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KIERKEGAARD

Mappa concettuale
Critiche a Hegel (da Briciole filosofiche e Postilla non scientifica)
- ciò che costituisce l’inter-esse del filosofo (il suo stare tra finito e infinito) non è l’essenza
ma l’esistenza
- dunque non è il sistema della necessità logica
- ma l’esistenza come possibilità e soprattutto possibilità che non, l’apertura di fronte al nulla
che la vita e la morte sono, che comporta la ineludibilità della scelta e del progetto di sé:
l’esistenza è contingenza e libertà
- categoria dell’esistenza non è il genere (l’universale) ma il singolo, il singolo è la categoria
attraverso cui la filosofia e la storia devono passare
- dunque il cominciamento della riflessione filosofica non è l’idea ma l’esistente
- nel sistema della logica non c’è movimento, come presumeva Hegel: solo nell’esistenza c’è
movimento, non c’è libertà ma solo necessità
- se in logica è possibile la mediazione prevista dalla dialettica hegeliana (et – et),
nell’esistenza si dà solo aut – aut: non c’è sintesi possibile di fronte alle alternative etiche,
ma solo contraddizione
- la dialettica, quindi, non è quantitativa (tra universale e particolare) ma qualitativa tra finito
e infinito, ossia tra uomo e Dio
Stadi nel cammino della vita (da Aut-Aut e Timore e tremore)
- Vita estetica – figure: Faust di Goethe, Don Giovanni di Mozart, Ebreo Errante, Johannes il
seduttore – caratteristica: l’esteta sceglie di non scegliere e fugge la noia – dimensione temporale:
l’attimo – scacco: la ripetizione (proprio la monotonia che voleva evitare è quella in cui scopre di
trovarsi invischiato: il seduttore scopre la vanità di ripetute avventure tutte uguali)
- Vita etica – figure: il giudice Wilhelm, o il marito, l’ignoto pastore luterano – caratteristica:
l’assunzione di responsabilità e il consentimento alla morale del genere – dimensione temporale: il
futuro (la costruzione di un progetto di vita) e il passato (tramite la ripresa: il progetto consente il
recupero e la ricomprensione del passato che non opprime più ma viene apprezzato nel suo valore,
consente cioè di rimanere fedeli al proprio impegno) – scacco: il pentimento (come Atlante che
pretende di sollevare il mondo, il marito si carica di un eccesso di compiti che non riesce ad
assolvere)
Entrambi gli stili di vita conducono alla disperazione, che non bisogna eludere: solo disperando di
sé ci si rende disponibili alla fede
- Vita religiosa- figura: Abramo (contrapposto ad Agamennone), disposto all’infanticidio come
prova di fede: l’uccisione del figlio non è neppure giustificata dal dovere politico, ciò che è
scandalo e paradosso per la ragione è criterio per la fede - caratteristica: il silenzio di Abramo e la
sua solitudine, poiché non può spiegare a nessuno la motivazione del suo gesto – dimensione
temporale o meglio extratemporale: la rinascita (da Adamo a Cristo, la nascita dell’uomo nuovo
dall’uomo vecchio, se ne ricorderà il teologo Barth nel 1919 inaugurando con il suo commento alla
Lettera di Paolo ai Romani la Kierkegaard Renaissance cioè l’esistenzialismo)
Angoscia e disperazione (Il concetto dell’angoscia, La malattia mortale)
Angoscia è il sentimento che nutriamo di fronte al mondo, di fronte al nulla della nostra esistenza
che siamo chiamati a dotare di senso attraverso la scelta; è il sentimento della possibilità che non; è
diversa dalla paura, che proviamo di fronte a un oggetto determinato, e posteriore all’innocenza che
non distingue il bene dal male (Adamo di fronte all’albero della conoscenza è chiamato a scegliere,
qui cessa l’innocenza e nasce l’angoscia); solo chi è formato secondo l’angoscia è formato secondo
libertà; solo il discepolo dell’angoscia è libero
Disperazione è il sentimento che proviamo di fronte a noi stessi, non potendo né diventare diversi
da ciò che siamo né realizzarci mai alla perfezione; si è disperati per un eccesso di possibilità
(smarrimento) o per difetto di possibilità (costrizione soffocante); la disperazione è malattia mortale
perché ci accompagna per tutta l’esistenza sino alla morte (sua figura è l’ebreo errante condannato a
non morire mai); solo accettando tutta la disperazione ci apriamo alla fede: un Dio che vuole essere
amato scende con l’aiuto dell’inquietudine a caccia dell’uomo
Ma la fede è anch’essa una scelta a rischio e senza garanzie di salvezza

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