L’unico mezzo che consente di resistere nell’angoscia è la fede: affidarsi alla
provvidenza accettando in nome di una forza buona più grande di noi di affrontare il rischio dato dalle possibilità. L’altra condizione esistenziale che vive l’uomo è la disperazione, legata al senso della possibilità che riguarda la nostra realizzazione personale (essere o non oppure non essere ciò che si è): il soggetto può decidere di essere o rifiutare di essere se stesso. In entrambi i casi si arriva alla disperazione. 1. Decisione di essere se stessi → decisione presuntuosa: lo faccio con la convinzione di bastare a me stessa e di essere autosufficiente (nessuno di noi però è totalmente autosufficiente) = ci si scontra inevitabilmente con la realtà 2. Decisione di non essere se stessi → Cerco di scindere un legame con me stesso, che però non può essere spezzato: posso lavorare su di me ma al fondo io resto io. = MALATTIA MORTALE: qualsiasi decisione si prende, si sperimenta la propria morte. La disperazione può arrivare da due fattori diversi: o per mancanza di necessità o libertà di cui l’uomo è un mix. Libertà= assenza di possibilità, non può scegliere, gli manca l’aria. Necessità= solo possibilità e nessuna necessità, è come se volasse come una farfalla di possibilità e possibilità senza concretizzarne neanche una. È disperante perché provoca un dispendio di energia senza la realizzazione di qualcosa. L’unica strada per resistere alla disperazione e al suo impatto sulla vita è la fede: unica strada in cui l’uomo può accettare di essere sé stesso come è stato fatto, senza che questa accettazione sia presuntuosa e implichi l’idea di essere autosufficiente. Nella fede l’uomo si scopre CREATURA DI DIO: sa di non essere autosufficiente in quanto esiste solo perché qualcun altro l’ha fatto (= Dio). Si arriva al terzo filo conduttore di K A differenza di H, K pensa che incontro tra finito (uomo) e infinito (dio) non si verifica nella dialettica (= processo della storia in generale) ma in un istante preciso del tempo (= storia di ciascun uomo). È un instante nel quale la dimensione orizzontale in cui si sviluppa la vita dell’uomo incontra la dimensione verticale del divino. Tale punto è il punto in cui viene donata la fede. Non c’è un processo di progressivo avvicinamento, ma una rivelazione, un’illuminazione in un preciso momento della vita di quella persona. È un momento dove accade qualcosa di paradossale = la fede è una grazia, un dono ricevuto in quanto il singolo non può fare niente, dall’altra parte il singolo può scegliere se accettarlo o meno. Quindi la fede è paradossale perché è contemporaneamente qualcosa che viene donato e che richiede che l’individuo metta in gioco completamente la sua libertà.
Testo: categoria di scandalo è connessa alla fede e la pone davanti ad un bivio: mi
possono fermare allo scandalo oppure posso andare oltre, verso la fede. Figura Cristo scandalizza per elevatezza (dio che sembra uomo come tutti) o abbassamento (idea che un uomo come tutti abbia la pretesa di essere dio). (contrario) Non è comprensibile che uomo e dio possano coesistere in un'unica persona. Palude da cui non si esce: non è comprensibile attraverso ragione ma solo attraverso grazia della fede.