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Negli ultimi anni di università iniziò un rapporto sofferto con Regina Olsen (spiegherà
in molte pagine del Diario), lasciandola un anno dopo.
Una volta tornato a Copenhagen si dedicò esclusivamente ai suoi libri.
La produzione poetica di Kierkegaard può essere divisa in 3 periodi:
- VITA ESTETICA→ Aut-Aut ↝ Victor Eremita;
Timore e tremore ↝ Johannes de silentio;
Il concetto dell’angoscia↝
- VITA ETICA→ Riflessioni sulla società
- VITA RELIGIOSA→ La malattia mortale ↝ Anti-climacus
L’esercizio del cristianesimo ↝ Anti-climacus
Discorsi edificanti ↝ Kierkegaard.
Solamente la sua ultima opera porta il suo nome, le altre recano degli eteronimi
(pseudonimo) il cui significato ne cela alcuni elementi (sono delle maschere) e
illustra il cammino dalla riflessione sulla coscienza umana alla fede.
Ad unificare le varie opere intervengono le riflessioni contenute nei Diari, pubblicati
dopo la sua morte.
VITA ESTETICA→ l’esteta è colui che non sceglie, che rifiuta di assumere ruoli e
responsabilità, che passi di esperienza in esperienza senza mai
definirsi come identità stabile.
Vive nell’istante e non nella durata e non è in grado di definire se
stesso.
Ad impersonare la figura dell’esteta ritroviamo il Don Giovanni.
VITA ETICA→ Si contraddistingue per la sua fissità, per l’assunzione dei propri
compiti e responsabilità.
Chi vive eticamente è in grado di definire se stesso, costruisce
un’identità e una durata.
Lo stadio etico è esemplificato da K. mediante la figura del giudice
Wilhelm e accanto a lui anche quella del padre di famiglia.
(Il padre di famiglia fa una scelta che implica progettualità, tentativo di
autocomprensione, crede di avere una personalità ma indossa ancora una
maschera, è la figura istituzionalizzata della società.
Il Don Giovanni era al di là della morale,obbediva soltanto alle sue pulsioni e alla sua
sensualità).
Il Cristianesimo non offre risposte già pronte per i nostri problemi esistenziali, ma
consente di affrontarli.
Il Cristianesimo presuppone una comunicazione indiretta dove l’uomo deve fare uno
sforzo interiore per riscoprire in sé il messaggio cristiano (è una comunicazione che
somiglia all’arte maieutica in cui il maestro-Dio aiuta il discepolo, ma il discepolo
deve saper aiutare se stesso, generare per suo conto la verità).
Kierkegaard rivolge una critica alla Chiesa trionfante, Chiesa istituzionalizzata.
Il cristianesimo deve essere vissuto piuttosto come esperienza esistenziale profonda
(in senso agostiniano), che come abitudine.
IL POSITIVISMO
Può essere definito come la filosofia che ha assunto il metodo scientifico come
l’unico valido.
La scienza è l’unica forma possibile di conoscenza della realtà.
Individuiamo 3 indirizzi fondamentali del positivismo:
- Positivismo sociale (Auguste Comte- fare della politica una scienza
sperimentale);
- Positivismo metodologico (John Stuart Mill- applicare la logica induttiva
all’analisi sociale);
- Positivismo evoluzionista (Spencer- intende generalizzare la legge della
selezione naturale).
COMTE:
L’intera riflessione di Comte verte sulla questione se sia possibile trasformare la
politica in una scienza esatta.
Il termine “positivo” è usato da Comte con varie sfumature di significato:
1) Ciò che è reale.
2) Ciò che è utile
3) Ciò che è certo
4) Ciò che è preciso
5) Ciò che ha valore ed è degno della nostra ammirazione
La legge fondamentale per spiegare e descrivere scientificamente lo sviluppo della
storia del pensiero, dell’umanità e dei fenomeni sociali è LA LEGGE DEI TRE STADI
- STADIO TEOLOGICO: punto di partenza; concerne il distacco dell’uomo
dalla natura e il suo primo approccio con la cultura.
I fenomeni naturali sono spiegati come prodotti dell’azione diretta e continua
di agenti soprannaturali.
I tre stadi sono fra loro incompatibili, ma destinati a succedersi l’uno all’altro.
Descrive anche i momenti della crescita di ogni singolo uomo sul piano individuale e
l’evoluzione dell’umanità: l’uomo è teologo dell’infanzia, metafisico della giovinezza e
fisico della maturità.
NIETZSCHE
Nacque nel 1844 in un villaggio vicino a Lipsia;
Studiò teologia e filologia, mentre la lettura dei classici (Schopenhauer) lo avvicinano
alla filosofia.
Nel 1863 conobbe il compositore Wagner con il quale stringerà uno stretto legame, e
al quale dedicherà “La Nascita della Tragedia”.
Nel 1876 scrive le “Quattro considerazioni inattuali”.
Il “periodo illuministico” è caratterizzato da una critica radicale dei valori morali e
delle certezze scientifiche del Positivismo.
Appartengono a questo periodo “La gaia scienza” e “Umano troppo umano”.
In questa fase prende le distanze dai precedenti: Schopenhauer, dal quale rifiuta il
pessimismo; Wagner.
Nel 1873 inizia a manifestarsi la malattia (“demenza”) che lo costringerà a
interrompere anche l’insegnamento.
Durante questo periodo compirà una serie di viaggi, durante uno dei quale incontrerà
pure una donna che sposerà.
Nel 1883 pubblicò “Così parlò Zarathustra”.
Tra gli scritti posteriori troviamo poi “Al di là del bene e del male” e “Genealogia
della morale”
Trascorre gli ultimi anni in stato di semicoscienza, affidato prima alle cure della
madre e poi a quelle della sorella.
Morì a Weimar nel 1900.
Il pensiero di Nietzsche venne nazzificato, in particolare per le tematiche della
volontà di potenza e per l'Ubermensch.
1^ periodo→ “Nascita della tragedia”
Con quest’opera ribalta la filosofia, non è Socrate il Dio della filosofia
ma Nietzsche.
Secondo N. questo è l’inizio del declino della società occidentale,
caratterizzata da una decadenza sociale, morale…
Ritroviamo anche un attacco al socratismo, in particolare alla sua idea
di utilizzare la ragione per spiegare.
Per Nietzsche infatti la ragione non è sufficiente per spiegare il mondo
“CONSIDERAZIONI INATTUALI”:
Tra il 1873 e 1876 Nietzsche pubblicò le 4 considerazioni inattuali, la prima è rivolta
alla cultura tedesca in generale, la seconda alla storiografia e le ultime due a
Schopenhauer e Wagner.
III e IV→ Wagner e Schopenhauer sono considerati come rappresentanti del
“sovrano disprezzo” contro la contemporaneità.
III- “Schopenhauer come educatore”.
II→ Nella seconda considerazione, “Sull’utilità e il danno della storia per la vita”,
descrive 3 diverse tipologie di storiografia.
La storia per Nietzsche si divide in :
- MONUMENTALE: quella che enumera le grandezze del passato;
fornisce esempi di grandezza ma può mitizzare il
passato e inibire il presente.
- ANTIQUARIA: può condurre a una venerazione del passato e al rifiuto
del cambiamento.
- CRITICA: consente di riconoscere i limiti e gli errori ma impedisce di cogliere
i legami tra attualità e passato.
Nelle opere del “periodo illuminista” N. ripercorre l’origine e la storia dei valori morali
per individuare il carattere “UMANO TROPPO UMANO”.
N. anticipa alcuni aspetti fondamentali di Freud, per esempio è il primo a utilizzare,
per indicare la parte non consapevole oltre che non razionale dell’io, il termine “ES”.
Nietzsche ormai è sfiduciato sulle possibilità di riscatto della vita attraverso le forme
artistiche.
Nasce così l’attacco alla morale e alla metafisica.
L’arte che nelle opere precedenti aveva avuto un ruolo di guida, per la sua capacità
di mediare tra Dionisio e Apollo, ora viene considerata una mistificazione.
Il nostro autore abbandona l’idea che la sola ragione possa cogliere la verità, la
ragione è importante solo nella misura in cui si concilia con l’impulso vitale.
La morale è fondata su un egoistico impulso vitale e dunque è necessario
recuperare l’impulso vitale (dionisiaco) e conciliarlo con la razionalità.
(ottimismo di fondo che lo discosta da Schopenhauer).
Nietzsche definisce la filosofia di “umano troppo umano” come la filosofia del
mattino, ad indicarne un nuovo inizio dopo la notte della metafisica.
Ritroviamo tre figure retoriche: spirito libero, viandante e la filosofia del mattino.
Lo spirito libero è colui che ha lasciato dietro di sé i vecchi valori della tradizione e
che guarda il mondo con occhi nuovi; egli è al tempo stesso un viandante senza
meta, perché non ha un fine da raggiungere, ma un mondo da esplorare e da vivere.
Lo spirito libero è colui che rende il proprio pensiero autonomo rispetto all’ambiente
da cui viene fuori, colui che non si adegua alla prassi della mediocrità, è colui che si
innalza da tutto ciò che è umano, troppo umano.
Per Nietzsche la logica, e in generale la scienza , non produce una conoscenza vera
del mondo, ma un’interpretazione di esso.
L’opera “Umano troppo umano” è dedicata a Voltaire poiché lui era uno spirito libero.
(Freigeist).
BERGSON
Nacque a Parigi da una famiglia di origine ebraica nel 1851. Si laureò prima in lettere
e poi in matematica, e ottenne il dottorato in Lettere e Filosofia.
Le sue opere e le sue lezioni ebbero un grande successo e nel 1928 ricevette il
nobel per la letteratura.
Durante la seconda guerra mondiale aderì moralmente al cattolicesimo, ma non si
convertì ufficialmente per solidarietà con gli Ebrei.
Nel saggio “Materia e Memoria” il tema centrale è quello della “relazione tra il
corpo e lo spirito”, criticando le due teorie, quella dell’epifenomenismo (pensiero
come funzione del cervello) e quella del parallelismo (mente e cervello stessa cose
viste da prospettive diverse).
Bergson vuole dimostrare l’esistenza di una dimensione spirituale indipendente da
quella fisica, ma comunque legata.
Allo stesso tempo vuole dimostrare l’esistenza reale della materia (“insieme di
immagini”) e dello spirito.
Con “immagini” intendiamo un’esistenza situata a metà strada tra la “cosa” e la
“rappresentazione”, e per spiegare questo concetto Bergson fa ricorso all’esperienza
umana: il mondo esiste distinto a noi, ma per noi esiste solo come noi lo conosciamo
ed è quindi un’insieme di immagini.
Noi interagiamo con queste immagini mediante il nostro io, che è sia immagine
(percezione; agiamo sulle cose in quanto corpo) sia memoria (agiamo sulle cose con
la coscienza).
Bergson distingue in noi due polarità:
- percezione: punto di intersezione tra la coscienza e il mondo; ricordi
coscienti che usiamo per interagire con la realtà.
- memoria: è complessa e individua in sé più dimensioni.
Ci sono i ricordi-immagine→ ricordi attualizzati, chiamati alla coscienza per
le diverse finalità pratiche
Si collocano tra la percezione e il ricordo puro;
ricordi puri→ ricordi di cui non siamo consapevoli, che vivono sul fondo della
memoria e che affiorano solo in determinate occasioni.
Sono l’insieme delle nostre esperienze passate e costituiscono
la coscienza e l’individuo stesso.
Bergson utilizza l’immagine di un cono rovesciato per spiegare come si colloca la
nostra vita psicologica tra pura percezione e ricordo puro.
La base AB rappresenta il ricordo puro, il piano la realtà e il vertice S i meccanismi
senso-motori con i quali noi interagiamo con la realtà.
Bergson muove una critica all’evoluzionismo il quale non è stato in grado di spiegare
la grande varietà del mondo organico né il presentarsi di alcune strutture simili in
specie che hanno linee evolutive diverse.
Nel testo “L’evoluzione creativa”, Bergson parte dal presupposto che ciò che noi
conosciamo meglio siamo noi stessi.
Lo sviluppo della personalità è fatto di passaggi graduali, da sfumature di colore.
Il divenire della coscienza è caratterizzato dal crescere su se stesso , conservando il
passato che influenza il presente. Ognuno di noi costruisce la propria vita come un
artista dipinge un ritratto (il risultato finale non è prevedibile).
L’ipotesi di Bergson va in senso contrario a quella positivista.
Il processo evolutivo non è spiegabile mediante il meccanicismo (corso necessario di
cause ed effetti)(non è valido per il mondo organico che è crescita, sviluppo,
trasformazione…).
Non è spiegabile neanche mediante il finalismo, in quanto considera ogni specie
come un passaggio necessario o prevedibile, mentre la vita secondo Bergson è
creazione continua e imprevedibile.
⇨La vita è invenzione e novità che lascia spazio alla contingenza.
Secondo Bergson l’evoluzione è come lo “SLANCIO VITALE”, una spinta creativa o
una forza spirituale che penetra nella materia e produce vita.
Lo slancio vitale si comporta come una mano che entra in una limatura di ferro: potrà
penetrare più o meno in profondità, ma produrrà sempre un’organizzazione simile
che assumerà la forma della mano.
La vita inoltre non è lineare, lo slancio vitale si scontra con la materia, frantumandosi
e prendendo direzione nuove.
( prima grande divisione è tra il mondo vegetale e animale che a sua volta si
suddividono in diverse linee evolutive).
FREUD
Fu un medico e non un filosofo nel senso vero e proprio della parola.
Nacque nel 1856 in Moravia da una famiglia di origine ebraica.
Si trasferisca a Vienna dove compie gli studi liceali, universitari, laureandosi poi in
medicina nel 1881.
Ottenne una borsa di studio che gli consentì di seguire le ricerche di Charcot
sull’isteria.
Aprì uno studio medico dedicato alla cura di malattie nervose, prima mediante
l’ipnosi per rimuovere i sintomi, poi mettendo a punto la tecnica psicoanalitica
Il suo approccio fu empirico→ basava i suoi studi sui suoi pazienti.
Tra le sue opere principali troviamo:
- L’interpretazione dei sogni
- Tre saggi sulla teoria sessuale (scoperta di una sessualità infantile)
- Metapsicologia
- Introduzione alla psicoanalisi
Dopo l’annessione nazista dell’Austria nel 1938, Freud lasciò Vienna e si rifugiò a
Londra, dove morì nel 1939.
Freud teorizza che esistono materiali psichici non direttamente accessibili alla
coscienza, che possono riaffiorare in condizioni particolari, ad esempio durante le
sedute ipnotiche o nel sogno.
Compie le sue prime ricerche con Charcot, studiando l’isteria , considerata si
dall’800 una malattia esclusivamente femminile, di origine somatica che veniva
correlata a cause organiche (disfunzioni fisiologiche nella donna).
⇨ I fenomeni isterici hanno una loro ragion d’essere e sono in qualche modo
funzionali alla conservazione dell’equilibrio ( il nostro obiettivo è trovare l’equilibrio).
Un'interpretazione dei sintomi su base psichica portò alla constatazione di alcuni
casi di isteria maschile, oltre che femminili.
L’ipotesi dell’origine psichica dell’isteria trova poi una conferma negli studi condotti
con Breuer.
Osservarono il comportamento di una paziente, ANNA O (nome fittizio).
Essa soffriva di idrofobia e F. e B. la ipnotizzarono.
Lei in seguito iniziò a descrivere una scena: ricordò un cane che beve dal suo
bicchiere.
Quando Anna O riesce a rievocare le esperienze che sono all’origine dei sintomi,
questi scompaiono.
La rievocazione avviene solo sotto ipnosi, e la scomparsa dei sintomi indica
l’esistenza di delle dinamiche che avvengono nel soggetto senza che esso sia
consapevole (prima intuizione dimensione inconscia).
(→tutti abbiamo qualcosa nell’inconscio che magari non si manifesterà mai).
⇨ la scomparsa dei sintomi indotta dal ricordo è denominata “metodo catartico”.
Occorreva però ottenere questo non attraverso l’ipnosi, con la quale i sintomi
scomparivano nell’immediato ma poi tendevano a ricomparire.
Freud decide perciò di abbandonare l’ipnosi.
Lo strato profondo della personalità viene denominato in un primo tempo inconscio e poi Es
(o Id) dal pronome neutro tedesco di terza persona.
Es possiede una propria organizzazione dinamica:
Nella descrizione della struttura della psiche adulta ( descritta nella seconda topica,
nell’Introduzione alla psicoanalisi) afferma che la psiche è caratterizzata da 3 istanze
fondamentali:
- Ego (Io)→ parte cosciente della personalità;
- Es→ inconscio animato da pulsioni sessuali e distruttive incompatibili con la morale e
da esperienze coscienti ritenute negative e quindi rimosse dal soggetto;
- Super-ego ( o Super-io)→ in gran parte inconscio, interiorizzazione delle norme
morali che ha funzioni di controllo.
L’Es è separato dall’Io da una barriera che impedisce una comunicazione diretta.
Gli scambi tra i due avvengono attraverso il Super-Io, il quale opera un’azione di censura del
materiale inconscio che può giungere alla coscienza soltanto per contenuti accettabili dal
Super-Io.
Per superare questa censura i contenuti assumono solitamente una forma simbolica.
La differenziazione della psiche in Io cosciente, Es e Super-io non è originaria, ma si
costituisce durante l’infanzia (originariamente Io ed Es non si distinguono e il Super-io non
esiste).
L’io non è originario, il bambino nei primi mesi agisce soltanto secondo secondo il principio
di piacere. L’Io si forma con l’adattamento di una parte dell’Es al mondo estrerno