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IL PROCESSO

Processo privato: complesso delle attività volte all’accertamento e alla realizzazione di diritti soggettivi, vi
da impulso il singolo soggetto privato, interviene un organo giudiziario pubblico.
Il diritto sostanziale consta di norme primarie, che regolano direttamente i rapporti tra uomini nella vita
consociata; in esso hanno fondamento i diritti soggettivi, realizzabili tramite il processo.
Azione: potere di promuovere un giudizio per far valere le proprie ragioni.
Le actiones sono tipiche: sono actiones solo quelle riconosciute espressamente e singolarmente!una ragione è
tutelabile solo se vi è un’apposita actio!per diritto romano il diritto soggettivo presuppone l’azione.
Nel diritto onorario determinate posizioni giuridiche soggettive acquistano rilievo giuridico nel momento in
cui il pretore propone nell’editto lo strumento giudiziario adatto a tutelarle !l’esistenza del mezzo
processuale può consentire la configurazione di una posizione giuridica soggettiva riconosciuta e tutelata.

Legis actiones unico processo privato fruibile dai cittadini romani durante l’età arcaica. Dichiarative (rivolte
all’accertamento di situazioni giuridiche incerte o controverse)! sacramenti, per iudicis arbitrive
postulationem, per condictionem.
Esecutive (rivolte alla realizzazione di posizioni giuridiche certe)!per manus iniectionem, per pignoris
capionem.
Accessibili solo ai cives, orali, certa verba. Richiesta la partecipazione attiva e la presenza di ambedue i
litiganti e di un magistrato con iuris dictio!dal 367 a.C. pretore!emana provvedimenti con cui autorizza la
prosecuzione del procedimento.
In ius vocatio: atto privato per cui una parte ingiunge all’altra, mediante la pronuncia di certa verba, di
seguirla dinanzi al magistrato; la parte convocata non si può sottrarre.
Le legis actiones dichiarative si dividono in due fasi: in iure e apud iudicem.
In iure: dinanzi al magistrato si fissano i termini giuridici della lite. Il pretore nomina poi un giudice per
consentire alle parti di procedere apud iudicem. I contendenti in iure compiono la litis contestatio, ovvero la
convocazione di testimoni che attestino il rito compiuto! principio di preclusione – non si può più ripetere la
lite circa lo stesso rapporto.
Apud iudicem: dinanzi al giudice nominato dal pretore, solitamente un privato cittadino che riveste il ruolo
di giudice o arbitro. Nelle liti di libertà o ereditarie giudicano organi collegiali pubblici!raccogliere le prove
ed emanare la sentenza.
Non è necessaria la presenza di entrambe le parti però “post meridiem litem praesenti addictio”!se la parte
non si presenta entro mezzogiorno, otterrà la ragione la parte presente.
Legis actio sacramenti generalis perché utilizzabile per ogni pretesa per la quale non fosse prescritta un'altra
actio.
L.a. sacramenti in rem: impiegata per il riconoscimento e la tutela di posizioni giuridiche soggettive assolute!
vindicationes. Azione reale, il proprietario persegue la cosa che afferma appartenergli, l’erede persegue
un’eredità che dice sua...
Procedimento rei vindicatio ( chi persegue una cosa propria): In iure atto di apprensione della cosa da parte
dell’attore con una festuca (vindicatio), uguale da parte del convenuto (contravindicatio). Mittite ambo rem:
deposizione cosa. Sfida al sacramento. Il pretore assegna il possesso provvisorio alla parte che presenta più
validi garanti (praedes).
Apud iudicem: onere della prova grava su entrambe le parti. Il giudice decide quale dei due sacramenta è
iustum!proprietario cosa.
L.a. sacramenti in personam: tutela di posizioni giuridiche soggettive relative (es. crediti). Procedimento: il
creditore insoddisfatto agisce contro il proprio debitore affermando in iure l’esistenza del credito, chiedendo
al debitore di ammettere o negare. Se il debitore ammette !confessio in iure, fine del rito. Se nega!sfida al
sacramentum.
Contro il debitore inadempiente, il creditore può poi esercitare la l.a. per manus iniectionem. L.a. per manus
iniectionem: carattere esecutivo, realizzazione di posizioni giuridiche soggettive per cui una legge vi abbia
fatto rinvio.
Esperibile per l’esecuzione di un giudicato!manus iniectio iudicati per il creditore in favore del quale viene
emessa una sentenza per cui l’avversario è stato riconosciuto debitore di una somma o per il confessus
(convenuto che in iure ammette il proprio debito).
Manus iniectio pro iudicato per lo sponsor che ha prestato garanzia, ha saldato il debito e il debitore garantito
non lo ha rimborsato entro 6 mesi.
Manus iniectio pura per gli eredi contro i legatari che percepiscono un legato di più di mille assi (lex Furia
testamentaria).
Procedimento: dinanzi al magistrato il creditore enuncia la causa del credito che pretende spettargli,
l’importo e dichiara di manum inicere, afferrando il debitore. Il debitore può indicare un vindex per sottrarsi
alla manus iniectio, se no il pretore pronuncia l’addictio del debitore in favore dell’attore (può tenerlo in
catene per 60 giorni).
Nella manus iniectio pura il debitore può sottrarsi anche se non interviene nessun vindex e può negare il
debito affermato dall’attore!in caso di soccombenza condanna in duplum. L.a. per pignoris capionem:
esecutiva, non richiede la presenza né del magistrato né dell’avversario, si può svolgere anche nei giorni
nefasti. Il creditore pronuncia certa verba e prende in pegno cose del debitore.
L.a. per iudicis arbitrive postulationem: dichiarativa. Esperibile per crediti nascenti da stipulatio (rito simile
alla l.a. sacramenti in personam), per divisione di eredità, per divisione di beni comuni. Le parti devono fare
riferimento alla causa dei diritti vantati, e rivolgersi poi al pretore chiedendo la nomina di un giudice.
L.a. per condictionem: dichiarativa, introdotta per crediti aventi ad oggetto una somma determinata di
denaro, estesa poi ai crediti aventi ad oggetto cosa determinate diverse dal denaro (certa res). In iure l’attore
afferma il proprio credito con certa verba senza precisarne la causa; vincolo riconosciuto dal ius civile –
oportere. Se il convenuto nega, l’attore lo invita a ripresentarsi dopo 30 gg per nominare un giudice.
Processo formulare con l’intensificarsi dei rapporti commerciali fra Romani e stranieri, il pretore urbano
consente agli interessati di litigare per formulas!processo che si realizza in forza dei poteri del pretore (iuris
dictio e imperium).
242 a.C. istituzione praetor peregrinus, dicere ius tra cives e peregrini o fra peregrini.
Le legis actiones vengono soppresse nel 130 a.C. con lex Iulia Iudiciaria!processo formulare diventa il
processo ordinario.
Carattere unitario, può essere impiegato per l’esercizio della varie actiones, nell’editto è prevista una diversa
formula. Due fasi: in iure e apud iudicem, in entrambe le parti possono esprimere liberamente le loro ragioni.
Scrittura, ruolo più attivo e dinamico del magistrato. In ius vocatio: chiamata in giudizio, atto privato
dell’attore per assicurare la presenza in iure del convenuto, l’attore deve precisare al convenuto l’azione che
intende promuovere; l’attore non può fare ricorso alla forza, solo il pretore può esercitare coazione indiretta
con la missio in bona.
Vadimonium: il convenuto, mediante stipulatio, promette all’avversario di comparire il giorno concordato
dinanzi al magistrato.
In iure: vengono fissati i termini giuridici della lite, necessaria la presenza di entrambe le parti. Datio
actionis!il magistrato con iuris dictio concede l’azione richiesta, così la lite può essere decisa con sentenza –
presuppone che le parti abbiamo concordato il testo della formula da adottare – si rivolge al giudice l’invito a
condannare o assolvere il convenuto. Editio actionis ! l’attore indica all’avversario la formula dell’azione che
intende promuovere facendo riferimento all’albo pretorio. Postulatio actionis!l’attore chiede al pretore di
procedere con l’azione indicata.
Denegatio actionis se il pretore è convinto che la pretesa attrice sia infondata – non concede l’azione e il
giudizio non ha seguito.

Litis contestatio: dare iudicium del pretore + dictare iudicium dell’attore (recita il contenuto della formula) +
accipere iudicium del convenuto (accetta la formula). I termini giuridici della lite restano fissati
definitivamente come espressi nella formula. Effetti esclusori! l’azione non può più essere ripetuta. Effetti
conservativi!qualsiasi evento successivo non pregiudica la pretesa dell’attore. L’invocazione solenne dei
testimoni è superflua perché la controversia è impostata su un documento scritto.
Indefensio: atteggiamento passivo di non collaborazione all’istituzione della lite da parte del convenuto. Il
giudizio non può avere luogo e l’attore non può ottenere una sentenza che dichiari fondata la sua pretesa.
Contro questo atteggiamento del convenuto il pretore minaccia sanzioni diverse.
Apud iudicem: dinanzi al giudice (privato cittadino scelto dalle parti d’accordo con il magistrato, organo
singolo o collegiale). Il nome figura in apertura della formula “Titius iudex esto”. Presenza di ambedue le
parti, ciascuna espone liberamente le proprie ragioni e adduce le prove che ritiene utili. Il giudice apprezza le
prove secondo il suo libero convincimento; è rigorosamente vincolato ai termini della formula, che lo invita a
condannare il convenuto se ricorrono certe condizioni o assolverlo in caso contrario.
Si conclude con la sentenza, definitiva perché non esiste possibilità di appello nel processo formulare. La
condanna è sempre espressa in denaro e da luogo alla obligatio iudicati.
Parti ordinarie della formula:
1. Iudicis nominatio: nomina del giudice (Titius iudex esto).
2. Demonstratio: indica la causa della pretesa attrice. Non è necessaria, esistono formule astratte in cui la
causa non è espressa. Inizia con la parola quod in senso causale (poiché).
3. Intentio: esprime la pretesa vantata dall’attore, caratterizza la formula, ne denuncia la natura e consente di
stabilire il tipo di azione quando manca la demonstratio. Certa quando la pretesa attrice è determinata, incerta
negli altri casi (sempre incerta quando la formula è con demonstratio). Nelle formule con intentio certa
l’attore rischia di incorrere in pluris petitio e perdere la lite; in quelle con intentio incerta questo rischio non
esiste perché l’attore deduce in giudizio quello che gli spetta senza specificarlo.
4. Condemnatio: parte di formula con cui si invita il giudice a condannare il convenuto se sussistono le
condizioni indicate, in caso contrario ad assolverlo. Deve precisare l’oggetto eventuale della sentenza di
condanna, inevitabilmente espressa in denaro. Può essere integrata da una taxatio, in modo da limitare la
condanna.
5. Adiudicatio: solo nelle formule della azioni divisorie e per il regolamento di confini, autorizza il giudice
ad aggiudicare ai partecipanti alla comunione o ai confinanti parti definite di quanto oggetto della divisione o
del terreno confinante.
Praescriptio: è scritta prima della iudicis nominatio, in forza di questa l’oggetto dell’azione e l’effetto
preclusivo della litis contestatio vengono limitati a quanto l’attore vuole o può perseguire nel frattempo –
rimedio a favore dell’attore (es. caso di una stipulatio avente ad oggetto un pagamento rateale. Se il creditore
propone azione pura e semplice alla prima scadenza ottiene la condanna relativa alla prima rata, ma non
potrà riproporre l’azione per l’eventuale mancato pagamento di altre rate).
Exceptio: rimedio a favore del convenuto, inserita nella formula su richiesta del convenuto dopo l’intentio e
prima della condemnatio. Condizione negativa della condanna: il giudice

deve condannare il convenuto solo se le circostanze dedotte in exceptio non risultano vere, altrimenti lo
deve assolvere (es. se viene accertato che Numerio Negidio è debitore, ma in exceptio questi chiede di
accertare un eventuale dolo di Aulo Agerio ! se il giudice accerta il dolo di Aulo Agerio, deve assolvere
Numerio Negidio).
Il pretore concede l’exceptio quando le circostanza da considerare non erano manifeste e venivano contestate
dall’attore così da rendere necessario un accertamento!incorporata nella formula previa litis contestatio e il
giudizio continua apud iudicem. È necessaria quando il giudice, senza di essa, non può tenere conto di fatti
molto importanti.
L’effetto ipso iure è automatico e di ius civile, il giudice deve tenerne conto pure se la formula non lo
menziona (es. la solutio estingue l’obbligazione ipso iure, la pretesa creditoria attrice non sussiste perché
estinta). Gli effetti che necessitano di exceptio per essere fatti valere si dicono effetti ope exceptionis (es.
pactum de non petendo non estingue ipso iure il debito, ma il debitore deve opporre l’actio pacti conventi per
essere assolto). Rimedio pretorio perché nato dal pretore; rimedio volto a correggere il ius civile perché
permette al convenuto di opporre circostanze iure civili non rilevanti. Tipicità.
Si può inserire una replicatio in modo che, se fondata, il giudice non deve tenere conto dell’exceptio.
Azioni civili (azioni fondate sul ius civile) o onorarie (fondate sul diritto onorario)!azioni civili quelle le cui
pretese si risolvono in affermazioni di appartenenza ex iure Quiritium, di spettanza di un ius o di
obbligazioni a carico del convenuto espresse come oportere. Ogni altra pretesa è di diritto onorario. Le azioni
pretorie hanno fondamento in apposite clausole dell’editto, dove il pretore indica le circostanze in presenza
delle quali avrebbe concesso l’azione.
Iudicia bona fidei: azioni civili, dovere giuridico del debitore di adempiere espresso in termini di oportere ex
fide bona, tutela giudiziaria anche ai peregrini, azioni in personam, formula con demonstratio, intentio
incerta e condemnatio (tutto quel che in dipendenza di quanto indicato nella demonstratio Numerio Negidio è
tenuto ex fide bona a fare nei confronti di Aulo Agerio) ! il giudice stabilisce secondo criteri di buona fede
quali sono gli obblighi a carico del convenuto. Sono azioni di buona fede quelle nascenti dai quattro contratti
consensuali (compravendita, locazione, società, mandato).
Iudicia stricta: azioni civili in personam, dovere giuridico di adempiere da parte del debitore espresso
nell’intentio con un oportere puro e semplice, non ex fide bona.
Azioni pretorie sono rimedi supplendi iuris civilis gratia: tutelano rapporti iure civili non specificamente
tutelati.
Azioni utiles: azioni nelle cui intentio si fa riferimento allo ius civile.
Azioni in factum: prescinde del tutto dal ius civile, nella formula la condanna o assoluzione si fa dipendere
dal verificarsi o no di certi eventi. Manca ogni riferimento a ius Quiritium, ius, oportere...
Actiones ficticiae: nell’intentio il giudice è incitato a giudicare sulla base di una finzione, come se esistesse
un elemento in effetti mancante, ma che secondo il ius civile sarebbe stato necessario per dar luogo ad una
situazione riconosciuta e tutelata.
Azioni con trasposizioni di soggetti: per dar modo al giudice di condannare il convenuto nonostante il difetto
nell’attore di legittimazione attiva, si indica nell’intentio il nome del

soggetto effettivamente legittimato e nella condemnatio il nome della parte che sta effettivamente in
giudizio al posto del legittimato.
Azioni in rem: la pretesa dell’attore è erga omnes affidandosi al giudice, nell’intentio, il compito di accertare
la spettanza all’attore di un potere assoluto sulla cosa per cui si controverte. Nell’intentio figura solo il nome
dell’attore, nella demonstratio figurano quello del convenuto e dell’attore insieme. La persona del
convenibile con azioni reali si determina al momento della litis contestatio, non a priori!l’azione reale segue
la cosa – è proponibile contro chi possieda il bene che ne è oggetto (es. rei vindicatio).
Azioni in personam: l’attore si afferma creditore ed assume che l’avversario è tenuto verso di lui ad un certo
comportamento. La pretesa attrice è specifica verso un soggetto determinato, il nome del convenuto figura
già nell’intentio con il nome dell’attore. La figura del debitore è determinata sin dal momento in cui sorge la
relativa obbligazione (es. condictio, giudizi di buona fede, azioni penali).
Es. formula condictio = intentio + condemnatio (actio certae creditae pecuniae se il credito è costituito da
una certa somma di denaro).
Diverso regime processuale. In caso di indefensio nelle azioni in personam il pretore può dare corso
all’esecuzione patrimoniale (missio in bona di tutti i beni dell’indefensu) o all’esecuzione personale. In caso
di azioni reali il convenuto deve consentire all’avversario l’esercizio di fatto del diritto che questi reclamava!
translatio possessionis – sanzioni se il convenuto non soddisfa neanche l’onere del trasferimento del possesso
– actio ad exhibendum per beni mobili, inderdicta vari per beni immobili.
Se una volta si agisce con actio in personam (intentio in ius concepta) la lite non è ripetibile ipso iure. Nel
caso di azioni reali l’azione è ipso iure ripetibile, ma il convenuto avrebbe opposto validamente l’exceptio rei
iudicatae vel in iudicium deductae.
Azioni arbitrarie: azioni la cui formula contiene una particolare clausola per cui il giudice, verificata
l’intentio, prima di procedere alla condanna pecuniaria avrebbe dovuto invitare il convenuto a restituire, e
condannarlo sono in caso di mancata restituzione (condanna sempre espressa in denaro) – giova a entrambe
le parti (l’attore consegue il vero oggetto della sua pretesa con la restituzione e il convenuto evita la
condanna ad un pagamento che potrebbe non essere in grado di affrontare). Se il convenuto su invito del
giudice non restituisce, l’importo della condanna pecuniaria è stabilito dall’attore sotto giuramento –
sicuramente avrebbe giurato un valore superiore a quello di mercato, aggiungendo un valore affettivo. Se
manca la clausola restitutoria il giudice deve condannare il convenuto pure se dopo la litis contestatio questi
soddisfa le giuste pretese dell’avversario!riferimento alla situazione giuridica al tempo della litis contestatio.
La clausola restitutoria esiste solo nelle azioni reali.
Azioni penali: azioni in personam, poenam persequimur. Il privato, vittima di un illecito, ne persegue
l’autore con una pena corporale o pecuniaria (nel processo formulare solo pecuniaria).
Azioni reipersecutorie: rem persequimur, persegue la res = ogni interesse patrimoniale che si assumeva leso,
chi agisce pretende di essere reintegrato!funzione risarcitoria.
Le azioni penali sono tutte reipersecutorie, quelle in personam no!riferimento al regime giuridico dell’azione.
Le azioni penali sono passivamente intrasmissibili (non si possono esercitare contro gli eredi dell’autore
dell’illecito) e sono cumulabili (in caso di + autori

dell’illecito, l’azione può essere esercitata per intero contro ognuno di essi, tutti devono pagare l’intera
pena!obbl. solidale cumulativa). Nelle azione reipersecutorie il cumulo è escluso: l’interessato che esige una
volta il risarcimento per intero deve ritenersi soddisfatto. Pena e risarcimento non sono incompatibili: è
quindi possibile cumulare azione penale e azione reipersecutoria se nascenti dallo stesso illecito; è
impossibile cumulare più azioni reipersecutorie.
Le azioni penali possono essere civili o pretorie (queste sono annali – entro un anno dall’illecito); possono
essere esperite in via nossale (es. azioni penali per gli illeciti commessi da soggetti a potestà!l’azione viene
data come noxalis contro l’avente potestà, il quale, se soccombente, è posto davanti all’alternativa di pagare
la pena prevista o dare a nossa il colpevole soggetto alla sua potestà tramite mancipatio)!noxa caput sequitur:
la responsabilità penale per i delitti segue la persona del colpevole.
Dagli inizi del principato inizia un processo di depenalizzazione del diritto privato:
➢ in id quod pervenit: contro gli eredi del colpevole può essere proposta azione non penale
nei limiti dell’arricchimento;
➢ deroghe al principio del cumulo tra azioni penali e reipersecutorie
➢ nossalità solo per schiavi e non più per filii familias
Actio iudicati: per l’esecuzione della sentenza nel processo per formulas soccorre l’actio iudicati, actio in
personam che presuppone una sentenza di condanna espressa in denaro, con conseguente obligatio iudicati, e
che il debitore non abbia adempiuto entro 30 giorni. Avviata la fase in iure dell’actio iudicati, se il convenuto
riconosce di essere tenuto, il pretore da corso all’esecuzione. Il convenuto può anche negare i presupposti
dell’actio, opponendo che non vi fosse stata alcuna valida sentenza di condanna, che i termini per
l’adempimento non fossero ancora trascorsi o di avere già adempiuto!azione di accertamento!l’infitiatio
comporta la condanna in duplum se la contestazione è infondata. Procedure esecutive contro il iudicatus
Esecuzione personale: il pretore pronunzia addictio del debitore in favore del creditore, autorizzandolo a
condurre il debitore nelle proprie carceri e tenerlo in stato di assoggettamento fino a quando altri non lo
avesse riscattato o lo stesso debitore non avesse riscattato il debito con il suo lavoro.
Esecuzione patrimoniale: inizia con la missio in bona, mediante la quale il pretore immette il creditore nel
possesso di tutti i beni del debitore!custodia e conservazione patrimonio. Il pretore dispone anche la
proscriptio, per dare notizia della procedura in corso a tutti gli altri eventuali creditori e dar loro l’opportunità
di intervenire (procedura concorsuale). Passati 30 giorni dalla proscriptio senza che il creditore fosse stato
soddisfatto, il debitore diviene infame. Intervenuti i creditori e trascorsi i termini della proscriptio, il pretore
può nominare un curator bonorum per gestire in via provvisoria il patrimonio del debitore. I creditori
designano un magister bonorum, che prepara la vendita all’asta del patrimonio, stabilendone le condizioni !
approvazione del pretore. Vince l’asta chi offre di pagare la più alta percentuale di debiti = bonorum emptor
subentra dal lato attivo e da quello passivo nella situazione giuridica patrimoniale del debitore, considerato
successore iure pretorio del debitore. Le azioni sono le stesse che spetterebbero al debitore, adattate
attraverso una fictio (formula in cui si invita il giudice a giudicare come se il bonorum emptor fosse l’erede
del debitore) o attraverso una formula con trasposizione di soggetti.

Procedure esecutive in assenza di giudicato: si può dar luogo alle procedure esecutive anche a prescindere
dal preventivo esercizio dell’actio iudicati (es. per i convenuti che ricusano di se difendere nelle azioni in
personam, vocatus in ius che non segue l’attore nel luogo del giudizio, assenti per cui nessuno assume la
defensio...)
Cessio bonorum: cessione volontaria di tutto il patrimonio ai creditori, consentita al debitore insolvente
perché sfortunato!avranno luogo procedura concorsuale, vendita all’asta e acquisto dei beni ad un bonorum
emptor, ma non proscriptio, esecuzione personale e infamia.
Distractio bonorum: il pretore nomina un curator bonorum per alcuni incapaci, il quale provvede a vendere
singoli cespiti ereditare fino a soddisfare i creditori con il ricavato. Interdicta: ordini processuali che vietano
determinati comportamenti, emessi su domanda di un privato contro altro privato. Agli inizi di trattava di
divieti perentori del magistrato, poi divennero ordini condizionati: proibitoria, restitutoria o exhibitoria.
Il pretore procede ad esame sommario delle ragioni degli interessati ma l’interdictum è molto articolato,
facendo riferimento ai presupposti che lo giustificano!se l’intimato riconosce l’esistenza di quei presupposti,
obbedisce all’ordine del magistrato. Se no si da luogo ad un accertamento. Gli interdicta sono tipici, previsti
nell’editto caso per caso.
In integrum restitutio: rimedio pretorio corrigendi iuris civilis gratia. Comporta il ripristino della situazione
giuridica quale era prima dell’evento i cui effetti giuridici il pretore vuole rimuovere. Procedimento:
contradditorio tra le parti, il pretore accerta se sussistono o no le ragioni per la concessione della restitutio. Il
pretore non avrebbe potuto rendere nulli effetti giuridici già prodotti iure civili, concede solo mezzi
giudiziari tali da neutralizzare gli effetti senza formalmente annullarli. I casi in cui il pretore avrebbe fatto
ricorso ad in integrum restitutio sono solitamente indicati nell’editto.
Cautiones (stipulations praetoriae): espedienti pretori per colmare le lacune del ius civile, vi si ricorre in casi
determinati per i quali manca un obbligo giuridicamente sanzionato al compimento di una certa prestazione e
il pretore ritiene equo che quell’obbligo ci sia.
Su istanza dell’interessato compiuti gli accertamenti, il pretore impone alla parte contro cui è stata avanzata
l’istanza di obbligarsi con stipulatio, promettendo all’avversario la prestazione!nasce obligatio iuris civilis,
sanzionata da actio ex stipulatu – l’obbligo giuridicamente mancante scaturisce così da un contratto
riconosciuto iure civili.
I contenuti della cautiones sono previsti nell’editto pretorio.
Missiones in possessionem: disposte dal pretore con decretum, su postulatio dell’interessato e previa cognitio
pretoria per l’accertamento dei suoi presupposti. Con la missio, l’istante è autorizzato ad immettersi in
possessionem o di un singolo bene o di un complesso patrimoniale. Missio concessa solo nelle ipotesi per cui
l’editto le prevede.
342 viene formalmente abolito il processo formulare. Sostituito dalle cognitio extra ordinem.
Augusto stabili la competenza dei consoli per le controversie relative ai fedecommessi! cognitio extra
ordinem, processo né per formulas, né per legis actiones.
Organi competenti a giudicare extra ordinem: nelle province è competente il governatore, a Roma sono
competenti sia magistrati dell’ordine costituzionale repubblicano, sia funzionari direttamente nominati e
dipendenti dal principe. Il princeps prese ad intervenire nei giudizi privati: su istanza degli interessati dava
pareri vincolanti ed emanava rescritti.

Nelle chiamate in giudizio interveniva un organo pubblico: il convenuto che non si presentava in udienza
dopo esservi stato chiamato era considerato contumace, non obbediente all’invito dell’organo investito di
pubblica autorità. Il giudizio si sarebbe svolto nonostante la sua assenza, ma il giudice avrebbe dovuto
comunque valutare per quanto possibile le ragioni dell’assente.
Il processo non era diviso nelle due fasi in iure e apud iudicem, il giudizio si svolgeva tutto dinanzi a un
organo pubblico, investito anche del potere di emanare la sentenza.
Non esiste alcuna litis contestatio simile a quella formulare, gli effetti conservativi nascono dalla chiamata in
giudizio, gli effetti preclusivi dalla sentenza.
Alla sentenza extra ordinem si attribuiscono effetti pregiudiziali positivi: se la questione già decisa fosse
stata riproposta davanti ad altro giudice, questi avrebbe dovuto conformarsi al precedente giudicato.
La cognitio è caratterizzata dalla massima libertà di apprezzamento del giudice sia per quanto riguarda il
merito della lite sia per quanto riguarda la conduzione del procedimento. Assente ogni formalismo: l’attore
illustra le proprie ragioni, il convenuto oppone la sua difesa (praescriptio).
Nella sentenza la condanna poteva anche non essere espressa in denaro. Quando la sentenza è di condanna
pecuniaria si da luogo alla procedura esecutiva!il giudice extra ordinem avrebbe potuto evitare esecuzione
personale e bonorum venditio disponendo il pignoramento e la vendita di singoli beni del soccombente per
soddisfare le ragioni dell’altra parte.
Processo postclassico e giustinianeo
Gli organi preposti alle nuove circoscrizioni territoriali (praeses per province, vicario per diocesi) sono gli
organi giudiziari competenti territorialmente, in primo o secondo grado. L’imperatore decide in ultima
istanza.
Vengono introdotte le spese giudiziarie, sono eliminate le carceri private, perde significato la distinzione tra
azioni civili e pretorie, permane la differenza tra azioni di stretto diritto e di buona fede, a cui vengono
assimilate le azioni arbitrarie

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