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SOREN KIERKEGAARD (1813 - 1855)
- Prende distanze da Hegel. Attenzione focalizzata sul singolo.
- Viene considerato anticipatore di una corrente filosofica: esistenzialismo (si sviluppa nel ‘900). Tra i massimi
esponenti: Jean Paul SARTRE, JASPERS, Martin HEIDEGGER.
L’ESISTENZA TRA POSSIBILITÀ E SCELTA
- Esistenza: possibilità, non necessità. I passi che uno dopo l'altro effettueremo nella nostra vita, rientrano in un
raggio di possibilità nel quale compiamo autonomamente delle scelte. Siamo chiamati a scegliere dal primo
momento in cui abbiamo consapevolezza di noi stessi. La decisione determina l’esclusione di tutte le altre
possibilità. Quando si operano delle scelte all’interno di una rosa di possibilità, non potremo sapere a priori se
quella scelta sia giusta (salto nel vuoto). Parlo di angoscia: paura dell’ignoto.
- Impossibile non scegliere: mentre scelgo di non scegliere, sto scegliendo.
- K è rimasto tutta la vita al ‘punto’ = punto sospeso = sempre riuscito a fare marcia indietro quando si trattava di
concretizzare. Ha amato tantissimo Regina Olsen, avrebbero dovuto sposarsi, ma lui la lascia in dirittura di arrivo.
Intraprende la carriera religiosa di pastore, ma prima di prender voti, termina la carriera bruscamente. Spina nelle
carni: dolore costante, che lo fa soffrire e lo rende irrequieto = deriva da una colpa grave del padre (bestemmia).
CONFRONTO HEGEL - KIERKEGAARD
- Civiltà occidentale cerca da secoli di razionalizzare il messaggio divino. Per lui questi tentativi sono vani: la
religione è tale perché ineffabile all’uomo. Teologia è e deve rimanere irrazionale. I dogmi della fede rimangono
paradossali: ‘fede è scandalo e paradosso’ e non bisogna cercare una spiegazione razionale.
- Difesa della singolarità dell’individuo vs universalità dello spirito (di Hegel; interesse per l'io come singolo,
ovvero per l'io concreto, sganciato dalla nebulosa astrattezza);
- Alternative inconciliabili (AUT-AUT, ogni scelta esclude categoricamente tutte le altre) vs sintesi conciliatrice;
- Possibilità (libera scelta dell’uomo di condurre esistenza) vs necessità (sviluppo sovraindividuale e necessario di
Hegel);
- Il singolo (concreto) è superiore al genere (si ricava dal concreto).
DRAMMATICITÀ DELL’ESISTENZA
- Categoria all’interno della quale viene compresa l’intera esistenza umana è la possibilità.
- La possibilità è intesa come potenza nullificatrice: per ogni possibilità che-sì vi è una possibilità che-non (nullità
possibile di ciò che è possibile).
- La possibilità ha in sé una carica paralizzante dalla quale deriva l’angoscia (paura priva di oggetto, definita già da
Lutero).
- K afferma di trovarsi in uno stato di indecisione permanente, in un equilibrio instabile tra le alternative opposte
(punto zero).
- Le tre alternative esistenziali possibili per il singolo: stadio estetico, stadio etico e stadio religioso.
11.1
3 STADI - MODI ESISTENZIALI
- Opera aut - aut (1843): presenta i 2 primi stadi (estetico ed etico).
Stadio estetico
- Scegliere di non scegliere: lasciare che il mondo scelga per loro. Figure emblema che mirano all’eccezionalità:
1. Don Giovanni di Mozart: seduttore carnale, colui che coglie l’attimo, non sceglie alcuna donna ma le sceglie tutte,
no progetti a lungo termine.
2. Johannes di K: seduttore intellettuale, piacere intellettuale di attirare a sé quante più donne possibili, no
interesse carnale. Chi sceglie tutte le donne, non sceglie.
3. Faust: personaggio di storia popolare tedesca che vende anima al diavolo perché sempre insoddisfatto, voglia di
eccezionalità (sapienza assoluta).
4. Dendi: rifiuta i valori borghesi, vive all’insegna dell’originalità. Vita vissuta come opera d’arte. Un esempio di
Dendi è Oscar Wild/D’Annunzio.
- Vita vissuta all’insegna dell’attimo, continua ricerca del piacere porta alla noia e quindi disperazione (=
impossibilità di mantenersi coerente con proprio stile di vita. Mancanza di soddisfazione). A lungo andare questa
continua ricerca non può essere un crescere continuo, si arriva a uno stadio di saturazione - assuefazione del
brivido.
- X uscire da noia si può decidere di scegliere → Stadio etico.
Stadio etico
- Adesione a questo stadio è libera. Non c’è strada che ci porta allo stadio successivo.
- Vita etica: scegliere di scegliere.
- Scegliere vuol dire avere delle responsabilità (diverso dallo stadio estetico), costruire qualcosa (non è scelta che si
fa una volta sola, ma è una scelta che si fa giorno dopo giorno). Etica vive nella ripetizione = desiderare di
continuo la scelta fatta.
- Uomo decide di abbracciare l’universalità dei valori condivisi dalla comunità di riferimento. Figura emblematica:
marito che sceglie di amare una donna e di lavorare per mantenere la famiglia. Rappresenta la solidità e la
responsabilità.
- Rischio: omologazione (rifiutata da esteta), lasciarsi trasportare da una routine che si è creata. Adesione alle
regole è vuota e solo esteriore/sterile → Insoddisfazione.
- Non è detto che la scelta di questo stadio sia pienamente realizzante.
14.1
Stadio religioso
- Opera Timore e tremore (1843).
- K. Si allontana dalla tradizione secolare - occidentale di tentare di trovare una spiegazione razionale ai dogmi di
fede.
- La fede deve essere un’adesione spontanea, non deve cercare conferme nella razionalità.
- La dimensione religiosa comporta una sospensione dell’etica, perché si impernia solo su volontà di Dio che può
divergere da leggi etica.
- Ad es. Dio chiede ad Abramo di uccidere il figlio. Non è una richiesta etica. Con Dio sia in una dimensione
superiore che supera l’etica stessa. Scegliere Dio significa scegliere di non seguire l’etica universale x abbracciare
solo il valore di Dio, senza farsi domande. Si effettua una sospensione dell’etica.
- Sfera etico: ambiente dell’universale (valori condivisi da tutti gli uomini). La dimensione del rapporto tra uomo e
Dio è personale ed esclusivo. E’ rapporto tra uomo e assoluto → Rapporto assoluto con l’assoluto. E’ eccezione
assoluta.
- L’esteta non abbraccia l’universalità dell’etica. Vive al di sopra dei valori etici. Nello stadio religioso questa
eccezionalità ritorna, ma dopo un superamento dell’universalità dello stadio etico.
17.1
FEDE COME PARADOSSO E SCANDALO
- Uomo religioso vive la fede come scandalo, come subordinazione completa a Dio oltre le stesse regole del vivere
civile. Il principio religioso sospende quello morale, non c’è nessuna conciliazione/sintesi.
- La fede cattolica, come si è strutturata nei secoli, è lo specchio di quella filosofia occidentale consolatoria con la
quale ha stretto alleanza: la fede, per il cristianesimo, è consolazione, rassicurazione, pace dell'anima.
- La fede autentica, per Kierkegaard, è invece rischio, coraggio di fronte all'ignoto. Dopo innumerevoli tentativi di
razionalizzare il cristianesimo, il filosofo danese ne sancisce il carattere paradossale e scandaloso.
- Cristo in quanto Dio onnipotente, non soggetto a patimenti carnali, soffre (patisce i dolori della carne, pur
essendo puro spirito) e muore. Sacrificio di Cristo sulla croce è paradossale. Cristo è Dio che si fa uomo, quindi
diventa eternità che si storicizza (sottoposta a 3 dimensioni temporali: passato, presente, futuro).
- La fede non ammette nessuna giustificazione razionale. Il singolo si deve assumere il rischio Dio questo mistero
che porta con sè la fede e deve compiere un salto nel buio.
- Il carattere della vita religiosa è il rischio e l’incertezza, vissuto in solitudine. Uomo ha il suo rapporto con Dio, ed è
solo.

Testo 1: Abramo, l’etica e la fede (da Timore e tremore)

- Si parla di Abramo e del salto nel buio, non meditato dalla religione.
- Nello stadio etico, la dimensione etica significa che individuo abbraccia e orienta i suoi comportamenti al fine di
realizzare la sua vita facendo riferimento a quei valori. I principi etici sono condivisi da tutti: sono scopi che
rientrano all’interno dei valori che la società condivide.
- La dimensione morale deve essere superata, e in questo senso Hegel aveva ragione. In K questa morale viene
superata facendo si che singolo esca da dimensione universale per ritornare di nuovo singolo. Si va oltre all’etica.

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