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Il fatto che la nostra esistenza sia caratterizzata dal contatto col nulla fa sì che in noi sia

presente un sentimento costante di angoscia. L’angoscia è una sensazione data dalla


“paura del nulla”, che si presenta soprattutto davanti alle decisioni. Davanti ad una
decisione, infatti, c’è sempre l’opzione che il nulla si manifesti, dunque proviamo angoscia.

L’altro sentimento che caratterizza la vita dell’uomo è la disperazione, che si presenta


quando l’Io si confronta con se stesso. Essa è causata dal fatto che l’individuo può condurre
la propria esistenza sostanzialmente in due modi: può essere se stesso, e in questo modo
rendersi conto del suo status di essere effimero, oppure può essere altro da sé, quindi non
realizzarsi mai. Entrambe le vie sono evidentemente poco invitanti, dunque quando l’Io
riflette sulla propria esistenza cade nella disperazione.

In sostanza, l’angoscia è data dal rapporto Io – Mondo, mentre la disperazione dal rapporto
Io – Se stesso.

Ma come si supera questa angoscia esistenziale? Kierkegaard individua tre vie principali
che l’uomo utilizza nel tentativo di sopprimere l’angoscia.

VITA ESTETICA
La vita estetica è quella del Don Giovanni, di colui che non prende decisioni: giace con
molte donne, vive istante per istante, senza impegno, captando i singoli piaceri.

Tuttavia, questa via conduce alla noia. Il Don Giovanni non prende impegni, il che dimostra
che non ha una vera volontà. Al contempo, vivendo istante per istante, non costruisce una
storia, in sostanza non vive. Paradossalmente, volendo vivere tutto, vive il nulla. Rendendosi
conto di ciò, cade nella disperazione.

VITA ETICA
Rappresentata dalla figura del marito, al contrario della vita etica, è caratterizzata dall’atto
della scelta. Il marito compie una serie di scelte decisive: il matrimonio, la famiglia, il lavoro.

Tuttavia, anche il marito, pur compiendo delle scelte, non esprime una volontà. La sua
scelta, infatti, non deriva dalle sue attitudini personali, bensì dai dettami etici conformisti. La
prassi vuole che un uomo per bene si sposi, abbia dei figli e un buon lavoro, ma questa non
è la volontà del singolo. Di conseguenza, anche il marito cade nella disperazione.

VITA RELIGIOSA
Rappresentata dalla figura di Abramo. L’uomo di abbandona completamente a Dio,
tralasciando qualsiasi altra norma.

Abramo ha seguito la volontà di Dio a tal punto da essere disposto perfino ad uccidere il
figlio, pur di assecondarlo.

Abbandonandosi alla volontà del divino si supera l’angoscia. Il singolo è eticamente


subordinato alle leggi universali, ma nel rapporto con il divino si ritrova improvvisamente
superiore all’universale, in una posizione privilegiata rispetto al resto. Dio è l’altro radicale,
ciò che è altro da noi per eccellenza, ed esporsi all’altro radicale permette di superare
l’angoscia, proprio perché ci si immerge in un’angoscia totale che va ad annullarla. In questo
modo, il singolo accetta la propria solitudine.

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