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DIRITTO PUBBLICO

ARGOMENTI CHIESTI IN SEDE DI ESAME

1. LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE

2. DECRETO LEGGE (SPECIFICA LARTICOLO CHE LO DISCIPLINA)

3. DECRETO LEGISLATIVO (SPECIFICA ARTICOLO)

4. ARTICOLO 13, 48 (L'articolo 48 della costituzione fissa i principi fondamentali


in materia di esercizio della funzione elettorale. Oltre a determinare quali
devono essere le caratteristiche del voto (personalit uguaglianza libert e
segretezza), oltre a definirne l'esercizio dovere civico, esso indica i requisiti
positivi (cittadinanza e maggiore et) e negativi (incapacit, indegnit morale)
della capacit elettorale: quei requisiti cio che necessario possedere o non
possedere per partecipare a determinate elezioni. L'art 48 non si occupa delle
regole destinate a caratterizzare il sistema elettorale e cio le regole che
disciplinano le modalit attraverso le qualii voti degli elettori vengono utilizzati
per assegnare i seggi posti in palio.), 76,77,78, 138,139

5. FORMAZIONE DEL GOVERNO

6. LA CORTE COSTITUZIONALE: COMPOSIZIONE E FUNZIONI

7. LE AUTONOMIE REGIONALI

8. IL CSM

9. DIRETTIVE E REGOLAMENTI DELLUNIONE EUROPEA (IL PRINCIPIO DI


PREVALENZA)

10. COSA E LA FORMA REPUBBLICANA E PERCHE NON PUO ESSERE OGGETTO DI


REVISIONE COSTITUZIONALE

11. SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE

12. DIFFERENZA TRA ABROGAZIONE E ILLEGITTIMITA

13. RESPONSABILITA A CARICO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

14. LE FONTI PRIMARIE

15. LA MAGISTRATURA

16. LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

17. LA CORTE DI GIUSTIZIA

18. LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

19. LEGGE COSTITUZIONALE (DIFFERENZE CON LA LEGGE DI REVISIONE


COSTITUZIONALE + PROCEDIMENTO)
20. I DIRITTI (ANCHE DEFINIZIONE)

21. REFERENDUM ABROGATIVO E COSTITUZIONALE

22. ARTICOLO 117

23. FORMAZIONE DEL GOVERNO

24. COMPITI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

25. PERCHE I TRATTATI HANNO LA PRECEDENZA SULLE FONTI NAZIONALI?

26. LEGGI DEL 1999 E 2001 SULLA RIFORMA DELLE REGIONI

CAPITOLO 11 PRINCIPI IN TEMA DI ATTIVITA


AMMINISTRATIVA
Attivit amministrativa e principio di legalit

Lattivit degli organi amministrativi sottoposta sotto molteplici


aspetti della legge. E stata definita dal legislatore come un attivit
retta da criteri di economicit, efficacia, pubblicit e trasparenza.

Nella legislazione di tipo organizzativo e in quella di spesa e di


bilancio, lazione della P.A incontra dei vincoli.
Il legislatore pu disciplinare le funzioni dellamministrazione l
dove ritiene di dover dare un contenuto di tipo provvedimentale alla
legge.

Vi anche la necessit che la legge disciplini i i fini e gli strumenti


dellazione amministrativa.

Nella nostra costituzione manca una prescrizione generale di


puntuale sottoposizione dellazione amministrativa a vincoli
legislativi sostanziali.

Prevede per ipotesi di riserve di legge che equivalgono alla


prescrizione che la disciplina di quelle determinate materie possa
essere posta solo dal legislatore.

Per la Costituzione lazione amministrativa deve essere disciplinata


per legge o sulla base di disposizione di legge l dove sono in gioco
le libert personali.

Di norma la genericit delle prescrizioni legislative impone


allamministrazione di operare una serie di scelte ulteriori rispetto a
quelle determinate per legge. Gli organi amministrativi di vertice
possiedono anche un potere normativo secondario.

Gli atti della pubblica amministrazione

Lattuazione della legge in via amministrativa consiste in attivit o


fatti fisici che costituiscono atti formali posti in essere dalla P.A.

La distinzione fondamentale da fare tra tutti i possibili atti quella


tra atti amministrativi unilaterali di tipo autoritativo, quelli privi di
una particolare efficacia giuridica e quelli di diritto comune che la
P.A. pu porre in essere.

Il legislatore ha stabilito che la P.A. nelladozione di atti di natura


non autoritaria agisce secondo le norme di diritto privato.

ATTI AUTORITATIVI: sono quegli atti che possono posti in essere solo
dagli organi della pubblica amministrazione. Sono anche dotati di
una particolare efficacia giuridica: al termine del loro processo
incidono sulla situazione giuridica di altri soggetti. Sono atti tipici in
quanto appositamente previsti come strumenti giuridici per
conseguire quei determinati fini. Attualmente la P.A. di tipo
autoritativo la caratteristica dominante dellamministrazione
italiana.

Nellambito dei servizi pubblici buona parte delle attivit poste in


essere dalla P.A. consistono in servizi verso gli utenti e quindi non
disciplinati legislativamente mediante una rigorosa tipizzazione dei
singoli atti.

La diversit radicale si ha allorch il legislatore permette che la P.A


operi tramite strumenti di diritto privato ritenuti pi idonei per il
buon andamento amministrativo.

In ambito dottrinale si ritiene che Stato ed enti pubblici dispongono


in generale di una capacit di diritto privato ma le legislazioni la
riducono ad un eccezione.

Discrezionalit amministrativa

Con questo termine ci si riferisce al potere che ha un organo non


solo amministrativo ma anche giurisdizionale e legislativo di
scegliere nellambito di uno spazio delimitato da prescrizioni
normative. Non agisce quindi in piena libert.

Importanti limiti vengono dai principi che stabilisce lart 97 della


Costituzione.

Atti politici: sono gli atti amministrativi che sono espressione delle
scelte di governo nellesercizio del potere politico.

Lorgano amministrativo deve operare per il conseguimento del fine


legislativo (interesse pubblico primario) ma deve nel tempo stesso
valutare anche gli elementi interesse pubblico secondario e gli
interessi privati legittimamente collegati.

Il merito amministrativo il rapporto tra uso illegittimo della


discrezionalit e scelte proprie dellamministrazione
Discrezionalit tecnica: caratterizzata dallutilizzazione da parte di
un amministrazione di un potere di scelta esercitato su valutazioni
di tipo tecnico scientifico.

I procedimenti amministrativi

L'atto della pubblica amministrazione il prodotto di


un'organizzazione e pertanto rappresenta la fase intermedia o finale
di un provvedimento ed essendo frutto di un'organizzazione
disciplinata sar un prodotto di un giusto procedimento.

In un procedimento che si conclude con un provvedimento


amministrativo bisogna distinguere 3 fasi principali: preparatoria,
costitutiva e quella dell'efficacia dell'atto.

Preparatoria: fornisce all'autorit delibrante gli elementi necessari


per la decisione (indispensabile l'atto di iniziativa). Con questo si
apre la sottofase istruttoria in cui si raccolgono tutte le info
necessarie. Segue la sottofase della raccolta dei pareri di
apposti organi amministrativi. Ci sono pareri facoltativi,
obbligatori per legge o regolamento e pareri vincolanti.
Termine massimo per espressione dei pareri da parte della P.A.
20 giorni.

Fase costitutiva: l'organo competente adotta l'atto nella forma e


con le modalit prescritte di modo che pu dirsi che questo sia
perfetto. In caso che l'adozione dell'atto sia di competenza di un
organo monocratico o di un organo collegiale la fase deliberativa
semplice. Se devono intevenire invece pi organi allora la fase pi
complessa.

Fase integrativa dell'efficacia: riguarda le modalit attraverso le


quali atti perfetti possono giungere e produrre i loro effetti giuridici
in quanto non hanno riscontrato vizi di legittimit.

Il controllo non sempre indispensabile ma il controllo pu essere


generalizzato o ristretto a certe categorie di atti o addirittura a
campione.
Forme di pubblicit: l'efficacia del provvedimento subordinata
anche alla sua comunicazione ai diretti interessati o a forme di
pubblicit legali.

Alla fine delle varie fasi del procedimento un atto non sar solo
perfetto ma anche efficace. La sua validit invece dipende dalla sua
conformit alle diverse prescrizioni normative che ne stabiliscono i
requisiti sostanziali.

Per far si che tutto sia fatto bene stata adottata la legge 241\90
relativa a nuove norme in materia di procedimento amministrativo e
di diritto di accesso ai documenti amministrativi.

Gli atti amministrativi

Atti e provvedimenti amministrativi: gli atti amministrativi si


distinguono in meri atti amministrativi e in provvedimenti
amministrativi. I primi (meri atti) corrispondono a momenti interni
della fase di procedimento o in mere dichiarazioni di conoscenza
espresse sulla base della documentazione esistente presso
l'amministrazione. I secondi (provvedimenti amministrativi)
rappresentano la volont di una P.A. Diretta a soddisfare un
interesse pubblico primario.

Autoritariet: la tipica capacit del provvedimento


amministrativo di incidere sulla situazione giuridica del soggetto
destinatario dell'atto con conseguenze che si producono non
appena il provvedimento diventa efficace.

Esecutivit: i provvedimenti godono di esecutivit e cio della


idoneit di poter immediatamente giungere alla fase della loro
esecuzione. Previsto anche dalle legge 15\2005.

Esecutoriet: la fase della esecuzione forzata della pretesa


dell'amministrazione contro la volont del soggetto coinvolto senza
che ci dipenda dall'intervento di un apposito giudice preposto
all'esecuzione (nel diritto privato invece si).

Inoppugnabilit: ci si riferisce al fatto che numerose disposizioni


di legge restringono i termini entro i quali, a pena di decadenza, i
provvedimenti amministrativi possono essere impugnati davanti
agli organi della giustizia amministrativa o possono essere soggetto
di ricorso amministrativo. Tutto ci per evitare annullamenti che
possono essere presupposti per altri annullamenti.

Elementi degli atti amministrativi

Soggetto: l'organo titolare del provvedimento amministrativo


che viene esercitato tramite il provvedimento, viene individuato
dalla legge che disciplina l'esercizio di quel determinato potere. Per
individuare l'organo amministrativo competente in un
organizzazione complessa si fa la distinzione in competenza per
materia, competenza per territorio o competenza per grado.

Oggetto: pu intendersi la persona, la cosa o la situazione


giuridica su cui si producono gli effetti dell'atto.

Causa giuridica: ci si riferisce all'interesse pubblico primario che


la legge ha voluto tutelare e che dovr sempre caratterizzare
l'esercizio della funzione amministrativa.

L'amministrazione deve integrare con un'apposita motivazione


nella quale si indichino le ragioni che hanno portato all'adozione nel
provvedimento. Gli unici atti nei quali non richiesta la motivazione
sono quelli normativi e a contenuto generale.

L'inattivit della legislazione equivale al cosiddetto silenzio


assenso cio accoglimento di quanto avanzato.

Forma: attraverso essa si document la conformit dell'atto alle


prescrizioni legislative ti tipo procedimentale e sia perch si ha il
risultato di far dichiarare all'amministrazione quale sia il tipo di
provvedimento che intende porre in esame.

Innovazioni inserite con la legge 241/90 sulle modalit di


applicazione della legge amministrativa.

L'art.1 dispone che l'amministrazione non possa aggravare il


procedimento salvo che per straordinarie esigenze imposte dallo
svolgimento dell'istruttoria.
Si prevede anche che se sia opportuno effettuare un esame
contestuale di vari interessi pubblici coinvolti in un provvedimento
amministrativo ci possa avvenire in apposite conferenze di servizi
tra le amministrazioni interessate.

Alcuni tipi di provvedimenti amministrativi

Provvedimenti ampliativi

Autorizzazioni: corrispondono alla rimozione di un ostacolo da


parte della P.A. All'esercizio di un potere di cui titolari un soggetto
privato o un ente pubblico.

Concessioni: consistono in provvedimenti mediante i quali la P.A.


Attribuisce ad altri l'esercizio di un suo diritto o potere. Simili sono
le sovvenzioni che consistono nell'attribuzione di contributi in
denaro o in beni.

Rinunce: provvedimenti mediante cui la P.A. Rinuncia per un


pubblico interesse individuato dalla legge ad una sua precedente
pretesa concretizzatasi in provvedimenti.

Ammissioni: sono provvedimenti che permettono a soggetti


amministrativi di accedere ad un certo status, di utilizzare un serizio
pubblico, di esercitare determinate attivit lavorative.

Provvedimenti restrittivi

Revoche: fanno venir meno per motivi di interesse pubblico i


provvedimenti precedentemente adottati.

Ordini e divieti (comandi): servono a specificare nel contesto


particolare in cui opera la pubblica amministrazione le prescrizioni
contenute nella legge e comportano a carico del trasgressore
possibili conseguenze di ordine amministrativo, penale e
disciplinare.

Provvedimenti sanzionatori: producono modificazioni negative


nello status professionale a coloro che secondo la P.A. Abbiano
violato determinate prescrizioni.

Requisizioni: riguardano beni mobili, immobili che possono essere


presi in uso dalla P.A.
L'espropriazione per pubblica utilit: trasferimento coattivo
alla P.A. Delle propriet di beni immobili per i motivi individuati dalla
legge in cambio di pagamento dell'indennizzo.

Le occupazioni di beni immobili: possono essere finalizzate ad


uso temporaneo o all'esecuzione di opere pubbliche in situazioni di
assoluta urgenza.

I provvedimenti amministrativi possono essere suddivisi anche in


base ai numeri e all'identificabilit dei destinatari: singolo, plurimo,
collettivo, generale.

CAPITOLO 5 L'ITALIA E L'UNIONE EUROPEA

Il processo di integrazione Europea si avvia negli anni 50 con la nascita di 3 comunit


europee (ceca- cee- ceea o euratom) con l'obiettivo di sconfiggere eventuali dondizioni
di conflittualit che negli anni precedenti avevano portato a due conflitti mondiali. Si
stabilisce cosi un mercato unico che permetteva la libera circolazione delle merci e dei
capitali.
Le tappe principali di questa integrazioni sono:

TRATTATO DI BRUXELLES DEL 1965: realizza una forma di coordinamento tra le 3


comunit: si da vita ad una sola commissione europea e ad un unico consiglio e si vara
un bilancio europeo.

ATTO UNICO EUROPEO DEL 1986: elimina delle barriere ancora esistenti per garantire
una maggiore circolazione delle merci. Avvio della cooperazione europea in materia di
politica estera.

TRATTATO DI MAASTRICHT DEL 1992: tappa decisiva per la nascita dell'Unione


Europea. Si da il via alla cooperazione della politica estera e sicurezza (PESC) e alla
cooperazione in materia di giustizia e affari interni (GAI). Queste due forme di
cooperazione insieme al sistema comunitario, sono i pilastri su cui si reggeva l'Unione
Europea. Si pongono le basi per l'ntroduzione di una moneta unica europea e la
creazione della banca centrale europea allo scopo di garantire la stabilit dei prezzi
all'interno del mercato unico. Il trattato instituisce anche il principio di sussidariet
secondo cui la comunit europea legittimata ad agire nei settori anche di non
competenza se gli obiettivi previsti possono essere meglio conseguiti a livello
comunitario piuttosto che dallo stato membro. Si introduce anche il termine di
cittadinanza europea.

TRATTATO DI AMSTERDAM DEL 1997: Introduce ulteriore valorizzazione della


cittadinanza europea (uguallianza tra uomo e donna. Protezione delle persone fisiche
in materia di dati personali) modifiche alla forma di governo comunitaria
(semplificazione delle procedure con cui il parlamento europeo partecipa all'attivit
legislativa) rafforzamento della politica sociale europea (riconoscimento del tema
dell'occupazione come questione di interesse comune).

TRATTATO DI NIZZA DEL 2001: rafforza i settori della politica estera, di sicurezza e di
difesa e modifica la forma di governo comunitaria in vista dell'allargamento dell'unione
europea.

TRATTATO DI ATENE DEL 2003: 10 nuovi stati entrano a far parte dell'unione Europea.
Contiene alcune disposizioni per facilitare l'ingresso all'Unione dei nuovi stati membri.

TRATTATO CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE PER L'EUROPA DEL 2004 E TRATTATO DI
RIFORMA DEL 2007: Il primo, quello che adotta una costituzione, non ha finito il suo
iter di ratifiche nazionali. Puntava a risolvere i problemi che aveva lasciato il trattato di
nizza per quanto riguarda l'allargamento dell'Unione. Voleva sostituire tutti gli altri
trattati europei precedenti. Con il trattato di Lisbona del 2007, entrato in vigore nel
2009 stato voluto dal consiglio europeo per eliminare alcuni termini che avevano
urtato la suscettibilit di alcuni stati membri. L'Unione Europea da questo momento
acquista la personalit giuridica e si sostituisce alla comunit europea.

Ora parliamo degli organi della comunit europea:

FORMA DI GOVERNO: facciamo riferimento alla composizione e alle funzioni degli


organi.
Gli organi che noi prendiamo in considerazione sono: CONSIGLIO EUROPEO,
PARLAMENTO EU, COMMISSIONE EU, CONSIGLIO DEI MINISTRI EU.

CONSIGLIO EUROPEO: composto dai capi di stato o di governo, si riunisce 2 volte


l'anno e riferisce al parlamento europeo, definisce gli orientamenti generali e stimola
in processo di costruzione dell'UE. Con il trattato di Lisbona entra a far parte delle
istituzioni europee. Ad esso partecipa di diritto l'alto rappresentante per gli affari
esteri dell'unione e il suo presidente.

PARLAMENTO EUROPEO: dal 1979 organo ad elezione diretta, i suoi membri durano in
carica 5 anni e sono eletti sulla base di leggi elettorali nazionali. Numero massimo dei
parlamentari 750. E' in grado di incidere su atti normativi comunitari attraverso la
procedura di codecisione. Di particolare rilievo sono i poteri che ha in materia di
bilancio dell'unione. Ha inoltre poteri di controllo sulla commissione europea e poteri
relativi alla conclusione di accordi internazionali tra la comunit e paesi terzi. Pu
approvare la nomina del presidente della commissione.

COMMISSIONE EUROPEA E IL SUO PRESIDENTE: l'organo esecutivo cio il governo


della comunit, composto da 28 membri in carica 5 anni enominati dal singolo
governo degli stati membri. Il presidente viene proposto al parlamento il quale lo
elegge a maggioranza assoluta. Gli altri membri vengono scelti di concerto tra il
presidente della commissione e consiglio europeo. La commissione esercita diversi
poteri.

Potere di iniziativa e di stimolo: nei confronti delle altre istituzioni comunitarie: potere
nei confronti degli atti comunitari.

Potere di esecuzione: la commissione ha il compito di assicurare la corretta esecuzione


di tutte le decisioni e di curare la gestione del bilancio comunitario.

Potere di controllo: serve per garantire chi gli stati mebri e i cittadini privati adeguino i
propri comportamenti agli obblighi a cui hanno aderito. In caso di violazioni possono
essere chiamati dinanzi alla corte di giustizia.

Poteri sanzionatori: un potere che sanziona in certi casi che ha violato gli obblighi
derivanti dal diritto comunitario.

CONSIGLIO DEI MINISTRI: Pu anche essere chiamato legislatore comunitario,


presieduto a rotazione da un rappresentante degli stati membri ed composto da
ministri degli stati membri. Si avvale del comitato dei rappresentanti permanenti
(COREPER) che preparano ed istituiscono i lavori del consiglio.

ALTO RAPPRESENTANTE PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA: fa parte


del consiglio europeo e della commissione EU di cui uno dei vice presidente e
partecipa alle riunioni del consiglio dei ministri in qualit di presidente e spetta a lui
guidare la politica estera in queste sedi.

GLI ORGANI DI CONTROLLO E DI GIUSTIZIA

CORTE DEI CONTI: composta da 28 membri, ha il compito di controllo sulla gestione


finanziaria della comunit.
CORTE DI GIUSTIZIA: composta da 28 membri i quali devono assicurare la legittimit
degli atti e delle istituzioni e deve assicurare il rispetto del diritto comunitario sia da
parte delle autorit statali che dai privati. il custode della corretta applicazione del
diritto comunitario. Vista l'espandersi delle cotroversie che la corte chiamata a
decidere, si istituito nel 1988 il tribunale di primo grado che ha una competenza pi
ristretta rispetto a quella della corte e le cui sentenze sono appellabili davanti alla
stessa. stato istituito inoltre il tribunale della funzione pubblica il quale competente
in materia di contenzioso del pubblico impiego.

I POTERI DELLE ISTITUZIONI DELL'UNIONE

POTERE NORMATIVO: le istituzioni comunitarie sono titolari di ampi poteri normativi;


questi poteri sono esercitati attraverso due atti: DIRETTIVE E REGOLAMENTI

DIRETTIVE: sono atti normativi che fissano degli obiettivi che devono essere raggiunti
dagli stati membri liberi di scegliere il mezzo per raggiungere tali obiettivi

REGOLAMENTI: sono atti normativi comunitari che contengono una normativa


autosufficiente, per cui deve essere solo applicata. Questo processo chiamato diretta
applicabilit degli atti normativi dell'UE in quanto questi regolamenti devono essere
applicati e rispettati sia dagli stati mebri che dai privati (imprese). Con il tempo si
data la stessa procedura anche per le direttive se contengono disposizioni di dettaglio
e non in maniera generale (se generale rimangono solo come linea guida).

I POTERI AMMINISTRATIVI: In genere il compito di attuare sul piano amministrativo il


diritto comunitario spetta alle amministrazioni nazionali ma la commissione ha il
compito di assicurare effettivit. Per cio questo viene effettuato tramite l'esercizio di
poteri amministrativi di controllo ispezione e sanzione. Di particolare importanza la
gestione dei fondi strutturali della comunit cio dei fondi di sviluppo in particolari
settori delle economie degli stati membri.

I POTERI IN CAMPO MONETARIO: l'introduzione dell'Euro e della BCE rappresentano un


importante passo nell'ntegrazione europea. Il sistema della moneta unica dotato di
un apparato istituzionale di governo centrato sulla BCE. Gli organi di vertice della BCE
sono il consiglio direttivo a cui spettano le decisioni in indirizzo, il comitato esecutivo
che deve attuare le decisioni e il presidente. La BCE pu autorizzare emissione di
banconote all'interno della comunit e pu emanare dei regolamenti che hanno la
stessa efficacia degli atti normativi. La BCE opera in maniera indipendente.

I POTERI GIUDIZIARI: vengono esercitati dal tribunale di primo grado e dalla corte di
giustizia. Servono per assicurare che gli atti attuati siano legittimi . Gli interventi della
corte di giustizia servono ad assicurare il pieno rispetto del diritto comunitario da parte
degli stati membri. Valgono ad assicurare un risarcimento del danno a chi ha subito un
pregiudizio da parte di un organo comunitario.

IL POTERE ESTERO: in alcune materie la comunit ha il potere di stipulare accordi


internazionali che una volta sottoscritti vincolano al loro rispetto tutti i paesi membri.
Queste funzioni oggi sono svolte dall'alto rappresentante per gli affari esteri e la
politica di sicurezza.
Le decisioni assunte In materia di politica estera assumono la veste di azioni comuni e
posizioni comuni: le azioni comuni impegnano l'Unione ad un intervento diretto, le
seconde mirano ad adottare politiche nazionali conformi alla politica comune assunta.

I RIFLESSI SUL SISTEMA COSTITUZIONALE DELLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA


ALL'UNIONE EUROPEA: il processo di integrazione europea ha portato delle
conseguenze: molti stati membri hanno dovuto adeguare le proprie costituzioni. In
Italia si registrato un progressivo rafforzamento del ruolo del governo che il vero e
proprio dominus della partecipazione dell'italia all'UE. A causa della recente crisi
economica i condizionamenti sulle scelte di politica economica si sono fatti cosi forti
da investire anche la costituzione. In ambito europeo sono stati messi a punto dei
trattati intergovernativi che comportano numerosi vincoli per gli stati membri e delle
riforme per realizzare il pareggio di bilancio. Sul piano della legislazione molte materie
sono passate dal legislatore nazionale all'area europea. Sul piano dell'amministrazione
si pu notare che gli organi amministrativi non operano pi secondo leggi regionali ma
bensi tramite direttive comunitarie. Sul piano della giurisdizione il giudice italiano
obbligato ad attuare la norma comunitaria direttamente applicabile e non la norma
italiana se la materia della controversia sia disciplinata da entrembi le fonti normative.
Le legge dell'UE prevale quindi su quella nazionale.

CAPITOLO 6 IL CORPO ELETTORALE

L'ARTICOLO 1.2 della costituzione afferma che la sovranit appartiene al popolo che la
esercita nelle forme e nei limiti della costituzione. Gli organi costituzionali si dicono
sovrani e sono gli strumenti attraverso i quali il popolo esercita la sovranit. La
costituzione prevede che l'esercizio delle funzioni fondamentali dello stato non possa
avvenire se non dopo l'attivazione di istituti che chiamano in causa direttamente il
corpo elettorale e cio i cittadini. Quest'ultimo rappresenta la parte attiva del
popolo e cio quell'insieme di soggetti in possesso dei requisiti richiesti per l'esercizio
delle funzioni degli organi statali attraverso i quali si esprime la sovranit popoloare.

Il concetto di nazione invece differente da quello di popolo infatti si intende


l'insieme degli elementi etnici, linguistici, culturali e sociali che costituiscono il
patrimonio di una determinta collettivit.

Il termine popolazione sta a significare l'insieme dei soggetti cittadini e non che
risiedono in un determinato momento sul territorio dello stato e sono tenuti a
rispettarne le leggi.

La cittadinanza rende titolari della sovranit ed lo status che pu permette di


avere dei diritti e dei doveri. Pu essere acquistata, persa o riacquistata
secondo la legge 91\1992. Acquista la cittadinanza il figlio anche adottivo di
genitori in possesso di cittadinanza italiana qualunque sia il luogo della nascita. Il non
cittadino (del quale ascendenti in linea diretta fino al 2 grado sono stati cittadini per
nascita) acquista la cittadinanza su sua richiesta se presta effettivo servizio militare o
se assunto in un pubblico impiego ove risiede almeno per un biennio. La acquista
invece colui che nato da genitori sconosciuti. Oltre a questi casi di cittadinanza per
nascita ce ne sono altri come ad esempio l'acquisto della cittadinanza del coniuge
straniero di un cittadino italiano. Altro esempio la permanenza in Italia di almeno 10
anni per ottenere la residenza.

Perde la cittadinanza chi ne fa espressamente rinuncia per vari motivi (trasferimento


all'estero e quindi acquisto altra cittadinanza) o automaticamente (se il cittadino
svolge funzioni per lo stato estero e viene chiesto di cessare il rapporto su richiesta del
governo).

Il riacquisto previsto in vari casi: se presti servizio militare e dichiari di volerla


riacquisire, se stabilisce la propria residenza in Italia entro un anno dalla richiesta di
riacquisizione, se risiede da oltre un anno nel territorio nazionale e non fa espressa
dichiarazione di rinuncia, se cessa il rapporto di dipendenza da uno stato estero e
risiede da almeno 2 anni nel territorio, per i cittadini italiani residenti nei territori
facenti parte dello stato italiano successivamente ceduti alla repubblica Jugoslava.

Il trattato sull'Unione europea introduce anche la definizione di cittadinanza europea


che si acquista in virt del possesso della cittadinanza di uno degli stati membri e
comporta dei una serie di diritti come ad esempio quello alla tutela da parte delle
autorit diplomatiche degli stati membri in cui si trovi il cittadino in quel momento,
quello di rivolgere petizioni al parlamento europeo. Importante novit il
riconoscimento ai cittadini europei dell'elettorato attivo e passivo nello stato in cui
risiede per cio che attiene alle elezioni comunali e parlamento europeo alle stesse
condizioni dei cittadini dello stato di residenza.

LE FUNZIONI DEL CORPO ELETTORALE

Il corpo elettorale ha diverse funzioni da svolgere: elezione dei propri rappresentanti


nel parlamento nazionale ed europeo, nei consigli regionali, provinciali e comunali.
Inoltre svolgono anche alcune forme di esercizio diretto della sovranit quali:
petizione, referendume iniziativa popolare.

LA FUNZIONE ELETTORALE

L'articolo 48 della costituzione fissa i principi fondamentali in materia di esercizio


della funzione elettorale. Oltre a determinare quali devono essere le caratteristiche del
voto (personalit uguaglianza libert e segretezza), oltre a definirne l'esercizio dovere
civico, esso indica i requisiti positivi (cittadinanza e maggiore et) e negativi
(incapacit, indegnit morale) della capacit elettorale: quei requisiti cio che
necessario possedere o non possedere per partecipare a determinate elezioni. L'art 48
non si occupa delle regole destinate a caratterizzare il sistema elettorale e cio le
regole che disciplinano le modalit attraverso le qualii voti degli elettori vengono
utilizzati per assegnare i seggi posti in palio.

LE CARATTERISTICHE DEL VOTO

PERSONALITA': sta ad indicare il divieto per il legislatore elettorale di introdurre


regole che consentano all'elettore di esercitare la funzione elettorale attraverso un
altro soggetto (voto per delega)
UGUAGLIANZA: sta ad indicare il divieto di introdurre regole che abbiano come
conseguenza l'attribuzione ad alcuni soggetti di un peso elettorare maggiore rispetto
agli altri. (tutti con lo stesso peso elettorale)

LIBERTA' E SEGRETEZZA: indicano che l'elettore deve essere messo nelle condizioni
di poter votere in maniera segreta e senza condizionamenti.

L'articolo 48 definisce anche l'esercizio del diritto di voto come dovere civico. Fino al
1993 c'erano ache delle blande sanzioni amministrative per chi senza giustificato
motivo non si presentava al voto. Oggi invece non sono pi previste anzi si stanno
incentivando i cittadini al voto come ad esempio il voto domiciliare per i malati gravi.

LA CAPACITA' ELETTORALE

Per avere capacit elettorale ci sono due tipi di requisiti: positivi e negativi

Positivi: sono cittadinanza e maggiore et. Grazie all'Art 48 non c' pi la possibilit
di introdurre altri requisiti come si faceva in passato ad esempio alfabetizzazione. Con
il tempo si raggiunta anche la pari oppurtunit tra i sessi in cui anche le donne
possono essere iscritte nelle varie liste dei candidati.

Lo stretto collegamento tra cittadinanza e diritto al voto ha posto varie questioni di


non facile soluzione. A livello regionale ricinosciuto in alcuni casi agli stranieri
residenti e in possesso del permesso di soggiorno in diritto al voto nei referendum
consultivi. Per gli italiani all'estero nel 2001 stata varata una legge che disciplina il
diritto di voto in cui si dice che chi ne ha diritto voti per corrispondenza o in Italia.
Questa legge stata modificata varie volte in quanto non venivano rispettati i requisiti
richiesti.

Maggiore et: la maggiore et si compie a 18 anni ma per votare il personale del


senato bisogna averne 25 come bisogna averne almeno 25 per essere eletti deputati,
40 per essere eletti senatori e 50 per essere eletti presidente della Repubblica.

Negativi: incapacit civile, cause di indegnit morali, interdizione da pubblici uffici.

Incapacit civile: sono stati ammessi all'esercizio di voto sia gli intedetti che gli
inabilitati per infermit mentale

Cause di indegnit morale:sono limitate ad alcune ipotesi previste dalla costituzione


che possono portare alla perdita definitiva (ad esempio i Savoia) o transitoria (ad
esempio responsabili regime fascista) del diritto di voto.

INELEGGIBILITA': parliamo di ineleggibilit quando viene inibito l'acquisto del diritto


all'elettorato passivo

INCOMPATIBILITA': parliamo di limitazione o esclusione. La disciplina delle cause di


incompatibilit serve ad escludere ipotesi di contemporaneo esercizio di funzioni
ritenute tra loro inconciliabili (ad esempio deputato e senatore o parlamentare e PdR).
A livello parlamentarele le cause di ineleggibilit riguardano coloro che ricoprono
determinati uffici o che hanno rapporti di ordine economico con lo stato.

Ineleggibilit ed incompatibilit hanno valore anche a livello regionale. La prima


avviene se l'attivit svolta dal candidato va a turbare il diritto di voto. La seconda se ci
sono conflitti tra le funzioni svolte dai soggetti che mettono a rischio il buon
andamento della carica. Per gli enti locali queste cause sono stabilite dalle leggi dello
Stato.

Nel 1992 la legge numero 16 ha introdotto il termine di NON CANDIDABILITA' in


relazione alle regioni, province, comuni per coloro che sono stati condannati per delitti
o con un reato con pena superiore ai 2 anni. Per i parlamentari l'incandidabilt colpisce
i candidati che hanno subito una condanna superiore a due anni per associazione a
delinquere e superiore a 4 anni per i reati non colposi. In presenza di queste cause la
candidatura viene dichiarata inammissibile e se avviene durante il mandato allora la
camera di appartenenza deve far decadere il soggetto.

I sistemi elettorali in generale

Se parliamo di voto dobbiamo anche parlare delle regole che disciplinano l'esercizio
del diritto al voto.

L'insieme delle regole che attraverso le quali i voti vengono assegnati ai


seggi formano il sistema elettorale.

I sistemi possono essere maggioritari o proporzionali:

MAGGIORITARI: il principio base quello per cui il seggio o i seggi in palio vengono
assegnati al partito che ottiene la maggioranza semplice dei voti espressi o la
maggioranza assoluta (50% + 1). penalizza i partiti pi deboli perche potrebbero non
riuscire a conquistare nemmeno un seggio.

PROPORZIONALE: i seggi vengono assegnati tra tutti i partiti che hanno partecipato
alla competizione elettorale in proporzione al numero dei voti che ciascuno di essi ha
ottenuto. Questo sistema permette un numero minimo di seggi alla minoranza.

Nel primo caso la maggioranza sostiene il governo, nel secondo caso c' una minore
stabilit governativa ma maggiore rappresentativit dell'assemblea elettiva.

Nel sistema maggioritario c' la variante del BALLOTTAGGIO secondo cui chi non
prende la maggioranza al primo turno va in votazione per l'ennesima volta e chi
ottiene il maggior numero di voti viene eletto.

Nle sistema proporzionale ci sono 3 varianti: METODO D'HONDT, SAINTE-LAGUE,


QUOZIENTE

METODO D'HONDT: assegnare i seggi in base ai quozienti interi pi alti dividendo i voti
ottenuti per 1,2,3,4
METODO SAINTE-LAGUE: assegnare i seggi in base ai quozienti interi pi alti dividendo
i voti ottenuti per 1,3,5,7

METODO DEL QUOZIENTE: assegnare i seggi hai candidati che hanno ottenuto un
numero di voti pari al quoziente ottenuto dividendo il numero dei voti per il numero dei
seggi.

Nella vautazione dei due sistemi elettorali bisogna tener presente il collegio elettorale
e cio le dimensioni della circoscrizione elettorale. Nel sistema maggioritario
naturale la suddivisione del corpo elettorale in tanti colleghi quanti sono i seggi da
assegnare. Nel proporzionale invece se le circoscrizioni sono ampie accentuano
l'effetto proporzionalistico ma non arrivano a rappresentare tutte le aree territoriali e
sono piccole attenuano l'effetto proporzionalistico essendo in questo caso favoriti i
partiti maggiori.

Nella repubblica federele tedesca si usa il sistema misto che cerca di far convivere i
due sistemi nello stesso sistema elettorale.

Sistema di voto limitato: prevede che gli elettori esprimano un numero di suffrragi
inferiore a quello dei seggi posti in palio.

Sistema di voto cumulativo: attribuisce agli elettori un numero di suffragi pari a quello
dei seggi posti in palio ma consente al singolo elettore si concentrarli su un numero
pi ridotto di candidati.

GLI SVILUPPI DEL SISTEMA ELETTORALE PER L'ELEZIONE DI CAMERA E SENATO.

Fino al 1993 i sistemi elettorali di camera e senato sono stati sostanzialmente


proporzionali. Dopo alcune modifiche si arriva alla legge del 2005 con la quale si
passati ad un sistema di tipo proporzionale corretto con un premio di maggioranza.
Con questo sistema si assegna il premio di maggioranza alla coalizione che ha
ottenuto il maggior numero di voti validi a livello nazionale per la camera e regionale
per il senato ma non ha conseguito il 55%dei seggi in palio. Con la legge del 2002 le
giornate di voto passano da 1 a 2 per cercare di limitare l'astensionismo.

Verso una nuova legge elettorale per la Camera.

La legge del 2005 ha subito molte critiche perch il premio di maggioranza veniva
assegnato alla coalizione vincente senza una soglia minima di voti. Cosi la corte
costituzionale nel 2014 ha dichiarato INCOSTITUZIONALE la legge del 2005 per la
mancata previsione di una soglia minima di voti da raggiungere al fine di conseguire il
premio di maggioranza. Ha dichiarato incostituzionale anche il principio delle liste
bloccate perche finiscono con il negare del tutto all'elettore la libert di scelta dei
propri rappresentanti.

Il sistema elettorale per l'elezione dei consigli regionali

Con la legge del 1999 sono state introdotte delle modifiche al titolo V della
Costituzione. L'art 122 prevede che il sistema di elezione e i casi di incompatibilit ed
ineleggibilit del presidente e degli altri membri della giunta regionale sono disciplinati
con legge della regione nei limiti dei principi fandamentali stabiliti con legge della
Repubblica. Stabilisce anche che il presidente della Giunta regionale sia eletto a
suffragio universale e diretto.

Molte regioni a statuto ordinario hanno adottato proprie leggi elettorali, chi non le ha
invece adottate continua con il sistema richiamato dalle leggi dello stato in cui l'80%
dei seggi viene assegnato alle liste presenti a livello provinciale mentre il 20% viene
assegnato alla lista pi votata a livello regionale.

Le regioni a statuto speciale tranne la Sardegna hanno adottato delle leggi elettorali a
parte dopo che lo Stato gli aveva determinato l'elezione diretta del presidente della
giunta.

Il sistema elettorale per l'elezione dei consigli comunali provinciali e metropolitani.

Il parlamento ha varato una legge che disciplina l'elezione diretta del sindaco e del
presidente della provincia con lo scopo di rendere pi stabili e pi efficenti i governi
locali. Dal 2014 questo vale solo per i ocmuni e per il sindaco a seguito di riforme
intervenute di recente.

Comuni fino a 15000 abitanti: ogni candidato sindaco deve essere collegato ad una
lista di candidati consiglieri comunali. L'elettore vota per il sindaco e
contemporaneamente per la lista ad esso collegata. Risulter vincitore il canditato che
avr ottenuto il maggior numero di voti (maggioranza relativa). In caso di parit si
andr al ballottaggio. La lista collegata al sindaco ottiene i 2\3 dei seggi e rimanenti
vengono distribuiti tra le altre liste (metodo D'hondt) .

Comuni con pi di 15000 abitanti: il candidato a sindaco deve essere collegato a una o
pi liste di candidati a consigliere comunale. In questo caso l'elettore pu scindere il
voto e cio pu votare per un candidato sindaco e pu votare una lista dallol stesso
non appoggiata. Risulter sindaco chi ottiene la maggioranza assoluta e cio la met
pi 1 edi voti espressi. Se non si raggiunge la maggioranza si ricorre al ballottaggio e
vince chi ottiene pi voti. Per l'assegnazione dei seggi si applica il metodo D'Hondt.
Alle liste che appoggiano il sindaco vengono dati il 60% dei seggi solo nel caso questo
sia eletto al primo turno e se le liste a esso collegate hanno raggiunto il 40% dei voti
validi. La durata di sindaco e consigli comunali di 5 anni e il sindaco pu al massimo
fare 2 mandati.

Le province e le citt metropolitane: fino al 2011 l'elezione del presidente della


provincia avveniva pi o meno come per i comuni.

Nel pacchetto delle riforme costituzionali stata inserita la previsione di abolizione


delle province. La legge del 2014 trasforma le Province in enti a rappresentanza
indiretta. Si prevede che il presidente sia eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali
della provincia. Sono eleggibili tutti i siandaci che hanno il loro mandato che non scada
prima dei 18 mesi successivi alla data delle elezioni. Vince chi ottiene pi voti. Anche il
consiglio provinciale deve essere eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica.

Per quanto riguarda la citt metropolitana previsto che nel 2014 siano instituite delle
citt metropolitane con contestuale sostituzione della provincia.
L'assetto dovrebbe essere composto da sindaco metropolitano, consiglio
metropolitano e conferenza metropolitana. Il sindaco di diritto il sindaco del comune
capoluogo, il consiglio eletto da dai sindaci e dai consiglieri comunali dell'area
metropolitana e la conferenza composta da tutti i sindaci dell'area metropolitana.

Il sistema elettorale per l'elezione del parlamento europeo

Per l'Italia in vigore la legge del 1979 la quale prevede un sistema proporzionale a
scrutinio di lista il quale opera nelle 5 grandi circoscrizioni. Per l'assegnazione dei
seggi si calcola il quoziente elettorale nazionale e si divide poi la cifra elettorale
nazionale di ciascuna lista per tale quoziente. Nel 2004 sono state introdotte alcune
modifiche alla legge del 1979 per quanto riguarda l'incompatibilit relative alla carica
di membro del parlamento europeo.

Il contenzioso elettorale

Con il termine contenzioso elettorale si fa riferimento a quelle controversie che possno


nascere qualora un singolo candidato, una lista o un cittadino ritengono che
nell'assegnazione dei seggi ci siano state delle irregolarit. Per camera e senato esiste
la Giunta delle elezioni che ha il dovere di controllare la regolarit delle operazioni
elettorali. Questa operazione ha preso il nome di verifica dei poteri. Questa giunta non
ti permette di andare davanti ad un giudice a controbattere la sua decisione. Per i
consigli regionali vale la regola in base alla quale la convalida degli eletti riservata al
consiglio. Questa volta per si pu impugnare la sentenza davanti ad un giudice
ordinario. Per le elezioni regionali e locali la competenza di controllo spetta alla
magistratura amministrativa (per regolarit operazioni elettorali), alla magistratura
ordinaria se si tratta dell'eleggibilit o meno dei candidati. Per la regolarit delle
operazioni elettorali al parlamento europeo si occupa il TAR del Lazio. Per eleggibilit o
meno invece se ne occupa la Corte d'appello competente sul territorio.

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