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14/07/13 Non-dualità e vita sociale (Eric Baret)

in quiete " La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttav ia solo coloro che la cercano
(Bayazid al-Bi
Il Sito di Gianfranco Bertagni " Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"

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Vita Non-dualità e vita sociale (Eric Baret)


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(3mè Millenarie n. 54) – Traduzione di Luciana Scalabrini
DISCIPLINE

Filosofia antica Premessa:


Mistica
Sufismo Si può conciliare la vita sociale, familiare, professionale, e non-dualità ? Se no, come uscire dal dilemma ?
Taoismo Eric Baret affronta anche crudamente ma con simpatia, delle domande essenziali.
Vedanta
D: Cosa intendete per spirito libero ?
Buddhismo
Zen E.B.: Questo si riferisce a una mente libera dal passato e dal futuro. Non c’è intenzione, nessuna parte dove andare, nessun
Filosofia Comparata dinamismo. Il dinamismo è ciò che ci separa dall’ambiente. E’ una personalità che vuole arrivare da qualche parte. Nell’apertura,
Musica / Mistica non c’è più dinamismo. E’ una sensibilità rispetto all’ambiente, e , poi, azione: ma non è più un’azione personale.
Filosofia Critica Uno spirito libero si riferisce specificatamente a questo stato senza attore, solamente azione. Gli avvenimenti accadono, ma non c’è
Meditazione più centro nell’azione.
Alchimia
D: Allora, non c’è più intenzione nell’azione ?
Psiché
Tantrismo E.B.:No.
D: Se non c’è più intenzione, com’è possibile vivere nella non-dualità, nella verticalità, e di adempiere anche alle proprie funzioni, di
AUTORI lavorare, occuparsi della famiglia, tutto ciò che, nella dualità, richiede intenzione, proiezione e realizzazione di cose materiali e
Mircea Eliade concrete ?
Raimon Panikkar E.B: E’ il contrario. Se si vive nell’intenzione, non ci si può occupare della propria famiglia. Ci si occupa unicamente di se stessi. Ci si
S.Weil e C.Campo serve della famiglia per rassicurarsi. Si utilizza la propria moglie per avere piacere, si utilizzano i figli per sentirsi felici, si utilizza il
René Guénon, ecc. proprio lavoro per darsi un’identità. Non si compie l’attività di cui ha bisogno il paese: si occupa la posizione che ci conviene. Non si
Elémire Zolla fa ciò che è giusto per la propria moglie: si fa ciò che abbisogna perché la nostra donna faccia ciò che ci piace. Non si fa ciò che giusto
G.I.Gurdjieff
per i nostri figli, ma eventualmente si spinge perché abbiamo successo perché questo ci soddisfa personalmente.
Jiddu Krishnamurti L’azione che scaturisce da una personalità, da un dinamismo non è mai funzionale. Ci si serve degli altri, non si fa che prendere,
Rudolf Steiner domandare. Gli altri diventano uno strumento per soddisfare l’ego, per creare la sicurezza. Ci si sposa per paura di vivere soli, per
P. C. Bori paura dell’insicurezza. Ci si serve del coniuge e, quando non ci da abbastanza sicurezza o apprezzamento, lo si getta via e se ne trova
Silvano Agosti un altro, ecc. E’ un modo totalmente egoistico di pensare e di vivere. E’ impossibile, da quel punto di vista, compiere una qualunque
Alcuni maestri
azione positiva per chi ci circonda.
Solo il presentimento del silenzio al di là dell’attività, può condurre all’ascolto degli altri senza aspettarsi alcunché. Non si domanda
più ai propri figli di diventare questo o quello, si ascoltano le loro capacità. Si fa ciò che è appropriato per la propria donna, senza
domandarle di stimolare le nostre fantasie o di fare qualcosa per rassicurarci. A quel punto si può davvero diventare un buon
cittadino, lavorare per il proprio paese o, se occorre, dare la propria vita per esso, occuparsi della propria famiglia ed essere
funzionale in tutte le situazioni. Ma, da un punto di vista egoico, è impossibile. L’ego prende, utilizza e getta.
D: Come potrebbe un uomo d’affari conciliare questi punti i vista? Come fare Yoga al mattino e vivere la non-dualità, quando si vive
nel mondo? Voi come fate?
E.B: Abbiamo parlato delle arti marziali. La base delle arti marziali è stimolare in noi la capacità di affrontare la situazione senza
commento psicologico. Se qualcuno vi mette un coltello sotto la gola e c’è paura psicologica, voi vi metterete forse a correre inseguito
da un attaccante che corre più veloce di voi. L’addestramento nelle arti marziali non consiste nel dirvi che cosa fare, che gesto
compiere, ma come affrontare una situazione senza residuo affettivo; in quel momento il corpo, secondo le sue capacità, reagirà in
modo chiaro. Molte persone si ritirano per vivere la vita monastica, dove ci sono poche perturbazioni esteriori. Là, si deve meditare
e compiere un mucchio di strane attività che mirano a preservare il nostro piccolo confort psicologico. Ma quando un desiderio, una
paura o un’emozione sorge, questo stato è turbato dall’emozione. Parliamo qui di un non-stato. Di ciò che è al di là di tutti i nostri
stati percepiti, di un presentimento del silenzio, costantemente presente.
E’ la base della danza, della musica, di tutte le arti, di tutte le espressioni. Se un musicista non sentisse il silenzio, non potrebbe
comporre. La base di tutta la musica e la danza, è questo presentimento, reso attuale, del silenzio. E’ questa tranquillità che
permette all’espressione di manifestarsi. E’ questa assenza di paura che ci permette di combattere.
Per tornare al nostro esempio particolare: che al mattino pratichiate o no lo Yoga, non ha e non avrà mai nessuna importanza per
quanto riguarda l’attuare la vostra libertà. Il presentimento del silenzio è con voi al mattino, con o sena meditazione e, prima o poi,
questo resta con voi in tutte le attività della giornata. E di là che viene la chiarezza.
Se prendere un binocolo al contrario e guardate i vostri piedi, li vedrete molto chiaramente e molto lontano. Nello stesso modo,
quando siete liberi da una situazione, lo vedete chiaramente. E questa sensazione di libertà, vi fa sentire indipendenti dalla
situazione. In questa indipendenza, la vedete totalmente, l’assimilante. Se ci si perde nella situazione, la chiarezza scompare. Non se
ne vede che l’aspetto esteriore. Quando avevate quindici anni e la vostra amichetta vi ha lasciato, fu un dramma, perché eravate
totalmente identificato con la situazione. Ora, quando ci ripensate, vedete in modo totalmente diverso quel fatto. Siccome non vi
interessa più, non vi emoziona più, vedete veramente quel che è successo. Lo vedete solo ora perché non c’è più un legame affettivo.
Finché c’è un dinamismo personale, non si vede la totalità di un avvenimento. E’ il sentimento di libertà che viene dal
presentimento del silenzio, che, solo, porta al chiarezza nell’azione.
E’ come un chirurgo che opera: non può nello stesso tempo soffrire e operare. E’ la sua libertà di fronte al destino del paziente – vita
o morte – che gli permette di assolvere al suo compito correttamene; se non siete libero da una situazione, non potete agire
correttamente.
D: Nelle nostre società moderne, ci sono molte pressioni, leggi, convenzioni. Come un giovane potrebbe sapere cosa deve fare ?
E.B: Esatto; può essere difficile trovare la propria identità in una società il cui scopo è avere di più, diventare di più. E’ normale che,
per qualche momento, si creda che una donna, dei figli, la salute e una grossa automobile ci daranno la sicurezza o la gioia.
www.gianfrancobertagni.it/materiali/tantra/baret17.htm 1/2
14/07/13 Non-dualità e vita sociale (Eric Baret)
D: In India ci sono le caste ed è ciò che decide; non ha niente a che fare con la persona.
E.B: Esattamente. Ci sono famiglie di preti e famiglie di musicisti. C’è una corrente. Non parliamo di reincarnazione, ma, a parte
questo, è certo che il cervello e il processo d’apprendimento degenerano molto presto. Più apprendete presto qualcosa, più
l’integrate. Quando vedete vostro padre esercitarsi nelle arti marziali o nelle arti della medicina, imparate il ritmo. Ora la vista, la
competenza, non sono che il ritmo. Il resto non è che l’espressione. I ballerini, i musicisti devono imparare molto presto. Si
apprende per mimetismo.
Quando si apprende per mimetismo, c’è sempre competenza. Quando si fa qualcosa bene, ci si sente felici e, generalmente, si può
sopravvivere finanziariamente. Forse avreste preferito qualcosa più alla moda, essere avvocato,per esempio, o prete. Ma se siete
mercante di tè, questo può bastare a una vita funzionale.
In una società dove si impara tardi un lavoro, le capacità restano generalmente concettuali. Se siete incapace di fare qualcosa di
creativo, diventare agente immobiliare, terapeuta, uomo politico o guru.
D: Non siamo in India, ma in occidente.
E.B: La difficoltà, nei nostri paesi, se si vuole restare sul piano sociologico, è l’assenza d’esempio dato dalla famiglia. Su un certo
piano, nelle nostre società, per molta gente lo scopo del lavoro è di guadagnarsi da vivere e dobbiamo accettare questa forma
d’inettitudine. Poca gente ha la fortuna di avere un lavoro che sente. Ma il problema è soprattutto psicologico. In uno spirito libero
da pregiudizi, se siete un musicista e dovete lavorare in una officina, restate un musicista nel cuore e lavorate come un operaio: non
c’è nessun problema. Praticamente, più siete liberi da una qualunque idea di esser qualcosa, più sarà facile adattarsi ad una
situazione particolare.
Non domandate al vostro lavoro di essere gradevole. Lo vedete in modo funzionale. In quel momento, vi rilassate. E poiché vi
rilassate, la complessità, la bellezza, la giustificazione del vostro lavoro – che fino a questo momento trovavate mediocre e non
interessante per pregiudizio – si presenta. A quel punto, potete sopravvivere felicemente in qualsiasi attività. Il vostro corpo
potrebbe preferire coricarsi più presto, lavorare meno, ma non è un problema. Così come il vostro corpo può sentirsi più in accordo
con certi cibi più che con altri, se non c’è che del cadavere da mangiare, non ci sarà problema psicologico, forse solo una costipazione.
Il conflitto viene solo da un punto di vista patologico. Possono esserci conflitti funzionali, ma sono totalmente senza ramificazioni
psicologiche: non esistono che nell’istante e non lasciano tracce nella piche. Non potete più sentirvi a disagio in nessun ambiente.
Non dovete sentire psicologicamente il vostro lavoro, né vostra moglie; non dovete sentire nulla. Quando non sentite più niente
psicologicamente, voi sentite veramente.

Da: http://www.revue3emillenaire.com/it/?p=41

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