non ricorrano gravi esigenze di sicurezza, l’uso di catenelle o ma-
nette o analoghi mezzi di costrizione (art. 20 disp. att. min.: D. Lgs. 272/1989).
f A differenza dell’arresto, il fermo non è mai eseguibile da privati.

FILMARE O FOTOGRAFARE PUBBLICO UFFICIALE IN SERVIZIO. – È lecito filmare funzio-


nari pubblici e i pubblici ufficiali, compresi i rappresentanti delle forze di polizia impe-
gnati in operazioni di controllo o presenti in manifestazioni o avvenimenti pubblici, al
lavoro in un luogo pubblico quando gli stessi siano riconoscibili nella foto o nel filmato.
f L’intimare di non fare foto rappresenterebbe una forma di abuso di ufficio.

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FOGLIO DI VIA OBBLIGATORIO (O DI RIMPATRIO)

f Si tratta di trattamento dei dati personali, che il codice della privacy non vieta.
f Per dato personale “comune”, secondo il codice della privacy (D.Lgs. 196/03 e Reg. UE
n. 679/2016), si intende qualunque informazione relativa a persona fisica, identificata
o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informa-
zione, compreso un numero di identificazione personale. Per dato sensibile, invece, si
intendono i dati personali idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni
religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sinda-
cati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale,
nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.
f Il 25 maggio 2018 è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo in materia di prote-
zione dei dati personali. Si tratta della nuova normativa sulla privacy. Il Gdpr (acronimo
che sta per “General data protection regulation” indica, appunto, il nuovo regolamento
europeo sulla privacy) introduce una disciplina unica della tutela della riservatezza
degli individui su tutto il territorio europeo ed è destinato a cambiare le regole della
riservatezza e del trattamento dei dati personali, superando anche il testo legislativo F
italiano che, fino ad ora, ha rappresentato il codice della privacy italiano.
f Caricare su Internet o sui social dei dati personali configura un trattamento di dati e,
quindi, richiede una delle motivazioni di cui all’art. 6 GDPR, ai fini della liceità del
trattamento.
f Pertanto è vietato diffondere un video o una foto, a meno che non si adottino degli
accorgimenti per rendere irriconoscibili le persone riprese (per es. sfocando l’immagine
del viso) o non si sia ottenuto il consenso della persona fotografata o filmata o non vi
sia uno degli altri motivi, elencati nell’art. 6 GDPR, che rende lecito il trattamento dei
dati (altrimenti, vietato). E questo vale per tutti, semplici cittadini e pubblici ufficiali,
a meno che i dati non siano necessari all’attività giornalistica, ai fini di una corretta
informazione, e solo se le immagini sono di interesse generale. I giornalisti devono,
comunque, evitare di mostrare particolari che nulla aggiungono al senso della notizia.
f Un appartenente alle forze dell’ordine che si accorga di essere ripreso, partendo dal pre-
supposto che le riprese sono consentite potrebbe, con atteggiamento composto, chiede-
re di non essere ripreso (se possibile) oppure identificare la persona e dichiarare, pos-
sibilmente dinanzi a testimoni, che non intende prestare il suo consenso alla diffusione
delle immagini, dell’audio o dei video appena ripresi. Non si deve, tuttavia, pensare di
poter sequestrare gli strumenti o le foto ed i filmati, poiché un simile comportamento
integrerebbe un abuso da parte degli operatori di Polizia, a meno che non vi siano ra-
gioni giuridiche che lo consentano, come ad es. la prova del compimento di un reato.
f In caso di diffusione illecita dei filmati (ossia, fatta in assenza del consenso ed effet-
tuata allo scopo di trarre profitto per sé o per altri o di recare danno all’interessato), si
integrerà il reato di “trattamento illecito di dati”, di cui all’art. 167 del Codice della
privacy, perseguibile d’ufficio.

FOGLIO DI VIA OBBLIGATORIO (O DI RIMPATRIO) (art. 2 D.Lgs. 159/11). – Costituisce la


prima misura di prevenzione applicabile dal questore, consiste in un ordine di rimpatrio
nel comune di dimora abituale e nel divieto di rientro, non prima del termine stabilito
(comunque non superiore a tre anni) nel comune da cui il soggetto è allontanato. Sui
presupposti e sul contenuto del foglio di via obbligatorio l’art. 2 d.lgs. n. 159/11 ripro-
duce testualmente l’art. 2, comma 1, L. n. 1423/56.
f È una misura di prevenzione adottabile dal Questore nei confronti di persone pericolose
per la sicurezza pubblica che si trovino fuori dei luoghi di residenza, attraverso cui il

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FOTO O FILMATI DI REATI

Questore può rimandarvele con provvedimento, inibendo loro di ritornare, senza pre-
ventiva autorizzazione ovvero per un periodo non superiore a tre anni, nel comune dal
quale sono allontanate.
f Anche nei riguardi della prostituta, se pure non è in alcun modo perseguibile il fatto
della prostituzione per se stesso, può essere adottata tale misura se la donna eserciti
la sua attività in maniera scandalosa e intollerabile, con manifestazioni pubbliche peri-
colose per la moralità o addirittura per l’ordine pubblico, per nulla necessarie al mero
esercizio della prostituzione in sé e per sé (come per es., in caso di adescamento per
la strada pubblica). È altresì legittimo il foglio di via obbligatorio nei confronti di una
cittadina rumena colta nell’esercizio dell’attività di meretricio per strada; ciò in ragione
del pericolo per la sicurezza della circolazione stradale e l’ordine pubblico, risultante
nel caso concreto. (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. I ter, 8 giugno 2015, n. 8052).
f La misura è altresì adottabile ne confronti di soggetti con pregiudizi di polizia specifici
in materia di reati contro il patrimonio (risultanti da interrogazione SDI), sorpresi di
notte nei pressi di una banca, con arnesi atti allo scasso nell’auto: nei loro confronti
può essere emesso foglio di via obbligatorio, dando atto delle motivazioni nel provve-
dimento.
f Il provvedimento deve esplicitare gli elementi di fatto, in base ai quali il Questore espri-
me il giudizio di appartenenza del destinatario ad una delle categorie indicate nell’art.
1 della L. n. 1423 del 1956 ed indicare i motivi che inducono a ritenerlo socialmente
pericoloso, non essendovi coincidenza tra l’appartenenza a una delle categorie di cui al
citato art. 1 e la pericolosità sociale del soggetto, che va desunta da ulteriori circostanze
di fatto, delle quali si deve dare atto nel provvedimento (come ad es. la commissione di
reati da parte della prostituta per la sua abituale dedizione all’attività di prostituzione
sulle strade cittadine con adescamento in tali luoghi dei clienti, fra i quali anche sog-
getti minori, o il compimento di atti osceni in luogo pubblico) (Cass. Pen., sez. I, 18
dicembre 2013, n. 51062).
f Il rimpatrio con f.v.o. è impugnabile innanzi al T.A.R.
f In caso di inosservanza a f.v.o.:
La sanzione dell’inosservanza del foglio di via obbligatorio è prevista dall’art. 76,
comma 3, d.lgs. n. 159/11, riproducente l’art. 2, comma 2, l. n. 1423/56 per cui si
procede d’ufficio, mediante annotazione di p.g.. Chi non osserva il provvedimento
commette, infatti, reato contravvenzionale.
Arresto non consentito.

FOTO O FILMATI DI REATI. – Foto e filmati sono “atti irripetibili” che possono essere ac-
quisiti direttamente dal giudice nel dibattimento penale e utilizzati al fine del decidere:
la loro acquisizione da parte della p.g. rientra nell’attività di assicurazione delle fonti
di prova (art. 55 c.p.p.).

FOTO O RIPRESE NELLA PROPRIETÀ ALTRUI (art. 615 bis c.p.). – Si procede a querela
della persona offesa per il reato di interferenze illecite nella vita privata, salvo nell’i-
potesi in cui il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico
servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato,
nel qual caso si procede d’ufficio.
f L’arresto è facoltativo in flagranza; il fermo non è consentito.

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FOTO O RIPRESE NELLA PROPRIETÀ ALTRUI

FOTO O RIPRESE NELLA PROPRIETÀ ALTRUI

f L’art. 615 bis c.p. vieta che si effettuino, senza il consenso, riprese o foto nell’abitazione
altrui, o in altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essa. Quindi anche
effettuare, senza il consenso dell’interessato, riprese, foto o spiare con il cannoc-
chiale o il binocolo è reato.
f La tutela del domicilio è limitata a ciò che si compie nei luoghi di privata dimora in con-
dizioni tali da renderlo tendenzialmente non visibile a terzi, conseguendone, dunque,
che se l’azione, pur svolgendosi in luoghi di privata dimora, può essere liberamente
osservata dagli estranei, senza ricorrere a particolari accorgimenti, non si configura
una lesione della riservatezza del titolare del domicilio, pertanto realizzare filmati e
fotografie di una vicina di casa mentre si trovava nella doccia della sua abitazione
non configura reato di interferenza illecita nella vita privata se la vicina si mostrava
nuda pur sapendo che la propria abitazione era priva di tende, non essendo stati ripresi
comportamenti della vita privata sottratti alla normale osservazione dall’esterno (Cass.
Pen., sez. III, 8 gennaio 2019, n. 372).
f L’autovettura che si trovi parcheggiata sulla pubblica via non rientra tra i luoghi qua- F
lificabili di privata dimora (Cass. Pen., sez. V, 4 febbraio 2009, n. 4926). Pertanto, non
sussiste il reato in argomento qualora sia installato, nell’auto di un terzo, un microfono
che riprenda il sonoro di quanto accade nell’auto stessa (Cass. Pen., sez. V, 9 luglio
2009, n. 28251).
Esempi:
☛ Integra il reato di cui all’art. 615 bis c.p., oltre a quello di cui all’art. 323 c.p., la con-
dotta di un ufficiale di p.g. che aveva introdotto i cronisti nell’abitazione di un soggetto
nei confronti del quale aveva eseguito una misura cautelare, contravvenendo ad ordini
superiori che autorizzavano le sole riprese esterne dell’abitazione (Cass. Pen., sez. V,
17 dicembre 2008, n. 46509).
☛ È integrato il reato nel caso di indebita registrazione, da parte di un coniuge, di conver-
sazione che, in ambito domestico, l’altro coniuge intrattenga con un terzo (Cass. Pen.,
sez. V, 30 novembre 2006, n. 39827).
☛ Non si configura il delitto in questione nell’ipotesi di telecamere installate all’interno
della propria abitazione, che riprendano l’area condominiale destinata a parcheggio e il
relativo ingresso, trattandosi di luoghi destinati all’uso di un numero indeterminato di
persone (Cass. Pen., sez. V, 1 dicembre 2008, n. 44701).
☛ Non integra il reato in questione, la videoripresa in casa propria di un rapporto sessuale
con la convivente, in quanto l’interferenza illecita punita dalla norma è quella compiuta
dal terzo estraneo alla vita privata (Cass. Pen. sez. V, 14 gennaio 2008, n. 1766).
☛ Scattare una foto con il cellulare (mms) all’insaputa o contro la volontà di chi ha lo Ius
excludendi sul luogo di lavoro (studio professionale, ristorante, bar, osteria, negozio in
genere) può integrare il reato di cui all’articolo 615 bis. La facoltà di accesso da parte
del pubblico non fa venire meno nel titolare il diritto di escludere singoli individui non
autorizzati ad entrare o a rimanere. (Cass. Pen., sez. V, 27 marzo 2006 n. 10444).
☛ Fotografare, invece, di nascosto una persona in un «luogo pubblico o aperto al pub-
blico», senza il suo consenso e senza che se ne accorga, è possibile e non costituisce
reato. Il fatto che scattare la fotografia in luogo pubblico non costituisca reato non
rende lecita anche la divulgazione dell’immagine; infatti, è lecito scattare la fotografia,
stamparla e conservarla, ma non è lecito pubblicarla su un social network (né divulgar-
la in altro modo) senza il consenso della persona ritratta. La legge sul diritto d’autore
prevede, infatti, che le immagini raffiguranti una persona non possano essere pubblicate
senza il suo consenso (art. 96 L. n. 633 del 22.4.1941). In caso di soggetti minori di età

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FOTOCOPIE DI LIBRI O DI ALTRE OPERE

il consenso dovrà essere prestato dai genitori o dagli esercenti la responsabilità genito-
riale. Il consenso non può essere implicito, presunto o tacito, ma unicamente espresso.
Vi sono delle eccezioni a questo principio (art. 97 L. n. 633 del 22.4.1941), in caso di:
a) una persona nota;
b) una persona ricoprente un pubblico ufficio;
c) necessità di giustizia o di polizia;
d) scopi scientifici, didattici o culturali;
e) fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.

FOTOCOPIE DI LIBRI O DI ALTRE OPERE (L. 248/00). – Si procede d’ufficio.


f Fotocopiare un libro per oltre il 15% delle pagine è reato ai sensi della legge n. 633 del
22 aprile 1941, modificata dal Decreto Legislativo n. 68/2003.
f Annotazione da trasmettere alla Procura della Repubblica (ex art. 171 L. 633/41 (indi-
cando sia il committente sia l’autore materiale).
f Se le copie di un testo vengono fatte a scopo di lucro, (come nel caso in cui vengano
fatte per essere poi vendute) sussiste l’ipotesi di reato di cui all’articolo 171 ter comma
2B della legge 633/41 (Cass. Pen., sez. III, 29 ottobre 2014 n. 44919).
f Prima dell’entrata in vigore della L.248/2000, era completamente vietato fare fotocopie
di libri o comunque opere protette dal Diritto d’Autore. Oggi, invece, è stata prevista una
deroga: è consentita la fotocopiatura di libri, ma solo per uso personale (il che vuol dire
che le copie non possono essere vendute) e, comunque, entro il limite massimo del 15%
delle pagine di ciascun libro. Inoltre, per quelle parti di libro legittimamente fotocopiate
(ossia per il 15%) è dovuto alla SIAE, un compenso (che quest’ultima poi dovrà versare
agli Autori e agli Editori). Tale balzello (cosiddetto equo compenso) non viene pagato
dal cliente, ma dai responsabili dei centri di riproduzione fotocopie.

FUMARE IN UFFICIO (DIVIETI ED OBBLIGHI) (L.584/75). – Segnalare al responsabile


designato colui che fuma in ufficio.
f Trattasi di violazione amministrativa.
f Il responsabile designato è tenuto, dopo la segnalazione, a contestare al trasgressore la
sanzione. In caso contrario, potrebbe essere denunciato per omissione o rifiuto di atti
d’ufficio, reato applicabile solo a chi ricopra la carica di pubblico ufficiale o incaricato
di pubblico servizio, qualifica che difficilmente potrebbe rivestire il datore di lavoro
privato. In questa ipotesi, cioè se il divieto di fumo non viene rispettato in un ufficio
privato, si potrà fare causa al datore o al responsabile che non fa rispettare il precetto,
potendo giungere a chiedere il risarcimento del danno derivante da fumo passivo (Cass.
Civ., sez. Lavoro, 3 marzo 2016 n. 4211).
f La Legge n. 584/1975 impone il divieto di fumo in tutti i locali chiusi pubblici e privati
aperti ad utenti o al pubblico che devono intendersi, oltre ai bar e ai ristoranti, i circoli
privati e tutti i locali di intrattenimento, come le discoteche, e quelli ad essi assimilati,
come le palestre, le sale corse, le sale gioco, i cinema, i teatri, a meno che non vengano
attrezzate a norma aree riservate ai fumatori. Divieto totale di fumo in scuole, ospedali,
uffici della pubblica amministrazione, autoveicoli di proprietà dello Stato, di enti pub-
blici e di privati concessionari di pubblici servizi per il trasporto collettivo di persone,
taxi, metropolitane, treni, sale di attesa di aeroporti, stazioni ferroviarie, autofilotranvia-
rie e portuali-marittime, biblioteche, musei, pinacoteche.

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FUOCHI D’ARTIFICIO

f I dirigenti preposti alle strutture della pubblica amministrazione sono tenuti ad indivi-
duare i soggetti cui spetta vigilare sull’osservanza del divieto, accertare e contestare le
infrazioni; ove non vi abbiano provveduto, spetta ad essi stessi esercitare tale attività
di controllo e di successiva sanzione. Negli uffici privati, invece, tale compito spetta al
datore di lavoro, il quale nomina un responsabile oppure, in assenza, è tenuto perso-
nalmente a vigilare sul rispetto del divieto e a raccogliere le denunce nel caso in cui il
suddetto divieto sia violato.
f Ogni cartello che segnala il divieto di fumare riporta, oltre alla legge di riferimento e
all’importo da pagare nel caso di trasgressione, anche il nominativo di colui che è tenuto
a garantire il rispetto del divieto stesso.

FUOCHI D’ARTIFICIO. – Gli artifici pirotecnici di libera vendita c.d. “declassificati” (ad
es. petardi, stelle filanti, ecc.) sono ritenuti inoffensivi per la persona e, quindi, non
assimilabili agli esplosivi. Per la loro detenzione e vendita non necessitano di alcuna F
autorizzazione di P.S. e, quindi, possono essere commercializzati, sia in sede fissa che
su area pubblica, nel rispetto delle disposizioni imposte dal d.lgs. n. 114/98.
f Gli artifici pirotecnici non di libera vendita, c.d. “non declassificati” (ad es. la bomba
di Maradona), sono assimilati a tutti gli effetti alle armi (esplosivi) e possono essere
commercializzati esclusivamente dalle attività (armerie) titolari della licenza prefettizia.
Caso contrario procedere d’ufficio per la violazione di cui all’art. 47 T.U.L.P.S. e 678 c.p.
e sequestrare il corpo di reato ai sensi dell’art. 354 c.p.p.
f Tutti i fuochi d’artificio devono riportare sull’etichetta gli estremi del provvedimento
del Ministero dell’Interno che ne autorizza il commercio; il nome del prodotto, la dit-
ta produttrice; il Paese di produzione, la categoria. Mancando tali elementi i prodotti
vanno considerati “fuochi proibiti”, non essendo garantita né la loro provenienza né le
caratteristiche costruttive e di funzionamento. In tal caso procedere a:
- identificare il reo.
- Si procede d’ufficio, con annotazione ex art. 678 c.p. e 53 T.U.L.P.S.
- Sequestrare ex art. 354 c.p.p. i prodotti pirotecnici.

FURTO (art. 624 c.p.). – Si procede a querela della persona offesa, salvo che il danno
patrimoniale cagionato alla persona offesa sia di rilevante gravità (61 n. 7 c.p.) o sia
aggravato ex art. 625 c.p., nel qual caso la procedibilità è d’ufficio.
f Si procede a querela della persona offesa nei casi di furto semplice previsto dall’art.
624 c.p., furto d’uso (art.626 c.p.), furto di tenue valore, spigolare nel fondo altrui
(art.626 c.p.), nel caso di furto commesso in danno del coniuge legalmente separato,
del fratello o sorella non conviventi con il reo, o dello zio o del nipote o dell’affine in se-
condo grado con lui conviventi (649 c.p.). Non configura furto aggravato, ma semplice,
l’ipotesi del ladro che occulta la merce sottratta sotto la felpa o nella borsa (Cass. Pen.,
sez. IV, 21 aprile 2015, n. 16685).
f Rubare dalle cassette delle offerte in chiesa configura furto aggravato, sussistendo
l’aggravante di cui all’art. 625 n.7 c.p. anche nel caso in cui il furto venga perpetrato su
cose che si trovino in luoghi privati, ma aperti al pubblico (Cass. Pen., Sez. V, sentenza
5348/2018).
f L’arresto è obbligatorio in flagranza se il furto è commesso:
Su armi, munizioni o esplosivi contenuti nelle armerie, ovvero in depositi o in altri
locali adibiti alla custodia di essi (art. 4 L. 533/77).

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FURTO CON DESTREZZA

Usando violenza sulle cose (art. 625, comma 1, n. 2 prima ipotesi), salvo che il danno
patrimoniale cagionato o il lucro conseguito sia di speciale tenuità (62, primo comma,
n. 4 c.p.).
Se il colpevole porta indosso armi o narcotici senza farne uso (625 n.3 c.p.). L’eventuale
uso configurerebbe il diverso reato di rapina.
Se il fatto è commesso da tre o più persone, o anche da una sola che sia travisata o
simuli la qualità di p.u. o d’incaricato di pubblico servizio (625 n. 5 c.p.).
Se il fatto è commesso su componenti metalliche o altro materiale sottratto ad infrastrut-
ture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazione o
di altri servizi pubblici e gestite da soggetti pubblici o da privati in regime di concessio-
ne pubblica (625 n. 7 bis.).
Nel caso di furto in abitazione e di furto con strappo (cd. scippo) (624 bis c.p.), nel qual
caso si procede d’ufficio.
Esempio:
☛ È furto impossessarsi di un telefono smarrito in quanto si tratta di un oggetto che con-
serva chiari segni dell’altrui legittimo possessore, in particolare grazie al cosiddetto co-
dice IMEI (acronimo di International Mobile Equipment Identity). Tale codice numerico,
infatti, consente di identificare univocamente il terminale mobile (Mobile Equipment)
(Cass. Pen., sez. II, 8 luglio 2019, n. 29627).

FURTO CON DESTREZZA (art. 625, co. 1 n. 4 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto facoltativo.
f La destrezza si ravvisa quando:
la condotta dell’agente sia connotata da particolare agilità e sveltezza, con mosse o
manovre particolarmente scaltre, tali da eludere la sorveglianza dell’uomo medio, im-
pedendogli di prevenire la sottrazione delle cose in suo possesso (Cass. Pen., sez. IV, 16
marzo 2005, n. 10184).
Esempi:
☛ Ipotesi tipica è quella del borseggio.
☛ Integra il furto con destrezza la condotta di chi, approfittando del temporaneo allon-
tanamento del proprietario per effettuare un prelievo allo sportello “self-service” di un
centro commerciale, sottragga dall’abitacolo della vettura lasciata incustodita ed aperta,
denaro o altri effetti personali (Cass. Pen., sez. IV, 9 dicembre 2008, n. 45488).
☛ Sussiste l’aggravante in esame qualora l’azione furtiva sia stata commessa all’interno di
uno studio medico nel caso in cui il sanitario non sia presente (perché “impegnato in
attività di cura in una stanza contigua”) (Cass. Pen., sez. VI, 7 giugno 2012, n. 23108).

FURTO CON STRAPPO (art. 624 bis comma 2 c.p.). – Si configura quando ci si impossessa
della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, strappandola di mano o di dosso
alla persona.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto obbligatorio in flagranza, salvo nel caso di danno patrimoniale (o lucro) di
speciale tenuità.

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FURTO D’AUTO (AGGRAVATO)

FURTO D’AUTO (AGGRAVATO). – Giungere riparati nei pressi dell’obiettivo, osservando


prima le fonti di pericolo e poi avanzando lentamente.
f Senza affiancare l’auto rubata, intimare agli occupanti della stessa di scendere lenta-
mente ed uno alla volta.
f Dopo aver ammanettato e perquisito il primo metterlo in auto e procedere col secondo.
f Bonificare vettura, controllando dapprima se il bagagliaio è aperto.
f Arrestare l’autore per furto aggravato.
f Redigere verbale di rinvenimento di cose oggetto di reato e contestuale consegna del
mezzo a favore del legittimo proprietario.
f Se minore, consegnarlo all’esercente la potestà genitoriale e avvisare dell’accompagna-
mento in ufficio il p.m. del Tribunale dei Minorenni.

FURTO DI ENERGIA ELETTRICA. – Qualora arrivi segnalazione di soggetto che preleva


abusivamente energia elettrica dal contatore condominiale per far funzionare gli elet-
F
trodomestici della sua abitazione, recarsi sul posto con un tecnico dell’Enel per un
sopralluogo.
f Procedere all’arresto facoltativo nel caso di flagranza, salvo nell’ipotesi di cui all’art.
625 n. 2 c.p. (violenza sulle cose) nel qual caso l’arresto in flagranza è obbligatorio.
f Denunciarlo per truffa aggravata nel caso in cui manometta il contatore allo scopo di
bloccare la registrazione del consumo.
f Un soggetto, reo di aver sottratto energia elettrica tramite allaccio abusivo ad un con-
tatore condominiale, risponde del reato di furto di energia elettrica aggravato dalla
violenza sulle cose destinate a un pubblico servizio, ex art. 625 n. 7 c.p. (Cass. Pen.,
sez. IV, 1 febbraio 2018, n. 4939).

FURTO IN ABITAZIONE (art. 624 bis comma 1 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Giunti sul posto individuare, se possibile, se ci sono complici appostati all’esterno.
f L’arresto è obbligatorio in flagranza, salvo la speciale tenuità del danno arrecato alla
persona offesa (380/2 lett. e c.p.p.).
f Effettuare sopralluogo rilevando da dove sono entrati i ladri, se la porta o le finestre
presentano segni di effrazione, se è stato commesso danneggiamento e il tipo di oggetti
rubati, invitando il derubato a fare un inventario e consegnarlo in sede di denuncia.
f Assicurare le fonti di prova, ex art. 348 c.p.p., ricercando le cose e le tracce pertinenti al
reato e assicurandone la conservazione.
f Ricercare ed identificare le persone in grado di riferire circostanze rilevanti per la rico-
struzione dei fatti (c.d. testimoni) raccogliendo sommarie informazioni ex art. 351 c.p.p.

FURTO IN ABITAZIONE UTILIZZANDO PONTEGGI. – Del danno patito da persona il cui


appartamento sia stato svaligiato da ladri, introdottivisi attraverso ponteggi installati per
il restauro del fabbricato e privi sia di illuminazione che di misure di sicurezza, posso-
no essere chiamati a rispondere non solo l’impresa che ha realizzato i ponteggi stessi
(spesso assicurata per tale evenienza), ma anche il condominio, per un duplice titolo:
sia quale custode del fabbricato, a norma dell’art. 2051 c.c., sia per culpa in vigilando
o in eligendo allorché risulti che abbia omesso di sorvegliare l’operato dell’impresa
appaltatrice, ovvero ne abbia scelta una manifestamente inadeguata per l’esecuzione
dell’opera. (Cass. civ., sez. III, 17 marzo 2009 n. 6435; 19 dicembre 2014 n. 26900).

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FURTO IN NEGOZIO

f L’impalcatura, se non è protetta, se non è chiusa, se non è custodita o dotata di sistemi


antifurto è come se fosse una scala di accesso alla finestra.

FURTO IN NEGOZIO. – Si procede d’ufficio.


f Arrestare in flagranza il reo per furto aggravato.
f Procedere a perquisizione ex art. 352 c.p.p. e redigere relativo verbale.
f Sequestrare ex art. 354 eventuali tracce del reato.

FURTO TELEFONO CELLULARE. – Individuare il numero di serie del telefono digitando


*#06#. Apparirà il codice IMEI composto da 15 cifre.
f Questo codice è identificativo di ogni singolo cellulare.
f Se rubano il telefono, telefonare al proprio operatore fornendogli tale codice. Il telefono
potrà così essere completamente bloccato, anche se il ladro cambia la scheda SIM. In
questo modo nessuno potrà usare il telefono cellulare.

FURTO TENTATO. – Sussiste qualora per cause indipendenti dalla volontà dell’agente non
venga portata a termine la condotta criminis, ad es. perché interviene la Polizia, coglien-
do in flagranza il reo.
f Arresto obbligatorio in flagranza, tranne se il danno arrecato alla persona offesa è di
speciale tenuità (380/2 lett. e c.p.p.).
Esempi:
☛ Il furto nel supermercato è tentato qualora si venga fermati dall’addetto alla vigi-
lanza subito dopo aver superato le casse (Cass. Pen., Sez. Un., 16 dicembre 2014 n.
52117). Secondo le SS.UU., infatti, la vigilanza (nella specie, operata dai dipendenti del
supermercato) ha impedito la consumazione del delitto di furto, che è rimasto quindi
allo stadio del tentativo, giacché i taccheggiatori non hanno conseguito, neanche mo-
mentaneamente, l’effettiva disponibilità della refurtiva, che non è mai uscita dalla sfera
di controllo del soggetto danneggiato.
☛ Commette tentato furto aggravato il soggetto che, dopo aver scardinato la porta di un
appartamento per eseguire un furto, disturbato dall’arrivo dell’ascensore, si allontana
desistendo dal portare a termine l’azione.

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G

GAS (FUORIUSCITA). – Se viene segnalata la fuoriuscita di gas, e non ci sono i proprietari,


contattare l’azienda erogatrice perché provveda ad interrompere l’erogazione, e i VV.FF.
f Staccare i contatori della luce nell’intero condominio per evitare scariche pericolose.
f Evacuare i condomini e gli esercizi commerciali posti sul lato frontale della strada.
f Chiudere la strada a veicoli o pedoni
f Evitare di suonare i campanelli
f Far accedere i VV.FF. nell’appartamento e verificare l’eventuale presenza di persone G
colte da malore.
f Terminate le operazioni, affidare l’appartamento a familiari o al portiere, redigendo
apposito verbale di affidamento, se l’affidatario è persona estranea.

GENERALITÀ: DARLE FALSE (art. 496 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto facoltativo in flagranza.
f Il reato si configura quando la falsa dichiarazione sia resa ad un pubblico ufficiale (357)
o ad un incaricato di pubblico servizio (358) che interroga il soggetto attivo su determi-
nate qualità della persona.
Esempi:
☛ Chi declina generalità false al “controllore” di un’azienda di trasporto urbano, il quale
riveste la funzione di incaricato di pubblico servizio (Cass. Pen., sez. V, 25 luglio 2008,
n. 31391).
☛ Chi, fermato dai carabinieri ad un posto di controllo, fornisce false indicazioni sulla
propria residenza, la quale rientra nel novero delle qualità e condizioni personali e,
pertanto, concorre a individuare l’identità della persona (Cass. Pen., sez. V, 14 luglio
2005, n. 26073).
☛ Chi declina false generalità ad un pubblico ufficiale dopo avergli esibito una patente
di guida contraffatta. In tal caso risponderà di concorso di reati ex artt. 496 e 477 c.p.
(Cass. Pen., sez. II, 12 ottobre 1989, n. 13447).
☛ Il reato è integrato anche con la sostituzione di una sola lettera del cognome (Cass. Pen.,
sez. V, 11 ottobre 1984, n. 8441).
☛ Chi allega ad una domanda rivolta ad un Ente pubblico un curriculum vitae contenente
false dichiarazioni circa le proprie esperienze lavorative.

GENERALITÀ: FALSA ATTESTAZIONE SU IDENTITÀ O QUALITÀ PERSONALI (art. 495


c.p.). – La condotta consiste nel dichiarare o attestare falsamente al pubblico ufficiale
l’identità, lo stato (condizione del soggetto all’interno della comunità sociale, civile e

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GENERALITÀ: RIFIUTO DI FORNIRLE

politica) o altre qualità della propria o dell’altrui persona (professione, grado accademi-
co, ufficio pubblico ricoperto, precedente condanna, ecc.).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza (381 m ter c.p.p.).
Esempi:
☛ Chi, nelle proprie dichiarazioni anagrafiche, rende all’ufficiale d’anagrafe false dichiarazio-
ni relative all’effettivo luogo di residenza (Cass. Pen., sez. V, 16 novembre 1998, n. 11885).
☛ Chi, privo di documenti di identificazione, fornisce ai carabinieri, nel corso di un con-
trollo stradale, false dichiarazioni sulla propria identità (Cass. Pen., sez. V, 27 gennaio
2011, n. 3042).
☛ In caso di falsa dichiarazione delle proprie generalità al controllore, non ricorre la
fattispecie delittuosa meno grave dell’art 496, ma, piuttosto, il reato previsto dall’art.
495 in quanto, trattasi, di attestazione al pubblico ufficiale. Avendo, infatti, l’imputato
fatto una dichiarazione falsa delle proprie generalità al controllore (in veste di pubblico
ufficiale) durante il controllo dei biglietti, si configura la fattispecie - più grave - prevista
dall’art. 495 c.p. (Cass. Pen., sez. V, 20 novembre 2019, n. 47044).

GENERALITÀ: RIFIUTO DI FORNIRLE (art. 651 c.p.). – I pubblici ufficiali possono chiedere
le generalità delle persone che fermano per eseguire i controlli; ciò non significa, però,
che sono legittimati a domandare i documenti d’identità: secondo l’art. 651 c.p. è reato
non fornire indicazioni sulla propria identità personale, mentre non lo è rifiutare di
esibire un documento d’identità (salvo particolari eccezioni: esistono ipotesi in cui la
legge prescrive a pregiudicati e persone ritenute socialmente pericolose di portare con
sé la carta d’identità e di esibirla su richiesta).
f Si procede d’ufficio.
f L’elemento materiale o oggettivo del reato consiste nel rifiuto di fornire indicazioni
sulla propria identità e non nella mancata esibizione di un documento di ricono-
scimento al pubblico ufficiale, che, invece, integra (se si tratta di persone pericolose o
sospette) il reato di cui agli artt. 4 T.U.L.P.S. e 294 del relativo regolamento, e pertanto
l’indicazione orale delle proprie generalità è sufficiente ad escludere il reato (Cass. Pen.,
sez. I, 17 marzo 2005, n. 10676; Cass. Pen., sez. VI, 31 marzo 2009, n. 14211).
f Per generalità si intende: nome, cognome, data e luogo di nascita, generalità dei geni-
tori, codice fiscale (è sempre opportuno indicarlo nei verbali di p.g. al fine di risalire,
tramite l’anagrafe tributaria, all’ultimo datore di lavoro e quindi all’ultima residenza del
soggetto; inoltre non è obbligatorio chiederlo per il pubblico ufficiale, ma è obbligatorio
fornirlo se richiesto in quanto rientra nelle generalità).
f È reato istantaneo che si perfeziona con il semplice rifiuto di indicare la propria identità
personale ad un soggetto del quale l’agente ha la rappresentazione della qualifica di pub-
blico ufficiale. Non vale dunque ad escludere la punibilità il fatto che il reo sia altrimenti
identificabile, né tantomeno che lo stesso abbia fornito in un secondo momento ad altro
e diverso operatore le proprie generalità. (Cass. Pen., sez. VI, 3 luglio 2007, n. 34689).
f Fotosegnalamento ex art. 349 c.p.p., quale indagato. Se il soggetto che si rifiuta di
fornire le proprie generalità è sottoposto a misure di prevenzione (ex L. 1423/56), va
denunciato per il reato previsto dall’art. 221 T.U.L.P.S. in relazione agli artt. 4 e 294 del
Regolamento T.U.L.P.S., e non per il reato di cui all’art. 651 c.p. Infatti, tali soggetti han-
no l’obbligo di munirsi della carta di identità e di esibirla ad ogni richiesta degli agenti
(Cass. Pen., 3 maggio 1993).

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GETTO PERICOLOSO DI COSE O EMISSIONE DI FUMI - SVERSAMENTI

Esempi:
☛ Il rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale va riferito non solo al nome e
cognome ma a tutte le altre informazioni richieste per una completa identificazione, fra
le quali, quindi, rientra anche il luogo di residenza (Cass. Pen., sez. I, 9 febbraio 2012,
n. 5091).
☛ Chi rifiuta indebitamente di fornire le proprie generalità al capotreno delle Ferrovie dello
Stato Spa addetto al controllo dei titoli di viaggio, trattandosi di pubblico ufficiale nell’e-
spletamento delle sue funzioni (Cass. Pen., sez. I, 1 ottobre 2009, n. 383891).
☛ Gli appartenenti al corpo di pubblica sicurezza “in servizio permanente” sono sempre
tenuti, come agenti od ufficiali di polizia giudiziaria, anche se liberi dal servizio, ad
accertare i reati o le infrazioni amministrative di talché il rifiuto opposto alla richiesta
di un assistente di polizia di fornire le generalità integra il reato previsto dall’art. 651
(Cass. Pen., sez. I, 24 marzo 2005, n. 11709). L’art. 68 della legge 121/81 prevede, tra
l’altro, espressamente che gli appartenenti ai ruoli dell’Amministrazione della pubblica
sicurezza sono comunque tenuti, anche fuori dal servizio, ad osservare i doveri ine-
renti alla loro funzione.
G
GETTO PERICOLOSO DI COSE O EMISSIONE DI FUMI - SVERSAMENTI (art. 674 c.p.). –
Si procede d’ufficio.
f Il reato è contravvenzionale e come tale può essere punito non solo a titolo di dolo ma
anche di colpa, ossia anche quando il fatto è conseguenza di un comportamento negli-
gente, imprudente o per imperizia.
f Se giunge in sala operativa segnalazione per fuoriuscita d’acqua da appartamento pri-
vato, e dall’interno non risponde nessuno, contattare tecnici della società erogatrice del
servizio acque potabili.
Esempi:
☛ Ripetuti sversamenti di acqua sporca, orine ed escrementi di animali dell’imputato
sulla via pubblica e sui terrazzi di condomini vicini (Tribunale di Sanremo, Sezione
distaccata di Ventimiglia, 29 ottobre 2001 n. 307).
☛ Lasciare volutamente cadere nel balcone sottostante l’appartamento cenere, mozzi-
coni di sigarette e detergenti corrosivi come la candeggina (Cass. Pen., sez. III, 11 aprile
2013, n. 16459). Lanciare per puro dispetto secchi d’acqua, carta straccia e mozziconi di
sigaretta sul balcone sottostante (Cass. Pen., Sez. III, 2 marzo 2018, n. 9474).
☛ Scuotere le tovaglie e far cadere così le briciole sui terrazzi sottostanti non ha ancora
rilevanza penale, essendo la norma tesa a tutelare la pubblica incolumità, la fattispecie
di reato si configura quando è messa in pericolo l’incolumità di più persone o singoli in-
dividui. Non si configura la contravvenzione di getto pericoloso di cose, invece, qualora
l’offesa, l’imbrattamento o la molestia abbiano ad oggetto esclusivamente cose e non
persone. Lo sbattimento dei tappeti o lo scuotimento delle tovaglie con la caduta di pol-
vere o briciole sono inidonei a causare imbrattamenti e molestie alle persone, secondo
la formulazione letterale della disposizione incriminatrice (Cass. Pen., sez. I, 11 luglio
2012, n. 27625). Tali condotte, però, possono comunque rilevare dal punto di vista civi-
listico con possibilità di ottenere un risarcimento per i danni materiali e morali subiti.
☛ Il reato si configura anche nel caso di omessa custodia di animali qualora ne sia derivato
il versamento di deiezioni animali atte ad offendere, imbrattare o molestare persone,
come nel caso delle deiezioni liquide di alcuni cani, lasciati incustoditi dal proprieta-

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GIOCO D’AZZARDO

rio sul balcone, che si riversano nell’appartamento sottostante (Cass. Pen., sez. III, 31
luglio 2008, n. 32063).
☛ Imbrattare una persona lanciandole contro uova (Cass. Pen., sez. I, 10 maggio 1995,
n. 7443).
☛ Lanciare oggetti dal balcone. In tal caso non è richiesta la prova di un concreto pericolo
per l’incolumità delle persone, ma è sufficiente "l’attitudine delle cose, gettate in un luo-
go di pubblico transito, ad offendere, imbrattare o molestare le persone", indipendente-
mente dal verificarsi di un danno concreto (Cass. Pen., sez. I, 17 maggio 2004, n. 23182).
☛ Le esalazioni maleodoranti promananti da escrementi di animali costituiscono offesa al
benessere dei vicini e grave pregiudizio (Cass. Pen., sez. I, 4 febbraio 1994, n. 1293).
☛ Usare in spazi condominiali ad uso pubblico candeggina e ammoniaca in modo eccessi-
vo molestando condomini ed estranei con emissioni di gas e vapori tossici (Cass. Pen.,
sez. III, 7 ottobre 2014, n. 41726).
☛ Il condomino che, incurante delle lamentele del vicino, innaffia i fiori del suo giardino
gettando acqua nel terrazzo sottostante (Cass. Pen., sez. III, 10 aprile 2014, n. 15956).
Nell’innaffiarle non bisogna far cadere l’acqua di scolo sul balcone di sotto. Se tale
comportamento viene ripetuto, nonostante le lamentele del vicino, si rischia di essere
querelati per il reato di «getto di cose pericolose o atte a imbrattare», oltre che a dover
risarcire l’eventuale danno (si pensi ai divanetti macchiati).
☛ Gettare cibo in strada per dar da mangiare a gatti o cani randagi, senza prima averlo
raccolto in un contenitore. Colui che offre del cibo ai gatti randagi deve avere cura di
non sporcare il luogo ove gli animali mangiano; questo vale sia se gli alimenti vengono
posti in un luogo pubblico (una strada, una piazza, ecc.), sia nell’ipotesi in cui ciò
avvenga in un ambiente comune (si pensi nel cortile del condominio). Se viene dato
da mangiare ai gatti randagi all’interno di una proprietà privata, allora anche in questo
caso bisognerà prestare attenzione: la colonia felina che si viene a creare non deve
arrecare disturbo ai vicini, pena la possibilità di integrare il reato di disturbo delle
occupazioni o del riposo delle persone. Ciò perché colui che offre cibo e riparo a un
randagio risponde poi del suo comportamento come se ne fosse il proprietario (Cass.
Pen., sez. IV, 5 aprile 2017, n. 17145).
☛ Il reato è stato ravvisato nelle emissioni di onde elettromagnetiche generate da ripetitori
radiotelevisivi, purché siano superati i valori indicativi dell’intensità di campo fissati
dalla normativa specifica vigente in materia. Se non superano tali limiti, le emissioni
non sono punibili, ancorché vi sia concreta idoneità a nuocere alla salute umana (Cass.
Pen., sez. I, 14 marzo 2002, n. 23066).

GIOCO D’AZZARDO (art. 721 c.p.). – Sono giochi d’azzardo secondo il Codice penale
quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi
interamente aleatoria. L’organizzazione e l’esercizio di giuochi di abilità e di concorsi
pronostici per i quali si corrisponda una ricompensa di qualsiasi natura e per la cui par-
tecipazione sia richiesto il pagamento di una posta in denaro sono riservati allo Stato.
f “Tiene un gioco d’azzardo”, ai sensi dell’art. 718 c.p., colui il quale installi in un pubbli-
co locale una macchina “mangiasoldi”, mettendola a disposizione dei clienti, indipen-
dentemente dall’entità della posta che, anche se modesta, non esclude il fine di lucro
(Cass. Pen., sez. III, 22.01.1986, n. 688).
f Si procede d’ufficio.
f Identificare i soggetti, se questi ad es. stanno all’interno di un bar o circolo a giocare a
poker o a tre sette a soldi.

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GIOCO O SCOMMESSA

f Perquisirli e sequestrare il danaro utilizzato per il gioco.


f Denunciare ex art. 718 c.p. il titolare del circolo privato per gioco d’azzardo; ex art. 720
c.p. i giocatori.
f Per integrare l’elemento oggettivo di cui all’art. 718 c.p. è sufficiente la sola predisposi-
zione delle attrezzature di gioco, e non è necessaria la flagranza della condotta.
f La flagranza è invece richiesta per il reato di cui all’art. 720 c.p. Si ha flagranza anche in
caso di momentanea interruzione del gioco. Non è sufficiente, ai fini della flagranza di
cui all’art. 720 c.p., la mera permanenza nel luogo ove si sta svolgendo il gioco, essendo
necessaria la presenza di ulteriori elementi indicativi della partecipazione.
Esempi:
☛ La slot-machine rientra tra i giochi d’azzardo, in quanto in essa l’alea è assoluta es-
sendo le combinazioni rimesse totalmente al caso e, cioè, al codice di funzionamento
dell’apparecchio, ignoto al giocatore. È, quindi, da escludere che possa essere annovera-
to tra i giochi d’intrattenimento o d’abilità, perché è preponderante l’elemento aleatorio
suddetto (Cass. Pen. sez. III, 14 marzo 1997, n. 769).
☛ Il videopoker va considerato gioco d’azzardo, e come tale vietato ex art. 110, comma
5, del TULPS, in quanto connotato da aleatorietà assoluta, a condizione che consenta G
la vincita di un qualsiasi premio in danaro o in natura, ivi compresa la ripetizione o il
prolungamento della partita (Cass. Pen., sez. III, 12 luglio 2006, n. 24059).
☛ L’espressione giuoco “d’azzardo” ha un significato univoco che non può includere il
giuoco di “scala quaranta” fatto tra amici con posta in gioco irrisoria (Cass. Pen., sez.
III, 31 luglio 1997 n. 7719).
☛ Costituisce gioco d’azzardo, ai sensi dell’art. 721 c.p., il gioco dei tre dadi, atteso che la
combinazione dei numeri dei dadi lanciati dai giocatori, dalla cui somma minore o mag-
giore dipende la vincita, non è attribuibile all’abilità del giocatore, bensì interamente
al caso, così che sussiste il requisito, richiesto dalla predetta disposizione, della natura
aleatoria della vincita e della perdita che caratterizza il gioco d’azzardo (Cass. Pen., sez.
III, 1° dicembre 2000, n. 12491).

GIOCO O SCOMMESSA. – Sono considerati contratti e come tali regolati dal codice civile
negli artt. 1933 -1935.
f Il gioco è il contratto col quale le parti si obbligano ad una prestazione a favore del vin-
citore. Il debito di gioco non è coercibile, ma se spontaneamente pagato non può essere
pretesa la sua restituzione.
f La scommessa è il contratto con il quale le parti si obbligano ad una prestazione a fa-
vore di colui la cui affermazione risulti vera. I debiti di scommessa danno vita ad una
mera obbligazione naturale, per cui se il debito non viene pagato, il vincitore non
ha azione per costringere il debitore a pagare (art. 1933 c.c.). L’azione è invece am-
messa se si tratta di giochi o scommesse relative a competizioni sportive (ad esempio:
totocalcio o lotterie) autorizzate.

GUARDIA MEDICA. – Non si configura il reato di "rifiuto di atti d’ufficio" a carico della
guardia medica se in seguito ad una richiesta di intervento domiciliare il medico decida
di prescrivere per telefono una terapia invece di recarsi di persona a visitare il paziente.
Dunque l’intervento domiciliare può essere effettuato solo se la guardia medica lo riten-
ga opportuno e confacente alla sintomatologia descritta dal paziente. Solo nelle ipotesi

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GUARDIE GIURATE

in cui vi sia stata un’errata diagnosi, avvenuta appunto per telefono, la guardia medica
risponderà del reato di lesioni personali colpose (se il paziente subisce dei danni) o di
omicidio colposo se a causa di una diagnosi sbagliata segue la morte del paziente (Cass.
Pen., sez. VI, 20 gennaio 2015, n. 10130).

GUARDIE GIURATE. – Collaborazione con le forze di polizia (art. 139 TULPS).


f L’art. 139 TULPS impone agli istituti di vigilanza e di investigazione di prestare la loro
opera a richiesta dell’Autorità di P.S. Pertanto gli agenti di tali uffici sono obbligati ad
aderire a tutte le richieste ad esse rivolte dagli ufficiali o dagli agenti di P.S. o di P.G.,
fornendo la propria collaborazione.
f La Polizia Giudiziaria, in particolare, nel corso delle proprie indagini, può ottenere
dall’istituto di investigazione tutte le informazioni acquisite nell’ambito di attività con-
dotte per conto di privati.
f Questa disposizione non si applica, per esplicita disposizione di legge, all’investigatore
privato quando svolge le attività previste dall’art. 38 CPP e a lui delegate dal difensore
di una delle parti private.
f L’art. 134 TULPS stabilisce che le guardie giurate non possono essere adibite ad ope-
razioni che comportino un esercizio di pubbliche funzioni o una menomazione della
libertà personale. Perciò dovrebbe ritenersi che le guardie giurate non sono pubblici
ufficiali. Infatti, la Cassazione ha ora ritenuto che in virtù dell’art. 358 c.p., alla guardia
particolare giurata deve attribuirsi non la qualità di pubblico ufficiale, ma quella di in-
caricato di pubblico servizio, anche se limitatamente alla sfera spazio/temporale dello
svolgimento della funzione istituzionale di vigilanza e di custodia dei beni patrimoniali
affidati (Cass. Pen., sez. VI, 7 giugno 2013, n. 25152).

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I

IDENTIFICAZIONE DEGLI APPARTENENTI ALLE FORZE DELL’ORDINE. – Ai sensi del-


l’art. 20 del D.P.R. 782/85 (regolamento di servizio della Polizia di Stato) l’appartenente
ha il dovere di “riconoscimento in servizio”, che consiste nel dovere di farsi chiaramen-
te identificare dai privati cittadini. Il principale sistema identificativo dell’operatore di
polizia è la divisa. L’art. 48 stabilisce, inoltre, che il personale della Polizia di Stato è
obbligato a portare sempre (sia in divisa che in abiti civili) la tessera di riconoscimento.
f Gli operatori che svolgano la loro attività in borghese hanno l’obbligo di qualificarsi,
previsto dai rispettivi regolamenti, ad esempio per la Polizia di Stato l’art. 20 DPR
782/85 prevede che: “Il personale della Polizia di Stato…autorizzato a svolgere il servi-
zio d’istituto in abito civile, nel momento in cui debba far conoscere la propria qualità I
o allorché l’intervento assuma rilevanza esterna, ha l’obbligo di applicare sull’abito in
modo visibile una placca di riconoscimento…e di esibire la tessera, ove richiesto”.
f Gli agenti possono rifiutarsi di dare il documento, è sufficiente indicare il proprio
numero di matricola. Infatti, quando l’appartenente alle forze dell’ordine si trova di
servizio non è tenuto a fornire le generalità, su richiesta di un cittadino, se si trova
in divisa. Non c’è alcuna norma che lo impone. Discorso diverso, invece, se si trova
in borghese, perché, in tal caso, su richiesta del cittadino, deve mostrare il tesserino
del corpo o dell’arma a cui appartiene. Poliziotti e Carabinieri, infatti, evitano di dare
le proprie generalità (nome e cognome) per motivi di sicurezza. Se c’è qualcosa che
non va nella contestazione che mi viene fatta o nei modi, il cittadino potrà sempre fare
ricorso o denuncia presentando gli elementi di identificazione che gli sono stati mostrati
(eventualmente anche la targa della volante che lo ha fermato).
f Discorso diverso per quanto riguarda il pubblico ufficiale non appartenente alle forze
dell’ordine (ad es. consiglieri comunali, controllori dei treni, ufficiali sanitari, ecc.) che,
invece, sono tenuti a identificarsi davanti al cittadino che lo richieda.

IMBRATTAMENTO E DETURPAMENTO DI COSE ALTRUI (art. 639 c.p.). – Si procede a


querela di parte, salvo se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto
pubblici o privati o su cose di interesse storico o artistico, nel qual caso si procede
d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f L’articolo 16 del D.L. 20 febbraio 2017, n. 14, convertito in L. 18 aprile 2017, n. 48
(Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città), ha integrato la formulazione
dell’articolo in commento per combattere, in particolare, il fenomeno dei c.d. writers,
nell’ambito degli interventi per il decoro urbano, prevedendo che se il reato è commesso
su beni immobili, su mezzi di trasporto pubblici o privati o su cose di interesse storico o
artistico il giudice (il giudice di pace se l’illecito riguarda beni mobili; il tribunale negli

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IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

altri casi) può subordinare l’applicazione della sospensione condizionale della pena
all’obbligo di ripristino e ripulitura dei luoghi oggetto dell’illecito.Ove tali operazioni
non siano possibili, per la concessione del beneficio può essere disposto dal giudice:
l’obbligo di corresponsione delle spese di ripristino e ripulitura o di rimborso di quelle
già sostenute; ovvero - la prestazione di attività non retribuita a favore della collettività
(con il consenso dell’interessato).
Esempi:
☛ Costituisce imbrattamento lo sputare ripetutamente sulla vetrina di un esercizio com-
merciale (Cass. Pen., sez. II, 6 febbraio 2013, n. 5828).
☛ Imbrattare o deturpare i muri di un’abitazione con scritte a vernice configura il reato
de quo, e non quello di danneggiamento, purché possa comunque ripristinarsi, senza
particolari difficoltà, l’aspetto e il valore originario del bene medesimo (Cass. Pen., sez.
VI, 16 novembre 2000, n. 11756).
☛ Rovesciare un cassonetto della spazzatura per strada (Cass. Pen., sez. III, 27 aprile 2017,
n. 19968).
☛ Lasciare gli escrementi del cane non raccolti in un luogo pubblico (per strada, sul mar-
ciapiede, nell’androne di un palazzo, ecc.). Lo stesso succede con la pipì. Permettere
al proprio animale di farla sul muro di un edificio o sulla ruota di un’auto in sosta può
essere reato di imbrattamento, così come lasciare i suoi escrementi in giro. Per evitare
una condanna bisogna avere sempre con sè una bottiglia d’acqua e dare una lavata
alla ruota dell’auto o al muro dell’edificio, per dimostrare la volontà di creare il minor
disagio possibile. Per la Suprema Corte, infatti, dimostrare che si vuole riparare il più
possibile al danno creato dal cane è motivo di assoluzione in caso di denuncia (Cass.
Pen., sez. II, 18 febbraio 2015, n. 7082).

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA (D.Lgs. 286/98). – Nel caso di favoreggiamento:


f Arresto obbligatorio in flagranza.
f Confisca mezzo di trasporto usato.
f Si procede con rito direttissimo.
f Si definiscono:
- “Clandestini”: gli stranieri entrati in Italia senza regolare visto di ingresso, e che de-
vono essere respinti alla frontiera o espulsi.
- “Irregolari”: gli stranieri che hanno perduto i requisiti necessari per la permanenza
sul territorio nazionale (ad esempio il permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato),
di cui erano però in possesso all’ingresso in Italia, e che vanno espulsi o accompagnati
alla frontiera.

INCAUTO ACQUISTO (art. 712 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Chi viene condannato per questa contravvenzione può essere sottoposto alla misura di
sicurezza della libertà vigilata (713 c.p.).
f Il reato scatta nel momento in cui si acquista un bene che, per le proprie qualità, per le
condizioni del venditore o per il prezzo, faccia sorgere in una persona di normale ragio-
nevolezza il sospetto che l’oggetto provenga da un reato. Dunque, affinché si integri il
reato di incauto acquisto occorre che ricorrano almeno due requisiti:
- uno di tipo oggettivo, riguardante il bene o le condizioni del venditore: si pensi a
colui che vende beni preziosi in strada, oppure che si nasconde in vicoli bui oppure nel

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INCENDIARE COSE ALTRUI

retro di un locale. Ancora, le condizioni dell’offerente devono destare sospetto anche


per come lo stesso si presenti: si pensi a colui che vende un prezioso orologio Rolex
lasciando intravedere la pistola che nasconde in tasca. Le condizioni del venditore o
dell’offerente possono riferirsi anche all’attività lavorativa effettivamente svolta: si pen-
si a colui che acquista una costosa bicicletta ancora non messa in commercio da chi
lavora proprio nella fabbrica che le produce (è facile pensare che questi l’abbia rubata
e poi rivenduta);
- uno di tipo soggettivo, riguardante il sospetto che deve (o meglio, dovrebbe) sorgere
nell’acquirente circa la provenienza del bene. Il reato di incauto acquisto scatta, infatti,
a prescindere dalla effettiva consapevolezza della natura sospetta dell’affare: è sufficien-
te che le circostanze siano oggettivamente idonee a far sorgere dubbi sulla liceità della
provenienza del bene acquistato affinché il reato si integri. Dunque, se una persona
particolarmente ingenua e poco avveduta acquista su una bancarella un Rolex a cin-
quanta euro non nutrendo alcun tipo di sospetto in merito alla compravendita, rispon-
derà ugualmente del reato di incauto acquisto anche se era perfettamente in buona fede.
f È commesso da chi, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o
riceve a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o
per l’entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengano da reato. L’elemen-
to che forse più di ogni altro è motivo di sospetto della legittima provenienza del bene
è il prezzo. Acquistare un capo di marca a pochi euro deve sicuramente far sorgere il
I
dubbio sulla liceità della provenienza del prodotto; stesso dicasi per il prezioso orologio
venduto a pochi spiccioli. A tal proposito, la Suprema Corte (Cass., sent. n. 19548/2020)
ha stabilito che l’incauto acquisto sussiste solo quando viene accertata una differen-
za sproporzionata tra il valore del bene e la somma corrisposta per l’acquisto.
f È proprio l’elemento soggettivo che differenzia l’incauto acquisto dalla ricettazione:
colpa per il primo reato, dolo per il secondo; infatti, mentre nella ricettazione c’è la
certezza, da parte dell’agente, della provenienza delittuosa della cosa acquistata o rice-
vuta, nell’incauto acquisto c’è il colposo mancato accertamento di quella provenienza.
La giurisprudenza (Cass. Pen., 16 agosto 2018, n. 41448) ha escluso sussista il dolo
tipico della ricettazione quando vi siano alcuni elementi che facciano pensare alla vo-
lontà assolutamente trasparente dell’acquirente di comperare un bene in piena legalità,
elementi che possono essere costituiti anche dal canale di acquisto e dalle trasparenti
modalità di pagamento. In questo senso, dunque, acquistare online tramite canali sicuri
(Amazon, E-bay, ecc.) è circostanza che, in genere, esclude la ricettazione, soprattutto
se il pagamento della merce è avvenuto con metodi tracciabili.

INCENDIARE COSE ALTRUI (art. 424 c.p.). – La condotta consiste nell’appiccare la cosa
propria o altrui, al “solo” scopo di danneggiare la cosa altrui, senza la previsione che
ne deriverà un incendio. In tal caso la sanzione prevista è la reclusione da sei mesi a
due anni. Se segue l’incendio è prevista la reclusione da tre a sette anni ridotta da un
terzo alla metà.
f Si procede d’ufficio.
f Se il fatto è commesso da persona sottoposta con provvedimento definitivo ad una
misura di prevenzione personale durante il periodo previsto di applicazione e sino a tre
anni dal momento in cui ne è cessata l’esecuzione, la polizia giudiziaria può procedere
all’arresto anche fuori dei casi di flagranza.

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INCENDIO DI AUTO

INCENDIO DI AUTO. – Si procede d’ufficio.


f Circoscrivere zona, evitando che qualcuno si avvicini.
f Cercare nei dintorni eventuali taniche che vanno sequestrate.
f Rintraccia il proprietario.
f Il proprietario di un veicolo a motore in sosta su area pubblica o ad essa equiparata
non risponde, in relazione al titolo di responsabilità previsto dall’art. 2051 c.c. dei danni
causati dal propagarsi dell’incendio del proprio autoveicolo solamente in presenza di
caso fortuito, ad esempio integrato nell’ipotesi in cui lo stesso risulti dato dolosamente
alle fiamme da un terzo durante la sosta (Cass. civ., sez. III, 14 febbraio 2012, n. 2092).

INCENDIO DOLOSO (art. 423 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto obbligatorio in flagranza, fermo consentito.
f Chiedere intervento Vigili del Fuoco e Polizia Scientifica e farsi rilasciare sintesi dei
rilievi tecnici, dattiloscopici e fotografici, esperiti.
f Accertare se vi sono materiali o bottiglie con liquido infiammabile nei dintorni, nei
cassonetti vicini o simili.
f Invitare vittima a sporgere denuncia contro ignoti, se non si individua l’autore.
f Affinché si possa parlare di incendio è necessario che l’autore, per i mezzi usati e per la
vastità e le dimensioni del risultato raggiunto, metta in pericolo l’incolumità pubblica,
(il fuoco cioè deve tendere a diffondersi e non può essere facilmente spento e ci deve
essere la volontà di provocare un incendio), altrimenti realizzerebbe il meno grave reato
di danneggiamento seguito da incendio (Cass. Pen., sez. I, 26 aprile 1995 n. 4506), dove
sussiste la semplice intenzione di danneggiare la cosa altrui.

INCENERIRE PARTE VEICOLO (ESEMPIO: PNEUMATICI) (ANCHE IN PROPRIETÀ PRIVATA).


– Identificare autore.
f Denunciarlo a piede libero (elezione domicilio e nomina difensore, annotazione) quale
autore dei reati di cui agli artt. 51/1 lett. a) D.L. 22/97 (c.d. decreto Ronchi), perché
effettuava senza prescritta autorizzazione attività di smaltimento mediante inceneri-
mento a terra di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da parte di veicoli (es.: volanti,
sedili, pneumatici, ecc) e 674 c.p. perché provocava emissioni di gas, vapori e fumi atti
ad imbrattare e a molestare le persone.

INCESTO (art. 564 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto facoltativo in flagranza, fermo consentito in caso di relazione incestuosa,
ossia di reato continuato (aggravante ad effetto speciale).
f Affinché si consumi il reato in questione sono richieste due condizioni:
1) Che dal fatto derivi pubblico scandalo (cd. condizione obiettiva di punibilità);
2) Che il fatto sia commesso con un discendente o con un ascendente o con un affine
in linea retta, ovvero con una sorella o un fratello.

INCIDENTE STRADALE CON FERITI. – Effettuare rilievi.


f Acquisire testimonianze di parti coinvolte e terzi presenti.
f Farsi consegnare dall’ ospedale il referto medico.

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INCIDENTE STRADALE CON FERITI – OMISSIONE DI SOCCORSO

f Procedere a far rimuovere dal carro attrezzi i mezzi, qualora siano inamovibili.
f Se si tratta di prognosi riservata, far sequestrare i mezzi coinvolti.
f Nel caso di incidente stradale non può essere iniziata l’azione penale per lesioni colpose
in mancanza di querela (Cass. Pen., sez. IV, 26 ottobre 1990, n. 14199).

INCIDENTE STRADALE CON FERITI – OMISSIONE DI SOCCORSO. – L’art. 189 c.d.s. pre-
vede l’arresto del conducente, anche fuori flagranza.

INCIDENTE STRADALE CON MORTI. – Delimitare la zona del sinistro.


f Chiamare il medico legale.
f Acquisire il certificato di constatazione di decesso e i documenti della vittima e i suoi
oggetti e valori.
f Coprire la salma anche con mezzi di fortuna.
f Darne comunicazione immediata al Pm che dispone la rimozione del cadavere oppure
si porta direttamente sul posto (art. 116 disp. att. c.p.p.);
f Far rimuovere la salma dai necrofori che la porteranno all’istituto di medicina legale o
nella camera mortuaria a disposizione dell’A.G.
f Effettuare rilievi (chiamare stradale). I
f Effettuare alcoltest dei conducenti.
f Sequestro penale dei mezzi.
f Compilare verbale di rimozione cadavere.
f Avvisare i familiari (il più alto in grado presente vi procede) non per telefono ma perso-
nalmente. Se gli stessi risiedono in comune diverso da dove sono avvenuti i fatti, allora
contattare l’ufficio di polizia di quel comune affinché provveda al pietoso ufficio.
f Non divulgare alla stampa e non fare effettuare foto o riprese al deceduto, prima che i
familiari siano stati avvisati.

INDIVIDUI SOSPETTI A BORDO DI VETTURA. – La p.g. procederà all’identificazione delle


persone sospette.
f Controllare le vetture ed eventualmente sequestrarle se corpo del reato (ad es. perché
attrezzate in modo da favorire il trasporto di t.l.e., con il sedile posteriore abbassato).
f Fermare i soggetti se dal controllo è presumibile che si accingessero a effettuare il carico
di t.l.e. o altri reati.
f Denunciarli in stato di libertà per associazione a delinquere finalizzata al favoreggia-
mento del contrabbando di t.l.e.
f Se i soggetti sono trovati fuori dal comune di residenza, il Questore può disporre la
misura di prevenzione del rimpatrio con F.V.O.

INFORMATIVA DI REATO E SEGRETO ISTRUTTORIO (art. 329 c.p.p.). – L’informativa di


reato ex art. 347 c.p.p. viene redatta nell’esercizio di funzioni di polizia giudiziaria, con
la conseguenza che si è in presenza di atti di indagine, i quali, come tali, sono soggetti
a segreto istruttorio ex art. 329 c.p.p. e conseguentemente sottratti al diritto di accesso
ai documenti amministrativi ai sensi dell’art. 24 della L. n. 241/90 (Cons. Stato, sez. IV,
10 agosto 2011, n. 4769).

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INFORMATIVA PER I REATI PROCEDIBILI A QUERELA DI PARTE

INFORMATIVA PER I REATI PROCEDIBILI A QUERELA DI PARTE. – Qualora si intervenga


in reati per i quali la norma stabilisce la procedibilità a querela di parte, e la stessa non
sia ancora stata presentata, ugualmente bisogna redigere annotazione di p.g. e trasmet-
terla, senza ritardo, con l’informativa di reato, al P.M., ex art. 112 disp. att. c.p.p.
f Ai sensi dell’art. 346 c.p.p. possono essere altresì compiuti gli atti di indagine prelimi-
nare necessari ad assicurare le fonti di prova (348 c.p.p.).

INGIURIA (art. 594 c.p.). – Abrogato dal D.Lgs. n. 7/2016 e trasformato in illecito civile.
f Commette ingiuria chi offende l’onore (qualità morali) o il decoro (altre qualità, fisiche,
intellettuali e sociali) di una persona presente.
f L’ingiuria è stata abrogata per cui non è più reato, ma semplice illecito civile, per cui la
vittima non dovrà più denunciare il colpevole, ma conferire mandato a un avvocato af-
finché intraprenda un’ordinaria causa civile volta ad ottenere il risarcimento del danno.
f Il reo sarà ora sanzionato, oltre che con il risarcimento del danno (sanzione privatisti-
ca), con una sanzione pecuniaria civile irrogata dal giudice civile e devoluta alla Cassa
delle ammende.
f Al termine del giudizio civile, il giudice dovrà comminare al responsabile una multa:
questa, però, a differenza del risarcimento del danno, non andrà nelle tasche della vit-
tima, ma nelle casse dello Stato. Tale sanzione pecuniaria va da 200 euro a 12.000 euro
a seconda di tutta una serie di parametri tra cui gravità della violazione; reiterazione
dell’illecito (nelcaso in cui l’illecito sottoposto a sanzione pecuniaria civile sia compiuto
entro quattro anni dalla commissione, da parte dello stesso soggetto, di un’altra viola-
zione sottoposta a sanzione pecuniaria civile, che sia della stessa indole (le violazioni
della medesima disposizione e quelle di disposizioni diverse che, per la natura dei
fatti che le costituiscono o per le modalità della condotta, presentano una sostanziale
omogeneità o caratteri fondamentali comuni e che sia stata accertata con provvedi-
mento esecutivo); arricchimento del soggetto responsabile; opera svolta dall’agente per
l’eliminazione o attenuazione delle conseguenze dell’illecito; personalità dell’agente;
condizioni economiche dell’agente.
f Quindi chi commette l’illecito civile di ingiuria oltre al risarcimento del danno verso il
danneggiato (e il diritto al risarcimento si prescrive in cinque anni, ex art. 2947 c.c.),
sarà obbligato al pagamento della sanzione civile verso lo Stato (anche in questo caso il
diritto al pagamento della sanzione si prescrive in cinque anni).
f Nelle ipotesi in cui il danno lamentato dalla vittima sia inferiore a 5.000 euro, la causa
andrà instaurata innanzi al giudice di Pace. Per quelle di importo superiore la compe-
tenza è del Tribunale.
f La riforma stabilisce che il procedimento per ottenere il risarcimento del danno da in-
giuria debba essere avviato nelle forme ordinarie stabilite dal codice di procedura civile:
sicché deve ritenersi che valga la regola generale secondo cui il giudizio va introdotto
con citazione, al tribunale o al giudice di pace.
f La sanzione è comminata solo al termine del processo sempre che la domanda di ri-
sarcimento proposta dalla persona offesa venga accolta. Pertanto, in assenza di una
citazione per il risarcimento del danno, il colpevole non subirà neanche la multa.
f Il giudice può disporre, in relazione alle condizioni economiche del condannato, che il
pagamento della sanzione pecuniaria civile sia effettuato in rate mensili da due a otto.
Ciascuna rata non può essere inferiore a 50 euro. Decorso inutilmente, anche per una
sola rata, il termine fissato per il pagamento, l’ammontare residuo della sanzione è do-

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INGRESSO ABUSIVO NEL FONDO ALTRUI

vuto in un’unica soluzione. Il condannato può estinguere la sanzione civile pecuniaria


in ogni momento, mediante un unico pagamento.
f Nel caso di decesso del soggetto responsabile, l’obbligo di pagare la sanzione pecuniaria
civile non si trasmette agli eredi. Si trasmette, tuttavia, l’obbligazione relativa al paga-
mento del risarcimento del danno, salvo che gli eredi abbiano rifiutato l’eredità.
f Se le offese sono reciproche non c’è ingiuria. Se la persona offesa dà del "pazzo" all’im-
putato e questo risponde chiamandolo "ladro", l’ingiuria è scriminata dall’esimente
della provocazione. (Cass. Pen., sez. V, 10 febbraio 2014, n. 6338).
Esempi:
☛ Non può trattarsi di diffamazione l’offesa diretta ad una persona all’interno di una chat
vocale di gruppo. Infatti, l’elemento distintivo tra ingiuria e diffamazione è costituito
dal fatto che nell’ingiuria la comunicazione, con qualsiasi mezzo realizzata, è diretta
all’offeso, mentre nella diffamazione l’offeso resta estraneo alla comunicazione offensi-
va intercorsa con più persone e non è posto in condizione di interloquire con l’offenso-
re. Il caso in esame deve essere qualificato come ingiuria aggravata dalla presenza di
più persone e che, ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. c), del D.lgs. 15 gennaio 2016, n.
7, è stato depenalizzato (Cass. Pen., sez. V, 31 marzo 2020, n. 10905).
☛ Lo sputo incide indubbiamente sul decoro, costituendo una manifestazione di disprez-
zo verso l’individuo nei cui confronti è diretto, né ha rilevanza che lo sputo sia rivolto
direttamente alla persona, in modo tale da colpirla materialmente, o, eventualmente, I
a terra, ma con specifico riferimento ad un determinato soggetto (Cass. Pen., sez. V, 4
aprile 1990, n. 4845).
☛ Insegnante che da dello stupido, imbecille, idiota ed omosessuale all’alunno (Cass.
Pen., sez. V, 19 dicembre 1994, n. 12510).
☛ Se l’ingiuria viene fatta in luogo pubblico o aperto al pubblico con linguaggio contrario
alla decenza, essa concorre con il reato di cui all’art. 726 (turpiloquio) (Cass. Pen., sez.
V, 17 aprile 1970, n. 772).
☛ Costituisce ingiuria l’espressione “lei si crede un padre eterno” rivolta ad un p.u. con
riferimento a comportamenti da lui posti in essere in tale sua qualità, atteso che detta
espressione vale ad attribuire al p.u., tenuto, come tale, al costante rispetto delle norme
che regolano l’adempimento delle sue funzioni, una condotta prevaricatrice e, pertanto,
riprovevole (Cass. Pen., sez. V, 29 gennaio 2007, n. 3233).

INGRESSO ABUSIVO NEL FONDO ALTRUI (art. 637 c.p.) . – Entrare, senza necessità, nel
fondo altrui recintato da fosso, da siepe viva o da un altro stabile riparo. Per configu-
rarsi il reato è necessario che il fondo sia recintato, per cui non si configura il reato se il
viandante o il cacciatore attraversa l’altrui fondo incolto e non delimitato.
f Si procede a querela di parte.
f Arresto e fermo: non consentiti.
Esempi:
☛ Entrare senza biglietto e scavalcando la recinzione in un campo ove si svolge una ma-
nifestazione sportiva (Cass. Pen., sez. II, 20 maggio 1996, Fusaro).
☛ Non integra il reato di ingresso abusivo nel fondo altrui la condotta di chi fa ingresso,
pur senza autorizzazione, ma per una necessità individuabile in qualunque motivo
che, secondo il comune sentire, risponde ad una esigenza il cui soddisfacimento non
comporti uno sproporzionato sacrificio dell’altrui "ius excludendi" (La Corte non ha
ravvisato la sussistenza del reato nell’ipotesi di mero recupero, nel fondo altrui, di un

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INSOLVENZA FRAUDOLENTA

attrezzo necessario all’espletamento dell’incarico da parte di un consulente tecnico del


giudice) (Cass. Pen., sez. II 25 settembre 2009, n. 38725).
☛ Non sussiste reato nemmeno se si tratta di recuperare la cosa propria o il proprio ani-
male; infatti l’art. 843 comma 3 c.c. stabilisce espressamente che:
“Il proprietario deve parimenti permettere l’accesso a chi vuole riprendere la cosa sua
che vi si trovi accidentalmente o l’animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia.
Il proprietario può impedire l’accesso consegnando la cosa o l’animale”. Nel caso di
mancata restituzione il proprietario del fondo commetterebbe il reato di appropriazione
indebita prevista dall’art. 646 c.p.

INSOLVENZA FRAUDOLENTA (art. 641 c.p.). – Si procede a querela di parte.


f Arresto e fermo non sono consentiti.
f L’adempimento dell’obbligazione prima della condanna estingue il reato (641/2).
f È colpevole di tale reato chi contrae un debito nascondendo la propria insolvenza con
il proposito di non adempiere l’obbligo di restituzione. Tale reato è una forma attenuata
della truffa (640 c.p.), dalla quale differisce per la mancata presenza degli artifizi e raggiri.
Esempi:
☛ Chi mangia al ristorante col proposito di non pagare.
☛ L’utente che si introduce ripetutamente in autostrada transitando nelle apposite corsie
riservate al “telepass”, senza essere munito di tale mezzo di pagamento elettronico.
☛ Chi compra un bene con una cambiale di cui si è a conoscenza del protesto (Cass. Pen.,
sez. II, 15 maggio 2009, n. 2053).
☛ Tizio, essendo del tutto indigente e nascondendo tale circostanza, si reca in un lussuoso
albergo ed ivi alloggia, con la totale consapevolezza di essere impossibilitato a pagare
il conto, che, infatti, non salda.

INTERCETTAZIONI DI COMUNICAZIONI RADIO DEI CORPI DI POLIZIA (art. 18 R.D.


1067/23). – Si procede d’ufficio.
f Sequestrare le apparecchiature radio ricetrasmittenti e riceventi.
f Le comunicazioni della polizia, che sono effettuate mediante onde elettriche che si pro-
pagano nello spazio, sia pure su bande di frequenza riservate, in senso circolare, ovve-
rosia omnidirezionale, devono ritenersi comprese nelle previsioni di cui al Regio decreto
8 febbraio 1923, nr. 1067, il quale all’art. 18 tutela penalmente il contenuto di corrispon-
denza (radiotelegrafica) e (radiotelefonica) (Cass. Pen., sez. V, 10 ottobre 1980, n.10314).

INTERFERENZE ILLECITE NELLA VITA PRIVATA (art. 615 bis c.p.). – Si procede a querela
della persona offesa.
f Si procede d’ufficio se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di
un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzio-
ne o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato.
Esempi:
☛ Installare un’apparecchiatura elettronica contenente un microchip all’interno dell’ap-
partamento e, mediante l’uso di tale strumento di captazione di voci e di suoni, pro-
curarsi indebitamente delle notizie relative al coniuge separato, attinenti alla sua vita
privata e di relazione.

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INTERRUZIONE DI SERVIZIO PUBBLICO O DI PUBBLICA NECESSITÀ

☛ Scattare una foto con il cellulare all’insaputa o contro la volontà di chi ha lo “ius
escludendi”.
☛ La ripresa fotografica da parte di terzi lede la riservatezza della vita privata ed integra il
reato di cui all’art. 615 bis c.p., sempre che vengano ripresi comportamenti sottratti alla
normale osservazione dall’esterno, essendo la tutela del domicilio limitata a ciò che si
compie in luoghi di privata dimora in condizioni tali da renderlo tendenzialmente non
visibile ad estranei (Cass. Pen., sez. V, sentenza 24.06.2011 n. 25453).
☛ Il marito che spia la moglie dentro casa con l’uso del registratore è querelabile per
il reato di interferenze illecite nella vita privata (Cass. Pen., Sez. V, 30 maggio 2014, n.
35681). È illecita la prova dell’adulterio "acquisita" in questo modo, per violazione del
diritto alla riservatezza del coniuge o familiare convivente, in violazione dell’art. 617
bis c.p. (fraudolenta intercettazione delle comunicazioni o conversazioni telegrafiche o
telefoniche altrui) (Cass. Pen., sez. V, 18 marzo 2003, n. 12698).
☛ Impossessarsi, con violenza o minaccia, del telefono cellulare del proprio partner con
il fine di “perquisirlo” per leggere i messaggi integra il delitto di cui all’art. 628 c.p. (ra-
pina). Oltretutto potrebbe venir lesa anche la libertà di autodeterminazione della sfera
sessuale del partner, che “comporta la libertà di intraprendere relazioni sentimentali e
di porvi termine”, violando, pertanto, anche il diritto alla riservatezza (Cass. Pen., sez.
II, 19 marzo 2015, n. 11467).
I
INTERRUZIONE DI SERVIZIO PUBBLICO O DI PUBBLICA NECESSITÀ (art. 331 c.p.). – Si
procede d’ufficio.
f È il reato attribuibile agli esercenti di imprese che forniscono servizi pubblici o di
pubblica necessità (acqua, luce, gas, telefono, medicinali), nel caso in cui questi inter-
rompano il proprio servizio o sospendano il lavoro degli uffici o dell’azienda, in modo
da turbare la regolarità del servizio. Differisce dal reato di cui all’art. 340 c.p., in quanto
quest’ultimo è, invece, commesso da chiunque li ostacoli, ed impedisca loro di fornire
la propria prestazione.
Esempi:
☛ Il farmacista di turno che chiude per la pausa pranzo (Cass. Pen., sez. VI, 3 dicembre
2012, n. 46755).
☛ Il responsabile di una discarica che impedisce illegittimamente il deposito di rifiuti.
☛ Il lavoratore che si astiene dalla prestazione, interrompendo un servizio pubblico.
☛ Il medico di turno che si rende irreperibile durante l’intera giornata lavorativa, costrin-
gendo altro medico a sostituirlo (Cass. Pen., sez. VI, 5 agosto 2003, n. 33062).

INTERRUZIONE DI UN UFFICIO O SERVIZIO PUBBLICO O DI UN SERVIZIO DI PUBBLICA


NECESSITÀ (art. 340 c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti, salvo per i capi, promotori od organizzatori nei
cui confronti l’arresto è facoltativo.
f Mentre il reato di cui all’articolo 331 c.p. è commesso dai gestori dell’azienda di pub-
blico servizio, dagli imprenditori che, intenzionalmente, ne turbino la regolarità, quello
meno grave dell’articolo 340 c.p., invece, è commesso da chiunque li ostacoli, ed
impedisca loro di fornire la propria prestazione.
f Inoltre nell’ipotesi delittuosa dell’art. 331 c.p. la condotta deve consistere esclusivamen-
te nell’interruzione del servizio o nella sospensione del lavoro, da cui derivi l’evento

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INTRALCIO ALLA GIUSTIZIA (CD. SUBORNAZIONE)

del turbamento della regolarità del servizio. Nel reato di cui all’art. 340 c.p., invece,
il turbamento della regolarità del servizio, non necessariamente deve derivare dall’in-
terruzione o sospensione del lavoro, potendo la condotta che produce il turbamento,
assumere le forme più svariate.
f L’interruzione consiste nel provocare, con qualsiasi mezzo, la cessazione definitiva o
temporanea, per lungo o per breve periodo, dell’ufficio o del servizio. Per turbamento si
intende quella alterazione del regolare funzionamento del servizio che, pur senza com-
portare la cessazione dell’attività, pregiudica in maniera apprezzabile il conseguimento
dei fini che la pubblica amministrazione si propone.
f L’art. 340 c.p. ha carattere sussidiario, come si evince dall’inciso iniziale («… fuori dei
casi preveduti da particolari disposizioni di legge…»), nel senso che trova applicazione
solo nel caso in cui il fatto non sia espressamente previsto da specifiche disposizioni
legislative: così, ad esempio, nel caso di blocco ferroviario o stradale, troverà applica-
zione l’art. 1 del d. Lgs. 22 gennaio 1948, n. 66, che contempla norme atte ad assicurare
la libera circolazione sulle strade ferrate o ordinarie e la libera navigazione.
Esempi:
☛ Aggredire con un bastone il conducente di un autobus, che aveva rimproverato ad un
automobilista il parcheggio in doppia fila, così interrompendo il servizio di linea, con-
figura interruzione di pubblico servizio e lesioni aggravate dall’uso del bastone (Cass.
Pen., sez. V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5271).
☛ Occupare i binari ferroviari, per manifestare, provocando un rallentamento dei percor-
si dei convogli (Cass. Pen., sez. VI, 16 giugno 1999, n. 7822).
☛ Turbare la regolarità di un servizio giornalistico trasmesso in diretta dalla RAI,
ponendosi alle spalle del giornalista e spintonando gli intervistati, costringendo il ca-
meraman a restringere l’area visiva di ripresa al solo giornalista (Cass. Pen., sez. VI, 2
luglio 2008, n. 26569).
☛ Irrompere in un ufficio pubblico, costringendo il titolare a spostarsi in un’altra stanza,
gli agenti della Questura ad intervenire, determinando un rilevante turbamento dell’or-
dinaria attività dell’ufficio pubblico (Cass. Pen., sez. V, 27 aprile 2005, n.15636).
☛ Costituisce reato di interruzione di un ufficio o servizio il fatto di incatenarsi alla porta di
una cella, perché in tal modo si impedisce agli agenti di custodia di entrare ed uscire dalla
cella stessa, così come è loro compito (Cass. Pen., sezione VI, 1 ottobre 1981, n. 150).

INTRALCIO ALLA GIUSTIZIA (CD. SUBORNAZIONE) (art. 377 c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f La condotta consiste nell’offrire o promettere danaro o altra utilità ad un testimone,
perito o interprete. Affinché si realizzi il delitto è necessario che il subornato abbia già
acquisito formalmente la qualità di teste.
Esempi:
☛ Offrire o promettere denaro o altra utilità al consulente tecnico del pubblico ministero
al fine di influire sul contenuto della consulenza (Cass. Pen., sez. Unite, 12 dicembre
2014, n. 51824).
☛ Pagare un testimone per indurlo a mentire o a tacere in occasione della sua audizione
davanti al giudice, al pubblico ministero oppure al difensore che svolge le investigazioni
difensive. In effetti, questo delitto si integra solamente se il testimone rifiuti l’offerta
oppure la accetti ma non commetta falsità: qualora il testimone si vendesse realmente

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INTRODUZIONE CLANDESTINA IN LUOGHI MILITARI

al suo “compratore” allora si integrerebbero i diversi e autonomi reati di concorso in


falsa testimonianza, false dichiarazioni rilasciate al p.m. oppure al difensore. Pagare un
testimone affinché deponga il vero non costituisce reato; il pagamento, come anzidetto,
è illecito solamente se volto ad incentivare il teste a mentire.

INTRODUZIONE CLANDESTINA IN LUOGHI MILITARI (art. 260 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto e fermo non sono consentiti.
f La condotta consiste nell’introdursi clandestinamente (evitando la sorveglianza di cu-
stodi o vigilanti) o con inganno (avvalendosi di mezzi fraudolenti che inducono in
errore i predetti soggetti) in luoghi o zone di terra, di acqua o di aria, in cui è vietato
l’accesso nell’interesse militare dello Stato, come nel caso dello straniero che si intro-
duce nel C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) senza averne titolo.
f Le disposizioni del presente articolo si applicano, altresì, agli immobili adibiti a sedi di
ufficio o di reparto o a deposito di materiali dell’Amministrazione della pubblica sicu-
rezza, l’accesso ai quali sia vietato per ragioni di sicurezza pubblica.
f L’introduzione non autorizzata in luoghi in cui l’accesso è vietato nell’interesse militare
dello Stato, commessa, senza clandestinità o inganno, per manifestare in difesa di valori
apprezzabili in un determinato contesto storico e socio-politico e riconosciuti dalla Co-
stituzione, integra gli estremi costitutivi non già del delitto di introduzione clandestina I
in luoghi militari (art. 260 c.p.), bensì della contravvenzione prevista dall’art. 682 c.p.
(Corte assise Siracusa 28 gennaio 1985).

INVASIONE DI TERRENI O EDIFICI (art. 633 c.p.). – La condotta consiste nell’invadere


arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne
altrimenti profitto.
f Si procede a querela di parte, salvo se si tratta di acque, terreni, fondi o edifici pubbli-
ci o destinati ad uso pubblico (art. 639 bis c.p.) nel qual caso si procede d’ufficio. Si
procede d’ufficio, anche se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto è
commesso da persona palesemente armata. Se il fatto è commesso da due o più perso-
ne, la pena per i promotori o gli organizzatori è aumentata.
f Arresto facoltativo in flagranza ma solo nelle ipotesi in cui si procede d’ufficio.
f Soggetto passivo è il possessore, quindi il reato può essere commesso anche dal pro-
prietario nei confronti del conduttore o altro soggetto che abbia il possesso dell’im-
mobile, in quanto tale fattispecie richiede che l’agente non abbia il possesso o la dispo-
nibilità del bene.
Esempio:
☛ Il riconoscimento dell’esimente dello stato di necessità di cui all’art. 54 c.p. per il reato
di occupazione arbitraria di un appartamento di proprietà dello IACP ricorre solo in
presenza di un pericolo attuale di un danno grave alla persona, non coincidendo la
scriminante dello stato di necessità con l’esigenza dell’agente di reperire un alloggio e
risolvere i propri problemi abitativi (nella specie, l’imputata non aveva allegato nulla,
se non la sussistenza di un disagio abitativo; infatti, pur riconoscendo le problematiche
legate alla nascita di un figlio, tuttavia, deve ritenersi che, con la sua azione, l’imputata
aveva comunque finito per sottrarre una risorsa abitativa a soggetti aventi maggiore
bisogno, secondo i criteri elaborati dall’ente pubblico che provvede all’assegnazione

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INVESTITORE CHE FUGGE

degli edifici residenziali pubblici in base a graduatorie che garantiscono le persone più
bisognose) (Cass. Pen., sez. II, 25 settembre 2014 n. 43078).

INVESTITORE CHE FUGGE (art. 189 c.d.s.). – Escutere a sommarie informazioni ex art.
351 c.p.p. i testimoni.
f Se è stata presa la targa del mezzo investitore identificare l’intestatario.
f È previsto l’arresto facoltativo, ai sensi dell’art. 381 c.p.p. da parte della polizia giudi-
ziaria in flagranza di reato; non è eseguibile se il conducente entro le 24 ore successive
al fatto si metta a disposizione degli organi di polizia giudiziaria. In tal caso procedere a
denunciare per fuga (189/1-6 c.d.s.) ed omissione di soccorso (189/7 c.d.s.).
f Il veicolo coinvolto nell’incidente può essere sottoposto a sequestro per gli accertamenti
del caso (art. 354 c.p.p. Accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone.
Sequestro).
f Si contesta solo l’art. 189 commi 1 e 6 c.d.s., quando il responsabile presta soccorso e
poi si allontana prima dell’arrivo degli organi di polizia senza fornire i suoi dati.
f Con la violazione di fuga si contesta, in concorso, la violazione dell’art. 189 commi 1
e 4 c.d.s., poiché con tale comportamento omissivo non si pongono in atto le misure
idonee per la non modificazione dello stato dei luoghi e la dispersione delle tracce utili
per l’accertamento delle responsabilità e non ha fornito le proprie generalità.

INVESTITORE CHE PRESTA SOCCORSO. – Non si procede all’arresto, anche se dall’inci-


dente derivi il delitto di omicidio colposo o di lesioni personali colpose, se il conducente
si ferma e presta assistenza ai feriti e si mette immediatamente a disposizione degli
organi di P.G. (189/8 c.d.s.).

INVITO A PRESENTARSI EX ART. 15 T.U.L.P.S. – INOTTEMPERANZA. – Redigere verbale


di contestazione–notificazione della violazione amministrativa, di cui copia va con-
segnata all’interessato il quale, entro 60 gg dalla notifica, dovrà pagare una sanzione
all’Ufficio del Registro. Altra copia va inoltrata al Prefetto.
f L’Autorità di pubblica sicurezza può disporre l’accompagnamento, per mezzo della for-
za pubblica, della persona invitata a comparire e non presentatasi nel termine prescritto
(15/2 T.U.L.P.S.).

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L

LANCIO O UTILIZZO DURANTE PUBBLICHE MANIFESTAZIONI DI STRUMENTI OFFENSI-


VI (art. 5 bis L. 152/75). – Si procede d’ufficio.
f Il decreto sicurezza bis 53/2019 ha modificato l’art. 5 bis della legge 152/75 introdu-
cendo una nuova fattispecie delittuosa, che ha previsto che chiunque, durante manife-
stazioni pubbliche o aperte al pubblico, lanci o utilizzi illegittimamente razzi, bengala,
fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas, ovvero bastoni,
mazze, in modo da creare un concreto pericolo per l’incolumità delle persone è punito
con la reclusione da 1 a 4 anni. L’obiettivo della norma è quello di intensificare le misure
di contrasto dei fenomeni di violenza durante le manifestazioni sportive.

LANCIO SASSI O ALTRO MATERIALE DAL CAVALCAVIA. – Arresto in flagranza.


f Costituisce tentativo di omicidio il lancio di sassi da un cavalcavia sulla strada sot-
L
tostante. "Tale azione, seppure non diretta, in ipotesi, a colpire singoli autoveicoli, è
idonea, per la non facile avvistabilità degli oggetti che cadono all’improvviso dall’alto
o che comunque siano già giunti al suolo sulla carreggiata mentre i conducenti sono
intenti ad osservare le macchine che precedono e seguono e per la consistente velocità
tenuta generalmente dai conducenti in autostrada, a creare il concreto pericolo di inci-
denti stradali, anche mortali, al cui verificarsi, quindi, sotto il profilo soggettivo, deve
intendersi diretta la volontà dell’agente" (Cass. Pen., sez. I, 25 gennaio 2005, n. 5436).

LEGITTIMA DIFESA - LEGITTIMA DIFESA DOMICILIARE (art. 52 c.p.). – Si tratta di una


scriminante ammessa nei confronti di tutti i diritti, personali e patrimoniali, i cui pre-
supposti essenziali sono costituiti da un’aggressione ingiusta e da una reazione legitti-
ma. Ne consegue che non è giustificabile una reazione quando l’azione lesiva sia ormai
esaurita.
f La norma stabilisce che non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costret-
to dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui dal pericolo attuale di un’offesa
ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa (52 comma 1 c.p.).
f Ai sensi della recente legge 26 aprile 2019, n. 36, nei casi di violazione di domicilio
sussiste sempre il rapporto di proporzione tra difesa ed offesa se taluno legittimamente
presente nel domicilio, usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al
fine di difendere: a) la propria o la altrui incolumità; b) i beni propri o altrui, quando
non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione (art. 52 comma 2 c.p.). Si considera,
inoltre, "sempre in stato di legittima difesa" chi, all’interno del domicilio e nei luoghi ad
esso equiparati, respinge l’intrusione da parte di una o più persone “posta in essere con
violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica” (art. 52 comma 4

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LESIONI

c.p.). Ai sensi del terzo comma dell’articolo 52 c.p. al domicilio è equiparato ogni altro
luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.
f Si esclude la punibilità, inoltre, sempre nelle ipotesi di legittima difesa domiciliare (com-
mi 2, 3 e 4 dell’art. 52 c.p.) per chi abbia ecceduto colposamente i limiti della legittima
difesa (in particolare il requisito della proporzionalità), se ha commesso il fatto in stato
di minorata difesa (è questo il caso previsto dall’art. 61, comma 1, n. 5, c.p.) o in stato
di grave turbamento derivante dal pericolo in atto (art. 55 c.p.).
Esempi:
☛ Tizio viene svegliato di notte da alcuni rumori sospetti; dalla finestra scorge Caio che
tenta di rubargli l’auto. Gli intima di fermarsi ma Caio continua a manomettere la ser-
ratura della portiera. Tizio allora, gli spara con un’arma legalmente detenuta. La Corte
di Cassazione ha condannato Tizio: pur non avendo desistito, dal ladro non ci si poteva
attendere alcuna aggressione, in quanto il suo intento era chiaramente quello di rubare
l’automobile, non di fare del male al proprietario o ai suoi familiari. (Cass. Pen., sez. I,
3 luglio 2014, n. 28802).
☛ "Non è invocabile la legittima difesa da parte di colui che accetti una sfida, ponendosi
volontariamente in una situazione di inevitabile pericolo per la propria incolumità, fron-
teggiabile solo con l’aggressione altrui" (Cass. Pen., sez. I, 27 novembre 2012, n. 4874) e
ciò in quanto il requisito della "necessità" inserito nel testo normativo tra i presupposti
per l’operatività della legittima difesa di cui all’art. 52 c. p. ha una portata perentoria ed
esclude qualsiasi situazione nella quale la determinazione della situazione di pericolo
sia provocata da un comportamento deliberato del soggetto agente, come si verifica in
caso di accettazione di una vera e propria "sfida".

LESIONI (art. 582 c.p.). – Si procede a querela di parte se la malattia è di durata non
superiore ai 20 giorni, altrimenti procedere d’ufficio. Tuttavia nel caso le lesioni siano
aggravate (ad es. dall’uso di un’arma, quale coltello, pistola, forbici, ecc.) si procederà
d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza (381 lett. f c.p.p.). Fermo non consentito.
f Portarsi presso il pronto soccorso e acquisire copia del referto della vittima.
f Se la prognosi è riservata, portarsi sul posto delle lesioni e procedere ai rilievi unita-
mente alla scientifica.
f Assumere a sommarie informazioni i testimoni e a spontanee dichiarazioni l’indagato,
se intende renderle.
f Le lesioni dolose si distinguono in:
f Lievi: malattia di durata tra 21 e 40 giorni.
f Gravi: 583/1 c.p. se:
- il fatto produce un indebolimento permanente di un senso o di un organo;
- dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa o che
determini un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore
a 40 giorni.
f Gravissime: 583/2 c.p. se:
- dal fatto deriva una malattia certamente o probabilmente insanabile;
- il fatto provoca la perdita di un senso, di un arto o una mutilazione tale da rendere
l’arto inservibile, ovvero la perdita dell’uso di un organo, della capacità di procreare, o
una permanente e grave difficoltà nella favella;
- il fatto provoca la deformazione o uno sfregio permanente al viso.

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LESIONI NEI CONFRONTI DI FORZE DELL’ORDINE CON ARMI IMPROPRIE

LESIONI NEI CONFRONTI DI FORZE DELL’ORDINE CON ARMI IMPROPRIE (ESEMPIO:


LANCIANDO SFERE METALLICHE). – Si procede d’ufficio solo se si usano armi (pro-
prie o improprie), altrimenti a querela di parte.
f Arresto facoltativo.

LESIONI PERSONALI COLPOSE (art. 590 c.p.). – Le lesioni colpose sono di norma perse-
guibili a querela di parte, ma sono perseguibili d’ufficio se sono malattie professionali
o lesioni gravi o gravissime derivanti da infortunio sul lavoro.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Nel caso di incidente stradale non può essere iniziata l’azione penale per lesioni colpose
in mancanza di querela (Cass. Pen., sez. IV, 26 ottobre 1990, n. 14199), salvo in caso
di lesioni gravi o gravissime cagionate con violazione delle norme sulla circolazione
stradale (art. 590 bis c.p.), nel qual caso è consentito l’arresto in flagranza (381, comma
2, lett. m-quinquies).

LIBERTÀ VIGILATA (MISURA DI SICUREZZA NON DETENTIVA): INOSSERVANZA DELLE


PRESCRIZIONI. – Qualora il soggetto si allontani dalla Comunità ove il magistrato di
sorveglianza aveva disposto che lo stesso si mantenesse stabilmente, bisogna:
redigere annotazione dell’inosservanza (l’informativa va poi diretta al magistrato di
sorveglianza);
ripristinare la misura, riaccompagnando il prefato presso la Comunità; L
redigere verbale di accompagnamento e di consegna del prefato al responsabile della
Comunità, il quale dovrà firmarlo per presa consegna.

LITE IN FAMIGLIA CON MINACCE O MOLESTIE CON L’USO DI ARMI O STRUMENTI


D’OFFESA. – Si procede d’ufficio, mediante annotazione.
f Identificare le parti contendenti.
f Verbale di sequestro penale (art. 354/2 c.p.p.) o preventivo (art. 321 c.p.p.): sequestrare
l’arma ex art. 354 c.p.p. o il coltello da cucina o lo strumento usato, in considerazione
del fatto che anche il semplice brandire un coltello da cucina o una mazza o altro, solo
al fine difensivo, costituisce una minaccia. Procedere, invece, a sequestro preventivo
qualora l’arma non sia stata usata per la minaccia.
f Con l’entrata in vigore della legge 69/2019 (c.d. Codice Rosso), che ha introdotto nel
nostro ordinamento delle nuove disposizioni in materia di tutela delle vittime di violen-
za domestica e di genere, è stata creata una corsia preferenziale in sede di denuncia da
parte della vittima. Quando la persona offesa denuncia un reato ricompreso nella lista
tassativa prevista dalla legge (tra cui maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza ses-
suale, lesioni commesse in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza)
scatta una procedura predefinita con tempi stretti e certi sia per le Forze dell’Ordine che
per la Procura.
f La Polizia Giudiziaria, una volta acquisita una notizia di reato, dovrà immediatamente
riferire il fatto, entro il giorno successivo, al Pubblico Ministero, che, a sua volta, dovrà
sentire entro 3 giorni la persona offesa o il denunciante.

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M

MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA (art. 572 c.p.). – La condotta consiste nel maltrattare


una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua
autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia,
o per l’esercizio di una professione o di un’arte, con aggravio di pena se il fatto è com-
messo in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di
persona con disabilità come definita ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992,
n. 104, ovvero se il fatto è commesso con armi.
f Se ai maltrattamenti assiste il minore di anni diciotto, questo si considera persona offesa
dal reato.
f Si procede d’Ufficio qualora un soggetto sottoponga i familiari a una serie di atti di
vessazione continui e tali da cagionare sofferenze, privazioni, umiliazioni (atti d’infe-
deltà, di umiliazione generica, ingiurie, percosse o minacce). Per perfezionarsi il reato
sono richieste più condotte reiterate, nel senso che lesioni fisiche e morali devono essere
continue (Cass. Pen., 1° agosto 2014, n. 34197).
f Arresto obbligatorio in flagranza (380 1 ter c.p.p.), come nel caso in cui la p.g., dopo
aver raccolto le dichiarazioni della persona maltrattata, assista personalmente ad un
M
singolo episodio di sopraffazione (Cass. Pen., sez. VI, 8 agosto 2013, n. 34551).
f Anche atti di disprezzo e di offesa alla dignità del partner determinano delle vere e
proprie sofferenze morali che possono integrare gli estremi del reato (Cass. Pen., sez.
VI, 13 maggio 2014, n. 19674).
f Con la L. 154/2001 sono state approvate misure contro la violenza nelle relazioni fami-
liari. Essa consente al giudice sia civile che penale di emanare un decreto,inaudita altera
parte, col quale il violento viene allontanato dall’abitazione coniugale. Il giudice nello
stesso provvedimento può vietare al violento di avvicinarsi ai luoghi abitualmente fre-
quentati dalla vittima, ed in particolare al luogo di lavoro della stessa. Le nuove norme
sono previste agli artt. 342 bis e ter del codice civile. In sede penale analoghi provve-
dimenti possono essere presi ai sensi dell’art. 282 bis c.p.p.. Per ottenere l’emanazione
di questo provvedimento è necessario che la vittima presenti un ricorso al giudice e se
porta le prove della violenza subita, il giudice provvede immediatamente stabilendo la
durata dell’ordine di protezione.
f L’art. 387 bis c.p., introdotto con la legge n. 69/2019, punisce con la reclusione da sei
mesi a tre anni chiunque violi gli obblighi o i divieti derivanti dal provvedimento che
applica le misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare (art. 282 bis c.p.)
e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 282 ter
c.p.p.) o l’ordine di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (art. 384 bis c.p.p.).
f Il reato sussiste anche per le coppie di fatto, quando la persona maltrattata è legata
all’autore della condotta da una relazione sentimentale, che abbia comportato un’assi-
dua frequentazione della di lei abitazione, trattandosi di un rapporto abituale tale da far

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MANCATA ESECUZIONE DOLOSA DI UN PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE

sorgere sentimenti di umana solidarietà e doveri di assistenza morale e materiale (Cass.


Pen., sez. VI, 15 luglio 2014, n. 31121).
f Schiaffi, umiliazioni e rimproveri continui nell’educazione dei figli integrano il reato
di maltrattamenti in famiglia anche se inflitti a scopo educativo. L’abuso di mezzi di
correzione violenti anche se sostenuto da “animus corrigendi” concretizza il reato
di maltrattamenti in famiglia ex art. 572 c.p., poiché “l’intenzione soggettiva non è
idonea a fare rientrare nella fattispecie meno grave una condotta oggettiva di abituali
maltrattamenti, consistenti in continue umiliazioni, rimproveri anche per futili motivi,
offese e minacce, violenze fisiche". Il termine correzione va assunto come sinonimo
di educazione e tale non può ritenersi “l’uso abituale della violenza a scopi educativi,
sia per il primato che l’ordinamento attribuisce alla dignità delle persone, anche del
minore, ormai soggetto titolare di specifici diritti e non più, come in passato, semplice
oggetto di protezione, sia perché non può perseguirsi quale meta educativa lo sviluppo
armonico della personalità usando un mezzo violento che tale fine contraddice” (Cass.
Pen., sez. VI, 30 giugno 2015, n. 30436).
f Anche una gelosia morbosa può integrare il reato di maltrattamenti in famiglia. Va
chiarito che il reato di " maltrattamenti in famiglia" non è integrato solo con percosse,
lesioni, ingiurie, minacce o privazioni; il reato può configurarsi anche quando ci sia
una vera e propria vessazione psicologica che porta ad una durevole sofferenza morale.
Dunque, questo quadro di sofferenze psicologiche può tranquillamente interessare an-
che chi è vittima di una gelosia smodata (Cass. Pen., sez. VI, 14 maggio 2015, n. 20126).
f Quando la conflittualità tra i genitori coinvolge indirettamente anche i figli «quali in-
volontari spettatori delle feroci liti e dei brutali scontri che si svolgono all’interno delle
mura domestiche», è configurabile il delitto di maltrattamenti in famiglia. (Cass. Pen.,
sez. VI, 2 maggio 2018, n. 18833).Affinché scatti questo reato è necessario che le litigate
siano continue e abituali tali da determinare un danno nei bambini.
f Data la natura del delitto di maltrattamenti in famiglia e la reiterazione delle condotte
richieste dalla litera legis ai fini dell’integrazione del reato, ai fini della configurabilità
della “flagranza” in questo particolare tipo di reato -ai fini dell’arresto dell’indagato e
della successiva convalida- da un lato l’intervento degli operanti deve riguardare un epi-
sodio che rappresenti “l’ultimo anello di una catena di comportamenti violenti o lesivi”,
dall’altro che gli stessi non devono necessariamente assistere ad uno degli episodi di
maltrattamenti, ma è sufficiente che gli stessi “siano intervenuti subito dopo la com-
missione di tale illecito e abbiano accertato che l’autore si sia dato alla fuga ovvero sia
trovato con cose o tracce dimostrative della immediatamente precedente commissione
del reato”. (Cass. Pen., sez. VI, 10 giugno 2020, n. 17853)

MANCATA ESECUZIONE DOLOSA DI UN PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE (art. 388 c.p.).


– Si procede a querela della persona offesa.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
Esempi:
☛ Una madre, collocataria dei figli minori, che impedisce al coniuge separato di tenere con
sé i figli nelle ore stabilite nel provvedimento di separazione.
☛ Il reato si configura anche nel caso di mancata esecuzione dolosa di un lodo arbitrale
(Cass. Pen., sez. VI, 18 dicembre 2004, n. 48708).
☛ Non integra il reato in questione l’inosservanza dell’obbligo di corrispondere l’assegno
di mantenimento ai figli minori, stabilito dal giudice nel procedimento di separazione

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MANIACO CHE SI PONE DAVANTI ALLE SCUOLE ESIBENDO I GENITALI

personale dei coniugi, in quanto il secondo comma della norma de qua attiene ai rap-
porti personali e non a quelli economici del provvedimento emesso in sede di sepa-
razione. La condotta descritta configura invece la violazione dell’art. 570 c.p., ossia
degli obblighi di assistenza familiare, se l’inadempimento si risolve in una mancanza di
mezzi di sussistenza per il beneficiario (Cass. Pen., sez. VI, 5 settembre 2000, n. 9413).

MANIACO CHE SI PONE DAVANTI ALLE SCUOLE ESIBENDO I GENITALI (art. 609 quin-
quies c.p.). – Procedere d’ufficio per i reati di corruzione di minorenne, che prevede
che “Chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore di anni quattordici,
al fine di farla assistere, è punito con la reclusione da uno a cinque anni” e atti osceni
in luogo pubblico (Cass. Pen., sez. III, 23 gennaio 2009, n. 3196).
f Arresto facoltativo in flagranza. Fermo non consentito.

MATERIALE ESPLODENTE-PIRICO (ESEMPIO: BOTTI DI FINE ANNO). RINVENIMENTO.


– Redigere verbale di sequestro penale indicando tipologia, categoria di appartenenza
e peso degli esplodenti.
f Custodire il materiale presso apposito centro autorizzato, facendosi rilasciare ricevuta
di avvenuto deposito.
f Annotazione di p.g.
f Trasmettere la comunicazione di notizia di reato, allegando verbale di sequestro, anno-
tazione, ricevuta di avvenuto deposito presso la ditta autorizzata.
f Si configura il reato di commercio abusivo di materie esplodenti, di cui all’art. 678
c.p., nel caso di vendita in forma ambulante di giocattoli pirici (Cass. Pen., Sez. I, 4
marzo 2011, n. 8754). In tal caso si procede d’ufficio. M

MILLANTATO CREDITO (art. 346 c.p.). – Procedere d’ufficio.


f L’arresto è facoltativo nella flagranza di reato.
f Il momento consumativo del delitto coincide con la consegna del denaro o con la sem-
plice promessa di corrisponderlo.
f Trattasi di delitto contro la P.A. consistente nel vantare influenze inesistenti o nell’esa-
gerare quelle realmente esistenti presso un pubblico ufficiale o un pubblico impiegato
che presti un pubblico servizio al fine di ricevere o far promettere denaro o altra utilità
come prezzo della propria mediazione presso il pubblico ufficiale o il pubblico impie-
gato incaricato di un pubblico servizio. Può concretizzarsi senza che sia necessario
spendere il nome del pubblico funzionario presso il quale si millanta il credito.
Esempi:
☛ Affermare di conoscere l’Ispettore di Polizia, e di essere in grado di convincerlo a segui-
re i suoi consigli, promettendo di fare da mediatore, in cambio di danaro o altra utilità.
Deve trattarsi di una falsa promessa, perché se effettivamente l’utilità servisse per cor-
rompere il funzionario, i tre soggetti risponderebbero di corruzione.
☛ Il delitto di millantato credito si differenzia da quello di traffico di influenze illecite, di
cui all’art. 346 bis c.p., in quanto presuppone che non esista il credito né la relazione
con il pubblico ufficiale e tanto meno l’influenza; mentre il traffico di influenze postula
una situazione fattuale nella quale la relazione sia esistente, al pari di una qualche
capacità di condizionare o, comunque, di orientare la condotta del pubblico ufficiale.

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MILLANTATO CREDITO DEL PATROCINATORE

☛ Maresciallo dei Carabinieri, il quale aveva ottenuto una somma di Euro mille (rispetto
a quella maggiore richiesta di Euro 2.600), millantando di dovere comprare il favore del
sostituto procuratore della Repubblica che aveva in carico il procedimento relativo ad
una denuncia, procedimento che, altrimenti, sarebbe rimasto fermo, con conseguente
ulteriore fermo delle vetture in sequestro per le quali il denunciante aveva interesse alla
restituzione, in tal caso esistendo una relazione di ufficio tra il maresciallo e il magi-
strato inquirente, che sul punto non era mera una mera vanteria (Cass. Pen., sez. VI, 23
novembre 2017, n. 53332).

MILLANTATO CREDITO DEL PATROCINATORE (art. 382 c.p.). – La condotta consiste nel
vantare di suscitare una particolare influenza nei confronti del giudice, pubblico mini-
stero, testimone, perito, interprete.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto in flagranza è facoltativo.
f Il fermo è consentito.
f È un reato proprio, perché può essere compiuto soltanto dal patrocinatore
Esempi:
☛ Si pensi all’avvocato che si fa dare dei soldi dal proprio cliente dichiarando di poter
“comprare” il giudice o il perito.
☛ Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 382 c.p. (millantato credito del pa-
trocinatore), è sufficiente, ad integrare la "millanteria", ossia la vanteria della propria
possibile influenza sul magistrato, che l’agente prospetti la corruttibilità o l’avvenuta
corruzione del medesimo, così inducendo nel c.d. "compratore di fumo" la convinzio-
ne che sia in tal modo possibile interferire sulle sue decisioni (Cass. Pen., sez. II, 02
dicembre 2002, n. 977).

MINACCIA (art. 612 c.p.) . – Sussiste minaccia quando un individuo viene intimidito con
la prospettazione di un danno ingiusto (tale da limitare la libertà morale della vittima),
rivolto alla persona o al suo patrimonio, di entità tale da limitare la sua libertà psichica.
f Si procede a querela.
f Si procede d’ufficio, se la minaccia è fatta in uno dei modi indicati nell’art. 339 c.p.
(con armi, o da persona travisata, o da più persone riunite, o con scritto anonimo, o in
modo simbolico, o valendosi della forza intimidatrice derivante da segrete associazioni,
esistenti o supposte, o mediante il lancio o l’utilizzo di corpi contundenti o altri oggetti
atti a offendere, compresi gli artifici pirotecnici) (612 comma 3).
f Arresto e fermo non sono consentiti.
Esempi:
☛ Non integra il delitto di minaccia la condotta di colui che mostri un’arma, non già al
fine di restringere la libertà psichica del minacciato, bensì al fine di prevenire un’azione
illecita, rappresentandogli tempestivamente la legittima reazione che il suo comporta-
mento determinerebbe (Cass. Pen., sez. V, 27 febbraio 2007, n. 8131).
☛ Per configurare il reato di minaccia non occorre che le espressioni intimidatorie siano
pronunciate in presenza della persona offesa, poiché è solo necessario che questa ne sia
venuta a conoscenza, anche indirettamente tramite altre persone.
☛ La frase "Lei non sa chi sono io……" può far scattare una condanna per minaccia,
trattandosi di un’espressione in grado di limitare la libertà psichica dell’interlocutore

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MINORENNE (IDENTIFICAZIONE)

attraverso la prospettazione di un pericolo che un male ingiusto possa essere procurato


alla vittima (Cass. Pen., Sez. V, 28 marzo 2012 n.11621).

MINORENNE (IDENTIFICAZIONE). – Se il minore è sprovvisto di documenti identificativi,


contattare i genitori o colui che ne ha la tutela ed invitarlo a presentarsi in ufficio,
portando seco i documenti del minore, oltre che i propri.
f Tra il minore e l’adulto deve necessariamente risultare dai documenti un rapporto di
parentela; in caso contrario, il minore non può essere consegnato e deve essere consi-
derato abbandonato o non accompagnato.
f Se la parentela è comprovata, redigere il verbale di affidamento/consegna che verrà suc-
cessivamente trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni.
In mancanza di persona legittimata a ricevere in consegna il minore, questo deve essere
accompagnato in una comunità di emergenza. In tali casi contattare il Servizio Sociale
perché provveda alla collocazione di tali minori.
f Il minore che non possa essere identificato sulla scorta di validi documenti di identifi-
cazione deve in tutti i casi essere sottoposto a foto segnalamento.

MINORENNE ACCOMPAGNATO A SEGUITO DI FLAGRANZA DI REATO (art. 18 D.P.R.


448/1988). – La P.G. può (ma non è obbligata) accompagnare coattivamente presso i
propri uffici il minore quando:
- è colto in flagranza di un delitto non colposo per il quale è prevista la pena dell’erga-
stolo o della reclusione superiore nel massimo a 5 anni (fino massimo a 9 anni, altri-
menti scatterebbe l’arresto): scippo, furto in abitazione, borseggio;
- pur essendo consentito l’arresto, tale misura sarebbe inadeguata o sproporzionata ri- M
spetto alla pericolosità del minore, al fatto e alle sue modalità (nel borseggio ad es. non
è consentito l’arresto, ma può invece procedersi, oltre che alla denuncia a piede libero,
anche all’accompagnamento coattivo a seguito di flagranza, in quanto la pena prevista
per il borseggio è da 1 a 6 anni).
f La P.G. dovrà valutare se procedere all’accompagnamento considerando la pericolosità
del reo, sulla base degli indici di cui all’art.133 c.p., la gravità del fatto, e l’età del minore.
f La P.G. può trattenere il minore accompagnato per il tempo strettamente necessario
(non oltre le 12 ore) alla sua consegna all’esercente la potestà genitoriale o suo in-
caricato. Se non è possibile provvedere alla consegna (ad es. perché non si reperisce
il genitore o questo è inidoneo) il P.M. dispone che il minore sia condotto presso un
centro di prima accoglienza o una pubblica comunità. In particolare la P.G., una volta
accompagnato il minore presso i propri uffici, deve informare immediatamente il P.M.
e tempestivamente i servizi minorili dell’amministrazione della giustizia; invitare i ge-
nitori a presentarsi presso i propri uffici per prendere in consegna il minore. In tal caso
i genitori saranno avvertiti dell’obbligo di tenere il minore a disposizione del p.m. e di
vigilarne il comportamento; condurre il minore presso un centro di prima accoglienza
se così dispone il P.M. a seguito della comunicazione della P.g. dell’impossibilità di con-
segnare il minore ai genitori (ad es. perché non reperiti o perché inidonei).

MINORENNE ARRESTATO (art. 16 D.P.R. 448/1988). – L’arresto in flagranza di cui al


comma 1 dell’art.16 D.P.R. 448/1988 è sempre facoltativo (tenuto conto della gravità
del fatto, nonché dell’età e della personalità del minore).

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MINORENNE FERMATO

f Per poter procedere all’arresto del minorenne sono necessari i seguenti presupposti:
flagranza del reato, imputabilità (ai sensi dell’art. 98 c.p. è imputabile chi, nel momento
in cui ha commesso il fatto, ha compiuto gli anni 14 (art. 97 c.p.) se ha la capacità di
intendere e di volere; gravità del fatto, personalità del soggetto.
f I reati per i quali si può procedere all’arresto del minore sono quelli indicati nell’art. 23
del DPR n. 448/1988, tra cui furto pluriaggravato, violenza sessuale, rapina, estorsione.
f Gli adempimenti che la p.g. deve compiere in caso di arresto o fermo del minore sono
i seguenti:
- identificazione del minore;
- avviso al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni;
- avviso ai genitori, agli esercenti la potestà o eventuali affidatari;
- avviso al difensore di fiducia o d’ufficio;
- comunicazione all’ufficio dei Servizi Sociali del Centro per la Giustizia Minorile;
- redazione del verbale di arresto/fermo: dovrà essere trasmesso entro le 24 ore;
- risultanze SDI e AFIS;
- biglietto di accompagnamento del minore in struttura.
f L’art. 20 del D. Lgs. 28 luglio 1989 n. 272 (Norme di attuazione, di coordinamento e
transitorie del D.P.R. 448/88), dispone che, nell’esecuzione dell’arresto e del fermo e
nella traduzione, siano adottate opportune cautele per proteggere i minorenni dalla
curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità anche per ridurre, nei limiti del
possibile, i disagi e le sofferenze materiali e psicologiche. È vietato l’uso di strumenti di
coercizione fisica, salvo che ricorrano gravi esigenze di sicurezza. Negli uffici di Polizia
Giudiziaria il minore deve essere trattenuto in locali separati da quelli dove si trovano
maggiorenni arrestati o fermati.
f La notizia di reato a carico di minore che non ha compiuto gli anni 14 deve comunque
essere sempre trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Mino-
renni anche se porterà ad una sentenza di non luogo a procedere perché minore non
imputabile.

MINORENNE FERMATO (art. 17 D.P.R. 448/1988). – Per procedere al fermo del minoren-
ne sono necessari i seguenti presupposti: l’imputabilità, il pericolo di fuga, la sussi-
stenza degli stessi reati per i quali si può procedere all’arresto in flagranza, sempre che,
quando la legge stabilisce la pena della reclusione, questa non sia inferiore nel minimo
a due anni.

MINORENNE INDAGATO. – Identificarlo.


f Redigere verbale di identificazione, nomina del difensore di fiducia o d’ufficio ed ele-
zione di domicilio. L’elezione del domicilio è a cura del minore, eventualmente alla
presenza del genitore.
f I minori colti nell’atto di commettere reati e non arrestati, devono essere consegnati ai geni-
tori, ai parenti fino al 4° grado, al tutore o all’affidatario legale (non a chi si presenta come
avvocato incaricato dai familiari). Queste persone debbono essere identificate. In man-
canza di persona legittimata a ricevere in consegna il minore, questo deve essere accompa-
gnato in una comunità di emergenza, che effettuerà la massima vigilanza sul minore.
f Effettuare accertamenti SDI e precedenti dattiloscopici, il cui esito andrà allegato alla
notizia di reato. Qualora tali atti non siano immediatamente reperibili, questi andranno
trasmessi alla Procura per i Minori appena possibile, dandone atto nella notizia di reato.

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MINORENNE – CORRUZIONE

f Fornire notizie sulle condizioni di vita familiare e sociale, sulla personalità, sul grado
di istruzione e sulla condotta dell’indagato ex art. 9 DPR. n. 448/1988, qualora già in
possesso della P.G. operante all’atto della redazione della CNR.

MINORENNE – CORRUZIONE (art. 609 quinquies c.p.). – Commette tale delitto chiunque
compie atti sessuali in presenza di persone minori degli anni quattordici al fine di
farli assistere, ovvero chiunque fa assistere un minore di anni quattordici al compimen-
to di atti sessuali, ovvero gli mostra materiale pornografico, al fine di indurlo a compiere
o a subire atti sessuali.
f Si procede d’ufficio, eventualmente anche per atti osceni.
f Arresto facoltativo in flagranza. Fermo non consentito.
f La condotta deve concretizzarsi in un’attività fisica che coinvolga in qualche modo diret-
tamente gli organi sessuali, maschili o femminili, con il proposito di farvi assistere i mino-
ri per suscitare in loro l’eccitazione dei sensi (Cass. Pen., sez. III, 2 aprile 1999, n. 4264).
f Il tentativo è configurabile, come nel caso di chi propone al minore di mostrargli il
pene e descrive, fin nei dettagli, la manovra della masturbazione maschile, pur senza
commettere atti sessuali, arrestandosi ad una fase in cui non abbia avuto ancora inizio
l’attività sessuale (Cass. Pen., sez. III, 25 agosto 2000, n. 9223).
Esempi:
☛ Masturbarsi davanti a minori degli anni 14.
☛ Invitare la vittima ad assistere a proiezioni pornografiche accompagnate da atti di esi-
bizionismo e di autoerotismo, come nel caso di soggetto che oltre a mostrarsi nudo al
minore lo invita a toccarsi durante la proiezione dei film pornografici (Cass. Pen., sez.
III, 8 aprile 2009, n. 15053).
☛ Non si configura il reato qualora l’agente mostri a minori giornali o video a contenuto
M
pornografico, in quanto non sussiste l’atto sessuale quale attività fisica coinvolgente
direttamente organi genitali (Cass. Pen., sez. III, 2 aprile 1999, n. 4264).

MINORENNI INDAGATI (ETÀ). – Per definire l’età del soggetto indagato nel caso sussista
il dubbio che l’età dichiarata non sia quella reale, con particolare riferimento all’impu-
tabilità (14 anni) o alla maggiore età (18 anni), è possibile eseguire esame auxologico
(consistente in una radiografia del polso o del gomito o dei denti). Qualora anche dopo
la perizia, permangano dubbi sulla minore età, questa è presunta ad ogni effetto (art. 8
comma 2 D.P.R. 448/88).
f L’esame deve essere effettuato solo dopo avere accertato che il minore non vi sia mai
stato sottoposto in precedenza (circostanza verificabile dallo sviluppo dell’AFIS, in
quanto se il minore fotosegnalato è stato sottoposto in passate occasioni ad esame au-
xologico, ciò dovrebbe risultare dalle note informative dello SDI).
f L’esito dell’esame auxologico prevale sempre sulla fotocopia di un documento.
f La ragazza che dichiara di attendere un figlio, deve essere sottoposta a test di gra-
vidanza prima di procedere ad accertamenti auxologici. In casi dubbi, NON procedere
all’esame radiografico.
f L’esame può essere compiuto anche senza autorizzazione del p.m., in quanto l’art. 349
comma 2 c.p.p. consente alla Polizia Giudiziaria, nel corso dell’identificazione della
persona nei cui confronti vengano svolte le indagini, di procedere, di iniziativa e senza
l’autorizzazione del P.M., ai rilievi dattiloscopici, fotografici e antropometrici nonché
ad altri accertamenti.

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MINORENNI: DOVERI E POTESTÀ GENITORIALE

f L’età del minore s’intende sempre compiuta alle ore 24 del giorno di nascita. Se, ad
esempio, una persona diventa maggiorenne il 10 dicembre, l’anno è compiuto allo scadere
del giorno 10 (ore 24), quindi per tutta la giornata del 10 è ancora da considerarsi minoren-
ne (Direttive della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Milano).
f La radiografia del polso, attraverso cui i sanitari verificano la completa saldatura dei
nuclei di accrescimento radiale ed ulnare del soggetto, non può far sorgere incertezze.
Si tratta, infatti, di uno dei metodi scientifici più affidabili “in grado di offrire un tran-
quillizzante grado di certezza in ordine ai suoi esiti circa il processo di accrescimento
dell’organismo nell’età evolutiva" (Cass. Pen., sez. III, 18 settembre 2014 n. 38280).

MINORENNI: DOVERI E POTESTÀ GENITORIALE. – L’art. 147 c.c., rubricato “Doveri


verso i figli”, stabilisce che il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di
mantenere, istruire ed educare la prole … e, ancora, l’art. 316 c.c., rubricato “Esercizio
della potestà dei genitori”, dice che il figlio è soggetto alla potestà dei genitori sino
all’età maggiore o all’emancipazione e che la potestà è esercitata di comune accordo
da entrambi i genitori, mentre soltanto se sussiste un incombente pericolo di un grave
pregiudizio per il figlio, il padre può adottare i provvedimenti urgenti ed indifferibili e,
ancora, l’art. 317, titolato “Impedimento di uno dei genitori”, precisa che (soltanto) nel
caso di lontananza, di incapacità o di altro impedimento che renda impossibile ad uno
dei genitori l’esercizio della potestà, questa è esercitata in modo esclusivo dall’altro.

MOLESTIE O DISTURBO ALLE PERSONE (art. 660 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Per configurarsi il reato, i fatti devono avvenire in luogo pubblico o aperto al pubblico,
ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo.
f Sussistono in tali ipotesi gli estremi di cui all’art. 2043 c.c., per cui chi compie un atto
illecito (nella fattispecie un reato) risponde dei danni cagionati.
Esempi:
☛ Chiamare telefonicamente una donna, parlandole di presunte relazioni extraconiugali
intrattenute dal di lei marito con la stessa chiamante e con altre donne, recandole di-
sturbo e molestia, configura il reato in questione. La prova era stata tratta dalla testi-
monianza della persona offesa, che aveva presentato querela, e dall’acquisizione dei
tabulati telefonici. Si trattava di telefonate effettuate in forma anonima (Cass. Pen., sez.
I, 3 luglio 2015, n. 28493).
☛ Il reato di molestia o disturbo alle persone, incriminato dall’art. 660 c.p., può essere
integrato anche da una condotta consistente nel seguire insistentemente la persona
offesa, o il suo veicolo in modo da interferire nella sfera di libertà di lei e da arrecarle
fastidio o turbamento - nel caso di specie l’imputata pedinava e inviava SMS ingiuriosi
e minacciosi all’amante del marito (Cass. Pen., sez. I, 2 aprile 2020, n. 11198).

MORTE PER CAUSE NATURALI. – Identificare presenti e testimoni, specie chi ha sco-
perto l’evento.
f Verificare il luogo del rinvenimento del cadavere, oltre al cadavere stesso al fine di
escludere cause violente.
f Fare intervenire il medico legale (necroscopo), che dovrà stilare il certificato necrosco-
pico (di morte), ove indicherà la causa per cui è deceduto e il giorno presunto, ovvero
fare intervenire il medico di guardia.

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MORTE PER OMICIDIO, SUICIDIO, OVERDOSE, SUL LAVORO

f Contattare il Pm di turno, richiedendogli l’autorizzazione per la rimozione del cada-


vere. Il Pm disporrà che la salma sia messa a disposizione dei familiari, che andranno
avvisati e anch’essi generalizzati.
f I VV.FF. o i parenti potranno affidare la salma a ditta di onoranze funebre, e nel frattem-
po farla condurre in obitorio.
f Redigere annotazione, allegando certificato di morte, e verbale di riconoscimento sal-
ma da parte dei parenti, nonché verbale di rimozione e consegna della salma ai pa-
renti. Allegare il verbale e il certificato necroscopico all’annotazione.
f Dopo aver rimosso la salma, se l’appartamento è in condizioni insalubri o vi è del
sangue sulla strada, il medico legale contatterà personale ASL per procedere alla disin-
festazione dell’abitazione o VV.FF. per il lavaggio della strada, mentre il materasso su
cui la vittima era eventualmente adagiato potrà essere smaltito e rimosso da personale
di azienda preposta alla rimozione di rifiuti speciali.

MORTE PER OMICIDIO, SUICIDIO, OVERDOSE, SUL LAVORO. – Circoscrivere zona.


f Identificare i presenti/testimoni e assumerli a ss.ii. ex art. 351 c.p.p., specie colui che
ha scoperto l’evento e colui che per ultimo ha visto il morto.
f Sequestrare eventuale mezzo utilizzato per procurarsi la morte (coltello, arma, flacone
con i barbiturici, corda usata per impiccarsi, ecc.), eventuali messaggi lasciati dal suici-
da (lettere o sim.) e qualsiasi oggetto utile alle indagini.
f Avvisare il PM, chiedendogli se interviene sul posto; se non interviene chiedere auto-
rizzazione a proseguire i rilievi tecnici e, in seguito, alla rimozione del cadavere.
f Fare intervenire il medico legale, che dovrà stilare il certificato di morte, ove indicherà
la causa per cui è deceduto.
f Richiedere intervento della polizia scientifica e della squadra mobile, al fine di com- M
piere gli accertamenti urgenti ex art. 354 c.p.p.
f Richiedere l’intervento della polizia mortuaria, per il trasferimento della salma
presso l’obitorio.
f Se il decesso avviene in luogo chiuso, sequestrare intero ambiente o parte di esso (es.
camera di albergo) con apposizione di sigilli dell’ufficio, se ritenuto utile ai fini delle
indagini.
f Redigere annotazione, verbali di ss.ii. testimoniali, verbale di sequestro e acquisizione
certificato medico; fascicolo dei rilievi della scientifica, se già predisposto.
f Inviare fax alla procura (c.a. del PM di turno interpellato, anche se giunto sul posto), e
per conoscenza alla divisione Anticrimine e agli altri uffici interessati.

MURALES (art. 639 c.p.). – Si procede d’ufficio, per il reato di deturpamento e imbratta-
mento di cose altrui, ex art. 639 c.p., quando s’imbrattano i muri con bombolette spray
e simili, essendo l’imbrattamento compiuto su beni immobili o su mezzi di trasporto
pubblici o privati. Arresto e fermo non sono consentiti.Sequestrare il corpo del reato,
ad esempio vernice.

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N

NOTIFICA PROVVEDIMENTO A SEGUITO DI CONTROLLO S.D.I.. – Se, durante un con-


trollo allo S.D.I. (Banca dati del Ministero dell’Interno) risulta che al soggetto control-
lato va notificato un provvedimento (ad es. la sorveglianza speciale con obbligo di
soggiorno) bisogna:
contattare l’Ufficio Misure di Prevenzione e farsi inviare il provvedimento da notificare.
Notificarlo e inviarlo all’ufficio M.P.;
contattare il commissariato o la Questura del luogo di residenza del controllato, se non
si riesce a contattare l’ufficio M.P. Se non si riesce a contattare nessuno, invitare ex art.
650 c.p., il soggetto a presentarsi presso l’ufficio M.P. quanto prima.

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O

OBBLIGO SCOLASTICO (art. 731 c.p.). – Si procede d’ufficio nei confronti dei genitori,
anche se questi non erano a conoscenza dell’omessa frequentazione scolastica dei pro-
pri figli, incombendo su di essi uno specifico dovere, morale e giuridico, di vigilanza
(Cass. Pen., sez. III, 27 aprile 2011, n. 16438).
f La contravvenzione di cui all’art. 731 c.p., secondo la normativa vigente a seguito
dell’abrogazione dell’art. 8 della legge 31 dicembre 1962, n. 1859, ad opera del d.l-
gs. 13 dicembre 2010, n. 212, è configurabile solo in caso inosservanza dell’obbligo
di istruzione elementare. In particolare, con l’entrata in vigore del summenzionato
decreto legislativo, è venuta meno la previsione che consentiva di estendere l’ambito
applicativo dell’art. 731 c.p. anche alla violazione dell’obbligo scolastico della scuola
media inferiore. Attualmente, dunque, l’art. 2, lett. c), L. 28 marzo 2003, n. 53 stabilisce
l’obbligo scolastico per almeno dodici anni a partire dalla iscrizione alla prima classe
della scuola primaria (già scuola elementare) o, comunque, sino al conseguimento di
una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Tuttavia,
secondo la Cassazione, nessuna norma penale punisce l’inosservanza dell’obbligo sco-
lastico della scuola media anche inferiore, sicché un’eventuale estensione dell’art. 731
c.p. anche a detta ipotesi si risolverebbe in un’inammissibile interpretazione analogica
in malam partem. (Cass. Pen., sez. V, 30 giugno 2017, n. 50624).
f Integrano “giusti motivi” di esclusione della punibilità tutte quelle circostanze che O
rendano oggettivamente inattuabile l’adempimento dell’obbligo d’istruzione, quali ad
esempio: a) la mancanza assoluta di scuole o insegnanti; b) lo stato di salute dell’alun-
no; c) la disagiata distanza tra scuola ed abitazione, se mancano i mezzi di trasporto e
le condizioni economiche dell’obbligato non consentono l’utilizzo di mezzi privati; d)
il rifiuto, volontario, categorico ed assoluto del minore (Cass. Pen., sez. III, 22 aprile
2010, n. 15368), nonostante i genitori abbiano usato ogni argomentazione persuasiva
ed ogni altro espediente educativo, e si sia fatto ricorso, ove possibile, agli organi di
assistenza sociale (Cass. Pen., sez. III, 29 settembre 2006, n. 32539).

OBBLIGO/DIVIETO DI DIMORA (INOSSERVANZA) (art. 283 c.p.p.). – Nel caso in cui sia
controllato un soggetto che risulti inottemperante alle prescrizioni imposte con la mi-
sura cautelare che dispone il divieto o l’obbligo di dimora (ad es. nel caso di violazione
dell’obbligo di firma), perquisirlo ex art. 4 L. 152/75.
f Procedere d’ufficio, trasmettendo l’informativa al p.m. (283/6 c.p.p.).
f L’inottemperanza alle prescrizioni imposte è sanzionato dall’art. 276 c.p.p. con la pos-
sibile applicazione di una misura cautelare più grave.

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OCCUPAZIONE ABUSIVA CASE POPOLARI

OCCUPAZIONE ABUSIVA CASE POPOLARI (art. 633 c.p. invasione di terreni o edifici).
– Si procede d’ufficio, ex art. 639 bis c.p.
f Non appena i titolari del diritto sull’alloggio danno notizia dell’avvenuta invasione agli
organi di p.g., questi ultimi, se dispongono delle forze necessarie, debbono procedere
allo sgombero, senza necessità di attendere il provvedimento dell’Autorità.
f Se sono state sostituite le serrature ed è necessario forzare le porte, la p.g. si può av-
valere di un artigiano specializzato o altre persone idonee che non possono rifiutare la
propria opera (art. 348/4^ c.p.p.).
f Naturalmente lo sgombero d’iniziativa può essere effettuato solo in flagranza, cioè
quando è in atto una condotta criminosa che deve essere interrotta.
f Se, invece, tra il proprietario dell’alloggio e l’occupante abusivo sono già intervenuti
accordi o sono stati concessi termini (anche brevi) per lasciare l’alloggio, questo fatto ha
interrotto la permanenza e da quel momento l’eventuale violazione dei patti costituisce
un illecito amministrativo (art. 26 della legge 513/77) o civile. Il reato è avvenuto, ma
non è più in atto, e la p.g. deve riferire all’autorità giudiziaria per le determinazioni.
f La successiva regolarizzazione non fa venir meno il reato. Infatti, il reato di occupazio-
ne abusiva si verifica nel momento stesso in cui avviene l’invasione dell’immobile, poiché
si tratta di un reato istantaneo che ha termine solo nel momento in cui viene abbandonata
l’abitazione. Il fatto che abbia in seguito regolarizzato la sua posizione di abusivo non
ha alcuna rilevanza e non annulla il reato. (Cass. Pen., sez. II, 14 luglio 2014, n. 30890).
f L’occupazione abusiva di un appartamento di proprietà dell’Istituto autonomo case
popolari non è punibile solo qualora vi sia un pericolo attuale di danno grave alla
persona, non invece quando lo stato di necessità sia correlato all’esigenza di reperire
un alloggio e risolvere i problemi abitativi (Cass. Pen., sez. II, 25 gennaio 2019, n. 3665).

OCCUPAZIONE ARBITRARIA O INVASIONE DI AZIENDE AGRICOLE O INDUSTRIALI (art.


508 c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in caso di danneggiamento dell’azienda.
Esempio:
☛ Barricarsi all’interno di un’azienda impedendo lo svolgimento del lavoro.

OCCUPAZIONE DI EDIFICIO PUBBLICO (AD ESEMPIO UNA SCUOLA PER UNA RIUNIO-
NE O UN ASSEMBRAMENTO) (art. 633 c.p.). – Si procede d’ufficio, trattandosi di
edificio pubblico ex art. 639 bis c.p.
f Si denunciano a piede libero gli occupanti per il delitto di “invasione arbitraria di edi-
ficio pubblico”.
f È legittimo l’ordine di sgomberare, altrimenti si procede con la forza. L’inosservanza è
punita ex art. 650 c.p.

OCCUPAZIONE DI SUOLO PUBBLICO (SEDE STRADALE O FERROVIARIA) (art. 340 c.p.).


– Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo per i promotori del blocco per il reato di “interruzione di pubblico
servizio”.
f Per i partecipanti, invece, si procede a denuncia a piede libero, fermo restando la possi-
bilità di scioglimento ex art. 20 T.U.L.P.S..

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OGGETTI RINVENUTI E CONSEGNATI ALLA POLIZIA

OGGETTI RINVENUTI E CONSEGNATI ALLA POLIZIA. – Redigere verbale di acquisizione


in triplice copia, rilasciandone una al consegnante.
f Trasmettere il tutto all’ufficio oggetti rinvenuti.

OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE (art. 341 bis c.p.). – Si procede d’ufficio se sussisto-
no i seguenti elementi. L’offesa deve avvenire:
In luogo pubblico o aperto al pubblico: la configurazione del reato non può avvenire
in una privata dimora;
In presenza di più persone: il reato non sussiste in presenza di un solo soggetto, ma oc-
corre che avvenga dinanzi ad almeno due persone oltre il funzionario stesso; se, invece,
l’offesa viene pronunciata solo davanti al pubblico ufficiale si configura il reato meno
grave dell’ingiuria (Cass. Pen., sentenza n. 17688/2014), ora depenalizzato.
All’onore ed al prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio
ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni. Ne deriva che l’offesa rivolta al pubblico
ufficiale per ragioni private, attinenti ad esempio alla propria vita privata, non rileva
penalmente se non per eventuali altri profili quale potrebbe essere un’ingiuria.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Se la verità del fatto è provata o se per esso l’ufficiale a cui il fatto è attribuito è con-
dannato dopo l’attribuzione del fatto medesimo, l’autore dell’offesa non è punibile.
Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante ri-
sarcimento di esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell’ente di
appartenenza della medesima, il reato è estinto.
f Ulteriore causa di non punibilità è quella di cui all’art. 393 bis, qualora il pubblico
ufficiale abbia dolosamente ed arbitrariamente ecceduto nell’esercizio delle proprie
funzioni.
Esempi:
☛ Insultare un insegnante nei locali della scuola dinanzi a più persone configura il delitto
in argomento; infatti, "l’insegnante di scuola media è pubblico ufficiale" e "l’esercizio
O
delle sue funzioni non è circoscritto alla tenuta delle lezioni, ma si estende alle connesse
attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri dei genitori degli
allievi" (Cass. Pen., sez. V, 3 aprile 2014, n. 15367).
☛ La minaccia dell’imputato di sodomizzare gli agenti operanti non presenta attitudine ad
intimorire, ma costituisce una plateale offesa al loro prestigio e, dunque, integra il reato
di oltraggio (Cass. Pen., sez. VI, 24 agosto 1993, n. 8008).
☛ Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante
risarcimento di esso sia del danno non patrimoniale subito dal pubblico ufficiale
sia il danno all’immagine subito dall’ente di appartenenza dell’ufficiale medesimo,
il reato è estinto. Tale causa di estinzione prevista nel comma terzo dell’art. 341-bis
trova applicazione a condizione che il risarcimento del danno sia integrale, avvenga
nei confronti della persona offesa e dell’ente di appartenenza della medesima e sia
effettuato prima del giudizio, in quanto la sua previsione ha carattere deflattivo e la
concreta operatività non può essere rimessa a una scelta di opportunità dell’imputato,
maturata all’esito dello svolgimento del dibattimento (Cass. Pen., Sez. VI, 17 dicem-
bre 2019, n. 50996).

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OMESSA DENUNCIA DI REATO DA PARTE DEL PUBBLICO UFFICIALE

OMESSA DENUNCIA DI REATO DA PARTE DEL PUBBLICO UFFICIALE (art. 361 c.p.). – Si
procede d’ufficio.
f Per quanto attiene agli appartenenti alla Polizia di Stato è prevista, nella fattispecie in
esame, anche la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio. In particolare,
l’addebito disciplinare attiene all’omissione di denuncia, e quindi alla dolosa violazione
dei doveri specifici assunti col giuramento, esattamente inquadrato nelle fattispecie
previste dall’art. 7 D.P.R. n. 737 del 1981.
f Risponde del delitto di cui all’art. 361 c.p. e non di favoreggiamento l’appartenente alla
polizia di stato che, al di fuori del servizio, omette denuncia pur a conoscenza del reato
(Cass. Pen., Sez. VI, 5 marzo 2013 n. 15923).
f Non compete al pubblico ufficiale il compito di decidere se veramente il fatto sia puni-
bile o se non lo sia, ad es. per la presenza di una scriminante o di una causa estintiva
del reato. Tali valutazioni competono solo all’autorità giudiziaria (Cass. Pen., Sez. VI,
04.12.1985). È sufficiente che il pubblico ufficiale ravvisi nel fatto il fumus di un reato
(Cass. Pen., Sez.VI, 24.05.1978). Con riferimento a tale reato non denunciato ma che
eventualmente dopo indagini e processo sia stato ritenuto non sussistente (c.d. abolitio
criminis), tale giudizio non influisce sulla punibilità del reato principale dell’omessa
denuncia (Cass. Pen., Sez. II, 04.07.2003; Cass. Pen., Sez. VI, 05.06.2002).
f Il pubblico ufficiale è vincolato alla denuncia appena è in grado di individuare gli ele-
menti di reato e di acquisire ogni altro elemento utile per la formazione del rapporto,
fermo restando che è necessario che si sia verificato un fatto che già di per sé costituisca
un illecito perseguibile di ufficio” (Cass. Pen., Sez. VI, 6 luglio 2009, n. 27508).
f Per valutare il tempestivo adempimento dell’obbligo della polizia giudiziaria di riferire
la notitia criminis, non essendovi sempre termini precisi e determinati, soccorrerà la
discrezionalità del Giudice di merito che dovrà comunque esaminare volta per volta il
caso concreto. Si consideri che se in casi determinati il termine è rigido (48 ore per gli
ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria nei casi di cui all’art. 347, c. 2 bis, c.p.p.), nella
maggior parte dei casi esso è generico (“senza ritardo”), ed è quindi estremamente
difficile sapere a priori quando la condotta si è realizzata. Gli unici criteri sono evin-
cibili dalla giurisprudenza, secondo cui il ritardo si verifica quando la denuncia venga
presentata con una dilazione tale da incidere negativamente sulla pronta persecuzione
del reato valutando però lo stato di operabilità del Pubblico Ufficiale. Ad esempio, si
deve anche tenere conto, delle normali esigenze di un ufficio pubblico che è onerato di
un consistente carico di lavoro.

OMISSIONE DI ATTI DI UFFICIO (art. 328, comma 2, c.p.). – Si procede d’ufficio. Arresto
e fermo non sono consentiti.
f Ai fini della consumazione del reato de quo “è necessario il concorso di due condotte
omissive, la mancata adozione dell’atto entro trenta giorni dalla richiesta scritta della
parte interessata e la mancata risposta sulle ragioni del ritardo” (Cass. Pen., sez. VI, 13
marzo 2003, n. 11877).
f Perché la norma in esame risulti applicabile è necessario che venga posto in essere un
meccanismo di messa in mora, vale a dire una richiesta scritta da parte del privato, da
cui decorre il termine per l’adozione dell’atto ovvero per formulare una risposta negati-
va che espliciti le ragioni del ritardo.

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OMISSIONE DI SOCCORSO

Esempi:
☛ La guardia medica che non visita affatto il malato, ma lo dirotta subito al pronto soccor-
so, limitandosi a prescrivere un’impegnativa per controllo specialistico (Cass. Pen., sez.
VI, 10 febbraio 2014, n. 6140).
☛ Il medico che omette di prestare le cure del caso al paziente presentatosi all’ambulatorio
di guardia medica per richiedere la saturazione di una ferita lacerocontusa (Cass. Pen.,
sez. VI, 15 luglio 2011, n. 28005).

OMISSIONE DI SOCCORSO (art. 593 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto e fermo non sono consentiti.
f In tema di omissione di soccorso per incidente stradale si veda l’art. 189 c.d.s.
f La condotta consiste nel trovare abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni
dieci, o un’altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di
corpo, per vecchiaia o per altra causa, e omettere di darne immediato avviso all’Autorità
ovvero nel trovare un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona
ferita o altrimenti in pericolo, e omettere di prestare l’assistenza occorrente o di darne
immediato avviso all’Autorità.
Esempi:
☛ Il medico che, invitato da un agente di pubblica sicurezza a prestare i soccorsi necessari
ad una donna rinvenuta priva di sensi nella sua abitazione, si rifiutò di recarsi sul posto,
limitandosi a consigliare di chiamare una autoambulanza e di far ricoverare la donna in
ospedale (Cass. pen., Sez. V, 19 dicembre 1973, n. 9135).
☛ Il reato di cui all’art. 593 c. p. trova applicazione nei confronti di chiunque sia stato
informato che nelle immediate vicinanze vi sia una persona in pericolo (nella quale non
è necessario “imbattersi” materialmente) e quindi anche nei confronti del medico libero
professionista che, chiamato d’urgenza per soccorrere un uomo colpito da malore, si
rifiuta di prestare soccorso all’ammalato (Cass. pen., sez. V, 10 aprile 1978, n. 4003).
☛ Risponde di omissione di soccorso colui che, avendo scorto un corpo umano privo di
sensi (ma non di vita) disteso al centro di una carreggiata viaria, si limiti a contattare te-
lefonicamente l’autorità di polizia e/o quella sanitaria, allontanandosi quindi dal luogo, O
atteso che, nell’ipotesi prospettata, incombe sull’agente anche l’obbligo di trattenersi
sul posto, assumendo le precauzioni atte a scongiurare (o a limitare) il rischio che il sog-
getto passivo possa subire ulteriori danni (Cass. Pen., sez. V, 14 dicembre 2004 n. 3397).
☛ Automobilista che, circolando in una strada di campagna, si accorge che il conducente
di un’altra macchina si è schiantato contro un albero riportando delle vistose ferite alla
testa, ma non si ferma e non avverte le autorità.

OSSA: RINVENIMENTO OSSA O PARTI DI CADAVERE. – Far intervenire sul posto la Po-
lizia Scientifica per i rilievi.
f Avvisare il PM di turno.
f Informare il Sindaco e personale dell’A.S.L. per il recupero delle parti rinvenute.

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P

PARCHEGGIATORI ABUSIVI (art. 7 comma 15 bis CDS). – Sono coloro che esercitano
senza autorizzazione, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad
esercitare senza autorizzazione, l’attività di parcheggiatore o guardiamacchine. Tale
attività abusiva ben può concretizzarsi anche in aree private aperte all’uso pubblico.
f Redigere verbale di violazione amministrativa.
f Verbale di sequestro amministrativo, ai fini della confisca, delle somme percepite
(sanzione accessoria); il sequestro può avvenire solo di somme contenute in borselli o
contenitori, ma non addosso alle persone perché non è in questa ipotesi ammissibile la
perquisizione personale.
f Se nell’attività sono impiegati minori, o se il soggetto è già stato sanzionato per la
medesima violazione con provvedimento definitivo, si applica la pena dell’arresto da
sei mesi a un anno e dell’ammenda ed è opportuno anche l’intervento dei servizi sociali
del Comune. L’applicazione delle sanzioni penali a seguito di recidiva, richiede che la
prima violazione, di natura amministrativa ovvero penale, sia definita. In termini prati-
ci, il procedimento potrà dirsi definito quando ricorrono le seguenti condizioni: nel caso
in cui la prima violazione fosse di natura penale, il relativo procedimento deve essere
definito con condanna passata in giudicato; nel caso in cui la prima violazione fosse di
natura amministrativa, il procedimento potrà considerarsi definito quando il trasgresso-
re ha provveduto al pagamento ovvero non vi abbia provveduto entro i termini prescrit-
ti, quando siano decorsi inutilmente i termini per presentare il ricorso ovvero in caso
di presentazione dello stesso, questo sia stato respinto con provvedimento definitivo.
f Dovranno essere valutate le modalità attraverso le quali il parcheggiatore riceve le som-
me, potendosi, ad esempio, configurare l’ipotesi di reato di estorsione quando i soldi P
vengono chiesti minacciando un danno ingiusto al veicolo dell’automobilista, ovvero il
reato di truffa se il parcheggiatore rilascia una finta ricevuta. In tali casi, ove il fatto in-
tegri gli estremi di un reato, non trova applicazione la sanzione amministrativa prevista.

PARCHEGGIO SOTTO CASA CREATO ARBITRARIAMENTE (art. 633 c.p.: invasione di ter-
reni). – Si procede a querela di parte, salvo che l’invasione riguardi acque, terreni, fon-
di o edifici pubblici o destinati ad uso pubblico, nel qual caso si procede d’ufficio (come
nel caso di invasione di un casello ferroviario, essendo destinato ad uso pubblico).
Esempio:
☛ La condotta tesa ad adibire il marciapiede, di proprietà del Comune, a parcheggio pri-
vato costituisce reato di tentata invasione di suolo pubblico ex art. 633 c.p. (Cass. Pen.,
sez. II, 22 novembre 2000 n. 13287).
☛ Trovare una sedia, o peggio ancora, uno stendipanni, al posto di un’auto per mantenere
bloccato il parcheggio è sanzionato invece dall’articolo 20 del codice della strada che

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PARLAMENTARE E IMMUNITÀ

vieta ogni tipo di occupazione della sede stradale, ivi compresi fiere e mercati, con vei-
coli, baracche, tende e simili. Il contravventore è soggetto alla sanzione amministrativa
del pagamento di una somma da euro 168 a euro 674.

PARLAMENTARE E IMMUNITÀ (art. 68 Cost.). – Il parlamentare gode delle immunità


stabilite dall’art. 68 della Costituzione, per cui non è consentito all’autorità giudiziaria,
senza la preventiva autorizzazione della Camera di appartenenza:
- sottoporre a perquisizione personale o domiciliare il parlamentare;
- arrestarlo o privarlo della libertà o mantenerlo in detenzione, salvo che in esecuzione
di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commette-
re un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza;
- sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversa-
zioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.
f Senza autorizzazione, il parlamentare può essere sottoposto a procedimento penale,
quindi ad indagini.

PAROLACCE O SPUTI. – Configurano il reato d’ingiuria (Cass. Pen., sez. V, 4 aprile 1990,
n. 4845), abrogato dal D.lgs. n. 7/2016 e trasformato in illecito civile.

PECULATO (art. 314 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Esso si connota come reato proprio, poiché soggetto attivo della condotta criminosa può
essere soltanto il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio.
f L’articolo 314 c.p. punisce la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico
servizio che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la di-
sponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropri (comma 1) (cd. peculato
per appropriazione). In caso di condanna per tale tipologia di peculato, ai sensi della L.
97/2001, è prevista la pena accessoria della destituzione di diritto del pubblico dipendente.
f Il secondo comma disciplina, invece, il c.d. peculato d’uso, che si configura quando il
pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio ha agito al solo scopo di fare uso
momentaneo della cosa.
Esempi:
☛ La condotta dell’ufficiale di polizia giudiziaria che, subito dopo aver rinvenuto della sostan-
za stupefacente e senza provvedere alla redazione di formale verbale di sequestro, proceda
alla sua distruzione mediante dispersione (Cass. Pen., sez. VI, 25 febbraio 2010, n. 12611).
☛ La condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che utilizzi il
telefono d’ufficio per fini personali al di fuori dei casi di urgenza o di specifiche e le-
gittime autorizzazioni, integra il reato di peculato d’uso solo se produce un danno ap-
prezzabile al patrimonio della Pubblica Amministrazione o di terzi, ovvero una lesione
concreta alla funzionalità dell’ufficio, mentre deve ritenersi penalmente irrilevante se
non presenta conseguenze economicamente e funzionalmente significative (Cass. Pen.,
sez. un., 20 dicembre 2012, n. 19054; Cass. Pen., sez. VI, 10 novembre 2014, n. 46282).
☛ L’uso improprio dell’auto di servizio, consistente in un utilizzo costante e reiterato nel
tempo, idoneo ad arrecare un danno patrimoniale all’amministrazione, non integra il
peculato d’uso, ma l’ipotesi (più grave) del peculato per appropriazione (Cass. Pen.,
sez. VI, 30 maggio 2012, n. 20922).

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PERQUISIZIONE E ABBATTIMENTO PORTA D’INGRESSO

PERQUISIZIONE E ABBATTIMENTO PORTA D’INGRESSO. – Se si deve procedere a per-


quisizione delegata e nessuno è presente nell’appartamento, si può abbattere la porta
con l’ausilio dei vigili del fuoco o di un fabbro. Quest’ultimo sarà nominato ausiliario di
P.G. ex art. 348 c.p.p. con conseguenti spese, per l’opera svolta, a carico della Procura
che ha disposto l’atto.

PERQUISIZIONE E IMMUNITÀ. – La perquisizione personale non può essere eseguita su


coloro che godono di immunità, ossia:
- Sommo Pontefice e Cardinali durante le vacanze della sede pontificia (artt. 8 e 21 del
Trattato Lateranense e accordo 11-2-1984 ratificato in legge 25-03-1985 nr. 121);
- Presidente della Repubblica (art. 90 Cost.);
- Persone che godono dell’immunità diplomatica e cioè: inviati esteri presso la Repub-
blica Italiana e la S. Sede (ministri, ambasciatori, incaricati di affari, nunzi, internunzi
- artt. 29 e segg. di Vienna 18-4-1961 e 24-3-1963 - ratificato nelle leggi 804 e 806/1967);
- Capi e ministri di Stati esteri in visita ufficiale in Italia;
- Componenti delle Istituzioni dell’Unione Europea (Parlamento europeo, Consiglio eu-
ropeo, Commissione europea, Corte di Giustizia dell’Unione europea).
- Persone che godono dell’immunità parlamentare (deputati e senatori, giudici della
Corte Costituzionale) senza l’autorizzazione della Camera dei Deputati, del Senato,
della Repubblica o della Corte Costituzionale tranne il caso in cui siano arrestate in
flagranza di uno dei delitti non colposi consumati o tentati indicati nell’art. 380 commi
1 e 2 (art. 343, 3° co. c.p.p.).
f La perquisizione locale (352 c.p.p.):
Negli edifici aperti al culto non può essere eseguita se non dopo averne dato avviso
all’autorità religiosa e salvo i casi di necessità ed urgenza. Nelle caserme, navi o negli
stabilimenti militari può essere eseguita solo dopo averne dato avviso al comandante.
Anche negli uffici pubblici, occorre darne preventiva comunicazione al dirigente dell’uf-
ficio. La P.G. di norma non può eseguire perquisizioni presso gli uffici dei difensori (art.
103 c.p.p.) e presso le banche. In entrambi i casi la perquisizione deve essere eseguita per-
sonalmente dall’A.G., che può farsi coadiuvare dalla P.G. nell’attività materiale di ricerca.
Gli ufficiali di P.G. delegati ex art. 248 comma 2 c.p.p. possono esaminare presso ban-
che, con il consenso del direttore, atti, documenti, corrispondenza, dati, informazioni P
e programmi informatici. In caso di rifiuto, solo l’A.G. potrà procedere a perquisizione.

PERQUISIZIONE ILLEGALE (art. 609 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto e fermo non sono consentiti.
f Se a commettere la perquisizione illegale è un pubblico ufficiale si configura il delitto
di perquisizione arbitraria, altrimenti se il soggetto attivo non è un pubblico ufficiale
la condotta in esame può essere punita ai sensi dell’art. 610 come violenza privata. La
perquisizione illegale è, infatti, un reato proprio, perché può essere commesso soltanto
dal pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione e, di conseguenza, contrav-
venendo agli obblighi derivanti dalla propria competenza funzionale, sottopone taluno
a perquisizione personale o ispezione personale.
f Nel caso in cui si sospetta il furto di un prodotto, i commessi o gli addetti alla vigilanza
non possono esperire alcuna perquisizione nella borsa o indosso alla persona sospettata
(possono al più chiederlo per gentilezza), ma devono limitarsi a far intervenire la Polizia.

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PERQUISIZIONE IN MATERIA DI STUPEFACENTI

Esempi:
☛ L’insegnante che perquisisce gli zaini o le tasche degli alunni commette il reato di
perquisizione arbitraria in quanto, ai sensi dell’art. 42 Cost., la proprietà privata è invio-
labile. Questo vuol dire che ogni alunno può rifiutarsi di far vedere il proprio zaino o di
svuotarlo o di aprire l’armadietto o qualsiasi altro posto da questi utilizzato per custodi-
re le proprie cose. In tal caso, qualora abbia la certezza che ci sia stato un furto da parte
degli alunni potrebbe allertare le forze dell’ordine per gli adempimenti di competenza.
☛ Integra il reato di ispezione arbitraria (609 c.p.) un’ispezione più penetrante come
quella volta ad obbligare gli alunni a svestirsi (rimanendo solo in slip e canottiera): il
denudamento, sebbene imposto solo allo scopo della perquisizione, si connota di mag-
giore gravità, essendo lesivo della dignità dei bambini (Cass. Pen., sez. V, 27 novembre
2013, n. 47183).
☛ Compie violazione della privacy il professore che imponga all’alunno di aprire il proprio
diario per vedere cosa vi ha scritto o di consegnargli il telefono cellulare per controllare,
ad esempio, la galleria di fotografie scattate, anche perché pur se avesse fotografato lo
stesso insegnante ciò non configura reato purché non ci sia diffusione senza consenso
dell’interessato dell’immagine stessa.

PERQUISIZIONE IN MATERIA DI STUPEFACENTI (art. 103 D.P.R. 309/90). – Può essere


espletata per la prevenzione e la repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti
o psicotrope, per cui è richiesto che sia in corso un’operazione di polizia finalizzata e
programmata in tal senso (solitamente dalla squadra mobile).
f La norma in questione legittima all’atto esclusivamente gli Ufficiali di P.G. e non anche
gli agenti di P.G. (i quali non possono nemmeno valersi della disposizione di cui all’art.
113 disp. att. c.c.p. che legittima anche gli agenti soltanto agli atti di cui agli artt. 352
e 354 c.c.p.).
f L’ufficiale di p.g. potrà procedere a perquisizione personale, del mezzo di trasporto e
domiciliare.
f L’art. 103 comma 2 facoltizza anche gli agenti di p.g. ad effettuare in ogni luogo il control-
lo e l’ispezione dei mezzi di trasporto, dei bagagli e degli effetti personali dell’interessato
qualora ritengano di poter rinvenire stupefacenti o sostanze psicotrope. Ovviamente non
vi deve essere contatto fisico con l’interessato, altrimenti vi sarebbe perquisizione. Per
controllo intendiamo un’osservazione sommaria di una persona (guardarla) o di una
cosa (guardo la valigia, il bagagliaio, l’interno dell’abitacolo, li osservo), per ispezione
intendo un controllo più approfondito (guardo più attentamente il soggetto o la cosa)
per perquisizione intendiamo un controllo appurato, consistente oltre che nel guardare
anche nel cercare la cosa o la persona. L’ispezione si limita a “documentare” l’oggetto
della percezione (ad es. accertare le tracce che il reato ha lasciato sul corpo di una
persona), la perquisizione tende a “ricercare” il corpo del reato o le cose ad esso perti-
nenti per sottoporlo a sequestro. RADIOGRAFIE, ESPLORAZIONI VAGINALI O RETTALI
sono perquisizioni personali e perciò possono essere compiute dalla P.g., avvalendosi di
personale medico con funzioni di ausiliario, sia di iniziativa che su delega.
f Il difensore ha diritto di assistere, ma non deve essere preavvertito (art. 356 c.p.p.).
f In caso di rinvenimento di sostanze stupefacenti per uso personale, si procederà al
sequestro amministrativo delle sostanze interessando il Prefetto della provincia; se si
tratta, invece, di ipotesi riconducibili all’art. 73 (produzione e traffico illecito), dovrà
procedere all’arresto, tranne i casi di cui al comma 5 (fatti di lieve entità per i quali

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PERQUISIZIONE PERSONALE DI INIZIATIVA

l’arresto è solo facoltativo), e al compimento degli atti conseguenti a norma degli artt.
386-387 c.p.p.
f Redigere eventuali verbali di sequestro e arresto.
f Rilasciare copia del verbale di perquisizione all’interessato.
f Trasmettere altra copia del verbale entro 48 ore al P.M. per la convalida nelle successive
48 ore.

PERQUISIZIONE PERSONALE DI INIZIATIVA (art. 352, comma 1, c.p.p.). – Possono pro-


cedervi gli ufficiali di P.G. nei casi di flagranza di reato, quando sussiste il fondato
motivo di ritenere che sulla persona si trovino occultate cose o tracce pertinenti al
reato che possano essere cancellate o disperse; ovvero nei casi di evasione, esecuzione
di un’ordinanza di custodia cautelare o di un ordine di carcerazione nei confronti di
persone imputate o condannate per uno dei delitti previsti dall’art. 380 c.p.p.; ovvero
di esecuzione di fermo di indiziato di delitto (art. 352, co. 1° e 2° c.p.p.) e sussistono
particolari motivi di urgenza che non consentono l’emissione di un tempestivo decreto
di perquisizione (art. 352/2 c.p.p.).
f Possono procedervi anche gli agenti di P.G., nei casi di particolare necessità e urgenza
(art. 113 D. Lgs. n. 271/89).
f Il difensore ha diritto di assistere, ma non deve essere preavvertito (art. 356).
f Avvertire la persona della facoltà di farsi assistere da un difensore o da altra persona
di fiducia idonea a testimoniare ad atti del procedimento purché prontamente reperibile
(art. 250 c.p.p.). Agli atti previsti dagli artt. 352 e 354 del c.p.p. (perquisizione e seque-
stro) il difensore ha facoltà di assistere, senza diritto di essere preventivamente avvisato
(art. 356 c.p.p.). Ai sensi dell’art. 114 disp. att. c.p.p., la p.g. che procede a perquisizio-
ne e sequestro ex art. 352 e 354 c.p.p. deve avvertire la persona sottoposta alle indagini,
se presente, che ha facoltà di farsi assistere dal difensore di fiducia. La violazione da
parte della p.g. dell’obbligo di avvertire l’indagato della facoltà di farsi assistere dal
difensore di fiducia, ai sensi dell’art. 114 disp. att. c.p.p., integra una nullità generale a
regime intermedio che va eccepita, ai sensi dell’art. 182 c.p.p., o prima del compimento
dell’atto o immediatamente dopo, ossia subito dopo la nomina del difensore, ovvero
entro il termine di cinque giorni che l’art. 366 c.p.p. concede a quest’ultimo per l’esame
degli atti (Cass. Pen., sez. II, n. 13392 del 23.03.2011). La nullità della perquisizione o
del sequestro va eccepita con relativa memoria o richiesta da presentare al p.m., ex art. P
367 c.p.p., o al giudice a norma dell’art. 121 c.p.p.
f Se del caso, invitare la persona a consegnare la cosa ricevuta; se l’invito viene accolto
e la perquisizione era riferita solo alla ricerca di cose, si può omettere di eseguire l’atto
(art. 247, 1° co.).
f Eseguire l’atto nel rispetto della dignità della persona e, nei limiti del possibile, del
pudore (art. 249, 2° co.) per cui procedere separatamente alla perquisizione di più
persone; far eseguire materialmente l’atto a persona dello stesso sesso di quella che vi
è sottoposta salvo i casi di impossibilità e di urgenza da evidenziarli nel verbale (art.
79 D. Lgs. n. 271/89);
f Se è necessario estendere la perquisizione alle parti intime e coperte del corpo, è op-
portuno calzare guanti sanitari;
f Riportare, nel verbale eventuali dichiarazioni rilasciate dalla persona (art. 350, 7° co.);
f Sequestrare le cose pertinenti al reato rinvenute e da specificare nel verbale indicando il luo-
go esatto ove le stesse si trovano; se del caso, fotografare il luogo del rinvenimento (art. 252).
f Consegnare copia del verbale alla persona perquisita.

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PERQUISIZIONE SUL POSTO EX ART. 4 L. 152/75

f Redigere eventuali verbali di sequestro, arresto o fermo (art. 386, 3° co. c.p.p.).
f Trasmissione del verbale di perquisizione al P. M. (del luogo ove l’atto è stato esperito,
ex art. 352, 4° comma); inviarlo anche al P.M. presso il giudice competente se diverso,
ex art. 357, 4° co.), non oltre le 48 ore per la convalida (art. 352, 4° comma c.p.p.) da
parte di quest’ultimo con relativo decreto.
f Se la perquisizione riguarda lo straniero che non conosce la lingua italiana, la mancata
partecipazione alla stessa dell’interprete non comporta alcuna nullità (Cass. Pen., sez.
III, 24 giugno 2009, n. 27194).

PERQUISIZIONE SUL POSTO EX ART. 4 L. 152/75 (LEGGE REALE). – Per la ricerca di


armi, oggetti atti ad offendere e di effrazione.
f Deve essere in corso un’operazione di polizia (attività rientrante tra i compiti istituzio-
nali degli organi di polizia, tra cui anche un posto di controllo o di blocco).
f Si deve versare in casi eccezionali di necessità ed urgenza che non consentono di ricor-
rere tempestivamente al P.M., per ottenere un decreto di perquisizione.
f Può essere effettuata su persone la cui presenza e/o atteggiamento non appaiono giusti-
ficabili in relazione a specifiche e concrete circostanze di tempo e di luogo (es. di notte
e in un luogo sperduto vengono rinvenute delle persone, che non riescono a fornire
un’adeguata motivazione della loro presenza in quel luogo).
f Vi possono procedere indifferentemente agenti e ufficiali di p.g.
f Deve essere finalizzata alla ricerca di armi, esplosivi e strumenti di effrazione.
f Può essere estesa anche al mezzo di trasporto utilizzato per giungere sul posto, non-
ché ai bagagli posseduti e trasportati.
f Non è previsto l’avviso di farsi assistere da persona di fiducia; infatti, l’art. 114 disp.
att. c.p.p. richiama unicamente l’art. 356 c.p.p. e non l’art. 4. Il difensore ha, tuttavia,
diritto di assistere, ma non deve essere preavvertito (art. 356).
f Identificare la persona.
f Controllare abiti, accessori ed effetti personali al seguito.
f Eseguire l’atto nel rispetto della dignità della persona e, nei limiti del possibile, del
pudore (art. 249,2° co., disp. att. c.p.p.) possibilmente in luogo appartato e da persona
dello stesso sesso;
f Procedere al sequestro delle armi, degli esplosivi o degli strumenti di effrazione rinve-
nuti precisando, nel verbale, il luogo del rinvenimento, le eventuali dichiarazioni rila-
sciate dalla persona e ogni altro particolare utile alle indagini (art. 252 disp. att. c.p.p.);
f Possibilmente fotografare gli oggetti rinvenuti nel punto ove si trovavano.
f Il verbale deve essere sottoscritto da tutti gli intervenuti alla fine di ogni foglio (art. 137).
f Rilasciare copia del verbale alla persona perquisita, così come previsto dallo stesso art. 4.
f Il verbale va trasmesso entro 48 ore al Pm (art. 4, comma 3, legge 152/1975).
f La perquisizione va effettuata sul posto.
f Perquisizioni ed ispezioni personali vanno eseguite da persone dello stesso sesso di
quella sottoposta (art. 79 disp. att. c.p.p.), salvo casi di assoluta urgente necessità e
tranne nei casi in cui le operazioni sono eseguite da personale sanitario. Se non vi sono
persone di uguale sesso, si può nominare ausiliario di P.G. una donna ex art. 348 c.p.p.
che non può rifiutarsi di eseguire la perquisizione (348/4).

PERQUISIZIONI IN MATERIA DI ARMI ED ESPLODENTI (art. 41 T.U.L.P.S.). – Se in qua-


lunque modo (da anonimi, informatori, occasionalmente) si ha notizia dell’esistenza

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PISTOLA GIOCATTOLO

di armi, munizioni, esplosivi non denunciati in un locale pubblico o privato, la p.g.


(ufficiali o agenti) deve procedere ad immediata perquisizione.
f La perquisizione può essere esperita anche di notte.
f È una perquisizione locale e non personale.
f Il difensore ha il diritto di assistere, ma non deve essere preavvertito (art. 356).
f Differisce dalla perquisizione locale di cui all’art. 352 perché: non ci sono limiti tem-
porali nell’effettuarla ed è sufficiente anche solo l’indizio dell’esistenza di armi per
effettuarla (quindi basta pure una comunicazione anonima che ce la segnala).
f Informare la persona presente sul posto della facoltà di farsi assistere da un difensore di
fiducia o da altra persona sempre di fiducia (che può sopraggiungere sul posto durante
la perquisizione). L’atto può essere eseguito, anche se la persona nei cui confronti è
diretto non è presente. In tal caso bisogna indicare nel verbale il nome del coabitante o
del portiere o mancando tali soggetti si indicheranno le modalità degli atti compiuti per
introdursi nel luogo (art. 250/2 c.p.p.).
f Eseguire accurate ricerche nel luogo.
f Sequestrare l’arma eventualmente rinvenuta ex art. 354.
f Invitare l’indagato, se presente, a eleggere domicilio.
f Redigere verbale di perquisizione di cui non è prevista la consegna al perquisito.
f Trasmettere, entro 48 ore, il verbale al P.M. del luogo dove è stata eseguita la perquisi-
zione, per la convalida entro le successive 48 ore.
f Non si consegna copia del verbale al perquisito perché non previsto per questa perqui-
sizione di iniziativa.
f Se la perquisizione è negativa, non si trasmette l’informativa al Pm, ma solo la richiesta
di convalida del verbale.
f N.B.: se non rinvengo armi ma altri corpi di reato, scrivo negativo sul verbale di per-
quisizione ex art. 41 TULPS; nello stesso indico ciò che è stato rinvenuto, e in più redigo
il verbale di sequestro ex art. 354.

PISTOLA GIOCATTOLO. – Il semplice uso o porto fuori della propria abitazione di un’ar-
ma giocattolo priva di tappo rosso (scacciacani compresa) non è reato, tranne quando
rappresenti elemento costitutivo o circostanza aggravante di un diverso reato, come nel
caso in cui sia portata su aeromobile (L. 694/74), nel caso di furto, rapina, minaccia,
violenza a pubblico ufficiale (339 c.p.) o nel caso di delitti di natura elettorale o contro
P
la sicurezza della navigazione aerea (Cass. Pen., sez. un. 23 marzo 1992, n. 3394).
f Nel caso, invece, di rapina con pistola giocattolo con il tappo rosso visibile, non c’è
l’aggravante dell’uso dell’arma.
Esempi:
☛ È sufficiente minacciare di utilizzare un’arma, ancorché finta, contro un’altra persona
per integrare il reato di minaccia aggravata, perseguibile d’ufficio e punibile fino ad un
anno di reclusione (Cass. Pen., sez. V, 7 aprile 2017, n. 17779).
☛ Deve ritenersi sussistente la circostanza aggravante dell’uso delle armi, prevista per
la rapina dall’art. 628 comma 3 n. 1, prima ipotesi, c.p., solo quando la minaccia sia
realizzata utilizzando un’arma giocattolo non riconoscibile come tale, pertanto se dalle
dichiarazioni dei testimoni si evince che l’arma era dotata di tappo rosso, ben visibile,
la rapina non sarà considerata aggravata (Cass. pen., sez. II, 1 febbraio 2018, n. 4712).
☛ L’uso o porto fuori della propria abitazione di un tale giocattolo assume rilevanza pe-
nale soltanto se mediante esso si realizzi un diverso reato del quale l’uso o porto di

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PORNOGRAFIA MINORILE

un’arma rappresenti elemento costitutivo o circostanza aggravante, come avviene quan-


do il giocattolo riproducente un’arma, sprovvisto di tappo rosso, sia usato nei delitti di
rapina aggravata (Cass. Pen., sez. II, 19 luglio 2018, n. 46946)

PORNOGRAFIA MINORILE (art. 600 ter c.p.). – Per pornografia minorile si intende ogni
rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in
attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi
sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto obbligatorio nella flagranza del reato di utilizzazione di minori di anni 18 per
realizzare esibizioni o spettacoli pornografici ovvero produrre materiale pornografico,
ovvero reclutare o indurre minori degli anni 18 a partecipare a esibizioni o spettacoli
pornografici o traendo profitto dai suddetti spettacoli o comunque facendo commercio
di questo materiale.
f Arresto facoltativo, nel caso di divulgazione di questo materiale.
f Denuncia a piede libero, nei confronti di chi assiste a esibizioni o spettacoli pornogra-
fici in cui siano coinvolti minori degli anni 18.
Esempi:
☛ Integra il reato di offerta o cessione gratuita di materiale pedopornografico (600 ter,
comma quarto, c.p.) la condivisione di “files” pedopornografici, tramite conversazione
per via telematica (cd. in chat), rappresentando la condivisione una forma di scambio
di documenti informatici (Cass. Pen., sez. III, 3 ottobre 2011, n. 35696).
☛ La detenzione di materiale pedopornografico consistente in foto di glutei ed organi
genitali di bambini ritratti in spiaggia (Cass. Pen., sez. III, 6 febbraio 2013, n. 5874)
configura il delitto di cui all’art. 600 quater c.p. Chiunque, al di fuori delle ipotesi pre-
viste dall’articolo 600 ter, consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico
realizzato utilizzando minori degli anni diciotto (come nel caso di colui che acquista
periodicamente delle videocassette contenenti film porno con protagonisti bambini)
va denunciato ai sensi dell’art. 600 quater. Nel caso in cui il materiale pedopornografico
detenuto sia di ingente quantità è possibile procedere ad arresto facoltativo in flagranza.
☛ Non integra il reato la condotta di un soggetto che, trovandosi sulla spiaggia, si era
limitato a fotografare insistentemente alcuni minori in costume da bagno, in assenza di
esibizioni lascive o di atteggiamenti sessualmente allusivi (Cass. Pen., sez. III, 22 marzo
2010, n.10981).
☛ Non integra il reato in questione il chiedere ad una bambina di mostrarsi nuda davanti
ad una webcam, in quanto non è ammesso il tentativo nella fattispecie de qua (Cass.
Pen., sez. III, 10 ottobre 2013, n. 41776).
☛ Integra il reato di detenzione di materiale pedopornografico (600 quater c.p.) la sempli-
ce visione di immagini pedopornografiche “scaricate” da un sito internet, poiché, per un
tempo anche limitato alla sola visione, le immagini sono nella disponibilità dell’agente
(Cass. Pen., sez. III, 13 gennaio 2011, n. 639).

POSSESSO INGIUSTIFICATO DI ARNESI ATTI ALLO SCASSO (art. 707 c.p.). – Si procede
d’ufficio, sussistendone le condizioni soggettive previste dalla norma, tra cui che il
soggetto sia già stato condannato per delitti determinati da motivi di lucro (ad es. furto,
rapina) o per contravvenzioni inerenti gli artt. 705-713 c.p..

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PRELIEVO DI TRACCE DI SALIVA ALL’INSAPUTA DELL’INDAGATO

f La disposizione di cui all’art. 707 c.p. pone a carico del detentore l’onere di dare la prova
che gli oggetti rinvenuti in suo possesso sono destinati ad un uso legittimo (Cass. Pen.,
sez. II, 14 giugno 1996, n. 6929; Cass. Pen., sez. II, 23 dicembre 2014, n. 53653).
f Sequestrare il corpo del reato ex art. 354 c.p.p., per la successiva confisca e distruzione.
f Anche un cacciavite rientra tra gli strumenti idonei ad aprire o forzare le serrature, per
cui il suo possesso ingiustificato può integrare il reato di cui all’art. 707 c.p. in quanto
“in tema di possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, l’espressione "stru-
menti atti ad aprire o forzare le serrature", contenuta nell’art. 707 cod. Pen. deve essere
intesa nella sua accezione più ampia ed incondizionata, sì da farvi rientrare tutti gli ar-
nesi idonei di per sé ad aprire le serrature ed altri analoghi congegni dotati di attitudine
potenziale ad operare sulle medesime" (Cass. Pen., sez. II, 23 dicembre 2014, n. 53653).

PRELIEVO DI TRACCE DI SALIVA ALL’INSAPUTA DELL’INDAGATO. – Il prelievo di tracce


biologiche dell’indagato, utilizzate per la comparazione del DNA, avvenuto attraverso
un escamotage irrituale, con atteggiamento ingannevole, non è qualificabile quale atto
invasivo o costrittivo, ed essendo prodromico all’effettuazione di accertamenti tecnici,
non richiede l’osservanza delle garanzie difensive (Cass. Pen., sez. II, 25 luglio 2014,
n. 33076).
f Il prelievo di tracce di saliva avvenuto all’insaputa dell’imputato, mediante il sequestro
di un bicchierino di caffè offerto dalla polizia giudiziaria, può essere legittimamente
effettuato ai sensi degli artt. 348 ss. c.p.p., in quanto l’attività investigativa non ha alcu-
na incidenza sulla sfera della libertà personale dell’interessato, riguardando materiale
biologico dallo stesso fisicamente separato, ed è prodromica all’accertamento tecnico
– nella specie non ripetibile – sul relativo reperto, assistito dalle garanzie difensive pre-
viste dall’art. 360 c.p.p. (Cass. Pen., sez. I, 2 novembre 2005, n. 1028).
f È legittima l’attività di raccolta di tracce biologiche riferibili all’indagato eseguita dalla
polizia giudiziaria senza ricorrere ad alcun prelievo coattivo, ancorché posta in essere
all’insaputa dello stesso (Cass. Pen., sez. VI, 20 novembre 2013, n. 48907).

PROCURATI LAVORI ALTRUI (art. 2 Legge n. 475/1925). – Chiunque in esami o concorsi,


prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lau-
ree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegna-
mento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta,
P
come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che
siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno. La pena della
reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.
Esempi:
☛ La “ratio” della l. 19 aprile 1925 n. 475, recante norme per la repressione della falsa at-
tribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici,
titoli e dignità pubbliche (che all’art. 1 commina la sanzione penale della reclusione
anche a danno degli aspiranti all’abilitazione all’esercizio di una professione i quali
presentino, in sede di esame, come propri lavori di altri), va ravvisata nell’interesse
pubblico alla genuinità dell’elaborato; esigenza, questa, che trova riscontro anche nel
principio costituzionale di cui all’art. 33 Cost. concernente l’interesse della collettività
e dei futuri committenti all’accertamento preventivo dei requisiti di preparazione e di

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PROCURATO ALLARME PRESSO L’AUTORITÀ

capacità per il retto esercizio professionale. Tale oggetto specifico di tutela rende altresì
evidente che la norma penale concorre con quella amministrativa che consente l’espul-
sione del candidato sorpreso a copiare tesi già svolte ovvero a consultare testi diversi da
quelli autorizzati (Cass. Pen. sez. VI, 22 febbraio 1995 n. 9489).
☛ Le ipotesi criminose previste dagli artt. 1 e 2 della legge 19 aprile 1925 n. 475, quando la
condotta si esaurisca nella presentazione (e nella predisposizione) dei lavori non propri
sono da ritenersi speciali rispetto alle ipotesi di falso ideologico per induzione attinenti
alla formazione dei successivi atti pubblici, posto che i delitti in questione prevedono,
come ipotesi aggravata, che l’aspirante consegua l’intento (del superamento dell’esame
o del concorso) (Cass. Pen. sez. V, 4 ottobre 2016, n. 2739).
☛ Integra il reato di cui all’art. 2 l. n. 475 del 1925 la condotta di chi procuri, attraverso un si-
stema di comunicazione telefonica a distanza, le risposte del questionario dell’esame teori-
co per il conseguimento della patente di guida (Cass. Pen. sez. V, 30 marzo 2017, n. 26438).
☛ Colui che suggerisce comunicando al candidato con il telefono cellulare le risposte ai
quesiti dell’esame per il conseguimento della patente di guida, risponde del reato di
procurati lavori altrui (Cass. Pen, Sez. V, 3 Settembre 2020 n. 25027).

PROCURATO ALLARME PRESSO L’AUTORITÀ (art. 658 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto e fermo non consentiti.
f Tale reato si realizza quando l’annuncio di pericoli inesistenti (ad es. di un ordigno esplo-
sivo o di un inesistente sequestro di persona che provoca l’intervento della forza pubblica
con dispiegamento di mezzi) suscita allarme presso l’autorità di P.S., gli enti o le persone
che esercitano un pubblico servizio (Cass. Pen., Sez. I, 12 novembre 1987, n. 11514).
f Il concetto di allarme implica la necessità di un intervento non ordinario, ma con impiego
di uomini e mezzi straordinario (cioè diverso da quello di “routine”) (G.u.p. Tribunale di
Pescara, 19 agosto 2003, n. 486). Se il tutto si risolve con l’invio di una volante sul posto
indicato, l’attività svolta da quest’ultima sarà ordinaria; se, invece, invio gli artificieri per-
ché è stata denunciata la presenza di un ordigno deflagrante, ma si tratta di una notizia
non corrispondente alla realtà, in tal caso si integrerà la fattispecie di reato in argomento.
Esempi:
☛ È imputabile per il reato di cui all’articolo 658 c.p. colei che in concorso con una com-
plice, entrambe minorenni, segnalava al Servizio Emergenza Infanzia l’inesistente si-
tuazione di due minori oggetto di maltrattamenti ad opera del padre, suscitando
allarme presso il predetto ente e la P.S. Tuttavia si impone la dichiarazione di non luogo
a procedere per il caso in cui risulti accertato che all’epoca dei fatti la giovane non era
in grado di determinare autonomamente il suo comportamento e di cogliere il disvalore
sociale dei suoi atti per immaturità (Tribunale per i Minorenni di Cagliari, sez. penale,
21 gennaio 2014 n. 10).
☛ È imputabile per il reato di procurato allarme, p. e p. dall’articolo 658 c.p. e non di
simulazione di reato, di cui all’articolo 367 c.p., la prevenuta che con più azioni esecu-
tive del medesimo disegno criminoso, richieda ed ottenga, per due volte nell’arco della
giornata, l’intervento della volante di polizia denunciando falsamente un tentativo di
effrazione sulla porta di ingresso della propria abitazione ad opera di persone scono-
sciute qualora, i fatti denunciati, si presentino intrinsecamente incredibili ovvero, la si-
tuazione di fatto non comporti in concreto la necessità di svolgere indagini direttamente
riferibili al fatto denunciato. Nel caso di specie, la circostanza per la quale la denuncia
sia apparsa da subito inverosimile agli agenti che si siano accorti dell’assenza di segni

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PROPAGANDA E ISTIGAZIONE A DELINQUERE PER MOTIVI DI DISCRIMINAZIONE RAZZIALE ETNICA E RELIGIOSA

di effrazione sul portone di ingresso, configura il reato di procurato allarme per la cui
sussistenza è sufficiente l’annuncio di disastri, infortuni o pericoli inesistenti idonei a
suscitare allarme nei riguardi di autorità, enti o esercenti di un pubblico servizio (Tribu-
nale di Genova, sezione I penale, 20 aprile 2011, n. 1442).

PROPAGANDA E ISTIGAZIONE A DELINQUERE PER MOTIVI DI DISCRIMINAZIONE


RAZZIALE ETNICA E RELIGIOSA (art. 604 bis c.p.). – Si procede d’ufficio nei confronti
di chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero isti-
ga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali
o religiosi; ovvero, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di
provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
f In quest’ultima ipotesi si può procedere ad arresto facoltativo in flagranza, come an-
che nel caso di partecipazione e promozione di organizzazione, associazione, movimen-
to o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza
per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

PROSTITUZIONE (L. 75/58). – La Legge 20 febbraio 1958 n. 75 (cd. legge Merlin) ha


dichiarato non punibile l’attività di prostituzione, per cui donna e uomo sono liberi
di prostituirsi.
f Anche i clienti delle prostitute non rispondono di alcun reato, perché ognuno è libero di
di chiedere prestazioni sessuali a pagamento. In diritto civile, poi, in quanto contrario
al buon costume, il contratto reale di compravendita di prestazioni sessuali è nullo, per
cui chi si impegna a pagare può, dopo la prestazione, anche non farlo.
f Guardare un film porno o collegarsi ad un sito hard non costituisce alcun reato, nemme-
no se si salvano foto piccanti sul pc, a meno che ovviamente non siano di minorenni,
nel qual caso si risponderà del reato di detenzione di materiale pedopornografico, pu-
nito dall’art. 600 quater c.p.
f È lecito anche il cd. sex work, ossia quello delle camgirl, ossia ragazze e donne che,
sfruttando lo schermo ed una web cam, si fanno vedere mentre simulano rapporti ses-
suali, praticano atti di autoerotismo o altri giochi erotici in cambio di denaro.A differen-
za della prostituzione, però, nel caso delle camgirl e dei camboy non c’è alcun contatto
fisico con i clienti, ma solo un rapporto a distanza, mediato appunto dalla connessione P
internet.Al pari della pornografia e della prostituzione, anche l’attività delle camgirl e
dei camboy è del tutto lecita. Bisogna naturalmente essere maggiorenni. Siccome non
si tratta di prostituzione, non ha alcuna responsabilità neanche il gestore di un sito che
pubblicizza i servizi delle sue inserzioniste.
f L’art. 3 della legge 75/58 prevede, però, alcuni reati per chi:
1) Induce la donna alla prostituzione (INDUZIONE ALLA PROSTITUZIONE).
2) Sfrutta il lavoro delle prostitute facendosi pagare una quota (c.d. “papponi”) (SFRUT-
TAMENTO DELLA PROSTITUZIONE).
3) Recluta prostitute (RECLUTAMENTO PROSTITUTE): chi agevola o favorisce il lavo-
ro della prostituta.
4) Chi accompagna una prostituta nel luogo di esercizio del meretricio va denuncia-
to per FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE e non per sfruttamento (Cass.
Pen., sez. III, 27 luglio 2011, n. 29984). Si ha favoreggiamento ogni qualvolta una per-
sona compie attività idonea a rendere più agevole il lavoro della prostituta. Il favoreg-
giamento è previsto dall’art. 3 n. 8.

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PROSTITUZIONE MINORILE

5) Le prestazioni sessuali eseguite in videoconferenza via web-chat, in modo da con-


sentire al fruitore delle stesse di interagire in via diretta ed immediata con chi esegue la
prestazione, con la possibilità di richiedere il compimento di determinati atti sessuali,
assume il valore di prostituzione e rende configurabile il reato di sfruttamento della
prostituzione nei confronti di coloro che abbiano reclutato gli esecutori della presta-
zione o che abbiano reso possibile i collegamenti via internet, atteso che l’attività di
prostituzione può consistere anche nel compimento di atti sessuali di qualsiasi natura
eseguiti su se stesso in presenza di colui che, pagando un compenso, ha richiesto una
determinata prestazione al fine di soddisfare la propria libido, senza che avvenga alcun
contatto fisico fra le parti (Cass. Pen., sez. III, 3 maggio 2006, n.15158).
6) Sono da considerare una forma di prostituzione anche i massaggi cd. "happy en-
ding", quelli che si concludono con una prestazione sessuale da parte della massaggia-
trice. Si tratta, infatti, di una prestazione sessuale fatta dietro corrispettivo in denaro.
Tuttavia chi si reca presso un centro di massaggi "happy ending" non commette alcun
tipo di reato, così come non lo commette la massaggiatrice che si prostituisce, ma sono
coloro che gestiscono il centro che, semmai, pongono in essere una condotta penalmen-
te rilevante.Il reato che può essere integrato, in particolare, è quello punito dall’articolo
3 della legge Merlin (legge n. 75/1958), secondo cui, come visto, commette reato, tra gli
altri, chi essendo proprietario, gerente o preposto a qualunque locale aperto al pubblico
o utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che,
all’interno dello stesso, si danno alla prostituzione.

PROSTITUZIONE MINORILE (art. 600 bis c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto obbligatorio in flagranza per chi recluta o induce (invoglia) alla prostituzione
minore degli anni 18, ovvero per chi favorisce (fornire i mezzi: ad es. la casa), sfrutta
(usare i proventi derivanti dalla prostituzione), gestisce, organizza o controlla la prosti-
tuzione di minore degli anni 18, o altrimenti ne trae profitto. Fermo consentito.
f Arresto facoltativo in flagranza per chi compie atti sessuali con minore di età com-
presa tra 14 e 18 anni, in cambio di danaro o altra utilità, anche solo promessi.

PROSTITUZIONE: LOCAZIONE DI APPARTAMENTO A PROSTITUTA. – Non integra il


reato di favoreggiamento della prostituzione la condotta di chi concede in locazione un
immobile a coloro che esercitino per proprio conto l’attività di meretricio, nonostante sia
a conoscenza dell’uso a cui gli stessi immobili erano stati destinati dal locatario. Infatti,
la mera stipula del contratto di locazione non integra la fattispecie criminosa di favoreg-
giamento della prostituzione in quanto l’atto negoziale, in assenza di altre prestazioni
accessorie (come ad esempio la ricezione dei clienti, la fornitura di profilattici o la
predisposizione dei testi per le inserzioni pubblicitarie), riguarda la persona e le sue
esigenze abitative, e non costituisce diretto ausilio all’attività di prostituzione" (Cass.
Pen., sez. III, 4 febbraio 2014, n. 7338, Cass. Pen., sez. III, 30 aprile 2015, n.47594). Il che
vuol dire che non risponde del grave reato di favoreggiamento il proprietario che mette a
disposizione delle prostitute un proprio immobile, nemmeno se consapevole dell’uso che
ne verrà fatto. Non sarà colpevole sempre che il canone di locazione sia onesto, in linea
cioè con i prezzi di mercato: ciò poiché "la stipulazione del contratto non rappresenta un
effettivo ausilio per il meretricio" (Cass. Pen., sez. III, 20 marzo 2013, n. 28754).
f Perché il locatore sia colpevole del delitto di favoreggiamento è invece necessario che
faccia anche di più, che fornisca cioè "prestazioni accessorie che esulino dalla stipu-

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PROSTITUZIONE: SEGNALAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI SFRUTTAMENTO

lazione del contratto ed in concreto agevolino il meretricio" (Cass. Pen., sez. III, 19
febbraio 2013, n. 33160). Tali prestazioni possono essere di vario genere, e passare da
attività decisamente partecipative all’esercizio dell’attività di prostituzione (ad esempio
l’esecuzione di inserzioni pubblicitarie, la fornitura di profilattici, la ricezione dei clienti
(Cass. Pen., sez. III, 17 febbraio 2014, n. 7338) a comportamenti decisamente meno
invasivi ma ciononostante valutabili come aiuto, favoreggiamento alla prostituzione,
come nel caso dell’imputato che non si era limitato ad affittare a prezzo di mercato
i propri immobili a delle prostitute, ben sapendo che queste avrebbero utilizzato gli
appartamenti per il loro "lavoro", ma si era prodigato per favorirlo al massimo, addirit-
tura predisponendo "un allestimento specifico degli appartamenti diretto a ottimizzare
il loro utilizzo per la prostituzione, collocando letti matrimoniali anche nelle cucine"
come tra l’altro emerso dalle intercettazioni telefoniche che hanno inchiodato il locatore
alle proprie responsabilità, derivanti non tanto dall’aver fittato a delle prostitute ma
dall’aver fatto anche in modo che queste potessero, all’interno dei suoi appartamenti,
svolgere al meglio il meretricio. Con ciò, quindi, favorendolo, proprio come vietato dal
reato contestatogli che testualmente punisce "chiunque in qualsiasi modo favorisca o
sfrutti la prostituzione altrui" (art. 3 comma 8 della L. 75/1958).
f Non importa l’intestazione dell’immobile: la pena spetterà a chi ne dispone, anche
se questa formalmente è intestata a terzi.In tal senso la norma è chiara: l’art. 3 n. 2,
infatti, punisce "chiunque, avendo la proprietà o l’amministrazione di una casa od
altro locale". Non importa quindi se a stringere gli accordi e percepire il fitto sia una
persona diversa dal proprietario: sarà comunque l’effettivo "amministratore" del locale
a rispondere dell’illecita finalità cui questo sarà (o è) destinata. E non potrebbe essere
diversamente, dal momento che uno dei principi cardine del nostro sistema penale è
quello della c.d. "responsabilità personale" penale: infatti, secondo quanto disposto dal-
l’art. 27 della Costituzione "La responsabilità penale è personale", per cui si può essere
puniti solo se si è l’autore di un reato e solo chi è l’autore del reato può essere punito.
Quindi se a gestire l’appartamento è soggetto diverso dal proprietario (ad es. il nipote
per conto della nonna), sarà il primo ad essere condannato.
f È impossibile impedire che un’unità immobiliare in condominio venga utilizzata dalla
proprietaria come casa di tolleranza, a meno che non lo preveda apposita norma del
regolamento contrattuale.
f Nei riguardi della prostituta, se pure non è in alcun modo perseguibile il fatto della pro- P
stituzione per se stesso, può essere adottata la misura del foglio di via obbligatorio se
la donna eserciti la sua attività in maniera scandalosa e intollerabile, con manifestazioni
pubbliche pericolose per la moralità o addirittura per l’ordine pubblico, per nulla neces-
sarie al mero esercizio della prostituzione in sé e per sé (come per es., in caso di adesca-
mento per la strada pubblica). È altresì legittimo il foglio di via obbligatorio nei confronti
di una cittadina rumena colta nell’esercizio dell’attività di meretricio per strada; ciò in
ragione del pericolo per la sicurezza della circolazione stradale e l’ordine pubblico, risul-
tante nel caso concreto. (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. I ter, 8 giugno 2015, n. 8052).

PROSTITUZIONE: SEGNALAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI SFRUTTAMENTO. – Identificare i


gestori, i clienti e le prostitute.
f Sequestrare il provento dell’attività: il denaro, eventuali telefoni cellulari utilizzati per
mettere in contatto i clienti, eventuali registri con tariffe e cifre sulla gestione dell’attivi-
tà, ed infine sequestrare anche l’appartamento.

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PUBBLICARE FOTO SENZA CONSENSO

f Arrestare i gestori per sfruttamento della prostituzione.


f Denunciare a piede libero eventuali complici per favoreggiamento della prostituzione.

PUBBLICARE FOTO SENZA CONSENSO (art. 96 L. 633/1941 – L. 196/2003). – Se la pub-


blicazione ha prettamente fini commerciali o pubblicitari (come nel caso del fotografo
che pubblica foto di un matrimonio o di una comunione), in mancanza di autorizzazio-
ne da parte dell’interessato, quest’ultimo può chiedere che l’immagine sia ritirata ob-
bligando l’autore del comportamento illecito al risarcimento del danno ex art. 2043 cod.
civ., come in ogni altra ipotesi di non autorizzata utilizzazione di un bene altrui. Infatti,
a norma dell’art. 10 cod. civ., nonché degli artt. 96 e 97 della legge 22 aprile 1941 n. 633
sul diritto d’autore, la divulgazione dell’immagine, senza il consenso dell’interessato, è
lecita soltanto se ed in quanto risponda alle esigenze di pubblica informazione (e cioè
allo scopo di far conoscere al pubblico le fattezze di una persona e di documentare visi-
vamente le notizie di interesse pubblico che, relativamente ad essa, vengano diffuse), e
non anche, pertanto, ove sia rivolta a fini pubblicitari o commerciali.
f Il risarcimento però non è facilmente quantificabile. Rileva, infatti, la notorietà della
persona, nel senso che ove questa sia in condizione di trarre vantaggi patrimoniali,
consentendo a terzi l’uso della sua immagine a scopo pubblicitario, l’illegittima divul-
gazione operata da altri le cagiona una perdita economica consistente nel non potere
più offrire l’uso del proprio ritratto per scopo pubblicitario o comunque commerciale.
f Nel caso di trasmissioni radiofoniche o televisive che abbiano carattere di oscenità il
concessionario privato o la concessionaria pubblica ovvero la persona da loro delegata
al controllo della trasmissione è punito con le sanzioni previste dal primo comma del-
l’art. 528 del codice penale (art. 30, primo comma, L. 6 agosto 1990, n. 223), ossia con
la sanzione amministrativa da euro 10.000 a euro 50.000.

PUBBLICAZIONE DI FOTO SUI SOCIAL NETWORK – ABUSO DI IMMAGINI ALTRUI. –


L’articolo 10 c.c. dispone: “Qualora l’immagine di una persona o dei genitori, del coniu-
ge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori dei casi in cui l’esposizione o la pub-
blicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione
della persona stessa o dei detti congiunti, l’autorità giudiziaria, su richiesta dell’interes-
sato, può disporre che cessi l’abuso, salvo il risarcimento dei danni”. Dalla disgiuntiva
“ovvero” si evince che anche la sola pubblicazione non autorizzata o giustificata ex lege
sia vietata e comporti pertanto, in caso di mancato consenso, il diritto al risarcimento
del danno (a prescindere dall’avvenuta lesione del decoro e della reputazione della
persona raffigurata).
f La previsione codicistica si ricollega agli artt. 96 e 97 L. 633/1941, ai sensi dei quali
l’immagine di una persona non può essere esposta, pubblicata o messa in commer-
cio senza il consenso di questa, essendo ciò possibile solo in caso di notorietà della
persona o dall’ufficio pubblico ricoperto, o per altre ragioni specificamente indicate
nel successivo articolo 97. In questo contesto, considerando che il consenso sia legato
ad un diritto assoluto, è sempre liberamente revocabile con effetti ex nunc.
f Il diritto all’immagine si esplica, in particolare, nel diritto a non vedere esposte o
pubblicate qualsivoglia rappresentazione delle proprie sembianze, senza il proprio
consenso. Il principio è stato enunciato dal Tribunale di Bari, Sez. I, Ord. 07.11.2019
che ha ordinato ad una donna di cancellare dal proprio profilo Facebook le foto che
ritraevano l’ex partner, con l’applicazione di una lieve misura di coercizione indiretta
ex art. 614 bis c.p.c. stabilita nella corresponsione di € 2,00 per ogni giorno di ritardo

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PUBBLICAZIONI O SPETTACOLI OSCENI

nell’esecuzione dell’ordine di cancellazione. Il Tribunale ha rilevato un illecito di abuso


dell’immagine altrui, richiamando due presupposti normativi: in primis, la normativa
sul diritto all’immagine (art. 10 c.c. e L. 633 del 1941); in secondo luogo, il Regolamento
UE 679/2016, che all’art. 6 (“liceità del trattamento”) tutela il diritto alla riservatezza.
“L’altrui pubblicazione di un’immagine fotografica costituisce in ogni caso” - si legge -
“una forma di trattamento di un dato personale”.
Esempio:
☛ La pubblicazione delle fotografie su Facebook, senza il consenso dell’interessato, in-
tegra un abuso dell’immagine altrui, con conseguente diritto della persona ritratta ad
ottenere la cessazione della condotta abusiva e, dunque, la cancellazione dal profilo
social delle relative immagini (Ordinanza del Tribunale di Bari del 7 novembre 2019).

PUBBLICAZIONI O SPETTACOLI OSCENI (art. 528 c.p.). – Depenalizzato dal D.lgs. n.


8/2016 e trasformato in illecito amministrativo.
f Gli edicolanti non devono esporre parti palesemente oscene delle riviste o venderle ai
minori di anni 16 (L. 355/75).
f Immediata contestazione amministrativa, nei confronti di colui che allo scopo di farne
commercio o distribuzione ovvero di esporli pubblicamente, fabbrica, introduce nel
territorio dello Stato, acquista, detiene, esporta, ovvero mette in circolazione scritti,
disegni, immagini od altri oggetti osceni di qualsiasi specie.
f Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 10.000 a euro 50.000.
f Alla stessa sanzione soggiace chi fa commercio, anche se clandestino, degli oggetti
indicati nella disposizione precedente, ovvero li distribuisce o espone pubblicamente
(528 comma 2). La L. 355/75 prevede la non punibilità dei titolari e degli addetti alla
rivendita di giornali, riviste, videocassette (edicolanti e librai) a contenuto osceno per
i reati di cui all’art. 528 e 725 c.p., quando essi si limitino a detenere, rivendere ed
esporre, nell’esercizio normale della loro attività, pubblicazioni ricevute dagli editori
legalmente autorizzati, purché tali pubblicazioni non siano esposte in modo da rendere
immediatamente visibili al pubblico parti palesemente oscene delle pubblicazioni stesse
(Cass. Pen., sez. III, 4 luglio 2001, n. 26925).
f È rimasto reato il terzo comma della norma che si realizza attraverso attività di propa-
ganda di oggetti osceni compiuta attraverso affissioni, inserzioni giornalistiche o stam- P
pati che possono attirare l’attenzione pubblica, nel qual caso si procede d’ufficio.

PUBBLICO UFFICIALE (art. 357 c.p.). – È tale chi esercita una funzione pubblica (è tale
quella disciplinata da norme di diritto pubblico, cioè dalla Costituzione e dal diritto am-
ministrativo, e non anche dal diritto privato, ossia da norme che disciplinano i rapporti
tra Stato e privati, quando il primo agisce in veste di pubblica autorità):
Legislativa (deputati, senatori, consiglieri regionali).
Giudiziaria (magistrati, che sono dotati di poteri autoritativi, si pensi al potere di or-
dinare l’arresto dell’imputato, e certificativi, si pensi al potere di assumere una prova
nel processo).
Amministrativa: coloro i quali sono dotati, congiuntamente o in alternativa, di poteri
di deliberazione (cioè di formazione della volontà della P.A., quali ministri, alti funzio-
nari dello Stato, consiglieri comunali), autoritativi (ossia di comando inteso come pote-
re di esercitare la forza e di contestare le violazioni, quali agenti di PS anche in licenza,

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PUBBLICO UFFICIALE CHE CHIEDE IL “PIZZO”

capitani di navi, controllori delle ferrovie e degli enti di trasporto, il privato che effettua
l’arresto in flagranza ai sensi del c.p.p., ecc.), certificativi (ossia di redigere documenti
che in base alla legge valgono come prove, quali notai, testimoni di un processo, periti,
cancellieri di tribunali, medici, insegnanti). Anche gli amministratori di sostegno e i
tutori di incapaci sono pubblici ufficiali; infatti,per rivestire la qualifica di pubblico uffi-
ciale non è indispensabile svolgere un’attività che abbia efficacia diretta nei confronti di
terzi ma è sufficiente compiere atti preparatori, propedeutici o accessori che esauriscano
nell’ambito del procedimento amministrativo effetti certificativi, valutativi o autoritati-
vi, anche se destinati a fini interni alla Pubblica amministrazione. Secondo consolidata
giurisprudenza, va ritenuto pubblico ufficiale il tutore dell’incapace con la conseguente
integrazione del delitto di peculato laddove il tutore dell’interdetto si appropri di somme
di denaro appartenenti a quest’ultimo e ricevute, in ragione dell’ufficio rivestito (Cass.
Pen., sez. VI, 3 dicembre 2014, n. 50754).
Esempi:
☛ Il medico convenzionato con l’A.S.L. riveste la qualifica di pubblico ufficiale, e non
quella di incaricato di pubblico servizio, in quanto svolge la sua attività per mezzo di
poteri pubblicistici di certificazione, che si estrinsecano nella diagnosi e nella correla-
tiva prescrizione di esami e prestazioni (Cass. Pen., sez. VI, 1 ottobre 2007, n. 35836).
☛ I cosiddetti “ausiliari del traffico” non rivestono la qualifica di pubblici ufficiali; l’art.
68, comma 1, della L. n. 488/99 delimita, infatti, le funzioni di tali soggetti a quelle di
accertamento e contestazione delle violazioni in materia di sosta all’interno delle aree
oggetto di concessione alle imprese di gestione dei parcheggi e di quelle immediatamen-
te limitrofe e necessarie a compiere le manovre atte a garantire la concreta funzionalità
del parcheggio in concessione (Cass. Pen., sez. V, 14 giugno 2013, n. 26222).

PUBBLICO UFFICIALE CHE CHIEDE IL “PIZZO” (art. 317 c.p.). – Si procede d’ufficio per
il reato di CONCUSSIONE.
f Arresto facoltativo in flagranza.
f Se il danaro richiesto serviva ad evitare che la vittima fosse denunciata per un reato che
il pubblico ufficiale aveva l’obbligo di comunicare all’A.G., il pubblico ufficiale viene
anche denunciato per omessa denuncia ex art. 361 c.p.

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R

RACCOMANDAZIONE (art. 323 c.p.). – La raccomandazione, anche se effettuata da un


Comandante dei Carabinieri o da un parlamentare, non integra il reato di abuso d’uf-
ficio se avviene al di fuori delle funzioni, in quanto per il concorso morale nel reato di
abuso d’ufficio non basta la mera "raccomandazione" o "segnalazione", ma occorrono
ulteriori comportamenti positivi o coattivi che abbiano efficacia determinante sulla con-
dotta del soggetto qualificato. La mera raccomandazione, infatti, lascia libero il soggetto
attivo di aderire o no alla segnalazione secondo il suo libero convincimento ed in quan-
to tale non ha efficacia causativa sul comportamento del soggetto attivo (Cass. Pen., 21
luglio 2014, n. 3203).
f Se l’adesione ai desiderata dello sponsor provoca, invece, un ingiusto vantaggio patri-
moniale nonché una condotta violatrice di norme di legge o di regolamento, la condotta
dello sponsor è penalmente rilevante a titolo di concorso dell’estraneo nel reato proprio
del funzionario che ha materialmente posto in essere.
f Se il soggetto che aiuta il candidato è un commissario d’esame o comunque un sogget-
to che dovrebbe assicurare l’ordine e la trasparenza nello svolgimento delle prove (in
tal caso rappresentano incaricati di pubblico servizio) e che, invece, intenzionalmente
procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale (consistente, nel caso che ci
riguarda, nel superamento dell’esame di abilitazione) si configura a suo carico il reato
di abuso d’ufficio. Chi si fa aiutare ne risponde a titolo di concorso (concorso esterno
dell’estraneo nel reato proprio). Se, come nel caso di specie, il risultato sperato (il supe-
ramento dell’esame) non si realizza il reato non viene meno, ma si parlerà di tentativo
(Cass. Pen., sez. VI, 29 novembre 2017, n. 10567).

RAPINA (art. 628 c.p.). – Si procede d’ufficio.


R
f Arresto obbligatorio in flagranza (380 lett. f c.p.p.).
f Fermo consentito.
f Il reato sussiste nel caso ci si appropri della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la
detiene, mediante violenza o minaccia alla persona (cd. rapina propria). Se la minaccia
o la violenza vengono attuati dopo la sottrazione si parlerà di rapina impropria.
f Si configura tentativo di rapina nel caso in cui la sottrazione della merce avvenga
in un supermercato e l’autore sia bloccato subito dopo le casse dal personale, nei cui
confronti usa violenza e minaccia al fine di sottrarsi al controllo, in quanto l’agente non
ha conseguito, neppure momentaneamente, l’autonoma ed effettiva disponibilità della
refurtiva, non ancora uscita dalla sfera di vigilanza e di controllo diretto del soggetto
passivo (Cass. Pen., sez. II, 24 gennaio 2019, n. 7606).

161

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RAPINA GIÀ CONSUMATA

RAPINA GIÀ CONSUMATA. – Identificare la parte lesa e chiedere modalità della rapina e
descrizione rapinatori.
f Ascoltare eventuali testimoni ex art. 351 c.p.p.
f Visionare eventuali immagini di telecamere di sorveglianza, acquisendole.
f Invitare la vittima a sporgere denuncia presso gli uffici di polizia, allegando inventario
delle cose rapinate.

RAPINA IN BANCA IN ATTO. – Non giungere proprio sotto l’obiettivo, ma bloccare sem-
plicemente le vie di fuga.
f Intimare, restando in auto, di arrendersi perché circondati.
f Se i criminali non escono, attendere l’arrivo dei N.O.C.S. (Nucleo Operativo Centrale di
Sicurezza), l’Unità Speciale Antiterrorismo della Polizia di Stato, evitando di entrare in
banca o all’interno dell’edificio in cui si trovano.

RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE (art. 337 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto facoltativo in flagranza. Fermo non consentito.
f Commette tale delitto colui che usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico
ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio
o di servizio, o a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza.
f Non integra né violenza né minaccia la cd. resistenza meramente passiva (ad esem-
pio, buttarsi a terra, rifiutarsi di obbedire ecc.) e quindi essa non integra il delitto in
esame neppure nel caso in cui il funzionario sia costretto ad usare la forza per vincerla.
Dunque è necessario che la resistenza abbia il carattere di comportamento attivo, ed in
particolare, aggressivo e non difensivo.
f Ad essere punibile è solo chi usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico uffi-
ciale. È necessario cioè che ci sia una condotta attiva e violenta. La semplice resistenza
passiva non integra, invece, resistenza a pubblico ufficiale (Cass. Pen, sez. VI, 24 luglio
2017, n. 36754).
Esempi:
☛ Scagliare contro il p.u., al fine di impedire o ostacolare la pubblica funzione, cani rin-
ghianti di proprietà dell’imputato configura la minaccia che integra il reato in questione
(Cass. Pen., sez. VI, 28 marzo 2006, n. 10899).
☛ Gli ufficiali ed agenti della Polizia di Stato sono considerati in servizio permanente
nel senso che non cessano dalla loro qualifica di pubblici ufficiali pur se liberi dal ser-
vizio, essendo anche in tali circostanze tenuti ad esercitare le proprie funzioni, ove si
verifichino i presupposti di legge (Fattispecie relativa al delitto di cui all’art. 337 c.p..,
posto in essere con calci e strattoni in danno di un poliziotto, nonostante questi, in te-
nuta da spiaggia, si fosse tempestivamente qualificato) (Cass. Pen., sez. VI, 9 dicembre
2014, n. 52005).

RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE – ESIMENTE (art. 393 bis c.p.). – Se a dare origine
ai reati di violenza o minaccia a pubblico ufficiale (336 c.p.), resistenza a p.u. (337
c.p.), oltraggio a p.u. (341 bis c.p.p.) e agli altri reati indicati nell’art. 393 bis c.p. è
l’esercizio di atti arbitrari da parte della persona offesa, si configura l’esimente della
reazione ad atti arbitrari del p.u., per cui l’autore di tali reati non è punibile.

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RICETTAZIONE

Esempi:
☛ Il privato che opponga resistenza al p.u. che pretenda di sottoporlo a perquisizione
personale per la ricerca di armi e munizioni, in assenza di elementi obiettivi idonei a
giustificare l’atto (Cass. Pen., sez. VI, 12 maggio 2011, n. 18841).
☛ La resistenza a pubblico ufficiale (337 c.p.), durante una perquisizione ai sensi del-
l’art. 41 del TULPS, causata dal comportamento arbitrario tenuto dell’ufficiale di polizia
giudiziaria, eccedente dai limiti delle attribuzioni istituzionali, perché caratterizzato
da un macroscopico sviamento rispetto allo scopo di pubblico interesse per il quale è
dall’ordinamento previsto l’esercizio di poteri autoritativi, non è punibile (Cass. Pen.,
sez. VI, 18 dicembre 2009, n.48552).

RICETTAZIONE (art. 648 c.p.). – La norma punisce “chi, al fine di procurare a sé o ad altri
un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi
delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare…….”, per
cui il reato si consuma all’atto della ricezione della cosa proveniente da delitto.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza.
f Arresto obbligatorio in flagranza se il fatto riguarda denaro o cose provenienti da
delitti di rapina aggravata (628, comma 3, c.p.), estorsione aggravata (629, comma
2, c.p.) o furto aggravato di materiale metallico o altro materiale sottratto ad infra-
strutture pubbliche (ex art. 625, comma 1, n. 7 bis).
f Il reato in esame presuppone che in precedenza sia stato commesso un altro delitto
(c.d. reato presupposto), che non si richiede sia stato accertato con sentenza passata in
giudicato, essendo sufficiente che il fatto delittuoso, doloso o colposo, risulti dagli atti
del processo. Dal tenore della norma come reato presupposto non può ritenersi una
contravvenzione.
Esempi:
☛ Sussiste il reato nel caso di una carabina cal. 22 con matricola punzonata, risultata
rubata, che era stata rinvenuta in una cassapanca sita in un locale, adibito a deposito,
nell’azienda dell’imputato (Cass. Pen., sez. II, 11 ottobre 1986, n. 10695).
☛ È configurabile il delitto di ricettazione in caso di acquisto o ricezione di un’arma
clandestina (il reato presupposto è stato individuato nell’abrasione della matricola)
(Cass. Pen., sez. II, 28 ottobre 2009, n. 41464).
☛ Chi viene trovato in possesso di un oggetto rubato e non sa fornire una plausibile giusti-
ficazione sul modo in cui l’ha ottenuto, può legittimamente essere ritenuto responsabile R
del delitto di cui all’art. 648 c.p. (Cass. Pen., sez. II, 17 maggio 1991, n. 5404).
☛ Sino a poco tempo fa, comprare un cellulare rubato integrava un reato, quello di ricetta-
zione. Ma da oggi non lo è più. O meglio, non ci sarà più alcuna punizione di carattere
penale. Questo perché la corte costituzionale con sentenza n. 156 del 21.07.2020 ha
sancito che al reato di ricettazione lieve si applica il beneficio della cosiddetta «par-
ticolare tenuità del fatto»: in buona sostanza, il comportamento viene ritenuto sostan-
zialmente non grave, non tanto almeno da giustificare un processo penale e la relativa
condanna. Così all’imputato viene scontato sia il dibattimento che la pena. Insomma,
se la cava senza alcuna conseguenza se non la macchia sulla fedina penale (quella
infatti non viene cancellata) e la possibilità di subire l’azione civile del proprietario
dell’oggetto rubato (che ne potrà chiedere la restituzione o il risarcimento del danno).
In realtà, quanto appena detto non è che l’applicazione di una norma – l’articolo 131

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RICICLAGGIO

bis del Codice penale – approvata nel 2015, in virtù della quale tutti i reati puniti con la
pena detentiva fino a 5 anni e/o con la pena pecuniaria vengono “perdonati”. In buona
sostanza, niente processo penale, niente pena. Restano solo le conseguenze risarcitorie
e la fedina penale macchiata. La Corte Costituzionale ha detto che questo beneficio si
applica anche a quei reati per i quali la legge non prevede una pena minima ma solo
quella massima, anche se superiore a 5 anni. Di regola, ogni norma penale prevede una
punizione da un minimo di… a un massimo di…. Qualche volta, per alcuni reati è previ-
sta la reclusione «fino a un massimo di…» senza indicazione del minimo (minimo che,
comunque, non può mai essere inferiore a 15 giorni). Ci si è chiesto se, anche per questi
ultimi, valesse il beneficio della particolare tenuità del fatto. La Corte Costituzionale ha
dato risposta affermativa, ampliando così il novero dei reati per i quali c’è la possibilità
di “farla franca”. E tra questi c’è la ricettazione di lieve entità, come quella di chi ac-
quista – anche se in malafede – uno smartphone rubato. Ricordiamo che chi acquista
un cellulare consapevole del fatto che sia rubato commette ricettazione; chi invece è in
buona fede, ma comunque non si interroga sulle ragioni per cui il prezzo magari è molto
più basso di quello di mercato o del perché l’oggetto non sia venduto attraverso uno
“store” ufficiale commetta il reato meno grave di incauto acquisto (anche per questo
vige il regime di favore che abbiamo appena visto). Ed anche per questo è prevista la
non punizione penale.

RICICLAGGIO (art. 648 bis c.p.). – Sussiste il reato quando si sostituisce o trasferisce
denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, in modo da ostacolare
l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza. Fermo consentito.
Esempi:
☛ Sostituzione della targa di un’autovettura proveniente da delitto (Cass. Pen., sez. II, 5
dicembre 2005, n. 44305).
☛ Alterare il numero di telaio di un veicolo di illecita provenienza (Cass. Pen., sez. II, 28
maggio 2013, n. 22992).
☛ Smontaggio e successiva vendita, o riutilizzo in altro modo, dei singoli pezzi di un
bene mobile registrato di provenienza delittuosa (Cass. Pen., sez. II, 29 marzo 2011, n.
12766).

RIFIUTI - SMALTIMENTO SENZA AUTORIZZAZIONE. – Si procede d’ufficio per viola-


zione dell’art. 256 D. Lgs. 152/2006 con relativa notizia di reato all’A.G. competente.
f Nell’ipotesi, invece, di colui che colposamente tollera che, in un sito di sua proprietà,
ignoti o noti abbandonino rifiuti, sarà sanzionato dalla contravvenzione prevista dal-
l’art. 51/1 D.Lgs. 22/97.

RIFIUTO DI PRESTARE LA PROPRIA OPERA IN OCCASIONE DI UN TUMULTO (art. 652


c.p.). – Depenalizzato dal D.lgs. n. 8/2016 e trasformato in illecito amministrativo.
f Ne risponde chi, richiesto da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico ser-
vizio, in occasione di un tumulto (agitazione collettiva che metta in pericolo l’ordine
pubblico) o di un pubblico infortunio (es.: incendio, scontro ferroviario, terremoto ecc.)

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RIFIUTO D’ATTI D’UFFICIO

o di un comune pericolo (situazione dalla quale possa derivare un danno a un numero


indeterminato di persone, come nel caso di inondazione) ovvero nella flagranza di un
reato, rifiuta, senza giusto motivo, di prestare il proprio aiuto (ad es. prestare la propria
auto per il trasporto dei feriti) o la propria opera (ad es. aiutare gli agenti ad arrestare
il delinquente sorpreso in flagranza), ovvero di dare le informazioni o le indicazioni
che siano richieste da un pubblico ufficiale o da una persona incaricata di un pubblico
servizio, nell’esercizio delle funzioni o del servizio.
f Si procede a contestazione amministrativa, anche nei confronti di colui che, nei casi
di cui sopra, dà informazioni o indicazioni mendaci.
f Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000. Se il colpevole dà
informazioni o indicazioni mendaci, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria
da euro 6.000 a euro 18.000.

RIFIUTO D’ATTI D’UFFICIO (art. 328, comma 1, c.p.). – Si procede d’ufficio, nei confron-
ti del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che abbia competenza
a compiere l’atto richiesto.
f Il delitto “si perfeziona con la semplice omissione del provvedimento di cui si sollecita
la tempestiva adozione, incidente su beni di valore primario (giustizia, sicurezza pub-
blica, ordine pubblico, igiene, sanità)” (Cass. Pen., sez.VI, 13 marzo 2003, n. 11877).
f Il carattere indebito del rifiuto non è ravvisabile quando, in presenza di un conflitto di
interessi, il compimento dell’atto venga a ledere diritti costituzionalmente garantiti del
soggetto agente (fattispecie in cui i funzionari di polizia avevano rifiutato di ricevere
una denuncia sporta a loro carico da un privato; la ricezione della denuncia avrebbe
esposto i pubblici ufficiali a conseguenze penali e nel bilanciamento tra l’interesse al
buon andamento della pubblica amministrazione e il diritto di difesa deve essere attri-
buita prevalenza a quest’ultimo) (Cass. Pen., sez. VI, 20 giugno 2000, n. 7281).
Esempi:
☛ Il carabiniere che ometta la dovuta segnalazione al Prefetto circa la detenzione di una
modica quantità di sostanze stupefacenti da parte di taluno (Cass. Pen., sez. VI, 23
settembre 2010, n. 34401).
☛ La condotta del vigile urbano che omette deliberatamente di contravvenzionare i con-
ducenti di veicoli in sosta vietata, anche se la contravvenzione sia successivamente
contestata da agenti di polizia stradale (la circostanza che, in conseguenza del rifiuto
del vigile urbano, l’atto sia compiuto da altro pubblico ufficiale, non ha valore scrimi-
nante) (Cass. Pen., sez. VI, 1 ottobre 2007, n. 35837). R
☛ Il comportamento di un’infermiera che richiesta da una paziente di procedere alla
sua pulizia per motivi di igiene e sanità, la ritardi in quanto impegnata nell’attività di
distribuzione del vitto, in quanto l’operazione di pulizia personale rivestiva carattere
d’urgenza e la prescrizione di tale compito non necessitava di un ordine specifico del
medico, sussistendo una direttiva emanata ai sensi dell’art. 6 del D.P.R. n. 225 del
1974, impartita in via generale e sulla base di turni di servizio (Cass. Pen., sez. VI, 29
novembre 2006, n. 39486).

RINVENIMENTO VEICOLO DI CUI NON SI LEGGONO TELAIO E TARGA. – Redigere verba-


le di rinvenimento a affidamento in giudiziale custodia del mezzo, ai fini dell’accerta-
mento del numero di telaio da parte della polizia stradale.

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RINVENIMENTO VEICOLO RUBATO

RINVENIMENTO VEICOLO RUBATO. – Verbale di rinvenimento e contestuale restituzione


all’avente diritto.
f Se il proprietario non è rintracciabile, redigere verbale di rinvenimento e sequestro ai
sensi dell’art. 354/2 c.p.p.

RISSA (art. 588 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto facoltativo in flagranza nel caso di lesioni o morte.
f Per configurarsi la rissa è necessaria la presenza di almeno tre corrissanti (Cass. Pen.,
sez. V, 11 febbraio 1988, n. 1729) e la coscienza e volontà di partecipare alla contesa
con animo offensivo (Cass. Pen., sez. V, 14 maggio 1982, n. 4976). Nel computo dei
partecipanti deve tenersi conto anche dei soggetti non imputabili (ad esempio minori
di 14 anni).
f Essa può avvenire in qualsiasi luogo, anche in una privata dimora.
f Va intesa come una violenta mischia tra persone che compiono atti di violenza col
duplice intento di arrecare offesa agli avversari e di difendersi dalle offese di costoro.
f Non si realizza la fattispecie di cui all’art. 588 c.p. nel solo caso in cui uno dei gruppi
in conflitto si limiti a resistere all’aggressione o ad assumere una mera difesa di tipo
passivo (Cass. Pen., sez. feriale, 15 settembre 2008, n. 35301).

RIUNIONI IN LUOGO APERTO AL PUBBLICO. – L’art. 17 della Costituzione stabilisce che


"I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senza armi. Per le riunioni, anche
in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico
(manifestazioni, cortei, sit-in, ecc.) deve essere dato preavviso alle autorità, che pos-
sono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica".
Questo obbligo di preavviso non vige per i comizi elettorali e per i funerali, mentre è
obbligatorio per le processioni ecclesiastiche che si svolgono nelle pubbliche vie.
f Il preavviso deve essere dato almeno tre giorni prima della manifestazione al Questore,
o al Commissariato di provincia ovvero, in assenza, alla locale stazione dei Carabinieri.
f È possibile procedere allo scioglimento delle riunioni o assembramenti in luogo aperto
al pubblico, ex art. 20 T.U.L.P.S., quando, avvengono manifestazioni o grida sediziose
(di ribellione agli organi dello Stato) o lesive del prestigio dell’autorità, o che comunque
possono mettere in pericolo l’ordine pubblico o la sicurezza dei cittadini, ovvero quan-
do nelle riunioni o negli assembramenti predetti sono commessi delitti.

ROVINA DI EDIFICI - OMISSIONE DI LAVORI IN EDIFICI O COSTRUZIONI CHE MINAC-


CIANO ROVINA (art. 677 c.p.). – Si procede d’ufficio.
f L’illecito è punibile esclusivamente a titolo di colpa, perché la sussistenza del dolo inte-
grerebbe la diversa fattispecie di «crollo di costruzioni o altri disastri dolosi» (434 c.p.).
f Per rovina deve intendersi non solo il crollo improvviso o il disfacimento dell’edificio o
della costruzione (ponti, muri, baracche, ecc.) nella loro totalità, ma anche il distacco
di una parte non trascurabile di questi. Ne consegue che l’ipotesi criminosa ivi prevista
sussiste non solo nel caso in cui tutto l’edificio sia pericolante, ma anche quando si trovi
in pericolo una sua parte rilevante, quale l’intonaco, il cornicione, un balcone, una
finestra, un muro, che comportino rischio per l’incolumità delle persone (Cass. Pen.,
sez. I, 16 maggio 1985, n. 4779).

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RUMORI CHE DISTURBANO “PRIVATI” E NON LA QUIETE “PUBBLICA” (AD ESEMPIO CONDOMINI)

f Punibili possono essere il proprietario o chi per lui è obbligato alla conservazione o alla
vigilanza dell’edificio; in quest’ultima categoria di persone la giurisprudenza ricom-
prende l’amministratore di condominio che è il legale rappresentante dei condomini
in relazione alle parti comuni dello stabile.
f Per la sussistenza del reato di cui alla prima parte dell’art. 677 c.p. è sufficiente il ve-
rificarsi della duplice evenienza che sia sorto il pericolo di rovina dell’edificio e che il
proprietario, o chi per lui è obbligato alla conservazione, non abbia provveduto pronta-
mente ai lavori necessari per rimuoverlo (ad es. la recinzione dell’edificio minacciante
rovina, opportune segnalazioni agli organi competenti), senza che occorra un pericolo
attuale per le persone (Cass. Pen., sez. VI, 19 febbraio 1971, n. 222).
f Il reato sussiste, anche se l’edificio è ubicato all’interno di un terreno privato (Cass.
Pen., sez. I, 26 gennaio 1993, n. 679).
Esempio:
☛ Il reato sussiste nel caso di inosservanza dell’ordinanza del sindaco che ingiunge di
provvedere all’urgente riparazione dell’immobile in stato di pericolo per la pubblica
incolumità, trattandosi di fattispecie speciale rispetto alla contravvenzione prevista dal-
l’art. 650 c.p. (Cass. Pen., sez. I, 3 febbraio 2004, n. 4032).

RUMORI CHE DISTURBANO “PRIVATI” E NON LA QUIETE “PUBBLICA” (AD ESEMPIO


CONDOMINI) (art. 844 c.c.). – Identificare le parti e rendere edotto l’interessato che può
esperire azione civile per la tutela dei propri interessi e anche ottenere un provvedimen-
to d’urgenza ex art. 700 c.p.c.
f In alternativa potrà presentare un esposto all’Autorità di P.S. al fine di richiedere la
bonaria composizione del dissidio, ex art.1/2 T.U.L.P.S.

RUMORI MOLESTI CHE DISTURBANO LA QUIETE “PUBBLICA” (art. 659 c.p.). – Si pro-
cede d’ufficio, arresto e fermo non sono consentiti.
f Portarsi sul posto e accertare che effettivamente i rumori abbiano l’attitudine a distur-
bare un numero indeterminato di persone, anche se la segnalazione è pervenuta da una
sola persona.
f Identificare il proprietario del locale o della struttura da cui promanano i rumori ex art.
349 c.p.p. e invitarlo ad eleggere domicilio per le notificazioni (ex art. 161 c.p.p.).
f Se del caso, l’indagato può essere sentito sul posto ex art. 350/5 e 6 c.p.p. oppure ex
art. 350/7 c.p.p.
f Ordinare al proprietario, se perdura il rumore e per impedire che il reato sia portato a
R
conseguenze ulteriori (art. 55 c.p.p.), la sospensione o la riduzione dello stesso (art.
650 c.p.).
f Se necessario sequestrare il corpo del reato sia ai fini di prova (354/2 c.p.p.) sia per im-
pedire che il reato sia portato a conseguenze ulteriori (321/1 e 3 bis c.p.p.); il sequestro
può essere eseguito anche con apposizione di sigilli allo strumento (ad es. condiziona-
tore d’aria difettoso o strumento musicale).
f Se possibile effettuare rilievi fonometrici, che sono tipici accertamenti tecnici “a sor-
presa” da inquadrare fra le attività svolte dalla p.g. ai sensi degli artt. 348 e 354, comma
2, c.p.p. (Cass. Pen., sez. I, 7 dicembre 2006, n. 632).

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S

SCACCIACANI. – Le scacciacani sono "giocattoli". Si tratta di pistole a salve, che, in


quanto tali, non espellono nessun proiettile, ma emettono solamente il rumore dello
scoppio. Proprio il forte rumore è tale da spaventare gli animali nelle vicinanze (ed
eventualmente le persone).
f Le scacciacani, quindi, trovano il loro impiego, non come strumento da difesa o da
offesa, ma semplicemente da dissuasione. Sono l’ideale per chi sia solito fare lunghe
camminate in posti isolati, in boschi o altri luoghi, dove non sia raro fare un incontro
con animali selvatici potenzialmente pericolosi: è il caso di cani randagi, linci, ma so-
prattutto lupi (sempre più diffusi sia al centro Italia, sia nel nord del nostro Paese) e,
perché no, qualche orso.
f Si possono acquistare, possedere e portare con sé senza che sia necessario porto d’ar-
mi. È, infatti, possibile acquistarle nelle armerie, ma anche online.
f La struttura della pistola scacciacani è tale che sparare un colpo è impossibile: la can-
na è completamente ostruita, in cima è riposto un tappino rosso (che serve a segnalare
che si tratta, per l’appunto, di un’arma fittizia) e le munizioni con cui viene caricata
sono prive di ogiva (ovvero, la parte terminale a forma appuntita). Una volta che si pre-
me sul grilletto, si provoca un’esplosione, cui fanno seguito semplicemente il rumore e
(in alcuni modelli) l’uscita del bossolo, lateralmente. Anche la fiammata provocata dal
colpo, essendo la canna ostruita sul davanti, non può che uscire lateralmente o dalla
parte superiore della canna, dove si trova un’apposita fessura.
f La Cassazione ha più volte ribadito che se tali armi fittizie venissero impiegate in modo
improprio in luogo pubblico, si configurerebbe solo il disturbo delle occupazioni o del
riposo delle persone.

SCARICARE FILE DA INTERNET (L. 633/41). – Si procede d’ufficio nei confronti di chi
“per trarne profitto, comunica al pubblico immettendola in un sistema di reti telemati-
che, mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera dell’ingegno protetta dal diritto
d’autore, o parte di essa”. S
f Se, invece, la diffusione illegale è compiuta senza perseguire alcuno scopo di lucro,
la sanzione consiste nell’applicazione di una semplice multa (art. 171 ter L. 633/41).
f Fruire abusivamente, tramite metodi fraudolenti, della visione dei contenuti della piat-
taforma televisiva pay per-view Mediaset Premium configura violazione del diritto d’au-
tore ex art. 171 octies legge n. 633/41).
f Sanzione amministrativa, invece, per chi “abusivamente utilizza, anche via etere o via
cavo, duplica, riproduce, in tutto o in parte, con qualsiasi procedimento, anche avvalen-
dosi di strumenti atti ad eludere le misure tecnologiche di protezione, opere o materiali
protetti” (art. 174 ter L. 633/41).

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SCHEDE TELEFONICHE, BENI O DANARO DI PROVENIENZA ILLECITA, COMMERCIALIZZARE ED IMPIEGARE

f Decodificare i programmi televisivi Sky (o Mediaset Premium o altri) senza pagare il ca-
none integra il reato punito dall’art. 171 octies della Legge 633/1941 sul diritto d’autore
(Cass. Pen., sez. III, 10 ottobre 2017, n. 46443).

SCHEDE TELEFONICHE, BENI O DANARO DI PROVENIENZA ILLECITA, COMMERCIALIZ-


ZARE ED IMPIEGARE (art. 648 ter c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza, fermo consentito.
f Nel delitto di impiego di danaro di provenienza delittuosa (648 ter c.p.) esistono tutti gli
elementi generali del reato di ricettazione (648 c.p.) oltre ad un elemento specializzan-
te costituito dell’impiego del danaro o di altra utilità in attività economiche e finanzia-
rie (Cass. Pen., sez. II, 4 luglio 2007, n. 25828). Queste ultime sono da considerare tali
non soltanto se svolte professionalmente ma anche sporadicamente od occasionalmente
(Cass. Pen., sez. II, 25 febbraio 2014, n. 9026).
Esempio:
☛ Imprenditore membro di una famiglia mafiosa che investe nell’appalto per la costruzio-
ne di un ponte i soldi provenienti dal traffico illecito di armi.

SCHEDINE D’ALLOGGIO (art. 109 T.U.L.P.S.). – Qualora un albergo non invii alla Questu-
ra competente territorialmente, avvalendosi di mezzi informatici o telematici o median-
te fax, le generalità delle persone alloggiate entro le ventiquattrore successive all’arrivo,
si procede d’ufficio attraverso la redazione dei seguenti atti:
- verbale di identificazione e di dichiarazione o di elezione di domicilio per le notifica-
zioni, ex art. 161 c.p.p.
- annotazione di p.g. per la violazione dell’art. 109, comma 3, T.U.L.P.S.
- relazione di servizio.
f Si applica la sanzione prevista dall’art. 17 T.U.L.P.S., in quanto l’art. 109 non stabilisce
alcuna pena e si applica indistintamente non solo ai proprietari o gestori di alberghi, ma
anche a chi gestisce tutte le altre strutture ricettive, senza distinzioni di sorta, comprese
quelle non convenzionali, non autorizzando la norma precettiva alcuna differenziazio-
ne basata sulle dimensioni strutturali e sul numero di camere dell’alloggio che offre
ospitalità (Cass. Pen., sez. I, 11 maggio 2017, n. 23308).
f Sussiste l’obbligo di comunicazione immediata, per i soggiorni non eccedenti le venti-
quattro ore (Decreto Legge 53 del 14 giugno 2019).

SCIPPO CON CATTURA DEGLI AUTORI (art. 624 bis, comma 2, c.p.: furto con strappo).
– Si procede d’ufficio.
f Arresto obbligatorio in flagranza, salvo che ricorra la circostanza attenuante della spe-
ciale tenuità del danno arrecato alla p.o. (380/2 lett.e c.p.p.).
f Il fermo è consentito solo nelle ipotesi aggravate di violenza sulle cose, portando indos-
so armi o narcotici senza farne uso, ecc.

SCIPPO SENZA CATTURA DEGLI AUTORI (art. 624 bis, comma 2, c.p.). – Redigere verba-
le di sommarie informazioni rese da persona informata sui fatti, ex art. 351 c.p.p., se
ci sono eventuali testimoni.

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SCOMPARSA

f Eventuale verbale di rinvenimento e sequestro del mezzo con cui è stato effettuato lo
scippo.
f Eventuale verbale di affidamento in giudiziale custodia del mezzo stesso.
f Redigere annotazione di p.g. ex art. 357/1 c.p.p. e relazione di servizio.

SCOMPARSA. – La legge 14 novembre 2012, n. 203, ha previsto, in un unico articolo,


"Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse", contemplando delle specifiche
procedure operative.
f Chiunque, non solo i diretti familiari, abbia conoscenza dell’allontanamento di una
persona dalla propria abitazione o dal luogo di temporanea dimora e tema che dalla
scomparsa possa discendere un pericolo per la incolumità personale dell’interessato, ha
facoltà di sporgerne denuncia alle Forze dell’Ordine.
f Acquisita la denuncia di scomparsa, la forza di Polizia ne darà immediata comunica-
zione alla Prefettura, provvedendo al contestuale inserimento nello SDI.
f Della scomparsa si dovrà informare anche l’Autorità Giudiziaria qualora si ritenga che
la scomparsa sia collegata ad un’ipotesi di reato.
f La Prefettura notizierà il Comune territorialmente interessato, tutti i soggetti interessati
alle ricerche, nonché l’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le Persone
Scomparse.
f La Forza di Polizia che acquisisce la denuncia formale della scomparsa, invia la relativa
modulistica al Prefetto per l’eventuale attivazione del Piano Provinciale Ricerca persone
Scomparse, dando contestualmente comunicazione alle centrali operative delle Forze
dell’Ordine, allertando anche i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale. La medesima Forza
di Polizia procede all’effettuazione delle prime ed essenziali attività info-investigative di
competenza, acquisendo una fotografia recente della persona scomparsa, e promuoven-
do l’immediato avvio delle ricerche.
f Nel caso in cui l’Autorità giudiziaria, che ha ricevuto notizia della denuncia di scom-
parsa dalle Forze di Polizia, reputi che la scomparsa sia collegata a reato e ritenga non
opportuno l’avvio delle ricerche, al fine di evitare la duplicazione delle attività di ricerca
e mantenere il segreto sulle investigazioni, deve informare immediatamente il Prefetto
con apposita comunicazione.

SCRITTE EVERSIVE SUI MURI (art. 639 c.p.). – (ad esempio: “Fuori i compagni dalle gale-
re", "Fuoco alle galere", “Libertà ai compagni”, la classica sigla Br e i simboli, come la
stella a cinque punte o la "A" cerchiata degli anarchici).
f Si procede d’ufficio per il reato di imbrattamento (639 c.p.).
f Eseguire perquisizione domiciliare, considerate le frasi scritte, notiziando personale del-
S
la DIGOS.

SCRITTE MURALI. – Denunciare l’autore per:


Imbrattamento (639 c.p.) ovvero
per il reato di cui all’art. 663 comma 2 c.p. (affissioni abusive) nel caso di iscrizioni
abusive in luogo pubblico (nella specie, la scritta “test nucleari – crimini mondiali” ap-
posta con bomboletta spray di vernice sui muri di un sottopassaggio) (G.u.p. Tribunale
di Sanremo, 24 ottobre 1995, n. 245).

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SEGNI DISTINTIVI CONTRAFFATTI – POSSESSO

SEGNI DISTINTIVI CONTRAFFATTI – POSSESSO (art. 497 ter c.p.). – Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza, fermo non consentito
f Sequestro degli oggetti contraffatti ex art. 354 c.p.p.
f È prevista la reclusione da due a cinque anni.
f Il reato sussiste quando taluno illecitamente detiene, fabbrica o comunque forma ovve-
ro illecitamente ne fa uso, segni distintivi, contrassegni o documenti di identificazione
in uso ai Corpi di polizia, ovvero oggetti o documenti che ne simulano la funzione.
Esempi:
☛ Non è lecitamente detenuto un dispositivo lampeggiante a luce blu, normalmente in
uso – anche se non esclusivo – alle forze in servizio di ordine pubblico, collocato sul
tettuccio della vettura di un appartenente alla Guardia di Finanza che si trovi in vacan-
za, fuori della sua sede di servizio e non impegnato in un servizio di polizia in quanto
trattasi di un "oggetto" che, allorché usato, esonera dall’osservanza degli obblighi, dei
divieti e delle limitazioni relativi alla circolazione stradale e porta a identificare il suo
detentore con un soggetto in servizio di ordine pubblico: un oggetto, quindi, che è ido-
neo a trarre in inganno i cittadini sulle qualità personali di chi lo detiene e sul potere
connesso all’uso dello stesso (Cass. Pen., sez. V, 24 luglio 2014, n. 32964).
☛ L’appartenente alle forze dell’ordine che fuori servizio utilizzi, per trarne vantaggio
personale, il dispositivo di segnalazione manuale (c.d.”paletta”), come nel caso in cui
parcheggi o entri all’interno di zona limitata esibendo o esponendo sul parabrezza, a tal
fine, la paletta della Polizia di Stato.
☛ Risponde del reato previsto dall’art. 497-ter primo comma codice penale il soggetto
che esibisce un tesserino delle forze di polizia. Se il tesserino è “artigianale” e non
corrispondente agli originali, quello che conta, affinché sussista il reato, non è l’averlo
riprodotto a regola d’arte, bensì che sia idonea a trarre in inganno il cittadino medio
(che solitamente è poco avvezzo a maneggiare tessere di polizia) (Cass. Pen., sez. V, 27
aprile 2016, n. 34894).

SEGRETO DI UFFICIO (art. 326 c.p.). – Si procede d’ufficio nei confronti del p.u. o della
persona incaricata di un pubblico servizio che rivela notizie di ufficio che debbono ri-
manere segrete o ne agevola la conoscenza. Ne può rispondere anche l’estraneo, a titolo
di concorso con l’autore principale, qualora abbia rivelato una notizia segreta riferitagli
come tale (Cass. Pen., sez. VI, 1 aprile 2004, n. 15489).
f Arresto e fermo non sono consentiti.
Esempi:
☛ Si configura, ad esempio, quando l’addetto all’ufficio denunce lascia sulla scrivania,
allontanandosi temporaneamente, una querela nei confronti di un soggetto relativamen-
te a cui l’Ufficiale di p.g. sta procedendo ad elezione di domicilio e nomina difensore,
consentendo al soggetto stesso querelato di leggere il contenuto della medesima (che
invece è coperto da segreto d’ufficio perché atto di indagine). in tal caso avremo l’ipo-
tesi di agevolazione colposa in rivelazione di segreto d’ufficio contemplata dall’art.
326 comma 2 c.p.
☛ Quando si procede a tale ultimo atto non si deve mai rivelare il contenuto della de-
nuncia, né tantomeno il nome del denunciante, perché altrimenti si commetterebbe il
delitto di rivelazione di segreto d’ufficio ex art. 326 c.p., ma semplicemente si comunica
al soggetto nei cui confronti si procede ad elezione di domicilio e nomina difensore che

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SENTENZA (COMUNICAZIONE AL QUESTORE)

nei suoi confronti sono in corso indagini per cui sarà facoltà del suo difensore chiedere
contezza in Procura, ex art. 335 c.p.p., del relativo contenuto.
☛ Ne risponde il p.u. che divulga informazioni sulle indagini in corso prima ancora che
il p.m. abbia esercitato l’azione penale o richiesta l’archiviazione depositando il fascico-
lo delle indagini. In generale, sono, infatti, coperti da segreto d’ufficio gli atti di indagine
compiuti dal p.m. o dalla p.g. (a iniziativa o su delega) fino a quando l’indagato non
può averne conoscenza e comunque non oltre la chiusura delle indagini preliminari.
Quindi ad es. non è coperto da segreto la diffusione della notizia dell’arresto di un in-
dagato poiché l’arresto è conosciuto dall’indagato stesso nel momento in cui è eseguito.
Al contrario, le sommarie informazioni testimoniali sono coperte da segreto sino a che
il p.m. non esercita l’azione penale o non richiede l’archiviazione.
☛ Dello stesso reato risponde anche la persona informata sui fatti che, prima della chiu-
sura delle indagini, racconta a un giornalista il contenuto delle dichiarazioni che ha reso
alla p.g. quando è stata sentita ex art. 351 c.p.p.
☛ Integra il delitto di rivelazione di segreti d’ufficio la condotta del collaboratore di can-
celleria che fornisca a terzi non autorizzati a riceverla, e senza rispettare la procedura
e la formula all’uopo previste dall’art. 110 bis att. c.p.p., la notizia sull’assenza di iscri-
zioni nel registro degli indagati a carico di una determinata persona (Cass. Pen., sez. V,
20 giugno 2011, n. 24583).
☛ Si configura anche nel caso di rivelazione, da parte di un funzionario di polizia, di no-
tizie concernenti un’indagine della quale non era partecipe, dopo aver ricevuto in pro-
posito confidenze dei colleghi operanti (Cass. Pen., sez. VI, 21 gennaio 2005, n. 1898).
☛ Integra la fattispecie in questione la comunicazione anticipata, da parte di un membro
della commissione esaminatrice di un pubblico concorso, a uno o più concorrenti, con
esclusione di tutti gli altri, del probabile tema d’esame, trattandosi di notizia “di ufficio”
destinata a rimanere segreta (Cass. Pen., sez. VI, 17 ottobre 2008 n. 39153).
☛ Il cancelliere in servizio presso un tribunale che fa visionare fascicoli custoditi nel suo
ufficio ad una persona del tutto estranea sia all’ufficio sia ai procedimenti visionati
(Cass. Pen., sez. VI, 6 dicembre 2013, n. 49133).
☛ Rispondono del reato di rivelazione di segreto d’ufficio e non di quello meno grave di
trattamento illecito di dati sensibili (art. 167 del d.lgs. n. 196/2003), i dipendenti di una
società di servizi telefonici i quali comunichino a chi non ne abbia diritto le generalità
dei soggetti che risultano titolari di utenze facenti capo alla detta società (Cass. Pen.,
sez. VI, 14 febbraio 2013, n. 7370).
☛ Integra il reato di rivelazione di segreto d’ufficio la divulgazione da parte di un agente
di polizia giudiziaria del contenuto di un’annotazione concernente le indagini eseguite
(Cass. Pen., sez. VI, 30 agosto 2004, n. 35647).
S
SENTENZA (COMUNICAZIONE AL QUESTORE). – Ex art. 160 T.U.L.P.S. i cancellieri delle
Procure, dei Tribunali e delle Corti di Appello hanno l’obbligo di trasmettere, ogni quin-
dici giorni, il dispositivo delle sentenze di condanna irrevocabili a pene detentive, al
Questore della provincia in cui il condannato ha la residenza o l’ultima dimora.

SEQUESTRO PENALE (art. 354 c.p.p.). – Avvisare l’indagato della facoltà di farsi assistere
da un difensore di fiducia, ex art. 114 disp. att. c.p.p. Caso contrario, l’atto è inficiato da
nullità generale a regime intermedio.

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SEQUESTRO PREVENTIVO

f In caso di recupero in flagranza di cose rubate queste potranno essere immediatamen-


te restituite alla persona offesa. È comunque da evitare l’acquisizione di cose pertinenti
al reato senza la formalizzazione del sequestro ai sensi dell’art. 354 c.p.p. A volte il
sequestro colpisce un unico bene che riguarda reati, commessi sia da maggiorenni che
da minorenni, la cui competenza spetta dunque a diverse autorità giudiziarie (ad es.
sequestro di motoveicolo del cui furto sono accusati un maggiorenne ed un minorenne
entrambi sorpresi a bordo dello stesso). In questi casi, sull’unico bene (motoveicolo)
concorrono due e più distinti sequestri, che mettono il bene a disposizione di ognuno
dei magistrati competenti. Il provvedimento di sequestro deve pertanto essere trasmesso
- per la convalida – ad ognuno dei detti magistrati competenti; se uno di essi procederà
al dissequestro, la restituzione del bene andrà subordinata all’accertamento che anche
l’altro magistrato lo abbia dissequestrato.
f Trasmettere il verbale di sequestro senza ritardo, e comunque entro 48 ore al P.M. del
luogo dove il sequestro è stato eseguito, che procederà a relativa convalida con apposito
decreto entro le 48 ore successive.

SEQUESTRO PREVENTIVO (art. 321 c.p.p.). – Prima di dare inizio alle operazioni, l’organo
di polizia giudiziaria procedente rende edotta la persona sottoposta alle indagini della
facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia; trattandosi di atti che vengono
svolti in condizioni contingibili, il difensore ha facoltà di assistere all’atto, senza tut-
tavia avere il diritto di un preventivo avviso. Nel caso in cui si procede all’esecuzio-
ne di un sequestro preventivo delegato dall’autorità giudiziaria, l’ufficiale di polizia
giudiziaria richiede alla persona sottoposta alle indagini se sia assistita da un difensore
di fiducia e, qualora ne sia priva, si procede alla designazione di un difensore d’ufficio,
secondo le normali modalità. La persona indagata può far intervenire il difensore di fi-
ducia (ovvero quello d’ufficio designato) senza che ciò comporti ritardo nell’esecuzione
delle operazioni.
f Qualora il sequestro riguardi cose mobili, occorre distinguere se queste siano traspor-
tabili (ed in questo caso verranno custodite presso idonei locali dell’ufficio di polizia
giudiziaria che procede), oppure cose difficilmente trasportabili per dimensioni e carat-
teristiche, che verranno lasciate sul posto ed affidate in custodia a persona in possesso
dei requisiti di legge per assolvere tale incombenza.
f Nel caso in cui il sequestro abbia ad oggetto immobili, (nel qual caso si esegue assicu-
rando la completa chiusura di esso e apponendo sulle vie di accesso i sigilli d’ufficio),
esso viene eseguito in loco assicurando le cose in maniera meramente formale, me-
diante l’apposizione di sigilli che indicano la presenza del vincolo gravante sul bene
(Il sigillo costituisce lo strumento simbolico attraverso cui si manifesta la volontà dello
Stato diretta ad assicurare beni mobili o immobili contro ogni atto di disposizione o
manomissione).
f Anche in quest’ultima ipotesi deve essere nominato un custode. Al momento della
consegna della res sequestrata, il custode deve essere avvertito dell’obbligo di conser-
varla e di presentarla ad ogni richiesta dell’autorità giudiziaria; viene altresì avvertito
delle pene previste dalla legge in caso di violazione ai doveri di custodia (artt. 334 e
335 c.p.). Si evidenzia che sono incapaci di essere nominati custodi i minori degli anni
quattordici, le persone palesemente affette da infermità mentale o in stato di manifesta
ubriachezza o intossicazione da sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché le persone
sottoposte a misure di sicurezza detentiva o a misura di prevenzione. Per quanto riguar-
da invece la possibilità di nominare custode l’indagato o la persona offesa del reato, si

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SFRATTO

tenga presente che le disposizioni vigenti non contemplano alcun genere di incompa-
tibilità con l’assolvimento di tale incombenza; ma per palesi ragioni di convenienza,
non è assolutamente da privilegiare. Un problema che può sorgere nell’esecuzione di
un sequestro di beni immobili è la mancanza di un soggetto che assuma la qualità di
custode (es. cantiere edile abusivo): nella fattispecie risulterebbe utile che l’ufficiale di
polizia giudiziaria procedente provveda a notiziare il pubblico ministero della situazio-
ne il quale, a sua volta, impartirà le direttive che riterrà opportune (es. la nomina di un
istituto di vigilanza che assolva il compito di custode).
f Qualora il sequestro riguardi:
Immobili: si esegue assicurando la totale chiusura degli stessi, apponendo i sigilli sulle
chiusure (porte, infissi, ecc.) al fine di impedirne l’accesso.
Denaro: si esegue mediante versamento su libretto postale infruttifero intestato a chi
possedeva il denaro all’atto del sequestro (il libretto va custodito presso l’ufficio di po-
lizia giudiziaria che procede a disposizione del pubblico ministero).
Carte e documenti: le carte devono essere numerate e sottoscritte singolarmente
dall’ufficiale di p.g. che procede al sequestro; qualora per particolari ragioni ciò non
risulti possibile, i documenti dovranno essere chiusi in pacchi sigillati recanti il bollo
dell’ufficio.
Cose deperibili: l’organo di p.g. informa tempestivamente il pubblico ministero af-
finché impartisca le direttive che riterrà opportune; in ogni caso la p.g. procederà ad
effettuare rilievi urgenti sulle cose (in quanto ricorrono i presupposti di cui al secondo
comma dell’art. 354 c.p.p.). Le cose, qualora abbiano un valore economico e siano com-
merciabili, possono essere alienate, versando il ricavato su un libretto postale infruttife-
ro, intestato al soggetto che le possedeva. È altresì possibile procedere alla distruzione
delle cose stesse, disponendo, previo avviso al difensore, il prelievo di campioni.

SFRATTO. – Nelle esecuzioni per rilascio “ordinarie” spetta all’ufficiale giudiziario il po-
tere, riconosciuto dagli artt. 608 e 513 c.p.c. di chiamare in ausilio la forza pubblica, te-
nuta a prestare assistenza anche in virtù della formula esecutiva impressa sul titolo che,
tra l’altro, prescrive “a tutti gli ufficiali della forza pubblica di concorrervi, quando
ne siano legalmente richiesti” (art. 475 c.p.c.).
f Sono da considerare quali soggetti inclusi nella categoria “forza pubblica” gli agenti di
Pubblica Sicurezza (Polizia di Stato), i Carabinieri, le Guardie di Finanza, i Vigili
del Fuoco, gli Agenti di Custodia e le persone ad essi equiparate, nonché tutti quegli
organismi non militarizzati i cui dipendenti sono investiti di potestà di coercizione di-
retta sulle persone e sulle cose ai fini dell’ordine e della sicurezza pubblica (Cass. Pen. 5
dicembre 1986, n. 4259), ivi compresi gli Agenti della Polizia Municipale (Cass. Pen.,
13 ottobre 2005, n. 5393).
f L’eventuale rifiuto di prestare l’assistenza richiesta dal Giudice o dai suoi ausiliari po-
S
trebbe integrare le fattispecie delittuose previste dagli artt. 328 e 329 c.p.
f Il compito della forza pubblica non è limitato alla salvaguardia dell’incolumità del Cu-
stode, ma comprende anche quello di vincere eventuali resistenze ed utilizzare, ove
necessario, anche strumenti di coercizione fisica; pertanto, su richiesta del Custode
Giudiziario, gli Agenti provvederanno a vincere le resistenze degli occupanti e, avvalen-
dosi delle proprie prerogative e se necessario della forza, ad accompagnarli al di fuori
dell’immobile da liberare;
f Su richiesta del Custode Giudiziario, gli Agenti della forza pubblica dovranno altresì
prestare la loro assistenza alle ulteriori operazioni di liberazione (a titolo esemplifica-

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SIMBOLI NAZISTI O EMBLEMI OSTENTATI

tivo: sostituzione delle serrature, perlustrazione dei luoghi, inventario dei beni mobili
rinvenuti, verbalizzazione, ecc.) sino alla loro conclusione;
f Non spetta alla forza pubblica intervenuta alcuna valutazione sull’opportunità della
liberazione, sui suoi presupposti e/o sulle modalità con cui la stessa viene realizzata,
né compete alla stessa alcun sindacato sulle conseguenze dell’attuazione dell’ordine di
liberazione. Non è consentito agli Agenti di forza pubblica giudicare il provvedimento
giurisdizionale o la legittimità dell’esecuzione, né è permesso pretendere un preventivo
avviso ai Servizi Sociali o all’AUSL o la presenza di un medico-legale o altro ancora;
eventuali provvedimenti in tal senso competono all’Autorità Giudiziaria e/o agli ausi-
liari della stessa).

SIMBOLI NAZISTI O EMBLEMI OSTENTATI (art. 2 D.L. n. 122/93 conv. in L. 205/93,


recante: “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa”). – Si
procede d’ufficio.
f Si tratta di delitto posto in essere da chiunque, in pubbliche riunioni, compie manifesta-
zioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, asso-
ciazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione
o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Esempi:
☛ Usare simboli delle organizzazioni nazionaliste durante un incontro sportivo, indos-
sando nel corso di un match una maglietta con l’immagine di Benito Mussolini e una
serie di scritte "proprie dell’ideologia fascista".
☛ Il “saluto romano” compiuto in un luogo pubblico integra il reato ex art. 2 d.l. 122/93
costituendo una manifestazione esteriore che rimanda, per comune nozione storica,
all’ideologia fascista, e quindi ad un’ideologia politica “fortemente discriminante ed
intollerante”. Compiere tale gesto dinanzi ad uno stadio, in occasione di una partita, è
non solo idoneo a provocare adesioni e consensi tra le numerose persone presenti, ma
inequivocabilmente diretto a favorire la diffusione di idee fondate sulla superiorità o
sull’odio razziale od etnico. (Cass. Pen., sez. I, 17 giugno 2009, n. 25184).
☛ Affiggere volantini inneggianti a Benito Mussolini configura il reato di apologia del
fascismo, in applicazione della Legge 645/1952, attuativa della XII disposizione transi-
toria e finale della Costituzione che punisce chi organizzi sotto qualsiasi forma, la co-
stituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche
e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista. Si procede
d’ufficio.

SIMULAZIONE DI REATO (art. 367 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Il delitto di simulazione di reato ha natura di reato istantaneo e di pericolo e si consuma
con la semplice denuncia idonea a provocare investigazioni ed accertamenti della poli-
zia giudiziaria (Cass. Pen., Sez. V, 20 gennaio 2009 n. 2071).
Esempio:
☛ Denunciare falsamente che, in occasione del furto di autovettura, sono stati sottratti an-
che altri oggetti custoditi nell’autovettura (quali la batteria, lo stereo, la ruota di scorta)
(Cass. Pen., sez. VI, 7 ottobre 2004, n. 39241).
☛ Con la telefonata diretta ai Carabinieri O.G. ha effettuato una vera e propria denuncia
orale, in cui ha affermato, falsamente, essere avvenuto il furto della moto, ponendo in

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SOGGETTO SENZA FISSA DIMORA

essere il delitto di simulazione di reato, che si configura, nella sua forma diretta, quando
con denuncia o querela, presentata, come in questo caso, alla polizia giudiziaria che
ha l’obbligo di riferire all’autorità giudiziaria, si afferma falsamente essere avvenuto un
reato, determinando in tal modo l’inizio di un procedimento penale per accertare l’esi-
stenza del reato stesso (Cass. Pen., sez. VI, 24 luglio 2014, n. 33016).

SOGGETTO SENZA FISSA DIMORA. – Contattare i servizi sociali del Comune e accertare
se sussiste un centro accoglienza.
f Rinvenuto il centro accoglienza, inviare una comunicazione via fax o mail alla struttura
chiedendo di alloggiare il soggetto.
f Inoltrare tutta la documentazione al Comune, Ufficio Assistenti Sociali.

SOMMINISTRAZIONE DI BEVANDE ALCOLICHE A MINORI O INFERMI DI MENTE (art.


689 c.p. - art. 14 ter L. 30 marzo 2001, n. 125 - Legge quadro in materia di alcol e di
problemi alcol-correlati). – Si procede d’ufficio.
f L’art. 689 del c.p. punisce con una sanzione penale l’esercente un pubblico esercizio
che somministra, in luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcoliche a minore
di anni 16, o a persona che appaia affetta da malattia di mente, o che si trovi in mani-
feste condizioni di deficienza psichica a causa di un’altra infermità.
f Se il titolare dell’esercizio pubblico “somministra” alcolici a minore di anni 18, ma
maggiore di anni 16, non commette alcuna violazione.
f È sanzionata penalmente anche la somministrazione di alcolici a minori di anni 16 me-
diante distributore automatico; ma perché si attui tale somministrazione occorre che il
distributore sia all’interno di un locale all’uopo predisposto ed attrezzato per il consumo
sul posto (ad es. con tavoli, sedie, ecc.).
f Anche se la norma non impone all’esercente l’obbligo di chiedere l’esibizione di un
documento di identità, stante la natura di reato di pericolo della contravvenzione in
questione è richiesta la necessaria diligenza nell’accertamento dell’età del consumatore
(Cass. Pen., sez. V, 23 febbraio 2011, n. 7021). Inoltre, sussiste il reato, anche se l’eser-
cente si limita a prendere atto della risposta del minore di anni sedici sul superamento
dell’età richiesta (Cass. Pen., sez. V, 7 luglio 2009, n. 27916).
f La vendita, e non la somministrazione di bevande alcoliche a minori di anni 18 è, inve-
ce, sanzionata dall’art. 14 ter della legge n. 125/2001 con una sanzione amministrativa
pecuniaria. La norma de qua impone l’obbligo di chiedere l’esibizione di un documento
di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta.
f La definizione di bevanda alcolica è contenuta nell’art. 1 della L. n. 125/01, che pre-
cisa: “Per bevanda alcolica si intende ogni prodotto contenente alcol alimentare con S
gradazione superiore a 1,2 gradi di alcol; per bevanda superalcolica ogni prodotto con
gradazione superiore al 21 per cento di alcol in volume”. Il limite quindi è pari a 1,2
gradi: limite questo in linea con quello fissato dalla normativa europea. Sopra questo
limite la bevanda da analcolica si trasforma in bevanda alcolica.

SOMMINISTRAZIONE DI BEVANDE ALCOLICHE A UBRIACO (art. 691 c.p.). – Si procede


d’ufficio.
f La condotta consiste nel mettere a disposizione, a titolo gratuito o dietro compenso,
bevande alcoliche a chi si trovi in stato di manifesta ubriachezza. Non è essenziale ai

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SORVEGLIANZA SPECIALE CON OBBLIGO O DIVIETO DI SOGGIORNO - INOSSERVANZA

fini della contravvenzione che la bevanda offerta sia ingerita. Non esclude il reato l’aver
agito per colpa.
f È vero, secondo il TULPS, che «gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo,
rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il
prezzo», ma è altrettanto vero che viene punito chi somministra alcolici ad un cliente in
evidente stato di ubriachezza, ex art. 691 c.p.
f Né risponde chi materialmente accoglie la richiesta del cliente, prende la bottiglia e gli
versa da bere (barman, cameriere, gestore, ecc.).
f Qualora il colpevole sia esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevan-
de, la condanna importa la sospensione dall’esercizio.

SORVEGLIANZA SPECIALE CON OBBLIGO O DIVIETO DI SOGGIORNO - INOSSER-


VANZA. – Si procede d’ufficio per il delitto di cui all’art. 75 comma 2 del d.lgs 159/2011,
se l’inosservanza riguarda gli obblighi e le prescrizioni inerenti alla sorveglianza specia-
le con l’obbligo o il divieto di soggiorno. In tal caso si applica la pena della reclusione
ed è consentito l’arresto anche fuori dei casi di flagranza.
f Secondo l’indirizzo giurisprudenziale maggioritario, per quanto riguarda il sorvegliato
speciale con obbligo o divieto di soggiorno "la violazione di un qualunque obbligo,
anche diverso dal divieto di recarsi fuori dal comune del soggiorno, integra l’ipotesi
delittuosa prevista dall’art. 75 comma 2 del d. lgs. 159/2011. Al contrario, secondo un
diverso filone interpretativo, ritenuto minoritario, è necessario conformarsi al principio
di proporzione tra incidenza dell’illecito e gravità della sanzione, prima di valutare se
l’illecito in questione sia delittuoso o contravvenzionale per violazione dell’art. 650 c.p.
A tal proposito le Sezioni Unite hanno sposato il filone giurisprudenziale minoritario
attraverso un’argomentazione che fa leva sui principi di offensività e di proporzione.
Secondo le Sezioni Unite, infatti, per rispondere del reato di cui all’art. 9, comma secon-
do, della legge 1423 del 1956, come successivamente modificata dalla legge 31 luglio
2005, n. 155 (ovvero anche dall’art. 75 D.lgs. 6 settembre 2011, n. 159), il sorvegliato
deve porre in essere "condotte eloquenti in quanto espressive di un’effettiva volontà
di ribellione all’obbligo o al divieto di soggiorno, vale a dire alle significative misure
che detto obbligo o divieto accompagnano, caratterizzano e connotano", prescrizioni
la cui elusione comporterebbe una sostanziale vanificazione della misura imposta. "In
tale ottica, il porto e l’eventuale esibizione della carta di permanenza, benché condotte
doverose, non costituiscono un obbligo nel senso dell’art. 9, comma secondo, della
legge 1423 del 1956 (l’obbligo è quello di soggiornare o non soggiornare in un deter-
minato luogo), ma neanche integrano una prescrizione, perché non si traducono né in
una restrizione (spaziale o temporale) della libertà di circolazione, né nell’impegno di
assumere l’habitus del bonus civis. Si tratta semplicemente di una disposizione volta a
rendere più agevole l’operato delle forze di polizia". Facendo leva su queste ragioni le
Sezioni Unite respingono il ricorso del Procuratore Generale, giungendo alla conclusio-
ne che "il sorvegliato speciale, sottoposto all’obbligo o al divieto di soggiorno che
non porti con sé e non esibisca a richiesta di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria
la carta di permanenza risponde della contravvenzione di cui all’art. 650 cod. Pen."
(Cass. Pen., sez. un., 24 luglio 2014, n. 32923).

SORVEGLIANZA SPECIALE SEMPLICE - INOSSERVANZA . – Si procede d’ufficio.


f Identificare il soggetto controllato.

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SOSTITUIRE TARGA DI VEICOLO O ALTERARE IL NUMERO DI TELAIO

f Denunciare, in stato di libertà, il soggetto per il reato di cui all’art. 75, comma 1, d.l-
gs.159/2011, redigendo annotazione, ad es. perché il soggetto si accompagna a pregiu-
dicati o perché rincasa più tardi delle 21.00.
f L’inosservanza della prescrizione di vivere onestamente e di rispettare le leggi impo-
sta dalla misura di prevenzione in questione può sussistere perché, ad es., il soggetto
si accompagna a pregiudicati o non rispetta l’orario di rientro in casa ovvero ancora
anche nel caso di commissione di un illecito amministrativo (nella specie, guida di un
ciclomotore senza patente di guida, revocata all’atto della sottoposizione alla misura di
prevenzione) (Cass. Pen., sez. I, 18 novembre 2010, n. 40819).

SOSTITUIRE TARGA DI VEICOLO O ALTERARE IL NUMERO DI TELAIO. – Configura ipote-


si di riciclaggio ex art. 648 bis c.p., perché con tale atteggiamento si tende a ostacolare
l’identificazione della provenienza delittuosa della res (Tribunale di Bari, sez. II penale,
19 gennaio 2016, n. 118).

SOSTITUZIONE DI PERSONA (art. 494 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto e fermo non sono consentiti.
f La sostituzione di persona si verifica ogni volta che si assuma un atteggiamento per far
apparire sé stesso come un altro.
f La norma punisce con la reclusione fino a 1 anno "Chiunque, al fine di procurare a sé o
ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo
illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome,
o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici”.
f I concetti di "vantaggio" e di "danno" indicati dall’art. 494 c.p. non vanno intesi in
senso solo economico.
Esempi:
☛ Attribuirsi falsamente il nome altrui, per concludere una vendita in nome di questo.
☛ Sostenere, per sedurre una donna, di non essere coniugato (quando invece lo si è).
☛ Sostituirsi in un esame al vero candidato.
☛ Utilizzare la foto di un altro per il proprio account internet. Poco importa che si sia uti-
lizzato un nome di fantasia. (Cass. Pen., sez. IV, 16 giugno 2014, n. 25774).
☛ Esibire la paletta della Polizia di Stato da parte di un estraneo ad essa, allo scopo di
evitare la contestazione del divieto di sosta del proprio veicolo.
☛ Creare ed utilizzare un falso profilo Facebook, utilizzando abusivamente l’immagine di
una persona del tutto inconsapevole, integra il reato di sostituzione di persona (Cass.
Pen., sez. V, 23 luglio 2020, n. 22049). S
SOTTRAZIONE DI PERSONE INCAPACI (art. 574 c.p.). – Integra il reato in questione, la
condotta di chi sottrae un minore degli anni quattordici (o un infermo di mente) al
genitore esercente la potestà genitoriale (o al tutore o al curatore), o a chi ne abbia la
vigilanza o la custodia, ovvero lo ritenga contro la volontà dei medesimi ovvero oltre i
tempi stabiliti.
f Si procede a querela del genitore esercente la potestà genitoriale, del tutore o del cu-
ratore.
f Arresto e fermo non sono consentiti.

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SPARATORIA (SEGNALAZIONE)

Esempio:
☛ Integra il reato di cui all’art. 574 c.p. la condotta di uno dei genitori qualora, contro la
volontà dell’altro, egli sottragga il figlio per un periodo di tempo rilevante, impedendo
l’altrui esercizio della potestà genitoriale e allontanando il minore dall’ambiente d’abi-
tuale dimora (Cass. Pen., sez. V, 1 ottobre 2008, n. 37321).
☛ Nella norma di cui all’art. 574 c.p. manca l’inciso riguardante il consenso o meno del
minore sottratto: ciò in quanto chi non ha compiuto il quattordicesimo anno di età si
trova, per presunzione legislativa, in condizione di immaturità cui consegue assoluta
inferiorità psichica e fisica, tale da rendere irrilevante il suo consenso; anzi, non è pos-
sibile distinguere tra il minore che non sia stato in grado di resistere all’azione, che vi
abbia consentito o che l’abbia, addirittura, intenzionalmente provocata.

SPARATORIA (SEGNALAZIONE). – Giungere sul posto e delimitare zona.


f Perlustrare la zona per accertare la presenza del reo o di tracce del reato.
f Fare intervenire la Polizia Scientifica sul posto per i rilievi del caso.
f Portarsi in ospedale per accertare se qualcuno è lì giunto ferito e acquisire informazioni
dal ferito stesso.
f Attingere informazioni dai presenti ex art. 351 c.p.p. e, se viene fatto un nome o rico-
nosciuto l’autore tramite album fotografico, portarsi presso l’abitazione del nominato
effettuando perquisizione domiciliare e della sua auto e procedere al suo arresto per ten-
tato omicidio e detenzione di arma da sparo. La scientifica dovrà eseguire sullo stesso lo
STUB per avere la conferma che a sparare sia stato effettivamente lui.

SPARI IN LUOGO PUBBLICO. – Nel caso in cui un’arma legalmente detenuta venga usata
impropriamente (ad es. per sparare ai piccioni), si fa relazione dettagliata all’ufficio
porto d’armi per l’eventuale provvedimento di revoca della licenza da parte del Questo-
re o di chi ha rilasciato la stessa.
f Se si tratta di un’azione urgente (ad es. perché il titolare della licenza, con l’arma che
detiene, sta minacciando qualcuno), la P.S. può procedere al sequestro cautelativo
dell’arma per motivi di ordine e sicurezza pubblica ex art. 39 T.U.L.P.S., scrivendo nel
verbale che si è provveduto a scopo cautelativo al fine del provvedimento del Prefetto
ex art. 39 T.U.L.P.S..
f In caso di denuncia per minacce, viene meno l’affidabilità richiesta dall’art. 39 del
T.U.L.P.S. per la detenzione delle armi. È legittimo il provvedimento con il quale è stata
disposta la revoca d’una licenza di porto di fucile (nella specie per uso tiro a volo), mo-
tivato con riferimento al fatto che il suo titolare è stato denunciato dal coniuge separato
per minacce, ritenendo che, per tale motivo, sia venuta meno l’affidabilità richiesta dal-
l’art. 39 del T.U.L.P.S. per la detenzione delle armi. A nulla rileva, ai fini della legittimità
di detto provvedimento, che l’interessato fosse un uomo conosciuto come mite, che
aveva tenuto una condotta irreprensibile, nonché che la moglie abbia dichiarato d’es-
sersi con lui riconciliata, atteso che tali circostanze depongono al più sull’esaurimento
delle ragioni cautelari, non certo sull’assenza originaria dei presupposti della cautela
(Consiglio di Stato, sez. III, 28 marzo 2014, n. 1490). L’art. 39, 1° comma, del T.U.L.P.S.,
nel dare la facoltà al Prefetto «…di vietare la detenzione delle armi, munizioni e materie
esplodenti, denunciate ai termini dell’articolo precedente, alle persone ritenute capaci
di abusarne…», costituisce non già la sanzione per una condotta lato sensu colpevole,
bensì un tipico provvedimento di P.S. Si tratta, cioè, d’una misura preventiva intesa a

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STABILIMENTO BALNEARE – MANCATA ESPOSIZIONE DELLA TARIFFA DEI PREZZI

rimuovere una situazione oggettiva di pericolo; per sua natura, quindi, tale misura cau-
telare, quand’anche non a certo tempo data, resta comunque rebus sic stantibus, ossia
delimitata, se non dal mero passare del tempo, dall’attuale sussistenza delle ragioni che
mossero il Prefetto ad imporla.

STABILIMENTO BALNEARE – MANCATA ESPOSIZIONE DELLA TARIFFA DEI PREZZI –


(art. 180 Reg. T.U.L.P.S.). – Uno stabilimento balneare è autorizzato con licenza di cui
all’art. 86 del T.U.L.P.S. per l’attività di balneazione, noleggio lettini, ombrelloni, cabi-
ne, ecc. e quindi ad essi, quali esercizi pubblici, si applica l’art. 180 del reg. T.U.L.P.S.
(R.D. n. 635/1940) che dispone che deve essere esposta anche la tariffa dei prezzi.Re-
digere nei confronti del trasgressore verbale di sanzione amministrativa da inviare al
Comune del luogo della commessa violazione, quale Autorità competente ad irrogare
la sanzione stessa.

STAMPATI (art. 663 bis c.p. - divulgazione stampa clandestina). – Si tratta non di reato ma
di violazione amministrativa che consiste nel divulgare stampe o stampati (documenti
destinati alla pubblicazione) pubblicati senza l’osservanza delle prescrizioni di legge
sulla pubblicazione e diffusione della stampa periodica e non periodica.
f Secondo la giurisprudenza, tra l’illecito in parola ed il delitto di stampa clandestina ex
art. 16 della legge sulla stampa (L. n. 47/48) la differenza sta nel fatto che la legge sulla
stampa si riferirebbe all’attività dell’editore e dello stampatore, mentre l’art. 663 bis a
quella del semplice attacchino.
f Redigere verbale di sanzione amministrativa. Autorità competente: Prefetto.
f Sequestrare i volantini.
Esempi:
☛ Distribuire volantini ciclostilati in proprio (Cass. Pen., sez. I, 13 giugno 1973, n. 1143).
☛ È stata riconosciuta la natura di stampato ad un volantino ciclostilato (Cass. Pen., sez.
I, 13 giugno 1973, n. 1143).

STRAGE (art. 422 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto obbligatorio in flagranza. Fermo consentito.
f Il delitto è configurabile nel semplice compimento di atti tali da porre in pericolo la pub-
blica incolumità, mentre costituisce aggravante la morte di una o più persone (Cass.
Pen., sez. I, 24 ottobre 1989, n. 13988) ed influisce esclusivamente sul quantum della
pena (Cass. Pen., sez. I, 13 novembre 1991, n. 11394).
f Il dolo è specifico (il “fine di uccidere”) e consiste nella coscienza e volontà di porre in
essere atti idonei a determinare un pericolo per la vita e l’integrità fisica della collettività
S
mediante violenza, al fine di cagionare la morte di un numero indeterminato di persone,
e va desunto dalla natura del mezzo usato e da tutte le modalità dell’azione. Ne conse-
gue che, al fine di stabilire se l’uccisione di più soggetti integri il delitto di strage ovvero
quello di omicidio volontario plurimo, l’indagine deve essere globale, con speciale
riguardo ai mezzi usati, alle modalità esecutive del reato e alle circostanze ambientali
che lo caratterizzano. (Ha configurato il delitto di strage l’omicidio del giudice Giovanni
Falcone e della sua scorta, realizzato mediante impiego di un’enorme quantità di esplo-
sivo, in luogo pubblico, con effetti distruttivi di straordinaria portata) (Cass. Pen., sez.
I, 18 novembre 2008 n. 42990).

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STRANIERO CITTADINO COMUNITARIO

f La morte di una o più persone deve essere lo scopo perseguito dall’agente e non un
evento che il soggetto stesso si sia rappresentato come probabile e possibile conseguen-
za della propria azione (Cass. Pen., sez. I, 23 aprile 1990, n. 5914).
f Non è ammesso il tentativo, in quanto per la consumazione del delitto in argomento è
sufficiente che il colpevole compia atti che abbiano l’idoneità a cagionare una situazione
di concreto pericolo per il bene tutelato (Cass. Pen., sez. I, 13 novembre 1991, n. 11394).

STRANIERO CITTADINO COMUNITARIO (CITTADINO CON NAZIONALITÀ DI UNO STA-


TO MEMBRO DELL’UNIONE EUROPEA). – I comunitari hanno diritto alla libera circo-
lazione sul territorio europeo, senza alcuna formalità, fino ad un massimo di tre mesi
e possono stabilirsi, oltre i tre mesi, in uno stato membro diverso da quello d’origine
dimostrando di avere una valida fonte di sostentamento, per non gravare sulla comunità
ospitante (art. 7 D.lgs. 30/2007);
f Se un comunitario intende stabilirsi in Italia deve iscriversi all’anagrafe del comune di
residenza, potendo dimostrare detta iscrizione tramite il possesso di una carta d’identità
rilasciata dallo stesso comune;
f Per chi si trattiene oltre i tre mesi senza iscriversi all’anagrafe o perde le garanzie econo-
miche di cui sopra, non ha più diritto a permanere sul territorio nazionale e può essere
allontanato ai sensi dell’art. 21 D.lgs. 30/2007;
f Il comunitario, può essere, altresì, allontanato se ritenuto un pericolo per la sicurezza
dello Stato ovvero per l’ordine e la sicurezza pubblica nel rispetto dell’art. 20 D.lgs.
30/2007;
f Il cittadino comunitario, che successivamente all’allontanamento con divieto di rein-
gresso entra nuovamente in Italia, commette il reato di cui all’art. 20, comma 14, D.lgs.
30/2007 e, pertanto, va deferito all’autorità giudiziaria dopo l’identificazione;
f In tal caso, non è previsto l’arresto, come per i cittadini extracomunitari, tuttavia si
procede ad accompagnare il comunitario in direttissima ai sensi dell’art. 20, comma
16, D.lgs. 30/2007 (attesa l’anomalia della previsione legislativa che contempla il
processo per direttissima senza l’arresto, sarebbe auspicabile valutare il procedersi
d’intesa con il pubblico ministero reperibile).

STRANIERO E ALLOGGIO. – Chi dà alloggio o fitta un appartamento a straniero o apolide


deve, entro 48 ore, comunicarlo all’Autorità di P.S. (comunicazione di cessione fabbri-
cato) (art. 7 T.U. 286/98). L’inosservanza comporta sanzione amministrativa da 160 a
1100 euro (art. 7 co. 2 bis T.U. 286/98).
f Si procede d’ufficio, tra l’altro identificando i conduttori stranieri.
f Relazionare, oltreché al proprio dirigente, anche al dirigente l’Ufficio Immigrazione.
f Chi dà alloggio o fitta un appartamento a straniero extracomunitario irregolare, a titolo
oneroso, al fine di trarre un ingiusto profitto, è punito con la reclusione da sei mesi
a tre anni per il reato di cessione in locazione di immobile a irregolari. La condanna
penale irrevocabile comporta anche la confisca dell’immobile (art. 12/5-bis D. Lgs. n.
286/98). Occorre il dolo specifico (il fine di trarre un ingiusto profitto). Non com-
mette questo delitto la persona che dà alloggio o cede un immobile a prezzo di mercato,
traendone un profitto giusto.
f Identificare extracomunitari e locatore immobile.
f Redigere verbale di elezione di domicilio e nomina difensore a carico del proprietario
dell’immobile.

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STRANIERO EXTRACOMUNITARIO IRREGOLARE

f Effettuare sequestro preventivo dell’immobile ai fini della confisca, che verrà disposta
dal giudice.
f Procedere, come da rito, nei confronti degli extracomunitari irregolari.

STRANIERO EXTRACOMUNITARIO IRREGOLARE . – Cittadino non appartenente ai Paesi


membri dell’Unione Europea, il quale non possiede: a) regolare visto di ingresso in
corso di validità, verificabile tramite adesivo apposto sul passaporto ovvero tramite tim-
bro d’ingresso apposto sul passaporto alla frontiera per i visti turismo validi massimo
90 giorni, in caso di provenienza da Paesi esenti visto (la lista dei Paesi esenti visto è
consultabile sul sito on line del Ministero degli Affari Esteri: www.esteri.it); b) regolare
permesso di soggiorno in corso di validità ovvero in fase di rinnovo (lo straniero in
possesso di titolo di soggiorno scaduto deve poter dimostrare di aver avanzato istanza
di rinnovo tramite una ricevuta postale con codice assicurata per i permessi elettronici,
con “striscetta” cartacea per i permessi cartacei ovvero tramite appuntamento fissato in
Questura per l’acquisizione della pratica).
f Chi, rintracciato sul territorio nazionale, non possiede i titoli autorizzatori di cui sopra
va fotosegnalato e deferito all’Autorità Giudiziaria ex art. 10-bis, D.lgs. 286/98 (in-
gresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato) ed accompagnato od invitato presso
il locale Ufficio Immigrazione per avviare lo straniero alle procedure di espulsione.

STRANIERO EXTRACOMUNITARIO IRREGOLARE - ESPULSIONE. – ESPULSIONE NON


ESEGUITA: qualora, lo straniero irregolare sia già gravato da un’espulsione con ordine
del Questore di abbandonare il territorio nazionale entro 7 giorni, che da banca dati
non risulta eseguita, l’operatore dovrà procedere al deferimento dell’irregolare ai sensi
dell’art. 14, comma 5-ter, D.lgs. 286/98. Nel caso in cui sia inottemperante all’ordine del
Questore per la seconda volta si dovrà deferire lo straniero ai sensi dell’art. 14, comma
5-quater, D.lgs. 286/98;
f ESPULSIONE ESEGUITA: laddove l’espulsione risulta eseguita ed il soggetto straniero,
dopo essere stato espulso, fa nuovamente ingresso in Italia senza speciale autorizzazio-
ne, l’operatore dovrà procedere obbligatoriamente all’arresto ed al deferimento dell’ex-
tracomunitario così come previsto dall’art. 13, commi 13 e 13-ter, D.lgs. 286/98.

STRANIERO EXTRACOMUNITARIO IRREGOLARE – FAVOREGGIAMENTO. – FAVOREG-


GIAMENTO DELL’INGRESSO IRREGOLARE: nel caso in cui si ha percezione di una
condotta ex art. 12, commi 1 e 3, D.L.gs. 286/98, l’operatore dopo aver identificato il S
favorito ed il favoreggiatore, dovrà raccogliere tutti gli elementi per poter ricostruire il
tragitto dello straniero (biglietti, documenti, dichiarazioni del favorito) e se la condotta
criminosa è posta in essere con mezzo di trasporto, si dovrà procedere a confisca dello
stesso (art. 12, comma 4-ter, D.lgs. 286/98);
f FAVOREGGIAMENTO DELLA PERMANENZA IRREGOLARE: a fronte di uno straniero
irregolare, l’operante dovrà comprendere dove questi alloggia, in quanto colui che, al fine
di trarre un ingiusto profitto, agevola la permanenza dello straniero sul territorio nazio-
nale fornendogli un alloggio commette il reato di cui all’art. 12, commi 5 e 5-bis, D.lgs.
286/98. Sono esclusi gli enti caritatevoli (dormitori), non avendo gli stessi scopo di lucro.

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STRANIERO EXTRACOMUNITARIO IRREGOLARE – LAVORO

STRANIERO EXTRACOMUNITARIO IRREGOLARE – LAVORO. – Lo straniero non può la-


vorare in Italia senza un regolare permesso di soggiorno che consenta di lavorare.
f Il visto per turismo (per gli esenti visto il timbro d’ingresso) non consente allo straniero,
seppur nei limiti temporali dello stesso,di lavorare alle dipendenze di un datore di lavoro.
f Se da controlli ad attività commerciali emerge l’impiego di personale dipendente com-
posto da stranieri non regolari sul territorio nazionale ovvero mancanti di visto per
lavoro, l’operatore dovrà procedere all’identificazione del proprietario dell’attività e
del lavoratore extra UE;
f Si dovrà prendere a sommarie informazioni lo straniero ed altri dipendenti (laddove
possibile anche i clienti dell’attività) per comprendere e definire la posizione lavorativa
dell’irregolare.
f Denunciare il datore di lavoro, ex art.22, comma 12, D.lgs. 286/98, per il reato di
“assunzione illegittima di cittadino straniero, non regolare sul territorio nazionale” (Ar-
resto da 3 mesi a 1 anno; ammenda di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato).
f Redigere annotazione e allegare alla stessa i verbali di sommarie informazioni rese dai
testimoni.
f Dopo l’attività di polizia giudiziaria, si dovrà accompagnare od invitare lo straniero
presso il locale Ufficio Immigrazione per avviare le procedure di espulsione dello stesso.

STRANIERO EXTRACOMUNITARIO REGOLARE. – Cittadino non appartenente ai Paesi


membri dell’Unione Europea che possiede:
- Regolare visto di ingresso in corso di validità, verificabile tramite adesivo apposto su
passaporto ovvero tramite timbro d’ingresso apposto sul passaporto alla frontiera per i
visti turismo validi massimo 90 giorni, in caso di provenienza da Paesi esenti visto (la
lista dei Paesi esenti visto è consultabile sul sito on line del Ministero degli Affari Esteri:
www.esteri.it;);
- Regolare permesso di soggiorno in corso di validità ovvero in fase di rinnovo (lo stra-
niero in possesso di titolo di soggiorno scaduto, deve poter dimostrare di aver avanzato
istanza di rinnovo tramite una ricevuta postale con codice assicurata per i permessi elet-
tronici, con “striscetta” cartacea per i permessi cartacei ovvero tramite appuntamento
fissato in Questura per l’acquisizione della pratica);
f Il cittadino straniero stabilitosi in Italia ha l’obbligo di dimostrare all’autorità che lo
controlla la propria identità, oltre che la regolarità sul territorio nazionale, tramite il
possesso di entrambi i seguenti documenti:
- Documento di riconoscimento (carta d’identità o passaporto);
- Permesso di soggiorno (elettronico o cartaceo);
f L’operatore di polizia nel procedere al controllo di stranieri dovrà chiedere la documen-
tazione di cui sopra, il cui mancato possesso non sancisce necessariamente l’irregolarità
del cittadino extracomunitario. Pertanto in assenza di detta documentazione:
- L’operatore dovrà sempre sottoporre il controllato ai rilievi fotodattiloscopici;
- Verificare, dall’esito A.F.I.S., se l’anagrafica dichiarata sul foglio notizie corrisponda a
quella dei precedenti dattiloscopici e, eventualmente, se fortemente discordante, proce-
dere a contestare al reo la violazione ex art. 495 c.p.;
-Dopo l’identificazione, se emerge da consultazione nelle banche dati la titolarità di un
permesso di soggiorno valido o scaduto in fase di rinnovo, non posseduto al momento
del controllo, l’operatore dovrà deferire all’Autorità Giudiziaria lo straniero per inot-
temperanza al disposto ex art. 6, comma 3, D.lgs. 286/98.

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STRANIERO EXTRACOMUNITARIO REGOLARE – RICHIEDENTE ASILO

STRANIERO EXTRACOMUNITARIO REGOLARE – RICHIEDENTE ASILO. – Cittadino non


avente cittadinanza italiana, che uno volta giunto in Italia, regolarmente o clandestina-
mente, avanza richiesta di protezione internazionale.
f Potrà possedere solo un permesso di soggiorno cartaceo di colore giallo valido 6 mesi,
ovvero una “striscetta” che attesta la fase di rinnovo o primo rilascio del titolo oppure
un appuntamento presso gli uffici della Questura. Il mancato possesso del permesso o
della relativa “striscetta” configura il reato ex art. 6, comma 3, D.lgs. 286/98.
f Il richiedente asilo non può possedere un documento di identità o passaporto del suo
paese, in quanto ha l’obbligo di consegnarli all’autorità di polizia dove presenta richie-
sta di protezione internazionale ex art. 11 D.lgs. 25/2008. Laddove si rinvenga detta
documentazione, questa va ritirata tramite verbale e consegnata al locale ufficio immi-
grazione. Al richiedente va rilasciata copia del verbale.
f In assenza di permesso di soggiorno od in presenza di un permesso scaduto la posizione
del richiedente asilo sul territorio nazionale è valutabile solo tramite consultazione del
sistema VESTANET, cui può accedere l’operatore COT;
f L’operatore COT che consulta il VESTANET dovrà verificare se lo stato del fascicolo
risulta chiuso o aperto (attesa commissione o contenzioso).
f Se “chiuso”, lo straniero va ritenuto irregolare e pertanto si dovrà procedere come de-
lineato in precedenza.
f Se “aperto”, lo straniero va considerato regolare e, dunque, accompagnato od invitato
al locale ufficio immigrazione.

STRANIERO INOSSERVANTE LA MISURA DI SICUREZZA DELL’ESPULSIONE DALLO


STATO (art. 235 c.p.). – Arresto obbligatorio anche fuori flagranza.
f Si procede con rito direttissimo.

STRUMENTI ATTI AD OFFENDERE (art. 4/2 L 110/75). – Portare senza giustificato motivo,
fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, bastoni muniti di puntale
acuminato, strumenti da punta e da taglio atti ad offendere, tubi, catene, fionde, bul-
loni, sfere metalliche nonché qualsiasi altro strumento non considerato espressamente
come arma da punta o da taglio, chiaramente utilizzabile, per le circostanze di tempo e
di luogo, per l’offesa alla persona.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non consentito.

STUPEFACENTI (SPACCIO) (art. 73 DPR 309/90). – Arresto in flagranza, salvo che il fatto
S
sia di lieve entità (ad es. rinvenire lo spacciatore con appena 8 gr di hashish) nel qual
caso denunciare a piede libero il reo.
f Effettuare (agt. e uff. di p.g.) perquisizione personale sia dello spacciatore sia dell’ac-
quirente.
f Procedere alla perquisizione del locale dove eventualmente lo spacciatore si fosse rifu-
giato e nella sua abitazione. Possiamo anche procedervi nel luogo in cui lo spacciatore
ha dichiarato di detenere droga, se vi è il pericolo che il ritardo nella perquisizione
domiciliare (e quindi l’attesa del decreto del Gip) possa consentire a eventuali correi di
distruggere la sostanza.

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STUPEFACENTI (USO PERSONALE)

f Sequestrare l’auto se lo spaccio si è svolto all’interno, affidandola in giudiziale custodia


al soccorso stradale.
f Procedere al cd. NARCOTEST ex art. 348/4 c.p.p., ossia a fare esaminare la sostanza, al
fine di accertare se effettivamente trattasi di droga. A tal fine può procedervi con propri
organi (scientifica) oppure facendone richiesta all’ASL.
Atti:
✒Verbale di perquisizione personale ex art. 352 c.p.p.
✒Verbale di perquisizione domiciliare (nell’appartamento dello spacciatore)
✒Verbale di sequestro ex art. 354 c.p.p. sostanza stupefacente ed eventuale danaro pro-
vento di spaccio
✒Verbale di arresto per detenzione e spaccio sostanza stupefacente.
✒Esito narcotest.
Per configurare il reato di spaccio non è indispensabile il sequestro della sostanza stupe-
facente. Il reato può essere, infatti, provato anche attraverso intercettazioni e testimoni.
“Il reato di detenzione a fini di spaccio o quello di spaccio non sono condizionati, sotto
il profilo probatorio, al sequestro o al rinvenimento di sostanze stupefacenti, poiché la
consumazione di tali reati può essere dimostrata attraverso le risultanze di altre fonti
probatorie, quali le ammissioni dello stesso imputato, le deposizioni dei testimoni o il
contenuto di intercettazioni” (Cass. Pen., sez. VI, 15 novembre 2010 n. 40153).
La finalità di spaccio della sostanza stupefacente è provata dal contenuto del verbale di
arresto e dalle dichiarazioni rese dagli acquirenti della stessa, a nulla valendo quanto
dichiarato dall’imputato circa l’uso personale o di gruppo.

STUPEFACENTI (USO PERSONALE) (art. 75 DPR 309/90). – Acquistare o detenere stu-


pefacenti al fine esclusivo di farne uso personale, qualsiasi sia la loro quantità. Infatti,
non commette reato chi detiene stupefacenti al fine esclusivo di farne uso personale,
ma nei suoi confronti può solo essere iniziato un procedimento amministrativo davanti
al Prefetto.
f Il soggetto che, dalle Forze dell’ordine, viene trovato in possesso di sostanze stupefa-
centi, nel caso di detenzione per uso personale – il concetto di modica quantità è stato
abolito con D.P.R. 171/1993 – viene immediatamente segnalato al Prefetto territorial-
mente competente ex art. 75 D.P.R. 309/1990.
f Sulla persona segnalata è istruito esclusivamente un procedimento amministrativo at-
traverso le seguenti fasi:
Verbale d’identificazione;
Verbale di sequestro amministrativo dello stupefacente ai sensi dell’art. 13 della legge
689/81.
Richiedere analisi sostanza stupefacente alla Polizia scientifica (cd. narcotest), atten-
dendone esito, in attesa di invio al laboratorio Asl. Il risultato delle analisi qualitative
e quantitative è presupposto necessario per accertare la sussistenza del fatto illecito.
Verbale di contestazione illecito amministrativo.
Se il soggetto è trovato alla guida del veicolo, la vigente formulazione dell’articolo 75
comma 3 del Testo Unico 309/90 prevede che, ove al momento dell’accertamento del
possesso della sostanza, la persona abbia la diretta e immediata disponibilità di veicoli
a motore, gli organi di polizia procedono all’immediato ritiro della patente di guida.
Qualora la disponibilità sia riferita a un ciclomotore, gli accertatori ritirano anche il
certificato d’idoneità tecnica, sottoponendo il veicolo a fermo amministrativo. Il ritiro

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STUPEFACENTI - ACCERTAMENTO DELLA NATURA

della patente di guida e/o il fermo amministrativo hanno durata di 30 giorni. Sia la pa-
tente di guida che il certificato d’idoneità tecnica sono trasmessi al Prefetto. Nell’ipotesi
di circolazione e/o guida durante il periodo di cui sopra, sono applicabili le violazioni
previste dagli articoli 214 e/o 216 c.d.s.
Il Prefetto è competente ad applicare la sanzione amministrativa della sospensione
della patente di guida, della licenza di porto d’armi, del passaporto e di ogni altro
documento equipollente o del divieto di conseguire tali documenti, nei confronti di
coloro che sono stati colti dagli organi di polizia in possesso di sostanze stupefacenti
per uso personale.
Esempio:
☛ La coltivazione casalinga di marijuana non è punibile purché si tratti di qualche pianti-
na e che la sostanza ricavata sia minima e di uso esclusivamente personale. La spiegazio-
ne di ciò sta nel fatto che la coltivazione minima esclude la possibile diffusione della so-
stanza o l’ampliamento della coltivazione (Cass. Pen., sez. VI, 29 luglio 2014, n. 33835).
☛ È penalmente “lecita” la coltivazione domestica di piante stupefacenti a fine di autocon-
sumo, ma sanzionabile amministrativamente. Qualora, infatti, la coltivazione domestica
a fini di autoconsumo produca effettivamente una sostanza stupefacente dotata di effi-
cacia drogante, le sanzioni amministrative dell’art. 75 del d.p.r. 309/90 potranno essere
applicate al soggetto agente considerato non come coltivatore, ma come detentore di
sostanza destinata a uso personale (Cass. Pen., Sez. Unite, 19 dicembre 2019 n. 12348).
☛ La droga è legale quando si tratta di CANNABIS LIGHT. Secondo la legge n. 242 del
02.12.2016, è possibile coltivare canapa (cannabis sativa L.) utilizzando sementi regi-
strate nell’ Unione Europea che abbiano un contenuto massimo di thc (cioè di tetrai-
drocannabinolo, la sostanza psicotropa classificata come stupefacente) non superiore
allo 0,2 per cento. La legge prevede un limite di tolleranza fino allo 0,6 per cento di thc,
entro il quale non vi sono conseguenze penali né per l’agricoltore né per il venditore.
Nel caso in cui la percentuale di thc dovesse superare la soglia dello 0,6 per cento,
l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione della coltivazione, ma
anche in questo caso è esclusa la responsabilità dell’agricoltore. Secondo la Corte di
Cassazione (sent. n. 4920 del 31.01.2019), il limite di tollerabilità dello 0,6 per cento di
thc si applica non solo agli agricoltori, ma anche a coloro che vendono cannabis light e
a coloro che ne fanno uso. In sintesi, quindi, è lecito vendere nei growshop cannabis
light con percentuale di thc fino a 0,6, che è la soglia sotto la quale non ci sono effetti
droganti: deve, infatti, ritenersi che il limite indicato dalla legge previsto per la coltiva-
zione delle infiorescenze valga anche per il frutto della coltivazione che arriva senza
alcuna modifica alla commercializzazione. Il consumo risulta libero e non può essere
sanzionato sul piano amministrativo. Tuttavia, anche se la cannabis legale non ha effetti
psicotropi, subito dopo averla consumata non bisogna mettersi alla guida di un veicolo, S
poiché se si venisse sottoposti a controlli, si correrebbe il rischio di integrare l’illecito di
guida sotto effetto di sostanza stupefacente.

STUPEFACENTI - ACCERTAMENTO DELLA NATURA. – La polizia giudiziaria è autono-


mamente legittimata ad effettuare, sia direttamente tramite i propri organi tecnici (es.
Polizia Scientifica) sia facendone richiesta a una struttura pubblica (nella specie, ASL),
analisi ricognitiva in ordine alla sostanza che si ritenga stupefacente, non quale accerta-
mento urgente cui il difensore della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini
ha facoltà di assistere, ma quale indagine a corredo dell’informativa di reato e a so-

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STUPEFACENTI – RINVENIMENTO

stegno delle ragioni giustificatrici dell’arresto in flagranza di reato (Cass. Pen., sez. VI,
26 gennaio 1993 n. 4603). Tale attività si inserisce tra quelle previste dall’art. 348 c.p.p.
e non richiede il preventivo avviso al difensore.

STUPEFACENTI – RINVENIMENTO. – Si procede d’ufficio.


f Verbale di sequestro a carico di ignoti, ex art. 354 c.p.p., di eventuale sostanza stupe-
facente.

SUICIDIO (TENTATO). – Redigere relazione di servizio.


f Trasmettere atti (relazione di servizio) alla locale Procura.
f Se il suicida soffre di disturbi psichici, farlo sottoporre a T.S.O.

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T

T.S.O. (TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO). – Il TSO è quell’insieme di pro-


cedure sanitarie che possono essere applicate a un soggetto affetto da una patologia
psichiatrica grave, che non può essere altrimenti gestita, anche contro la sua volontà,
legittimata dalla necessità di tutelare la salute e la sicurezza dell’individuo che vi è
sottoposto e degli altri ed è una delle due uniche eccezioni al necessario consenso del
paziente a un intervento sanitario. L’altra è l’ASO (accertamento sanitario obbligatorio).
La differenza sta nel fatto che l’intervento sanitario nel primo caso è terapeutico e nel
secondo caso diagnostico.
f Giunta la chiamata di intervento per malato di mente o comunque soggetto che stia
dando in escandescenza far intervenire sul posto la Polizia Municipale in quanto com-
petente (essendo il t.s.o. un trattamento di natura di polizia amministrativa, emesso
con ordinanza dal Sindaco (L.108/78) in quanto Autorità Sanitaria Locale, e come tale
riservato ai compiti specifici della Polizia Municipale). La Polizia di Stato dovrà inter-
venire solo in casi eccezionali (esiguità degli operatori di polizia municipale o ragioni
di ordine pubblico).
f Invitare il soggetto in questione a portarsi in ospedale per farsi visitare.
f In caso di rifiuto a sottoporsi a visite e cure mediche, richiedere intervento "118" che
deve provvedere al trasporto ed al contenimento del soggetto violento presso l’ospedale,
servizio psichiatrico.
f Se è necessario entrare dalle finestre o aprire porte (qualora il soggetto si sia barricato
in casa) chiamare i vigili del fuoco e successivamente affidare la custodia dell’apparta-
mento a familiari, parenti o vicini.
f Rintracciare, se possibile, familiari o amici che possano farlo dialogare.
f Allontanare curiosi e passanti, tutelando la riservatezza dei soggetti coinvolti.
f Se il malato non intende ragionare, bisogna agire d’urgenza senza attendere l’emissione
di ordinanza del Sindaco o di certificati medici e per impedire danni. Eventualmente
ammanettarlo (art. 53 c.p.).
f Affidare il malato ai sanitari dell’ambulanza, che provvederanno a sedarlo sul mezzo.
f Seguire l’ambulanza sino in ospedale.
f Affidare il soggetto al medico responsabile del reparto psichiatria che redige una dichia-
razione di accettazione da conservare quale dimostrazione dell’avvenuta esecuzione T
dell’ordinanza del Sindaco, se sussiste.
f Se trattasi di minore, i genitori non possono intralciare le operazioni di T.S.O., in caso
contrario potrà procedersi nei loro confronti anche per resistenza a pubblico ufficiale.
Del T.S.O. bisogna notiziare anche il Tribunale per i minorenni competente.
f L’ordinanza di T.S.O. consente l’ospedalizzazione di un sofferente psichico per un
periodo massimo di sette giorni, scaduti i quali il soggetto deve essere dimesso a pre-
scindere dal suo stato di salute. Qualora il responsabile del reparto ritenga necessario un

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TABACCAIO CHE VENDE SIGARETTE A MINORI DI ANNI 14

ulteriore periodo di cure deve fare, entro 5 giorni dal primo ricovero, proposta motivata
da inviare al Sindaco che ha emanato il provvedimento originario. Il prolungamento
della misura può essere di altri 7 o 15 giorni. Le ordinanze di T.S.O. devono essere
notificate all’interessato e, per la convalida, al Giudice tutelare circoscrizionalmente
competente entro 48 ore (art. 3 L.180/78 e L. 833/78). Il paziente o chiunque vi abbia
interesse contro l’ordinanza di convalida del T.S.O. o quella del Sindaco può richiedere
al Presidente del Tribunale la sospensione del provvedimento. Il paziente, una volta
dimesso, viene seguito dalle strutture extraospedaliere ai fini di un percorso terapeutico
che ne favorisce il reinserimento sociale.

TABACCAIO CHE VENDE SIGARETTE A MINORI DI ANNI 14 (art. 730/2 c.p.). – Si procede
d’ufficio nell’ipotesi di vendita o somministrazione di tabacco a minore degli anni 14.
f L’art. 730 comma 2 c.p. incrimina la vendita o somministrazione effettiva del tabacco
al minore degli anni quattordici, mentre il porre in vendita, con la semplice offerta al
pubblico della merce contenuta nel distributore automatico di sigarette, non integra
gli estremi né della vendita, né della somministrazione; e neppure ricorre l’ipotesi del
tentativo, giacché ci troviamo di fronte a figure di reato contravvenzionale (Corte Co-
stituzionale, sentenza n. 49 del 1985).

TATUAGGIO A MINORENNE. – Per tatuaggio si intende la colorazione permanente di


parti del corpo ottenuta con l’introduzione o penetrazione sottocutanea ed intradermi-
ca di pigmenti mediante aghi, oppure con tecnica di scarificazione, al fine di formare
disegni o figure indelebili e perenni.
f Il minore di 18 anni può farsi tatuare se ha l’autorizzazione di entrambi i genitori
o del tutore. Chi pratica, senza consenso dei genitori, l’incisione a minore, che può
causare una vera e propria lesione alla pelle, rischia una condanna per lesioni volontarie
(Cass. Pen., sez. V, 17 novembre 2005, n. 45345). Secondo la Cassazione, per configura-
re il reato di lesioni sono sufficienti anche «fatti lesivi di modesta entità come ecchimosi,
graffi, scalfiture», tra cui rientra anche il tatuaggio. Farsi disegnare un tatuaggio significa
concludere un contratto con il tatuatore, anche se l’accordo avviene oralmente. Come
ogni contratto ha due presupposti imprescindibili: la capacità di intendere e volere delle
parti che concludono l’accordo e la capacità di agire, che secondo la legge italiana si ac-
quisisce al compimento della maggiore età. Pertanto per poter essere valido il contratto
tra minore e tatuatore i genitori o il tutore del ragazzo minore dovranno essere presenti
e firmare il contratto con il tatuatore (qualora sia prevista la forma scritta) oppure for-
nire il proprio consenso orale laddove il contratto avvenga oralmente. I genitori sono te-
nuti, inoltre, a leggere e firmare un modello cartaceo di consenso informato dove si as-
sumono la responsabilità per l’esecuzione del tatuaggio permanente sul minore stesso.
f Secondo l’art. 1425 del Codice Civile un contratto è annullabile quando una delle par-
ti è legalmente incapace di contrarre. Ne deriva che il contratto concluso tra il tatuatore
ed il minorenne privo di autorizzazione ha pieno effetto ma può essere impugnato da
chi ne ha interesse entro 5 anni e i genitori del ragazzo possono fare causa al tatuatore
e chiedere la restituzione dei soldi pagati dal minore; il risarcimento dei danni econo-
mici, come ad esempio le spese sostenute per la cancellazione del tatuaggio; il risarci-
mento dei danni morali, ove dimostrati. A ciò potrebbe aggiungersi una condanna per
lesioni volontarie nei confronti del minore e, nelle circostanze più gravi, l’ordinanza
di chiusura del locale.

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TELEFONATE TRA PRESENTI – REGISTRARE

TELEFONATE TRA PRESENTI – REGISTRARE. – Registrare una conversazione tra presenti,


all’insaputa di questi, o una telefonata con un’altra persona ignara di essere registrata,
non costituisce né il reato di “interferenze illecite nella vita privata” ex art. 615 bis c.p.,
né tantomeno violazione della privacy. La registrazione fonografica di un colloquio
telefonico effettuata non già da terzi ma da uno dei partecipanti alla conversazione non
è riconducibile alla nozione di intercettazione ma costituisce memorizzazione di un
fatto storico della quale l’autore può disporre liberamente, anche ai fini di prova nel
processo, secondo la disposizione dell’art. 234 c.p.p., salvi gli eventuali divieti di di-
vulgazione della comunicazione che si fondino sul suo specifico oggetto o sulla qualità
rivestita dalla persona che vi partecipa (Cass. Pen., sez. II, 11 aprile 2007, n. 16886).
f Non è illecito registrare i colloqui con i colleghi a loro insaputa; infatti è legittima
ed inidonea ad integrare un illecito disciplinare, la condotta del lavoratore che abbia
effettuato tali registrazioni per tutelare la propria posizione all’interno dell’azienda e
per precostituirsi un mezzo di prova (Cass. Civ., sez. Lav., 10 maggio 2019, n. 12534).
f Ciò che invece è vietato è la diffusione della conversazione (Cod. Privacy art. 13,
comma 5, lett. b).
Esempi:
☛ Farla ascoltare a terzi o pubblicarla su internet sarebbe un illecito punibile penalmente.
Per la pubblicazione della conversazione è necessario il consenso di tutti coloro che
vi hanno partecipato (e non solo di uno). L’unica possibilità che si ha di divulgare la
registrazione, facendola ascoltare a terzi, senza violare la legge è per tutelare un proprio
diritto: il che può avvenire, per esempio, davanti al giudice nell’ambito di un processo
civile o penale; nel corso di un procedimento disciplinare dinanzi al proprio datore di
lavoro; in una causa di separazione o divorzio per dimostrare, ad esempio, l’altrui con-
fessione di tradimento; dinanzi ai Carabinieri; finanche davanti a una autorità ammini-
strativa, come per esempio il Prefetto (si pensi alla registrazione di una conversazione
avuta con i vigili urbani nell’atto di irrogare una multa). Ciò comporta anche che la
registrazione della conversazione telefonica può essere utilizzata come prova in un pro-
cesso, ai danni della controparte ignara di essere stata registrata. Lo stesso Codice della
Privacy consente espressamente la registrazione ottenuta di nascosto “per far valere o
difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente
per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento”. Diverso è
il caso di un terzo che, senza il consenso dei soggetti interessati e senza l’autorizzazione
del Pubblico Ministero nell’ambito di un’indagine penale, registri le telefonate altrui. In
questo caso si avrebbe a che fare con un’intercettazione illecita.
☛ Le stesse regole appena elencate valgono per tutti i tipi di comunicazione, non solo
quella telefonica, ma anche su Skype o altre conversazioni su chat come WhatsApp.
Per esempio, se è vero che è pienamente lecito conservare tutti gli scambi di messaggi
su WhatsApp o Messenger avuti con un’altra persona, e senza che questa ne sia al cor-
rente, così come è possibile memorizzare una videochiamata su Skype all’insaputa degli
altri partecipanti, è però vietato pubblicare il file sul web o minacciarne la pubblicazio- T
ne dietro ricatto, sia pure per ottenere la soddisfazione di un proprio diritto.
☛ È lecito registrare la conversazione con un poliziotto. È possibile registrare ciò che
dice una persona, anche senza il suo consenso, purché ciò non avvenga presso il suo
domicilio, gli altri luoghi di privata dimora o comunque ove questa vanta una maggiore
sfera di riservatezza (ad esempio l’auto del soggetto registrato, il suo posto di lavoro, lo
studio o l’ufficio del datore di lavoro). Ma poiché il commissariato, la stazione dei cara-
binieri, la questura, gli uffici del Comune sono luoghi pubblici, non si può più parlare

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TELEFONATE – REGISTRARE, ASCOLTARE, SPIARE TELEFONATE DI TERZI

di tutela della privacy. Dunque è ben possibile registrare quello che dice un poliziotto o
un carabiniere a prescindere dal luogo ove avviene tale registrazione (Cass. Pen., sez.
II, 10 giugno 2016, n. 24288).

TELEFONATE – REGISTRARE, ASCOLTARE, SPIARE TELEFONATE DI TERZI – (art. 617


c.p.). – Si procede a querela di parte, salvo se il fatto è commesso in danno di un p.u.
o di un incaricato di p.s. nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, ovvero
da p.u. o incaricato di p.s. con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti alla
funzione o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore
privato. In questi ultimi casi si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza.
f La norma tutela la libertà e la riservatezza delle comunicazioni telefoniche o telegrafi-
che contro la possibilità di indiscrezioni, interruzioni o impedimenti da parte di terzi. In
particolare il diritto alla riservatezza della comunicazione o della conversazione implica
la possibilità di escludere altri dalla conoscenza del contenuto della medesima e coeren-
temente la norma incriminatrice menzionata punisce in tal senso anche la condotta di
colui che invece ne prenda cognizione senza il consenso dei titolari. Requisito espresso
di tipicità del fatto è che la comunicazione o la conversazione intervenga tra persone
diverse dall’agente.
Esempi:
☛ Il padre separato che spia e registra le conversazioni telefoniche intervenute tra i figli
e la loro madre, senza il loro consenso (Cass. Pen., sez. VI, 3 ottobre 2014, n. 41192).
☛ Installare una microspia nel telefono al fine di procacciare indebitamente notizie atti-
nenti alla vita privata (Cass. Pen., sez. II, 17 giugno 1988, n. 7091).
☛ Non configura reato ai sensi dell’art. 617 c.p., per difetto di dolo, la condotta dell’opera-
tore di polizia il quale, avuta la disponibilità di un telefono cellulare ritenuto utilizzato
per la consumazione del reato, risponda, nell’esercizio dell’attività di indagine, alle te-
lefonate che pervengono all’apparecchio e utilizzi le notizie ai sensi dell’art. 351 c.p.p.,
posto che il reato citato si configura solo a carico di chi “fraudolentemente” prende
cognizione di una comunicazione a lui non diretta (Cass. Pen., sez. II, 6 ottobre 2004,
n. 39192).
☛ Installare sul cellulare del coniuge uno spy software che consente di intercettare le
comunicazioni telefoniche configura il reato di cui all’art. 617 bis c.p. (Installazione di
apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegra-
fiche o telefoniche) (Cass. Pen., sez. V, 18 marzo 2019 n.15071). In tal caso si procede
d’Ufficio, arresto e fermo non sono consentiti.

TENTATO FURTO DI VEICOLO. – Arresto obbligatorio in flagranza.


f Eseguire sul reo perquisizione personale, ex art. 352 c.p.p.
f Sottoporre, se occorre, il reo a rilievi fotodattiloscopici ex art. 349/2 c.p.p.
f Rintracciare il proprietario del veicolo e restituirglielo.
f Trasmissione del verbale di arresto per “TENTATO FURTO AGGRAVATO” entro le 24
ore dalla misura o, su autorizzazione del P.M., nel più ampio termine che comunque
non può superare le 48 ore, ex art. 390/1 c.p.p., a pena d’inefficacia della misura stessa
(386/7 c.p.p.).

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TENTATO SEQUESTRO DI PERSONA

Esempio:
☛ Ladro che viene trovato all’interno di un’auto a manometterne i fili elettrici per farla
partire. Si tratta di un “tentato furto aggravato” dal fatto che il reato è stato commesso
con violenza sulle cose ex art. 625/1 nr. 2 c.p., e come tale impone l’arresto obbligatorio
in flagranza ex art. 380/2 lett. e c.p.p.

TENTATO SEQUESTRO DI PERSONA. – Se un soggetto denuncia di aver subito un tentato


sequestro di persona (ad es. perché è stato costretto a salire in macchina ma, approfit-
tando di un momento di distrazione dei sequestratori, è riuscito a fuggire):
Invitarlo a descrivere l’autore ed eventualmente a effettuarne l’individuazione fotografica.
Se l’aggressore viene individuato dalla vittima, va segnalato all’A.G. per tentato seque-
stro, in attesa del provvedimento restrittivo della custodia cautelare in carcere.

TRUFFA (art. 640 c.p.). – Arresto facoltativo in flagranza. Fermo non consentito.
f Nei confronti dei minori, arresto e fermo non sono consentiti.
f Si procede a querela di parte nel caso di truffa semplice. Nelle ipotesi aggravate si proce-
de d’ufficio (es., se il fatto è commesso a danno dello Stato o di altro ente pubblico, se il
danno patrimoniale è di rilevante gravità ex art. 61 n. 7 c.p., ovvero se il fatto è commesso
ingenerando nella vittima il timore di un pericolo immaginario, o se l’autore è recidivo).
Esempi:
☛ Non integra il delitto di falso ideologico in atto pubblico la falsa attestazione del pub-
blico dipendente circa la sua presenza in ufficio riportata nei cartellini marcatempo o
nei fogli di presenza, in quanto documenti che non hanno natura di atto pubblico, ma
di mera attestazione del dipendente inerente al rapporto di lavoro, soggetto a disciplina
privatistica, documenti che, peraltro, non contengono manifestazioni dichiarative o di
volontà riferibili alla p.a. (Cass. Pen., Sez. Un., 11 aprile 2006 n. 15983).
☛ La falsa attestazione del pubblico dipendente, circa la presenza in ufficio riportata sui
cartellini marcatempo o nei fogli di presenza, è condotta fraudolenta, idonea oggetti-
vamente a indurre in errore l’amministrazione di appartenenza circa la presenza su
luogo di lavoro, ed è dunque suscettibile di integrare il reato di truffa aggravata, ove il
pubblico dipendente si allontani senza far risultare, mediante timbratura del cartellino
o della scheda magnetica, i periodi di assenza, sempre che siano da considerare econo-
micamente apprezzabili (Cass. Pen., sez. V, 21 maggio 2012, n. 19299).
☛ La falsa attestazione della presenza in ufficio, mediante timbratura del badge identifi-
cativo a opera di un terzo, implica la violazione di fondamentali doveri scaturenti dal
vincolo della subordinazione oltre a integrare fattispecie penalmente rilevante (reato di
tentata truffa). (Cass. Civ., sez. Lavoro, 28 maggio 2018, ordinanza n. 13269).
☛ L’utente che, introducendosi in autostrada approfittando del transito di veicoli muniti
di telepass, ed accodandosi ad essi, transiti nelle apposite corsie a tali veicoli riservate, T
pone in essere l’ipotesi delittuosa di truffa (Trib. Pen. Frosinone, 7 ottobre 2003, n. 704).
☛ Dichiarare falsamente all’INPS che il padre è in vita per continuare a percepire la pen-
sione è truffa. Qualora l’erogazione di un fondo pensionistico da parte dell’Ente conse-
gua ad una dichiarazione mendace circa l’esistenza in vita del pensionato, ricorre l’ipo-
tesi di truffa e non quella di cui al 316 ter c.p. se la dichiarazione mendace ha indotto in
errore l’Ente erogante circa i presupposti che legittimano l’erogazione (Cass. Pen., sez.
II, sentenza 5 settembre 2017, n. 40260).

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TRUFFA INFORMATICA (C.D. PHISHING)

TRUFFA INFORMATICA (C.D. PHISHING). – Questo tipo di truffa consiste nell’invio di


e-mail o sms, apparentemente provenienti da Istituti di credito o società di e-com-
merce, che invitano la vittima a collegarsi a pagine internet – del tutto simili a siti
istituzionali o aziendali – dalle quali verranno carpiti i loro dati riservati: credenziali
per l’accesso a conti on-line, carte di credito e sistemi di pagamento tramite piattaforme
e-commerce. Solitamente nel messaggio esca è indicato un collegamento (link) che
rimanda solo apparentemente al sito web dell’istituto di credito o del servizio a cui si
è registrati. In realtà il sito a cui ci si collega, utilizzando il suddetto link, è stato ar-
tatamente allestito identico a quello originale, tramite un malware specifico. L’utente,
una volta introdotto in un ambiente identico in tutto e per tutto al sito istituzionale del
proprio home banking ove lo stesso è solito operare (stessa grafica e medesimi colori
aziendali), digiterà le proprie credenziali di accesso così consentendo la sottrazione di
denaro da parte dei criminali informatici.
f Considerata la natura del phishing, che consiste nel sottrarre dei dati attraverso artifizi
di varia natura, si ritiene che possa ben integrare il reato di trattamento illecito dei dati
personali, disciplinato dall’art. 167 del Codice della privacy.
f La condotta di phishing potrebbe tuttavia integrare anche un reato più grave, quello di
truffa, previsto dall’art. 640, 1° co., c.p.
f C’è poi altresì l’opportunità di integrare il reato di frode informatica, di cui all’art.
640-ter c.p.
f Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo la presenza delle circostanze
di maggiore gravità, quali ad esempio se il fatto è commesso con abuso della qualità di
operatore di sistema.

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U

UBRIACHEZZA - DASPO URBANO (art. 688 c.p.) . – “Chiunque, in luogo pubblico o aper-
to al pubblico, è colto in stato di manifesta ubriachezza è punito con la sanzione ammi-
nistrativa pecuniaria da € 51 a € 309” (sanzione depenalizzata ex art. 54 d.lgs. 507/99).
f Si redige verbale di contestazione della violazione amministrativa.
f Ai fini della sussistenza di questa contravvenzione, è indifferente se l’ubriachezza è
volontaria o attribuibile a colpa.
f Se l’ubriaco commette un illecito accompagnarlo in un luogo, es. presso il proprio
Comando, dove non possa creare pericolo per sé e per gli altri, ma anche non creare
disturbo o molestie (compito riconosciuto ex art. 1 T.U.L.P.S.).
f Ove possibile, poi, avvisare i familiari in modo che possano prenderlo in consegna,
comunque non prima di avergli contestato l’illecito di cui all’ art. 688 c.p. ed eventuali
altri illeciti che fossero ravvisati (es. disturbo della quiete). Nell’eventualità non fosse
possibile avvisare i familiari, è necessario mantenerlo in “custodia” fino a quando non
rientrerà nelle sue normali facoltà.
f Se l’ubriaco versa in evidente stato di malessere, es. coma etilico, chiedere l’intervento
di un’ambulanza.
f Il decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14 (cd. decreto sicurezza Minniti), rafforzato dal
d.l. 113/2018, ha previsto “misure a tutela del decoro di particolari luoghi”, attraverso la
possibilità di disporre l’ordine di allontanamento di 48 ore (cd. mini-daspo urbano)
anche per gli ubriachi che frequentano metropolitane, stazioni, aeroporti, e, in gene-
rale, tutte le infrastrutture di trasporto pubblico, compreso quello locale, nonché aree
destinate allo svolgimento di fiere, mercati, pubblici spettacoli, presidi sanitari e in tutte
quelle zone che i Comuni possono ampliare, oltre ad una sanzione pecuniaria.
f In caso di recidiva all’ordine di allontanamento, il questore può disporre il vero e pro-
prio Daspo urbano per un periodo non superiore a due anni e in caso di inottemperanza
è previsto l’arresto da sei mesi ad un anno.
Esempi:
☛ Non risponde dell’illecito amministrativo di cui all’art. 688 c.p. colui che è sorpreso in
stato di manifesta ubriachezza all’interno di un’autovettura, essendo l’abitacolo un
luogo esposto al pubblico e non pubblico o aperto al pubblico (Cass. Pen., sez. IV, 16
giugno 2005, n. 22594).
☛ Affinché si possa configurare l’illecito, lo stato di ubriachezza deve essere manifesto,
ossia l’alterazione provocata dall’assunzione di alcol deve essere chiaramente rilevabile U
da chiunque (Cass. Pen., sez. Unite, 5 febbraio 1996, n. 1299) (è esente da pena colui
che si trova in semplice stato di ebbrezza), come nel caso in cui l’agente presenti un ali-
to fortemente alcolico, abbia un’andatura barcollante e presenti una pronuncia incerta
e balbettante (Cass. Pen., sez. IV, 27 giugno 1986, n. 6336).

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UBRIACO CHE REAGISCE E MINACCIA LE FORZE DELL’ORDINE

☛ La contravvenzione di cui all’art. 688 c.p. non sussiste se il livello di ubriachezza non
sia tale da arrecare fastidio e da turbare la tranquillità di terzi (nella specie, l’imputato
era stato trovato in condizioni di ubriachezza ma era cosciente e si era comportato ri-
spettosamente nei confronti degli agenti di polizia giudiziaria intervenuti) (Tribunale di
Sanremo - sezione distaccata di Ventimiglia, 15 dicembre 2000 n. 281).

UBRIACO CHE REAGISCE E MINACCIA LE FORZE DELL’ORDINE . – Arrestarlo per resi-


stenza e oltraggio a pubblico ufficiale, oltreché per ubriachezza molesta.
f Chiedere al 118 di somministrargli del METADOXIL, sostanza che blocca i recettori
dell’alcool.

USURA (art. 644 c.p.). – Il reato consiste nell’approfittare dello stato di bisogno di taluno
per farsi dare o promettere interessi o altri vantaggi usurari, quale corrispettivo di una
prestazione di danaro o di altra utilità (c.d. usura reale, cioè quella che ha ad oggetto
prestazioni di servizi o un’altra attività professionale, come nel caso del medico chirur-
go che chiede al paziente una somma di denaro eccessiva per una piccola e semplice
operazione).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza. Fermo consentito.

USURPAZIONE DI TITOLI O DI ONORI (art. 498 c.p.). – Si tratta di illecito amministrativo,


dopo la depenalizzazione della L. 205/98, che considera due distinte ipotesi, quella di:
f Usurpazione di titolo che richiede per la sua punibilità la pubblicità, in quanto si trae
in inganno la pubblica fede attraverso false apparenze determinate da comportamenti
esternati in pubblico.
f Arrogarsi indebitamente titoli od onori, senza che sia necessaria la relativa pubblicità.
f La pena è la sanzione amministrativa pecuniaria da € 154 a € 929.
Esempi:
☛ Farsi chiamare avvocato quando si è solo laureati in legge, o medico senza esserlo, o
ufficiale di polizia giudiziaria senza averne la qualifica.
☛ Annunciare su di un giornale di esercitare l’attività di massaggiatrice e fisioterapista,
mascherando l’esercizio della prostituzione (usurpazione di titoli) (Cass. Pen., sez. III,
11 aprile 1984, n. 313).
☛ Commette i reati di esercizio abusivo di una professione (art. 348 c.p.) e di usurpazione
di titoli o di onori (art. 498 c.p.) il soggetto che si arroghi il titolo di avvocato e apra
in Italia uno studio legale, ancorché abilitato in Francia a esercitare la professione di
"Avocat", se non abbia ottemperato alle condizioni normative previste dall’art. 2 della
L. 9 febbraio 1982, n. 31 (che, peraltro, gli consentirebbero di esercitare la professione
in Italia con carattere di temporaneità e con espresso divieto di stabilire nel territorio
della Repubblica uno "studio") o se non abbia seguito il procedimento di cui al d.lgs.
27 gennaio 1992 n. 115 per il riconoscimento del titolo in Italia (Cass. Pen., sez. VI, 16
dicembre 1999 n. 715).

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V

VAGABONDO - DASPO URBANO. – Qualora sia rinvenuta una persona maggiorenne che
visibilmente non è in grado di provvedere a sé stessa, sarebbe opportuno:
Accompagnarla presso una struttura ospedaliera, dalla quale tuttavia potrebbe pur
sempre decidere di uscire, in quanto non può essere trattenuta contro la sua volontà.
f Il decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14 (cd. Decreto sicurezza Minniti), rafforzato dal
d.l. 113/2018, ha previsto “misure a tutela del decoro di particolari luoghi”, attraverso la
possibilità di disporre l’ordine di allontanamento di 48 ore (cd. Mini-daspo urbano)
anche ai vagabondi che frequentano metropolitane, stazioni, aeroporti, e, in generale,
tutte le infrastrutture di trasporto pubblico, compreso quello locale, nonché aree de-
stinate allo svolgimento di fiere, mercati, pubblici spettacoli, presidi sanitari e in tutte
quelle zone che i Comuni possono ampliare, oltre ad una sanzione pecuniaria.
f In caso di recidiva all’ordine di allontanamento, il questore può disporre il vero e pro-
prio Daspo urbano per un periodo non superiore a due anni e in caso di inottemperanza
è previsto l’arresto da sei mesi ad un anno.

VEICOLO RUBATO: RINVENIMENTO. – Contattare il proprietario e restituirgli il mezzo.


f Se non lo si può contattare, affidarlo in giudiziale custodia alla ditta.
f Accertare e riportare sul verbale eventuali danni all’atto del rinvenimento.
Atti:
✒Verbale di rinvenimento.
✒Annotazione di polizia giudiziaria.
✒Relazione di servizio.

VEICOLO RUBATO: SOGGETTO TROVATONE IN POSSESSO. – Identificare il soggetto.


f Effettuare il sequestro penale del mezzo, con relativo verbale.
f Denunciare, in stato di libertà, il soggetto per ricettazione, se egli era a conoscenza
della provenienza illecita del mezzo, o per incauto acquisto, se lo ha acquistato senza
conoscerne l’illecita provenienza, anche se doveva comunque sospettarla.
Atti:
✒Verbale di sequestro.
✒Annotazione per ricettazione (delitto ai sensi dell’art. 648 c.p.) o incauto acquisto (con-
travvenzione ex art. 712 c.p.), a seconda che l’autore abbia agito con dolo (quindi
conoscendo l’illecita provenienza) ovvero con colpa.
V
✒Relazione di servizio.

197

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VEICOLO – CONTROLLO E RINVENIMENTO ARMA CLANDESTINA E DROGA

VEICOLO – CONTROLLO E RINVENIMENTO ARMA CLANDESTINA E DROGA. – Arrestare


gli spacciatori per detenzione, trasporto e spaccio di droga.
f Denunciare gli autori per detenzione e porto abusivo di arma clandestina e del relativo
munizionamento.
f Sequestro del mezzo, dell’arma e della droga.
f Perquisizione personale degli spacciatori.
f Perquisizione domiciliare presso l’abitazione del conducente-proprietario e ivi seque-
strare eventuali armi clandestine, droghe ed eventuale danaro frutto dell’attività di spac-
cio.
Atti:
✒Verbale di sequestro.
✒Verbale di perquisizione personale e domiciliare.
✒Verbale di arresto per detenzione e spaccio droga e per detenzione e porto abusivo arma
clandestina.

VIDEOPOKER. – Se durante un controllo amministrativo di un circolo ricreativo vengono


rinvenute apparecchiature elettroniche illegali del tipo “videopoker” bisogna:
Sequestrare le apparecchiature.
Sequestrare il circolo ricreativo ove i videopoker erano installati.
Sequestrare il danaro rinvenuto all’interno degli apparecchi.
Denunciare all’A.G. il presidente del circolo per i reati di cui agli artt. 718 c.p. e 110
T.U.L.P.S.
Deferire all’A.G. coloro che sono stati sorpresi a giocare ai videopoker, ex art. 720 c.p.
per partecipazione al gioco d’azzardo.
f È legittimo il sequestro di apparecchi di videopoker eseguito da vigili urbani, pur
essendo questi ultimi solo agenti, e non ufficiali, di p.g., in quanto per tali apparecchia-
ture la necessità e l’urgenza di provvedere è “in re ipsa”, stante il fine di assicurare il
corpo del reato, suscettibile di confisca obbligatoria in caso di condanna, e di evitare
che, mediante eventuali modificazioni del congegno elettronico, possano disperdersi le
tracce del reato (Cass. Pen., sez. III, 4 novembre 2004, n. 42899).
Atti:
✒Annotazione per i reati di cui agli artt. 718 c.p. e 110 T.U.L.P.S.
✒Verbale di sequestro delle apparecchiature, del circolo, del danaro
✒Annotazione per i giocatori ex art. 720 c.p.

VILIPENDIO ALLA NAZIONE (art. 291 c.p.). – La norma punisce chiunque pubblicamente
vilipende la nazione italiana, intesa come comunità degli italiani, uniti dalla comunan-
za di storia, di lingua, di memoria, di costumi e di aspirazioni. Anche qui il fatto deve
essere commesso pubblicamente (art. 266, comma 2, c.p.).
f Per nazione deve intendersi tutto un popolo che ha comunanza di origine territoriale,
di storia, di lingua, di cultura, onde il reato sussiste se ed in quanto il vilipendio è
diretto contro tutto il popolo in tal senso.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.

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PRONT_0346_Prontuario_primo_intervento_FO_2020.indb 198 11/11/20 15:59


VILIPENDIO DELLA REPUBBLICA, DELLE ISTITUZIONI COSTITUZIONALI E DELLE FORZE ARMATE

Esempio:
☛ Durante una intervista radiofonica o televisiva, l’intervistato comincia ad utilizzare ter-
mini altamente ingiuriosi e irrispettosi nei confronti dello Stato e, soprattutto, della
dignità dei cittadini.

VILIPENDIO DELLA REPUBBLICA, DELLE ISTITUZIONI COSTITUZIONALI E DELLE FOR-


ZE ARMATE (art. 290 c.p.). – La norma punisce chiunque vilipende la Repubblica, le
Assemblee legislative (Camera dei deputati e Senato) o una di queste, ovvero il Governo
o la Corte Costituzionale o l’ordine giudiziario (la magistratura ordinaria di cui all’art.
104 Cost.) oppure le Forze armate dello Stato (tra cui Carabinieri e Polizia di Stato) e
quelle della liberazione.
f L’art. 290 c.p. serve a tutelare il prestigio delle istituzioni.
f Il reato di vilipendio per integrarsi richiede la pubblicità. Elemento costitutivo del reato
è, infatti, la manifestazione pubblica della critica, mentre l’elemento soggettivo è rap-
presentato dal dolo generico, ovvero dalla coscienza e volontà di arrecare offesa all’i-
stituzione, senza che possa attribuirsi rilevanza ai motivi che hanno spinto il colpevole
ad agire.
f Si procede con l’autorizzazione dell’assemblea vilipesa e negli altri casi con l’auto-
rizzazione del Ministro di grazia e giustizia (313 co.3 c.p.).
f Arresto e fermo non sono consentiti.
Esempi:
☛ Configura il reato in questione scrivere su facebook “Stato di merda”. La Corte mili-
tare di appello di Roma, con sentenza dell’ 8 maggio 2018, non ha riconosciuto che in
questo caso vi fosse la scriminante dell’esercizio di una libera critica politica, perché
l’espressione di forte disprezzo superava ampiamente questa libertà di espressione ed
ha anche ritenuto che il disprezzo fosse stato manifestato pubblicamente e non in forma
privata, per il solo fatto che era stato postato sulla pagina Facebook del militare ed era
senza dubbio riconducibile al suo profilo.
☛ Imputato in un processo penale che, durante l’escussione di un testimone, afferma
urlando che i giudici non sono e non sono mai stati imparziali bensì corrotti perché
manovrati dal potere politico.

VILIPENDIO E DANNEGGIAMENTO ALLA BANDIERA O AD ALTRO EMBLEMA DELLO


STATO (art. 292 c.p.). – La norma punisce chiunque vilipende con espressioni ingiurio-
se la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato e chiunque pubblicamente e
intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera
nazionale o un altro emblema dello Stato.
f Si procede d’ufficio.
f Arresto e fermo non sono consentiti.

VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI ASSISTENZA FAMILIARE (art. 570 c.p.). – Sussiste


quando il soggetto attivo, abbandonando il domicilio domestico, o comunque serbando
una condotta contraria all’ordine o alla morale delle famiglie, si sottrae agli obblighi di
assistenza inerenti alla potestà dei genitori o alla qualità di coniuge. Il codice penale non
V
fornisce precisazioni sul concetto di assistenza, ma la genericità dell’espressione non

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VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI ASSISTENZA FAMILIARE

VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI ASSISTENZA FAMILIARE

deve indurre a ritenere che sia passibile di sanzione penale ogni comportamento che
possa comunque turbare la pace e la tranquillità della famiglia.
f La violazione dell’obbligo di fedeltà tra i coniugi, anche se espressamente previsto
dall’art. 143 c.c., non costituisce violazione degli obblighi di assistenza familiare, né
può ritenersi che una condotta contraria all’ordine o alla morale della famiglia sia di
per sé punibile penalmente quando non abbia prodotto una violazione degli obblighi
di assistenza.
f Si procede a querela di parte.
f Si procede d’ufficio, invece, se si malversano o si dilapidano i beni del figlio minore
o del coniuge, ovvero se si fanno mancare i mezzi di sussistenza ai discendenti di età
minore.
f Si procede d’ufficio anche nel caso di inadempimento dell’obbligo di mantenimento
nei confronti dei figli (minorenni e maggiorenni). Infatti, "in tema di reati contro la
famiglia, la violazione degli obblighi di natura economica posti a carico del genitore
separato, cui si applica la disposizione dell’art. 12 sexies della L. 898/1970, stante il
richiamo operato dalla previsione di cui all’art. 3 della L. 54/2006 (recante disposizioni
in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli), riguarda l’ina-
dempimento dell’obbligo di mantenimento in favore dei figli (minorenni e maggioren-
ni), dovendosi escludere invece l’inadempimento di analogo obbligo posto nei confronti
del coniuge separato, cui è applicabile la tutela già predisposta dall’art. 570 c.p." (Cass.
Pen., sez. VI, 1 agosto 2014, n. 34181). Su quest’assunto, la Corte ha, quindi, sancito
che è ius receptum nella stessa giurisprudenza di legittimità (Cass. Pen., SS.UU., 31
maggio 2013, n.23866), il principio secondo cui l’indicata fattispecie di cui all’art. 12
sexies "è procedibile d’ufficio e non a querela della persona offesa, e punisce il mero
inadempimento dell’obbligo di corresponsione dell’assegno di mantenimento stabilito
dal giudice in favore dei figli, senza limitazione di età, purché economicamente non
autonomi".
f Con il D. Lgs. 1 marzo 2018, n. 21, sono stati abrogati sia l’art. 12 sexies della L. 898/70
sia l’art. 3 della L. 54/2006, sostituiti dal nuovo art. 570 bis c.p. che si occupa della
"Violazione degli obblighi di assistenza familiare in caso di separazione o di scio-
glimento del matrimonio", stabilendo che le pene previste dall’articolo 570 si appliche-
ranno anche al coniuge che si sottrae all’obbligo di corresponsione di ogni tipologia di
assegno dovuto in caso di scioglimento, di cessazione degli effetti civili o di nullità del
matrimonio ovvero che violi gli obblighi di natura economica in materia di separazione
dei coniugi e di affidamento condiviso dei figli.
Esempi:
☛ Mancata corresponsione dell’assegno di mantenimento al coniuge (Cass. Pen., sez. VI,
3 marzo 2014, n. 10105).
☛ Versare l’assegno di mantenimento in maniera parziale e con ritardo (Cass. Pen., sez.
VI, 14 maggio 2015, n. 20133).
☛ Abbandono del domicilio coniugale in assenza di una giusta causa che renda intolle-
rabile la prosecuzione della convivenza. Non è, infatti, “giustificato il comportamento
del coniuge che immotivatamente aveva abbandonato la casa coniugale per coltivare
senza impacci di sorta una diversa relazione sentimentale” (Cass. Pen., sez. VI, 5 set-
tembre 2000, n. 9440). L’abbandono del domicilio coniugale può trovare giustificazione,
con conseguente esclusione della responsabilità per il reato di cui all’art. 570 c.p., non
solo quando segua alla proposizione della domanda di separazione, di annullamento,
di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio (come espressamente

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VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

previsto dall’art. 146 c.c.), ma anche quando, a prescindere da detta proposizione, esi-
stano oggettive ragioni di carattere interpersonale che non consentano la prosecuzio-
ne della vita in comune, rendendo quest’ultima intollerabile o comportando un grave
pregiudizio per l’educazione della prole (Cass. Pen., sez. VI, 12 marzo 1999, n. 11064).
☛ Mancato versamento del contributo dovuto al coniuge separato per il mantenimento dei
figli minori (Cass. Pen., sez. VI, 2 maggio 2000, n. 9414).
☛ In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, nella nozione penalistica di
“mezzi di sussistenza” di cui all’art. 570, comma secondo, n. 2, c.p. – diversa dalla più
ampia nozione civilistica di “mantenimento” – debbono ritenersi compresi non più solo
i mezzi per la sopravvivenza vitale (quali il vitto e l’alloggio), ma anche gli strumenti
che consentano, in rapporto alle reali capacità economiche e al regime di vita personale
del soggetto obbligato, un sia pur contenuto soddisfacimento di altre complementari
esigenze della vita quotidiana (quali, ad esempio, abbigliamento, libri di istruzione
per i figli minori, mezzi di trasporto, mezzi di comunicazione) (Cass. Pen., sez. VI, 21
gennaio 2009 n. 2736).

VIOLAZIONE DELLA PRIVACY (art. 167 decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 – codice
in materia di protezione dei dati personali: trattamento illecito di dati). – Identificare e
denunciare il reo, per aver compromesso la riservatezza del dato che la norma intende
tutelare, come nel caso in cui si diffonde il numero di telefono altrui. È reato, infatti,
pubblicare in rete il numero di cellulare altrui (Cass. Pen., n. 21839/2011).
f Anche pubblicare su internet le foto di una persona senza il suo consenso è illeci-
to. Infatti, l’art. 96 dalla Legge sul Diritto d’autore (Legge n. 633/1941) prevede che
“il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio
senza il consenso di questa” salvo alcuni casi tassativamente indicati dal successivo
art. 97, che recita: “Non occorre il consenso della persona ritratta quando la riprodu-
zione dell’immagine è giustificata dalla notorietà o dall’ufficio pubblico coperto, da
necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o culturali, o quando la
riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi
in pubblico”. Pertanto, è legittimo scattare fotografie che ritraggono una terza persona,
ma non è lecito divulgare (e quindi pubblicare su Internet) le relative immagini senza
il consenso della persona ritratta, salvo le eccezioni di cui sopra. La Cassazione ha
chiarito che il consenso alla divulgazione dell’immagine non deve essere necessaria-
mente scritto, potendo, infatti, essere prestato anche verbalmente, o tacitamente, per
implicito o per fatti concludenti. (Cass. civ., 6 maggio 2010, n. 10957). In tale ipotesi
ci si può rivolgere al Tribunale Civile con provvedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c.
chiedendo la rimozione immediata delle foto dal social network o dal sito ove sono
state pubblicate.

VIOLAZIONE DI DOMICILIO (art. 614 c.p.). – Si procede a querela della persona offesa.
f Si procede d’ufficio se il fatto è aggravato (commesso con violenza sulle cose o per-
sone, o se il colpevole è palesemente armato e il reo si introduce in appartamento clan-
destinamente, ad es. da una finestra lasciata aperta, o con inganno, ad es. fingendosi
portalettere). Si parla di clandestinità nel caso in cui qualcuno entri o si trattenga in
un luogo in modo tale da non essere visto dall’avente diritto; si ha, invece, un inganno
V
qualora lo stesso soggetto agisca ricorrendo ad un mezzo fraudolento.

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VIOLAZIONE DI SIGILLI

f L’arresto è facoltativo in flagranza (come previsto dall’articolo 381, comma 2, lettera


f-bis c.p.p.). In tali ipotesi è irrilevante la proposizione della querela perché si procede
d’ufficio.
f Soggetto attivo può essere soltanto una persona privata o che, comunque, agisca come
tale, in quanto la violazione di domicilio commessa da un pubblico ufficiale costitui-
sce un’autonoma fattispecie delittuosa disciplinata dall’art. 615 del c.p.
f Il reato in esame viene assorbito nel caso di furto in abitazione ex art. 624 bis, quando
l’agente si introduce nell’abitazione altrui al fine di commettere un furto.
f L’art. 52, comma secondo c.p. stabilisce come si presuma l’esistenza della proporzione
tra offesa e difesa se colui che reagisce, trovandosi in uno dei luoghi indicati dall’art.
614 primo e secondo comma c.p., faccia uso di un’arma legittimamente detenuta o di
altro mezzo idoneo per difendere la propria o altrui incolumità, ovvero i propri o gli
altrui beni, quando non ci sia desistenza o ci sia pericolo di aggressione. Il terzo comma
dell’art. 52 c.p. estende siffatta presunzione a tutte quelle ipotesi in cui il pericolo di
un’aggressione ingiusta si verifichi in un qualsiasi luogo, nel quale venga esercitata
un’attività imprenditoriale, commerciale o professionale.
f Integra il reato di violazione di domicilio la condotta del coniuge separato che, non
avendovi più stabile dimora, si introduca nella casa familiare contro la volontà del
coniuge assegnatario (Cass. Pen., Sez. V, 12 luglio 2019 n. 30726).
Esempi:
☛ Se l’ospite non se ne va commette reato, come nel caso di un uomo, accompagnato
alla porta dall’ex moglie, che si era rifiutato di uscire, trattenendosi oltre il dovuto nella
casa della stessa. L’uomo era entrato nell’abitazione con il consenso della donna, ma
in seguito ad un contrasto di opinioni insorto con l’ex, si era trattenuto, sia pure per un
breve arco di tempo, nonostante i ripetuti inviti ad allontanarsi, anche per opera di un
carabiniere intervenuto su richiesta della donna stessa. (Cass. Pen., sez. V, 16 settembre
2014, n. 5315).
☛ Tutte le volte in cui il locale in cui si accede non è indiscriminatamente aperto al pubbli-
co, chi vi si intrattiene contro la volontà del titolare commette violazione di domicilio, in
quanto tali spazi si possono equiparare alla privata dimora. Pertanto, si può configurare
il reato di violazione di domicilio anche nello studio professionale (Cass. Pen., sez. V,
7 febbraio 2018, n. 5797).

VIOLAZIONE DI SIGILLI (art. 349 c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto è consentito solo se il colpevole è colui che ha in custodia la cosa.
f Qualora sia riscontrata la violazione di sigilli, senza che il custode abbia avvertito
dell’accaduto l’autorità, è lecito ritenere che detta violazione sia opera dello stesso cu-
stode, da solo o in concorso con altri, tranne che lo stesso dimostri di non essere stato in
grado di avere conoscenza del fatto per caso fortuito o per forza maggiore. (Cass. Pen.,
sez. III, 11 settembre 2009, n. 35208).

VIOLENZA DI GENERE . – Ogni forma di violenza fisica, sessuale, verbale, psicologica,


economica e morale nei confronti delle donne.
f La legge 19 luglio 2019, n. 69, (c.d. codice rosso), è stata introdotta nel nostro ordina-
mento per rafforzare le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolare
riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica.

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VIOLENZA DI GENERE

f La legge interviene sul codice penale, sul codice di procedura, sul c.d. codice antimafia
e sull’ordinamento penitenziario.
f In particolare, la legge introduce nel codice penale quattro nuovi delitti:
- deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (nuovo
art.583-quinquies c.p.), punito con la reclusione da 8 a 14 anni. Quando dalla commis-
sione di tale delitto consegua l’omicidio si prevede la pena dell’ergastolo. La riforma
inserisce, inoltre, questo nuovo delitto nel catalogo dei reati intenzionali violenti che
danno diritto all’indennizzo da parte dello Stato;
- diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle
persone rappresentate (c.d. Revenge porn, inserito all’art. 612-ter c.p. dopo il delitto
di stalking), punito con la reclusione da 1 a 6 anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro;
la pena si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i
video, li diffonde a sua volta al fine di recare nocumento agli interessati. La fattispecie è
aggravata se i fatti sono commessi nell’ambito di una relazione affettiva, anche cessata,
o con l’impiego di strumenti informatici;
- costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis c.p.), punito con la reclusione da
1 a 5 anni. La fattispecie è aggravata quando il reato è commesso in danno di minori e
si procede anche quando il fatto è commesso all’estero da, o in danno, di un cittadino
italiano o di uno straniero residente in Italia
- violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto
di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 387-bis), punito con la
reclusione da 6 mesi a 3 anni.
f Inoltre, con ulteriori interventi sul codice penale, la legge n. 69 del 2019 prevede modi-
fiche ai delitti di:
- maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.) volte a: inasprire la pena;
prevedere una fattispecie aggravata speciale (pena aumentata fino alla metà) quando il
delitto è commesso in presenza o in danno di minore, di donna in stato di gravidanza
o di persona con disabilità, ovvero se il fatto è commesso con armi; considerare sempre
il minore che assiste ai maltrattamenti come persona offesa dal reato. Inoltre, il delitto
di maltrattamenti contro familiari e conviventi è inserito nell’elenco dei delitti che con-
sentono nei confronti degli indiziati l’applicazione di misure di prevenzione, tra le quali
è inserita la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona da
proteggere.
- atti persecutori (art. 612-bis c.p.), con un inasprimento della pena;
- violenza sessuale (artt. 609-bis e ss. c.p.), inasprendo le pene e ampliando il termine
concesso alla persona offesa per sporgere querela (da 6 mesi a 12 mesi). Il provvedi-
mento, inoltre, rimodula e inasprisce le aggravanti quando la violenza sessuale è com-
messa in danno di minore;
- atti sessuali con minorenne (art. 609-quater c.p.) con la previsione di un’aggravante
(pena aumentata fino a un terzo) quando gli atti siano commessi con minori di anni 14
in cambio di denaro o di qualsiasi altra utilità, anche solo promessi. Tale delitto diviene
inoltre procedibile d’ufficio;-
- omicidio, con l’estensione del campo di applicazione delle aggravanti dell’omicidio
aggravato dalle relazioni personali.
f Infine, con una modifica all’art. 165 c.p., il provvedimento prevede che la concessione
della sospensione condizionale della pena per i delitti di violenza domestica e di genere
V
sia subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero.

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VIOLENZA DI GENERE

f Per quanto riguarda la procedura penale, si è velocizzata l’instaurazione del procedi-


mento penale per i delitti di violenza domestica e di genere, conseguentemente ac-
celerando l’eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime. A tal fine,
la legge n. 69 del 2019 prevede, a fronte di notizie di reato relative a delitti di violenza
domestica e di genere che:
- la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pub-
blico ministero, anche in forma orale; alla comunicazione orale seguirà senza ritardo
quella scritta.
- il pubblico ministero, entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, assuma
informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato; tale termine
può essere prorogato solo in presenza di imprescindibili esigenze di tutela di minori o
della riservatezza delle indagini, anche nell’interesse della persona offesa;
- la polizia giudiziaria proceda senza ritardo al compimento degli atti di indagine
delegati dal PM e ponga, sempre senza ritardo, a disposizione del PM la documentazio-
ne delle attività svolte.
f La legge inoltre:
- modifica la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati
dalla persona offesa per consentire al giudice di garantire il rispetto della misura coerci-
tiva attraverso procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici
(c.d. braccialetto elettronico);
- prevede una serie di obblighi di comunicazione alla persona offesa da un reato di
violenza domestica o di genere e al suo difensore relativi all’adozione di provvedimenti
di scarcerazione, di cessazione della misura di sicurezza detentiva, di evasione, di ap-
plicazione delle misure dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvici-
namento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, di revoca o la sostituzione di misure
coercitive o interdittive a carico dell’indagato.
f Infine, accanto alle modifiche al codice di procedura penale e al codice penale, la legge
n. 69 del 2019 prevede ulteriori disposizioni volte, tra l’altro, a prevedere l’attivazione
di specifici corsi di formazione per il personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei
Carabinieri e della Polizia penitenziaria che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di
polizia giudiziaria in relazione alla prevenzione e al perseguimento dei reati di violenza
domestica e di genere; interviene nel trattamento penitenziario delle persone condan-
nate per reati di violenza domestica e di genere.
f I delitti in materia di violenza di genere, si distinguono in particolare in a) maltrat-
tamenti in famiglia (art. 572-bis c.p.); b) violenza sessuale (609-bis, 609-quater, 609
quinquies, 609-octies c.p.) c) atti persecutori (art. 612-bis c.p.).
f La violenza può riguardare anche i reati sessuali, maltrattamenti e stalking (e lesioni
aggravate) in cui la vittima sia di genere maschile, non mancano ad esempio, seppure
di gran lunga minoritari, casi di maltrattamento di un padre da parte dei propri figli o di
un marito da parte della moglie.
f Dal mese di gennaio 2017, su impulso della Direzione centrale anticrimine, è stato
adottato in tutta Italia il protocollo EVA, nome che ricorda la prima donna secondo
la Bibbia e che, in realtà, è l’acronimo di Esame Violenze Agite. Il progetto, nato dalla
collaborazione con il Dipartimento di psicologia dell’Università degli studi della Cam-
pania “Luigi Vanvitelli”, è stato messo a punto tre anni prima, nel 2014, da Maria Josè
Falcicchia, attuale dirigente dell’UPG (Ufficio prevenzione generale) della Questura di
Milano. Da Milano è stato, poi, ‘esportato’ in tutte le questure italiane. Si tratta di una

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VIOLENZA DI GENERE

modalità operativa di primo intervento per la violenza di genere (maltrattamenti in


famiglia, stalking, abusi, liti familiari, ecc.).
f La novità di questa modalità operativa è la possibilità di raccogliere tracce, fondamenta-
li per ricostruire un precedente o un’intera storia di maltrattamenti e abusi. I due stru-
menti essenziali di cui dispone la Polizia sono: 1) l’arresto obbligatorio in flagranza
per i reati di maltrattamento e atti persecutori. Se non ci sono i presupposti per l’arresto,
si può procedere con l’allontanamento d’urgenza (immediato) in caso di minacce e
lesioni gravi (i cosiddetti ‘reati spia’). Il responsabile della violenza viene allontanato
dalla vittima e dai luoghi da lei frequentati (casa, posto di lavoro); 2) raccolta di tracce
attraverso una processing card con cui gli operatori delle volanti memorizzano tutto
ciò che hanno fatto e visto nei minimi dettagli. Il protocollo consente di inserire nella
banca dati delle forze di Polizia (SDI) una raccolta di informazioni preziosa in caso
di successive aggressioni che consentono l’arresto indipendentemente dalla denuncia
della vittima. La processing card è una scheda che i poliziotti devono compilare ed
inserire negli archivi informatici di Polizia tutte le volte che intervengono a seguito di
una segnalazione. Da questa banca dati, la Sala Operativa può estrapolare informazioni
essenziali quando invia una volante sul posto (tra cui, l’eventuale presenza di armi
censite all’interno dell’abitazione o precedenti) per tutelare sia la vittima sia gli opera-
tori. I poliziotti che intervengono annotano ogni minimo particolare, in caso di lesioni
richiedono l’intervento di personale sanitario, raccolgono informazioni anche dai vicini
di casa. Ogni caso viene schedato, anche quelli che non sfociano in una denuncia. L’o-
biettivo è lasciare traccia, creare una memoria storica per meglio monitorare il fenome-
no, caso per caso, e scegliere la strategia di contrasto più adeguata (arresto in flagranza
di reato, misure cautelari).
f Nel caso di richiesta di intervento telefonico per violenza di genere, l’operatore
della sala operativa dovrà:
- acquisire i dati identificativi della persona chiamante, cercando di tranquillizzarla;
- farsi dare una descrizione dettagliata della situazione e del luogo (indirizzo preciso) in
cui si svolgono o si sono svolti i fatti;
- chiedere se vi sono armi o oggetti pericolosi o nella pronta disponibilità dell’aggressore
o nel luogo in cui si trova la vittima;
- assicurarsi delle condizioni psico-fisiche della vittima e degli eventuali minori presenti
e fornire le prime indicazioni per metterli in sicurezza. In particolare: 1) Se è in casa
occorre consigliare alla donna di uscire immediatamente (portandosi i minorenni even-
tualmente) e di andare in strada o rifugiarsi da un vicino, portando con sé il cellulare,
i documenti, e di attendere l’arrivo delle Forze dell’Ordine. 2) Se è in strada suggerire
alla donna di fermare qualcuno a cui chiedere esplicitamente aiuto e/o di entrare in un
negozio o in un luogo affollato e comunque di attirare l’attenzione del maggior numero
di persone. 3) Qualora emerga un particolare pericolo e sia possibile e opportuno, si re-
sterà in contatto con la vittima per rassicurarla e suggerire i comportamenti più idonei,
fino all’arrivo della pattuglia sul posto. 4) Interrogare la banca dati SDI al fine di acqui-
sire le seguenti informazioni: a) se si tratta del primo intervento di questa natura presso
l’abitazione e/o su richiesta della vittima e/o nei confronti del medesimo aggressore; b)
sull’aggressore: per esempio, se sia in possesso di armi legalmente denunciate, se sia
stato già segnalato in particolare per reati di violenza di genere e, comunque, per reati
V
in materia di violenza alle persone.

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VIOLENZA DI GENERE – MODALITÀ OPERATIVA DEL PRIMO INTERVENTO

f Allertare immediatamente la volante-gazzella più vicina, fornendo tutti i dati acqui-


siti nella telefonata ricevuta. E’ essenziale che il personale che interverrà venga infor-
mato su tutto ciò che è stato riferito nella chiamata;
f Redigere, se necessario, una relazione di servizio sulla chiamata ricevuta, precisan-
do, oltre a quanto riferito al telefono dalla persona chiamante, eventuali ulteriori elemen-
ti oggetto di percezione diretta (per esempio i rumori, le voci, i pianti e le grida sentite);
f Allegare, ove possibile, alla relazione di servizio la registrazione e la trascrizione
della telefonata.

VIOLENZA DI GENERE – MODALITÀ OPERATIVA DEL PRIMO INTERVENTO . – Le Forze


dell’ordine intervenute sul posto, su richiesta telefonica o d’iniziativa, dovranno:
f Entrare nell’abitazione luogo dei maltrattamenti e assicurare l’incolumità della donna
e delle persone presenti (in particolare se minorenni);
f Verificare lo stato delle cose e delle persone presenti che possono aver assistito o preso
parte all’evento. Documentare possibilmente la scena mediante rilievi video/fotogra-
fici, anche con gli smartphone. Avere cura di riprendere ogni elemento sintomatico di
colluttazione o altre condotte aggressive o di danneggiamento (presenza di piatti, cibi e
posate per terra, di porte rotte, di coltelli o oggetti contundenti a portata di mano, ecc.);
f Accertare direttamente quali persone siano presenti nell’abitazione, senza affidarsi
alle dichiarazioni rese dai soggetti che hanno accolto gli operatori. Laddove si ipotizzi
la consumazione di maltrattamenti in famiglia e il nucleo familiare comprenda persone
di età minore, verificare in quali stanze si trovino e le loro condizioni di salute (anche
psichica). Ove i minori non siano presenti, verificare in quale luogo si trovino;
f Gestire l’approccio con la vittima sulla base delle seguenti regole di condotta: parlare
separatamente con la vittima. Evitare assolutamente la presenza di altre persone (ag-
gressore, parenti, figli, ecc.); porsi in atteggiamento di ascolto incondizionato, senza
mostrare di avere fretta, né pregiudizi, con modalità rassicuranti e non colpevolizzanti
(come quella di cercare di capire se abbia lei dato causa all’aggressione);
f Evitare qualsiasi tentativo di riappacificazione tra la vittima e l’aggressore. È segnalata
dalla vittima una violenza e non una lite familiare;
f Verificare attentamente le condizioni della persona indicata quale aggressore: de-
scrivere il suo atteggiamento e puntualizzare se sia accomodante o aggressivo, se sia
lucido o in stato di alterazione (da alcool o stupefacenti o altro), se consenta alle altre
persone presenti di esprimersi liberamente; riportare le frasi da lui pronunciate;
f Verificare attentamente le condizioni della vittima: descrivere il suo atteggiamento,
se è spaventata, se risulti che in stato di alterazione (da alcol o stupefacenti o altro);
f Raccogliere informalmente le prime dichiarazioni della persona offesa e delle altre
persone informate sui fatti;
f Non tentare nessuna forma di mediazione;
f Se è presente un minore, sia esso vittima o persona informata dei fatti, richiedere l’assi-
stenza di uno psicologo specializzato nell’età evolutiva e se si profila la necessità di ascol-
tarlo, ricordare che deve essere sentito nelle forme e nei modi previsti dall’art. 351 c.p.p.;
f Chiedere alla vittima se ha in corso un procedimento di separazione, divorzio e/o
relativo all’affidamento dei figli. In caso positivo acquisire il numero del procedimento
e il Tribunale ove pende il procedimento;
f In separata sede, informare la vittima degli strumenti giuridici a sua tutela e dei
propri figli, ovvero fornire alla donna il numero nazionale anti violenza e stalking 1522

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VIOLENZA DI GENERE – MODALITÀ OPERATIVA DEL PRIMO INTERVENTO

operativo 24 ore e i riferimenti di eventuali centri antiviolenza presenti nel territorio; al


numero verde 1522 rispondono operatrici specializzate, con servizio multilingue, ed è
offerto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
f Invitare la donna a rivolgersi anche a un avvocato rappresentando che è previsto il
gratuito patrocinio e che le spese sono a carico dello Stato.
f Procedere all’arresto in flagranza se ci sono i presupposti di legge o all’allonta-
namento dalla casa familiare nei confronti di uno dei delitti di cui all’art. 282 bis
comma 6 c.p.p.
f La Polizia Giudiziaria dovrà, inoltre, al momento dell’intervento redigere verbale di
sopralluogo e apposita annotazione riepilogativa che dia conto complessivamente
di quanto emerso dalle attività di cui ai punti che precedono. Non utilizzare la qua-
lificazione di “lite in famiglia”, ma quella di “violenza domestica” che correttamente
rappresenta i fatti verificati e percepiti, così astenendosi da valutazioni personali che po-
trebbero essere frutto di un pregiudizio ed una minimizzazione della richiesta di aiuto.
f Procedere, eventualmente con l’ausilio di persone specializzate del corpo di apparte-
nenza, al sequestro di tutto ciò che è di pertinenza del reato e utile alle indagini;
f Adoperarsi perché siano refertate eventuali lesioni rilevate sulla persona offesa oppure
indicare nel verbale ciò che si rileva personalmente e direttamente;
f Acquisire dalla persona offesa tutta la documentazione sanitaria e fotografica relativa
a precedenti lesioni e ricoveri, anche quando in tali occasioni la persona lesa abbia
dichiarato di essersi fatta male accidentalmente;
f Descrivere, nel caso in cui vi siano fondati dubbi circa l’uso di sostanze stupefacenti,
psicotrope o alcoliche da parte dell’aggressore, dettagliatamente il suo comportamento
ed ogni elemento sintomatico da cui si possa desumere il suo stato di alterazione. In caso
di consenso dell’interessato, si potrà accompagnare lo stesso in Ospedale per l’effettua-
zione dei riscontri tossicologici che il personale medico riterrà opportuni. Qualora non vi
sia consenso dell’indiziato, nei casi più rilevanti, la Polizia Giudiziaria dovrà contattare
il PM di turno, per l’eventuale adozione dei provvedimenti di cui all’art. 359 bis c.p.p.;
f Proporre soluzioni di tutela effettiva della persona offesa maggiorenne o la possibilità
di collocazione temporanea in una struttura protetta, ove sussista il rischio concreto di
una reiterazione dei comportamenti aggressivi, e non si sia proceduto all’esecuzione di
misure coercitive nei confronti del soggetto responsabile come indicato oltre;
f Valutare, nel caso di vittima minorenne, previa informazione al sostituto procura-
tore per i minorenni di turno, se sollecitare il servizio sociale territoriale ovvero
provvedere direttamente al collocamento in struttura del minore ex art. 403 c.c.;
f Accompagnare la vittima presso il Pronto Soccorso perché sia sottoposta ad adegua-
te cure. Le lesioni riportate saranno attestate nel certificato dell’Ospedale che dovrà
essere allegato agli atti.
f L’ospedale è tenuto ad applicare le Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le
Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime
di violenza, di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 novembre
2017 (pubblicato sulla GU n.24 del 30-1-2018). In alcune strutture le vittime di violenza
beneficiano, sin dall’arrivo in Pronto Soccorso, di un percorso di accoglienza che si av-
via mediante l’attivazione del Codice Rosa, ad esse espressamente dedicato, che com-
porta il loro inserimento in sale apposite, in cui hanno accesso solamente il personale
medico e le forze di polizia, per garantire al massimo la riservatezza, nonché l’assisten-
za di personale specializzato per offrire un adeguato sostegno sotto ogni profilo. Nelle
V
strutture dove non vi sia tale possibilità, la P.G. dovrà confrontarsi con i responsabili

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VIOLENZA O MINACCIA A PUBBLICO UFFICIALE

del pronto soccorso, in modo da garantire un certo grado di riservatezza ed un sollecito


accesso della persona offesa alla prima visita ed ai successivi accertamenti diagnostici.
f Qualora la vittima non intenda recarsi in ospedale rappresentarle che i mancati accer-
tamenti compiuti nell’immediatezza del fatto potrebbero pregiudicare l’accertamento
delle responsabilità dell’aggressore e avvisare la vittima che può mettersi in contatto
con i Centri antiviolenza, di cui saranno forniti i numeri.
f Procedere all’arresto in flagranza se ci sono i presupposti di legge o all’allonta-
namento dalla casa familiare nei confronti di uno dei delitti di cui all’art. 282 bis
comma 6 c.p.p.
f Va in ogni caso redatta l’annotazione di Polizia Giudiziaria.

VIOLENZA O MINACCIA A PUBBLICO UFFICIALE (art. 336 c.p.). – La condotta consiste


nell’ usare violenza o minaccia a un pubblico ufficiale (357) o ad un incaricato di un
pubblico servizio (358), per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, (319,
322, 326) o ad omettere un atto dell’ufficio (328) o del servizio ovvero per costringere
alcuna delle persone anzidette a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o per
influire, comunque, su di essa (339).
f Si procede d’ufficio.
f Arresto facoltativo in flagranza. Fermo non consentito.
Esempi:
☛ È stata ritenuta minaccia a p.u. idonea a coartare la volontà del p.u. la condotta di un
vice questore di Polizia, che in presenza di due appuntati dei Carabinieri, intervenuti sul
posto per i necessari rilievi a causa dell’incidente stradale occorsogli, aveva effettuato
alcune telefonate ad un Prefetto, chiamandolo ad alta voce “eccellenza” e lamentandosi
del comportamento dei due ufficiali (Cass. Pen., sez. VI, 4 agosto 2004, n. 33429).
☛ Minacciare un testimone perché non deponga o testimoni il falso o sia reticente configu-
ra il reato de quo in considerazione del fatto che il testimone acquista la qualità di p.u.
al momento della citazione e la conserva prima, durante e dopo l’esame testimoniale
(Cass. Pen., sez. VI, 12 giugno 1986, n.5414).
☛ Il detenuto che prospetta ad un agente di polizia penitenziaria di auto lesionarsi se non
viene fatto uscire di cella, realizza la fattispecie delittuosa di cui all’art. 336 c.p. perché
si tratta di minaccia idonea a coartare la volontà del p.u. (Cass. Pen., sez. VI, 8 gennaio
1998, n. 95).
☛ Integra il reato di cui all’art. 336 c.p. la minaccia alle guardie giurate, alle quali compete la
qualifica di incaricato di pubblico servizio (Cass. Pen., sez. I, 19 settembre 1996, n. 8532).

VIOLENZA PRIVATA (art. 610 c.p.). – Il reato sussiste quando con violenza (qualsiasi mez-
zo idoneo a privare coattivamente l’offeso della libertà di autodeterminarsi) o minaccia
si costringe taluno a fare, tollerare o omettere una determinata cosa.
f Si procede d’ufficio.
f L’arresto è facoltativo in flagranza. Il fermo non è consentito.
Esempi:
☛ Apporre una catena con lucchetto ad un cancello, impedendo all’avente diritto di entra-
re nella propria abitazione (Cass. Pen., sez. V, 7 maggio 1998, n. 1195).
☛ Parcheggiare intenzionalmente la propria vettura dietro quella della parte lesa così im-
pedendole di muoversi (Cass. Pen., sez. V, 11 novembre 2005, n. 40983).

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VIOLENZA SESSUALE

☛ Costringere il conducente di un’auto a fermarsi contro la sua volontà (Cass. Pen., sez.
V, 03 giugno 2013, n. 23495).
☛ Cacciare il coniuge di casa (Cass. Pen., sez. V, 15 ottobre 2012, n. 40383).
☛ Cambiare la serratura di casa per impedire all’ex di entrare integra il reato di violenza
privata, in quanto l’elemento della violenza si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a
privare coattivamente l’offeso della libertà di determinazione e di azione, potendo con-
sistere anche in una violenza ‘impropria’, che si attua attraverso l’uso di mezzi anomali
diretti ad esercitare pressioni sulla volontà altrui, impedendone la libera determinazione
(Cass. Pen., sez. V, 20 giugno 2016, n. 25626). Anche qualora la casa sia di proprietà, il
coniuge proprietario dell’immobile, non potrà cambiarne la serratura, in caso di intol-
lerabilità, fino a quando il giudice non abbia emesso un provvedimento di separazione
con cui autorizzi i coniugi a vivere separatamente e assegni a uno dei due la casa fami-
liare. Diversamente l’altro coniuge potrà rivolgersi al giudice per riottenere, attraverso
una specifica azione (la cosiddetta “azione di reintegrazione” ex art. 1168 cod. civ.), il
possesso del bene; il coniuge cui sia stato impedito l’accesso alla casa familiare potrà
chiedere anche il risarcimento per il conseguente danno riportato (si pensi alla necessità
di trovare una nuova e adeguata soluzione abitativa).
☛ Uomo tenta di bloccare col proprio corpo la marcia di un motociclo (Cass. Pen., sez. V,
2 gennaio 2020, n. 16)

VIOLENZA SESSUALE (art. 609 bis c.p.). – Si realizza quando si costringe taluno con
violenza (fisica o psichica), minaccia (male ingiusto prospettato alla vittima) o abuso
di autorità (quest’ultima ipotesi si configura ad es. nel caso del capotreno che chiede
prestazione sessuale a donna senza biglietto) a compiere o subire atti sessuali ovvero
quando si trae in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra
persona (fornendo false generalità ovvero false indicazioni di status e qualità personali,
come nel caso di chi si finge medico o avvocato o celibe per carpire i favori sessuali del-
la vittima), ovvero quando si approfitta della condizione di inferiorità psichica o fisica
della persona offesa (come nell’ipotesi di congiunzione carnale con persona che il reo sa
essere malata di mente o qualora la persona offesa si trovi in uno stato di infermità psi-
chica determinato dall’assunzione di bevande alcooliche o stupefacenti (Cass. Pen.,
Sez. III, 4 ottobre 2017, n. 45589).
f Arresto obbligatorio in flagranza, salvo nei casi di minore gravità dove l’arresto è
facoltativo.
f Si procede a querela di parte, irrevocabile, che può essere proposta entro dodici mesi
(Legge n. 69 del 19 luglio 2019); ovvero si procede d’ufficio se la violenza sessuale è
commessa nei confronti di minore degli anni 18, oppure se commessa da soggetto legato
da un “rapporto di supremazia” con il minore, se commessa da un pubblico ufficiale o
da un incaricato di pubblico servizio nell’esercizio delle proprie funzioni, oppure se la
violenza sessuale è connessa con un altro delitto per il quale si deve procedere d’uffi-
cio. Se la vittima dell’abuso è un minorenne che non ha compiuto i quattordici anni, o
interdetto a cagione d’infermità di mente, il diritto di querela è esercitato dal genitore
o dal tutore (120 c.p.). La querela può essere presentata personalmente dal minorenne
se ultraquattordicenne. Secondo le disposizioni contenute negli artt. 121 c.p. e 338 c.p.,
inoltre, in caso di conflitto d’interessi con l’esercente la potestà o quando non vi è chi
abbia la rappresentanza del minore di quattordici anni, la querela può essere proposta
V
da un curatore speciale, nominato dal giudice delle indagini preliminari su istanza del

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VIOLENZA SESSUALE

pubblico ministero o degli stessi servizi che hanno per scopo la cura, l’educazione, la
custodia o l’assistenza dei minorenni.
f Solo previo consenso della vittima, inviarla in ospedale per l’ispectio corporis, ad es.
della vagina, al fine di individuare ecchimosi, sangue, liquido seminale, urina, segni
della violenza.
f Se la violenza sessuale (congiunzione carnale o altro atto di libidine) è commessa in
luogo privato (abitazione, studio, ufficio) e l’operatore di polizia giunge (perché chia-
mato da vicini o perché sollecitato dalle richieste di aiuto della vittima) sul luogo stesso,
l’agente di p.g. che coglie il reo in flagranza di reato ha la facoltà di arrestarlo se la
persona offesa sporge, anche oralmente, querela. In tal caso l’agente darà atto della
querela proposta nel verbale di arresto.
f In caso di proposizione della querela per violenza sessuale non in flagranza di reato,
la p.g. al fine di compiere tutte quelle attività previste dall’art. 55 c.p., si avvarrà dei
mezzi di ricerca della prova (ispezione, perquisizioni, sequestri probatori, intercetta-
zioni telefoniche e ambientali), andando a perquisire l’abitazione del presunto autore
per ricercare, attraverso l’ispezione, cose pertinenti al reato e, attraverso la perquisi-
zione, il corpo del reato o tracce di esso: materiale pornografico, sadomaso, agende,
corrispondenza mail, eventuali ritagli di giornale con annunci sessuali, il cellulare per
un’eventuale perizia informatica al fine di individuare le chiamate e gli sms partiti da
quel telefono eventualmente a numeri erotici o a prostitute). Potrà anche avvalersi dello
SDI, su cui sono inseriti i precedenti di polizia, tutto al fine di delineare la personalità
del soggetto, che potrebbe individuarsi come tendente a condotte a forte ispirazione
sessuale. A tal proposito, occorre ricordare che l’art. 16 della L.66/96 ha previsto che
colui che compie delitti contro la libertà personale (609-bis, ter, quater, octies c.p.) può
essere sottoposto dall’Autorità Giudiziaria ad accertamenti medici quando le modalità
del fatto a lui addebitato prospettano il rischio che alla vittima del reato siano sta-
te trasmesse malattie. La vittima invece può essere sottoposta ad ispezione corporale
(ispectio corporis), ad es. della vagina, per accertare la presenza di ecchimosi, sangue,
liquido seminale, urina solo previo consenso della stessa persona offesa.
f Se il violentato è il minore, si controlleranno i quaderni, i disegni, i diari al fine di
accertare se ha scritto in essi qualcosa di indiziario; si acquisiranno le scarpe per even-
tuali tracce di materiale che consenta di individuare il luogo in cui il delitto è avvenu-
to; si controllerà nei cestini dei rifiuti a casa del reo per cercare eventuali cerotti che
potrebbero contenere tracce della vittima; si ispezioneranno le unghie della vittima e
dell’autore al fine di trovarci liquidi, sebo, cellule epiteliali, peluria, ecc., si sentiranno
gli insegnanti i quali, essendo pubblici ufficiali, hanno l’obbligo giuridico di segnalare
ai servizi sociali eventuali anomalie che riguardano i minori, altrimenti incorrono nel
reato di concorso morale mediante omissione (concorso omissivo nel reato omissivo).
f In materia di delitti sessuali, la p.g. potrà pure procedere ad intercettazioni ambientali e
telefoniche trattandosi di delitti la cui pena base è di 5 anni (le intercettazioni possono
essere richieste dal PM e disposte dal GIP con decreto motivato in determinati casi previsti
dall’art. 266 e ss. c.p.p. tra cui quando si tratta di delitti non colposi (43 c.p.) per i quali
è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni.
f L’art. 351 comma 1 ter c.p.p. ha previsto che quando, per i delitti di violenza sessuale,
la p.g. assume informazioni da minori deve avvalersi dell’ausilio di un esperto in
psicologia o in psichiatria infantile, nominato dal pubblico ministero. Lo stesso sono
obbligati a fare P.M. e difensore quando assumono informazioni da minori (artt. 362
co.1 bis e 391 bis, co. 5-bis c.p.p.).

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VIOLENZA SESSUALE

Esempi:
☛ Si ravvisa violenza sessuale nell’inviare foto hard a minorenni su WhatsApp anche sen-
za "contatto fisico", in particolare “nell’induzione allo scambio di foto erotiche, nella
conversazione sulle pregresse esperienze sessuali, i gusti erotici, nella crescente minac-
cia a divulgare in pubblico le chat". (Cass. Pen., sez. III, 8 settembre 2020, n. 25266).
☛ L’azione subdola di chi approfitta della stretta vicinanza con un’altra persona per mo-
lestarla appoggiando la mano su una parte del suo corpo (in genere, una zona intima),
sperando di trarne piacere (la c.d. mano morta) costituisce il reato di violenza sessuale.
Affinché scatti il reato, dunque, non occorre una congiunzione carnale completa (cioè, un
rapporto sessuale in senso stretto), bensì sono sufficienti i meri atti sessuali, pertanto la
mano morta fatta per toccare, palpeggiare o sfregare le zone erogene di un passeggero che,
stretto nella ressa dell’autobus, non può muoversi è a tutti gli effetti una violenza sessua-
le, come tale punita con la reclusione (Cass. Pen, Sez. III, 13 novembre 2017, n. 51581).
☛ Anche un bacio non voluto configura il reato di violenza sessuale. Condannato per
violenza sessuale il preside di una scuola che, in più occasioni, ha convocato un’alunna
nel proprio ufficio per baciarla sulle guance ed abbracciarla stringendola a sé. (Cass.
Pen., 4 marzo 2014, n. 10248).
☛ Toccamenti delle parti intime o, più in generale, erogene, effettuati sopra i vestiti e gli
abbracci accompagnati da toccamenti di parti del corpo della vittima (Cass. Pen., sez.
III, 5 dicembre 2005, n. 44246).
☛ Una toccata fugace al seno di una donna in topless è violenza sessuale (Cass. Pen., sez.
III, 22 maggio 2007 n.19718).
☛ Infilare la mano nella maglietta ed iniziare ad “accarezzare la schiena spingendo la
mano sotto l’ascella verso il seno, in contrasto con la volontà del soggetto passivo”
(Cass. Pen., sez. III, 29 gennaio 2008, n. 4538).
☛ Chi, durante un rapporto sessuale, prosegua l’atto senza tener conto del ripensamento
della vittima oppure del suo rifiuto ad accettare forme o modalità di consumazione del
rapporto. Il consenso dell’altro partner deve essere presente per tutto il rapporto senza
mai trovare interruzione. (Cass. Pen., sez. III, 6 febbraio 2014, n. 5768).
☛ Risponde del reato di violenza sessuale il dentista che nel corso di una visita odontoia-
trica e con abuso della sua professione compie, nei confronti di una minore, molestie
sessuali consistenti in palpeggi delle mammelle e della zona genitale (Cass. Pen., sez.
III, 23 luglio 2014, n. 32957).
☛ Soggetto che costringe la vittima a masturbarlo nonché a subire degli strofinamenti con il
pene in erezione sul fondo della schiena (Cass. Pen., sez. III, 3 novembre 2000, n. 11278).
☛ Il bacio rubato è violenza sessuale. Strappare un bacio alla ex per tentare di riconqui-
starla può costare una condanna per violenza sessuale, in quanto la bocca deve essere
considerata “zona erogena”. Nella nozione di “atti sessuali” si devono includere “non
solo gli atti che involgono la sfera genitale, bensì tutti quelli che riguardano le zone
erogene su persona non consenziente”, ed “il riferimento al sesso non deve limitarsi
alle zone genitali, ma comprende anche quelle ritenute dalla scienza non solo medica,
ma anche psicologica e sociologica, erogene, tali da essere sintomatiche di un istinto
sessuale”; pertanto, “tra gli atti suscettibili di integrare il delitto in oggetto, va ricom-
presso anche il mero sfioramento con le labbra sul viso altrui per dare un bacio, allorché
l’atto, per la sua rapidità ed insidiosità, sia tale da sovrastare e superare la contraria
volontà del soggetto passivo” (Cass. Pen., sez. III, 26 marzo 2007, n. 12425) che ha
confermato la condanna ad un anno e due mesi e al risarcimento di cinquemila euro a
V
carico dell’imputato).

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VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO

f È reato di violenza sessuale, consumata e non solo tentata, mettere la mano nella
scollatura di una donna e toccare lo spazio tra i due seni contro la sua volontà (Corte
d’Appello di Palermo, sez. III penale, 6 luglio 2015 n. 2605).
f Va condannato per violenza sessuale il marito che costringe la moglie ad avere rapporti
sessuali non protetti con lui, nonostante l’uomo fosse da tempo affetto da HIV, circo-
stanza inizialmente non conosciuta dalla persona offesa, ma appresa successivamente
per caso, tanto da provocare il rifiuto di avere ulteriori rapporti non potetti (Cass. Pen.,
sez. III, 3 ottobre 2017, n. 52051).

VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO (art. 609 octies c.p.). – Si procede d’ufficio.


f Arresto obbligatorio in flagranza (380 lett. d bis c.p.p.).
f Fermo di indiziato di delitto: consentito (384 c.p.p.).
f Misure cautelari personali: consentite (280, 287 c.p.p.); consentito l’allontanamento
dalla casa familiare (art. 282 bis c.p.p.) se il delitto è commesso in danno dei prossimi
congiunti o del convivente.
f Il reato sussiste quando almeno 2 persone riunite partecipano ad atti di violenza ses-
suale (Cass. Pen., sez. III, 11 ottobre 1999, n. 11541), anche se non è necessario che
tutti i componenti del gruppo compiano atti di violenza sessuale, essendo sufficiente
che dal compartecipe sia comunque fornito un contributo causale alla commissione del
reato, né è necessario che i componenti del gruppo assistano al compimento degli atti
di violenza sessuale, essendo sufficiente la loro presenza nel luogo e nel momento in
cui detti atti vengono compiuti, anche da uno solo dei compartecipi, atteso che la de-
terminazione di quest’ultimo viene rafforzata dalla consapevolezza della presenza del
gruppo (Cass. Pen., sez. III, 1 giugno 2000, n. 6464).
Esempi:
☛ La violenza sessuale di gruppo si distingue dall’ordinario concorso di persone nel
reato, in quanto richiede per la sua integrazione, oltre alla volontà dei compartecipi
al delitto, anche la simultanea effettiva presenza di costoro nel luogo e nel momento
di consumazione dell’illecito, senza che, peraltro, ciò comporti anche la necessità che
ciascun compartecipe ponga in essere un’attività tipica di violenza sessuale. Per cui
sussiste il reato di cui all’art. 609 octies c.p. nell’ipotesi in cui alcuni soggetti, dopo aver
condotto la vittima su una spiaggia, a turno si congiungono carnalmente con la stessa,
a prescindere dal fatto che ciascun congiungimento sia il frutto di autonoma delibera-
zione di chi lo realizza (Cass. Pen., sez. III, 11 ottobre 1999, n. 11541).
☛ Sussiste violenza sessuale di gruppo con abuso delle condizioni di inferiorità psichica
o fisica anche se la vittima ha assunto alcool o droga di sua spontanea volontà (Cass.
Pen., sez. III, 4 ottobre 2017, n. 45589).
☛ Integra il reato di violenza sessuale di gruppo, ex art. 609-octies c.p., con abuso delle
condizioni di inferiorità psichica o fisica, la condotta di coloro che inducano la persona
offesa a subire atti sessuali in uno stato di infermità psichica determinato dall’assun-
zione di bevande alcoliche, essendo l’aggressione all’altrui sfera sessuale connotata da
modalità insidiose e subdole (Cass. Pen., Sez. III, 16 ottobre 2012, n. 40565).

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MODULISTICA

Modulistica

ARRESTO
(Intestazione Ufficio)

OGGETTO: VERBALE DI ARRESTO in flagranza operato nei confronti di … , nat … a


…, il … , residente a … , in Via … , soprannome/pseudonimo … , professione … , incen-
surat … /pregiudicat … , resosi responsabile del reato di: …

L’anno … , il mese … , addì … , alle ore … , nell’ Ufficio … , noi sottoscritti Ufficiali ed
Agenti di P.G.: … in servizio presso il suddetto Ufficio, diamo atto che il … , alle ore … ,
in … abbiamo proceduto all’arresto di … , in oggetto meglio generalizzato, in quanto …
Dell’ avvenuto arresto é stato dato avviso al Procuratore della Repubblica presso … , di
… nella persona del Dottor … alle ore … , del … . Lo stesso disponeva: … (indicare se il
P.M. ha disposto che l’arrestato/a: sia posto/a agli arresti domiciliari e dove, in attesa del
rito direttissimo o per altra ragione; sia custodito/a presso le celle di sicurezza, in attesa
del rito direttissimo; sia tradotto/a presso la casa circondariale/mandamentale/di reclu-
sione) a disposizione dell’A.G.
Si dà atto che l’arrestato é stato reso edotto della facoltà di nominare un proprio difen-
sore di fiducia, a tal proposito ha dichiarato: di nominanare l’Avvocato … tel … del foro di
… // Di non essere in grado di indicare alcuno pertanto è stato designato dal P.M. Dott. …
quale difensore d’Ufficio l’Avvocato … tel … del foro di …
Il predetto difensore, Avv. … , alle ore … , del … é stato avvisato dell’ avvenuto arresto.
Al/Alla nominato/a in oggetto è stata data comunicazione per iscritto in lingua italiana
(oppure indicare la lingua utilizzata e le generalità dell’interprete che eventualmente ha
eseguito la traduzione) delle facoltà e dei diritti previsti dall’articolo 386 c.1 c.p.p. (Qualora
non fosse possibile la consegna immediata di comunicazione scritta di tali facoltà/diritti,
occorrerà utilizzare la seguente formula: Non essendo prontamente disponibile per iscritto
in lingua comprensibile al/lla nominato/a in oggetto, la comunicazione su facoltà e diritti
previsti dall’art. 386 c.1 c.p.p. è stata data oralmente tramite l’interprete Sig./Sig.ra (gene-
ralità) e si è fatto riserva di provvedervi per iscritto senza ritardo non appena possibile).
Si da atto infine che all’arrestato é stato chiesto parere i merito all’ avviso ai familiari di
quanto avvenuto. In merito ha dichiarato: …
Dopo le formalità di rito, alle ore … odierne/del … l’arrestato/a è stato accompagna-
to/a presso l’abitazione familiare sita in … /è custodito/a presso le celle di sicurezza di
quest’ufficio/è stato/a associato/a presso la locale casa circondariale (ecc., indicare in
modo preciso il luogo di custodia) a disposizione dell’A.G.

Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.


I verbalizzanti

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MODULISTICA

N.B.:
- Nel caso di reato perseguibile a querela nel verbale si deve dare atto della dichia-
razione orale di querela con la seguente formula: “... abbiamo proceduto all’arresto della
persona indicata in oggetto colta nella flagranza del reato di ... per il quale è stata presen-
tata querela orale dal/dalla Sig./Sig.ra ... (indicare generalità complete del querelante)”.
- In caso di arresto facoltativo, nell’esposizione dei fatti evidenziare gli elementi carat-
terizzanti la gravità del fatto o la pericolosità del soggetto.
- Nel caso in cui la persona tratta in arresto sia un cittadino non italiano ulteriore av-
viso della misura precautelare adottata deve essere dato all’autorità consolare del Paese di
cittadinanza (art. 2 c.7 D. Lgs. 286/1998).
- Se non è possibile trasmettere il verbale nel termine di 24 ore dall’avvenuto arresto
occorre dare atto della preventiva autorizzazione del P.M, utilizzando la seguente formula:
Si dà atto che il verbale non è trasmesso nel termine di 24 ore dall’avvenuto arresto in
quanto il differimento della trasmissione è stato autorizzato dal predetto Sostituto Procu-
ratore ex art. 386 c.3 c.p.p.
- Per i minori la comunicazione dell’arresto deve essere data all’esercente la potestà
genitoriale o all’affidatario, nonché ai servizi minorili dell’amministrazione di giustizia.
- Se è nominato un difensore d’ufficio, dare atto nel verbale degli avvisi relativi all’ob-
bligo di retribuirlo (art. 31 disp. att. c.p.p.) ed alla possibilità di richiedere il gratuito
patrocinio (art. 76 D.P.R. 115/2002).
- Quando l’arrestato non conosce la lingua italiana nel verbale si deve dare atto della
nomina e della presenza dell’interprete, per consentire all’interessato di comprendere l’ac-
cusa e di esercitare il diritto al colloquio con il difensore.

CARTA DEI DIRITTI


Il giorno … del mese di … dell’anno 202 … alle ore … presso … (indicazione del luogo
in cui è redatto l’atto), innanzi a noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di P.G. … (cognome e
nome dei verbalizzanti), appartenenti all’Ufficio in intestazione, è presente il sig./la Sig.
ra … (generalità complete) al/alla quale in qualità di persona arrestata/fermata in ordine
al/ai reato/i di cui agli artt./all’art. … c.p./legge n … , per i fatti accertati in … (indicare il
luogo) in data …, è consegnata la presente carta dei diritti redatta in forma chiara e precisa
(e, se questi non conosce la lingua italiana dare atto che è stata tradotta in una lingua a lui
comprensibile ovvero è un cittadino italiano appartenete ad una minoranza linguistica),
con cui lo/la informano:
a. della facoltà di nominare un difensore di fiducia e di poter essere ammesso al patro-
cinio a spese dello Stato nei casi previsti dalla legge;
b. del diritto di ottenere informazioni in merito all’accusa;
c. del diritto all’interprete ed alla traduzione di atti fondamentali (ove non conosca la
lingua italiana o appartenga ad una minoranza linguistica);
d. del diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere;
e. del diritto di accedere agli atti sui quali si fonda l’arresto o il fermo;
f. del diritto di informare le autorità consolari e di dare avviso ai familiari;
g. del diritto di accedere all’assistenza medica di urgenza;
h. del diritto di essere condotto davanti all’autorità giudiziaria per la convalida entro
novantasei ore dall’avvenuto arresto o fermo;
i. del diritto di comparire dinanzi al giudice per rendere l’interrogatorio e di proporre ri-
corso per cassazione contro l’ordinanza che decide sulla convalida dell’arresto o del fermo.

Letto, confermato e sottoscritto in data, ora e luogo di cui sopra.

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MODULISTICA

PERQUISIZIONE PERSONALE EX ART. 352 C.P.P.

(Intestazione dell’ufficio)

Oggetto: VERBALE DI PERQUISIZIONE PERSONALE, EX ART. 352 C.P.P., eseguita a


carico di: … (generalità complete) … identificato/a a mezzo … (estremi del documento
o altre modalità).

Il giorno … del mese di … dell’anno 202 … alle ore … presso … (indicazione del luogo
in cui è redatto l’atto), noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di P.G. … (cognome e nome dei
verbalizzanti), appartenenti all’Ufficio in intestazione, con il presente verbale diamo atto
che avendo fondato motivo di ritenere che il/la nominato/a in oggetto occultasse cose
o tracce pertinenti al reato ed al fine di evitare che le stesse potessero essere disperse,
distrutte o alterate, alle ore … odierne/del … in … (indicare il luogo e l’indirizzo dove è
stata eseguita la perquisizione) abbiamo proceduto alla perquisizione personale del/della
predetto/a.
La perquisizione è stata eseguita in quanto … (indicare le ragioni della perquisizione
con seguenti formule: il/la nominato/a in oggetto è stato/a arrestato/a oppure fermato/a
colto/a in flagranza del reato di cui agli artt./all’art. … ; il/la nominato/a in oggetto è
evaso/a; si è proceduto all’esecuzione del provvedimento che dispone la custodia caute-
lare/l’ordine di carcerazione/il fermo d’indiziato di delitto e sussistono particolari motivi
d’urgenza che non hanno consentito la tempestiva emissione del decreto dell’A.G.).
L’atto è stato effettuato da operatore di P.G. dello stesso sesso dell’interessato/a, nel
rispetto della dignità della persona e di tutte le formalità di legge.
L’interessato/a prima di procedere all’atto è stato/a reso/a edotto/a della facoltà di farsi
assistere da un legale di fiducia. In ordine a tale avvertimento il/la predetto/a ha dichiara-
to di non volersi/volersi avvalere di tale facoltà (nell’eventualità che l’interessato/a dichia-
ri di volersi fare assistere, dare atto delle modalità di avvertimento al difensore e del fatto
che lo stesso è stato informato che stante l’urgenza non era possibile attenderne l’arrivo).
L’atto è stato effettuato da operatore di P.G. dello stesso sesso dell’interessato/a, nel
rispetto della dignità della persona e di tutte le formalità di legge.
La perquisizione è terminata alle ore … odierne/del … e ha dato esito negativo/positivo
(in quest’ultimo caso aggiungere la seguente formula: avendo portato al sequestro degli
oggetti/del materiale/dei documenti descritti/o nel relativo verbale di sequestro).

Letto, confermato e sottoscritto, alle ore …

N.B.
- Se la perquisizione è eseguita avvalendosi di un ausiliario di P.G. o di personale
sanitario se ne deve dare atto nel verbale. Nei casi eccezionali in cui la perquisizione è
eseguita da operatore di P.G. di diverso sesso dell’interessato, nel verbale si devono
indicare le ragioni dell’urgenza e dell’indifferibilità dell’atto. - Quando il soggetto nei con-
fronti del quale si esegue la perquisizione non conosce la lingua italiana occorre dare
atto dell’avvenuta nomina e della partecipazione dell’interprete all’atto, per consentirgli di
comprenderne le ragioni e lo scopo.

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MODULISTICA

SEQUESTRO EX ART. 354 C.P.P.

(Intestazione dell’Ufficio)

Oggetto: VERBALE DI SEQUESTRO, EX ART. 354 C.P.P., REDATTO A CARICO DI: …


(generalità complete) identificato/a a mezzo … (estremi del documento o altre modalità).

Il giorno … del mese di … dell’anno 202… alle ore … presso … (indicazione del luogo
in cui è redatto l’atto), noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di P.G. … (cognome e nome dei
verbalizzanti), appartenenti all’Ufficio in intestazione, con il presente verbale diamo atto
che … (indicare il presupposto dell’atto, ad es.: a seguito di perquisizione personale/locale
eseguita nei confronti della persona in oggetto indicata; a seguito del corpo del reato sul
luogo del delitto, ecc.), non potendo attendere l’arrivo sul posto del P.M. competente e al
fine di evitare che le tracce o cose pertinenti al reato potessero essere disperse, distrutte
o alterate, alle ore … odierne/del … in … (indicare il luogo e l’indirizzo dove è stato ese-
guito il sequestro) abbiamo proceduto al sequestro di quanto di seguito elencato: … (elen-
co dei beni mobili/immobili/del materiale sequestrati, delle condizioni in cui si trovano
all’atto del sequestro e delle modalità di esecuzione dell’atto, es. mediante apposizione di
sigilli, numerazione dei documenti, ecc).
L’interessato/a prima di procedere all’atto è stato/a reso/a edotto/a della facoltà di farsi
assistere da un legale di fiducia. In ordine a tale avvertimento il/la predetto/a ha dichiara-
to di non volersi/volersi avvalere di tale facoltà (nell’eventualità che l’interessato/a dichia-
ri di volersi fare assistere, dare atto delle modalità di avvertimento al difensore e del fatto
che lo stesso è stato informato che stante l’urgenza non era possibile attenderne l’arrivo).
Si dà atto che il materiale sequestrato, debitamente repertato, verrà custodito presso
… in attesa di essere depositato presso l’Ufficio reperti del … (indicare l’Ufficio reperti
dell’A.G. competente) / è stato affidato in giudiziale custodia con separato verbale al …
(indicare le generalità del custode).
Le operazioni relative al sequestro sono terminate alle ore … odierne/del …
Del presente verbale viene consegnata copia all’interessato/a ex art. 355 c.1 c.p.p.

Letto, confermato e sottoscritto, alle ore …

N.B.
- Se il sequestro è eseguito dai soli Agenti di P.G. nella parte iniziale del verbale
inserire la seguente formula: “Noi sottoscritti Agenti di P.G. …. abbiamo proceduto al
sequestro… in quanto ricorrevano particolari motivi di necessità ed urgenza, tali da non
poter attendere l’arrivo sul posto di un Ufficiale di P.G. o del P.M. competente ed al fine
di evitare che le tracce…”.
- Quando il soggetto nei confronti del quale si esegue il sequestro non conosce la lin-
gua italiana occorre dare atto dell’avvenuta nomina e della presenza dell’interprete, per
consentirgli di comprenderne le ragioni e lo scopo.

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MODULISTICA

ELEZIONE DI DOMICILIO

(Intestazione dell’Ufficio)

Oggetto: VERBALE DI ELEZIONE/DICHIARAZIONE DI DOMICILIO EX ART. 161


C.P.P. REDATTO NEI CONFRONTI
di: … (generalità complete)

Il giorno … del mese di … dell’anno 202… alle ore … presso … (indicazione del luogo
in cui è redatto l’atto), innanzi a noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di P.G. … (cognome
e nome dei verbalizzanti), appartenenti all’Ufficio in intestazione, è presente la persona
in oggetto indicata, la quale è resa edotta di essere indagata in ordine al/ai reato/i di cui
agli artt./all’art. c.p./legge n… , per i fatti accertati in … (indicare il luogo) in data …, in
quanto … (succinta esposizione dell’accaduto).
Il/La Sig./Sig.ra … è invitato/a ad eleggere o dichiarare domicilio ed è altresì invitato/a
a dichiarare le proprie generalità, previa ammonizione circa le conseguenze cui si espone
nel caso in cui si rifiuta di fornirle o le indica false.
Pertanto dichiara: “Sono e mi chiamo … (indicare eventuale pseudonimo), sono nato/a
a … il … e sono residente in … alla via … n. …; al fine della mia identificazione esibisco
… (indicare tipo ed estremi del documento di riconoscimento)”.
La stessa persona è invitata ad eleggere/dichiarare domicilio per le notificazioni a nor-
ma dell’art. 161 c.p.p., previo avviso che in qualità di persona sottoposta alle indagini
ha l’obbligo di comunicare ogni mutamento del domicilio, dichiarato o eletto, e che in
mancanza di tale comunicazione o in caso di rifiuto di dichiarare o eleggere domicilio, le
notificazioni verranno eseguite presso il difensore di fiducia se designato, altrimenti presso
il legale d’ufficio.
Si dà atto che il/la Sig./Sig.ra riferisce di eleggere/dichiarare domicilio presso … (indi-
care specificamente il luogo riferito, ad es. lo studio del difensore di fiducia o l’abitazione
familiare, ecc.).
E’ invitato/a, altresì, a nominare un difensore di fiducia, previo avviso che può es-
sere ammesso/a al patrocinio a spese dello Stato, sussistendone le condizioni previste
dalD.P.R. 115/2002 e successive modifiche ed integrazioni, producendo istanza all’A.G.
procedente e che, ove non ricorrono i presupposti per l’ammissione a tale beneficio, dovrà
retribuire il difensore d’ufficio.
Il/La Sig./Sig.ra … nomina proprio difensore l’Avv. … del Foro di … con studio in …
via … n. … /si riserva di nominare un difensore di fiducia successivamente /dichiara di
volersi avvalere del difensore che verrà nominato d’ufficio.
Si dà atto, infine, che l’indagato è stato informato della facoltà di richiedere la sospen-
sione del procedimento e di essere ammesso alla prova ai sensi dell’art. 168 bis c.p.p. per
i reati puniti con la sola pena pecuniaria o con la pena edittale detentiva non superiore
nel massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria e per quelli
indicati dall’art. 550 c.2 c.p.p., con l’avvertenza che l’esito positivo della prova estingue
il reato.

Letto, confermato e sottoscritto, alle ore …

217

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MODULISTICA

PERQUISIZIONE PERSONALE, AI SENSI DELL’ART. 4 LEGGE 152/75

(Intestazione dell’Ufficio)

OGGETTO: Verbale di perquisizione personale sul posto operata nei confronti di …


(cognome e nome) nato a … il … residente in … via … nr. … tel. … titolo di studio … atti-
vità lavorativa … censurato per … (indicare i precedenti penali) o incensurato, identificato
con … (tipo di documento ed estremi)

- art. 4 Legge 152/1975 -

L’anno … addì … del mese di … alle ore … in … (indicare la località)


I sottoscritti Ufficiale e/o Agenti di P.G. … (cognomi, nomi, qualifiche o gradi) effettivi
presso … (ufficio, comando o ente), nel corso di un servizio di … (INDICARE L’OPE-
RAZIONE DI POLIZIA IN CORSO), danno atto che in data … alle ore … in … hanno
proceduto alla identificazione della persona in oggetto indicata trovata (in atteggiamento
sospetto; nei pressi di un importante obiettivo quale: istituto bancario, sede di ambasciata
straniera, abitazione di personalità, partito politico ecc.); data la necessità e l’urgenza che
non consentivano un tempestivo intervento dell’A.G., hanno proceduto alla immediata
perquisizione sul posto, al solo fine di accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivo o
strumenti di effrazione indosso al … (cognome e nome della persona sottoposta a perqui-
sizione) e del mezzo di trasporto … (tipo, targa e marca) dello stesso utilizzato intestato
a … (sé stesso, oppure generalità del proprietario risultanti dalla carta di circolazione).
La perquisizione ha dato il seguente esito: … (rinvenimento di armi, esplosivi, strumen-
ti di effrazione da specificare in dettaglio, oppure esito negativo).
Di quanto sopra è stato contestualmente redatto il presente verbale in triplice copia di
cui una viene consegnata all’interessato, una viene trasmessa immediatamente al Procura-
tore della Repubblica presso … (Tribunale o Pretura Circondariale) di … per la convalida
e l’altra conservata agli atti di quest’Ufficio.

Letto, confermato e sottoscritto.

Firma della persona perquisita ...

Firma dei verbalizzanti ...

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MODULISTICA

ANNOTAZIONE DI POLIZIA GIUDIZIARIA

(Intestazione dell’Ufficio)

Annotazione di polizia giudiziaria


ex art. 357 c.p.p. e 115 att. c.p.p.

I sottoscritti Ufficiale e Agente di P.G. … , in servizio presso …, riferiscono quanto


segue: …

Il tutto si riferisce per dovere d’ufficio.

Luogo e data

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