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KIERKEGAARD

Lo chiamavano il dandi di Schopenhauer: amava la vita e i piaceri, ma aveva una spina


delle carni che lo tormenterà per tutta la vita. Aveva una fidanzata, la regina Holfen, ma
prima di sposarla l’abbandona e rimane con questo tormento. Ha una religiosità
protestante, un profondo senso del divino e anche dell’individuo.
È considerato il precursore dell’esistenzialismo perché analizza l’esistenza del singolo e
ne individua le caratteristiche (tipico del cristianesimo). Heidegger era interessato
all’aspetto ontologico (era ontologo). Kierkegaard va a considerare tutte le situazioni che
mettono a nudo i problemi esistenziali: malattia, lutto etc. che pongono l’individuo faccia a
faccia con se stesso.
Il verbo “existere” significa star fuori da una situazione. L’esistenza è propria dell’individuo:
ha un inizio e una fine. Deiezione significa “essere gettato in un luogo”: mi trovo in una
situazione che non ho scelto io.
Lui dice che l’individuo non prova solo paura, come gli animali, ma prova l’angoscia.
L’angoscia è la paura del nulla e fa comprendere che l’esistenza è possibilità. Avere tante
possibilità significa che l’uomo è posto di fronte ad una scelta: questo provoca
nell’individuo un’indecisione permanente. L’avere tante possibilità è qualcosa di
paralizzante.

Scritti: Aut-Aut (significa “O uno o l’altro”); la scelta è necessaria nell’esistenza, non si


possono condurre tre tipi di esistenza. Secondo Kierkegaard, l’esistenza è sempre
destinata allo scacco (perdere già in partenza): lui però ne individua tre tipologie e solo
una di queste potrà essere perseguita.

1- Primo tipo di esistenza: “DIARIO DI UN SEDUTTORE”. Come esteta cerca sempre


un senso dell’esistenza, affidandosi alla sensibilità, al piacere e alla ricerca
dell’infinito. Questi istanti dell’esteta sono sempre uguali e lo conducono alla noia,
alla disperazione e allo scacco dell’esistenza.

Giovanni cerca di sedurre una giovane donna, ma la sua non è una seduzione
fisica; lui desidera plagiare questa persona, affinché viva solo per lui. Per attirarla
usa anche un servo. Sedotta la ragazza però, si arriva alla noia (riconducibile
all’atteggiamento di Kierkegaard nei confronti della regina Holfen).

2- Secondo tipo di esistenza: “VITA ETICA”, è quello del buon padre e del buon
marito. Egli sceglie e si impegna nel prendersi cura della famiglia, rinuncia alle
donne per stare insieme a una sola e si assume questa responsabilità, lo fa
razionalmente usando la ragione. Però anche il padre di famiglia è destinato allo
scacco, poiché scegliendo una sola possibilità ha rinunciato a tutte le altre
possibilità e quindi rimane insoddisfatto, c’è il rimpianto ed il pentimento.
È un dramma perché l’uomo dispone di un tempo finito dove non può scegliere tutte
le possibilità. Essendo la vita possibilità, il fatto di sceglierne una sola implica la
rinuncia dell’altre e quindi va contro all’esistenza stessa che è quella di essere
possibilità.

3- Terza possibilità (SOLUZIONE): scelta della vita religiosa, molto lontano dal
concetto reale di religiosità.

Fa riferimento ad Abramo. Abramo porta Isacco sul monte più alto per ucciderlo in
nome di Dio: razionalmente è impensabile, ma Abramo non si fa domande, si fida e
basta. Quando è sul punto di uccidere il figlio, viene fermato dall’angelo Gabriele e
Isacco viene salvato.

La vita religiosa per Kierkegaard è la scelta della fede, quindi fidarsi di Dio senza chiedersi
il perché. Abbandonarsi a Dio significa dare un senso dell’esistenza, il perché della mia
esistenza lo sa Dio.
Attimo immenso: Abramo fidandosi di Dio, lo porta ad essere sicuro che ciò che sta
facendo ha un senso. Infatti, per Kierkegaard la fede è paradosso e scandalo. Scandalo è
ciò che ti chiede la fede, ovvero di credere a qualcosa che razionalmente non puoi
provare. Paradosso è avere un Cristo che è allo stesso tempo è Dio e Uomo, quindi finito
ed infinito.
La vita religiosa è l’unica che dà la possibilità di riscattare l’esistenza, questo tipo di
esistenza religiosa può superare la problematica esistenziale, però solo fidandosi di una
dimensione metafisica.

- TEMPO DELLA VITA DEL BUON PADRE: spazializzato → nasci-muori

- TEMPO DELLA VITA RELIGIOSA (ANCHE DI NIETZSCHE): trasversale/verticale.


In questo caso verticale, perché affido a Dio il senso della mia esistenza: passato,
presente, futuro.

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