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Al festival del cinema di Roma è uscito il film “Io sono con te” di Guido Chiesa, mi
incuriosisco cercando un po' di notizie su di lui, notando che la sua preparazione e cultura
e l'ambito di provenienza è al di fuori di quello cattolico. Mi domando se forse ha cercato
davvero di indagare la figura della Madonna con la sua arte, proprio per questo motivo. E'
naturale aspettarsi un lavoro creativo da parte di chi per anni dichiara di credere in Dio, e
ho incontrati molti cristiani cattolici ferventi, che poi, però, all'atto pratico, erano molto
tiepidi. In questo caso, mi chiedo, fosse proprio il caso opposto, cioè di qualcuno che non
ne voleva sapere e poi, per strano caso, o meglio intervento di Qualcuno che smazzato
tutte le carte, si ritrova a credere?
Guido è una persona molto riservata, mi da un appuntamento, nonostante io abbia perso il
lavoro al giornale. Per mail, non ne voleva sapere di parlare al telefono, era continuato un
botta e risposta di settimane per fissare la data dell'intervista.
Mi chiede se ho un registratore, ma gli spiego che quegli aggeggi non mi sono molto
simpatici, e che preferisco prendere appunti.
Sig. Guido Chiesa lei è un regista che ha come una formazione e background
culturale chiaramente a sinistra, basta lanciare una rapida occhiata ai suoi lavori
cinematografici precedenti, in particolare un film su un partigiano. Come mai questo
cambiamento di rotta?
-Beh, questo film nasce dall'incontro di due donne, due mamme, fuori dalla scuola dove
vanno le nostre figlie: una è mia moglie Nicoletta Micheli, l’altra si chiama Maeve Corbo.
E stato questo che l’ha convinta a lanciarsi nella lavorazione del film?
- La goccia definitiva è stata la reazione dei primi produttori a cui portai all’idea. I nostri
amici Silvia Innocenzi e Giovanni Salini della Magda Film sono dei non credenti, ma si
sono letteralmente entusiasmati all’idea di raccontare Maria come una giovane madre che
per amore della creatura che Dio le ha messo in grembo non esita ad andare contro le
Leggi del suo tempo. E’ una lettura fuori dall’oleografia e dagli stereotipi, ma per nulla
“trasgressiva” o alternativa ai dettami della dottrina. Anzi, secondo noi li illumina di nuova
luce, mettendo in risalto l’umanità di Gesù e Maria, la storicità dell’Incarnazione. E in
questo modo rendono Maria non una figura irraggiungibile e un po’ eterea, ma una donna
imitabile da qualunque madre che riceve da Dio lo straordinario potere di dare la vita.
E’ stato quando ho capito che quello che a me appariva come un percorso sempre più
logico e liberatorio - in cui ragione e fede andavano di pari passo senza umiliarsi a vicenda
- poteva essere condiviso anche da altri che come non avevano un retroterra religioso, è
stato appunto in quel momento che l’idea di fare un film così è diventata una vera e
propria necessità: non era solo per comunicare ad altri quello che avevo compreso, ma
per salvare la mia stessa anima. Certo, per convincermi ho dovuto per così dire “toccare
con mano”. Sono un po' come S. Tommaso…
Beh, in effetti S.Tommaso,se accettiamo quello che dice il Vangelo, non credeva che
quello che si gli stava davanti era proprio il suo Gesù resuscitato e dovette toccare
appunto con mano, mettendo il dito nelle piaghe rimarginate e sanate di Gesù, fu
allora che si inginocchiò, definendolo “mio Dio e mio Signore”.
(A questo Guido abbassa gli occhi e poi mi guarda indagativo, poi riprende e a
spiegare)
- L’aver “cancellato” il contesto umano e storico dalla interpretazione dei Vangeli - ponendo
l’accento solo sugli aspetti mistici e spirituali - non solo rischia di trasformarli in una
favoletta, ma ci fa perdere la comprensione di molti aspetti forti e controversi di quello
stesso racconto. Ad esempio, che per la società dell’epoca, soprattutto ebraica, era uno
scandalo dare tutta questa importanza alla madre del Messia - a una donna - invece che
al padre. Ancora una volta, invece, l’umanità di Maria è la testimonianza evidente
dell’Incarnazione.
Più che trarre ispirazione dai vangeli Apocrifi - che sono ammantati di magia e gnosticismo
- ci siamo attenuti a quelli di Matteo e soprattutto Luca. Mi ha colpito invece molto il
Corano, in cui è parimenti descritta la scena della nascita del profeta Gesù. E’ opposta a
quella di Luca: Maria partorisce nel dolore e, appena nato, Gesù domanda alla palma di
piegarsi per donargli un dattero. E’ magia pura, il contrario dell’Incarnazione.
In effetti non c'è molto di rassicurante e naturale, in un parto di una donna che non
allatta il figlio, sapevo che fossero dedicate diverse sure alla figura di Maria, ma mi
mancava questo episodio, grazie! Forse è stato creato un po' creando un parallelo
con la nascita di Ismael, capostipite della loro nazione , nel deserto, dove ad Agar,
incinta cacciata dalla moglie di Abramo, viene indicato da un angelo un luogo dove
bere, un 'oasi perciò.
- Quando ho cominciato a leggere il Vangelo di Luca alla luce di quanto detto sopra, ho
visto Maria in una luce differente, lontana dagli stereotipi a cui ero stato abituato. E' lei la
vera protagonista della storia del nostro film: una donna, e il cristianesimo è l'unica
religione che mette una donna all’inizio della propria storia. Non c'è nulla di simile nelle
altre religioni.
Volevo cercare di andare al di là dei preconcetti e delle stratificazioni che in tanti secoli si
sono sovrapposti alla figura di Maria. Restituirla nella sua umanità, per fare capire come,
dietro i passaggi del Vangeli, c'è un modello di pedagogia e puericultura valido per tutti,
che può essere preso come la base della relazione tra Dio e gli esseri umani, a partire da
quei più piccoli a cui appartiene il Regno dei Cieli.
Se è vero, infatti, che per ogni essere umano è fondamentale il rapporto che si instaura
con i propri genitori, in particolare con la madre, i Vangeli attraverso Maria ci dicono che è
proprio questo il progetto divino. Ogni essere umano è un dono di Dio e ai suoi genitori, in
particolare alla madre, è chiesto di accoglierlo, amarlo e rispettarlo. Il “sì” si Maria è un sì
alla bonta del progetto divino che riguarda Gesù e, per estensione, a ogni essere umano
perché Gesù è in noi.
Siamo andati a girare in Tunisia perché è un paese che ha alcune caratteristiche
paesaggistiche simili a quelle della Palestina di 2000 anni fa. Ma più che gli aspetti
esteriori, ci interessavano quelli antropologici: una società con tratti ancora arcaici, come
quella delle campagne della Tunisia del sud, era il terreno ideale. Ad esempio, per gli
abitanti di quella zona - come la giovane ragazza che interpreta Maria - è stato facile
capire che cosa significa essere donna - o essere bambini - in una società patriarcale,
perché la loro è ancora per molti aspetti una società dominata dai maschi, come lo era
quella ai tempi di Gesù, sia nel mondo ebraico che in quello degli altri popoli, ad esempio i
romani.
Si è vero, c'era il pater familias e la discendenza era per linea maschile, le stesse
donne, anche quelle patrizie, avevano per nome il cognome per così dire della
famiglia, mentre l'uomo ne aveva tre, per differenziarlo dai suoi parenti.
- Già. E anche il bambino era reputato come una proprietà, e non aveva alcuna voce
giuridica. Leggendo il Vangelo di Luca, ho riflettuto sul fatto che secondo me ci deve
essere stata un'altra fuga, oltre quella che conosciamo tutti, cioè in Egitto. Una fuga a
Betlemme.
Beh, se seguiamo le fonti, Gesù aveva 12 anni, perciò come oggi si direbbe era una
adolescente, e secondo la tradizione ebraica di oggi era all'epoca del suo barnitvà,
o secondo l'ottica romana, non era più un puer, ma un adulescens, oggi diremmo un
giovanotto, perché si cresceva e si maturava prima, non un teen ager, ma un kid.
-Si, ma secondo me quello che non viene messo in risalto di questo episodio è che il
Tempio non era una Chiesa come noi la intendiamo adesso, bensì era il luogo dei sacrifici,
il luogo in cui milioni di capi di bestiame - i capri espiatori - venivano macellati in onore di
Dio. E’ in questa prospettiva, secondo noi, che Gesù dice a Maria di essere venuto a
occuparsi del Padre suo: che Dio è quello che necessità di tutto quesl sangue? Che cosa
nasconde questa massa di olocausti?
Gli sorrido e gli dico che forse non andrà esattamente così, dato che Dio è già
entrato nella sua vita e nella sua arte, bisogna vedere che succederà.