l'incarnazione è l'attuazione di un messaggio completo di (Le 1,35), benedetta fra le donne (1,41), beata per aver creduto
tutto il Verbo in un determinato luogo, in un determinato e, per questo, luogo privilegiato del compimento delle promesse
tempo. Quando i teologi scoprirono che l'incarnazione del (1,45). Maria stessa rende grazie a Dio solo, per aver fatto in lei
Verbo esigeva un passo preliminare, quello di un perfetto «grandi cose».
ricettacolo - di conseguenza, l'immacolata concezione di
Maria - fecero forse la più importante scoperta della storia
della conoscenza, benché noi ancora non lo comprendiamo. Dubbi e congruenze
Quanto all'incarnazione di Gesù, essa fu il frutto di un
nuovo intervento dello Spirito. In tal modo il messaggio della I teologi che amano le ipotesi bizzarre hanno talora preso in
vita, è d'un tratto completato, giacché lo Spirito di Dio divie- considerazione la possibilità di una Madre di Dio peccatrice,
ne uomo pur rimanendo Dio. Tentare di descrivere quest'o- ossia adultera (Pikaza), come Maria Maddalena. Sono ipotesi
perazione dello Spirito santo in termini di struttura cromoso- inutili più ancora che empie. L a teologia deve interpretare gli
mica, formula nucleo-proteica e divisione di cellule, ecc., avvenimenti reali della salvezza, non deformarli. Maddalena
non mi sembrerebbe affatto irriverente, bensì perfettamente rappresenta la santità della peccatrice pentita. Maria, Madre di
inutile. Dio, rappresenta la santità originale e integrale che fonda la
Nello stadio in cui siamo, voglio dire nell'attuale stato di nuova creazione. Rispettiamo i fatti della storia della salvezza
ignoranza, sarebbe non tanto come sovrapporre l'Ossa sul e i dati della Rivelazione.
Pelio per risalire sino all'Olimpo*, quanto come pretendere Se li esaminiamo secondo la loro logica, capiamo meglio
di descrivere il funzionamento della memoria centrale di un perché la santità della Madre di Dio è opportuna e indubbia-
calcolatore sapendo a malapena contare sulle dita» (Lettera mente necessaria. Certo, la caduta della più meravigliosa delle
del 17 febbraio 1976). creature, Lucifero, principe del mondo (come vien detto nella
Scrittura), dimostra la possibilità del peccato nelle creature più
dotate da Dio: corruptio optimi pessima (la corruzione del mi-
C. S A N T A gliore è la peggiore). E la santità di Maria non è stata prefabbri-
cata, ma libera. Maria doveva essere una degna Madre di Dio.
Anche se la santità di Maria era in certo senso necessaria, non
La Scrittura si tratta di una necessità automatica, ma interiore. Soprattutto
dal punto di vista di Dio, desideroso di scegliere e di realizzare
L a santità della Vergine, postulata dai Vangeli di Giovanni e pienamente sua Madre, collaboratrice indispensabile per la sua
Matteo, è enunciata con cura dal Vangelo di Luca: Maria è opera di misericordia. Per far ciò, Dio ha scelto - anziché una
«oggetto per eccellenza del favore di Dio» (Kecharitómené: creatura altolocata, una principessa o una persona di prestigio
1,28), consacrata dallo Spirito santo che discende su di lei - un'umile donna che si è essa stessa definita «serva e povera»
(Le 1,38 e 48). Dio, che ha dato agli angeli e agli uomini il dono
della libertà, è stato deluso da Lucifero, ma non lo è stato dai
* [Ossa e Pelio, famosi monti della Tessaglia che i Giganti avrebbero
sovrapposto l'uno sull'altro per tentare di salire all'Olimpo durante la guerra poveri, non lo è stato da Maria. Nessuna creatura ha risposto
mossa a Zeus]. così bene all'amore di Dio.
106 Un anno di grazia con Maria Maria nel dogma 107
Una presa di coscienza Maria al diavolo, pur mantenendo (a giusto titolo), la sua re-
denzione attraverso Cristo, ma senza riuscire a individuare co-
Stranamente, la Chiesa fu più lenta a prender coscienza della me ella avrebbe potuto sfuggire in tal modo al peccato:
santità di Maria che della sua maternità divina o della sua «Noi non consegnamo Maria al diavolo a motivo della sua
verginità. In Oriente la misoginia di molti Padri, che vedevano condizione di nascita, ma è per questa ragione che quella
nella femminilità il modello della debolezza e dei difetti dell'u- condizione è stata risolta dalla grazia della rinascita» (Opus
manità, difficilmente lasciava pensare che Maria non avesse imperfectum Adversus Julianum 4,122; P L 45, 1417-1419) .
affatto avuto debolezze, dal momento che gli apostoli ne ebbe-
È l'inizio di una lunga storia, in cui la dottrina di Agostino
ro. I Padri hanno incluso Maria nelle loro generalizzazioni del
sul peccato originale determinerà conclusioni più o meno nega-
peccato, da Origene a Cirillo di Alessandria, grande dottore
tive quando verrà posto il problema della concezione di Maria.
della maternità divina, che pare abbia poi rettificato quell'opi-
Il problema verrà risolto soltanto nel X I X secolo con la defini-
nione. E r a inoltre importante sostenere che Cristo solo è santo
zione data da papa Pio I X , l'8 dicembre 1854.
di per sé, e che egli è il Redentore di tutti: tutti gli altri erano
peccatori, poiché se non lo fossero stati sarebbero sfuggiti all'u-
niversale redenzione attraverso Cristo.
In Occidente la presa di coscienza fu più rapida. Pelagio
2
interrogò sant'Agostino, il quale, formatosi alla scuola dei ma-
nichei, era portato, come molti suoi eredi giansenisti o prote-
Due dogmi recenti:
stanti, ad accentuare l'influenza del peccato sull'umanità. origine immacolata (1854) e assunzione di Maria (1950)
Pelagio attaccò dunque Agostino nel suo punto debole, rim-
proverandogli di insozzare col peccato non soltanto i santi, ma Dopo la triplice verità biblica (Maria Madre di Dio, Vergine
la Vergine Maria. Tuttavia Agostino, impregnato di tradizione e Santa) formalmente o equivalentemente dogmatizzata dalla
cristiana, rispose senza esitazione escludendo Maria «nei ri- Chiesa prima della metà del V secolo, passiamo ad un'altra
guardi della quale non voglio si faccia questione alcuna di fase: i due dogmi definiti in epoca moderna da Pio I X (1854) e
peccato» (De natura et grada 42, C S E L 60, pp. 263-264) [trad. Pio X I I (1950), ossia l'origine immacolata di Maria e la sua
it.: Natura e grazia, Città Nuova ed., Roma 1981, p. 429]. assunzione.
In un secondo momento, Giuliano d'Eclano spostò il medesi- I due dogmi hanno in comune il fatto di non avere un espli-
mo conflitto su un punto più delicato: non più il peccato attuale cito fondamento biblico e di costituire un ostacolo sulla via
ma quello originale in Maria. Quel pelagiano era il primo a dell'ecumenismo con i fratelli separati. Hanno un carattere
negare esplicitamente che Maria ne avesse subito l'influenza: meno cristologico, meno centrale, più periferico; furono defi-
«Per la condizione originale che tu le attribuisci, consegni niti in un periodo pre-ecumenico, caratterizzato dalla Controri-
al diavolo Maria in persona», obiettò. forma e dal movimento mariano. Si tratta di un'audacia dog-
matica, un'espressione elevata del fervore latino durante un pe- distingueva il concepimento del corpo da quello dell'anima, che
riodo deliberatamente chiuso, fecondo e incentrato su Maria. si riteneva spostato nel tempo. In particolare, l'anima sarebbe
Pur tuttavia sono dogmi. Non è facile situarne bene il fonda- stata infusa nei maschi entro il 40° giorno, un po' più tardi nelle
mento, il senso e i limiti; essi illuminano, oltre all'origine e alla femmine a motivo dell'imperfezione della loro natura, ecc.
fine della Madre del Signore, l'intelligenza dei disegni di Dio, Vi si aggiungeva una difficoltà più seria sulla quale i teologi
così come si manifestano nella Bibbia. È in questo spirito che continuarono a incespicare per molto tempo: Cristo è Redento-
vanno studiati. re di tutti gli uomini. Se Maria era esente da ogni macchia,
Riprendiamo quindi il filo del discorso sulla santità originale anche originale, Cristo non era più il perfetto Redentore, il
di Maria, sollevato per la prima volta dai pelagiani contro Redentore universale di tutti. L a redenzione ne veniva snatura-
sant'Agostino e che tornerà alla ribalta soltanto nel Medioevo ta. In quelle condizioni tutte le grandi scolastiche del X I I I
con la festa della Concezione. secolo mantennero qualche ombra di peccato, perlomeno nella
carne di Maria al suo concepimento.
Duns Scoto, alla fine del X I I I secolo, ebbe il merito di capo-
A. L ' O R I G I N E I M M A C O L A T A D I M A R I A volgere l'argomento decisivo secondo il quale l'origine imma-
colata di Maria intaccava la perfezione del Redentore e la re-
Storia denzione. Sostenne al contrario che essa ne manifesta la perfe-
zione, giacché la perfezione stessa del Perfetto Redentore esige
L a festa della Concezione è nata in Oriente nel V I I - V I I I che egli possa prevenire oltre che sanare il peccato. Di fatto,
secolo, e i predicatori la chiamavano «concezione santa» e una madre che pulisce il proprio bambino caduto nel fango
«immacolata» senza sollevare i problemi posti dai Latini. manifesta il suo amore efficace, ma se ella previene la caduta
L a festa orientale passò in Occidente nel Medioevo. A partire manifesta un amore ancora più efficace. Questa profonda in-
dal I X secolo alcuni monasteri in Germania e anche a Roma tuizione sbloccò l'opposizione insormontabile alla santità origi-
l'adottarono per una forma di pietà, senza riflessione né discus- nale, che nessuno avrebbe potuto sostenere prima. Scoto si
sione. accontentò di mostrare la possibilità e la convenienza dell'origi-
Verso il 1060 i monaci la portarono in Inghilterra, dove però ne immacolata. Ma avendola formalmente affermata, non
scomparve con la conquista normanna del 1066. Venne ristabi- sfuggì ad una condanna.
lita su basi più ragionate nel 1127 e 1128 e, da là, passò assai Dopo di lui, la dottrina della «preservazione originale» si
presto in Normandia e in tutta l'Europa, nonostante l'opposi- diffuse come un lampo, a tal punto che nel 1439 il Concilio di
zione di s. Bernardo. Basilea la definì dogma di fede, in un'epoca però in cui Roma
Quel fervente movimento era poco illuminato, invischiato lo considerava scismatico.
nelle idee confuse dell'epoca. Si pensava allora, secondo san-
t'Agostino, che l'atto sessuale (quand'anche nel matrimonio
cristiano) fosse un disordine che trasmetteva il peccato origina- La definizione di Pio IX
le. Non si vedeva come Maria, nata da un padre e da una
madre, potesse esserne esente. Inoltre, la nozione stessa di con- Dopo molti secoli di controversie, di cui la Santa Sede cercò
cezione era inficiata dalle nozioni prescientifiche di allora: si di moderare soprattutto la virulenza, Pio I X pose fine alla
110 Un anno di grazia con Maria Maria nel dogma 111
disputa definendo l'origine immacolata di Maria. L o fece con dalla diversificazione ('estrangement') culturale e dalle spacca-
parole prese dal suo predecessore Alessandro V I I (1661) che ture che hanno portato ad esasperare le obiezioni contro tutto
ben precisava la connessione del nuovo dogma con la redenzio- ciò che proviene da Roma, ma dall'allontanamento che si veri-
ne universale. Pio I X non contraddice quest'ultima, ma presen- ficò rispetto alla loro tradizione la quale affermava con clamo-
ta l'origine immacolata di Maria come esplicitazione e co- re la santità originale, in forme molto diverse da quelle dei
ronamento particolare di quel fondamentale principio. Maria Latini. Per loro essa è, in poche parole, origine santa, punto di
viene redenta da Cristo in previsione e retroazione dei suoi partenza della nuova creazione, il che veniva affermato poeti-
meriti: camente senza problemi e discussioni. Per i Latini, al contrario,
«La beata Vergine Maria nel primo istante della sua conce- l'analisi su un terreno culturale confuso, fece dominare l'opi-
zione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in nione negativa sino a metà del X V I I secolo, epoca in cui il
vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, Sant'Uffizio prese ancora provvedimenti contro gli immacolisti
è stata preservata immune da ogni macchia di peccato origi- col famoso decreto del 1627-1644. Man mano che Roma incli-
nale» (Pio I X , Munificentissimus, 8 dicembre 1854; D S nava in favore dell'origine immacolata di Maria sino a definir-
2803). la, gli Orientali accentuavano gli elementi negativi della loro
tradizione.
L a festa della Concezione ci è tuttavia stata trasmessa da
// problema ecumenico loro, che la celebravano come concezione santa (non macchia-
ta). È uno dei molteplici malintesi fra le nostre due tradizioni,
Il dogma, definito in un momento in cui la Chiesa latina era che differiscono quasi come la mano destra e la sinistra, non
culturalmente molto isolata, e senz'altra preoccupazione che sovrapponibili nonostante l'identità di forma e la complemen-
per la condanna degli eretici, costituisce una difficoltà nei rap- tarietà.
porti con i cristiani non-cattolici, protestanti ed anche ortodos- — Nel nostro dialogo con i protestanti precisiamo che Maria è
si, ma con motivazioni opposte. riscattata, che questa verità è parte integrante del dogma ed
— I protestanti (che si pongono nella linea di sant'Agostino) esemplifica in maniera chiara e radicale la massima prote-
accentuano l'importanza del peccato originale nell'umani- stante: grafia sola. Questo dogma attesta che in Maria tutto
tà. Se la Vergine ne fosse stata esente, parrebbe loro di è grazia, tutto è opera della sola grazia prima di ogni merito
attentare alla trascendenza di Cristo Salvatore. da parte sua.
— G l i ortodossi, al contrario, tendono a minimizzare il pecca- — Agli ortodossi bisognerebbe mostrare, oltre ai malintesi e
to originale: errore di giovinezza, pensava sant'Ireneo. E s - alla linearità della loro tradizione, che il peccato non è
si temono che il dogma diminuisca la libertà, 'l'impresa' affatto un elemento di libertà e che la preservazione dal
e il merito di Maria, secondo la formula del decano peccato non diminuisce in nulla la libertà di Maria. Se
A . Knjazev: argomentazione opposta a quella dei prote- neppure Cristo evitò la tentazione, anche Maria dovette
stanti. conoscerla nelle prove della nascita e soprattutto della
morte di Cristo, al Calvario, dove taluni Padri greci ritenne-
Stranamente, il dialogo con costoro su tale punto è spesso ro fatale che ella avesse dovuto in qualche maniera soc-
più difficile che con i protestanti. L a causa deriva non solo combere.
112 Un anno di grazia con Maria
Maria nel dogma 113
verticale e corteo d'angeli. Non parla né di 'ascesa', né di 'alto' stiana. Schillebeeckx, altro teologo innovatore, la considerava
o 'basso', astraendo da ogni immagine di traslazione. una 'criptoeresia'.
Il termine assumpta, presa, è il medesimo attraverso il quale L'ipotesi di Rahner s'inscrive in una serie di reazioni contro
nell'Antico Testamento si acquisì consapevolezza della soprav- gli eccessi della teologia dei privilegi. Si è tentato di ricondurre
vivenza in Dio dopo la morte. Questa rivelazione è tardiva. L a quelli di Maria alla condizione comune. Ogni bambino è conce-
prima testimonianza sembra sia il salmo 73,24. I l povero salmi- pito senza peccato poiché non è in condizione di commettere un
sta, oppresso dai nemici di Dio, pasciuti, ricchi e trionfanti, atto responsabile, quindi un peccato, e tutti gli uomini conosco-
finisce per comprendere la soluzione che l'attende dopo le sue no la risurrezione nell'istante della loro morte.
delusioni. Siffatte ipotesi intelligenti ma unilaterali e paradossali, oscu-
«Mi prenderai nella tua Gloria», dice a Dio. Tale evidenza si rano, secondo me, alcuni importanti aspetti della Tradizione.
è imposta alla sua meditazione della Bibbia: Enoch (Gn 5,24, L a definizione di Pio X I I ha provocato fra gli ortodossi
Sir 44,16 e 49,16) ed Elia (2 Re 2,3-10; Sir 48,9) sono stati riserve senza precedenti: non la negazione dell'assunzione di cui
'presi' da Dio al termine della loro vita terrena. È una grazia dobbiamo a loro la festa, ma una reazione contro l'infallibilità
destinata a tutti i giusti. romana. L'assunzione è oggetto di contemplazione liturgica e
non dogma necessario alla salvezza, dicono — sfumatura che
Il dogma è perciò espresso nel modo migliore: col linguaggio
hanno in comune con molti anglicani.
biblico.
L a sola eccezione alla laconicità di quella definizione è l'ab-
bondare dei titoli di Maria: «Immacolata — Madre — di — Dio Unità dell'origine e della fine nel disegno di Dio
— sempre — Vergine». Attraverso di essi si manifestano le ragio-
ni convergenti dell'assunzione: Colei che era stata preservata da Qualunque siano le difficoltà ecumeniche, i due dogmi defi-
ogni peccato, Colei il cui corpo aveva formato il corpo di niti in epoca moderna, a un secolo di distanza, sono comple-
Cristo, nella sua inalterabile verginità, non poteva essere ab- mentari e coerenti. Pur essendo più marginali e meno essenziali
bandonata alla morte e alla corruzione della tomba. Ma lei non dei precedenti, non sono privi di luce. Essi manifestano come
poteva subirne l'influenza, poteva soltanto essere presa dal la pienezza d'amore di Dio per Maria, la pienezza di grazia che
Figlio. Dopo aver condiviso la sua morte mediante la compas- conveniva al Prototipo della santa Chiesa, ne coinvolga l'origi-
sione, doveva condividerne la risurrezione. ne e la fine.
In tal modo se ne comprende meglio il destino: Maria prece-
de e inaugura la Chiesa in tutte le sue tappe.
Bisogna riformulare il dogma? Ella precede la santa Chiesa per la sua santità originale, in
mancanza della quale la Chiesa non sarebbe stata originalmente
Quel 'privilegio' è stato messo in discussione dall'ipotesi teo- e integralmente 'santa' poiché è formata da peccatori.
logica di Rahner, secondo la quale tutti i defunti risuscitano al — Maria precede la Chiesa accanto a Cristo nascente, accanto
termine della loro vita terrena; infatti la morte li fa passare, al a Cristo che cresce, accanto a Cristo morente. Ella è nella
di là del tempo, nell'eternità di Dio, che è simultanea. Così essi comunità primitiva nel momento in cui Cristo manda lo
sfuggirebbero allo stadio intermedio di «anime separate». Spirito (At 1,14-2,1-12) per costruire la Chiesa. Precede la
Codesta deduzione astratta non risponde alla tradizione cri- Chiesa accanto a Cristo glorificato.
118 Un anno di grazia con Maria Maria nel dogma 119
Sono pertanto manifestate in Maria, prototipo della Chiesa, questo che ella si qualifica serva del Signore. Gesù, fattosi
• la gratuità meravigliosa del dono di Dio alla sua origine, uomo attraverso di lei, diviene sacerdote e vittima. Infatti Dio
• e la pienezza della gloria anticipata che richiederebbe la sua in quanto tale non potrebbe essere vittima, e per essere sacerdo-
comunione perfetta con il Figlio. te bisogna essere uomo (Eb 5,1). Maria è quindi stata chiamata
In tal modo emerge la profonda dialettica dei Misteri gaudio- a cooperare all'opera di Cristo, iniziata con l'esistenza umana
si, dolorosi e gloriosi, che definiscono così bene i l destino di ch'ella gli ha donato.
Maria e della Chiesa.
Si evidenzia perciò con più chiarezza lo stile di Dio: egli pone
all'inizio delle sue grandi opere una perfezione iniziale intensiva // senso
che annuncia la perfezione finale, al di là delle vicissitudini di
questo mondo. È bello riconoscere con certezza in Maria, no- L a redenzione non è un dono di Dio caduto dal cielo, un'o-
stro modello e Madre nostra, questa perfezione iniziale e finale, pera paternalistica in cui Dio non farebbe che dare e l'uomo
a immagine di quella di Cristo, secondo il mirabile disegno di ricevere. Dio ha realizzato la salvezza non dall'alto, ma dall'in-
Dio di cui siamo partecipi. terno dell'umanità, tramite un uomo, Gesù Cristo, e ha richie-
sto la cooperazione degli uomini, in tutte le varie fasi. Maria è
la prima in questa cooperazione. Anche in ciò essa è il prototipo
della Chiesa: riscattata per cooperare alla redenzione, fase per
3 fase.
Due dogmi non definiti
I dogmi definiti, estremamente puntuali - come dimostrano
Le fasi
la semplicità e la brevità delle due definizioni studiate, non
esauriscono la nostra conoscenza di Maria secondo la Rivela-
1. Maria ha cooperato alla formazione stessa di Cristo Re-
zione contenuta nella Scrittura e nella prassi della Chiesa (litur-
dentore. Non ne ha soltanto formato il corpo, ha acconsentito
gia e atteggiamento insito nella prassi).
a quel progetto di Dio con incondizionata adesione di fede,
Su altri due punti Maria fa parte integrante del dogma cri- speranza e carità teologale. Non ha accettato soltanto di conce-
stiano senza che la Chiesa abbia preso in proposito alcuna pire e partorire un figlio (Le 1,30), ma di dar nascita al Salva-
decisione o definizione dogmatica. tore, di far causa comune con L u i . Tale è la portata del suo
fiat, incondizionato e irreversibile.
Ella ha condiviso tutta la vita nascosta di Cristo: 30 anni su
A. COOPERAZIONE D I M A R I A A L L A SALVEZZA
33.
2. H a condiviso l'ora decisiva della sua morte, rappresentan-
// fondamento do così, in unione intima e perfetta con L u i , la comunione di
una semplice creatura, di una persona umana, di una riscattata,
Essere Madre di Cristo era per Maria, più che un privilegio, di una donna: la parte della nuova Eva accanto al nuovo Ada-
una funzione a servizio della salvezza, ed è senza dubbio per mo. E l l a non è un altro Salvatore, ma la perfetta comunione e
120 Un anno di grazia con Maria Maria nel dogma 121
cooperazione col Salvatore. Ciò risponde bene alla struttura e del suo stesso potere così come partecipò alla sua passione
comunicante della salvezza così come Dio l'ha stabilita: a mes- e morte, secondo la legge della comunione perfetta: «Tutto
sa, solamente il sacerdote riceve il potere di attualizzare il sacri- ciò che è mio è tuo, tutto ciò che è tuo è mio». Ciò non
ficio di Cristo, ma tutti ricevono la comunione. Maria, prototi- diminuisce in nulla la divinità di Cristo né i l suo esclusivo
po della comunione con Cristo, è anche prototipo dei fedeli al potere di Redentore, manifesta invece il suo meraviglioso
sacrificio redentore di Cristo. disegno di farvi partecipare i riscattati ad iniziare da Maria,
modello della Chiesa.
Maria ha partecipato dolorosamente alla passione con la sua — Corredentrice (termine nato nel X V secolo e diffuso soltan-
compassione di Madre e con la trasfissione (Gv 19,34). D i to a partire dal X V I I ) parve ai mariologi i l termine più
fronte all'atroce sofferenza di suo Figlio (la tortura più spaven- adatto ad indicare la cooperazione di Maria alla redenzione,
tosa per una madre), di fronte alla sua impensabile disfatta e tanto che essi volevano farne un nuovo dogma. Tuttavia
all'apparente vittoria di Satana, nel momento in cui gli avveni- molti teologi criticarono il prefisso co perché sembrava si-
menti facevano crescere le tentazioni, il suo fiat irreversibile fu tuare Maria su un piano di eguaglianza con i l Redentore.
messo alla prova per una suprema conferma. Esso non esprimeva la dipendenza di Maria nei confronti di
L a comunione teologale di Maria con Cristo è stata così Cristo, né il fatto che in quel sacrificio redentore, soltanto
integrata, ritengo, al sacrificio costitutivo della redenzione, co- Gesù, Dio solo è sacerdote e vittima, solamente L u i è morto
me l'offerta dei fedeli al sacrificio della messa. e risorto, solamente L u i è salito al cielo al termine del sacri-
In questa linea ella coopera, con la fede e la preghiera, alla ficio, solamente L u i è causa adeguata di redenzione a cui
nascita pentecostale della Chiesa. Maria ha partecipato così perfettamente.
3. Oggi Maria continua a cooperare con Cristo in una comu- All'epoca in cui i l titolo di corredentrice sembrava in
nione perfetta e glorificata di pensiero e di azione. I l Signore corso di definizione dogmatica, il cardinal Journet, sapen-
aveva fatto capire a Teresa di Lisieux che lei avrebbe vissuto il do le ambiguità di quel vocabolo, aveva tentato di dissiparle
suo cielo facendo del bene sulla terra. Quell'ispirazione non è banalizzandolo. L o estendeva a tutti i cristiani: Maria è
stata sicuramente tradita per Teresa... come potrebbe non esse- corredentrice e noi siamo tutti corredentori, diceva.
re adempiuta in Maria? Secondo la convinzione e l'esperienza Giacché il Concilio scartò deliberatamente i l termine,
profonda della Chiesa, Maria nostra Madre continua ad occu- sembrò più indicato astenersene e precisare il suo ruolo
parsi dei suoi figli, che ella ora conosce nella scienza e nella senza confonderlo con quello di Cristo Salvatore, né col
gloria di Dio. nostro, nell'attualizzazione della redenzione.
— Mediatrice, fu oggetto di un prestigioso progetto di defini-
zione lanciato dal cardinal Mercier ma, come abbiamo v i -
Un ricco vocabolario sto, abbandonato da Pio X I I . I l Concilio si è limitato a
spiegare che la Chiesa, quando impiega questo titolo, non
Per esprimere questo ruolo attuale, il modo con cui ella intende affatto offuscare la posizione dell'unico Mediatore.
partecipa oggi all'azione di Cristo, viene utilizzata una serie di Il titolo cerca di dire che Maria, avendo cooperato alla
titoli: venuta di Cristo, alla grazia per eccellenza, coopera alla
— Regina, poiché regna con Cristo, partecipa della sua gloria diffusione delle grazie scaturite dalla sua redenzione. Ella
Un anno di grazia con Maria Maria nel dogma 123
unisce ad una profondità spirituale e divina secondo il dono di comunità: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Le
Dio. 1,48). Cantando quel versetto, la comunità primitiva rendeva
Per questo compito universale Dio ha esteso il cuore di Maria anche grazie a Dio per le grandi cose che L u i aveva fatto per
non soltanto alla misura umana delle madri di famiglie nume- Maria, prima di estenderle alla Chiesa. In breve, la prima co-
rose che talora adottano altri bambini, ma alla misura incom- munità cristiana, una delle più conosciute, ha prolungato l'a-
mensurabile di Dio. Per il suo compito nei confronti di tutti gli zione di grazie che Maria rivolse a Dio solo, per l'incarnazione
uomini, le ha dato una misura sovrabbondante. Per Maria del Salvatore in cui si sono compiute le promesse fatte al popo-
ognuno dei suoi figli, ognuno di noi, è unico e noi possiamo lo: «ad Abramo e alla sua discendenza per sempre» (Le 1,55).
rendergliene grazie e render grazie a Dio.
Quanto precede ci introduce così al punto successivo, l'ulti-
mo del dogma. Preghiera con Maria
so Cristo: mai a Maria, mai allo Spirito santo, e solo eccezio- nuncio della nascita del Salvatore (Annunciazione), la Presen-
nalmente a Cristo stesso nella moderna messa del Sacro Cuore tazione (a lungo chiamata purificazione di Maria, termine am-
in cui gli è rivolta una preghiera. Maria interviene come motivo biguo e poco felice, dato che il Vangelo di Luca aveva apposi-
di domanda, modello o intercessione. tamente evitato di attribuire a Maria quella purificazione che
egli situava a Gerusalemme: «la loro purificazione», Le 2,22),
ribattezzata in seguito Presentazione di Cristo. L a nuova deno-
Ciclo santorale... minazione non diminuisce, bensì rivaluta, secondo il suo pieno
significato, il ruolo di Maria che portò e presentò Gesù al
Le feste dedicate alla persona di Maria sono così una ri- tempio, e in quell'occasione ricevette da Simeone la doppia
sultanza successiva, relativamente tardiva, del suo posto nel profezia sulla Gloria del Salvatore e sulla sua trasfissione attra-
culto. verso la compassione.
egli l'ha intelligentemente preso da s. Paolo in Gal 4,4, e non L a teologia in cui Maria non ha più il suo ruolo, diviene
ha torto. Si tratta del medesimo principio fondamentale della terribilmente astratta, mascolina, inumana. Se Dio ha scelto di
'mariologia' (se la si vuol chiamare così) di Grignion de Mont- nascere da una donna, è forse in parte per evitare ai teologi di
fort. Ciò che costituisce l'equilibrio e la coerenza di tutto il suo sprofondare nell'astrazione e nella misoginia. Speriamo si ri-
fervente pensiero è lo stesso principio per cui Maria ha donato cordino che la prima a conoscere Cristo è Maria, avendolo
a Dio il suo abbassarsi (R. L A U R E N T I N , Le secret de Marie, umanamente formato. Quella conoscenza è meravigliosamente
1985, pp. 152-153). testimoniata in Luca 1-2. I l racconto dell'annunciazione, stu-
penda teologia femminile incompresa e misconosciuta, non è
affatto inferiore al Prologo di Giovanni che ne riprende i temi
Senso di Maria nell'unità del mistero cristiano in modo astratto e mascolino. L a prima conoscenza di Gesù,
quella di Maria, fu una conoscenza intuitiva, esistenziale, per-
Ma altri teologi ritengono che non si possa ridurre Maria a un sonale, ma anche organica. Maria conobbe meglio di chiunque
principio. Ne nascerebbe - ritengono - una mariologia chiusa, altro il corpo di Cristo, che ella aveva formato, e il suo corpo
misera, dissociata dal resto della teologia. L a giusta maniera di mistico, di cui fu il primo membro fondatore aderendo a Cristo
inserire Maria nella teologia cristiana, dicono, è darle il suo col suo fiat. L a teologia astratta e sistematica, di cui bisogna
posto nei vari trattati o capitoli della teologia: la sua funzione riconoscere la funzione regolatrice, non è che una derivazione
di Madre di Dio nel Trattato dell'incarnazione, la sua coopera- della conoscenza intuitiva di Maria, ed è d'altronde proprio in
zione alla salvezza nel Trattato della redenzione, la sua assun- questo senso che Leone X I I I le diede per la prima volta il titolo
zione ne\V Escatologia, la sua esenzione dal peccato nel Tratta- di Madre della Chiesa: Madre perché aveva insegnato agli apo-
to del peccato originale in cui è troppo trascurata, e così via. stoli la conoscenza primaria dell'incarnazione e dell'infanzia,
Sarebbe certamente il modo migliore di insegnare Maria. Pur- da loro ignorata:
troppo, però, nelle facoltà di teologia, in cui non ci sono corsi «(...) mostrandosi veramente Madre della Chiesa e Mae-
'specializzati' su Maria, la Madonna è in genere la grande di- stra e Regina degli Apostoli, ai quali fu pure larga di quei
menticata. Per porvi rimedio, bisognerà indubbiamente rasse- divini oracoli che 'conservava nel suo cuore' (Le 2,19 e 51)»
gnarsi a scrivere ancora a lungo Trattati sulla Vergine Maria, (Enc. Adjutricem populi, in Acta Leonis XIII, 15, p. 302)
per prepararne però il reinserimento nell'insieme della teologia. [trad. it. in Maria SS., Insegnamenti Pontifici/7, Paoline,
Ella vi ha il suo posto, tutta relativa a Cristo, diceva Mont- Roma 1959, p. 137].
fort, ossia tutta riferita a Cristo, secondo un rapportarsi dina-
In quest'anno con Maria, chiamato Anno Mariano, cerchia-
mico, evidente nel Vangelo di Cana come nel fiat dell'annun-
mo di non parlare più di «dogmi mariani» (accademicamente
ciazione. Ella è presente nell'unità del Mistero di Cristo, inizia-
bisognerebbe anzi dire 'manali'), ma del ruolo di Maria nel
to attraverso il compito materno di Maria e continuato con la
corpo di Cristo: ruolo necessario, perché voluta e scelta da Dio,
sua cooperazione e la sua comunione che prefigura quella della
inalienabile nella Rivelazione, nel dogma cristiano.
Chiesa.
Ha dunque un ruolo necessario, inalienabile, ineluttabile nel
piano di Dio e nella teologia cristiana, che non senza danno la
dimentica.
Capitolo quarto
e poetiche anche quando sono ridondanti e infantili. Ma l'es- tutte le diocesi del mondo il 24-25 marzo 1984, ne ebbe una
senziale sta al di qua delle parole ed è ciò che ne ispira la risposta piuttosto limitata. Questa reticenza era dovuta a
bellezza e l'autenticità. delle cause che occorreva chiarire e superare al fine di far sì
Se la devozione alla santa Vergine ci allontanasse da Gesù che l'intellighenzia cristiana, desiderosa di rigore teologico,
Cristo bisognerebbe certamente respingerla come «illusione del potesse accordarsi con il fervente ascolto delle rivelazioni
diavolo», diceva Grignion de Montfort ( V D n. 62, cf. n. 225). private della Madonna. Quale migliore occasione di questo
Invece è chiaro che Maria fa parte del Mistero di Cristo e ci anno con Maria per concretizzare tale obiettivo?
aiuta a meglio comprenderlo, a meglio servirlo. Ecco dunque
il programma di quest'anno con Maria, voluto da Giovanni
Paolo I I .
1
Presenza di Maria
Scoprire una presenza
È possibile parlare di una presenza di Maria? Sì, il termine è
Di che si tratta? Indubbiamente non di dare maggior gloria giusto, senza ambiguità (a differenza di molti altri, frequenti in
a Maria, che a sua volta desidera solo la Gloria di Dio, come
materia) e con solide basi.
attesta il suo Magnificat. È bello rendere grazie con Maria e
Maria è presente in tutto il Mistero cristiano, in tutto il tempo
per Maria, ma si tratta soprattutto di cogliere e attualiz-
zare bene il legame che Dio ha stabilito fra lei e noi nel prolun- della salvezza.
gamento del legame stabilito fra lei e L u i , e di vivere quel E l l a occupa accanto a Cristo «il posto più alto e il più vicino
legame, quella relazione, nella comunione dei santi, in Gesù a noi» (Lumen Gentium, n. 54). È il primo discepolo di Cristo,
Cristo. membro fondatore del corpo mistico, il più importante, il più
A questo proposito, tenteremo innanzitutto di assumere con- universale, nella comunione dei santi, sin dall'origine: la pente-
sapevolezza della sua presenza, al fine di attualizzarla per dav- coste, a cui fu presente. Ella rimane il vertice e il cuore ardente
vero. della Chiesa in Gesù Cristo.
Cercheremo inoltre di comprendere il posto e il ruolo di Come prendere consapevolezza di tale presenza? Come tra-
Maria nella nostra consacrazione a Dio, aspetto che s'impone durla in atto? Perché, pur essendo amati, non siamo capaci di
per più ragioni: amare?
- questa consacrazione è un progetto di Giovanni Paolo I I e
dei suoi predecessori;
- il progetto è rimasto, dal tempo di Pio X I I , un segno di A. FONDAMENTI
contraddizione sia tra coloro che erano prò o contro Fatima,
sia tra i più ferventi promotori di quella consacrazione e i Per recuperare interiormente il nostro legame con Maria nel
teologi classici, per i quali essa pare screditata da una termi- Corpo di Cristo, dobbiamo comprenderlo, motivarlo, valutar-
nologia discutibile. Ciò p u ò spiegare perché Giovanni Paolo lo.
I I , quando invitò i vescovi a effettuare la consacrazione in Qual è dunque questo legame? Come prenderne coscienza?
136 Un anno di grazia con Maria Come vivere guest 'anno con Maria 137
Presenza di Maria nella Scrittura Maria, abbiamo visto, ha un posto temporale e santorale nei
due cicli liturgici e, a partire dal I V secolo, nell'anafora centrale
Ne troviamo il modello nella Scrittura: Maria è presente, di ogni messa.
come abbiamo detto, in tutta la vita di Cristo. Ella lo procreò Unita a suo Figlio in una medesima preghiera, ella conosce,
al culmine dell'Antico Testamento, che con Lei si conclude. L o con L u i e in L u i , la Chiesa e ognuno di noi. È a servizio dei suoi
introdusse nella famiglia umana ( L e 1,28-56), lo suscitò all'u- figli che Cristo le he affidato. Con Lui ella intercede e li assiste.
manità, accompagnò tutta la sua vita nascosta sino ai 30 anni. È importante prenderne coscienza nel delicato contesto della
L o avviò al suo ministero suggerendogli il gesto di Cana ( C v fede.
2,1-22). Durante i tre anni di separazione la sua comunione
spirituale si approfondì ulteriormente. L o ritrovò, fisicamente
e moralmente, nella sofferenza e nella morte del Calvario, nella Presenza di Maria nella vita della Chiesa
compassione verso la sua passione. Preparò e accompagnò con
la preghiera la nascita della Chiesa (At 1,14), infine ritrovò suo
L a vita della Chiesa — visibile e invisibile, storia, chiese,
Figlio nella Gloria dell'assunzione.
icone — è ovunque pervasa dalla presenza discreta e universale
Ella è fisicamente presente alla vita di Cristo (laboriosa, do- di Maria.
lorosa e gloriosa), con il suo amore di Madre e con la sua L'appello alla sua intercessione costella la storia dogmatica
adesione teologale. È una comunione di fede, speranza e carità.
dei Concili e delle complesse lotte della Chiesa, che in epoca
L a presenza partecipe di Maria accanto a suo figlio è per noi un
carolingia hanno ispirato la famosa antifona:
modello, poiché attraverso quella Madre Dio è divenuto nostro
«Cunctas haereses interemisti in universo m u n d o »
Fratello e ce l'ha donata come Madre identificandoci a L u i
(Tu hai vinto tutte le eresie del mondo intero).
stesso.
Certo, il nostro rapporto filiale è diverso da quello di Gesù, Ella fu altresì l'ispiratrice di iniziative e vittorie della Chiesa.
perché Gesù è Dio. Se lui le deve la sua umanità, lei gli Molte feste sono state istituite a commemorazione del suo effi-
deve tutto in quanto Dio. Noi siamo umili figli di questa Ma- cace aiuto.
dre che ci ha così profondamente e spiritualmente adottati in Sin dai primi secoli, le vennero dedicate le prime chiese,
Lui. poiché ella fu il primo tempio di Dio e rimane modello per tutti
Secondo la logica del 'mirabile scambio', Maria, che ha dato gli altri. Maria, prototipo della Chiesa, lo è anche delle chiese
al Figlio di Dio l'umiltà umana, ha i l compito di sostenere in cui si rinnova la presenza eucaristica del Signore e si perpetua
l'opera della nostra divinizzazione in Gesù Cristo. Ella collabo- la preghiera.
ra con lui a quest'opera di Dio. In quelle chiese, come pure nelle case, le sue icone hanno un
loro posto:
— le icone della Madre di Dio orante, che ci ricordano la sua
Presenza di Maria nella liturgia preghiera;
— le icone della Madre della Tenerezza (eleousa), che ci ricor-
L a liturgia (preghiera ufficiale e costante della Chiesa, la lex dano la sua affettuosa e materna relazione con Cristo, ma
orandi) riflette codesta presenza universale e discreta. anche con noi.
138 Un anno di grazia con Maria Come vivere guest 'anno con Maria 139
giudizio e quello dei tuoi servi. T u non hai mandato via L a stessa esperienza si riscontra nel nostro Medioevo latino,
coloro che hai radunato, poiché il tuo spirito vive sempre e a partire d a l l ' X I secolo:
la tua carne non attese la corruzione della tomba. T u sorvegli «Dolce è la sua memoria, ma più dolce è la sua presenza»,
tutti (gli uomini) e il tuo sguardo (episkopè = vigilanza) è su scrive l'autore del Liber salutatorius (certamente san Pier
tutti cosicché, anche se i nostri occhi si sforzano di non Damiani; pubblicato da J . Leclercq, Ephemerides liturgicae,
vederti, o Santissima, invece tu ti trattieni volentieri in mezzo 72, 1958, p. 303).
a noi manifestandoti in vario modo a coloro che ne sono Odone di Morimondo (t 1161) ci esorta a mantenere Maria
degni (...)» (Omelia 1 Sulla Dormizione, P G 98, 344d, 345c) accanto a noi, come fece Giovanni a cui Maria fu affidata ai
[trad. it.: 'Omelia I V , in OmelieMariologiche, Città Nuova piedi della croce. Secondo il suo esempio
ed., Roma 1985, pp. 108-110]. «dobbiamo diventare i discepoli che tu ami, in piedi (pres-
E s. Giovanni Damasceno: so la croce), affinché ognuno di noi abbia la gioia di sentire
da Gesù quella dolce parola:
«(...) la divina potenza non è circoscritta ai luoghi [i pelle-
- Ecco tua Madre (Gv 19,27).
grinaggi sulla sua tomba], e neppure i benefici della Madre di
Dio. Oh parola degna di essere accolta! Ecco tua Madre, amala
e venerala, come ovunque presente accanto a te. Non aspet-
Da pochi si potrebbe invocare il dono divino, se fosse
tarti niente di più. Ma in quell'ora ricevila presso di te, per-
limitato alla sola tomba. Esso è diffuso senza riserve in tutte
ché alla fine ella ti assuma nella Gloria in cui regna insieme
le regioni del mondo. Perciò facciamo della nostra memoria
a suo Figlio, che è al di sopra di tutto: Dio sia benedetto nei
il tesoro della Theotókos.
secoli dei secoli. Amen!».
E come si potrà? ( . . . )
Ogni vizio lo tiene quale veleno apportatore di morte, e E sant'Antonio da Padova ( 1195-1231 ) , dottore della Chiesa,
gode di ciò che gli è contrario ( . . . ) . la cui canonizzazione fu rapidissima — meno di due anni dopo
Se dunque evitiamo con coraggio i vizi passati e amiamo la sua morte — conclude con questa preghiera una delle sue
con tutta la fedeltà le virtù e le terremo come compagne, ella principali omelie:
di frequente verrà ai suoi servitori, conducendo con sé l'insie- «Ti supplichiamo, o Madonna, nostra speranza, noi che
me di tutti i beni; e prenderà con sé Cristo, il suo Figlio, Re siamo sballottati dalla tempesta. T u , Stella del mare, illumi-
e Signore dell'universo perché abiti nei nostri cuori». naci, dirigici verso il porto, assisti il nostro approdo con la
(Sermone 2 Sulla Dormizione, n. 19, P G 96, 752bc) [trad. it.: protezione della tua presenza» (Tuae praesentiae tutela: Ser-
«Secondo discorso sulla Dormizione», in Omelie sulla beata mone 3 per la lode della Vergine. Opera 1, p. 163, 3-7).
Vergine, Paoline, Alba 1973, pp. 163-164].
Nel X V I I secolo, le annotazioni diventano più psicologiche e
E ancora: comunicano delle esperienze spirituali:
«Basta in verità a quelli che piamente ti ricordano il dono «Ogni volta che entro in un luogo consacrato a quest'au-
inestimabile del tuo ricordo» (Sermone 1 Sull'Assunzione, gusta Regina, sento, per un certo trasalimento, che sono
14, P G 96, 721ab) [trad. it.: «Primo discorso sulla Dormizio- presso mia Madre» dice s. Francesco di Sales (citato da F .
ne», id., p. 131]. V I N C E N T , In Maria 2, pp. 994-995).
142 Un anno di grazia con Maria Come vivere guest 'anno con Maria 143
«La Madonna è presente ai cristiani attraverso l'attenzio- ed una più solida base per la vita deiforme e divina» (Union
ne», dice ancora in un sermone sulla salutazione angelica. mystique à Marie, 1936, p. 61).
Così Jean Jacques Olier (1608-1657): Una simile viva esperienza si ritrova, oltre che in Maria del-
«Un sabato, Maria si rese interiormente presente nella mia l'Incarnazione, in Marie Claire Arnaud, di Port Royal, per la
anima... Ella mi ricordava che il suo caro Figlio mi aveva quale Maria è «la sola via mediante la quale posso sperare nella
detto che egli non avrebbe vissuto in me, se non in lei e misericordia di Dio», e subito aggiunge:
attraverso di lei, e se non della vita di cui egli viveva in lei, «Per la maggior parte del tempo io sono tutta occupata da
come se ella fosse un sacramento mediante il quale egli voles- lei e vivo sotto la sua ombra» (Lettera a Mons. Singlin, in
se comunicarmi la sua vita (Bretonvillers, L'esprit de Mon- Mémoire pour servir à l'histoire de Port Royal, Utrecht
sieur Olier, t. 1, 1, 9, pp. 396-397). 1942, t. 3, p. 471).
Tale presenza affiora ovunque, in termini poetici, nei cantici
Sono soltanto alcuni stralci tratti da un dossier sulla presenza di Grignion de Montfort:
di Maria, che è pronto da 30 anni e che un giorno bisognerà «Ell'è i l mio divino oratorio
pubblicare. ove sempre trovo Gesù
Nel X V I I secolo il tema diviene comune. Vi è dedicata un'ope- e lo prego con gloria»
ra ex professo: il Trattato della vita Mari/orme di Miguel di san- (cantico 77, strofa 6).
t'Agostino (t 1684), dove egli descrive le esperienze spirituali del-
la fiamminga Maria di santa Teresa (Marie Petyt: 1623-1677). E più oltre (strofa 15, che suona meglio):
Dell'esperienza di quella terziaria del Carmelo, sono stati «Ecco ciò che creder non si p u ò :
recepiti i momenti più intensi. Ma, a ben guardare, ella passa Io la porto dentro me
dall'approfondimento di una devozione comune alle apparizio- impressa con tratti di gloria
ni mediante dono di presenza infusa, sino ad un'eclisse della quantunque nel buio della fe'».
presenza sensibile di Maria a beneficio di Cristo solo e di Dio Non banalizziamo oltre questo dossier, divenuto sempre più
solo, che sin dall'origine penetrava e animava tutto il resto. In ricco nel corso dei secoli, che sembrerebbe giustificare la profe-
tal modo, lei spiega assai bene che la presenza di Maria non zia di Montfort nel suo Traile de la vraie dévotion (n. 46):
costituisce affatto uno schermo alla presenza di Cristo, anche «Alla fine del mondo, i santi più grandi saranno assidui
se talora è di per sé particolarmente fruttuosa. nella preghiera alla Santissima Vergine e nel cercare di averla
«Non c'è, in questo caso, il minimo impedimento o scher- sempre presente, come loro perfetto modello, per imitarla, e
mo interposto ( . . . ) fra il puro essere di Dio e l'anima. C'è come loro aiuto potente, per soccorrerli».
piuttosto un aiuto fornito all'anima, che le permette di giun-
gere più facilmente a Dio e di essere più perfettamente stabi-
lita in lui ( . . . ) . L'amore filiale verso Maria non nuoce affatto Tanti figli, tanto amore
alla vita divina in Dio ( . . . ) . L o Spirito di Dio agisce a tempo
debito, senza che l'adesione e l'unione a Dio divengano più Da parte di Maria, nostra Madre, la sua presenza è davvero
mediate, ma in maniera da trovare, al contrario, un alimento un fatto.
144 Un anno di grazia con Maria 145
Come vivere guest 'anno con Maria
Ma così tanti figli! si dirà. Una moltitudine simile non può e tuttavia accessibile ad una grandissima fedeltà», diceva
che disperdere e appiattire l'amore. Chaminade (L'esprit de notre fondation, t. 1, p. 173).
Codesta obiezione somiglia molto alla domanda che la madre
di un figlio unico poneva alla madre di una famiglia numerosa Ciò non implica una presenza visibile. Louis Cestac (1801-
(che l'ha riferito al convegno sulla famiglia, Parigi, settembre 1868), che visse questa presenza stupefacente, rispondeva a
1986). coloro che l'interrogavano:
— Ma come fai ad amare tanti figli? Io riesco a malapena ad «No, non la vedo, però la sento, come il cavallo sente la ma-
amarne uno solo! no del cavaliere che lo guida» (testo citato da P. B O R D A R R A M -
- Ma per me ogni figlio è unico, rispose, per ciascuno il mio P E , Le Vénérable L.E. Cestac, Gigord, Paris 1925, p. 458).
cuore è lo stesso. Ancora una volta quella presenza non è altro che l'effettivo
Il cuore di Maria si è esteso, come abbiamo detto, non soltan- riconoscimento (mantenuto, curato, manifestato) della reale
to nella misura che la natura dona generosamente alle madri presenza di Maria nella comunione dei santi.
delle famiglie numerose, ma a misura di Dio, di cui ella condi- Proviamo a caratterizzare quella presenza, le sue modalità e
vide la vita. Per Maria ognuno di noi è unico. C i ama tutti i mezzi per coltivarla.
insieme, e l'universalità del suo amore non fa che intensificare
l'amore di ognuno in Gesù Cristo.
Da parte di Maria la sua presenza è forte, ma è misconosciuta Una presenza in Dio e per Dio
da parte nostra e tocca a noi dare spazio a Maria nella nostra
vita: se con un'icona, un segno (portare la medaglia), una pre- 1. È una presenza diversa da quella di Dio.
ghiera, una pratica di culto o un pellegrinaggio. L a presenza di Dio è trascendente. L u i è il nostro Creatore.
Preferisco lasciar libera l'ispirazione di ognuno anziché pre- Egli ci fa esistere. È il Principio permanente della nostra esi-
cisare una modalità, infatti è auspicabile che l'amore filiale di stenza. Se egli potesse smettere di volerla (il che non è minima-
ciascuno trovi le sue forme, i suoi modi espressivi, i suoi rap- mente pensabile giacché Dio è costante e fedele), noi cesserem-
porti, poiché ogni rapporto filiale è personale. mo di esistere, così come la luce cessa quando non c'è più
Riscoprendo la sua presenza, permettiamo a nostra Madre di corrente. Egli è dunque più intimo a noi, di quanto non lo
aiutarci meglio, giacché ella non interviene con la forza, non siamo noi stessi.
farà nulla senza di noi, ma con noi. Questa presenza creatrice non ci schiaccia, poiché anzi susci-
ta l'autonomia e la libertà: mistero meraviglioso e misconosciu-
to. Io sogno una psicanalisi che faccia prendere coscienza, an-
ziché delle pulsioni del nostro profondo, di quella fondamenta-
B . C A R A T T E R I D I QUESTA PRESENZA
le presenza che dà senso, ordine e compimento a tutto il resto.
L a presenza di Maria non è a simile livello, poiché lei è una
Coloro che hanno tentato di scoprirla hanno talora ottenuto creatura come noi... I l mondo è esistito prima di lei. Se lei
una presenza abituale, ardente, purificante e pacificante. smettesse di pensare a noi, noi non cesseremmo di esistere. Non
«È un dono di presenza abituale della Santa Vergine, così è lei che ci fa vivere. Creata da Dio, ella non può che cooperare
come è un dono di presenza abituale a Dio, assai raro, è vero, in Dio per il nostro miglior vivere.
146 Un anno di grazia con Maria Come vivere guest 'anno con Maria 147
2. L a presenza di Dio non è soltanto presenza del Creatore, 4. È una presenza permanente, universale, come la sua pre-
essa fonda anche l'ordine della grazia mediante il quale lui ci senza nella Scrittura e nella liturgia.
comunica la sua stessa vita. Questa presenza è molto più radica-
le di quanto ritenesse la teologia decadente: la grazia (contin-
gente o abituale) vi era presentata come «qualche cosa», una Una presenza femminile e materna
specie di oggetto deposto da Dio nell'anima che Maria potrebbe
trasmettere, secondo lo schema usuale della mediazione. All'e- 5. È una presenza umana e femminile.
poca di Pio X I I il Sant'Uffizio intervenne, a giusto titolo, per - Umana, come quella di Cristo, e quindi a noi vicina e inti-
escludere una definizione della mediazione universale che ma;
avrebbe rischiato di svilire e travisare la grazia. - Femminile, come le è proprio. Lei è il vertice della missione
Infatti la grazia è la vita stessa di Dio a noi comunicata, stupenda e misconosciuta che Dio ha affidato alle donne: più
secondo Gv 7,38-39 (cf. 4,10.14), in cui la grazia è lo Spirito vicine alla vita di quanto non siano gli uomini, distolti dal
santo stesso che sgorga in noi come fonte d'acqua viva, secon- compito di guidarla e governarla dall'esterno.
do il desiderio di Cristo: che «abbiano la vita e l'abbiano in
abbondanza» (Gv 10,10). L a grazia è dunque la realizzazione 6. È una presenza materna. Maria, Madre di Cristo - uomo
immediata della nostra anima (del nostro essere) da parte di universale perché uomo-Dio - è sbocciata in una maternità
Dio, il quale ci comunica la sua stessa vita, il suo amore trascen- integrale: integralmente riferita a Dio, ma anche integralmente
dente. Egli ci divinizza, secondo l'Amore, senza snaturarci. e universalmente umana, secondo la vocazione che le ha confer-
L a presenza di Maria è di ordine diverso. Lei non è, come il mato Cristo dall'alto della croce dicendo « D o n n a , ecco tuo
Padre, il Figlio e lo Spirito santo, il Principio divino della
figlio» (Gv 19,26).
grazia, la fonte della vita, giacché anche lei riceve da Dio la vita
divina; non è affatto autrice della nuova creazione, ma serva
del Signore.
Che cosa vuol dire adozione
Conseguenza: la presenza di Maria è in Dio e mediante Dio.
E d è proprio così che i mistici la percepiscono, inseparabile da
Questa nuova maternità è adottiva. Ma l'adozione non è una
Dio come il ruscello dalla fonte. È una presenza che deriva dal
maternità di second'ordine. È un'avventura bilaterale di reci-
Padre, una presenza in Cristo, nel suo corpo che è la Chiesa,
procità. Per una madre adottiva non è poca cosa farsi accettare
una presenza nello Spirito santo, legame della Trinità e della
dal bambino adottato e adottarlo veramente.
Chiesa attraverso quella via d'amore che egli infonde in essa.
Ho conosciuto una coppia senza figli che aveva optato per
l'adozione. I l bambino designato aveva circa un anno. L a si-
Una presenza permanente nella fede gnora si recò molte volte a trovarlo perché si abituasse a lei, ma
il bimbo si era fissato sull'infermiera che lo accudiva. L a madre
3. Non è una presenza tangibile, anche se è opportuno averne adottiva era angosciata da quell'insuperabile distanza. Suo ma-
la sensazione. È una presenza di fede, una presa di coscienza dei rito la canzonava: — Per te, è più importante del nostro matri-
nostri legami con lei, nel Cristo e nella comunione dei santi, monio!
secondo la stessa Rivelazione. L'analogia era significativa.
148 Come vivere guest 'anno con Maria 149
Un anno di grazia con Maria
Come coltivare questa presenza? Non si tratta di polarizzarsi su questo dono, né di spiarne i
progressi, poiché l'attualizzazione della presenza di Maria com-
Attualizzare porta in genere tempi forti e tempi deboli, indipendentemente
dalla fedeltà. Non dobbiamo agire in maniera inopportuna, né
Si p u ò coltivare questa presenza attualizzando i segni che ci inquietarci per il suo ritorno ad una totale discrezione.
vengono offerti nella vita della Chiesa: Ma p u ò essere utile individuare quei tempi forti per poterli
- la Scrittura; opportunamente cogliere in quanto portano frutto.
- la liturgia. Maria è presente ad ogni messa e lungo tutto
l'anno, Santorale e Temporale;
- le chiese, i santuari e i pellegrinaggi che le sono dedicati; / tempi forti
- le icone, che sono segni della sua presenza: un'icona non è
un oggetto da vetrina, è una finestra sulla comunione dei I tempi forti nella nostra vita ricalcano quelli della Scrittura,
santi. È uno sguardo; della liturgia, della vita della Chiesa, e l'esperienza dei santi:
- le cosiddette devozioni, fra le quali faremo la nostra scel- 1. Maria è la Vergine degli inizi. Ella ha avuto un ruolo
ta. Paolo V I raccomandava soprattutto Vangelus e il ro- d'inizio e di fondamento: nell'incarnazione e nell'infanzia di
sario; Cristo, a Cana, segno inaugurale del ministero di Gesù, poi
- possiamo proficuamente affidare a Maria i nostri progetti e nell'infanzia della Chiesa, nata a Pentecoste.
le nostre azioni, non per scaricarcene, ma per meglio pren- Sarà anche per noi la Vergine degli inizi. È bene che le affi-
derli in carico, con lei, nella fede, ossia in Dio. Ciò che le diamo ciò che intraprendiamo, ciò che il Signore ci ispira,
viene affidato non è perduto; perché lei ci aiuti a condurlo a termine. Molte mamme affidano
- bisogna soprattutto saper accogliere il dono di quella presen- a Maria il loro bimbo sin da quando sanno di attenderlo. Lei
za, così come viene data, viva o spenta, a seconda dei casi. che ha realizzato l'inizio per eccellenza, ha la missione di aiu-
Questo dono gratuito non deve essere oggetto d'impazienza tarci nelle cose che stiamo per intraprendere al fine di portarle
o di inquietudine. L a sua occasionale vivacità sarà di breve a compimento.
durata. Teresa di Lisieux racconta di aver vissuto per otto 2. Maria è la Vergine dei cambiamenti (non c'è differenza
giorni «nascosta sotto il mantello della Madonna, facendo le rispetto al punto precedente, giacché non c'è inizio senza cam-
cose come non le faceva mai». Ma quella benefica invasione biamento e gli stessi inizi sono cambiamenti).
durò solo otto giorni, assai poco, in proporzione alla sua vita
L'annunciazione è il principio del Nuovo Testamento, ma è
lungamente provata. F u un momento fruttuoso, non un T a -
anche il passaggio dall'Antico al Nuovo. A Cana i l «primo
bor definitivo.
segno» provocato dall'iniziativa di Maria, accelerò il passaggio
Questa presenza va vissuta:
dalla vita nascosta a quella pubblica. Affidiamo a Maria i
- come bambini di Maria, senza infantilismo; cambiamenti, le crisi e i momenti difficili della nostra vita, dei
- come servi, senza servilismo; nostri progetti e compiti.
- come figli, senza dipendenza passiva;
- come fratelli di questa sorella maggiore, in ammirazione per 3. Maria è la Vergine delle notti spirituali: «Stella del mare»,
la grazia esemplare, originale e fondante da lei meravigliosa- come vien detta a partire dal Medioevo; Madonna dello Stabat,
mente assunta. icona tragica del Golgota.
152 Un anno di grazia con Maria Come vivere guest 'anno con Maria 153
Ella ha una funzione significativa nei cambiamenti dolorosi, richiesta di Lucia, veggente di Fatima. Maria ha un posto di
nelle prove e nelle croci. Nei momenti di desolazione e di tene- primo piano nell'avventura cristiana delle consacrazioni.
bra lei non sopprime la morte e le tenebre - lei stessa non vi è
sfuggita - ma insegna a viverle nella fede. Procura la pace nella
croce e nella notte. Pensiamo a lei quando siamo travolti dagli A. G R A V I OBIEZIONI TEOLOGICHE
avvenimenti, dalle nostre difficoltà interiori, dalla malattia, o
«nell'ora della nostra morte», come preghiamo nellMve Ma- Ma questo generoso ardore ha suscitato riserve e polemiche.
ria. Lei ha la vocazione di assisterci, dopo le nostre prove Si parla molto di «consacrazione a Maria». E l l a ci consacra, ci
quotidiane, nell'ultima prova della vita. Lei è la nostra madre si consacra - viene aggiunto. I teologi oppongono a questo
nell'ora della nostra nascita al cielo. linguaggio le seguenti gravi obiezioni:
L a presenza di Maria è libera e varia. Cerchiamo di coglierla 1. Dio solo consacra;
nella libertà dei figli di Dio. 2. la consacrazione è data dal battesimo;
3. come è possibile consacrare, dato che è Dio che consacra?
4. come è possibile consacrare gli altri, ad esempio la Russia
2 atea, dal momento che una consacrazione non p u ò sussistere
Consacrazione senza la ratifica personale e libera di colui che Dio consacra?
5. ci si può consacrare soltanto a Dio.
Abbiamo parlato all'inizio della presenza di Maria: tema
vitale, tradizionale, che esprime in maniera profonda e poco 1. «Che cosa significano le vostre consacrazioni - mi scrive-
discutibile l'essenza della nostra relazione con Dio. Per tale va un teologo classico - . Voi vi consacrate, consacrate gli altri.
motivo questa formula ci sembra preferibile a termini apparen- Non capisco. Dio solo consacra, ossia si rende presente in noi,
temente più forti e pregnanti, ma più ambigui, come mediazio- divinizza la nostra esistenza e la nostra vita».
ne, corredenzione o anche Madre della Chiesa, nonostante pre- Ciò è vero e non dobbiamo dimenticarlo: ogni consacrazione
senza non dica tutto e benché siano legittime altre formule. è un dono gratuito di Dio che inizia per opera Sua e per opera
Un altro termine è stato ampiamente usato nella letteratura Sua si conclude, perché L u i solo p u ò vincere l'inerzia della
mariana degli ultimi secoli: consacrazione. nostra natura secolare ed elevarci alla sua vita divina (cf. Gv
10,34: «voi siete dei»).
Giovanni Paolo I I non ha trascurato questa obiezione, ma
L'inarrestabile ascesa delle consacrazioni dette mariane l'ha ripresa e risolta secondo la Parola di Gesù all'Ultima Cena:
«Io consacro me stesso, perché siano a neh 'essi consacrati » (Gv
Dopo alcuni precedenti nel Medioevo, le consacrazioni stret- 17,19).
tamente legate a Maria divennero un movimento spirituale in I l versetto ci ricorda che a rigor di termini non c'è che una
Spagna ( X V I - X V I I secolo), poi con Grignion de Montfort e consacrazione: quella di Gesù Cristo. Nascendo fra gli uomini
molti altri. Dopo l'ultima guerra mondiale, tre papi hanno egli ha consacrato la sua umanità mediante l'unzione della sua
rinnovato per 8 volte, come fosse urgente, la consacrazione del divinità stessa, e tale consacrazione, interiore al mondo creato,
mondo attraverso il Cuore Immacolato di Maria, secondo la è un principio di consacrazione per il mondo intero: radicai-
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mente consacrato mediante L u i , chiamato ad entrare nella sua religiosa mediante i tre voti di povertà, castità e obbedienza.
consacrazione. Il destino del mondo e il nostro è la consacrazio- Essa ha la funzione di attualizzare, di realizzare la consacrazio-
ne in Gesù Cristo, diffuso e comunicato. ne del battesimo.
2. L a seconda obiezione (esiste una sola consacrazione, il Tale è anche la funzione delle consacrazioni mediante Maria.
battesimo) è legittima quanto la prima. È la stessa. Attraverso Dico 'delle' consacrazioni, perché possono assumere varie for-
quel sacramento Dio ci consacra imprimendo in noi un caratte- me: quella di Montfort, a Gesù attraverso Maria, quella che fu
re indelebile. richiesta a Fatima, attraverso il Cuore Immacolato di Maria,
ecc.
Questa consacrazione non verrebbe offuscata parlando di
Parlare di consacrazione significa quindi necessariamente
altre e non si scadrebbe nel particolarismo?
parlare di Dio, parlare dello Spirito santo. I l battesimo nello
No, perché le consacrazioni votive hanno una funzione preci-
Spirito non è altro che l'attualizzazione vitale del battesimo
sa nella Tradizione della Chiesa, in particolare la consacrazione
sacramentale e la sua penetrazione nelle zone nascoste del no-
religiosa con i tre voti.
stro essere, sino all'inconscio.
Poiché il termine consacrazione è analogico, la «consacrazio-
Ciò ci avvia a risolvere la terza obiezione:
ne religiosa» è relativa. Essa non ha altro scopo che realizzare
effettivamente la consacrazione del battesimo. Così pure la 3. Perché si parla di consacra^/, dato che solo Dio consacra?
consacrazione a Maria o mediante Maria. L a predicazione cri- Il fatto è che Dio non fa niente in noi senza di noi. C i
stiana e Grignion de Montfort stesso non hanno cessato di consacra soltanto se glielo chiediamo, con il nostro consenso e
sottolinearlo con la massima chiarezza. Consacrarsi è offrirsi la nostra cooperazione. Certo, Dio ha fatto tutto (come Causa
attivamente e generosamente alla consacrazione di Dio. prima, creatrice), ma ci chiama a fare tutto con lui, al nostro
Tali attualizzazioni o consacrazioni votive non sono meno livello, come causa seconda, libera e necessaria. L'opera della
importanti in quanto il dramma della Chiesa è che molti batte- nostra consacrazione, donata interamente da L u i , è interamen-
simi trasformano i battezzati soltanto in morti-nati: Dio ha te sviluppata da noi, dalla nostra libertà.
fatto la sua opera di consacrazione, ma senza risposta da parte È pur vero, però, che il vocabolo 'consacrare' non ha lo
del battezzato e la consacrazione fondamentale non è passata stesso significato quando si dice che Dio ci consacra (ossia ci
nella sua vita. trasforma) e quando parliamo di consacrarci (cioè di accogliere
Il grande problema del nostro destino e della Chiesa stessa è e vivere ardentemente questa grazia di Dio). Questa coopera-
dunque che la consacrazione gratuitamente donata da Dio di- zione è importante e indispensabile.
venga reciproca. D a inerte, divenga vivente. Da votiva, effetti- 4. Ma è possibile consacrare altri, dal momento che non
va; che penetri tutta la nostra vita, che tutta la nostra esistenza possono essere consacrati senza la loro libera adesione? Consa-
sia purificata, battezzata, orientata verso Dio, che trascorra crare la Russia (ufficialmente atea) secondo la richiesta di Fati-
rivolta a Dio, che la vita di Dio penetri in tutte le zone, sin nelle ma, non è forse un proposito magico e una prepotenza contro
più segrete del nostro essere e in tutti gli atti della nostra vita, la libertà di altri uomini, o addirittura una violazione di diritti
che essa li trasfiguri. dell'uomo? Torneremo successivamente sul significato di que-
Tale è, secondo la teologia (secondo i grandi predicatori del ste consacrazioni votive, ispirate dal desiderio di procurare a
X V I I secolo, come Bourdaloue), il senso della consacrazione terze persone o collettività il migliore dei doni, quello di Dio. È
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Come vivere guest 'anno con Maria
evidente che un simile dono non p u ò essere dato senza la libertà Siffatta prospettiva p u ò sembrare strana a chi è coinvolto
degli interessati, che rimane decisiva. Siffatte 'consacrazioni' soltanto nelle vicissitudini del mondo e gestisce la propria vita
hanno lo scopo di aiutare coloro che in quei paesi sono già
come un animale effimero, sino alla catastrofe finale e inevita-
consacrati, nonostante tutte le prove e le persecuzioni che subi-
bile che è la sua morte.
scono, affinché la luce e il dono che essi vivono si estendano ai
Il creatore chiama l'uomo a ben altro. Ve lo chiama secondo
loro compatrioti immersi nelle tenebre e nell'ombra di morte.
la libertà che gli ha donato. È proprio una libertà di cui ciascu-
È quindi una preghiera, un'intercessione, un appello al dono
generoso di Cristo che si è consacrato per consacrare con Sé no può fare ciò che vuole, anche rivolgerla contro Dio e inve-
tutti gli uomini. Non gli è proibito intervenire sui paesi atei, stirla nella frenesia di ogni genere di peccato.
come intervenne su s. Paolo, il persecutore, per consacrarlo in Ma la libertà non è assolutamente fatta per quest'autodistru-
quella maniera stupenda all'apostolato, che divenne la gioia e zione. È fatta per trovare il bene, l'amore, la felicità, valori che,
lo scopo ardente della sua vita. in definitiva, si trovano soltanto in Dio e in ciò che è ad imma-
gine di Dio: qui è la sede della felicità umana personale e
5. E d ecco l'obiezione che interessa più direttamente il nostro comunitaria.
argomento: perché si parla di consacrazione a Maria? C i si può L'uomo è fatto per trovare la felicità nella sua perfetta con-
consacrare soltanto a Dio.
sacrazione a Dio.
L'obiezione è fondata. Infatti 'consacrazione' significa ap- In rapporto a queste verità fondamentali è possibile situare il
partenenza totale, e la formula di consacrazione accentua talo-
ruolo di Maria nelle consacrazioni. Pur essendo relativo rispet-
ra, paradossalmente, la radicalità di quel dono di sé dicendo:
to a Dio, è importante perché Dio stesso ha dato a lei un posto
«Mi consacro come schiavo». L a formula è sconcertante, per-
ineguagliabile.
ché la schiavitù è un male. Farsi schiavi di una creatura (consa-
crarsi a una creatura) sarebbe un'alienazione, un asservimento,
a disprezzo dei diritti dell'uomo e dell'autonomia umana. B . I L RUOLO DI M A R I A N E L L A CONSACRAZIONE
Ma l'obiezione viene superata se ci si consacra a Dio come
l'apostolo Paolo, che con tanta insistenza si diceva «schiavo di Modello in eventi straordinari
Cristo» (Rm 1,1 e il prologo di molte epistole).
Essa è superata poiché essendo Dio Creatore, consacrarsi a Innanzitutto Maria è modello della consacrazione. F r a le
L u i non significa alienarsi, ma riconoscere la verità — ossia la creature riscattate, lei è la perfettamente consacrata.
nostra condizione di creatura — giacché dobbiamo tutto a Dio, 1. E l l a è stata consacrata sin dall'origine da Dio, che la
compresa l'esistenza e la libertà stessa, che egli crea proprio preservò gratuitamente da ogni peccato e fu presente in lei
come libertà, capace di allontanarsi da Lui e dal bene. Assume- prima del risveglio della sua coscienza e della sua libertà, ma
re tale verità significa scoprire nel contempo il Principio e il senza svalorizzare quel risveglio, tutt'altro. Quel primo e gra-
Termine divino della nostra esistenza. Significa scoprire la real- tuito dono a Maria è analogo a quello del battesimo.
tà più profonda e la fonte stessa della nostra libertà, così spesso L a libertà di Maria non ha cessato di confermare quella
asservita alle illusioni terrene. Significa trovare la via dell'unica consacrazione, con tutta l'anima e senza inadempienze, nell'a-
felicità che conta in questo mondo e che conduce all'eternità. zione di grazie che esprime i l Magnificat :
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«Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, poiché ha se si preferisce dire: «un nuovo approfondimento della medesi-
guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le gene- ma consacrazione», di Madre e serva del Signore.
razioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me Tale profonda consacrazione è legata a quella di Cristo Re-
l'Onnipotente». dentore e ne è correlata. Maria subisce allora innumerevoli
morti nella sua maternità con la morte di suo figlio, il quale
2. L a consacrazione è stata accentuata quando Maria è dive-
assume personalmente la propria morte ad un livello a lei supe-
nuta Madre di Dio, all'annunciazione. L a relazione personale
riore.
con il Figlio di Dio e con la Trinità intera, richiedeva un nuovo
L a prova del Calvario costituisce per entrambi un evento
dono dello Spirito.
cruciale. Maria aveva acquisito la vocazione di Madre dei mem-
— Lo Spirito santo scenderà su di Te (Le 1,35) — non soltan- bri del corpo mistico, divenendo Madre del Capo mediante
to per dare esistenza umana al Figlio di Dio, ma per proporzio- l'incarnazione. In quel momento egli non era ancora Capo e lei
nare Maria a quella relazione divina, giacché alla sua relazione non era ancora Madre degli uomini se non per vocazione. Sul
filiale con Dio si aggiunge una nuova relazione: materna. Que- Calvario Gesù diviene di fatto Capo e Testa mediante la vittoria
sta non distrugge la precedente, bensì l'approfondisce e la tra- della redenzione, correlativamente Maria diviene Madre attra-
sfigura. Si sarebbe tentati di parlare di una trasmutazione che verso il doloroso parto del Calvario. Gesù e Maria diventano
adatta Maria a quella straordinaria relazione e ne fa una degna allora pienamente, effettivamente e correlativamente ciò che
Madre di Dio. Le dà inoltre una dimensione regale tipica del- erano per vocazione sin dall'origine.
l'ambiente biblico, in cui la regina non era affatto una delle
spose del re, nemmeno la prima, ma la madre di colui che 4. A Pentecoste lo Spirito santo viene sulla Chiesa ed anche
regnava. È a lei che il monarca accordava trono, diadema e su Maria per un'altra unzione spirituale che fa di lei il cuore
onori. Betsabea si prostrava dinanzi al suo sposo Davide, ma vivente ed orante di questa Chiesa: il suo prototipo compiuto.
suo figlio, il re Salomone, si prostra dinanzi a lei e la fa assidere Ella era, sin dall'origine, la cellula iniziale e germinale, la ma-
su un trono a fianco del suo. trice di tutta la Chiesa nella sua preghiera, nella sua vita teolo-
gale, nella sua comunione con Cristo. L o Spirito stabilisce i
3. Sul Calvario si verifica un ulteriore approfondimento della suoi legami organici con la Chiesa nascente, ove si estende la
consacrazione di Maria, che viene messa alla prova perché la medesima grazia.
morte umana del Figlio annienta dolorosamente la sua materni- 5. All'Assunzione, la consacrazione si manifesta e si compie
tà. L a maternità è una relazione, e una relazione si definisce in nella Gloria ed è l'ultimo evento straordinario in cui Maria
base ai suoi termini: in questo caso il Figlio e la madre. Quando scopre, nella visione beatifica, la comunione di tutti i suoi figli.
uno dei termini scompare (il Figlio che muore), la relazione Ogni consacrazione è di Dio. Ma è anche un lungo cammino:
scompare in maniera straziante; ogni madre vive la morte del dallo slancio iniziale dei Misteri gaudiosi, a quelli dolorosi e
figlio così, anche se cerca di intrattenere con lo scomparso una infine ai Misteri gloriosi, come avvenne per Maria.
relazione che va al di là della tomba. Sul Calvario Maria prova E l l a è dunque il modello della consacrazione perfetta, per il
un vuoto mortale e Gesù l'invita a colmarlo con un'adozione. suo slancio verso Dio, per l'attiva accoglienza del dono di Dio
L a nuova missione di Maria richiede un'altra consacrazione e per l'azione di grazie per quel dono. In ciò lei è modello della
che il Signore le dona per quest'ulteriore finalità. Fa lo stesso, Chiesa, così come lo è per la sua comunione con Cristo, la sua