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Maschile/femminile
secondo le Scritture
Anne-Marie
Pelletier
Al lettore contemporaneo la Bibbia mostra con sicurezza la ne-
cessità di separare maschio e femmina: non per contrapporli,
ma perché vivano insieme. Il ruolo delle donne nella storia del-
la salvezza invita a esplorare le vie della relazione con l’uomo.
che gli rivolge il suo lettore. Per rilasciare la Rivelazione di cui è portato-
re, il testo ha bisogno di essere aperto da un lettore solido. Intendiamo
con questo un lettore che esiste come soggetto personale, radicato nel
concreto della sua condizione e del suo tempo. E intendiamo anche un
lettore che ha abbastanza fiducia da credere che le Scritture non ven-
gano rovinate dagli interrogativi e dalle obiezioni che le nostre culture
contemporanee in continua mutazione possono loro rivolgere.
Nelle nostre società occidentali, il campo dell’antropologia è oggi in-
teressato da rilevanti processi di rimessa in discussione e revisione, che
sembrano sovvertire senza appello le rappresentazioni bibliche. I dibat-
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la Bibbia con una ricchezza di senso che non abbiamo ancora valutato
pienamente, ma che può appunto svilupparsi nel contesto presente. Le
brevi riflessioni seguenti vorrebbero dar corpo a tale convinzione.
Pensare
la differenza
La questione è evidentemente di piena attualità, dato che in diversi
modi le nostre culture tendono a cancellare le frontiere, a sostituirle
con continuità tra mondo della materia e mondo del vivente, e poi,
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flitti o le perversioni che sorgono tra uomo e donna, tra fratelli e, sul
lungo periodo, tra comunità umane.
Per limitarsi alla relazione uomo-donna, si può rilevare una sotti-
gliezza particolarmente eloquente nel nostro tempo, nel quale circo-
la l’idea che uomini o donne si diventa solo attraverso l’imposizione
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Pensare
la storia al maschile e al femminile
Posta in risonanza con i dibattiti sociali contemporanei, la lettura
della Bibbia fornisce nuove sorprese. La narrazione della storia indi-
viduale e collettiva delle generazioni d’Israele è naturalmente piena
della presenza di donne, di cui innegabilmente si parla nel contesto
di una cultura patriarcale, che nega loro pressoché ogni diritto. Il che
spiega perché le loro tracce nella memoria biblica siano ben più pal-
lide e labili di quelle degli uomini. Molte di loro semplicemente non
hanno nome e sono identificate soltanto in relazione con un padre,
un marito, un figlio o un concubino… Certo, alcune compaiono in
episodi tanto smaglianti da essersi fissati nella memoria ed essere an-
cora ben vivi nell’immaginario dell’Occidente. Ma ecco che sotto la
luce radente delle nostre letture diventate attente alla questione delle
donne, appare chiaro che le figure di Giuditta, di Susanna, di Rut o
della Samaritana sono ben lungi dall’esaurire l’inventario. Lo sguar-
do scopre tutta una gamma di destini femminili molto più variegati.
All’ombra delle grandi figure maschili che dominano la storia patriar-
cale o regale, ma anche il mondo profetico, spuntano ruoli femminili
che si rivelano determinanti, anche se il loro riconoscimento dipende
talvolta dalla lettura di un palinsesto. Così, è evidente che le promesse
ai patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe finiscono per realizzarsi solo
perché delle donne – le matriarche che la tradizione ebraica volentieri
onora – accolgono nel loro seno la potenza di vita divina che ha la
meglio sulla sterilità umana. In modo analogo, Mosè deve certo la sua
esistenza al progetto divino dell’Alleanza. Ma questo si realizza solo
grazie a una congiura di donne – che si tratti delle levatrici d’Israele,
della madre e della sorella di Mosè, della figlia del faraone – che si
alleano contro i pensieri omicidi del faraone e uniscono i loro sforzi
perché viva l’Eletto di cui Dio farà il liberatore e il pastore del suo
popolo.
Indotto a interrogare la relazione uomini-donne, il lettore scoprirà
nelle Scritture ancora altre forme di presenze femminili dissimulate
nell’ombra dei ruoli maschili. È così che l’esegesi contemporanea met-
LA QUESTIONE
te in luce un profetismo biblico ben più ampio di quello cui siamo abi-
tuati a pensare prendendo in considerazione solo i profeti scritturali.
Questa esegesi restituisce così una sorprendente cornice che mette in
risalto, alle soglie di quel che si è convenuto designare come “profe-
zia prima”, la figura di Maria [la profetessa sorella di Aronne, NdT],
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Il
Cantico dei cantici rivisitato
Un’ultima segnalazione alla ricerca di punti di riferimento riguarda
la storia dell’interpretazione di quel libretto sorprendente che è il
Cantico dei cantici. Sappiamo quanti interrogativi ha suscitato la pre-
senza nella Bibbia di questo canto a due voci, dove un uomo e una
donna si cercano, s’incontrano, si celebrano con una libertà e una ric-
chezza di espressione sensuale che fiorisce in poesia pura. È noto an-
che che la tradizione cristiana, dopo quella d’Israele, vi abbia trovato
una risorsa inesauribile per meditare l’Alleanza e in particolare il mi-
Anne-Marie Pelletier
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in una carne maschile; nessuno può essere umano sfuggendo alla legge
che vuole che lo sia come uomo o come donna. Ma, così facendo, non
viene né a rivelare Dio come un maschio, né a porre la parte maschile
dell’umanità in una posizione di autorità sovrastante, né a mettere fine
a una differenza antropologica che fonda la nostra umanità. Fonda-
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