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Capitolo

10 Il processo di cognizione
davanti al tribunale

Sezione Prima
LA FASE INTRODUTTIVA

1 Il processo di cognizione

CC Per disciplinare il processo di cognizione, ossia il processo nel quale il giu-


dice chiamato ad accertare la situazione di fatto esistente tra le parti, a indi-
viduare le norme giuridiche da applicare e a decidere con sentenza, il legisla-
tore ha dettato una disciplina-tipo valida per ogni processo di cognizione da-
vanti a ciascun giudice in tutti i gradi, integrata con le regole specifiche richie-
ste dalle particolarit proprie dei singoli tipi di giudice o del singolo grado di
giudizio.
CC Per la disciplina tipica del processo di cognizione il legislatore ha scelto il
giudizio di gran lunga pi frequente, che si svolge davanti al giudice la cui
sfera di competenza pi ampia, ossia il giudizio di primo grado davanti al
tribunale.
CC A questo giudizio dedicato il Primo Titolo del secondo Libro del Codice.
CC Al primo Titolo segue un titolo secondo dedicato al procedimento davanti giu-
dice di pace (artt. 311-322 c.p.c.). Tale procedimento, per tutto ci che non
regolato nel presente Titolo o in altre espresse disposizioni, retto dalle nor-
me relative al procedimento davanti al tribunale in composizione monocrati-
Principi generali ca, in quanto applicabili (art. 311 c.p.c.).
CC Pertanto, il procedimento davanti al giudice di pace retto dalle norme che di-
sciplinano il procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica,
se il singolo istituto non regolato espressamente da una disposizione ad hoc
dettata per il processo davanti al giudice di pace, oppure se la disciplina del
singolo istituto, in quanto contrastante con le caratteristiche generali della di-
sciplina o della funzione del giudice di pace, risulti inapplicabile.
CC Anche la disciplina dellappello limitata alle particolarit proprie di questa
fase di giudizio ed integrata da una norma di richiamo generale (art. 359
c.p.c.) che dispone testualmente cos: Nei procedimenti dappello davanti alla
Corte o al tribunale si osservano, in quanto applicabili, le norme dettate per il
procedimento in primo grado davanti al tribunale, se non sono incompatibili
con le disposizioni del presente capo. La tecnica la stessa di cui il legisla-
tore si servito per i giudizi innanzi al giudice di pace e al tribunale in compo-
sizione monocratica: la disciplina (paradigmatica) del procedimento innanzi al
tribunale in primo grado si applica in quanto non incompatibile con le disposi-
zioni previste dalla disciplina specifica dellappello e in quanto applicabile, os-
sia non in contrasto con la struttura e la funzione dellistituto.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 107

Schema n. 14
Fasi del processo di cognizione

Fase preparatoria o introduttiva


Si svolge prevalentemente su attivit delle parti e comprende la notifica dellatto introduttivo del
giudizio e la costituzione delle parti

Fase istruttoria
Ha inizio con la prima udienza ex art. 183 c.p.c. e comprende le attivit processuali necessarie
perch la causa possa essere decisa

Trattazione: attivit diretta allesposizio- Istruzione probatoria: attivit diretta


ne e discussione delle domande e delle allacquisizione delle prove
eccezioni che si suddivide in:
momento preparatorio
trattazione vera e propria

Fase decisoria
Caratterizzata dallemissione della sentenza da parte del giudice

2 Latto di citazione (artt. 163-164 c.p.c.)

CC Latto di citazione latto introduttivo del giudizio con il quale lattore propone
la domanda chiedendo tutela di un proprio diritto nei confronti del convenuto (edi-
tio actionis), mettendo questultimo in condizione di esercitare la propria difesa in
causa invitandolo a comparire a una determinata udienza fissata dallattore stes-
so (vocatio in ius).
Generalit
CC Destinatario dellatto di citazione non solo il convenuto, nei cui confronti pro-
posta la domanda, ma anche il giudice, che su di essa deve pronunciarsi (Man-
drioli).
CC La citazione deve essere portata a conoscenza del convenuto attraverso la no-
tificazione e a conoscenza del giudice attraverso liscrizione a ruolo.

1) lindicazione del tribunale davanti al quale la doman-


da proposta;
2) il nome, il cognome, la residenza e il codice fiscale
dellattore, il nome, il cognome, il codice fiscale, la
CC La domanda si propone
residenza o il domicilio o la dimora del convenuto e
Contenuto mediante citazione a
delle persone che rispettivamente li rappresentano
(art. 163 c.p.c.) comparire a udienza fis-
o li assistono. Se lattore o il convenuto una per-
sa e deve contenere:
sona giuridica, unassociazione non riconosciuta o
un comitato, la citazione deve contenere la denomi-
nazione o la ditta con lindicazione dellorgano o
dellufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio;

108 Capitolo 10
3) la determinazione della cosa oggetto della doman-
da, ossia il bene materiale di cui lattore chiede lat-
tribuzione (c.d. petitum immediato);
4) lesposizione dei fatti e degli elementi di diritto costi-
tuenti le ragioni della domanda (c.d. causa peten-
di), con le relative conclusioni, ossia il provvedimen-
to che lattore chiede al giudice di pronunciare (c.d.
petitum mediato);
5) lindicazione specifica dei mezzi di prova dei quali lat-
CC La domanda si propone tore intende valersi e dei documenti che offre in co-
mediante citazione a municazione;
Contenuto comparire a udienza fis- 6) il nome e il cognome del procuratore e lindicazione
(art. 163 c.p.c.) sa e deve contenere: della procura, qualora questa sia stata gi rilasciata;
7) lindicazione del giorno delludienza di comparizio-
ne; linvito al convenuto a costituirsi nel termine di
20 giorni prima delludienza indicata ai sensi e nel-
le forme stabilite dallart. 166 c.p.c., ovvero di 10
giorni prima in caso di abbreviazione dei termini, e
a comparire, nelludienza indicata, dinanzi al giudi-
ce designato ai sensi dellart. 168bis c.p.c., con lav-
vertimento che la costituzione oltre i suddetti termi-
ni implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c.

CC Latto di citazione deve poi essere consegnato allufficiale giudiziario, il quale lo


notifica a norma degli artt. 137 ss. c.p.c.

la litispendenza, cui si ricollegano anche gli istituti del-


la continenza e della connessione;
CC La notifica della citazio- la perpetuatio iurisdictionis, ossia la fissazione del
ne al convenuto segna momento determinante per la valutazione dei presup-
il momento iniziale posti di giurisdizione e competenza del giudice adito,
della pendenza della rendendo irrilevanti successive modificazioni dei pre-
Notificazione
lite. Da questo momen- supposti di fatto o di diritto (art. 5 c.p.c.);
to si determinano gli ef-
fetti dellatto di citazio-
linterruzione della prescrizione (art. 2943 c.c.);
ne, quali, ad esempio: la sospensione della prescrizione fino al passaggio in
giudicato della sentenza (art. 2945 c.c.);
limpedimento della decadenza (art. 2966 c.c.).

CC Nella scelta della data di prima udienza da indicare nellatto di citazione, lattore
deve rispettare i termini dilatori previsti dellart. 163bis c.p.c., i quali hanno lo
scopo di garantire al convenuto un periodo minimo di tempo per la predisposi-
zione delle proprie difese. Si deve trattare di termini liberi, per cui non deve cal-
colarsi n il termine iniziale n il termine finale.
CC Tra il giorno della notifica della citazione e quello delludienza di comparizione de-
Termini per vono intercorrere termini liberi non minori di 90 giorni, se il luogo della notifica-
comparire zione si trova in Italia, e di 150 giorni se si trova allestero.
CC In caso di urgenza, il presidente pu, su istanza dellattore, abbreviare i termini di
comparizione fino alla met, alla riduzione dei termini di comparizione consegue au-
tomaticamente anche la riduzione dei termini di costituzione di attore e convenuto.
CC Per impedire condotte dilatorie dellattore, il quale abbia indicato, per la prima
udienza, una data molto avanti nel tempo, lart. 163bis, co. 3, c.p.c. prevede la
possibilit, per il convenuto, di chiedere lanticipazione delludienza.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 109

se manca o assolutamente incerto uno dei re-


quisiti stabiliti nei numeri 1) e 2) dellart. 163 (in-
dicazione dellAutorit giudiziaria e delle parti);
se manca lindicazione della data delludienza di
CC La citazione nulla, ai sen- comparizione;
si dellart. 164, co. 1, c.p.c.:
se stato assegnato un termine a comparire in-
feriore a quello stabilito dalla legge;
se manca lavvertimento previsto dal n. 7) dellart.
163.

CC In queste ipotesi, se il convenuto non si costituisce il giudice, rilevata la nulli-


Vizi della voca-
t della citazione, ne dispone dufficio la rinnovazione entro un termine perento-
tio in ius
rio. La rinnovazione sana i vizi, e gli effetti processuali e sostanziali della doman-
da si producono sin dal momento della prima notificazione. Se, invece, la rinno-
vazione non viene eseguita, il giudice ordina la cancellazione della causa dal ruo-
lo e il processo si estingue a norma dellart. 307, co. 3, c.p.c., con la conseguen-
za che gli effetti processuali e sostanziali della domanda non si produrranno.
CC Se il convenuto si costituisce, la costituzione sana i vizi della citazione. Tutta-
via, se il convenuto ritiene, in concreto, di non aver potuto predisporre tempesti-
vamente le proprie difese a causa dellinosservanza del termine a comparire o del-
la mancanza dellavvertimento, il giudice fissa una nuova udienza nel rispetto dei
termini, ma se il giudice, nonostante leccezione del convenuto, omette di fissare
la nuova udienza, la sanatoria non si verifica e la nullit permane (Cass. 9150/2004).

CC La citazione altres nulla per omissio-


ne o assoluta incertezza delloggetto
della domanda (art. 164, co. 4, c.p.c.), se il convenuto non si costituisce, as-
vale a dire dei requisiti di cui ai nn. 3 e 4 segna allattore un termine perento-
dellart. 163, co. 3, c.p.c., che riguarda- rio per rinnovare la citazione, fissan-
no leditio actionis (compresa lindividua- do anche il giorno delludienza;
zione delle parti e il petitum immediato),
se il convenuto si costituisce, fissa
la cui mancanza rende la domanda ini-
un termine perentorio per integrare
Vizi delleditio donea a far conoscere al convenuto log-
la domanda.
actionis getto della domanda dalla quale deve di-
fendersi. In questi casi, il giudice:

CC Se la rinnovazione o lintegrazione avvengono, la sanatoria opera ex nunc, os-


sia non ha efficacia retroattiva, con la conseguenza che alle decadenze matura-
te nel frattempo non pi possibile porre rimedio (Cass. 11149/1998).
CC Se, invece, la rinnovazione o lintegrazione non avvengono, si ha lestinzione
del processo in caso di mancata rinnovazione, o la nullit nel caso della man-
cata integrazione.

Osservazioni

Se il vizio investe addirittura lesistenza dellatto, non possibile alcuna sanatoria. Lunico caso di
citazione inesistente la citazione priva di sottoscrizione. Linesistenza dellatto comporta che
(Cerino Canova):
lufficiale giudiziario ha il dovere di rifiutare la notificazione;
il cancelliere deve rifiutare di ricevere gli atti e i documenti necessari per la costituzione dellat-
tore a norma dellart. 165 c.p.c., poich la carenza della citazione li rende incompleti;
il presidente della sezione al quale presentato il fascicolo dufficio deve rifiutare la designa-
re il giudice istruttore.

110 Capitolo 10
La Cassazione esclude il difetto di sottoscrizione nel caso in cui il procuratore abbia sottoscritto
soltanto lautenticazione della firma della parte (Cass. 293/1974), nonch nel caso in cui la firma
manchi solo nella copia notificata alla controparte (Cass. 802/1987).

Schema n. 15
schema generale del processo civile

Per disciplinare il processo di cognizione il legislatore ha dettato una disciplina-tipo valida per
ogni processo di cognizione davanti a ciascun giudice in tutti i gradi, integrata con le regole spe-
cifiche richieste dalle particolarit proprie dei singoli tipi di giudice o del singolo grado di giudizio
nonch integrata con la disciplina autonoma del giudizio di cassazione

a questo giudizio il legislatore ha dedicato il titolo I del li-


Per la disciplina del proces- bro II del codice, includendo la disciplina delle eventua-
so di cognizione il legisla- li vicende anormali del processo
tore ha scelto il giudizio pi la disciplina del procedimento davanti al giudice di pace
frequente, che si svolge da- e davanti al tribunale in composizione monocratica, non-
vanti al giudice la cui sfera ch del giudizio dappello, stata condensata in alcune
di competenza pi ampia, norme dedicate a ciascuno di questi procedimenti, inte-
ossia il giudizio di primo grate da norme di richiamo alla disciplina del processo
grado davanti al tribunale: di primo grado davanti al tribunale per tutti i casi in cui
non sia derogata dalle suddette norme particolari

Il titolo II dedicato al procedimen- che il singolo istituto sia regolato espressamente


to davanti giudice di pace (artt. da disposizioni diverse che sostituiscono quelle
311-322), retto dalle norme che di- dettate per il procedimento innanzi al tribunale
sciplinano il procedimento davan-
ti al tribunale in composizione mo- che la disciplina del singolo istituto, in quanto con-
nocratica se non si verifichi una trastante con le caratteristiche generali della di-
delle due seguenti circostanze: sciplina o della funzione dei giudici unipersonali,
risulti in pratica non applicabile

Lart. 359 c.p.c. dispone che nei procedimenti dap- in quanto non incompatibile con
pello si osservano, in quanto applicabili, le norme le disposizioni previste dalla di-
dettate per il procedimento in primo grado davanti al sciplina specifica dellappello
tribunale, se non sono incompatibili con le disposi- in quanto applicabile, ossia non
zioni del presente capo. La disciplina del procedi- in contrasto con la struttura e
mento davanti al tribunale in primo grado si applica: la funzione dellistituto

Il titolo IV del libro II de-


La disciplina di queste controversie configura un tipo parti-
dicato alle controversie
colare di processo di cognizione articolato con caratteristi-
in materia di lavoro non-
che sue proprie, e ci gli conferisce, nonostante la sua col-
ch di previdenza e assi-
locazione, i caratteri di un procedimento speciale
stenza

Il processo di cognizione davanti al tribunale 111

Schema n. 16
Casi di nullit degli atti introduttivi

Latto di citazione nullo

In caso di mera affermazione dellesistenza di un credito senza indicazione dellesat-


to ammontare

Nel caso in cui manchi lindicazione del termine entro il quale deve avvenire la tem-
pestiva costituzione in giudizio, sia lavvertimento che la costituzione, oltre il termi-
ne stesso, determina la decadenza di eventuali domande riconvenzionali di eccezioni
processuali e di merito non rilevabili dufficio (art. 163, n. 7, c.p.c.)

Nel caso in cui manchi lindicazione del termine entro il quale deve avvenire la tem-
pestiva costituzione in giudizio, sia lavvertimento che la costituzione, oltre il termi-
ne stesso, determina la decadenza di eventuali domande riconvenzionali di eccezioni
processuali e di merito non rilevabili dufficio (art. 163, n. 7, c.p.c.)

In caso di assoluta incertezza sulloggetto della domanda, che si verifica quando man-
chino del tutto le conclusioni in ordine alloggetto della domanda ma anche quando alcu-
ne indicazioni sono state fornite ma sono contraddittorie o insufficienti, tanto che da esse
impossibile dedurre con precisione, secondo il libero apprezzamento del giudice, lele-
mento della domanda attrice richiesto dalla legge

Allorch manchino del tutto o siano assolutamente indecifrabili le conclusioni o


quando siano contraddittorie

Nel caso di difformit tra la copia notificata e loriginale (ad es., per la diversa indi-
cazione del giudice); infatti, la validit dellatto deve essere valutata con riferimento alla
copia notificata, poich la parte destinataria dellatto non ha il dovere di eliminare le in-
certezze o di colmare le lacune dellatto medesimo che le viene consegnato e deve rife-
rirsi solo al contenuto di esso per svolgere le attivit processuali conseguenti alla chia-
mata in giudizio, con leffetto che, in caso di discordanza tra loriginale e la copia dellat-
to notificato, assume rilievo il testo che risulta nella copia perch su questa che la par-
te evocata regola il suo comportamento processuale

3 La costituzione dellattore e del convenuto

CC La costituzione in giudizio latto con cui lattore e il convenuto, ossia i soggetti


che sono divenuti parti del processo a seguito della notifica dellatto di citazione,
assumono la presenza ufficiale nel processo depositando in cancelleria il
Costituzione in fascicolo contenente gli atti introduttivi.
giudizio CC La parte non costituita dichiarata contumace, mentre la parte che, pur essen-
dosi costituita, non compare alle udienze, si dice assente.
CC La regolarit della costituzione verificata dufficio dal giudice istruttore alla pri-
ma udienza.

112 Capitolo 10
CC Per lattore la costituzione in giudizio lulteriore atto di impulso che deve com-
piere per far proseguire il processo dopo la notifica della citazione.
Costituzione in
giudizio CC La costituzione del convenuto un atto analogo alla costituzione dellattore, con
la differenza che il convenuto entra in un processo il cui oggetto gi stato de-
terminato dallattore.

CC Lattore, entro 10 giorni dalla no-


tifica della citazione al convenu-
to (o entro 5 giorni, in caso di ab-
la nota di iscrizione a ruolo;
breviazione dei termini), deve il proprio fascicolo contenente loriginale del-
costituirsi in giudizio a mezzo di la citazione, la procura rilasciata al difensore
un avvocato, o personalmente e i documenti che intende utilizzare nel pro-
nei casi consentiti dalla legge, cesso.
depositando in cancelleria:
Costituzione CC Se si costituisce personalmente, lattore deve dichiarare la residenza o elegge-
dellattore (art. re domicilio nel comune dove ha sede il tribunale.
165 c.p.c.)
CC Se la citazione notificata a pi persone, loriginale della citazione deve essere
inserito nel fascicolo entro dieci giorni dallultima notificazione.
CC Ai sensi dellart. 74 disp. att. c.p.c., la sottoscrizione dellindice del fascicolo da
parte del cancelliere attesta la regolarit della esibizione degli atti e dei documen-
ti che la parte vi inserisce, nonch la data dellesibizione, con lo scopo di mettere
i documenti esibiti a disposizione della controparte in modo che la stessa possa
esercitare il diritto di difesa: lomissione di tale attestazione, in mancanza di con-
testazioni sullesibizione o sui documenti, costituisce una mera irregolarit forma-
le, che non preclude lutilizzazione dei documenti nel giudizio (Cass. 4898/2007).

CC Il convenuto deve costituirsi a la comparsa di risposta (art. 167 c.p.c.). Il de-


mezzo di un avvocato, o perso- posito della comparsa di risposta essenzia-
nalmente nei casi consentiti dal- le per la valida costituzione del convenuto;
Costituzione la legge, almeno 20 giorni pri- la copia della citazione notificata. Il deposito
del convenuto ma delludienza di comparizio- della copia notificata dellatto di citazione
(artt. 166 e 167 ne fissata nellatto di citazione necessario solo se lattore non si costituito
c.p.c.) (o almeno 10 giorni prima, nel o non ha depositato loriginale della citazione;
caso di abbreviazione di termi-
ni), depositando in cancelleria il la procura rilasciata al difensore;
proprio fascicolo contenente: i documenti che intende utilizzare nel processo.
CC La comparsa di risposta il primo atto difensivo del convenuto ed , come la ci-
tazione, un atto doppiamente recettizio, poich indirizzato allattore e al giudice.

proporre tutte le sue difese, prendendo posizione sui


fatti posti dallattore a fondamento della domanda; la
non contestazione ha effetti vincolanti per il giudice,
il quale deve astenersi da qualsivoglia controllo pro-
Comparsa di ri- batorio del fatto non contestato e ritenerlo sussisten-
sposta: funzio- te, poich latteggiamento difensivo del convenuto
ne e contenuto CC Nella comparsa di rispo-
esclude il fatto stesso dallambito degli accertamen-
(art. 167 c.p.c.) sta il convenuto deve
ti richiesti (Cass. 5356/2009). La nuova formulazio-
(art. 167 c.p.c.):
ne dellart. 115, co. 1, c.p.c. ad opera della L. 69/2009,
che prevede il dovere del giudice di porre a fonda-
mento della decisione anche i fatti non specifica-
mente contestati dalla parte costituita, conferma
lonere, a carico delle parti, di prendere posizione in
maniera specifica sui fatti allegati dalla controparte;

Il processo di cognizione davanti al tribunale 113

indicare le proprie generalit e il codice fiscale, i


mezzi di prova di cui intende valersi e i documenti
che offre in comunicazione;
formulare le conclusioni;
proporre, a pena di decadenza, le eventuali doman-
de riconvenzionali e le eccezioni processuali e
di merito non rilevabili dufficio. Se omesso o
assolutamente incerto loggetto o il titolo della do-
Comparsa di ri- manda riconvenzionale, il giudice assegna al con-
CC Nella comparsa di rispo- venuto un termine perentorio per integrarla. Resta-
sposta: funzio-
sta il convenuto deve no ferme le decadenze maturate e salvi i diritti ac-
ne e contenuto
(art. 167 c.p.c.): quisiti anteriormente allintegrazione;
(art. 167 c.p.c.)
chiamare un terzo in causa, chiedendo la fissa-
zione di una nuova udienza ex art. 269 c.p.c. Il prov-
vedimento del giudice di fissazione di una nuova
udienza per consentire la citazione del terzo nel pro-
cesso, chiesta tempestivamente dal convenuto,
discrezionale, potendo il giudice rifiutare di fissare
una nuova prima udienza per ragioni di economia
processuale e per motivi di ragionevole durata del
processo (Cass. 4309/2010).
CC Lart. 168bis, co. 5, c.p.c. prevede il potere del giudice di differire la data della
prima udienza fino a un massimo di 45 giorni, allo scopo di consentire al giu-
dice di organizzare il suo ruolo e potersi presentare alla fase preliminare in cui
Differimento ha luogo il libero interrogatorio delle parti con la piena conoscenza degli atti in-
delludienza troduttivi e quindi del thema decidendum.
(art. 168bis, co. CC Lart. 168bis, co. 4, c.p.c. prevede invece che se nel giorno fissato per la com-
4 e 5, c.p.c.) parizione il giudice istruttore designato non tiene udienza, la comparizione delle
parti dufficio rimandata alludienza immediatamente successiva tenuta dal giu-
dice designato. In questo caso, il termine di costituzione del convenuto rimane
ancorato al giorno delludienza originariamente fissata (Cass. 4030/2009).

4 Notificazioni e comunicazioni (art. 170 c.p.c.)


CC Lart. 170 c.p.c. stabilisce che, dopo la costituzione in giudizio, tutte le noti-
ficazioni e le comunicazioni si fanno al difensore, salvo che la legge dispon-
ga altrimenti. sufficiente la consegna di una sola copia dellatto anche se il pro-
Destinatari curatore costituito per pi parti.
CC Le notificazioni e le comunicazioni alla parte costituita personalmente si fan-
no nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto.
CC Le comparse e le memorie si comunicano mediante deposito in cancelleria, op-
pure mediante notificazione o mediante scambio documentato con lapposizio-
ne sulloriginale, in calce o in margine, del visto della parte o del procuratore.
CC Il giudice pu autorizzare per singoli atti, in qualunque stato e grado del giudizio,
che lo scambio o la comunicazione avvengano a mezzo fax o posta elettroni-
Modalit ca certificata. A tal fine, il difensore indica nel primo scritto difensivo utile il nu-
mero di telefax o lindirizzo di posta elettronica certificata presso cui dichiara di
voler ricevere le comunicazioni (ex art. 125 c.p.c., come modificato ex D.L.
138/2011, conv. in L. 148/2011).
Ai sensi dellart. 136, co. 4, c.p.c., inserito ex D.L. 138/2011, conv. in L. 148/2011,
tutte le comunicazioni alle parti devono essere effettuate a mezzo telefax o a
mezzo posta elettronica.

114 Capitolo 10
Schema n. 17
Notificazioni e comunicazioni nel corso del procedimento

Dopo la costituzione in giudizio tutte le notificazioni


e le comunicazioni si fanno al difensore, salvo che
la legge disponga altrimenti

sufficiente la consegna di una sola copia dellatto


anche se il difensore costituito per pi parti

Le notificazioni e le comunicazioni alla parte che si


costituita personalmente si fanno nella residenza
dichiarata o nel domicilio eletto

mediante deposito in cancelleria


mediante notificazione
mediante scambio documentato
Le comparse e le memorie difensive si comunicano
con lapposizione sulloriginale, in
calce o in margine, del visto della
parte o del procuratore

Il giudice pu autorizzare che lo scambio possa av-


venire a mezzo fax o posta elettronica

5 Iscrizione della causa a ruolo e formazione del fascicolo duffi-


cio (art. 168 c.p.c.)

iscrive la causa nel ruolo generale (art. 168 c.p.c.),


ossia il registro sul quale devono essere annotati cro-
CC Allatto della costitu- nologicamente dal cancelliere gli elementi di identifica-
zione dellattore o, zione dei singoli affari contenziosi civili, ossia delle sin-
se questi non si gole cause, con lindicazione dei nomi delle parti e
costituito, della co- delloggetto, in ordine cronologico e seguendo una nu-
stituzione del con- merazione progressiva che attribuisce alla causa un nu-
Iscrizione a ruolo venuto, su presen- mero di ruolo, col quale la causa stessa potr essere
tazione di unappo- facilmente individuata;
sita istanza scritta forma il fascicolo dufficio, nel quale inserisce la nota
della parte (la c.d. discrizione a ruolo, copia dellatto di citazione, delle
nota discrizione a comparse e delle memorie in carta non bollata e, suc-
ruolo), il cancelliere: cessivamente, i processi verbali dudienza, i provve-
dimenti del giudice, gli atti di istruzione e la copia del
dispositivo delle sentenze.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 115

CC Formato il fascicolo dufficio il cancelliere lo presenta al Presidente del


tribunale il quale designa il giudice istruttore davanti al quale le parti
devono comparire. Se nel giorno fissato per la comparizione il giudice
istruttore designato non tiene udienza, la comparizione delle parti ri-
Giudice istruttore mandata dufficio alludienza immediatamente successiva tenuta dal
giudice designato.
CC Il giudice istruttore pu differire la data della prima udienza fino a un
massimo di 45 giorni e in tal caso il cancelliere comunica alle parti co-
stituite la nuova data della prima udienza (art. 168bis c.p.c.).

Schema n. 18
Iscrizione della causa a ruolo
e formazione del fascicolo dufficio

Liscrizione a ruolo latto con cui si determina la presa di contatto


delle parti con lufficio presso il quale la causa viene incardinata

Liscrizione a ruolo pu avvenire su iniziativa dellattore o del convenuto

Viene formato un fascicolo dufficio nel quale devono essere inseriti gli atti processuali

Lart. 168 c.p.c. consente che, in relazione a una determinata controversia,


abbia luogo una sola volta liscrizione a ruolo

6 Ritardata costituzione delle parti

Lart. 171 c.p.c. disciplina le conseguenze della mancata o tardiva costituzione delle parti. Le ipotesi
prospettabili sono le seguenti.

CC La causa non viene iscritta sul ruolo del giudice e, pertanto, la contro-
versia non si incardina davanti ad alcun ufficio giudiziario, n vi pu es-
sere un giudice che sia titolare della cognizione della causa.
Nessuna delle parti si co-
stituisce CC Il giudizio entra in uno stato di quiescenza (art. 307 c.p.c.) dal quale pu
uscire se riassunto nel termine perentorio di tre mesi a far data dal prov-
vedimento del giudice. Il termine di tre mesi va calcolato tenendo conto
del termine di sospensione del periodo feriale di cui allart 1, L. 742/1969.

CC Alla prima udienza il giudice ordina la cancellazione della causa dal


Costituzione tardiva di ruolo (artt. 171 e 307 c.p.c.).
una parte e mancata co- CC Se lattore si costituisce tardivamente, ma entro 20 giorni dalla data
stituzione dellaltra della prima udienza, si dovrebbe escludere la cancellazione della cau-
sa dal ruolo.

116 Capitolo 10
CC Nellipotesi in cui lattore provveda a costituirsi oltre il termine dei 20
Costituzione tardiva di giorni ma in modo tale da consentire lo svolgimento della prima udien-
una parte e mancata co- za, la cancellazione non necessaria, poich il convenuto potrebbe
stituzione dellaltra comparire ed eccepire la tardivit della costituzione dellattore, ottenen-
do la fissazione di una nuova udienza.

CC esclusa la cancellazione della causa dal ruolo, poich il vizio di costi-


Costituzione tardiva di
tuzione sanato dal raggiungimento dello scopo che la disciplina della
entrambe le parti
costituzione si prefigge, ossia la partecipazione delle parti al processo.

CC Il convenuto pu costituirsi fino alla prima udienza, evitando la decla-


Costituzione tardiva del
ratoria di contumacia ma incorrendo nelle decadenze di cui allart. 167
convenuto e tempestiva
c.p.c. (proporre domande riconvenzionali ed eccezioni processuali e di
dellattore
merito non rilevabili dufficio e chiamare in causa terzi).

CC Se il convenuto si costituito tempestivamente e ha, cos, perfeziona-


Costituzione tardiva del
to la richiesta di iscrizione della causa sul ruolo del giudice, lattore po-
lattore e tempestiva del
tr costituirsi tardivamente fino alla prima udienza, evitando cos la de-
convenuto
claratoria di contumacia e lestinzione del processo.

Osservazioni

Se solo una delle parti si costituita tempestivamente, laltra parte, se non si costituisce neppure
in udienza, dichiarata contumace con ordinanza pronunciata dal giudice (art. 171, co. 3, c.p.c.).
Se non si costituisce il convenuto a causa di un vizio che ha determinato la nullit della notifica del-
la citazione, il giudice dovr assegnare allattore un termine perentorio, entro il quale lattore deve
rinnovare la citazione. La contumacia, pertanto, la situazione di inattivit che deriva dalla man-
cata costituzione di una parte, ossia la situazione nella quale si viene a trovare una parte che, dopo
aver proposto la domanda o, pi frequentemente, dopo essere stata regolarmente citata, non si
costituisce neppure alla prima udienza.
La contumacia della parte non costituita pu essere pronunciata dal giudice quando sia decorsa
almeno unora dallapertura delludienza (art. 59 disp. att. c.p.c.).

Sezione Seconda
LA FASE DELLISTRUZIONE E LE SUE SOTTOFASI

1 Istruzione e trattazione

CC Con la costituzione delle parti, o di una di esse, si esaurisce la fase introdut-


tiva del processo di cognizione, con la quale si realizza il contatto giuridico
tra le parti e il giudice.
CC A questa fase segue la fase di istruzione, che inizia nella prima udienza di
comparizione-trattazione ex art. 183 c.p.c. e comprende tutte le attivit pro-
Generalit
cessuali compiute dalle parti e dal giudice prima della terza e ultima fase,
quella decisoria.
CC La fase istruttoria consente di precisare i contorni delle domande delle parti
e di acquisire tutti gli elementi necessari per la decisione della causa, ossia
di rendere la causa matura per la decisione.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 117

CC la trattazione, che ha la particolare funzione della prima presa di conoscen-


za delle domande con limpostazione dei relativi problemi, compresi quelli ri-
guardanti leventuale necessit di precisazioni o di ampliamento nonch di
ulteriori atti per acquisire prove o altri elementi di giudizio;
CC listruzione probatoria, che consiste nellattivit di acquisizione di prove o di
altri elementi di giudizio; soltanto eventuale, poich gi in sede di trattazio-
Listruzione si ar-
ne la causa potrebbe risultare matura per la decisione, senza necessit di ac-
ticola in tre sotto-
quisizione di altri elementi; detta anche istruzione in senso stretto, con
fasi (Mandrioli):
unespressione che palesemente si contrappone a quella di istruzione in
senso ampio che riguarda lintera seconda fase del processo di cognizione;
CC la rimessione della causa in decisione, ponte per il passaggio alla terza fase
del processo, ossia alla fase di decisione che affidata talora allorgano colle-
giale e talora allo stesso giudice istruttore in funzione di giudice unico, nel qua-
le ultimo caso la riserva in decisione assorbe anche gran parte della terza fase.

2 La trattazione e la direzione del procedimento

CC La trattazione della causa comprende le attivit processuali compiute dal giu-


dice e dalle parti dalla prima udienza di comparizione-trattazione ex art. 183
c.p.c. al momento della decisione.
CC Lattivit istruttoria in senso stretto (o di acquisizione delle prove) si inserisce
in essa come una parentesi soltanto eventuale, poich la causa potrebbe es-
sere matura (ossia, pronta per essere decisa) fin dalla prima udienza e, in
Generalit tal caso, non occorrerebbe acquisire alcuna prova.
CC In particolare, la trattazione consiste nellindividuazione delle questioni nelle
quali si articola il giudizio. A tal fine, il giudice esamina i fascicoli delle parti e gli
atti in essi contenuti, specialmente latto di citazione e la comparsa di risposta.
CC Il cuore della trattazione risiede nel colloquio tra le parti e il giudice che si
svolge nelle varie udienze. La trattazione della causa, infatti, essenzialmen-
te orale (art. 180 c.p.c.).

CC Il giudice designato investito di tutta listruzione della causa, non potendo


istruire solo una parte della causa e, quindi, conoscere solo parzialmente dei
fatti allegati.
Immutabilit del
CC In caso di assoluto impedimento o di gravi esigenze di servizio, pu essere
giudice istruttore
sostituito con decreto del Presidente del tribunale.
CC La sostituzione pu essere disposta, quando indispensabile, anche per il
compimento di singoli atti (art. 174 c.p.c.).

esercita tutti i poteri finalizzati al sollecito e leale


svolgimento del procedimento, impedendo alle
parti di procedere con richieste di rinvio ingiustifica-
te e volte esclusivamente a procrastinare lattivit
Direzione del pro- CC Il giudice istruttore processuale, indicando alle parti i punti della con-
cedimento (art. 175 c.p.c.): troversia da sviluppare, rimettendo la causa in de-
cisione quando la ritenga matura ecc.;
fissa le udienze e i termini entro i quali le parti de-
vono compiere determinati atti processuali o produr-
re documenti.

118 Capitolo 10
CC Tutti i provvedimenti del giudice istruttore, salvo che la legge disponga altri-
menti, hanno la forma dellordinanza (art. 176 c.p.c.), che rappresenta lo stru-
mento tipico attraverso il quale il giudice istruttore esercita i suoi poteri allin-
terno del processo.
Forma dei provve- CC Le ordinanze pronunciate in udienza si ritengono conosciute dalle parti pre-
dimenti senti e da quelle che dovevano comparirvi; quelle pronunciate fuori udienza
sono comunicate dal cancelliere nei tre giorni successivi anche a mezzo fax
o posta elettronica. A tal fine il difensore indica, nel primo scritto difensivo uti-
le, il numero di fax o lindirizzo di posta elettronica presso cui dichiara di vo-
lere ricevere la comunicazione.

CC Le ordinanze non possono mai pregiudicare la decisione della causa e pos-


sono essere sempre modificate o revocate dal giudice che le ha pronunciate
(art. 177 c.p.c.). Ci significa che, in sede di decisione, il giudice pu sotto-
porre a riesame il contenuto dellordinanza.

le ordinanze pronunciate con laccordo delle parti


Effetti e revoca su materie delle quali possono disporre; esse sono
delle ordinanze CC Non sono modificabi- tuttavia revocabili dal giudice istruttore o dal colle-
li n revocabili dal gio, quando vi sia laccordo di tutte le parti;
giudice che le ha pro-
nunciate (art. 177, co.
le ordinanze dichiarate espressamente non impu-
gnabili dalla legge;
3, c.p.c.):
le ordinanze per le quali la legge predisponga uno
speciale mezzo di reclamo.

3 Ludienza di prima comparizione delle parti e trattazione della


causa (art. 183 c.p.c.)

CC Alludienza di prima comparizione delle parti e trattazione della causa il giudice


istruttore verifica dufficio la regolarit della costituzione delle parti e dei docu-
menti. In caso di mancanza o di irregolarit degli atti e dei documenti prodotti, in-
vita le parti a completarli o a metterli in regola, adottando i provvedimenti oppor-
tuni, quali, ad es., lordine di integrazione del contraddittorio (art. 102, co. 2, c.p.c.),
lordine di rinnovazione o di integrazione della citazione (art. 164 c.p.c.), lordine
Verifiche prelimi- di integrazione della domanda riconvenzionale di cui allart. 167 c.p.c. ecc.
nari CC Quando rileva un difetto di rappresentanza (ad es., per incapacit processua-
le), di assistenza (ad es., il ricorso proposto dallinabilitato senza lassisten-
za del curatore) o di autorizzazione (ad es., lautorizzazione necessaria per-
ch un ente pubblico possa agire o resistere in giudizio), il giudice pu asse-
gnare alle parti un termine per la costituzione della persona alla quale spet-
ta la rappresentanza o lassistenza, o per il rilascio delle necessarie autoriz-
zazioni, salvo che si sia verificata una decadenza (art. 182, co. 2, c.p.c.).

CC Il giudice chiede alle parti, sulla base dei fatti allegati, i chiarimenti necessari e
indica le questioni rilevabili dufficio delle quali ritiene opportuna la trattazione.

Le attivit del giu-


proporre le domande e le eccezioni che sono conseguen-
za della domanda riconvenzionale o delle eccezioni pro-
dice e delle parti
CC Lattore pu: poste dal convenuto;
chiedere di essere autorizzato a chiamare un terzo, se
lesigenza sorta dalle difese del convenuto.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 119

CC Le parti possono precisare e modificare le domande, le eccezioni e le con-


clusioni gi formulate.

un termine di 30 giorni per il deposito di memorie limitate


alle precisazioni o modificazioni delle domande, delle ec-
cezioni e delle conclusioni gi proposte;
CC Se richiesto, il
giudice conce-
un termine di ulteriori 30 giorni per replicare alle domande
ed eccezioni nuove, o modificate dallaltra parte, per pro-
de alle parti i
porre le eccezioni che sono conseguenza delle domande
seguenti termi-
e delle eccezioni medesime e per lindicazione dei mezzi
ni perentori:
di prova e produzioni documentali;
Le attivit del giu- un termine di ulteriori 20 giorni per le indicazioni di prova
dice e delle parti contraria.

CC Il giudice provvede sulle richieste istruttorie fissando ludienza per lassunzio-


ne dei mezzi di prova ammissibili e rilevanti. Se provvede con ordinanza ema-
nata fuori udienza, questa deve essere pronunciata entro 30 giorni.
CC Se vengono disposti dufficio mezzi di prova con ordinanza emessa fuori udien-
za, ciascuna parte pu dedurre, entro un termine perentorio assegnato dal giu-
dice, i mezzi di prova che si rendono necessari in relazione ai primi, nonch
depositare memoria di replica nellulteriore termine perentorio assegnato dal
giudice.
CC Con lordinanza che ammette le prove il giudice pu disporre, qualora lo ri-
tenga utile, linterrogatorio libero delle parti.

se nessuna delle parti compare alla prima udienza, il


giudice fissa unudienza successiva, di cui il cancelliere d
comunicazione alle parti costituite. Se nessuna delle parti
compare alla nuova udienza, il giudice ordina che la cau-
sa sia cancellata dal ruolo e dichiara lestinzione del pro-
cesso;
Mancata compari- CC Lart. 181 c.p.c.
zione delle parti stabilisce che: se lattore costituito non compare alla prima udienza e
il convenuto non chiede che si proceda in sua assenza, il
giudice fissa una nuova udienza, della quale il cancelliere
d comunicazione allattore. Se questi non compare nean-
che alla nuova udienza, il giudice, se il convenuto non chie-
de che si proceda ugualmente, ordina che la causa sia can-
cellata dal ruolo e dichiara lestinzione del processo.

Osservazioni

La suddetta disciplina, dettata nellambito del procedimento davanti al tribunale, non si applica ai
procedimenti davanti al giudice di pace, attesa la peculiarit di questi ultimi, sebbene il giudice
di pace possa farvi ricorso quando ne ravvisi lopportunit.
Ne deriva che, nel caso di mancata comparizione dellattore alla prima udienza, qualora il giudice
di pace, non osservando il precetto dellart. 181, co. 2, c.p.c., fissi una nuova udienza per la trat-
tazione della causa, il cancelliere non ha lobbligo di comunicare allattore la data della nuova udien-
za, dal momento che opera la regola generale dellart. 176, co. 2, c.p.c., a norma del quale i prov-
vedimenti pronunciati dal giudice in udienza si considerano conosciuti dalle parti presenti, ovvero
da quelle che dovevano comparire (Mandrioli).

120 Capitolo 10
Schema n. 19
Udienza di comparizione-trattazione (art. 183 c.p.c.)

Il giudice

verifica dufficio effettua il libero richiede alle parti


la regolarit interrogatorio delle parti i chiarimenti necessari
del contraddittorio e tenta la conciliazione e indica le questioni
delle quali ritiene opportuna
la trattazione

Lattore

pu proporre le domande e
pu chiedere di essere autorizzato
le eccezioni che sono conseguenza
a chiamare un terzo
della domanda riconvenzionale o
delle eccezioni del convenuto

Entrambe le parti

possono precisare e modificare possono chiedere al giudice


le domande, le eccezioni e i termini (30+30+20) per precisare e
le conclusioni gi formulate modificare domande,
eccezioni e conclusioni

Il processo di cognizione davanti al tribunale 121

Schema n. 20
La richiesta di chiarimenti
e le questioni rilevabili dufficio dal giudice

Il giudice pu chiedere chiarimenti alle parti e indicare le questioni rilevabili dufficio

Tale potere delimitato dalle affermazioni delle parti, per evitare che il giudice introduca fatti non
allegati dalle parti in violazione del principio dellallegazione

Il giudice pu sollecitare le parti a introdurre in causa altre fonti di esame, quali fatti secondari o
fatti giuridici modificativi di domande ed eccezioni che, da sole o insieme alle altre gi allegate,
siano idonee a chiarire i confini della controversia

Lart. 101 c.p.c. impone al giudice, che intenda porre a fondamento della decisione una questione
rilevata dufficio, di assegnare alle parti un termine non inferiore a 20 giorni e non superiore a 40
giorni dalla comunicazione per depositare in cancelleria memorie contenenti osservazioni sulla
medesima questione

Le questioni rilevabili dufficio sono:


le questioni di diritto relative allesatta individuazione e interpretazione della norma
applicabile;
le questioni relative a fatti rilevanti ai fini della decisione (competenza, giurisdizione,
connessione ecc.).

122 Capitolo 10
Schema n. 21
Tentativo di conciliazione

Il giudice istruttore, in caso di richiesta congiunta delle parti, fissa la comparizione


delle medesime al fine di interrogarle liberamente e di provocarne la conciliazione

Il giudice, se lo ritiene opportuno, pu fissare ludienza di comparizione delle parti


anche per effettuare il tentativo di conciliazione a norma dellart. 117

Le parti possono farsi rappresentare da un procuratore generale o speciale


il quale deve essere a conoscenza dei fatti della causa

La mancata conoscenza, senza giustificato motivo, dei fatti della causa da parte del procuratore
valutabile coma argomento di prova ai sensi dellart. 116, co. 2, c.p.c.

Il tentativo di conciliazione pu essere rinnovato in qualunque momento dellistruzione

Quando le parti sono conciliate, si forma processo verbale della convenzione conclusa.
Il processo verbale costituisce titolo esecutivo

4 Lassunzione delle prove

Lart. 183, co. 7, c.p.c. stabilisce che il giudice si riserva di provvedere sulle richieste istruttorie delle
parti con ordinanza, da emettersi in udienza oppure fuori udienza entro un termine non superiore a 30
giorni, fissando anche ludienza di assunzione delle prove ammesse (art. 184 c.p.c.).
Lassunzione dei mezzi di prova pu avvenire anche nella prima udienza di comparizione-trattazione
ex art. 183 c.p.c., se il giudice ammette i mezzi di prova direttamente alludienza ed materialmente
possibile assumere le prove in quella sede (ad es., perch sono presenti i testimoni).

Il processo di cognizione davanti al tribunale 123

Schema n. 22
La fissazione delludienza per lassunzione dei mezzi di prova

Salva lipotesi in cui la causa risulti gi matura per la decisione, lart. 183, co. 6, c.p.c. prevede che
il giudice si riservi di provvedere sulle richieste istruttorie con ordinanza da emettere fuori udienza
entro 30 giorni, fissando, con lo stesso provvedimento, ludienza per lassunzione
dei mezzi di prova risultati ammissibili e rilevanti

Tale ordinanza deve essere comunicata alle parti a cura del cancelliere nei 30 giorni successivi
alla sua emissione, anche mediante fax o e-mail

Se il giudice ritiene di procedere allacquisizione dufficio dei mezzi di prova non dedotti
dalle parti, deve assegnare alle parti un termine per il deposito di memorie contenenti
lindicazione dei mezzi di prova la cui assunzione si rende necessaria in ragione dellesercizio
dufficio dei poteri istruttori del giudice, e un secondo termine per consentire alle parti
di depositare memorie contenenti le repliche

Con lordinanza che ammette le prove dedotte dalle parti il giudice pu ordinare lespletamento o
la rinnovazione dellinterrogatorio libero delle parti

5 Lintervento in causa di terzi

Lintervento lingresso di un soggetto in un processo gi pendente tra altre parti, e pu esse-


re effettuato spontaneamente (intervento volontario), oppure su chiamata di una delle parti o del giu-
dice (intervento coatto).

CC Lart. 105, co. 1, c.p.c. sta-


bilisce che lintervento al petitum (ad es., Tizio rivendica un diritto sul-
spontaneo pu avvenire la cosa che costituisce oggetto del processo
da parte di un soggetto pendente tra Caio e Sempronio);
che voglia far valere un
diritto oggettivamente alla causa petendi (ad es., Tizio afferma di aver
connesso con quello che subito un danno dal medesimo fatto illecito com-
costituisce oggetto del messo da Caio a danno di Mevio e per il quale
Intervento volon-
processo gi pendente. questultimo ha gi instaurato il processo con-
tario, principale e
Pu trattarsi di una con- tro Caio).
litisconsortile (art.
105, co. 1, c.p.c.) nessione relativa:

CC Se linterveniente fa valere il suo diritto nei confronti di tutte le parti, si parla di


intervento principale. Caratteristica dellintervento principale lincompatibi-
lit del diritto del terzo con quello delle parti. Il terzo assume una posizione au-
tonoma rispetto a tutte le parti, nel senso che fa valere un diritto incompatibi-
le con quelli fatti valere dalle parti. Lesempio tipico quello del terzo che af-
ferma di essere proprietario della cosa contesa tra lattore e il convenuto.

124 Capitolo 10
CC Se linterveniente fa valere il suo diritto soltanto nei confronti di alcune parti,
si parla di intervento litisconsortile (o adesivo autonomo). Il terzo assume
Intervento volon-
una posizione autonoma soltanto nei confronti di una o pi parti: si pensi, ad
tario, principale e
es., allintervento, in un giudizio tra lacquirente di un appartamento e il ven-
litisconsortile (art.
ditore costruttore delledificio, effettuato dallacquirente di un altro apparta-
105, co. 1, c.p.c.)
menti dello stesso edificio per far valere lo stesso inadempimento di obbliga-
zioni di identico contenuto (Cass. 6487/1981).

CC Il terzo pu intervenire per sostenere le ragioni di alcuna delle parti, quando


vi ha un proprio interesse (art. 105, co. 2, c.p.c.). Tale figura lintervento ade-
sivo (o adesivo dipendente), caratterizzato dal fatto che linterveniente non fa
Intervento volon- valere un proprio diritto ma si limita a sostenere le ragioni di una parte, ade-
tario, adesivo di- risce cio alla domanda di una parte e cerca di favorirne la vittoria: il caso,
pendente (art. 105, ad es., dellacquirente di un immobile oggetto di una precedente promessa
co. 2, c.p.c.) di vendita in favore di un altro soggetto (Cass. 6574/1980).
CC Linteresse ad agire del terzo la generica aspettativa di un vantaggio che il
terzo pu ripromettersi dallaccoglimento della domanda della parte adiuvata.

CC Per intervenire nel processo a norma dellart. 105 c.p.c., il terzo ha lonere di
costituirsi presentando in udienza, o depositando in cancelleria, una compar-
sa di intervento (formata sulla falsariga della comparsa di risposta ex art. 167
c.p.c.), con le copie per le altre parti, i documenti e la procura (art. 267, co. 1,
c.p.c.).
CC Se il deposito della comparsa avviene in udienza, le altre parti ne sono subi-
to informate e il contraddittorio gi instaurato anche col terzo. Se avviene
fuori udienza, il contraddittorio col terzo si instaura quando il cancelliere co-
munica lintervento alle parti costituite (art. 267, co. 2, c.p.c.).
CC Lintervento volontario ammissibile, di regola, solo in primo grado.

Modalit dellinter- CC In appello possono intervenire soltanto i terzi che sarebbero legittimati a pro-
vento volontario porre opposizione di terzo ex art. 404 c.p.c. (art. 344 c.p.c.).
CC In Cassazione lintervento non ammissibile per la particolare struttura di
questo giudizio.
CC In primo grado lintervento pu avere luogo finch non vengano precisate le
conclusioni (art. 268 c.p.c.). Poich lintervento del terzo non deve causare
un rallentamento del processo, il terzo subisce le preclusioni gi verificatesi
nei confronti delle altre parti, per cui non pu compiere gli atti che non sono
pi consentiti alle altre parti (art. 268, co. 2, c.p.c.), ossia le richieste istrutto-
rie (ad es., istanza di ammissione di una prova testimoniale); invece, al terzo
consentita la formulazione di domande nuove (c.d. attivit assertiva), poi-
ch se il terzo non potesse proporle si priverebbe lintervento di qualsiasi uti-
lit processuale.

CC Ciascuna parte pu chiamare in giudizio un terzo al quale ritiene comune la


causa o dal quale pretende di essere garantita (art. 106 c.p.c.).
Intervento su istan- CC Se lintervento avviene su istanza di parte, il terzo deve essere messo in con-
za di parte (art. 106 dizione di esercitare appieno il suo diritto di difesa. Ci comporta la ne-
c.p.c.) cessit che la prima udienza venga differita oppure, qualora la prima udien-
za sia gi stata celebrata, che venga fissata unaltra udienza di prima com-
parizione e che il terzo venga citato per questa nuova udienza.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 125

se la parte che intende chiamare il terzo il convenu-


to, questi deve, a pena di decadenza rilevabile duffi-
cio, farne dichiarazione nella comparsa di risposta e
chiedere al giudice lo spostamento della prima
udienza, per consentire la citazione del terzo nel ri-
spetto dei termini dellart. 163bis c.p.c. (art. 269, co.
2, c.p.c.). Se accoglie listanza di spostamento, il giu-
dice fissa la data della nuova udienza di prima com-
parizione. Il provvedimento del giudice di fissazione di
una nuova udienza per consentire la citazione del ter-
CC Liniziativa per la zo discrezionale, potendo egli rifiutare di fissare una
nuova fissazione nuova udienza per ragioni di economia processuale e
delludienza as- per motivi di ragionevole durata del processo (Cass.
sunta dalla parte S.U. 4309/2010);
che intende chia- se la parte che intende chiamare il terzo lattore, la
mare il terzo: chiamata del terzo possibile solo se linteresse alla
Intervento su chiamata del terzo nato dalle difese svolte dal con-
istanza di parte venuto nella comparsa di risposta. Per la chiamata del
(art. 106 c.p.c.) terzo da parte dellattore occorre lautorizzazione del
giudice, che implica una valutazione sulla comunan-
za di cause e sullinteresse a chiamare il terzo. Il giu-
dice, se concede lautorizzazione, fissa una nuova
udienza per consentire la citazione del terzo nel rispet-
to dei termini dellart. 163bis c.p.c. La citazione no-
tificata al terzo a cura dellattore entro il termine pe-
rentorio stabilito dal giudice.

la chiamata del terzo avvenga su istanza del conve-


CC La citazione del nuto;
terzo pu avvenire
anche per la prima
il convenuto abbia dichiarato di voler chiamare il ter-
zo nella comparsa di risposta depositata nei termini;
udienza origina-
riamente fissata, ludienza originaria sia sufficientemente lontana da
a condizione che: consentire la citazione del terzo nel rispetto dei termi-
ni a comparire.

CC Il giudice, quando ritiene opportuno che il processo si svolga nei confronti di


un terzo al quale la causa comune, ne ordina lintervento (art. 107 c.p.c.).
CC La chiamata iussu iudicis pu essere ordinata solo in primo grado, in ogni
momento (art. 270, co. 1, c.p.c.).
Intervento per or-
dine del giudice il giudice dichiara che non giudicher se non nei con-
(iussu iudicis) CC Il terzo non chia- fronti anche del terzo e ordina alle parti di chiamare il
mato direttamente terzo in giudizio;
dal giudice ma da
una delle due par- la parte che ha interesse alla prosecuzione del giudi-
ti. In particolare: zio (la parte pi diligente), che di regola lattore, ese-
gue lordine di chiamare in causa il terzo.

CC Lomessa attuazione dellordine comporta la cancellazione della causa dal


ruolo e lestinzione del processo.

126 Capitolo 10
CC Ai sensi dellart. 271 c.p.c., al terzo si applicano, con riferimento alludienza per
la quale stato citato, le disposizioni degli artt. 166 e 167 c.p.c. (compreso il
comma 2 dellart. 167, come sancito dalla sentenza n. 260/1997 della Corte co-
stituzionale); ci significa che al terzo sono attribuite le stesse facolt previste
Intervento per or- per il convenuto e, dunque, anche lassegnazione di un termine perentorio fino
dine del giudice a venti giorni prima delludienza successiva per proporre eccezioni processua-
(iussu iudicis) li e di merito non rilevabili dufficio, cos come previsto dallart. 166 c.p.c.
CC Se il terzo intende chiamare in causa un altro terzo deve farlo, a pena di
decadenza, nella comparsa di risposta ed essere poi autorizzato dal giudice
ai sensi dellart. 269, co. 3, c.p.c.

Schema n. 23
Lintervento del terzo

Un soggetto pu entrare in un processo spontaneamente, su chiamata di una delle parti o del giudice

A questo fenomeno si d il nome di intervento, nel- dellintervento volontario


le due specie: dellintervento coatto

Colui che interviene nel processo assume la qualit di parte

Per lammissibilit dellintervento di un terzo in un giudizio pendente tra altre parti sufficiente che
la domanda dellinterveniente presenti una connessione o un collegamento implicante lopportuni-
t di un simultaneus processus

Con lintervento il terzo propone una domanda giudiziale diversa, anche se connessa, da quella origi-
naria, determinando, salvo il caso dellintervento adesivo, un allargamento delloggetto del processo

6 Il processo contumaciale

CC La contumacia la situazione di inattivit della parte che, dopo aver propo-


sto la domanda o, pi frequentemente, dopo essere stata regolarmente ci-
tata, non si costituisce in giudizio, neppure alla prima udienza. Lart. 171,
co. 2, c.p.c. prevede, infatti, che se una delle parti si costituita nel termine a
Generalit essa assegnato, laltra pu costituirsi successivamente fino alla prima udienza.
CC La contumacia di una parte deve essere dichiarata dal giudice con ordinan-
za. A seguito di tale dichiarazione, la situazione di fatto diventa situazione di di-
ritto, dalla quale deriva lapplicabilit delle norme sul procedimento contuma-
ciale (artt. 290-294 c.p.c.), che si svolge, cio, nella contumacia di una parte.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 127

CC Gli effetti della dichiarazione di contumacia sono limitati al grado di giudizio


nel quale la situazione si verifica.
Generalit
CC La dichiarazione di contumacia avviene, di regola, alla prima udienza, a se-
guito della mancata costituzione di una delle parti (art. 171, co. 3, c.p.c.).

se il convenuto intende proseguire il processo, alla


dichiarazione di contumacia dellattore segue il nor-
male svolgimento del processo (contumaciale) sulla
domanda dellattore, che potrebbe anche essere ac-
colta, nonostante linerzia dellattore, se lattore abbia
Mancata costitu- CC In caso di mancata gi assolto (ad es., sulla base di documenti) il suo one-
zione dellattore costituzione dellat- re probatorio in ordine ai fatti costitutivi e il convenuto
(art. 290 c.p.c.) tore: non sia in grado di allegare e provare fatti estintivi o
impeditivi;
se il convenuto non dichiara di voler proseguire il
processo, il giudice istruttore ordina la cancellazione
della causa dal ruolo, con estinzione immediata del
giudizio (art. 290 c.p.c.).

se non rileva alcun vizio, dichiara la contumacia del


CC In caso di mancata convenuto;
costituzione del
convenuto, il giudi- se rileva un vizio della notifica, ne dispone la rinno-
ce verifica dufficio vazione entro un termine perentorio (art. 291 c.p.c.).
la regolarit della Se entro tale termine il convenuto si costituisce, il vi-
notifica dellatto zio si sana retroattivamente (ex tunc) e il convenuto
Mancata costitu- di citazione: evita ogni decadenza conseguente alla ritardata co-
zione del convenu- stituzione.
to (art. 291 c.p.c.)
CC La verifica della regolarit della notifica non pu riguardare eventuali ragioni
di forza maggiore che possano aver impedito al convenuto la costituzione.
CC Se dopo la nuova notificazione il convenuto non si costituisce, il giudice lo di-
chiara contumace (art. 291, co. 2, c.p.c.).
CC Lomessa rinnovazione della notifica comporta la cancellazione della causa
dal ruolo (art. 291, co. 3, c.p.c.).

CC La legge si preoccupa di facilitare lingresso del contumace nel processo, con-


sentendogli la costituzione tardiva fino alludienza in cui la causa rimessa
in decisione.
CC La costituzione avviene mediante il deposito di una comparsa contenente la
procura al difensore e i documenti, oppure mediante la comparizione in udien-
Costituzione del
za (art. 293, co. 1 e 2, c.p.c.), ferme le preclusioni maturate nel frattempo: il
contumace (art.
contumace, cio, non pu compiere atti che, nel momento in cui entra, sono
293 c.p.c.)
gi preclusi. Tuttavia, il giudice pu ammettere il contumace a compiere atti-
vit che gli sarebbero precluse (rimessione in termini, art. 153 c.p.c.).
CC Se il contumace che si costituisce tardivamente non ottiene la rimessione in
termini, deve accettare il processo nello stato in cui si trova e non pu com-
piere attivit gi precluse alle altre parti.

128 Capitolo 10
Osservazioni

La parte costituita ha lonere di notificare al contumace alcuni atti che prevedono, a carico del-
la parte contumace, oneri particolarmente pesanti o conseguenze pi o meno gravi. Pertanto, lor-
dinanza che ammette linterrogatorio formale o il giuramento e le comparse contenenti do-
mande nuove o riconvenzionali da chiunque proposte, sono notificate personalmente al con-
tumace nei termini che il giudice istruttore fissa con ordinanza (art. 292 c.p.c.).

7 Rimessione della causa in decisione

CC La rimessione della causa in decisione la terza e ultima sottofase dellistru-


zione (Mandrioli), che fa seguito alla trattazione e allistruzione probatoria
e introduce la fase della decisione.
CC Del resto, nel provvedimento di fissazione delludienza di precisazione delle
conclusioni implicitamente contenuto quello di chiusura dellistrutto-
ria, che ne costituisce il presupposto logico-giuridico.

Generalit CC Nelle cause di competenza collegiale (art. 50bis c.p.c.) il giudice istruttore tra-
smette la causa al collegio affinch decida; si verifica un vero e proprio tra-
sferimento di tutta la causa dal giudice istruttore al collegio, con passaggio
dei relativi poteri dalluno allaltro organo (art. 189, co. 2, c.p.c.).
CC Nelle cause di competenza del tribunale in composizione monocratica la ri-
messione in decisione avviene nellambito del medesimo organo (giudice
istruttore) che assume le funzioni decisorie di giudice unico, sicch pi esat-
to parlare di riserva in decisione.

CC Rimessione immedia- i fatti di causa risultano pacifici e si devono affron-


ta per la decisione sul tare soltanto questioni di diritto;
merito senza bisogno le parti non hanno indicato prove da assumere, n
di istruzione probato- il giudice ritiene di dover disporre prove dufficio;
ria. Il giudice istruttore,
se ritiene che la causa
le parti ritengono sufficienti le prove documentali;
matura per essere le parti non sono in grado di offrire prove a soste-
decisa, senza bisogno gno delle loro affermazioni; in questo caso, la va-
di assunzione di mezzi lutazione di maturit della causa implicher il ri-
di prova, rimette subito getto della domanda, in quanto sfornita di prova;
la causa in decisione il giudice istruttore ritiene la causa matura per la
(art. 187, co. 1, c.p.c.). decisione, pur in presenza di istanze di ammissio-
Ipotesi nelle quali il Ci pu accadere, ad ne di prove che, per, sono inammissibili o irrile-
giudice pu effet- esempio, perch: vanti.
tuare la rimessione
CC Rimessione per la soluzione di questioni preliminari o pregiudiziali su-
scettibili di definire il giudizio. Tali questioni sono sollevate dalle parti me-
diante eccezioni il cui accoglimento renderebbe inutile listruttoria e consen-
tirebbe di risolvere la controversia: si pensi, ad es., alleccezione di prescri-
zione del diritto controverso. In tal caso, il giudice istruttore decide subito tali
questioni, anzich accantonarle fino alla chiusura dellistruzione (art. 187, co.
2 e 3, c.p.c.).
CC Rimessione dopo lo svolgimento dellistruzione probatoria. prevista
dallart. 188 c.p.c., secondo cui il giudice istruttore provvede allassunzione
dei mezzi di prova e, esaurita listruzione, rimette le parti al collegio per la de-
cisione.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 129

8 La precisazione delle conclusioni

CC Quando il giudice istruttore rimette la causa in decisione invita le parti a pre-


cisare le conclusioni (art. 189, co. 1, c.p.c.), ossia a formulare, in modo pre-
ciso e definitivo, le domande che rivolgono al giudice tenendo conto de-
gli elementi emersi nel corso della trattazione e dellistruzione probatoria.
CC Quando il giudice dichiara chiusa listruttoria e invita le parti a precisare le con-
clusioni, le parti decadono dai mezzi istruttori non assunti.
CC Le conclusioni possono essere inserite direttamente nel verbale dudienza,
oppure essere contenute in un foglio separato allegato al verbale.
CC Le parti non possono modificare le domande e le conclusioni gi effettuate ne-
gli atti introduttivi oppure in sede di precisazione/modificazione delle doman-
de effettuate nei termini assegnati dal giudice alludienza di comparizione-trat-
tazione.
Generalit
rinunciare a una o pi domande;
diminuire il petitum, oppure aumentarlo in caso di
sopravvenienza di norme o di fatti, ferma, natural-
mente la causa petendi, oppure limitarsi a richia-
CC Tuttavia, nel precisare le mare le conclusioni formulate in precedenza (ad
loro conclusioni le parti es., le conclusioni contenute nella citazione o nel-
possono, tra laltro: la comparsa di risposta o successivamente formu-
late in udienza e raccolte a verbale o con memo-
rie); questo richiamo dovr intendersi effettuato
implicitamente nel caso che una parte non ottem-
peri allinvito di precisare le conclusioni, ad es. non
comparendo alludienza.

Osservazioni

Limportanza della precisazione delle conclusioni risiede nellesigenza, per ciascuna parte, di cono-
scere la formulazione definitiva delle domande dellaltra parte. Questa esigenza implica che la man-
cata riproduzione di una specifica conclusione comporta labbandono della domanda cui la conclu-
sione avrebbe dovuto riferirsi, a meno che le conclusioni non riproposte siano implicite o strettamen-
te connesse con quelle mantenute o che, pi in generale, dai comportamenti processuali della par-
te possa desumersi che, malgrado lomessa riproduzione formale della domanda nelle conclusioni,
abbia inteso mantenerla ferma. In sostanza, la mancata riproposizione implica una presunzione di
abbandono che pu essere contrastata solo con precise risultanze contrarie.

9 Comparse conclusionali e memorie (art. 190 c.p.c.)

Dopo la rimessione al collegio o, nelle cause da decidersi dal giudice unico, dopo la rimessione in de-
cisione, la legge disciplina lo scambio, tra le parti, degli atti difensivi finali, nei quali si riassume latti-
vit difensiva. Tali atti sono le comparse conclusionali e le memorie di replica.
Nulla esclude, peraltro, laccordo delle parti per rinunciare al deposito delle comparse e delle repliche.

CC Le comparse conclusionali sono gli atti con i quali i difensori delle parti riassu-
Comparse con- mono tutte le difese della parte assistita, anche contestando e contrastando
clusionali le conclusioni avversarie definitivamente formulate in sede di precisazione del-
le conclusioni.

130 Capitolo 10
CC Nel termine perentorio di 60 giorni dalla rimessione della causa in decisione le
comparse conclusionali (art. 190 c.p.c.) devono essere depositate in cancelle-
ria: loriginale inserito nel fascicolo di parte, una copia destinata alla con-
troparte, una al fascicolo dufficio e le altre agli altri componenti del collegio.

le conclusioni gi formulate davanti al giudice istrut-


CC Le comparse conclusio- tore;
nali devono contenere: le argomentazioni di fatto e di diritto su cui si fon-
dano.
Comparse con-
clusionali
CC Poich hanno la funzione di illustrare le conclusioni gi precisate, non pos-
sono contenere domande nuove. Nonostante la natura meramente illustra-
tiva della comparsa conclusionale, possibile rinunciare, attraverso di essa,
a qualche capo della domanda, con conseguente restrizione del thema de-
cidendum.
CC Allo stesso modo, il collegio non potr tener conto di documenti prodotti con
la comparsa conclusionale. Tuttavia, qualora la parte che ha interesse a op-
porsi alla produzione di tali documenti non sollevi leccezione di tardivit, la
produzione deve intendersi sanata.

CC La memoria di replica un atto di risposta alle deduzioni avversarie, che il-


lustra ulteriormente le tesi difensive gi enunciate nella comparsa conclusio-
nale.
Memorie di replica CC Nelle memorie non possono essere esposte questioni nuove o formulare nuo-
ve conclusioni (Mandrioli).
CC La memoria di replica presa in considerazione dal giudice soltanto se la par-
te lha comunicata allavversario nei cinque giorni antecedenti ludienza.

Sezione Terza
LA FASE DECISORIA

A seguito delle modifiche che hanno reso facoltativa la discussione della causa e hanno, nella mag-
gior parte dei casi, attribuito i poteri decisori allo stesso giudice istruttore in veste di giudice monocra-
tico, la fase di decisione della causa comprende:
la rimessione della causa in decisione, che pu consistere nel trasferimento della causa al col-
legio, nei casi di decisione da parte di questultimo, o nella riserva in decisione da parte del giudi-
ce istruttore, qualora la causa debba essere decisa dal tribunale in composizione monocratica;
leventuale discussione;
le particolari modalit di deliberazione, nelle cause da decidersi dal collegio, e di deposito della
sentenza.

1 Decisione del tribunale in composizione collegiale

CC Lart. 50bis c.p.c. stabilisce che il tribunale giudica in composizione collegiale:

Cause di compe- 1) nelle cause nelle quali obbligatorio lintervento del pubblico ministe-
tenza collegiale ro, salvo che sia altrimenti disposto;
(art. 50bis c.p.c.) 2) nelle cause di opposizione, impugnazione, revocazione e in quelle con-
seguenti a dichiarazioni tardive di crediti in materia fallimentare;
3) nelle cause devolute alle sezioni specializzate;

Il processo di cognizione davanti al tribunale 131

4) nelle cause di omologazione del concordato fallimentare e del concor-


dato preventivo;
5) nelle cause di impugnazione delle deliberazioni dellassemblea e del
consiglio di amministrazione, nonch nelle cause di responsabilit da
chiunque promosse contro gli organi amministrativi e di controllo, i di-
rettori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti con-
tabili societari e i liquidatori delle societ, delle mutue assicuratrici e
Cause di compe- societ cooperative, delle associazioni in partecipazione e dei con-
tenza collegiale sorzi;
(art. 50bis c.p.c.) 6) nelle cause di impugnazione dei testamenti e di riduzione per lesione
di legittima;
7) nelle cause sulla responsabilit civile dei magistrati;
7-bis) nelle cause di cui allarticolo 140bis del Codice del consumo (D.Lgs.
206/2005), a decorrere dal 1-1-2010.
CC Il tribunale giudica altres in composizione collegiale nei procedimenti in ca-
mera di consiglio disciplinati dagli artt. 737 ss. c.p.c., salvo che sia altrimenti
disposto.

CC Nelle cause di competenza collegiale, lart. 275, co. 2, c.p.c. dispone che
ciascuna delle parti, nel precisare le conclusioni, pu chiedere che la causa
sia discussa oralmente dinanzi al collegio. In tal caso la richiesta deve es-
sere riproposta al presidente del tribunale alla scadenza del termine per il de-
posito delle memorie di replica.

la discussione, a differenza di quanto accade da-


vanti al giudice monocratico, non alternativa allo
scambio delle memorie, ma eventualmente ag-
giuntiva;
CC Da questa disposizione la riproposizione della richiesta alla scadenza del
emerge che: termine per lo scambio delle memorie lascia spa-
zio alleventualit che la parte richiedente, dopo
Discussione ora- aver conosciuto la comparsa dellaltra parte, non
le (art. 275 c.p.c.) ritenga pi necessaria la discussione, consideran-
do sufficiente la replica con la memoria scritta.

CC Il presidente provvede sulla richiesta fissando con decreto la data delludien-


za di discussione da tenersi entro sessanta giorni (art. 275, co. 3, c.p.c.).
Lomessa fissazione delludienza di discussione non causa di nullit della
sentenza, se non ha pregiudicato, in concreto, il diritto di difesa (Cass.
18618/2003).
CC Se nessuna delle parti costituite presente, la causa va rinviata ad altra udien-
za per leventuale cancellazione dal ruolo (Cass. 5763/1983).
CC Alludienza di discussione, il giudice istruttore fa la relazione orale della cau-
sa. Dopo la relazione il presidente ammette le parti alla discussione; la sen-
tenza depositata in cancelleria entro i sessanta giorni successivi (art. 275,
co. 4, c.p.c.).

CC La decisione deliberata in camera di consiglio (art. 276, co. 1, c.p.c.). Alla


Deliberazione
deliberazione possono partecipare soltanto i giudici che hanno assistito alla
(art. 276 c.p.c.)
discussione.

132 Capitolo 10
CC Il collegio, sotto la direzione del presidente, decide dapprima le questioni pre-
liminari di rito e poi le questioni di merito (art. 276, co. 2, c.p.c.).

il primo a votare il relatore, quindi laltro giudice


e infine il presidente (art. 276, co. 3, c.p.c.);
se intorno a una questione si prospettano pi so-
luzioni e non si forma la maggioranza alla prima
votazione, il presidente mette ai voti due delle so-
luzioni per escluderne una, quindi mette ai voti la
non esclusa e quella eventualmente restante, e
cos successivamente finch le soluzioni sono ri-
dotte a due, sulle quali avviene la votazione defi-
nitiva (art. 276, co. 4, c.p.c.);
CC La decisione presa a
maggioranza dei voti: chiusa la votazione il presidente scrive e sottoscri-
ve il dispositivo su un foglio (c.d. minuta), che ha
Deliberazione funzione di documentazione interna e provvisoria,
(art. 276 c.p.c.) poich il testo completo della sentenza (che com-
prende la sua parte pi ampia, la motivazione) vie-
ne steso successivamente dal relatore, che cos di-
viene estensore, a meno che il presidente voglia
stenderlo egli stesso o affidarne la stesura a un al-
tro giudice (art. 276, ult. co., c.p.c.), ad es. quando
lopinione del relatore non conforme a quella del-
la maggioranza del collegio.

CC Lestensore predispone una minuta, che viene sottoscritta dal presidente e


dallestensore e quindi consegnata al cancelliere, il quale scrive il testo origi-
nale a norma dellart. 132 c.p.c. Il presidente e il relatore, verificata la corri-
spondenza delloriginale alla minuta, sottoscrivono la sentenza (art. 119 disp.
att. c.p.c.).
CC Il nuovo testo dellart. 275, co. 1, c.p.c. dispone che il termine per il deposito
della sentenza di 60 giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle
memorie di replica.

2 Decisione del tribunale in composizione monocratica (artt.


281quater-sexies c.p.c.)

CC Nelle cause attribuite al la discussione prevista (art. 281sexies c.p.c.)


tribunale in composizio- come modalit propria di una delle due vie che il
ne monocratica, ossia giudice pu scegliere per la trattazione e la deci-
nelle cause che non ri- sione;
entrano tra quelle attri-
buite al collegio dallart. la decisione presa dal giudice istruttore e dal giu-
50bis c.p.c.: dice dellesecuzione (art. 281quater c.p.c.).
Generalit

Gli artt. 281quinquies e sexies c.p.c. configurano, rispettivamente, due diverse


modalit di decisione: la decisione a seguito di trattazione scritta o mista e la
decisione a seguito di trattazione orale. Si tratta di due alternative tra le quali
il giudice pu scegliere in relazione alla natura della causa, alla sua comples-
sit e a una serie di circostanze, da valutarsi caso per caso.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 133

CC Il giudice, fatte precisare le conclusioni alle parti, dispone lo scambio delle


comparse conclusionali e delle memorie di replica e deposita la sentenza in
cancelleria entro 30 giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle me-
morie di replica (art. 281quinquies, co. 1, c.p.c.).

Trattazione scrit- CC Se una delle parti lo richiede, il giudice, disposto lo scambio delle sole com-
ta o mista parse conclusionali, fissa ludienza di discussione orale non oltre 30 giorni dal-
la scadenza del termine per il deposito delle comparse medesime; la senten-
za depositata entro i 30 giorni successivi alludienza di discussione (art.
281quinquies, co. 2, c.p.c.). A differenza di quanto accade nella fase di deci-
sione davanti al tribunale in composizione collegiale, qui la discussione so-
stitutiva della replica.

CC Se sceglie lalternativa della decisione a seguito di trattazione orale, il giudi-


ce, fatte precisare le conclusioni, ordina la discussione orale della causa nel-
la stessa udienza o, su istanza di parte, in unudienza successiva, e pronun-
cia sentenza al termine della discussione orale, dando lettura del dispositivo
Trattazione orale e della concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione (art.
281sexies, co. 1, c.p.c.).
CC La sentenza si intende pubblicata con la sottoscrizione, da parte del giudice,
del verbale che la contiene ed immediatamente depositata in cancelleria.

3 Rapporti tra collegio e giudice monocratico (artt. 281septies-


281novies c.p.c.)

CC Il collegio, quando rileva che una causa, rimessa davanti a lui per la decisio-
ne, deve essere decisa dal tribunale in composizione monocratica, rimette la
causa davanti al giudice istruttore con ordinanza non impugnabile (art. 281sep-
ties c.p.c.).
Rimessione della CC Il rinvio della causa dal collegio al giudice unico non produce alcuna conse-
causa al giudice guenza sullattivit difensiva gi svolta, la quale conserva piena validit, re-
monocratico stando ferme tutte le preclusioni eventualmente maturate.
CC Il provvedimento dellorgano collegiale vincola il giudice e le parti; il giudice
monocratico, pertanto, non pu disattendere la decisione del collegio, per cui
dovr comunque pronunciare sentenza, mentre le parti potranno far valere il
loro dissenso in sede di impugnazione.

CC Nel caso in cui il tribunale in composizione monocratica rilevi che la causa as-
sunta da lui in decisione in funzione di giudice monocratico non di sua spet-
tanza, invita le parti a precisare di nuovo le conclusioni per poi rimettere la
causa al collegio (art. 281octies c.p.c.). Se il tribunale collegiale non concor-
Rimessione della da con la valutazione del giudice istruttore relativa alla collegialit della deci-
causa al tribuna- sione, pu revocare lordinanza di rimessione e restituire la causa allo stes-
le in composizio- so giudice istruttore.
ne collegiale CC Allo scopo di evitare possibili contrasti di giudicato, il legislatore privilegia la
trattazione e decisione unitaria delle cause connesse affidandola al collegio.
Il provvedimento di riunione, avente la forma dellordinanza, spetta al giudi-
ce istruttore, ma fatta salva la possibilit per il collegio di disporre la sepa-
razione delle cause.

134 Capitolo 10
Schema n. 24
La decisione della causa

Trattazione scritta o mista Trattazione orale

Se il giudice sceglie la via della decisione a se- Se il giudice sceglie la via della decisione a se-
guito di trattazione scritta, fatte precisare le guito di trattazione orale, fatte precisare le con-
conclusioni dispone lo scambio delle compar- clusioni pu ordinare la discussione orale
se conclusionali e delle memorie di replica della causa nella stessa udienza o, su istanza
di parte, in unudienza successiva

deposita la sentenza in cancelleria entro tren-


ta giorni dalla scadenza del termine per il de- pronuncia sentenza al termine della discus-
posito delle memorie di replica sione, dando lettura del dispositivo e della con-
cisa esposizione delle ragioni di fatto e di dirit-
to della decisione

Se una delle parti lo chiede, il giudice, dispo-


sto lo scambio delle comparse conclusionali,
fissa ludienza di discussione orale non ol- la sentenza si intende pubblicata con la sotto-
tre trenta giorni dalla scadenza del termine per scrizione da parte del giudice del verbale che
il deposito delle comparse medesime la contiene ed immediatamente depositata
in cancelleria

la sentenza depositata entro i trenta giorni


successivi alludienza di discussione

Il processo di cognizione davanti al tribunale 135

Schema n. 25
Riunione delle cause

Se, relativamente alla stessa causa, sono proposti diversi procedimenti davanti allo stesso ufficio
giudiziario

se i procedimenti pendono davanti allo stesso giudice-persona fisi-


ca, il provvedimento di riunione verr pronunciato da questultimo
il giudice deve or-
dinare la riunione
dei procedimenti se i procedimenti pendono davanti a giudici diversi della stessa o di
altra sezione dello stesso tribunale, la riunione verr disposta dal
presidente

In presenza di cause connesse proposte davanti allo stesso ufficio giudiziario

se le cause connesse pendono davanti allo stesso giudice-persona


il giudice pu di- fisica, la riunione pu essere disposta da questo
sporre, anche duf-
ficio, la riunione del- se pendono davanti a giudici diversi della stessa o di altra sezione
le cause dello stesso tribunale, il presidente ordina che le cause siano chia-
mate alla medesima udienza davanti allo stesso giudice o alla stes-
sa sezione per i provvedimenti opportuni

4 Esecuzione provvisoria

La sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva tra le parti (art. 282 c.p.c.). Pertanto, fin
dal momento della sua pubblicazione vale come titolo esecutivo (art. 474 c.p.c.) e consente linstau-
razione di uno dei procedimenti di esecuzione forzata descritti nel Libro III del codice di Procedura ci-
vile. Tuttavia, la sentenza di primo grado non definitiva, potendo essere riformata dalla sentenza
dappello e, di conseguenza, la provvisoria esecutivit (o esecutoriet) della sentenza pu essere so-
spesa dal giudice dappello, come prevede lart. 283 c.p.c.

CC la sospensione dellefficacia esecutiva (o dellesecuzione, se gi iniziata)


della sentenza di primo grado subordinata alla proposizione dellappello ed
disposta dal giudice dappello qualora ricorrano gravi e fondati motivi;
CC la sussistenza dei gravi e fondati motivi di sospensione affidata alla valuta-
zione discrezionale del giudice dappello;
CC non costituisce grave motivo la dannosit in s dellesecuzione, perch lese-
In particolare: cuzione forzata sempre dannosa per chi la subisce. Occorre qualcosa di pi,
ossia la fondatezza dellappello (c.d. fumus dellappello). Se il giudice dappel-
lo ritiene probabile laccoglimento dellappello, ci integra un motivo grave e
fondato per sospendere lesecutivit della sentenza;
CC lesecutivit della sentenza deve costituire effettivamente un pericolo di dan-
no rilevante: se sono milionario e mi pignorano un televisore, non c danno
rilevante, e quindi non c spazio per la sospensione della sentenza;

136 Capitolo 10
CC i gravi e fondati motivi di sospensione devono essere valutati anche in re-
lazione alla possibilit che leventuale esecuzione della sentenza pregiudichi
la solvibilit di una delle parti. Ad es., se la sentenza ha condannato una
In particolare:
piccola impresa al pagamento di uningente somma di denaro, il giudice dap-
pello potr sospendere la sentenza di condanna qualora la sua esecuzione
possa condurre limpresa al fallimento.

Lart. 282 c.p.c. non pone alcuna distinzione tra le diverse tipologie di sentenze. Pertanto, deve rite-
nersi che tutte le sentenze di primo grado, siano esse dichiarative, costitutive o di condanna, sono
esecutive.

5 Pubblicazione e comunicazione della sentenza (art. 133 c.p.c.)

CC Il processo di primo grado si conclude con la pubblicazione della sentenza,


ossia con il deposito della sentenza in cancelleria, che il momento ufficiale
in cui la sentenza diventa un atto ufficiale dello Stato. Del deposito il cancel-
liere d atto in calce alla sentenza, apponendovi la firma e la data (art. 133,
Pubblicazione co. 2, c.p.c.).
CC Con la pubblicazione la sentenza viene resa pubblica, e acquista la sua effi-
cacia autoritativa di provvedimento idoneo a divenire immutabile se non im-
pugnato. Solo con il deposito, dunque, la sentenza esiste come atto giuridico.

CC Entro cinque giorni dalla pubblicazione il cancelliere comunica la sentenza


alle parti costituite, anche a mezzo telefax o a mezzo posta elettronica (art.
133, co. 3, c.p.c.). A tal fine, il difensore indica nel primo scritto difensivo utile
il numero di fax o lindirizzo di posta elettronica presso cui dichiara di voler ri-
cevere lavviso. Si tratta, ovviamente, di un adempimento facoltativo.
Comunicazione
CC Mentre la data della pubblicazione della sentenza costituisce il termine inizia-
le (dies a quo) per la decorrenza del termine annuale di impugnazione in man-
canza di notificazione (art. 327 c.p.c.), la data della comunicazione costituisce
il termine iniziale (dies a quo) per la proposizione del regolamento di compe-
tenza (art. 47, co. 2, c.p.c.) e per la riassunzione della causa (art. 50 c.p.c.).

Osservazioni

Ai fini del decorso del termine per la proposizione delle impugnazioni (ad eccezione del regola-
mento di competenza), il termine iniziale quello della notifica della sentenza (art. 326 c.p.c.), os-
sia latto con il quale lufficiale giudiziario consegna la copia autentica della sentenza alla parte che
sarebbe eventualmente interessata allimpugnazione.
La notifica va effettuata (art. 285 c.p.c.), su istanza di parte:
a norma dellart. 170 c.p.c., ossia al procuratore costituito;
alla parte personalmente (art. 286, co. 2, c.p.c.) se si verificato uno dei casi previsti dallart.
301 (un evento che colpisce il procuratore e che d luogo allinterruzione del processo), men-
tre se si verificato un evento interruttivo che colpisce la parte dopo la chiusura della discus-
sione, la notifica pu essere effettuata a coloro ai quali spetta stare in giudizio (art. 286, co. 1,
c.p.c.).

Il processo di cognizione davanti al tribunale 137

6 Correzione delle sentenze e delle ordinanze (artt. 287-289 c.p.c.)

CC Lart. 287 c.p.c. prevede la possibilit di correzione dei provvedimenti affetti


da omissioni o errori materiali o di calcolo.
CC Per eliminare questo tipo di errori, per lo pi dovuti a disattenzioni o sviste, la
legge si preoccupa di predisporre uno strumento semplificato rispetto a quel-
lo dellimpugnazione, la cui complessit sarebbe sproporzionata.
Generalit CC La correzione della sentenza un provvedimento di tipo amministrativo che
mira a ripristinare la corrispondenza tra quanto la sentenza ha inteso dichia-
rare e quanto formalmente dichiarato; provvedimento da pronunciarsi dallo
stesso ufficio giudiziario che ha pronunciato la sentenza, salvo il caso dellav-
venuta proposizione dellappello, nel qual caso la correzione compete al giu-
dice dellappello, che pu provvedere anche dufficio.

lerronea indicazione della data di delibera-


zione della sentenza;
CC Lerrore materiale consiste in
un errore di redazione della
lerrore del giudice nella determinazione del-
la misura delle spese sostenute dalla parte
sentenza, ossia in una disat-
vittoriosa (Cass. 21012/2010);
tenzione o in una svista occor-
Errore materiale sa nella stesuradellatto. Tra i linesatta indicazione del nome di una delle
ed errore di cal- casi di errore materiale emen- parti, nellintestazione della sentenza purch
colo dabili rientrano, ad es.: dal contesto della sentenza risulti con suffi-
ciente chiarezza lesatta identit di tutte le
parti (Cass. 7343/2010).

CC Lerrore di calcolo aritmetico consiste nella scorretta applicazione delle re-


gole matematiche ma sulla base di presupposti numerici non contestati ed
esatti (Cass. 11333/2009).

CC Lomissione materiale consiste nella mancanza di uno o pi elementi forma-


li della sentenza dovuta a dimenticanza o svista.

lamancanza dellintestazione Repubblica Italiana in


nome del popolo italiano;
lerronea indicazione della data di deliberazione;
CC Sono conside-
rate omissioni lomessa indicazione, nellepigrafe della sentenza, del nome
riparabili con la di una delle parti, quando dal contesto della sentenza liden-
correzione: tit della parte emerge senza possibilit di equivoci;
Omissione la mancata trascrizione di una o pi conclusioni delle par-
ti, purch siano state esaminate e non sia mancata la de-
cisione su di esse, altrimenti si verificherebbe una nullit.

CC Lomessa sottoscrizione della sentenza da parte del giudice o, nel caso di


pronuncia emessa dal giudice collegiale, da parte di uno dei magistrati tenuti
a sottoscriverla ai sensi dellart. 132 c.p.c., determina (nel caso in cui limpe-
dimento del magistrato non risulti menzionato) la nullit insanabile della sen-
tenza medesima, dovendosi escludere lapplicabilit del procedimento di cor-
rezione) (Cass. 12167/2009).

138 Capitolo 10
Osservazioni

Se il difensore della parte anticipa le spese e poi chiede al giudice la liquidazione, a proprio favo-
re, delle spese anticipate (c.d. istanza di distrazione delle spese), in caso di omessa pronuncia,
da parte del giudice, sullistanza di distrazione delle spese proposta dal difensore il rimedio
esperibile, in assenza di unespressa indicazione legislativa, costituito dal procedimento di cor-
rezione degli errori materiali di cui agli artt. 287 e 288 c.p.c., e non dagli ordinari mezzi di impugna-
zione, non potendo la richiesta di distrazione qualificarsi come domanda autonoma; la procedura
di correzione consente il migliore rispetto del principio costituzionale della ragionevole durata del
processo e garantisce con maggiore rapidit lo scopo del difensore distrattario di ottenere un ti-
tolo esecutivo (Cass. S.U. 16037/2010).

CC Lart. 287 c.p.c., nel disciplinare listituto della correzione, si riferisce alla sen-
tenza e alle ordinanze non revocabili (art. 287 c.p.c.). Sono correggibili, inol-
tre, i decreti non revocabili (ad es., il decreto ingiuntivo).
CC Il giudice competente a pronunciare sul procedimento di correzione lo stes-
so giudice (inteso come stesso ufficio giudiziario) che ha pronunciato il prov-
vedimento correggibile.

Casi e procedi- se tutte le parti concordano nel chiedere la correzione, il


mento di corre- giudice provvede con decreto;
zione se, invece, la correzione chiesta da una delle parti, il
giudice fissa ludienza nella quale le parti devono com-
CC Ai sensi dellart. parire davanti a lui. Sullistanza il giudice provvede con
288 c.p.c.: ordinanza, che deve essere annotata sulloriginale del
provvedimento;
se chiesta la correzione di una sentenza dopo un anno
dalla pubblicazione, il ricorso e il decreto devono essere
notificati alle altre parti personalmente.

Il processo di cognizione davanti al tribunale 139

Capitolo 11 Vicende anomale del processo:


sospensione, interruzione ed estinzione

Il processo pu entrare in uno stato di quiescenza, ossia arrestarsi temporaneamente.


Durante tale periodo il processo pende, ma non possono essere compiuti i normali atti della procedura.
La quiescenza uno stato provvisorio che viene meno soltanto con il compimento di specifici atti di
impulso (in particolare, latto di riassunzione) in mancanza dei quali, alla scadenza di un determinato
periodo di tempo, il processo si estingue.
Il procedimento di cognizione pu arrestarsi a causa di un provvedimento di sospensione, di inter-
ruzione o di cancellazione della causa dal ruolo.

1 Sospensione (artt. 295-298 c.p.c.)

CC La sospensione del processo larresto delliter processuale a causa di un de-


terminato evento e fino alla cessazione di quellevento.
Definizione
CC Di regola, la sospensione non si verifica automaticamente, ma a seguito di un prov-
vedimento del giudice, non oltre la precisazione delle conclusioni.

CC Sospensione necessaria: il giudice dispone che il processo sia sospeso in ogni


caso in cui egli stesso o altro giudice deve risolvere una controversia dalla cui defi-
nizione dipende la decisione della causa (art. 295 c.p.c.).
Tipologie CC Sospensione su istanza delle parti: il giudice istruttore, su istanza di tutte le par-
ti, ove sussistano giustificati motivi, pu disporre, per una sola volta, che il proces-
so rimanga sospeso per un periodo non superiore a tre mesi, fissando ludienza per
la prosecuzione del processo medesimo (art. 296 c.p.c.).

CC Fissazione della nuova udienza dopo la sospensione: se col provvedimento di


sospensione non stata fissata ludienza in cui il processo deve proseguire, le par-
ti devono chiederne la fissazione entro il termine perentorio di tre mesi dalla cessa-
zione della causa di sospensione o dal passaggio in giudicato della sentenza che
definisce la controversia. Listanza si propone con ricorso al giudice istruttore o, in
Disciplina mancanza, al Presidente del tribunale (art. 297 c.p.c.).
CC Effetti della sospensione: durante la sospensione non possono essere compiuti
atti del procedimento. La sospensione interrompe i termini in corso, i quali ricomin-
ciano a decorrere dal giorno della nuova udienza fissata nel provvedimento di so-
spensione o nel decreto di cui allarticolo precedente (art. 298 c.p.c.).

Vicende anomale del processo: sospensione, interruzione ed estinzione 141

Schema n. 26
La sospensione del processo (artt. 295-298 c.p.c.)

La sospensione del processo consiste in un arresto delliter processuale a causa di un determina-


to evento e fino alla cessazione di quellevento

Sospensione necessaria Sospensione su istanza delle parti

Il giudice dispone che il processo sia sospe- Il giudice istruttore, su istanza di tutte le par-
so in ogni caso in cui occorre risolvere una ti, ove sussistano giustificati motivi, pu di-
controversia dalla cui definizione dipende la sporre, per una sola volta, che il processo
decisione della causa sia sospeso per un periodo non superiore
a tre mesi, fissando ludienza per la prose-
cuzione del processo

Se col provvedimento di sospensione non stata fissata ludienza in cui il processo deve prose-
guire, le parti devono chiederne la fissazione entro il termine perentorio di tre mesi dalla cessazio-
ne della causa di sospensione o dal passaggio in giudicato della sentenza che definisce la contro-
versia civile o amministrativa

Listanza deve essere proposta dieci giorni prima della scadenza del termine di sospensione

Listanza si propone con ricorso al giudice istruttore o, in mancanza, al presidente del tribunale

Il ricorso, col decreto che fissa ludienza, notificato a cura dellistante alle altre parti nel termine
stabilito dal giudice

2 Interruzione (artt. 229-305 c.p.c.)

CC Linterruzione larresto delliter processuale a causa di un evento che


compromette leffettivit del contraddittorio (ad es., la morte di una parte
o la perdita della sua capacit di agire).

Nozione ed effetti CC In caso dinterruzione non possono essere compiuti gli atti del processo
e restano interrotti i termini in corso. Gli atti eventualmente compiuti sono
nulli. A seguito della riassunzione i termini precedentemente interrotti ripren-
dono a decorrere per intero e non soltanto per la parte residua (Satta) (artt.
298 e 304 c.p.c.).

142 Capitolo 11
CC Morte o perdita della capacit di stare in giudizio prima della costituzio-
ne (art. 299 c.p.c.): se prima della costituzione in cancelleria o alludienza da-
vanti al giudice istruttore sopravviene la morte (o la dichiarazione di morte pre-
sunta: art. 58 c.c.) o la perdita della capacit di stare in giudizio di una delle
parti (ad es., per interdizione), oppure la morte o la perdita di capacit del rap-
presentante legale della parte (il tutore dellinterdetto, il curatore dellinabilita-
to, ecc.) o la cessazione di tale rappresentanza (ad es., a causa della revoca
dellinterdizione o dellinabilitazione), il processo interrotto immediatamen-
te. Linterruzione, per, esclusa, perch superflua, se levento interruttivo
seguito immediatamente (o comunque prima della dichiarazione dellinterru-
zione) dalla ricostituzione delleffettivit del contraddittorio a seguito della co-
stituzione spontanea di coloro ai quali spetta proseguire il processo (il succes-
sore, il rappresentante legale, il minore divenuto maggiorenne, ecc.) o della
loro citazione in riassunzione ad opera dellaltra parte.
CC Morte o perdita della capacit di stare in giudizio della parte costituita o
del contumace (art. 300 c.p.c.): se la morte o la perdita della capacit della
parte si avvera nei riguardi della parte costituita in giudizio, il difensore lo di-
chiara in udienza o lo notifica alle altre parti, e da tale momento il processo
interrotto. In caso di mancata dichiarazione della morte, il processo prosegue
Eventi interruttivi nei confronti del defunto, da considerarsi processualmente ancora in vita.
Se la parte costituita personalmente, il processo si interrompe dal momen-
to dellevento. Se levento riguarda la parte dichiarata contumace, il proces-
so interrotto dal momento in cui il fatto interruttivo documentato dallaltra
parte, notificato o certificato dallufficiale giudiziario nella relazione di no-
tifica di uno degli atti che devono essere notificati al contumace.
Linterruzione si verifica automaticamente al momento della dichiarazione,
notificazione o certificazione indipendentemente da un provvedimento del giu-
dice, che per tenuto a dichiararla non appena abbia avuto notizia di tali
eventi.
CC Morte o impedimento del difensore: se la parte costituita a mezzo di un
difensore, il processo interrotto dal giorno della sua morte, oppure dal gior-
no della radiazione o della sospensione dallalbo professionale. Non sono cau-
se dinterruzione la revoca della procura o la rinuncia ad essa (art. 301 c.p.c.).
CC La cancellazione volontaria dallalbo professionale non determina linterru-
zione del processo, in quanto, mentre la morte, la sospensione o la radiazio-
ne dallalbo sono accomunate dal fatto di non dipendere, almeno in via diret-
ta, dalla volont del professionista o del cliente, la volontaria cancellazione
assimilabile alla revoca della procura o alla rinuncia a essa (Cass. 12261/2009).

CC Il processo interrotto pu essere proseguito (art. 302 c.p.c.) oppure riassun-


to (art. 303 c.p.c.). Si tratta di due mezzi idonei a far riprendere al giudizio il
suo corso.
CC La prosecuzione pu essere chiesta dalla parte colpita dallevento interrut-
tivo. Se il processo interrotto per la morte di una parte, deve proseguire nei
confronti di tutti gli eredi della parte deceduta.
Prosecuzione del
processo
CC La costituzione per proseguire alludienza;
il processo pu avvenire: a norma dellart. 166 c.p.c.
CC Se non fissata alcuna udienza, la parte pu chiedere con ricorso al giudice
istruttore o, in mancanza, al presidente del tribunale la fissazione delludien-
za. Il ricorso e il decreto sono notificati alle altre parti a cura dellistante.

Vicende anomale del processo: sospensione, interruzione ed estinzione 143

CC Il giudizio interrotto pu essere proseguito dalla parte colpita dallevento interrut-


tivo, oppure pu essere riassunto dalla parte estranea allevento stesso. In
particolare, ai sensi dellart. 303 c.p.c., se non avviene la prosecuzione del pro-
cesso, laltra parte pu chiedere la fissazione delludienza e, successivamente,
effettuare la notifica del ricorso e del decreto che fissa ludienza a coloro che
debbono costituirsi per proseguire il processo.
CC In caso di morte della parte, la notificazione, entro un anno dalla morte, pu es-
sere fatta collettivamente e impersonalmente agli eredi nellultimo domicilio del
Riassunzione
defunto. Tutti gli eredi acquistano la qualit di parte e la mancata costituzione di
del processo
alcuni di essi non comporta la necessit di integrare il contraddittorio.
CC Il processo deve essere proseguito o riassunto entro il termine perentorio di
tre mesi dallinterruzione, altrimenti si estingue (art. 305 c.p.c.). Il termine tri-
mestrale decorre, in caso di morte o impedimento del difensore (art. 301
c.p.c.), da quando la parte rimasta senza difensore ha avuto effettiva cono-
scenza legale dellevento (Corte cost. 139/1967). Il termine perentorio ri-
spettato se entro tre mesi il ricorso in riassunzione depositato in cancelleria
(Cass. 6325/2010).

Schema n. 27
Linterruzione del processo (artt. 299-305 c.p.c.)

Morte o perdita della capa- Morte o perdita della capa- Morte o impedimento del
cit di stare in giudizio di una cit di stare in giudizio di procuratore
delle parti o del suo rappre- una delle parti o del suo rap-
sentante legale prima della presentante legale dopo la
costituzione in cancelleria costituzione in giudizio

il processo interrotto, sal- il difensore dichiara lacca- il processo interrotto dal


vo che coloro ai quali spet- dimento in udienza o lo no- giorno della morte, radiazio-
ta di proseguirlo si costitui- tifica alle altre parti e il pro- ne o sospensione del pro-
scano volontariamente, op- cesso interrotto curatore
pure laltra parte provveda
a citarli in riassunzione

se levento riguarda la par-


te contumace, il processo
interrotto dal momento in
cui il fatto interruttivo do-
cumentato dallaltra parte, o
notificato o certificato
dallufficiale giudiziario

Il processo deve essere proseguito o riassunto entro il termine perentorio di tre mesi dallinterru-
zione, altrimenti si estingue

144 Capitolo 11
3 Estinzione (artt. 306-310 c.p.c.)

CC La fine del processo pu essere causata anche da una vicenda che la determi-
na senza che sia avvenuta la pronuncia della sentenza definitiva. Tale vicenda
lestinzione del processo.
CC Funzione dellistituto quella di evitare la prosecuzione dellattivit processuale
quando tutte le parti, per accordo esplicito (rinuncia e relativa accettazione) o
Generalit per comportamento concludente (inattivit), la ritengono inutile.
CC Neppure lo Stato, in tale situazione, ha interesse a tenere impegnati i propri organi
giurisdizionali, tra laltro protraendo unobiettiva situazione di incertezza; tanto pi
che gli eventuali interessi dellordinamento alla prosecuzione del processo possono
essere tutelati dalliniziativa del P.M, il quale, nei casi in cui ha proposto la doman-
da, non pu rinunciare alla domanda stessa n provocare lestinzione per inattivit.

CC La rinuncia agli atti del giudizio la dichiarazione dellattore di non voler pro-
seguire il processo e, quindi, di non volere che il processo giunga a una decisio-
ne di merito sulla domanda.

pu essere effettuata dallattore (o dal convenuto in caso di do-


manda riconvenzionale), personalmente o a mezzo del difen-
sore munito di procura speciale;
efficace soltanto se accettata dalle parti costituite che po-
trebbero essere interessate alla prosecuzione del giudizio.
Rinuncia agli CC La rinuncia:
Non occorre laccettazione del convenuto contumace. Linteres-
atti del giudizio
se alla prosecuzione del giudizio sussiste quando il convenuto
(art. 306 c.p.c.)
ha la possibilit di ottenere un provvedimento finale che produ-
ce effetti pi favorevoli di quelli discendenti dallestinzione del
processo (Luiso).

CC La rinuncia e laccettazione devono essere fatte con dichiarazione orale in udien-


za o con atti sottoscritti e notificati alle altre parti. Il giudice, se la rinuncia e lac-
cettazione sono regolari, dichiara lestinzione del processo.
CC Il rinunciante deve rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo tra
loro.

CC Se, dopo la notifica della citazione, nessuna delle parti si costituisce entro il termi-
ne stabilito dallart. 166 c.p.c., oppure se, dopo la costituzione delle stesse, il giu-
dice, nei casi previsti dalla legge, ordina la cancellazione della causa dal ruolo, il
processo, salvo il disposto dellart. 181 e dellart. 290 c.p.c., deve essere riassun-
to davanti allo stesso giudice nel termine perentorio di tre mesi dalla scadenza del
termine per la costituzione del convenuto (art. 166 c.p.c.) o dalla data del provve-
dimento di cancellazione; altrimenti, si estingue.
Inattivit delle CC Il processo, una volta riassunto, si estingue se nessuna delle parti si costituisce
parti (art. 307 oppure se, nei casi previsti dalla legge, il giudice ordina la cancellazione della
c.p.c.) causa del ruolo.
CC Il processo si estingue, altres, qualora le parti, alle quali spetta rinnovare la citazione
o proseguire, riassumere o integrare il giudizio, non vi hanno provveduto entro il ter-
mine perentorio stabilito dalla legge o dal giudice. Quando la legge autorizza il giudi-
ce a fissare il termine, questo non pu essere inferiore a un mese n superiore a tre.
CC Lestinzione opera di diritto ed dichiarata, anche dufficio, con ordinanza del
giudice istruttore o con sentenza del collegio.

Vicende anomale del processo: sospensione, interruzione ed estinzione 145

CC Salvo diversa previsione di legge, la riassunzione fatta con comparsa, ai


sensi dellart. 125 disp. att. c.p.c.
CC Latto valido, pur se formulato con citazione o ricorso (Cass. 21071/2009),
se contiene gli elementi previsti dallart. 125 disp. att. c.p.c. ed esprime chia-
ramente la volont della parte di riassumere il processo.

il giudice di fronte a cui le parti devono comparire,


le parti e i loro difensori;
CC Latto deve indicare: ludienza alla quale devono partecipare le parti;
il provvedimento sulla base del quale fatta la ri-
assunzione.

La riassunzione
richiamare latto introduttivo del processo (non ne-
cessaria lindicazione delle domande in esso propo-
del processo
CC Inoltre, latto di rias- ste);
sunzione deve: contenere linvito a costituirsi nei termini previsti
dallart. 163 bis c.p.c. o nei termini abbreviati (Cass.
3623/2004).

CC Latto deve essere notificato alla parte personalmente, nel caso in cui essa
non si sia costituita nel processo.
CC La riassunzione tempestiva quando la comparsa regolarmente notifica-
ta entro il termine di tre mesi. Nel caso di mancata costituzione il termine
rilevante per valutare lintegrazione della fattispecie estintiva , a norma
dellart. 166 c.p.c., il ventesimo giorno antecedente alludienza di prima com-
parizione. Nelle altre ipotesi il termine decorre dal provvedimento di cancel-
lazione della causa dal ruolo.

comunicata a cura del cancelliere se pronun-


CC Lordinanza che di- ciata fuori udienza;
chiara lestinzione
Lordinanza (art. 308 c.p.c.): reclamabile nei modi di cui allart. 178, co. 3, 4 e 5,
c.p.c.
di estinzione

CC Il collegio provvede in camera di consiglio con sentenza, se respinge il re-


clamo, e con ordinanza non impugnabile, se laccoglie.

CC Se nel corso del processo nessuna delle parti si presenta alludienza, il giu-
dice fissa una nuova udienza ex art. 181 c.p.c., comunicata alle parti costi-
tuite (art. 309 c.p.c.).

Diserzione CC In caso di mancata


delludienza comparizione delle dispone, con ordinanza, la cancellazione della cau-
parti alla seconda sa dal ruolo, e dichiara lestinzione del giudizio.
udienza, il giudice:

CC Il provvedimento di cancellazione non deve essere comunicato alle parti.

146 Capitolo 11
non estingue lazione. Pertanto, il diritto sostan-
ziale oggetto del giudizio estinto resta integro, e
pu essere fatto valere in un altro processo;

CC Ai sensi dellart. 310 c.p.c., rende inefficaci gli atti compiuti, ma non le sen-
lestinzione del processo: tenze di merito pronunciate nel corso del proces-
so e le sentenze pronunciate dalla Cassazione
in sede di regolamento di competenza, alle qua-
Effetti
li non possono assimilarsi quelle dei giudici di
dellestinzione
merito in tema di competenza.

CC Anche le prove raccolte, come tutti gli atti del processo estinto, perdono effica-
cia. Tuttavia, lart. 310, co. 3, c.p.c. stabilisce che le prove raccolte sono valuta-
te dal giudice di un eventuale nuovo giudizio a norma dellart. 116, co. 2, c.p.c.,
ossia come elementi di prova.
CC Le spese del processo estinto sono a carico delle parti che le hanno anticipate.

Vicende anomale del processo: sospensione, interruzione ed estinzione 147

Capitolo 12 Le impugnazioni

1 In generale (artt. 323-338 c.p.c.)

CC Sono gli strumenti attraverso i quali una delle parti rimette in discussione, nei
confronti dellaltra, un provvedimento giurisdizionale ritenuto invalido o ingiusto.

lappello (il mezzo generale di impugnazione contro le


sentenze di primo grado);
CC Contro le senten- il ricorso in cassazione (il mezzo di impugnazione con-
I mezzi di impu- tro le sentenze emesse in secondo o in unico grado);
ze i mezzi di im-
gnazione
pugnazione sono: la revocazione;
lopposizione di terzo;
il regolamento di competenza.
CC Sono tassativi, per cui non sono ammesse impugnazioni di provvedimenti
giurisdizionali allinfuori delle ipotesi previste dalla legge.

CC Ciascun mezzo di impugnazione si dirige contro un provvedimento del giu-


dice.
Caratteristiche CC Legittimati a impugnare sono coloro che hanno rivestito la qualit di parte nel
precedente grado di giudizio.
CC Linteresse a impugnare deriva dalla soccombenza.

i mezzi di impugnazione mirano a eliminare la senten-


za affetta da errores in iudicando (errori nellindividua-
zione o interpretazione della norma applicabile o nellac-
certamento dei fatti controversi) o errores in proceden-
do (vizi di procedura non sanati o non sanabili, ad es. il
CC Mezzi di impu- difetto di giurisdizione, di competenza, di legittimazione
gnazione e mez- ad agire, di litisconsorzio necessario);
zi di gravame: i mezzi di gravame si utilizzano contro una sentenza
ingiusta, in quanto costituisce il risultato di uningiusta
valutazione delle prove, dei fatti e, pi in generale, di
Classificazioni tutto ci che rientra nella libera valutazione del giudice,
e sono diretti a ottenere il riesame del rapporto contro-
verso.
CC Mezzi di impugnazione a critica libera (appello) e mezzi di impugnazione a
critica vincolata (ricorso in Cassazione).
CC Mezzi di impugnazione ordinari (appello, Cassazione, revocazione ordina-
ria), la cui proposizione nei termini (artt. 325 e 327 c.p.c.) impedisce il pas-
saggio in giudicato della sentenza, e mezzi di impugnazione straordinari,
proponibili indipendentemente dal passaggio in giudicato della sentenza (re-
vocazione straordinaria, opposizione di terzo).

Le impugnazioni 149

CC Linteresse a impugnare linteresse a ottenere una nuova pronuncia


sul rapporto giuridico gi oggetto del precedente giudizio. Tale interes-
se deriva dalla soccombenza, ossia la condizione nella quale si trova,
al termine di un giudizio, la parte quando la propria domanda non sta-
ta accolta o quando stata accolta una domanda della controparte
(Liebman).
CC La soccombenza pu essere totale, se viene respinta lintera domanda
della parte, oppure parziale, quando la sentenza accoglie solo parzial-
mente la domanda della parte o quando, pur accogliendo la domanda
della parte, accoglie anche una o pi domande della controparte.

CC La legittimazio-
ne a impugnare
sussiste, di rego- le parti originarie (attore e convenuto);
la, a favore delle le parti nei confronti delle quali stata ordinata lin-
parti del giudizio tegrazione del contraddittorio;
concluso con la i terzi intervenuti.
sentenza da im-
pugnare, ossia:

Interesse e legittima- lopposizione di terzo (artt. 404 ss. c.p.c.), che


zione a impugnare un mezzo di impugnazione destinato a chi non
stato parte del giudizio concluso con la sentenza im-
pugnabile;
il pubblico ministero titolare di un autonomo
diritto di impugnazione nellambito delle cause che
ha promosso o che avrebbe potuto promuovere;
CC Eccezioni alla re- egli inoltre legittimato a impugnare le sentenze
gola secondo la relative alle cause matrimoniali (salvo quelle di se-
quale le impu- parazione personale tra coniugi) e le sentenze che
gnazioni sono ri- dichiarano lefficacia o linefficacia di sentenze
servate a coloro i straniere relative a cause matrimoniali. La legitti-
quali hanno par- mazione a impugnare spetta sia al p.m. presso il
tecipato al giudi- giudice che ha emesso la sentenza, sia al p.m.
zio sono: presso il giudice competente per limpugnazione
(art. 72 c.p.c.);
la sentenza emessa nei confronti di una parte che
sia venuta a mancare pu essere impugnata dal suo
successore universale (art. 110 c.p.c.);
in caso di successione a titolo particolare, inter
vivos o mortis causa, la sentenza impugnabile an-
che dal successore (art. 111 c.p.c.).

CC La sentenza contro la quale non pi possibile esercitare il potere di


impugnazione per mancato esercizio nei termini di legge o per esau-
rimento del potere stesso si intende passata in giudicato formale.
Passaggio in giudica-
to (artt. 324 c.p.c. e CC Dal giudicato formale discende il giudicato sostanziale, secondo cui lac-
2909 c.c.) certamento contenuto nella sentenza ormai incontrovertibile fa stato, a
norma dellart. 2909 c.c., tra le parti, i loro eredi e i loro aventi causa. Si
tratta di due aspetti dello stesso fenomeno, costituito dalla incontroverti-
bilit della sentenza e dallimmutabilit dei suoi effetti.

150 Capitolo 12
le sentenze di rito, di merito, definitive e non defini-
tive, di primo e di secondo grado, contro le quali non
siano stati proposti i mezzi di impugnazione;
CC I provvedimenti lordinanzache conclude il nuovo procedimento
Passaggio in giudica-
idonei al pas- sommario di cognizione (art. 702quater c.p.c.);
to (artt. 324 c.p.c. e
saggio in giudi-
2909 c.c.)
cato sono: il decreto ingiuntivo non tempestivamente opposto
(artt. 645 ss. c.p.c.);
lordinanza di convalida di sfratto non tempestiva-
mente opposta (art. 668 c.p.c.).

CC I mezzi di impugnazione ordinari, la cui proposizione impedisce il pas-


saggio in giudicato del provvedimento giurisdizionale, sono il regolamen-
to di competenza, lappello, il ricorso per Cassazione e la revocazione or-
dinaria (art. 395, nn. 4 e 5, c.p.c.).
CC I mezzi di impugnazione straordinari sono proponibili anche dopo il
passaggio in giudicato formale della sentenza, e sono la revocazione stra-
ordinaria (art. 395, nn. 1, 2, 3 e 6, c.p.c.), la revocazione del P.M. (art. 397
c.p.c.), lopposizione di terzo, lopposizione tardiva al decreto ingiuntivo
e lopposizione tardiva alla convalida di sfratto.
Mezzi di impugnazio-
ne (art. 323 c.p.c.) elementi turbativi del giudizio che possono essere
conosciuti anche a distanza di molto tempo (revo-
cazione straordinaria: art. 395, nn. 1, 2, 3 e 6 c.p.c.)
CC Con i mezzi di im- e rendono impossibile far dipendere limpugnazio-
pugnazione stra- ne da un termine prefissato;
ordinari si pos- situazioni particolari che conseguono a posizioni
sono far valere: soggettive diverse da quelle delle parti (lopposizio-
ne di terzo), che rendono inopportuno far dipende-
re limpugnazione da un termine rigorosamente pre-
fissato.

di 30 giorni per lappello, la revocazione e loppo-


sizione di terzo revocatoria (art. 404, co. 2, c.p.c.)
CC Ai sensi dellart. contro le sentenze dei tribunali e dei giudici pace;
325 c.p.c., il ter-
mine breve per
di 30 giorni per la revocazione e lopposizione di
terzo revocatoria (art. 404, co. 2, c.p.c.) contro le
impugnare :
sentenze della Corte dappello;
di 60 giorni per il ricorso per Cassazione.
Termini per impugna- CC I termini brevi sono perentori e decorrono dalla notifica della sentenza
re (artt. 325-327 c.p.c.) eseguita a istanza di parte (art. 285 c.p.c.), oppure dalla scoperta del vi-
zio o dal passaggio in giudicato della sentenza che accerta il dolo del giu-
dice nella revocazione straordinaria (art. 395 nn. 1, 2, 3, 6 c.p.c.), o, infi-
ne, dalla scoperta del dolo, della falsit o della collusione nella opposi-
zione di terzo revocatoria (art. 404, co. 2, c.p.c.).
CC I termini brevi sono cos definiti in contrapposizione al termine lungo di
sei mesi che, per lappello, il ricorso per cassazione e la revocazione or-
dinaria (art. 395 nn. 4 e 5 c.p.c.), decorrono, in mancanza di notificazio-
ne, dalla data della pubblicazione del provvedimento (art. 327 c.p.c.).

Le impugnazioni 151

Osservazioni

Latto che consente di verificare se essa sia stata tempestiva ai sensi della norma la notifica
dellimpugnazione o il deposito dellatto di impugnazione nella cancelleria del giudice competen-
te nel caso di controversie che si introducono mediante ricorso, come lappello in materia di con-
troversie di lavoro o in materia di separazione e divorzio, che in appello segue il rito camerale.

2 Lacquiescenza (art. 329 c.p.c.)

CC Dallimpugnazione si pu decadere anche indipendentemente dalla de-


correnza di qualsiasi termine, per effetto dellacquiescenza.

nellaccettazione espressa della sentenza (acquie-


scenza esplicita);
in un comportamento inequivocabilmente incompa-
tibile con la volont del soggetto di impugnare la de-
cisione (acquiescenza implicita). Non basta, a tal
fine, un atteggiamento di mera tolleranza contingen-
Lacquiescenza te e neppure il compimento di atti resi necessari o
CC Lacquiescenza
opportuni, nellimmediato, dallesistenza del suddet-
pu consistere
to provvedimento, in una logica di riduzione del pre-
(art. 329 c.p.c.):
giudizio, ma che non per questo escludono linten-
zione dellinteressato di agire per leliminazione de-
gli effetti del provvedimento (Cass. S.U. 12339/2010);
nellimpugnazione parziale della decisione, che com-
porta acquiescenza alle parti di sentenza non impugna-
te, purch autonome e non dipendenti da quella impu-
gnata (acquiescenza impropria: art. 329, co. 2, c.p.c.).

3 Il luogo di notifica dellatto di impugnazione (art. 330 c.p.c.)

CC presso il domicilio eletto o la residenza indicata dalla parte nellatto


di notificazione della sentenza, purch entrambi questi luoghi siano
situati nella circoscrizione del giudice che ha pronunciato la sentenza;

CC presso lufficio
Latto di impugnazione
del difensore
(atto di citazione per a) manchi la dichiarazione di residenza o lelezione di
costituito, la re-
lappello, la revocazio- domicilio nellatto di notificazione della sentenza;
sidenza dichia-
ne e lopposizione di oppure:
rata o il domici-
terzo; ricorso per lap- b) non vi sia stata notificazione della sentenza; oppure:
lio eletto per il
pello nelle controver- c) la dichiarazione di residenza o lelezione di domici-
giudizio che si
sie di lavoro, la cassa- lio siano effettuate fuori dalla circoscrizione del giu-
concluso con
zione, il regolamento dice che ha pronunciato la sentenza;
la sentenza, nel
di competenza) deve
caso in cui:
essere notificato:
CC presso la parte personalmente, nei luoghi degli artt. 137 ss. c.p.c., nel
caso in cui manchi la costituzione del difensore, la dichiarazione di resi-
denza e lelezione di domicilio, e quando limpugnazione sia proposta
dopo un anno dalla pubblicazione della sentenza.

152 Capitolo 12
4 Impugnazione principale e impugnazione incidentale (artt. 333-
335 c.p.c.)

CC Limpugnazione principale quella proposta per prima, ossia limpu-


gnazione notificata prima delle altre, mentre le impugnazioni inci-
dentali sono le impugnazioni successive alla prima, le quali devono
essere proposte nello stesso processo instaurato con limpugnazione
principale. Pertanto, il criterio distintivo tra impugnazione principale e im-
pugnazione incidentale meramente cronologico.
CC In base al principio di unit dei mezzi di impugnazione, il procedi-
mento di impugnazione, una volta aperto, deve fungere da contenito-
re di tutte le possibili impugnazioni di quella sentenza. Questo princi-
pio espresso dallart. 333 c.p.c., secondo cui le parti alle quali sono
state fatte le notificazioni dellatto di impugnazione devono proporre, a
Definizioni pena di decadenza, le loro impugnazioni in via incidentale nello stesso
processo.
Pertanto, proposta limpugnazione principale, le altre impugnazioni si de-
vono fare nella forma dellimpugnazione incidentale, cio nello stesso
processo.
CC Linteresse a proporre lappello incidentale nasce in presenza della c.d.
soccombenza reciproca, ossia quando la sentenza ha dato torto in par-
te allappellante principale e in parte allappellante incidentale.
CC Lappello incidentale si propone, a pena di decadenza, nella comparsa
di risposta depositata nella cancelleria del giudice dappello almeno 20
giorni prima delludienza di prima comparizione fissata dallappellante
nellatto dappello.

CC Pu accadere che contro la stessa sentenza si propongano impugna-


zioni separate (ad es., ciascuna parte, parzialmente soccombente, no-
tifica allaltra un atto dappello). Qui si hanno due impugnazioni separa-
te contro la stessa sentenza, per cui occorre ristabilire a posteriori luni-
tariet del procedimento di impugnazione. A questo provvede lart. 335
Riunione delle impu- c.p.c., secondo cui tutte le impugnazioni proposte separatamente con-
gnazioni tro la stessa sentenza devono essere riunite, anche dufficio, in un solo
processo.
CC La mancata riunione comporta linammissibilit delle impugnazioni se-
parate o limprocedibilit degli altri giudizi di impugnazione, salvo che
si tratti di cause scindibili, nel qual caso le distinte impugnazioni pos-
sono essere separatamente decise anche se non riunite.

Osservazioni

La riunione dufficio applicabile anche alle impugnazioni proposte contro sentenze diverse, quan-
do si riferiscano a una stessa domanda e a giudizi svolti tra le stesse parti (Cass. 21349/2004),
qualora sussistano ragioni di unitariet sostanziale e processuale della controversia o vi sia leven-
tualit di soluzioni contrastanti, oppure quando si tratti di sentenze che, integrandosi reciproca-
mente, definiscano ununica controversia di merito.

Le impugnazioni 153

CC Limpugnazione incidentale tardiva limpugnazione proposta dalla parte soccom-


bente parziale la quale, nel momento in cui gli viene notificata limpugnazione prin-
cipale, ha perso il potere di impugnare per decorrenza dei termini (ad es., perch
limpugnazione principale gli viene notificata lultimo giorno utile) o per acquiescen-
za. In tal caso, la notifica dellimpugnazione la rimette in termini per proporre limpu-
Impugna- gnazione, che sar unimpugnazione incidentale (perch successiva alla prima) e
zione inci- tardiva (perch proposta oltre i termini per impugnare il provvedimento entro i termi-
dentale tar- ni, in via principale o in via incidentale tempestiva).
diva CC Nel caso dellappello, limpugnazione incidentale deve essere proposta, a pena di
decadenza, nella comparsa di risposta da depositarsi almeno venti giorni prima del-
la prima udienza (art. 343 c.p.c.).
CC Limpugnazione incidentale tardiva pu essere proposta nei confronti di qualsiasi
capo della sentenza, e non soltanto nei confronti dei capi della sentenza impugna-
ti con limpugnazione principale (Cass. S.U. 4640/1989).

5 Litisconsorzio in sede di gravame (artt. 331-332 c.p.c.)

CC In base al principio
dellunit soggettiva del
processo di impugna- che un processo che si svolto tra pi parti in primo gra-
zione contro la stessa do si frantumi in pi giudizi in sede dappello;
sentenza, al giudizio di
impugnazione devono che la stessa sentenza che ha deciso posizioni tra loro
partecipare gli stessi sog- interdipendenti possa passare in giudicato nei confronti
getti che hanno parteci- di una parte soltanto e non di unaltra.
pato al giudizio del grado
precedente, per evitare:

CC In attuazione del suddetto principio, lart. 331 c.p.c. stabilisce che se la sentenza,
pronunciata tra pi parti di una causa inscindibile o di cause interdipendenti, non
stata impugnata nei confronti di tutte, il giudice ordina lintegrazione del contrad-
dittorio, fissando il termine entro il quale la notifica deve essere fatta e, se neces-
Cause in- sario, ludienza di comparizione.
scindibili e CC Limpugnazione dichiarata inammissibile se nessuna delle parti provvede allinte-
cause di- grazione nel termine fissato.
pendenti
la pluralit di parti, nel giudizio di primo grado, stata
determinata dalla necessit del litisconsorzio (art. 102
c.p.c.), come, ad es., nel caso del giudizio riguardante
lo scioglimento di una comunione;
CC Causa inscindibile con la pluralit di parti imposta da eventi sopravvenuti, come,
pi parti quella nella ad es., la successione di pi persone a una delle parti;
quale: la pluralit di parti in primo grado stata determinata da ra-
gioni processuali, come, ad es., lordine del giudice di chia-
mata di un terzo (che rende necessario il litisconsorzio, che
originariamente non era tale) o lintervento di parti la cui po-
sizione non pu scindersi da quella delle parti principali.

CC Cause tra loro dipendenti sono le cause legate tra loro da un vincolo di pregiudi-
zialit (la decisione delluna costituisce il presupposto logico-giuridico della decisio-
ne dellaltra) o di garanzia.

154 Capitolo 12
Schema n. 28
Cause scindibili e inscindibili

Cause inscindibili Cause scindibili

Sentenza pronunciata tra pi parti in una cau- Sentenza pronunciata in cause scindibili
sa inscindibile o in cause tra loro dipendenti

se non impugnata nei confronti di tutte le se limpugnazione viene proposta soltan-


parti, il giudice ordina lintegrazione del con- to da una delle parti o nei confronti di una
traddittorio fissando, se necessario, ludien- di esse, il giudice ne ordina la notificazio-
za di comparizione ne alle altre fissando, se necessario,
ludienza di comparizione

la notifica disposta per consentire alle


parti leventuale partecipazione anche alla
fase dimpugnazione

limpugnazione dichiarata inammissibile se la notifica ordinata dal giudice non av-


se nessuna delle parti provvede allintegra- viene, il processo rimane sospeso fino a
zione nel termine fissato quando le altre parti, rimaste estranee,
siano decadute dallimpugnazione

6 Effetto espansivo interno ed esterno (art. 336 c.p.c.)

CC Lart. 336, co. 1, c.p.c. dispone che la riforma o lannullamento parziale della sen-
tenza in Cassazione ha effetto anche sulle questioni che dipendono da essa (effet-
Effetto espan- to espansivo interno). Ad es., se una sentenza si pronuncia sullan e sul quantum
sivo interno in materia di risarcimento dei danni e viene impugnata soltanto sul punto che ri-
guarda lan, la riforma della pronuncia, nel senso che il risarcimento non dovuto,
non pu non travolgere anche la pronuncia sul quantum, sebbene non impugnata.

CC Lart. 336, co. 2, c.p.c. dispone, invece, che la riforma, con sentenza passata in
giudicato, o lannullamento della sentenza in Cassazione estende i suoi effetti ai
provvedimenti e agli atti che sono dipendenti dalla sentenza riformata o cassata
Effetto espan-
(effetto espansivo esterno). Si pensi, ad es., a una sentenza non definitiva su una
sivo esterno
questione pregiudiziale alla quale abbia fatto seguito una sentenza definitiva non
impugnata: se la sentenza non definitiva riformata o cassata, ci travolge an-
che la sentenza definitiva.

CC La ratio della norma va individuata nellintento del legislatore di bloccare i ricorsi


Ratio per cassazione meramente dilatori, ossia proposti al solo fine di differire gli effet-
ti della riforma in appello.

Le impugnazioni 155

7 Sospensione dellesecuzione e dei processi (art. 337 c.p.c.)

CC Lart. 282 c.p.c. sancisce lesecutivit delle sentenze di primo grado, os-
sia la possibilit di iniziare immediatamente lesecuzione forzata sulla base
della sentenza. In linea con tale disposizione, lart. 337 c.p.c. afferma che lim-
pugnazione non sospende automaticamente n lefficacia esecutiva della sen-
tenza n lesecuzione gi iniziata. Sono fatte salve le disposizioni che preve-
dono la possibilit, per il giudice dellimpugnazione e, in alcuni casi, per il giu-
Limpugnazione dice che ha emesso il provvedimento impugnato, di sospendere lesecuzio-
non ha effetto so- ne della sentenza su istanza di parte (ad es., lart. 283 c.p.c. per lappello e
spensivo lart. 373 c.p.c. per il ricorso in cassazione).
CC Lart. 282, co. 2, c.p.c. prevede la sospensione del processo quando venga
invocata lautorit di una sentenza resa in un altro giudizio, che sia stata
impugnata e che sia in qualche modo pregiudicante lesito del processo in cui
viene invocata. In tal caso il giudice pu tenere conto della sentenza pronun-
ciata nellaltro processo, sebbene impugnata, oppure sospendere il proces-
so in attesa di conoscere lesito dellimpugnazione.

Osservazioni

Secondo la giurisprudenza pi recente, non c pi spazio per una sospensione discrezionale del
processo, poich si porrebbe in contrasto con il canone della durata ragionevole che la legge deve
assicurare nel quadro del giusto processo ai sensi dellart. 3 Cost. (Cass. 25900/2006).

Schema n. 29
Provvedimenti sullesecuzione provvisoria in appello

Il giudice dappello

su istanza di parte proposta con limpugnazione principale o con quella incidentale

quando sussistono gravi e fondati motivi anche in relazione alla possibilit


di insolvenza di una delle parti

sospende in tutto o in parte lefficacia esecutiva o lesecuzione della sentenza impugnata

con o senza cauzione

valutazione sommaria della fondatezza dellimpugnazione


valutazione del pregiudizio patrimoniale che il soccom-
Presupposti della sospensione bente pu subire dallesecuzione della sentenza, anche
in relazione alla difficolt di ottenere eventualmente la
restituzione di quanto pagato

156 Capitolo 12
8 Effetti dellestinzione del processo di impugnazione (art. 338
c.p.c.)

CC Mentre lestinzione del giudizio di primo grado lascia impregiudicati i diritti del-
le parti (art. 310 c.p.c.), lestinzione del giudizio di impugnazione comporta il
passaggio in giudicato della sentenza impugnata, salvo che gli effetti del-
Passaggio in giu-
la sentenza impugnata siano stati modificati con provvedimenti pronunciati
dicato della sen-
nel procedimento estinto (art. 338 c.p.c.). I provvedimenti pronunciati nel pro-
tenza impugnata
cedimento estinto che hanno modificato gli effetti della sentenza impugnata
e, pertanto, ne impediscono il passaggio in giudicato, sono le sentenze non
definitive, di rito o di merito, emesse nel processo estinto.
CC Proposta revocazione ex art. 395, nn. 4 e 5, c.p.c., se il relativo giudizio si
estingue la sentenza impugnata passa in giudicato solo se non ancora
decorso il termine per proporre ricorso in Cassazione, visto che questo
Passaggio in giu- mezzo di impugnazione concorrente con quello della revocazione.
dicato della sen- CC Il provvedimento con cui si pronuncia lestinzione una sentenza (artt. 307,
tenza impugnata ult. co., e 359 c.p.c.).
CC Il giudice competente a decidere sugli effetti dellestinzione del giudizio di
appello o di revocazione sulla sentenza impugnata il giudice davanti al qua-
le la questione viene sollevata.

9 Lappello (artt. 339-359 c.c.)

CC Lappello il mezzo di impugnazione che introduce il giudizio di secon-


do grado, ossia una fase del processo nella quale si ha un nuovo esame del-
la causa, nei limiti delle censure contenute nella domanda dappello.
CC La struttura del giudizio di appello la stessa del giudizio di primo grado (art.
Generalit 359 c.p.c.).
CC Il principio del doppio grado di giudizio, inteso nel senso che ogni controver-
sia deve poter passare, salvo casi eccezionali, attraverso due gradi di giudi-
zio, non ha fondamento costituzionale (Corte cost. 301/1986). Ne deriva la
legittimit della previsione di sentenze non appellabili.

ordinario, poich deve essere proposto nei termini di


decadenza previsti dalla legge e la sua proposizione
impedisce il passaggio in giudicato della sentenza;
a critica libera, ossia a motivi illimitati, in quanto si
possono denunciare al giudice dappello tutti i vizi in
iudicando o in procedendo della sentenza impugnata;
devolutivo, poich il giudice dappello conosce lo
CC Lappello un mez- stesso rapporto sostanziale controverso in primo gra-
Caratteri
zo di impugnazione: do, nei limiti dei motivi specifici fatti valere dallappel-
lante (tantum devolutum quantum appellatum). Lef-
fetto devolutivo non investe il giudice di secondo gra-
do dellintera causa gi decisa in primo grado, ma sol-
tanto delle questioni sollevate con latto di appello;
sostitutivo, poich la sentenza di secondo grado, di ac-
coglimento o di rigetto, si sostituisce a quella di primo
grado nel determinare lassetto di interessi tra le parti.

Le impugnazioni 157

CC Possono essere impugnate con lappello tutte le sentenze di primo grado del
tribunale e del giudice di pace, definitive e non definitive, di rito o di merito.
CC Per individuare i provvedimenti appellabili non si deve avere riguardo alla forma
ma alla sostanza del provvedimento. Sono dunque appellabili i provvedimen-
Sentenze ap- ti di primo grado aventi contenuto decisorio, cio contenuto sostanziale di sen-
pellabili tenza, anche se emessi in forma di ordinanza o decreto.
CC La natura del provvedimento non si ricava n dalla forma n dalla qualifica attribuita
dal giudice ma dagli effetti giuridici che il provvedimento destinato a produrre.
CC Anche le ordinanze e i decreti possono essere appellabili se hanno contenuto
decisorio e dunque natura sostanziale di sentenza.

le sentenze dichiarate inappellabili da specifiche dispo-


sizioni di legge, quali, ad es., le sentenze emanate allesi-
to di controversie individuali di lavoro di valore non supe-
riore a 25,82 euro (art. 440 c.p.c.); di previdenza e assi-
stenza di valore non superiore a 25,82 euro (art. 442 c.p.c.)
nonch di locazione, comodato e affitto di valore inferiore
a 50.000 euro (art. 447bis c.p.c.); le sentenze che decido-
no lopposizione agli atti esecutivi (art. 618 c.p.c.); le ordi-
nanze che si pronunciano solo sulla competenza (sogget-
te a regolamento necessario di competenza); le ordinanze
che dichiarano la litispendenza, continenza o connessione
e i provvedimenti che dichiarano la sospensione del pro-
e inappel- CC Sono, invece, inap- cesso (art. 295 c.p.c.); le sentenze pronunciate dalla Cor-
labili pellabili: te dappello in unico grado (ad es., le sentenze emesse in
materia di antitrust ai sensi dellart. 33, L. 287/1990);
le sentenze rispetto alle quali le parti si sono accordate per
rendere impugnabili soltanto con il ricorso immediato per
cassazione (ricorso per saltum, ex art. 360, co. 2, c.p.c.);
le sentenze pronunciate dal tribunale secondo equit a
norma dellart. 114 c.p.c., ossia quando la causa riguarda
diritti disponibili e le parti gliene fanno concorde richiesta.
Le sentenze del giudice di pace pronunciate secondo
equit a norma dellart. 113, co. 2, c.p.c. sono appellabili
esclusivamente per violazione delle norme sul procedimen-
to, per violazione di norme costituzionali o comunitarie o
dei principi regolatori della materia (art. 339, co. 3, c.p.c.).

CC Giudice competen-
te per lappello il
giudice di grado
superiore a quel- la Corte dappello rispetto alle sentenze del tribunale;
lo che ha pronun- il tribunale in composizione monocratica (art. 350, co.
ciato la sentenza 1, c.p.c.) rispetto alle sentenze del giudice di pace (art. 341
Giudice com-
di primo grado, c.p.c.).
petente
nella cui circoscri-
zione ha sede
questultimo, ossia:

CC Davanti alla Corte dappello la trattazione dellappello collegiale e davanti al tri-


bunale lappello trattato e deciso dal giudice monocratico (art. 350 c.p.c.).

158 Capitolo 12
immediatamente, nei consueti termini di deca-
denza che decorrono dalla notificazione o nel
termine annuale di cui allart. 327 c.p.c.;
in via differita, se il la parte soccombente si riser-
va di appellare la sentenza non definitiva in un
CC Contro le sentenze momento successivo, quando cio sar pronun-
non definitive lap- ciata la sentenza definitiva. Tale riserva deve es-
pello pu essere pro- sere effettuata entro il termine per appellare e,
posto: comunque, non oltre la prima udienza (art. 340,
co. 1, c.p.c.) davanti al giudice istruttore succes-
siva alla comunicazione della sentenza. La man-
cata dichiarazione di riserva nel termine suindi-
cato comporta la decadenza dal diritto di appel-
lo differito ma non dallappello immediato, pur-
ch non siano decorsi i termini per appellare.

le sentenze di condanna generica, con le quali


si accerta soltanto lesistenza del diritto, mentre
il processo prosegue per la determinazione del
quantum (art. 278, co. 1, c.p.c.);
le sentenze che, oltre alla condanna generica,
contengono la condanna al pagamento di una
provvisionale, nei limiti della quantit per cui il
giudice ritiene raggiunta la prova (art. 278, co. 2,
CC Le sentenze non c.p.c.);
Sentenze non definiti- definitive sono: le sentenze che decidono, senza definire il giu-
ve e riserva dappello dizio, le questioni relative alla giurisdizione o alla
competenza, le questioni preliminari di merito o
le questioni pregiudiziali relative al processo (art.
279, co. 2, n. 4, c.p.c.);
le sentenze emesse dal collegio o dal giudice
monocratico soltanto sulle domande per le qua-
li non occorre unulteriore attivit istruttoria (art.
277, co. 2, c.p.c.).

deve provenire dalla parte soccombente;


deve essere formulata in modo chiaro e univoco;
pu essere fatta con dichiarazione verbale resa
in udienza o con atto notificato ai difensori delle
altre parti costituite in giudizio;
CC La riserva dappel- deve essere fatta entro il termine per appellare
lo, ossia lintenzione e, in ogni caso, non oltre la prima udienza da-
di differire la propo- vanti al giudice istruttore successiva alla comu-
sizione dellimpu- nicazione della sentenza;
gnazione: impedisce la proposizione dellappello immedia-
to e impedisce la decadenza dal potere di appel-
lare la sentenza non definitiva per decorso dei
termini dappello, protraendo la possibilit del po-
tere di impugnazione fino alla pronuncia della
sentenza definitiva insieme alla quale dovr es-
sere appellata.

Le impugnazioni 159

CC Le domande e le eccezioni non accolte nella sentenza di primo grado, che


non sono espressamente riproposte in appello, si intendono rinunciate (art.
346 c.p.c).
CC La riproposizione deve avvenire, per lappellante, con latto di appello, e per
lappellato con la comparsa di risposta.
Onere di riproposi-
zione delle doman- CC Anche le istanze istruttorie non accolte dal giudice di primo grado non pos-
de e delle eccezio- sono ritenersi implicitamente riproposte in appello con le domande e le ec-
ni non accolte cezioni a sostegno delle quali erano state formulate, ma devono essere ri-
proposte, laddove non sia necessario uno specifico mezzo di gravame, nel-
le forme e nei termini previsti per il giudizio di primo grado (Cass. 14135/2000).
CC La riproposizione si realizza in qualsiasi forma idonea a manifestare la vo-
lont di ridiscutere, anche solo nel complesso, le ragioni esposte. Non suf-
ficiente il semplice richiamo alle difese precedenti.

non possono proporsi domande nuove e, se pro-


poste, devono essere dichiarate inammissibili
dufficio. Si configura domanda nuova in presen-
za di una pretesa diversa da quella fatta valere in
primo grado, che introduce cio un nuovo tema
dindagine (Cass. 8342/2010);
non possono proporsi nuove eccezioni, che non
siano rilevabili anche dufficio;
Divieto di doman-
de, eccezioni e pro-
non sono ammessi nuovi mezzi di prova;
ve nuove (art. 345
CC Nel giudizio dappello: non possono essere prodotti nuovi documenti,
c.p.c.) salvo che il collegio li ritenga indispensabili ai fini
della decisione della causa o che la parte dimo-
stri di non aver potuto proporli o produrli nel giu-
dizio di primo grado per causa a essa non impu-
tabile. Sono indispensabili, ai fini della decisione,
soltanto i documenti che riguardano fatti che ac-
quistano rilevanza per la prima volta nel giudizio
di secondo grado;
pu sempre deferirsi il giuramento decisorio.

CC Le parti nel procedimento dappello sono quella che propone lappello (ap-
pellante) e quella che lo subisce (appellato). Questultimo pu anche assu-
mere il ruolo di appellante in via incidentale.
CC Tuttavia, possono intervenire quei terzi che potrebbero proporre oppo-
sizione di terzo di cui allart. 404 c.p.c., in quanto titolari di un diritto in-
compatibile che potrebbe essere pregiudicato dalla sentenza. Ad es., in un
giudizio avente ad oggetto la tutela delle distanze di un fabbricato, promos-
Lintervento in ap- so da soggetto che si affermi proprietario dellimmobile, sussiste la legittima-
pello zione a intervenire, in grado di appello, da parte del terzo che assuma di es-
sere proprietario esclusivo del medesimo bene, in quanto la sentenza costi-
tuisce una situazione giuridica incompatibile col diritto di propriet vantato
dal terzo (Cass. 11420/2009).
CC Linteresse del terzo a intervenire in appello va valutato ex ante, al momen-
to della proposizione della domanda e tenuto conto dellastratta idoneit del-
la pronuncia richiesta a ledere linteresse diretto del terzo medesimo (Cass.
18560/2009).

160 Capitolo 12
lesposizione sommaria dei fatti relativi allo
svolgimento del giudizio di primo grado che sia-
no rilevanti per la decisione dappello: tale espo-
sizione non un requisito formale a s stante, ma
pu risultare anche indirettamente dalle argomen-
tazioni utilizzate nellesposizione dei motivi di im-
pugnazione;
i motivi specifici dellimpugnazione, per cui
lappellante non pu limitarsi a chiedere un gene-
rico riesame della controversia di primo grado ma
deve indicare le parti della sentenza che inten-
de sottoporre al riesame del giudice dappel-
lo (quantum appellatum) e le ragioni dellappel-
lo (quia appellatum). La mancata indicazione dei
motivi specifici comporta linammissibilit
CC Lappello si propone con
dellappello (Cass. S.U. 16/2000);
atto di citazione conte-
nente: le indicazioni prescritte dallart. 163 c.p.c., os-
sia il giudice e le parti, i mezzi di prova e i docu-
menti che si offrono in comunicazione, il difenso-
re e la procura, la sottoscrizione dellatto, lindi-
Atti introduttivi cazione del giorno delludienza di comparizione,
linvito allappellante a costituirsi almeno 20 gior-
ni prima delludienza e a comparire davanti al giu-
dice designato e lavvertimento sulle decadenze.
Le decadenze legate alla tardiva costituzione
dellappellato non sono, per, quelle previste
dallart. 167 c.p.c. per il convenuto nel giudizio di
primo grado, ma quelle previste dagli artt. 343
(decadenza dal diritto di proporre appello inciden-
tale) e 346 (decadenza dalla facolt di riproporre
le domande e le eccezioni non accolte o assorbi-
te in primo grado).

CC Tra il giorno della citazione e quello della prima udienza di trattazione devo-
no intercorrere termini liberi non minori di quelli previsti dallart. 163bis (art.
342 c.p.c.).
CC La costituzione in appello avviene secondo le forme e i termini previsti per
il procedimento davanti al tribunale. Lappellante deve inserire nel proprio fa-
scicolo copia della sentenza appellata. Il cancelliere provvede a norma dellart.
168 e richiede la trasmissione del fascicolo dufficio al cancelliere del giudi-
ce di primo grado (art. 347 c.p.c.).

CC Lappello dichiarato improcedibile se lappellante non si costituisce nei


termini.
CC Se lappellante non compare alla prima udienza, bench si sia anteriormen-
te costituito, il collegio, con ordinanza non impugnabile, rinvia la causa a una
Improcedibilit prossima udienza, della quale il cancelliere d comunicazione allappellante.
CC Se anche alla nuova udienza lappellante non compare, lappello dichiara-
to improcedibile anche dufficio (art. 348 c.p.c.).
CC Lappello dichiarato inammissibile o improcedibile non pu essere ripropo-
sto, anche se non decorso il termine fissato dalla legge (art. 358 c.p.c.).

Le impugnazioni 161

CC Davanti alla Corte dappello la trattazione collegiale, mentre davanti al tribu-


nale lappello trattato e deciso dal giudice monocratico.
CC Nella prima udienza di trattazione il giudice verifica la regolare costituzione del giu-
dizio, dichiara la contumacia dellappellato, provvede alla riunione degli appelli pro-
posti contro la stessa sentenza e procede al tentativo di conciliazione (art. 350 c.p.c.).
CC Sullistanza di sospensione della sentenza di primo grado (art. 283 c.p.c.) il
Trattazione giudice dappello provvede con ordinanza nella prima udienza, ma la parte pu
chiedere che la decisione sulla sospensione sia pronunciata prima delludienza
di comparizione (art. 351 c.p.c.).
CC Se il giudice dappello dispone lassunzione di una prova o la rinnovazione to-
tale o parziale dellassunzione gi avvenuta in primo grado o, comunque, d di-
sposizioni per effetto delle quali il procedimento deve continuare, pronuncia ordi-
nanza e provvede a norma degli artt. 191 ss. c.p.c. (art. 356, co. 1, c.p.c.).

CC Esaurita lattivit istruttoria, il collegio della Corte dappello o il tribunale in compo-


sizione monocratica, ove non provveda a disporre o a rinnovare prove ex art. 356
c.p.c., invita le parti a precisare le conclusioni e dispone lo scambio delle com-
parse conclusionali e delle memorie di replica ai sensi dellart. 190 c.p.c.
CC La sentenza deve essere depositata entro 60 giorni dalla scadenza del termine
per il deposito della memoria di replica (art. 352, co. 1, c.p.c.).
CC Nei giudizi davanti alla Corte dappello, ciascuna delle parti, nel precisare le con-
clusioni, pu chiedere che la causa sia discussa oralmente. La richiesta deve es-
sere riproposta alla scadenza del termine per il deposito delle memorie di replica.
Il presidente fissa con decreto la data delludienza di discussione da tenersi entro
60 giorni e designa il relatore. La discussione preceduta dalla relazione della cau-
Decisione
sa; la sentenza depositata in cancelleria entro i sessanta giorni successivi.
CC Nei giudizi dappello davanti al tribunale il giudice, quando una delle parti lo richiede,
dispone lo scambio delle sole comparse conclusionali e fissa ludienza di discus-
sione non oltre 60 giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle comparse
medesime. La sentenza depositata in cancelleria entro i 60 giorni successivi.
CC Se il giudice dellappello ritiene di disporre lassunzione di una prova (oppure la
rinnovazione totale o parziale dellassunzione gi avvenuta in primo grado) o di
dare disposizioni per effetto delle quali il procedimento deve continuare, pronun-
cia ordinanza e provvede allassunzione della prova (art. 356, co. 1, c.p.c.).
CC La sentenza dappello si sostituisce, nei limiti della domanda dappello, a quella
di primo grado.

CC Rimessione al primo giudice per ragioni di giurisdizione (art. 353 c.p.c.): il


giudice di appello, se riforma la sentenza di primo grado riconoscendo sussisten-
te la giurisdizione che era stata negata dal primo giudice, rimanda le parti davan-
ti al primo giudice per la rinnovazione del procedimento.
CC Le parti devono riassumere il processo nel termine perentorio di tre mesi dalla
notificazione della sentenza.
Rimessione
della causa al CC Rimessione al primo giudice per altri motivi (art. 354 c.p.c.): fuori dei casi pre-
primo giudice visti nellart. 353 c.p.c., il giudice dappello non pu rimettere la causa al primo
giudice, tranne che dichiari nulla la notifica della citazione introduttiva o ricono-
sca che nel giudizio di primo grado doveva essere integrato il contraddittorio o
non doveva essere estromessa una parte, oppure dichiari la nullit della senten-
za di primo grado a norma dellart. 161, co. 2, c.p.c.
CC Il giudice dappello rimette la causa al primo giudice anche nel caso di riforma del-
la sentenza che ha pronunciato sullestinzione del processo.

162 Capitolo 12
Schema n. 30
Il giudizio dappello

le sentenze pronunciate in primo grado, purch lappello non sia


escluso dalla legge o dallaccordo delle parti a proporre diretta-
mente ricorso per saltum in Cassazione
Possono essere im-
le sentenze del giudice di pace pronunciate secondo equit a
pugnate con lappello
norma dellart. 113, co. 2, c.p.c., per violazione delle norme sul
procedimento, di norme costituzionali o comunitarie o dei prin-
cipi regolatori della materia

Sentenze inappellabili

sentenze pronuncia- sentenze rese dal sentenze rese nei sentenze emesse
te secondo equit giudice del lavoro giudizi di opposizio- dalla Corte dappel-
su richiesta delle nelle controversie di ne agli atti esecutivi lo nei giudizi di im-
parti (art. 114 c.p.c.) valore non superio- pugnazione del lodo
re a 25,82 euro arbitrale

trenta giorni dalla notifica della sentenza di primo grado


Termine per proporre appello
sei mesi dalla pubblicazione della sentenza

Contro le sentenze di condanna generica e le sentenze non definitive la parte pu fare riserva
dappello, ossia differire limpugnazione della sentenza con quella definitiva

La dichiarazione di riserva deve essere effettuata dalla parte soccombente entro il termine per ap-
pellare e, in ogni caso, non oltre la prima udienza successiva alla comunicazione della sentenza
(art. 340 c.p.c.)

Competente per il giudizio il tribunale decide lappello contro le sentenze del giudi-
dappello il giudice superio- ce di pace
re a quello che ha emesso la la corte dappello decide lappello contro le sentenze del
sentenza di primo grado tribunale

Le impugnazioni 163

Schema n. 31
Il procedimento in appello

deve contenere lesposizione sommaria dei fatti e i motivi spe-


cifici dellimpugnazione
non possono proporsi domande nuove, ossia che modifichino gli
Lappello si propone elementi soggettivi o oggettivi della domanda di primo grado
con citazione non possono essere proposte nuove eccezioni che non siano ri-
levabili dufficio dal giudice
possono essere riproposte le domande e le eccezioni non ac-
colte in primo grado

Non sono ammessi I nuovi mezzi di prova sono ammissibili quando:


mezzi di prova diversi il giudice dappello li ritenga indispensabili ai fini della decisione
da quelli proposti in la parte dimostri di non aver potuto proporli o produrli in primo
primo grado n nuovi grado per causa ad essa non imputabile
documenti venga deferito il giuramento decisorio

Il giudice non pu riformare in peggio la sentenza di primo


Divieto di reformatio in peius
grado, a meno che accolga lappello incidentale

Lappello incidentale lappello proposto dallappellato che sia rimasto soccombente nel prece-
dente giudizio

Ai sensi dellart. 344 c.p.c. lintervento in appello limitato a colo-


Lintervento in appello ro che sarebbero legittimati a proporre lopposizione di terzo di cui
allart. 404 c.p.c.

La trattazione nel giudizio dappello

davanti alla Corte dappello davanti al tribunale invece si osservano le norme dettate
collegiale trattato dal giudice monocra- per il procedimento di primo
tico grado davanti al tribunale, nei
limiti della compatibilit

Lappello non sospende automaticamente lefficacia esecu-


tiva della sentenza. Lappellante pu proporre al giudice
Provvedimenti sullesecuzione
dellappello istanza di sospensione dellefficacia esecutiva
provvisoria
o dellesecuzione della sentenza di primo grado (art. 283
c.p.c.)

164 Capitolo 12
Schema n. 32
Decisione della causa

Esaurita lattivit istruttoria il giudice

invita le parti a precisare le conclusioni dispone lo scambio delle comparse con-


clusionali e delle memorie di replica

Se lappello proposto alla Corte di appel- Se lappello proposto al tribunale, il giu-


lo, ciascuna delle parti pu chiedere che dice, quando una delle parti lo chiede, di-
la causa sia discussa oralmente dinanzi al spone lo scambio delle comparse conclu-
collegio sionali e fissa ludienza di discussione

La sentenza depositata in cancelleria

10 Il giudizio di Cassazione (artt. 360-394 c.p.c.)

CC il giudice collocato al vertice dellordinamento giudiziario, ed unico in tutto il


territorio dello Stato.
CC Ha sede in Roma.
CC Assolve la c.d. funzione di nomofilachia, ossia assicura lesatta osservanza e
La Corte di luniforme interpretazione della legge, lunit dellordinamento e il rispetto dei li-
Cassazione miti delle diverse giurisdizioni (art. 65 ord. giud.).
CC Le decisioni della Cassazione costituiscono dei precedenti che, pur non essen-
do strettamente vincolanti per gli altri giudici, ne orientano lattivit decisiona-
le, per la forza stessa delle argomentazioni giuridiche sulle quali si fondano le
pronunce della Cassazione oltre che per lautorit del giudice dal quale proma-
nano.

Osservazioni

Bench non esista, nel nostro sistema processuale, una norma che imponga la regola dello stare
decisis, essa tuttavia costituisce un valore o una direttiva di tendenza, immanente nel nostro ordi-
namento, in forza della quale non ci si deve discostare da uninterpretazione consolidata del
giudice di legittimit, investito, istituzionalmente, della funzione di nomofilachia, senza una
ragione giustificativa.

Le impugnazioni 165

le sentenze pronunciate in grado dappello;


le sentenze pronunciate in unico grado;
le sentenze appellabili del tribunale, se le parti
CC Possono essere impugna- sono daccordo per omettere lappello (ricorso per
te in Cassazione: saltum), ma in tal caso limpugnazione pu propor-
si soltanto a norma dellart. 360, n. 3, c.p.c.
le sentenze non definitive, qualora sia impugna-
ta la sentenza che definisce, anche parzialmente,
Sentenze im- il giudizio.
pugnabili
CC Inoltre, possono essere impugnate con ricorso per cassazione le decisioni in gra-
do dappello o in unico grado di un giudice speciale, per motivi attinenti alla giu-
risdizione del giudice stesso (art. 360, co. 1, c.p.c.).

CC Possono essere denuncia- i conflitti positivi o negativi di giurisdizione tra giu-


ti in ogni tempo con ricor- dici speciali, o tra questi e i giudici ordinari;
so per cassazione (art. i conflitti negativi di attribuzione tra la pubblica am-
362, co. 2, c.p.c.): ministrazione e il giudice ordinario.

10.1 Il ricorso per Cassazione

CC Il ricorso per cassazione non sospende lesecuzione della sentenza. Tuttavia,


Sospensione
il giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata pu, su istanza di parte, qua-
dellesecuzio-
lora dallesecuzione possa derivare un danno grave e irreparabile, disporre, con
ne (art. 373
ordinanza non impugnabile, che lesecuzione sia sospesa o che sia prestata con-
c.p.c.)
grua cauzione (art. 373, co. 1, c.p.c.).

CC un mezzo dimpugnazione ordinario, per cui deve essere proposto entro i ter-
mini di decadenza e la sua proposizione impedisce il passaggio in giudicato.
CC A differenza dellappello non ha effetto devolutivo, nel senso che non introdu-
ce una rinnovazione del giudizio e perci non pu essere considerato un ter-
zo grado di giudizio.
CC un giudizio a critica vincolata, poich si possono far valere soltanto errori
nello svolgimento del giudizio (errores in procedendo) o errori nellapplica-
zione delle norme di diritto sostanziale (errores in iudicando) e non la generi-
ca ingiustizia della sentenza.
CC A differenza dellappello, lesame degli errori denunciati dal ricorrente d vita a un
giudizio rescindente, in quanto tende alla cancellazione della sentenza impu-
Caratteri gnata, e di solito esaurisce lattivit di giudizio per lasciare leventuale giudizio
rescissorio a un altro giudice, il giudice di rinvio. In via eccezionale, se non sono
necessari ulteriori accertamenti, la Cassazione pu effettuare direttamente an-
che il giudizio rescissorio (art. 384 c.p.c.).
CC Non ha effetto sospensivo della sentenza impugnata. Se, per, dallesecuzio-
ne della sentenza pu derivare un danno grave e irreparabile, lart. 373 c.p.c.
consente, al giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata col ricorso per
cassazione, su istanza di parte, di disporre con ordinanza non impugnabile che
lesecuzione sia sospesa o che sia data congrua cauzione. Il requisito della gra-
vit del danno sussiste in presenza di uneccezionale sproporzione tra il vantag-
gio del creditore e il pregiudizio del debitore, mentre lirreparabilit del danno ri-
guarda tutte le ipotesi in cui il diritto del debitore subirebbe un pregiudizio non su-
scettibile di adeguata tutela.

166 Capitolo 12
CC Il ricorso pu essere presentato (art. 360 c.p.c.):
1) per motivi attinenti alla giurisdizione;
2) per violazione delle norme sulla competenza, quando non prescritto il re-
golamento di competenza;
3) per violazione o falsa applicazione di norme di diritto e dei contratti e ac-
cordi collettivi nazionali di lavoro. Sono i c.d. errores in iudicando, ossia
Motivi gli errori consistenti nellerronea applicazione della legge che disciplina la fat-
tispecie oggetto del giudizio;
4) per nullit della sentenza o del procedimento;
5) per omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione circa un fatto con-
troverso e decisivo per il giudizio.
I vizi indicati dai nn. 1, 2, 4 e 5 sono i c.d. errores in procedendo, consistenti
nellerronea applicazione della legge processuale.

CC Ai sensi dellart. 363 c.p.c., quando le parti non hanno proposto ricorso nei termi-
ni di legge o vi hanno rinunciato, ovvero quando il provvedimento non ricorribi-
le in Cassazione e non altrimenti impugnabile, il procuratore generale presso
la Corte di cassazione pu chiedere che la Corte enunci, nellinteresse della
legge, il principio di diritto al quale il giudice di merito avrebbe dovuto atte-
nersi.
CC La richiesta del procuratore generale, contenente una sintetica esposizione del
fatto e delle ragioni di diritto poste a fondamento dellistanza, rivolta al primo
Principio di presidente, il quale pu disporre che la Corte si pronunci a sezioni unite se ri-
diritto nellin- tiene che la questione di particolare importanza.
teresse della CC Il principio di diritto pu essere pronunciato dalla Corte anche dufficio, quando
legge il ricorso proposto dalle parti dichiarato inammissibile, se la Corte ritiene che la
questione decisa di particolare importanza.
CC La decisione non influisce sui rapporti tra le parti e viene provocata al solo
scopo di determinare una pronuncia nel solo interesse della legge, con lenuncia-
zione del principio di diritto al quale il giudice di merito avrebbe dovuto attenersi
e, quindi, con funzione di guida della giurisprudenza. In particolare, la pronuncia
della Cassazione viene chiesta dal procuratore generale per togliere valore di
precedente alla pronuncia impugnata e sostituirvi, sempre con tale funzio-
ne, la pronuncia della Cassazione.

CC Contro le sentenze di condanna generica (art. 278 c.p.c.) e contro quelle che de-
cidono una o pi domande senza definire lintero giudizio, il ricorso per cassazio-
ne pu essere differito qualora la parte soccombente ne faccia riserva, a pena
di decadenza, entro il termine per la proposizione del ricorso e, in ogni caso, non
oltre la prima udienza successiva alla comunicazione della sentenza stessa (art.
Riserva di ri- 361 c.p.c.).
corso contro
CC Qualora sia stata fatta riserva, il ricorso deve essere proposto unitamente a quel-
sentenze non
lo contro la sentenza che definisce il giudizio o con quello che venga propo-
definitive
sto, dalla stessa o da altra parte, contro altra sentenza successiva che non defi-
nisca il giudizio.
CC La riserva non pu farsi e se fatta rimane priva di effetto quando contro
la stessa sentenza sia stato proposto immediatamente ricorso da una delle altre
parti.

Le impugnazioni 167

CC Il ricorso indirizzato alla Cassazione e sottoscritto, a pena di inammissibilit, da


un avvocato iscritto nellapposito albo, munito di procura speciale (art. 365 c.p.c.).
lindicazione delle parti;
lindicazione della sentenza o decisione impugnata;
lesposizione sommaria dei fatti della causa;
CC Il ricorso deve conte- i motivi per i quali si chiede la cassazione, con lindica-
nere, a pena di inam- zione delle norme di diritto su cui si fondano;
missibilit (art. 366 lindicazione della procura, se conferita con atto sepa-
c.p.c.): rato e, nel caso di ammissione al gratuito patrocinio, del
relativo decreto;
Contenuto la specifica indicazione degli atti processuali, dei docu-
menti e dei contratti o accordi collettivi sui quali il ricor-
so si fonda.
CC Se il ricorrente non ha eletto domicilio in Roma, le notificazioni sono fatte presso
la cancelleria della Corte di cassazione.
CC Le comunicazioni della cancelleria e le notificazioni tra i difensori di cui agli artt.
372 e 390 c.p.c. possono essere fatte al numero di fax o allindirizzo di posta elet-
tronica indicato nel ricorso dal difensore.
CC Il ricorso deve essere depositato nella cancelleria della Corte, a pena dimproce-
dibilit, nel termine di 20 giorni dallultima notificazione alle parti contro le quali
proposto (art. 369, co. 1, c.p.c.).

Osservazioni

Lart. 366 indica gli elementi che il ricorso deve contenere a pena di inammissibilit, ciascuno dei
quali deve essere compiutamente, ancorch sinteticamente, esposto nel ricorso per il principio di
autosufficienza, il quale, pur non imponendo la ripetizione di tutte le circostanze di causa, e non
escludendo quindi la possibilit di utilizzare la parte espositiva della sentenza impugnata, inseren-
dola per esteso nel testo del ricorso, esige che dal contesto dellatto emergano con chiarezza i fat-
ti rilevanti, in modo tale da permettere di comprendere le censure sollevate in sede di legittimit,
con la conseguenza che il rinvio ad altri atti (ad esempio, a quanto contenuto nella sentenza im-
pugnata) espone il ricorrente al rischio di inammissibilit dellimpugnazione (Cass. 19100/2006).

se intende contraddire deve farlo mediante controricorso,


da notificarsi al ricorrente entro 20 giorni dalla scadenza
del termine stabilito per il deposito del ricorso. Il controri-
CC La parte contro la qua- corso depositato nella cancelleria della Corte entro 20
le il ricorso diretto: giorni dalla notificazione con gli atti e i documenti e con la
procura speciale, se conferita con atto separato;
Controricorso deve proporre, con il controricorso, leventuale ricorso
e ricorso inci- incidentale contro la stessa sentenza.
dentale CC La parte alla quale stato notificato il ricorso per integrazione a norma degli artt.
(artt. 370 e 371 331 e 332 deve proporre leventuale ricorso incidentale nel termine di 40 giorni
c.p.c.) dalla notificazione, con atto notificato al ricorrente principale e alle altre parti nel-
lo stesso modo del ricorso principale.
CC Al ricorso incidentale si applicano le disposizioni degli artt. 365, 366 e 369.
CC Per resistere al ricorso incidentale pu essere notificato un controricorso a nor-
ma dellarticolo precedente.
CC Se il ricorrente principale deposita la copia della sentenza o della decisione im-
pugnata, non necessario che la depositi anche il ricorrente per incidente.

168 Capitolo 12
Osservazioni

In Cassazione non ammesso il deposito di atti e documenti non prodotti nei precedenti
gradi del processo, tranne di quelli che riguardano la nullit della sentenza impugnata e lammis-
sibilit del ricorso e del controricorso (art. 372 c.p.c.).
Il deposito dei documenti relativi allammissibilit pu avvenire indipendentemente da quello del ri-
corso e del controricorso, ma deve essere notificato, mediante elenco, alle altre parti.

CC Normalmente la Cassazione pronuncia a sezione semplice.

i ricorsi in materia di giurisdizione. Tuttavia, il ricor-


so pu essere assegnato alle sezioni semplici se sulla
questione di giurisdizione si sono gi pronunciate le se-
CC Decide a sezioni uni- zioni unite;
te (otto giudici pi un
presidente): i ricorsi che presentano una questione di diritto gi
decisa in senso difforme dalle sezioni semplici e su
quelli che presentano una questione di principio di
particolare importanza.

CC Se la sezione sempli- pu rimettere la decisione alle sezioni unite, le quali po-


ce non condivide un tranno riaffermare il principio gi enunciato o mutare
principio di diritto orientamento ed enunciare un principio di diritto diverso;
La decisione enunciato dalle sezio- pu decidere direttamente in senso difforme dal prece-
ni unite, ha due alter- dente delle sezioni unite, motivando la divergenza di
native: opinione.

dichiarare linammissibilit del ricorso principale e di


quello incidentale;
CC La Corte, a sezioni ordinare lintegrazione del contraddittorio o disporre che
unite e a sezione sem- sia eseguita o rinnovata la notifica dellimpugnazione;
plice, pronuncia con provvedere in ordine allestinzione del processo in ogni
ordinanza in camera caso diverso dalla rinuncia;
di consiglio, ai sensi pronunciare sulle istanze di regolamento di competen-
dellart. 375 c.p.c., za e di giurisdizione;
quando deve:
accogliere o rigettare il ricorso principale e leventuale
ricorso incidentale per manifesta fondatezza o infonda-
tezza.

CC Se la Cassazione accoglie il ricorso per violazione o falsa applicazione delle


norme di diritto e dei contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro (art.
360, n. 3, c.p.c.), per la nullit della sentenza o del procedimento (art. 360, n.
4, c.p.c.) o per la presenza di un vizio di motivazione (art. 360, n. 5, c.p.c.), an-
nulla la sentenza impugnata (giudizio rescindente) e rimette la causa a un altro
giudice di pari grado di quello che ha pronunciato la sentenza annullata, affinch
Annullamento si pronunci nuovamente (giudizio rescissorio).
con rinvio CC Se la Cassazione rileva un vizio del procedimento di primo grado (ad esem-
pio, violazione delle norme sul litisconsorzio necessario), dispone il rinvio al giu-
dice di primo grado e il processo ricomincia a partire dal momento in cui si ve-
rificata la nullit che non stata rilevata dal giudice dappello.
CC Se si tratta di un vizio radicale, che compromette tutto il procedimento (ad es.,
nullit della citazione), la Corte dichiara la nullit dellintero procedimento e an-
nulla senza rinvio (art. 382, ult. co., c.p.c.).

Le impugnazioni 169

CC La L. 18-6-2009, n. 69 ha introdotto lart. 360bis nel codice di procedura ci-


vile, che prevede il c.d. filtro in Cassazione.

quando il provvedimento impugnato ha deciso le


questioni di diritto in modo conforme alla giurispru-
denza della Corte e lesame dei motivi non offre
elementi per mutare lorientamento della stessa.
In realt, pi che di inammissibilit si dovrebbe
parlare di infondatezza, perch per sindacare
lammissibilit del rimedio la Corte deve esamina-
re il merito del ricorso e dichiararlo inammissibile
CC Pertanto, ai sensi del se infondato. Pertanto, contrariamente a quan-
Il filtro di ammis-
lart. 360bis c.p.c., il to prevede il dato letterale dellart. 360bis, n. 1,
sibilit del ricorso
ricorso inammissi- c.p.c., il ricorso, anzich essere dichiarato inam-
(art. 360bis c.p.c.)
bile: missibile, dovr essere rigettato, perch manife-
stamente infondato, se la decisione di merito si
presenta conforme alla giurisprudenza della Cas-
sazione e il ricorso non offre argomenti per modi-
ficarla (Cass. S.U. 19051/2010);
quando manifestamente infondata la censura
relativa alla violazione dei principi regolatori del
giusto processo.

CC I requisiti di ammissibilit del ricorso per cassazione previsti dallart. 360bis


c.p.c. si applicano anche al regolamento di competenza.

decide il ricorso proposto per violazione o falsa


CC La Corte enuncia il applicazione di norme di diritto e dei contratti
principio di diritto e accordi collettivi nazionali di lavoro (art. 360,
quando (art. 384 co. 1, n. 3, c.p.c.);
c.p.c.): decidendo su altri motivi di ricorso, risolve una
questione di diritto di particolare importanza.

CC Se accoglie il ricorso, annulla la sentenza e rinvia la causa a un altro giudi-


ce, se sono necessari ulteriori accertamenti di fatto, il quale dovr unifor-
marsi al principio di diritto enunciato dalla Corte, oppure decide la causa nel
merito, con una pronuncia di accoglimento o di rigetto del ricorso, qualora
Enunciazione del non siano necessari ulteriori accertamenti di fatto.
principio di diritto e Al fine di evitare decisioni a sorpresa e garantire leffettivit del contrad-
decisione della cau- dittorio tra le parti, se la Corte ritiene di porre a fondamento della decisione
sa nel merito una questione rilevata dufficio, la Corte rinvia la decisione e assegna al
pubblico ministero e alle parti un termine per il deposito di osservazioni (art.
384, co. 3, c.p.c.).
CC Se la Corte, nel rigettare il ricorso, rileva errori di diritto nella motivazio-
ne della sentenza impugnata, tali da non inficiare la correttezza del prov-
vedimento impugnato e da non comportare quindi il suo annullamento, la
Corte si limita a correggere la motivazione (art. 384, co. 4, c.p.c.).
CC Lesercizio da parte della Cassazione, del potere dufficio di correzione della
motivazione della sentenza non soggetto alla regola prevista dal 3 comma
dellart. 384 c.p.c., che impone alla Corte di stimolare il contraddittorio delle
parti sulle questioni rilevabili dufficio che ritenga di porre a fondamento della
decisione (Cass. 22283/2009).

170 Capitolo 12
CC La Corte, se rigetta il ricorso, condanna il ricorrente al pagamento delle spe-
se (art. 385, co. 1, c.p.c.).
CC Se annulla senza rinvio o per violazione delle norme sulla competenza, prov-
Provvedimenti sul- vede sulle spese di tutti i precedenti giudizi, liquidandole essa stessa o ri-
le spese mettendone la liquidazione al giudice che ha pronunciato la sentenza cas-
sata.
CC Se, invece, rinvia la causa a un altro giudice, pu provvedere sulle spese
del giudizio di cassazione o rimetterne la pronuncia al giudice di rinvio.

CC Le sentenze della Cassazione non sono, di regola, impugnabili, attesa la


loro funzione di ultimo controllo di legalit nelliter. Le sole eccezioni riguar-
dano i vizi di inesistenza (che consentono la proposizione dellactio nullita-
tis), la revocazione e lopposizione di terzo (art. 391ter c.p.c.).

Correzione degli er- CC Se la sentenza o lordinanza pronunciata dalla Cassazione ai sensi dellart.
rori materiali e re- 375, co. 1, nn. 1), 4) e 5), c.p.c. affetta da errore materiale (disattenzio-
vocazione ne o svista commessa nelloperazione di redazione dellatto), da errore di
calcolo (erronea utilizzazione delle regole matematiche) o da errore di fat-
to, la parte interessata pu chiederne la correzione o la revocazione con ri-
corso da notificare entro il termine perentorio di 60 giorni dalla notificazio-
ne della sentenza, ovvero di un anno dalla pubblicazione della sentenza
stessa.

Le impugnazioni 171

Schema n. 33
Ricorso per cassazione (artt. 360-394 c.p.c.)

Ricorso sottoscritto da avvocato, munito di procura speciale, iscrit-


Forma della domanda
to nellalbo dei difensori presso la Corte di cassazione

Giudizio di legittimit

Caratteri Nuovo processo

Rescindente

Vizi di giudizio
Motivi (art. 360) Errori di diritto
Vizi di attivit

Questioni di diritto decise conformemente alla giu-


risprudenza della Corte e inesistenza di elementi
per confermare o mutare il suo orientamento
Inammissibilit
(art. 360bis)
Infondatezza della censura sulla violazione dei
principi regolatori del giusto processo

Decisione

Camera di consiglio con ordinanza per: Pubblica udienza

inammissibilit del ricorso principa- Ipotesi diverse da quelle previste


le e di quello incidentale, anche per dallart. 375 c.p.c.
difetto dei motivi di cui art. 360
integrazione del contraddittorio, or-
dine di notifica ex art. 332, ovvero Sentenza
rinnovazione della stessa
estinzione del processo in ogni caso Rettificazione
diverso dalla rinuncia
Rigetto, improcedibilit,
decisione del regolamento di com-
inammissibilit
petenza e di giurisdizione
accoglimento o rigetto del ricorso Accoglimento
principale e delleventuale ricorso
incidentale per manifesta fondatez-
za o infondatezza Cassazione della sentenza

Con rinvio Senza rinvio

172 Capitolo 12
11 Il giudizio di rinvio (artt. 392-394 c.p.c.)

CC Il giudizio di rinvio il giudizio che segue allannullamento della sentenza, da par-


te della Cassazione, per un motivo di cui allart. 360, n. 3 o 5, c.p.c.
CC Si tratta di una fase autonoma delloriginario processo civile, che si svolge davan-
ti al giudice al quale la Cassazione, con una scelta discrezionale, ha rimesso la
causa: un giudice di pari grado a quello che ha pronunciato la sentenza cassata,
secondo quanto dispone lart. 383, 1 comma c.p.c.
CC Il giudice del rinvio deve essere un giudice di pari grado, ma diverso da quello
che ha pronunciato la sentenza cassata. Questa diversit si sostanzia nella alte-
rit delle persone fisiche dei singoli magistrati. Se il giudizio collegiale, nessu-
no dei componenti del precedente collegio pu partecipare al collegio che giudi-
ca sul rinvio.
CC La riassunzione della causa davanti al giudice di rinvio pu essere fatta da cia-
scuna delle parti non oltre tre mesi dalla pubblicazione della sentenza della Cas-
sazione.
CC La riassunzione si fa con citazione notificata personalmente a norma degli artt.
137 ss. c.p.c. (art. 392 c.p.c.).
Generalit
la prosecuzione del giudizio di primo o di secondo
grado concluso con la pronuncia della sentenza cas-
sata. Perci, la parte che riassume la causa davanti al giu-
dice di rinvio non tenuta a conferire una nuova procura
al difensore che lo ha gi assistito nel pregresso giudizio
CC Il giudizio di rinvio: di merito (Cass. 7983/2010);
un giudizio chiuso, nel quale non ammessa la produ-
zione di nuovi documenti (art. 394 c.p.c.). Tale divieto non
trova applicazione qualora fatti sopravvenuti o la stessa
sentenza di cassazione rendano necessaria unulteriore
attivit (Cass. 21587/2009).

CC Se la riassunzione non avviene entro il termine di cui sopra o si avvera succes-


sivamente a essa una causa di estinzione del giudizio di rinvio, lintero proces-
so si estingue, ma la sentenza della Cassazione conserva il suo effetto vincolan-
te anche nel nuovo processo che sia instaurato con la riproposizione della do-
manda.

Osservazioni

In sede di rinvio si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti al giudice al quale la Cor-
te ha rinviato la causa. In ogni caso deve essere prodotta copia autentica della sentenza di cassa-
zione.
Le parti conservano la stessa posizione processuale che avevano nel procedimento in cui fu pro-
nunciata la sentenza cassata.
Nel giudizio di rinvio pu deferirsi il giuramento decisorio, ma le parti non possono prendere con-
clusioni diverse da quelle prese nel giudizio nel quale fu pronunciata la sentenza cassata, salvo
che la necessit delle nuove conclusioni sorga dalla sentenza di cassazione.

Le impugnazioni 173

12 Revocazione (artt. 395-403 c.p.c.)

CC La revocazione un mezzo dimpugnazione a carattere eccezionale che pu


aggiungersi o sovrapporsi alla normale serie delle impugnazioni costituita dallap-
pello e dal ricorso per Cassazione (Mandrioli).
CC Appello e revocazione sono subordinati tra loro, perch la revocazione am-
missibile soltanto se lappello escluso.
CC unimpugnazione a critica vincolata, poich pu essere proposta soltanto per
i motivi indicati alla legge.

Generalit ordinaria (art. 395, nn. 4 e 5, c.p.c.), se i vizi che la


fondano sono rilevabili soltanto dalla sentenza. Il ter-
mine per proporla di 30 giorni dalla notificazione del-
la sentenza, come normalmente accade per le impu-
CC La revocazione pu gnazioni ordinarie;
essere di due tipi: straordinaria (art. 395, nn. 1, 2, 3 e 6, c.p.c.), se i vizi
che consentono la revocazione possono essere co-
nosciuti soltanto dopo la pubblicazione della senten-
za, a seguito della scoperta di fatti in precedenza sco-
nosciuti.

CC Le sentenze pronunciate in appello o in unico grado.


CC Le sentenze pronunciate in primo grado purch sia scaduto il termine per
appellare e si tratti di revocazione straordinaria (art. 395, nn. 1, 2, 3, 6, c.p.c.).
La sentenza ancora appellabile non suscettibile di revocazione perch i mo-
tivi di revocazione possono essere fatti valere con lappello.
Provvedimenti
CC Le sentenze e le ordinanze della Cassazione viziate da errori di fatto e rese
impugnabili con
su ricorsi fondati su uno qualsiasi dei motivi di cui allart. 360 c.p.c.
la revocazione
CC Altri provvedimenti a contenuto decisorio, come il decreto ingiuntivo (per i
motivi di cui allart. 395, n. 1, 2, 5 e 6, c.p.c.) e la sentenza arbitrale quando
non si pu proporre lazione di nullit (art. 831 c.p.c.).
CC Lordinanza di convalida di sfratto per finita locazione o per morosit emes-
sa in assenza o per mancata comparizione dellintimato.

Osservazioni

Con riferimento alle sentenze emesse dalla Cassazione, lerrore di fatto idoneo a costituire il vi-
zio revocatorio previsto dallart. 395, n. 4, c.p.c. deve:
consistere in unerrata percezione del fatto, in una svista di carattere materiale, oggettivamen-
te e immediatamente rilevabile e tale da aver indotto il giudice a supporre lesistenza di un fat-
to la cui verit era esclusa in modo incontrovertibile, oppure a considerare inesistente un fatto
accertato in modo parimenti indiscutibile;
essere decisivo, nel senso che, se non vi fosse stato, la decisione sarebbe stata diversa;
non cadere su di un punto controverso sul quale la Corte si sia pronunciata;
presentare i caratteri della evidenza e dellobiettivit, ossia non deve richiedere, per essere in-
dividuato, lo sviluppo di argomentazioni induttive e di indagini ermeneutiche;
non consistere in un vizio di assunzione del fatto n in un errore nella scelta del criterio di va-
lutazione del fatto medesimo;
riguardare gli atti interni, cio quelli che la Corte esamina direttamente, con propria autonoma
indagine di fatto, nellambito dei motivi di ricorso e delle questioni rilevabili dufficio, e avere

174 Capitolo 12
quindi carattere autonomo, nel senso di incidere direttamente ed esclusivamente sulla senten-
za della Cassazione, perch, se invece lerrore stato causa determinante della decisione di
merito, in relazione ad atti o documenti che ai fini della stessa sono stati o avrebbero dovuto
essere esaminati, il vizio che inficia la sentenza d adito agli specifici mezzi di impugnazione
esperibili contro le sentenze di merito (Cass. 8295/2005).

CC Dolo di una parte in danno dellaltra (art. 395, n. 1, c.p.c.). Il dolo revocato-
rio sussiste se la parte pone in essere artifici e raggiri tali da pregiudicare con-
cretamente il diritto di difesa della controparte e la possibilit, per il giudice, di
accertare la verit.
CC Prove dichiarate false dopo la pronuncia del giudice (art. 395, n. 2, c.p.c.).
Deve trattarsi di prove che abbiano concorso alla formazione del convincimen-
to del giudice. Pu trattarsi di qualunque prova, ad eccezione del giuramento
decisorio, la cui falsit consente allavversario del giurante soltanto di chiede-
re il risarcimento del danno.
CC Documenti decisivi (art. 395, n. 3, c.p.c.), ossia dai quali risultino fatti tali che
se il giudice avesse potuto valutarli, la decisione sarebbe stata diversa. Deve
trattarsi di un documento preesistente alla decisione impugnata che la parte
non abbia potuto produrre in giudizio per cause di forza maggiore o per fatto
dellavversario.
Motivi di revoca-
zione tassativi CC Errore di fatto risultante dagli atti e dai documenti di causa (art. 395, n. 4,
c.p.c.). Deve trattarsi di un errore su un fatto non contestato sul quale la sen-
tenza si pronunciata, la cui verit incontrastabilmente esclusa, oppure di
un errore su un fatto ritenuto inesistente ma la cui verit positivamente sta-
bilita e accertata. Si tratta, quindi, di una fala percezione della realt, di una
svista obiettivamente e immediatamente rilevabile che ha portato ad afferma-
re o supporre lesistenza di un fatto decisivo incontestabilmente escluso dagli
atti e dai documenti di causa, ovvero linesistenza di un fatto decisivo che da-
gli atti e dai documenti di causa risulta positivamente accertato (Cass. S.U.
26022/2008).
CC Contraddittoriet con un precedente giudicato (art. 395, n. 5, c.p.c.), ossia
incompatibilit della sentenza con unaltra sentenza passata in giudicato emes-
sa tra le stesse parti.
CC Dolo del giudice (art. 395, n. 6, c.p.c.), ossia un comportamento volutamente
a favore di una parte, lesivo del dovere di imparzialit.

CC Le norme applicabili al procedimento di revocazione sono quelle che normal-


mente si osservano davanti al giudice adito in relazione a quel grado di giudi-
zio, se non derogate dalla specifica disciplina della revocazione (art. 400 c.p.c.).
CC Giudice competente per il giudizio di revocazione lo stesso ufficio giudizia-
rio che ha pronunciato la sentenza impugnata (art. 398, co. 1, c.p.c.). Se la
sentenza impugnata una sentenza della Cassazione, giudice competente
la Cassazione stessa.
Procedimento CC La domanda di revocazione si propone con atto di citazione. La revocazione
di una sentenza della Cassazione si propone con ricorso.
CC Il termine per proporre la revocazione sempre di 30 giorni, salvo che nei con-
fronti delle sentenze della Cassazione, e decorre, nel caso della revocazione
ordinaria, dalla notifica della sentenza (come per le impugnazioni ordinarie),
mentre nel caso della revocazione straordinaria decorre dal momento in cui
viene scoperto il fatto o rilevata la circostanza eccezionale su cui si fonda il mo-
tivo di revocazione.

Le impugnazioni 175

CC La domanda di revocazione deve indicare, a pena dinammissibilit, il motivo


della revocazione e le prove relative alla dimostrazione dei fatti di cui ai nn. 1,
Procedimento
2, 3 e 6 dellart. 395, del giorno della scoperta o dellaccertamento del dolo e
della falsit, o del recupero dei documenti.

CC Con la sentenza che pronuncia la revocazione il giudice decide il merito della


causa e dispone leventuale restituzione di ci che stato conseguito con
la sentenza revocata.
Decisione
CC Se per la decisione di merito il giudice ritiene di dover disporre nuovi mezzi
istruttori, pronuncia la revocazione della sentenza impugnata e rimette con or-
dinanza le parti davanti al giudice istruttore (art. 402 c.p.c.).

CC Ai sensi dellart. 403 c.p.c., la sentenza pronunciata nel giudizio di revocazio-


ne non pu essere impugnata per revocazione, essendo contro di essa pro-
ponibili soltanto i mezzi di impugnazione ai quali era originariamente sog-
getta la sentenza impugnata per revocazione; pertanto, la sentenza o lor-
Impugnazione dinanza emessa dalla Cassazione nel giudizio di revocazione non suscetti-
bile di una nuova impugnazione per revocazione, n nei suoi confronti pro-
ponibile il ricorso straordinario di cui allart. 111 Cost., essendo tale rimedio con-
sentito contro un provvedimento di merito avente carattere decisorio quando
lordinamento non preveda altri mezzi di impugnazione (Cass. S.U. 5055/2006).

176 Capitolo 12
Schema n. 34
Revocazione

se sono leffetto del dolo di una delle parti in danno dellaltra

se si giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiara-


te false dopo la sentenza oppure che la parte soccombente ignora-
va essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza

se dopo la sentenza sono stati trovati uno o pi documenti decisivi


Sono impugnabili per che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di for-
revocazione le sen- za maggiore o per fatto dellavversario
tenze pronunciate in
grado di appello o in
se la sentenza leffetto di un errore di fatto risultante dagli atti o
unico grado
documenti della causa

se la sentenza contraria ad altra precedente avente fra le parti au-


torit di cosa giudicata, purch non abbia pronunciato sulla relativa
eccezione

se la sentenza effetto del dolo del giudice accertato con senten-


za passata in giudicato

Le sentenze per le quali scaduto il termine per lappello


possono essere impugnate per revocazione

se sono leffetto del dolo di una parte o di prove dichiarate false, se sono stati scoperti documenti
che avrebbero prodotto una decisione diversa o se leffetto del dolo del giudice

purch la scoperta del dolo o della falsit o il recupero dei documenti o la pronuncia della sentenza
affetta dal dolo del giudice siano avvenuti dopo la scadenza del termine suddetto

Con la sentenza che pronuncia la revocazione


se per la decisione del merito della causa ri-
il giudice
tiene di dover disporre nuovi mezzi istrutto-
decide il merito della causa
ri, il giudice revoca la sentenza impugnata e
dispone leventuale restituzione di ci che
rimette le parti davanti al giudice istruttore
stato conseguito con la sentenza revocata

Le impugnazioni 177

13 Opposizione di terzo (artt. 404-408 c.p.c.)

CC Lopposizione di terzo (artt. 404 ss. c.p.c.) un mezzo di impugnazione che


pu essere esperito da chi non stato parte nel giudizio sfociato nella senten-
za da impugnare.

ordinaria (art. 404, co. 1, c.p.c.), proponibile dal terzo


contro una sentenza passata in giudicato o comunque
Generalit esecutiva, se la sentenza pregiudica un suo diritto auto-
nomo e incompatibile con quello affermato dalla senten-
CC Pu trattarsi di op- za impugnata;
posizione di terzo:
revocatoria (art. 404, co. 2, c.p.c.), se proposta dai cre-
ditori e dagli aventi causa da una delle parti che intenda-
no sottrarsi allefficacia di una sentenza emessa tra altri
soggetti allegando il dolo o la collusione a loro danno.

CC Lopposizione di terzo ordinaria pu essere proposta in ogni tempo (a meno


che il diritto fatto valere sia prescritto), mentre lopposizione revocatoria deve
essere proposta, a pena di decadenza, entro 30 giorni dalla scoperta del dolo
o della collusione.
CC Lopposizione proposta davanti allo stesso ufficio giudiziario che ha pro-
nunciato la sentenza impugnata, secondo le forme prescritte per il procedi-
mento davanti a lui.
CC Latto di opposizione di terzo (citazione o ricorso) deve contenere anche lindi-
cazione della sentenza impugnata e, nellopposizione di terzo revocatoria, lin-
dicazione del giorno in cui il terzo venuto a conoscenza del dolo o della col-
lusione e della relativa prova (art. 405 c.p.c.).
CC Al giudizio di revocazione si applicano le norme dettate per il procedimento da-
Procedimento vanti al giudice adito (art. 406 c.p.c.). Pertanto, se lopposizione proposta da-
vanti al giudice di primo grado, si applicano gli artt. 163 ss. c.p.c., mentre se
instaurata davanti al giudice dappello si applicano gli artt. 339 ss. c.p.c., con
esclusione dellart. 345 c.p.c.: tale norma, infatti, limita la possibilit di intro-
durre nuove eccezioni e nuovi mezzi di prova e comprimerebbe eccessivamen-
te il diritto di difesa del terzo, il quale, invece, potr richiedere tutti i mezzi di
prova rilevanti, cos come le altre parti potranno addurre ogni prova idonea a
dimostrare linfondatezza della pretesa del terzo (Verde).
CC Su istanza di parte il giudice dellopposizione pu disporre la sospensione
dellesecuzione della sentenza opposta (art. 407 c.p.c.).
CC Il giudice, se dichiara inammissibile o improcedibile la domanda o la rigetta per
infondatezza dei motivi, condanna lopponente al pagamento di una pena pe-
cuniaria (art. 408 c.p.c.).

14 Il giudicato (art. 324 c.p.c.)

CC Nel nostro ordinamento i gradi di giurisdizione sono due (giudizio di primo


grado e giudizio di appello o di secondo grado), oltre a un ulteriore riesame
Concetto di solo diritto (giudizio di cassazione).
CC Dal loro esaurimento lordinamento fa derivare lincontrovertibilit dellaccer-
tamento contenuto nella sentenza.

178 Capitolo 12
CC Questa incontrovertibilit detta cosa giudicata, la quale, pertanto, pu es-
sere definita come la situazione in forza della quale nessun giudice pu pro-
nunciarsi su quel diritto sul quale intervenuta una pronuncia definitiva (per-
ch i diversi gradi di giurisdizione si sono effettivamente svolti o perch non
sono stati attivati nei termini previsti dalla legge) (art. 324 c.p.c.).

Concetto CC Il vincolo derivante dal giudicato non costituisce patrimonio esclusivo delle par-
ti, ma, mirando a evitare la formazione di giudicati contrastanti, conformemen-
te al principio del ne bis in idem (= il giudice non pu pronunciarsi due volte
sulla stessa domanda) corrisponde a un preciso interesse pubblico, sotteso
alla funzione primaria del processo, consistente nelleliminazione dellincer-
tezza delle situazioni giuridiche attraverso la stabilit della decisione
(Cass. 8379/2009).

Osservazioni

Lintangibilit del giudicato non regge in caso di contrasto con il diritto comunitario. Infatti, il dirit-
to comunitario impedisce lapplicazione dellart. 2909 c.c., volto a sancire il principio dellautorit di
cosa giudicata, qualora lapplicazione di tale norma impedisca il recupero di un aiuto di Stato eroga-
to in contrasto con il diritto comunitario e la cui incompatibilit con il mercato comune sia stata dichia-
rata con decisione della commissione divenuta definitiva (Corte di Giustizia 18-7-2007, n. 119/2005).

CC Il giudicato sostanziale laccertamento contenuto nella sentenza definitiva,


che ha efficacia giuridica tra le parti e nei confronti dei loro eredi o aventi cau-
sa (la res iudicium deducta dopo che stata giudicata) (art. 2909 c.c.), mentre
il giudicato formale, presupposto logico-giuridico dellart. 2909 c.c., consiste
nella definitivit della sentenza, non pi assoggettata ai mezzi ordinari di im-
Giudicato for- pugnazione (art. 324 c.p.c.).
male e sostan-
CC Lattributo formale equivale quindi a processuale, poich una regola di
ziale
diritto processuale lart. 324 c.p.c. quella che stabilisce quando nessun
giudice pu pi giudicare, ossia quando sono stati esauriti tutti i possibili mez-
zi di impugnazione.
CC Lefficacia di accertamento della sentenza si verifica, quindi, con il suo passaggio
in giudicato, ossia nel momento in cui diventa definitiva e non pi impugnabile.

CC Il riferimento alle parti, loro eredi o aventi causa attiene al problema dei li-
miti soggettivi del giudicato. Fa stato a ogni effetto significa che il giudi-
cato rende il diritto fatto valere in giudizio (ad es., il diritto di propriet su un
bene) definitivamente conforme allaccertamento effettuato dal provvedimento
del giudice (ad es., quel diritto appartiene a Tizio sul bene X), salve le conse-
guenze di eventuali fatti successivi (ius superveniens).
CC Le parole a ogni effetto significano che, tra gli effetti che derivano dal provvedi-
Limiti oggettivi e
mento giurisdizionale, rientrano anche quelli che, pur non essendo conseguenza
soggettivi del
diretta delle domande fatte valere in giudizio (ad es., il risarcimento del danno de-
giudicato.
rivante dalla risoluzione del contratto), tuttavia rientrano nel contenuto sostanziale
Il giudicato im-
dellaccertamento (ad es., il contratto, a seguito della sua risoluzione, cancella-
plicito
to dal mondo del diritto e non pu produrre alcun effetto nei confronti di chiunque).
CC Parti del processo sono, in generale, i soggetti degli atti del processo (parte
in senso processuale: ad es., il genitore che fa valere il diritto del proprio figlio
minorenne) e i soggetti del rapporto sostanziale affermato (parte in senso so-
stanziale: ad es., il figlio minorenne titolare del diritto fatto valere, nel suo inte-
resse, dal genitore). Le parti alle quali si riferisce lart. 2909 c.c. sono le parti in
senso sostanziale.

Le impugnazioni 179

CC Eredi e aventi causa sono coloro che sono divenuti tali dopo il giudicato, poi-
ch a coloro che diventano eredi o aventi causa in pendenza di lite provvedo-
no gli artt. 110 e 111 c.p.c., in base ai quali il terzo deve (nel caso della succes-
Limiti oggettivi e sione a titolo universale) o pu (nel caso della successione a titolo particolare)
soggettivi del essere fatto partecipare al processo.
giudicato. Avente causa il soggetto che acquista un diritto a titolo derivativo.
Il giudicato im- CC Il principio secondo cui il giudicato copre il dedotto e il deducibile include non
plicito soltanto le ragioni giuridiche e di fatto fatte valere in giudizio (il giudicato espli-
cito), ma anche tutte quelle altre che, sebbene non dedotte specificamente, co-
stituiscono le premesse necessarie e il fondamento logico-giuridico della
pronuncia (giudicato implicito).

interno, se si formato nello stesso processo nel quale viene ec-


cepito;

Il giudicato esterno, se si formato, tra le stesse parti, in un processo diver-


pu essere: so da quello nel quale viene rilevato o eccepito. Il giudicato ester-
no ha la medesima autorit di quello interno, in quanto corrispon-
dono entrambi allunica finalit delleliminazione dellincertezza del-
le situazioni giuridiche e della stabilit delle decisioni.
Giudicato inter-
no ed esterno e
rilevabilit duf- CC Lesistenza di un giudicato esterno , al pari di quella del giudicato interno, rile-
ficio vabile dufficio, e il giudice tenuto a pronunciare sulla stessa qualora essa
emerga da atti comunque prodotti nel corso del giudizio di merito (Cass.
6326/2010). Leccezione di giudicato interno ed esterno non pu qualificarsi come
eccezione di merito in senso stretto, per cui non rimessa alla disponibilit della
parte interessata, attenendo allesigenza, di ordine pubblico, di assicurare cer-
tezza alla definizione dei rapporti giuridici e stabilit alle pronunce giurisdi-
zionali, per cui trascende gli interessi di tale parte ed rimessa alla valutazione
del giudice.

180 Capitolo 12
Capitolo 13 I riti speciali

1 Quadro generale

La funzione giurisdizionale, affidata in via esclusiva allo Stato, strumentale allattuazione dei diritti,
poich in mancanza della necessaria cooperazione da parte dei consociati, le utilit che le norme di
diritto sostanziale attribuiscono ai soggetti possono essere ottenute soltanto mediante il processo.
A tale esigenza provvede, anzitutto, il processo ordinario di cognizione previsto dal Libro II del Codi-
ce di procedura civile, caratterizzato da una cognizione piena, ossia dalla predeterminazione delle for-
me e dei tempi del procedimento e da unanalisi tendenzialmente completa delle pretese delle parti in
contraddittorio tra loro, finalizzata al conseguimento di un provvedimento finale dotato di stabilit (c.d.
giudicato).
A tal fine il legislatore ha previsto una dettagliata sequenza procedimentale diretta allaccertamento
della verit processuale, e in particolari ipotesi ha previsto procedimenti pi rapidi e semplificati rispet-
to al processo ordinario di cognizione al quale affidata, in via generale, la tutela giurisdizionale dei
diritti. Tali procedimenti sono i c.d. riti differenziati, che costituiscono pur sempre dei procedimenti a
cognizione piena, come il giudizio ordinario di cognizione, ma sono soggetti a regole particolari im-
prontate a una maggiore speditezza e semplicit di forme (ad es., il processo del lavoro o il giudi-
zio davanti al giudice di pace).
Accanto a questi riti differenziati a cognizione piena sono previsti procedimenti caratterizzati non dal-
la mera snellezza del rito ma dallincompletezza della cognizione, in quanto non definitiva, parziale o
superficiale. Si tratta dei c.d. riti sommari, diretti ad assicurare allavente diritto una tutela anticipato-
ria, pi sollecita rispetto a quella ordinaria, che mira a evitare che la durata del processo ordinario di
cognizione possa vanificare le tutele cui preordinato.

2 Il procedimento davanti al Giudice di Pace (artt. 311-322 c.p.c.)

CC Il giudice di pace, che la L. 374/1991 ha introdotto in luogo del conciliatore, un giu-


dice unipersonale.
CC Il conciliatore assolveva, tra laltro, la particolare funzione di conciliazione (di qui il
suo nome) che le parti gli potevano chiedere anche al di fuori dei limiti della sua
competenza. Queste funzioni non contenziose sono rimaste anche in capo al giu-
dice di pace, la cui fisionomia assai mutata rispetto a quella del conciliatore, poi-
ch il giudice di pace inserito in un ruolo diverso da quello dei giudici togati ed
Generalit
in possesso delle cognizioni che derivano dalla laurea in giurisprudenza oltre che
di una certa esperienza professionale in senso ampio. In questa diversa cornice,
lattribuzione del potere di decidere secondo equit non trova altro fondamento che
nella modestia (relativa) dei limiti di valore della sua competenza.
CC Gli artt. 316-321 c.p.c. disciplinano specificamente il procedimento contenzioso da-
vanti al giudice di pace, a integrazione della disciplina del procedimento davanti al
tribunale.

I riti speciali 181

mediante citazione a comparire a udienza fissa;


CC La domanda pu verbalmente. Di essa il giudice di pace fa redigere processo
essere proposta: verbale che, a cura dellattore, notificato con citazione a com-
parire a udienza fissa.

CC Le parti possono farsi rappresentare da persona munita di mandato scritto, salvo


che il giudice ordini la loro comparizione personale. Il mandato a rappresentare com-
prende sempre quello a transigere e a conciliare.
CC La domanda deve contenere lindicazione del giudice e delle parti, lesposizio-
ne dei fatti e lindicazione delloggetto.
CC Tra il giorno della notificazione della domanda e quello della comparizione devono
intercorrere termini liberi non minori di quelli previsti dallart. 163bis c.p.c., ridotti alla
met.
Forma della CC Se la citazione indica un giorno nel quale il giudice di pace non tiene udienza, la
domanda comparizione dufficio rimandata alludienza immediatamente successiva.
CC Le parti si costituiscono depositando in cancelleria la citazione (o il verbale in
caso di domanda proposta oralmente), con la relazione della notificazione e, quan-
do occorre, la procura, oppure presentando tali documenti al giudice in udienza.
CC A differenza di quanto avviene per i giudizi davanti al tribunale, per i quali la parte
che iscrive la causa a ruolo deve contestualmente costituirsi, nei giudizi dinanzi al
giudice di pace, caratterizzati da semplificazione di forme, gli artt. 316, 319 c.p.c. e
56 disp. att. c.p.c. delineano un sistema in cui la costituzione in giudizio dellat-
tore pu anche non coincidere con liscrizione della causa a ruolo ed essere,
invece, formalizzata nella prima udienza di trattazione; pertanto, il deposito del
fascicolo di parte, con latto di citazione e gli altri documenti, effettuato in cancelle-
ria contestualmente alliscrizione a ruolo, deve intendersi finalizzato a tale iscrizio-
ne, e la citazione non pu ritenersi nulla per carenza di procura, se questultima sia
depositata nella prima udienza di trattazione, in tal modo perfezionandosi la costi-
tuzione in giudizio (Cass. 25727/2008).

se la conciliazione riesce, si redige apposito verbale;


CC Nella prima udienza il se la conciliazione non riesce, il giudice di pace invita le
giudice di pace interro- parti a precisare definitivamente i fatti che ciascuna pone
ga liberamente le parti e a fondamento delle domande, difese ed eccezioni, a
tenta la conciliazione: produrre i documenti e a richiedere i mezzi di prova da
assumere.

Trattazione
CC Lomissione del tentativo di conciliazione alla prima udienza non espressamente
della causa
sanzionata con la previsione di nullit e pu produrre tale effetto soltanto qualora
abbia comportato, in concreto, un pregiudizio del diritto di difesa (Cass. 11411/2010).
CC Quando reso necessario dalle attivit svolte dalle parti in prima udienza, il giudi-
ce di pace fissa per una sola volta una nuova udienza per ulteriori produzioni e ri-
chieste di prova.
CC I documenti prodotti dalle parti possono essere inseriti nel fascicolo di ufficio ed ivi
conservati fino alla definizione del giudizio.

182 Capitolo 13
CC Il procedimento davanti al giudice di pace caratterizzato dallo stesso regime di
preclusioni che assiste il procedimento davanti al tribunale, le cui disposizioni
sono applicabili in mancanza di diversa disciplina. Pertanto, deve ritenersi tardiva
la completa articolazione della prova qualora lindicazione del teste sia stata effet-
Preclusioni tuata quando siano gi maturate le preclusioni istruttorie: ad esempio, lattore, pur
avendo articolato la prova orale in citazione, indica il nominativo del testimone solo
alla quarta udienza, ben oltre quindi ludienza di trattazione prevista dallart. 320
c.p.c., entro la quale, salva lipotesi di cui al 4 comma della medesima norma, van-
no richieste le prove (Cass. 13250/2010).

CC Il giudice di pace, quando ritiene matura la causa per la decisione, invita le parti a
precisare le conclusioni e a discutere la causa. Il deposito di memorie conclusiona-
li pu essere consentito dal giudice ma non previsto come dovuto; in caso di man-
cata concessione di tale termine, gli argomenti che le parti avrebbero potuto svol-
gere nelle memorie conclusionali, a sostegno delle domande proposte e delle ec-
cezioni formulate, possono essere riportati senza alcuna preclusione nel giudizio di
Decisione appello (Cass. 17444/2006).
CC La decisione della causa non preceduta dalla precisazione delle conclusioni defini-
tive, istruttorie e di merito, n dal semplice invito a provvedervi rivolto dal giudice
alle parti, comporta la nullit della sentenza per violazione del diritto di difesa (Cass.
5225/2006).
CC La sentenza depositata in cancelleria entro 15 giorni dalla discussione.

Osservazioni

Conciliazione non contenziosa


Listanza per la conciliazione in sede non contenziosa (art. 322 c.p.c.) proposta anche verbal-
mente al giudice di pace competente per territorio.
Il verbale di conciliazione in sede non contenziosa costituisce titolo esecutivo a norma dellart. 185,
ultimo comma, se la controversia rientra nella competenza del giudice di pace.
Negli altri casi il processo verbale ha valore di scrittura privata riconosciuta in giudizio.
Se la conciliazione non contenziosa non raggiunta o non stato possibile esperirne il tentativo
per la mancata presentazione di una delle parti, consentita la prosecuzione del giudizio nella
forma ordinaria, a condizione che entrambe le parti (se presenti e concordi nella richiesta) o il ri-
corrente (se laltra parte non si presentata) avanzino unistanza in tal senso.

I riti speciali 183

Schema n. 35
Il procedimento davanti al giudice di pace

Davanti al giudice di pace la domanda si propone

mediante citazione a comparire a udienza fissa verbalmente

Di essa il giudice di pace fa redigere processo verbale che, a cura dellattore, notificato con ci-
tazione a comparire a udienza fissa

La domanda deve contenere:


lindicazione del giudice e delle parti
lesposizione dei fatti
lindicazione delloggetto

Tra il giorno della notificazione di cui allart. 316 e quello della comparizione devono intercorrere
termini liberi non minori di quelli previsti dallart. 163bis ridotti alla met

Se la citazione indica un giorno nel quale il giudice di pace non tiene udienza, la comparizione
dufficio rimandata alludienza immediatamente successiva

Le parti si costituiscono depositando in cancelleria la citazione o il processo verbale di cui allart.


316 con la relazione della notificazione, oppure presentando tali documenti al giudice in udienza

La costituzione in giudizio dellattore pu anche non coincidere con liscrizione della causa a ruo-
lo ed essere, invece, formalizzata nella prima udienza

Nella prima udienza il giudice di pace interroga liberamente le parti e tenta la conciliazione

Se la conciliazione non riesce il giudice invita le parti a precisare definitivamente i fatti di causa, a
produrre i documenti e a richiedere i mezzi di prova da assumere

Quando reso necessario dalle attivit svolte dalle parti in prima udienza, il giudice fissa, per una
sola volta, una nuova udienza per ulteriori produzioni e richieste di prova

Il giudice, quando ritiene matura la causa per la decisione, invita le parti a precisare le conclusio-
ni e a discutere la causa

La sentenza depositata in cancelleria entro 15 giorni dalla discussione

184 Capitolo 13
3 Il processo del lavoro (artt. 409-447bis c.p.c.)

CC Il processo del lavoro, disciplinato dagli artt. 409 ss. c.p.c., ha ad oggetto
(art. 409 c.p.c.):
1) i rapporti di lavoro subordinato privato, anche se non inerenti alleserci-
zio di unimpresa;
2) i rapporti di mezzadria, di colonia parziaria, di compartecipazione agra-
ria, di affitto a coltivatore diretto, nonch rapporti derivanti da altri con-
Controversie indivi- tratti agrari, salva la competenza delle sezioni specializzate agrarie;
duali di lavoro 3) i rapporti di agenzia, di rappresentanza commerciale e altri rapporti di
collaborazione che si concretino in una prestazione di opera continua-
tiva e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a caratte-
re subordinato;
4) i rapporti di lavoro dei dipendenti di enti pubblici che svolgono esclusi-
vamente o prevalentemente attivit economica;
5) i rapporti di lavoro dei dipendenti di enti pubblici e altri rapporti di lavo-
ro pubblico, se non sono devoluti dalla legge ad altro giudice.

3.1 Fase preliminare

CC Chi intende proporre in giudizio una domanda relativa ai rapporti previsti


dallart. 409 c.p.c., pu promuovere, anche tramite lassociazione sinda-
cale alla quale aderisce o conferisce mandato, un previo tentativo di con-
ciliazione presso la Commissione di conciliazione istituita presso la Dire-
zione provinciale del lavoro.

CC La comunicazio- interrompe la prescrizione del diritto fatto valere;


ne della richiesta
di conciliazione sospende il decorso di ogni termine di decaden-
produce due ef- za, per lintera durata del tentativo di conciliazione e
fetti: per i 20 giorni successivi alla sua conclusione.

sottoscritta dallistante;
consegnata o spedita mediante raccomandata con
Tentativo facoltativo avviso di ricevimento;
di conciliazione (artt. consegnata o spedita con raccomandata con rice-
410 e 411 c.p.c., co vuta di ritorno alla controparte a cura della stessa par-
CC La richiesta del
me sostituiti dalla L. te istante;
tentativo di con-
183/2010)
ciliazione: deve precisare i dati identificativi dellistante e del con-
venuto, il luogo dove sorto il rapporto, ovvero dove
si trova lazienda, il luogo dove devono essere fatte
alla parte istante le comunicazioni inerenti alla proce-
dura e lesposizione dei fatti e delle ragioni posti a fon-
damento della pretesa.

CC Se la controparte accetta la procedura di conciliazione, deposita presso


la commissione di conciliazione, entro 20 giorni dal ricevimento della copia
della richiesta, una memoria contenente le difese e le eccezioni in fatto e in
diritto, nonch le eventuali domande in via riconvenzionale. Ove ci non av-
venga, ciascuna delle parti libera di adire lautorit giudiziaria.
CC Entro i 10 giorni successivi al deposito, la Commissione fissa la compari-
zione delle parti per il tentativo di conciliazione, che deve essere tenuto en-
tro i successivi 30 giorni.

I riti speciali 185

CC Davanti alla Commissione il lavoratore pu farsi assistere anche da unor-


ganizzazione cui aderisce o conferisce mandato.
CC Se la conciliazione riesce (anche limitatamente a una parte della doman-
da), viene redatto separato verbale sottoscritto dalle parti e dai componen-
Tentativo facoltativo
ti della commissione di conciliazione. Il giudice, su istanza della parte inte-
di conciliazione (artt.
ressata, lo dichiara esecutivo con decreto.
410 e 411 c.p.c., co
me sostituiti dalla L. CC Se la conciliazione non riesce, la Commissione di conciliazione deve for-
183/2010) mulare una proposta per la bonaria definizione della controversia. Se la
proposta non accettata, i termini di essa vanno riassunti nel verbale con
indicazione delle valutazioni espresse dalle parti. Delle risultanze di que-
sta proposta formulata dalla commissione e non accettata senza adegua-
ta motivazione il giudice tiene conto in sede di giudizio.

Osservazioni

Dal tentativo obbligatorio al tentativo facoltativo di conciliazione


Prima della L. 4-11-2010, n. 183 (c.d. Collegato lavoro), nelle controversie individuali di lavoro
lespletamento preventivo del tentativo di conciliazione era obbligatorio, e costitutiva condizione di
procedibilit della domanda, la cui mancanza era rilevabile, anche dufficio, non oltre ludienza di
discussione del giudizio di primo grado.
La L. 183/2010, in vigore dal 24-11-2010, ha posto fine, dopo poco pi di un decennio, allespe-
rienza del tentativo obbligatorio di conciliazione presso le Direzioni provinciali del lavoro avviata
con il D.Lgs. 80/1998, e il tentativo di conciliazione tornato a essere facoltativo, comera prima
del 1998. Resta, tuttavia, lobbligatoriet del tentativo di conciliazione unicamente per i contratti
certificati in base al D.Lgs. 276/2003. La certificazione, si ricorda, una procedura volontaria at-
traverso la quale le parti di un rapporto di lavoro possono far qualificare il proprio contratto ad ope-
ra di un organo terzo, tramite ladozione di un provvedimento amministrativo di certificazione del
contratto idoneo a conferire chiarezza e stabilit alla pattuizione.

CC Il tentativo di conciliazione pu anche essere esperito in sede sindacale,


ovvero con le modalit previste dai contratti e accordi collettivi di lavoro,
sottoscritti dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative (art.
412ter c.p.c.). In tal caso non trovano applicazione le disposizioni di cui al
novellato art. 410 c.p.c. Peraltro, anche laddove si scegliesse questa alter-
nativa, il verbale di conciliazione pu acquistare efficacia esecutiva me-
diante il deposito, a cura di una delle parti o per il tramite di unassociazio-
ne sindacale, dello stesso verbale presso la Direzione provinciale del lavo-
ro, il cui direttore (o un suo delegato) previo un semplice accertamento di
autenticit, provvede a depositarlo nella cancelleria del tribunale nella cui
circoscrizione stato redatto perch, accertatane la regolarit formale, lo
Altre conciliazioni dichiari esecutivo con decreto (art. 411, co. 3, c.p.c.).
CC Lart. 412quater c.p.c. prevede che le parti, ferma restando la facolt di adi-
re lautorit giudiziaria, possono proporre la controversia davanti a un col-
legio di conciliazione e di arbitrato irrituale composto da un rappresen-
tante di ciascuna delle parti e da un terzo membro, in funzione di presiden-
te, scelto di comune accordo dai rappresentanti delle parti fra i professori
universitari di materie giuridiche e gli avvocati patrocinanti in Cassazione.
Se il tentativo sortisce esito positivo, trovano applicazione le disposizioni di
cui allart. 411 c.p.c. circa lefficacia del verbale di raggiunta conciliazione.
CC Anche per le controversie con i pubblici dipendenti trovano applicazio-
ne, a proposito dellesperibilit del tentativo facoltativo di conciliazione, gli
artt. 410, 411, 412ter e 412quater c.p.c.

186 Capitolo 13
3.2 Fase introduttiva

CC Le controversie di lavoro sono, in primo grado, di competenza del tribuna-


le in funzione di giudice del lavoro.
CC Competente per territorio il giudice nella cui circoscrizione sorto il rap-
porto ovvero si trova lazienda o una sua dipendenza alla quale addetto
il lavoratore o presso la quale egli prestava la sua opera al momento del-
la fine del rapporto.
CC Tale competenza permane dopo il trasferimento dellazienda o la cessazio-
ne di essa o della sua dipendenza, purch la domanda sia proposta entro
sei mesi dal trasferimento o dalla cessazione.
CC Competente per territorio per le controversie previste dal n. 3) dellart.
409 c.p.c. il giudice nella cui circoscrizione si trova il domicilio dellagen-
Competenza te, del rappresentante di commercio ovvero del titolare di altri rapporti di
collaborazione di cui al predetto n. 3) dellart. 409 c.p.c.
CC Competente per territorio per le controversie relative ai rapporti di lavoro
alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni il giudice nella cui
circoscrizione ha sede lufficio al quale il dipendente addetto o era addet-
to al momento della cessazione del rapporto.
CC Nelle controversie nelle quali parte unAmministrazione dello Stato non
si applica il c.d. foro erariale ex art. 25 c.p.c.
CC Qualora non trovino applicazione le disposizioni dei commi precedenti, si
applicano quelle dellart. 18 c.p.c.
CC Sono nulle le clausole derogative della competenza per territorio.

CC La domanda si propone con ricorso, il quale deve contenere le indicazio-


ni previste dallart. 414 c.p.c. Il ricorso depositato nella cancelleria del
giudice competente insieme con i documenti in esso indicati.
CC Il giudice fissa, con decreto, ludienza di discussione, alla quale le parti sono
tenute a comparire personalmente. Tra il giorno del deposito del ricorso e
ludienza di discussione non devono decorrere pi di 60 giorni.
CC Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione delludienza, deve essere no-
tificato al convenuto. Tra la data di notifica e ludienza di discussione deve
intercorrere un termine non minore di 30 giorni (art. 415 c.p.c.).
CC Il convenuto deve costituirsi almeno 10 giorni prima delludienza, median-
te deposito in cancelleria di una memoria difensiva nella quale devono es-
Forma della doman- sere proposte, a pena di decadenza, le eventuali domande in via riconven-
da e costituzione in zionale (artt. 36, 418 c.p.c.) e le eccezioni processuali e di merito non rile-
giudizio vabili dufficio. Nella stessa memoria il convenuto deve prendere posizio-
ne, in maniera precisa e non limitata a una generica contestazione, sui fat-
ti affermati dallattore a fondamento della domanda, proporre tutte le sue
difese in fatto e in diritto ed indicare specificatamente, a pena di decaden-
za, i mezzi di prova dei quali intende avvalersi ed in particolare i documen-
ti che deve contestualmente depositare (art. 416 c.p.c.).
CC In primo grado la parte pu stare in giudizio personalmente quando il
valore della causa non eccede euro 129,11 (art. 417 c.p.c.) e nelle contro-
versie relative ai rapporti di lavoro dei dipendenti delle pubbliche ammini-
strazioni, limitatamente al giudizio di primo grado, le amministrazioni stes-
se possono stare in giudizio avvalendosi direttamente di propri dipendenti
(art. 417bis, co. 1, c.p.c.).

I riti speciali 187

3.3 Fase istruttoria

CC Nelludienza fissata per la discussione della causa il giudice interroga libe-


ramente le parti presenti, tenta la conciliazione della lite e formula alle par-
ti una proposta transattiva.
CC La mancata comparizione personale delle parti o il rifiuto della propo-
sta transattiva del giudice, senza giustificato motivo, costituiscono compor-
tamento valutabile dal giudice ai fini del giudizio.

modificare le domande, le eccezioni e le conclusioni gi


formulate, previa autorizzazione del giudice, se ricorrono gra-
vi motivi;
CC Le parti
possono: farsi rappresentare da un procuratore, generale o speciale, il
quale deve essere a conoscenza dei fatti della causa. La manca-
ta conoscenza, senza gravi ragioni, dei fatti della causa da parte
del procuratore valutata dal giudice ai fini della decisione.

CC Il verbale di conciliazione ha efficacia di titolo esecutivo.


CC Se la conciliazione non riesce e il giudice ritiene la causa matura per la
decisione, o se sorgono questioni attinenti alla giurisdizione o alla compe-
Udienza di discus- tenza o ad altre pregiudiziali la cui decisione pu definire il giudizio, il giudi-
sione della causa ce invita le parti alla discussione e pronuncia sentenza anche non definitiva
dando lettura del dispositivo.
CC Nella stessa udienza ammette i mezzi di prova gi proposti dalle parti e
quelli che le parti non hanno potuto proporre prima, se li ritiene rilevanti, di-
sponendo per la loro immediata assunzione. Qualora ci non sia possibi-
le, fissa unaltra udienza concedendo alle parti, ove ricorrano giusti motivi,
un termine perentorio per il deposito in cancelleria di note difensive.
CC Nel caso in cui vengano ammessi nuovi mezzi di prova la controparte pu
dedurre i mezzi di prova che si rendano necessari in relazione a quelli am-
messi. Il giudice ammette, se rilevanti, i nuovi mezzi di prova dedotti dalla
controparte e provvede alla loro assunzione.
CC Lassunzione delle prove deve essere esaurita nella stessa udienza o, in caso
di necessit, in unudienza da tenersi nei giorni feriali immediatamente suc-
cessivi.
CC Nel caso di chiamata in causa a norma degli artt. 102, 106 e 107 c.p.c., il giu-
dice fissa una nuova udienza e dispone che siano notificati al terzo il provve-
dimento nonch il ricorso introduttivo e latto di costituzione del convenuto.
CC Le udienze di mero rinvio sono vietate.

CC pu indicare alle parti, in ogni momento, le irregolarit degli atti e dei docu-
menti che possono essere sanate assegnando un termine per provvedervi;
CC pu disporre dufficio, in qualsiasi momento, lammissione di ogni mezzo di
prova, anche fuori dei limiti stabiliti dal codice civile (artt. 2721 ss. c.c.) a
Poteri del giudice. eccezione del giuramento decisorio (art. 2736 c.c.) , nonch la richiesta
Il giudice: di informazioni e osservazioni, sia scritte che orali, alle associazioni sinda-
cali indicate dalle parti;
CC pu disporre, su istanza di parte, laccesso sul luogo di lavoro, purch ne-
cessario al fine dellaccertamento dei fatti, e lesame dei testimoni sul luo-
go stesso, se ne ravvisa lutilit;

188 Capitolo 13
CC ove lo ritenga necessario, pu ordinare la comparizione, per interrogarle li-
beramente sui fatti della causa, anche di quelle persone che siano incapaci
di testimoniare a norma dellart. 246 c.p.c. (o a cui sia vietato a norma dellart.
247 c.p.c.);
CC pu disporre, su istanza di parte, laccesso sul luogo di lavoro, se neces-
sario allaccertamento dei fatti, e lesame dei testimoni sul luogo stesso (art.
421, co. 3, c.p.c.);
Poteri del giudice.
CC su istanza di parte, in ogni stato del giudizio, pu disporre con ordinanza il
Il giudice:
pagamento delle somme non contestate (art. 423 c.p.c.);
CC in ogni stato del giudizio, su istanza del lavoratore, pu disporre con ordi-
nanza il pagamento di una somma a titolo provvisorio quando ritenga il
diritto accertato e nei limiti della quantit per cui ritiene gi raggiunta la pro-
va (art. 423 c.p.c.);
CC pu avvalersi di un consulente tecnico (art. 424 c.p.c.), che pu nominare
in qualsiasi momento, dufficio o su istanza di parte.

Osservazioni

Accertamento pregiudiziale sullefficacia, validit ed interpretazione dei contratti e accordi


collettivi
Quando per la definizione di una controversia di lavoro necessario risolvere in via pregiudiziale
una questione concernente lefficacia, la validit o linterpretazione delle clausole di un contratto o
accordo collettivo nazionale, il giudice decide tale questione con sentenza, impartendo distinti prov-
vedimenti per lulteriore istruzione o, comunque, per la prosecuzione della causa fissando una suc-
cessiva udienza in data non anteriore a novanta giorni. La sentenza impugnabile con ricorso im-
mediato per Cassazione da proporsi entro sessanta giorni dalla comunicazione dellavviso di de-
posito della sentenza (art. 420bis c.p.c.).

3.4 Passaggi di rito

CC Il giudice, quando rileva che una causa relativa a uno dei rapporti di cui
allart. 409 c.p.c. promossa davanti al tribunale nelle forme del rito ordi-
nario di cognizione (artt. 163 ss. c.p.c.) anzich in quelle del rito del lavoro,
pronuncia lordinanza di mutamento del rito, con la quale fissa ludien-
za di discussione ex art. 420 c.p.c. e assegna alle parti un termine pe-
rentorio entro il quale dovranno provvedere alleventuale integrazione de-
Passaggio dal rito gli atti introduttivi mediante deposito di memoria e documenti di cancelleria
ordinario al rito (art. 426 c.p.c.).
speciale (art. 426 CC La conversione del rito comporta la continuazione del processo secondo
c.p.c.) le norme del rito del lavoro. Restano fermi gli effetti delle prove raccol-
te e le decadenze gi maturate alla stregua della normativa del rito or-
dinario, poich la trasformazione del rito non consente di ricondurre il pro-
cesso a una fase anteriore a quella gi svolta (Cass. 9559/2010).
CC Se il giudice, esaurita ludienza di discussione, ritiene la causa matura per
la decisione, potr decidere, nella stessa udienza, anche sulla base del ma-
teriale acquisito e delle prove raccolte nel rito ordinario.

I riti speciali 189

se la causa rientra nella sua competenza per territorio


e per valore, dispone che gli atti siano messi in regola
CC Se una causa pro- con le disposizioni tributarie (le cause di lavoro sono
mossa nelle forme esenti dal contributo unificato previsto per le cause or-
del rito del lavoro ma dinarie). Lordinanza di conversione non pu essere
riguarda, sulla base emessa prima di aver sentito le parti e, quindi, prima
di quanto risulta delludienza di discussione. La conversione del rito fa
dallatto introduttivo venir meno le preclusioni istruttorie verificatesi ai sensi
del giudizio (Cass. del rito del lavoro (artt. 414 e 416 c.p.c.) e lapplicazio-
1916/1993), un rap- ne del diverso regime delle preclusioni previste dallart.
Passaggio dal porto diverso da 183 c.p.c. per il rito ordinario;
rito speciale al quelli previsti dallart. se la causa non rientra nella sua competenza secondo
rito ordinario 409 c.p.c., il giudice i criteri ordinari (materia, valore o territorio) il giudice la
(art. 427 c.p.c.) ha due opzioni (art. rimette, con ordinanza, al giudice competente, fissando
427 c.p.c.): un termine perentorio non superiore a 30 giorni per la
riassunzione con il rito ordinario. La mancata riassun-
zione della causa comporta lestinzione del processo.

CC Le prove acquisite nel corso del processo che si svolto secondo le regole del
rito speciale, avranno, nel giudizio che prosegue con il rito ordinario, lefficacia
consentita dalle norme ordinarie. Pertanto, poich il rito speciale del lavoro con-
sente lammissione, anche dufficio, di prove che non sarebbero ammissibili se-
condo il rito ordinario, tali prove dovranno ritenersi inefficaci nel giudizio che pro-
segue secondo il rito ordinario (Proto Pisani).

3.5 Fase decisoria

CC Ai sensi dellart. 429 c.p.c., esaurita la discussione orale e udite le conclusioni del-
le parti, il giudice pronuncia la sentenza con cui definisce il giudizio, dando lettura
del dispositivo e dellesposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione.
CC In caso di particolare complessit della controversia il giudice fissa nel disposi-
tivo un termine, non superiore a 60 giorni, per il deposito della sentenza.
CC Se lo ritiene necessario, su richiesta delle parti concede un termine per il deposi-
to di note difensive, rinviando la causa alludienza immediatamente successiva alla
scadenza del termine suddetto, per la discussione e la pronuncia della sentenza.
CC Quando pronuncia sentenza di condanna al pagamento di somme di denaro per
crediti di lavoro, deve determinare il maggior danno eventualmente subito dal la-
voratore per la diminuzione di valore del suo credito, condannando al pagamen-
to della somma relativa con decorrenza dal giorno della maturazione del diritto.
Decisione
CC La sentenza deve essere depositata in cancelleria entro 15 giorni dalla pronun-
cia. Il cancelliere ne d immediata comunicazione alle parti (art. 430 c.p.c.).
CC Le sentenze che pronunciano condanna a favore del lavoratore per crediti deri-
vanti dai rapporti di lavoro sono provvisoriamente esecutive. Allesecuzione si
pu procedere con la sola copia del dispositivo, in pendenza del termine per il
deposito della sentenza.
CC Il giudice dappello pu disporre, con ordinanza non impugnabile, che lesecuzione
sia sospesa quando dalla stessa possa derivare allaltra parte gravissimo danno.
CC Le sentenze che pronunciano condanna a favore del datore di lavoro sono prov-
visoriamente esecutive. Il giudice di appello pu disporre, con ordinanza non im-
pugnabile, che lesecuzione sia sospesa in tutto o in parte quando ricorrono gra-
vi motivi (art. 431 c.p.c.).

190 Capitolo 13
Schema n. 36
IL PROCESSO DEL LAVORO (artt. 410 e ss. c.p.c.)

Chi intende proporre in giudizio una domanda relativa ai rapporti di lavoro previsti dallart. 409 c.p.c.
pu promuovere un tentativo di conciliazione presso la commissione di conciliazione

Se la conciliazione riesce, viene redatto un Se la conciliazione non riesce, la commis-


verbale e il giudice lo dichiara esecutivo con sione di conciliazione formula una proposta
decreto per la bonaria definizione della controversia

In qualunque fase del tentativo di conciliazione, o al suo termine in caso


di mancata riuscita, le parti possono indicare la soluzione anche parziale
sulla quale concordano, riconoscendo il credito che spetta al lavoratore,
e possono accordarsi per la soluzione della lite affidando alla commissio-
ne di conciliazione il mandato a risolvere in via arbitrale la controversia

Giudice competente: tribunale in funzione di giudice del lavoro

Il ricorso depositato nella cancelleria del giudice competente

Il giudice, entro 5 giorni dal deposito del ricorso, fissa ludienza di discussione

Il ricorso e il decreto di fissazione delludienza sono notificati al convenuto

Il convenuto si costituisce almeno dieci giorni prima della udienza


depositando in cancelleria una memoria difensiva

(Segue)

I riti speciali 191

Verifica dellintegrit del contraddittorio e della regolare costitu-


zione delle parti

Udienza di discussione Interrogatorio libero delle parti e tentativo di conciliazione


della causa
Modificabilit di domande, eccezioni e conclusioni

Ammissione e assunzione dei mezzi di prova

Poteri istruttori del giudice

Indica alle parti Ammette dufficio le pro- Richiesta di infor- Dispone, su istanza di
le irregolarit sa- ve se opportuno inte- mazioni e osser- parte e se lo ritiene
nabili degli atti e grare un quadro proba- vazioni, orali o necessario, laccesso
dei documenti torio tempestivamente scritte, alle asso- e lesame dei testimo-
delineato dalle parti ciazioni sindacali ni sul luogo di lavoro

Esaurita la discussione orale e udite le conclusioni delle parti

pronuncia sentenza con cui definisce il giudizio

d lettura del dispositivo e delle ragioni di fatto e di diritto della decisione

in caso di particolare complessit della controversia il giudice fissa un termine


non superiore a 60 giorni per il deposito della sentenza

su richiesta delle parti concede un termine non superiore a 10 giorni per il deposito di note
difensive e rinvia la causa per la discussione e la pronuncia della sentenza

Deposito Esecutoriet

192 Capitolo 13
3.6 Appello

CC Le sentenze del tribunale pronunciate secondo il rito del lavoro sono appella-
bili davanti alla Corte dappello, a eccezione delle sentenze che hanno deciso
una controversia di valore non superiore a @ 25,82 (art. 440 c.p.c.), assogget-
tate soltanto al ricorso ex art. 111 Cost.
Competenza CC Sono appellabili anche le sentenze non definitive, per le quali operante il si-
stema della riserva dellappello di cui allart. 340 c.p.c.
CC La Corte dappello competente quella nel cui distretto si trova il tribunale che
ha pronunciato in primo grado (art. 433 c.p.c.) e le forme del giudizio di appel-
lo sono le stesse del giudizio di primo grado.

CC Lappello si propone con ricorso.


Il ricorso deve contenere lesposizione sommaria dei fatti, i motivi specifi-
ci dellimpugnazione e le indicazioni prescritte dallart. 414 c.p.c. Ai fini della
specificit dei motivi dappello, lesposizione delle ragioni di fatto e di diritto su
cui si fonda limpugnazione deve risolversi in una critica adeguata e specifica
della decisione impugnata che consenta al giudice dappello di percepire con
certezza e chiarezza il contenuto delle censure in riferimento a una o pi sta-
tuizioni adottate dal primo giudice. Ne consegue, ad esempio, che lonere di
specificazione non pu ritenersi assolto dal mero dissenso avverso i conteggi
elaborati dal consulente tecnico dufficio attraverso lallegazione di copiosi con-
teggi di parte, trascritti in molteplici pagine e materialmente spillati allatto di ap-
pello, elaborati dalle associazioni sindacali su documentazione reperita suc-
cessivamente alla pubblicazione della sentenza di primo grado, traducendosi
la contestazione in una censura per relationem che, oltre a introdurre inammis-
sibili documenti nuovi nel giudizio di appello, inidonea a consentire al giudi-
Latto di appello ce del gravame di percepire il contenuto delle contestazioni. Non vale, al ri-
guardo, il rilievo, di mero buon senso ma processualmente irrilevante, di poter
desumere dalla discordanza tra i dati numerici ivi riportati e quelli elaborati da-
gli ausiliari del primo giudice le intrinseche ragioni del dissenso alle statuizioni
adottate, restando esclusa la possibilit di demandare al giudice dellappello
unoperazione di comparazione dalla quale desumere le censure alla consu-
lenza tecnica dufficio (Cass. 25588/2010);
CC non pu contenere domande nuove. Si configura domanda nuova, inammis-
sibile in appello, quando gli elementi dedotti in secondo grado comportano il
mutamento dei fatti costitutivi del diritto azionato, integrando una pretesa diver-
sa da quella fatta valere in primo grado, determinando lintroduzione di un nuo-
vo tema di indagine e di decisione (Cass. 8342/2010). Non sono nuove, inve-
ce, le domande fondate sui medesimi fatti, come ad esempio la domanda di li-
cenziamento per giustificato motivo rispetto alla domanda di licenziamento per
giusta causa (Cass. 837/2008);
CC deve essere depositato nella cancelleria della Corte di appello (art. 434 c.p.c.).

Adempimenti CC A seguito del deposito del ricorso il presidente della Corte dappello nomina il
ulteriori giudice relatore e fissa ludienza di discussione davanti al collegio. Lappellan-
te provvede alla notifica del ricorso e del decreto allappellato (art. 435 c.p.c.).
CC Lappellato si costituisce depositando in cancelleria una memoria difensiva nel-
la quale deve essere contenuta lesposizione dettagliata di tutte le sue difese
(art. 436, co. 1, c.p.c.).

I riti speciali 193

CC Nelludienza il giudice incaricato fa la relazione orale della causa. Il collegio,


sentiti i difensori delle parti, pronuncia sentenza dando lettura del dispositivo
nella stessa udienza.
CC Non sono ammessi nuovi mezzi di prova, salvo che il collegio li ritenga indi-
spensabili. Il giudizio di indispensabilit della prova nuova in appello implica
Adempimenti ul- lidoneit della prova a dissipare un perdurante stato di incertezza sui fatti con-
teriori troversi (Cass. 14133/2006).
CC Le parti possono deferire il giuramento decisorio in qualsiasi momento della
causa.
CC Qualora ammetta nuove prove il collegio fissa ludienza nella quale esse devo-
no essere assunte e deve essere pronunciata la sentenza (art. 437 c.p.c.).

nel merito, confermando o riformando parzialmente o


totalmente la sentenza impugnata. La riforma della sen-
tenza appellata parziale se lappello riguarda soltan-
CC La sentenza dap- to alcune statuizioni della sentenza impugnata o se lap-
pello pu decidere: pello, pur gravando su tutti i capi della sentenza, non
viene interamente accolto. La riforma ha effetto anche
sulle parti della sentenza impugnata che dipendono da
La sentenza di quella riformata (c.d. effetto espansivo interno);
appello nel rito, dichiarando linammissibilit, limprocedibilit
dellappello o lestinzione del procedimento.

CC La sentenza dappello esecutiva ex lege. Si pu procedere allesecuzione


forzata sulla base del solo dispositivo in caso di sentenza di condanna a favo-
re del lavoratore per crediti.
CC Contro la sentenza dappello pu essere chiesta la sospensione dellesecu-
zione ex art. 373 c.p.c.

4 Controversie in materia previdenziale (artt. 442-447bis c.p.c.)

CC Per la disciplina delle controversie in materia di previdenza e assistenza ob-


bligatorie, lart. 442 c.p.c. richiama la disciplina delle controversie individuali
di lavoro, integrandola con particolari regole riguardanti la competenza territo-
riale del tribunale in funzione di giudice del lavoro (art. 444 c.p.c.), il regime di
improcedibilit conseguente allonere della previa proposizione del procedi-
mento amministrativo (art. 443 c.p.c. e artt. 7 e 8, L. 533/1973), la consulenza
tecnica (art. 445 c.p.c.), laudizione degli istituti di patronato e di assistenza so-
ciale (art. 446 c.p.c.) e lesecuzione provvisoria della sentenza (art. 447 c.p.c.).
Oggetto CC Lart. 442 c.p.c. stabilisce che si osservano le disposizioni sul processo del
lavoro nei procedimenti relativi a controversie derivanti dallapplicazione del-
le norme riguardanti le assicurazioni sociali, gli infortuni sul lavoro, le malattie
professionali, gli assegni familiari nonch ogni altra forma di previdenza e di
assistenza obbligatorie e anche per le controversie relative alla inosservan-
za degli obblighi di assistenza e di previdenza derivanti da contratti e accordi
collettivi. Nella disciplina rientra, pertanto, ogni controversia in materia di
sicurezza sociale del lavoratore e del cittadino (ad esempio, le controver-
sie relative alla pensione sociale agli ultrasessantacinquenni).

194 Capitolo 13
CC Estranee allambito del richiamo sono le controversie aventi ad oggetto il dirit-
to del lavoratore al risarcimento dei danni per omissioni contributive (art. 2116,
co. 2, c.c.), che peraltro rientrano direttamente nella portata dellart. 409 c.p.c.,
le cause di risarcimento contro il datore di lavoro per omissioni di cautele an-
tinfortunistiche (Cass. 2689/1986) o contro lINPS per errate dichiarazioni (Cass.
Oggetto
7445/1986). Tra queste controversie vanno incluse quelle per la restituzione di
contributi che si assumono indebitamente versati (Cass. 1401/1985), le con-
troversie con le quali si chiede il versamento dei contributi dovuti e non pre-
scritti (Cass. 503/1979) e le controversie relative allo sgravio di contributi pre-
videnziali (Cass. 2474/1980).

Osservazioni

Il giudice competente per territorio per tutte le controversie indicate dallart. 442 c.p.c. il tribuna-
le in funzione di giudice del lavoro, che ha sede nel capoluogo della circoscrizione del tribuna-
le nella quale risiede il beneficiario della prestazione (art. 444, co. 1, c.p.c.).
Con riguardo alla competenza, la L. 69/2009 ha aggiunto allart. 442 c.p.c. il co. 3, ove si dispone
che per le controversie di cui allart. 7, co. 3, c.p.c. (controversie relative ad accessori e interessi
per ritardato pagamento) non si osservano le disposizioni sulle cause in materia di previdenza e
assistenza n la disciplina del processo del lavoro.
Nelle controversie in materia di invalidit civile, cecit, sordit, handicap e disabilit, pensione di
inabilit e assegno di invalidit, chi intende agire in giudizio per il riconoscimento dei propri diritti
deve presentare, con ricorso al tribunale competente ai sensi dellart. 442 c.p.c., istanza di accer-
tamento tecnico preventivo per la verifica delle condizioni sanitarie legittimanti la pretesa fatta va-
lere. Il giudice procede a norma dellart. 696bis c.p.c. (art. 445bis, c.p.c., inserito ex D.L. 98/2001,
conv. in L. 111/2011).

CC Le leggi speciali che disciplinano i singoli istituti previdenziali possono attribu-


ire allente previdenziale il potere di emanare atti amministrativi impugnabili nel-
la medesima sede amministrativa (ad es., i provvedimenti dellInps sono impu-
gnabili davanti al Comitato provinciale e al Comitato regionale), al fine di faci-
litare una definizione interna della vertenza.
CC Lart. 443, co. 1, c.p.c. stabilisce che la domanda relativa alle controversie di
cui trattasi procedibile se sono esauriti i procedimenti prescritti dalle leggi
speciali per la composizione in sede amministrativa o sono decorsi i termini per
il compimento dei procedimenti stessi o sono decorsi 180 giorni dalla data in
cui stato proposto il ricorso amministrativo. Nella prima udienza di discussio-
ne, se il giudice rileva una delle suddette situazioni di improcedibilit, sospen-
Rilevanza del de il giudizio e assegna allattore un termine perentorio di 60 giorni per la pre-
procedimento sentazione del ricorso in sede amministrativa (art. 443, co. 2, c.p.c.).
amministrativo CC Le controversie in materia di previdenza e di assistenza obbligatorie sono di
competenza del tribunale, in funzione di giudice del lavoro, nella cui circoscri-
zione ha la residenza lattore (art. 444 c.p.c.).
CC Nei processi relativi a domande di prestazioni previdenziali o assistenziali che
richiedono accertamenti tecnici il giudice pu nominare uno o pi consulenti
tecnici scelti in appositi albi (art. 445 c.p.c.).
CC Gli istituti di patronato e di assistenza sociale legalmente riconosciuti possono,
su istanza dellassistito, in ogni grado del giudizio, rendere informazioni e os-
servazioni orali o scritte (art. 446 c.p.c.).
CC Le sentenze pronunciate nei giudizi previdenziali e assistenziali sono provviso-
riamente esecutive (art. 447 c.p.c.), fermo restando che la possibilit di agire in
executivis sulla base del solo dispositivo riservata soltanto al lavoratore.

I riti speciali 195

5 Il processo locatizio (art. 447bis c.p.c.)

CC Le cause aventi ad oggetto materie locatizie, quelle relative a contratti di co-


modato su immobili urbani e affitto di aziende, escluse solo quelle relative a
immobili non urbani, introdotte con ricorso ex art. 414 c.p.c. o con le forme del
procedimento per convalida di licenza o sfratto, sono di competenza del tribu-
nale del luogo nel quale si trova la cosa e sono disciplinate dalle disposizio-
ni sul processo del lavoro (art. 447bis c.p.c.).
CC Il richiamo effettuato dallart. 447bis c.p.c. agli artt. 414-423 c.p.c. comporta lap-
plicabilit delle norme sul rito del lavoro relative alla proposizione della doman-
Generalit
da, allinstaurazione del contraddittorio, alla costituzione e alla difesa delle par-
ti, alla proposizione della domanda riconvenzionale, allintervento dei terzi, allo
svolgimento delludienza di discussione, ai poteri istruttori del giudice (limitata-
mente alle rilevazioni di irregolarit e fissazione di termini per la relativa sana-
toria, ex art. 421, co. 1, c.p.c.).
CC Lart. 423 richiamato dallart. 447bis c.p.c. solo con riguardo allordinanza di paga-
mento di somme non contestate. Non richiamato il comma 2, ci che peraltro non
impedisce la pronuncia dellordinanza ex art. 186ter in quanto non incompatibile.

Osservazioni

Il richiamo agli artt. 424-429 c.p.c. implica lapplicabilit integrale delle disposizioni sullassistenza
del consulente tecnico, sulla richiesta di informazioni e sulle osservazioni alle associazioni di ca-
tegoria, sul passaggio dal rito ordinario a quello locatizio e viceversa, sul rilievo dellincompetenza
del giudice e dei relativi limiti, nonch sulla pronuncia della sentenza.
Il richiamo agli artt. 430-441 c.p.c. implica, infine, lapplicabilit di tutte le altre disposizioni del processo
del lavoro, dalla precisazione delle conclusioni al deposito della sentenza, fino allintera fase di appello,
compreso lappello con riserva dei motivi, ad eccezione del regime di esecutoriet della sentenza, di-
sciplinato dallart. 447bis, co. 4, c.p.c., che oltre a ribadire lesecutoriet della sentenza di primo grado,
estende alla materia locatizia la possibilit di procedere esecutivamente sulla base del solo dispositivo.

6 Il procedimento sommario-semplificato di cognizione (artt.


702bis-702quater c.p.c.)

CC Il nuovo procedimento sommario di cognizione (artt. 702bis ss. c.p.c.), introdot-


to dalla L. 69/2009, si pone come modello di cognizione generalizzato, alterna-
tivo al processo ordinario di cognizione disciplinato nel Libro II, titolo I, del
Codice di rito, applicabile a ogni tipo di controversia (pagamento di somme
di denaro, consegna o rilascio di cose, ecc.), sempre che appartenga alla co-
gnizione del tribunale in composizione monocratica: infatti, come emerge
dallesordio dellart. 702bis c.p.c., sussiste un preciso limite normativo allambi-
to applicativo del procedimento sommario di cognizione, segnato dalla compe-
Applicabilit tenza dellufficio adito, il tribunale, e dalla composizione monocratica, e non col-
legiale, del giudice. Pertanto, esclusa la competenza del giudice di pace, del-
la Corte dappello quale giudice di secondo grado (davanti al quale la trattazio-
ne e la decisione sono collegiali, ai sensi dellart. 350 c.p.c.).
CC Inoltre, il rito sommario di cognizione non si applica alle cause dappello contro
le pronunce del giudice di pace, pure attribuite alla competenza del giudice mo-
nocratico del tribunale (artt. 341 e 50ter c.p.c.), stante lapplicabilit della nor-
mativa sul processo dappello (artt. 342 ss. c.p.c.) che, per motivi di specialit,
incompatibile con quella in esame.

196 Capitolo 13
CC Il procedimento sommario di cognizione non applicabile alle controversie in ma-
teria di locazione o di comodato di immobili urbani e di affitto di aziende, as-
soggettate, in quanto tali, al rito speciale di cui allart. 447bis c.p.c., mutuato da quel-
lo del lavoro (Trib. Modena 18-1-2010). Qualora una domanda concernente una con-
Applicabilit troversia soggetta al rito speciale locatizio sia stata introdotta, erroneamente, nelle
forme del procedimento sommario di cognizione, il giudice non pu dichiararne linam-
missibilit, ma deve disporre il mutamento del rito da speciale sommario a speciale
ordinario, ai sensi dellart. 426 c.p.c., fissando ludienza di discussione e assegnan-
do alle parti un termine per lintegrazione degli atti (Trib. Torre Annunziata 10-2-2010).

CC La domanda proposta con ricorso al tribunale competente, contenente le in-


dicazioni di cui allart. 163 c.p.c., compreso lavvertimento di cui al n. 7).
CC Il cancelliere forma il fascicolo dufficio e lo presenta senza ritardo al Presidente del
tribunale, il quale designa il magistrato cui affidata la trattazione del procedimento.
CC Il giudice designato fissa con decreto ludienza di comparizione delle parti, as-
segnando il termine per la costituzione del convenuto, che deve avvenire non
oltre dieci giorni prima delludienza.
CC Il ricorso e il decreto di fissazione delludienza sono notificati al convenuto al-
La costituzione meno trenta giorni prima della data fissata per la sua costituzione.
delle parti CC Il convenuto deve costituirsi mediante deposito in cancelleria della comparsa di
risposta, nella quale deve proporre le sue difese e prendere posizione sui fatti
posti dal ricorrente a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui
intende avvalersi e i documenti che offre in comunicazione, nonch formulare
le conclusioni. A pena di decadenza deve proporre le eventuali domande ricon-
venzionali e le eccezioni processuali e di merito che non sono rilevabili dufficio.
Se intende chiamare un terzo in garanzia deve farne dichiarazione, a pena di
decadenza, nella comparsa di costituzione e chiedere al giudice designato lo
spostamento delludienza. Il giudice fissa la data della nuova udienza assegnan-
do un termine perentorio per la citazione del terzo.

CC Il giudice, se ritiene di essere incompetente, lo dichiara con ordinanza.


CC Se rileva che la domanda non rientra tra quelle indicate nellart. 702bis, la di-
chiara inammissibile con ordinanza non impugnabile. Nello stesso modo prov-
vede sulla domanda riconvenzionale.
CC Se occorre unistruzione probatoria approfondita sui vari capitoli della prova te-
stimoniale dedotti dal resistente e la necessit di consentire al ricorrente lindicazio-
ne di prova contraria, il giudice fissa ludienza di cui allart. 183 c.p.c. per lo svol-
gimento della istruzione nelle forme della cognizione piena (Trib. Bologna 29-10-
2009). Pertanto, la pluralit e la variet dei mezzi istruttori richiesti (ad esempio, pro-
ve orali, consulenza tecnica, perizia fonica, acquisizione di documentazione banca-
ria e di scritture private) e la conseguente necessit di numerose udienze, impongo-
Il procedimento no la fissazione delludienza di cui allart. 183 c.p.c. per lo svolgimento della istruzio-
ne nelle forme della cognizione piena (Trib. S. Angelo dei Lombardi 20-11-2009).
CC Se listruttoria pu essere condotta in modo deformalizzato e con rapidit,
il giudice, alla prima udienza, sentite le parti, procede nel modo che ritiene pi op-
portuno agli atti di istruzione rilevanti in relazione alloggetto del provvedimento
richiesto e provvede con ordinanza allaccoglimento o al rigetto delle domande.
CC Nel procedimento sommario di cognizione il mezzo istruttorio della consu-
lenza tecnica compatibile col rito semplificato (Trib. Mondov 5-11-2009).
possibile, ad esempio, far ricorso al procedimento di cui agli artt. 702bis ss.
c.p.c. al fine di determinare il saldo del conto corrente, posto che, ove non
siano state dedotte prove testimoniali o altre istanze, laccertamento in questio-
ne richiede lo svolgimento di una semplice c.t.u. (Trib. Brescia 10-2-2010).

I riti speciali 197

provvisoriamente esecutiva;
CC Lordinanza emes- costituisce titolo per liscrizione di ipoteca giudiziale e
sa allesito del giu- per la trascrizione. Il giudice provvede in ogni caso sul-
dizio sommario di le spese del procedimento ai sensi degli artt. 91 ss. c.p.c.;
cognizione: produce gli effetti di cui allart. 2909 c.c. se non appella-
La decisione e ta entro 30 giorni dalla sua comunicazione o notificazione.
lappello
CC In appello sono ammessi nuovi mezzi di prova e nuovi documenti quando il col-
legio li ritiene rilevanti ai fini della decisione, ovvero la parte dimostra di non aver po-
tuto proporli nel corso del procedimento sommario per causa a essa non imputabile.
CC Il Presidente del collegio pu delegare lassunzione dei mezzi istruttori a uno
dei componenti del collegio (art. 702quater c.p.c.).

Schema n. 37
Procedimento sommario di Cognizione (art. 702bis c.p.c.)

Forma della domanda: Ricorso al tribunale monocratico


Il ricorso, sottoscritto a norma dellart. 125 c.p.c., deve contenere tutti gli elementi
della citazione esclusa la data di fissazione della prima udienza

Deposito del ricorso in cancelleria.


Nomina del giudice da parte del Presidente del Tribunale

Il Giudice

Assegna al convenuto il termine


Fissa con decreto la data
di costituzione in giudizio,
della prima udienza
che deve avvenire non oltre
10 gg. prima delludienza

Lattore
Devono
Ritira in cancelleria il ricorso con il decreto che fissa la data delludienza e lo
intercorrere
notifica al convenuto, ma tra la data di notifica del ricorso e la data di
almeno 30gg.
costituzione del convenuto fissata dal giudice

Dichiara con decreto la propria incompetenza

oppure

Dichiara il ricorso inammissibile

Possibili contenuti del provvedimento che oppure


chiude la prima udienza. Il giudice
Fissa ludienza ex art. 183 c.p.c.

oppure

Procede allistituzione della causa

198 Capitolo 13
7 Il processo di opposizione a decreto ingiuntivo

CC Se esistono le condizioni previste nellart. 633 c.p.c. il giudice, con decreto mo-
tivato da emettere entro 30 giorni dal deposito del ricorso, ingiunge allaltra par-
te di pagare la somma o di consegnare la cosa o la quantit di cose chieste o
Accoglimento
la somma di cui allart. 639 nel termine di 40 giorni, con lespresso avvertimen-
del decreto in-
to che nello stesso termine pu essere fatta opposizione e che, in mancanza
giuntivo
di opposizione, si proceder a esecuzione forzata. Quando concorrono giusti
motivi il termine pu essere ridotto fino a 10 giorni oppure aumentato a 60 (art.
641 c.p.c.).

CC Lopposizione a decreto ingiuntivo (art. 645 c.p.c.) d luogo a un giudizio ordi-


nario di cognizione nel quale il giudice non deve limitarsi a stabilire se lin-
giunzione fu emessa legittimamente, in relazione alle condizioni previste dal-
Finalit dellop- la legge per lemanazione del provvedimento monitorio, ma deve accertare il
posizione fondamento della pretesa fatta valere col ricorso per ingiunzione, pretesa
che pu essere dallattore eventualmente ridotta nel giudizio di opposizione.
CC Il giudice, pertanto, dovr valutare lan e il quantum della pretesa del creditore
entrando nel merito della controversia.

CC Nel giudizio di opposizione lopposto riveste il ruolo dellattore, poich ha in-


Il ruolo delle staurato il procedimento mediante la richiesta di emissione di un provvedimen-
parti to monitorio, e lopponente, in qualit di destinatario del provvedimento di na-
tura sommaria, si trova nella posizione sostanziale di convenuto.

CC Lopposizione si propone davanti allufficio giudiziario al quale appartiene il


giudice che ha emesso il decreto, con atto di citazione notificato al ricorrente.
Competenza CC In seguito allopposizione il giudizio si svolge secondo le norme del procedimen-
to ordinario davanti al giudice adito, ma i termini di comparizione sono ridotti a
met (art. 645 c.p.c.).

CC Lart. 645, co. 2, c.p.c. prevede espressamente la riduzione a met dei soli ter-
mini di comparizione e non menziona i termini di costituzione.
CC La Cassazione consolidata nel ritenere che la riduzione a met riguardi an-
che i termini di costituzione.
La riduzione dei
termini di com- C C La riduzione alla met del termine di costituzione dellopponente, ai sensi dellart.
parizione 645, co. 2, c.p.c., un effetto automatico conseguente al solo fatto che loppo-
sizione sia stata proposta, indipendentemente dallassegnazione allopposto di
un termine a comparire inferiore a quello ordinario, e che si verifica, perci, an-
che qualora lopponente assegni un termine di comparizione pari o superiore a
quello legale (Cass. S.U. 19246/2010).

Osservazioni

Nel caso in cui sia stato emesso decreto ingiuntivo per i compensi professionali di un avvoca-
to, ai sensi degli artt. 28 e 29 L. 794/1942, al giudizio di opposizione si applica lart. 30 della legge
e, per quanto non previsto da tale disposizione speciale, il processo regolato dalle norme del Co-
dice di rito sul giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo (Cass. S.U. 4071/2010).

I riti speciali 199

8 I processi di separazione tra coniugi e di divorzio (artt. 706-711


c.p.c.)

CC La separazione personale dei coniugi una situazione temporanea con la qua-


le si allenta, ma non si scioglie, il vincolo matrimoniale.

giudiziale, che chiesta unilateralmente da uno dei co-


niugi e ha, come presupposto, lintollerabilit della convi-
venza o il grave pregiudizio per leducazione dei figli (art.
151 c.c.), mentre leventuale violazione dei doveri che de-
CC Pu essere di due rivano dal matrimonio pu costituire, a richiesta di uno o
tipi (art. 150 c.c.): dellaltro dei coniugi, fondamento di una pronuncia acces-
Generalit
soria con cui viene dichiarato a quale dei coniugi la sepa-
razione addebitabile (art. 151, co. 2, c.c.);
consensuale, che si basa sul consenso dei coniugi (art.
150 c.c.).
CC Il diritto di chiedere la separazione spetta esclusivamente ai coniugi (art. 150,
co. 3, c.c.). Tale diritto personalissimo, indisponibile, imprescrittibile e in-
trasmissibile agli eredi (non consentita, pertanto, la prosecuzione del giudi-
zio di separazione da parte degli eredi).

CC Il giudizio di separazione giudiziale ha natura di accertamento costitutivo, poi-


ch finalizzato allaccertamento dei fatti che rendono intollerabile la conviven-
za e delladdebitabilit della separazione e costituisce lo stato di separazione
tra i coniugi.
Separazione
CC Il giudizio si propone con ricorso al tribunale del luogo dellultima residenza co-
giudiziale
mune dei coniugi. In mancanza, competente il tribunale del luogo di residen-
za del coniuge convenuto.
CC Il procedimento di separazione giudiziale si articola in due fasi: fase presiden-
ziale (o precontenziosa) e fase contenziosa (o istruttoria).

lesposizione dei fatti sui quali fondata la domanda di se-


parazione, mentre i pi specifici riferimenti al petitum, alla
causa petendi e alle prove offerte potranno essere contenu-
ti nella memoria integrativa prevista dallart. 709, co. 3, c.p.c.;
CC La domanda si pro- la proposizione della domanda di separazione, inclusa
pone con ricorso al leventuale richiesta di addebito nonch leventuale ri-
tribunale, che deve chiesta di assegno di mantenimento.
contenere:
la sottoscrizione del ricorrente (art. 706, co. 1, c.p.c.);
lindicazione dellesistenza di figli legittimi, legittimati o
adottati da entrambi i coniugi durante il matrimonio (art.
Fase
706, ult. co., c.p.c.).
presidenziale
CC Il Presidente fissa ludienza di comparizione dei coniugi davanti a s. Alludien-
za i coniugi devono comparire personalmente con lassistenza del difensore (art.
707, co. 1, c.p.c.). Se il ricorrente non si presenta o rinuncia, la domanda non
ha effetto. Se non si presenta il coniuge convenuto, il presidente pu fissare un
nuovo giorno per la comparizione, ordinando che la notificazione del ricorso e
del decreto gli sia rinnovata (art. 707, co. 2 e 3, c.p.c.).
CC Affinch il Presidente possa effettuare il tentativo di conciliazione con le maggiori
probabilit di successo, la legge dispone che deve sentire i coniugi prima sepa-
ratamente e poi congiuntamente, tentando la conciliazione (art. 708, co. 1, c.p.c.).
Possono essere interrogati anche i figli minori (art. 155sexies c.c.).

200 Capitolo 13
CC Se i coniugi si conciliano, il Presidente fa redigere un verbale della conci-
liazione (art. 708, co. 2, c.p.c.).
CC Se il tentativo di conciliazione non riesce, ossia se i coniugi non trovano
neppure laccordo per separarsi consensualmente, il Presidente d con or-
dinanza i provvedimenti temporanei e urgenti che reputa opportuni nellinte-
resse della prole e dei coniugi, nomina il giudice istruttore e fissa ludienza
di comparizione e trattazione davanti a questi.
Esito del tentativo CC Contro tali provvedimenti si pu proporre reclamo alla Corte dappello.
di conciliazione CC Con lordinanza il Presidente assegna al ricorrente un termine per il deposi-
to di una memoria integrativa. Perci, il ricorso introduttivo pu essere an-
che sintetico e parzialmente incompleto, e limitarsi a indicare genericamen-
te le circostanze di atto tali da rendere intollerabili la prosecuzione della con-
vivenza o da recare grave pregiudizio alleducazione della prole. Inoltre, con
la stessa ordinanza il Presidente assegna un termine al convenuto per la co-
stituzione in giudizio e per la proposizione delle eccezioni processuali e di
merito non rilevabili dufficio.

CC Fase contenziosa. Alludienza davanti al giudice istruttore si applicano le di-


sposizioni del processo ordinario di cognizione di cui agli artt. 180, 183, co.
1, 2, 4-10 e 184 c.p.c. Nel caso in cui il processo debba continuare per la ri-
chiesta di addebito, per laffidamento dei figli o per le questioni economiche,
il tribunale emette sentenza non definitiva relativa alla separazione. Avver-
Fase contenziosa so tale sentenza ammesso appello immediato (art. 709bis c.p.c.).
CC I provvedimenti temporanei e urgenti assunti dal Presidente possono esse-
re revocati o modificati dal giudice istruttore (art. 709, co. 4, c.p.c.), se so-
pravvengono giustificati motivi di tipo sostanziale (fatti nuovi) o processuale
(nuove allegazioni o nuove prove).

Osservazioni

Lart. 709ter c.p.c. prevede che, in caso di gravi inadempienze o di atti che arrechino pregiudizio
al minore o ne ostacolino il corretto svolgimento delle modalit di affidamento, il giudice pu:
ammonire il genitore inadempiente;
disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti del minore;
disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti dellaltro;
condannare il genitore inadempiente al pagamento di una sanzione amministrativa pecunia-
ria, da un minimo di 75 euro a un massimo di 5.000 euro.
Tale previsione disciplina unipotesi di responsabilit ordinaria ex art. 2043 c.c., con conseguente
obbligo di risarcimento del danno non patrimoniale arrecato dal genitore al minore.

CC Le parti possono sempre chiedere la modificazione dei provvedimenti riguar-


danti i coniugi e la prole conseguenti alla separazione.
CC Il tribunale, sentite le parti, provvede alleventuale ammissione di mezzi istrut-
Modificabilit dei
tori e pu delegare per lassunzione uno dei suoi componenti.
provvedimenti
CC Ove il procedimento non possa essere immediatamente definito, il tribunale
pu adottare provvedimenti provvisori e pu ulteriormente modificarne il con-
tenuto nel corso del procedimento (art. 710 c.p.c.).

I riti speciali 201

CC Nel caso di separazione consensuale il Presidente, su ricorso di entrambi i co-


niugi, deve sentirli nel giorno da lui stabilito e procurare di conciliarli.
CC Se il ricorso presentato da uno solo dei coniugi, si applica lart. 706, ultimo
comma, c.p.c.
CC Se la conciliazione non riesce, si d atto nel processo verbale del consenso
Separazione con-
dei coniugi alla separazione e delle condizioni riguardanti i coniugi stessi e la
sensuale
prole.
CC La separazione consensuale acquista efficacia con la omologazione del tribu-
nale, il quale provvede in camera di consiglio su relazione del Presidente.
CC Le condizioni della separazione consensuale sono modificabili a norma dellar-
ticolo precedente (art. 711 c.p.c.).

Schema n. 38
Separazione personale dei coniugi

La domanda di separazione, giudiziale o consensuale, si propone

con ricorso

al tribunale del luogo dellultima residenza comune dei coniugi o, in mancanza,


del luogo in cui il coniuge convenuto ha la residenza o il domicilio

il presidente, o il giudice delegato, deve sentire i coniugi

prima separatamente e poi congiuntamente

tentando la conciliazione

se la conciliazione non riesce, il presidente d con ordinanza i provvedimenti


temporanei e urgenti nellinteresse della prole e dei coniugi

nomina il giudice istruttore e fissa ludienza di comparizione e trattazione davanti a questi

202 Capitolo 13
Schema n. 39
Tipi di separazione

Separazione giudiziale Separazione consensuale

La separazione pu essere chiesta da uno La separazione chiesta da entrambi i co-


dei coniugi quando si verificano, anche in- niugi produce i suoi effetti soltanto con
dipendentemente dalla volont di uno o di lomologazione del giudice
entrambi i coniugi, fatti tali da rendere intol-
lerabile la prosecuzione della convivenza o
da recare grave pregiudizio alla educazio-
ne della prole

Il giudice, pronunciando la separazione, di- Quando laccordo dei coniugi relativamen-


chiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne te allaffidamento e al mantenimento dei fi-
sia richiesto, a quale dei coniugi sia adde- gli in contrasto con linteresse di questi, il
bitabile la separazione, in considerazione giudice riconvoca i coniugi indicando le mo-
del suo comportamento contrario ai doveri dificazioni da adottare nellinteresse dei fi-
che derivano dal matrimonio gli e, in caso di inidonea soluzione, pu ri-
fiutare lomologazione

I riti speciali 203

Schema n. 40
I provvedimenti del giudice in sede di separazione

adotta i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento allinteresse


morale e materiale di essa

valuta prioritariamente la possibilit che i figli minori restino affidati a entram-


bi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati

determina i tempi e le modalit della loro presenza presso ciascun genitore

prende atto degli accordi intervenuti tra i genitori, se non sono contrari allin-
teresse dei figli

adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole

pu disporre laffidamento dei figli a uno solo dei genitori qualora ritenga che
Il giudice:
laffidamento allaltro sia contrario allinteresse del minore

stabilisce, ove necessario, il pagamento di un assegno periodico a favore dei


figli, anche se maggiorenni ma non indipendenti economicamente

stabilisce, a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il


diritto di ricevere dallaltro coniuge quanto necessario al suo mantenimento,
qualora egli non abbia adeguati redditi propri

pu disporre un accertamento della polizia tributaria sui redditi e sui beni dei
coniugi

attribuisce il godimento della casa familiare tenendo prioritariamente conto


dellinteresse dei figli

9 Interdizione, inabilitazione e amministrazione di sostegno

CC Il soggetto maggiorenne e il minore emancipato che si trovino in condizioni di


abituale infermit di mente che li rende incapaci di provvedere ai propri interes-
si sono interdetti quando ci necessario per assicurare la loro adeguata pro-
tezione (art. 414 c.c.).

Presupposti
il soggetto maggiorenne la cui infermit mentale non tal-
mente grave da far luogo allinterdizione;
CC Sono inabilitati: coloro che, per prodigalit (tendenza a dissipare il patrimo-
nio) o abuso abituale di bevande alcoliche o stupefacen-
ti, espongono s o la loro famiglia a gravi pregiudizi;

204 Capitolo 13
il sordo e il cieco dalla nascita o dalla prima infanzia, se
non hanno ricevuto uneducazione sufficiente, salva lappli-
CC Sono inabilitati:
cazione dellart. 414 c.c. quando risulta che essi sono del
tutto incapaci di provvedere ai propri interessi (art. 415 c.c.).
Presupposti
CC La persona che, per effetto di una infermit o di una menomazione fisica o psi-
chica, si trovi nellimpossibilit, anche parziale o temporanea, di provvedere ai
propri interessi, pu essere assistita da un amministratore di sostegno, nomi-
nato dal giudice tutelare del luogo in cui questa ha la residenza o il domicilio (art.
404 c.c.).

CC I procedimenti di interdizione e inabilitazione sono contraddistinti da una pecu-


liare natura e funzione pubblicistica, in quanto hanno ad oggetto la rimozione
(interdizione) o laffievolimento (inabilitazione) dello stato di capacit della per-
sona a fini di tutela del soggetto totalmente o parzialmente incapace (App. Mila-
no 7-3-2001).
CC Linterdicendo o linabilitando possono stare in giudizio e compiere da soli
tutti gli atti del procedimento, comprese le impugnazioni, anche quando sta-
to nominato il tutore o il curatore provvisorio (art. 716 c.p.c.).
CC La domanda per interdizione o inabilitazione si propone con ricorso al tribuna-
le del luogo dove la persona nei confronti della quale proposta ha residenza
anagrafica (Cass. 17235/2006) o il domicilio (art. 712 c.p.c.).
Il ricorso deve indicare:
i fatti sui quali la domanda fondata;
il nome e cognome e la residenza del coniuge, dei parenti entro il quarto gra-
do, degli affini entro il secondo grado e, se vi sono, del tutore o curatore dellin-
terdicendo o dellinabilitando.
CC Il ricorso inoltrato, prima della notificazione, al Presidente, il quale ne ordina la
comunicazione al P.M. A richiesta di questultimo il Presidente pu pronunciare
un decreto di rigetto della domanda (art. 713 c.p.c.). Prima di pronunciare il ri-
getto il Presidente deve comunicare al ricorrente la richiesta del P.M. e disporre
Procedimento la comparizione delle parti innanzi a s (Corte cost. 87/1968). Se non dispone il
rigetto, nomina il giudice istruttore e fissa ludienza di comparizione davan-
ti a lui del ricorrente, dellinterdicendo o dellinabilitando e delle altre persone in-
dicate nel ricorso, le cui informazioni ritenga utili.Il ricorso e il decreto sono no-
tificati a cura del ricorrente, entro il termine fissato nel decreto stesso, alle per-
sone indicate nel comma precedente; il decreto comunicato al pubblico mini-
stero (art. 713 c.p.c.).
CC Alludienza il giudice istruttore procede allesame dellinterdicendo o dellina-
bilitando, sente il parere delle altre persone, interrogandole sulle circostanze
che ritiene rilevanti ai fini della decisione e pu disporre anche dufficio lassun-
zione di ulteriori informazioni (art. 714 c.p.c.). Tuttavia, se per legittimo im-
pedimento linterdicendo o linabilitando non pu presentarsi davanti al giudice
istruttore, questi, con lintervento del pubblico ministero, si reca per sentirlo nel
luogo dove si trova (art. 715 c.p.c.).
CC Terminata listruzione, la causa decisa con sentenza dal collegio (art. 50bis
c.p.c.). Tale sentenza:
costitutiva dello stato di inabilitazione o interdizione;
produce i suoi effetti dal giorno della pubblicazione (art. 421 c.c.);
pu essere impugnata da tutti coloro che avrebbero avuto diritto di proporre
la domanda, anche se non parteciparono al giudizio, o dal tutore o curatore
nominato con la stessa sentenza (artt. 718 s. c.p.c.).

I riti speciali 205

CC Qualora dopo il passaggio in giudicato della sentenza di interdizione o inabilita-


zione vi sia un mutamento delle condizioni di salute dellinterdetto o dellinabili-
tato tale da far cessare lo stato di fatto che aveva reso necessario il provvedi-
Procedimento mento, linterdetto e linabilitato (Mandrioli) e i soggetti che possono presen-
tare istanza di interdizione o inabilitazione (art. 429 c.c.) possono chiedere la re-
voca dellinterdizione o inabilitazione (art. 720 c.p.c.). La sentenza di revoca
produce i suoi effetti con il passaggio in giudicato.

Osservazioni

Il procedimento di interdizione, pur presentando numerose peculiarit, essendo caratterizzato dal-


la coesistenza di diritti soggettivi privati e di profili pubblicistici, dalla natura e non disponibilit de-
gli interessi coinvolti, dalla posizione dei soggetti legittimati a presentare il ricorso, che esercitano
un potere di azione, ma non agiscono a tutela di un proprio diritto soggettivo, dagli ampi poteri in-
quisitori del giudice, dalla particolare pubblicit della sentenza e dalla sua revocabilit, si configu-
ra pur sempre come un procedimento contenzioso speciale, il che comporta lapplicazione ad esso
di tutte le regole del processo di cognizione.

CC Il procedimento per la designazione dellamministratore di sostegno struttura-


to con le forme dei procedimenti in camera di consiglio e inizia con ricorso dello
stesso beneficiario anche se minore, interdetto o inabilitato, nonch dei sogget-
ti indicati dai commi 2 e 3 dellart. 406 c.c. e ancora dallart. 417 c.c. e cio, ol-
tre che dai parenti ivi indicati, dal coniuge nonch dalla persona stabilmente
convivente anche non more uxorio (art. 406 c.c.).
CC Anche in questo procedimento, come nel procedimento di interdizione o inabili-
tazione, la persona di cui si intende valutare lautonomia decisionale ha piena
capacit processuale.
CC Trattandosi di un procedimento in camera di consiglio, non sussiste lobbligo ma
soltanto la facolt di avvalersi del difensore (Cass. 17421/2009).
CC Nel procedimento deve intervenire il pubblico ministero (art. 407, ult. co., c.p.c.)
Procedimento e il giudice tutelare provvede con decreto motivato immediatamente esecutivo,
di nomina del previe le necessarie informazioni (art. 407 c.c.).
lamministrato- CC La scelta dellamministratore deve avvenire con esclusivo riguardo alla cura e
re di sostegno agli interessi della persona del beneficiario e comunque preferendo il coniuge
non separato, la persona stabilmente convivente e i parenti pi prossimi (art. 408
c.c.). Il beneficiario pu anche compiere una designazione in previsione della
propria eventuale futura incapacit. Ne deriva la possibilit di delegare allammi-
nistratore di sostegno manifestazioni di volont di contenuto paragonabile a quel-
lo del c.d. testamento biologico, cio delegandogli il compito di esprimere il con-
senso al trattamento sanitario e alle decisione di fine vita in nome e per con-
to del beneficiario (Trib. Cagliari 22-10-2009).
CC Lart. 413 c.c. prevede la revoca e la cessazione dellamministratore di sostegno,
indicandone i presupposti e le modalit.
CC Contro il decreto del giudice tutelare ammesso reclamo alla corte dappello a
norma dellart. 739 e contro il decreto della corte dappello pu essere proposto
ricorso per cassazione (art. 720bis, co. 2, c.p.c.).

206 Capitolo 13
Schema n. 41
Nomina dellamministratore di sostegno

La L. 6/2004 ha introdotto, tra le misure di protezione delle persone prive di autonomia, quella
dellamministrazione di sostegno, la cui disciplina sostanziale e processuale contenuta negli artt.
404-413 c.c. e nellart. 720bis c.p.c.

Il ricorso per ottenere la nomina di un amministratore di sostegno pu essere proposto dal soggetto
beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilitato, o da uno dei soggetti indicati nellart. 417 c.c.

Lamministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare del luogo in cui la persona beneficia-
ria ha la residenza o il domicilio

Il giudice tutelare pu, in ogni tempo, modificare o integrare le decisioni assunte con il decreto di
nomina dellamministratore di sostegno

Il beneficiario:
conserva la capacit di agire per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o
lassistenza necessaria dellamministratore di sostegno
pu in ogni caso compiere gli atti necessari a soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana

I riti speciali 207

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