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DIRITTO PROCESSUALE CIVILE

GLI ATTI PROCESSUALI CIVILI

Allorquando si parla degli atti processuali civili, i punti di maggiore rilievo in tale ambito sono:

Individuazione e identificazione degli atti processuali; Caratteri tipici degli atti processuali (punto importante perch li distingue dagli altri atti giuridici); Classificazione degli atti processuali; Tempo inteso come lasso temporale per il loro compimento; Effetti degli atti processuali; Disciplina della invalidit degli atti stessi.

INDIVIDUAZIONE ED IDENTIFICAZIONE DEGLI ATTI PROCESSUALI.

Latto processuale quello che ha come effetto la costituzione, lo svolgimento, la modifica o lestinzione del rapporto giuridico processuale. Dunque possiamo ben affermare che latto quellelemento che, posto in essere, configura il raggiungimento delle tappe del processo stesso, infatti tale elemento, che si configura appunto con latto, corrisponde alla sua tipica e specifica funzione. In definitiva un atto processuale in quanto inserito in un processo. Il concetto di atto appare strettamente collegato al concetto di processo, il quale (processo) definito come una serie cronologicamente ordinata di atti diretti alla pronuncia di una decisione del giudice, ciascuno dei quali, validamente compiuti, fa sorgere il dovere di porre in essere il successivo ed al contempo, esso stesso realizzato in adempimento del dovere posto dal suo antecedente. In sintesi gli atti posti in essere validamente sono indirizzati al raggiungimento di una meta definitiva, cio la pronuncia del giudice la quale determina la fine della controversia proprio perch si perviene ad un giudizio (processus judicii).
I CARATTERI TIPICI DEGLI ATTI PROCESSUALI.

Latto un mezzo per il conseguimento di un risultato predeterminato dal legislatore, e pi in generale, dallordinamento giuridico. Da ci noi ricaviamo il primo elemento importate
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per identificare i caratteri tipici, cio la volont del soggetto agente. Il punto nodale che tale atto venga compiuto volontariamente, i suoi effetti sono prestabiliti dal legislatore nellambito del processo. Importante da dire che tali effetti non sono disponibili dalle parti, infatti latto processuale non pu considerarsi come espressione di autonomia negoziale, poich lo scopo prefissato dalle parti , quasi del tutto, irrilevante (se non da un punto di vista strettamente processuale, e non per lappunto negoziale fine a se stesso). In sintesi allorquando si parla di scopo dellatto processuale, tale definizione si identifica (pensiamo alla disciplina della FORMA art 121 cpc o delle NULLITA art 156 cpc) nella funzione tipica e oggettiva dellatto processuale, dunque lo scopo dellatto processuale quello di essere inteso come elemento oggettivamente funzionale al conseguimento del processo stesso. La volont degli effetti non va confusa con la VOLONTARIETA del compimento dellatto. Per la legge importante che tale elemento, se pur in minima presenza, sussista appunto la volont di compiere latto da parte del suo autore. In tale ambito, quindi, il legislatore impone i requisiti di forma, per la validit dellatto, forma che appare strettamente funzionale per lo svolgimento tipico della funzione dellatto stesso, cio per il conseguimento del suo scopo. Losservanza di tali forme, pi o meno rigide, garantisce la volont di compiere latto e la riferibilt del suo autore, dunque lessersi adeguato alle forme del processo sintomo del fatto che un soggetto determinato abbia voluto porre in essere un atto determinato. In sintesi la volont viene interamente assorbita dalla forma. In ambito di atti processuali da sottolineare la presenza di due Principi fondamentali:

Principio di Tassativit o legalit delle forme: ci significa che i modelli dei principali atti del processo sono tassativamente predisposti per legge (es. la Citazione, Comparsa di risposta, Sentenza, Ordinanza e Decreto). Dunque in osservanza dellart 121 cpc solo al di fuori dei casi stabiliti dalla legge, gli atti processuali possono essere compiuti nella forma pi idonea al raggiungimento dello loro scopo,

Principio di Strumentalit delle forme: inteso che il rispetto delle forme sempre in funzione di un determinato scopo (o risultato pratico), da ci si evince che se tale scopo risulta comunque raggiunto nel processo, leventuale vizio di forma perde qualsiasi rilevanza.
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LE CLASSIFICAZIONI DEGLI ATTI PROCESSUALI.

In tale sede opereremo tre grandi classificazioni il cui criterio sar quello in base al soggetto che pone in essere tali atti processuali, pertanto avremo:
1. Atti di parte: tra essi ritroviamo gli atti di impulso, cio quelli destinati ad attivare il

meccanismo giurisdizionale o ad impedirne lo stallo o larresto (esempio latto di citazione art 163 cpc, il ricorso art 414 cpc, ecc) e gli atti introduttivi dei procedimenti di impugnazioni (dellappello, del ricorso in cassazione, per la revocazione, per lopposizione del terzo, per lappello nelle controversie di lavoro), tali atti contengono la domanda (o le domande) che propone la parte che agisce esercitando lazione o limpugnazione e sulle quali interverr alla fine la pronuncia del giudice con la conseguente formazione della cosa giudicata. Spesso tali atti non producono solo effetti di natura processuale ma altres effetti di natura sostanziale, come nel caso della notificazione dellatto di citazione il quale determina linterruzione della prescrizione del diritto che si fa valere in giudizio.
2. Atti del Giudice: di seguito gli atti emessi dal giudice:

SENTENZA: un provvedimento con natura e contenuti decisori. La sua funzione principale rappresentata dalla risoluzione di una o pi questioni mediante lapplicazione di norme di legge ad una determinata fattispecie concreta. In base alla natura le sentenze possono essere di natura sostanziale o processuale, le quali possono investire tutta la controversia o una parte di essa. Distinguiamo in tal senso:
a. Sentenza definitiva: cio una decisione che definisce interamente la

controversia davanti al giudice che lha pronunciata (anche per motivi di merito: ad es. la sentenza che accoglie leccezione di difetto della giurisdizione), o almeno una delle domande poste dalle parti;
b. Sentenza non definitiva: cio che si limita a risolvere alcune questioni,

talvolta pregiudiziali e talvolta preliminari, o una parte del merito (es. la sentenza di condanna generica, implichi la prosecuzione del processo. In base agli effetti (ma anche in base al tipo di azione di cognizione in concreto esercitata, distingueremo:
a. Sentenze di mero accertamento: in alcuni casi la lesione del diritto di cui si

invoca la tutela in una mera attivit di contestazione da cui consegue una


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pregiudizievole situazione di incertezza (si pensi, ad esempio, al soggetto che contesti laltrui propriet affermando di essere leffettivo proprietario del bene, oppure al soggetto che, ancor prima della scadenza del suo debito, nega di essere debitore). In dette situazioni lattivit necessaria e sufficiente a fornire la tutela invocata, appunto, nellemanazione di un provvedimento giudiziale che, accertando il diritto, lo renda incontestabile;
b. Sentenze costitutive: in certi casi il diritto soggettivo non pu ricevere tutela

se non attraverso un provvedimento modificativo (in senso lato) della situazione giuridica preesistente. Questo avviene per effetto di determinati diritto potestativi c.d. ad esercizio giudiziale, il provvedimento giudiziale che fornisce tutela a questa particolare categoria di diritti (producendo leffetto voluto dallattore) , per lappunto, la sentenza costitutiva. ES. art 2908 cc lautorit giudiziaria, nei casi previsti dalla legge, pu costituire, modificare, estinguere rapporti giuridici, con effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa). Da dire che anche queste sentenze presuppongono un accertamento, per questo non solo un passaggio fine a se stesso, ma strumentale allintervento del giudice sulla realt giuridica preesistente. Di seguito un breve elenco delle sentenze costitutive previste dal nostro ordinamento giuridico (es. quelle di risoluzione e di rescissione del contratto, alla sentenza che produce gli stessi effetti del contratto non concluso, alla sentenza di separazione tra coniugi ed a quella di divorzio);
c. Sentenze di condanna: spesso la semplice rimozione dellincertezza non

sufficiente a dimostrare linteresse del titolare del diritto leso. N un esempio di diritto di credito: linteresse del creditore non riceve affatto soddisfazione dal mero accertamento dellesistenza del rapporto obbligatorio e della sua inattuazione. Tale interesse trova solo soddisfazione con ladempimento della prestazione dovuta. In tale senso occorre predisporre uno strumento idoneo a stimolare il debitore ad effettuare il pagamento, e in mancanza, ad assicurare leffettiva soddisfazione dellinteresse creditorio. Tale strumento rappresentato, appunto, dalla sentenza di condanna, mediante questa il giudice non si limita ad accertare lobbligo (inattuato) ed il relativo diritto (insoddisfatto), ma predispone un titolo esecutivo, questultimo
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legittima il creditore, in caso di persistente inadempimento, a procedere ad esecuzione forzata sul patrimonio del debitore, ed assicurare dunque la soddisfazione dellinteresse creditorio. La sentenza ha come proprio carattere la irrevocabilit da parte del giudice che lha emessa. Essa diviene perfetta, e quindi irrevocabile, attraverso il deposito presso la cancelleria del giudice che lha pronunciata. Tale sentenza pu essere rimossa solo mediante il ricorso ai mezzi di impugnazione e da un organo giudiziale che ha una composizione collegiale, e non gi monocratica. Nel contenuto della sentenza troviamo, innanzitutto la dicitura in nome del popolo italiano con lintestazione Repubblica Italiana e, oltre ai requisiti formali previsti dallart 132 n. 1, 2 e 3 cpc, due elementi fondamentali la Motivazione la quale indica le ragioni di fatto e di diritto che giustificano il dispositivo, e il laltro elemento fondamentale il Dispositivo in esso troviamo la specifica e concreta decisione del giudice sulla domanda o sulla parte di essa (c.d. questioni di rito). La L.69/2009 ha modificato lart. 132 cpc sostituendo la dicitura la concisa esposizione dello svolgimento del processo e dei motivi in fatto ed in diritto, lha sostituita in concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione. A completamento di ci il nuovo comma 1 dellart. 118 delle disp. Att. Stabilisce che la motivazione della sentenza di cui allart. 132 cpc 2 comma num. 4 consiste nella succinta esposizione dei fatti rilevanti della causa e delle ragioni giuridiche della decisione, anche con riferimento a precedenti conformi. Tale riforma mira a ridurre il contenuto espositivo e motivazionale della sentenza, la quale nel rispetto dellart 111 Cost. deve contenere lesposizione delle ragioni di fatto e di diritto, cio la motivazione, essendo la sentenza un provvedimento giurisdizionale.

ORDINANZA: un provvedimento che non ha, solitamente, carattere decisorio, ma contenuto ordinatorio o istruttorio. Esso quel provvedimento del giudice predisposto al fine di istruire il processo e di ordinarne lo svolgimento e nonch in
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base a quanto introdotto dalla Legge 69/2009 per emettere decisioni limitate alle questioni di competenza. Dunque possiamo definire molto elastico ed adattabile alle circostanze ed esigenze che si possono profilare durante il processo. Non tutte le ordinanze sono modificabili e revocabili, infatti in questo ambito la legge prevede delle eccezioni. I caratteri di modificabilit e revocabilit riguardano le ordinanze pronunciate nella fase istruttoria del processo di cognizione. Come anticipato le ordinanze talvolta possono avere carattere decisorio in queste circostanze tale carattere prevale sulla forma, il che riverbera ai fini della loro impugnabilit giacch se non sono impugnabili o assorbite dalla sentenza che chiude il giudizio (come ad esempio le ordinanze anticipatorie di condanna) sono impugnabili in Cassazione (art 111 Cost. e art 360 ult. Comma introdotto dal dlgs 40/2006);

DECRETO: esso un provvedimento che non presenta caratteri tipici ed assolve a varie funzioni sovente di carattere amministrativo e collaterale al processo vero e proprio. Un breve accenno ai Decreti nei procedimenti speciali che hanno contenuto e funzioni decisorie come la sentenza; in tale ambito esso non potr essere modificato n revocato, se non con losservanza del procedimento predisposto dalla legge. Il decreto non presuppone necessariamente il contraddittorio, elemento con lo contraddistingue dallaltro provvedimento che invece prevede linstaurazione del contraddittorio prima della sua emanazione, cio lordinanza.

3. Atti di altri soggetti ed organi: essi sono rappresentati dagli atti che vengono posti in

essere dagli ausiliari del giudice nellambito delle rispettive competenze. Tali figure sono: il Cancelliere, lUfficiale Giudiziario, il Custode, il Consulente Tecnico. Il cancelliere svolge funzioni di documentazione dellattivit proprie e di quelle degli organi giudiziari e delle parti, infatti per queste ragioni viene anche definito il notaio del processo, in aggiunta a questa documentazione competono, sempre al cancelliere, altre attivit come le comunicazioni e le notificazioni prescritte dalla legge o disposte dal giudice. LUfficiale giudiziario lorgano che esegue le notificazioni e compie gli atti del processo esecutivo (es. il pignoramento; consegna di cose mobili; rilascio di immobili; esecuzione forzata di obbligo di fare e di non fare).

IL TEMPO PER IL COMPIMENTO DEGLI ATTI.

Lart. 152 cpc sancisce che i termini per il compimento degli atti del processo sono stabiliti dalla legge, possono essere stabiliti dal giudice solo se la legge lo permette espressamente. I termini stabiliti dalla legge sono ordinatori, tranne che la legge stessa li dichiari perentori. Dunque dal contenuto di questo articolo si evince che i termini possono essere legali o processuali, nel primo caso si definiscono cos quelli stabiliti per legge, nel secondo caso sono quelli indicati dal giudice. Distinguiamo ancora diversi termini in:

TERMINI ESTRINSECI o ACCIDENTALI, quando stanno ad indicare il periodo di tempo (ore, giorni, mesi ed anni) entro i quali un determinato atto del processo deve essere compiuto;

TERMINI INTRINSECI o NATURALI; TERMINI PERENTORI, tali termini hanno una pluralit di caratteristica: o La perentoriet deve essere riconosciuta dalla legge; o La loro inosservanza determina la decadenza del soggetto dal potere di compiere latto processuale;
o non sono prorogabili (anche se le parti chiedono, concordatamene labbreviazione e

la proroga art 153 cpc ). La Legge 69/2009 prevede la rimessione nei termini , pertanto latto definito tardivo, cio posto in essere dopo la scadenza del termine perentorio, ed in assenza di un provvedimento di rimessione, NULLO. In ottemperanza del Principio sul Giusto Processo (art 111 Cost. ) non pu essere pronunciata una decadenza a carico della parte se non causata da un fatto ad essa imputabile. Come gi esposto sopra lart 153 cpc stato arricchito di un secondo comma (apportato dalla legge 69/2009) il quale stabilisce che la parte che dimostra di essere incorsa in decadenza per causa ad essa non imputabile pu chiedere al giudice di essere rimessa in termini. Tale rimessione per non automatica, infatti lart. 294 comma 2 e 3 stabiliscono che essa subordinata alla valutazione del giudice in merito alla verosimiglianza dei fatti allegati, il quale se decider in positivo lo far con ordinanza. Resta salva lipotesi che quando occorre il giudice potrebbe, altres, chiedere lespletamento della prova dellimpedimento.

TERMINI ORDINATORI, sono termini coordinati allo svolgimento del processo, la loro inosservanza non genera necessariamente la decadenza e sono prorogabili su istanza di parte o anche dufficio, ovviamente prima della scadenza, in base allenunciato dellart. 154 cpc, dunque la proroga possibile solo prima della loro scadenza il loro decorso senza la presentazione di unistanza di proroga (come gi detto o che sia istanza di parte o un intervento dufficio da parte del giudice), determinando gli stessi effetti preclusivi della scadenza dei termini perentori, impedisce la concessione di un nuovo termine, salva lipotesi che la parte sia decaduta per cause ad essa non imputabile.

TERMINI DILATORI, essi indicano il tempo prima del quale non possibile porre in essere un atto o unattivit processuale (ad esempio termine di 10 gg dalla notifica del precetto, prima della scadenza del quale non possibile procedere a pignoramento). La corte di cassazione ha stabilito che il termine dilatorio pu essere rinnovato anche dopo la sua scadenza, perch diverso dal termine perentorio. Lart. 155 cpc indica il computo dei termini dilatori escludendo il giorno e lora iniziale e per i termini a mesi e ad anni si osserva il calendario comune e si prevede che i giorni festivi si computano nel temine ma, se festivo il giorno della scadenza, la scadenza del termine prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo. Per riassumere nel calcolo del termine ad ore o a giorni non si tiene conto dellora o del giorno iniziale mentre si tiene conto di quello finale, tenuto conto del fatto che, allorquando si tratta di termini che devono essere calcolati a ritroso, il giorno iniziale quello pi lontano nel tempo (ad es. il giorno delludienza di comparizione nel termine previsto dallart 166 cpc per la costituzione del convenuto). La novella del 2005/2006 stabilisce che i termini per il compimento degli atti processuali svolti fuori dalludienza (es. le notificazioni o comunicazioni e scambio di atti) scadono nella giornata di sabato, opera la stessa proroga di diritto al primo giorno seguente non festivo. Lart. 155 cpc sancisce il regolare svolgimento delle udienze e di ogni attivit giudiziaria, anche svolta da ausiliari, nella giornata di sabato e che pertanto ad ogni effetto si considera lavorativa (termini questi che trovano applicazione nei procedimenti che si sono instaurati dopo il 1 marzo 2006. tale disposizione ha lasciato il posto a quella successiva introdotta dalla legge 69/2009 nellart. 58 comma 3 cpc che ha stabilito che tali termini debbano applicarsi, altres, ai procedimenti civili gi pendenti alla data del 1 marzo 2006.

Per quanto concerne la sospensione dei termini la legge 742/1969 stabilisce la sospensione dei termini processuali per il periodo feriale, il decorso dei termini processuali relativi alla giurisdizione ordinaria ed a quella amministrativa sospesa di diritto dal 1 agosto al 15 settembre di ogni anno, e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione e cio dal 16 settembre. Esistono della cause che non soffrono (o non sono colpite) della sospensione dei termini, sono: Cause relative agli alimenti; I procedimenti cautelari; Le cause di sfratto (con esclusione del procedimento ordinario);
Le cause di opposizione allesecuzione (inclusi i giudizi di opposizione agli atti esecutivi

e di opposizione del terzo allesecuzione); Le cause relative alla dichiarazione ed alla revoca dei fallimenti; e comunque in generale a tutte quelle cause il cui ritardo potrebbero produrre grave pregiudizio alle parti.
GLI EFFETTI DEGLI ATTI PROCESSUALI.

Gli effetti della sentenza, concernono le situazioni che sono conseguenza del compimento dellatto processuale possono anche avere rilevanza immediata a livello di rapporti di natura sostanziale ( es. linterruzione della prescrizione per effetto della notificazione dellatto di citazione ovvero la confessione resa in giudizio), quindi anche prima che lo sviluppo del procedimento arrivi ad un provvedimento del giudice. prestando particolare attenzione alla sentenza che possiamo comprendere gli effetti sostanziali dellatto processuale. Ora distinguiamo:
1) Esecutivit, tali effetti, a differenza del giudicato, non sono esclusivi del provvedimento

del giudice, ma sono attribuiti anche a quegli atti di provenienza stragiudiziale (scritture provate autenticate relativamente alle somme di danaro in esse contenute, cambiali ed altri titoli di credito, atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato a riceverli, che la legge riconosce la qualifica di titoli esecutivi art. 474 cpc. Il momento in cui il provvedimento del giudice diventa esecutivo non coincide, necessariamente, con il momento i cui si forma su di esso la cosa giudicata; infatti se raffrontiamo lart 282 cpc e lart 324 cpc, lart 282 stabilisce che gi la sentenza di primo grado, anche se ancora
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soggetta ad appello o gi impugnata innanzi al giudice di appello provvisoriamente esecutiva tra le parti, al contrario lart 324 sancisce che si intende passata in giudicato la sentenza che non pi soggetta n a regolamento di competenza, n ad appello, n a ricorso per cassazione, n a revocazione per cassazione per i motivi individuati ai numeri 4 e 5 art. 395 cpc (rispettivamente 4. se la sentenza il risultato di un errore di fatto risultante dagli atti o da documenti della causa, dunque vi errore se la decisione fondata dalla supposizione di un fatto la cui verit incontrastabilmente esclusa o allorquando supposta lesistenza di un fatto la cui verit positivamente stabilita e tanto nelluno o nellaltro caso se il fatto non costitu un punto controverso sul quale la sentenza ebbe a pronunciarsi; rispettivamente 5. se la sentenza contraria ad una precedente avente fra le parti autorit di cosa giudicata, purch non abbia pronunciato sulla relativa eccezione).
2) Cosa giudicata. La cosa giudicata si ha ogni qual volta la sentenza diviene irretrattabile

perch non pi soggetta agli ordinari mezzi di impugnazione, cio appello, ricorso per cassazione e revocazione ordinaria. Quando il giudice emette la decisione,egli emette la regola del caso concreto partendo dalla fattispecie astratta: partendo da ci, Andrioli ci da una definizione di cosa giudicata come ci che tronca il nesso che collega la norma con la fattispecie concreta sostituendosi a quella (la norma) nella disciplina di questa. La cosa giudicata si pu distinguere in cosa giudicata formale e sostanziale; la prima la cosa giudicata valutata allinterno del processo come fenomeno processuale dellirretrattabilit della statuizione, con riferimento allart 324 (giudicato formale) e allimpossibilit di esperire i mezzi di impugnazione ordinaria verso la sentenza passata in giudicato. La cosa giudicata sostanziale si riferisce invece allefficacia che la sentenza passata in giudicato esplicita allesterno del processo, cio allirretrattabilit della statuizione come intervenuta sul diritto; non un fenomeno processuale ma la regola del caso concreto. La maggioranza della dottrina ritiene che le sentenze che possono passare in giudicato sostanziale sono solo quelle che hanno deciso sul merito, quindi in linea di principio le sentenze di rito non potrebbero passare in giudicato sostanziale, perch non si ha con questo tipo di sentenze una statuizione concreta sul diritto che diviene irretrattabile. Una dottrina minoritaria, in particolare Liedman, ritiene invece che alcuni tipi di sentenze di rito possano avere una efficacia anche esterna, cio sostanziale oltre che interna: si tratterebbe di quelle sentenze che hanno statuito su domande in relazione
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al processo. Per esempio una sentenza di rito che abbia statuito sulle condizioni dellazione in realt ha deciso sullesistenza del diritto a proporre lazione e quindi su un diritto: ecco come non possa essere considerata come mera sentenza di rito che non statuisce sul diritto e non dunque suscettibile di passare in giudicato sostanziale. Altra distinzione si pone fra giudicato esplicito e giudicato implicito. Il primo quello formatosi sul dispositivo, quindi la regola, la statuizione data dal giudice senza considerare la motivazione; il secondo quello relativo alle motivazioni, cio relativo alle questioni che il giudice ha affrontato per arrivare alla soluzione finale. Distinguiamo poi fra giudicato esterno ed interno. Il primo quello che pu esplicare efficacia allesterno del processo, il secondo quello che estrinseca la sua efficacia solo allinterno del processo, come il giudicato che si forma per acquiescenza parziale. Il giudicato interno ha un contenuto pi ampio rispetto a quello del giudicato esterno perch si pu formare anche sui meri fatti; in generale hanno efficacia di giudicato interno tutte le statuizioni del giudice sulle quali non si propone impugnazione e che dunque hanno efficacia allinterno del processo. LA NULLITA DEGLI ATTI PROCESSUALI. Quando si parla atto non valido, nullo e annullabile, ci si riferisce al fatto che determinate regole di diritto concernenti la struttura formale dellatto non sono state ottemperate. Un atto giuridico, proprio perch lordinamento ne fa scaturire effetti giuridici, cio rilevanti nellambito del diritto (atto giuridico = fonte di effetti giuridici). Se si vuole che un determinato atto produca tali effetti, esso deve rispettare il modello fornito dalla norma, dunque laddove fosse assente la corrispondenza tra atto posto in essere e il modello astratto previsto dalla norma introdotta dal legislatore, tale atto sar imperfetto e viziato proprio perch la struttura non rispetta quella prevista dalla legge. Si evince che latto imperfetto non pu considerarsi valido, pertanto non produrr gli effetti proprio di quellatto. Infatti allorquando si parla di invalidit e nullit di un atto giuridico si fa riferimento a due aspetti fondamentali:

Difformit, tra latto concretamente posto in essere e la corrispondente struttura tracciata dal modello legale; Imperfezione, ostacola il prodursi degli effetti che sono propri di quellatto.

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La legge, tra questi due elementi, opera una sorta di gradazione nello stabilire la produzione di effetti, infatti in alcuni casi si verificano delle nullit assolute ed insanabili (cio totalmente ed irresistibilmente inidonee a produrre effetti), in altri casi riconosce una difformit meno grave, il caso dellannullabilit, tanto da essere sanati mediante sanatorie prontamente disposte dal legislatore, ma questo atto deve essere rimosso attraverso lo strumento dellimpugnazione da parte di chi vi abbia interesse, perch diversamente tale atto continuerebbe ad essere presente ed a produrre i suoi effetti. A completamento del discorso relativo allinvalidit, introduciamo anche la figura dellinesistenza giuridica, la quale rappresentata da quellatto che manca di quel minimo di elementi idonei a conferirgli la semplice parvenza di atto giuridico. In conclusione vista la contraddittoriet della definizione di atto inesistente ci porta a ridimensionare lelenco delle invalidit stabilendo che nel suddetto rientrino solamente la nullit e linvalidit. Nellambito delle nullit distinguiamo:
o NULLITA GENERALI art. 156 cpc o NULLITA SPECIALI art. 160 e 164 cpc

Distinzione che appare importante da un punto di vista della rilevanza o irrilevanza dellatto, e dunque la processualit degli stessi. Il rispetto dei requisiti formali determina la rilevanza dello stesso atto, atto che ha una funzione tipica prevista per legge. In conclusione latto posto in essere in modo conforme al modello legale non solo riverbera la volontariet del suo compimento ma altres permette allatto di conseguire il suo scopo ultimo, cio quello di essere preso in considerazione dal giudice per prendere una decisione. Tale discorso non lo si pu far valere per quelle nullit di tipo assoluto, ma allorquando ci troviamo dinanzi a tutte quelle nullit, che malgrado verificatesi permettono comunque allatto di raggiungere lo scopo, latto comunque rilevante perch, raggiunto per lappunto lo scopo, si dice che si sana e ci comporta la preclusione per la parte interessata di eccepire e rilevare per il giudice e dichiarare la nullit.

LE CAUSE DI NULLITA ART. 156 CPC Di seguito lelenco delle cause di nullit dellatto processuale:

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1. la mancanza o lassoluta incertezza di uno o pi requisiti formali che assumono

rilevanza esteriore per la tipicit dellatto, o secondo una espressa previsione della legge (art 164 cpc) o in base al giudizio di idoneit al raggiungimento dello scopo (art 156 comma 2 cpc);
2. la mancanza dei requisiti cd extraformali (la volontariet dellatto, la capacit e la

legittimazione processuale); 3. la violazione di una norma di procedura (artt. 112, 158, 160 cpc) anche se la nullit non espressamente comminata dalla legge,
4. la cd nullit derivata, che si palesa allorquando un atto affetto da nullit non per

vizio proprio, ma perch assente o viziato di nullit un atto precedente della serie procedimentale da cui il primo dipende;
5. gli errores in iudicando; 6. gli errores in iudicando de iure procedendi; 7. omissione totale dellatto, cio cd inesistenza storica dellatto.

Le classificazioni dei vizi di nullit. Tra i vizi di nullit distinguiamo:


vizi formali, riferibili alla veste esteriore dellatto contenuto forma; vizi extraformali, riferibili alla fattispecie, ai vizi di capacit, legittimazione e volont.

Unaltra distinzione importante da operare senzaltro quella che intercorre tra:


o nullit degli atti: sono regolate dagli artt. 156-157 e 159-162 cpc o nullit del procedimento: tra queste rientrano quelle previste dallart 158 cpc rubricato

la nullit derivante dalla costituzione del giudice recita cos la nullit derivante da vizi relativi alla costituzione del giudice o allintervento del pubblico ministero, insanabile e deve essere rilevata dufficio, salva la disposizione dellart 161 cpc rubricato le nullit delle sentenze; e quelle derivanti dalla mancanza di integrazione del contraddittorio ex art 102 cpc. Comunque la peculiarit di queste nullit la rilevabilit dufficio pure senza particolari dettami indicati dalla legge e dalla insanabilit entro il processo.

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Nullit ed altre forme di invalidit degli atti processuali. Operando una esegesi dellart. 156 cpc rubricato Rilevanza della nullit possiamo da subito distinguere:
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fattispecie legale dellatto: formato dai requisiti che latto deve necessariamente contenere affinch lo stesso produca gli effetti tipici. Tali requisiti sono prescritti a pena di nullit dal modello legale dellatto;

fattispecie legale dellatto: formato da quegli ulteriori requisiti previsti per legge la cui assenza non genera alcuna conseguenza sullefficacia dellatto, ma tali requisiti sono prescritti a pena di irregolarit. In sintesi, lassenza di questi requisiti non impedisce allatto di produrre i suoi effetti tipici (un esempio approntato dalla Giurisprudenza il seguente: ipotesi di costituzione dellattore con deposito, nel proprio fascicolo, di copia dellatto di citazione anzich delloriginale, depositato dopo la scadenza del termine; in questo caso la Cassazione con sentenza del 2004 ha stabilito che linosservanza non comporta nullit dellatto irregolarmente corretto).

Linefficacia NON rientra tra le cause di invalidit perch essa risulta essere pi la conseguenza del vizio e non, quindi, una fattispecie autonoma di nullit. Anche per lannullabilit (mai nominata, tra laltro, nel codice di rito) utilizzata a distinzione di quei vizi che NON incidono sulla stessa configurabilit dellatto processuale, la cui presenza permette allatto processuale di produrre i suoi effetti tipici (costituiscono in questo caso i vizi di annullabilit); li teniamo ben distinti da quei vizi che costituiscono nullit dellatto perch ne impediscono ai suoi effetti tipici di prodursi (i vizi di nullit). Nel primo caso sono vizi rilevabili dufficio (nullit) mentre i secondi (i vizi di annullabilit) sono rilevati solo su istanza di parte.

IMP

Da sottolineare che lannullabilit opera non impedendo la produzione provvisoria degli effetti dellatto viziato, fino alla pronuncia costitutiva di annullamento; mentre la nullit processuale opera impedendo, di regola, la produzione degli effetti correlati ai requisiti di forma in concreto mancanti, ma non impedisce la produzione degli effetti tipici della legge correlati ai requisiti in concreto presenti nellatto considerato.

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ANALISI DELLE DISPOSIZIONI POSITIVE IN MATERIE DI NULLITA. RILEVANZA DI NULLITA. Circa la rilevanza delle nullit dobbiamo analizzare lart 156 cpc rubricato in tal senso. Da subito necessario sottolineare che non tutti i vizi degli atti processuali impongono una declaratoria di nullit e che tali vizi devono essere presi in considerazione in quanto rilevino nel processo, e incidano sul suo svolgimento.
A. al 1 comma rileviamo il PRINCIPIO DI TASSATIVITA delle nullit, la quale non

appare come regola assoluta e trova un correttivo nella incidenza dellelemento dello scopo; B. lo scopo dellatto viene in evidenza come criterio per ampliare ma altres per restringere lambito delle nullit, dunque distinguiamo:
I. lo ampia in quanto commina la nullit quando, pur in assenza di una espressa

prescrizione di nullit si manifesti inidoneo allesercizio della funzione tipica riconosciutagli dalla legge;
II. il criterio dello scopo restringe lambito delle nullit in quanto ci sia o no una

espressa comminatoria di nullit, se lo scopo in concreto stato raggiunto (PRINCIPIO DI SANABILITA PER RAGGIUNGIMENTO DELLO SCOPO) la nullit perde rilevanza e si deve intendere pertanto sanata. Tale principio si applica non solo ai casi di nullit ma, altres, a tutte le figure di invalidit diverse dalla nullit dunque anche ai casi di inammissibilit e improcedibilit. La sanatoria per il raggiungimento dello scopo ha carattere generale e investe anche, per analogia, tutti gli atti amministrativi ed anche gli atti amministrativi di imposizione tributaria. IMP Gli effetti di un atto sanato si considerano prodotto ex nunc, cio dal momento che latto risulta essere sanato (ex nunc = non retroattivo ex tunc = retroattivo).

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RILEVABILITA E SANATORIA DELLA NULLITA. I LIMITI SOGGETTIVI. Da rivedere perch il paragrafo del libro non chiarissimo

I LIMITI OGGETTIVI DELLA NULLITA. Lart 159 estensione delle nullit ci riporta al Principio di conservazione dellatto processuale fissando diversi punti importanti:

la nullit dellatto non comporta la nullit degli atti precedenti n di quelli successivi, che non siano al primo conseguenti o connessi (Principio di conservazione esterna). Dunque da ci si evince che la dottrina prevalente ritiene che la nullit di un atto non comporta la nullit degli atti precedenti n di quelli successivi INDIPENDENTI da quello nullo (NB in ipotesi eccezionali la nullit pu operare in senso inverso, vale a dire se la nullit dellatto successivo frustra il raggiungimento dellatto anteriore). Per intenderci, latto nullo inficer quello successivo solo laddove i due (o pi atti) fossero tra loro dipendenti o il primo fosse propulsivo a quelli successivi;

la nullit di una parte dellatto non colpisce le altre parti che ne siano indipendenti (Principio di conservazione interna). Questo concerne sia quegli atti che sembrano apparentemente unici (esempio la procura posta a margine o in calce allatto di citazione), sia quegli atti unici nella forma e nella sostanza ma sono frazionabili (esempio allatto di citazione, in cui sono chiaramente distinguibili i requisiti differenti alla vocatio in ius e quelli relativi alla edictio actionis);

se il vizio impedisce un determinato effetto, latto pu tuttavia produrre gli altri effetti ai quali idoneo (Principio di conversione) (esempio: pensiamo alla domanda di revocazione di un decreto ingiuntivo non opposto emesso dal giudice di pace va introdotta con atto di citazione e non con ricorso, in merito alla tempestivit della sua presentazione necessario avere riguardo alla data di notificazione della citazione stessa (ovvero del ricorso) ove esistano i presupposti per la sua conversione in citazione e
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sempre che esso risulti notificato unitamente al decreto contenente lindicazione della data di comparizione), (altro esempio il regolamento di competenza che si converte in ricorso ordinario per cassazione e viceversa). Le nullit per i vizi relativi alla costituzione del giudice e dellintervento del pubblico ministero. Con riferimento ai vizi relativi della costituzione del giudice, trovano applicazione tutte quelle ipotesi di inosservanza delle norme del codice di rito, che non incidono sulla legittimazione del giudice ad esercitare il suo magistero, perch in questi casi si potrebbero esperire le garanzie processuali legate allAstensione ed alla Ricusazione. Secondo la giurisprudenza si pu parlare di nullit di costituzione del giudice solo allorquando gli atti giudiziali sono posti in essere da persona estranea allufficio e non investita della funzione esercitata (esempio: nullit della sentenza di merito deliberata in camera di consiglio da un collegio diverso, in uno o pi componenti, da quello che ha assistito alla discussione della causa o, se discussione non vi stata, diverso da quello innanzi al quale sono state precisate le conclusioni). Ricorre la nullit per vizio relativo allintervento del pubblico ministero quando la sentenza stata pronunciata senza che questi abbia partecipato al giudizio, nei casi in cui il suo intervento fosse obbligatorio a pena di nullit (art 70 comma 1 cpc), ci infatti comporterebbe una violazione delle norme sullintegrit del contraddittorio, con la conseguenza che, se tale vizio fosse rilevato in appello, si dovrebbe disporre la rimessione della causa al primo giudice (art 354 cpc). In questi casi bisogna precisare che il mancato intervento del PM riguarda la sola sentenza a norma dellart 158 cpc ma non si estende agli atti anteriori alla deliberazione della stessa, validamente formatasi anche senza la partecipazione del PM posto che ai fini di tale partecipazione sufficiente che egli spieghi intervento alludienza di discussione innanzi al collegio. NULLITA DELLA SENTENZA E MEZZI DI IMPUGNAZIONE.

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Di particolare importanza il Principio dellassorbimento o della conversione delle nullit in motivi di impugnazione (art 161cpc) tutti i motivi o i vizi di nullit si convertono in motivi di impugnazione. Un distinzione che necessario operare la seguente:

nullit originaria della sentenza: sono quei vizi propri derivanti dallatto per mancanza dei suoi requisiti essenziali di sostanza e di forma. Di seguito diversi esempi: totale mancanza del dispositivo; totale mancanza della motivazione (tale ipotesi integrata anche allorquando la stessa risulta incomprensibile); contrasto insanabile tra dispositivo e motivazione; omessa lettura del dispositivo alludienza di discussione della causa prescritta;
assenza della concisa esposizione dello svolgimento del processo (NB per tutte

quelle cause instaurate prima dellentrata in vigore della legge 69/2009) e dei fatti derivanti dalla causa solo se tale omissione impedisca totalmente di individuare gli elementi di fatto considerati o presupposti nella decisione, nonch che siano state osservate le forme indispensabili; sentenza fondata sulle risultanze dellattivit probatoria svolta da una parte risultante non ritualmente costitutita; sentenza che abbia deciso nonostante la formazione del giudicato interno per inammissibilit del ricorso in appello;

nullit derivata dalla sentenza: concernono vizi del procedimento non sanati n rilevati. Si seguito diversi esempi: mancata comunicazione dellordinanza pronunciata fuori udienza alla parte costituita; sentenza nulla anche quando le questioni sulle quali il giudice si pronunciato non comportano accertamenti di fatto, ma solo la soluzioni di questioni di diritto;
nullit non sanata dellatto introduttivo, carente dei requisiti prescritti dallart

163 comma 3 n. 3 e 4 vale a dire, rispettivamente, la determinazione della cosa oggetto della domanda e lesposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni;
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sentenza viziata da difetto di difesa tecnica; violazione del contraddittorio consentita, prima dellentrata in vigore della l 80/2005, nella mancata dissociazione delludienza di prima comparizione e nellomessa assegnazione al convenuto del termine ex art 180 cpc. Secondo il principio di assorbimento o della conversione delle nullit in motivi di impugnazione (art 161 comma 1): 1. sono deducibili le nullit se e quando possono essere fatte valere come motivi di impugnazione; 2. le nullit non fatte valere come motivi di impugnazione, anche le pi gravi, escluse quelle cd rilevabili anche dufficio in ogni grado e stato del processo se non si formato il giudicato interno sul punto, restano sanate; 3. preclusa comunque la possibilit di far valere limpugnazione, resta comunque preclusa la possibilit di far valere la nullit. Uno snodo importante da chiarire quello legato al fatto che necessit stabilire se la disposizione dellart 161 comma 1 cpc regoli esclusivamente liniziativa delle parti ed ignori completamente i poteri dufficio. La dottrina prevalente in tale senso quella per cui lo stesso articolo condizionerebbe liniziativa dufficio perch riserverebbe le nullit della sentenza alla piena disponibilit dei soggetti diversi dal giudice. Ci si pone il problema di stabilire lambito di applicazione del principio di assorbimento e della conversione delle nullit in motivi di impugnazione si possa applicare a tutti i provvedimenti, la risposta in senso negativo perch NON si applica in quei casi estremi caratterizzati da un vizio cos grave che tale atto non riesce ad inserirsi nello sviluppo del procedimento. Lart 161 comma 2 fa lesempio della sentenza non sottoscritta dal giudice, questo vizio, per lappunto, pu essere fatto valere non solo nelle forme e nei termini propri delle impugnazioni, ma anche dopo il formarsi della cosa giudicata attraverso unapposita azione di accertamento negativo. Lesempio approntato dallart 161 comma 2 si riferisce a sentenza assolutamente priva di sottoscrizione del giudice (sia esso collegiale, allorquando manchi la firma del presidente o di altro componente) e senza poter operare distinzione in merito al fatto che tale mancanza dipenda da dimenticanza o errore. La mancanza, anche se involontaria, rende insanabilmente nulla la sentenza stessa per difetto di un elemento costitutivo senza che possa avviarsi il procedimento di correzione di errori materiali, n con
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la rinnovazione della stessa pubblicazione da parte dello stesso organo il quale, pronunciata sentenza, perde la sua funzione giurisdizionale. Dunque tale nullit va accertata e dichiarata in sede di impugnazione, ne consegue rimessione della causa al medesimo organo che ha accertato la decisione carente di sottoscrizione. A questa ipotesi si affianca, altres, lipotesi di sentenza emessa dal giudice ormai trasferito ad altro ufficio giudiziario (la cd sentenza che proviene a non judice). Lart 161 comma 2 cpc in merito di atto non sottoscritto dal giudice, parla di inesistenza, per differenziare il regime giuridico della nullit per difetto di sottoscrizione che, in questa ultima ipotesi, sopravvive al passaggio in giudicato della sentenza stessa. Infatti allart 161 comma 2 cpc non si consente alla sentenza di produrre i suoi effetti anche in modo precario, non sanabile, e tale vizio potr essere fatto valere senza limiti di tempo, con unautonoma actio nullitatis con lapposizione allesecuzione ed anche in via di mera eccezione. Dunque secondo la dottrina prevalente, ma anche la giurisprudenza sembra essersi schierata a favore di questa tesi, individua linesistenza a categoria generale nella quale confluiscono tutti i vizi che , pur non espressamente previsti dal legislatore, siano talmente gravi da impedire il passaggio in giudicato della sentenza. Vengono ricondotte alla categoria di inesistenza: la sentenza resa nei confronti di un soggetto inesistente o deceduto prima della notificazione dellatto introduttivo del giudizio; la sentenza priva di dispositivo o dal dispositivo incerto, contraddittorio, incomprensibile o impossibile;

ipotesi su cui vi assoluta concordia, la sentenza pronunciata a non judice.

In merito allambito di applicazione e regime giuridico dellinesistenza la giurisprudenza ha precisato: o configurabile come inesistenza, altres, nei casi in cui la sentenza difetti di quel minimo di elementi e presupposti indispensabili per produrre leffetto di certezza giuridica, che lo scopo del giudicato (oltre allipotesi dellart 161 cpc, di mancanza di sottoscrizione della sentenza);
o tale inesistenza va rilevata dufficio in ogni stato e grado del processo con una

autonoma azione di accertamento non soggetta a termini di prescrizione o decadenza, o con uneccezione ad altres in sede di opposizione allesecuzione;
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o allorquando linesistenza stata fatta valere con gli ordinari mezzi di impugnazione,

il giudice, diversamente da quanto accade per i vizi che comportano nullit, dichiara linesistenza della sentenza, deve rimettere le parti nel grado in cui tale radicale vizio si sia verificato, venendo in tale ipotesi, consentita, a differenza dellipotesi di esperimento dellactio nullitatis, la continuazione del giudizio, con la pronuncia di una decisione di merito, nellambito dello stesso processo. LA RINNOVAZIONE DEGLI ATTI NULLI. Art 162 cpc il giudice che pronuncia la nullit deve disporre, quando sia possibile, la rinnovazione degli atti ai quali la nullit si estende. Tale disposizione ha un portata generale e di conseguenza si applicher a tutti gli atti, compresi quelli propulsivi o necessari. Pensiamo alla pronuncia della nullit dellAtto Introduttivo al processo, nullit che va pronunciata per evitare che, la non pronuncia, da esso possa conseguirne un effetto virale a tutti gli atti seguenti. Sempre in ambito di difetti della vocatio in ius nel rito del lavoro (mancato rispetto del termine di comparizione, omissione o incertezza sulludienza di discussione) che non comportano nullit del ricorso ai sensi dellart. 159 comma 1 cpc, e cos in ogni ipotesi in cui sussistano dubbi sullapplicabilit dellart 291 cpc. In ambito della rinnovazione degli atti nulli deve essere ricondotta la disposizione contenuta nel comma 2 dellart 182 modificato dallart 46 comma 2 Legge 69/2009. Tale disposizione attribuisce al giudice un potere che egli deve esercitare non solo ex officio e quindi senza la necessit di ogni istanza di parte, ma anche senza essere condizionato dalla esistenza e dalla dimostrazione di una causa non imputabile alla parte. Il contenuto del novellato comma 2 dellart 182 stabilisce che il giudice, allorquando rileva un difetto di rappresentanza, di assistenza e di autorizzazione o una nullit della procura alle liti, assegna ex officio alle parti un termine perentorio per la costituzione della persona alla quale spetta la rappresentanza o lassistenza, per il rilascio delle necessarie autorizzazioni, o per la rinnovazione della stessa, se invalida. Limpossibilit di disporre la rinnovazione pu essere:

materiale: esempio nella rinnovazione di una prova testimoniale per lintervenuto decesso del teste, o per lintervenuto mutamento dei luoghi nella ispezione; giuridica: esempio a causa di una intervenuta decadenza.
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In merito ai rapporti tra latto nullo e latto rinnovato da sottolineare che lintervenuto rinnovazione dellatto nullo consente sia la conservazione degli effetti eventualmente gi raggiunti dallatto irritualmente posto in essere, sia il perseguimento degli ulteriori effetti originariamente impedita dal vizio. Dunque si realizza ci che accade quando si profila una situazione di sanatoria della nullit. In sintesi gli effetti di tale atto rinnovato si considerano formati ex tunc, cio in modo retroattivo, con la retrodatazione di tutti gli effetti sostanziali e processuali della domanda al momento della prima notificazione (ci in ottemperanza di quanto stabilisce la giurisprudenza che esclude la possibilit di rinnovazione dellatto quando al momento della pronuncia di nullit scaduto il termine perentorio (o comunque a pena di preclusione) entro cui compiere latto. In conclusione una specificazione da fare che lattivit del giudice, in sede di pronuncia di nullit, si traduce in unattivit discrezionale, ed insindacabile in sede di legittimit se sorretta da una motivazione adeguata e immune da vizi logici e giuridici (si pensi al giudizio sul raggiungimento dello scopo o al giudizio di impossibilit materiale di disporre la rinnovazione dellatto nullo). LE NOTIFICAZIONI LE NOTIFICAZIONI IN GENERALE. uno strumento processuale attraverso il quale si comunica ad una parte del processo, che si sta (o si deve) compiere un atto od una attivit. Le notificazioni sono, dunque, una sequenza di atti posti in essere da diversi soggetti. Tali procedure sono finalizzate a realizzare la trasmissione e notificazione legale dellatto processuale verso un soggetto predeterminato. Latto pu essere:
1. di parte (istanza) che determina il sorgere e giuda lo svolgimento;

2. dellufficiale giudiziario e degli altri soggetti (ufficiale postale assegnatario), i quali n modo gradualmente diverso cooperano al raggiungimento dello scopo. Da chiedersi, quando si intende perfezionata la notificazione? La risposta ci stata data con sentenza emessa nel 2004 dalla Cassazione la quale ha stabilito il principio secondo cui il momento della notificazione si perfeziona per listante (cio colui che trasmette latto) deve essere distinto da quello in cui si perfeziona per il destinatario, differenziazione meramente cronologica, visto che in ogni caso la produzione degli

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effetti che sono collegati alla notifica restano condizionati al perfezionamento del procedimento notificatorio anche per il destinatario dellatto.

IMP

Per il soggetto istante la notifica si perfeziona con la consegna dellatto allufficiale giudiziario, dunque listante sar sollevato da qualunque rischio derivante dal ritardo nella consegna dellatto al destinatario e quindi da decadenze o prescrizioni che si possono mutare medio tempore.

PROCEDIMENTO DI NOTIFICAZIONE. LATTO INIZIALE. Il procedimento di notificazione si compone di due momenti:


ATTO INIZIALE: istanza o richiesta; ATTO FINALE: la documentazione, la quale si suddivide nei momenti essenziali alla fase del procedimento: o Di istanza o richiesta; o Di intermediazione; o Di consegna; o Di documentazione.

Lart 137 cpc opera una distinzione tra istanza di parte e richiesta del PM o del cancelliere. A tal proposito necessario sottolineare che in dottrina si parlato di notificazione ad impulso ufficiale diversa dalla notificazione ad impulso di parte. Infatti lo stesso art 137 che parla di istanza: allorquando liniziativa venga assunta dalla parte, perch si tratta di un rapporto tra privato ed il titolare di una pubblica funzione, il quale viene, per lappunto con latto di istanza, sollecitato allo svolgimento e di richiesta quando lo svolgimento di questa funzione venga sollecitato dal titolare di un altro ufficio, quindi la richiesta diretta a realizzare una collaborazione tra uffici e mette in rapporto titolari di funzioni pubbliche. SOGGETTI DELLA FASE DI TRASMISSIONE: LUFFICIALE GIUDIZIARIO E LE SUE ATTRIBUZIONI. Subito dopo latto di iniziativa, si instaura la seconda fase del procedimento di notificazione cio la trasmissione e la consegna dellatto stesso. I soggetti coinvolti in questa fase sono:
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1. lufficiale giudiziario (eventualmente il difensore delle parti e/o ufficiale postale);

2. destinatario; 3. consegnatari. Con ultima modifica apportata dalla legge 322/1975 lufficiale giudiziario NON pi addetto ai singoli uffici giudiziari, ma assegnato ad appositi uffici unici per le notificazioni o per le esecuzioni, costituiti nelle sedi di corte dappello o eventualmente nel tribunale. I criteri base da seguire per individuare lufficiale giudiziario che ha il potere di eseguire la notificazione dellatto sono due: si deve fare riferimento allufficiale giudiziario del mandamento, nel cui territorio deve essere effettuata la notifica dellatto (che in questo caso eseguir la notificazione direttamente nellambito del Comune, attraverso lausilio del servizio postale, a meno che la parte chieda per iscritto che la notificazione sia eseguita dallufficiale giudiziario di persona);

si deve fare riferimento allufficiale giudiziario addetto allufficio notifiche della sede dellautorit giudiziaria che competente per latto (in questa ipotesi la notificazione da fare fuori dal territorio dovr sempre avvenire mediante servizio postale).

I DESTINATARI ED I CONSEGNATARI DELLATTO. Il destinatario il soggetto verso il quale latto viene indirizzato mediante il procedimento di notificazione. La presenza del consegnatario solo eventuale e si realizza, nei procedimenti di notificazione che si svolgono attraverso la trasmissione della copia di un atto, ogni volta non sia possibile effettuare la consegna di tale copia alla persona stessa del destinatario. Tale soggetto , solitamente, estraneo al rapporto che intercorre tra il soggetto istante ed il destinatario della notificazione. Due elementi sono di fondamentale importanza:
un luogo determinato (che differenzia la sua qualificazione dal destinatario); ed in tale luogo la presenza di un soggetto, legato al destinatario da uno specifico

rapporto (la cui fonte pu essere legale, negoziale o di mero fatto ). IL TEMPO DELLE NOTIFICAZIONI. Secondo quanto stabilisce lart 147 cpc modificato dalla legge 263/2005 le notificazioni non si possono realizzare prima delle ore 7 e dopo le ore 21, nellart 147 cpc stata soppressa la sanzione della nullit.
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Losservanza della norma rientra nella piena disponibilit del consegnatario, che risulta essere lunico ad esigere il rispetto e rifiutare, legittimamente, di accettare latto (rifiuto che non pu determinare gli effetti previsti dallart 138.2 cpc e art 140 cpc) costringendo lufficiale giudiziario a ripetere loperazione. Viceversa, qualora il consegnatario dovesse accettare la consegna dellatto fuori orario, sar superato quanto prevede la norma, ma sar preclusa da parte del consegnatario stesso la manifestazione di una sua doglianza. CONSEGNA DELLATTO A MANI DEL CONSEGNATARIO. La consegna dellatto ad personam identificativo del momento in cui la notificazione si perfeziona, procedura che, tra laltro, determina limmediata presa di conoscenza che latto stato ricevuto dal destinatario. Questultimo non pu, legittimamente, rifiutare la copia dellatto quando questa venga consegnata a lui personalmente. In caso di rifiuto lart. 138.2 cpc stabilisce che la notificazione si considera fatta in mani proprie (salvo quanto detto sopra, non si applica in caso di consegna fuori dal tempo stabilito dal codice di rito ore 07:00/21:00). Competer allufficiale giudiziario ricercare dapprima presso labitazione del destinatario e solo laddove non sia possibile o il destinatario stesso non venga rinvenuto, potr eseguire la notificazione ovunque lo trovi. Lart 138.1 cpc deve essere coordinato al disposto dellart 139 cpc nel senso che, in forza del primo, la notificazione pu essere effettuata nelle mani proprie del destinatario, per lart. 139 sufficiente che venga rintracciato anche un uno dei luoghi dove si dovrebbe svolgere la sua vita e la sua attivit (casa di abitazione, ufficio o locali dellazienda, disposti dalla legge, alternativamente) perch diventi possibile lesecuzione della notificazione attraverso consegna della copia ad altri soggetti. MODI DI INDIVIDUAZIONE DEL DESTINATARIO. I criteri stabiliti dalla legge per poter individuare il soggetto al quale consegnare la copia dellatto si possono cos riassumere:
A. lart 141 cpc si presenta come norma speciale il cui ambito di applicabilit limitato agli

atti del processo civile (rispetto alla norma generale dellart 47 cc rubricato, appunto, elezione di domicilio stabilendo: si pu eleggere domicilio speciale per determinati atti

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o affari. Questa elezione deve farsi espressamente per iscritto)2. Dunque lelezione di domicilio speciale per determinati affari e la specialit della norma appare in continuit della natura dellaffare che in realt una controversia giudiziaria. Dallart 141 cpc si evince la facolt, legittima, di elezione di domicilio, la quale per diventa obbligatoria se tale elezione inserita in un contratto e che lobbligatoriet di tale notifica sia espressamente dichiarata; B. nellipotesi in cui non fosse eletto, volontariamente, un domicilio si fa ricorso ai criteri legali che impongono tre condizioni per lindividuazione:
1. la prima condizione impone che il consegnatario venga ricercato nella sede del

destinatario, sede che il soggetto istante ha lonere di indicare (lordine da seguire per la ricerca: residenza, dimora e, in ultimo, domicilio; essi sono alternativi rispetto alla casa di abitazione ed ai luoghi in cui il destinatario ha lufficio o esercita lindustria o il commercio. La notificazione pu essere effettuata nel territorio del comune di dimora del destinatario, solo laddove fosse ignoto il comune di residenza, in ultimo sar operata nel comune di domicilio qualora fossero ignoti sia residenza che dimora. Tale alternativit soggiace al mancato reperimento di quelli che sono i luoghi deputati per il ricevimento dellatto da notificare;
2. la seconda condizione si determina mediante lindividuazione, dei luoghi sopra

indicati, di una persona che si trovi in un rapporto determinato con il destinatario, con riferimento a tre categorie di soggetti: persona di famiglia o addetta alla casa, allufficio, o allazienda; portiere dello stabile, anche se condominiale, dove sono situati labitazione, lufficio o lazienda; vicino di casa. 3. la terza condizione che vengano predisposte due garanzie prevista dal codice di rito a favore del destinatario nelle ipotesi in cui latto fosse consegnato al portiere o al vicino: o sottoscrizione tali soggetti devono apporre non sulloriginale ma su una apposita ricevuta, se accettano di ricevere la copia;

Per la notificazione degli atti nella residenza, nella dimora o nel domicilio. Chi ha eletto domicilio pu essere convenuto davanti al giudice del domicilio stesso

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o invio al destinatario, nelle forme della corrispondenza raccomandata, di un avviso

contenente la comunicazione dellavvenuta notifica. Tale momento meramente integrativo ed irrilevante ai fini del perfezionamento della notificazione.
C. Lart 139.5 cpc e art 146 cpc prevede forme particolari per la consegna dellatto per le

ipotesi in cui il destinatario si trovi in condizioni eccezionali (pensiamo chi vive abitualmente a bordo di una nave mercantile, o essere militare in attivit di servizio). Nella prima ipotesi, art 139.5 cpc, prevista una forma meramente facoltativa di notificazione che individua tra i possibili consegnatari dellatto diretto a chi vive abitualmente a bordo di una nave mercantile: al capitano della nave o a chi ne fa le veci. Nella seconda ipotesi, art 146 cpc, militari in attivit di servizio (sia quelli in servizio permanente in servizio, sia i militari in mobilitazione, i volontari, anche se caduti prigionieri, e gli appartenenti ai corpi militarizzati di polizia), prevista in questa ipotesi una forma necessaria la quale prevede che le operazioni di notifica devono essere integrate con la consegna di un ulteriore copia al PM che ne cura il recapito al comandante del corpo al quale il militare appartiene. IRREPERIBILITA, INCAPACITA E RIFIUTO DEL CONSEGNATARIO. Analizziamo il procedimento al verificarsi di due situazioni patologiche:
Irreperibilit: si verifica questa situazione allorquando, pur essendo noto il soggetto

destinatario della notificazione non si conoscono, per, residenza, domicilio e dimora. Si deve trattare di ignoranza incolpevole non superabile con ricerche gravate sul soggetto istante dalla normale diligenza ma quando questa persista (nellimpossibilit di individuare un qualsiasi consegnatario) sar sufficiente per la determinazione degli effetti della notificazione, il compimento di una formalit essenziale: il deposito di una copia dellatto nella casa comunale dellultima residenza e, se ignota, in quella del luogo di nascita del destinatario e, se ignoti entrambi, questa copia dellatto deve essere consegnata al PM ;
Incapacit: in questa situazione si conoscono residenza, domicilio e dimora del

destinatario ma si abbia difficolt nellindividuare uno dei consegnatari previsti dallart 139 cpc, effettuate le ricerche nessuno dei consegnatari trovati intende ricevere latto. Pensiamo che lunico consegnatario, rintracciato, sia minore di 14 anni o comunque risulti incapace ictu oculi. Anche in questa circostanza disposto il deposito di una
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copia dellatto nella casa comunale del luogo (nella species noto) in cui la notificazione deve eseguirsi e, essendo nota altres la sede del destinatario (sia la casi di abitazione, dellazienda o dellufficio dove stato cercato inutilmente il consegnatario) lufficiale giudiziario dovr affiggere alla porta di questa sede un avviso (in busta chiusa) relativo al deposito della copia dellatto e dovr inviare al destinatario altro avviso a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno; in entrambe le situazioni, art 140 cpc: deposito di copia dellatto, affissione dellavviso invio della comunicazione e deposito della copia dellatto. Lart 143 cpc stabilisce che la notificazione si ha per eseguita nel 21 giorno successivo a quello in cui sono compiute le formalit prescritte, dunque con una proroga di 20 giorni di tutti gli effetti sostanziali e processuali che si producono nei confronti del destinatario. NOTIFICAZIONI AD UN ENTE COLLETTIVO, UNA PERSONA GIURIDICA, UNAMMINISTRAZIONE DELLO STATO. Per le notificazioni da operane nei confronti di Enti collettivi privi di personalit giuridica e Persone Giuridiche si applicano integralmente le disposizioni dellart 141 cpc. Apportata unintegrazione del 2005 con la legge 263 la quale prevede che oltre che alla persona addetta alla sede indicata, altres, il portiere dello stabile in cui la sede. Se nellatto viene indicata la persona fisica che rappresenta lEnte e ne risulti specificata residenza, domicilio e dimora abituale, la notifica potr avvenire alternativamente e non in via residuale (e dunque non condizionata allesperimento del tentativo di notifica presso la sede dellente). Tale regola si applica sia alle persone giuridiche sia alle societ non aventi personalit giuridica, alle associazioni non riconosciute ed ai comitati. Per le notifiche alla persona fisica rappresentante dellente si applica la disposizione dellart 140 cpc allorquando vi sia irreperibilit o rifiuto a ricevere latto, e si applicher, altres, lart 143 quando ne risultino sconosciuti la residenza, il domicilio o la dimora abituale. Per le notificazioni allAmministrazione dello Stato coordinato da leggi speciali ed in particolare dal T.U. sullAvvocatura dello Stato. Sistema introdotto con lentrata in vigore di questa legge, appronta una forma di notificazione esclusiva presso un domiciliario ex lege. Procedura che si sviluppa come segue: la notificazione di qualunque atto processuale, diretto allamministrazione dello Stato, si effettua in persona del Ministro in carica competente; la consegna deve essere effettuata, pena la nullit rilevabile ex officio, presso
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lufficio dellAvvocatura dello Stato, nel cui distretto ha sede lufficio giudiziario o larbitrato, innanzi al quale portata la causa. Leventuale errore sulla persona alla quale deve essere indirizzato, deve essere eccepito dallAvvocatura dello Stato nella prima udienza, con la contestuale indicazione della persona cui latto doveva essere diretto; una volta proposta leccezione, il giudice fissa un termine per la rinnovazione dellatto, rinnovazione che produce i suoi effetti ex tunc.

GIURISDIZIONE La giurisdizione (potere di decidere una determinata controversia), la funzione esercitata da organi dello Stato (i giudici) per applicare le norme, generali e astratte, ai singoli casi concreti. una funzione solo statale (non esiste ad esempio una giurisdizione regionale); ed esercitata in maniera pubblica ed autonoma (i giudici sono organi indipendenti dal potere politico). Per far valere un nostro diritto, dobbiamo innanzitutto stabilire se adire un giudice ordinario (giudice civile o penale) o un giudice speciale (giudice amministrativo, Corte dei conti, Corte costituzionale, ecc). GIURISDIZIONE ORDINARIA E SPECIALE Ai sensi dellart. 1 c.p.c., la giurisdizione civile (che posta a tutela dei diritti soggettivi di tutti i cittadini), esercitata dai giudici ordinari, salvo diverse disposizioni di legge. Con questa norma, che riprende il dettato dell'art. 102, comma primo, Cost. - la funzione giurisdizionale esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sullordinamento giudiziario - si dice in sostanza che, nel nostro ordinamento, i giudici sono diversi, e che, quelli della cui attivit si occupa il codice di procedura civile, sono soltanto quelli ordinari (Giudice di Pace, Tribunale, Corte dAppello, Corte di Cassazione). Una prima distinzione quella tra:
1. giurisdizione ordinaria: essa ha carattere generale, ossia riguarda le materie che la

legge non attribuisce espressamente ai giudici speciali;

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2. giurisdizione speciale: essa regolata da leggi, appunto, speciali, che le attribuiscono

la competenza a giudicare su determinati rapporti che in astratto spetterebbero al giudice ordinario. La Costituzione stabilisce il divieto di istituire nuovi giudici speciali al di fuori di quelli attualmente esistenti (art. 102, secondo comma). Tra i giudici speciali si menzionano: Tribunale superiore delle acque pubbliche, Corte dei Conti, Tribunale militare. Dai giudici speciali, bisogna differenziare le sezioni specializzate che appartengono alla giurisdizione ordinaria e si occupano soltanto di certe materie e/o soggetti (es. Tribunale dei minori, Sezione specializzate agrarie presso il Tribunale ordinario e le Corti dAppello). Rientrano nella giurisdizione speciale, anche i giudici amministrativi, posti a tutela degli interessi legittimi del cittadino di fronte alla pubblica amministrazione (i quali, di solito, trovano tutela attraverso un giudizio col quale i loro titolari possono ottenere lannullamento dellatto amministrativo che lede tali interessi, con la conseguente possibilit di esercizio dellazione risarcitoria). Nel rapporto tra giurisdizione ordinaria e giurisdizione amministrativa, si evidenzia come abbia rilevanza, non tanto il fatto che parte in causa sia la pubblica amministrazione , quanto la natura della causa stessa. Pertanto, qualora la p.a. con i suoi atti violi diritti soggettivi, essa pu essere convenuta davanti al giudice ordinario come qualsiasi altro soggetto giuridico. Attualmente, la regola generale nel senso che contro la p.a. i diritti soggettivi possono essere fatti valere davanti al giudice ordinario. Mentre gli interessi legittimi possono essere fatti valere davanti a giudici speciali, quali sono i giudici amministrativi: in primo grado il Tribunale amministrativo regionale (T.A.R.), ed in secondo grado il Consiglio di Stato. GIURISDIZIONE ITALIANA E STRANIERA Altra distinzione rilevante tra la giurisdizione italiana e straniera. Tale rapporto regolato dalla legge 31 maggio 1995 n. 218 (che ha riformato il sistema italiano del diritto internazionale privato), con cui sono stati abrogati gli artt. 2, 3, 4 e 37, comma 2, del cpc. Lart. 2 c.p.c., sanciva linderogabilit della giurisdizione italiana; attualmente la legge n. 218, riconosce alle parti la possibilit di derogare la giurisdizione italiana in favore della straniera, ponendo per due condizioni alla base di questa possibilit: - una di forma, la deroga deve risultare da atto scritto; - una di contenuto, la causa deve vertere su diritti disponibili.

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Lart. 3 c.p.c. (abrogato dallart. 7 della legga n. 218), dettava la c.d. irrilevanza della litispendenza straniera, situazione che si verifica quando dinanzi al giudice italiano venga instaurata una causa con oggetto e titolo uguali a quella gi in corso davanti al giudice straniero. Si rendeva, cos, possibile lo svolgimento di due processi uguali con il pericolo di giudicati contrastanti. Oggi, invece, la litispendenza rilevante qualora una parte la eccepisca innanzi ad un giudice italiano. Questultimo dovr sospendere il giudizio ove ritenga che il provvedimento possa produrre effetti per lordinamento italiano. IMP Lart 7 della legge 218/1995 attribuisce, appunto, al giudice italiano il potere di sospendere il giudizio in corso innanzi a lui, allorquando sussistano le seguenti condizioni: 1. necessario che sia eccepita da una delle parti la pendenza tra le stesse parti dinanzi ad un giudice straniero di domanda avente il medesimo titolo, pendenza che si determina secondo la legge dello Stato in cui il processo si svolge; 2. occorre che il giudice italiano sia stato adito successivamente e cio quando la domanda davanti al giudice straniero era gi pendente;
3. bisogna che il giudice italiano ritenga che il provvedimento del giudice straniero possa

produrre effetto per lordinamento italiano. Dunque il giudice italiano valuter se vi sono concrete possibilit che il giudizio straniero, preventivamente instaurato, si concluder con un provvedimento che sa riconosciuto dal nostro ordinamento ai sensi dellart 64 della legge 218/1995 rubricato riconoscimento delle sentenze straniere, infatti si tratta di operare una sorta di giudizio prognostico concernente la futura riconoscibilit della pronuncia straniera che verter sui punti a, b, c ed f e non ai punti d e g i quali presuppongono la gi avvenuta pronuncia della sentenza. Laddove sia disposta la sospensione, lart 7 prevede espressamente due ipotesi di prosecuzione del giudizio: se il giudice straniero declina la propria giurisdizione; se il provvedimento straniero non riconosciuto dallordinamento italiano, il giudizio in Italia prosegue, previa riassunzione ad istanza della parte interessata. Anteriormente alla citata legge n. 218/95, ai fini della determinazione della giurisdizione aveva rilevanza il luogo di cittadinanza del convenuto (soggetto passivo dellazione, colui contro cui lazione proposta); ossia il potere di giudicare su una determinata controversia spettava al giudice italiano, soltanto nel caso in cui il convenuto avesse la cittadinanza italiana. In seguito allentrata in vigore di detta legge (che ha abrogato lart. 4 c.p.c.),
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invece, dal criterio della cittadinanza, si passati al criterio del domicilio o della residenza del convenuto. (la giurisdizione italiana sussiste quando il convenuto domiciliato o residente in Italia o vi ha un rappresentante che sia autorizzato a stare in giudizio a norma dell'art. 77 c.p.c. e degli altri casi in cui prevista dalla legge, art. 3 legge n. 218/1995). La qualit di straniero ha perci, nel nuovo sistema, un rilievo solo marginale e residuale. A questa enunciazione di portata generale segue nello stesso art. 3, un esplicito richiamo ai criteri stabiliti con riguardo all'ambito comunitario, dalla Convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968, con la conseguente applicazione dei suddetti criteri anche allorch il convenuto non sia domiciliato nel territorio di uno Stato contraente, quando si tratti di materie comprese nel campo di applicazione della Convenzione (materia civile e commerciale), mentre rispetto alle altre materie, la giurisdizione sussiste anche in base a criteri stabiliti per la competenza per territorio; ossia, in queste altre materie, la giurisdizione sussiste in quanto sussiste la competenza per territorio. La legge 218/95 stabilisce le regole speciali informate al favor jurisdictionis per lesercizio della giurisdizione italiana. Si tratta delle seguenti disposizioni: art 9 in materia di giurisdizione volontaria; art 22 in materia di scomparsa, assenza e morte presunta; art 32 in materia di nullit, annullamento, separazione personale e scioglimento del matrimonio; art 37 in materia di filiazione;

art 40 in materia di adozione;

art 42 in materia di protezione dei minori;

art 44 in materia di protezione degli incapaci maggiori di et;

art 50 in materia successoria.

Momento determinante della giurisdizione


Criterio di ordine generale quello enunciato dallart. 5 c.p.c., secondo cui la giurisdizione (come anche la competenza) si determinano con riguardo alla legge vigente e allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda, restando senza conseguenze gli eventuali mutamenti successivi (c.d. perpetuatio jurisdictionis). Non avendo, quindi,

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alcuna rilevanza ai fini della determinazione della giurisdizione, i mutamenti che dovessero intervenire nel corso del giudizio sia di fatto che di diritto.

LE QUESTIONI DI GIURISDIZIONE. REGOLAMENTO DI GIURISDIZIONE


In relazione ai limiti della giurisdizione, possono sorgere questioni intorno alla sussistenza o meno della giurisdizione rispetto ad una determinata controversia. Il difetto di giurisdizione, consiste nella mancanza del potere di giudicare in capo al giudice ordinario: tale difetto si ha quando la causa venga instaurata davanti al giudice ordinario, ma in realt doveva essere proposta al giudice amministrativo o al giudice speciale. un difetto talmente grave che pu essere rilevato anche dufficio (ossia non solo dalle parti ma anche dal giudice), in ogni stato e grado del processo (art. 37 c.p.c.). Per risolvere tale difetto, la legge riconosce alle parti uno strumento che consiste nel regolamento di giurisdizione, disciplinato dallart. 41 c.p.c., ed imperniato sulla possibilit, concessa a ciascuna delle parti, di sottoporre immediatamente alle Sezioni Unite della Corte Cass., le questioni di giurisdizione di cui allart. 37. Esso consiste in un mezzo preventivo, e non di impugnazione. Preventivo in quanto presuppone che il giudizio di merito sia ancora pendente e che non sia stata emanata nessuna sentenza (difatti, lart. 41, comma primo, stabilisce che il regolamento di giurisdizione pu essere proposto dalle parti fino a che la causa non sia decisa nel merito in primo grado). Prima della legge n. 353/90, lart. 367 c.p.c. prevedeva lautomatica sospensione del giudizio di merito in caso di esperimento del regolamento di giurisdizione. Attualmente, il novellato testo del citato articolo, prevede la sospensione soltanto qualora il giudice istruttore di merito non ritenga listanza manifestamente inammissibile o la contestazione della giurisdizione manifestamente infondata. Lo scopo di tale modifica, stato quello di contrastare i numerosi abusi di detto istituto, con la proposizione di regolamenti infondati, al solo reale scopo di provocare la sospensione del giudizio. La proposizione dellistanza di regolamento soltanto una facolt per le parti. Se essa non viene esercitata, il processo prosegue normalmente e la pronuncia sulla giurisdizione avverr secondo le regole ordinarie e sar assoggettata, eventualmente insieme con la pronuncia sul merito, ai normali mezzi di impugnazione.
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Una forma del tutto particolare di regolamento di giurisdizione quella prevista dal secondo comma dellart. 41 (c.d. conflitto di attribuzione), che consente alla p.a. che non parte in causa, di rivolgersi alla Corte di cassazione a Sezioni Unite, affinch venga dichiarato il difetto del giudice ordinario, in ogni stato e grado del giudizio, fino a che la giurisdizione non venga affermata con una sentenza passata in giudicato. Tale comma prevede unipotesi a parte nel caso in cui la p.a. non sia parte in causa, perch qualora dovesse essere parte del giudizio, ad essa si applicher il primo comma (ossia la stessa potr proporre il regolamento fino a che non sia pronunciata la sentenza di primo grado). LA COMPETENZA La competenza La competenza pu essere definita come la misura della giurisdizione spettante a ciascun organo giudiziario, cio la quantit di giurisdizione che egli pu esercitare. Anche con riguardo alla competenza, opera il sopracitato criterio generale della perpetuatio jurisdictionis, gi visto a proposito della giurisdizione, ossia la regola - enunciata dallart. 5 c.p.c. - secondo cui si deve aver riguardo alla legge vigente e allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda. I criteri di distribuzione della competenza I criteri per la determinazione della competenza sono tre: - valore: determinato dal valore economico della causa, cos come indicato nella domanda; - materia: determinato in relazione alla natura della causa o al tipo di diritto; - territorio: determinato in base al rapporto tra territorio e giudice che ivi esercita la propria giurisdizione. Il valore e la materia sono dei criteri verticali, in quanto comportano la distribuzione delle cause tra giudici che appartengono a diversi uffici giudiziari (Giudice di pace e Tribunale), il territorio un criterio orizzontale, in quanto comporta la distribuzione delle cause tra giudici appartenenti allo stesso ufficio giudiziario ma dislocati lungo il territorio dello Stato (es. Tribunale di Roma e Tribunale di Firenze). La distribuzione delle cause avviene, in primo grado, tra il Giudice di pace (art. 7 c.p.c.), ed il Tribunale (art. 9 c.p.c.). In precedenza la legge prevedeva anche la figura del Pretore,

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soppressa dal d.lgs. n. 51/98, le cui funzioni sono passate al Tribunale in composizione monocratica (ossia costituito da un unico membro). Competenza per materia e per valore Ai sensi del primo comma dellart. 7, disciplinante la competenza del Giudice di pace, questi competente per le cause relative a beni mobili che abbiano un valore non superiore ad euro 5.000,00 (la legge parla esplicitamente di beni mobili, poich le questioni riguardanti beni immobili, sono di competenza esclusiva del Tribunale). L'art. 7, comma secondo, riserva al Giudice di pace le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli o di natanti (ovviamente nei confronti sia dei danneggiati che delle societ assicuratrici), nei limiti di euro 20.000,00 (oltre i quali la competenza del Tribunale). Senza limiti di valore invece lattribuzione della competenza al Giudice di pace delle cause nelle materie elencate nellart. 7, terzo comma, e cio:

quelle relative ad opposizione di termini ed osservanza delle distanze stabilite dalla legge, dai regolamenti o dagli usi riguardo al piantamento degli alberi e delle siepi; quelle relative alla misura ed alle modalit d'uso dei servizi di condominio di case; quelle relative a rapporti tra proprietari o detentori di immobili adibiti a civile abitazione in materia di immissione di fumo o di calore, esalazioni, rumori o scuotimenti che superino la normale tollerabilit (rapporti di buon vicinato);

la legge 69/2009 ha attribuito al giudice di pace la competenza per le cause concernenti agli interessi accessori ed assistenziali, precisando, con laggiunta di un 3 comma allart 442 cpc, che per tali non si applica la disciplina delle controversie individuali di lavoro n la disciplina delle controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatoria .

La competenza del Tribunale , invece, una competenza residuale; difatti ai sensi del 1 comma art. 9 c.p.c., il Tribunale competente per tutte le cause che non sono di competenza di altro giudice (attualmente il solo Giudice di pace). Il secondo comma dellart. 9, stabilisce, inoltre, dei casi di competenza esclusiva del Tribunale: in materia di imposte e tasse, stato e capacit delle persone, diritti onorifici, querela di falso, per l'esecuzione forzata e, in generale, per ogni causa di valore indeterminabile. Il concetto di indeterminabilit del valore della causa esprime la specifica inidoneit delloggetto della lite ad essere tradotto in termini monetari; dunque se la parte
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non provvede alla determinazione in concreto del valore della controversia, se loggetto comunque suscettibile di valutazione economica, non si pu parlare di indeterminabilit. Fuori dai casi generali previsti dallart 9 cpc, spetta alla controversia del tribunale ratione materiae nei seguenti casi: 1. le controversie in materia di lavoro (art 423 cpc) e di previdenza ed assistenza obbligatoria (art 444 cpc); 2. i procedimenti di repressione della condotta antisindacale legge 300/1970) e delle attivit discriminatorie tra uomini e donne nellaccesso al lavoro (legge 903/1977); 3. i procedimenti della convalida di sfratto e di licenza per finita locazione (art 661 cpc); 4. i procedimenti cautelali (art 669 ter cpc); 5. le controversie attribuite alla competenza per materia del pretore prima della soppressione dellufficio (dlgs 51/1998), quali le controversie locatizie, le azioni possessorie e le denuncie di nuova opera e di danno temuto. Per quanto riguarda il Tribunale dobbiamo ricordare che questo di norma svolge le sue funzioni in composizione monocratica, ma nei casi previsti dallart. 50 bis c.p.c. la composizione del tribunale sar necessariamente collegiale. DETERMINAZIONE DEL VALORE Lart. 10 c.p.c., stabilisce, al primo comma, che il valore della causa si determina in base alla domanda dellattore. Tale regola generale impone allinterprete (il giudice) di avere riguardo al contenuto della domanda al momento della sua proposizione. La determinazione del valore, indicata ab initio dalla parte e desumibile dalla domanda stessa, non vincola nel merito il giudice, chiamato ad accertare leffettivo valore delloggetto della lite, nella prospettiva della decisione della causa. Dunque ci che conta ai fini della competenza il quid disputandum e non il quid decisum. Sovente la domanda presenta un contenuto oggettivamente e soggettivamente semplice, vale a dire che indica un solo oggetto ed una sola parte. Talune volte questa domanda si presenta oggettivamente e soggettivamente complessa. Analizziamo:
A. da un punto di vista oggettivo pu accadere che vengano proposte pi domande verso la

stessa persona e nello stesso processo, in questa ipotesi, ai fini della competenza, le domande si sommano (addizionandosi il loro valore) in base a quanto stabilito dallart 10.2 cpc (cd CUMULO OGGETTIVO). Ai fini della competenza per valore, le domande
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proposte dal creditore contro il debitore, di risarcimento dei danni gi maturati, di pagamento degli interessi scaduti, nonch di rimborso di tutte le spese sostenute al momento della proposizione della domanda, si sommano tutte con la domanda per il pagamento della sorte capitale;
B. da un punto di vista soggettivo pu accadere che pi domande fondate sullo stesso titolo

(legate da una connessione oggettiva) possono essere avanzate nello stesso processo dallattore contro pi convenuti, o da pi attori contro un convenuto o da pi attori contro pi convenuti. Ci troviamo nellambito del cd CUMULO SOGGETTIVO, in tale ambito manca un principio generale che determini la sommatoria tra le singole domande ai fini della competenza per valore (anche se la linea che gli studiosi tendono a seguire quella di escludere la sommatoria tra domande soggettivamente cumulate). Vi sono alcune disposizioni speciali che prevedono, per determinati rapporti, pi domande cumulate soggettivamente possano sommarsi ai fini della competenza. Ne un esempio lart 11 cpc secondo il quale, se viene chiesto da pi persone o contro pi persone, ladempimento di quote di ununica obbligazione, il valore della controversia determinato dallintera obbligazione. Dunque il presupposto per dar vita alla sommatoria tra pi domande (ai fini della competenza) che esse siano cumulativamente accolte dal giudice (discrezionalmente? O lo stesso giudice valuta se tali domande siano fisiologicamente cumulabili? O segue un altro criterio?). A te proposito si possono verificare diverse situazioni:
cumulo semplice: quando la parte chiede al giudice di accogliere ognuna della domande

proposte, indipendentemente dalla decisione delle altre o quando la richiesta di pronuncia su una domanda, contestuale, condizionata al previo accoglimento di unaltra domanda, cumulativamente proposta (cumulo condizionale consequenziale: ad esempio lattore chiede la risoluzione del contratto per inadempimento, e conseguentemente, la restituzione delle somme versate);
cumulo alternativo, oggettivo o soggettivo: non pu darsi luogo a sommatoria, ai fini

della determinazione della competenza per valore, allorquando si chieda al giudice di accogliere una soltanto delle domande alternativamente proposte contro la stessa parte o contro parti diverse (ad esempio: lattore chiede, alternativamente, ladempimento della prestazione o lannullamento del contratto);

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cumulo condizionale alternativo: non pu darsi luogo a sommatoria, ai fini della

determinazione della competenza per valore, neanche nellipotesi in cui la richiesta di pronuncia su una domanda, subordinata, condizionata al previo rigetto di unaltra domanda cumulativamente proposta (esempio: lattore chiede al giudice di emettere una sentenza di accertamento dellesistenza di servit e, in caso di rigetto, una pronuncia costitutiva di servit necessaria). Principio molto importante, in questo conteso, quello sancito dallart 5 cpc e cio il cd PERPETUATIO COMPETENTIAE, esso comporta lirrilevanza delle variazioni di valore della domanda, quando traducano leffetto di modificazioni della legge o dello stato di fatto esistente, rispetto al momento di proposizione della domanda. Dunque non rileva, ai fini della competenza per valore, in corso di causa, della somma di danaro oggetto della domanda, ove dipenda dalla variazione del rapporto di cambio tra diverse valute, come non rileva lincremento degli accessori del credito (esempio: interessi, svalutazione, danni) richiesti con la domanda di pagamento unitamente alla sorte capitale. La competenza, invece, pu cambiare in conseguenza della modificazione della domanda ad opera della stessa parte. Da distinguere quando il valore della domanda aumenta dal valore della domanda che diminuisce:
1. se lincremento del valore legato alla modificazione della domanda determina il

superamento del limite massimo di competenza del giudice adito (il giudice di pace), la variazione pesa a tal punto da determinare la sopravvenuta incompetenza; ci avviene perch la parte non sarebbe tutelata appieno;
2. la riduzione del valore della domanda, al di sotto della soglia minima di valore per il

quale ha competenza il giudice adito, no rilevante la sopravvenuta incompetenza del giudice superiore (tribunale); questo perch il giudice superiore adito potrebbe comunque attribuire incondizionatamente alla parte quanto ha richiesto. Lart 12 cpc rubricato cause relative a rapporti obbligatori, a locazioni ed a divisioni stabilisce che il valore delle cause relative allesistenza, alla validit o alla risoluzione di un rapporto obbligatorio si determina in base a quella parte del rapporto che in contestazione. Il comma 2 dello stesso articolo del cpc indica una seconda regola per le cause relative alla divisione, il cui valore si determina in base al valore della massa da dividere. Lart. 13 cpc indica i criteri per individuare il valore delle cause concernenti le prestazioni alimentari e rendite;
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lart 14 cpc indica i criteri per individuare il valore delle cause relative a somme di danaro ed a beni mobili; lart 15 cpc indica i criteri per individuare il valore delle cause concernenti beni immobili. Analizzando con pi attenzione lart 14 cpc rubricato cause relative a somme di danaro ed a beni mobili si stabilisce che, per queste cause, il valore della controversia si determina in base alla somma indicata o al valore indicato dallattore. In mancanza di indicazione o dichiarazione, la causa si presume di competenza del giudice adito. Nellipotesi in cui loggetto della causa fosse una somma di danaro, il convenuto non pu contestare, ai fini della competenza, la dichiarazione di valore operata dallattore. Il valore si identifica in base alla somma indicata dallo stesso attore ed ogni contestazione al riguardo, da parte del convenuto, incide direttamente sul merito della lite. Infatti se la dichiarazione di valore operata dallattore risulta esorbitante, la connessa richiesta della somma di danaro risulta di conseguenza infondata e meritevole di rigetto nel merito. Se pensiamo ad una causa di rivendicazione di un bene mobile, sar irrilevante per il merito una eventuale contestazione promossa dal convenuto contro la dichiarazione di valore operata dallattore sul quel bene, poich per il giudice sar importante che lattore stesso vanti un titolo di propriet di quel bene mobile, infatti la dichiarazione di valore sar rilevante solo ai fini della competenza. Dunque se alla dichiarazione di valore da parte dellattore non segue una contestazione dello stesso da parte del convenuto, tale dichiarazione di valore (dichiarato o presunto) rimane fissato nei limiti della competenza del giudice adito, anche agli effetti del merito.

LA COMPETENZA PER TERRITORIO (cd competenza orizzontale)


Una volta risolto il problema di individuare la competenza cd verticale in base al valore ed alla materia, ora importante analizzare lindividuazione della competenza cd orizzontale che ci conduce alla scelta del singolo ufficio giudiziale: giudice di pace, tribunale o corte dappello dislocati in tutto il territorio nazionale e che sono chiamati a derimere le controversie insorte tra le parti. I criteri che sono disposti per lindividuazione del giudice competente (in modo verticale) sono inderogabili tra le parti; mentre per la scelta del giudice competente (in modo orizzontale) il legislatore ha tenuto conto dellinteresse delle parti in questa scelta dellufficio giudiziario situato nel luogo pi prossimo alla loro residenza o sede al fine di
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permettere loro di esercitare, senza particolare disagio, il proprio diritto di difesa introducendo una regola della derogabilit della competenza per territorio, salvi alcuni casi esplicitamente indicati. In questa regola si evince che il legislatore tra i due interessi delle parti in causa si espresso in favore del convenuto; infatti lattore che promuove la causa ha, di gran lunga, pi tempo a disposizione per preparare la propri offensiva giudiziaria, mentre il convenuto ha un tempo decisamente pi limitato per difendersi, pertanto il legislatore ha ritenuto preferibile non costringerlo a gravosi spostamenti territoriali. Importante distinzione da fare quella che intercorre tra:

fori generali (artt 18 cpc per le persone fisiche e 19 cpc per le persone giuridiche, per le associazioni non riconosciute, e le societ prive di personalit giuridica); fori speciali che si dividono in fori facoltativi (art 20 e art 30 cpc) e esclusivi (artt 21,22,23,24,25,26 e 27 cpc). In tale ambito le parti possono, concordatamene, derogarvi e tale violazione non sarebbe rilevabile dufficio.

Il foro speciale facoltativo indicato dallart 20 cpc per le cause relative a diritto di obbligazione, rispetto alle quali anche competente il giudice del luogo dove sorta o dove deve essere eseguita lobbligazione. Dunque la norma indica i due fori speciali concorrenti, alternativi tra loro, oltre che alternativi al foro generale. Lart 30 cpc attribuisce allattore la facolt di citare il convenuto, oltre che nel foro competente secondo la natura del rapporto, anche davanti al giudice del luogo nel quale ha eletto il domicilio. Infatti il foro del domicilio eletto normalmente facoltativo, con la caratteristica che ci troviamo dinanzi ad un foro creato ad hoc tra le parti (facoltizzati, comunque dalla legge). Le parti, o una sola, comunque saranno chiamati ad indicare la causa dinanzi al giudice scelto in deroga ai fori ordinari perch il carattere facoltativo del foro del domicilio eletto non rappresenta un elemento fisiologico o necessario, potendo le parti attribuirvi natura obbligatoria ed esclusiva in base allart 29.2 cpc. Il foro speciale esclusivo preclude allattore la possibilit di instaurare ritualmente la causa di fronte al giudice che sarebbe competente in base agli artt 18 e 19 cpc e cio in base al foro generale. I FORI GENERALI

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Art 18 cpc convenuta persona fisica e art 19 cpc convenuta persona giudica (o ente privo di personalit giuridica), entrambi gli articoli prevedono il ricorso al foro generale. Secondo lart 18 cpc territorialmente competente il giudice del luogo in cui il convenuto persona fisica ha la propria residenza, o in via alternativa e concorrente, il proprio domicilio. In via sussidiaria, laddove fossero sconosciuti entrambi, competente il giudice del luogo ove lo stesso convenuto ha la propria dimora. Nellipotesi in cui fossero sconosciuti tutti i recapiti del convenuto (residenza, domicilio e dimora) o avesse dimora allestero lattore potr ritualmente instaurare la causa dinanzi al giudice del luogo di propria residenza che sar, in questo caso, territorialmente competente. Secondo lart 19 cpc territorialmente competente il giudice del luogo ove la persona giuridica (convenuto) ha la propria sede o, in via alternativa e concorrente, uno stabilimento od un rappresentante autorizzato a stare in giudizio per loggetto della domanda. Per gli enti privi di personalit giuridica territorialmente competente il giudice del luogo in cui tali soggetti svolgono la propria attivit in modo continuativo. Malgrado la legge non lo disponga espressamente, ma laddove fossero sconosciuti tutti i luoghi sopra citati o la sede di questi enti fossero allestero, si applicher in via residuale il disposto dellart 18.2 cpc competente sar il giudice del luogo in cui lattore ha la residenza o sede. FORI SPECIALI Importante distinguere tra:

fori speciali facoltativi e concorrenti: art 20 cpc per le cause relative ai diritti di obbligazioni competente il giudice del luogo in cui sorta lobbligazione o il foro del luogo in cui la stessa deve essere adempiuta. Il carattere facoltativo di questo foro, concorrente con il foro generale artt 18 e 19 cpc, stabilisce che per le cause relative ai diritti di obbligazioni sono anche competenti i giudici dei luoghi indicati. In ambito di obbligazioni dobbiamo operare una distinzione tra:
A. individuazione in cui sorge lobbligazione: I. obbligazioni contrattuali: il forum contractus coincide con il luogo di conclusione

del contratto;
II. obbligazioni derivanti da lodo irritale: la giurisprudenza ritiene che il giudice

territorialmente competente, in via facoltativa rispetto ai fori concorrenti, sia il

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giudice del luogo in cui viene conclusa la convenzione per arbitrato libero e non il giudice del luogo in cui viene pronunciato il lodo irritale;
III. obbligazioni extracontrattuali da fatto illecito: il foro facoltativo in esame quello

del luogo in cui avviene il fatto produttivo del danno, ma spesso la giurisprudenza ha ribadito che se levento dannoso si consuma altrove, rispetto al luogo in cui avviene il fatto causativo, competente per territorio il giudice del luogo in cui si verifica il danno;
B. il luogo in cui deve essere adempiuta lobbligazione, se le parti non hanno

convenuto nulla a riguardo: i. ii. iii. la consegna di cosa certa e determinata: avviene nel luogo in cui la cosa si trovava quando lobbligazione sorta; ladempimento di obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro va effettuata presso il domicilio del creditore; tutte le altre obbligazioni vanno eseguite presso il domicilio del convenuto. (una deroga alla disciplina civilistica in ambito di adempimento di obbligazioni, ci viene dal regime speciale che regola ladempimento di obbligazioni in danaro di enti pubblici non economici, ai fini della competenza territoriale il luogo in cui situato il servizio di tesoreria o di cassa dellente debitore e non il domicilio del creditore, come nel caso delle norme generali).
Colui che agisce in giudizio in merito ai diritti di obbligazione, ha facolt di scelta, alternativamente, tra il foro generale (artt 18 e 19 cpc) e il foro speciale (art 20 cpc) e nellambito di questultimo, potr scegliere tra il luogo in cui sorta lobbligazione e quello in cui la stessa deve essere eseguita.

Dunque la parte che assume liniziativa processuale ed il convenuto si limita a prendere atto, perch ciascun giudice adito ai sensi dellart 20 cpc territorialmente competente a decidere in merito alla causa

fori speciali esclusivi: cio quelli relativi le persone fisiche o giuridiche , delle associazioni non riconosciute, sono elencati dagli art 21 allart 27 cpc. Questi fori prevalgono sui fori generali. Dunque nei casi stabiliti dai su indicati articoli il foro generale incompetente. Di seguito lelenco dei fori speciali esclusivi:

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competente il giudice del luogo dove posto limmobile o lazienda, per le azioni

possessorie e per la denuncia di nuova opera e di danno temuto competente il giudice del luogo dove avvenuto il fatto denunciato: a) cause concernenti diritti reali su beni immobili; b) cause in materia di locazione e comodato di immobili e di affitto di aziende; c) cause relative allapposizione di termini ed osservanza delle distanze nel piantamento di alberi e delle siepi. Lart 21 cpc NON si applica a tutte quelle cause nelle quali la controversia, anche se riguarda un bene immobile, quando ha natura personale, fondandosi su un rapporto giuridico obbligatorio (esempio: lazione di restituzione di un immobile per nullit del contratto traslativo sottostante). Tale articolo NON si applica nemmeno alle cause concernenti ai beni mobili registrati, mentre si ritiene che si possa applicare alle cause concernenti le cd res incorporales. Se limmobile compreso fra pi circoscrizioni giudiziarie, la norma prevede che sia competente il giudice della circoscrizione in cui si trova la parte di immobile soggetta a maggior tributo verso lo Stato (anche se la riforma tributaria ha detronizzato questa disposizione stabilendo che limmobile che si trova in pi circoscrizioni, nellipotesi di controversia, sar comunque territorialmente competente il giudice del luogo ove si trova limmobile); per le cause ereditarie competente il giudice del luogo dellapertura della successione o lultimo domicilio del defunto. Per queste cause ereditarie esclusivo (e prevale sul foro generale) ma derogabile su concorde volont delle parti. NB la deroga per i soli motivi di connessione soggettiva non consentita;
per le cause tra soci competente il giudice del luogo in cui ha sede la societ. Il

rapporto concerne solo quello tra soci (e dunque non si applica ad ogni lite di ogni natura);
per le cause tra condomini sar competente il giudice del luogo in cui si trovano i

beni comuni o la maggior parte di essi. Norma che si applica solo a coloro che sono meramente condomini; per le cause concernenti alle gestioni tutelari e patrimoniali competente il giudice del luogo di esercizio della tutela o dellamministrazione generale; (tutela dei minori, degli interdetti, delle amministrazioni conferite per legge aventi ad oggetto beni
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dellassente, del fondo patrimoniale dei coniugi, dei beni della comunione, delleredit giacente, ecc.;
per la cause in cui parte lamministrazione dello Stato competente il tribunale,

tranne le cause ereditarie ed i procedimenti esecutivi e fallimentari, previsto un trattamento preferenziale a favore dellamministrazione statale mediante la disposizione di un Foro erariale (cd forum fisci) che determina uno spostamento ed una sostanziale modifica delle regole ordinarie di competenza territoriale, nellinteresse e per la qualifica della pubblica amministrazione. La P.A. difesa in giudizio dallAvvocatura dello Stato ed in ogni citt capoluogo di distretto di corte dappello, esiste un Ufficio dellAvvocatura dello Stato, la cui competenza territoriale coincide con il distratto di corte dappello. Per individuare il giudice competente per le cause in cui parte lAmministrazione dello Stato (art 25 cpc) procedere per tappe: individuare il giudice secondo le regole ordinarie;
individuare nellambito di tale distretto di corte dappello in cui questo giudice si

trova;
in quale luogo ha sede lufficio dellAvvocatura dello Stato.

In ragione della qualit di parte attrice, cio di essere una Amministrazione dello Stato, si verifica uno spostamento della competenza territoriale dal tribunale che sarebbe competente secondo le regole ordinarie al tribunale del luogo dove ha sede lufficio dellAvvocatura dello Stato dello stesso distretto di Corte dappello. Allorquando, invece, lAmministrazione dello Stato convenuta diventa esclusivo ed inderogabile il cd forum obbligationis nonch quello del giudice in cui si trova la cosa mobile o immobile oggetto della domanda. FORO PER LESECUZIONE FORZATA E PER LE OPPOSIZIONI

ALLESECUZIONE. Lart 26 cpc indica quale il foro competente nelle ipotesi di esecuzione forzata, quando essa concerne:
-

cose mobili: competente il giudice del luogo in cui le cose mobili si trovano; cose immobili: se queste sono soggette allesecuzione non sono intermante comprese nella circoscrizione di un solo tribunale, si applica lart 21 cpc;
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espropriazione forzata di crediti: competente il giudice del luogo in cui risiede il terzo debitore; se si pignorano beni mobili del debitore verso il terzo : competente il giudice del luogo in cui si trova la cosa mobile da assoggettare allesecuzione; obblighi di fare e non fare: competente il giudice del luogo dove lobbligo deve essere adempiuto.

Lart 27 cpc indica lindividuazione del giudice territorialmente competente per le cause di opposizione allesecuzione.
LA COMPETENZA IN MATERIA ESECUTIVA E RISERVATA IN VIA ESCLUSIVA AL TRIBUNALE

Per regola generale la competenza territoriale per le sopraccitate opposizioni spetta sempre al giudice per lesecuzione, individuato dalla norma 26 cpc. Esiste uneccezione prevista dallart 27.1 cpc che richiama la disposizione dellart 480.3 cpc il quale prevede che se il creditore non inserisce nellatto di precetto la dichiarazione di residenza o lelezione del domicilio nel comune in cui ha sede il giudice competente per lesecuzione non individuando in questo modo il giudice competente, lopposizione a precetto si propone al giudice del luogo in cui lo stesso precetto stato notificato.

DEROGABILITA DELLA COMPETENZA TERRITORIALE.


Ulteriore distinzione allinterno del foro territoriale quella tra foro derogabile ed inderogabile. La competenza per territorio, al di fuori dei casi previsti dalla legge, pu essere derogata dalle parti mediante un atto scritto, anche se prima di tale deroga deve essere eletto un domicilio speciale per determinati atti o affari a norma dellart 47 cc (che richiede per lappunto latto scritto). Dunque tale elezione incide sulla competenza territoriale determinando la creazione volontaria di un foro facoltativo che consente, appunto, alle parti una deroga alla competenza territoriale. Una parte che intende citare colui che ha eletto il domicilio speciale non vincolato al tale foro, ma questo foro rimane concorrente a quelli previsti dalle regole generali. La deroga pu risultare o da un accordo anteriore al processo, oppure da un accordo successivo allinizio del processo prevedendo da questo accordo scritto che quel foro venga inteso come obbligatorio. I casi in cui la deroga non ammissibile, sono elencati nellart. 28:

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1) nelle cause previste nei numeri 1, 2, 3 e 5 dellart. 70, ossia nei casi di intervento

obbligatorio del pubblico ministero;


2) nei processi di esecuzione forzata e di opposizione alla stessa; 3) nei procedimenti cautelari e possessori; 4) nei procedimenti in camera di consiglio; 5) e in generale in ogni altro caso in cui linderogabilit sia disposta espressamente

dalla legge (es. foro in cui parte la p.a., art. 25 c.p.c.).

MODIFICAZIONI DELLA COMPETENZA Modificazioni della competenza per la qualit di parte. Quanto gi detto dellart 25 cpc in materia di competenza del giudice che deve essere adito nel caso in cui parte del processo fosse unAmministrazione dello Stato, analizziamo, a completamento del tale discorso e in ottemperanza a questo, lindividuazione del giudice competente nelle ipotesi in cui parte del processo fosse un magistrato togato od onorario. La legge 420/1998 ha introdotto lart 30 bis cpc il quale stabilisce che le cause in cui siano parti i magistrati, sono di competenza di un ufficio giudiziario compreso nel distretto del corte dappello in cui il magistrato esercita le sue funzioni, sono di competenza del giudice, ugualmente competente per materia, che ha sede nel capoluogo del distretto di corte dappello determinato ai sensi dellart 11 cpp. Dunque con il nuovo articolo si abbandona il criterio del capoluogo del distretto di corte dappello con il criterio di rinvio ad una tabella definita dal legislatore (cos stabilito si evita una competenza incrociata o reciproca). Lart 30 bis applicabile esclusivamente alle azioni civili concernenti le:

restituzioni e risarcimento del danno da reato (di cui parte un magistrato); ad eccezione dei processi di esecuzione forzata.

Modificazioni della competenza per ragioni di connessione.

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Il codice disciplina delle ipotesi particolari di connessione - disciplinate dagli artt. 31 al 36 a causa delle quali si potrebbero verificare degli spostamenti della competenza. Gli artt. 31, 32 e 33 dispongono lo spostamento della competenza originario. Dunque quanto stabilito da questi articoli quello di attribuire allo stesso giudice il potere di giudicare su pi cause le quali si trovano in un rapporto per cui dalla connessione delle singole vicende del diritto sostanziale ne discende la necessit ed, altres, la convenienza dello svolgimento di un unico giudizio (se non per una questione di efficienza e speditezza, quantomeno per ragioni di economia processuale). Infatti a riprova dellultima affermazione il simultaneus processus determina, oltre ad un risparmio generale, altres che si eviti la sospensione necessaria della causa accessoria dipendente sino al passaggio in giudicato della pronuncia della causa principale pregiudiziale. Tale spostamento si concreta per la competenza orizzontale, cio quella per territorio, a favore del giudice per la causa principale, perci il giudice territorialmente competente per la causa principale , altres, competente per la causa accessoria. (imp pensiamo a due domande che rientrano nella competenza per valore del giudice di pace si applica, proprio per la relatio presente nellart 31 cpc, la regola generale del cumulo della domanda principale e della domanda accessoria art 10.2 cpc con possibile attribuzione della competenza per valore al tribunale). Il riverbero di questa connessione uno spostamento della competenza, con annessa sottrazione della controversia al giudice che sarebbe competente secondo le regole ordinarie e la sua devoluzione ad un altro giudice, con deroga della competenza per territorio ed eventualmente a quella per valore e alla competenza per materia, ma NON a quella funzionale. Di seguito le regole mediante le quali si realizza lo spostamento della competenza per ragioni di connessione:

CAUSE ACCESSORIE: Laccessoriet il rapporto che intercorre tra due cause connesse oggettivamente (ma anche soggettivamente), nel senso che la decisione su una di esse (quella c.d. accessoria) dipende dalla decisione sullaltra (quella c.d. principale). Di seguito diversi esempi:
laccoglimento

della

domanda

di

pagamento

degli

interessi

dipende

dallaccoglimento della domanda di restituzione di una somma data a mutuo: perci la prima accessoria rispetto alla seconda. In questi casi lart. 31 c.p.c
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prevede che la competenza territoriale possa modificarsi, difatti, la causa accessoria pu essere proposta davanti al giudice territorialmente competente per la principale; la domanda di danni rispetto alla domanda di reintegrazione nella propriet; la richiesta di alimenti rispetto alla domanda di reclamo dello stato di figlio legittimo;

CAUSE DI GARANZIA: necessario operare una distinzione tra:


Garanzia propria, quella che trae origine da un unico titolo, fonte di obbligo di

garanzia legale o contrattuale, esempi: -

garanzia per evizione; garanzia del debitore principale verso il fideiussore, esercitatile con lazione di regresso; garanzia tra condebitori solidali, esercitatile con lazione di regresso da parte del debitore che ha pagato il debito nei confronti dei condebitori; garanzia dellassicuratore verso lassicurato; garanzia nei confronti dellappaltatore.

Garanzia impropria, vi sono due fatti distinti, con una connessione causale e si

deve trattare di due rapporti distinti ed automi, come ad esempio nellipotesi del venditore inadempiente, che chiama in causa il terzo che ha provocato linadempimento. Ci potremmo trovare dinanzi, quindi, ad un rapporto contrattuale tra venditore e compratore e di responsabilit extracontrattuale (o aquiliana) nel rapporto tra venditore e terzo, come nel caso di chiamata in causa del terzo che ha causato un incidente nel quale perita la merce che il venditore doveva consegnare al compratore, con conseguente inadempimento del contratto di compravendita. Lart 32 cpc prevede solo la garanzia propria, per cui consente lo spostamento della competenza per agevolare e realizzare lunicit del giudizio sulla domanda principale e su quella di garanzia. Tale spostamento si concreta per la competenza orizzontale (territorio) per cui il giudice territorialmente competente per la causa principale sar competente anche per la causa di garanzia. In merito alla competenza verticale (materia e valore) il combinato disposto dagli art 32 e 40 commi 6 e 7 cpc, deve intendersi che se una delle due domande connesse per garanzia di competenza del tribunale (il quale
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competente a giudicarle entrambe, in deroga alla competenza verticale del giudice di pace); se invece le domande rientrano entrambe nella competenza per valore del giudice di pace, non trovando applicazione lart 10.2 cpc, il loro valore non deve essere sommato. Come gi accennato, lart 32 cpc NON tratta le cause improprie, pertanto la trattazione congiunta di entrambe le cause, mediante la riunione o la chiamata in causa del terzo, possibile solamente laddove le stesse rientrassero nella competenza dello stesso giudice;

Connessione oggettiva, art 33 cpc permette di creare un litisconsorzio tra pi soggetti, ma tale possibilit soggiace al fatto che vi deve essere connessione tra i rapporti di cui essi sono titolari. Si ha riguardo ad una connessione in senso proprio e dunque per loggetto o per il titolo. Distinguiamo:
per loggetto: la connessione per loggetto si potr avere quando venga

richiesto lo stesso bene nei confronti di pi persone;


per titolo: si potr avere connessione per titolo quando sia unico il fatto

costitutivo della domanda proposta contro pi persone. Dunque la conseguenza oggettiva di tale connessione, lo spostamento originario della competenza territoriale a favore del luogo di residenza o di domicilio di una della parti. Le cause che sono legate da un rapporto di connessione propria e che dovrebbero essere proposte dinanzi a giudici diversi, potranno, in applicazione delle regole degli artt 18 e 19 cpc (dunque in base alla residenza, domicilio e dimora dei vari convenuti con esclusione delle regole poste dai cd fori speciali) essere disposte in un unico processo da instaurare davanti allo stesso giudice del luogo di residenza o di domicilio di uno dei convenuti. ( N.B. nessuna influenza ha questo tipo di connessione di cause di competenza verticale, che dovr essere determinata in base alloggetto della causa);
Connessione per pregiudizialit, disciplinata dallart 34 cpc, le questioni

pregiudiziali sono, di regola, risolte dal giudice incidenter tantum e senza efficacia di giudicato autonomo; il giudice decider con efficacia di giudicato allorquando sar la legge che disporr in tal senso oppure saranno le parti che lo avranno espressamente richiesto. Le disposizioni dellart 34 cpc vanno lette in combinato dellart 295 cpc, e quindi con il regime della sospensione del processo. Da ricordare che esistono casi espressamente previsti dalla legge, nei quali il
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giudice, dinanzi alla proposizione di una questione pregiudiziale appartenente per materia e valore alla competenza di un giudice superiore, non rimette tutte le cause a questultimo. il caso previsto dallart 313 cpc in materia di querela per falso proposta innanzi al giudice di pace. Infatti per la querela di falso competente il Tribunale, pertanto qualora la querela fosse presentata dinanzi ad un altro giudice, pensiamo appunto al giudice di pace, questultimo non dovr rimettere tutta la causa al tribunale, ma dovr limitarsi a rimettere le parti dinanzi al tribunale per la sola querela di falso, sospendendo il giudizio (ex art 295 cpc), in attesa che il tribunale decida sulla proposta querela di falso.
Eccezione, art 35 e 36 cpc questi articoli regolano le modificazioni di competenza

per effetto della eccezione di compensazione (art 35) e della domanda riconvenzionale (art 36) esse sono espressione di attivit difensiva della parte contro cui si avanza una pretesa nel processo.
1. il primo livello di difesa garantito dalleccezione, la quale pu conseguire

unefficacia ed una incisivit diverse. Eccezione significa qualunque contestazione e difesa proposta dalle parti.
a) a negare i fatti costitutivi invocati dalla controparte senza introdurre in

giudizio fatti nuovi in senso da respingere laltrui domanda. Nellambito della categoria delle eccezioni proprie rientrano le attivit difensive finalizzate allintroduzione di fatti modificativi, impeditivi o estintivi della pretesa azionata dalla controparte;
b) eccezione intermedia, la prima ipotesi di eccezione in senso proprio

rappresentata nella contrapposizione al fatto costitutivo, collocato a sostegno della pretesa di parte, di un fatto impeditivo o estintivo, che sia finalizzato a contrastare la prospettazione dalla stessa proposta, negandone il fondamento (esempio: il caso in cui una parte deduca a sostegno della propria domanda unobbligazione contrattuale assunta nei suoi confronti dalla controparte e questultima eccepisca la mancata scadenza del termine, quale fatto impeditivo, o lavvenuto pagamento della somma, quale fatto estintivo dellaltrui pretesa);
c) eccezione in senso stretto, esse si differenziano dalle eccezioni in senso

proprio perch queste ultime possono costituire oggetto di rilievo dufficio, da


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parte del giudice, mentre quelle in senso stretto sono riservate esclusivamente alle parti. Dunque le caratteristiche delle eccezioni in senso stretto sta nel fatto che i fatti impeditivi e quelli estintivi sono inidonei a manifestare i propri effetti, se non vengono posti a fondamento della parte interessata. In sintesi il fatto posto a fondamento di una eccezione in senso stretto non inidoneo di per s ad impedire la pretesa avversaria o ad estinguere laltrui diritto, n manifesta alcun effetto, fintantoch non viene allegato, dalla parte legittimata, attraverso unapposita eccezione;
2. il secondo livello di difesa rappresentato dalla compensazione, attraverso di

essa il convenuto oppone al diritto vantato dallattore un proprio credito nei confronti dello stesso, cos facendo paralizza la pretesa fatta valere in giudizio;
3. il terzo livello di difesa rappresentato dalla riconvenzione, essa consiste in

una vera e propria controdomanda, avanzata nei confronti del soggetto che ha esercitato una determinata azione nel processo ed il cui accoglimento non necessariamente incompatibile con laccoglimento della domanda dellattore. Ora bene analizzare in che modo e a quali condizioni le possibili manifestazioni di attivit difensive delle parti siano suscettibili di provocare spostamenti di competenza per ragioni di connessione. Nel primo livello di difesa, ogni proposizione delleccezione in qualsivoglia espressione, non fa emergere alcun problema in merito alla competenza del giudice. Questo perch alleccezione, allegandovi in giudizio i fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto vantato dallavversario, comporta solamente lampliamento della quaestio facti in riferimento alla domanda gi proposta ed al diritto vantato dalla controparte che attraverso lintroduzione dei fatti impeditivi, modificativi ed estintivi, si chiede al giudice di non accogliere o di non riconoscere. Dunque il thema decidendum rimane invariato, anche se esso risulta essere sostanziato dagli ulteriori elementi introdotti in giudizio per gli elementi sopraccitati (impeditivi, modificativi e/o estintivi), pensiamo al convenuto che eccepisce lintervenuta prescrizione del diritto fatto valere dallattore, a tal proposito il giudice dovr pronunciarsi sullunica domanda proposta e dovr deliberare se il diritto azionato sia sostenuto da un fatto costitutivo idoneo a giustificare laccoglimento della domanda o, diversamente esiste un fatto estintivo suscettibile di portare ad una decisione di rigetto sempre della stessa domanda, si intende.
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Principio importante quello per cui il giudice adito con la domanda principale sempre competente a conoscere tutte le eccezioni sollevate per contrastarla nello stesso processo. Nel secondo livello di difesa dobbiamo soffermarci allart 1243.2 cc (ma anche lart 35 cpc), il quale prevede che il giudice possa dichiarare la compensazione solo se il credito opposto in compensazione abbia ad oggetto una somma di danaro o una quantit di cose fungibili dello stesso genere e sia liquido o comunque di facile e pronta liquidazione ed esigibile. Ora analizziamo le conseguenze delleccezione di compensazione sollevata nel processo, ovviamente in tema di competenza. Da subito dobbiamo affermare che nessuna conseguenza sulla competenza si avr nellipotesi in cui il credito opposto in compensazione non sia contestato o , comunque, riconosciuto in giudizio dalla controparte; in tale prospettiva non si riscontra alcun problema di competenza perch il giudice non chiamato a nessun accertamento circa lesistenza e lammontare del controcredito e, di conseguenza, pu dare luogo alla compensazione anche se il credito opposto (riconosciuto dalla controparte) eccede la sua competenza. Diversa sar la situazione paventabile nella quale la controparte non riconoscer il credito opposto in compensazione, e quindi contestato, perch in una siffatta circostanza il giudice dovr verificare se competente a pronunciarsi anche in ordine a tale credito secondo quanto stabilisce lart 35 cpc. Nellipotesi in cui il credito opposto in compensazione ecceda il limite di competenza per valore del giudice adito, lart 35 cpc pone il giudice dinanzi ad una alternativa: - se la domanda dellattore fondata su un titolo non controverso o di non complessa accertabilit, il giudice adito pu pronunciarsi su di essa (eventualmente subordinando lesecuzione della sentenza al versamento di una cauzione) e rimettere le parti al giudice competente per leccezione di compensazione; - se la domanda sia fondata su titolo controverso o di difficile accertabilit lart 35 cpc, nel richiamare, lart 34 cpc, chiede il trasferimento dellintera causa al giudice superiore. Dunque in queste ipotesi potrebbe determinarsi una modifica della competenza in senso verticale, a favore del giudice superiore chiamato a decidere, sia sul credito oggetto della domanda principale sia sulla compensazione dello stesso con il controcredito opposto. Di converso, nellipotesi in cui il credito opposto in compensazione non ecceda la soglia di competenza del giudice adito, questi si pronuncer anche in ordine al controcredito.

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Il terzo livello di difesa pu determinare uno spostamento della competenza qualora fosse fondata sul medesimo titolo dedotto in giudizio dallattore, di seguito due esempi: il convenuto propone domanda riconvenzionale di annullamento del contratto sul quale lattore aveva fondato la propria richiesta di pagamento di una somma di danaro;

o sul presupposto sul titolo che gi appartiene alla causa come mezzo di eccezione; lesempio quello del convenuto oppone in compensazione un credito eccedente la misura della pretesa creditoria dellattore e chiede, in via riconvenzionale, la condanna dellattore al pagamento dellimporto pari alla differenza tra il credito ed il credito principale. In base a quanto stabilisce lart 36 cpc il giudice adito conosce anche delle domande riconvenzionali, purch non eccedano la sua competenza per materia e per valore.

CONNESSIONE TRA CAUSE PROPOSTE DAVANTI A GIUDICI DIVERSI. Tale situazione pu essere provocata dal giudice (dufficio o su eccezione di parte) nellipotesi in cui pi cause, le quale per ragione di connessione potrebbero essere decise nello stesso processo, siano dalle parti proposte dinanzi a giudici diversi. Lart 40 cpc scioglie tali questioni, cio cause connesse instaurate separatamente, dinanzi a distinti uffici giudiziari. Al 1 comma si dispone che se le due cause sono connesse per accessoriet (art 31 cpc) la loro trattazione congiunta avviene dinanzi al giudice della causa principale; in ogni altro caso di connessione, il processo si svolge dinanzi al giudice adito preventivamente. Lo spostamento di competenza ai fini del simultaneus processus non pu aversi in ogni tempo poich da un lato la connessione non pu essere eccepita (dalla parte) ne rilevata (dufficio) dopo la prima udienza, dallaltro canto la rimessione di una delle due cause, dinanzi al giudice in favore del quale dovrebbe operare lo spostamento della competenza, non pu in ogni caso essere ordinata laddove lo stato della causa principale o preventivamente proposta non consenta lesaustiva trattazione e decisione delle cause connesse (comma 2 art 40 cpc). Rilevata o eccepita la connessione (vale a dire i presupposti) viene dichiarata con ordinanza non revocabile (contro la quale esperibile regolamento necessario di competenza) dal giudice, il quale fissa alle parti un termine perentorio per la riassunzione della causa dinanzi al giudice diverso, sul il quale si sposta la competenza.
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Il comma 7 dellart 40 regola invece i rapporti di connessione, tra giudice di pace e tribunale; suddetto comma prevede per tutte le ipotesi di connessione (tranne i casi di connessione oggettiva) che la proposizione separata di cause connesse, luna dinanzi al giudice di pace e laltra dinanzi al tribunale, impone al giudice di pace a pronunciare anche dufficio la connessione, anche la prima udienza ed indipendentemente dallo stato della causa pendente dinanzi al tribunale. Di seguito i casi di connessione per i quali derogabile il rito applicabile allorquando due cause connesse e suscettibili di essere trattate congiuntamente. Tra le due cause una trattabile con rito ordinario e laltra con rito speciale, lart 40 cpc prevede una regola generale secondo la quale se le due cause sono connesse secondo gli articoli dal 31 al 36 cpc, prevale la trattazione con il rito ordinario, salvo che la causa trattabile con il rito speciale non rientri tra le cause indicate dagli articoli: - 409 cpc controversie individuali di lavoro - 442 cpc controversie in materia di previdenza e di assistenza obbligatoria. Nellipotesi in cui due cause connesse fossero entrambi trattabili con rito speciale prevale il rito previsto per la causa in ragione della quale verrebbe determinata la competenza seguendo le regole ordinarie (esempio: il rito della causa principale rispetto al rito della causa accessoria); oppure qualora non esistesse una causa capace di attrarre la competenza secondo gli ordinari criteri della materia, si applicher il rito della causa di maggior valore.

LITISPENDENZA
La litispendenza (art. 39, comma primo, c.p.c.) la situazione che si determina quando due o pi cause identiche (ossia che abbiano tutti gli elementi identici): stessi soggetti;

stesso oggetto, cio il petitum che corrisponde al bene della vita richiesto ed alla causa petendi che corrisponde al titolo in base al quale la richiesta viene avanzata,

pendono dinanzi a giudici diversi (per essi si fa riferimento ad uffici giudiziari differenti, poich se la medesima causa pendesse dinanzi a due diversi magistrati o anche a due differenti sezioni appartenenti allo stesso ufficio giudiziario, andrebbe semplicemente disposta la riunione delle cause secondo lart 273 cpc, si riferisce anche alla continenza).

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Ai sensi del citato comma primo, competente il giudice adito per primo mentre quello adito successivamente, in qualunque stato e grado del processo, anche dufficio, dichiara con sentenza la litispendenza e dispone con ordinanza la cancellazione della causa dal ruolo. Per giudice adito per primo, si intende il giudice preventivamente adito. Il criterio della prevenzione (art. 39, comma terzo), si determina in base alla notificazione della citazione; pertanto, si considera adito preventivamente, il giudice il cui relativo atto di citazione sia stato notificato per primo. Qualora la stessa causa viene proposta per la seconda volta di fronte allo stesso giudice, questi ne ordina la riunione (art. 273 c.p.c.). Da ricordare che il giudice adito per secondo non ha lobbligo di verificare la propria competenza o quella del giudice adito per primo; infatti laddove la stessa causa penda dinanzi a giudici diversi, quello adito successivamente non potr fare altro che pronunciare la litispendenza e cancellare la causa dal ruolo. Semmai ogni valutazione sulla competenza dovr essere effettuata dal giudice preventivamente adito. CONTINENZA La continenza di cause (art. 39, comma secondo), si verifica in presenza di due cause che hanno in comune i soggetti e la causa petendi, ma il petitum di una pi ampio in modo da contenere il petitum dellaltra (ad es: in un processo si chiedono tutte le rate di un mutuo ed in un altro processo se ne chiede una sola). Se il giudice preventivamente adito competente anche per la causa proposta successivamente, il secondo giudice con sentenza3 deve dichiarare la continenza e fissare un termine per la riassunzione della causa davanti al primo giudice (criterio della prevenzione). In caso contrario - ossia quando il primo giudice non competente anche per la causa proposta successivamente - questultimo ad emanare la sentenza4 di continenza ed a fissare un termine per la riassunzione davanti al secondo giudice (criterio dellassorbimento). Sia la sentenza sulla litispendenza, sia quella sulla continenza possono essere impugnate con regolamento necessario di competenza. SOLUZIONE DELLE QUESTIONI DI GIURISDIZIONE E DI COMPETENZA
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Con ordinanza per le cause instaurate dopo il 04/07/2009 giorno dellentrata in vigore della L.69/2009 idem come la nota 3

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Come sappiamo la giurisdizione e la competenza, determinate dallattore sulla base dei criteri codicistici, possono essere contestate dalle altre parti e su tale contestazione il giudice chiamato a pronunciarsi. Dunque il giudice potr ritenere tali contestazioni infondate e riconoscere la propria giurisdizione o la propria competenza, ovvero, sempre sulla base delle contestazioni di parte (ma in certi casi anche dufficio) potr arrivare alla conclusione opposta e perci dichiararsi privo di giurisdizione e/o di competenza. Di seguito si analizzeranno, nello specifico, i problemi legati alle:

condizioni di proposizione: della questione di giurisdizione la quale, salve le ipotesi in cui tale questione pu essere sollevata ex officio, necessario che la parte costituita sollevi tempestivamente la relativa eccezione. Poi vedremo come leccezione di parte deve essere sollevata entro un termine stabilito dalle norme del cpc per il tempestivo deposito della comparsa di costituzione e risposta, mentre quello ex officio potr essere sollevata nella prima udienza;

modalit di soluzione: una volta sollevata o rilevata dufficio la questione, il giudice obbligato a decidere sulla stessa questione sollevata, decisione che si concreta con unordinanza assoggettabile a regolamento di competenza necessario se la decisione abbia ad oggetto esclusivamente questioni di competenza e negli altri casi (e cio allorquando decide la questione di competenza unitamente al merito) con sentenza assoggettabile agli altri mezzi di impugnazione.

In fine, da ricordare, che oltre ai mezzi ordinari di impugnazione esistono due mezzi di tutela speciale (azionabili dalle parti):
regolamento di giurisdizione: il quale un mezzo preventivo cio proponibile nel corso

del giudizio e prima che il giudice abbia emesso una decisione nel merito in primo grado;
regolamento di competenza: il quale un mezzo successivo poich presuppone che vi sia

gi stata una pronuncia sulla competenza, anche se unitamente al merito della causa. LA PROPOSIZIONE DELLE QUESTIONI DI GIURISDIZIONE E DI COMPETENZA Questione di Giurisdizione. Esse sono indicate nellart 37 cpc, il quale sancisce che la questione avente ad oggetto il difetto di giurisdizione pu essere sollevata sia dalle parti che
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ex officio ed in qualunque stato e grado del processo. Disciplina, questa, che stata parzialmente abrogata da un recente intervento delle sezioni unite della Cassazione (con una sentenza del 2008) la quale, sottolineando i principi di economia processuale e di ragionevole durata del processo, hanno ritenuto di interpretare lart 37 cpc negando, di fatto la rilevabilit anche officiosa del difetto di giurisdizione in ogni grado del processo. Esse vengono regolate, altres, dalla legge 218/1995 allart 11, disciplinando le ipotesi in cui il convenuto che si sia costituito o si tratti di casi in cui il convenuto sia rimasto contumace o le cause che abbiano ad oggetto controversie concernenti beni immobili situati allestero o si tratti ancora di casi in cui la giurisdizione italiana sia esclusa per effetto di convenzioni internazionali. Qualora il convenuto non sia costituito o si tratti dei casi di azioni reali aventi ad oggetto beni immobili situati allestero o controversie per le quali la giurisdizione italiana sia esclusa per effetto di una norma internazionale (art 5 legge 218/95) il difetto di giurisdizione del giudice italiano rilevabile anche dufficio in ogni stato e grado del processo, come nel contenuto dellart 37 cpc. Qualora il convenuto non residente n domiciliato in Italia e si sia costituito, il regime da seguire per individuare il difetto di giurisdizione profondamente differente, in tale ipotesi il difetto pu essere rilevato (in ogni stato e grado del processo) solo dal convenuto stesso che non abbia espressamente o tacitamente accettato la giurisdizione italiana. Questultima disposizione va coordinata con la disposizione del comma 1 dellart 4 della legge 218/95 il quale stabilisce che il convenuto che si costituisca in giudizio senza eccepire il difetto di giurisdizione nel suo primo atto difensivo, accetta validamente, ancorch tacitamente, la giurisdizione del giudice italiano che di conseguenza non potr pi dichiarare il proprio difetto di giurisdizione (per primo atto difensivo si intende ad esempio : la comparsa di risposta o latto di costituzione del convenuto). IMP La giurisprudenza afferma che si abbia accettazione tacita non solo nel caso in cui il convenuto non eccepisca il difetto di giurisdizione, ma altres nellipotesi in cui sollevi leccezione in via subordinata rispetto alle proprie difese nel merito (cass. Sentenza del 1990). La decisione sulle questioni di giurisdizione nella Legge n. 69/2009, essa intervenuta anche in tale ambito con un apposito articolo rubricato decisione delle questioni di giurisdizione anche se concerne esclusivamente la declaratoria di difetto di giurisdizione.
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Da dire che esso non stato introdotto con la finalit di sostituzione dellart 37 cpc il quale rubricato in modo inequivoco difetto della giurisdizione; lart della legge 69/2009 presenta quattro caratteristiche: dichiarazione del giudice del proprio difetto di giurisdizione in materia civile, amministrativa, contabile, tributaria o di giudici speciali;

sia le pronunce del giudice di merito sia quelle delle sezioni unite della Corte di cassazione;

disciplina la modalit ed effetti della riproposizione della domanda dinanzi al giudice indicato come munito di giurisdizione; introduce e disciplina anche un regolamento di giurisdizione dufficio. La dichiarazione del difetto di giurisdizione viene dichiarata dal giudice attraverso una sentenza, nelle quale viene indicato anche, se esistente, il giudice nazionale che ritiene munito della giurisdizione. Le pronunce sulla giurisdizione delle Sezioni Unite, esse hanno efficacia pan-processuale essendo vincolante per ogni giudice e per le parti in altro processo. La riproposizione della domanda al giudice che si ritiene essere munito di giurisdizione, se effettuata entro 3 mesi dal passaggio in giudicato della pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione che contiene tale indicazione, determina il trasferimento del processo dinanzi a tale giudice con la conservazione degli effetti sostanziali e processuali che la domanda avrebbe prodotto se essa fosse stata proposta ab initio dinanzi al giudice dichiarato, poi con sentenza, munito di giurisdizione (con salvezza delle preclusioni e delle decadenze intervenute medio tempore). Infine, le prove gi raccolte nel primo giudizio possono essere valutate dal nuovo giudice come argomento di prova. Laddove la domanda non fosse riproposta innanzi al giudice riconosciuto investito della giurisdizione (nel termine perentorio di 3 mesi) determina lestinzione del giudizio, estinzione che dichiarata, anche dufficio, alla prima udienza eventualmente proposta di fronte a tale giudice ed impedisce la conservazione degli effetti sostanziali e processuali della domanda. Questione di Competenza. I principi che disciplinano il rispetto e la deroga alle regole della competenza e la rilevabilit delle loro violazioni rappresentano la necessit di garantire un
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perfetto esercizio della funzione giurisdizionale da parte di un giudice che sia effettivamente idoneo a rendere giustizia in concreto. Circa i criteri di competenza distinguiamo:
1. incompetenza rilevabile dufficio: essa pu concernere il difetto di competenza per

valore, materia e territorio (questultima nei casi di incompetenza inderogabile prevista dallart 28 cpc. Rilevata dufficio dal giudice entro la prima udienza (art 183 cpc);
2. incompetenza eccepita dalle parti: pu concernere il difetto di competenza per materia,

valore e territorio e deve essere eccepita dalla parte nella comparsa di risposta. Nello specifico, la competenza per territorio, fuori dai casi previsti dallart 28 cpc, disciplinata (ricavabile dal coordinato dellart 38 cpc) da modifica della legge 69/2009 e dagli artt 167 e 171 cpc, il regime si sostanzia nel seguente modo: a. leccezione deve essere formulata a pena di preclusione nella comparsa di risposta, ovverosia la costituzione in giudizio del convenuto che non eccepisca lincompetenza per territorio nella propria comparsa di costituzione e risposta preclude al convenuto stesso la successiva proposizione delleccezione;
b. il convenuto decade dal potere di proporre tale eccezione laddove, pur formulando

tale eccezione nella propria comparsa di risposta, si costituisca tardivamente vale a dire oltre il termine di 20 giorni prima delludienza di comparizione; c. leccezione si considera non proposta se in essa non indicato il nome del giudice che la parte ritiene competente; d. sul convenuto ricade lonere, secondo la giurisprudenza, di contestare tutti i possibili criteri attributivi della competenza astrattamente prospettabili nel caso concreto, salvo che lattore abbia precisato il criterio concretamente utilizzato;
e. per le sole ipotesi in cui sia stata contestata la competenza per territorio derogabile

laddove lattore e le altre eventuali parti costituite aderiscano a tale indicazione, prende vita il cd accordo di proroga consensuale della competenza che preclude al giudice la verifica della sua incompetenza, ove la causa venga riassunta entro 3 mesi dinanzi al giudice indicato dal convenuto, la competenza rester in capo a questultimo, senza che assuma alcuna rilevanza la fondatezza delleccezione o lesattezza dellindicazione del giudice ritenuto competente. REGOLAMENTO DELLA GIURISDIZIONE. Il regolamento ad istanza di parte (vedi Allegato RG)
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Di seguito descrizione del regime del regolamento di giurisdizione:

legittimazione: ciascuna parte pu proporre il ricorso, in questo caso la soluzione della questione di giurisdizione viene devoluta alla Suprema Corte di cassazione anche dalla parte che abbia agito dinanzi al giudice ordinario e che intenda contrastare leccezione del difetto di giurisdizione sollevata dal convenuto o rilevata dufficio dal giudice. Dunque saranno legittimati sia lattore, sia il convenuto, sia coloro che siano intervenuti volontariamente o coattivamente nel processo e che abbiano acquisito la qualit di parte; competenza: essa spetta alle sezioni unite della Corte di cassazione; forma e contenuto del ricorso: da subito necessario precisare che non un mezzo di impugnazione. Secondo quanto stabilito dallart 41 cpc il regolamento di giurisdizione si propone come ricorso ai sensi dellart 364 cpc e seguenti articoli, cio si presenta come un ordinario ricorso per cassazione. Per quanto concerne il contenuto del ricorso per il regolamento di giurisdizione non si possono applicare le disposizioni relative allindicazione della sentenza o del provvedimento impugnato ed ai motivi per i quali si chiede la cassazione. Ora analizziamo solamente il contenuto del ricorso: esso non deve contenere lindicazione della sentenza o decisione impugnata n lindicazione dei motivi, mentre conterr, a pena di inammissibilit, lesposizione dei fatti la cui cognizione necessaria alla soluzione della questione di giurisdizione. Per quel che concerne la forma del ricorso: rimandiamo allart 365 cpc il quale stabilisce che detto ricorso debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilit, da un avvocato iscritto in un apposito albo dei patrocinanti innanzi alla Corte di cassazione e deve essere notificato a tutte le altre parti in ottemperanza a quanto indicato dallart 170 cpc e pertanto, non a queste ultime, ma al procuratore costituito. Notificato, il ricorso per regolamento di giurisdizione soggetto ad un duplice deposito: copia del ricorso deve essere depositata presso la cancelleria del giudice dinanzi al quale pende la causa di merito, al fine di consentirgli di valutare lopportunit della sospensione (art 367 cpc);
deve essere depositato, a pena di improcedibilit, congiuntamente alla procura, agli

atti, ai documenti su cui il ricorso si fonda ed alla richiesta di trasmissione del fascicolo dufficio, presso la cancelleria della corte (art 360 cpc) entro 20 giorni dallultima notificazione.

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Alle parti consentito contraddire solo nella forma del controricorso da notificarsi e depositari rispettando lart 370 cpc;

termine per la proposizione: il codice di rito indica allart 41 solo il termine finale, quello iniziale andr ricostruito dallinterprete. Il dies ad quem (termine finale) per la proposizione del regolamento di giurisdizione stabilito in base al momento in cui la causa non sia deciso nel merito in primo grado, nel senso che non deve essere stata pronunciata una sentenza avente ad oggetto le questioni relative al rapporto sostanziale dedotto in giudizio, nonch i problemi relativi ai soli fatti impeditivi o estintivi del diritto (prescrizione, decadenza, pagamento del debito). La suprema Corte di cassazione ritiene che qualsiasi sentenza emessa in primo grado, sia di merito che di rito, preclude definitivamente la proposizione del regolamento di giurisdizione. Il regolamento di giurisdizione pu essere proposto fino alla pronuncia del provvedimento che dispone la rimessione della causa al collegio o, nel caso di decisione del giudice in composizione monocratica, del provvedimento che dispone lo scambio di comparse conclusionali e delle memorie di replica; effetti: il primo effetto che riscontriamo alla proposizione del regolamento di giurisdizione la sottrazione al giudice del merito della questione di giurisdizione, ci avviene per devolverla alle sezioni unite della cassazione. Gli effetti sul giudizio del merito sono stabiliti (e disciplina la sospensione) dallart 367 cpc. La proposizione del regolamento comporta lonere, per la parte che lo presenta, di depositare copia del ricorso presso la cancelleria del giudice adito, e ci finalizzato a permettere al giudice stesso di valutare lopportunit, o no, di sospendere il processo instaurato dinanzi a lui (il 1 comma dellart 367 non indica un termine entro il quale debba effettuarsi il deposito, ma indica genericamente che ci deve avvenire al momento successivo alla notificazione alle parti. Da ricordare che il mancato deposito non provoca alcuna conseguenza in ordine alla procedibilit del regolamento, ma impedisce, al limite, che il giudice del merito possa provvedere sulla sospensione del giudizio). Comunque, in conclusione, il giudice del merito sospende il processo con ordinanza solo laddove non ritenga listanza manifestatamene inammissibile o la contestazione della giurisdizione manifestamente infondata. Sospeso il processo esso dovr essere riassunto entro il termine perentorio di 3 mesi dalla comunicazione dellordinanza della Corte di cassazione che dichiari la giurisdizione del giudice adito o di altro giudice ordinario;
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il procedimento: art. 375 cpc la Corte di cassazione provvede, a sezioni unite, allistanza del regolamento di giurisdizione in camera di consiglio e con ordinanza impugnabile per revocazione per errore di fatto (art 391 bis). Lart 380 ter cpc stabilisce che il presidente pu chiedere al PM le sue conclusioni scritte le quali, unitamente al decreto presidenziale che fissa ludienza della corte di cassazione, sono notificate almeno 20 giorni prima, agli avvocati delle parti. Le parti hanno facolt di presentare memorie non oltre cinque giorni prima e di chiedere di essere sentiti se compaiono, limitatamente al regolamento di giurisdizione. Comunque possibile, altres, che il presidente ritenga di provvedere in ottemperanza al comma 1 dellart 380 bis cpc, qualora al regolamento di giurisdizione si presentino le situazioni contemplate e disciplinate dallart 375 n. 1,2,3 e 5 cpc; la decisione: la corte tenuta a risolvere la questione sulla base dellapprezzamento diretto delle risultanze istruttorie e degli atti della causa di merito, in modo assolutamente autonomo ed indipendente rispetto alle deduzioni delle parti e delle valutazioni del giudice a quo. Ai sensi dellart 386 la corte determina la giurisdizione in base alloggetto della domanda. Dunque la corte dovrebbe raggiungere la decisione avendo riguardo unicamente al petitum sostanziale e perci non soltanto alloggetto della domanda ma anche alla natura della controversia. La corte prende la decisione mediante ordinanza attraverso la quale potr riconoscere la:
-

giurisdizione in capo al giudice adito ovvero in capo ad altro giudice ovvero il difetto assoluto di giurisdizione ovvero lassenza di qualsivoglia giudice sul territorio italiano, dotato di giurisdizione

sulla controversia dedotta in giudizio. Nellipotesi in cui il giudice a quo abbia provveduto a sospendere il giudizio pendente dinanzi a lui, la corte che dichiara la giurisdizione dello stesso giudice adito o di altro giudice, comporta lonere della riassunzione del processo, che proseguir dinanzi allorgano dichiarato giurisdizionalmente competente. La traslatio judicii davanti al giudice investito di giurisdizione ora espressamente prevista dalla L. n. 69/2009 quando venga proposta la questione di giurisdizione ai sensi dellart 59 della stessa. Laddove il giudice adito non avesse ritenuto di sospendere il processo pendente dinanzi a lui e venisse, poi, confermata la sua giurisdizione, nessun atto compiuto ne verrebbe
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travolto; ma questa situazione si palesa anche laddove la giurisdizione venisse negata ritenendo, per lappunto non vengano travolti tutti quegli atti emanati sulla base di un presupposto carente (o quantomeno da definire) conducendo il giudice alla definizione del processo pendente dinanzi a lui. Il regolamento di giurisdizione dufficio. Lart 59 della L. 69/2009 nel formulare la nuova disciplina della decisione delle questioni di giurisdizione ha previsto espressamente la possibilit di proposizione di un regolamento di giurisdizione da parte del giudice innanzi al quale venga riassunta la causa dopo la decisione della questione di giurisdizione. Questo regolamento si aggiunge, ma non sostituisce, a quello proponibile dalle parti, affermato proprio dallart 59 legge 69/2009. La disciplina di questo regolamento si sviluppa in poche proposizioni: il regolamento pu essere chiesto solo dal giudice davanti al quale riassunta la causa dopo la decisione della questione di giurisdizione; la richiesta inammissibile se sulla questione si siano gi pronunciate le sezioni unite della corte di cassazione nello stesso processo,

il dies ad quem per la richiesta del regolamento rappresentato dalla udienza fissata per la trattazione del merito innanzi al giudice della riassunzione e quindi entro la prima udienza prevista per la comparizione delle parti.

Il conflitto di attribuzioni. Un regime speciale prende forma in favore dellipotesi in cui per sollevare il conflitto di attribuzione, la PA non sia parte in causa. La contestazione della giurisdizione del giudice adito proviene da un terzo estraneo al processo e non dalle parti di questultimo, che perci sono costrette a subirne le conseguenze anche laddove siano concordi nellescludere che vi sia difetto di giurisdizione. TERMINI: il momento preclusivo non rappresentato dalla pronuncia di una decisione di primo grado, ma il passaggio in giudicato di una sentenza che abbia affermato la giurisdizione. Fino a quel momento il conflitto pu essere sollevato dalla PA in ogni stato e grado del processo. MODUS PROCEDENDI: il procedimento caratterizzato per essere molto farraginoso poich coinvolge: autorit amministrativa
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organi giurisdizionali le parti.

Il conflitto viene sollevato con decreto motivato dal prefetto e notificato, su sua richiesta, alle parti ed al PM dellufficio giudiziario dinanzi al quale pende la causa, al quale compete (sar il Procuratore della Repubblica se la causa pende in Tribunale, sar il procuratore Generale se la causa pende dinanzi alla Corte dAppello), altres, comunicare il decreto del prefetto al capo di questo ufficio che sospende il procedimento con un altro decreto che deve essere notificato alle parti (curato sempre dal PM) a pena di decadenza, entro 10 giorni dalla sua pronuncia. Solo con ricorso della parte pi diligente, da proporsi, a pena di inammissibilit, nel termine perentorio di 30 giorni dalla notificazione del decreto del capo dellufficio giudiziario, che la corte di cassazione viene investita del conflitto di attribuzione. IL REGOLAMENTO DI COMPETENZA. La violazione dei criteri di competenza determina la possibilit per le parti di sollevare leccezione di competenza, cos anche al giudice sar data la possibilit di rilevare dufficio la propria incompetenza (ad esclusione di quella per territorio derogabile). Leccezione di parte o il rilievo officioso del giudice, impongono allo stesso di decidere sulla propria competenza, definendo se essa sussista o meno. Tale decisione deve essere immediata, salvo che il giudice intenda pronunciarsi sulla sua competenza insieme al merito, poich presume leccezione infondata. Lart 38 cpc stabilisce che le questioni attinenti la competenza debbono essere decise in base a ci che risulta dagli atti e allorquando sia reso necessario dalleccezione del convenuto o dal rilievo del giudice, assunte sommarie informazioni. La decisione del giudice si concreta attraverso lemissione di unordinanza quando risolve la questione di competenza o questioni concernenti listruzione della causa, senza definire il giudizio. Pensiamo allipotesi in cui il giudice si pronunci solo sulla competenza ma non sul giudizio, ci deve essere interpretato nel senso che il giudice che si atteggia in tale senso si sia riconosciuto competente, e nellordinanza con cui si dichiara competente, impartisce i provvedimenti per lulteriore istruzione della causa.

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Mentre il giudice che si pronuncer sia sulla competenza che sul merito (e quindi definisca il giudizio), lo far sottoforma della sentenza. Ora analizziamo la situazione inversa, cio quella in cui il giudice si ritiene incompetente, in questo caso la declaratoria che indicher la sua incompetenza indicher, altres, il nome del giudice ritenuto competente; se le parti riassumeranno tempestivamente il giudizio innanzi al giudice ritenuto competente, salveranno gli effetti della domanda originariamente proposta.

La decisione sulla competenza potrebbe essere errata, e proprio in tale senso che risulta necessario poterla sottoporre a controllo, mediante la proposizione (o il dispiegamento) di un ordinario mezzo di impugnazione al giudice superiore, o attraverso la proposizione del ricorso per regolamento di competenza alla corte di cassazione.

Dunque dal contenuto del riquadro si evince che lunico giudice naturale chiamato a risolvere i conflitti di competenza la Corte di cassazione, la quale una volta che si pronuncia, stabilisce, in via definitiva, il giudice competente per una determinata causa. In sintesi, le parti sono dotate di uno strumento rapido e immediato, da parte della cassazione, che decide sulla competenza senza pesare sulle parti stesse il passaggio di tutti i gradi del giudizio. A completamento di questo discorso vediamo il caso in cui le parti concordino con il giudice di merito che declina la competenza e riassumano, nei termini stabiliti per legge, la causa dinanzi al giudice ritenuto competente; a questo punto, nulla dovrebbe escludere che il giudice ritenuto competente, possa anchegli verificare la propria competenza. Emerge, per, subito che tale meccanismo potrebbe innescare un eterno peregrinare della parti che richiedono tutela giurisdizionale, poich ogni giudice sarebbe legittimato a dichiarare officiosamente la propria incompetenza; dunque al fine di evitare una situazione del genere, lordinamento esclude il potere del secondo giudice di decidere sulla propria competenza consentendogli solamente di rivolgersi alla suprema corte di cassazione, laddove revochi in dubbio la propria competenza per materia, valore o territorio. Il regolamento ad istanza di parte. Una prima importante distinzione da fare quella tra: regolamento di giurisdizione: sempre preventivo
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regolamento di competenza: sempre successivo ad una sentenza.

Ora bisogna cercare di rispondere alla domanda, vale a dire se il regolamento di competenza pu essere considerato un mezzo di impugnazione. Parte della dottrina si pronunciata positivamente in merito, la quale ha individuato nellart 324 cpc la base della propria tesi, infatti detto articolo stabilisce che, per individuare il momento in cui la sentenza passata in giudicato, si include il regolamento di competenza tra gli strumenti la cui proposizione o, per meglio dire, la cui preclusione coordinata al passaggio in giudicato della sentenza. Tale argomentazione sembra essere suffragata anche da un altro articolo il 323 cpc rubricato, appunto, mezzi di impugnazione il quale elenca il regolamento di competenza accanto allappello, al ricorso per cassazione, alla revocazione ed allopposizione. Ma ad un vaglio pi attento, dellart 323 cpc, evinciamo che se da un lato il legislatore ha inserito in questo articolo il regolamento di competenza fra i mezzi di impugnazione, dallaltro ha isolato tale regolamento da quegli altri strumenti di tutela delle parti contro la sentenza, la cui natura di mezzo di impugnazione, non pu essere revocata in dubbio. Questo perch larticolo recita .i mezzi per impugnare oltre il regolamento di competenza, nei casi previsti dalla legge, sono.. La differenza che riscontriamo tra il regolamento di competenza ed i mezzi di impugnazione che il Regolamento di competenza pu essere, a determinate condizioni, proposto anche dalla parte vincolatrice, che pu inoltre, in ogni caso, aderirvi, posto che linteresse al regolamento della competenza, non derivi dalla soccombenza, ma coordinato al diritto della parte, di tutte le parti, di non attendere lesaurimento di tre fasi di giudizio per sentire sentenziare, dopo tanti anni. La cognizione della corte di cassazione adita con ricorso per regolamento di competenza si estende a tutti i profili relativi alla competenza, anche se non individuati nel ricorso ed anche se non presi in considerazione nella sentenza impugnata. Un altro elemento di esclusivit del regolamento di competenza lo traiamo dallart 45 cpc nellipotesi di conflitto negativo di competenza, cio di due giudici che ritengono entrambi di essere incompetenti per quella causa per ragioni di materia o territorio nei casi dellart 28 cpc, il regolamento pu essere chiesto dufficio. In sintesi il RdC rappresenta essere uno strumento messo a disposizione delle parti per contrastare il provvedimento che qualunque giudice, tribunale o corte dappello, abbia emesso con riferimento alla propria competenza, con lunica eccezione fatta che quella
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prevista dallart 46 cpc secondo il quale il regolamento di competenza non proponibile contro le pronunce del giudice di pace, le quali dovranno, invece, essere contestate mediante i normali mezzi di impugnazione, vale a dire lappello, appello previsto, altres, per le sentenze pronunciate secondo equit ai sensi dellart 113.2 cpc (L. 40/2006). Il regolamento necessario. Previsto dallart. 42 cpc, quello proposto contro le sentenze che hanno pronunciato soltanto sulla competenza e NON sul merito della causa. Si definisce necessario nel senso che esso lunico mezzo col quale tali sentenze possono essere impugnate. Possono, altres, essere impugnate con regolamento necessario, anche i provvedimenti che dichiarano:

la sospensione necessaria, ex art. 295 c.p.c., nonch

le sentenze che abbiano deciso sulla litispendenza


sulla continenza e sulla connessione e i provvedimenti che pronunciano sulla competenza che abbiano ad oggetto la ripartizione delle cause tra sezioni ordinarie e sezioni specializzate del medesimo ufficio

NON attaccabile con il regolamento di competenza il provvedimento che ha ad oggetto giudiziario. questioni relative alla ripartizione delle cause tra magistrati del medesimo ufficio giudiziario ed in particolare alla ripartizione tra sede centrale e sedi distaccate del tribunale, o tra diverse sezioni ordinarie del medesimo ufficio o ancora tra giudice monocratico e quello collegiale del tribunale nonch tutte le questioni concernenti alla distribuzione interna dei compiti tra i vari organi dello stesso ufficio (presidente, collegio, giudice istruttore).

Breve accenno allindividuazione di un provvedimento che non decido nel merito della causa, sarebbero tutti quei provvedimenti che non decidono le questioni attinenti al rapporto sostanziale dedotto in giudizio, relative ai fatti costitutivi, ai fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto fatto valere. La giurisprudenza nellintendere la nozione di questione di merito in senso da escludere il carattere necessario del regolamento quante volte la sentenza pronuncia anche su una qualunque questione, senza che rilevi il suo carattere sostanziale o processuale e salvo che questa pronuncia non sia meramente incidentale o funzionale rispetto alla decisione circa la competenza. Dunque non sono assoggettabili al regolamento di competenza necessario: sentenza che statuisca sullinteresse ad agire;
sentenza che statuisca sulla legitimatio ad causam delle parti; 67

sentenza che statuisca sullammissibilit dellintervento di un terzo. Questultimo elenco indica quei provvedimenti che non si pronunciano solo sulla competenza, ma anche sul merito. Il regolamento facoltativo.

Previsto dallart 43 cpc il regolamento facoltativo nel caso in cui la sentenza abbia pronunciato non solo sulla competenza ma anche sul merito; facoltativo nel senso che, in questo caso, il regolamento NON lunico mezzo di impugnazione proponibile, ma concorre con i modi ordinari (in pratica, per lo pi con lappello). Una precisazione doverosa, il fatto che venga definito facoltativo non deve indurre alcuno a ritenere tale regolamento differente da quello necessario, poich anche se facoltativo indica, come quello necessario, un medesimo strumento. Difatti, le parti hanno due possibilit: o impugnare tutta la sentenza (ossia sia la parte che ha statuito sul merito che quella che ha statuito sulla competenza) con il mezzo ordinario, oppure impugnare la parte che ha statuito sul merito con il mezzo ordinario, e quella sulla competenza con il regolamento facoltativo. Se proposto subito il regolamento, limpugnazione ordinaria potr investire soltanto il merito, ed il termine per la proposizione di questultima rimane sospeso; se invece viene proposta subito limpugnazione ordinaria, ci non impedisce alle altre parti di chiedere il regolamento, ma in tal caso il giudizio sullimpugnazione ordinaria resta sospeso (art. 42, comma secondo, c.p.c.). Pensiamo allipotesi in cui sia stato proposto per primo il regolamento di competenza, limpugnazione ordinaria non pu essere proposta immediatamente, anche se la sua proponibilit non preclusa. La soluzione del problema viene data dal legislatore con la sospensione, dal momento in cui stato notificato il regolamento di competenza, del termine per proporre limpugnazione ordinaria, questo termine a decorrere dal momento in cui viene data comunicazione alle parti del deposito dellordinanza della corte di cassazione che regola la competenza. Il procedimento, gli aspetti del procedimento di regolamento di competenza sono disciplinati dagli artt 47, 48, 49 cpc. Tale disciplina modellata su quella prevista per
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il ricorso ordinario di cassazione, seppur la disciplina in esame si caratterizza per la presenza di elementi di accelerazione e semplificazione i quali sono funzionali ad una decisione pi rapida possibile della questione. Analizziamo:
a. un ricorso che si esperisce presso la Corte di cassazione e pu essere sottoscritto

dallo stesso avvocato che difende la parte nel giudizio di merito (o dalla parte direttamente se questa costituita in giudizio a norma dellart 86 cpc, pensiamo ad esempio a quella parte che, davanti al giudice di pace, sta in giudizio personalmente senza lausilio di un difensore, possibilit che gli concessa allorquando il valore della causa non supera i 516,46 euro) senza che sia iscritto nellapposito albo dei patrocinanti innanzi alle corti superiori, e che venga rilasciata procura speciale per il giudizio di cassazione. In ottemperanza allart 366 cpc il ricorso deve contenere, a pena di inammissibilit, i seguenti elementi: - indicazione delle parti; - indicazione della sentenza o decisione da impugnare; - esposizione sommaria dei fatti della causa;
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i motivi per i quali si chiede la cassazione, con lindicazione delle norme di diritto su cui si fondano, secondo quanto stabilito dallart 366 bis cpc;

- indicazione della procura, se conferita con atto separato e, nel caso di ammissione al gratuito patrocinio, del relativo decreto; - la specifica indicazione degli atti processuali, dei documenti e dei contratti sui quali il ricorso si fonda. Dunque oltre questi elementi, il ricorrente dovr indicare la questione di competenza di cui si chiede la risoluzione alla corte e le doglianze della parte avverso la sentenza impugnata. Con labrogazione dellart 366 bis cpc con la legge 69/2009 comporta linapplicabilit del precetto ai ricorsi proposti avverso provvedimenti depositati dopo il 04/07/2009, cio dopo lentrata in vigore della legge. Questo ricorso va notificato a tutti coloro che hanno assunto la qualit di parte nel giudizio di merito, a meno che non vi abbiano aderito, adesione conferita alle parti
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che risulta essere funzionale allesigenza di celerit propria del regolamento di competenza, posizione che comunque non vincola ne limita la posizione difensiva degli aderenti. Ladesione sostituisce la notificazione e pu risultare dalla semplice sottoscrizione del ricorso. Laddove il ricorrente non avesse provveduto alla notificazione delle controparti si applicheranno le disposizioni degli artt 331 e 332 cpc. La notificazione pu essere effettuata mediante la consegna di copia del ricorso alle controparti;
b. il termine per la proposizione del regolamento pari a 30 giorni e decorre dalla

comunicazione,

effettuata

dal

cancelliere

alle

parti,

del

deposito

del

provvedimento che abbia pronunciato sulla competenza. Laddove lordinanza fosse notificata prima ancora che comunicata, o nellipotesi in cui la comunicazione sia del tutto mancata, si ritiene che il termine decorra dalla data di notificazione. Laddove mancassero, sia la notificazione sia la comunicazione, il regolamento pu essere proposto nel cd termine di 6 mesi dalla pubblicazione del provvedimento. Se si tratta di regolamento facoltativo il termine di 30 giorni decorre dalla data di notificazione dellimpugnazione ordinaria, se questa viene proposta per prima, diversamente si ritiene che il regolamento non possa pi essere proposto qualora, anche se non ancora interamente decorso il termine di 30 giorni dalla comunicazione della sentenza, limpugnazione ordinaria sia gi preclusa. Entro 5 giorni dalla data di notificazione del ricorso per regolamento, la parte istante deve chiedere al cancelliere del giudice davanti al quale pende il processo che il relativo fascicolo sia trasmesso alla cancelleria della corte di cassazione. In assenza di tale richiesta, il ricorso per regolamento ritenuto improcedibile quante volte lesame del fascicolo del processo di merito risulti necessario per la risoluzione della questione di competenza demandata alla corte. Tale richiesta funzionale alla sospensione del processo di merito che, sospeso automaticamente dal giorno in cui presentata listanza di trasmissione. In ultimo, sempre dalla data di notificazione, decorre il termine di 20 giorni per il deposito, presso la cancelleria della corte, del ricorso con i relativi documenti (compresi la
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copia autentica del provvedimento impugnato e la procura laddove fosse conferita con atto separato) non ammesso il deposito di documenti nuovi rispetto a quelli gi acquisiti nel giudizio di merito;
c. il contraddittorio viene garantito alle parti con la concessione di un termine di 20

giorni per il deposito di scritture difensive e documenti, decorrente rispettivamente dal giorno in cui abbiano ricevuto la notificazione del ricorso o vi abbiano aderito. Questo termine non indicato dal codice di rito come perentorio, e dunque se ne deduce la sua natura meramente ordinatoria, dunque se tali documenti fossero tardivamente depositati potrebbero essere presi in considerazione dalla corte. Nel ricorso per regolamento di competenza non sussiste, per le parti che vogliano controdedurre, lonere di utilizzare la forma del controricorso (diversamente da quanto accade per il ricorso per cassazione);
d. lart 48 cpc prevede la sospensione dei giudizi relativamente ai quali chiesto il

regolamento di competenza sia operata ipso iure dal momento un cui depositata presso la cancelleria del giudice di merito listanza per la trasmissione dei fascicoli (lettera b di questo elenco). Questa sospensione viene definita come impropria perch il processo, in realt, prosegue innanzi ad un giudice diverso, la suprema corte, ancorch per lo svolgimento di una peculiare fase. La sospensione opera di diritto e il relativo provvedimento del giudice (assume la forma dellordinanza) ha natura meramente dichiarativa. Oggetto della sospensione sono: - i giudizi di primo grado; - i giudizi di secondo grado, a conclusione dei quali stato pronunciato il provvedimento oggetto di regolamento. Nel caso di regolamento facoltativo, inoltre, laddove questo sia stato proposto successivamente allinstaurazione del giudizio di impugnazione ordinaria, sar questultimo ad essere sospeso. La sospensione concerne solamente i processi di cognizione, infatti si esclude che essa possa essere applicata al processo esecutivo, o direttamente sullefficacia esecutiva della sentenza. Al giudice del
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processo di merito consentito autorizzare il compimento degli atti che, secondo la sua discrezionalit, ritiene urgenti. Tale autorizzazione data con ordinanza non impugnabile e gli atti prodotti a seguito di tale autorizzazione, conservano la loro validit innanzi alla suprema corte, anche laddove quel giudice sia considerato incompetente;
e. la decisione del regolamento viene operata dalla corte di cassazione a sezioni

semplici ed in camera di consiglio con ordinanza impugnabile per revocazione per errore di fatto. Qualora il presidente (non ritenga di dover provvedere ai sensi dellart 380 bis rubricato procedimento per la decisione sullammissibilit del ricorso e per la decisione in camera di consiglio) potr richiedere al PM le sue conclusioni scritte e che queste, unitamente al decreto presidenziale che fissa ladunanza della corte, debbano essere notificate agli avvocati delle parti (almeno 20 giorni prima) i quali avranno facolt di presentare memorie non oltre 5 giorni prima e non data la possibilit di una loro audizione in camere di consiglio (cosa che invece accade nel ricorso per regolamento di giurisdizione). La decisione della corte ha ad oggetto solamente le questioni di competenza. Individuato il giudice competente per quella controversia, si tradurr in una decisione definitiva; talch a fronte dei fori facoltativi, la corte si limiter ad indicare quali essi siano, lasciando inalterata o impregiudicata la facolt di scelta che lordinamento concede allattore. Va da se che la Corte procede ad unautonoma valutazione delle risultanza processuali senza che essa sia vincolata dalle affermazioni e dalle qualificazioni giuridiche espresse dalle parti o dal giudice di merito, cos come potr procedere allammissione, alla rinnovazione ed allintegrazione di mezzi di prova. In fine lordinanza pronunciata dalla corte definita panprocessuale poich la portata della stessa tale da estendersi oltre i limiti del processo in corso, infatti mantiene la sua portata vincolante anche nelle ipotesi in cui il processo si estingua; dunque qualora unaltra azione dovesse esperirsi, la competenza non potrebbe essere messa in discussione, valendo la statuizione compiuta dalla corte;

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f. la riassunzione del processo innanzi il giudice dichiarato competente deve

avvenire entro 3 mesi dalla comunicazione dellordinanza di regolamento pronunciata dalla corte di cassazione. Dunque se il processo venisse tempestivamente riassunto dinanzi al giudice dichiarato competente si determinerebbe la cd traslatio jiudicii con la conseguenza che latto introduttivo del giudizio di merito manterrebbe i suoi effetti processuali e sostanziali con la conservazione degli atti compiuti innanzi al giudice dichiarato incompetente; nellipotesi contraria il processo si estinguerebbe restando pur ferma la statuizione della competenza che ha regolato la competenza stessa. La riassunzione si effettua mediante comparsa (contenuto indicato dallart 125 disp att cpc) trattandosi di un atto di impulso del medesimo processo, deve essere notificata ai sensi dellart 170 cpc e quindi presso il difensore costituito. Il regolamento dufficio. Il giudice pu dichiarare la sua incompetenza ex officio, le parti, di loro, possono o impugnare la pronuncia mediante il regolamento di competenza o aderirvi riassumendo il giudizio dinanzi al giudice ritenuto competente, verificandosi, cos, la traslatio jiudicii con la conseguente salvezza degli effetti della domanda originariamente proposta e dagli atti compiuti. Qualora, invece, la riassunzione non avvenisse o fosse tardiva, il processo si estinguerebbe con il conseguente travolgimento anche degli effetti del provvedimento declinatorio della competenza pronunciato dal giudice di merito. Il giudice dichiarato competente avr, comunque, facolt di verificare dufficio la propria competenza e nel caso di dichiararsi incompetente, ma per evitare che si possa innescare il meccanismo a causa del quale, il peregrinare delle parti, non tutelerebbe giurisdizionalmente i loro diritti, si applicano gli artt 44 e 45 cpc. Il giudice che si dichiara incompetente, pronunciando la competenza di una altro giudice permette alle parti, laddove tale provvedimento non fosse impugnato con regolamento di competenza o fosse riassunto tempestivamente dinanzi al giudice
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dichiarato competente, rende incontestabile (non solo dalle parti, ma anche dal giudice in essa indicato) lincompetenza dichiarata e la competenza del giudice in essa indicata, ma limitatamente ai casi di incompetenza per valore o per territorio derogabile.
Qualora si trattasse di incompetenza per materia o per territorio inderogabile (cd criteri forti) ci troveremmo dinanzi ad un conflitto negativo di competenza. Lart. 45, disciplina il c.d. conflitto negativo di competenza, il quale si verifica nel caso in cui il giudice adito dovesse dichiarasi incompetente, indicando come competente altro giudice dinanzi al quale le parti riassumono la causa; se anche questultimo dovesse dichiararsi a sua volta incompetente si verifica allora quella situazione che la legge chiama conflitto di competenza - o regolamento di competenza dufficio - che rappresenta lunico caso in cui il regolamento di competenza non ha le caratteristiche del mezzo di impugnazione. Tale secondo giudice, davanti al quale la causa stata riassunta, e che si ritiene a sua volta incompetente, pu richiedere dufficio il regolamento di competenza, soltanto, per, nei casi di incompetenza per materia e territorio inderogabile. Il regolamento dufficio proposto da giudice con ordinanza, la quale deve essere comunicata alle parti. Lo stesso giudice deve ordinare alla cancelleria la trasmissione del fascicolo alla corte di cassazione, con la medesima ordinanza verr, altres, sospeso il giudizio di merito. Anche in questo caso, le parti avranno la facolt di depositare entro 20 giorni memorie con eventuali documenti. Infine verr pronunciata una decisione che prender forma di una ordinanza. ASTENSIONE DEL GIUDICE Lart 51 cpc disciplina questa garanzia processuale, elencando i casi in cui un giudice non possa garantire la terziet ed imparzialit costituzionalmente sancite dallart 111.2 Cost. Il primo caso indicato dallart 51 cpc quello per cui un giudice ha il dovere di astenersi nel caso in cui abbia interesse nella causa o in unaltra vertente su identica questione di diritto. Linteresse a cui si riferisce il codice di rito va inteso come interesse che potrebbe avere il giudice perch litisconsorte (anche solo facoltativo) o perch potrebbe intervenirvi spontaneamente. In via generale il giudice ha lobbligo di astenervi nel caso in cui potrebbe trarre vantaggio privato dalla sua pronuncia o, al contrario, potrebbe essere danneggiato
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dalla sua pronuncia, e quindi la legge vuole che egli non sia mosso da tale interesse personale, potendo, cos, garantire massima imparzialit. Il secondo caso quello per cui il giudice deve astenersi se egli stesso (o il coniuge) parente fino al quarto grado, o convivente o commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori. Sono ipotesi in cui i vincoli di parentela o stretti legami di amicizia possono determinare, verosimilmente, un coinvolgimento emotivo del giudicante tale da spingerlo ad avvantaggiare indebitamente la parte o il difensore cui legato.
Il giudice dovr astenersi anche nellipotesi in cui sia legato da vincoli di parentela, non alla parte o al suo difensore, ma al coniuge di uno di essi. Malgrado la disposizione fa riferimento alla sola parentela legittima, si dovranno equiparare ad essa anche quella naturale e adottiva. Lart 51.2 cpc non fa riferimento esplicito allaffinit derivante dalla parentela propria del giudice o del suo coniuge, vada ben inteso che anche in questi casi si tratta di una situazione nella quale il giudice ha facolt di astenersi.

Il giudice dovr astenersi anche laddove egli stesso o il suo coniuge ha causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito con una delle parti o con alcuno dei suoi difensori. Entrambi i casi fanno rilevare un conflitto tra il giudice ed una delle parti o dei difensori tale per cui il primo potrebbe perdere la propria serenit di giudizio ed imparzialit. Il rapporto debito credito potrebbe indurre nel giudice un interesse alla vittoria o alla sconfitta della propria controparte negoziale. Esso rappresenta lunico rapporto giuridico rilevante ai fini dellastensione anche nella sua fase fisiologica, infatti per tutti gli altri istituti giuridici il dovere di astenersi si deve espletare solo laddove tali rapporti siano degenerati in controversie giudiziali. Per grave inimicizia si intende una posizione tale da far credere che il giudice possa essere un probabile alleato dellaltra parte; inoltre le situazioni che hanno determinato tale inimicizia grave debbono essere estranee al processo e devono avere scaturito da parte del giudice rancore o avversione tali da alterare limparzialit e la serenit del giudizio. Per causa pendente si intende una controversia civile, penale o amministrativa instaurata tra il giudice ed una delle parti o dei difensori. Riferendoci con pi attenzione a quelle civili, sia quelle instaurate dinanzi al giudice italiano che straniero, o dinanzi ad arbitri, condizione necessaria che possano considerarsi pendenti secondo i dettami del sistema processuale applicabile ed il dovere di astensione persiste sino al passaggio in giudicato della relativa sentenza o alla inimpugnabilit del lodo o sino al passaggio in giudicato della sentenza che ne conclude limpugnazione.
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Per rapporti debito credito, precisando che opereremo uninterpretazione restrittiva, concernono i rapporti obbligatori litigiosi o di obbligazioni di ammontare rilevante. Lultima ipotesi di astensione obbligatoria quella in cui esista un rapporto che intercorre tra il giudice e gli altri soggetti del processo, pensiamo ai casi in cui egli sia:

tutore, curatore, amministratore di sostegno, procuratore, agente o datore di lavoro di una delle parti;

amministratore o gerente di un ente di associazione anche non riconosciuta, di un comitato, di una societ o stabilimento che ha interesse nella causa. Il solo giudice di pace obbligato ad astenersi anche laddove abbia, o abbia avuto, rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione con una delle parti, motivo di astensione, motivo altres esteso ai giudici tributari. Il giudice dovr astenersi anche nel caso in cui egli fosse imprenditore o per i servizi domestici della sua famiglia, fosse datore di lavoro di una delle parti. Per agente intende tutte le ipotesi in cui sia il giudice a svolgere un lavoro per una delle parti, vuoi a titolo dipendente vuoi come consulente. Poi viene presa in considerazione in cui il giudice abbia la qualit di amministratore o gestore di una societ o di un ente che abbiano interesse nella causa, in questa ipotesi non necessario che la societ o lente siano parti del processo, ma baster che in quella causa vi abbiano interesse (infatti si ha la convinzione che in questa ipotesi il giudice percepisca gli interessi dellente amministrato o gestito come propri). Il comma 4 dellart 51 cpc prevede infine lipotesi in cui lastensione del giudice resa necessaria dal particolare rapporto in cui si trova con loggetto della causa, e cio: lavervi dato consiglio; prestato patrocinio; lavervi deposto come testimone; laverne conosciuto come magistrato in altro grado (e NON in altra fase dello stesso grado) del processo; o come arbitro; o lavervi prestato assistenza come consulente tecnico. In qualunque dei casi il codice di rito lascia una cd clausola aperta stabilendo genericamente che il giudice dovr astenersi qualora esistessero gravi ragioni di
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convenienza, dunque in questi casi un ruolo dominante lo riveste la discrezionalit del giudice e quindi inquadrabile come insindacabile, infatti laddove, a seguito di una sua valutazione, dovesse riscontrare tali gravi ragioni di convenienza, non sussister la facolt, bens lobbligo di astenersi (chiedendone preventivamente lautorizzazione). Da un punto di vista procedurale il giudice che ritenga di non poter essere imparziale, o di non essere ritenuto tale dalle parti, nellipotesi di astensione facoltativa dovr ottenere lautorizzazione del capo ufficio giudiziario o nellipotesi in cui sia lo stesso giudice a volersi astenere avr bisogno dellautorizzazione del capo ufficio superiore, un autorizzazione che assume connotati di elemento essenziale affinch venga meno il potere ed il dovere del giudice di giudicare. Il giudice (di pace, tribunale, in composizione monocratica o un qualunque dei componenti del collegio) che al momento della nomina sollevi lesistenza di una causa di astensione, debba farne per iscritto espressa dichiarazione (nelle ipotesi di astensione obbligatoria lo far con istanza) per il caso di astensione facoltativa al presidente del tribunale. Laddove, invece, il motivo di astensione venga riscontrato nel corso del processo il giudice deve darne comunicazione immediatamente al capo dellufficio giudiziario, formulando contestualmente la dichiarazione o la richiesta di autorizzazione. Dunque a questo punto il capo dellufficio giudiziario designa un altro giudice, mediante un provvedimento che implicitamente riconosce i motivi dellesistenza dellastensione obbligatoria o di autorizzazione allastensione obbligatoria. LA RICUSAZIONE DEL GIUDICE. Come gi detto il giudice, per legge ed in ottemperanza dei principio Costituzionali, chiamato ad essere terzo ed imparziale rispetto alle parti ed alla cosa da decidere, deve astenersi nel decidere ma qualora non lo facesse dato alle parti uno strumento procedurale per far in modo che il giudice che sia o appaia imparziale venga sostituito con altro giudice, tale strumento si chiama Ricusazione. Essa pu essere chiesta solo nelle ipotesi previste dal comma 1 dellart 51 cpc. Per ricusare un giudice necessario instaurare un apposito procedimento incidentale rispetto al processo di merito e con un modus procedendi disciplinato dal codice di procedura. Liniziativa rimessa solo alle parti, ciascuna delle quali pu farlo in ogni stato e grado del processo, fintantoch non si astiene volontariamente il giudice, pu proporre listanza con
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ricorso al presidente del tribunale se ricusato un giudice di pace, o al collegio se ricusato uno dei componenti del tribunale o della corte dappello. Questo ricorso deve contenere diversi elementi: indicazione degli motivi specifici (tra quelli individuati dallart 51.1 cpc) per cui si chiede la ricusazione del giudice;

i mezzi di prova che per questo vengono offerti a tal fine. Per essi si fa riferimento a quanto indicato dal codice civile, dunque facendo rientrare come strumenti probatori: dichiarazioni rese dal giudice ricusato; le presunzioni, soprattutto se bisogna dimostrare linimicizia nei confronti di una delle parti o del difensore; le prove documentali o testimoniali, le quali debbono passare al vaglio dellammissibilit e della rilevanza.

Il giudice ricusato non rivestendo la qualit di parte nel procedimento che lo vede ricusato, gli riconosciuta linammissibilit del giuramento e dellinterrogatorio. Tale richiesta deve essere depositata in cancelleria due giorni prima delludienza se al ricusante noto il nome del giudice oppure qualora non lo fosse, potr depositarlo prima dellinizio della trattazione o della discussione, a pena di inammissibilit (art 52 cpc). La ricusazione sospende il giudizio di merito in corso (a discrezione del presidente del collegio che se riterr opportuno dar disposizione affinch vengano compiuti gli atti urgenti, e se si tratta di giudice appositamente delegato, qualora dovesse compiere atti dopo il procedimento di ricusazione saranno affetti da nullit) e viene decisa, sentito il giudice ricusato ed assunte le prove offerte, con ordinanza non impugnabile che, qualora accogliesse il ricorso, designerebbe il giudice che dovr sostituire quello ricusato, diversamente respinge il ricorso o lo dichiara inammissibile, prevedendo altres le spese condannando la parte o il difensore ad una pena pecuniaria che, dopo lentrata in vigore della L. 69/2009 non pu essere superiore a 250 euro. Entro 6 mesi dalla comunicazione dellordinanza che pronuncia sullistanza di ricusazione, alle parti fatto onere di riassumere il processo di merito, pena la sua estinzione. Lordinanza espressamente qualificata come non impugnabile e non impugnabile o meno, si esclude la ricorribilit in cassazione ai sensi dellart 111 della costituzione, perch difetta del requisito della definitivit.

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IL PUBBLICO MINISTERO Il Pubblico Ministero, un organo dello Stato destinato ad operare accanto agli organi giurisdizionali nellinteresse pubblico rappresentato dallattuazione della legge. Il PM trova spazio anche nella costituzione, agli articoli: 104 cost.: questo articolo sancisce che la magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni altro potere; 107 cost.: sancisce che i magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversit di funzioni e che il PM gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme dellordinamento giudiziario. Lordinamento giudiziario allarticolo 73 stabilesce che il PM veglia alla osservanza delle leggi, alla pronta e regolare amministrazione della giustizia, alla tutela dei diritti dello Stato, delle persone giuridiche e degli incapaci. Sempre lord giudiz. Allart 75 attribuisce al PM il potere di azione e di intervento nel processo civile, nei casi stabiliti dalla legge. IMPIl PM non ha poteri decisori

La legge distingue tra due diverse figure di PM: agente ed interveniente. PM agente (o attore): lart. 69c.p.c. dispone che il pubblico ministero esercita lazione civile nei casi stabiliti dalla legge. Nel vasto gruppo di situazione in cui il PM deve agire, si distingue un gruppo in cui tale azione tende ad ottenere dal giudice un provvedimento favorevole ad una determinata persona (es. la nomina del curatore dello scomparso), ed un gruppo in cui essa si pone come il limite di ordine pubblico alla libera esplicazione della volont delle parti (es. opposizione al matrimonio). PM interveniente: ai sensi dellart. 70 c.p.c. (il 1 e 2 comma), lintervento del PM pu essere necessario o facoltativo. Il PM deve intervenire a pena di nullit (intervento necessario, art. 70, comma primo) rilevabile anche dufficio in una serie di ipotesi, che sono tassativamente elencate nel testo della norma: nelle cause che egli stesso potrebbe proporre; nelle cause matrimoniali comprese quelle di separazione personale dei coniugi;
nelle cause riguardanti lo stato e la capacit delle persone, e negli altri casi previsti dalla

legge5;
ha inoltre lobbligo di intervento in ogni causa davanti alla Corte di Cassazione (art. 70,

comma secondo).
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Un esempio di intervento obbligatorio previsto dalla legge, si ha nel procedimento della querela di falso.

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Infine, il PM ha la facolt di intervenire (intervento facoltativo), in ogni altra causa in cui ravvisa un pubblico interesse (art. 70, ult. Comma, cio 3); tale apprezzamento riverbera la discrezionalit operata dal PM ed dunque incensurabile. Affinch, il PM sia posto in condizione di poter intervenire, lart. 71 c.p.c. contempla lobbligo del giudice davanti al quale proposta una delle citate cause, di ordinare al cancelliere la comunicazione degli atti del processo al PM stesso. Resta ferma la valutazione del giudice per individuare la presenza dellinteresse pubblico che giustifica tale intervento. L'intervento pu essere utilmente compiuto fino al momento che precede il giudizio, ossia il momento nel quale le parti precisano le conclusioni. Il PM non mai titolare del diritto sostanziale coinvolto nel processo, con la conseguenza che egli potr rinunciare allazione esercitata nel processo, ma non potr porre in essere atti dispositivi del diritto sostanziale (esempio: la transazione, la rinuncia, ecc) escludendo, altres, che possa sollevare eccezioni sostanziali (come leccezione di prescrizione). Le funzioni del PM, sono rappresentate dagli interessi che egli tutela, e da questo punto di vista possiamo ben affermare che ci lo avvicina al giudice (pi che alla parte e meno ad un organo amministrativo).

I poteri del PM. (art. 72 c.p.c.) Qualora si tratti di PM agente o interveniente nelle cause che avrebbe potuto proporre (n. 1, comma primo, art. 70), al PM vengono riconosciuti gli stessi poteri che competono alle parti e li esercita nelle forme che la legge stabilisce per queste ultime (ci riconosciuto implicitamente dallart 2907 cc che sancisce il principio secondo il quale alla tutela giurisdizionale dei diritti provvede lautorit giudiziaria su domanda di parte e, quando la legge lo dispone, anche su istanza del PM o dufficio). Negli altri casi di intervento, tranne che nelle cause davanti alla Corte di Cassazione, il PM pu produrre documenti, dedurre prove, dare conclusioni nei limiti delle domande proposte dalle parti. Inoltre, pu proporre impugnazioni contro le sentenze relative a cause matrimoniali, salvo che per quelle di separazione personale. Infine, lart. 73 c.p.c. stabilisce che al PM si applica la norma relativa allastensione del giudice (art. 51 c.p.c.), ma non quella relativa alla ricusazione (art. 52 c.p.c.).
In conclusione, il sistema dei poteri processuali del PM si riassume in questo modo: Allorquando il PM titolare di azione (artt 60 e 70.1 n. 1 cpc) vanta tuttii poteri processuali compreso quello di impugnazione; Allorquando il PM ha solo il potere di intervento (art 70.1 nn 2,3 e 5; art 70.2 cpc) non ha gli80 stessi poteri delle parti, avendo un limite delliniziativa e nelle conclusioni delle parti e non vanta il potere di impugnazione.

LA PARTE Da premettere che il codice di rito non d una definizione di parte (e tanto meno di difensore), dunque in tale ambito sar importante lindividuazione delle parti e la condizione della parte nel processo. Per lindividuazione delle parti enucleiamo un primo elemento grazie allart 101 cpc il quale enuncia il principio del contraddittorio, dal quale evinciamo che chi intraprende un giudizio (e gi questo di per se costitutivo della qualit di parte) dovr individuare il suo contraddittore (questultimo sempre necessario); malgrado sembri paradossale ma quando non esiste necessario inventarlo (un esempio: un soggetto chiede di ottenere una sentenza che accerti lacquisto della propriet di un immobile per usucapione, proprio per effettuarne la trascrizione nei registri immobiliari con la finalit di permetterne la successiva alienazione e quindi la circolazione del bene: una sentenza di questa portata si pu ottenere solo simulando al contestazione di quellacquisto per usucapione da parte di un terzo e, dunque, divergendo verso di lui, contraddittore di comodo, la domanda che tende allaccertamento dellintervenuta usucapione). In sintesi, il problema non quello di individuare un contradditore purchessia, ma il legittimo contraddittore, quello che la dottrina delinea come giusta parte, cio il legittimato sostanziale passivo. La legitimatio ad causam, nel suo duplice aspetto di legittimazione ad agire e contraddire, definita come la mera titolarit affermata, da un lato attivo e da un lato passivo, del rapporto giuridico sostanziale dedotto in giudizio. Tale azione dovr essere esercitata nei confronti di soggetti capaci di contraddire e che non si trovino in condizioni di incapacit o inidoneit (interdetti, inabilitati, minori di et, falliti). Azione che deve, altres, permettere la possibilit che essa venga esercitata a mezzo di un rappresentante o di un sostituto della parte, e dovr anche permettere il diverso modo di partecipazione al commercio giuridico ed al processo degli enti collettivi, prevedendo anche le complicazioni che possono emergere durante il processo stesso, pensiamo che nei
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confronti di una delle parti in giudizio si determini un fenomeno successorio inter vivos o mortis causa. Le azioni di gruppo, la cd AZIONE DI CLASSE. Iniziamo subito con un esempio: Azioni a tutela dei diritti dei consumatori e risparmiatori e degli utenti. La legge 244/2007 entrata in vigore nel 2010 ha subito diverse modifiche che hanno riguardato aspetti importanti della normativa come le categoria dei soggetti legittimati allesercizio dellazione e la discussa ed alla eliminata retroattivit dellazione collettiva rispetto a situazioni precedenti. Analizziamo gli aspetti essenziali della legge 99/2009 che disciplina le azioni collettive risarcitorie proponibili a partire dal 01/01/2010, per gli illeciti commessi a partire dal 15/08/2009 data di entrata in vigore della legge. Analizziamo:
1. Ambito oggettivo: loggetto della tutela accordata triplice:

a) I diritto contrattuali di una pluralit di consumatori ed utenti che versano nei confronti di una stessa impresa in situazione identica; b) I diritti identici spettanti ai consumatori finali di un determinato prodotto nei confronti del relativo produttore, ma anche a prescindere da un diritto rapporto contrattuale; c) I diritti identici al ristoro del pregiudizio derivante agli stessi consumatori ed utenti da pratiche commerciali scorrette o da comportamenti anticoncorrenziali.
2. Ambito soggettivo: lindividuazione dei soggetti legittimati ad agire non lascia dubbi,

infatti il legislatore non ha riservato il privilegio o il monopolio dellazione a soggetti o enti associativi interessati, ma li estende, altres, a ciascun componente della classe. Pi farraginosa la questione che si estende a certi tipi di soggetti, ad esempio:

I soggetti che aderiscono allazione di classe: ladesione determina la possibilit di godere degli effetti dellaccoglimento della domanda (giacch il tribunale che emette il provvedimento di accoglimento, liquida le somme dovute o stabilisce il criterio di calcolo per effettuare tale liquidazione) anche a favore di coloro che hanno aderito allazione, per comporta rinuncia di ogni azione restitutoria o risarcitoria individuale fondata sullo stesso titolo; I soggetti che vi restano estranei: dunque per coloro che non vi aderiscono resta salva lazione individuale. Comunque importante da sottolineare:
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Non sono proponibili ulteriori azioni di classe per i medesimi fatti e nei confronti della stessa impresa, dopo la scadenza del termine per ladesione fissato dal giudice;

Le azioni proposte prima della scadenza di questo termine sono riunite alla prima azione intrapresa.

Gli effetti dellazione esercitata ed i benefici del provvedimento di accoglimento non si estendono allintera classe o categoria di consumatori o di utenti, ma sono limitati esclusivamente al gruppo che con lesercizio dellazione o con ladesione stato coinvolto nel procedimento
3. Svolgimento del procedimento: la domanda proposta con citazione al tribunale

ordinario e la competenza territoriale viene determinata con riferimento al capoluogo della regine in cui ha sede limpresa. Latto di citazione notificato anche al PM presso il tribunale adito, il quale avr il potere di intervento (facoltativo) limitatamente al giudizio di ammissibilit. Il procedimento si sviluppa in due fasi:
I. Fase di ammissibilit: si conclude con unordinanza emessa dal tribunale adito con la

quale pu dichiarare linammissibilit in diverse ipotesi: -

Quando manifestatamene infondata; Quando sussiste un conflitto di interessi, Quando non vi identit dei diritti individuali tutelabili; Quando il proponente non appare in grado di tutelare linteresse della classe.

Quando, invece, il tribunale ritenga la domanda ammissibile, fissa anche le modalit pubblicitarie idonee a provocare la tempestiva adesione degli appartenenti alla classe;
II. Fase di merito: si conclude con una sentenza che giudica sullan, accogliendo la

domanda sul quantum, liquidando le somme dovute a coloro che hanno aderito allazione o stabilendo il criterio omogeneo di calcolo per la liquidazione delle somme. La sentenza che definisce il giudizio fa stato anche nei confronti di coloro che hanno aderito.
4. Reclamo di ordinanza di ammissibilit e impugnazione delle sentenze: contro

lordinanza che decide sullammissibilit proponibile reclamo alla corte dappello nel termine perentorio di 30 giorni dalla comunicazione o notificazione. La sentenza diventa esecutiva decorsi 180 giorni dalla pubblicazione ed impugnabile innanzi la corte dappello.
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La condizione giuridica della parte al processo. Tra i problemi relativi alla parte di rilevanza quello che concerne la capacit della stessa o, per meglio dire, la sua partecipazione al giudizio quale soggetto abilitato ad esercitare poteri processuali ed a compiere atti processuali. Al tal proposito esaminiamo la Legitimatio ad processum (che non va assolutamente confuso con la legitimatio ad causam che concerne i problemi legati alla legittimazione ad agire ed a contraddire nel processo). Infatti legati alla legitimatio ad processum consideriamo i profili della presenza della parte e della sua partecipazione al giudizio, riconducibili agli istituti, previsti dallart 75 cpc:

Della capacit; Della rappresentanza; Dellassistenza e dellautorizzazione. Capacit processuale, cio capacit di essere parte, che compete a qualsiasi soggetto di diritto; Capacit di stare in giudizio, presuppone la capacit dagire; Jus postulandi, riservato al difensore, salvi particolari casi.

La dottrina opera una distinzione, rispetto alla condizione di parte, tra:

Dunque per parte si deve intendere il soggetto concreto del processo e le persone che non hanno il libero esercizio di diritti che vi si fanno valere, non possono stare in giudizio se non rappresentate, assistite o autorizzate. Sorge una legittima domanda, e cio che significato abbia dire che un minore o un interdetto hanno la capacit di esser parti, ma non la capacit di stare in giudizio quando, concretamente, se essi mancano della necessaria assistenza o rappresentanza, non possono essere affatto contraddittori legittimi in un processo, n come attori e n come convenuti, dunque, in sintesi, non possono essere parti cio titolari di situazioni giuridiche processuali. Dunque coloro che hanno il libero esercizio dei loro diritti sono capaci dagire in giudizio, hanno capacit di essere parti (soggetti concreti del processo) e cio di situazioni giuridiche processuali (possibilit preclusa allincapace, se privo di assistenza o rappresentaza), ma questo discorso NON da intendersi nel senso che possono compiere atti idonei ad essere inseriti nel processo. A raccordare tutte queste definizioni affermiamo che: la capacit del soggetto parte capacit dispositiva del diritto sostanziale, che rappresenta uno svolgimento della sua
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soggettivit giuridica: egli pu disporre dellazione, pu volerne lesercizio e questa sua volont manifesta concretamente impegnando il difensore nella proposizione della domanda. Questo suo atto di volont dellesercizio dellazione, determina la responsabilit per limputazione degli effetti che allesercizio dellazione conseguono. Malgrado questa affermazione, la parte non comunque considerata pienamente capace, non riconoscendogli la capacit di porre in essere atti del processo e quindi lo priva dello jus postulandi che invece riconosce al difensore. Alcun dubbio viene in considerazione che lazione appartiene sempre al soggetto-parte, infatti egli che ha il potere di disporne e di determinarsi in ordine allistanza del giudizio. Quindi da un lato del soggetto-parte latto di iniziativa che si concreta con il conferimento al difensore dellincarico esercitare lazione e di intraprendere il processo. Il soggetto-parte fisser, altres, i limiti dei poteri di esercizio dellazione, che vengono attribuiti al difensore e si riservano alla parte gli atti di disposizione del diritto in contesa o dello stesso processo (la rinuncia, ad esempio).

GLI ENTI COLLETTIVI Gli enti collettivi partecipano al processo come:


1. enti persona: (premessa, si ricordato che lesistenza del soggetto legata alla capacit

giuridica, che riveste un momento essenziale della soggettivit, ma non pu operarsi un discorso del genere per quanto concerne la capacit dagire, che di quella soggettivit rappresenta lo sviluppo, il momento dinamico. Infatti sullonda di questo discorso si possono palesare soggetti privi di capacit dagire esempio i minori, gli interdetti e cos via discorrendo, che, malgrado tale condizione, conservano la qualit di soggetti). Dunque la coincidenza tra capacit dagire e capacit giuridica considerata essenziale per le persone giuridiche. A questo punto ci si chiede come partecipano questi enti al processo. La soluzione data dalla predisposizione di organi. Con tale strumento si superato il problema del dualismo che vi era tra il soggetto titolare della fattispecie giuridica e soggetto titolare delle situazioni giuridiche che al realizzarsi di quella fattispecie concorrono. Dunque una persona giuridica che dovesse partecipare al processo, ricorrer allorgano e non al rappresentante, infatti lo strumento della
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rappresentanza legale si sostanzia nella tutela dei soggetti che sono incapaci dagire ma che conservano, comunque, lidoneit a divenire titolari di situazioni giuridiche. Cos il rappresentante legale che compie atti giuridici lo fa nellinteresse dellincapace, ma questi atti non vengono imputati allincapace, restano atti del rappresentante legale, allincapace vanno imputati solo gli effetti che dipendono dagli atti compiuti dal rappresentane legale (ciascuno di questi soggetti conserva la propria individualit). Di converso, lorgano e la persona giuridica, alla quale lorgano appartiene, non si presentano come due soggetti distinti, lorgano viene ad immedesimarsi nellente e lindividuo che assume questa qualit non pu rimanere estraneo allente, ma deve essere in questo incardinato. Con lattivit dei titolari degli organi si realizza la partecipazione diretta degli enti-persona alla vita giuridica e, dunque, al processo con conseguente coincidenza del soggetto che pone in essere latto con il soggetto che diventa titolare delleffetto giuridico. Lassenza di individualit autonoma del titolare dellorgano rilevante anche nel processo, pensiamo ad esempio alla morte, non determinano alcuna diminuzione della capacit dagire dellente e di conseguenza non provocano la sospensione del processo;
2. enti di fatto, sono enti sociali ai quali lordinamento giuridico statale non riconosce

personalit giuridica. Questo determina una scissione tra il soggetto che pone in essere latto con il soggetto titolare delleffetto giuridico. Ma da ci ne deriva, altres, la piena individualit del soggetto che agisce nellinteresse dellente di fatto e che sarebbe investito del munus (cio un onere gravoso) il quale non solo autore degli atti giuridici compiuti nellinteresse dellente, ma colui che realizza con il proprio intervento quella partecipazione (comunque mediata) alla vita giuridica di cui lente di fatto non capace (differenza con i soggetti persone fisiche e giuridiche). Il cd rappresentante dellente di fatto (associazioni non riconosciute come persone giuridiche e comitati) cui secondo gli accordi degli associati conferita la presidenza o la direzione, non solo si presenta come autonoma rispetto allente, ma anche strumento per esprimere verso lesterno quellazione di cui lente capace solo attraverso di lui (differenza degli organi degli enti-persona). In conclusione alle vicende della persona fisica investita di quel munus (esempio: morte o perdita della capacit di stare in giudizio) condizionata la possibilit di azione dellente con conseguente applicazione, esempio, delle disposizioni sullinterruzione del processo.
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Difetto di capacit della parte. rilevabile in ogni stato e grado del giudizio, anche dufficio; e pu essere eccepito per la prima volta anche in Cassazione. Tale difetto , comunque, sanabile in qualunque stato e grado del giudizio con effetto retroattivo. La sanatoria si realizza sempre con la costituzione nel successivo grado di giudizio del rappresentante legittimato. Dalla rappresentanza legale - in cui, per lincapacit dei rappresentati, o per altre cause, la legge che conferisce il potere rappresentativo al rappresentante - differisce la rappresentanza volontaria (art. 77 c.p.c.), in cui il potere rappresentativo conferito dal titolare del diritto (che cos diverr il rappresentato) attraverso un negozio (la procura). Infine, la legge ha preso in considerazione uneventualit contingente, ossia lipotesi che:

per una ragione qualsiasi, manchi la persona alla quale spetti la rappresentanza o lassistenza e, daltra parte, esistano ragioni di urgenza;

il conflitto di interessi tra rappresentante e rappresentato. Per questa eventualit, lart. 78, comma primo, prevede la nomina - su istanza dellinteressato, ancorch incapace, dei suoi prossimi congiunti o del p.m. (art. 79 c.p.c.) - di un curatore speciale allincapace, alla persona giuridica o allassociazione non riconosciuta, con i poteri di rappresentanza o di assistenza in via provvisoria, ossia finch subentri colui al quale spetta la rappresentanza o lassistenza. Queste disposizioni delineano una tutela speciale circoscritta al solo processo e rientra nella competenza dello stesso giudice innanzi al quale pende (lo si nota dalla legittimazione allistanza attribuita allart 79.2 cpc a qualunque altra parte in causa, che si traducono nel: PM, i prossimi congiunti dellincapace e , in caso di conflitto di interessi, al rappresentante, anche alla persona che deve essere rappresentata o assistita, sebbene incapace)6 o in ottemperanza dellart 80.1 cpc deve essere proposta la causa nellinteresse dellincapace. RAPPRESENTAZA PROCESSUALE. Partendo da quanto stabilisce lart 1387 cc, lautore dellatto e il soggetto al quale vengono imputati gli effetti di questo atto posto in essere dal primo, tale imputazione si determina

Nota il principio secondo cui il soggetto incapace conserva, comunque, una potest residuale di attivare il procedimento per reintegrare la sua capacit o per essere tutelato nellipotesi di conflitto di interessi con il suo rappresentante.

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perch lautore dellatto agisce in nome e per conto del rappresentato ed esercitano un potere che gli conferito dalla legge o per volont del rappresentato. Poich lart 81 cpc rubricato sostituzione processale stabilisce fuori dai casi espressamente previsti dalla legge (artt 108 cpc, 111 commi 1 e 2 cpc, 2900 cc) nessuno pu far valere nel processo in nome un diritto altrui. Dunque la lettura di questo precetto non lascia dubbi un soggetto agirebbe non in nome e per conto altrui (e cio con la spendita del nome) ed esercitando laltrui interesse (come agisce il rappresentante) ma piuttosto facendo valere nel processo in nome proprio, un diritto altrui. La condizione dellammissibilit della rappresentanza volontaria nel processo interdetta se non congiunta con la corrispondente rappresentanza volontaria. In sintesi: Dalla rappresentanza legale - in cui, per lincapacit dei rappresentati, o per altre cause, la legge che conferisce il potere rappresentativo al rappresentante - differisce la rappresentanza volontaria (art. 77 c.p.c.), in cui il potere rappresentativo conferito dal titolare del diritto (che cos diverr il rappresentato) attraverso un negozio (la procura). Il falsus procurator colui che agisce nel nome di un soggetto senza averne il potere, o per cessazione del suo ufficio o per difetto di procura. Secondo il regime della rappresentanza senza potere (disciplinato dallart 1398 cc) si deve riconoscere la possibilit per linteressato di ratificare anche nel processo loperato del falsus procurator giovandone direttamente del risultato utile. A tale facolt, assolutamente discrezionale, del falsamente rappresentato combacia lonere per lui di impugnare la sentenza che emesso nel giudizio intrapreso dal falus procurator, gli venga notificata personalmente ed anche se in difetto la sentenza passer in giudicato. SOSTITUZIONE PROCESSUALE. A unattenta analisi dellart 81 cpc lesame della disposizione far valere in nome proprio un diritto altrui dimostra che il soggetto che agisce non si limita alla spendita del proprio nome per far valere un diritto altrui. I casi pi frequenti in cui tale sostituzione processuale: impugnazione a norma dellart 117 cc da parte dei genitori, del PM, ltre che dei coniugi, del matrimonio contratto in violazione degli artt: art 84 cc: et art 86 cc: libert di stato
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art 87 cc: parentela, affinit, ecc art 88 cc: delitto.

Impugnazione da parte dei coniugi del secondo matrimonio dellaltro coniuge (ex art 124 cc);
Lazione surrogatoria (art 2900 cc).

Prendiamo lesempio del padre che impugna il matrimonio del figlio minorenne, egli non si limita a spendere il proprio nome esercitando il diritto del figlio, ma esercita un proprio diritto riconosciutogli dalla legge allart 117 cc. Dunque, in sintesi, il sostituto processuale non si limita ad agire nel proprio nome, ma esercita un proprio diritto che interferisce in un rapporto altrui. La successione nel processo e nel diritto controverso. Durante il processo pu accadere che la parte venga meno, sia: 1. per morte (se persona fisica) 2. per altra causa (es: soppressione autoritativa dellente al quale sia affidato di regolare i rapporti preesistenti o allo Stato) 3. per lestinzione dello della societ conseguente a fusione o ad incorporazione. Nella prima ipotesi pu accadere che il diritto controverso venga trasferito a titolo particolare (come nel caso di legato di specie nelle successioni testamentarie). A questa ipotesi di successione mortis causa (a titolo universale o a titolo particolare) affianchiamo il caso della successione inter vivos, seguendo lopinione comune, solo a titolo particolare (non gi a titolo universale). Dobbiamo, quindi, individuare quali conseguenze si determinano nel processo a seguito di questi eventi successori, nel dettaglio:
a. chi succede nel processo: bisogna distinguere: I. successione mortis causa (operando una doverosa distinzione tra successione a titolo

universale e a titolo particolare), laddove si paventasse unipotesi del genere, le conseguenze per il processo in corso sarebbero influenzate dal fatto che il bene della vita, coinvolto nella controversia, sarebbe oggetto di una disposizione a titolo particolare (cio di un legato) o rientrerebbe nelluniversum jus attribuito allerede. Il processo proseguirebbe sempre nei confronti del successore universale;

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II. successione inter vivos realizzandosi una situazione del genere (che secondo la

prevalente opinione pu essere solo a titolo particolare, dunque si trasferirebbe solo <<per atto volontario esempio: la compravendita del bene>> o <<per atto autoritativo esempio il caso della nazionalizzazione delle imprese elettriche>>) di determinati diritti controversi, il legislatore deve rispondere a determinati problemi che potrebbero sorgere in occasione della legittimit del trasferimento della res litigiosa, proprio perch questo trasferimento non pu e non deve pregiudicare la parte che ha esercitato il suo diritto nel processo e che tende a vederlo riconosciuto e tutelato dal giudice. Le due soluzioni potrebbero essere: la prima si concretizza mediante il divieto di alienazione del bene; la seconda tiene conto dellesigenza di non rendere impossibile, in pendenza del processo, la circolazione e quindi il trasferimento del bene. Dunque questo si realizza prevedendo la cd perpetuatio legitimationis del soggetto alienante e, in particolare, stabilendo la regola che, nellipotesi di successione a titolo particolare nel diritto controverso, il processo prosegue nei confronti delle parti originarie e cio dellattore e del convenuto.
b. In che cosa succede, quando il fenomeno successorio si determina nel corso del

processo. Se il soggetto titolare di quella posizione che gli viene riconosciuta come diritto, non incontra ostacoli nel soddisfare pacificamente linteresse che a quella posizione collegato, per una generale cooperazione dei consociati, colui che gli succede nella stessa posizione non solo avr jure successionis (e dunque la titolarit di quel diritto) ma si sostituir a lui nella stessa situazione che gli assicura in linea di fatto il soddisfacimento (attuale o potenziale) dellinteresse. Lordinamento gli riconoscer lo stesso trattamento e la stessa tutela attribuita al de cuius. Diverso sar il caso di rifiuto della cooperazione volontaria che essenziale al soddisfacimento dellinteresse. Ovviamente il soggetto lamenter la lesione del suo diritto e affronter il processo per laffermazione e la reintegrazione del suo diritto. Egli difender il suo diritto dimostrando la corrispondenza la posizione di interesse (di cui si dichiara titolare) e la previsione normativa, e denuncia il rifiuto di cooperazione di un altro consociato (che si tradotto nel mancato adempimento della prestazione dovuta o nellarbitraria invasione nella sua sfera di godimento). Dunque per farla breve per qualificare la posizione del successore non rilevante vedere se il diritto esiste o non esiste (perch unindagine del genere sarebbe poco corretta e superflua). Infatti la cd successione jure successionis nel
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processo non collegata o dipendente dallesistenza-inesistenza del diritto, ma si concreta in presenza del semplice acquisto da parte del soggetto della qualit di parte dal suo dante causa. Dunque se il successore vede respingere, in quel processo, le domande del dante causa, non significa che egli non succeduto al dante causa o che succeduto in un niente. Ma il successore succeduto in una situazione giuridica i cui sviluppi hanno condotto al rigetto della domanda, infatti il successore potr essere condannato al pagamento delle spese, e ad altri oneri derivanti dallaver intrapreso lazione.
c. Problematica della conseguenze sul processo dellavverarsi, nel piano dei rapporti

sostanziali, di un fenomeno successorio. Resta da stabilire, quanto la successione mortis causa connotata dal venir meno del soggetto che era parte originaria, come si realizza la sostituzione di questa parte con il suo successore universale, e quanto alla successione a titolo particolare (sia mortis causa che inter vivos) in cui il soggetto legittimato a proseguire il processo (erede o parte originaria) non coincide con il soggetto che ha acquistato la titolarit del diritto controverso (legatario o acquirente), quali siano gli effetti del processo e le tutele relative a questultimo. I. Il primo problema concerne sia i fenomeni successori tra enti collettivi, sia quelli tra persone fisiche, entrambi caratterizzati dal venir meno della parte originaria e dal venir meno della parta originaria e dellintervento di un nuovo soggetto che deve costituirsi e difendersi nel processo, con la conseguente necessit di approntare la tutela della parte nel tempo necessario per realizzare tale sostituzione. Questa tutela si concreta con linterruzione del processo (art 299 ss cpc);
II. Il secondo problema risolto dal legislatore con lapprontamento di un regime di tutele

del successore a titolo particolare, adeguato alla condizione di soggetto che, malgrado restando assente dal processo, che viene proseguito dal successore universale o dalle parti originarie, subisce gli effetti della sentenza pronunciata nei confronti di questi ultimi, salve le norme sullacquisto in buona fede dei beni immobili e della trascrizione per gli immobili (art 111.4 cpc). Infatti riconosciuta al successore a titolo particolare la legittimazione ad intervenire o ad essere chiamato nel processo ed, in tal caso, se le altre parti lo consentono, lalienante o il successore universale pu essere estromesso (art 111.3 cpc). Si realizzi o meno questo intervento, spontaneo o provocato, nel processo in corso, la sentenza che lo conclude direttamente impugnabile anche da lui (art 111.4 cpc).
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IL PROCESSO CON PLURALITA DI PARTI


Si ha litisconsorzio quando nel processo vi una pluralit di parti, e cio quando vi sono pi attori (litisconsorzio attivo) o pi convenuti (litisconsorzio passivo). Il litisconsorzio ammesso per due ragioni: il principio delleconomia dei giudizi, e quello della non contraddittoriet dei giudicati. Rispetto al momento in cui si verifica la presenza di pi parti il litisconsorzio pu essere originario o successivo (c.d. intervento). Rispetto al rapporto che lega le parti tra loro, il litisconsorzio originario pu essere necessario o facoltativo. Il litisconsorzio necessario (art. 102 c.p.c.): esso si ha quando la decisione non pu essere pronunciata che nei confronti di pi parti, in tal caso queste devono agire o essere convenute nello stesso processo (es. la domanda di divisione deve proporsi nei confronti di tutti gli eredi, o di tutti i condomini). Nel caso in cui il giudizio viene promosso senza la presenza di tutti i litisconsorti - e cio da alcune parti o soltanto nei confronti di alcune di esse -, il giudice deve ordinare lintegrazione del contraddittorio in un termine perentorio da lui stabilito, decorso inutilmente, si avr come conseguenza, lestinzione del processo. Inoltre, qualora il giudice dovesse proseguire il giudizio nonostante la mancanza di un litisconsorte necessario, la sentenza pronunciata sar come inutiliter data, ossia non produrr effetti neanche nei confronti delle parti costituite. Il litisconsorzio facoltativo (art. 103 c.p.c.): questo si verifica quando per ragioni di convenienza pratica, due azioni vengono esercitate nello stesso processo; non si tratta per di una riunione imposta dalla legge. Questo pu essere proprio (pi persone possono agire o essere convenute nello stesso processo a condizione che fra le cause proposte esista connessione per loggetto o per il titolo); e pu essere improprio (quando la decisione dipende totalmente o parzialmente dalla soluzione di identiche questioni). Nel litisconsorzio facoltativo le azioni connesse, sebbene proposte nello stesso processo, rimangono distinte e possono essere decise in modo differente: a norma dellart. 103, comma secondo, c.p.c., il giudice pu disporre, nel corso dellistruzione o nella decisione, la separazione delle cause,
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se vi istanza di tutte le parti, o quando la continuazione della loro riunione ritarderebbe o renderebbe pi gravoso il processo, e pu rimettere al giudice inferiore le cause di sua competenza. Lintervento (litisconsorzio successivo) Lintervento si verifica quando in un processo gi iniziato subentra un soggetto estraneo, diverso dalle parti originarie. Con lintervento, il terzo, acquista la qualit di parte, e determina spesso un ampliamento delloggetto processuale. La ragione pratica di tale istituto data dal fatto che la posizione del terzo potrebbe subire delle conseguenze indirette dalla sentenza altrui. La legittimazione allintervento si fonda su una connessione oggettiva tra lazione in corso e quella che il terzo vuole proporre, ovvero che si vuole esercitare contro di lui. Lintervento pu essere di tre tipi: volontario, coatto su istanza di parte e coatto per ordine del giudice (cd jussu judici). Lintervento volontario (art. 105 c.p.c.): lintervento dovuto alliniziativa spontanea del terzo, che, potendo in qualche modo risentire delle conseguenze derivanti da un processo di cui non parte, ha interesse allo svolgimento e allesito del processo stesso. Si tenga comunque presente che il terzo potrebbe attendere la fine del processo e proporre lopposizione di terzo (ex art. 404 c.p.c.) contro la sentenza. Tale intervento a sua volta pu essere: 1) principale, quando linterveniente afferma un diritto proprio in contrasto sia con lattore che con il convenuto (es. Tizio rivendica una cosa nei confronti di Caio, Sempronio interviene sostenendo che quel bene il suo); 2) adesivo autonomo o litisconsortile, quando linterveniente, pur facendo valere un diritto autonomo, assume una posizione uguale a quella di una delle parti; la sua difesa, pur coincidendo con quella di una delle parti, comunque rimane sempre distinta da essa. Proprio per tale motivo linterventore adesivo autonomo pu proporre domande nuove o impugnare autonomamente la sentenza; 3) adesivo dipendente (ad adiuvandum), anche qui il terzo sostiene le ragioni di una delle parti, ma non potrebbe agire da solo, non vantando nessun diritto, ma avendo solo un interesse nella causa (es. il sub-conduttore che interviene nella causa pendente tra il locatore ed il conduttore altro condebitore.). Per tale situazione di dipendenza processuale,
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linterventore non pu proporre impugnazione autonoma se la parte adiuvata vi abbia rinunciato. Lintervento coatto su istanza di parte (art. 106 c.p.c.): tale tipo di intervento pu essere di due tipi: 1) intervento coatto su istanza di parte in senso proprio, il quale si verifica quando una delle parti ritenga la sua causa comune ad una terzo. Siamo davanti ad unipotesi di connessione oggettiva per oggetto o titolo. Si tratta di chiamare in causa i terzi che avrebbero potuto spiegare intervento principale o adesivo autonomo; 2) chiamata in garanzia, che ricorre quando il convenuto chiama in causa il proprio garante per essere coadiuvato nella difesa e, in caso di soccombenza, per esercitare nei suoi confronti lazione di regresso. Lintervento coatto per ordine del giudice (cd jussu judici) (art. 107 c.p.c.): il giudice pu disporre lintervento quando ritiene che il processo si debba svolgere nei confronti di un terzo al quale la causa sia comune. Lordine di intervento non diretto al terzo, ma alla parte che deve provvedere alla chiamata, mediante citazione. Se la parte non ottempera la causa viene cancellata dal ruolo. Il giudice pu ordinare lintervento per economia dei giudizi, per garantire unit e uniformit di decisione sui rapporti connessi, oppure per tener conto dellinteresse del terzo e tutelare le sue ragioni.

IL DIFENSORE Le parti possono stare in giudizio soltanto con lassistenza di un difensore legalmente esercente, al di fuori di ipotesi tassative, in cui possono agire personalmente: davanti al giudice di pace, nelle cause il cui valore non ecceda euro 516,46 (art. 82, comma primo); il giudice di pace, tenuto conto della natura e dellentit della causa, su istanza di parte, pu autorizzare la stessa a stare in giudizio di persona (art. 82, comma secondo);

quando la parte ha la qualit necessaria per esercitare lufficio di difensore (art. 86).

Davanti alla Corte di Cassazione le parti devono farsi assistere da avvocati iscritti nellapposito albo. Quando le parti stanno in giudizio con il ministero di un avvocato, questi deve essere munito di procura generale (ad lites) o speciale (ad litem). La procura speciale
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si presume conferita soltanto per un determinato grado del processo, quando nellatto non espressa volont diversa. La procura si conferisce mediante: atto pubblico scrittura privata autenticata
con una dichiarazione apposta in calce o a margine dellatto con cui la parte intraprende

il processo (ricorso, citazione, ecc) dellatto con il quale si inserisce in un processo gi iniziato da altri (comparsa di risposta o di intervento, controricorso, domanda di intervento nellesecuzione).
La legge 69/2009, novellando lart 83.3 cpc, ha ammesso espressamente la possibilit

che la procura speciale ad litem, venga apposta in calce o a margine della memoria di costituzione del nuovo difensore, in aggiunta o in sostituzione, del difensore originariamente designato. In base a quanto stabilisce suddetto articolo del codice di rito, lautografia della sottoscrizione deve essere certificata dal difensore. La certificazione non va confusa con lautenticazione della sottoscrizione della parte in calce alla procura, perch in questo caso tale sottoscrizione <<deve avvenire dinanzi ad un pubblico ufficiale il quale, attesta, appunto, che essa stata apposta in sua presenza (art 2703 cc)>>. Mentre nel caso della certificazione operata dal difensore (presupposto che esso sia certo della provenienza dellatto e della sua sottoscrizione da parte del cliente) non impone in ogni caso che la stessa sia stata apposta in sua presenza. La procura pu essere sempre revocata dalla parte, o il difensore pu rinunciarvi. Il difensore pu compiere e ricevere, nellinteresse della parte, tutti gli atti che la legge non riservi espressamente (art 83 cpc). Doveri e responsabilit delle parti e di loro difensori: la condanna alle spese processuali Sia le parti che i loro difensori hanno il dovere di comportarsi in giudizio con lealt e probit (onest e integrit morale). Il difensore che non dovesse ottemperare a tali prescrizioni, metterebbe il giudice nelle condizioni di riferire ci al Consiglio dellordine degli Avvocati (sia il consiglio dellordine che ha la custodia dellalbo in cui il professionista iscritto, sia il consiglio dellordine nella giurisdizione del quale avvenuto il fatto per cui si deve procedere, poich la competenza a procedere di entrambi).

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Secondo il dovere di continenza, la parte ed il difensore, non devono utilizzare frasi sconvenienti od offensive, sia negli atti presentati sia nei discorsi pronunciati in giudizio. Se violano tali prescrizioni, si pu dar vita a due sanzioni previste dal codice di rito: Emanazione, in ogni stato dellistruzione, di unordinanza di cancellazione delle espressioni sconvenienti ed offensive; Assegnazione alla persona offesa di una somma a titolo di risarcimento del danno (anche non patrimoniale) nel caso specifico in cui le espressioni offensive non riguardino loggetto della causa (art 88 e 89 cpc). La condanna delle spese Circa le spese processuali vigono due principi fondamentali:
il principio dellanticipazione delle spese, in quanto ciascuna parte provvede ad

anticipare le spese del giudizio;


il principio dellonere della soccombenza, secondo cui le spese sono poste a carico,

appunto, della parte soccombente e a favore della parte vittoriosa (art. 91 c.p.c.). La regola della soccombenza pu talora essere, al contrario, resa pi rigorosa, fino ad assumere i caratteri propri di un autentico risarcimento dei danni. questa la fattispecie della c.d. responsabilit aggravata di cui all'art. 96 c.p.c. Tale fattispecie si configura quando viene accertato che la parte soccombente abbia agito (in caso di soccombenza dellattore) o resistito in giudizio (in caso di convenuto) con mala fede o colpa grave (comportamento che si suole qualificare come temerariet della lite). Resta fermo che la parte non abbiente potr chiede il patrocinio dello Stato. Concluso il processo, se le parti sono pi di una il giudice potr scegliere se condannare alle spese ed ai danni di ciascuna di esse, proporzionalmente al rispettivo interesse nella causa, oppure la condanna solidale di tutte o alcune di esse, allorquando hanno un interesse comune. In caso di condanna alle spese e ai danni, non viene statuito nella sentenza il criterio di ripartizione, si riterranno divise in quote uguali (art 97 cpc) e, laddove mancasse unespressa pronuncia, a carico di ogni parte pro quota, senza vincolo di solidariet. Il giudice, comunque, potrebbe non applicare alcuna ripartizione delle spese della parte vincitrice, ritenendola eccessiva e superflua e magari condannare il vincitore al rimborso delle spese non ripetibili che abbia causato allaltra parte per violazione del dovere di lealt e di probit.
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Lart 92 cpc stabilisce che il giudice potr operare una compensazione delle spese tra le parti (per intero o totale) ci avviene se vi soccombenza reciproca o concorrono altri giusti motivi, tali motivi debbono essere esplicitamente indicati nella motivazione.7 Nel 2009 con la L. 69 si ancora intervenuti allart 92.2 imponendo al giudice di indicare esplicitamente le altre gravi ed eccezionali ragioni che, alternativamente alla reciproca soccombenza, giustificano il provvedimento di compensazione totale o parziale delle spese di giudizio. Sempre con la L. 69/2009, che ha modificato il comma 1 dellart 91 cpc, presuppone che venga utilizzato nel corso del processo, uno strumento alternativo per la soluzione delle controversie, cio la Conciliazione che non solo facoltativo, ma dopo il 2005, altres eventuale, infatti non viene pi esperito dal giudice nella prima udienza ed condizionato alla richiesta congiunta di entrambe le parti. Allorquando si ricorra a tale strumento o venga formulata da una delle parti, il rifiuto dellaltra parte (senza giustificato motivo) determina che, in sede di regolamento delle spese di giudizio, il giudice condanni la parte, in misura non superiore rispetto allammontare della domanda richiesta dallaltra parte, al pagamento delle spese di giudizio maturate dopo la formulazione della proposta di conciliazione stessa. Tale condanna obbligatoria e non dipendente da una discrezionalit del giudice. La riparazione del danno pu essere soddisfatta, altres, con la pubblicazione della sentenza, infatti il giudice pu ordinarla a spese del soccombente, non solo per estratto su uno o pi giornali, ma sempre attraverso linserzione per estratto o mediante comunicazione, nelle forme specificatamente indicate dal giudice (in una o pi testate giornalistiche, radiofoniche o televisive o in siti internet da lui designati). La legge 69/2009 ha aggiunto il comma 3 allart 96 cpc il quale prevede la possibilit per il giudice che pronuncia sulle spese, di condannare la parte soccombente a pagamento, in favore della controparte, di una somma equitativamente determinata. Tale somma intesa come uno strumento finalizzato a scoraggiare, il pi possibile, le liti temerarie, poich permette la condanna della parte soccombente, anche dufficio, ed indipendentemente dalla prova dei danni subiti dalla controparte, prova che, viceversa, era ritenuta necessaria per la condanna al risarcimento dei danni. Questo potere del giudice, ritenuto meramente discrezionale.

Modificata, in tal senso, con una legge del 2005

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