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Filosofia 12/12/23 fine Kierkegaard

L’unico mezzo che consente di resistere nell’angoscia è la fede: affidarsi alla


provvidenza accettando in nome di una forza buona più grande di noi di affrontare
il rischio dato dalle possibilità.
L’altra condizione esistenziale che vive l’uomo è la disperazione, legata al senso
della possibilità che riguarda la nostra realizzazione personale (essere o non
oppure non essere ciò che si è): il soggetto può decidere di essere o rifiutare di
essere se stesso. In entrambi i casi si arriva alla disperazione.
1. Decisione di essere se stessi → decisione presuntuosa: lo faccio con la
convinzione di bastare a me stessa e di essere autosufficiente (nessuno di noi però
è totalmente autosufficiente) = ci si scontra inevitabilmente con la realtà
2. Decisione di non essere se stessi → Cerco di scindere un legame con me
stesso, che però non può essere spezzato: posso lavorare su di me ma al fondo io
resto io.
= MALATTIA MORTALE: qualsiasi decisione si prende, si sperimenta la propria morte.
La disperazione può arrivare da due fattori diversi: o per mancanza di necessità o
libertà di cui l’uomo è un mix.
Libertà= assenza di possibilità, non può scegliere, gli manca l’aria.
Necessità= solo possibilità e nessuna necessità, è come se volasse come una
farfalla di possibilità e possibilità senza concretizzarne neanche una. È
disperante perché provoca un dispendio di energia senza la realizzazione di
qualcosa.
L’unica strada per resistere alla disperazione e al suo impatto sulla vita è la
fede: unica strada in cui l’uomo può accettare di essere sé stesso come è stato
fatto, senza che questa accettazione sia presuntuosa e implichi l’idea di essere
autosufficiente. Nella fede l’uomo si scopre CREATURA DI DIO: sa di non essere
autosufficiente in quanto esiste solo perché qualcun altro l’ha fatto (= Dio).
Si arriva al terzo filo conduttore di K
A differenza di H, K pensa che incontro tra finito (uomo) e infinito (dio) non si
verifica nella dialettica (= processo della storia in generale) ma in un istante
preciso del tempo (= storia di ciascun uomo). È un instante nel quale la dimensione
orizzontale in cui si sviluppa la vita dell’uomo incontra la dimensione verticale
del divino. Tale punto è il punto in cui viene donata la fede. Non c’è un processo
di progressivo avvicinamento, ma una rivelazione, un’illuminazione in un preciso
momento della vita di quella persona. È un momento dove accade qualcosa di
paradossale = la fede è una grazia, un dono ricevuto in quanto il singolo non può
fare niente, dall’altra parte il singolo può scegliere se accettarlo o meno. Quindi
la fede è paradossale perché è contemporaneamente qualcosa che viene donato e che
richiede che l’individuo metta in gioco completamente la sua libertà.

Testo: categoria di scandalo è connessa alla fede e la pone davanti ad un bivio: mi


possono fermare allo scandalo oppure posso andare oltre, verso la fede.
Figura Cristo scandalizza per elevatezza (dio che sembra uomo come tutti) o
abbassamento (idea che un uomo come tutti abbia la pretesa di essere dio).
(contrario)
Non è comprensibile che uomo e dio possano coesistere in un'unica persona.
Palude da cui non si esce: non è comprensibile attraverso ragione ma solo
attraverso grazia della fede.

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