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Federica Perra e Federica Angioni, IV F

L'Europa e il mondo nella prima met dell'ottocento

CAPITOLO 12: L'EUROPA E IL MONDO NELLA PRIMA META' DELL'OTTOCENTO


1. L'indipendenza dell'America latina La situazione dell'America latina al principio del XIX secolo
Tra il 1760 e il 1810 nelle colonie spagnole e portoghesi dell'America centro-meridionale erano avvenute alcune trasformazioni. In Brasile, il principale punto di sviluppo erano le miniere d'oro dell'altopiano di Minas Jeiras; Rio de Janeiro era il maggiore centro amministrativo e urbano del Brasile. A partire dal 1800 cominciarono ad essere installate le prime piantagioni di caff che divennero la pi importante attivit economica del Brasile. Nelle colonie spagnole la popolazione crebbe fino a raggiungere i 7,5 milioni di abitanti nel 1810; la popolazione bianca arriv a contare 3 milioni di individui; era aumentata moltissimo anche la popolazione meticcia (5 milioni di individui). La maggior parte della popolazione bianca era costituita da creoli, ossia da persone nate da famiglie che da diverse generazione vivevano in America; a queste persone appartenevano le ricchezze terriere e minerarie. Le alte cariche politiche amministrative e militari erano riservate agli spagnoli, mentre i pi recenti immigrati dalla Spagna svolgevano compiti nell'esercito e nella burocrazia inferiore. Un fatto molto importante rappresentato dall'esistenza nel territorio ispano-americano di due nuovi poli: il primo nel Venezuela, dove crescevano le piantagioni di cacao; il secondo a Buenos Aires, dove era fiorente il commercio di bovini in Brasile e di cuoio e pelli in Europa. Con la nascita di questo poli nacquero anche due nuovi vicereami: quello di Nuova Granada e quello di Rio de La Plata, che si aggiungevano a quelli della Nuova Spagna e del Per. Con la Rivoluzione Francese aumentarono anche le rivalit e le tensioni all'interno dell'impero spagnolo-americano. Nel 1795 il governo spagnolo, che aveva preso parte alla coalizione antifrancese, firm un trattato si pace con la Francia e si alle con i termidoriani. Di conseguenza la Spagna si trova in guerra con l'Inghilterra, che avendo una flotta pi potente, riusc ad ostacolare le relazioni della Spagna con le colonie Americane; l'Inghilterra, quindi, non aveva pi ostacoli per penetrare economicamente in sud America.

L'indipendenza del Brasile e del Messico Nel novembre 1807, in seguito all'invasione francese del Portogallo, la famiglia reale lasci Lisbona e si trasfer in Brasile. Nel 1815 Giovanni IV di Braganza elev la colonia americana a regno autonomo, e nel 1821 torn in patria. Il governo del Brasile venne lasciato al figlio Pietro I. I mercanti e i piantatori brasiliani, temendo che il nuovo governo costituzionale portoghese volesse ricondurre il paese alla condizione di colonia, organizzarono alcune manifestazioni di protesta alla testa delle quali si pose lo stesso Pietro I. Egli, nel 1822, afferm la totale indipendenza del Brasile e se ne proclam imperatore; in seguito fu richiamato in Portogallo per schierarsi dalla parte dei liberali nelle lotte politiche. Anche le vicende che portarono all'indipendenza del Messico si svolsero in maniera diversa da quelle delle altre colonie spagnole. Il Messico, infatti, rimase fedele alla dinastia dei Borboni e l'indebolimento del potere spagnolo fece esplodere due grandi sollevamenti indios guidati da due preti con un carattere rivoluzionario. Questo moti vennero repressi sanguinosamente dal generale Agustin de Iturbide, al quale i latifondisti bianchi messicani affidarono la difesa dei propri interessi. Nel 1821 Iturbide orient la classe dominante a richiedere l'indipendenza del Messico sotto la sovranit di Ferdinando di Borbone. Nel 1822, poich la situazione era ancora instabile, il generale proclam la totale indipendenza del paese e assunse il titolo di imperatore.

Le guerre d'indipendenza nell'America meridionale


Le vicende che condussero all'indipendenza delle colonie spagnole in sud America furono pi complesse: qui, la notizia del cambio di dinastia, imposto da Napoleone in Spagna, fu accolta da manifestazioni di accoglienza nei confronti di Ferdinando XVII di Borbone. Ci fece s che la popolazione bianca rifiutasse le moderate proposte di autonomia amministrativa avanzate dall'assemblea spagnola. Mentre alcune citt iniziavano a ribellarsi contro le autorit dei vicereami, a Buenos Saires fu deposto il vicer; nel 1810 la regione di Caracas si proclam indipendente. La rivoluzione indipendentista assunse ben presto i caratteri di una guerra civile feroce e distruttiva. Mentre a Buenos Saires prevalsero le forze rivoluzionarie, in Per e nella Nuova Granada vi fu la restaurazione del potere monarchico. Partendo da Mendoza, Jos de San Martin, guid le proprie truppe fino a Santiago del Cile, e prosegu la guerra fino al Per. Simon
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Bolivar, nel 1819, guid i suoi uomini fino a Bogot, conquist la Colombia e giunse in Ecuador. Nel mentre, il re Ferdinando XVII aveva preparato una nuova armata che sarebbe dovuta partire nel 1820; tuttavia, la ribellione degli ufficiali consent a San Martin Bolivar di proseguire le loro campagne militari. I due si incontrarono nel 1822 a Guayaquil: da tale incontro non nacque l'unione delle loro armate, ma bens un opposizione, in quanto entrambi miravano ad ottenere il ruolo di leader della rivoluzione. Il desiderio di tenersi lontano dalla dittatura indusse San Martin a ritirarsi dalla politica; solo Bolivar continu la guerra contro le forze monarchiche.

Il fallimento dell prospettive unitarie


L'indipendenza degli stati latinoamericani significava per l'Inghilterra il totale controllo di questi mercati; dopo aver fornito gli eserciti rivoluzionari di consiglieri militari, il governo britannico diede il proprio riconoscimento diplomatico ai propri stati e gli aiut finanziariamente. Il riconoscimento da parte gli Stati Uniti avvenne ancora prima e il presidente Monroe aveva mandato al congresso un messaggio nel quale affermava che qualsiasi tipo di tentativo d'intervento in politica da parte del continente americano sarebbe stato un pericolo per la pace e la sicurezza del paese. L'esito delle guerre rivoluzionarie non fu quello sperato da Bolivar il quale, nel 1826, convoc a Panama una conferenza di tutti gli stati nati dal crollo dell'impero coloniale spagnolo, con l'obiettivo di dare inizio alla creazione di uno stato federale simile agli Stati Uniti. Tale riunione, comunque, fu un fallimento. Nel 1830 l'Ecuador e il Venezuela si separarono dalla Grande Colombia; l'Argentina rischiava di perdere l'unit delle sue provincie; nel 1839 gli Stati Uniti dell'America centrale si divisero in cinque stati distinti. Bolivar, deluso dal fallimento dei suoi progetti, abbandon il potere nel 1830 e mor pochi mesi dopo.

2. Lo sviluppo degli Stati Uniti La guerra angloamericana e la dichiarazione di Monroe


Un'evidente ostilit verso la politica europea, e soprattutto verso quella inglese, aliment i pregiudizi degli americani; tale atteggiamento, inoltre, venne rafforzato dal coinvolgimento degli Stati Uniti nella battaglia dei blocchi tra Francia e Inghilterra. Tuttavia, ci che si disturbava gli interessi americani non era tanto il blocco continentale francese, ma quello marittimo inglese. Nel giugno del 1812 il presidente James Madison dichiar guerra all'Inghilterra. Durante il conflitto gli americani si dimostrarono militarmente incapaci di realizzare il loro progetto d'invasione del Canda, mentre gli Inglesi riuscirono ad occupare Washington e incendiarono i suoi edifici pubblici. Otto anni dopo, le guerre d'indipendenza nell'America meridionale confermarono la diffidenza degli Stati Uniti nei confronti dei paesi europei. Il presidente Monroe decise di agire da solo, e ribad che qualsiasi tipo di tentativo d'intervento in politica da parte del continente americano sarebbe stato un pericolo per la pace e la sicurezza del paese. Il suo peso politico era comunque assai scarso: ci perch gli Stati Uniti non possedevano i mezzi economici e militari necessari per dar vita all'<<America degli Americani>>. Nonostante ci il messaggio di Monroe verr successivamente ricordato in ambito politico, e ribattezzato come dottrina Monroe.

La lotta politica e la nascita del bipartitismo


Nel 1812, il partito federalista, vedendo scemare sempre di pi i suoi diritti, risorse con il nome di Partito Whig, ricostituendosi, infine, nel 1854, come Partito repubblicano. Gi a partire dal 1828 i democratico-repubblicani si fecero chiamare semplicemente democratici. La decaduta dei federalisti era legata anche al fatto di essersi opporsi al proseguimento della guerra contro l'Inghilterra; essi non potevano sopravvivere in questa situazione, in quanto, oltre ad essere accusati di avere lo stesso atteggiamento degli inglesi, furono accusati di essere iniziatori del dispotismo unitarista. Nonostante ci, il sistema politico americano fu sempre sostanzialmente bipartitico. A differenza del bipartitismo inglese, quello americano si identific con le differenze fra gli interessi economici e le strutture sociali degli stati del Nord e di quelli del Sud. I primi ammettevano solo il lavoro libero e consideravano la politica doganale indispensabile per lo sviluppo industriale; i secondi, invece, erano si basavano sulle piantagioni schiaviste e dipendevano dalle esportazioni di cotone in Inghilterra.

Il compromesso del Missouri e la presidenza Jackson


Nel 1819, quando il congresso fu chiamato a discutere dell'ammissione all'Unione dello stato del
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Missouri, avvenne il primo grande scontro riguardante il problema della schiavit. La maggioranza della camera dei rappresentanti vot a favore, ma solo a condizione che la schiavit venisse abolita. Al senato, invece, prevalse l'ammissione semplice e pure; ci comportava la libera espansione della schiavit nelle terre dell'ovest. Solo l'anno successivo si arriv al compromesso del Missouri: in futuro vi sar una divisione tra le terre del nord-ovest dove la schiavit era proibita, e quelle del sud-ovest dove, invece, la schiavit era ammessa. Per mantenere la condizione di equilibrio al senato venne costituito un altro stato non schiavista (il ventiquattresimo): il Maine. Le elezioni del 1828-1832 furono fondamentali: il partito democratico ebbe una vittoria schiacciante e venne eletto presidente Jackson. Questo riusc a pubblicizzare la sua ideologia politica: intendeva unire il sud con l'ovest. Jackson, fece, inoltre, alcune importanti concessioni doganali agli stati del nord, e riusc a far concentrare l'interesse dell'opinione pubblica non pi sul problema della schiavit, ma sulle nuove prospettive che si aprivano con l'espansione dell'ovest; allo stesso tempo egli divenne il simbolo dello spirito dei pionieri (lavoratori ) che animava la conquista del West.

L'espansione territoriale e l'acuirsi del conflitto sulla schiavit


A partire dal 1826 la crescita della popolazione americana non dipese pi solamente dall'alta natalit, ma anche dall'aumento dell'immigrazione. La pressione sulle terre dell'ovest si fece, di conseguenza, sempre pi forte; essa, inizialmente, non tocc le regioni delle grandi praterie, ma quelle del sud-ovest. Nel 1825 in Texas, invece, ci fu un grande flusso migratorio anglosassone. Il tentativo da parte del Messico di riaffermare la propria autorit produsse una guerra vinta dai Texani, che port alla nascita di una repubblica autonoma del Texas. La tarda ammissione negli Stati Uniti dipese dal fatto che il nuovo stato era schiavista, e nessuno in quel periodo aveva intenzione di riaprire l'aspro dibattito. Fu proprio in questo periodo che giornalisti e uomini politici recuperarono contro l'Inghilterra la dottrina Monroe, e contemporaneamente venne proposta la tesi secondo la quale vi era un manifesto destino, voluto dalla Provvidenza, a favore dell'estensione del dominio degli Stati Uniti su tutto il nord America. All'inizio del 1848, la scoperta di grandi giacimenti d'oro cominci a richiamare in California decine di migliaia di avventurieri. La grande espansione territoriale realizzata in quel periodo ruppe l'alleanza fra i coloni dell'ovest e degli stati del Sud. Gli stati gi esistenti nel nord-ovest erano contrari a qualsiasi forma di schiavismo, resa peraltro improbabile dal fatto che tali territori erano poco propensi alla coltivazione e alla creazione di piantagioni. Di fronte alla richiesta della California di diventare uno stato (non schiavista), gli uomini politici del Sud cominciarono a rimettere in vigore il vecchio compromesso del Missouri. Nel 1850 i trenta stati esistenti si fronteggiavano ancora 15 a 15 fra schiavisti e non schiavisti. Il dibattito fra non schiavisti e schiavisti divenne a questo punto tesissimo. I primi ritenevano che la schiavit andasse contro lo spirito della Costituzione America e del cristianesimo; i secondi, invece, affermavano che il sud possedeva un proprio sistema culturale che sarebbe dovuto essere distrutto da fanatici abolizionisti, riscuotendo il pieno consenso da parte della popolazione bianca.

4. L'impero inglese in India I caratteri del dominio britannico


I governatori inglesi dell'India dovettero porsi il problema dell'atteggiamento da assumere nei confronti della cultura, delle tradizioni, delle istituzioni sociali e giuridiche del paese. Essi si orientarono ben presto verso il progetto di rimodellare totalmente la societ indiana secondo i caratteri della societ europea. Gli inglesi notarono che il metodo organizzativo delle terre era totalmente differente da quello della Gran Bretagna. Credendo che la propriet privata avrebbe prodotto uno sviluppo agricolo, essi cercarono di trasformare il ceto degli zamindar (raccoglievano le imposte per conto degli imperatori) in proprietari liberi di vendere e comprare i beni fondiari; i contadini, inoltre, si trasformarono in affittuari precari, in quanto vennero eliminati i titoli sulle terre. Gli zamidar erano obbligati a pagare le imposte al sovrano britannico; tali imposte erano molto elevate, ma vi era la convinzione che esse avrebbero incentivato gli zamindar a migliorare le colture, in quanto la crescita della produzione sarebbe stata esente dalle imposte. Tuttavia, i nuovi proprietari non riuscirono a diventare degli imprenditori agricoli secondo il modello inglese: essi furono portati a far fronte agli obblighi fiscali e ad accrescere i loro redditi aumentando la pressione sui contadini. Questo progetto inglese risult fallimentare e non fece altro che dare avvio alla distruzione dei villaggi dei quali dipendeva il sistema fiscale dei
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moghul.

L'unificazione dell'India
Al fallimento del trasferimento in India delle forme inglesi della propriet fondiaria, segu la ricerca di altri sistemi che salvaguardassero il fisco e promuovessero la propriet privata: in ogni caso il loro risultato fu quello di dissolvere la societ contadina indiana. L'occidentalizzazione dell'India fece passi avanti con l'imposizione del diritto delle procedure legali britanniche e con la proclamazione dell'inglese come lingua ufficiale. Il territorio britannico, comunque, continuava a essere diviso in centinai di regni e principati dalle varie dimensioni, governati da dinastie locali che, tuttavia, avevano un peso politico nullo. La loro annessione restava un obiettivo primario e, particolarmente tra il 1849-1856, il sovrano britannico afferm il suo diritto a imporre la sovranit su tutti i principati che non darebbero potuti passare nelle mani del suo primogenito, sostenendo che con ci risultava estinta la dinastia regnante. Solo in un caso la politica delle annessioni ricorse alla forse: nel 1845-1849 occorsero due guerre per sottomettere la casta guerriera dei sikh che pi avanti divennero uno dei pilastri dell'esercito Indo-britannico. Ai fini dell'unificazione dell'India furono importanti la costruzione della rete ferroviaria che avrebbe collegato Calcutta, Madras e Bombay, l'attivazione delle linee telegrafiche e del servizio postale, opere pubbliche nel settore delle irrigazioni: ci diede agli inglesi il merito di aver posto fine alle carestie che in passato avevano devastato il paese. Il sovrano, inoltre, si preoccup di difendere le frontiere dell'India.

La rivolta anti-inglese 1857-58


A partire dal 1830 il progetto inglese di costruire in India una nuova classe di borghesia intellettuale ed economica sembr dare qualche risultato. Una parte della nuova classe emergente indiana apparve disposta a far passare attraverso la propria anglicizzazione il processo di rinascita del paese. Tuttavia, la maggior parte della popolazione ind e musulmana era convinta di non aver bisogno di un radicale riscatto morale e sociale e guardava con sospetto le iniziative economiche inglesi, le annessioni dei principati indipendenti e le attivit dei missionari anglicani. Il dominio britannico fin per provocare una ribellione che si estese a diverse citt e provincie dell'India centro- settentrionale, e che coinvolse i ceti superiori ind e musulmani. Gli inglesi risposero a tali ribellioni con grande violenza e verso la fine del 1858, contando sulla fedelt dei sikh riuscirono a riprendere il controllo della situazione. I danni prodotti da questi due anni di guerra furono risanati dopo qualche decennio, ma la rivolta ebbe profondi effetti sul dominio britannico in India. L'ultimo moghul venne esiliato, ma allo stesso tempo gli ultimi poteri di governo rimasti alla East India Company vennero soppressi e dati alla corona britannica. L'Inghilterra rinunci all'annessione degli ultimi principati ind indipendenti; i residenti inglesi furono invitati ad avere pi rispetto nei confronti delle religioni tradizionali;gli indiani, infine, furono ammessi negli uffici amministrativi e giudiziari.

5. La rottura dell'isolamento dell'impero cinese La Cina, l'Europa e gli altri barbari


La dinastia manciu-cinese dei Qing aveva raggiunto il grado massimo di autorit sulle popolazioni, tutte considerate barbare, verso il 1770. tuttavia, gi dalla fine del secolo, cominciarono a manifestarsi nell impero i primi segni di una crisi riconducibile a tre fattori: una crescita della popolazione pi rapida dello sviluppo agricolo; i costi del controllo di regioni sempre pi lontane e inaccessibili; i peggioramento della qualit della burocrazia la quale stava degenerando nella corruzione. I censimenti cinesi mostrano che in quarant'anni la popolazione pass da 300 a 400 milioni di abitanti. Inoltre, erano sempre pi frequenti i raccolti andati a male, apparivano fenomeni di ribellioni contadina e i popoli recentemente sottomessi apparivano sempre pi insofferenti. Fra tutti i barbari , gli europei non costituivano un problema: essi potevano commerciare, se pur limitatamente, con la Cina nella base di Macao, concessa ai portoghesi, e nel porto di Canton frequentato dalla compagnia inglese delle indie orientali. Il commercio con la Cina, invece, costituiva un problema per i mercati europei: sebbene la Cina vendesse molto ben i suoi prodotti in occidente, essa non comprava nulla dall'Europa, per cui gli europei dovevano saldare il loro commercio pagando con metalli preziosi. A tale proposito nel 1793 il governo inglese invi una missione diplomatica per convincere l'imperatore cinese ad
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aprire altri porti alla East India Company; tale missione comunque risult fallimentare. Tutto ci spinse i mercanti inglesi a servirsi di un prodotto proibito in Cina: l'oppio. L East India Company cominci a coltivare il papavero da oppio e a venderlo in Cina raggirando i controlli imperiali.

La prima guerra dell'oppio


La prima reazione della Cina davanti alle importazioni di oppio fu il proibizionismo pi assoluto mediante decreti che punivano la coltivazione, l'importazione e il consumo dell'oppio. Questa tattica ebbe l'effetto di far aumentare il prezzo dell'oppio, e di far crescere il commercio clandestino e la corruzione tra gli stessi funzionari cinesi. Quando la corruzione e la criminalit legati al consumo dell'oppio divennero pi pericolosi della diffusione della stessa droga, si decise di allentare i divieti. Il contrabbando dell'oppio aveva anche un aspetto economico: se da una parte era un fattore positivo per l'East India Company, dall'altra parte sottraeva alla Cina ingenti quantit di argento; per tale motivo, nel 1836, il governo cinese valut l'ipotesi di colpire con un dazio doganale l'ingresso di oppio. Nel marzo 1836 i mercanti europei furono costretti a consegnare tutto l'oppio in loro possesso e alle loro proteste i funzionari cinesi risposero con misure sempre pi dure: tra il novembre 1839 e l'estate 1842 vi furono degli sconti armati per mare e per terra, battezzati guerra dell'oppio. Quando, infine, il governo cinese fu costretto a cedere, venne stipulato a Nanchino un trattato che prevedeva l'apertura al commercio straniero di quattro porti e la consegna all'Inghilterra dell'isola di Hong Kong.

La rivolta dei Taiping


Sebbene la prima guerra dell'oppio sia spesso vista come uno scontro impari tra due imperi, gli europei trassero da essi pochi benefici: essi infatti continuavano ad avere poche merci che potessero interessare i cinesi e continuarono ancora a introdurre quasi solamente casse di oppio. L'avvenimento che port a una svolta pi radicale nei rapporti tra Cina ed Europa fu la grande rivolta contadina nota come rivolta dei Taiping nel 1850. questa rivolta venne promossa dai trasportatori della regione di Canton, rovinati dal trasferimento a Shangai del commercio con gli europei, ma soprattutto deve essere ricondotta ai problemi interni del paese. L'impoverimento dei contadini e il carattere sempre pi oppressivo della dinastia Qing spiega in gran parte la rivolta. Essa assunse caratteri sociali e culturali molto complessi: i ribelli non solo volevano instaurare un nuovo stato, che nominarono Taipinig Tianguo, ma anche una nuova societ, caratterizzata da tratti comunisti, dal rifiuto della cultura tradizionale e dall'adorazione di varie divinit. I ribelli occuparono Nanchino, che divenne la loro capitale, e furono annientati solo nel 1864. fra il 1856 e il 1860 si svolse la seconda guerra dell'oppio che, al di la della liberalizzazione del commercio dell'oppio, mirava ad ottenere la completa apertura della Cina al commercio straniero. La Cina, ormai distrutta politicamente ed economicamente era pronta per essere invasa dalle merci europee.

L'emigrazione cinese del XIX secolo


Il caos economico e sociale della Cina port milioni di contadini cinesi alla miseria pi assoluta. L'unica soluzione a questa condizione era l'emigrazione fuori dalla Cina. Cominciato nel 1849, il flusso migratorio cinese passava attraverso la base commerciale di Macao, e assunse ben presto il carattere di un vero traffico di schiavi. Infatti, per ottenere il trasporto verso il luogo di destinazione, i contadini poveri cinesi (detti coolies) erano costretti ad accettare una condizione di schiavit. Gli alti guadagni che ottenevano in questo modo i mercanti di schiavi, portarono alla nascita di bande che rapivano i contadini per destinarli all'emigrazione forzata. In principio, la destinazione dei coolies fu il Per, dove essi erano impiegati nella raccolta del guano, un fertilizzante naturale; in seguito furono impiegati nella ricerca dell'oro in California e, negli anni '60, nella costruzione della ferrovia che collegava l'Atlantico al Pacifico.

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