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DIO e il SE’… persi negli Abissi

Tratto dal libro autoprodotto "MY JERU-SALEM"


di Iller Lorenzelli

Il mondo è sull'orlo più fragile della sua stessa discrepanza.


La terra sta avvertendo che il ciclo Maya di migliaia di anni si sta concludendo
e, con lui, si chiude un ciclo veramente lungo di questo sistema solare. L'asse
terrestre si sta spostando e, quindi, tutti gli eventi naturali profetizzati dagli
antichi di ogni popolo si stanno verificando sempre più frequentemente.
Se avessimo vissuto in contatto armonioso con la nostra madre, questo
essere sferico su cui viviamo, ora avremmo buone probabilità di "sentire"
come e dove muoverci in simbiosi con essa, durante il grande cambiamento.
Ma nessuno di noi sa cosa fare, dato che è solo in balia di quel finto
progresso tecnologico di cui si serve e, ormai, cui è asservito. Se fossimo
stati più equilibrati, il nostro sviluppo non avrebbe minimamente intaccato e
violentato il pianeta.
Così eccoci qui, ci presentiamo verso la fine del grande ciclo completamente
ignari delle nostre profonde potenzialità, delle nostre vite vissute una dopo
l'altra, ancora illusi che qualche politico o qualche multinazionale
farmacologica e mediatica ci possa dare la sicurezza ed il benessere.

L'umanità ha bisogno di uno shock salutare, di una grande manifestazione


che anche i più ciechi non potranno fingere di non vedere.
Una mia amica mi ha suggerito che si potrebbe trattare della prova scientifica
della reincarnazione e, sinceramente, se non ha centrato l'obbiettivo ci è
andata più vicino di tutti.
Anche perché se tornasse una grande anima a realizzare miracoli, ciò non
porterebbe altro che un ennesimo fenomeno di idolatria che ora sarebbe
deleteria, dato che ce n'è in abbondanza già adesso e poi perché la gente
deve scoprire il proprio potere personale schiantandosi da sola.

Alla principale massa delle persone, la storia l'ha sempre dimostrato, va


benissimo un messia, perché è comodo, che sia Gesù o Hitler non ha poi
così tanta importanza.

Forse dimostrando che ognuno di noi è vissuto per secoli, si riuscirebbe a


creare quella condizione di eternità in cui uno è obbligato a guardarsi dentro,
perché, se non muore mai, è chiaramente quel dio che non sperava
nemmeno di essere, con tutta la libertà e la responsabilità che questa presa
di coscienza comporta.
Niente più alibi o streghe o diavolo.
Ma il salto che separa un uomo da un dio si chiama esotericamente "Abisso"
e qui comincia il lavoro duro, affascinante, a volte disperato, che l'alchimista
svolge minuziosamente per trasformarsi da metallo in oro.

La morte dello sciamano.


La rinascita del figlio dell'uomo.
La fenice che come un poderoso fuoco divino esce dalle proprie ceneri ormai
spente. Ma non del tutto, a quanto pare...

L'Abisso è quella zona amorfa ed illimitata che risiede dentro l'anima di tutta
la Creazione. Ogni uomo o donna, prima o poi, dovrà conoscerla,
immergendosi nelle sue acque scure e pericolose per affogarvi il proprio ego,
la vecchia ed obsoleta corazza di credenze e certezze.
Quando sarà arrivato all'altra sponda, quest'individuo si sentirà alleggerito
dalle sue parti superflue ed ingombranti, ma arricchito nella sua luce.
In natura questo è il primo principio ciclico dell'esistenza, ricordate?
Nulla si crea o si distrugge, tutto si trasforma: ovvero, tu mangi perché hai
fame, digerisci ed infine elimini quello che non ti serve più sottoforma di
escremento.
Le tue feci, però, saranno il migliore nutrimento per l'erba che cresce da
esse.
Come vi sentireste se non andaste mai di corpo?
Come un sacco di merda!

L'Abisso, quindi, è il supremo bagno dell'anima, dove questa può realmente


perdere le inutili e dannose vecchie costrizioni che le impedivano di
raggiungere un traguardo luminoso, quello di entrare a fare parte di quelle
anime che hanno già compiuto il passo.

L'abisso è come vedere l'interno di un corpo umano, l'interno del motore di


una macchina, l'interno degli ingranaggi di un orologio e via dicendo.
Perciò chi entra nel proprio sconfinato sè è esotericamente simbolizzato dal
tarocco dell'Appeso, ossia colui che si sporge a testa in giù nel suo vuoto
come un pipistrello "appeso" nella sua grotta. Pensate a come si prepara un
bambino prima di nascere, a testa in giù, proprio come chi entra nel ventre
dell'Abisso per rinascere.
Colui che fa questo tipo di passo, degno dei più alti onori, è pure
rappresentato con gli occhi girati all'indietro, non perché diventi una specie di
zombie (lo diventa se questo passo non lo fa), ma perché sta guardando il
suo Universo interiore.

Si entra così nella stanza dei bottoni che si collega al grande cuore pulsante
dell'Opera della Creazione e balza immediatamente agli occhi una grande
evidenza: all'interno di noi stessi abbiamo ogni tipo di informazione, abbiamo
tutto l'universo immaginabile.
In fondo capiamo che anche le stelle, i soli, con le loro gravitazioni
reciproche, non fanno altro che la funzione di ingranaggi celesti che
contribuiscono ai movimenti sacri del Grande Mistero.
Pensandoci, si comportano come pulegge, ruote di un motore, infatti, come
questi, mantengono vivo il movimento di questa macchina tridimensionale, il
cielo e lo spazio, attraverso rotazioni su sè stesse e gravitazioni reciproche.

L'aveva detto il mago, filosofo, alchimista, mistico Aleister Crowley e ve lo


ripeto ancor più forte, perché siamo nel duemila e non ne posso più: ogni
uomo e ogni donna è una stella!

Cosa diventava un faraone dopo il trapasso? Una stella. Non prendiamo sotto
gamba culture come quella egizia, ma sediamoci ed impariamo.

Allora, se non c'è differenza alcuna tra te e l'Universo, è ovvio il significato


originale della stella a sei punte, ora purtroppo simbolo soltanto della
meschina carneficina sui poveri palestinesi. In realtà vuol dire che ciò che è in
alto è in basso, come in cielo così in terra, il tuo microcosmo è il
macrocosmo.
E quindi, quel Dio che ogni religione ci ha fatto adorare all'esterno lo posso
trovare in me, dato che io sono quel Dio, in quanto ne possiedo una piccola
parte di fuoco.
La stella a sei punte dice anche questo (e penso sia il suo significato
profondo): in un granello di polvere è racchiusa ogni cosa dell'Universo, un
granello è la casa di Dio!
La tua piccola fiamma ha ugualmente in sè tutta la potenza, la gloria, la vita di
un Dio.

E che cos'è Dio?


E’ il Creatore... e tu sei lui... tu sei il Creatore... siamo tutti Creatori... questa è
la Grande Opera... ecco la fine dell'Abisso.... tu sei Dio!

Quando saprai di essere un creatore, la tua volontà mirerà sempre di più ad


allinearsi alla Grande Opera di Creazione, al Grande Mistero e, chiaramente,
il Grande Mistero faciliterà questa cosa in quanto il Creatore ha bisogno di
Creatori!

Prima di arrivare a questo stato dell'anima, ovviamente, bisogna attraversare


il mare del nostro inconscio individuale e collettivo, l'Abisso.
In questo apparentemente nuovo mondo, si hanno sensazioni reali e
caratteristiche che si possono riscontrare in chiunque s'accinga a risalire i
piani di questa dimensione d'esistenza.
Il primo di questi fenomeni è il restringimento della propria fiaccola di vitalità,
che si assottiglia fino al limite dello spegnimento; si rimane soltanto con la più
intima ed indistruttibile consistenza propria della nostra linfa vitale e si può
notare che, nonostante si sia ridotta ad un filo trasparente e nonostante si
abbia la sensazione di non potere proseguire negli incredibili ostacoli che
quest'avventura presenta, questa fiammella non si può spegnere.

Questa piccola fiamma ha in sè la forza di una stella dell'Universo ed è la


luce dell'immortalità.

Chiunque inizi a bagnare anche un solo piede in queste acque uterine, ha


scelto di arrivare in fondo alla sua Opera, anche se ancora non la conosce (o
non la ricorda).
Chiaramente, sempre come effetto del restringimento vitale della propria
fiamma, si ha una perdita momentanea di ogni nostro talento, o per lo meno
una diminuzione, compreso quel modo particolare in cui ognuno di noi
manifestava l'energia di cui disponeva.
Si ha la terribile sensazione di aver fatto una cazzata, di essersi messi nel
caos con le proprie mani... ed è vero!
Dov'è il problema? L'hai fatto perché la natura del tuo essere uomo lo
chiedeva.

Questo perché tu hai deciso di sacrificare tutto il tuo ego, sia nelle cose che
odiavi di te che in quelle che amavi, per metterle alla prova del fuoco, alla
prova del nove.

La nostra concezione dualistica degli opposti è la prima vittima sacrificale


sull'altare della tua coscienza: nell'abisso non si segue un sistema binario di
concetti, vedi bene/male, buono/brutto, ma si impara una nuova forma
interessante di linguaggio surreale (nel senso che sovrasta la realtà
ordinaria).
Il due scompare nell'inabissarsi, per ricomparire come simbolo trascendente
che vuol dire che due cose opposte si originano da una terza che le
comprende entrambe risolvendole in sè. Il famoso mistero della trinità.
La prima grande sfida al nostro limitato pensiero razionale che viene scoperto
nell'inadeguatezza, nella sua sterilità.
Non è facile mettere in concetti questi che concetti non sono, ma che sono
arcaiche verità che lavorano dentro il nostro cervello instancabilmente e che
muovono le leve del nostro sistema nervoso come riflessi automatici di cui
normalmente non ci accorgiamo.
E già si ha una ricca e splendente opportunità di scambiare energie con altre
dimensioni, visto che questo triplice simbolo ci aiuta ad uscire, trascendere
dall'errore precedente che facemmo tutti quanti, vittime dell'oscillazione
disperata da un estremo all'altro.
Per esempio, quando pensavamo che una cosa era bene e il suo opposto era
male, era veramente devastante scoprire che non era vero; ma ancor più
spietatamente nocivo era buttarsi di conseguenza nell'opposto, che prima era
male, pensando di trovare così il bene e scoprire ancora di essersi ingannati
di nuovo. E' chiaro che, a questo punto, scoprire una terza via d'uscita
risultante dalla comprensione di questa incompleta coppia d'opposti, o anche
solo iniziare ad intuirla, crea un'apertura benefica attraverso la gabbia in cui
eravamo rinchiusi.

A questo punto, però, noi come esseri umani, per poter abbandonare
completamente le fissazioni imprecise su cui basavamo la nostra vita, al fine
di comprendere una nuova forma d'intelligenza che ci viene offerta, abbiamo
bisogno di segni che ci indichino la strada giusta.

E' lo stesso aiuto che servirebbe ad un incauto ricercatore che s'avventura


dentro un bosco a lui sconosciuto in una notte senza luna. Senza neppure la
sua bussola, egli dovrebbe affidarsi completamente ad un qualcosa, o
qualcuno, che conosca il bosco meglio di lui.
Persi nell'abisso, si ha la vitale necessità di un contatto, di un collegamento
che giunga dalla luce. Prima o dopo, questo contatto avviene, ma non ci
comunica secondo le forme a noi note. Ci parla attraverso la telepatia, che
naturalmente s'instaura basandosi sull'Amore immenso che quest'essenza
prova per la nostra missione. Un collante intermittente, onde radio d'Amore
che uniscono due dimensioni diverse del creato.
Ecco l'Angelo Custode!

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