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10 Il processo di cognizione
davanti al tribunale
Sezione Prima
LA FASE INTRODUTTIVA
1 Il processo di cognizione
Schema n. 14
Fasi del processo di cognizione
Fase istruttoria
Ha inizio con la prima udienza ex art. 183 c.p.c. e comprende le attivit processuali necessarie
perch la causa possa essere decisa
Fase decisoria
Caratterizzata dallemissione della sentenza da parte del giudice
CC Latto di citazione latto introduttivo del giudizio con il quale lattore propone
la domanda chiedendo tutela di un proprio diritto nei confronti del convenuto (edi-
tio actionis), mettendo questultimo in condizione di esercitare la propria difesa in
causa invitandolo a comparire a una determinata udienza fissata dallattore stes-
so (vocatio in ius).
Generalit
CC Destinatario dellatto di citazione non solo il convenuto, nei cui confronti pro-
posta la domanda, ma anche il giudice, che su di essa deve pronunciarsi (Man-
drioli).
CC La citazione deve essere portata a conoscenza del convenuto attraverso la no-
tificazione e a conoscenza del giudice attraverso liscrizione a ruolo.
108 Capitolo 10
3) la determinazione della cosa oggetto della doman-
da, ossia il bene materiale di cui lattore chiede lat-
tribuzione (c.d. petitum immediato);
4) lesposizione dei fatti e degli elementi di diritto costi-
tuenti le ragioni della domanda (c.d. causa peten-
di), con le relative conclusioni, ossia il provvedimen-
to che lattore chiede al giudice di pronunciare (c.d.
petitum mediato);
5) lindicazione specifica dei mezzi di prova dei quali lat-
CC La domanda si propone tore intende valersi e dei documenti che offre in co-
mediante citazione a municazione;
Contenuto comparire a udienza fis- 6) il nome e il cognome del procuratore e lindicazione
(art. 163 c.p.c.) sa e deve contenere: della procura, qualora questa sia stata gi rilasciata;
7) lindicazione del giorno delludienza di comparizio-
ne; linvito al convenuto a costituirsi nel termine di
20 giorni prima delludienza indicata ai sensi e nel-
le forme stabilite dallart. 166 c.p.c., ovvero di 10
giorni prima in caso di abbreviazione dei termini, e
a comparire, nelludienza indicata, dinanzi al giudi-
ce designato ai sensi dellart. 168bis c.p.c., con lav-
vertimento che la costituzione oltre i suddetti termi-
ni implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c.
CC Nella scelta della data di prima udienza da indicare nellatto di citazione, lattore
deve rispettare i termini dilatori previsti dellart. 163bis c.p.c., i quali hanno lo
scopo di garantire al convenuto un periodo minimo di tempo per la predisposi-
zione delle proprie difese. Si deve trattare di termini liberi, per cui non deve cal-
colarsi n il termine iniziale n il termine finale.
CC Tra il giorno della notifica della citazione e quello delludienza di comparizione de-
Termini per vono intercorrere termini liberi non minori di 90 giorni, se il luogo della notifica-
comparire zione si trova in Italia, e di 150 giorni se si trova allestero.
CC In caso di urgenza, il presidente pu, su istanza dellattore, abbreviare i termini di
comparizione fino alla met, alla riduzione dei termini di comparizione consegue au-
tomaticamente anche la riduzione dei termini di costituzione di attore e convenuto.
CC Per impedire condotte dilatorie dellattore, il quale abbia indicato, per la prima
udienza, una data molto avanti nel tempo, lart. 163bis, co. 3, c.p.c. prevede la
possibilit, per il convenuto, di chiedere lanticipazione delludienza.
Osservazioni
Se il vizio investe addirittura lesistenza dellatto, non possibile alcuna sanatoria. Lunico caso di
citazione inesistente la citazione priva di sottoscrizione. Linesistenza dellatto comporta che
(Cerino Canova):
lufficiale giudiziario ha il dovere di rifiutare la notificazione;
il cancelliere deve rifiutare di ricevere gli atti e i documenti necessari per la costituzione dellat-
tore a norma dellart. 165 c.p.c., poich la carenza della citazione li rende incompleti;
il presidente della sezione al quale presentato il fascicolo dufficio deve rifiutare la designa-
re il giudice istruttore.
110 Capitolo 10
La Cassazione esclude il difetto di sottoscrizione nel caso in cui il procuratore abbia sottoscritto
soltanto lautenticazione della firma della parte (Cass. 293/1974), nonch nel caso in cui la firma
manchi solo nella copia notificata alla controparte (Cass. 802/1987).
Schema n. 15
schema generale del processo civile
Per disciplinare il processo di cognizione il legislatore ha dettato una disciplina-tipo valida per
ogni processo di cognizione davanti a ciascun giudice in tutti i gradi, integrata con le regole spe-
cifiche richieste dalle particolarit proprie dei singoli tipi di giudice o del singolo grado di giudizio
nonch integrata con la disciplina autonoma del giudizio di cassazione
Lart. 359 c.p.c. dispone che nei procedimenti dap- in quanto non incompatibile con
pello si osservano, in quanto applicabili, le norme le disposizioni previste dalla di-
dettate per il procedimento in primo grado davanti al sciplina specifica dellappello
tribunale, se non sono incompatibili con le disposi- in quanto applicabile, ossia non
zioni del presente capo. La disciplina del procedi- in contrasto con la struttura e
mento davanti al tribunale in primo grado si applica: la funzione dellistituto
Schema n. 16
Casi di nullit degli atti introduttivi
Nel caso in cui manchi lindicazione del termine entro il quale deve avvenire la tem-
pestiva costituzione in giudizio, sia lavvertimento che la costituzione, oltre il termi-
ne stesso, determina la decadenza di eventuali domande riconvenzionali di eccezioni
processuali e di merito non rilevabili dufficio (art. 163, n. 7, c.p.c.)
Nel caso in cui manchi lindicazione del termine entro il quale deve avvenire la tem-
pestiva costituzione in giudizio, sia lavvertimento che la costituzione, oltre il termi-
ne stesso, determina la decadenza di eventuali domande riconvenzionali di eccezioni
processuali e di merito non rilevabili dufficio (art. 163, n. 7, c.p.c.)
In caso di assoluta incertezza sulloggetto della domanda, che si verifica quando man-
chino del tutto le conclusioni in ordine alloggetto della domanda ma anche quando alcu-
ne indicazioni sono state fornite ma sono contraddittorie o insufficienti, tanto che da esse
impossibile dedurre con precisione, secondo il libero apprezzamento del giudice, lele-
mento della domanda attrice richiesto dalla legge
Nel caso di difformit tra la copia notificata e loriginale (ad es., per la diversa indi-
cazione del giudice); infatti, la validit dellatto deve essere valutata con riferimento alla
copia notificata, poich la parte destinataria dellatto non ha il dovere di eliminare le in-
certezze o di colmare le lacune dellatto medesimo che le viene consegnato e deve rife-
rirsi solo al contenuto di esso per svolgere le attivit processuali conseguenti alla chia-
mata in giudizio, con leffetto che, in caso di discordanza tra loriginale e la copia dellat-
to notificato, assume rilievo il testo che risulta nella copia perch su questa che la par-
te evocata regola il suo comportamento processuale
112 Capitolo 10
CC Per lattore la costituzione in giudizio lulteriore atto di impulso che deve com-
piere per far proseguire il processo dopo la notifica della citazione.
Costituzione in
giudizio CC La costituzione del convenuto un atto analogo alla costituzione dellattore, con
la differenza che il convenuto entra in un processo il cui oggetto gi stato de-
terminato dallattore.
114 Capitolo 10
Schema n. 17
Notificazioni e comunicazioni nel corso del procedimento
Schema n. 18
Iscrizione della causa a ruolo
e formazione del fascicolo dufficio
Viene formato un fascicolo dufficio nel quale devono essere inseriti gli atti processuali
Lart. 171 c.p.c. disciplina le conseguenze della mancata o tardiva costituzione delle parti. Le ipotesi
prospettabili sono le seguenti.
CC La causa non viene iscritta sul ruolo del giudice e, pertanto, la contro-
versia non si incardina davanti ad alcun ufficio giudiziario, n vi pu es-
sere un giudice che sia titolare della cognizione della causa.
Nessuna delle parti si co-
stituisce CC Il giudizio entra in uno stato di quiescenza (art. 307 c.p.c.) dal quale pu
uscire se riassunto nel termine perentorio di tre mesi a far data dal prov-
vedimento del giudice. Il termine di tre mesi va calcolato tenendo conto
del termine di sospensione del periodo feriale di cui allart 1, L. 742/1969.
116 Capitolo 10
CC Nellipotesi in cui lattore provveda a costituirsi oltre il termine dei 20
Costituzione tardiva di giorni ma in modo tale da consentire lo svolgimento della prima udien-
una parte e mancata co- za, la cancellazione non necessaria, poich il convenuto potrebbe
stituzione dellaltra comparire ed eccepire la tardivit della costituzione dellattore, ottenen-
do la fissazione di una nuova udienza.
Osservazioni
Se solo una delle parti si costituita tempestivamente, laltra parte, se non si costituisce neppure
in udienza, dichiarata contumace con ordinanza pronunciata dal giudice (art. 171, co. 3, c.p.c.).
Se non si costituisce il convenuto a causa di un vizio che ha determinato la nullit della notifica del-
la citazione, il giudice dovr assegnare allattore un termine perentorio, entro il quale lattore deve
rinnovare la citazione. La contumacia, pertanto, la situazione di inattivit che deriva dalla man-
cata costituzione di una parte, ossia la situazione nella quale si viene a trovare una parte che, dopo
aver proposto la domanda o, pi frequentemente, dopo essere stata regolarmente citata, non si
costituisce neppure alla prima udienza.
La contumacia della parte non costituita pu essere pronunciata dal giudice quando sia decorsa
almeno unora dallapertura delludienza (art. 59 disp. att. c.p.c.).
Sezione Seconda
LA FASE DELLISTRUZIONE E LE SUE SOTTOFASI
1 Istruzione e trattazione
118 Capitolo 10
CC Tutti i provvedimenti del giudice istruttore, salvo che la legge disponga altri-
menti, hanno la forma dellordinanza (art. 176 c.p.c.), che rappresenta lo stru-
mento tipico attraverso il quale il giudice istruttore esercita i suoi poteri allin-
terno del processo.
Forma dei provve- CC Le ordinanze pronunciate in udienza si ritengono conosciute dalle parti pre-
dimenti senti e da quelle che dovevano comparirvi; quelle pronunciate fuori udienza
sono comunicate dal cancelliere nei tre giorni successivi anche a mezzo fax
o posta elettronica. A tal fine il difensore indica, nel primo scritto difensivo uti-
le, il numero di fax o lindirizzo di posta elettronica presso cui dichiara di vo-
lere ricevere la comunicazione.
CC Il giudice chiede alle parti, sulla base dei fatti allegati, i chiarimenti necessari e
indica le questioni rilevabili dufficio delle quali ritiene opportuna la trattazione.
Osservazioni
La suddetta disciplina, dettata nellambito del procedimento davanti al tribunale, non si applica ai
procedimenti davanti al giudice di pace, attesa la peculiarit di questi ultimi, sebbene il giudice
di pace possa farvi ricorso quando ne ravvisi lopportunit.
Ne deriva che, nel caso di mancata comparizione dellattore alla prima udienza, qualora il giudice
di pace, non osservando il precetto dellart. 181, co. 2, c.p.c., fissi una nuova udienza per la trat-
tazione della causa, il cancelliere non ha lobbligo di comunicare allattore la data della nuova udien-
za, dal momento che opera la regola generale dellart. 176, co. 2, c.p.c., a norma del quale i prov-
vedimenti pronunciati dal giudice in udienza si considerano conosciuti dalle parti presenti, ovvero
da quelle che dovevano comparire (Mandrioli).
120 Capitolo 10
Schema n. 19
Udienza di comparizione-trattazione (art. 183 c.p.c.)
Il giudice
Lattore
pu proporre le domande e
pu chiedere di essere autorizzato
le eccezioni che sono conseguenza
a chiamare un terzo
della domanda riconvenzionale o
delle eccezioni del convenuto
Entrambe le parti
Schema n. 20
La richiesta di chiarimenti
e le questioni rilevabili dufficio dal giudice
Tale potere delimitato dalle affermazioni delle parti, per evitare che il giudice introduca fatti non
allegati dalle parti in violazione del principio dellallegazione
Il giudice pu sollecitare le parti a introdurre in causa altre fonti di esame, quali fatti secondari o
fatti giuridici modificativi di domande ed eccezioni che, da sole o insieme alle altre gi allegate,
siano idonee a chiarire i confini della controversia
Lart. 101 c.p.c. impone al giudice, che intenda porre a fondamento della decisione una questione
rilevata dufficio, di assegnare alle parti un termine non inferiore a 20 giorni e non superiore a 40
giorni dalla comunicazione per depositare in cancelleria memorie contenenti osservazioni sulla
medesima questione
122 Capitolo 10
Schema n. 21
Tentativo di conciliazione
La mancata conoscenza, senza giustificato motivo, dei fatti della causa da parte del procuratore
valutabile coma argomento di prova ai sensi dellart. 116, co. 2, c.p.c.
Quando le parti sono conciliate, si forma processo verbale della convenzione conclusa.
Il processo verbale costituisce titolo esecutivo
Lart. 183, co. 7, c.p.c. stabilisce che il giudice si riserva di provvedere sulle richieste istruttorie delle
parti con ordinanza, da emettersi in udienza oppure fuori udienza entro un termine non superiore a 30
giorni, fissando anche ludienza di assunzione delle prove ammesse (art. 184 c.p.c.).
Lassunzione dei mezzi di prova pu avvenire anche nella prima udienza di comparizione-trattazione
ex art. 183 c.p.c., se il giudice ammette i mezzi di prova direttamente alludienza ed materialmente
possibile assumere le prove in quella sede (ad es., perch sono presenti i testimoni).
Schema n. 22
La fissazione delludienza per lassunzione dei mezzi di prova
Salva lipotesi in cui la causa risulti gi matura per la decisione, lart. 183, co. 6, c.p.c. prevede che
il giudice si riservi di provvedere sulle richieste istruttorie con ordinanza da emettere fuori udienza
entro 30 giorni, fissando, con lo stesso provvedimento, ludienza per lassunzione
dei mezzi di prova risultati ammissibili e rilevanti
Tale ordinanza deve essere comunicata alle parti a cura del cancelliere nei 30 giorni successivi
alla sua emissione, anche mediante fax o e-mail
Se il giudice ritiene di procedere allacquisizione dufficio dei mezzi di prova non dedotti
dalle parti, deve assegnare alle parti un termine per il deposito di memorie contenenti
lindicazione dei mezzi di prova la cui assunzione si rende necessaria in ragione dellesercizio
dufficio dei poteri istruttori del giudice, e un secondo termine per consentire alle parti
di depositare memorie contenenti le repliche
Con lordinanza che ammette le prove dedotte dalle parti il giudice pu ordinare lespletamento o
la rinnovazione dellinterrogatorio libero delle parti
124 Capitolo 10
CC Se linterveniente fa valere il suo diritto soltanto nei confronti di alcune parti,
si parla di intervento litisconsortile (o adesivo autonomo). Il terzo assume
Intervento volon-
una posizione autonoma soltanto nei confronti di una o pi parti: si pensi, ad
tario, principale e
es., allintervento, in un giudizio tra lacquirente di un appartamento e il ven-
litisconsortile (art.
ditore costruttore delledificio, effettuato dallacquirente di un altro apparta-
105, co. 1, c.p.c.)
menti dello stesso edificio per far valere lo stesso inadempimento di obbliga-
zioni di identico contenuto (Cass. 6487/1981).
CC Per intervenire nel processo a norma dellart. 105 c.p.c., il terzo ha lonere di
costituirsi presentando in udienza, o depositando in cancelleria, una compar-
sa di intervento (formata sulla falsariga della comparsa di risposta ex art. 167
c.p.c.), con le copie per le altre parti, i documenti e la procura (art. 267, co. 1,
c.p.c.).
CC Se il deposito della comparsa avviene in udienza, le altre parti ne sono subi-
to informate e il contraddittorio gi instaurato anche col terzo. Se avviene
fuori udienza, il contraddittorio col terzo si instaura quando il cancelliere co-
munica lintervento alle parti costituite (art. 267, co. 2, c.p.c.).
CC Lintervento volontario ammissibile, di regola, solo in primo grado.
Modalit dellinter- CC In appello possono intervenire soltanto i terzi che sarebbero legittimati a pro-
vento volontario porre opposizione di terzo ex art. 404 c.p.c. (art. 344 c.p.c.).
CC In Cassazione lintervento non ammissibile per la particolare struttura di
questo giudizio.
CC In primo grado lintervento pu avere luogo finch non vengano precisate le
conclusioni (art. 268 c.p.c.). Poich lintervento del terzo non deve causare
un rallentamento del processo, il terzo subisce le preclusioni gi verificatesi
nei confronti delle altre parti, per cui non pu compiere gli atti che non sono
pi consentiti alle altre parti (art. 268, co. 2, c.p.c.), ossia le richieste istrutto-
rie (ad es., istanza di ammissione di una prova testimoniale); invece, al terzo
consentita la formulazione di domande nuove (c.d. attivit assertiva), poi-
ch se il terzo non potesse proporle si priverebbe lintervento di qualsiasi uti-
lit processuale.
126 Capitolo 10
CC Ai sensi dellart. 271 c.p.c., al terzo si applicano, con riferimento alludienza per
la quale stato citato, le disposizioni degli artt. 166 e 167 c.p.c. (compreso il
comma 2 dellart. 167, come sancito dalla sentenza n. 260/1997 della Corte co-
stituzionale); ci significa che al terzo sono attribuite le stesse facolt previste
Intervento per or- per il convenuto e, dunque, anche lassegnazione di un termine perentorio fino
dine del giudice a venti giorni prima delludienza successiva per proporre eccezioni processua-
(iussu iudicis) li e di merito non rilevabili dufficio, cos come previsto dallart. 166 c.p.c.
CC Se il terzo intende chiamare in causa un altro terzo deve farlo, a pena di
decadenza, nella comparsa di risposta ed essere poi autorizzato dal giudice
ai sensi dellart. 269, co. 3, c.p.c.
Schema n. 23
Lintervento del terzo
Un soggetto pu entrare in un processo spontaneamente, su chiamata di una delle parti o del giudice
Per lammissibilit dellintervento di un terzo in un giudizio pendente tra altre parti sufficiente che
la domanda dellinterveniente presenti una connessione o un collegamento implicante lopportuni-
t di un simultaneus processus
Con lintervento il terzo propone una domanda giudiziale diversa, anche se connessa, da quella origi-
naria, determinando, salvo il caso dellintervento adesivo, un allargamento delloggetto del processo
6 Il processo contumaciale
128 Capitolo 10
Osservazioni
La parte costituita ha lonere di notificare al contumace alcuni atti che prevedono, a carico del-
la parte contumace, oneri particolarmente pesanti o conseguenze pi o meno gravi. Pertanto, lor-
dinanza che ammette linterrogatorio formale o il giuramento e le comparse contenenti do-
mande nuove o riconvenzionali da chiunque proposte, sono notificate personalmente al con-
tumace nei termini che il giudice istruttore fissa con ordinanza (art. 292 c.p.c.).
Generalit CC Nelle cause di competenza collegiale (art. 50bis c.p.c.) il giudice istruttore tra-
smette la causa al collegio affinch decida; si verifica un vero e proprio tra-
sferimento di tutta la causa dal giudice istruttore al collegio, con passaggio
dei relativi poteri dalluno allaltro organo (art. 189, co. 2, c.p.c.).
CC Nelle cause di competenza del tribunale in composizione monocratica la ri-
messione in decisione avviene nellambito del medesimo organo (giudice
istruttore) che assume le funzioni decisorie di giudice unico, sicch pi esat-
to parlare di riserva in decisione.
Osservazioni
Limportanza della precisazione delle conclusioni risiede nellesigenza, per ciascuna parte, di cono-
scere la formulazione definitiva delle domande dellaltra parte. Questa esigenza implica che la man-
cata riproduzione di una specifica conclusione comporta labbandono della domanda cui la conclu-
sione avrebbe dovuto riferirsi, a meno che le conclusioni non riproposte siano implicite o strettamen-
te connesse con quelle mantenute o che, pi in generale, dai comportamenti processuali della par-
te possa desumersi che, malgrado lomessa riproduzione formale della domanda nelle conclusioni,
abbia inteso mantenerla ferma. In sostanza, la mancata riproposizione implica una presunzione di
abbandono che pu essere contrastata solo con precise risultanze contrarie.
Dopo la rimessione al collegio o, nelle cause da decidersi dal giudice unico, dopo la rimessione in de-
cisione, la legge disciplina lo scambio, tra le parti, degli atti difensivi finali, nei quali si riassume latti-
vit difensiva. Tali atti sono le comparse conclusionali e le memorie di replica.
Nulla esclude, peraltro, laccordo delle parti per rinunciare al deposito delle comparse e delle repliche.
CC Le comparse conclusionali sono gli atti con i quali i difensori delle parti riassu-
Comparse con- mono tutte le difese della parte assistita, anche contestando e contrastando
clusionali le conclusioni avversarie definitivamente formulate in sede di precisazione del-
le conclusioni.
130 Capitolo 10
CC Nel termine perentorio di 60 giorni dalla rimessione della causa in decisione le
comparse conclusionali (art. 190 c.p.c.) devono essere depositate in cancelle-
ria: loriginale inserito nel fascicolo di parte, una copia destinata alla con-
troparte, una al fascicolo dufficio e le altre agli altri componenti del collegio.
Sezione Terza
LA FASE DECISORIA
A seguito delle modifiche che hanno reso facoltativa la discussione della causa e hanno, nella mag-
gior parte dei casi, attribuito i poteri decisori allo stesso giudice istruttore in veste di giudice monocra-
tico, la fase di decisione della causa comprende:
la rimessione della causa in decisione, che pu consistere nel trasferimento della causa al col-
legio, nei casi di decisione da parte di questultimo, o nella riserva in decisione da parte del giudi-
ce istruttore, qualora la causa debba essere decisa dal tribunale in composizione monocratica;
leventuale discussione;
le particolari modalit di deliberazione, nelle cause da decidersi dal collegio, e di deposito della
sentenza.
Cause di compe- 1) nelle cause nelle quali obbligatorio lintervento del pubblico ministe-
tenza collegiale ro, salvo che sia altrimenti disposto;
(art. 50bis c.p.c.) 2) nelle cause di opposizione, impugnazione, revocazione e in quelle con-
seguenti a dichiarazioni tardive di crediti in materia fallimentare;
3) nelle cause devolute alle sezioni specializzate;
CC Nelle cause di competenza collegiale, lart. 275, co. 2, c.p.c. dispone che
ciascuna delle parti, nel precisare le conclusioni, pu chiedere che la causa
sia discussa oralmente dinanzi al collegio. In tal caso la richiesta deve es-
sere riproposta al presidente del tribunale alla scadenza del termine per il de-
posito delle memorie di replica.
132 Capitolo 10
CC Il collegio, sotto la direzione del presidente, decide dapprima le questioni pre-
liminari di rito e poi le questioni di merito (art. 276, co. 2, c.p.c.).
Trattazione scrit- CC Se una delle parti lo richiede, il giudice, disposto lo scambio delle sole com-
ta o mista parse conclusionali, fissa ludienza di discussione orale non oltre 30 giorni dal-
la scadenza del termine per il deposito delle comparse medesime; la senten-
za depositata entro i 30 giorni successivi alludienza di discussione (art.
281quinquies, co. 2, c.p.c.). A differenza di quanto accade nella fase di deci-
sione davanti al tribunale in composizione collegiale, qui la discussione so-
stitutiva della replica.
CC Il collegio, quando rileva che una causa, rimessa davanti a lui per la decisio-
ne, deve essere decisa dal tribunale in composizione monocratica, rimette la
causa davanti al giudice istruttore con ordinanza non impugnabile (art. 281sep-
ties c.p.c.).
Rimessione della CC Il rinvio della causa dal collegio al giudice unico non produce alcuna conse-
causa al giudice guenza sullattivit difensiva gi svolta, la quale conserva piena validit, re-
monocratico stando ferme tutte le preclusioni eventualmente maturate.
CC Il provvedimento dellorgano collegiale vincola il giudice e le parti; il giudice
monocratico, pertanto, non pu disattendere la decisione del collegio, per cui
dovr comunque pronunciare sentenza, mentre le parti potranno far valere il
loro dissenso in sede di impugnazione.
CC Nel caso in cui il tribunale in composizione monocratica rilevi che la causa as-
sunta da lui in decisione in funzione di giudice monocratico non di sua spet-
tanza, invita le parti a precisare di nuovo le conclusioni per poi rimettere la
causa al collegio (art. 281octies c.p.c.). Se il tribunale collegiale non concor-
Rimessione della da con la valutazione del giudice istruttore relativa alla collegialit della deci-
causa al tribuna- sione, pu revocare lordinanza di rimessione e restituire la causa allo stes-
le in composizio- so giudice istruttore.
ne collegiale CC Allo scopo di evitare possibili contrasti di giudicato, il legislatore privilegia la
trattazione e decisione unitaria delle cause connesse affidandola al collegio.
Il provvedimento di riunione, avente la forma dellordinanza, spetta al giudi-
ce istruttore, ma fatta salva la possibilit per il collegio di disporre la sepa-
razione delle cause.
134 Capitolo 10
Schema n. 24
La decisione della causa
Se il giudice sceglie la via della decisione a se- Se il giudice sceglie la via della decisione a se-
guito di trattazione scritta, fatte precisare le guito di trattazione orale, fatte precisare le con-
conclusioni dispone lo scambio delle compar- clusioni pu ordinare la discussione orale
se conclusionali e delle memorie di replica della causa nella stessa udienza o, su istanza
di parte, in unudienza successiva
Schema n. 25
Riunione delle cause
Se, relativamente alla stessa causa, sono proposti diversi procedimenti davanti allo stesso ufficio
giudiziario
4 Esecuzione provvisoria
La sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva tra le parti (art. 282 c.p.c.). Pertanto, fin
dal momento della sua pubblicazione vale come titolo esecutivo (art. 474 c.p.c.) e consente linstau-
razione di uno dei procedimenti di esecuzione forzata descritti nel Libro III del codice di Procedura ci-
vile. Tuttavia, la sentenza di primo grado non definitiva, potendo essere riformata dalla sentenza
dappello e, di conseguenza, la provvisoria esecutivit (o esecutoriet) della sentenza pu essere so-
spesa dal giudice dappello, come prevede lart. 283 c.p.c.
136 Capitolo 10
CC i gravi e fondati motivi di sospensione devono essere valutati anche in re-
lazione alla possibilit che leventuale esecuzione della sentenza pregiudichi
la solvibilit di una delle parti. Ad es., se la sentenza ha condannato una
In particolare:
piccola impresa al pagamento di uningente somma di denaro, il giudice dap-
pello potr sospendere la sentenza di condanna qualora la sua esecuzione
possa condurre limpresa al fallimento.
Lart. 282 c.p.c. non pone alcuna distinzione tra le diverse tipologie di sentenze. Pertanto, deve rite-
nersi che tutte le sentenze di primo grado, siano esse dichiarative, costitutive o di condanna, sono
esecutive.
Osservazioni
Ai fini del decorso del termine per la proposizione delle impugnazioni (ad eccezione del regola-
mento di competenza), il termine iniziale quello della notifica della sentenza (art. 326 c.p.c.), os-
sia latto con il quale lufficiale giudiziario consegna la copia autentica della sentenza alla parte che
sarebbe eventualmente interessata allimpugnazione.
La notifica va effettuata (art. 285 c.p.c.), su istanza di parte:
a norma dellart. 170 c.p.c., ossia al procuratore costituito;
alla parte personalmente (art. 286, co. 2, c.p.c.) se si verificato uno dei casi previsti dallart.
301 (un evento che colpisce il procuratore e che d luogo allinterruzione del processo), men-
tre se si verificato un evento interruttivo che colpisce la parte dopo la chiusura della discus-
sione, la notifica pu essere effettuata a coloro ai quali spetta stare in giudizio (art. 286, co. 1,
c.p.c.).
138 Capitolo 10
Osservazioni
Se il difensore della parte anticipa le spese e poi chiede al giudice la liquidazione, a proprio favo-
re, delle spese anticipate (c.d. istanza di distrazione delle spese), in caso di omessa pronuncia,
da parte del giudice, sullistanza di distrazione delle spese proposta dal difensore il rimedio
esperibile, in assenza di unespressa indicazione legislativa, costituito dal procedimento di cor-
rezione degli errori materiali di cui agli artt. 287 e 288 c.p.c., e non dagli ordinari mezzi di impugna-
zione, non potendo la richiesta di distrazione qualificarsi come domanda autonoma; la procedura
di correzione consente il migliore rispetto del principio costituzionale della ragionevole durata del
processo e garantisce con maggiore rapidit lo scopo del difensore distrattario di ottenere un ti-
tolo esecutivo (Cass. S.U. 16037/2010).
CC Lart. 287 c.p.c., nel disciplinare listituto della correzione, si riferisce alla sen-
tenza e alle ordinanze non revocabili (art. 287 c.p.c.). Sono correggibili, inol-
tre, i decreti non revocabili (ad es., il decreto ingiuntivo).
CC Il giudice competente a pronunciare sul procedimento di correzione lo stes-
so giudice (inteso come stesso ufficio giudiziario) che ha pronunciato il prov-
vedimento correggibile.
Schema n. 26
La sospensione del processo (artt. 295-298 c.p.c.)
Il giudice dispone che il processo sia sospe- Il giudice istruttore, su istanza di tutte le par-
so in ogni caso in cui occorre risolvere una ti, ove sussistano giustificati motivi, pu di-
controversia dalla cui definizione dipende la sporre, per una sola volta, che il processo
decisione della causa sia sospeso per un periodo non superiore
a tre mesi, fissando ludienza per la prose-
cuzione del processo
Se col provvedimento di sospensione non stata fissata ludienza in cui il processo deve prose-
guire, le parti devono chiederne la fissazione entro il termine perentorio di tre mesi dalla cessazio-
ne della causa di sospensione o dal passaggio in giudicato della sentenza che definisce la contro-
versia civile o amministrativa
Listanza deve essere proposta dieci giorni prima della scadenza del termine di sospensione
Listanza si propone con ricorso al giudice istruttore o, in mancanza, al presidente del tribunale
Il ricorso, col decreto che fissa ludienza, notificato a cura dellistante alle altre parti nel termine
stabilito dal giudice
Nozione ed effetti CC In caso dinterruzione non possono essere compiuti gli atti del processo
e restano interrotti i termini in corso. Gli atti eventualmente compiuti sono
nulli. A seguito della riassunzione i termini precedentemente interrotti ripren-
dono a decorrere per intero e non soltanto per la parte residua (Satta) (artt.
298 e 304 c.p.c.).
142 Capitolo 11
CC Morte o perdita della capacit di stare in giudizio prima della costituzio-
ne (art. 299 c.p.c.): se prima della costituzione in cancelleria o alludienza da-
vanti al giudice istruttore sopravviene la morte (o la dichiarazione di morte pre-
sunta: art. 58 c.c.) o la perdita della capacit di stare in giudizio di una delle
parti (ad es., per interdizione), oppure la morte o la perdita di capacit del rap-
presentante legale della parte (il tutore dellinterdetto, il curatore dellinabilita-
to, ecc.) o la cessazione di tale rappresentanza (ad es., a causa della revoca
dellinterdizione o dellinabilitazione), il processo interrotto immediatamen-
te. Linterruzione, per, esclusa, perch superflua, se levento interruttivo
seguito immediatamente (o comunque prima della dichiarazione dellinterru-
zione) dalla ricostituzione delleffettivit del contraddittorio a seguito della co-
stituzione spontanea di coloro ai quali spetta proseguire il processo (il succes-
sore, il rappresentante legale, il minore divenuto maggiorenne, ecc.) o della
loro citazione in riassunzione ad opera dellaltra parte.
CC Morte o perdita della capacit di stare in giudizio della parte costituita o
del contumace (art. 300 c.p.c.): se la morte o la perdita della capacit della
parte si avvera nei riguardi della parte costituita in giudizio, il difensore lo di-
chiara in udienza o lo notifica alle altre parti, e da tale momento il processo
interrotto. In caso di mancata dichiarazione della morte, il processo prosegue
Eventi interruttivi nei confronti del defunto, da considerarsi processualmente ancora in vita.
Se la parte costituita personalmente, il processo si interrompe dal momen-
to dellevento. Se levento riguarda la parte dichiarata contumace, il proces-
so interrotto dal momento in cui il fatto interruttivo documentato dallaltra
parte, notificato o certificato dallufficiale giudiziario nella relazione di no-
tifica di uno degli atti che devono essere notificati al contumace.
Linterruzione si verifica automaticamente al momento della dichiarazione,
notificazione o certificazione indipendentemente da un provvedimento del giu-
dice, che per tenuto a dichiararla non appena abbia avuto notizia di tali
eventi.
CC Morte o impedimento del difensore: se la parte costituita a mezzo di un
difensore, il processo interrotto dal giorno della sua morte, oppure dal gior-
no della radiazione o della sospensione dallalbo professionale. Non sono cau-
se dinterruzione la revoca della procura o la rinuncia ad essa (art. 301 c.p.c.).
CC La cancellazione volontaria dallalbo professionale non determina linterru-
zione del processo, in quanto, mentre la morte, la sospensione o la radiazio-
ne dallalbo sono accomunate dal fatto di non dipendere, almeno in via diret-
ta, dalla volont del professionista o del cliente, la volontaria cancellazione
assimilabile alla revoca della procura o alla rinuncia a essa (Cass. 12261/2009).
Schema n. 27
Linterruzione del processo (artt. 299-305 c.p.c.)
Morte o perdita della capa- Morte o perdita della capa- Morte o impedimento del
cit di stare in giudizio di una cit di stare in giudizio di procuratore
delle parti o del suo rappre- una delle parti o del suo rap-
sentante legale prima della presentante legale dopo la
costituzione in cancelleria costituzione in giudizio
Il processo deve essere proseguito o riassunto entro il termine perentorio di tre mesi dallinterru-
zione, altrimenti si estingue
144 Capitolo 11
3 Estinzione (artt. 306-310 c.p.c.)
CC La fine del processo pu essere causata anche da una vicenda che la determi-
na senza che sia avvenuta la pronuncia della sentenza definitiva. Tale vicenda
lestinzione del processo.
CC Funzione dellistituto quella di evitare la prosecuzione dellattivit processuale
quando tutte le parti, per accordo esplicito (rinuncia e relativa accettazione) o
Generalit per comportamento concludente (inattivit), la ritengono inutile.
CC Neppure lo Stato, in tale situazione, ha interesse a tenere impegnati i propri organi
giurisdizionali, tra laltro protraendo unobiettiva situazione di incertezza; tanto pi
che gli eventuali interessi dellordinamento alla prosecuzione del processo possono
essere tutelati dalliniziativa del P.M, il quale, nei casi in cui ha proposto la doman-
da, non pu rinunciare alla domanda stessa n provocare lestinzione per inattivit.
CC La rinuncia agli atti del giudizio la dichiarazione dellattore di non voler pro-
seguire il processo e, quindi, di non volere che il processo giunga a una decisio-
ne di merito sulla domanda.
CC Se, dopo la notifica della citazione, nessuna delle parti si costituisce entro il termi-
ne stabilito dallart. 166 c.p.c., oppure se, dopo la costituzione delle stesse, il giu-
dice, nei casi previsti dalla legge, ordina la cancellazione della causa dal ruolo, il
processo, salvo il disposto dellart. 181 e dellart. 290 c.p.c., deve essere riassun-
to davanti allo stesso giudice nel termine perentorio di tre mesi dalla scadenza del
termine per la costituzione del convenuto (art. 166 c.p.c.) o dalla data del provve-
dimento di cancellazione; altrimenti, si estingue.
Inattivit delle CC Il processo, una volta riassunto, si estingue se nessuna delle parti si costituisce
parti (art. 307 oppure se, nei casi previsti dalla legge, il giudice ordina la cancellazione della
c.p.c.) causa del ruolo.
CC Il processo si estingue, altres, qualora le parti, alle quali spetta rinnovare la citazione
o proseguire, riassumere o integrare il giudizio, non vi hanno provveduto entro il ter-
mine perentorio stabilito dalla legge o dal giudice. Quando la legge autorizza il giudi-
ce a fissare il termine, questo non pu essere inferiore a un mese n superiore a tre.
CC Lestinzione opera di diritto ed dichiarata, anche dufficio, con ordinanza del
giudice istruttore o con sentenza del collegio.
La riassunzione
richiamare latto introduttivo del processo (non ne-
cessaria lindicazione delle domande in esso propo-
del processo
CC Inoltre, latto di rias- ste);
sunzione deve: contenere linvito a costituirsi nei termini previsti
dallart. 163 bis c.p.c. o nei termini abbreviati (Cass.
3623/2004).
CC Latto deve essere notificato alla parte personalmente, nel caso in cui essa
non si sia costituita nel processo.
CC La riassunzione tempestiva quando la comparsa regolarmente notifica-
ta entro il termine di tre mesi. Nel caso di mancata costituzione il termine
rilevante per valutare lintegrazione della fattispecie estintiva , a norma
dellart. 166 c.p.c., il ventesimo giorno antecedente alludienza di prima com-
parizione. Nelle altre ipotesi il termine decorre dal provvedimento di cancel-
lazione della causa dal ruolo.
CC Se nel corso del processo nessuna delle parti si presenta alludienza, il giu-
dice fissa una nuova udienza ex art. 181 c.p.c., comunicata alle parti costi-
tuite (art. 309 c.p.c.).
146 Capitolo 11
non estingue lazione. Pertanto, il diritto sostan-
ziale oggetto del giudizio estinto resta integro, e
pu essere fatto valere in un altro processo;
CC Ai sensi dellart. 310 c.p.c., rende inefficaci gli atti compiuti, ma non le sen-
lestinzione del processo: tenze di merito pronunciate nel corso del proces-
so e le sentenze pronunciate dalla Cassazione
in sede di regolamento di competenza, alle qua-
Effetti
li non possono assimilarsi quelle dei giudici di
dellestinzione
merito in tema di competenza.
CC Anche le prove raccolte, come tutti gli atti del processo estinto, perdono effica-
cia. Tuttavia, lart. 310, co. 3, c.p.c. stabilisce che le prove raccolte sono valuta-
te dal giudice di un eventuale nuovo giudizio a norma dellart. 116, co. 2, c.p.c.,
ossia come elementi di prova.
CC Le spese del processo estinto sono a carico delle parti che le hanno anticipate.
Capitolo 12 Le impugnazioni
CC Sono gli strumenti attraverso i quali una delle parti rimette in discussione, nei
confronti dellaltra, un provvedimento giurisdizionale ritenuto invalido o ingiusto.
Le impugnazioni 149
CC La legittimazio-
ne a impugnare
sussiste, di rego- le parti originarie (attore e convenuto);
la, a favore delle le parti nei confronti delle quali stata ordinata lin-
parti del giudizio tegrazione del contraddittorio;
concluso con la i terzi intervenuti.
sentenza da im-
pugnare, ossia:
150 Capitolo 12
le sentenze di rito, di merito, definitive e non defini-
tive, di primo e di secondo grado, contro le quali non
siano stati proposti i mezzi di impugnazione;
CC I provvedimenti lordinanzache conclude il nuovo procedimento
Passaggio in giudica-
idonei al pas- sommario di cognizione (art. 702quater c.p.c.);
to (artt. 324 c.p.c. e
saggio in giudi-
2909 c.c.)
cato sono: il decreto ingiuntivo non tempestivamente opposto
(artt. 645 ss. c.p.c.);
lordinanza di convalida di sfratto non tempestiva-
mente opposta (art. 668 c.p.c.).
Le impugnazioni 151
Osservazioni
Latto che consente di verificare se essa sia stata tempestiva ai sensi della norma la notifica
dellimpugnazione o il deposito dellatto di impugnazione nella cancelleria del giudice competen-
te nel caso di controversie che si introducono mediante ricorso, come lappello in materia di con-
troversie di lavoro o in materia di separazione e divorzio, che in appello segue il rito camerale.
CC presso lufficio
Latto di impugnazione
del difensore
(atto di citazione per a) manchi la dichiarazione di residenza o lelezione di
costituito, la re-
lappello, la revocazio- domicilio nellatto di notificazione della sentenza;
sidenza dichia-
ne e lopposizione di oppure:
rata o il domici-
terzo; ricorso per lap- b) non vi sia stata notificazione della sentenza; oppure:
lio eletto per il
pello nelle controver- c) la dichiarazione di residenza o lelezione di domici-
giudizio che si
sie di lavoro, la cassa- lio siano effettuate fuori dalla circoscrizione del giu-
concluso con
zione, il regolamento dice che ha pronunciato la sentenza;
la sentenza, nel
di competenza) deve
caso in cui:
essere notificato:
CC presso la parte personalmente, nei luoghi degli artt. 137 ss. c.p.c., nel
caso in cui manchi la costituzione del difensore, la dichiarazione di resi-
denza e lelezione di domicilio, e quando limpugnazione sia proposta
dopo un anno dalla pubblicazione della sentenza.
152 Capitolo 12
4 Impugnazione principale e impugnazione incidentale (artt. 333-
335 c.p.c.)
Osservazioni
La riunione dufficio applicabile anche alle impugnazioni proposte contro sentenze diverse, quan-
do si riferiscano a una stessa domanda e a giudizi svolti tra le stesse parti (Cass. 21349/2004),
qualora sussistano ragioni di unitariet sostanziale e processuale della controversia o vi sia leven-
tualit di soluzioni contrastanti, oppure quando si tratti di sentenze che, integrandosi reciproca-
mente, definiscano ununica controversia di merito.
Le impugnazioni 153
CC In base al principio
dellunit soggettiva del
processo di impugna- che un processo che si svolto tra pi parti in primo gra-
zione contro la stessa do si frantumi in pi giudizi in sede dappello;
sentenza, al giudizio di
impugnazione devono che la stessa sentenza che ha deciso posizioni tra loro
partecipare gli stessi sog- interdipendenti possa passare in giudicato nei confronti
getti che hanno parteci- di una parte soltanto e non di unaltra.
pato al giudizio del grado
precedente, per evitare:
CC In attuazione del suddetto principio, lart. 331 c.p.c. stabilisce che se la sentenza,
pronunciata tra pi parti di una causa inscindibile o di cause interdipendenti, non
stata impugnata nei confronti di tutte, il giudice ordina lintegrazione del contrad-
dittorio, fissando il termine entro il quale la notifica deve essere fatta e, se neces-
Cause in- sario, ludienza di comparizione.
scindibili e CC Limpugnazione dichiarata inammissibile se nessuna delle parti provvede allinte-
cause di- grazione nel termine fissato.
pendenti
la pluralit di parti, nel giudizio di primo grado, stata
determinata dalla necessit del litisconsorzio (art. 102
c.p.c.), come, ad es., nel caso del giudizio riguardante
lo scioglimento di una comunione;
CC Causa inscindibile con la pluralit di parti imposta da eventi sopravvenuti, come,
pi parti quella nella ad es., la successione di pi persone a una delle parti;
quale: la pluralit di parti in primo grado stata determinata da ra-
gioni processuali, come, ad es., lordine del giudice di chia-
mata di un terzo (che rende necessario il litisconsorzio, che
originariamente non era tale) o lintervento di parti la cui po-
sizione non pu scindersi da quella delle parti principali.
CC Cause tra loro dipendenti sono le cause legate tra loro da un vincolo di pregiudi-
zialit (la decisione delluna costituisce il presupposto logico-giuridico della decisio-
ne dellaltra) o di garanzia.
154 Capitolo 12
Schema n. 28
Cause scindibili e inscindibili
Sentenza pronunciata tra pi parti in una cau- Sentenza pronunciata in cause scindibili
sa inscindibile o in cause tra loro dipendenti
CC Lart. 336, co. 1, c.p.c. dispone che la riforma o lannullamento parziale della sen-
tenza in Cassazione ha effetto anche sulle questioni che dipendono da essa (effet-
Effetto espan- to espansivo interno). Ad es., se una sentenza si pronuncia sullan e sul quantum
sivo interno in materia di risarcimento dei danni e viene impugnata soltanto sul punto che ri-
guarda lan, la riforma della pronuncia, nel senso che il risarcimento non dovuto,
non pu non travolgere anche la pronuncia sul quantum, sebbene non impugnata.
CC Lart. 336, co. 2, c.p.c. dispone, invece, che la riforma, con sentenza passata in
giudicato, o lannullamento della sentenza in Cassazione estende i suoi effetti ai
provvedimenti e agli atti che sono dipendenti dalla sentenza riformata o cassata
Effetto espan-
(effetto espansivo esterno). Si pensi, ad es., a una sentenza non definitiva su una
sivo esterno
questione pregiudiziale alla quale abbia fatto seguito una sentenza definitiva non
impugnata: se la sentenza non definitiva riformata o cassata, ci travolge an-
che la sentenza definitiva.
Le impugnazioni 155
CC Lart. 282 c.p.c. sancisce lesecutivit delle sentenze di primo grado, os-
sia la possibilit di iniziare immediatamente lesecuzione forzata sulla base
della sentenza. In linea con tale disposizione, lart. 337 c.p.c. afferma che lim-
pugnazione non sospende automaticamente n lefficacia esecutiva della sen-
tenza n lesecuzione gi iniziata. Sono fatte salve le disposizioni che preve-
dono la possibilit, per il giudice dellimpugnazione e, in alcuni casi, per il giu-
Limpugnazione dice che ha emesso il provvedimento impugnato, di sospendere lesecuzio-
non ha effetto so- ne della sentenza su istanza di parte (ad es., lart. 283 c.p.c. per lappello e
spensivo lart. 373 c.p.c. per il ricorso in cassazione).
CC Lart. 282, co. 2, c.p.c. prevede la sospensione del processo quando venga
invocata lautorit di una sentenza resa in un altro giudizio, che sia stata
impugnata e che sia in qualche modo pregiudicante lesito del processo in cui
viene invocata. In tal caso il giudice pu tenere conto della sentenza pronun-
ciata nellaltro processo, sebbene impugnata, oppure sospendere il proces-
so in attesa di conoscere lesito dellimpugnazione.
Osservazioni
Secondo la giurisprudenza pi recente, non c pi spazio per una sospensione discrezionale del
processo, poich si porrebbe in contrasto con il canone della durata ragionevole che la legge deve
assicurare nel quadro del giusto processo ai sensi dellart. 3 Cost. (Cass. 25900/2006).
Schema n. 29
Provvedimenti sullesecuzione provvisoria in appello
Il giudice dappello
156 Capitolo 12
8 Effetti dellestinzione del processo di impugnazione (art. 338
c.p.c.)
CC Mentre lestinzione del giudizio di primo grado lascia impregiudicati i diritti del-
le parti (art. 310 c.p.c.), lestinzione del giudizio di impugnazione comporta il
passaggio in giudicato della sentenza impugnata, salvo che gli effetti del-
Passaggio in giu-
la sentenza impugnata siano stati modificati con provvedimenti pronunciati
dicato della sen-
nel procedimento estinto (art. 338 c.p.c.). I provvedimenti pronunciati nel pro-
tenza impugnata
cedimento estinto che hanno modificato gli effetti della sentenza impugnata
e, pertanto, ne impediscono il passaggio in giudicato, sono le sentenze non
definitive, di rito o di merito, emesse nel processo estinto.
CC Proposta revocazione ex art. 395, nn. 4 e 5, c.p.c., se il relativo giudizio si
estingue la sentenza impugnata passa in giudicato solo se non ancora
decorso il termine per proporre ricorso in Cassazione, visto che questo
Passaggio in giu- mezzo di impugnazione concorrente con quello della revocazione.
dicato della sen- CC Il provvedimento con cui si pronuncia lestinzione una sentenza (artt. 307,
tenza impugnata ult. co., e 359 c.p.c.).
CC Il giudice competente a decidere sugli effetti dellestinzione del giudizio di
appello o di revocazione sulla sentenza impugnata il giudice davanti al qua-
le la questione viene sollevata.
Le impugnazioni 157
CC Possono essere impugnate con lappello tutte le sentenze di primo grado del
tribunale e del giudice di pace, definitive e non definitive, di rito o di merito.
CC Per individuare i provvedimenti appellabili non si deve avere riguardo alla forma
ma alla sostanza del provvedimento. Sono dunque appellabili i provvedimen-
Sentenze ap- ti di primo grado aventi contenuto decisorio, cio contenuto sostanziale di sen-
pellabili tenza, anche se emessi in forma di ordinanza o decreto.
CC La natura del provvedimento non si ricava n dalla forma n dalla qualifica attribuita
dal giudice ma dagli effetti giuridici che il provvedimento destinato a produrre.
CC Anche le ordinanze e i decreti possono essere appellabili se hanno contenuto
decisorio e dunque natura sostanziale di sentenza.
CC Giudice competen-
te per lappello il
giudice di grado
superiore a quel- la Corte dappello rispetto alle sentenze del tribunale;
lo che ha pronun- il tribunale in composizione monocratica (art. 350, co.
ciato la sentenza 1, c.p.c.) rispetto alle sentenze del giudice di pace (art. 341
Giudice com-
di primo grado, c.p.c.).
petente
nella cui circoscri-
zione ha sede
questultimo, ossia:
158 Capitolo 12
immediatamente, nei consueti termini di deca-
denza che decorrono dalla notificazione o nel
termine annuale di cui allart. 327 c.p.c.;
in via differita, se il la parte soccombente si riser-
va di appellare la sentenza non definitiva in un
CC Contro le sentenze momento successivo, quando cio sar pronun-
non definitive lap- ciata la sentenza definitiva. Tale riserva deve es-
pello pu essere pro- sere effettuata entro il termine per appellare e,
posto: comunque, non oltre la prima udienza (art. 340,
co. 1, c.p.c.) davanti al giudice istruttore succes-
siva alla comunicazione della sentenza. La man-
cata dichiarazione di riserva nel termine suindi-
cato comporta la decadenza dal diritto di appel-
lo differito ma non dallappello immediato, pur-
ch non siano decorsi i termini per appellare.
Le impugnazioni 159
CC Le parti nel procedimento dappello sono quella che propone lappello (ap-
pellante) e quella che lo subisce (appellato). Questultimo pu anche assu-
mere il ruolo di appellante in via incidentale.
CC Tuttavia, possono intervenire quei terzi che potrebbero proporre oppo-
sizione di terzo di cui allart. 404 c.p.c., in quanto titolari di un diritto in-
compatibile che potrebbe essere pregiudicato dalla sentenza. Ad es., in un
giudizio avente ad oggetto la tutela delle distanze di un fabbricato, promos-
Lintervento in ap- so da soggetto che si affermi proprietario dellimmobile, sussiste la legittima-
pello zione a intervenire, in grado di appello, da parte del terzo che assuma di es-
sere proprietario esclusivo del medesimo bene, in quanto la sentenza costi-
tuisce una situazione giuridica incompatibile col diritto di propriet vantato
dal terzo (Cass. 11420/2009).
CC Linteresse del terzo a intervenire in appello va valutato ex ante, al momen-
to della proposizione della domanda e tenuto conto dellastratta idoneit del-
la pronuncia richiesta a ledere linteresse diretto del terzo medesimo (Cass.
18560/2009).
160 Capitolo 12
lesposizione sommaria dei fatti relativi allo
svolgimento del giudizio di primo grado che sia-
no rilevanti per la decisione dappello: tale espo-
sizione non un requisito formale a s stante, ma
pu risultare anche indirettamente dalle argomen-
tazioni utilizzate nellesposizione dei motivi di im-
pugnazione;
i motivi specifici dellimpugnazione, per cui
lappellante non pu limitarsi a chiedere un gene-
rico riesame della controversia di primo grado ma
deve indicare le parti della sentenza che inten-
de sottoporre al riesame del giudice dappel-
lo (quantum appellatum) e le ragioni dellappel-
lo (quia appellatum). La mancata indicazione dei
motivi specifici comporta linammissibilit
CC Lappello si propone con
dellappello (Cass. S.U. 16/2000);
atto di citazione conte-
nente: le indicazioni prescritte dallart. 163 c.p.c., os-
sia il giudice e le parti, i mezzi di prova e i docu-
menti che si offrono in comunicazione, il difenso-
re e la procura, la sottoscrizione dellatto, lindi-
Atti introduttivi cazione del giorno delludienza di comparizione,
linvito allappellante a costituirsi almeno 20 gior-
ni prima delludienza e a comparire davanti al giu-
dice designato e lavvertimento sulle decadenze.
Le decadenze legate alla tardiva costituzione
dellappellato non sono, per, quelle previste
dallart. 167 c.p.c. per il convenuto nel giudizio di
primo grado, ma quelle previste dagli artt. 343
(decadenza dal diritto di proporre appello inciden-
tale) e 346 (decadenza dalla facolt di riproporre
le domande e le eccezioni non accolte o assorbi-
te in primo grado).
CC Tra il giorno della citazione e quello della prima udienza di trattazione devo-
no intercorrere termini liberi non minori di quelli previsti dallart. 163bis (art.
342 c.p.c.).
CC La costituzione in appello avviene secondo le forme e i termini previsti per
il procedimento davanti al tribunale. Lappellante deve inserire nel proprio fa-
scicolo copia della sentenza appellata. Il cancelliere provvede a norma dellart.
168 e richiede la trasmissione del fascicolo dufficio al cancelliere del giudi-
ce di primo grado (art. 347 c.p.c.).
Le impugnazioni 161
162 Capitolo 12
Schema n. 30
Il giudizio dappello
Sentenze inappellabili
sentenze pronuncia- sentenze rese dal sentenze rese nei sentenze emesse
te secondo equit giudice del lavoro giudizi di opposizio- dalla Corte dappel-
su richiesta delle nelle controversie di ne agli atti esecutivi lo nei giudizi di im-
parti (art. 114 c.p.c.) valore non superio- pugnazione del lodo
re a 25,82 euro arbitrale
Contro le sentenze di condanna generica e le sentenze non definitive la parte pu fare riserva
dappello, ossia differire limpugnazione della sentenza con quella definitiva
La dichiarazione di riserva deve essere effettuata dalla parte soccombente entro il termine per ap-
pellare e, in ogni caso, non oltre la prima udienza successiva alla comunicazione della sentenza
(art. 340 c.p.c.)
Competente per il giudizio il tribunale decide lappello contro le sentenze del giudi-
dappello il giudice superio- ce di pace
re a quello che ha emesso la la corte dappello decide lappello contro le sentenze del
sentenza di primo grado tribunale
Le impugnazioni 163
Schema n. 31
Il procedimento in appello
Lappello incidentale lappello proposto dallappellato che sia rimasto soccombente nel prece-
dente giudizio
davanti alla Corte dappello davanti al tribunale invece si osservano le norme dettate
collegiale trattato dal giudice monocra- per il procedimento di primo
tico grado davanti al tribunale, nei
limiti della compatibilit
164 Capitolo 12
Schema n. 32
Decisione della causa
Osservazioni
Bench non esista, nel nostro sistema processuale, una norma che imponga la regola dello stare
decisis, essa tuttavia costituisce un valore o una direttiva di tendenza, immanente nel nostro ordi-
namento, in forza della quale non ci si deve discostare da uninterpretazione consolidata del
giudice di legittimit, investito, istituzionalmente, della funzione di nomofilachia, senza una
ragione giustificativa.
Le impugnazioni 165
CC un mezzo dimpugnazione ordinario, per cui deve essere proposto entro i ter-
mini di decadenza e la sua proposizione impedisce il passaggio in giudicato.
CC A differenza dellappello non ha effetto devolutivo, nel senso che non introdu-
ce una rinnovazione del giudizio e perci non pu essere considerato un ter-
zo grado di giudizio.
CC un giudizio a critica vincolata, poich si possono far valere soltanto errori
nello svolgimento del giudizio (errores in procedendo) o errori nellapplica-
zione delle norme di diritto sostanziale (errores in iudicando) e non la generi-
ca ingiustizia della sentenza.
CC A differenza dellappello, lesame degli errori denunciati dal ricorrente d vita a un
giudizio rescindente, in quanto tende alla cancellazione della sentenza impu-
Caratteri gnata, e di solito esaurisce lattivit di giudizio per lasciare leventuale giudizio
rescissorio a un altro giudice, il giudice di rinvio. In via eccezionale, se non sono
necessari ulteriori accertamenti, la Cassazione pu effettuare direttamente an-
che il giudizio rescissorio (art. 384 c.p.c.).
CC Non ha effetto sospensivo della sentenza impugnata. Se, per, dallesecuzio-
ne della sentenza pu derivare un danno grave e irreparabile, lart. 373 c.p.c.
consente, al giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata col ricorso per
cassazione, su istanza di parte, di disporre con ordinanza non impugnabile che
lesecuzione sia sospesa o che sia data congrua cauzione. Il requisito della gra-
vit del danno sussiste in presenza di uneccezionale sproporzione tra il vantag-
gio del creditore e il pregiudizio del debitore, mentre lirreparabilit del danno ri-
guarda tutte le ipotesi in cui il diritto del debitore subirebbe un pregiudizio non su-
scettibile di adeguata tutela.
166 Capitolo 12
CC Il ricorso pu essere presentato (art. 360 c.p.c.):
1) per motivi attinenti alla giurisdizione;
2) per violazione delle norme sulla competenza, quando non prescritto il re-
golamento di competenza;
3) per violazione o falsa applicazione di norme di diritto e dei contratti e ac-
cordi collettivi nazionali di lavoro. Sono i c.d. errores in iudicando, ossia
Motivi gli errori consistenti nellerronea applicazione della legge che disciplina la fat-
tispecie oggetto del giudizio;
4) per nullit della sentenza o del procedimento;
5) per omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione circa un fatto con-
troverso e decisivo per il giudizio.
I vizi indicati dai nn. 1, 2, 4 e 5 sono i c.d. errores in procedendo, consistenti
nellerronea applicazione della legge processuale.
CC Ai sensi dellart. 363 c.p.c., quando le parti non hanno proposto ricorso nei termi-
ni di legge o vi hanno rinunciato, ovvero quando il provvedimento non ricorribi-
le in Cassazione e non altrimenti impugnabile, il procuratore generale presso
la Corte di cassazione pu chiedere che la Corte enunci, nellinteresse della
legge, il principio di diritto al quale il giudice di merito avrebbe dovuto atte-
nersi.
CC La richiesta del procuratore generale, contenente una sintetica esposizione del
fatto e delle ragioni di diritto poste a fondamento dellistanza, rivolta al primo
Principio di presidente, il quale pu disporre che la Corte si pronunci a sezioni unite se ri-
diritto nellin- tiene che la questione di particolare importanza.
teresse della CC Il principio di diritto pu essere pronunciato dalla Corte anche dufficio, quando
legge il ricorso proposto dalle parti dichiarato inammissibile, se la Corte ritiene che la
questione decisa di particolare importanza.
CC La decisione non influisce sui rapporti tra le parti e viene provocata al solo
scopo di determinare una pronuncia nel solo interesse della legge, con lenuncia-
zione del principio di diritto al quale il giudice di merito avrebbe dovuto attenersi
e, quindi, con funzione di guida della giurisprudenza. In particolare, la pronuncia
della Cassazione viene chiesta dal procuratore generale per togliere valore di
precedente alla pronuncia impugnata e sostituirvi, sempre con tale funzio-
ne, la pronuncia della Cassazione.
CC Contro le sentenze di condanna generica (art. 278 c.p.c.) e contro quelle che de-
cidono una o pi domande senza definire lintero giudizio, il ricorso per cassazio-
ne pu essere differito qualora la parte soccombente ne faccia riserva, a pena
di decadenza, entro il termine per la proposizione del ricorso e, in ogni caso, non
oltre la prima udienza successiva alla comunicazione della sentenza stessa (art.
Riserva di ri- 361 c.p.c.).
corso contro
CC Qualora sia stata fatta riserva, il ricorso deve essere proposto unitamente a quel-
sentenze non
lo contro la sentenza che definisce il giudizio o con quello che venga propo-
definitive
sto, dalla stessa o da altra parte, contro altra sentenza successiva che non defi-
nisca il giudizio.
CC La riserva non pu farsi e se fatta rimane priva di effetto quando contro
la stessa sentenza sia stato proposto immediatamente ricorso da una delle altre
parti.
Le impugnazioni 167
Osservazioni
Lart. 366 indica gli elementi che il ricorso deve contenere a pena di inammissibilit, ciascuno dei
quali deve essere compiutamente, ancorch sinteticamente, esposto nel ricorso per il principio di
autosufficienza, il quale, pur non imponendo la ripetizione di tutte le circostanze di causa, e non
escludendo quindi la possibilit di utilizzare la parte espositiva della sentenza impugnata, inseren-
dola per esteso nel testo del ricorso, esige che dal contesto dellatto emergano con chiarezza i fat-
ti rilevanti, in modo tale da permettere di comprendere le censure sollevate in sede di legittimit,
con la conseguenza che il rinvio ad altri atti (ad esempio, a quanto contenuto nella sentenza im-
pugnata) espone il ricorrente al rischio di inammissibilit dellimpugnazione (Cass. 19100/2006).
168 Capitolo 12
Osservazioni
In Cassazione non ammesso il deposito di atti e documenti non prodotti nei precedenti
gradi del processo, tranne di quelli che riguardano la nullit della sentenza impugnata e lammis-
sibilit del ricorso e del controricorso (art. 372 c.p.c.).
Il deposito dei documenti relativi allammissibilit pu avvenire indipendentemente da quello del ri-
corso e del controricorso, ma deve essere notificato, mediante elenco, alle altre parti.
Le impugnazioni 169
170 Capitolo 12
CC La Corte, se rigetta il ricorso, condanna il ricorrente al pagamento delle spe-
se (art. 385, co. 1, c.p.c.).
CC Se annulla senza rinvio o per violazione delle norme sulla competenza, prov-
Provvedimenti sul- vede sulle spese di tutti i precedenti giudizi, liquidandole essa stessa o ri-
le spese mettendone la liquidazione al giudice che ha pronunciato la sentenza cas-
sata.
CC Se, invece, rinvia la causa a un altro giudice, pu provvedere sulle spese
del giudizio di cassazione o rimetterne la pronuncia al giudice di rinvio.
Correzione degli er- CC Se la sentenza o lordinanza pronunciata dalla Cassazione ai sensi dellart.
rori materiali e re- 375, co. 1, nn. 1), 4) e 5), c.p.c. affetta da errore materiale (disattenzio-
vocazione ne o svista commessa nelloperazione di redazione dellatto), da errore di
calcolo (erronea utilizzazione delle regole matematiche) o da errore di fat-
to, la parte interessata pu chiederne la correzione o la revocazione con ri-
corso da notificare entro il termine perentorio di 60 giorni dalla notificazio-
ne della sentenza, ovvero di un anno dalla pubblicazione della sentenza
stessa.
Le impugnazioni 171
Schema n. 33
Ricorso per cassazione (artt. 360-394 c.p.c.)
Giudizio di legittimit
Rescindente
Vizi di giudizio
Motivi (art. 360) Errori di diritto
Vizi di attivit
Decisione
172 Capitolo 12
11 Il giudizio di rinvio (artt. 392-394 c.p.c.)
Osservazioni
In sede di rinvio si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti al giudice al quale la Cor-
te ha rinviato la causa. In ogni caso deve essere prodotta copia autentica della sentenza di cassa-
zione.
Le parti conservano la stessa posizione processuale che avevano nel procedimento in cui fu pro-
nunciata la sentenza cassata.
Nel giudizio di rinvio pu deferirsi il giuramento decisorio, ma le parti non possono prendere con-
clusioni diverse da quelle prese nel giudizio nel quale fu pronunciata la sentenza cassata, salvo
che la necessit delle nuove conclusioni sorga dalla sentenza di cassazione.
Le impugnazioni 173
Osservazioni
Con riferimento alle sentenze emesse dalla Cassazione, lerrore di fatto idoneo a costituire il vi-
zio revocatorio previsto dallart. 395, n. 4, c.p.c. deve:
consistere in unerrata percezione del fatto, in una svista di carattere materiale, oggettivamen-
te e immediatamente rilevabile e tale da aver indotto il giudice a supporre lesistenza di un fat-
to la cui verit era esclusa in modo incontrovertibile, oppure a considerare inesistente un fatto
accertato in modo parimenti indiscutibile;
essere decisivo, nel senso che, se non vi fosse stato, la decisione sarebbe stata diversa;
non cadere su di un punto controverso sul quale la Corte si sia pronunciata;
presentare i caratteri della evidenza e dellobiettivit, ossia non deve richiedere, per essere in-
dividuato, lo sviluppo di argomentazioni induttive e di indagini ermeneutiche;
non consistere in un vizio di assunzione del fatto n in un errore nella scelta del criterio di va-
lutazione del fatto medesimo;
riguardare gli atti interni, cio quelli che la Corte esamina direttamente, con propria autonoma
indagine di fatto, nellambito dei motivi di ricorso e delle questioni rilevabili dufficio, e avere
174 Capitolo 12
quindi carattere autonomo, nel senso di incidere direttamente ed esclusivamente sulla senten-
za della Cassazione, perch, se invece lerrore stato causa determinante della decisione di
merito, in relazione ad atti o documenti che ai fini della stessa sono stati o avrebbero dovuto
essere esaminati, il vizio che inficia la sentenza d adito agli specifici mezzi di impugnazione
esperibili contro le sentenze di merito (Cass. 8295/2005).
CC Dolo di una parte in danno dellaltra (art. 395, n. 1, c.p.c.). Il dolo revocato-
rio sussiste se la parte pone in essere artifici e raggiri tali da pregiudicare con-
cretamente il diritto di difesa della controparte e la possibilit, per il giudice, di
accertare la verit.
CC Prove dichiarate false dopo la pronuncia del giudice (art. 395, n. 2, c.p.c.).
Deve trattarsi di prove che abbiano concorso alla formazione del convincimen-
to del giudice. Pu trattarsi di qualunque prova, ad eccezione del giuramento
decisorio, la cui falsit consente allavversario del giurante soltanto di chiede-
re il risarcimento del danno.
CC Documenti decisivi (art. 395, n. 3, c.p.c.), ossia dai quali risultino fatti tali che
se il giudice avesse potuto valutarli, la decisione sarebbe stata diversa. Deve
trattarsi di un documento preesistente alla decisione impugnata che la parte
non abbia potuto produrre in giudizio per cause di forza maggiore o per fatto
dellavversario.
Motivi di revoca-
zione tassativi CC Errore di fatto risultante dagli atti e dai documenti di causa (art. 395, n. 4,
c.p.c.). Deve trattarsi di un errore su un fatto non contestato sul quale la sen-
tenza si pronunciata, la cui verit incontrastabilmente esclusa, oppure di
un errore su un fatto ritenuto inesistente ma la cui verit positivamente sta-
bilita e accertata. Si tratta, quindi, di una fala percezione della realt, di una
svista obiettivamente e immediatamente rilevabile che ha portato ad afferma-
re o supporre lesistenza di un fatto decisivo incontestabilmente escluso dagli
atti e dai documenti di causa, ovvero linesistenza di un fatto decisivo che da-
gli atti e dai documenti di causa risulta positivamente accertato (Cass. S.U.
26022/2008).
CC Contraddittoriet con un precedente giudicato (art. 395, n. 5, c.p.c.), ossia
incompatibilit della sentenza con unaltra sentenza passata in giudicato emes-
sa tra le stesse parti.
CC Dolo del giudice (art. 395, n. 6, c.p.c.), ossia un comportamento volutamente
a favore di una parte, lesivo del dovere di imparzialit.
Le impugnazioni 175
176 Capitolo 12
Schema n. 34
Revocazione
se sono leffetto del dolo di una parte o di prove dichiarate false, se sono stati scoperti documenti
che avrebbero prodotto una decisione diversa o se leffetto del dolo del giudice
purch la scoperta del dolo o della falsit o il recupero dei documenti o la pronuncia della sentenza
affetta dal dolo del giudice siano avvenuti dopo la scadenza del termine suddetto
Le impugnazioni 177
178 Capitolo 12
CC Questa incontrovertibilit detta cosa giudicata, la quale, pertanto, pu es-
sere definita come la situazione in forza della quale nessun giudice pu pro-
nunciarsi su quel diritto sul quale intervenuta una pronuncia definitiva (per-
ch i diversi gradi di giurisdizione si sono effettivamente svolti o perch non
sono stati attivati nei termini previsti dalla legge) (art. 324 c.p.c.).
Concetto CC Il vincolo derivante dal giudicato non costituisce patrimonio esclusivo delle par-
ti, ma, mirando a evitare la formazione di giudicati contrastanti, conformemen-
te al principio del ne bis in idem (= il giudice non pu pronunciarsi due volte
sulla stessa domanda) corrisponde a un preciso interesse pubblico, sotteso
alla funzione primaria del processo, consistente nelleliminazione dellincer-
tezza delle situazioni giuridiche attraverso la stabilit della decisione
(Cass. 8379/2009).
Osservazioni
Lintangibilit del giudicato non regge in caso di contrasto con il diritto comunitario. Infatti, il dirit-
to comunitario impedisce lapplicazione dellart. 2909 c.c., volto a sancire il principio dellautorit di
cosa giudicata, qualora lapplicazione di tale norma impedisca il recupero di un aiuto di Stato eroga-
to in contrasto con il diritto comunitario e la cui incompatibilit con il mercato comune sia stata dichia-
rata con decisione della commissione divenuta definitiva (Corte di Giustizia 18-7-2007, n. 119/2005).
CC Il riferimento alle parti, loro eredi o aventi causa attiene al problema dei li-
miti soggettivi del giudicato. Fa stato a ogni effetto significa che il giudi-
cato rende il diritto fatto valere in giudizio (ad es., il diritto di propriet su un
bene) definitivamente conforme allaccertamento effettuato dal provvedimento
del giudice (ad es., quel diritto appartiene a Tizio sul bene X), salve le conse-
guenze di eventuali fatti successivi (ius superveniens).
CC Le parole a ogni effetto significano che, tra gli effetti che derivano dal provvedi-
Limiti oggettivi e
mento giurisdizionale, rientrano anche quelli che, pur non essendo conseguenza
soggettivi del
diretta delle domande fatte valere in giudizio (ad es., il risarcimento del danno de-
giudicato.
rivante dalla risoluzione del contratto), tuttavia rientrano nel contenuto sostanziale
Il giudicato im-
dellaccertamento (ad es., il contratto, a seguito della sua risoluzione, cancella-
plicito
to dal mondo del diritto e non pu produrre alcun effetto nei confronti di chiunque).
CC Parti del processo sono, in generale, i soggetti degli atti del processo (parte
in senso processuale: ad es., il genitore che fa valere il diritto del proprio figlio
minorenne) e i soggetti del rapporto sostanziale affermato (parte in senso so-
stanziale: ad es., il figlio minorenne titolare del diritto fatto valere, nel suo inte-
resse, dal genitore). Le parti alle quali si riferisce lart. 2909 c.c. sono le parti in
senso sostanziale.
Le impugnazioni 179
CC Eredi e aventi causa sono coloro che sono divenuti tali dopo il giudicato, poi-
ch a coloro che diventano eredi o aventi causa in pendenza di lite provvedo-
no gli artt. 110 e 111 c.p.c., in base ai quali il terzo deve (nel caso della succes-
Limiti oggettivi e sione a titolo universale) o pu (nel caso della successione a titolo particolare)
soggettivi del essere fatto partecipare al processo.
giudicato. Avente causa il soggetto che acquista un diritto a titolo derivativo.
Il giudicato im- CC Il principio secondo cui il giudicato copre il dedotto e il deducibile include non
plicito soltanto le ragioni giuridiche e di fatto fatte valere in giudizio (il giudicato espli-
cito), ma anche tutte quelle altre che, sebbene non dedotte specificamente, co-
stituiscono le premesse necessarie e il fondamento logico-giuridico della
pronuncia (giudicato implicito).
180 Capitolo 12
Capitolo 13 I riti speciali
1 Quadro generale
La funzione giurisdizionale, affidata in via esclusiva allo Stato, strumentale allattuazione dei diritti,
poich in mancanza della necessaria cooperazione da parte dei consociati, le utilit che le norme di
diritto sostanziale attribuiscono ai soggetti possono essere ottenute soltanto mediante il processo.
A tale esigenza provvede, anzitutto, il processo ordinario di cognizione previsto dal Libro II del Codi-
ce di procedura civile, caratterizzato da una cognizione piena, ossia dalla predeterminazione delle for-
me e dei tempi del procedimento e da unanalisi tendenzialmente completa delle pretese delle parti in
contraddittorio tra loro, finalizzata al conseguimento di un provvedimento finale dotato di stabilit (c.d.
giudicato).
A tal fine il legislatore ha previsto una dettagliata sequenza procedimentale diretta allaccertamento
della verit processuale, e in particolari ipotesi ha previsto procedimenti pi rapidi e semplificati rispet-
to al processo ordinario di cognizione al quale affidata, in via generale, la tutela giurisdizionale dei
diritti. Tali procedimenti sono i c.d. riti differenziati, che costituiscono pur sempre dei procedimenti a
cognizione piena, come il giudizio ordinario di cognizione, ma sono soggetti a regole particolari im-
prontate a una maggiore speditezza e semplicit di forme (ad es., il processo del lavoro o il giudi-
zio davanti al giudice di pace).
Accanto a questi riti differenziati a cognizione piena sono previsti procedimenti caratterizzati non dal-
la mera snellezza del rito ma dallincompletezza della cognizione, in quanto non definitiva, parziale o
superficiale. Si tratta dei c.d. riti sommari, diretti ad assicurare allavente diritto una tutela anticipato-
ria, pi sollecita rispetto a quella ordinaria, che mira a evitare che la durata del processo ordinario di
cognizione possa vanificare le tutele cui preordinato.
Trattazione
CC Lomissione del tentativo di conciliazione alla prima udienza non espressamente
della causa
sanzionata con la previsione di nullit e pu produrre tale effetto soltanto qualora
abbia comportato, in concreto, un pregiudizio del diritto di difesa (Cass. 11411/2010).
CC Quando reso necessario dalle attivit svolte dalle parti in prima udienza, il giudi-
ce di pace fissa per una sola volta una nuova udienza per ulteriori produzioni e ri-
chieste di prova.
CC I documenti prodotti dalle parti possono essere inseriti nel fascicolo di ufficio ed ivi
conservati fino alla definizione del giudizio.
182 Capitolo 13
CC Il procedimento davanti al giudice di pace caratterizzato dallo stesso regime di
preclusioni che assiste il procedimento davanti al tribunale, le cui disposizioni
sono applicabili in mancanza di diversa disciplina. Pertanto, deve ritenersi tardiva
la completa articolazione della prova qualora lindicazione del teste sia stata effet-
Preclusioni tuata quando siano gi maturate le preclusioni istruttorie: ad esempio, lattore, pur
avendo articolato la prova orale in citazione, indica il nominativo del testimone solo
alla quarta udienza, ben oltre quindi ludienza di trattazione prevista dallart. 320
c.p.c., entro la quale, salva lipotesi di cui al 4 comma della medesima norma, van-
no richieste le prove (Cass. 13250/2010).
CC Il giudice di pace, quando ritiene matura la causa per la decisione, invita le parti a
precisare le conclusioni e a discutere la causa. Il deposito di memorie conclusiona-
li pu essere consentito dal giudice ma non previsto come dovuto; in caso di man-
cata concessione di tale termine, gli argomenti che le parti avrebbero potuto svol-
gere nelle memorie conclusionali, a sostegno delle domande proposte e delle ec-
cezioni formulate, possono essere riportati senza alcuna preclusione nel giudizio di
Decisione appello (Cass. 17444/2006).
CC La decisione della causa non preceduta dalla precisazione delle conclusioni defini-
tive, istruttorie e di merito, n dal semplice invito a provvedervi rivolto dal giudice
alle parti, comporta la nullit della sentenza per violazione del diritto di difesa (Cass.
5225/2006).
CC La sentenza depositata in cancelleria entro 15 giorni dalla discussione.
Osservazioni
Schema n. 35
Il procedimento davanti al giudice di pace
Di essa il giudice di pace fa redigere processo verbale che, a cura dellattore, notificato con ci-
tazione a comparire a udienza fissa
Tra il giorno della notificazione di cui allart. 316 e quello della comparizione devono intercorrere
termini liberi non minori di quelli previsti dallart. 163bis ridotti alla met
Se la citazione indica un giorno nel quale il giudice di pace non tiene udienza, la comparizione
dufficio rimandata alludienza immediatamente successiva
La costituzione in giudizio dellattore pu anche non coincidere con liscrizione della causa a ruo-
lo ed essere, invece, formalizzata nella prima udienza
Nella prima udienza il giudice di pace interroga liberamente le parti e tenta la conciliazione
Se la conciliazione non riesce il giudice invita le parti a precisare definitivamente i fatti di causa, a
produrre i documenti e a richiedere i mezzi di prova da assumere
Quando reso necessario dalle attivit svolte dalle parti in prima udienza, il giudice fissa, per una
sola volta, una nuova udienza per ulteriori produzioni e richieste di prova
Il giudice, quando ritiene matura la causa per la decisione, invita le parti a precisare le conclusio-
ni e a discutere la causa
184 Capitolo 13
3 Il processo del lavoro (artt. 409-447bis c.p.c.)
CC Il processo del lavoro, disciplinato dagli artt. 409 ss. c.p.c., ha ad oggetto
(art. 409 c.p.c.):
1) i rapporti di lavoro subordinato privato, anche se non inerenti alleserci-
zio di unimpresa;
2) i rapporti di mezzadria, di colonia parziaria, di compartecipazione agra-
ria, di affitto a coltivatore diretto, nonch rapporti derivanti da altri con-
Controversie indivi- tratti agrari, salva la competenza delle sezioni specializzate agrarie;
duali di lavoro 3) i rapporti di agenzia, di rappresentanza commerciale e altri rapporti di
collaborazione che si concretino in una prestazione di opera continua-
tiva e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a caratte-
re subordinato;
4) i rapporti di lavoro dei dipendenti di enti pubblici che svolgono esclusi-
vamente o prevalentemente attivit economica;
5) i rapporti di lavoro dei dipendenti di enti pubblici e altri rapporti di lavo-
ro pubblico, se non sono devoluti dalla legge ad altro giudice.
sottoscritta dallistante;
consegnata o spedita mediante raccomandata con
Tentativo facoltativo avviso di ricevimento;
di conciliazione (artt. consegnata o spedita con raccomandata con rice-
410 e 411 c.p.c., co vuta di ritorno alla controparte a cura della stessa par-
CC La richiesta del
me sostituiti dalla L. te istante;
tentativo di con-
183/2010)
ciliazione: deve precisare i dati identificativi dellistante e del con-
venuto, il luogo dove sorto il rapporto, ovvero dove
si trova lazienda, il luogo dove devono essere fatte
alla parte istante le comunicazioni inerenti alla proce-
dura e lesposizione dei fatti e delle ragioni posti a fon-
damento della pretesa.
Osservazioni
186 Capitolo 13
3.2 Fase introduttiva
CC pu indicare alle parti, in ogni momento, le irregolarit degli atti e dei docu-
menti che possono essere sanate assegnando un termine per provvedervi;
CC pu disporre dufficio, in qualsiasi momento, lammissione di ogni mezzo di
prova, anche fuori dei limiti stabiliti dal codice civile (artt. 2721 ss. c.c.) a
Poteri del giudice. eccezione del giuramento decisorio (art. 2736 c.c.) , nonch la richiesta
Il giudice: di informazioni e osservazioni, sia scritte che orali, alle associazioni sinda-
cali indicate dalle parti;
CC pu disporre, su istanza di parte, laccesso sul luogo di lavoro, purch ne-
cessario al fine dellaccertamento dei fatti, e lesame dei testimoni sul luo-
go stesso, se ne ravvisa lutilit;
188 Capitolo 13
CC ove lo ritenga necessario, pu ordinare la comparizione, per interrogarle li-
beramente sui fatti della causa, anche di quelle persone che siano incapaci
di testimoniare a norma dellart. 246 c.p.c. (o a cui sia vietato a norma dellart.
247 c.p.c.);
CC pu disporre, su istanza di parte, laccesso sul luogo di lavoro, se neces-
sario allaccertamento dei fatti, e lesame dei testimoni sul luogo stesso (art.
421, co. 3, c.p.c.);
Poteri del giudice.
CC su istanza di parte, in ogni stato del giudizio, pu disporre con ordinanza il
Il giudice:
pagamento delle somme non contestate (art. 423 c.p.c.);
CC in ogni stato del giudizio, su istanza del lavoratore, pu disporre con ordi-
nanza il pagamento di una somma a titolo provvisorio quando ritenga il
diritto accertato e nei limiti della quantit per cui ritiene gi raggiunta la pro-
va (art. 423 c.p.c.);
CC pu avvalersi di un consulente tecnico (art. 424 c.p.c.), che pu nominare
in qualsiasi momento, dufficio o su istanza di parte.
Osservazioni
CC Il giudice, quando rileva che una causa relativa a uno dei rapporti di cui
allart. 409 c.p.c. promossa davanti al tribunale nelle forme del rito ordi-
nario di cognizione (artt. 163 ss. c.p.c.) anzich in quelle del rito del lavoro,
pronuncia lordinanza di mutamento del rito, con la quale fissa ludien-
za di discussione ex art. 420 c.p.c. e assegna alle parti un termine pe-
rentorio entro il quale dovranno provvedere alleventuale integrazione de-
Passaggio dal rito gli atti introduttivi mediante deposito di memoria e documenti di cancelleria
ordinario al rito (art. 426 c.p.c.).
speciale (art. 426 CC La conversione del rito comporta la continuazione del processo secondo
c.p.c.) le norme del rito del lavoro. Restano fermi gli effetti delle prove raccol-
te e le decadenze gi maturate alla stregua della normativa del rito or-
dinario, poich la trasformazione del rito non consente di ricondurre il pro-
cesso a una fase anteriore a quella gi svolta (Cass. 9559/2010).
CC Se il giudice, esaurita ludienza di discussione, ritiene la causa matura per
la decisione, potr decidere, nella stessa udienza, anche sulla base del ma-
teriale acquisito e delle prove raccolte nel rito ordinario.
CC Le prove acquisite nel corso del processo che si svolto secondo le regole del
rito speciale, avranno, nel giudizio che prosegue con il rito ordinario, lefficacia
consentita dalle norme ordinarie. Pertanto, poich il rito speciale del lavoro con-
sente lammissione, anche dufficio, di prove che non sarebbero ammissibili se-
condo il rito ordinario, tali prove dovranno ritenersi inefficaci nel giudizio che pro-
segue secondo il rito ordinario (Proto Pisani).
CC Ai sensi dellart. 429 c.p.c., esaurita la discussione orale e udite le conclusioni del-
le parti, il giudice pronuncia la sentenza con cui definisce il giudizio, dando lettura
del dispositivo e dellesposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione.
CC In caso di particolare complessit della controversia il giudice fissa nel disposi-
tivo un termine, non superiore a 60 giorni, per il deposito della sentenza.
CC Se lo ritiene necessario, su richiesta delle parti concede un termine per il deposi-
to di note difensive, rinviando la causa alludienza immediatamente successiva alla
scadenza del termine suddetto, per la discussione e la pronuncia della sentenza.
CC Quando pronuncia sentenza di condanna al pagamento di somme di denaro per
crediti di lavoro, deve determinare il maggior danno eventualmente subito dal la-
voratore per la diminuzione di valore del suo credito, condannando al pagamen-
to della somma relativa con decorrenza dal giorno della maturazione del diritto.
Decisione
CC La sentenza deve essere depositata in cancelleria entro 15 giorni dalla pronun-
cia. Il cancelliere ne d immediata comunicazione alle parti (art. 430 c.p.c.).
CC Le sentenze che pronunciano condanna a favore del lavoratore per crediti deri-
vanti dai rapporti di lavoro sono provvisoriamente esecutive. Allesecuzione si
pu procedere con la sola copia del dispositivo, in pendenza del termine per il
deposito della sentenza.
CC Il giudice dappello pu disporre, con ordinanza non impugnabile, che lesecuzione
sia sospesa quando dalla stessa possa derivare allaltra parte gravissimo danno.
CC Le sentenze che pronunciano condanna a favore del datore di lavoro sono prov-
visoriamente esecutive. Il giudice di appello pu disporre, con ordinanza non im-
pugnabile, che lesecuzione sia sospesa in tutto o in parte quando ricorrono gra-
vi motivi (art. 431 c.p.c.).
190 Capitolo 13
Schema n. 36
IL PROCESSO DEL LAVORO (artt. 410 e ss. c.p.c.)
Chi intende proporre in giudizio una domanda relativa ai rapporti di lavoro previsti dallart. 409 c.p.c.
pu promuovere un tentativo di conciliazione presso la commissione di conciliazione
Il giudice, entro 5 giorni dal deposito del ricorso, fissa ludienza di discussione
(Segue)
Indica alle parti Ammette dufficio le pro- Richiesta di infor- Dispone, su istanza di
le irregolarit sa- ve se opportuno inte- mazioni e osser- parte e se lo ritiene
nabili degli atti e grare un quadro proba- vazioni, orali o necessario, laccesso
dei documenti torio tempestivamente scritte, alle asso- e lesame dei testimo-
delineato dalle parti ciazioni sindacali ni sul luogo di lavoro
su richiesta delle parti concede un termine non superiore a 10 giorni per il deposito di note
difensive e rinvia la causa per la discussione e la pronuncia della sentenza
Deposito Esecutoriet
192 Capitolo 13
3.6 Appello
CC Le sentenze del tribunale pronunciate secondo il rito del lavoro sono appella-
bili davanti alla Corte dappello, a eccezione delle sentenze che hanno deciso
una controversia di valore non superiore a @ 25,82 (art. 440 c.p.c.), assogget-
tate soltanto al ricorso ex art. 111 Cost.
Competenza CC Sono appellabili anche le sentenze non definitive, per le quali operante il si-
stema della riserva dellappello di cui allart. 340 c.p.c.
CC La Corte dappello competente quella nel cui distretto si trova il tribunale che
ha pronunciato in primo grado (art. 433 c.p.c.) e le forme del giudizio di appel-
lo sono le stesse del giudizio di primo grado.
Adempimenti CC A seguito del deposito del ricorso il presidente della Corte dappello nomina il
ulteriori giudice relatore e fissa ludienza di discussione davanti al collegio. Lappellan-
te provvede alla notifica del ricorso e del decreto allappellato (art. 435 c.p.c.).
CC Lappellato si costituisce depositando in cancelleria una memoria difensiva nel-
la quale deve essere contenuta lesposizione dettagliata di tutte le sue difese
(art. 436, co. 1, c.p.c.).
194 Capitolo 13
CC Estranee allambito del richiamo sono le controversie aventi ad oggetto il dirit-
to del lavoratore al risarcimento dei danni per omissioni contributive (art. 2116,
co. 2, c.c.), che peraltro rientrano direttamente nella portata dellart. 409 c.p.c.,
le cause di risarcimento contro il datore di lavoro per omissioni di cautele an-
tinfortunistiche (Cass. 2689/1986) o contro lINPS per errate dichiarazioni (Cass.
Oggetto
7445/1986). Tra queste controversie vanno incluse quelle per la restituzione di
contributi che si assumono indebitamente versati (Cass. 1401/1985), le con-
troversie con le quali si chiede il versamento dei contributi dovuti e non pre-
scritti (Cass. 503/1979) e le controversie relative allo sgravio di contributi pre-
videnziali (Cass. 2474/1980).
Osservazioni
Il giudice competente per territorio per tutte le controversie indicate dallart. 442 c.p.c. il tribuna-
le in funzione di giudice del lavoro, che ha sede nel capoluogo della circoscrizione del tribuna-
le nella quale risiede il beneficiario della prestazione (art. 444, co. 1, c.p.c.).
Con riguardo alla competenza, la L. 69/2009 ha aggiunto allart. 442 c.p.c. il co. 3, ove si dispone
che per le controversie di cui allart. 7, co. 3, c.p.c. (controversie relative ad accessori e interessi
per ritardato pagamento) non si osservano le disposizioni sulle cause in materia di previdenza e
assistenza n la disciplina del processo del lavoro.
Nelle controversie in materia di invalidit civile, cecit, sordit, handicap e disabilit, pensione di
inabilit e assegno di invalidit, chi intende agire in giudizio per il riconoscimento dei propri diritti
deve presentare, con ricorso al tribunale competente ai sensi dellart. 442 c.p.c., istanza di accer-
tamento tecnico preventivo per la verifica delle condizioni sanitarie legittimanti la pretesa fatta va-
lere. Il giudice procede a norma dellart. 696bis c.p.c. (art. 445bis, c.p.c., inserito ex D.L. 98/2001,
conv. in L. 111/2011).
Osservazioni
Il richiamo agli artt. 424-429 c.p.c. implica lapplicabilit integrale delle disposizioni sullassistenza
del consulente tecnico, sulla richiesta di informazioni e sulle osservazioni alle associazioni di ca-
tegoria, sul passaggio dal rito ordinario a quello locatizio e viceversa, sul rilievo dellincompetenza
del giudice e dei relativi limiti, nonch sulla pronuncia della sentenza.
Il richiamo agli artt. 430-441 c.p.c. implica, infine, lapplicabilit di tutte le altre disposizioni del processo
del lavoro, dalla precisazione delle conclusioni al deposito della sentenza, fino allintera fase di appello,
compreso lappello con riserva dei motivi, ad eccezione del regime di esecutoriet della sentenza, di-
sciplinato dallart. 447bis, co. 4, c.p.c., che oltre a ribadire lesecutoriet della sentenza di primo grado,
estende alla materia locatizia la possibilit di procedere esecutivamente sulla base del solo dispositivo.
196 Capitolo 13
CC Il procedimento sommario di cognizione non applicabile alle controversie in ma-
teria di locazione o di comodato di immobili urbani e di affitto di aziende, as-
soggettate, in quanto tali, al rito speciale di cui allart. 447bis c.p.c., mutuato da quel-
lo del lavoro (Trib. Modena 18-1-2010). Qualora una domanda concernente una con-
Applicabilit troversia soggetta al rito speciale locatizio sia stata introdotta, erroneamente, nelle
forme del procedimento sommario di cognizione, il giudice non pu dichiararne linam-
missibilit, ma deve disporre il mutamento del rito da speciale sommario a speciale
ordinario, ai sensi dellart. 426 c.p.c., fissando ludienza di discussione e assegnan-
do alle parti un termine per lintegrazione degli atti (Trib. Torre Annunziata 10-2-2010).
provvisoriamente esecutiva;
CC Lordinanza emes- costituisce titolo per liscrizione di ipoteca giudiziale e
sa allesito del giu- per la trascrizione. Il giudice provvede in ogni caso sul-
dizio sommario di le spese del procedimento ai sensi degli artt. 91 ss. c.p.c.;
cognizione: produce gli effetti di cui allart. 2909 c.c. se non appella-
La decisione e ta entro 30 giorni dalla sua comunicazione o notificazione.
lappello
CC In appello sono ammessi nuovi mezzi di prova e nuovi documenti quando il col-
legio li ritiene rilevanti ai fini della decisione, ovvero la parte dimostra di non aver po-
tuto proporli nel corso del procedimento sommario per causa a essa non imputabile.
CC Il Presidente del collegio pu delegare lassunzione dei mezzi istruttori a uno
dei componenti del collegio (art. 702quater c.p.c.).
Schema n. 37
Procedimento sommario di Cognizione (art. 702bis c.p.c.)
Il Giudice
Lattore
Devono
Ritira in cancelleria il ricorso con il decreto che fissa la data delludienza e lo
intercorrere
notifica al convenuto, ma tra la data di notifica del ricorso e la data di
almeno 30gg.
costituzione del convenuto fissata dal giudice
oppure
oppure
198 Capitolo 13
7 Il processo di opposizione a decreto ingiuntivo
CC Se esistono le condizioni previste nellart. 633 c.p.c. il giudice, con decreto mo-
tivato da emettere entro 30 giorni dal deposito del ricorso, ingiunge allaltra par-
te di pagare la somma o di consegnare la cosa o la quantit di cose chieste o
Accoglimento
la somma di cui allart. 639 nel termine di 40 giorni, con lespresso avvertimen-
del decreto in-
to che nello stesso termine pu essere fatta opposizione e che, in mancanza
giuntivo
di opposizione, si proceder a esecuzione forzata. Quando concorrono giusti
motivi il termine pu essere ridotto fino a 10 giorni oppure aumentato a 60 (art.
641 c.p.c.).
CC Lart. 645, co. 2, c.p.c. prevede espressamente la riduzione a met dei soli ter-
mini di comparizione e non menziona i termini di costituzione.
CC La Cassazione consolidata nel ritenere che la riduzione a met riguardi an-
che i termini di costituzione.
La riduzione dei
termini di com- C C La riduzione alla met del termine di costituzione dellopponente, ai sensi dellart.
parizione 645, co. 2, c.p.c., un effetto automatico conseguente al solo fatto che loppo-
sizione sia stata proposta, indipendentemente dallassegnazione allopposto di
un termine a comparire inferiore a quello ordinario, e che si verifica, perci, an-
che qualora lopponente assegni un termine di comparizione pari o superiore a
quello legale (Cass. S.U. 19246/2010).
Osservazioni
Nel caso in cui sia stato emesso decreto ingiuntivo per i compensi professionali di un avvoca-
to, ai sensi degli artt. 28 e 29 L. 794/1942, al giudizio di opposizione si applica lart. 30 della legge
e, per quanto non previsto da tale disposizione speciale, il processo regolato dalle norme del Co-
dice di rito sul giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo (Cass. S.U. 4071/2010).
200 Capitolo 13
CC Se i coniugi si conciliano, il Presidente fa redigere un verbale della conci-
liazione (art. 708, co. 2, c.p.c.).
CC Se il tentativo di conciliazione non riesce, ossia se i coniugi non trovano
neppure laccordo per separarsi consensualmente, il Presidente d con or-
dinanza i provvedimenti temporanei e urgenti che reputa opportuni nellinte-
resse della prole e dei coniugi, nomina il giudice istruttore e fissa ludienza
di comparizione e trattazione davanti a questi.
Esito del tentativo CC Contro tali provvedimenti si pu proporre reclamo alla Corte dappello.
di conciliazione CC Con lordinanza il Presidente assegna al ricorrente un termine per il deposi-
to di una memoria integrativa. Perci, il ricorso introduttivo pu essere an-
che sintetico e parzialmente incompleto, e limitarsi a indicare genericamen-
te le circostanze di atto tali da rendere intollerabili la prosecuzione della con-
vivenza o da recare grave pregiudizio alleducazione della prole. Inoltre, con
la stessa ordinanza il Presidente assegna un termine al convenuto per la co-
stituzione in giudizio e per la proposizione delle eccezioni processuali e di
merito non rilevabili dufficio.
Osservazioni
Lart. 709ter c.p.c. prevede che, in caso di gravi inadempienze o di atti che arrechino pregiudizio
al minore o ne ostacolino il corretto svolgimento delle modalit di affidamento, il giudice pu:
ammonire il genitore inadempiente;
disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti del minore;
disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti dellaltro;
condannare il genitore inadempiente al pagamento di una sanzione amministrativa pecunia-
ria, da un minimo di 75 euro a un massimo di 5.000 euro.
Tale previsione disciplina unipotesi di responsabilit ordinaria ex art. 2043 c.c., con conseguente
obbligo di risarcimento del danno non patrimoniale arrecato dal genitore al minore.
Schema n. 38
Separazione personale dei coniugi
con ricorso
tentando la conciliazione
202 Capitolo 13
Schema n. 39
Tipi di separazione
Schema n. 40
I provvedimenti del giudice in sede di separazione
prende atto degli accordi intervenuti tra i genitori, se non sono contrari allin-
teresse dei figli
pu disporre laffidamento dei figli a uno solo dei genitori qualora ritenga che
Il giudice:
laffidamento allaltro sia contrario allinteresse del minore
pu disporre un accertamento della polizia tributaria sui redditi e sui beni dei
coniugi
Presupposti
il soggetto maggiorenne la cui infermit mentale non tal-
mente grave da far luogo allinterdizione;
CC Sono inabilitati: coloro che, per prodigalit (tendenza a dissipare il patrimo-
nio) o abuso abituale di bevande alcoliche o stupefacen-
ti, espongono s o la loro famiglia a gravi pregiudizi;
204 Capitolo 13
il sordo e il cieco dalla nascita o dalla prima infanzia, se
non hanno ricevuto uneducazione sufficiente, salva lappli-
CC Sono inabilitati:
cazione dellart. 414 c.c. quando risulta che essi sono del
tutto incapaci di provvedere ai propri interessi (art. 415 c.c.).
Presupposti
CC La persona che, per effetto di una infermit o di una menomazione fisica o psi-
chica, si trovi nellimpossibilit, anche parziale o temporanea, di provvedere ai
propri interessi, pu essere assistita da un amministratore di sostegno, nomi-
nato dal giudice tutelare del luogo in cui questa ha la residenza o il domicilio (art.
404 c.c.).
Osservazioni
206 Capitolo 13
Schema n. 41
Nomina dellamministratore di sostegno
La L. 6/2004 ha introdotto, tra le misure di protezione delle persone prive di autonomia, quella
dellamministrazione di sostegno, la cui disciplina sostanziale e processuale contenuta negli artt.
404-413 c.c. e nellart. 720bis c.p.c.
Il ricorso per ottenere la nomina di un amministratore di sostegno pu essere proposto dal soggetto
beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilitato, o da uno dei soggetti indicati nellart. 417 c.c.
Lamministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare del luogo in cui la persona beneficia-
ria ha la residenza o il domicilio
Il giudice tutelare pu, in ogni tempo, modificare o integrare le decisioni assunte con il decreto di
nomina dellamministratore di sostegno
Il beneficiario:
conserva la capacit di agire per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o
lassistenza necessaria dellamministratore di sostegno
pu in ogni caso compiere gli atti necessari a soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana