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Scuola Superiore della

Pubblica Amministrazione
Locale

LEZIONE 3:

IL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO
E L’ATTIVITA’ DELLA P.A.

docente: Dott.ssa Daniela Urtesi


Il procedimento amministrativo

Il procedimento amministrativo è il mezzo attraverso


il quale viene adottato il provvedimento, che, tra i vari
atti amministrativi, è quello dotato della capacità di
incidere sulle posizioni giuridiche dei cittadini,
procurando ad essi vantaggi o svantaggi.

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Il procedimento amministrativo

Prima del 1990 non esisteva una disciplina generale del


procedimento, il quale era regolato solo con riferimento ad
alcuni tipi di atti: la conseguenza di ciò era un’eccessiva
discrezionalità della pubblica amministrazione, con la
conseguente incertezza nei rapporti tra la stessa ed i privati
cittadini.

Con la legge 241, invece, vengono introdotti nell’ordinamento i


principi cardine dell’attività procedimentale generalmente
intesa, grazie ai quali l’attività amministrativa diviene non solo
più trasparente ed equa, ma anche più efficiente ed economica.
PRINCIPI CARDINE DELL’ATTIVITÀ
PROCEDIMENTALE
• Il procedimento deve concludersi entro termini
prefissati

• ll provvedimento deve essere motivato

• Il diritto di partecipare al procedimento

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Il procedimento deve concludersi entro
termini prefissati

La legge 241 stabilisce, innanzitutto, che ogni


procedimento debba concludersi entro termini
prestabiliti, e che in mancanza di previsioni speciali
dovrà adottarsi il termine generale di novanta giorni (art.
2).

La previsione di un termine di durata massima del


procedimento è di fondamentale importanza, poiché
consente ai privati coinvolti dall’attività amministrativa, o
alla medesima interessati, di veder definita la propria
posizione giuridica in tempi ragionevoli e, soprattutto,
noti.
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E se la p.a. non adotta il provvedimento?
In alcuni casi il provvedimento si avrà per adottato (si
tratterà, a seconda dei casi, di un’autorizzazione, di una
licenza, abilitazione, nulla osta, permesso, etc.), salva la
possibilità per l’amministrazione di revocarlo ove
sussistano ragioni di pubblico interesse.

In tutti gli altri casi, invece, il provvedimento dovrà


considerarsi rifiutato, e ciò, teoricamente, dovrebbe
consentire di proporre ricorso nelle sedi competenti
contro tale implicito atto negativo.

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Il provvedimento deve essere motivato
Ogni provvedimento amministrativo deve contenere
l’indicazione delle ragioni di fatto e di diritto sulla base
delle quali ne è stato determinato il contenuto (art. 3).

L’obbligo della motivazione si traduce, in sostanza,


nell’onere della P.A. di riprodurre nel provvedimento
amministrativo (o in altro documento accessibile
all’interessato) le situazioni di fatto e le giustificazioni
giuridiche che hanno influito sulla particolare decisione
assunta dalla P.A. a conclusione del procedimento
amministrativo.

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LA FINALITA’ DELLA MOTIVAZIONE

Il privato cittadino deve infatti essere messo in condizione


di poter valutare la legittimità dell’atto che sia andato ad
incidere sulla propria sfera giuridica, di poter verificare la
completezza dell’istruttoria, la corretta valutazione dei
fatti, la logicità di ciò che da essi viene dedotto, la
corretta applicazione delle norme di legge, etc.
L’obbligo di motivazione del provvedimento è dunque
funzionale all’effettiva possibilità, per il privato, di
esercitare il proprio diritto, costituzionalmente garantito,
alla difesa.
Il diritto di partecipare al procedimento

La legge 241 mira ad incentivare la collaborazione tra


p.a. e cittadini, al fine generale di migliorare i rapporti
tra questi intercorrenti, di migliorare l’efficienza
dell’azione amministrativa (la prospettazione degli
interessi dei privati è infatti utile anche alla corretta
definizione dell’interesse generale) e di garantirne la
trasparenza (il privato avrà più consistenti occasioni
di verificare che siano rispettati i propri diritti ed
interessi).

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Il responsabile del procedimento

E’ il soggetto che si occupa dell’istruttoria procedimentale,


quindi della raccolta e della valutazione dei fatti e di tutti
gli elementi rilevanti per l’emanazione del
provvedimento.

E’ l’interlocutore naturale, il soggetto al quale rivolgere


richieste, presentare documenti e scritti, domandare
informazioni.

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Le fasi del procedimento
Prima fase
La prima fase consiste nell’atto iniziale che dà impulso al procedimento. Può
avvenire d’iniziativa dell’interessato (istanza di parte) o d’ufficio,.
Seconda fase
La seconda fase è quella della comunicazione dell’avvio del procedimento. La
comunicazione va fatta anche quando il procedimento è ad istanza di parte, sia
perché al richiedente devono essere comunicate le ulteriori informazioni
indicate nella legge, sia perché la comunicazione deve essere fatta anche a
soggetti, diversi dall’istante, precisati dall’art. 7, 1° comma, della stessa legge.
Terza fase
La terza fase, varia da atto ad atto e può consistere nei più svariati adempimenti
istruttori, quali ad es., quelli che portano all’acquisizione di documenti,
attestazioni, pareri, valutazioni tecniche, accertamenti tecnici, ecc.
Quarta fase
E’ la fase conclusiva del procedimento e si sostanzia nell’adozione del
provvedimento.

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I PRINCIPI COSTITUZIONALI
DELL’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA

L’art. 97 della costituzione delinea i principi fondamentali


che governano l’attività amministrativa

• 1. il principio di legalità
2. il principio d'imparzialità
3. il principio di buon andamento

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I PRINCIPI STABILITI DALLA LEGGE
241/90 – ART. 1
L’ART. 1 – DELLA LEGGE 241/90 STABILISCE CHE:
L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla
legge ed è retta da criteri:
- di economicità,
- di efficacia,
- di pubblicità
- di trasparenza

E’ retta inoltre dai princìpi dell’ordinamento comunitario.


L’ATTIVITA’ AMMINISTRATIVA

L'attività amministrativa giuridicamente rilevante si esprime


attraverso:

1. atti giuridici (di diritto pubblico e di diritto privato)

2. operazioni (comportamenti giuridici che si traducono


in semplici attività "operative". In tale categoria, invero,
trovano posto le attività di esecuzione degli atti
amministrativi es. notificazioni)

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ATTI AMMINISTRATIVI

Sono atti amministrativi gli atti giuridici compiuti dai soggetti


attivi della pubblica amministrazione nell’esercizio di una
potestà amministrativa.
elementi essenziali
• SOGGETTO (deve essere un’autorità amministrativa)
• OGGETTO (destinatari dell’atto, possono essere
persone o beni)
• CONTENUTO (la disposizione dell’atto)
• FINALITA’ (lo scopo che si persegue)
• FORMA (la veste sotto cui l’atto si presenta al mondo
esterno)

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ELEMENTI FORMALI DEGLI ATTI
AMMINISTRATIVI

• L’ intestazione (l’indicazione del soggetto o dell’organo che emana


l’atto)

• Il preambolo (è la parte introduttiva dell’atto amministrativo)


• Il dispositivo (è il contenuto dell’atto, cioè quello che viene disposto,
stabilito)

• La motivazione (l’indicazione delle ragioni di fatto e di diritto che sono


la causa dell’emanazione di un determinato atto)

• La sottoscrizione (attesta l’autorità che ha emanato l’atto)

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Tutti questi elementi non sono decorativi, ma costitutivi
il che vuol dire: essenziali, indispensabili

Potrebbero essere paragonati alle colonne che


reggono un edificio: se manca una di esse, l’intero
edificio crolla. Se un atto amministrativo non ha uno
di questi elementi, manca di base e può essere
annullato, o addirittura riconosciuto nullo, cioè come
se non fosse nato.

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I vizi dell'atto amministrativo,

l'incompetenza (sussiste quando una autorità abbia emanato un provvedimento al


di là dei poteri ad essa assegnati sconfinando nell'ambito dei poteri conferiti ad un'altra
autorità amministrativa)

l'eccesso di potere (sussiste tutte le volte in cui l'atto amministrativo presenta


una deviazione dalla sua finalità istituzionale, è un vizio della funzione, riguarda il non
corretto esercizio del potere discrezionale)

la violazione di legge. (contrasto tra l'atto e la norma, sia essa primaria (le
leggi) che secondaria (i regolamenti)

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I sintomi dell’eccesso di potere

intrinseci all’atto:
illogicità nei criteri di valutazione
Manifesta ingiustizia
la motivazione insufficiente
la motivazione incongrua
la motivazione dubbiosa.
estrinseci all'atto
l'esistenza di una prassi in senso contrario
la contraddittorietà di comportamento
la scorrettezza nello svolgimento della procedura.
Travisamento dei fatti

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L’autotutela

E’ il potere dell’amministrazione pubblica di risolvere in via


amministrativa i conflitti insorgenti con altri soggetti in
relazione ai suoi provvedimenti.

E’ l’attività giuridica con cui la pubblica amministrazione


reagisce contro i propri provvedimenti invalidi nella
legittimità o nel merito.

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I PROVVEDIMENTI DI AUTOTUTELA

ANNULLAMENTO D’UFFICIO (Eliminazione dell’atto


illegittimo fin dall’origine – efficacia retroattiva)

LA REVOCA (il ritiro di un atto inopportuno per una diversa


valutazione degli interessi coinvolti – non ha efficacia
retroattiva)

LA SANATORIA (eliminazione del vizio dell’atto mediante


modifiche – integrazioni – riforme ecc.)

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Tecniche
di redazione degli atti amministrativi

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INTESTAZIONE
contiene:
• L’indicazione dell’autorità o Ente che emana l’atto, il
nome del settore competente a formulare le proposte di
atto amministrativo nella materia cui si riferisce l’atto
stesso (es. Area Economico finanziaria);

• il nome dell’eventuale sotto – articolazione del settore che


ha predisposto l’atto (es. ufficio economato);

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OGGETTO
L’ oggetto riassume, in estrema sintesi, il contenuto
dell’atto amministrativo e, in particolare, della parte
dispositiva.
Per garantire la corrispondenza tra l’oggetto e la parte
dispositiva, si consiglia di redigere l’oggetto dopo aver
scritto il dispositivo, estrapolando direttamente da esso
quanto serve.

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PREAMBOLO
Il preambolo in un atto amministrativo non è una formula rituale da
trascurare bensì è un elemento che regge la legittimità dell’atto
stesso.
Nello spazio riservato alla compilazione e alla redazione del preambolo,
possono essere utilizzate o inserite formule del tipo:
• “Premesso che”;
• “Dato atto che” e “Preso atto che”;
• “Accertato che”, “Verificato che”, “Riscontrato che” e “Constatato
che”;
• “Rilevato che”;
• “Visto” e “Richiamato”

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MOTIVAZIONE
Nello spazio riservato alla compilazione e alla redazione
della motivazione, possono essere utilizzate o inserite
formule del tipo
“Ritenuto che”,
“Considerato che”
“Valutato che”.

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Prima sequenza
1. Parte iniziale del preambolo;
2. Motivazione;
3. Parte finale del preambolo

Seconda sequenza
1. Preambolo;
2. Motivazione

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Suggerimenti
Il primo è quello di evitare la prassi, di ripetere nella parte finale dello
spazio sotto la voce “Il Consiglio”, “La Giunta”, ecc., quanto viene
successivamente scritto nella parte dispositiva.
Detta prassi, oltre che far perdere tempo nella redazione e nella
battitura della proposta di deliberazione, non è corretta sul piano
tecnico.
Infatti, la funzione del preambolo e della motivazione è quella di
introdurre e giustificare il dispositivo e non di ripeterlo.
Inoltre va rilevato che solo ciò che è scritto nel dispositivo costituisce
l’oggetto della statuizione dell’atto amministrativo e, pertanto, sono
irrilevanti le disposizioni contenute nel preambolo e nella
motivazione e non riportate nella parte dispositiva

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Suggerimenti
Il secondo suggerimento è il seguente: nel caso si debba scrivere più
concetti utilizzando la stessa formula, si consiglia, quando questi
concetti hanno contenuti identici o similari e sono strettamente
concatenati tra loro, di usare la formula una sola volta, senza
ripeterla; così ad es., anziché scrivere:
• “Considerato che…”;
• “Considerato che…”;

è preferibile scrivere:
• “Considerato che:
• …………………..;
• ………………….”

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DISPOSITIVO

Lo spazio sotto il verbo “Delibera”, “Ordina”, “Dispone”, “Determina”, ecc.,


va compilato e redatto con il dispositivo e con alcune formule finali.
Ovviamente, la formulazione del dispositivo, poiché è retta dal verbo
“Delibera”, “Ordina”, “Dispone”, “Determina” ecc., inizia sempre con la
preposizione “di”; così ad esempio:
DELIBERA
1. di………
2. di………
3. di………
Dopo la manifestazione di volontà (o di scienza – conoscenza o di
valutazione – giudizio, ecc.) il dispositivo solitamente si conclude con
delle formule finali che precisano alcuni aspetti relativi:
• all’esecutività dell’atto:
• ai soggetti cui va comunicato o trasmesso:
• ai soggetti o uffici che devono provvedere all’esecuzione dell’atto;

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