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IL PENSIERO DI Pirandello si forma sul pensiero dialettico tra vita e forma.

La vita, pur essendo fluida per un


“destino burlone”, tende a calarsi in una forma in cui resta prigioniera e dalla quale cerca di uscire, per
assumere nuove forme, senza mai trovare pace. Dal rapporto tra vita e forma, deriva il Relativismo
psicologico, che si svolge in due sensi: in senso orizzontale, che riguarda il rapporto dell’individuo con gli
altri, e il senso verticale che riguarda il rapporto con sé stesso, col suo subconscio.

RELATIVISMO PSICOLOGICO ORIZZONTALE

Secondo Pirandello, gli uomini non sono liberi ma sono come tanti pupi (burattini) nelle mani di un
burattinaio: il caso. Quando nasciamo, ci troviamo inseriti per puro caso in una società precostituita,
regolata da leggi convinzioni e abitudini già fissate in precedenza alla nostra nascita e alla nostra libertà.
Inseriti in un determinato contesto, o la società, o noi stessi, ci assegniamo una parte nell’enorme
pupazzata (vita); ci fissiamo cioè in una forma, obbligandoci, di conseguenza, a muoverci secondo gli
schemi ben definiti (il magistrato, il medico, …) che accettiamo per pigrizia o per convenienza, senza mai
avere il coraggio di rifiutarli, anche quando contrastano con la nostra natura. Sotto l’apparenza della forma
in cui noi stessi o gli altri ci simo fissati, il nostro spirito freme perché avverte il brulichio di una vita diversa
impulsi che spesso sono in contrasto con la maschera impostaci, ma ci freniamo, sia per non urtare contro i
pregiudizi della società, sia per la buona pace del nostro spirito perché nel mondo enigmatico in cui siamo
inseriti, quella nostra forma o maschera fissa è l’unico punto fermo al quale ci aggrappiamo disperatamente
per non essere travolta dalla tempesta.

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