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Marco Tonolli 5BLF 30/112021 Prova di italiano: testo tipologia B

PARTE I: ANALISI

1. Riassumi il contenuto del testo

L’articolo 3 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali di fronte alla legge, senza
alcuna distinzione), al giorno d’oggi, può risultare banale, ma se si pensa che solo nel 1938 vennero
promulgate le leggi razziali o che solo nel 1946 le donne italiane votarono per la prima volta, allora tanto
banale la questione non è.

I Costituenti che formalizzarono questo diritto non vollero che tutto ciò rimanesse solo sulla carta, perciò,
aggiunsero che è compito della Repubblica fare in modo che i principi di uguaglianza e libertà vengano
rispettati. Sapevano bene che non basta scrivere la Costituzione per farla rispettare. Solo grazie alla
collaborazione di tutti i diritti fondamentali si possono far rispettare.

Valerio Onida, infatti, sottolinea la differenza tra uguaglianza formale e sostanziale: la prima, il divieto di
discriminare davanti alla legge, e la seconda, il godimento effettivo, risultato della collaborazione collettiva,
la quale dovrebbe essere un “dovere” della comunità.

Ciò spiega perché il diritto all’uguaglianza non riguardi solo il campo della giustizia e della politica, ma,
come affermato anche nella Dichiarazione ufficiale dei diritti dell’uomo, prende in causa anche il settore
economico e sociale.

L’uguaglianza e un diritto universale perché valido per tutti e stabilisce regole e per la pacifica convivenza
della “razza umana”. Un impegno che non si può delegare soltanto allo Stato.

In conclusione, la Costituzione ci dice che ognuno di noi ha il compito di rimuovere povertà,


discriminazione, ingiustizia e oppressione attraverso la propria capacità contributiva, in modo da realizzare
“l’inclusione sociale”.

2. Evidenzia la tesi degli autori

La risposta si trova sul testo.

3. Individua l’antitesi

La risposta si trova sul testo.

4. Riconosci la differente funzione comunicativa delle virgolette (“…”)

La risposta si trova sul testo.


5. Analizza i procedimenti adottati dagli autori per ottenere la coesione e la coerenza del testo; in
particolare individua i connettivi che segnalano gli snodi argomentativi fondamentali specificandone
la funzione

Il testo appare come un intreccio, in cui locuzioni a scopo informativo e locuzioni a scopo argomentativo si
susseguono per formare la struttura. Al contrario delle informazioni, prive di connettivi logici, le
argomentazioni ne fanno diverso uso:

- “Insomma, l’Italia…” (riga n.6): introduce una proposizione che ha il compito di riassumere e
terminare il discorso.
- “Ciò spiega perché il diritto…” (riga n.22): introduce una proposizione che funge da spiegazione e
chiarimento.
- “Qui si può notare…” (riga n.25): svolge una funzione spaziale astratta, ovvero impersonale.
- “L’uguaglianza è come uno specchio…” (riga n.34): stabilisce un rapporto di somiglianza fra le
proposizioni.
- “Infatti, l’uguaglianza…” (riga n.36): introduce una proposizione che funge da spiegazione e
chiarimento.
- “Ciò significa, come cittadini…” (riga n.40): introduce una proposizione che funge da spiegazione e
chiarimento.
- “…l’uguaglianza sostanziale ha dunque bisogno…” (riga n.46): chiarisce l’ordine delle azioni.
- “Solo se c’è un tessuto sociale…” (riga n.48): introduce una proposizione che spiega un’ipotesi.
- “In sostanza la Costituzione…” (riga n.51): introduce una proposizione che ha il compito di
riassumere e terminare il discorso.

6. Il testo presenta una sintassi prevalentemente paratattica, utilizzando periodi brevi. Perché, a tuo
avviso, gli autori hanno fatto questa scelta comunicativa? Ritieni efficace questo stile per affrontare
un tema così complesso?

Gli autori utilizzano una sintassi paratattica perché il loro obiettivo è stabilire un concetto e di spiegarlo,
attraverso un linguaggio semplice e frasi brevi, senza ricorrere ad ampie e complesse proposizioni, così da
riformare il lettore, rendendolo consapevole del problema e convincendolo ad agire in seguito.

Lo stile del testo risulta efficace, anche se si vuole affrontare un tema così complesso come l’uguaglianza.
Portare su carta una tematica del genere risulta però difficile dovendo in sostanza sintetizzare concetti vasti
e complicati.

PARTE II: ARGOMENTAZIONE

Le problematiche riguardo la questione universale dell’uguaglianza sono molte e non sono mai state risolte
fino in fondo. Si possono trovare esempi di ogni tipo: i “poeti veggenti”, ad esempio, che si consideravano
gli unici capaci di vedere una verità assoluta e segreta nella poesia, o la teoria del “superuomo”, una delle
cause che portarono agli avvenimenti della Seconda guerra mondiale.

Il passato ci dovrebbe insegnare ad agire di conseguenza, perché lo stesso odio e le stesse discriminazioni
che nel mondo odierno fanno parlare i giornali, nel secolo scorso causarono la morte di 16 milioni di
persone per mano di un dittatore che prese il potere e impose la sua politica, cosa che potrebbe, con molte
probabilità, succedere nuovamente.

Sulla base di ciò è importante parlare e discutere di uguaglianza, cosicché tutti vengano a conoscenza del
problema e si decida una soluzione definitiva.
Il testo mette alla luce due diverse concezioni di uguaglianza. Secondo Valerio Onida, esiste l’uguaglianza
formale, ovvero il divieto di discriminazioni legali ingiustificate (il modo in cui lo Stato agisce in merito alla
questione, punendo chi trasgredisce la legge) e l’uguaglianza sostanziale, che comporta il reale godimento
dei benefici riguardo i diritti fondamentali (il modo in cui la comunità dovrebbe agire l’uno verso l’altro). Per
arrivare ad un vero e concreto risultato, l’una non può manifestarsi senza l’altra.

Il problema moderno vede lo Stato agire in modo punitivo e pochi individui scontrarsi veramente con
questa realtà. Infatti, la maggioranza delle persone preferisce astenersi dalla questione. Stare in silenzio non
vuol dire combattere; le proprie idee, sia che siano giuste, che sbagliate, devono confrontarsi con altre
ideologie prima di acquisire un valore sociale.

In altri casi lo Stato non predispone nemmeno il contesto per cui è in grado di fare qualcosa in merito alla
disuguaglianza, non approvando legislazioni incentrate sull’argomento, come successo poche settimane fa
qui in Italia in merito all’approvazione del DDL Zan (una legge che prevede una maggiore valenza delle
pene contro crimini e discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili). Una proposta che
ha acceso il dibattito pubblico in Italia e ha sollevato divergenze nel parlamento. La legge Zan, rimasta per
diversi mesi ferma a causa dell’ostruzionismo della Lega, che ha sempre sostenuto che la nostra
costituzione già sancisca questi reati, alla fine la non venne approvata.

Anche per l’opinione pubblica vi era un forte dibattito, ma grazie all’intervento di personalità italiane, quali
celebrità, influencer e cantanti si era in qualche modo creata l’illusione di poter fare la differenza.

Secondo la mia personale opinione, che si ritrova nelle parole degli autori, è importante credere negli ideali
di uguaglianza e fraternità, e affermarli. Parliamo di una grande opportunità offerta alla società moderna che
ci permetterebbe di evolverci in maniera smisurata dal punto di vista morale.

Bisognerebbe agire cercando di aiutare come ci è possibile. In questo modo ci si potrebbe avvicinare
sempre di più ad una “visione utopistica” di una comunità nella quale leggi contro la discriminazione (e non
solo) sarebbero obsolete, in quanto ognuno di noi agirebbe per il bene degli altri creando così una catena
infinita di benefici.

Tuttavia, è difficile dichiarare ciò senza aver preso in considerazione la realtà delle cose. La società che ci
circonda, infatti, è per lo più egoista e pone il proprio benessere al di sopra di ogni cosa, come se fosse il
più importante. Il mondo si trasforma dunque in una gara ad ostacoli dove chi è migliore degli altri avrà di
conseguenza una vita più agiata.

È difficile combattere lo stereotipo del più forte in quanto resta pur sempre un elemento della natura
presente in ogni essere vivente, ma forse l’uomo è capace anche di questo.

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