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18 La tutela esecutiva

1 Il titolo esecutivo e le attività preliminari


all’esecuzione forzata (artt. 474-482 c.p.c.)

►!Mentre il processo di cognizione è finalizzato all’accertamento dei diritti,


l’esecuzione forzata è il procedimento attraverso il quale si attua il diritto
del creditore contro la volontà del debitore.
►!L’attuazione può essere effettuata in modo specifico e puntuale (esecuzio-
ne in forma specifica), ad esempio mediante la consegna di quel determi-
Generalità nato bene che il creditore ha diritto di ottenere, oppure, quando ciò non
sia possibile a causa di impedimenti materiali o giuridici (ad es., il bene è
andato distrutto), in modo generico, consentendo al creditore di ottenere
una prestazione equivalente a quella perduta (ad es., non quello specifico
bene ma un altro bene uguale, oppure una somma di denaro pari al valo-
re della prestazione non eseguita).

▻!l’esecuzione forzata per consegna di cose mobi-


li o rilascio di immobili, attraverso la quale il cre-
ditore della consegna o del rilascio può conse-
guire la disponibilità materiale di quella deter-
minata cosa mobile o immobile (art. 2930 c.c.);
►!Le forme dell’esecu- ▻!l’esecuzione forzata degli obblighi di fare o di
zione forzata in forma non fare attraverso la quale il creditore del fare
specifica sono: o del non fare può conseguire la medesima spe-
cifica prestazione di fare o la eliminazione di
Tipi di
quanto fatto in violazione dell’obbligo di non
esecuzione fare (artt. 2931 e 2933 c.c.);
▻!l’esecuzione specifica dell’obbligo di contrarre
ai sensi dell’art. 2932 c.c.

►!L’esecuzione forzata in forma generica o per espropriazione (avuto riguar-


do al modo con cui si attua la trasformazione dei beni del debitore in de-
naro) è il tipo di esecuzione più frequente, e si realizza espropriando i beni
del debitore per convertirli in denaro attraverso la loro vendita forzata.

►!I soggetti del procedimento esecutivo sono il debitore, il creditore e l’or-


gano esecutivo (ufficiale giudiziario) che opera sotto il controllo del giu-
dice.
I soggetti del ►!La domanda del creditore è rivolta direttamente all’organo esecutivo, il
procedimento quale provvede all’esecuzione attraverso determinate «operazioni» (pigno-
esecutivo ramento dei beni immobili, apprensione materiale dei beni mobili, etc.),
mentre l’attività del giudice si realizza, di solito, mediante provvedimenti
ordinatori quali l’ordinanza e il decreto e non, invece, con provvedimenti
decisori quali le sentenze (con le quali si concludono, invece, quelle pa-
rentesi di cognizione che sono le opposizioni nel processo esecutivo).
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►!Nel processo di cognizione la qualità di parte prescinde dalla titolarità del
rapporto e dal potere di proporre la domanda, poiché dipende soltanto dal
fatto in sé della proposizione di una domanda. Invece, in base al principio
nulla executio sine titulo, il processo esecutivo non può avere inizio senza un
titolo esecutivo (sentenza, decreto ingiuntivo, etc.), che accerta l’esistenza del
diritto da far valere in via esecutiva (art. 474 c.p.c.). Le parti del processo ese-
cutivo sono, quindi, il creditore e il debitore indicati nel titolo esecutivo.
►!L’uguaglianza delle parti è soltanto formale, poiché l’esecuzione si compie
per attuare il diritto dell’una contro l’altra.
►!Nel processo esecutivo il contraddittorio tra le parti non si atteggia in
I soggetti del modo analogo a quello che si instaura nel processo di cognizione, perché,
procedimento da un lato, le attività che si compiono nel processo esecutivo non sono di-
esecutivo rette all’accertamento in senso proprio di diritti, ma alla loro realizzazio-
ne pratica sulla base di un preesistente titolo esecutivo, e dall’altro, proprio
l’esistenza di un titolo esecutivo impedisce al debitore esecutato di conte-
stare l’azione esecutiva in via di eccezione, come avviene per il convenuto
nel giudizio di cognizione, ma gli consente soltanto di avvalersi del rime-
dio dell’opposizione; ne consegue che è inammissibile l’opposizione agli
atti esecutivi fondata sulla mera violazione del principio del contradditto-
rio, ove l’opponente non indichi sotto quale concreto profilo quella viola-
zione abbia pregiudicato il suo diritto di difesa (Cass. 22279/2010).
►!«Terzi» sono tutti i soggetti diversi dal debitore e dal creditore. In alcuni casi
espressamente previsti dalla legge l’esecuzione può avvenire nei confronti di
soggetti diversi da quelli che risultano dal titolo (cd. esecuzione ultra partes).

►!Il processo esecutivo tende all’esecuzione materiale del diritto sostanziale


e presuppone il già avvenuto accertamento di tale diritto.
►!L’accertamento del diritto fatto valere è l’unica condizione dell’azione ese-
cutiva e deve essere contenuto in un documento, affinché l’organo esecu-
tivo possa attivarsi.

►!Questo documento è il ti- ▻!è condizione necessaria perché non è con-


tolo esecutivo, ossia il do- cepibile l’esecuzione forzata senza il titolo
cumento che contiene l’ac- esecutivo (nulla executio sine titulo);
certamento di un diritto e ▻!è condizione sufficiente perché gli organi
che costituisce la condizio- dell’esecuzione forzata devono limitarsi a
ne necessaria e sufficiente eseguire il titolo esecutivo senza poter ac-
Il titolo esecutivo per procedere all’esecuzio- certare l’esistenza o meno del diritto in esso
ne forzata (MANDRIOLI): contenuto.

►!L’esecuzione forzata può essere fermata dal debitore o contestando il dirit-


to del creditore di procedere a esecuzione forzata (opposizione all’esecu-
zione, ex art. 615 c.p.c.) oppure contestando il titolo esecutivo (opposizio-
ne agli atti esecutivi, ex art. 617 c.p.c.). Con l’opposizione si instaura un
normale giudizio di cognizione che, pur potendo influire sull’esecuzione,
si inserisce in essa come una parentesi autonoma.
►!L’esecuzione forzata può avere luogo soltanto in virtù di un titolo esecuti-
vo per un diritto certo (accertato con ragionevole certezza), liquido (deter-
minato nel suo ammontare o agevolmente determinabile) ed esigibile (non
sottoposto a termine o condizione) (art. 474, co. 1, c.p.c.).

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1. le sentenze, i provvedimenti e gli altri atti ai
quali la legge attribuisce espressamente effi-
cacia esecutiva:
▻!per la tesi prevalente, soltanto la sentenza
di condanna può fondare l’esecuzione for-
zata, e non le sentenze di accertamento e le
sentenze costitutive (ad es., non è titolo ese-
cutivo la sentenza che si limita a dichiarare
lo scioglimento della comunione);
▻!le sentenze di condanna costituiscono tito-
lo esecutivo se sono passate in giudicato
(cioè, se sono diventate definitive) o se, pur
non avendo ancora acquisito tale efficacia,
sono dichiarate esecutive dalla legge o dal
giudice;
▻!sono esecutive per legge le sentenze di pri-
mo e di secondo grado (artt. 282 e 337
c.p.c.), salva la sospensione dell’esecuzione;
▻!i provvedimenti giudiziali diversi dalle sen-
tenze ai quali la legge attribuisce efficacia
esecutiva sono le ordinanze e i decreti che,
per particolari disposizioni di legge, deci-
dono, in via definitiva o provvisoria, que-
stioni che investono il diritto sostanziale, ad
Tipologie di titoli ►!Sono titoli esecutivi
es.: il decreto ingiuntivo divenuto incontro-
esecutivi (art. 474, co. 2, c.p.c.):
vertibile per mancata opposizione (art. 647
c.p.c.) o per rigetto dell’opposizione (art. 653
c.p.c.) o dichiarato provvisoriamente esecu-
tivo (art. 642; art. 648 c.p.c.) e l’ordinanza di
convalida di sfratto prevista dall’art. 663
c.p.c.;
▻!tra i provvedimenti non definitivi rientrano
l’ordinanza del Presidente del tribunale nel
giudizio di separazione dei coniugi (art. 708
c.p.c.), l’ordinanza di rilascio (art. 665 c.p.c.)
e le ordinanze anticipatorie di condanna di
cui agli artt. 186bis, ter e quater c.p.c.;
▻!tra gli «altri atti» ai quali si riferisce l’art. 474
vengono in rilievo, ad es., i verbali di con-
ciliazione.
2. le scritture private autenticate relativamente
alle obbligazioni di somme di denaro in essi
contenute, le cambiali nonché gli altri titoli di
credito e gli atti ai quali la legge attribuisce
espressamente la stessa efficacia;
3. gli atti ricevuti da un notaio o altro pubblico
ufficiale autorizzato dalla legge a riceverli. La
copia dell’atto notarile deve essere rilasciata
dallo stesso notaio che ha stipulato l’atto.
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►!L’art. 474, co. 3, c.p.c. precisa che all’esecuzione per consegna o rilascio si
Tipologie di titoli
può far luogo soltanto sulla base di provvedimenti giudiziari o di atti rice-
esecutivi
vuti da un notaio o altro pubblico ufficiale.

I provvedimenti cautelari non sono titoli esecutivi giudiziali, poiché l’art. 669duodecies
Osservazioni

c.p.c. prevede meccanismi particolari di esecuzione dei provvedimenti cautelari, rinvian-


do alle regole dell’espropriazione forzata, ovvero disponendo che sia lo stesso magistra-
to che ha emesso il provvedimento a indicare le modalità dell’attuazione.

►!L’art. 480 c.p.c. stabilisce che il precetto consiste nell’intimazione di adem-


piere l’obbligo risultante dal titolo esecutivo entro un termine non mi-
nore di dieci giorni, con l’avvertimento che, in mancanza, si procederà a
esecuzione forzata.
►!Lo scopo del precetto, quindi, è quello di preannunciare l’esecuzione for-
zata.
►!Il precetto deve contenere, a pena di nullità, l’indicazione delle parti, del-
la data di notifica del titolo esecutivo, se il creditore lo ha notificato pri-
ma e indipendentemente dall’atto di precetto e non contestualmente ad
esso.
►!Quando la legge lo richiede, occorre la trascrizione integrale del titolo, che
può essere sostituita dall’allegazione di una copia del titolo di cui l’ufficia-
le giudiziario certifica la conformità all’originale.
►!Il precetto deve altresì contenere l’avvertimento che il debitore può, con
Il precetto:
l’ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professioni-
nozione,
sta nominato dal giudice, porre rimedio alla situazione di sovraindebita-
contenuto,
mento concludendo con i creditori un accordo di composizione della cri-
inefficacia
si o proponendo agli stessi un piano del consumatore ex L. 3/2012.
►!Quando la legge dispone che di un atto esecutivo sia data pubblica noti-
zia, un avviso contenente tutti i dati, che possono interessare il pubblico,
deve essere inserito sul portale del Ministero della giustizia in un’area pub-
blica denominata «portale delle vendite pubbliche».
►!Infine, il precetto deve contenere la dichiarazione di residenza o l’elezione
di domicilio del creditore nel Comune in cui ha sede il giudice competen-
te per l’esecuzione. In mancanza, le opposizioni al precetto si propongo-
no davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato e le notificazioni
alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice.
►!Il precetto deve essere sottoscritto dal creditore procedente o dal suo di-
fensore, se nominato, e deve essere notificato alla parte personalmente.
►!Il precetto diventa inefficace se entro 90 giorni dalla sua notifica l’esecu-
zione non viene iniziata (art. 481 c.p.c.).

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▻!nell’espropriazione forzata mobiliare, con l’acces-
so dell’ufficiale giudiziario nei luoghi di cui all’art.
513 c.p.c.;
▻!nell’espropriazione forzata immobiliare, con la no-
tifica al debitore dell’atto di pignoramento (art.
555 c.p.c.);
▻!nell’espropriazione presso terzi, con la notifica
►!L’inizio dell’esecu- dell’atto di cui all’art. 543 c.p.c.;
zione forzata coin- ▻!nell’esecuzione per consegna di cosa mobile, con
Il precetto:
cide: l’accesso dell’ufficiale giudiziario;
nozione,
contenuto, ▻!nell’esecuzione per rilascio, con la notifica dell’avvi-
inefficacia so con cui l’ufficiale giudiziario comunica alla parte
che è tenuta a rilasciare l’immobile (art. 608 c.p.c.);
▻!nell’esecuzione in forma specifica di obblighi di
fare, con il deposito in cancelleria del ricorso per
la determinazione delle modalità di attuazione
(art. 612 c.p.c.).

►!Se contro il precetto è proposta opposizione all’esecuzione (art. 615, co. 1,


c.p.c.) o agli atti esecutivi (art. 617, co. 1, c.p.c.), il termine resta sospeso
fino alla definizione del giudizio.

►!Nel processo esecutivo la domanda è l’atto con il quale, dopo la notifica


degli atti preparatori (titolo esecutivo e precetto), il creditore si rivolge
all’organo esecutivo per chiedere il pignoramento, che costituisce l’atto
iniziale dell’espropriazione (art. 491 c.p.c.), oppure la consegna o il rila-
scio di cose mobili o immobili (art. 606 c.p.c.).
►!Ai sensi dell’art. 106 D.P.R. 1229/1959, l’ufficiale giudiziario ha competen-
za esclusiva nell’ambito del mandamento al quale è addetto.
Domanda e
competenza
►!Per quanto riguar- ▻!del luogo nel quale le cose si trovano, se si tratta
da l’Autorità giudi- di esecuzione su cose mobili o immobili;
ziaria, la compe- ▻!del luogo dove risiede il terzo debitore, nel caso di
tenza in materia di espropriazione di crediti;
esecuzione forzata ▻!del luogo dove l’obbligo deve essere adempiuto,
è esclusivamente nel caso di esecuzione degli obblighi di fare o non
del Tribunale: fare (art. 26 c.p.c.).

►!L’esecuzione forzata deve essere preceduta dalla notifica del titolo esecutivo
e del precetto (art. 479, co. 1, c.p.c.), atti preparatori del processo esecutivo.
►!La notifica del titolo esecutivo consiste nella consegna al debitore, nei
Notifica modi determinati dalla legge, da parte dell’ufficiale giudiziario e a segui-
del titolo to della richiesta del creditore, di una copia autentica del titolo esecutivo,
esecutivo e del ossia di una copia autentica di quell’unica copia in forma esecutiva che,
precetto agli effetti della notificazione, funzionerà da originale. Ciò riguarda però
solo i titoli per i quali è richiesta la spedizione in forma esecutiva, men-
tre negli altri casi (quando il titolo esecutivo è costituito da una scrittura
privata autenticata, da cambiale o altro titolo di credito) la notifica del ti-
tolo si riduce a una modalità della notificazione del precetto.
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►!La notifica del titolo esecutivo va fatta alla parte personalmente (art. 479,
co. 2, c.p.c.). La sentenza richiede una duplice notifica: al difensore, ai fini
del decorso del termine breve per impugnare (art. 326 c.p.c.), e alla parte
personalmente, ai fini della preparazione all’esecuzione.
Notifica
►!In caso di morte del debitore prima dell’inizio dell’esecuzione forzata, en-
del titolo
tro un anno dalla morte del debitore, la notifica può essere effettuata agli
esecutivo e del
eredi, collettivamente e impersonalmente nell’ultimo domicilio del defun-
precetto
to (art. 477, co. 2, c.p.c.).
►!Il precetto può essere redatto di seguito al titolo esecutivo ed essere noti-
ficato insieme a quest’ultimo, purché la notifica sia fatta alla parte perso-
nalmente.

►!L’art. 475 c.p.c. dispone che «le sentenze e gli altri provvedimenti dell’au-
torità giudiziaria e gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale,
per valere come titolo per l’esecuzione forzata, devono essere muniti del-
la formula esecutiva, salvo che la legge disponga altrimenti». L’apposizio-
ne della formula esecutiva è detta «spedizione in forma esecutiva».
►!La formula esecutiva da apporre sul titolo è la seguente: «Comandiamo a
tutti gli ufficiali giudiziari che ne siano richiesti e a chiunque spetti, di met-
tere a esecuzione il presente titolo, al pubblico ministero di darvi assistenza,
e a tutti gli ufficiali della forza pubblica di concorrervi quando ne siano le-
galmente richiesti» (art. 475, co. 3, c.p.c.).
►!La spedizione in forma esecutiva del titolo è un’attività del cancelliere, il
quale è tenuto all’apposizione della formula affinché il titolo possa valere
per l’esecuzione forzata.
Spedizione ►!La spedizione in forma esecutiva è necessaria soltanto quando il credito-
del titolo re è obbligato a servirsi di una copia dell’atto, cioè per i titoli il cui origi-
in forma nale deve restare presso il cancelliere o il notaio (sentenza, atto pubbli-
esecutiva co, etc.), mentre non è necessaria né possibile quando il titolo esecutivo è
una scrittura privata autenticata, una cambiale o un assegno, il cui origi-
nale è in possesso del creditore il quale, pertanto, potrà utilizzarlo per av-
viare la procedura esecutiva.
►!La spedizione può essere effettuata una sola volta, col rilascio cioè di una
sola copia in forma esecutiva (art. 476 c.p.c.). Infatti, la spedizione in for-
ma esecutiva non viene effettuata sull’originale dell’atto, che resta presso il
cancelliere (se è una sentenza o un altro provvedimento giudiziale) o pres-
so il notaio (se è un atto pubblico), ma su una copia dell’atto stesso. La
copia con la formula esecutiva documenta all’organo esecutivo l’esistenza
del diritto e lo obbliga a eseguirlo, qualora ne sia richiesto nelle forme di
legge.
►!La spedizione di altre copie in forma esecutiva può avvenire in presenza
di un giusto motivo (art. 476 c.p.c.).

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SCHEMA N. 50
ESPROPRIAZIONE FORZATA

pagamento nelle
mani dell’ufficiale
Vendita
giudiziario prima del
Notificazione del pignoramento Formazione Nomina
Distribuzione
titolo esecutivo (art. 494 comma 1) del fascicolo del giudice
della somma
e del precetto dell’esecuzione dell’esecuzione
ricavata
(art. 479) (art. 488) (art. 484)
Pignoramento Assegnazione

Cose assolutamente
impignorabili
(art. 514) L’assegnazione in via
Tra la notificazione del preventiva è ammessa
precetto ed il pignoramento Cose relativamente
solo per i titoli di credito
impignorabili
!"!La tutela esecutiva

deve intercorrere un termine: e le altre cose il cui valo-


— non inferiore a 10 gg. (art. 515)
re risulta dai listini di
— non superiore a 90 gg. Cose pignorabili borsa o di mercato
in particolari (art. 529 comma 2)
circostanze di tempo
(art. 516)

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2 L’espropriazione forzata in generale (artt. 483-
512 c.p.c.)

►!L’art. 2910 c.c. stabilisce che «il creditore, per conseguire quanto gli è dovuto, può
fare espropriare i beni del debitore secondo le regole stabilite dal codice di pro-
cedura civile».
►!L’espropriazione forzata è quel tipo di procedimento esecutivo che consi-
ste nel sottrarre coattivamente al debitore, con l’atto di pignoramento,
determinati beni appartenenti al patrimonio di quest’ultimo e nel tra-
Nozione sformarli in denaro con la vendita forzata, per destinarli al soddisfaci-
mento del creditore procedente (cioè, che ha assunto l’iniziativa) e degli
eventuali creditori intervenuti.
►!L’espropriazione colpisce preferibilmente il denaro del debitore e i beni più
facilmente trasformabili in denaro, come i titoli di credito e gli oggetti pre-
ziosi (art. 517, co. 2, c.p.c.), ma può colpire ogni bene idoneo a essere tra-
sformato in denaro (beni mobili, crediti, beni immobili).

▻!il giudice competente per l’esecuzione, ossia l’uf-


ficio giudiziario nel cui ambito si svolge l’esecu-
zione forzata, nel senso che a quell’ufficio sono at-
►!L’espropriazione forza- tribuiti i poteri relativi a quel procedimento ese-
ta è diretta da un giu- cutivo, in applicazione delle regole sulla compe-
dice (art. 484 c.p.c.), tenza;
inteso in un duplice si- ▻!il giudice dell’esecuzione, ovvero il giudice-per-
gnificato: sona fisica che appartiene a quel determinato
ufficio giudiziario e che si occupa di quel pro-
cedimento, come avviene per il giudice istrut-
tore nel processo di cognizione.

►!Al giudice dell’esecuzione si applicano le norme che riguardano l’immu-


Il giudice tabilità del giudice istruttore e i poteri direttivi e ordinatori del procedi-
dell’esecuzione mento attribuiti a quest’ultimo (art. 484, co. 3, c.p.c.).
►!I provvedimenti del giudice dell’esecuzione sono adottati con ordinanza
(art. 487 c.p.c.) e sono revocabili e modificabili, fino a quando non abbia-
no avuto esecuzione, soltanto per «ragioni di ordine oggettivo» (Cass. S.U.
262/2010): ad es., non è revocabile né modificabile l’ordinanza con la qua-
le è disposta la vendita all’incanto in sede di espropriazione immobiliare
per andare incontro ad esigenze manifestate da un singolo potenziale of-
ferente.
►!Contro le ordinanze del giudice dell’esecuzione non è proponibile il recla-
mo al collegio, salvo che per le ordinanze concernenti l’estinzione del pro-
cesso (art. 630 e art. 631 c.p.c.), né è proponibile il ricorso straordinario
per cassazione ex art. 111 Cost. La via normale per far valere eventuali il-
legittimità delle ordinanze del giudice dell’esecuzione è l’opposizione agli
atti esecutivi.

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►!Pubblicità degli atti esecutivi sul Portale del ministero della giustizia: Por-
tale delle vendite pubbliche
►!Pignoramento (è l’atto iniziale dell’espropriazione forzata: art. 491 c.p.c.)
►!Eventuale intervento dei creditori
►!Vendita forzata o assegnazione diretta dei beni pignorati
►!Distribuzione della somma ricavata
►!Pubblicità degli avvisi (art. 490 c.p.c.):
▻!quando la legge dispone che di un atto esecutivo sia data pubblica no-
Le tappe tizia, un avviso contenente tutti i dati, che possono interessare il pub-
blico, deve essere inserito sul portale del Ministero della giustizia in
un’area pubblica denominata «portale delle vendite pubbliche»
▻!in caso di espropriazione di beni mobili registrati per un valore superio-
re a 25.000 euro e di beni immobili, l’avviso deve essere inserito anche in
appositi siti internet;
▻!il giudice può disporre inoltre che l’avviso sia inserito sui quotidiani lo-
cali o nazionali o che sia divulgato con le forme della pubblicità com-
merciale.

►!Beni immobili (espropriazione immobiliare)


►!Denaro o altri beni mobili (espropriazione mobiliare presso il debitore)
►!Crediti del debitore o altre cose mobili appartenenti a questo ma non nel-
Oggetto la sua disponibilità (espropriazione presso terzi)
►!Sono pignorabili tutti i beni del debitore, salvo i casi di impignorabilità de-
rivanti dalla legge (ad es., i beni elencati dall’art. 514 c.p.c.) o dalla speci-
fica destinazione dei beni (ad es., i beni della P.A.).

►!Il creditore può valersi cumulativamente dei diversi mezzi di espropriazio-


ne forzata previsti dalla legge, ma, su opposizione del debitore, il giudice
Cumulo dei dell’esecuzione, con ordinanza non impugnabile, può limitare l’espropria-
mezzi di zione al mezzo che il creditore sceglie o, in mancanza, a quello che il giu-
espropriazione dice stesso determina.
►!Se è iniziata anche l’esecuzione immobiliare, l’ordinanza è pronunciata dal
giudice di quest’ultima (art. 483 c.p.c.).

►!Nei confronti del creditore pignorante e dei creditori che intervengono


Inefficacia delle
nell’esecuzione non hanno effetto gli atti di alienazione dei beni sottoposti a
alienazioni del
pignoramento, salvi gli effetti del possesso di buona fede per i mobili non
bene pignorato
iscritti in pubblici registri (art. 2913 c.c.).
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►!Gli atti di alienazione o dispo- ▻!in quanto riguardanti gli immobili,
sizione anteriori al pignora- sono stati trascritti anteriormente al pi-
mento dovrebbero prevalere gnoramento;
sul pignoramento e impedir- ▻!in quanto riguardanti i mobili, il pos-
ne l’efficacia, ma poiché occor- sesso sia stato trasmesso anteriormen-
re far salve le regole generali te al pignoramento;
Inefficacia delle che disciplinano i conflitti di ▻!in quanto riguardanti le cessioni di cre-
alienazioni del diritti contrastanti sui mede- dito, queste siano state notificate o ac-
bene pignorato simi beni, l’art. 2914 c.c. stabi- certate anteriormente al pignoramento;
lisce che gli atti di disposizio- ▻!in quanto riguardanti le universalità di
ne anteriori al pignoramento mobili, le alienazioni abbiano data cer-
prevalgono soltanto se: ta anteriore al pignoramento.

►!Se l’oggetto del pignoramento è un credito, il pagamento al creditore non


libera il debitore (art. 2917 c.c.).

►!Il pignoramento vincola il bene pignorato alla soddisfazione del diritto del
creditore procedente e dei creditori intervenuti. A seguito di tale interven-
to i creditori intervenuti concorrono, insieme col creditore procedente,
alla ripartizione del ricavato della vendita dei beni pignorati, in misura
proporzionale al credito di ciascuno.

▻!dei creditori che, nei confronti del de-


bitore, hanno un credito fondato su ti-
tolo esecutivo;
▻!dei creditori che, al momento del pi-
►!L’ art. 499, co. 1, c.p.c. consente gnoramento, avevano eseguito un se-
l’intervento: questro sui beni pignorati, avevano un
diritto di pegno o un diritto di prela-
zione risultante da pubblici registri o
erano titolari di un credito di somma
Intervento dei di denaro risultante dalle scritture con-
creditori tabili di cui all’art. 2214 c.c.

▻!l’indicazione del credito e della di ra-


gione di diritto sostanziale del credito
►!L’intervento si effettua me- stesso;
diante ricorso (art. 499, co. 2,
▻!la domanda di partecipazione alla di-
c.p.c.) da depositare prima
stribuzione della somma ricavata;
dell’udienza in cui è disposta
la vendita o l’assegnazione. Il ▻!la dichiarazione di residenza o l’elezio-
ricorso deve contenere: ne di domicilio nel Comune in cui ha
sede il giudice competente per l’esecu-
zione.

►!L’intervento è tempestivo se il ricorso è depositato prima che sia tenuta


l’udienza in cui è disposta la vendita o l’assegnazione, e ciò dà diritto a par-
tecipare al ricavato dell’espropriazione.

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►!L’intervento è tardivo se è successivo a tale udienza e dà diritto soltanto a
partecipare alla distribuzione della parte che avanza dopo aver soddisfat-
Intervento dei to il creditore pignorante, quelli privilegiati e quelli intervenuti in prece-
creditori denza, purché l’intervento avvenga prima del provvedimento di distribu-
zione nell’espropriazione mobiliare (art. 528) e prima dell’udienza di cui
all’art. 596 nell’espropriazione immobiliare (art. 565).

SCHEMA N. 51
L’ESPROPRIAZIONE FORZATA IN GENERALE

L’espropriazione forzata è un processo esecutivo diretto a sottrarre coattivamente al debito-


re determinati beni facenti parte del suo patrimonio e a convertirli in denaro mediante la ven-
dita forzata, al fine di soddisfare il creditore procedente

L’espropriazione è diretta dal giudice dell’esecuzione nominato dal presidente del tribunale
dopo la presentazione del fascicolo dell’esecuzione a cura del cancelliere entro due giorni
dalla sua formazione

L’espropriazione forzata inizia con il pignoramento compiuto dall’ufficiale giudiziario su istan-


za del creditore previa esibizione del titolo esecutivo e del precetto ritualmente notificati

Il debitore esecutato può evitare il pigno- Il debitore può chiedere la riduzione del pi-
ramento versando nelle mani dell’ufficiale gnoramento quando il valore dei beni pi-
giudiziario il suo credito insieme alle spese gnorati è superiore all’importo delle spese
relative all’esecuzione, oppure chiedere la e dei crediti
conversione del pignoramento

Il pignoramento perde efficacia quando dal suo compimento sono trascorsi 45 giorni senza
che sia stata chiesta l’assegnazione o la vendita

Dalla vendita si ricaverà la somma di denaro che provvederà alla liquidazione dei crediti dei
creditori tramite la ripartizione della somma ricavata

2.1 Struttura dell’atto di pignoramento


►!Il pignoramento consiste in un’ingiunzione che l’ufficiale giudiziario fa al
debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del
credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all’espropriazione
e i frutti di essi.
Ingiunzione al
►!Il pignoramento, quindi, è un atto dell’ufficiale giudiziario, il quale lo pone
debitore
in essere su istanza del creditore e dietro esibizione, da parte di quest’ul-
timo, del titolo esecutivo e del precetto debitamente notificati.
►!La mancanza dell’ingiunzione comporta la nullità del pignoramento (art.
156, co. 2, c.p.c.).
!

!"!La tutela esecutiva


9
31
▻!l’invito rivolto al debitore a effettuare, presso la
cancelleria del giudice dell’esecuzione, la di-
chiarazione di residenza o l’elezione di domi-
cilio in uno dei comuni del circondario in cui
ha sede il giudice competente per l’esecuzione,
con l’avvertimento che, in mancanza ovvero in
caso di irreperibilità presso la residenza dichia-
rata o il domicilio eletto, le successive notifiche
o comunicazioni a lui dirette saranno effettua-
te presso la cancelleria dello stesso giudice;
▻!l’avvertimento che il debitore può chiedere di
sostituire alle cose o ai crediti pignorati una
Invito e ►!Il pignoramento deve
somma di denaro, sempre che, a pena di inam-
avvertimento contenere:
missibilità, sia depositata in cancelleria, prima
che sia disposta la vendita o l’assegnazione, la
relativa istanza unitamente a una somma non
inferiore a 1/5 dell’importo del credito per cui
è stato eseguito il pignoramento e dei crediti
dei creditori intervenuti.
▻!l’avvertimento che l’opposizione è inammissi-
bile se è proposta dopo che è stata disposta la
vendita o l’assegnazione, salvo che sia fondata
su fatti sopravvenuti o che l’opponente dimo-
stri di non averla potuto proporre (art. 615, co.
2, c.p.c.).

►!Quando i beni assoggettati a pignoramento sono insufficienti per soddi-


sfare il creditore procedente o quando, pur essendo sufficienti, appaia ma-
nifesta la lunga durata della loro liquidazione, l’ufficiale giudiziario invita
il debitore a indicare ulteriori beni utilmente pignorabili, i luoghi in cui
si trovano ovvero le generalità dei terzi debitori, avvertendolo della san-
zione prevista per l’omessa o falsa dichiarazione.
►!Se sono indicate cose mobili, queste, dal momento della dichiarazione,
Indicazione di
sono considerate pignorate e l’ufficiale giudiziario provvede ad accedere
beni ulteriori
al luogo in cui si trovano oppure, quando tale luogo è compreso in altro
circondario, trasmette copia del verbale all’ufficiale giudiziario territorial-
mente competente.
►!Se sono indicati crediti o cose mobili in possesso di terzi, il pignoramen-
to si considera perfezionato nei confronti del debitore esecutato dal mo-
mento della dichiarazione e questi è costituito custode della somma o del-
la cosa.

►!Se sono indicati beni immobili, il creditore procede ai sensi degli artt. 555
ss. c.p.c.
Insufficienza ►!Qualora, a seguito dell’intervento di altri creditori, il compendio pigno-
sopravvenuta rato sia divenuto insufficiente, il creditore procedente può richiedere all’uf-
ficiale giudiziario che inviti il debitore a indicare ulteriori beni pignorabi-
li, come sopra.

32 Capitolo 18!"
0
►!Su istanza del creditore, il presidente del tribunale, verificato il diritto della par-
te istante di procedere a esecuzione forzata, autorizza la ricerca con modalità
telematiche dei beni da pignorare e, se vi è pericolo nel ritardo, la ricerca tele-
matica è autorizzata prima della notificazione del precetto. L’istanza non può
essere proposta prima che sia decorso il termine indicato nel precetto e, in ogni
caso, prima che siano decorsi dieci giorni dalla notificazione di esso.
►!Con l’autorizzazione il presidente del tribunale o un giudice da lui delega-
to dispone che l’ufficiale giudiziario acceda mediante collegamento tele-
matico diretto ai dati contenuti nelle banche-dati delle pubbliche ammi-
nistrazioni, in particolare nell’anagrafe tributaria e nelle banche-dati de-
gli enti previdenziali. Quando le strutture tecnologiche non funzionino il
creditore può ottenere le informazioni di cui ha bisogno, direttamente dai
gestori delle banche-dati (art. 155quinquies, disp. att. c.p.c.).
►!L’art. 155sexies disp. att. c.p.c. estende la ricerca telematica dei beni da pi-
Ricerca telematica gnorare anche all’esecuzione del sequestro conservativo e per la ricostru-
dei beni zione dell’attivo e del passivo nell’ambito delle procedure concorsuali, non-
(art. 492bis) ché dei procedimenti in materia di famiglia e gestione di patrimoni altrui.
►!Se la ricerca ha esito positivo e si tratta di beni che si trovano in luoghi ap-
partenenti al debitore, situati nell’ambito del territorio di competenza
dell’ufficiale giudiziario, egli procede secondo le modalità del pignoramen-
to di beni mobili ex artt. 517 ss. c.p.c.; se tali beni non si trovano nel ter-
ritorio di competenza dell’ufficiale giudiziario, questi ha quindici giorni
di tempo per rivolgere istanza di procedere con l’esecuzione all’ufficiale
giudiziario territorialmente competente.
►!In caso di inidoneità delle strutture tecnologiche necessarie per effettuare l’ac-
cesso diretto da parte dell’ufficiale giudiziario alle banche-dati, il creditore può
essere autorizzato a ottenere direttamente dai gestori delle banche-dati le in-
formazioni nelle stesse contenute poiché l’autorizzazione non prevede un ac-
cesso diretto alle banche-dati da parte del creditore, ma consente di richiede-
re e ottenere dai gestori delle stesse le informazioni relative al debitore, così
che le relative interrogazioni sono effettuate dai gestori medesimi.

►!Se il debitore è un imprenditore commerciale, l’ufficiale giudiziario invi-


ta il debitore a indicare il luogo ove sono tenute le scritture contabili e no-
Imprenditore
mina un commercialista, un avvocato o un notaio per il loro esame al fine
dell’individuazione di cose e crediti pignorabili.

▻!più creditori colpiscono il medesimo bene con


un unico pignoramento (concorso originario di
creditori). Il pignoramento è unico sul piano for-
male ma le azioni esecutive rimangono diverse;
►!L’art. 493 c.p.c. disci- ▻!un bene già pignorato da un creditore è suc-
plina due ipotesi: cessivamente pignorato da altri creditori (pi-
Pignoramenti
plurimi gnoramento successivo o concorso successivo di
creditori), oppure dal medesimo creditore pi-
gnorante per cautelarsi, ad es., in presenza di
un vizio del primo pignoramento.

►!Ogni pignoramento è indipendente, per cui resta insensibile alle vicende


degli altri.
!

!"!La tutela esecutiva


1
32
►!Il debitore può evitare il pignoramento versando, nelle mani dell’ufficiale
giudiziario, la somma per cui si procede e l’importo delle spese, con l’in-
Pagamento carico di consegnarli al creditore (art. 494 c.p.c.).
nelle mani
dell’ufficiale ►!Può altresì evitare il pignoramento di cose depositando, nelle mani dell’uf-
giudiziario ficiale giudiziario, in luogo di esse, come oggetto di pignoramento, una
somma di denaro pari all’importo del credito o dei crediti per cui si pro-
cede e delle spese aumentato di 2/10

►!Prima che sia disposta la vendita o l’assegnazione il debitore può chiedere


di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro (determi-
nata dal giudice dell’esecuzione) pari, oltre alle spese di esecuzione, all’im-
porto dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensi-
vo del capitale, degli interessi e delle spese. Con l’istanza deve essere depo-
Conversione sitata in cancelleria una somma non inferiore a 1/6 dell’importo dei crediti.
del pignoramento ►!Qualora le cose pignorate siano costituite da beni immobili o cose mobi-
(art. 495 c.p.c.) li il giudice può disporre, se ricorrono giustificati motivi, che il debitore
versi la somma con rateizzazioni mensili.
►!Se il debitore non versa l’importo determinato dal giudice o anche una
sola delle rate, le somme versate formano parte dei beni pignorati e il giu-
dice dell’esecuzione, su richiesta del creditore procedente o creditore in-
tervenuto munito di titolo esecutivo, dispone la vendita.

►!Su istanza del debitore o anche d’ufficio, quando il valore dei beni pigno-
Riduzione del rati è superiore all’importo delle spese e dei crediti di cui all’articolo pre-
pignoramento cedente, il giudice, sentiti il creditore pignorante e i creditori intervenuti,
può disporre la riduzione del pignoramento (art. 496 c.p.c.).

►!L’efficacia del pignoramento è assoggettata a un termine (acceleratorio) di


45 giorni: se entro tale termine non viene chiesta la vendita o l’assegna-
Inefficacia
zione delle cose pignorate, il pignoramento diventa inefficace (art. 497
c.p.c.).

2.2 L’espropriazione immobiliare (artt. 555-598 c.p.c.)


►!Il pignoramento immobiliare si esegue mediante notifica al debitore e suc-
cessiva trascrizione di un atto nel quale si indicano esattamente i beni e i
diritti immobiliari da sottoporre a esecuzione e gli si fa l’ingiunzione pre-
vista nell’art. 492 c.p.c.
►!È istituito, presso il Ministero della giustizia, il registro elettronico
dell’espropriazione forzata immobiliare. Il registro è accessibile dalla Ban-
Il pignoramento ca d’Italia e si compone di due sezioni: una ad accesso limitato e una ad
si perfeziona con accesso pubblico. Su richiesta del debitore, del creditore o di chiunque vi
la trascrizione abbia interesse o anche d’ufficio da parte del tribunale, è possibile limita-
re la pubblicazione di un intero documento o di una o più parti di esso
quando sia dimostrata l’esistenza di uno specifico e meritevole interesse
alla riservatezza. La richiesta sospende la pubblicazione del documento
(o delle parti interessate). In caso di pubblicazione già avvenuta, la richie-
sta ne sospende temporaneamente l’accesso da parte degli interessati (art.
3 D.L. 59/2016 conv. in L. 119/2016).

32 Capitolo 18!"
2
SCHEMA N. 59
MISURE DI COERCIZIONE INDIRETTA

Con il provvedimento di condanna all’adempimento di obblighi diversi dal pagamento di


somme di denaro il giudice, salvo che ciò sia manifestamente iniquo, fissa, su richiesta di par-
te, la somma di denaro dovuta dall’obbligato per ogni violazione o inosservanza successi-
va, ovvero per ogni ritardo nell’esecuzione del provvedimento

Il provvedimento di condanna costituisce titolo esecutivo per il pagamento delle somme do-
vute per ogni violazione o inosservanza

Il giudice determina l’ammontare della somma tenuto conto:


— del valore della controversia
— della natura della prestazione
— del danno quantificato o prevedibile
— di ogni altra circostanza utile

4 Le opposizioni esecutive (artt. 615-622 c.p.c.)

►!Le opposizioni che possono essere proposte nel corso del processo esecu-
tivo (opposizione all’esecuzione, agli atti esecutivi e opposizione di ter-
zo) costituisce una fase del processo esecutivo, autonoma dallo stesso poi-
ché dà vita a un giudizio distinto rispetto al processo esecutivo, ma fun-
Generalità
zionalmente coordinato con questo, poiché le opposizioni sono occasio-
nate da un processo esecutivo iniziato e mirano a cancellarlo (opposizio-
ne all’esecuzione) o a eliminare singoli atti della procedura (opposizione
agli atti esecutivi e opposizione del terzo).

►!L’opposizione può essere proposta dal soggetto passivo dell’esecuzione (è


questo il caso delle opposizioni del debitore e del terzo assoggettato all’ese-
Parti cuzione) o da un terzo (è questo il caso delle opposizioni di terzi).
►!Il debitore o il terzo assume la veste di opponente, mentre convenuto è il cre-
ditore.

La differenza fra opposizione all’esecuzione e opposizione agli atti esecutivi deve es-
sere individuata nel fatto che la prima investe l’an dell’azione esecutiva, cioè il diritto
Differenze

della parte istante di promuovere l’esecuzione, mentre la seconda attiene al quomodo


dell’azione stessa, ossia alla regolarità formale del titolo esecutivo o del precetto o dei
singoli atti di esecuzione senza riguardare il potere dell’istante di agire in executivis.
Pertanto, l’opposizione al precetto basata sulla mancata specificazione della somma
dovuta, senza alcuna contestazione del diritto della parte istante a procedere ad ese-
cuzione forzata per difetto originario o sopravvenuto del titolo e per altra ragione di
merito ostativa alla minacciata esecuzione, attiene alle modalità di redazione del pre-
cetto e, quindi, alla regolarità formale dell’atto, con la sua conseguente configurabili-
tà come opposizione agli atti esecutivi (Cass. 10296/2009).
!

!"!La tutela esecutiva


7
34
►!Quando si contesta il diritto della parte istante di procedere a esecuzio-
ne forzata e questa non è ancora iniziata, si può proporre opposizione al
precetto con citazione davanti al giudice competente per materia o valo-
re e per territorio.
►!Il giudice, concorrendo gravi motivi, sospende su istanza di parte l’effica-
cia esecutiva del titolo (art. 615, co. 1, c.p.c.) e se il diritto della parte istan-
te è contestato parzialmente, il giudice procede alla sospensione in rela-
zione alla parte contestata.
►!L’opposizione a precetto introduce un giudizio che vede come legittimato
attivo il soggetto contro cui l’esecuzione è minacciata e ha come oggetto la
contestazione del diritto della parte istante di procedere all’esecuzione for-
zata; tale giudizio è strutturato come un processo ordinario di cognizione
(Cass. 24047/2009), nel quale il potere del giudice dell’opposizione è limi-
tato all’accertamento della natura esecutiva del titolo posto a fondamento
dell’esecuzione stessa, mentre le eventuali ragioni di merito incidenti sulla
L’opposizione formazione del titolo devono essere fatte valere unicamente tramite l’im-
all’esecuzione pugnazione del titolo (sentenza, decreto ingiuntivo, etc.) (Cass. 24752/2008).
(artt. 615-616 ►!Invece, quando è iniziata l’esecuzione, l’opposizione si propone con ricor-
c.p.c.) so al giudice dell’esecuzione stessa, il quale fissa, con decreto, l’udienza di
comparizione delle parti e il termine perentorio per la notificazione del ri-
corso e del decreto (art. 615, co. 2, c.p.c.).
►!Per i procedimenti di esecuzione iniziati dal 3 luglio 2016, l’opposizione
all’esecuzione già iniziata è inammissibile se la parte la propone dopo che
è stata disposta la vendita dei beni immobili o mobili (ai sensi degli artt.
530, 552 e 569 c.p.c.), salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti oppure
che l’opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente
per causa a lui non imputabile (art. 615, co. 2, c.p.c.).
►!Dopo la notifica del ricorso in opposizione e del decreto di comparizione
delle parti, il giudice dell’esecuzione individua l’ufficio giudiziario compe-
tente a decidere il merito dell’opposizione e valuta l’eventuale domanda di
sospensione.
►!Il giudice può disporre la prosecuzione davanti a sé del procedimento di
opposizione, oppure la rimessione della causa al giudice ritenuto compe-
tente (art. 616 c.p.c.).

►!Le opposizioni relative alla regolarità formale del titolo esecutivo (ad es.,
mancata spedizione del titolo in forma esecutiva) e del precetto (ad es.,
mancata trascrizione del titolo esecutivo nel precetto intimato in base a
una cambiale) si propongono, prima che sia iniziata l’esecuzione, davan-
ti al giudice indicato nell’art. 480, co. 3, c.p.c., con atto di citazione da no-
L’opposizione tificarsi nel termine perentorio di 20 giorni dalla notificazione del titolo
agli atti esecutivi esecutivo o del precetto (art. 617, co. 1, c.p.c.).
(artt. 617-618 ►!Le opposizioni che sia stato impossibile proporre prima dell’inizio dell’ese-
c.p.c.) cuzione e quelle relative alla notificazione del titolo esecutivo e del precet-
to e ai singoli atti di esecuzione (ad es., l’ordinanza di conversione del pi-
gnoramento, l’ordinanza di aggiudicazione etc.) si propongono con ricor-
so al giudice dell’esecuzione nel termine perentorio di 20 giorni dal primo
atto di esecuzione, se riguardano il titolo esecutivo o il precetto, oppure dal
giorno in cui i singoli atti furono compiuti (art. 617, co. 2, c.p.c.).

34 Capitolo 18!"
8
►!Il rimedio dell’opposizione agli atti esecutivi è esperibile esclusivamente
nei confronti di atti riferibili al giudice dell’esecuzione, il quale è l’unico
titolare del potere di impulso e controllo del processo esecutivo; pertanto,
in caso di esecuzione delegata a un notaio, gli atti assunti dal professioni-
sta possono essere sottoposti al controllo del giudice dell’esecuzione ai sen-
L’opposizione si dell’art. 591ter c.p.c., ma non possono essere impugnati direttamente
agli atti esecutivi con l’opposizione agli atti esecutivi (Cass. 1335/2011).
(artt. 617-618
c.p.c.) ►!Il giudice dell’esecuzione fissa l’udienza di comparizione delle parti e il ter-
mine perentorio per la notifica del ricorso e del decreto, e adotta, nei casi
urgenti, i provvedimenti opportuni. All’udienza dà con ordinanza i prov-
vedimenti indilazionabili o sospende la procedura. In ogni caso fissa un
termine perentorio per l’introduzione del giudizio di merito. La causa è
decisa con sentenza non impugnabile (art. 618 c.p.c.).

►!In materia di lavoro, previdenza e assistenza le opposizioni all’esecuzione


Opposizioni e agli atti esecutivi sono disciplinate dalle norme previste per le contro-
in materia di versie individuali di lavoro, in quanto applicabili.
lavoro ►!Resta ferma la competenza del giudice dell’esecuzione nei casi previsti
(art. 618bis c.p.c.) dall’art. 615, co. 2, c.p.c. e dall’art. 617, co. 2, c.p.c., nei limiti dei provve-
dimenti assunti con ordinanza (art. 618bis c.p.c.).

►!L’art. 619 c.p.c. legittima il terzo a far valere la proprietà o altro diritto rea-
le sul bene pignorato senza esigere che tali situazioni siano state giudizial-
mente accertate, con la conseguenza che il terzo, ad es., può proporre op-
posizione affermando di aver acquistato la proprietà del bene, al momento
dell’opposizione, per effetto di usucapione (Cass. 27668/2009).
►!Invece, il terzo non può contestare la validità del titolo esecutivo posto a base
della procedura, essendo egli estraneo ai rapporti tra creditore procedente e
debitore esecutato, a meno che il titolo consista in una garanzia reale che at-
tribuisce al creditore un diritto di seguito sul bene, poiché il terzo acquiren-
te del bene vincolato ha un interesse concreto a contestarne la validità, anche
a prescindere dalla pendenza del procedimento esecutivo (Cass. 8397/2009).
►!Il terzo può proporre opposizione con ricorso al giudice dell’esecuzione
Opposizione di prima che sia disposta la vendita o l’assegnazione dei beni. Il giudice fis-
terzo sa con decreto l’udienza di comparizione delle parti davanti a sé e il ter-
(artt. 619-622 mine perentorio per la notificazione del ricorso e del decreto.
c.p.c.) ►!Se all’udienza le parti raggiungono un accordo, il giudice ne dà atto con ordi-
nanza, adottando ogni altra decisione idonea ad assicurare, se del caso, la pro-
secuzione del processo esecutivo ovvero ad estinguere il processo, statuendo
altresì in questo caso anche sulle spese; altrimenti il giudice provvede ai sensi
dell’art. 616 c.p.c. tenuto conto della competenza per valore (art. 619 c.p.c.).
►!Se, in seguito all’opposizione, il giudice non sospende la vendita, dei beni
mobili, o se l’opposizione è proposta dopo la vendita forzata (in partico-
lare, dopo l’adozione del decreto di trasferimento di cui all’art. 586 c.p.c.),
i diritti del terzo si fanno valere sulla somma ricavata (art. 620 c.p.c.).
►!Il terzo opponente non può provare con testimoni il suo diritto sui beni
mobili pignorati nella casa o nell’azienda del debitore ai sensi dell’art. 513
c.p.c., tranne che l’esistenza del diritto stesso sia resa verosimile dalla pro-
fessione o dal commercio esercitati dal terzo o dal debitore (art. 621 c.p.c.).
!

!"!La tutela esecutiva


9
34
SCHEMA N. 60
LE OPPOSIZIONI

OPPOSIZIONE ALL’ESECUZIONE

Quando si contesta il diritto della parte istante di procedere a esecuzione forzata e questa
non è ancora iniziata, si può proporre opposizione al precetto con citazione davanti al giudi-
ce competente secondo i criteri generali. Il giudice, concorrendo gravi motivi, sospende su
istanza di parte l’efficacia esecutiva del titolo; se vi è contestazione parziale del diritto
dell’istante, il giudice sospende l’efficacia del titolo in relazione alla parte contestata.

Quando è iniziata l’esecuzione, l’opposizione si propone con ricorso al giudice dell’esecuzione

OPPOSIZIONE AGLI ATTI ESECUTIVI

Le opposizioni relative alla regolarità formale del titolo esecutivo e del precetto si propongono:
• prima che sia iniziata l’esecuzione, con atto di citazione da notificarsi nel termine peren-
torio di venti giorni dalla notifica del titolo esecutivo o del precetto;
• dopo l’inizio dell’esecuzione, con ricorso al giudice dell’esecuzione nel termine perentorio
di 20 giorni dal primo atto di esecuzione, se riguardano il titolo esecutivo o il precetto, op-
pure dal giorno in cui i singoli atti furono compiuti.

OPPOSIZIONE DI TERZO

Il terzo che rivendica la proprietà o un altro diritto reale sui beni pignorati può proporre opposi-
zione con ricorso al giudice dell’esecuzione prima che sia disposta la vendita o l’assegnazione
dei beni

Il giudice fissa con decreto l’udienza di comparizione delle parti davanti a sé e il termine pe-
rentorio per la notificazione del ricorso e del decreto

Se all’udienza le parti raggiungono un accordo il giudice ne dà atto con ordinanza, adottan-


do ogni altra decisione idonea ad assicurare, se del caso, la prosecuzione del processo ese-
cutivo o ad estinguerlo

Se le parti non si accordano il giudice provvede ai sensi dell’art. 616 tenuto conto della com-
petenza per valore

La sentenza resa sull’opposizione di terzo all’esecuzione è soggetta al solo ricorso straordi-


nario per cassazione ai sensi dell’art. 111, co. 7, Cost.

35 Capitolo 18!"
0
5 La sospensione e l’estinzione del processo ese-
cutivo (artt. 623-632 c.p.c.)

►!Salvo che la sospensione sia disposta dalla legge o dal giudice davanti al
quale è impugnato il titolo esecutivo, l’esecuzione forzata può essere so-
spesa soltanto con provvedimento del giudice dell’esecuzione (art. 623
c.p.c.).
►!Se è proposta opposizione all’esecuzione a norma degli artt. 615 e 619
c.p.c., il giudice dell’esecuzione, concorrendo gravi motivi, sospende, su
istanza di parte, il processo con cauzione o senza.
►!Contro l’ordinanza che provvede sull’istanza di sospensione è ammesso
reclamo ai sensi dell’art. 669terdecies c.p.c.
►!Nei casi di sospensione del processo, se l’ordinanza non viene reclamata o
viene confermata in sede di reclamo, e il giudizio di merito non è stato in-
trodotto nel termine perentorio assegnato ai sensi dell’art. 616 c.p.c., il giu-
dice dell’esecuzione dichiara, anche d’ufficio, con ordinanza, l’estinzione
Sospensione del processo e ordina la cancellazione della trascrizione del pignoramen-
del processo to, provvedendo anche sulle spese. L’ordinanza è reclamabile ai sensi dell’art.
esecutivo (artt. 630, terzo comma, c.p.c.
623-628 c.p.c.) ►!Sull’istanza delle parti (art. 624bis c.p.c.) per la sospensione del processo
il giudice dell’esecuzione provvede con ordinanza, sentite le parti. Nei casi
urgenti, il giudice può disporre la sospensione con decreto, nel quale fis-
sa l’udienza di comparizione delle parti. Alla udienza provvede con ordi-
nanza (art. 625 c.p.c.).
►!Il giudice dell’esecuzione, su istanza di tutti i creditori muniti di titolo
esecutivo, può sospendere il processo fino a ventiquattro mesi. La so-
spensione è disposta per una sola volta. Nelle espropriazioni mobiliari
l’istanza per la sospensione può essere presentata non oltre la fissazione
della data di asporto dei beni ovvero fino a dieci giorni prima della data
della vendita se questa deve essere espletata nei luoghi in cui essi sono
custoditi e, comunque, prima della effettuazione della pubblicità com-
merciale ove disposta. Nelle espropriazioni presso terzi l’istanza di so-
spensione non può più essere proposta dopo la dichiarazione del terzo
(art. 624bis c.p.c.).

►!Quando il processo è sospeso nessun atto esecutivo può essere compiu-


Effetti della to, salvo diversa disposizione del giudice dell’esecuzione (art. 626 c.p.c.).
sospensione e
riassunzione ►!Il processo esecutivo deve essere riassunto con ricorso nel termine peren-
(artt. 626-627 torio fissato dal giudice dell’esecuzione e, in ogni caso, non più tardi di sei
c.p.c.) mesi dal passaggio in giudicato della sentenza di primo grado o dalla comu-
nicazione della sentenza di appello che rigetta l’opposizione (art. 627 c.p.c.).

▻!se, prima dell’aggiudicazione o dell’assegnazio-


Estinzione ne, il creditore pignorante e quelli intervenuti
del processo muniti di titolo esecutivo rinunciano agli atti.
►!Il processo esecutivo
esecutivo Dopo la vendita il processo si estingue se ri-
si estingue:
(artt. 629-632 nunciano agli atti tutti i creditori concorrenti.
c.p.c.) In quanto possibile, si applicano le disposizio-
ni dell’art. 306 c.p.c. (art. 629 c.p.c.);
!

!"!La tutela esecutiva


1
35
▻!quando le parti non lo proseguono o non lo ri-
assumono nel termine perentorio stabilito dal-
la legge o dal giudice. L’estinzione opera di di-
ritto ed è dichiarata, anche d’ufficio, con ordi-
nanza del giudice dell’esecuzione, non oltre la
prima udienza successiva al verificarsi della
stessa. L’ordinanza è comunicata a cura del can-
celliere, se è pronunciata fuori dall’udienza (art.
630 c.p.c.);
▻!in caso di mancata comparizione delle parti.
In particolare, se nel corso del processo esecu-
tivo nessuna delle parti si presenta all’udienza,
►!Il processo esecutivo
fatta eccezione per quella in cui ha luogo la ven-
si estingue:
dita, il giudice dell’esecuzione fissa una udien-
za successiva di cui il cancelliere dà comunica-
zione alle parti. Se nessuna delle parti si pre-
senta alla nuova udienza, il giudice dichiara
l’estinzione del processo esecutivo (art. 631
Estinzione c.p.c.).
del processo
▻!in caso di omessa pubblicità sul portale delle
esecutivo
vendite pubbliche. Infatti se la pubblicazione
(artt. 629-632
dell’atto esecutivo non sia effettuata, ai sensi
c.p.c.)
dell’art. 490, per causa imputabile al creditore,
il giudice dichiara l’estinzione dell’esecuzione e
si applica l’art. 630 (co. 2 e 3).

▻!è disposta sempre la cancellazione della tra-


scrizione del pignoramento;
►!Con l’ordinanza che ▻ !il giudice dell’esecuzione provvede alla liqui-
pronuncia l’estinzione: dazione delle spese sostenute dalle parti, se ri-
chiesto, e alla liquidazione dei compensi spet-
tanti all’eventuale professionista delegato ai sen-
si dell’art. 591bis c.p.c.

▻!l’estinzione che si verifica prima dell’aggiudi-


cazione o dell’assegnazione rende inefficaci gli
atti compiuti;
►!Effetti:
▻!se, invece, avviene dopo l’aggiudicazione o l’as-
segnazione, la somma ricavata è consegnata al
debitore (art. 632 c.p.c.).

L’art. 164bis disp. att. c.p.c., inserito dal D.L. 132/2014, prevede un’ulteriore ipotesi di
estinzione del processo esecutivo derivante dall’infruttuosità dell’espropriazione for-
Differenze

zata. In particolare, quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole
soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per
la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presu-
mibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo.

35 Capitolo 18!"
2
►!La consulenza tecnica preventiva ex art. 696 bis c.p.c. non è limitata alla
Poteri del c.t.u. sola determinazione del quantum debeatur, ma può estendersi anche all’an
debeatur (Trib. Milano 27-4-2009).

6 Il negozio di arbitrato libero (o irrituale)

▻!l’arbitrato rituale è lo strumento


che il legislatore considera «norma-
le» ed è ampiamente disciplinato
dalla legge processuale in quanto lo
Stato ritiene che in esso un privato
sia chiamato a fare ciò che altri-
menti avrebbe potuto e dovuto fare
un suo giudice;
►!L’arbitrato rituale e l’arbitrato libe-
ro sono due strumenti che i priva- ▻!l’arbitrato libero o irrituale, inve-
ti hanno a disposizione per far de- ce, è uno strumento del tutto resi-
cidere da altri privati una loro duale, operante solo se gli interes-
controversia, ma operano in ma- sati esplicitamente lo scelgono e che
niera del tutto diversa: il codice di rito riconosce quale fe-
Tipi di arbitrato nomeno squisitamente negoziale,
disciplinato dalle regole del codice
civile, salvo l’esplicita regola dettata
dall’art. 808ter c.p.c. L’arbitrato irri-
tuale è libero dalle previsioni della
legge processuale ed è dominato
praticamente in modo esclusivo
dalle disposizioni private.

►!Le attività affidate agli arbitri si svolgono in esecuzione di un rapporto


di mandato e hanno identica natura nell’arbitrato rituale e in quello ir-
rituale, pur essendo diverso il risultato finale, poiché solo il provvedi-
mento terminale dell’arbitrato irrituale ha natura di contratto (Trib. Ve-
nezia 10-4-2008).

►!L’art. 808ter c.p.c. stabilisce che le parti possono scegliere la via dell’arbi-
trato libero stipulando un accordo scritto.
►!La forma scritta è prevista, secondo alcuni, a pena di nullità (ad substan-
tiam), e per altri soltanto a fini probatori (ad probationem).
►!Gli arbitri sono nominati senza particolari formalità, a meno che le parti
Peculiarità
abbiano indicato le modalità di nomina.
►!Chiunque può essere nominato arbitro, purché sia estraneo al rapporto
controverso.
►!La decisione degli arbitri ha natura negoziale, che le parti si impegnano
anticipatamente ad accettare come vincolante.
!

!"!Strumenti alternativi alla giurisdizione


9
35
▻!invalidità della convenzione arbitrale e pronun-
cia esorbitante dai limiti della domanda;
▻!nomina degli arbitri al di fuori delle forme e
dei modi previsti dalla convenzione arbitrale;
▻!incapacità dell’arbitro a svolgere le proprie fun-
zioni sussistente al momento della pronuncia
del lodo;
▻!violazione delle regole procedimentali impo-
ste dalle parti come condizione di validità del
►!Il lodo contrattuale è lodo;
annullabile per i se- ▻!violazione del principio del contraddittorio.
guenti motivi, indica- Benché gli arbitri, salva diversa indicazione del-
Annullabilità ti dall’art. 808ter c.p.c.: le parti, non siano tenuti a osservare forme pro-
del lodo cessuali rigorose, incombe sugli stessi, per il ri-
spetto del principio del contraddittorio, l’ob-
bligo di far conoscere alle parti i risultati
dell’istruttoria, per cui è invalido il lodo pro-
nunciato sulla base di dichiarazioni testimo-
niali per le quali non sia stato redatto il verba-
le precludendo la possibilità per le parti di pren-
dere visione delle emergenze istruttorie (Trib.
Firenze 10-11-2008).

►!Pronunciata la nullità del lodo irrituale, l’art. 808ter c.p.c. non prevede
che il giudice debba anche emettere pronunce sul merito dei fatti oggetto
di controversia.

7 Trasferimento in sede arbitrale dei procedimen-


ti giudiziari
L’art. 1 D.L. 132/2014, conv. in L. 162/2014, prevede il trasferimento in sede arbitrale
delle cause civili pendenti davanti al tribunale o in grado d’appello.

►!Il giudizio deve pendere in tribunale o in grado d’appello alla data di en-
trata in vigore del D.L. 132/2014, e cioè al 13-9-2014.
►!La causa non deve avere ad oggetto diritti indisponibili né deve riguarda-
re la materia del lavoro, della previdenza e dell’assistenza sociale.
Condizioni
per il passaggio ►!La causa non deve essere stata assunta in decisione, ossia non devono es-
al procedimento sere stati concessi i termini previsti dall’art. 190 c.p.c. per il deposito del-
arbitrale: le comparse conclusionali e delle memorie di replica (nei giudizi che se-
guono il rito ordinario di cognizione) né il giudice deve essersi riservato
di pronunciare l’ordinanza che conclude le controversie soggette al rito
sommario di cognizione (art. 702bis c.p.c.).
►!L’istanza congiunta delle parti.

36 Capitolo 19!"
0
►!Sono individuati concordemente dalle parti o dal presidente del consiglio
dell’ordine degli avvocati.
►!Devono essere avvocati iscritti da almeno 5 anni nell’albo dell’ordine.
►!Non devono aver subito, negli ultimi cinque anni, condanne definitive che
Gli arbitri: comportino la sospensione dall’albo.
►!Devono aver reso una dichiarazione di disponibilità al consiglio dell’ordine.
►!Il giudizio si conclude con un lodo che produce gli stessi effetti della sen-
tenza, compresa l’efficacia di titolo esecutivo prevista dall’art. 474, co. 1, n.
1 c.p.c.

8 Negoziazione assistita da avvocati


Nel Cap. 14, §9, abbiamo visto la negoziazione assistita in ambito familiare. In questa
sede ci occuperemo, invece, della negoziazione assistita come strumento generale di
risoluzione amichevole delle controversie.

►!La convenzione di negoziazione assistita da uno o più avvocati è un accor-


do mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con
lealtà per risolvere in via amichevole una controversia tramite l’assistenza
di avvocati (art. 2, co. 1, D.L. 132/2014, conv. in L. 162/2014).

▻!il termine per lo svolgimento della procedu-


Convenzione ra, non inferiore a un mese e non superiore a
tre mesi, prorogabile di 30 giorni su accordo
►!La convenzione deve delle parti;
indicare:
▻!l’oggetto della controversia, che non deve ri-
guardare diritti indisponibili né la materia del
lavoro.

►!L’esperimento del pro-


cedimento di negozia- ▻!controversie in materia di risarcimento del
zione assistita è causa danno da circolazione di veicoli e natanti;
di improcedibilità del- ▻!giudizi in cui si chiede il pagamento a qualsia-
la domanda giudizia- si titolo di somme non eccedenti 50.000 euro.
le in due casi:
Condizione di
procedibilità ►!La condizione di pro- ▻!se l’invito a stipulare la convenzione di nego-
cedibilità della do- ziazione assistita non è seguito da adesione;
manda si considera
▻!se l’invito è seguito da rifiuto entro 30 giorni
avverata e le parti po-
dalla sua ricezione;
tranno rivolgersi di-
rettamente all’autorità ▻!se è decorso il tempo concordato dalle parti per
giudiziaria: lo svolgimento della procedura.

Accordo
►!L’accordo sottoscritto dalle parti e dagli avvocati costituisce titolo esecu-
in seguito alla
tivo e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale (art. 5, co. 1, D.L. 132/2014).
convenzione
!

!"!Strumenti alternativi alla giurisdizione


1
36
9 Risoluzione extragiudiziale delle controversie
dei consumatori
Il D.Lgs. 130/2015 ha sostituito l’art. 141, D.Lgs. 206/2005 (Codice del consumo) e ha in-
serito gli artt. 141bis-141decies.
Il nuovo art. 141, D.Lgs. 206/2005 disciplina la risoluzione, in via stragiudiziale, delle con-
troversie in materia di consumo, anche in via telematica, nei rapporti intercorrenti tra il
soggetto consumatore e il professionista, ribadendo le definizioni (consumatore, profes-
sionista, contratto di vendita, contratto di sevizi, controversia nazionale, controversia tran-
sfrontaliera etc.) già consolidate nei provvedimenti normativi di derivazione europea.
Gli artt. 141bis-decies disciplinano lo svolgimento della procedura stragiudiziale.

►!Procedure volontarie di composizione extragiudiziale per la risoluzione, an-


Ambito di che in via telematica, delle controversie nazionali e transfrontaliere, tra con-
operatività sumatori e professionisti residenti e stabiliti nell’Unione europea (art. 141,
co. 4, D.Lgs. 206/2005)

Il compito
dell’organismo
►!Proporre una soluzione e riunire le parti al fine di agevolare una soluzio-
ADR (alternative
ne amichevole.
dispute
resolution)

►!Le procedure gestite dagli organismi ADR:


▻!sono gratuite o, comunque, possono prevedere costi minimi a carico
Tendenziale
dei consumatori (art. 141quater, co. 3, lett. c));
gratuità
▻!devono uniformarsi ai principi fondamentali di indipendenza, impar-
zialità, trasparenza, efficacia, rapidità ed equità.

►!90 giorni dal ricevimento, da parte dell’organismo ADR, del fascicolo com-
pleto della domanda
Durata massima ►!In caso di controversie particolarmente complesse l’organismo ADR può
del procedimento prorogare il termine fino a un massimo di 90 giorni e, in tal caso, le parti
devono essere informate della proroga e del nuovo termine di conclusione
della procedura.

►!Le parti possono partecipare alle procedure senza obbligo di assistenza


legale (art. 141quater, co. 3, lett. b)).
►!Le parti, prima di accettare o dare seguito alla soluzione proposta dall’or-
ganismo ADR, devono essere informate sulle seguenti circostanze:
1. hanno la scelta se accettare o seguire la soluzione proposta o meno;
Regole del
procedimento 2. la partecipazione alla procedura non preclude la possibilità di chiede-
re il risarcimento attraverso un ordinario procedimento giudiziario;
3. la soluzione proposta potrebbe essere diversa dalla decisione di un or-
gano giurisdizionale che applichi norme giuridiche;
4. l’effetto giuridico che deriva dalla scelta di questa procedura, disponen-
do di un periodo di riflessione ragionevole.

36 Capitolo 19!"
2
20 L’arbitrato rituale

1 Inquadramento generale

►!L’arbitrato rituale è previsto e disciplinato dal codice di procedura civile


e ha ad oggetto l’esame, da parte degli arbitri, di un conflitto sorto (o che
potrà sorgere) tra le parti.
►!Con la scelta dell’arbitrato rituale le parti rinunciano ad affidare determi-
nate materie alla cognizione del giudice ordinario.
Funzione
dell’arbitrato ►!L’arbitrato rituale ha la funzione e la struttura del giudizio, poiché consi-
ste in un vero e proprio giudizio — di diritto o di equità, così come può
essere di diritto o di equità il giudizio ordinario — che gli interessati affi-
dano a uno o più arbitri attraverso un negozio giuridico (compromesso
o clausola compromissoria) (MANDRIOLI).
►!L’arbitrato si conclude con l’emanazione del lodo.

►!Il lodo arbitrale ha l’efficacia dell’atto giurisdizionale, a eccezione dell’ef-


ficacia esecutiva e dell’idoneità all’iscrizione di ipoteca e alla trascrizione,
che dipendono da un elemento ulteriore. affidato all’eventuale iniziativa
(deposito del lodo nella cancelleria del tribunale) della parte interessata e
Efficacia del lodo consistente in un atto del tribunale che, previo controllo della sua regola-
rità formale, conferisce al lodo tale efficacia, che consente l’esecuzione for-
zata, l’iscrizione di ipoteca e la trascrizione (art. 825, co. 3, c.p.c.).
►!Dalla data della sua ultima sottoscrizione il lodo acquista efficacia vinco-
lante tra le parti (art. 823, ult. co., c.p.c.).

La distinzione tra l’arbitrato rituale e quello irrituale si deve rinvenire nella volontà
delle parti:
Differenze

— con l’a. rituale le parti intendono attribuire agli arbitri una funzione giurisdizionale e
desiderano ottenere una decisione destinata ad acquistare efficacia pari a quella di
una sentenza del giudice;
— con l’a. irrituale le parti conferiscono agli arbitri un mandato per risolvere una con-
troversia mediante un atto negoziale: il tipo di negozio che gli arbitri possono porre
in essere per eseguire l’incarico può essere, a seconda dei casi, una transazione, una
rinuncia, un negozio di accertamento etc.
L’arbitrato irrituale non va confuso con il cd. arbitraggio.
Con l’arbitrato le parti incaricano l’arbitro di risolvere una controversia; con l’arbitrag-
gio le parti conferiscono al terzo arbitratore il compito di determinare uno degli ele-
menti del contratto in formazione, ad es. l’oggetto dedotto in contratto (cfr. l’art. 1349
c.c.) o il prezzo (cfr. art. 1473 c.c.). Nell’arbitraggio, insomma, non si conferisce alcun
potere decisorio su questioni controverse.
!

!"!L’arbitrato rituale
3
36
2 Controversie arbitrabili (art. 806 c.p.c.)

▻!le controversie tra loro insorte che non abbia-


no per oggetto diritti indisponibili, salvo
►!Le parti possono far espresso divieto di legge;
Oggetto decidere da arbitri
(art. 806 c.p.c.): ▻ !le controversie di lavoro di cui all’art. 409 c.p.c.,
se ciò è previsto dalla legge o nei contratti o ac-
cordi collettivi di lavoro.

3 Convenzione d’arbitrato (artt. 808bis-808quin-


quies c.p.c.)

►!La devoluzione agli arbitri si realizza con la cd. convenzione arbitrale, figu-
ra unitaria che si articola nelle figure del compromesso, della clausola com-
Nozione
promissoria e della convenzione arbitrale su rapporti non contrattuali (art.
808bis c.p.c.).

►!Le parti possono deferire agli arbitri la decisione di controversie già insor-
te mediante un apposito accordo scritto (cd. compromesso) che deve in-
dicare l’oggetto della controversia, oppure possono affidare agli arbitri la
soluzione di controversie future riguardanti un determinato contratto in-
serendo, in sede di conclusione del contratto stesso, un’apposita clausola
(clausola compromissoria), con la quale deferiscono agli arbitri, in via
preventiva ed eventuale, le possibili controversie relative all’interpretazio-
Differenze ne e all’esecuzione del contratto, all’inadempimento e alla risoluzione.
►!Il compromesso, quindi, si riferisce alle controversie già insorte tra le par-
ti, mentre la clausola compromissoria riguarda cause future.
►!Può anche accadere che l’accordo su tale deferimento eventuale si conclu-
da in seguito alla conclusione del contratto o anche prima di tale momen-
to, ad es. in occasione, di un preliminare.
►!La clausola compromissoria deve essere specificamente approvata per
iscritto ex artt. 1341 e 1342 c.c. e deve risultare da un atto scritto.

L’art. 808bis prevede che la convenzione di arbitrato può deferire agli arbitri controver-
Osservazioni

sie future relative a uno o più rapporti non contrattuali determinati, prescrivendo per
tale atto le forme richieste dall’art. 807 c.p.c. per il compromesso. Tale disposizione ri-
guarda, ad es., le controversie tra assicurazioni in tema di risarcibilità dei sinistri, la re-
sponsabilità precontrattuale, l’arricchimento indebito, le liti relative al diritto di proprie-
tà o altro diritto reale, le controversie in materia successoria, etc.

36 Capitolo 20!"
4
►!L’art. 808quater riguarda l’interpretazione della convenzione d’arbitrato,
stabilendo che, nel dubbio, essa si interpreta nel senso che la competenza
arbitrale si estende a tutte le controversie che derivano dal contratto o dal
rapporto cui la convenzione si riferisce. Ad es., la clausola compromisso-
ria avente ad oggetto le controversie relative all’esecuzione del contratto
implica la competenza degli arbitri sulle questioni legate all’interpretazio-
ne, all’inadempimento e alla risoluzione del contratto.
Interpretazione ►!L’art. 808quinquies stabilisce che quando il procedimento arbitrale si chiu-
ed efficacia della de senza una pronuncia sul merito (ad es., a causa della morte, dell’estin-
convenzione zione o della perdita della capacità legale di una parte, di rinuncia al man-
arbitrale dato arbitrale, etc.), la convenzione d’arbitrato resta efficace.
►!Il compromesso e la clausola compromissoria possono essere oggetto di
rinuncia, che può essere anche implicita nella proposizione della doman-
da al giudice ordinario senza che l’altra parte sollevi alcuna eccezione.
►!Agli arbitri può essere chiesta una pronuncia di accertamento, di condan-
na o costitutiva (ad es., la pronuncia che produce gli effetti del contratto
non concluso ex art. 2932 c.c.).

SCHEMA N. 61
L’ARBITRATO

L’arbitrato è il mezzo al quale le parti possono ricorrere per sottrarre alla giurisdizione ordi-
naria la decisione di una lite, realizzando una sorta di giustizia privata, dettata cioè da un
privato anziché da un giudice dello Stato

Non possono formare oggetto di arbitrato le controversie che abbiano ad oggetto diritti di
cui le parti non possono disporre (diritti indisponibili), poiché le parti non possono delegare
ad un terzo più di quanto esse stesse possono perfezionare personalmente

Non può essere arbitro chi è privo, in tutto o in parte, della capacità legale di agire

Gli arbitri devono pronunciare il lodo, ossia la decisione della controversia, nel termine sta-
bilito dalle parti o dalla legge e, una volta adempiuto l’incarico, hanno diritto al rimborso del-
le spese e ai compensi per l’opera prestata, se non vi hanno rinunciato al momento dell’ac-
cettazione o con atto scritto successivo

La parte può ricusare gli arbitri per gli stessi motivi previsti dall’art. 51 c.p.c. per i giudici or-
dinari, nonché per ulteriori motivi specificamente previsti per gli arbitri dall’art. 815 c.p.c. (ad
es., gli arbitri possono essere ricusati se non hanno le qualifiche espressamente convenute
dalle parti)
!

!"!L’arbitrato rituale
5
36
SCHEMA N. 62
ARBITRATO RITUALE, IRRITUALE E AMMINISTRATO

ARBITRATO RITUALE

L’arbitrato disciplinato dal c.p.c. si dice rituale, in quanto deve osservare forme procedimen-
tali stabilite dalla legge e costituisce esplicazione di funzione giurisdizionale

Le forme del procedimento arbitrale possono essere stabilite dalle parti; in mancanza, gli ar-
bitri possono regolarsi nel modo che ritengono più opportuno

Gli arbitri:
• non possono concedere sequestri né altri provvedimenti cautelari, salva diversa disposi-
zione di legge
• decidono la controversia secondo le norme di diritto, salvo che le parti li abbiano autoriz-
zati a pronunciarsi secondo equità

ARBITRATO IRRITUALE (O LIBERO)

A causa degli oneri fiscali che sono connessi all’arbitrato rituale si è diffusa nella prassi, un’al-
tra forma di arbitrato, quello irrituale o libero, caratterizzato dal fatto che le parti conferisco-
no agli arbitri il compito di comporre una lite mediante un atto negoziale, impegnandosi a
considerare come espressione della propria volontà quanto viene deciso dagli arbitri, senza
osservare le forme rigorose previste dalla legge, sicché la decisione troverà la sua forza vin-
colante solo nel consenso delle parti stesse

ARBITRATO AMMINISTRATO

Nell’arbitrato amministrato le parti richiamano, con un apposito rinvio contenuto nella con-
venzione d’arbitrato, il regolamento predisposto da un’istituzione arbitrale (ad es., Camera di
Commercio)

In caso di contrasto tra quanto previsto nella convenzione arbitrale e nel regolamento, pre-
vale la prima

Se le parti non hanno stabilito diversamente, qualora tra la data della stipulazione della conven-
zione d’arbitrato e la data di inizio del procedimento arbitrale il regolamento richiamato dalle par-
ti subisca delle modificazioni, si applica il regolamento vigente al momento in cui il procedimen-
to stesso ha inizio

Il regolamento arbitrale precostituito può prevedere casi ulteriori di sostituzione e ricusazio-


ne degli arbitri in aggiunta a quelli previsti dalla legge

36 Capitolo 20!"
6
4 Gli arbitri (artt. 809-815 c.p.c.)

►!Gli arbitri possono essere uno o più, purché in numero dispari.


►!La convenzione d’arbitrato deve contenere la nomina degli arbitri oppure
stabilire il numero di essi e il modo di nominarli.
►!In caso d’indicazione di un numero pari di arbitri, un ulteriore arbitro, se
Numero le parti non hanno diversamente convenuto, è nominato dal presidente
del tribunale nei modi previsti dall’art. 810 c.p.c.
►!Se manca l’indicazione del numero degli arbitri e le parti non si accorda-
no al riguardo, gli arbitri sono tre e, in mancanza di nomina, se le parti
non hanno diversamente convenuto, provvede il presidente del tribunale
nei modi previsti dall’art. 810 c.p.c. (art. 809 c.p.c.).

►!Quando gli arbitri devono essere nominati dalle parti, ciascuna rende noto
all’altra l’arbitro o gli arbitri che essa nomina, con invito a procedere alla
designazione dei propri.
Nomina ►!La parte alla quale è rivolto l’invito deve notificare per iscritto le generali-
tà dell’arbitro o degli arbitri da essa nominati.
►!In mancanza, la parte che ha fatto l’invito può chiedere che la nomina sia
fatta dal Presidente del tribunale (art. 810 c.p.c.).

►!Non può essere arbitro chi è privo, in tutto o in parte, della capacità lega-
le di agire (art. 812 c.p.c.).
►!L’accettazione degli arbitri deve essere data per iscritto e può risultare dal-
Requisiti
la sottoscrizione del compromesso o del verbale della prima riunione.
►!Agli arbitri non compete la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato
di un pubblico servizio (art. 813 c.p.c.).

►!Se le parti non hanno diversamente convenuto, l’arbitro che omette o ritar-
da di compiere un atto relativo alle sue funzioni può essere sostituito d’ac-
cordo tra le parti o da un terzo incaricato dalla convenzione d’arbitrato.
Decadenza ►!In mancanza, decorso il termine di 15 giorni dalla diffida comunicata all’ar-
bitro, ciascuna delle parti può proporre ricorso al Presidente del tribuna-
le, il quale, se accerta l’omissione o il ritardo, dichiara la decadenza dell’ar-
bitro e provvede alla sua sostituzione (art. 813bis c.p.c.).

▻!con dolo o colpa grave ha omesso o ritardato


atti dovuti ed è stato perciò dichiarato decadu-
to, o ha rinunciato all’incarico senza giustifica-
►!Risponde dei danni to motivo. I motivi che legittimano gli arbitri
cagionati alle parti l’ar- alla rinuncia sono la malattia, il trasferimento,
Responsabilità particolari situazioni di conflitto con le parti o
bitro che (art. 813ter
c.p.c.): con gli arbitri, il mancato pagamento degli an-
ticipi richiesti per le spese prevedibili, etc.;
▻!con dolo o colpa grave ha omesso o impedito
la pronuncia del lodo.
!

!"!L’arbitrato rituale
7
36
►!Se è stato pronunciato il lodo, l’azione di responsabilità può essere propo-
sta soltanto dopo l’accoglimento dell’impugnazione con sentenza passata
in giudicato e per i motivi per i quali l’impugnazione è stata accolta.
Responsabilità ►!Se la responsabilità non dipende da dolo dell’arbitro, la misura del risar-
cimento non può superare il triplo del compenso convenuto o, in man-
canza di determinazione convenzionale, il triplo del compenso previsto
dalla tariffa applicabile.

►!Gli arbitri possono essere ricusati per i motivi indicati dall’art. 815 c.p.c., che
riprendono in gran parte quelli previsti per il giudice dall’art. 51 c.p.c., con
Ricusazione
alcune integrazioni (mancanza delle qualifiche previste dalle parti ed esi-
stenza di rapporti di debito o credito con una delle parti o dei difensori).

5 Procedimento (artt. 816-819ter c.p.c.)

►!Le parti determinano la sede dell’arbitrato nel territorio della Repubbli-


ca, altrimenti provvedono gli arbitri.
►!Se le parti e gli arbitri non hanno determinato la sede dell’arbitrato, que-
Sede sta è nel luogo in cui è stata stipulata la convenzione di arbitrato.
►!Se la convenzione d’arbitrato non dispone diversamente, gli arbitri possono
tenere udienza, compiere atti istruttori, deliberare e apporre le loro sottoscri-
zioni al lodo anche in luoghi diversi dalla sede dell’arbitrato (art. 816 c.p.c.).

►!Le parti possono stabilire nella convenzione d’arbitrato, o con atto scritto
separato, purché anteriore all’inizio del giudizio arbitrale, le norme che gli
arbitri devono osservare nel procedimento e la lingua dell’arbitrato.
►!In mancanza di tali norme, gli arbitri possono regolare lo svolgimento del
giudizio e determinare la lingua dell’arbitrato nel modo che ritengono più
opportuno.
►!Essi devono in ogni caso attuare il principio del contraddittorio, conce-
Svolgimento dendo alle parti ragionevoli ed equivalenti possibilità di difesa.
►!Le parti possono stare in arbitrato per mezzo di difensori. In mancanza di
espressa limitazione, la procura al difensore si estende a qualsiasi atto pro-
cessuale, compresa la rinuncia agli atti e la determinazione o proroga del
termine per la pronuncia del lodo.
►!Su tutte le questioni che si presentano nel corso del procedimento gli ar-
bitri, se non ritengono di provvedere con lodo non definitivo, provvedo-
no con ordinanza revocabile (art. 816bis c.p.c.).

►!L’istruttoria o singoli atti di istruzione possono essere delegati dagli arbi-


tri ad uno di essi.
►!Gli arbitri possono assumere direttamente presso di sé la testimonianza,
Istruzione ovvero deliberare di assumere la deposizione del testimone, ove questi vi
probatoria consenta, nella sua abitazione o nel suo ufficio.
►!Possono altresì deliberare di assumere la deposizione richiedendo al testi-
mone di fornire per iscritto risposte a quesiti nel termine che essi stessi
stabiliscono.

36 Capitolo 20!"
8
►!Se un testimone rifiuta di comparire davanti agli arbitri, questi, quando lo
ritengono opportuno secondo le circostanze, possono richiedere al presi-
dente del tribunale della sede dell’arbitrato, che ne ordini la comparizio-
ne davanti a loro.
►!In tal caso il termine per la pronuncia del lodo è sospeso dalla data dell’or-
Istruzione dinanza alla data dell’udienza fissata per l’assunzione della testimonianza.
probatoria
►!Gli arbitri possono farsi assistere da uno o più consulenti tecnici. Posso-
no essere nominati consulenti tecnici sia persone fisiche, sia enti.
►!Gli arbitri possono chiedere alla pubblica amministrazione le informazio-
ni scritte relative ad atti e documenti dell’amministrazione stessa, che è
necessario acquisire al giudizio (art. 816ter c.p.c.).

►!L’intervento volontario o la chiamata in arbitrato di un terzo sono ammes-


si solo con l’accordo del terzo e delle parti e con il consenso degli arbitri.
Intervento ►!Sono sempre ammessi l’intervento previsto dal secondo comma dell’art.
105 c.p.c. e l’intervento del litisconsorte necessario (art. 816quinquies
c.p.c.).

►!Se la parte viene meno per morte o morte presunta, oppure perde la capa-
cità legale a seguito di interdizione, inabilitazione, dichiarazione di assen-
za o scomparsa, gli arbitri assumono le misure idonee a garantire l’appli-
cazione del contraddittorio, nell’interesse della parte colpita dall’evento, ai
fini della prosecuzione del giudizio. A tal fine, possono sospendere il pro-
Morte o perdita cedimento.
di capacità ►!Se le parti ottemperano alle disposizioni degli arbitri per la prosecuzione
della parte del giudizio, il giudizio prosegue con il nuovo soggetto o con il curatore
(in caso di incapacità legale della parte originaria).
►!Se, invece, nessuna delle parti ottempera alle disposizioni degli arbitri per
la prosecuzione del giudizio, gli arbitri possono rinunciare all’incarico (art.
816sexies), mantenendo il diritto ai compensi e al rimborso delle spese
maturate.

►!Gli arbitri possono subordinare la prosecuzione del procedimento al ver-


samento anticipato delle spese prevedibili.
►!Salvo diverso accordo delle parti, gli arbitri determinano la misura dell’an-
ticipazione a carico di ciascuna parte.
►!Se una delle parti non presta l’anticipazione richiestale, l’altra può antici-
pare la totalità delle spese.
Anticipazione ►!Se le parti non provvedono all’anticipazione nel termine fissato dagli ar-
delle spese bitri, non sono più vincolate alla convenzione di arbitrato. Tale disposi-
zione è posta a tutela degli arbitri e non delle parti, per cui va raccordata
con l’art. 816sexies, co. 2, c.p.c., che concede agli arbitri la facoltà di rinun-
ciare all’incarico ove le parti non ottemperino alle loro disposizioni; per-
tanto, in presenza di mancato versamento delle anticipazioni, ove gli ar-
bitri non si avvalgano della facoltà di rinunciare all’incarico, non si verifi-
ca alcuna automatica decadenza del collegio arbitrale.
!

!"!L’arbitrato rituale
9
36
▻!non possono concedere sequestri, né altri prov-
vedimenti cautelari, salva diversa disposizione
di legge (art. 818 c.p.c.);
▻!risolvono, senza autorità di giudicato, tutte le
questioni rilevanti per la decisione della contro-
Provvedimenti ►!Gli arbitri: versia, anche se vertono su materie che non pos-
sono essere oggetto di convenzione di arbitrato,
salvo che debbano essere decise con efficacia di
giudicato per legge (art. 819, co. 1, c.p.c.);
▻!possono sospendere, in determinati casi, il pro-
cedimento arbitrale (art. 819bis c.p.c.).

6 Il lodo arbitrale (artt. 820-826 c.p.c.)

►!Se le parti non hanno fissato alcun termine per la pronuncia del lodo, gli
arbitri devono pronunciare il lodo entro 240 giorni dall’accettazione del-
la nomina. Il termine, tuttavia, può essere prorogato dalle parti di comu-
ne accordo o dal Presidente del tribunale su istanza motivata di una delle
parti o degli arbitri.

►!Se le parti non hanno


Termine ▻!se devono essere assunti mezzi di prova;
disposto diversamen-
te, il termine è proro- ▻!se è disposta una consulenza tecnica d’ufficio;
gato di 180 giorni nei ▻!se è pronunciato un lodo non definitivo o un
casi seguenti, e per lodo parziale;
non più di una volta ▻!se è modificata la composizione del collegio ar-
nell’ambito di ciascu- bitrale o è sostituito l’arbitro unico.
no di essi:

►!Gli arbitri decidono secondo le norme di diritto, salvo che le parti abbia-
no disposto che gli arbitri pronunciano secondo equità (art. 822 c.p.c.).
Efficacia
►!Il lodo, fin dalla data della sua ultima sottoscrizione, produce gli effetti
della sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria (art. 824bis c.p.c.).

►!La parte che intende fare eseguire il lodo nel territorio della Repubblica
ne propone istanza depositando il lodo in originale, o in copia conforme,
insieme con l’atto contenente la convenzione di arbitrato, in originale o in
copia conforme, nella cancelleria del tribunale nel cui circondario è la sede
dell’arbitrato.
►!Il tribunale, accertata la regolarità formale del lodo, lo dichiara esecutivo
Istanza di con decreto.
Exequatur
►!Il lodo reso esecutivo è soggetto a trascrizione o annotazione, in tutti i casi
nei quali sarebbe soggetta a trascrizione o annotazione la sentenza aven-
te il medesimo contenuto.
►!Contro il decreto che nega o concede l’esecutorietà del lodo è ammesso re-
clamo alla Corte d’appello entro 30 giorni dalla comunicazione. La Corte,
sentite le parti, provvede con ordinanza in camera di consiglio (art. 825 c.p.c.).

37 Capitolo 20!"
0
►!Ciascuna parte può chiedere agli arbitri la correzione del lodo, entro un
anno dalla sua comunicazione (art. 826 c.p.c.), in presenza di errori od
Correzione omissioni materiali o di calcolo, o di mancanza di uno degli elementi in-
dicati dall’art. 823, nn. 1, 2, 3 e 4 c.p.c.
►!La correzione deve essere assunta con la partecipazione di tutti gli arbitri.

►!Il lodo è soggetto all’impugnazione per nullità (nei casi previsti dall’art.
829 c.p.c.), per revocazione e opposizione di terzo (nei casi indicati dall’art.
831 c.p.c.), indipendentemente dal deposito del lodo.
►!Il lodo parziale (che decide parzialmente il merito della controversia, os-
sia quello di condanna generica ex art. 278 c.p.c. o quello che decide una o
alcune delle domande proposte senza definire l’intero giudizio: Cass. S.U.
Impugnazione 23463/2016) è immediatamente impugnabile, mentre il lodo interlocuto-
rio (che risolve alcune questioni senza definire il giudizio arbitrale) è im-
pugnabile solo unitamente al lodo definitivo (art. 827 c.p.c.). Ad esempio,
è immediatamente impugnabile il lodo parziale che accerta la sussistenza
di un diritto, ma non la quantità della prestazione dovuta, limitandosi a
pronunciare la condanna generica alla prestazione e disponendo la pro-
secuzione del processo per la liquidazione (Cass. 6522/2000).

►!con atto di citazione


►!davanti alla corte d’appello nel cui distretto è la sede dell’arbitrato
L’impugnazione ►!nel termine di 90 giorni dalla notificazione del lodo (termine breve),
per nullità ►!entro un anno dalla data dell’ultima sottoscrizione del lodo oggetto di im-
si propone pugnazione (termine lungo). L’istanza per la correzione del lodo non so-
(art. 828) spende il termine per l’impugnazione e il lodo può essere impugnato, re-
lativamente alle parti corrette, nei termini ordinari, i quali decorrono dal-
la comunicazione dell’atto di correzione.

►!riguarda soltanto il lodo emesso in sede di arbitrato rituale;


►!è ammessa, nonostante qualunque preventiva rinuncia, nelle ipotesi elen-
cate dall’art. 829 c.p.c. (invalidità della convenzione arbitrale, mancata
nomina degli arbitri nelle forme stabilite, incapacità degli arbitri, lodo pro-
nunciato fuori dei limiti della convenzione di arbitrato, mancanza dei re-
quisiti formali, violazione delle forme prescritte, mancato rispetto del prin-
L’impugnazione cipio del contraddittorio, inosservanza da parte degli arbitri delle regole
per nullità di diritto);
►!non può essere proposta per ottenere un riesame del fatto deciso dagli ar-
bitri o per offrire un’interpretazione diversa più favorevole alla parte che
la prospetta della volontà negoziale dei contraenti;
►!è soggetta alla disciplina e ai principi che regolano il giudizio di appello,
in quanto compatibili; ne consegue che, in caso di tardiva iscrizione a ruo-
lo, l’impugnazione è improcedibile (art. 348, co.1) (Cass. 13898/2014);
!

!"!L’arbitrato rituale
1
37
►!è decisa dalla Corte d’appello con sentenza. Se l’accoglie, dichiara la nulli-
tà del lodo. Se il vizio incide su una parte del lodo che sia scindibile dalle
altre, dichiara la nullità parziale del lodo. Se il lodo è annullato per i mo-
tivi di cui all’art. 829, co. 1, nn. 5), 6), 7), 8), 9), 11) o 12), oppure di cui
all’art. 829, co. 3, co. 4 o co. 5, la corte d’appello decide la controversia nel
L’impugnazione merito salvo che le parti abbiano stabilito diversamente nella convenzio-
per nullità ne di arbitrato o con accordo successivo. Quando la corte d’appello non
decide nel merito, alla controversia si applica la convenzione di arbitrato,
salvo che la nullità dipenda dalla sua invalidità o inefficacia. Su istanza di
parte anche successiva alla proposizione dell’impugnazione la corte d’ap-
pello può sospendere con ordinanza l’efficacia del lodo, quando ricorro-
no gravi motivi.

►!È possibile impugnare il lodo solo nelle ipotesi di revocazione straordi-


naria di cui all’art. 395, nn. 1, 2, 3 e 6 c.p.c. (art. 831, co. 1). Non è consen-
tita revocazione ordinaria per i motivi dell’art. 395, nn. 4 e 5, c.p.c. Il pro-
cedimento della revocazione è regolato dagli artt. 398 ss. c.p.c. La compe-
tenza è deferita alla corte d’appello nel cui distretto è la sede dell’arbitra-
to. L’azione si propone con atto di citazione sottoscritto da un procurato-
re munito di mandato speciale e contenente, a pena di inammissibilità, le
Revocazione
prove dei fatti addotti e l’indicazione del giorno della scoperta del dolo e
della falsità del recupero dei documenti. Il termine di 30 giorni per la re-
voca (art. 325 c.c.) decorre dal giorno in cui è stato scoperto il lodo o la
falsità o è stato recuperato il documento decisivo o è passata in giudicato
la sentenza che accerta il lodo degli arbitri. La corte d’appello può sospen-
dere il lodo (art. 402). La pronuncia della corte d’appello è impugnabile
con ricorso straordinario per Cassazione ex art. 111 Cost.

►!il lodo è soggetto a opposizione di terzo nei casi indicati nell’art. 404 c.p.c.
(art. 831, co. 3). La competenza è attribuita alla corte d’appello della cir-
coscrizione sede dell’arbitrato. L’atto introduttivo è rappresentato dalla ci-
Opposizione tazione. I terzi legittimati all’opposizione sono i titolari di una situazione
di terzo: giuridica autonoma e i litisconsorti necessari pretermessi. La corte d’ap-
pello può riunire le impugnazioni per nullità, per revocazione e per op-
posizione di terzo, se lo stato della causa preventivamente proposta con-
sente l’esauriente trattazione e decisione delle altre cause.

37 Capitolo 20!"
2
SCHEMA N. 63
IL LODO ARBITRALE

Il lodo è la decisione degli arbitri effettuata applicando le norme di diritto, salvo che le parti
abbiano autorizzato una pronuncia secondo equità

Dalla data della sua ultima sottoscrizione il lodo ha gli effetti della sentenza pronunciata
dall’autorità giudiziaria

Ha efficacia vincolante tra le parti, le quali sono tenute a osservare quanto stabilito dagli arbitri

Affinché il lodo sia reso esecutivo e consenta la trascrizione o l’iscrizione di ipoteca giudizia-
le, occorre che la parte interessata faccia un’apposita istanza al tribunale affinché, accertata
la regolarità formale del lodo, lo dichiari esecutivo con decreto (exequatur)

Contro il decreto che nega o concede l’esecutorietà del lodo è ammesso reclamo alla Corte
d’appello

Ciascuna parte può chiedere agli arbitri, entro un anno dalla comunicazione del lodo, di cor-
reggere nel testo del lodo omissioni o errori materiali o di calcolo o di integrarlo

Il lodo è soggetto all’impugnazione per nullità (nei casi previsti dall’art. 829 c.p.c.), per revo-
cazione e per opposizione di terzo

Sull’impugnazione decide la Corte d’appello


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!"!L’arbitrato rituale
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