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● il caso italiano: il 12 settembre del 1919 un gruppo di 9000 volontari guidati da Gabriele
d’Annunzio occuparono la città di Fiume per rivendicare la “vittoria mutilata” dell’Italia. La
questione venne risolta con il trattato di Rapallo del 1920 tra Italia e regno dei serbi:
l’accordo prevedeva lo status di città libera per Fiume e il riconoscimento della sovranità
italiana su l'Istria,Zara e Montenevoso. Nel 1924 con il patto di Roma si concluse la
contesa: il regno dei serbi cedette all’Italia Zara e Fiume, ma tendendo il controllo della
Dalmazia.
● il caso polacco: la Polonia approfittó della guerra civile in Russia(post guerra) per
espandersi ulteriormente. La guerra russo-polacca si concluse con il trattato di Riga
(1921) che spostava il confine orientale della Polonia a circa 250km. Di conseguenza il
nuovo stato polacco iniziò a soffrire di tensioni etniche tra le minoranze interne.
● il caso turco: anche la Turchia si oppose ai trattati di pace. Mustard Kemal(generale
nazionalista)si oppose al trattato di Sevres volendo riconquistare la parte dei vecchi
possedimenti turchi. Il 1 novembre 1922 Kemal firmó il trattato di Losanna che comportò:
1. Abolizione dei privilegi economici delle potenze 2. Controllo turco sugli stretti del
Bosforo e dei Dardanelli 3. Trasferimento forzato della popolazione turca e dei greci.
Kemal nel 1923 proclamó la repubblica e diede al paese un nuovo ordinamento
costituzionale laico. Kemal occidentalizzò la società turca, introducendo il suffragio
universale e sostenendo l’emancipazione femminile.
● la debolezza della società delle nazioni: efficacia limitata perché: 1. Mancanza forze
armate 2. Esclusione della Russia e Germania 3. Decisione del Congresso degli Stati
Uniti di non entrare a far parte della società. Svanisce così l’illusione della società delle
nazioni di diventare il centro di un nuovo ordine mondiale.
● crisi economica del Regno Unito: diversi fattori portarono ad una crisi economica: 1.
Concorrenza con gli USA 2. Riduzione della domanda dei prodotti manifatturieri 3.
Riduzione degli scambi provocati dai movimenti nazionalisti delle colonie che
boicottavano l’acquisto di merci britanniche.
● conseguenze sociali del Regno Unito: la crisi economica causò una grande livello di
disoccupazione a causa di grossi scioperi generali (ricordiamo quello del 1926) col quale
i miniatori chiedevano la nazionalizzazione delle miniere e salari più alti, il contrario di ciò
che volevano i padroni. La situazione rimase così per tutti gli anni venti , fino alla
congiura mondiale favorevole.
● politica estera Regno Unito: in politica estera il Regno Unito dovette affrontare le
richieste di indipendenza dei dominos che avevano aiutato le truppe inglesi durante la
guerra e che ora, volevano un riconoscimento. Il Regno Unito dovette ammettere nel
Commonwealth le ex colonie nel 1931
● politica interna Regno Unito: durante la 1 guerra mondiale i separatisti irlandesi,
approfittando dell'impegno britannico in guerra, riprese la lotta armata con l’insurrezione
di Pasqua nel 1916. Tale scelta favorì la repressione inglese ma si concluse con un
bagno di sangue. Questa rivoluzione autonomista arrivò a paralizzare l’amministrazione
britannica e a fine 1921 si aprì la negoziazione di un trattato anglo-irlandese. L’accordo
firmato nel 1922 sancì la nascita dello stato libero d’Irlanda che acquisì lo stato di
dominion. L’Irlanda del nord rimase invece del Regno Unito.
● conseguenze politiche della crisi in Francia: la politica interna francese fu
caratterizzato dalla nascita del partito comunista nel 1920. Nel 1924 la sinistra vince le
elezioni, ma il governo cade dopo un anno e subentra il conservatore Poincaré
● cause della crisi degli imperi coloniali: 1. Difficoltà finanziarie nel sostenere i costi Per
controllare le popolazioni delle colonie 2. Il principio di autodeterminazione. Grazie a
delle rivolte interne Cina e Vietnam proclamarono la loro indipendenza.
● caso India: nel 1919 inizia la rivoluzione grazie alla disobbedienza civile e alla protesta
non violenta guidata da Gandhi.
● caso Palestina: controllo inglese sulla Palestina diede origine a una delle questioni di
politica internazionale più spinose dell'intero Novecento, ancora oggi dolorosamente non
risolta: lo scontro tra ebrei e arabi.Esso trasse origine dalla cosiddetta Dichiarazione
Balfour del 2 novembre 1917: un documento con il quale il ministro inglese Arthur J.
Balfour (1848-1930) rese noto che il suo governo acconsentiva alle richieste di creare in
Palestina un centro di insediamento per gli ebrei. La richiesta proveniva dai membri del
movimento sionista, che si proponeva di raccogliere gli ebrei dispersi e discriminati per
ricondurli a Sion, cioè a Gerusalemme, la «Terra promessa».A partire dalla
Dichiarazione Balfour, il sionismo incontrò il favore del governo inglese: nel 1918, i
sionisti costituirono un proprio organo di autogoverno, l'Agenzia ebraica, specialmente
dedicata all'emigrazione degli ebrei in Palestina.