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SOREN KIRKEGAARD

(1813-1855)

Filosofo danese precursore dell’esistenzialismo.

Vive un'infanzia e una giovinezza malinconiche, a causa di una severa educazione religiosa e di
numerosi lutti familiari, che lo inducono a ritenere che su di sé gravi una profonda colpa da espiare.
Dopo essersi formato come pastore protestante ed essersi fidanzato con Regine Olsen, rinuncia sia
al matrimonio sia alla carriera ecclesiale. Da allora conduce una vita ritirata, dedicandosi alla
riflessione filosofica e alla scrittura. Muore nel 1855.

Si laurea con una tesi su Socrate ( ironia in Socrate).

Per Kierkegaard vivere e scrivere sono la stessa cosa. Egli adotta generi narrativi, come il diario o la
lettera, dove il protagonista si espone in prima persona.

Le opere filosofiche di Kierkegaard sono pubblicate sotto pseudonimo: egli non vuole nascondersi
dietro un'identità fasulla, ma assumere di volta in volta una personalità e una prospettiva sul mondo
ben precise, coerenti con i contenuti dell'opera. E’ un rapporto aperto con l’identità cioè con chi si è
e cosa si vuole essere.

Tra il 1843-44 scrive AUT-AUT ( in latino significa o…o) o esclusivo cioè o questo o quello.

TIMORE E TREMORE

IL CONCETTO DELL’ANGOSCIA

Kirkegaard rifiuta l’idealismo che da più peso al tutto ( io infinito vale più dell’io finito ). Lui
ritiene questa filosofia troppo astratta e poco adatta a rispondere ai problemi dell’uomo.

L’uomo infatti affronta la vita da singolo, di conseguenza il generale viene dopo il particolare e il
punto di partenza è l’individuo.

DA COSA E’ CARATTERIZZATA LA VITA DEL SINGOLO?

Risposta : da SCELTE E POSSIBILITA’ in ogni istante della vita e ogni scelta implica PAURA
perché ogni scelta esclude le altre ( VITA = BIVIO).

E’ sempre il singolo che sceglie e a volte queste scelte sono paralizzanti per la paura di sbagliare.
Questo comporta un’angoscia perenne.

Secondo Kirkegaard l’uomo davanti alla scelta può rispondere in 3 MODI:

- VITA ESTETICA
- VITA ETICA
- VITA RELIGIOSA

I primi 2 modi non sono soddisfacenti, solo la vita religiosa salva l’uomo.

Non si tratta di un precorso, ma tra uno stadio e l’altro c’è un abisso.


Nell’opera AUT- AUT ( che scrive con lo pseudonimo di Victor Heremita) parla dei primi 2 stadi e
lo fa raccontando di aver trovato 2 plichi di carte che riguardano appunto uno la vita estetica e uno
la vita etica.

La vita estetica è la vita dell’uomo che davanti alla scelta sceglie di non scegliere. L’esempio
migliore è il DON GIOVANNI, un seduttore che vuole vivere la sua vita come un’opera d’arte.
Ogni istante è imperdibile. Il Don Giovanni non vuole scegliere perché scegliere significa
accontentarsi e quindi arrivare alla noia. Questa vita condanna alla disperazione perché non
scegliendo chi si vuole essere significa non essere nessuno.

La vita etica è la vita del marito ( K. Sceglie il giudice WILHELM). Il marito sceglie e si impegna
della scelta quindi questa vita sembra migliore, ma arriva comunque il momento in cui non si sente
completamente realizzato : l’uomo in questo caso si da degli obiettivi ma non sempre riesce a
raggiungerli e può sbagliare ( incorre cioè nel peccato e nell’errore). Inoltre si tratta di una vita
noiosa, ripetitiva quindi non è soddisfatto.

Nel libro TIMORE E TREMORE propone la VITA RELIGIOSA come soluzione.

Ricorre ad Abramo (Genesi) come esempio cardine della vita religiosa : Ad Abramo viene chiesto
da Dio il sacrificio del figlio Isacco e Abramo ubbidisce. Con la richiesta di Dio Abramo deve
scegliere. La richiesta è assurda, ma Abramo lascia che prevalga la scelta di Dio.

Quindi Kirkegaard vuole dire che non scelgo io ma è Dio a scegliere. Dio parla al singolo e la fede
è l’adesione a Dio indipendentemente da ogni regola.

La fede è PARADOSSO E SCANDALO : dire di si a Dio vuol dire anche passare attraverso
l’ANGOSCIA della scelta . L’angoscia è la paura delle scelte. Ogni possibilità implica angoscia, ma
solo affrontando l’angoscia si può fare la scelta di Dio ( vedi Abramo).

Riferendosi sempre alla Bibbia l’angoscia ( peccato) è sempre associata all’uomo :

1) Adamo ed Eva solo dopo aver scelto di mangiare il frutto proibito si vedono nudi e provano
angoscia, vergogna, peccato.
2) Gesù sa che Giuda lo tradirà ( con il bacio) e prova angoscia ( dirà a Giuda fai in fretta)

Quindi Kirkegaard afferma che l’uomo prova angoscia per le possibilità esterne all’io e
disperazione per le indeterminate possibilità interne all’IO.

ANGOSCIA = SONO IO CHE AGISCO

DISPERAZIONE= SCELTA SU CHI VOGLIAMO ESSERE

Con la vita estetica non scelgo né esternamente né internamente;

Con la vita Etica scelgo esternamente ma mi scontro con la mia scelta.

UNICA SOLUZIONE = AFFIDARSI A DIO

Dio è irrazionale, non segue le nostre regole ed è anche un paradosso perché si trova a d una
distanza irraggiungibile, ma allo stesso tempo si è fatto mortale ed è morto per noi.
L’uomo ha davanti infinite possibilità e l’unico modo per orientarsi è affidarsi a Dio. Ma non siamo
in grado di sapere quando Dio ci illumina.

ATTENZIONE : Kirkegaard è distante dalla dottrina cattolica perché secondo lui Dio arriva al
singolo e l’uomo deve aspettare l’istante.

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