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Alessandro Franchi
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Io credo, o Sancio, che non diasi proverbio che non sia vero, perché tutti
contengono sentenze tratte dalla sperienza, madre di tutto il sapere
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Questo breve viaggio nei simboli e
nello spazio della cultura popolare,
con le sue stranezze e le sue
certezze, con i suoi richiami a volte
fuori dal tempo, con qualche pizzico
di irrispettosa misoginia e
stravaganza ha il solo scopo di far
dire, giorno per giorno “però, in
fondo non è mica poi così sbagliato
...”.
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Introduzione
Immerso fin dalla tenera età in una cultura che faceva tesoro di detti, motti
e proverbi, mi porto dentro da sempre centinaia di proverbi di varia natura;
anche io in fondo non ne lesino l’uso pubblico in qualche rara occasione,
specialmente quando questa sembra fatta apposta per lasciare spazio alla
citazione, magari in un contesto divertente.
Tempo fa mi sono imbattuto in diverse interminabili raccolte anonime, più
o meno complete e ripetitive, per scherzo ho cominciato a rispondere a
tono usando, quando possibile, alcuni proverbi, presi anche tra quelli meno
noti e un po’ strani. Ne sono nate alcune discussioni sul significato e sulle
modalità di interpretazione.
Appassionato di alcuni metodi di analisi simbolica, ho cercato di proporre
una rilettura di tipo personale, caratterizzata da un volutamente trascurato
rigore filologico, e dalla rivisitazione aggiornata dei significati, a volte
anche fantasiosa. Ho quindi scelto trecentosessantacinque proverbi per i
quali propongo uno spunto di riflessione antico o moderno e con il quale
spero di accompagnarvi per ogni giornata di un intero anno, ovviamente
non un anno bisestile perché si sa, anno bisesto anno senza sesto.
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Proverbi
A ben condire l'insalata ci vuole un avaro per l'aceto, un giusto per il sale
e uno strambo per l'olio.
Viene spesso citato non solo come proverbio ma anche come regola aurea
per un reale e ottimale condimento dell’insalata, cosa per altro su cui si è
scritto un mondo di regole.
Premesso che personalmente non uso condimenti, salvo l’eccezione
occasionale di una lacrima d’olio ma solo quando questi è buono come
dico io, sembra citata da più parti come una regola generalmente
confermabile, ovvero una giusta quantità di sale, di aceto solo un accenno,
mentre per l’olio va bene un po’ tutto. Dal punto di vista simbolico
potrebbe richiamare una più generica regola di vita secondo la quale
sarebbe bene dosare alcuni ingredienti della vita “al giusto”, altri invece
occorre limitarli, altri ad libitum, secondo la nostra stramberia.
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lo strumento che gli serve per svolgere il suo compito. A chi sa fare bene il
proprio mestiere non possono quindi mancare né gli strumenti giusti né le
competenze per affrontare il proprio lavoro nel migliore dei modi.
Ricevere un buon consiglio può rivelarsi una cosa preziosa, pertanto, nel
momento in cui un buon consiglio realmente ci viene dato, cosa per altro
non sempre frequente, allora è difficile quantificarne il reale valore. Come
recita invece un altro proverbio che vedremo dopo, inutile dare consigli
dopo che il fatto è già accaduto.
Sicuramente tra i proverbi molto noti, trae la sua origine negli usi e
consuetudini del carnevale, contesto nel quale imperava lo scherzo e lo
stesso era giustificato e giustificabile. Un uso più ampio può essere
pretestuoso ad ogni modo indica a giustificazione di una azione in un
determinato contesto dove questa è ammessa. Il ricordo vero è comunque
legato agli scherzi tra bambini, bambini da zero anni in su ovviamente.
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buono la sera e già guasto il mattino seguente. I richiami sono molteplici
nella direzione delle cose di bassa qualità che hanno minore durata nel
senso, come vedremo in seguito in altro proverbio, che “Chi più spende
meno spende”.
Per i pigri è sempre festa, non sentono il bisogno di fare altro di diverso
che professare varie forme di ozio. In questo caso per festa si intende
proprio l’assenza di ogni attività, una festa in senso classico sarebbe
comunque troppo faticosa.
Nella propria abitazione ogni persona è re e quindi può fare ciò che vuole,
nessuno può criticare usi, costumi e abitudini dell’altrui case anche se sono
diversi dai propri.
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nemmeno dalle conseguenze che promettono, quali le punizioni dolorose o
le punizioni “della vita”. In una certa accezione può essere un invito
all’educazione dolce, senza inutili punizioni fisiche.
Del gruppo dei proverbi che canzonano un po’ gli stereotipi della vita
matrimoniale, mette in evidenza che per affrontare l’atto del prender
moglie un cervello non basta. Se vogliamo uscire dagli stereotipi e
individuare un insegnamento di fondo, allora occorre convenire che il
matrimonio richiede uno sforzo per poter funzionare, sforzo che,
ribaltando il luogo comune, non è affrontabile dall’uomo-tipo con un solo
cervello ma richiede una seconda ulteriore fonte di saggezza.
Uno dei miei preferiti. Figurativamente ci dice che l’acqua che ormai è
passata oltre la ruota del mulino non può più muovere la macina. Semplice
ed impietoso, ci avverte che tutto ciò che è passato tale rimane, inutile
continuare a penare o a valutare eventi o azioni passate. Qui il trascorso ha
valenza neutra e siamo noi che attribuiamo un valore, positivo o negativo,
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agli eventi, differentemente dal proverbio simile, che invita a non piangere
sul latte versato che parte invece da un’azione figurativa con accezione
sostanzialmente negativa.
A far la barba si sta bene un giorno, a prender moglie si sta bene un mese,
ad ammazzare il maiale si sta bene un anno.
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ricorrente.
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credibile, proporzionalmente alla fortuna ereditata, aggiungo io. Mentre
nel proverbio l’accento è sulla specificità del caso dell’erede e del suo
legato testamentario, si può trarre una generalizzazione nello scetticismo
che possiamo manifestare nei confronti dei sentimenti dei portatori di
interesse nell’ambito di situazioni a loro favorevoli.
A una persona povera mancano molte cose, spesso non per scelta, e che
non può permettersi. Diversamente accade per l’avaro che si priva,
tendenzialmente di tutto e volontariamente al fine di accondiscendere al
suo peccato capitale.
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Una persona con un lungo vissuto ha sicuramente qualcosa da raccontare
relativamente a qualsiasi situazione di vita.
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L’amore è anche confronto, comunicazione, scambio di idee e dialettica.
L’amore più duraturo e più sano risulta dunque quello in cui si parla e si
discute, non escludendo qualche piccola tensione.
Di base è uno di quei proverbi che lega previsioni metereologiche tra date
di calendario, feste, eventi. Il significato quasi letterale è che a fronte di un
Natale climaticamente mite si prevede una Pasqua con l’accensione del
riscaldamento ovvero il tizzone della stufa. Il fatto che dei proverbi, che
nascono spesso con “l’esperienza vissuta delle cose che si ripetono”,
possano essere messi in relazione con la meteorologia è spesso legata sia a
un fattore locale sia a un fattore di calendario. Alcune feste sono fisse,
come il Natale, altre dipendono dalle lunazioni, come la Pasqua. Alcuni
proverbi, ovviamente hanno valenza geograficamente limitata.
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A ogni santo la sua festa.
C’è un altro proverbio simile, “A ogni santo la sua candela”. A ogni santo
portare il ringraziamento che gli spetta. Al di la dell’aspetto religioso,
spesso usato per sottolineare il messaggio simbolico del proverbio, la
massima ci invita a riconoscere a ognuno i propri meriti.
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A tavola e a tavolino si giudica il contadino.
Allo stesso modo in cui in alcuni proverbi il vino e le donne sono trattati
come fonti di vita, allegria, piacere o, in caso di eccessi, come fonte di
problemi, in questo detto vengono raggruppati, con intento monitore, tre
dei principali vizi il cui abuso si traduce giocoforza in una pessima
conclusione. Pertanto gli eccessi di alcool, tabacco e donne portano l’uomo
lungo la via della perdizione e di una fine indecorosa. In questo caso il
proverbio può essere usato come fonte di ammonizione per qualsiasi tipo
di vizio.
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Il vino battezzato è quello che ha “visto” l’acqua, cioè è stato diluito. Per
gli amanti del buon vino questa aggiunta è pessima e lo rende
inapprezzabile al palato. Il principio si può estendere a tutte le cose che
vengono aggiunte a un buon prodotto con obiettivi di sofisticazione.
Dalla triste storia che credo tutti conoscono, quella del povero contadino
che implorava il cavallo di resistere ai morsi della fame in attesa della
crescita dell’erba, consideriamo l’aspetto simbolico, ovvero che per
ottenere certi risultati spesso occorre avere una pazienza infinita e, invero,
una forte capacità di resistenza. Una circostanza più ironica nell’utilizzo
del proverbio si ha quando una persona notoriamente prodiga di promesse
vane ci promette l’ennesimo impegno che non potrà mantenere, fatto che
possiamo puntualizzare con un ironico “campa cavallo...”
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Campar senza fatica è una voglia molto antica.
Non è certo una novità che dalla notte dei tempi il sogno di molti sia
quello di vivere senza difficoltà, impegni e fatiche. Il messaggio potrebbe
in genere anche essere rivolto al genio di turno, che si immagina di poter
vivere senza fatica alcuna, allo scopo di rimarcare che non è né il primo né
l’ultimo ad avere maturato un’idea simile.
Molto spesso un cane che abbaia molto non è pericoloso e non morde. Di
per sé la cosa non è vera ma il significato simbolico ci dice due cose: da un
lato chi fa molta confusione, chi parla molto ed è molto loquace non è poi
uno che combina molto; l’altro messaggio è quello, per converso, di
prestare attenzione a coloro che sono silenziosi e apparentemente di basso
profilo. Per alcuni aspetti è assimilabile alla citazione di Roosevelt a sua
volta citata da un personaggio di Snoopy “Parla piano e vai in giro
armato”, la citazione originale dovrebbe essere leggermente diversa.
La carta, ovvero ciò che è messo per iscritto, ha sempre valore sulla parola.
Spesso per spiegare questo proverbio si usa un modo di dire figurativo
come quello di mettere “nero su bianco”, ciò per definire e chiarire
inoppugnabilmente le cose, o ancora “pane al pane, vino al vino”.
È ormai assodato che una educazione basata su metodi violenti non può
sortire gli effetti desiderati, nella forma più generalizzata, dunque, cattivi
metodi educativi o punitivi non possono sortire effetti positivi.
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Chi ama bene castiga bene.
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Questo detto, appartenente sicuramente al gruppo di quelli più noti,
rappresenta, sia una specie di legge del contrappasso e sia, d’altro canto,
anche una regola del proprio vissuto. In prima istanza, quindi, per l’aver
ferito di spada verrai ripagato con la stessa moneta, dall’altro se
usualmente ferisci di spada, allora è probabile che questa sia un arnese che
usi di frequente e fa parte del tuo quotidiano, risulterà quindi probabile il
forte pericolo di rimanere a tua volta colpito da tale strumento.
Se ci si affida alla sola speranza, senza darsi da fare, allora altro non si
otterrà che la disperazione. Invita a darsi da fare se si vuole ottenere
qualcosa.
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Chi dorme non piglia pesci.
Colui che subisce danno per propria colpa deve biasimare solo sé stesso. In
generale il monito che ci perviene è che sarà inutile dare la colpa ad altre
persone o ad eventi estranei se la causa del danno ricevuto è imputabile a
qualche nostra mancanza, come disattenzione, ignoranza, azioni maldestre
e via dicendo.
La persona che insiste e che non molla mai prima o poi riuscirà ad ottenere
gli obiettivi prefissati. Sicuramente tra i proverbi che non possono
mancare.
Chi la fa l'aspetti.
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Tanto per citare altri modi di dire: aspettati di essere ripagato con la stessa
moneta. Se ti comporti in un certo modo aspettati di essere trattato alla
stessa maniera.
Chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non quel
che trova.
Il primo che interviene o che fa un’azione gode del vantaggio iniziale della
prima mossa che non ha invece colui che reagisce o che segue.
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proverbio assume una connotazione un po’ diversa, una cosa, secondo me,
del tipo chi mostra vende una fettina del proprio ego.
Ci sono situazioni in cui per cavarsela occorre adottare i metodi, anche non
propriamente leciti della controparte, anzi, occorre usarli meglio ancora.
Fa parte della stessa cassetta degli attrezzi di “a mali estremi, estremi
rimedi”.
Del gruppo dei meteo proverbi, ci dice che se l’autunno è stato caldo
l’inverno che segue sarà lungo. Ai tempi d’oggi, con meteo instabile e
variazioni climatiche, non ci farei un grande affidamento.
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A caval donato non si guarda in bocca.
Il detto nasce dalla pratica in uso in passato per il commercio dei cavalli e
che valutava l’età dell’animale, e quindi il suo valore, sulla base di una
ispezione approfondita della sua dentizione. Oggi è un proverbio di
valenza generale ed è diffuso in diverse lingue; ci ricorda che, di fronte a
un regalo, non è il caso di sottilizzare e di valutarne il valore, lo si accetta
per quello che è.
Tutte le cose tirate troppo alle lunghe diventano noiose, parimenti allo
scherzo, che è “bello quando dura poco”. Questo va in particolare alle
persone abituate a diluire eccessivamente i discorsi riempiendoli di
particolari inutili e noiosi.
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È tra i proverbi più noti, indubbiamente, e dall’insegnamento lungimirante.
Ci avverte che spesso, tra due persone che litigano per qualcosa, chi ne
avrà beneficio è una terza persona, vuoi che sia semplicemente un
qualcuno in attesa che i due si annullino a vicenda, vuoi che si tratti di
qualcuno che si sia proposto come arbitro.
Forse con aria un po’ fatalista ci invita a proseguire nel nostro lavoro e, se
il destino o altri fattori più o meno deterministici lo consentiranno, allora
lo porteremo a termine.
Era tra i più citati della mia maestra di scuola elementare, di fronte alle
scuse o i distinguo dei vari bambini. Serve a dire che due cose non sono
poi così diverse nella sostanza come in fondo la zuppa è pur sempre pane
immerso in un liquido e quindi ... bagnato.
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Ride ben chi ride ultimo.
Per coloro che non vogliono credere è inutile qualsiasi evidenza, o come
cita un proverbio simile, qualsiasi testimonianza. Assomiglia un poco al
“sordo che non vuol sentire” ma in quel caso l’aspetto simbolico è più
sottile.
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Qui siamo di fronte non solo a un proverbio ma ad una norma di legge che
ritroviamo anche nel codice civile, accettando l’eredità, senza opzione di
riserva o di beneficio di inventario, si accetta “tutto”, averi e doveri
obbligati.
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Era uno dei proverbi preferiti della mia cara nonna. Nel momento in cui ci
si chiude una porta, ovvero perdiamo delle occasioni o delle opportunità e
la cosa ci rattrista allora non dobbiamo abbatterci perché si aprirà una
porta ancora più grande, l’occasione persa si tramuterà in una nuova serie
di occasioni sicuramente migliori. Può sembrare vagamente fatalista, ma
unito ad altri proverbi, come quelli che invitano a perseverare, a guardare
in modo diverso alle cose e a insistere, si trasforma in una piccola regola di
vita.
C’è modo di sperare fino alla fine ultima. Se c’è ancora vita allora
abbiamo ancora speranza di ottenere i nostri obiettivi e di perseguire la
realizzazione dei nostri desideri. Non è una speranza fatalista e passiva, il
messaggio è che finché siamo vivi possiamo darci da fare per ottenere ciò
che desideriamo.
Dal punto di vista figurativo ci dice che mangiare di continuo polli, che era
considerato un pasto da signori, può far sorgere il desiderio di mangiare
polenta, cibo che invece era considerato povero. Il desiderio si dirige su
ciò che manca ed è scarso, l’abbondanza di una cosa fa perdere l’interesse
e la rende noiosa, la sua scarsità ne aumenta il desiderio.
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a diffidare di coloro che sono delle acque chete, delle persone calme,
perché potrebbero manifestarsi in tutta la loro calma potenza distruttiva.
Parlare poco e stare attenti con gli occhi aperti è una regola generale e che
funziona sempre.
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Chi non ha testa abbia gambe.
I primi che arrivano possono scegliere, chi arriva tardi deve accontentarsi
di ciò che trova. Anche se sembra una frase da pranzo a buffet, e ci
potrebbe comunque stare, l’invito è quello di essere puntuali perché in
caso di ritardo la possibilità di scelta è limitata o nulla e dunque occorre
accontentarsi.
Se sarà una buona giornata lo si vede dal mattino, se c’è una gran alba
soleggiata ci si può aspettare in genere una giornata radiosa. In generale
l’inizio di una qualche attività ci darà una indicazione se si tratta di una
attività che proseguirà bene. Richiama anche il “chi ben comincia è a metà
dell’opera” trattandosi di buon inizio di qualche cosa.
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Il difficile sta nel cominciare.
Anche una gallina vecchia, pur se con qualche difetto come la durezza
delle carni, ha una sua ottima utilità, nel caso per fare un ottimo brodo. In
generale l’esperienza degli anziani ha una grande utilità come pure
strumenti datati possono ancora avere motivo di proficuo utilizzo.
Coloro che iniziano le loro attività presto e con solerzia ne hanno gran
vantaggio. Sottolinea le qualità di un buon inizio con il simbolo del
mattino.
Non basta vestirsi da frate per essere frate. Non è indossando una divisa
che noi diventiamo qualcun altro, l’invito, ancora più valido ai nostri
tempi, è quello di non fidarsi assolutamente delle apparenze.
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Chi non lavora non mangia.
Per avere successo nelle sue imprese l’uomo ha bisogno sia della sua
attività e delle sue iniziative, sia della componente legata alla fortuna, che
agiscono in sintonia un po’ come avviene per trama e ordito di un tessuto.
L'unione fa la forza.
La fortuna è cieca.
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bisogno cui siamo assoggettati.
Le erbacce, a differenza del prato o delle piante d’orto, sembra che non
muoiano mai, salvo dopo una faticosa estirpazione manuale. In ogni
contesto, ci insegna il simbolo della mala erba, ci sarà sempre la possibilità
di avere presente dell’erba cattiva, e sarà comunque difficile da eliminare
completamente.
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Paziente, accomodante e quasi fatalista, il meglio tardi che mai ci dice che,
in fondo, è meglio se abbiamo ottenuto quello che dovevamo con un
ritardo piuttosto che non averlo ottenuto affatto.
Quando una persona scopre qualcun altro che ha il suo stesso problema,
per il solo fatto di condividerlo con qualcun altro che possa comprendere il
suo stato, rende il problema più sopportabile, addirittura, esagerando
sicuramente, un “mezzo gaudio”
Ciò che non vediamo non ci porta dolore, in sostanza non veniamo
coinvolti e non ci doliamo di ciò che non abbiamo visto. Spesso vengono
attribuiti diversi significati, quello che reputo più vicino alla realtà è
proprio quello secondo cui le persone che non conoscono un fatto non se
ne dolgono. Se vogliamo, nel mondo ultra informato in cui viviamo,
potrebbe essere un invito a non lasciarsi inondare da troppi fatti, che non ci
toccherebbero altrimenti. Da un altro punto di vista è forse una
giustificazione delle cosiddette bugie buone, ovvero a raccontare qualcosa
che non è propriamente vera o più semplicemente non raccontare qualcosa,
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al fine di evitare una sofferenza.
Gli eccessi non sono mai virtù, esagerare nel troppo o troppo poco non è
una virtù. Una regola, di derivazione latina, che ci spiega che il non
eccedere è la via aurea.
Il prezioso metallo luccica ma non è vero il contrario, una cosa che luccica
non è necessariamente oro. È un invito alla prudenza e a non considerare
qualsiasi cosa che ne abbia l’apparenza come un grande affare o un
qualcosa di prezioso.
Come le medaglie che celebrano una vittoria hanno una vista principale ed
il rispettivo rovescio, allo stesso modo ogni evento positivo e ogni nostro
successo hanno una seconda faccia, il rovescio. Qui il rovescio ha una
accezione più letterale, infatti a fronte del successo o del risultato, il
rovescio della medaglia rappresenta gli aspetti negativi, i sacrifici, le
rinunce per l’aver ottenuto quel risultato.
Come dice la metafora, il sacco vuoto non sta in piedi e quindi anche una
persona a pancia vuota non sta in piedi e non è in grado di lavorare al
meglio.
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Sbagliando s'impara.
Assieme al fratello gemello Chi non fa non falla, ci dice che il percorso di
apprendimento di una qualche attività è legato in una certa misura al fare
degli errori. Errori che si trasformano in una efficace lezione. Attenzione,
come abbiamo visto, che errare è umano ma perseverare è diabolico, qui
riferito al non aver imparato la lezione legata all’errore.
Uno di quei proverbi legati a un filo con le attività quotidiane del passato.
Il giovane in passato andava a bottega ad apprendere il mestiere, oggi
diremmo che è un apprendista. In quel contesto ha senso affermare che
l’apprendimento è molto più efficace se fatto con attività pratiche rispetto
ad attività di formazione teoriche. La stessa massima, d’altro canto, credo
sia un po’ debole nel rappresentare le metodologie per la formazione di un
fisico quantistico.
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scottarsi. Ogni attività è connessa a qualche elemento di rischio, rischio
che cresce se l’attività non è fatta con il senno necessario bensì con modi
di scherzo o di gioco. Un ulteriore monito insito nel preverbio è quello che
considera “fuoco” un avversario o un pericolo più o meno temibile e ci
invita, pertanto, a evitare di scherzarci troppo.
Ovvero non sono gli ingredienti per fare le frittelle e pertanto con
ingredienti inutili non si fa nulla. Discorsi che non centrano nulla sono
assolutamente inutili.
Per coloro che sono sempre a panza piena risulta difficile credere che
esista il digiuno, oppure, altra accezione, risulta difficile credere nel
beneficio del digiuno. Chi sta in una certa situazione non è consapevole di
chi non vi si trovi.
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I maggiori pericoli al giorno d’oggi, sono rappresentati dalle cattive
abitudini alimentari e dall’eccedere nei peccati di gola, altre fonti di
pericolo appaiono, a confronto, secondarie. Credo si possa interpretare il
concetto di gola in senso più esteso, con l’idea di vizio ad esempio, in
modo da aggiungere eccessi di altro tipo come alcolici, droghe, fumo, ecc.
Ci sono anche alcune varianti, come “il silenzio è d’oro”, o quella che
invita a tacere per non dimostrare ignoranza, ognuna comunque con
qualche sfumatura nel significato ultimo. Il silenzio è d’oro ed è
impossibile da “scrivere”, specialmente un silenzio confrontato con
chiacchiericci inutili, discussioni interminabili e senza senso. Saper tacere
è quindi una grande qualità.
Attenzione che c’è uno spazio tra “di” e la parola “vino”. Una persona
dedita all’alcol, o in generale a vizi di varia natura, non ha un gran valore.
Man mano che si procede alla pettinatura tutti i nodi prima o poi
compaiono e vengono eliminati. Nulla vale cercare di nascondere bugie,
cose non veritiere, inimicizie, false stime e via dicendo, prima o poi, come
nodi col pettine, tutto emergerà.
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Il riferimento storico è al sistema viario particolarmente evoluto dell’antica
Roma, da cui partivano gran parte delle strade che si diramavano in tutto
l’impero. Per un forestiero quindi, qualsiasi strada riportava indietro a
Roma.
Dare il buon esempio in prima persona vale molto più che tante
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raccomandazioni e richieste.
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Chi non muore si rivede.
Siamo nell’ambito di quei proverbi che ci mettono in guardia sul fatto che
non si ottiene tutto e subito e che ci vuole determinazione, costanza e
perseveranza per ottenere le cose. Il boscaiolo sa che l’albero che vuole
tagliare non verrà giù col primo colpo di ascia.
Chi è il muro basso? Spesso i proverbi sono di evidente lettura, altre volte
lasciano un certo margine nell’interpretazione. Una prima analisi ci dice
che i più deboli saranno sfruttati sempre da chiunque, in misura estensiva
vale anche per le cose più accessibili.
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Anche l'abate fu prima frate.
In teoria abbiamo tutti iniziato più o meno dalla gavetta, l’abate del
convento prima fu frate. Non mi convince moltissimo se devo essere
sincero soprattutto per esperienza di vita vissuta.
Fa parte di quel gruppo di proverbi che invita a darsi da fare per ottenere
un risultato, in particolare se si è perso qualcosa, l’invito è a darsi da fare
per cercare, ne conseguirà il ritrovamento.
Chi la fa l'aspetti.
Chi fa del male agli altri deve aspettarsi prima o poi di essere trattato alla
stessa maniera, ricevendo “pan per focaccia”.
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prendersi qualche rischio.
Notoriamente avere a che fare con i matti o con persone poco a posto ci
espone, se non altro, ad arrabbiature e perdite di tempo. Evitandoli ci
garantiamo se non altro una buona giornata o una giornata sicuramente più
facile.
Chi non è in grado di lottare non mostri i muscoli. Inutile farsi vedere
pronti a lottare se poi non si è in grado di farlo.
Bisogna aver la forza di dire le cose con chiarezza, come così come
stanno, senza tanti inutili giri di parole.
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Chi dà per ricevere, non dà nulla.
Non solo si riferisce all’aspetto del movimento, per cui colui che non corre
in auto / bici / moto ecc. viaggia più sicuro e se ne va molto lontano senza
intoppi, ma anche alla vita di tutti i giorni, chi si muove e fa le cose con la
dovuta calma ha minore possibilità di sbagliare e maggior garanzia di
successo. Una visione zen dell’approccio alle cose.
Famoso, ma non usato per quanto potrebbe, ci rammenta che ciò che è
stato fatto è fatto, punto, ha il suo capo. Un’altra interpretazione sottolinea
invece il fatto che una volta presa una decisione questa va perseguita.
Assieme al suo proverbio cugino, che dice che chi si contenta gode, ci dice
che chi vuole troppe cose, e non si accontenta, alla fine si trova a tenere
nulla in mano.
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Gente allegra, il ciel l'aiuta.
Ci suggerisce che è sempre bene imparare a fare di tutto nella vita, una
volta appreso prima o poi può sempre tornare utile. Personalmente ne ho
fatto tesoro e io stesso mi stupisco di quante cose normalmente faccio da
solo che altri non sono in grado di fare. Lunga vita a questo motto!
Gran verità, ancora più veritiera in certi posti e per certi tipi di persone. Si
riferisce a persone particolarmente abili a trovare cavilli e scappatoie a
proprio favore nelle pieghe di leggi, norme e regolamenti.
Con primo riferimento alle note vicende bibliche, mette in evidenza che un
qualcosa che viene proibito da una qualche autorità ne fa aumentare il
desiderio.
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Gli errori dei dottori li ricopre la terra.
L'apparenza inganna.
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Dall'asino non cercar lana.
Guardando ciò che ci circonda siamo portati a pensare spesso che gli altri
vivano in situazioni migliori della nostra. Molto spesso questo è legato
all’apparenza e si sa che “l’apparenza inganna”
Allo stesso modo in cui è facile riconoscere la gallina che ha fatto l’uovo,
perché appunto canta, per analogia proverbio-logica, passatemi il termine,
o per la relativa assonanza simbolica, il primo che lancia accuse rispetto a
un fatto è poi colui che in realtà lo ha commesso.
Non tutto ciò che ci capita e consideriamo a priori negativo si rivela poi
essere un danno. Molti di questi si rivelano, magari con li tempo, delle
opportunità o dei vantaggi cui non avevamo pensato.
Non vi è cosa bella che non nasconda almeno una parte negativa,
l’affermazione, se vogliamo un po’ fatalista e rassegnata ricorda anche un
po’ i due elementi della filosofia orientale, lo Yin e lo Yang, comunque
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sempre presenti e complementari. Il proverbio si riferisce non solo alle
cose ma anche, ovviamente, alle persone, con i loro pregi, difetti e qualità.
Chi frequenta cattive compagnie non potrà che assumere prima o poi i
difetti di queste ultime. È utilizzato spesso come monito ad assumere
comportamenti corretti o a frequentare persone per bene. In senso ironico
assume anche il significato di presa in giro della persona che assume
comportamenti, ammissibili, simpatici o caratteristici, di una sua
frequentazione.
Ecco un altro tra i tanti proverbi che propongono sane regole di vita.
Questo ci suggerisce che una regola aurea per la salute è di mangiare poco,
presumibilmente il giusto e bene, e dormire un sonno di qualità. Credo che
nessun dottore possa dire che una regola simile sia fasulla.
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Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Quando i patti sono chiari, tutte le regole sono definite e non c’è spazio per
ambiguità alcuna, allora c’è spazio per una lunga amicizia, che viceversa
potrebbe essere rovinata da discordie che troverebbero spazio nelle pieghe
della poca chiarezza degli accordi.
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tutto.
Anche se abbiamo già visto che l’abito non fa il monaco, una bella
presenza è comunque un buon biglietto da visita.
Premesso che abbiamo già imparato che un scherzo è bello quando dura
poco, uno scherzo si misura anche su altri elementi di qualità. Lo scherzo
di mano, che prevede quindi un certo tipo di fisicità, è considerato a
ragione uno scherzo da villano, inteso in questo caso come persona
maleducata e di poca cultura.
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Il bue vecchio tira l’aratro da molti anni e per lui è orai un’abitudine
l’andirivieni per formare i solchi. Una persona avanti con gli anni ha molta
esperienza. Rientra nel novero di quei tanti proverbi che mettono in
relazione l’esperienza con la bontà del lavoro eseguito.
Antico proverbio che trova origini nella bibbia, spiega che colui che fa del
male ad altri verrà ripagato con un danno maggiore di quello che ha creato.
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L'altezza è mezza bellezza.
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Un proverbio di tipo meteorologico. Come abbiamo già visto questo tipo
di proverbio è un richiamo agli eventi climatici senza necessariamente
avere un insegnamento a priori. Molti di questi proverbi sono anche molto
legati al territorio, ad esempio quando il vento arriva da certe direzioni
porta pioggia o sereno a seconda delle consuetudini climatiche del posto.
Questo è abbastanza generico e la sua presenza suggerisce la fine del
maltempo e l’arrivo del sereno.
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volta allora nasce subito la riflessione sul fatto che, probabilmente e per
qualche motivo, l’evento non è poi più tanto raro e di conseguenza è lecito
aspettarsi un terzo e un quarto evento.
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È una bella regola da tenere presente quotidianamente in vari contesti, sia
in positivo sia in negativo. Un po’ come l’unione fa la forza nel caso
positivo. Mettendo insieme tanti piccoli contributi otterremo un grande
contributo complessivo. Occorre fare attenzione anche all’spetto negativo.
Se non ci accorgiamo di fare tante piccole spese quotidiane ci ritroveremo
a fine mese con una grossa spesa. E per citare un grande degli aforismi non
si può menzionare, come modo di dire simile che “è la somma che fa il
totale” del grande Totò.
Se una persona ha la coscienza pulita e non ha mai fatto del male non deve
temere nulla. È comunque un proverbio a sfondo etico e religioso.
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Come in altro proverbio evidenziato, un bugiardo deve avere mille
attenzioni quando mente e deve sforzarsi a ricordare bene i dettagli su cui
ha mentito altrimenti è facile cadere in contraddizioni ed essere scoperto.
Del filone del silenzio maestro, indica che ci sono persone a cui basta uno
sguardo per dire molte cose. Chi in genere parla poco dosa e misura le
parole affinché abbiano chiaro, preciso e ampio significato.
Quando la cameriera è molto bella il conto è più alto perché i prezzi sono
più alti o perché si paga più del dovuto. Questo perché in teoria, ma anche
in pratica, gli avventori si lasciano abbagliare o perché si considera
l’avvenenza che ci viene proposta a servizio come un di più che deve
essere incluso nel conto. Sono stupefatto dalla modernità e attualità di
questo proverbio.
Normalmente viene usato per dire che l’altezza è irrilevante rispetto alle
doti e alle capacità di una persona. Si basa sul fatto che vini di estrema
qualità sono prodotti e consumati in minori quantità e quindi riposano o
vengono dispensati attraverso botti di dimensione minore. L’analogia con
le fattezze di una persona può essere portata anche alle confezioni di
prodotto, prodotti notoriamente di elevata qualità sono raramente venduti
in confezioni di dimensioni enormi.
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Tutti i fiumi vanno al mare.
Un po’ come il più noto “tutte le strade portano a Roma”. Tutto finisce
dove ce n’è di più; l’acqua fluisce e si accumula e si concentra dove ce n’è
di più, così in genere il benessere e le ricchezze vanno a finire in mano a
chi ne ha già molte
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Le rose cascano, le spine restano
A volte per farsi notare occorre farsi sentire forte, quando si bussa a una
porta potremmo non essere sentiti se non si batte forte.
Come altri proverbi mette in relazione l’impegno con il risultato; per chi
non ama far fatica non ci sono risultati utili.
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Percorrendo la strada sappiamo che dopo una salita ci sarà una discesa di
pari intensità. Dopo un grande sforzo profuso nel cercare di ottenere
qualcosa, ben indirizzato aggiungerei, ci dovrebbe essere pronto un grande
risultato.
Ciò che è facile con le parole non lo è altrettanto nei fatti, tante chiacchiere
poca sostanza. Chi parla tanto nei fatti poi non è così come si presenta. E
per citare ancora un altro proverbio “Tanto fumo e poco arrosto”.
Ci sono situazioni nelle quali non possiamo fare dei cambiamenti e che
quindi sarà necessario accettare così come sono. Il buon viso come
atteggiamento aiuterà tanto, aggiungo, altro non si può fare.
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salvando almeno in parte il risultato.
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Chi più ha più vuole.
Mai si inizia una cosa, mai verrà finita, chiaro e semplice come gli altri
proverbi del gruppo del “darsi da fare” che ci ricordano, tra l’altro, anche
che “chi ben comincia è a metà dell’opera” oppure che “il difficile è
cominciare”.
Sottolinea l’importanza che deve essere attribuita alla propria parola data,
paragona infatti la promessa a uno degli obblighi universalmente più
vincolanti come un debito.
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potrebbe essere una eredità come una vincita o un premio. Il proverbio ci
ammonisce sul fatto che questo tipo di fortune passano come la luna, il
ciclo lunare completo è molto breve, ventotto giorni. Quindi è facile per
qualcuno non uso alla fortuna, e tantomeno alla gestione saggia dei beni,
che si ritrovi a perderli in tempi decisamente molto brevi.
Per come è organizzata la società umana, nel senso delle diversità rispetto
alle società del mondo animale, il lavoro eleva l’uomo in quanto
contribuisce alla crescita, miglioramento e prosperità della propria
comunità e dona un senso di contribuzione al bene comune e alla vita
collettiva. Il lavoro in questo contesto va interpretato come azione
realizzativa nello spirito delle proprie attitudini ed idoneità, immagino che
uno schiavo ai tempi passati non si sentisse molto nobilitato.
Chi domanda ciò che non dovrebbe, ode quel che non vorrebbe.
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A volte lo si trova in forma simile ma più chiara, se un bene non è perduto
non è conosciuto. Sottolinea che ci si accorge del valore di un bene
solamente quando esso è perduto o non più disponibile.
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Come accade per il piccolo buco in grado di affondare un grande barca,
così un piccolo problema non risolto può creare danni molto elevati, o un
piccolo debito non estinto può tramutarsi in un grosso problema.
La sua versione più compatta, “l’amore non ha età”, dice che il sentimento
dell’amore non dà scampo, se non accade in gioventù può accadere a
qualsiasi età.
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Chi si fa i fatti suoi non si lascia sopraffare dallo stress altrui, è più
rilassato, meno coinvolto in situazioni potenzialmente pericolose e vive
sereno e tranquillo. Ci sono versioni più o meno colorite di questo
proverbio in quanto, oltre che come constatazione, viene spesso usato
come invito alla riflessione nei confronti di chi proprio non usa questa
pratica.
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Da cosa nasce cosa.
Nella normale attività di tutti i giorni capita che svolgendo una attività
nascano le condizioni per farne un’altra a cui non si era pensato o che
diventa improvvisamente conveniente da fare. Spesso viene usato per
invitare a collaborare sulla base di vaghe idee che poi, visto che da cosa
nasce poi cosa, potrebbero prendere una strada conveniente e proficua.
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Possiamo riferirci a diversi tipi di trucco, a livello ludico, come un gioco di
prestigio, un gioco di abilità o altro di divertente. In questo caso conoscere
il trucco toglie l’emozione del gioco di prestigio o da un innegabile
vantaggio sul gioco. Insegnandolo si rovina l’emozione di altri o si annulla
il proprio vantaggio. In generale conoscere un trucco, e qui stiamo
parlando solo di cose legali, significa perdere un possibile vantaggio
rispetto agli altri.
Mette in evidenza che il raccolto non è frutto solo del campo ma in realtà
dell’anno, ovvero il tempo necessario, e le relative attività, per la cura e
coltivazione. Il tempo è il padre di tutte le cose.
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Non bisogna fasciarsi il capo prima di romperselo.
Inutile farsi problemi prima che questi si presentino realmente, tra l’altro
c’è anche la possibilità che questi non si presentino affatto. Anche se è
vero poi che la prudenza non è mai troppa.
Colui che parla molto ha molte più probabilità di sbagliare, si ricordi tra
l’altro che il silenzio è d’oro.
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È uno dei proverbi educativi spesso usati per migliorare l’educazione dei
bimbi. È perfettamente normale che ci venga posta una domanda,
ovviamente nell’ambito del lecito, del permesso, del ragionevole e
dell’educazione. Altrettanto evidente è che l’educazione richieda di
rispondere alla domanda.
A volte non ricevere alcuna notizia è di per sé già una buona notizia.
Viene usato spesso quando si vuole mettere in evidenza che alcune buone
qualità o caratteristiche, ma anche difetti, ironicamente, siano passati dai
genitori ai figli.
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Con bocca e lingua castigate, molte pene avrai risparmiate.
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buono servirebbe che fosse almeno giunto in tempo.
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molti più modi. Un primo senso è quello che per nostra natura siamo
portati a indagare e a scoprire cose nuove anche a costo della nostra
incolumità, una accezione più negativa è quella relativa a un altro
proverbio, “se felice vuoi campare i fatti tuoi ti devi fare”, spesso infatti la
curiosità delle persone, qui in senso negativo, le porta a indagare su cose
che non le dovrebbero riguardare affatto e finisce che si mettono nei guai,
anche se solo metaforicamente.
È vero che “can che abbaia non morde”, ma quando questi dorme è
difficile sapere che tipo di cane sia. In pratica se una qualche situazione
pericolosa risulta sopita o in qualche modo dormiente, in stand-by come si
dice oggi, inutile andare a richiamarla, meglio lasciarla così, in uno stato in
cui non genera problemi.
Il canone della bellezza è relativo e cambia sia in funzione del posto sia in
funzione dell’epoca storica e, soprattutto, in funzione dei gusti personali.
Pertanto le cose belle sono quelle che ci piacciono non quelle che vengono
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definite tali.
Ogni paese ha propri usi e costumi, spesso non solo in termini di nazione
ma anche tra paesi e città delle stesse. Alla fine generalizzando possiamo
dire che ogni persona affronta questioni e problemi ma anche vive la
propria vita a modo suo.
Fare il passo più lungo della gamba significa cadere. Dobbiamo fare in
modo che ciò che facciamo sia sempre alla nostra portata, che non ecceda
le nostre forze in termini di risorse economiche, fisiche, volontà, tempo e
così via.
Una volta che ci si trova immersi in una certa situazione, magari contro la
propria volontà, occorre comunque procedere in modo da ottenere il
meglio di sé.
Allo stesso modo in cui una grande e storica città non è stata costruita in
un sol giorno, qualsiasi progetto importante richiede dei tempi adeguati pe
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la sua esecuzione corretta e appropriata.
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qualsiasi cosa di esteriore che contiene o nasconde. Nell’epoca dell’impero
dell’immagine in cui viviamo ora, siamo pronti a essere affascinati dalla
bellezza effimera della confezione e dell’apparenza stessa, ad esempio un
bel piatto di cibo non è necessariamente un buon piatto di cibo.
Uno dei tipi di libertà cui possiamo aspirare è quella di non avere vizi, in
effetti possiamo avere quella libertà che intendiamo in senso tradizionale e
che diamo troppo spesso per scontata, altre libertà, come ad esempio la
libertà da debiti, mutui finanziamenti ecc. e la libertà, decisamente molto
apprezzabile oggi, di non avere alcun vizio che ci schiavizza più o meno
inconsciamente.
Un po’ l’altra faccia de “l’abito non fa il monaco” ci dice che “un libro
non si giudica dalla copertina”. Abbiamo visto diversi proverbi che ci
ammoniscono sul giudicare dalla sola apparenza. Anche questo proverbio
sottolinea che giudicare una persona dall’aspetto porta a un errato giudizio.
Quello che normalmente ci passa davanti agli occhi viene amplificato nel
caso di una persona diffidente che vaglia con molta più attenzione tutti i
particolari alla ricerca di segnali e indizi sospetti, diffidare sempre è una
buona cosa da questo punto di vista e infatti già sappiamo che “fidarsi è
bene ma non fidarsi è meglio”
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Per ingannare un furbo, ci vuole un furbo e mezzo.
Anche i furbi, o pseudo tali, possono essere raggirati. Basta infatti trovare
qualcuno appena più furbo di lui, infatti per farsi vedere colti o credibili
alcuni si assicurano prima semplicemente di saperne lo zero virgola
qualcosa percento di più del proprio pubblico.
La ricchezza non sta nelle cose che abbiamo ma nel distacco da esse, per
parafrasare alcuni precetti. Chi meno ha “bisogno” di cose, in realtà chi è
meno attaccato alle cose e ama la vita semplice, è molto più ricco di chi
possiede per brama di possedere. Un proverbio in linea a questo è il
classico “Chi si contenta gode”. Un bell’esempio al negativo lo ritroviamo
nel racconto di Giovanni Verga “La Roba” contenuto nelle novelle
Rusticane.
Con le sole parole non si conclude gran che, bisogna darsi da fare per
ottenere qualcosa di concreto, e non è facile perché sappiamo già che “tra
il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
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Chiodo scaccia chiodo.
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I denari del lotto se ne van di galoppo.
I soldi facili, come quelli delle vincite, vengono dilapidati molto presto per
diverse ragioni, come la mancanza di capacità di controllare le spese o di
gestire cifre importanti.
Per chi vuol esser libero, non c'è catena che tenga.
Certe cose possono essere apprezzate a fondo solo da chi le conosce bene e
le sa valorizzare.
Concludo con questo proverbio che in realtà si trova anche nelle raccolte
Zen, credo sia uno tra quelli molto interculturali e sicuramente sarebbe
degno di menzione in un libro su quelli più belli e profondi. Se abbiamo
ragione non c’è alcun bisogno di alzare la voce per dimostralo, purtroppo
per assumerlo a verità assoluta e non solo a principio popolare o regola
logica, mancano le condizioni al contorno, ovvero essere tra persone
ragionevoli oneste, civili e intelligenti.
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Elenco dei proverbi
Qui di seguito è riportato, a titolo riassuntivo, l’elenco di tutti i proverbi
descritti in precedenza. L’ordine è quello alfabetico e non quello in cui
appare nel testo.
A ben condire l'insalata ci vuole un avaro per l'aceto, un giusto per il sale e
uno strambo per l'olio.
A bocce ferme si saprà chi ha vinto.
A brigante, brigante e mezzo.
A buon cavalier non manca lancia.
A buon consiglio non si trova prezzo.
A buon intenditor, poche parole.
A caldo autunno segue lungo inverno.
A cane vecchio non dargli cuccia.
A carnevale ogni scherzo vale.
A casa dei poltroni è sempre festa.
A casa sua ognuno è re.
A cattivo lavoratore ogni attrezzo da dolore.
A caval che corre, non abbisognano speroni.
A caval donato non si guarda in bocca.
A caval nuovo cavaliere vecchio.
A cavalier novizio, cavallo senza vizio.
A cavallo d'altri non si dice zoppo.
A chi batte forte si aprono le porte.
A chi ha abbastanza, non manca nulla.
A chi ha paura non basta l'armatura.
A chi mangia sempre polli vien voglia di polenta.
A chi non teme il sermone giova poco il bastone.
A chi non vuol credere sono inutili tutte le prove.
A chi non vuol far fatiche il terreno produce ortiche.
A chi prende moglie gli ci vogliono due cervelli.
A chi vuol riposare conviene travagliare.
A combatter con il fango, che si vinca o che si perda, sempre ci si infanga.
A duro ceppo, dura accetta.
A far la barba si sta bene un giorno, a prender moglie si sta bene un mese,
ad ammazzare il maiale si sta bene un anno.
A goccia a goccia s'incava la pietra.
A goccia a goccia si fa il mare.
A gran salita, gran discesa.
A lacrime di erede è matto chi ci crede.
A lavar la testa all'asino ci rimetti il ranno e il sapone.
A lume spento è pari ogni bellezza.
A mali estremi, estremi rimedi.
A muro basso ognuno ci si appoggia.
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A Natale sul balcone, a Pasqua col tizzone.
A nemico che fugge ponti d'oro.
A ogni santo la sua festa.
A ogni uccello suo nido è bello.
A pagare e a morire c'è sempre tempo.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci s'indovina.
A San Martino ogni mosto si fa vino.
A scherzar con la fiamma, ci si scotta.
A tavola e a tavolino si giudica il contadino.
A tavola non si invecchia.
A tutto c'è rimedio fuorché alla morte.
A usanza nuova non correre.
Abbattuto l'albero scompare l'ombra.
Accade in un'ora quel che non avviene in mille anni.
Acqua cheta rompe i ponti.
Acqua e chiacchiere non fanno frittelle.
Acqua lontana non spegne il fuoco.
Acqua passata non macina più.
Acquista buona fama e mettiti a dormire.
Ad ognuno la sua croce.
Ad ognuno pare bello il suo.
Agli amanti e ai cacciatori per un piacer mille dolori.
Aiuta i tuoi e gli altri se puoi.
Aiutati che il ciel t'aiuta.
Al buio tutti i gatti sono bigi.
Al confessore, al medico e all'avvocato non si tiene il ver celato.
Al cuor non si comanda.
Al povero mancano tante cose, all'avaro tutte.
Al primo colpo non cade l'albero.
Al tempo, ai matti e ai padroni nessuno comanda.
Al vecchio non manca mai di raccontare.
Al villano se gli dai un dito si prende tutta la mano.
Alla fine anche le pernici allo spiedo vengono a noia.
Amar la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio.
Ambasciator non porta pena.
Anche il più verde diventa fieno.
Anche l'abate fu prima frate.
Anche la legna storta dà il fuoco diritto.
Anche un giogo dorato pesa.
Anno nevoso anno fruttuoso.
Anno nuovo, vita nuova.
Arcobaleno porta il sereno.
Aria d'importanza, diploma di ignoranza.
Asino che ha fame mangia d'ogni strame.
Asino vecchio non prende lezioni.
Bacco, Tabacco e Venere, riducono l'uomo in cenere.
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Bacio di bocca spesso cuor non tocca.
Batti il ferro finché è caldo.
Bell'ostessa, conto caro.
Bella vigna poca uva.
Bene perduto è conosciuto.
Beni di fortuna passano come la luna.
Bisogna dire pane al pane e vino al vino.
Bisogna far buon viso a cattivo gioco.
Bisogna fare di necessità virtù.
Bocca chiusa ed occhio aperto non fecero mai male a nessuno.
Bue vecchio, solco diritto.
Buon sangue non mente.
Buona fama presto è perduta.
Buona greppia, buona bestia.
Campa cavallo che l'erba cresce.
Campar senza fatica è una voglia molto antica.
Can che abbaia non morde.
Cane non mangia cane.
Carta canta e villan dorme.
Cattivo bastone non fa buon cane.
Cessato il guadagno, cessata l'amicizia.
Chi a tutti facilmente crede, ingannato si vede.
Chi accetta l'eredità accetti anche i debiti.
Chi al caso s'affida prende un cieco per guida.
Chi ama bene castiga bene.
Chi ascolta troppa gente conclude poco o niente.
Chi ben comincia è alla metà dell'opera.
Chi capisce, patisce.
Chi cerca, trova.
Chi dà per ricevere, non dà nulla.
Chi di spada ferisce, di spada perisce.
Chi di speranza campa, disperato muore.
Chi di verde si veste della sua beltà troppo si fida.
Chi dice donna, dice danno.
Chi disprezza, compra.
Chi domanda ciò che non dovrebbe, ode quel che non vorrebbe.
Chi domanda non fa errori.
Chi dorme non piglia pesci.
Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso.
Chi è generoso con la bocca, è avaro col sacco.
Chi è nato citrullo è per gli altri un trastullo.
Chi fa da sé fa per tre.
Chi fa in fretta fa due volte.
Chi fa l'altrui mestiere, fa la zuppa nel paniere.
Chi fosse indovino, sarebbe ricco.
Chi fugge un matto, ha fatto buona giornata.
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Chi getta un seme lo deve coltivare, se vuol vederlo con il tempo
germogliare.
Chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti.
Chi ha tempo non aspetti tempo.
Chi ha torto fa clamore contro l'accusatore.
Chi ha un mestiere in mano, dappertutto trova pane.
Chi imbocca tutti i vicoli, troverà tanti pericoli.
Chi la dura, la vince.
Chi la fa l'aspetti.
Chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non quel
che trova.
Chi mena per primo, mena due volte.
Chi molto parla, spesso falla.
Chi mordere non può non mostri i denti.
Chi mostra vende.
Chi muore giace, chi vive si dà pace.
Chi non beve in compagnia o è un ladro o è una spia.
Chi non comincia non finisce.
Chi non ha testa abbia gambe.
Chi non lavora non mangia.
Chi non muore si rivede.
Chi non risica, non rosica.
Chi non sa tacere non sa parlare.
Chi non si innamora da giovane, si innamora da vecchio.
Chi parla poco, dice tanto.
Chi pecora si fa, il lupo se la mangia.
Chi più ha più vuole.
Chi più spende meno spende.
Chi rimane in umile stato, non ha da temer caduta.
Chi rompe paga e i cocci sono suoi.
Chi ruba una volta è sempre ladro.
Chi sa il trucco non l'insegni.
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Chi si fa i fatti suoi, campa cent'anni.
Chi si loda si sbroda.
Chi si somiglia, si piglia.
Chi tace acconsente.
Chi tardi arriva male alloggia.
Chi troppo vuole nulla stringe.
Chi trova un amico trova un tesoro.
Chi va al mulino s'infarina.
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
Chi va piano va sano e va lontano.
Chi vince ha sempre ragione.
Chi vuole la figlia accarezzi la madre.
Chiodo scaccia chiodo.
82
Ciò che è male per uno, è bene per un altro.
Ciò che non si può cambiare bisogna saperlo sopportare.
Col fuoco non si scherza.
Col pane tutti i guai sono dolci.
Con bocca e lingua castigate, molte pene avrai risparmiate.
Con i se e con i ma la storia non si fa.
Con le buone maniere si ottiene tutto.
Con un bicchier di vino si fa un amico.
Con un occhio si frigge il pesce e con l'altro si guarda il gatto.
Cosa fatta capo ha.
Da cosa nasce cosa.
Dall'asino non cercar lana.
Del senno di poi son piene le fosse.
Di buone intenzioni è lastricato l'inferno.
Dio vede e provvede.
Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
Donne e motori gioie e dolori.
Donne e uomini gelosi son troppo pericolosi.
Dopo il fatto il consiglio non vale.
Dove regna il vino, non regna il silenzio.
Due cani che un solo osso hanno, difficilmente in pace stanno.
È facile lamentarsi quando c'è chi ascolta.
È inutile piangere sul latte versato.
È ladro chi ruba e chi gli tiene il sacco.
Errare è umano, perseverare diabolico.
Fa quel che il prete dice, non quel che il prete fa.
Fatta la legge trovato l'inganno.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Finché c'è vita, c'è speranza.
Frutto proibito, frutto saporito.
Gallina che canta ha fatto l'uovo.
Gallina vecchia fa buon brodo.
Gente allegra, il ciel l'aiuta.
Gli errori degli altri sono i nostri migliori maestri.
Gli errori dei dottori li ricopre la terra.
I denari del lotto se ne van di galoppo.
Il buon giorno si vede dal mattino.
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Il difficile sta nel cominciare.
Il dubbio è padre del sapere.
Il giovane ozioso sarà un vecchio bisognoso.
Il lavoro nobilita l'uomo.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Il mattino ha l'oro in bocca.
Il peggior sordo è quello che non vuole sentire.
Il peggior sordo è quello che non vuole sentire.
83
Il vino è buono per chi lo sa bere.
Il vino rende lieti e fa svelar i segreti.
Impara l'arte e mettila da parte.
L'abito non fa il monaco.
L'altezza è mezza bellezza.
L'amore non è bello se non è litigarello.
L'anno produce il raccolto, non il campo.
L'apparenza inganna.
L'appetito vien mangiando.
L'eccezione conferma la regola.
L'erba del vicino è sempre più verde.
L'occasione fa l'uomo ladro.
L'occhio del padrone ingrassa il vitello.
L'ozio è il padre dei vizi.
L'unione fa la forza.
L'uomo ordisce e la fortuna tesse.
L'uomo si giudica male dall'aspetto.
La bugia ha le gambe corte.
La calma è la virtù dei forti.
La corda troppo tesa si spezza.
La curiosità uccise il gatto.
La diffidenza aguzza gli occhi.
La fame è cattiva consigliera.
La fame è il miglior condimento.
La fame fa uscire il lupo dal bosco.
La fortuna aiuta gli audaci.
La fortuna è cieca.
La fretta è cattiva consigliera.
La lingua batte dove duole il dente.
La mala erba cresce presto.
La mala erba non muore mai.
La miglior vendetta è il perdono.
La necessità aguzza l'ingegno.
La notte porta consiglio.
La prima si perdona, la seconda si bastona.
La ruota della fortuna gira.
La storia è maestra di vita.
La vera libertà è non servire al vizio.
La verità viene sempre a galla.
La veste copre gran difetti.
La virtù sta nel mezzo.
Le chiacchiere non fanno farina.
Le disgrazie non vengono mai sole.
Le rose cascano, le spine restano.
Le teste di legno fan sempre rumore.
Lungo come la quaresima.
84
Mal comune, mezzo gaudio.
Male che si vuole non duole.
Male ignoto si teme doppiamente.
Male non fare, paura non avere.
Meglio l'uovo oggi che la gallina domani.
Meglio soli che male accompagnati.
Meglio tardi che mai.
Meglio un asino vivo che un dottore morto.
Meglio un magro accordo che una grassa sentenza.
Moglie e buoi dei paesi tuoi
Molto fumo e poco arrosto.
Morto un papa se ne fa un altro.
Natale con i tuoi, a Pasqua con chi vuoi.
Ne ammazza più la gola che la spada.
Ne sa più un papa e un contadino che un papa.
Ne uccide più la gola che la spada.
Neanche il cane scodinzola per nulla
Nel bisogno si conosce l'amico.
Nel dubbio astieniti.
Nella botte piccola c'è il buon vino.
Nessuna nuova, buona nuova.
Non bisogna fasciarsi il capo prima di romperselo.
Non c'è due senza tre e il quarto vien da sé.
Non c'è rosa senza spine.
Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.
Non è ricco chi possiede ma chi meno ha bisogno.
Non è tutto oro quel che luccica.
Non fare il passo più lungo della gamba.
Non puoi avere botte piena e moglie ubriaca.
Non stuzzicare il can che dorme.
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Non tutto il male vien per nuocere.
Occhio non vede, cuore non duole.
Ogni lasciata è persa.
Ogni medaglia ha il suo rovescio.
Ogni promessa è debito.
Ognuno tira l'acqua al suo mulino.
Olio, aceto, pepe e sale fan saporito pure uno stivale.
Paese che vai usanza che trovi.
Passata la festa gabbato lo santo.
Patti chiari, amicizia lunga.
Per chi vuol esser libero, non c'è catena che tenga.
Per ingannare un furbo, ci vuole un furbo e mezzo.
Piccola fiamma non fa gran luce.
Piccola pietra rovesciar può il carro.
Quando c'è la salute c'è tutto.
85
Quando la pera è matura, cade da sola.
Quando si è in ballo bisogna ballare.
Raglio d'asino non giunse mai al cielo.
Ride ben chi ride ultimo.
Roma non fu fatta in un giorno.
Rosso di sera bel tempo si spera; rosso di mattina la pioggia è vicina.
Sacco vuoto non sta in piedi.
Sbagliando s'impara.
Scalda più l'amore che mille fuochi.
Scherzo di mano, scherzo di villano.
Scusa non richiesta, accusa manifesta.
Se ari male, peggio mieterai.
Se chiude una porta, si apre un portone.
Se hai ragione non hai bisogno di gridare.
Se non è zuppa è pan bagnato.
Se son rose, fioriranno.
Se vuoi star bene, mangia poco e dormi bene.
Si dice il peccato, ma non il peccatore.
Sin che si vive, s'impara sempre.
Tanti pochi fanno un assai.
Tenga bene a mente un bugiardo quando mente.
Tentar non nuoce.
Tra i due litiganti il terzo gode.
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Tra moglie e marito non mettere il dito.
Troppi cuochi guastano la cucina.
Tutta la strada non fallisce il saggio che, accortosi a metà, corregge il
viaggio.
Tutte le strade portano a Roma.
Tutti i fiumi vanno al mare.
Tutti i nodi vengono al pettine.
Tutto ciò che dura a lungo annoia.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Tutto il mondo è paese.
Un bel tacer non fu mai scritto.
Un bell'abito è una lettera di raccomandazione.
Un cavaliere tra due dame fa la figura del salame.
Un fiore non fa primavera.
Un granello fa traboccare la bilancia.
Un piccolo buco fa affondare un gran bastimento.
Un po' per uno non fa male a nessuno.
Una bugia ha bisogno di sette bugie.
Una ciliegia tira l'altra.
Una mela al giorno leva il medico di torno.
Uomo avvisato mezzo salvato.
Uomo di vino, non vale un quattrino.
86
Vale più la pratica che la grammatica.
Vale più un fatto che cento parole.
Vanga e zappa non vuol digiuno.
Ventre pieno non crede a digiuno.
Vigna nel sasso e orto in terreno grasso.
Vino battezzato non vale un fiato.
Vino battezzato, non va al palato.
Vino di fiasco la sera buono e la mattina guasto.
Vivi e lascia vivere.
87
Ringraziamenti
A conclusione di questo lavoro ho riflettuto parecchio sul fatto che avrei
dovuto ringraziare almeno una cinquantina di persone per avermi
supportato in questa attività di redazione con contributi di vario tipo, in
modo particolare con interminabili discussioni sul significato ultimo di
alcuni proverbi, in alcuni casi anche su specifiche parole.
Alcune persone non ci sono più perché hanno contribuito alla mia
proverbiosi cronica quando ero ancora in tenera età. Ricorderò per nome
solo la persona a me più vicina e longeva, Lucia, che venne alla luce nei
primissimi anni del novecento e che seppe a suo modo trasmettermi parte
di questi semini di cultura popolare.
Sono tutte persone che ho incontrato nel corso dei miei quasi
cinquant’anni e che hanno contribuito a modo loro a far nascere l’idea di
questa raccolta commentata, che è caratterizzata, come anticipavo, da un
volutamente trascurato rigore filologico, ma con un occhio verso l’analisi
simbolica che mi sta più a cuore. Infine il più giovane, un bimbo di pochi
anni che mi stupì con una meravigliosa ovvietà infantile durante un
viaggio aereo.
Mi piace ricordare, più che le singole persone, il fatto che la somma delle
loro età ci può accompagnare abbondantemente per oltre due millenni.
Infine, durante la stesura di questo lavoro attorno a me due fiori sono nati e
uno è tristemente mancato, su questi temi ci sono altri centinaia di proverbi
crudi, tristi, belli, ovvi ma si sa, “La vita continua” o “The Show Must Go
On”.
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June 20th, 2017
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