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31 Capitolo 18!"
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1. le sentenze, i provvedimenti e gli altri atti ai
quali la legge attribuisce espressamente effi-
cacia esecutiva:
▻!per la tesi prevalente, soltanto la sentenza
di condanna può fondare l’esecuzione for-
zata, e non le sentenze di accertamento e le
sentenze costitutive (ad es., non è titolo ese-
cutivo la sentenza che si limita a dichiarare
lo scioglimento della comunione);
▻!le sentenze di condanna costituiscono tito-
lo esecutivo se sono passate in giudicato
(cioè, se sono diventate definitive) o se, pur
non avendo ancora acquisito tale efficacia,
sono dichiarate esecutive dalla legge o dal
giudice;
▻!sono esecutive per legge le sentenze di pri-
mo e di secondo grado (artt. 282 e 337
c.p.c.), salva la sospensione dell’esecuzione;
▻!i provvedimenti giudiziali diversi dalle sen-
tenze ai quali la legge attribuisce efficacia
esecutiva sono le ordinanze e i decreti che,
per particolari disposizioni di legge, deci-
dono, in via definitiva o provvisoria, que-
stioni che investono il diritto sostanziale, ad
Tipologie di titoli ►!Sono titoli esecutivi
es.: il decreto ingiuntivo divenuto incontro-
esecutivi (art. 474, co. 2, c.p.c.):
vertibile per mancata opposizione (art. 647
c.p.c.) o per rigetto dell’opposizione (art. 653
c.p.c.) o dichiarato provvisoriamente esecu-
tivo (art. 642; art. 648 c.p.c.) e l’ordinanza di
convalida di sfratto prevista dall’art. 663
c.p.c.;
▻!tra i provvedimenti non definitivi rientrano
l’ordinanza del Presidente del tribunale nel
giudizio di separazione dei coniugi (art. 708
c.p.c.), l’ordinanza di rilascio (art. 665 c.p.c.)
e le ordinanze anticipatorie di condanna di
cui agli artt. 186bis, ter e quater c.p.c.;
▻!tra gli «altri atti» ai quali si riferisce l’art. 474
vengono in rilievo, ad es., i verbali di con-
ciliazione.
2. le scritture private autenticate relativamente
alle obbligazioni di somme di denaro in essi
contenute, le cambiali nonché gli altri titoli di
credito e gli atti ai quali la legge attribuisce
espressamente la stessa efficacia;
3. gli atti ricevuti da un notaio o altro pubblico
ufficiale autorizzato dalla legge a riceverli. La
copia dell’atto notarile deve essere rilasciata
dallo stesso notaio che ha stipulato l’atto.
!
I provvedimenti cautelari non sono titoli esecutivi giudiziali, poiché l’art. 669duodecies
Osservazioni
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▻!nell’espropriazione forzata mobiliare, con l’acces-
so dell’ufficiale giudiziario nei luoghi di cui all’art.
513 c.p.c.;
▻!nell’espropriazione forzata immobiliare, con la no-
tifica al debitore dell’atto di pignoramento (art.
555 c.p.c.);
▻!nell’espropriazione presso terzi, con la notifica
►!L’inizio dell’esecu- dell’atto di cui all’art. 543 c.p.c.;
zione forzata coin- ▻!nell’esecuzione per consegna di cosa mobile, con
Il precetto:
cide: l’accesso dell’ufficiale giudiziario;
nozione,
contenuto, ▻!nell’esecuzione per rilascio, con la notifica dell’avvi-
inefficacia so con cui l’ufficiale giudiziario comunica alla parte
che è tenuta a rilasciare l’immobile (art. 608 c.p.c.);
▻!nell’esecuzione in forma specifica di obblighi di
fare, con il deposito in cancelleria del ricorso per
la determinazione delle modalità di attuazione
(art. 612 c.p.c.).
►!L’esecuzione forzata deve essere preceduta dalla notifica del titolo esecutivo
e del precetto (art. 479, co. 1, c.p.c.), atti preparatori del processo esecutivo.
►!La notifica del titolo esecutivo consiste nella consegna al debitore, nei
Notifica modi determinati dalla legge, da parte dell’ufficiale giudiziario e a segui-
del titolo to della richiesta del creditore, di una copia autentica del titolo esecutivo,
esecutivo e del ossia di una copia autentica di quell’unica copia in forma esecutiva che,
precetto agli effetti della notificazione, funzionerà da originale. Ciò riguarda però
solo i titoli per i quali è richiesta la spedizione in forma esecutiva, men-
tre negli altri casi (quando il titolo esecutivo è costituito da una scrittura
privata autenticata, da cambiale o altro titolo di credito) la notifica del ti-
tolo si riduce a una modalità della notificazione del precetto.
!
►!L’art. 475 c.p.c. dispone che «le sentenze e gli altri provvedimenti dell’au-
torità giudiziaria e gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale,
per valere come titolo per l’esecuzione forzata, devono essere muniti del-
la formula esecutiva, salvo che la legge disponga altrimenti». L’apposizio-
ne della formula esecutiva è detta «spedizione in forma esecutiva».
►!La formula esecutiva da apporre sul titolo è la seguente: «Comandiamo a
tutti gli ufficiali giudiziari che ne siano richiesti e a chiunque spetti, di met-
tere a esecuzione il presente titolo, al pubblico ministero di darvi assistenza,
e a tutti gli ufficiali della forza pubblica di concorrervi quando ne siano le-
galmente richiesti» (art. 475, co. 3, c.p.c.).
►!La spedizione in forma esecutiva del titolo è un’attività del cancelliere, il
quale è tenuto all’apposizione della formula affinché il titolo possa valere
per l’esecuzione forzata.
Spedizione ►!La spedizione in forma esecutiva è necessaria soltanto quando il credito-
del titolo re è obbligato a servirsi di una copia dell’atto, cioè per i titoli il cui origi-
in forma nale deve restare presso il cancelliere o il notaio (sentenza, atto pubbli-
esecutiva co, etc.), mentre non è necessaria né possibile quando il titolo esecutivo è
una scrittura privata autenticata, una cambiale o un assegno, il cui origi-
nale è in possesso del creditore il quale, pertanto, potrà utilizzarlo per av-
viare la procedura esecutiva.
►!La spedizione può essere effettuata una sola volta, col rilascio cioè di una
sola copia in forma esecutiva (art. 476 c.p.c.). Infatti, la spedizione in for-
ma esecutiva non viene effettuata sull’originale dell’atto, che resta presso il
cancelliere (se è una sentenza o un altro provvedimento giudiziale) o pres-
so il notaio (se è un atto pubblico), ma su una copia dell’atto stesso. La
copia con la formula esecutiva documenta all’organo esecutivo l’esistenza
del diritto e lo obbliga a eseguirlo, qualora ne sia richiesto nelle forme di
legge.
►!La spedizione di altre copie in forma esecutiva può avvenire in presenza
di un giusto motivo (art. 476 c.p.c.).
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SCHEMA N. 50
ESPROPRIAZIONE FORZATA
pagamento nelle
mani dell’ufficiale
Vendita
giudiziario prima del
Notificazione del pignoramento Formazione Nomina
Distribuzione
titolo esecutivo (art. 494 comma 1) del fascicolo del giudice
della somma
e del precetto dell’esecuzione dell’esecuzione
ricavata
(art. 479) (art. 488) (art. 484)
Pignoramento Assegnazione
Cose assolutamente
impignorabili
(art. 514) L’assegnazione in via
Tra la notificazione del preventiva è ammessa
precetto ed il pignoramento Cose relativamente
solo per i titoli di credito
impignorabili
!"!La tutela esecutiva
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2 L’espropriazione forzata in generale (artt. 483-
512 c.p.c.)
►!L’art. 2910 c.c. stabilisce che «il creditore, per conseguire quanto gli è dovuto, può
fare espropriare i beni del debitore secondo le regole stabilite dal codice di pro-
cedura civile».
►!L’espropriazione forzata è quel tipo di procedimento esecutivo che consi-
ste nel sottrarre coattivamente al debitore, con l’atto di pignoramento,
determinati beni appartenenti al patrimonio di quest’ultimo e nel tra-
Nozione sformarli in denaro con la vendita forzata, per destinarli al soddisfaci-
mento del creditore procedente (cioè, che ha assunto l’iniziativa) e degli
eventuali creditori intervenuti.
►!L’espropriazione colpisce preferibilmente il denaro del debitore e i beni più
facilmente trasformabili in denaro, come i titoli di credito e gli oggetti pre-
ziosi (art. 517, co. 2, c.p.c.), ma può colpire ogni bene idoneo a essere tra-
sformato in denaro (beni mobili, crediti, beni immobili).
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►!Pubblicità degli atti esecutivi sul Portale del ministero della giustizia: Por-
tale delle vendite pubbliche
►!Pignoramento (è l’atto iniziale dell’espropriazione forzata: art. 491 c.p.c.)
►!Eventuale intervento dei creditori
►!Vendita forzata o assegnazione diretta dei beni pignorati
►!Distribuzione della somma ricavata
►!Pubblicità degli avvisi (art. 490 c.p.c.):
▻!quando la legge dispone che di un atto esecutivo sia data pubblica no-
Le tappe tizia, un avviso contenente tutti i dati, che possono interessare il pub-
blico, deve essere inserito sul portale del Ministero della giustizia in
un’area pubblica denominata «portale delle vendite pubbliche»
▻!in caso di espropriazione di beni mobili registrati per un valore superio-
re a 25.000 euro e di beni immobili, l’avviso deve essere inserito anche in
appositi siti internet;
▻!il giudice può disporre inoltre che l’avviso sia inserito sui quotidiani lo-
cali o nazionali o che sia divulgato con le forme della pubblicità com-
merciale.
►!Il pignoramento vincola il bene pignorato alla soddisfazione del diritto del
creditore procedente e dei creditori intervenuti. A seguito di tale interven-
to i creditori intervenuti concorrono, insieme col creditore procedente,
alla ripartizione del ricavato della vendita dei beni pignorati, in misura
proporzionale al credito di ciascuno.
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►!L’intervento è tardivo se è successivo a tale udienza e dà diritto soltanto a
partecipare alla distribuzione della parte che avanza dopo aver soddisfat-
Intervento dei to il creditore pignorante, quelli privilegiati e quelli intervenuti in prece-
creditori denza, purché l’intervento avvenga prima del provvedimento di distribu-
zione nell’espropriazione mobiliare (art. 528) e prima dell’udienza di cui
all’art. 596 nell’espropriazione immobiliare (art. 565).
SCHEMA N. 51
L’ESPROPRIAZIONE FORZATA IN GENERALE
L’espropriazione è diretta dal giudice dell’esecuzione nominato dal presidente del tribunale
dopo la presentazione del fascicolo dell’esecuzione a cura del cancelliere entro due giorni
dalla sua formazione
Il debitore esecutato può evitare il pigno- Il debitore può chiedere la riduzione del pi-
ramento versando nelle mani dell’ufficiale gnoramento quando il valore dei beni pi-
giudiziario il suo credito insieme alle spese gnorati è superiore all’importo delle spese
relative all’esecuzione, oppure chiedere la e dei crediti
conversione del pignoramento
Il pignoramento perde efficacia quando dal suo compimento sono trascorsi 45 giorni senza
che sia stata chiesta l’assegnazione o la vendita
Dalla vendita si ricaverà la somma di denaro che provvederà alla liquidazione dei crediti dei
creditori tramite la ripartizione della somma ricavata
►!Se sono indicati beni immobili, il creditore procede ai sensi degli artt. 555
ss. c.p.c.
Insufficienza ►!Qualora, a seguito dell’intervento di altri creditori, il compendio pigno-
sopravvenuta rato sia divenuto insufficiente, il creditore procedente può richiedere all’uf-
ficiale giudiziario che inviti il debitore a indicare ulteriori beni pignorabi-
li, come sopra.
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►!Su istanza del creditore, il presidente del tribunale, verificato il diritto della par-
te istante di procedere a esecuzione forzata, autorizza la ricerca con modalità
telematiche dei beni da pignorare e, se vi è pericolo nel ritardo, la ricerca tele-
matica è autorizzata prima della notificazione del precetto. L’istanza non può
essere proposta prima che sia decorso il termine indicato nel precetto e, in ogni
caso, prima che siano decorsi dieci giorni dalla notificazione di esso.
►!Con l’autorizzazione il presidente del tribunale o un giudice da lui delega-
to dispone che l’ufficiale giudiziario acceda mediante collegamento tele-
matico diretto ai dati contenuti nelle banche-dati delle pubbliche ammi-
nistrazioni, in particolare nell’anagrafe tributaria e nelle banche-dati de-
gli enti previdenziali. Quando le strutture tecnologiche non funzionino il
creditore può ottenere le informazioni di cui ha bisogno, direttamente dai
gestori delle banche-dati (art. 155quinquies, disp. att. c.p.c.).
►!L’art. 155sexies disp. att. c.p.c. estende la ricerca telematica dei beni da pi-
Ricerca telematica gnorare anche all’esecuzione del sequestro conservativo e per la ricostru-
dei beni zione dell’attivo e del passivo nell’ambito delle procedure concorsuali, non-
(art. 492bis) ché dei procedimenti in materia di famiglia e gestione di patrimoni altrui.
►!Se la ricerca ha esito positivo e si tratta di beni che si trovano in luoghi ap-
partenenti al debitore, situati nell’ambito del territorio di competenza
dell’ufficiale giudiziario, egli procede secondo le modalità del pignoramen-
to di beni mobili ex artt. 517 ss. c.p.c.; se tali beni non si trovano nel ter-
ritorio di competenza dell’ufficiale giudiziario, questi ha quindici giorni
di tempo per rivolgere istanza di procedere con l’esecuzione all’ufficiale
giudiziario territorialmente competente.
►!In caso di inidoneità delle strutture tecnologiche necessarie per effettuare l’ac-
cesso diretto da parte dell’ufficiale giudiziario alle banche-dati, il creditore può
essere autorizzato a ottenere direttamente dai gestori delle banche-dati le in-
formazioni nelle stesse contenute poiché l’autorizzazione non prevede un ac-
cesso diretto alle banche-dati da parte del creditore, ma consente di richiede-
re e ottenere dai gestori delle stesse le informazioni relative al debitore, così
che le relative interrogazioni sono effettuate dai gestori medesimi.
►!Su istanza del debitore o anche d’ufficio, quando il valore dei beni pigno-
Riduzione del rati è superiore all’importo delle spese e dei crediti di cui all’articolo pre-
pignoramento cedente, il giudice, sentiti il creditore pignorante e i creditori intervenuti,
può disporre la riduzione del pignoramento (art. 496 c.p.c.).
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SCHEMA N. 59
MISURE DI COERCIZIONE INDIRETTA
Il provvedimento di condanna costituisce titolo esecutivo per il pagamento delle somme do-
vute per ogni violazione o inosservanza
►!Le opposizioni che possono essere proposte nel corso del processo esecu-
tivo (opposizione all’esecuzione, agli atti esecutivi e opposizione di ter-
zo) costituisce una fase del processo esecutivo, autonoma dallo stesso poi-
ché dà vita a un giudizio distinto rispetto al processo esecutivo, ma fun-
Generalità
zionalmente coordinato con questo, poiché le opposizioni sono occasio-
nate da un processo esecutivo iniziato e mirano a cancellarlo (opposizio-
ne all’esecuzione) o a eliminare singoli atti della procedura (opposizione
agli atti esecutivi e opposizione del terzo).
La differenza fra opposizione all’esecuzione e opposizione agli atti esecutivi deve es-
sere individuata nel fatto che la prima investe l’an dell’azione esecutiva, cioè il diritto
Differenze
►!Le opposizioni relative alla regolarità formale del titolo esecutivo (ad es.,
mancata spedizione del titolo in forma esecutiva) e del precetto (ad es.,
mancata trascrizione del titolo esecutivo nel precetto intimato in base a
una cambiale) si propongono, prima che sia iniziata l’esecuzione, davan-
ti al giudice indicato nell’art. 480, co. 3, c.p.c., con atto di citazione da no-
L’opposizione tificarsi nel termine perentorio di 20 giorni dalla notificazione del titolo
agli atti esecutivi esecutivo o del precetto (art. 617, co. 1, c.p.c.).
(artt. 617-618 ►!Le opposizioni che sia stato impossibile proporre prima dell’inizio dell’ese-
c.p.c.) cuzione e quelle relative alla notificazione del titolo esecutivo e del precet-
to e ai singoli atti di esecuzione (ad es., l’ordinanza di conversione del pi-
gnoramento, l’ordinanza di aggiudicazione etc.) si propongono con ricor-
so al giudice dell’esecuzione nel termine perentorio di 20 giorni dal primo
atto di esecuzione, se riguardano il titolo esecutivo o il precetto, oppure dal
giorno in cui i singoli atti furono compiuti (art. 617, co. 2, c.p.c.).
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►!Il rimedio dell’opposizione agli atti esecutivi è esperibile esclusivamente
nei confronti di atti riferibili al giudice dell’esecuzione, il quale è l’unico
titolare del potere di impulso e controllo del processo esecutivo; pertanto,
in caso di esecuzione delegata a un notaio, gli atti assunti dal professioni-
sta possono essere sottoposti al controllo del giudice dell’esecuzione ai sen-
L’opposizione si dell’art. 591ter c.p.c., ma non possono essere impugnati direttamente
agli atti esecutivi con l’opposizione agli atti esecutivi (Cass. 1335/2011).
(artt. 617-618
c.p.c.) ►!Il giudice dell’esecuzione fissa l’udienza di comparizione delle parti e il ter-
mine perentorio per la notifica del ricorso e del decreto, e adotta, nei casi
urgenti, i provvedimenti opportuni. All’udienza dà con ordinanza i prov-
vedimenti indilazionabili o sospende la procedura. In ogni caso fissa un
termine perentorio per l’introduzione del giudizio di merito. La causa è
decisa con sentenza non impugnabile (art. 618 c.p.c.).
►!L’art. 619 c.p.c. legittima il terzo a far valere la proprietà o altro diritto rea-
le sul bene pignorato senza esigere che tali situazioni siano state giudizial-
mente accertate, con la conseguenza che il terzo, ad es., può proporre op-
posizione affermando di aver acquistato la proprietà del bene, al momento
dell’opposizione, per effetto di usucapione (Cass. 27668/2009).
►!Invece, il terzo non può contestare la validità del titolo esecutivo posto a base
della procedura, essendo egli estraneo ai rapporti tra creditore procedente e
debitore esecutato, a meno che il titolo consista in una garanzia reale che at-
tribuisce al creditore un diritto di seguito sul bene, poiché il terzo acquiren-
te del bene vincolato ha un interesse concreto a contestarne la validità, anche
a prescindere dalla pendenza del procedimento esecutivo (Cass. 8397/2009).
►!Il terzo può proporre opposizione con ricorso al giudice dell’esecuzione
Opposizione di prima che sia disposta la vendita o l’assegnazione dei beni. Il giudice fis-
terzo sa con decreto l’udienza di comparizione delle parti davanti a sé e il ter-
(artt. 619-622 mine perentorio per la notificazione del ricorso e del decreto.
c.p.c.) ►!Se all’udienza le parti raggiungono un accordo, il giudice ne dà atto con ordi-
nanza, adottando ogni altra decisione idonea ad assicurare, se del caso, la pro-
secuzione del processo esecutivo ovvero ad estinguere il processo, statuendo
altresì in questo caso anche sulle spese; altrimenti il giudice provvede ai sensi
dell’art. 616 c.p.c. tenuto conto della competenza per valore (art. 619 c.p.c.).
►!Se, in seguito all’opposizione, il giudice non sospende la vendita, dei beni
mobili, o se l’opposizione è proposta dopo la vendita forzata (in partico-
lare, dopo l’adozione del decreto di trasferimento di cui all’art. 586 c.p.c.),
i diritti del terzo si fanno valere sulla somma ricavata (art. 620 c.p.c.).
►!Il terzo opponente non può provare con testimoni il suo diritto sui beni
mobili pignorati nella casa o nell’azienda del debitore ai sensi dell’art. 513
c.p.c., tranne che l’esistenza del diritto stesso sia resa verosimile dalla pro-
fessione o dal commercio esercitati dal terzo o dal debitore (art. 621 c.p.c.).
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OPPOSIZIONE ALL’ESECUZIONE
Quando si contesta il diritto della parte istante di procedere a esecuzione forzata e questa
non è ancora iniziata, si può proporre opposizione al precetto con citazione davanti al giudi-
ce competente secondo i criteri generali. Il giudice, concorrendo gravi motivi, sospende su
istanza di parte l’efficacia esecutiva del titolo; se vi è contestazione parziale del diritto
dell’istante, il giudice sospende l’efficacia del titolo in relazione alla parte contestata.
Le opposizioni relative alla regolarità formale del titolo esecutivo e del precetto si propongono:
• prima che sia iniziata l’esecuzione, con atto di citazione da notificarsi nel termine peren-
torio di venti giorni dalla notifica del titolo esecutivo o del precetto;
• dopo l’inizio dell’esecuzione, con ricorso al giudice dell’esecuzione nel termine perentorio
di 20 giorni dal primo atto di esecuzione, se riguardano il titolo esecutivo o il precetto, op-
pure dal giorno in cui i singoli atti furono compiuti.
OPPOSIZIONE DI TERZO
Il terzo che rivendica la proprietà o un altro diritto reale sui beni pignorati può proporre opposi-
zione con ricorso al giudice dell’esecuzione prima che sia disposta la vendita o l’assegnazione
dei beni
Il giudice fissa con decreto l’udienza di comparizione delle parti davanti a sé e il termine pe-
rentorio per la notificazione del ricorso e del decreto
Se le parti non si accordano il giudice provvede ai sensi dell’art. 616 tenuto conto della com-
petenza per valore
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5 La sospensione e l’estinzione del processo ese-
cutivo (artt. 623-632 c.p.c.)
►!Salvo che la sospensione sia disposta dalla legge o dal giudice davanti al
quale è impugnato il titolo esecutivo, l’esecuzione forzata può essere so-
spesa soltanto con provvedimento del giudice dell’esecuzione (art. 623
c.p.c.).
►!Se è proposta opposizione all’esecuzione a norma degli artt. 615 e 619
c.p.c., il giudice dell’esecuzione, concorrendo gravi motivi, sospende, su
istanza di parte, il processo con cauzione o senza.
►!Contro l’ordinanza che provvede sull’istanza di sospensione è ammesso
reclamo ai sensi dell’art. 669terdecies c.p.c.
►!Nei casi di sospensione del processo, se l’ordinanza non viene reclamata o
viene confermata in sede di reclamo, e il giudizio di merito non è stato in-
trodotto nel termine perentorio assegnato ai sensi dell’art. 616 c.p.c., il giu-
dice dell’esecuzione dichiara, anche d’ufficio, con ordinanza, l’estinzione
Sospensione del processo e ordina la cancellazione della trascrizione del pignoramen-
del processo to, provvedendo anche sulle spese. L’ordinanza è reclamabile ai sensi dell’art.
esecutivo (artt. 630, terzo comma, c.p.c.
623-628 c.p.c.) ►!Sull’istanza delle parti (art. 624bis c.p.c.) per la sospensione del processo
il giudice dell’esecuzione provvede con ordinanza, sentite le parti. Nei casi
urgenti, il giudice può disporre la sospensione con decreto, nel quale fis-
sa l’udienza di comparizione delle parti. Alla udienza provvede con ordi-
nanza (art. 625 c.p.c.).
►!Il giudice dell’esecuzione, su istanza di tutti i creditori muniti di titolo
esecutivo, può sospendere il processo fino a ventiquattro mesi. La so-
spensione è disposta per una sola volta. Nelle espropriazioni mobiliari
l’istanza per la sospensione può essere presentata non oltre la fissazione
della data di asporto dei beni ovvero fino a dieci giorni prima della data
della vendita se questa deve essere espletata nei luoghi in cui essi sono
custoditi e, comunque, prima della effettuazione della pubblicità com-
merciale ove disposta. Nelle espropriazioni presso terzi l’istanza di so-
spensione non può più essere proposta dopo la dichiarazione del terzo
(art. 624bis c.p.c.).
L’art. 164bis disp. att. c.p.c., inserito dal D.L. 132/2014, prevede un’ulteriore ipotesi di
estinzione del processo esecutivo derivante dall’infruttuosità dell’espropriazione for-
Differenze
zata. In particolare, quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole
soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per
la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presu-
mibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo.
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►!La consulenza tecnica preventiva ex art. 696 bis c.p.c. non è limitata alla
Poteri del c.t.u. sola determinazione del quantum debeatur, ma può estendersi anche all’an
debeatur (Trib. Milano 27-4-2009).
►!L’art. 808ter c.p.c. stabilisce che le parti possono scegliere la via dell’arbi-
trato libero stipulando un accordo scritto.
►!La forma scritta è prevista, secondo alcuni, a pena di nullità (ad substan-
tiam), e per altri soltanto a fini probatori (ad probationem).
►!Gli arbitri sono nominati senza particolari formalità, a meno che le parti
Peculiarità
abbiano indicato le modalità di nomina.
►!Chiunque può essere nominato arbitro, purché sia estraneo al rapporto
controverso.
►!La decisione degli arbitri ha natura negoziale, che le parti si impegnano
anticipatamente ad accettare come vincolante.
!
►!Pronunciata la nullità del lodo irrituale, l’art. 808ter c.p.c. non prevede
che il giudice debba anche emettere pronunce sul merito dei fatti oggetto
di controversia.
►!Il giudizio deve pendere in tribunale o in grado d’appello alla data di en-
trata in vigore del D.L. 132/2014, e cioè al 13-9-2014.
►!La causa non deve avere ad oggetto diritti indisponibili né deve riguarda-
re la materia del lavoro, della previdenza e dell’assistenza sociale.
Condizioni
per il passaggio ►!La causa non deve essere stata assunta in decisione, ossia non devono es-
al procedimento sere stati concessi i termini previsti dall’art. 190 c.p.c. per il deposito del-
arbitrale: le comparse conclusionali e delle memorie di replica (nei giudizi che se-
guono il rito ordinario di cognizione) né il giudice deve essersi riservato
di pronunciare l’ordinanza che conclude le controversie soggette al rito
sommario di cognizione (art. 702bis c.p.c.).
►!L’istanza congiunta delle parti.
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►!Sono individuati concordemente dalle parti o dal presidente del consiglio
dell’ordine degli avvocati.
►!Devono essere avvocati iscritti da almeno 5 anni nell’albo dell’ordine.
►!Non devono aver subito, negli ultimi cinque anni, condanne definitive che
Gli arbitri: comportino la sospensione dall’albo.
►!Devono aver reso una dichiarazione di disponibilità al consiglio dell’ordine.
►!Il giudizio si conclude con un lodo che produce gli stessi effetti della sen-
tenza, compresa l’efficacia di titolo esecutivo prevista dall’art. 474, co. 1, n.
1 c.p.c.
Accordo
►!L’accordo sottoscritto dalle parti e dagli avvocati costituisce titolo esecu-
in seguito alla
tivo e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale (art. 5, co. 1, D.L. 132/2014).
convenzione
!
Il compito
dell’organismo
►!Proporre una soluzione e riunire le parti al fine di agevolare una soluzio-
ADR (alternative
ne amichevole.
dispute
resolution)
►!90 giorni dal ricevimento, da parte dell’organismo ADR, del fascicolo com-
pleto della domanda
Durata massima ►!In caso di controversie particolarmente complesse l’organismo ADR può
del procedimento prorogare il termine fino a un massimo di 90 giorni e, in tal caso, le parti
devono essere informate della proroga e del nuovo termine di conclusione
della procedura.
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20 L’arbitrato rituale
1 Inquadramento generale
La distinzione tra l’arbitrato rituale e quello irrituale si deve rinvenire nella volontà
delle parti:
Differenze
— con l’a. rituale le parti intendono attribuire agli arbitri una funzione giurisdizionale e
desiderano ottenere una decisione destinata ad acquistare efficacia pari a quella di
una sentenza del giudice;
— con l’a. irrituale le parti conferiscono agli arbitri un mandato per risolvere una con-
troversia mediante un atto negoziale: il tipo di negozio che gli arbitri possono porre
in essere per eseguire l’incarico può essere, a seconda dei casi, una transazione, una
rinuncia, un negozio di accertamento etc.
L’arbitrato irrituale non va confuso con il cd. arbitraggio.
Con l’arbitrato le parti incaricano l’arbitro di risolvere una controversia; con l’arbitrag-
gio le parti conferiscono al terzo arbitratore il compito di determinare uno degli ele-
menti del contratto in formazione, ad es. l’oggetto dedotto in contratto (cfr. l’art. 1349
c.c.) o il prezzo (cfr. art. 1473 c.c.). Nell’arbitraggio, insomma, non si conferisce alcun
potere decisorio su questioni controverse.
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!"!L’arbitrato rituale
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2 Controversie arbitrabili (art. 806 c.p.c.)
►!La devoluzione agli arbitri si realizza con la cd. convenzione arbitrale, figu-
ra unitaria che si articola nelle figure del compromesso, della clausola com-
Nozione
promissoria e della convenzione arbitrale su rapporti non contrattuali (art.
808bis c.p.c.).
►!Le parti possono deferire agli arbitri la decisione di controversie già insor-
te mediante un apposito accordo scritto (cd. compromesso) che deve in-
dicare l’oggetto della controversia, oppure possono affidare agli arbitri la
soluzione di controversie future riguardanti un determinato contratto in-
serendo, in sede di conclusione del contratto stesso, un’apposita clausola
(clausola compromissoria), con la quale deferiscono agli arbitri, in via
preventiva ed eventuale, le possibili controversie relative all’interpretazio-
Differenze ne e all’esecuzione del contratto, all’inadempimento e alla risoluzione.
►!Il compromesso, quindi, si riferisce alle controversie già insorte tra le par-
ti, mentre la clausola compromissoria riguarda cause future.
►!Può anche accadere che l’accordo su tale deferimento eventuale si conclu-
da in seguito alla conclusione del contratto o anche prima di tale momen-
to, ad es. in occasione, di un preliminare.
►!La clausola compromissoria deve essere specificamente approvata per
iscritto ex artt. 1341 e 1342 c.c. e deve risultare da un atto scritto.
L’art. 808bis prevede che la convenzione di arbitrato può deferire agli arbitri controver-
Osservazioni
sie future relative a uno o più rapporti non contrattuali determinati, prescrivendo per
tale atto le forme richieste dall’art. 807 c.p.c. per il compromesso. Tale disposizione ri-
guarda, ad es., le controversie tra assicurazioni in tema di risarcibilità dei sinistri, la re-
sponsabilità precontrattuale, l’arricchimento indebito, le liti relative al diritto di proprie-
tà o altro diritto reale, le controversie in materia successoria, etc.
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►!L’art. 808quater riguarda l’interpretazione della convenzione d’arbitrato,
stabilendo che, nel dubbio, essa si interpreta nel senso che la competenza
arbitrale si estende a tutte le controversie che derivano dal contratto o dal
rapporto cui la convenzione si riferisce. Ad es., la clausola compromisso-
ria avente ad oggetto le controversie relative all’esecuzione del contratto
implica la competenza degli arbitri sulle questioni legate all’interpretazio-
ne, all’inadempimento e alla risoluzione del contratto.
Interpretazione ►!L’art. 808quinquies stabilisce che quando il procedimento arbitrale si chiu-
ed efficacia della de senza una pronuncia sul merito (ad es., a causa della morte, dell’estin-
convenzione zione o della perdita della capacità legale di una parte, di rinuncia al man-
arbitrale dato arbitrale, etc.), la convenzione d’arbitrato resta efficace.
►!Il compromesso e la clausola compromissoria possono essere oggetto di
rinuncia, che può essere anche implicita nella proposizione della doman-
da al giudice ordinario senza che l’altra parte sollevi alcuna eccezione.
►!Agli arbitri può essere chiesta una pronuncia di accertamento, di condan-
na o costitutiva (ad es., la pronuncia che produce gli effetti del contratto
non concluso ex art. 2932 c.c.).
SCHEMA N. 61
L’ARBITRATO
L’arbitrato è il mezzo al quale le parti possono ricorrere per sottrarre alla giurisdizione ordi-
naria la decisione di una lite, realizzando una sorta di giustizia privata, dettata cioè da un
privato anziché da un giudice dello Stato
Non possono formare oggetto di arbitrato le controversie che abbiano ad oggetto diritti di
cui le parti non possono disporre (diritti indisponibili), poiché le parti non possono delegare
ad un terzo più di quanto esse stesse possono perfezionare personalmente
Non può essere arbitro chi è privo, in tutto o in parte, della capacità legale di agire
Gli arbitri devono pronunciare il lodo, ossia la decisione della controversia, nel termine sta-
bilito dalle parti o dalla legge e, una volta adempiuto l’incarico, hanno diritto al rimborso del-
le spese e ai compensi per l’opera prestata, se non vi hanno rinunciato al momento dell’ac-
cettazione o con atto scritto successivo
La parte può ricusare gli arbitri per gli stessi motivi previsti dall’art. 51 c.p.c. per i giudici or-
dinari, nonché per ulteriori motivi specificamente previsti per gli arbitri dall’art. 815 c.p.c. (ad
es., gli arbitri possono essere ricusati se non hanno le qualifiche espressamente convenute
dalle parti)
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!"!L’arbitrato rituale
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SCHEMA N. 62
ARBITRATO RITUALE, IRRITUALE E AMMINISTRATO
ARBITRATO RITUALE
L’arbitrato disciplinato dal c.p.c. si dice rituale, in quanto deve osservare forme procedimen-
tali stabilite dalla legge e costituisce esplicazione di funzione giurisdizionale
Le forme del procedimento arbitrale possono essere stabilite dalle parti; in mancanza, gli ar-
bitri possono regolarsi nel modo che ritengono più opportuno
Gli arbitri:
• non possono concedere sequestri né altri provvedimenti cautelari, salva diversa disposi-
zione di legge
• decidono la controversia secondo le norme di diritto, salvo che le parti li abbiano autoriz-
zati a pronunciarsi secondo equità
A causa degli oneri fiscali che sono connessi all’arbitrato rituale si è diffusa nella prassi, un’al-
tra forma di arbitrato, quello irrituale o libero, caratterizzato dal fatto che le parti conferisco-
no agli arbitri il compito di comporre una lite mediante un atto negoziale, impegnandosi a
considerare come espressione della propria volontà quanto viene deciso dagli arbitri, senza
osservare le forme rigorose previste dalla legge, sicché la decisione troverà la sua forza vin-
colante solo nel consenso delle parti stesse
ARBITRATO AMMINISTRATO
Nell’arbitrato amministrato le parti richiamano, con un apposito rinvio contenuto nella con-
venzione d’arbitrato, il regolamento predisposto da un’istituzione arbitrale (ad es., Camera di
Commercio)
In caso di contrasto tra quanto previsto nella convenzione arbitrale e nel regolamento, pre-
vale la prima
Se le parti non hanno stabilito diversamente, qualora tra la data della stipulazione della conven-
zione d’arbitrato e la data di inizio del procedimento arbitrale il regolamento richiamato dalle par-
ti subisca delle modificazioni, si applica il regolamento vigente al momento in cui il procedimen-
to stesso ha inizio
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4 Gli arbitri (artt. 809-815 c.p.c.)
►!Quando gli arbitri devono essere nominati dalle parti, ciascuna rende noto
all’altra l’arbitro o gli arbitri che essa nomina, con invito a procedere alla
designazione dei propri.
Nomina ►!La parte alla quale è rivolto l’invito deve notificare per iscritto le generali-
tà dell’arbitro o degli arbitri da essa nominati.
►!In mancanza, la parte che ha fatto l’invito può chiedere che la nomina sia
fatta dal Presidente del tribunale (art. 810 c.p.c.).
►!Non può essere arbitro chi è privo, in tutto o in parte, della capacità lega-
le di agire (art. 812 c.p.c.).
►!L’accettazione degli arbitri deve essere data per iscritto e può risultare dal-
Requisiti
la sottoscrizione del compromesso o del verbale della prima riunione.
►!Agli arbitri non compete la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato
di un pubblico servizio (art. 813 c.p.c.).
►!Se le parti non hanno diversamente convenuto, l’arbitro che omette o ritar-
da di compiere un atto relativo alle sue funzioni può essere sostituito d’ac-
cordo tra le parti o da un terzo incaricato dalla convenzione d’arbitrato.
Decadenza ►!In mancanza, decorso il termine di 15 giorni dalla diffida comunicata all’ar-
bitro, ciascuna delle parti può proporre ricorso al Presidente del tribuna-
le, il quale, se accerta l’omissione o il ritardo, dichiara la decadenza dell’ar-
bitro e provvede alla sua sostituzione (art. 813bis c.p.c.).
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►!Se è stato pronunciato il lodo, l’azione di responsabilità può essere propo-
sta soltanto dopo l’accoglimento dell’impugnazione con sentenza passata
in giudicato e per i motivi per i quali l’impugnazione è stata accolta.
Responsabilità ►!Se la responsabilità non dipende da dolo dell’arbitro, la misura del risar-
cimento non può superare il triplo del compenso convenuto o, in man-
canza di determinazione convenzionale, il triplo del compenso previsto
dalla tariffa applicabile.
►!Gli arbitri possono essere ricusati per i motivi indicati dall’art. 815 c.p.c., che
riprendono in gran parte quelli previsti per il giudice dall’art. 51 c.p.c., con
Ricusazione
alcune integrazioni (mancanza delle qualifiche previste dalle parti ed esi-
stenza di rapporti di debito o credito con una delle parti o dei difensori).
►!Le parti possono stabilire nella convenzione d’arbitrato, o con atto scritto
separato, purché anteriore all’inizio del giudizio arbitrale, le norme che gli
arbitri devono osservare nel procedimento e la lingua dell’arbitrato.
►!In mancanza di tali norme, gli arbitri possono regolare lo svolgimento del
giudizio e determinare la lingua dell’arbitrato nel modo che ritengono più
opportuno.
►!Essi devono in ogni caso attuare il principio del contraddittorio, conce-
Svolgimento dendo alle parti ragionevoli ed equivalenti possibilità di difesa.
►!Le parti possono stare in arbitrato per mezzo di difensori. In mancanza di
espressa limitazione, la procura al difensore si estende a qualsiasi atto pro-
cessuale, compresa la rinuncia agli atti e la determinazione o proroga del
termine per la pronuncia del lodo.
►!Su tutte le questioni che si presentano nel corso del procedimento gli ar-
bitri, se non ritengono di provvedere con lodo non definitivo, provvedo-
no con ordinanza revocabile (art. 816bis c.p.c.).
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►!Se un testimone rifiuta di comparire davanti agli arbitri, questi, quando lo
ritengono opportuno secondo le circostanze, possono richiedere al presi-
dente del tribunale della sede dell’arbitrato, che ne ordini la comparizio-
ne davanti a loro.
►!In tal caso il termine per la pronuncia del lodo è sospeso dalla data dell’or-
Istruzione dinanza alla data dell’udienza fissata per l’assunzione della testimonianza.
probatoria
►!Gli arbitri possono farsi assistere da uno o più consulenti tecnici. Posso-
no essere nominati consulenti tecnici sia persone fisiche, sia enti.
►!Gli arbitri possono chiedere alla pubblica amministrazione le informazio-
ni scritte relative ad atti e documenti dell’amministrazione stessa, che è
necessario acquisire al giudizio (art. 816ter c.p.c.).
►!Se la parte viene meno per morte o morte presunta, oppure perde la capa-
cità legale a seguito di interdizione, inabilitazione, dichiarazione di assen-
za o scomparsa, gli arbitri assumono le misure idonee a garantire l’appli-
cazione del contraddittorio, nell’interesse della parte colpita dall’evento, ai
fini della prosecuzione del giudizio. A tal fine, possono sospendere il pro-
Morte o perdita cedimento.
di capacità ►!Se le parti ottemperano alle disposizioni degli arbitri per la prosecuzione
della parte del giudizio, il giudizio prosegue con il nuovo soggetto o con il curatore
(in caso di incapacità legale della parte originaria).
►!Se, invece, nessuna delle parti ottempera alle disposizioni degli arbitri per
la prosecuzione del giudizio, gli arbitri possono rinunciare all’incarico (art.
816sexies), mantenendo il diritto ai compensi e al rimborso delle spese
maturate.
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▻!non possono concedere sequestri, né altri prov-
vedimenti cautelari, salva diversa disposizione
di legge (art. 818 c.p.c.);
▻!risolvono, senza autorità di giudicato, tutte le
questioni rilevanti per la decisione della contro-
Provvedimenti ►!Gli arbitri: versia, anche se vertono su materie che non pos-
sono essere oggetto di convenzione di arbitrato,
salvo che debbano essere decise con efficacia di
giudicato per legge (art. 819, co. 1, c.p.c.);
▻!possono sospendere, in determinati casi, il pro-
cedimento arbitrale (art. 819bis c.p.c.).
►!Se le parti non hanno fissato alcun termine per la pronuncia del lodo, gli
arbitri devono pronunciare il lodo entro 240 giorni dall’accettazione del-
la nomina. Il termine, tuttavia, può essere prorogato dalle parti di comu-
ne accordo o dal Presidente del tribunale su istanza motivata di una delle
parti o degli arbitri.
►!Gli arbitri decidono secondo le norme di diritto, salvo che le parti abbia-
no disposto che gli arbitri pronunciano secondo equità (art. 822 c.p.c.).
Efficacia
►!Il lodo, fin dalla data della sua ultima sottoscrizione, produce gli effetti
della sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria (art. 824bis c.p.c.).
►!La parte che intende fare eseguire il lodo nel territorio della Repubblica
ne propone istanza depositando il lodo in originale, o in copia conforme,
insieme con l’atto contenente la convenzione di arbitrato, in originale o in
copia conforme, nella cancelleria del tribunale nel cui circondario è la sede
dell’arbitrato.
►!Il tribunale, accertata la regolarità formale del lodo, lo dichiara esecutivo
Istanza di con decreto.
Exequatur
►!Il lodo reso esecutivo è soggetto a trascrizione o annotazione, in tutti i casi
nei quali sarebbe soggetta a trascrizione o annotazione la sentenza aven-
te il medesimo contenuto.
►!Contro il decreto che nega o concede l’esecutorietà del lodo è ammesso re-
clamo alla Corte d’appello entro 30 giorni dalla comunicazione. La Corte,
sentite le parti, provvede con ordinanza in camera di consiglio (art. 825 c.p.c.).
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►!Ciascuna parte può chiedere agli arbitri la correzione del lodo, entro un
anno dalla sua comunicazione (art. 826 c.p.c.), in presenza di errori od
Correzione omissioni materiali o di calcolo, o di mancanza di uno degli elementi in-
dicati dall’art. 823, nn. 1, 2, 3 e 4 c.p.c.
►!La correzione deve essere assunta con la partecipazione di tutti gli arbitri.
►!Il lodo è soggetto all’impugnazione per nullità (nei casi previsti dall’art.
829 c.p.c.), per revocazione e opposizione di terzo (nei casi indicati dall’art.
831 c.p.c.), indipendentemente dal deposito del lodo.
►!Il lodo parziale (che decide parzialmente il merito della controversia, os-
sia quello di condanna generica ex art. 278 c.p.c. o quello che decide una o
alcune delle domande proposte senza definire l’intero giudizio: Cass. S.U.
Impugnazione 23463/2016) è immediatamente impugnabile, mentre il lodo interlocuto-
rio (che risolve alcune questioni senza definire il giudizio arbitrale) è im-
pugnabile solo unitamente al lodo definitivo (art. 827 c.p.c.). Ad esempio,
è immediatamente impugnabile il lodo parziale che accerta la sussistenza
di un diritto, ma non la quantità della prestazione dovuta, limitandosi a
pronunciare la condanna generica alla prestazione e disponendo la pro-
secuzione del processo per la liquidazione (Cass. 6522/2000).
!"!L’arbitrato rituale
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►!è decisa dalla Corte d’appello con sentenza. Se l’accoglie, dichiara la nulli-
tà del lodo. Se il vizio incide su una parte del lodo che sia scindibile dalle
altre, dichiara la nullità parziale del lodo. Se il lodo è annullato per i mo-
tivi di cui all’art. 829, co. 1, nn. 5), 6), 7), 8), 9), 11) o 12), oppure di cui
all’art. 829, co. 3, co. 4 o co. 5, la corte d’appello decide la controversia nel
L’impugnazione merito salvo che le parti abbiano stabilito diversamente nella convenzio-
per nullità ne di arbitrato o con accordo successivo. Quando la corte d’appello non
decide nel merito, alla controversia si applica la convenzione di arbitrato,
salvo che la nullità dipenda dalla sua invalidità o inefficacia. Su istanza di
parte anche successiva alla proposizione dell’impugnazione la corte d’ap-
pello può sospendere con ordinanza l’efficacia del lodo, quando ricorro-
no gravi motivi.
►!il lodo è soggetto a opposizione di terzo nei casi indicati nell’art. 404 c.p.c.
(art. 831, co. 3). La competenza è attribuita alla corte d’appello della cir-
coscrizione sede dell’arbitrato. L’atto introduttivo è rappresentato dalla ci-
Opposizione tazione. I terzi legittimati all’opposizione sono i titolari di una situazione
di terzo: giuridica autonoma e i litisconsorti necessari pretermessi. La corte d’ap-
pello può riunire le impugnazioni per nullità, per revocazione e per op-
posizione di terzo, se lo stato della causa preventivamente proposta con-
sente l’esauriente trattazione e decisione delle altre cause.
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SCHEMA N. 63
IL LODO ARBITRALE
Il lodo è la decisione degli arbitri effettuata applicando le norme di diritto, salvo che le parti
abbiano autorizzato una pronuncia secondo equità
Dalla data della sua ultima sottoscrizione il lodo ha gli effetti della sentenza pronunciata
dall’autorità giudiziaria
Ha efficacia vincolante tra le parti, le quali sono tenute a osservare quanto stabilito dagli arbitri
Affinché il lodo sia reso esecutivo e consenta la trascrizione o l’iscrizione di ipoteca giudizia-
le, occorre che la parte interessata faccia un’apposita istanza al tribunale affinché, accertata
la regolarità formale del lodo, lo dichiari esecutivo con decreto (exequatur)
Contro il decreto che nega o concede l’esecutorietà del lodo è ammesso reclamo alla Corte
d’appello
Ciascuna parte può chiedere agli arbitri, entro un anno dalla comunicazione del lodo, di cor-
reggere nel testo del lodo omissioni o errori materiali o di calcolo o di integrarlo
Il lodo è soggetto all’impugnazione per nullità (nei casi previsti dall’art. 829 c.p.c.), per revo-
cazione e per opposizione di terzo
!"!L’arbitrato rituale
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