Sei sulla pagina 1di 133

© 2017 Area51 Publishing s.r.l.

, San Lazzaro di Savena (Bologna)


Prima edizione Area51 Publishing: aprile 2017
Questo libro è solo per uso personale. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere
riprodotta o memorizzata in sistemi d’archivio, o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo, noto e
futuro, senza l’autorizzazione scritta di Area51 Publishing e a eccezione di brevi passaggi per
recensioni.
Se intendi condividere questo libro con un’altra persona, ti chiediamo di acquistare una copia
per ogni persona a cui lo vuoi far conoscere. Se stai leggendo questo libro e non lo hai
acquistato, ti chiediamo, se ti piace, di acquistarne anche una copia a pagamento, al fine di
poterci permettere di far crescere il nostro lavoro e di offrirti una qualità sempre migliore.
Grazie per il tuo aiuto e per aver rispettato il lavoro dell’autore e dell’editore di questo testo.
L’autore di questo libro non dispensa consigli medici né prescrive l’uso di alcuna tecnica come
forma di trattamento per problemi fisici, medici o psicologici senza il parere di un medico o di
uno specialista, direttamente o indirettamente. L’intento dell’autore è semplicemente quello di
offrire informazioni di natura generale per aiutarvi nella vostra ricerca del benessere. Nel caso
in cui usaste le informazioni contenute in questo libro per voi stessi, che è un vostro diritto,
l’autore e l’editore non si assumono alcuna responsabilità delle vostre azioni.

Segui Area51 Publishing su:

Facebook

Twitter

YouTube

Instagram

www.area51editore.com
www.area51editore.com/blog
Questo testo è la sintesi del programma audio

LIBERATI RESPIRANDO
Essere più sani e felici con il respiro circolare e consapevole
di Alessandro D’Orlando

Con questo testo hai una guida pratica, semplice ed essenziale per
imparare a usare le potenzialità del respiro: grazie a esso puoi liberarti
dai condizionamenti limitanti e distruttivi e accedere ad una fonte
infinita di energia e creatività, migliorando la tua vita giorno dopo
giorno.

Scarica subito gratis tre estratti audio del programma a questo


indirizzo internet:

https://www.area51editore.com/liberati-respirando

E se vuoi ascoltare gratis un altro audio esclusivo di crescita


personale,
volta pagina e iscriviti alla nostra Newsletter!
Alessandro D’Orlando

LIBERATI RESPIRANDO
ESSERE PIÙ SANI E FELICI CON IL RESPIRO CIRCOLARE E
CONSAPEVOLE
SINTESI DEL PROGRAMMA
La rinuncia non consiste nel rinunciare alle cose di questo mondo, ma
nell’accettare che se ne vadano via.

Suzuki Roshi
Se per te si è dileguato il possesso di un mondo non addolorarti per questo,
non è nulla;
e se hai acquistato il possesso di un mondo, non rallegrartene, non è nulla.
Passano oltre i dolori e le gioie.
Passi anche tu sul mondo, non è nulla.

Answari Soheili
Dall’età di sei anni avevo la mania di disegnare la forma delle cose.
Quando ne ebbi cinquanta, avevo pubblicato un’infinità di disegni; ma tutto
ciò che ho prodotto prima dell’età dei settant’anni non è degno di
considerazione.
A settantatre anni ho imparato qualcosa come la struttura reale della
natura, degli animali, delle piante, degli uccelli, dei pesci e degli insetti.
Di conseguenza, a ottant’anni avrò fatto ancora altri progressi; a novanta
potrò penetrare il mistero profondo delle cose; a cento certamente avrò
raggiunto una fase stupenda; e quando ne avrò centodieci tutto ciò che farò,
sia un punto che una linea, sarà vivo.

Scritto all’età di settantacinque anni da me, già Hokusai, oggi Gwakio Rojin,
il vecchio che va pazzo per la pittura
Concentrati sul Tao e sperimenterai il Tao.
Concentrati sul potere e sperimenterai il potere.
Concentrati sulla perdita e sperimenterai la perdita.
Se non avrai fiducia, non ti sarà data fiducia.

Tao Te Ching
Vivo nei miei sogni.
Anche gli altri vivono nei sogni, ma non nei propri, questa è la differenza.

Hermann Hesse
A mio padre per avermi dato la visione,
a mia madre per avermi dato l’amore,
a mia zia per avermi dato la forza.
A tutti coloro che hanno condiviso la loro storia con me insegnandomi
qualcosa in più sulla vita.
INTRODUZIONE

Questo programma audio integra il mio libro Intelligenza Emotiva e


Respiro pubblicato nel 2007 con le edizioni Amrita, la serie di esercizi
contenuti nell’audio CD La magia del Respiro Circolare e integra il
libro Ricominciare da un amore che finisce del 2015.
Questo programma audio è destinato a tutti coloro che vogliono
prendere in mano la responsabilità verso la propria vita e liberarsi dai
condizionamenti che finalmente sentono come limitanti e distruttivi.
Limiti del carattere, dei comportamenti, degli stati emotivi, dei
pensieri: se credi di poter vivere una vita migliore, di poter usare la tua
mente meglio di quanto tu stia facendo già ora, di poter provare stati
d’animo e emozioni più luminose e leggere di quelle che di solito vivi
allora questo programma audio fa per te.
Non importa quanti anni hai, se ne hai 14 o 80, non importa quanto
tempo hai passato e che prezzi hai pagato per i limiti che senti di
avere: come dice un proverbio tibetano “Non importa quanto a lungo
una stanza è stata al buio: accendi una candela e la stanza di illumina”.
I limiti che vivi sono i limiti dei tuoi genitori, dell’ambiente in cui
vivi e sei cresciuto, di tutti coloro che ti parlano e ti comunicano
notizie, informazioni, storie – dall’altra parte sta la tua libertà di
diventare ciò che sei, con tutto l’appagamento che puoi vivere
manifestando i tuoi doni, condividendo i tuoi talenti, apportando alla
tua vita e a quella delle persone attorno a te più gioia, amore,
conoscenza, libertà.
Il respiro consapevole libera il tuo potenziale, scardina i blocchi, ti
connette a una fonte infinita di energia e creatività. Con pazienza e
costanza, praticando gli esercizi che ascolterai e continuando ad
approfondire gli argomenti trattati, vedrai la tua vita migliorare sotto i
tuoi occhi giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.
Senti che ce la stai mettendo tutta, che stai andando un poco più
oltre ai tuoi limiti: questo basterà per arrivare ai risultati che ti
aspettano sempre nel prossimo respiro consapevole.
Come ha cambiato la vita a me e alle persone con cui ho lavorato e
che ho conosciuto, così sarà per te. Così è per te già ora che stai
semplicemente leggendo queste righe, perché il tuo inconscio non
dimenticherà mai più ciò che stai leggendo e non accetterà mai più le
condizioni e le abitudini di vita limitati che fino ad ora avevi tollerato o
negato.
Riguardo ai termini usati, specifico che:

1. Nel programma audio sono utilizzati i termini di respiro, respiro


circolare, respiro consapevole in modo da poter portare di volta in
volta l’attenzione su aspetti diversi della stessa modalità di
respiro, quella del respiro circolare.
2. Il respiro circolare è una tecnica di respiro in cui si inspira ed
espira senza pause tra inspiro ed espiro, l’aria esce per gravità e
sono attento alle sensazioni sottili che mi dà il movimento del
respiro.
3. Con il termine “sessione” intendo una seduta in cui una persona
respira in maniera circolare, piuttosto veloce e profonda per
un’ora o più (anche fino a due ore), restando nel rilassamento
fisico, nell’immobilità, nella calma. Queste vanno condotte solo da
personale esperto almeno nei primi dieci incontri e dopo aver
verificato che non siano controindicazioni mediche.

Prima di iniziare vorrei darti alcune indicazioni. Il respiro consapevole


è la prima fonte di nutrimento dell’essere umano: è chiaro che sono
importanti l’idratazione, la nutrizione e il movimento. Ti consiglio di
sfruttare le risorse liberate dal respiro per bere meglio, mangiare
meglio (ispirati all’igienismo), praticare hatha yoga, pranayama,
meditazione.
Il respiro consapevole è già una forma importante di meditazione
che ti consentirà di approfondire e praticare con costanza tutto ciò che
può rendere la tua vita migliore.
ALCUNE INDICAZIONI TECNICHE

Prima di immergerci in questo mondo vediamo assieme alcuni aspetti


della tecnica.
Il respiro circolare è la forma più naturale di respiro: la facciamo da
bambini, ma poi da adulti la perdiamo. Vediamo quindi nell’ordine
quali sono gli elementi da riscoprire.
Rilassamento fisico

Se puoi chiudi gli occhi perché già questo aiuta moltissimo il


rilassamento; se ti inquieta farlo non preoccuparti, respirando
imparerai a rilassare gli occhi comunque. Rilassa al massimo i muscoli
che non sono importanti in quello che stai facendo: per farlo ti basta
portare l’attenzione alle zone del corpo che presentano tensioni. La
colonna vertebrale è sempre dritta e la testa allineata l resto del corpo:
ciò garantisce lo scorrimento di sangue ed energia corretto.
La posizione seduta a occhi chiusi è consigliata per la pratica
quotidiana, quella da distesi solo quando vuoi usare il respiro per
dormire o vuoi aumentare il volume dell’aria da respirare (ma in tal
caso fatti aiutare da un rebirther esperto se vuoi “spingere un po’ la tua
respirazione”, dietro sempre parere medico).
Respiro circolare

Il respiro scorre fluido, profondo e diaframmatico, silenzioso e senza


scatti, l’espirazione è rilassata e non forzata, circolare; respiro
circolare significa che il canale è sempre lo stesso – se inspiri dal naso
espira dal naso e se inspiri dalla bocca si espira dalla bocca –, senza
pausa tra le due fasi – ossia all’inspiro segue immediatamente l’espiro,
e viceversa.
La profondità e la velocità dello stesso dipenderanno dal tipo di
intenzione: sarà veloce e profondo (per esperti) se l’obiettivo è entrare
in uno stato di ricettività, attenzione, calma mentale; sarà veloce e
superficiale se la sensazione del momento è dolorosa, permettendole
così di fluire attraverso il corpo e impedendo che essa e il respiro si
blocchino (ad esempio, come accade quando non si vuole sentire il
male di una martellata sul dito).
Se la sensazione del momento è piacevole oppure interessante e si
vuole espanderla, allora il ritmo lento e profondo è più opportuno –
infatti, tale modalità si attiva in modo naturale e spontaneo in stati di
calma ed euforia.
L’ultimo caso, quello del respiro lento e superficiale, non interessa
qui, perché porta al sonno ed è simile a quella che teniamo già
normalmente durante il giorno.
Se la tua intenzione è meditare e addestrare la mente alla
concentrazione allora respira con il naso e con un respiro quieto.
Se la tua intenzione è accedere rapidamente all’inconscio, agli stati
transpersonali, a sblocchi bioenergetici, allora con una guida esperta e
dietro parere medico pratica pure il respiro profondo, veloce e con la
bocca da disteso.
Consapevolezza dei dettagli

Ogni pensiero o emozione ha un riflesso a livello corporeo e puoi


esplorare con attenzione le sensazioni che si manifestano respirando:
la durata, l’intensità, come si spostano. Più la mente si immerge nel
respiro e nelle sensazioni più pensieri ed emozioni si placano e si
accede a stati psicofisici rigeneranti.
Atteggiamento mentale positivo

Quando inizi e finisci le pratiche meditative ringrazia, visualizza luce


che inspiri ed espiri, dedica con compassione la pratica a tutti gli esseri
viventi e stai in un pensiero di compassione, ricorri alle strategie che
conosci per stare in uno stato d’animo positivo.
Fatta questa operazione passa all’attenzione alle sensazioni del tuo
respiro e del tuo corpo.
Assenza di giudizio

Stai in quello che c’è, ossia accogli tutti ciò che alla mente giudicante
sembrerà essere bene o male, giusto o sbagliato, buono o non buono. Il
respiro sa cosa fare per migliorare la tua vita perciò alle volte potrai
soffrire, alle volte stare bene, alle volte avrai ricordi piacevoli, altre
volte saranno spiacevoli per la tua mente, alle volte farai progressi
altre volte ti sembrerà di non farli, ma in realtà nel profondo accade
sempre qualcosa di positivo per te. Perciò abbandonati alla pratica.
Sarà nella vita di tutti i giorni che imparerai ad apprezzare i
cambiamenti piccoli e grandi che scaturiranno da questo percorso.
Controindicazioni del respiro

Ci sono due tipi di controindicazioni da considerare: una di carattere


fisico, l’altra psicologico.
In linea di massima, le persone con problemi di asma gravi, con
attacchi epilettici, con disturbi cardiaci rilevanti, ipertensione con
pericolo di ictus, diabete, ipertiroidismo, infiammazioni acute
polmonari dovrebbero astenersi dal praticare il respiro circolare –
soprattutto quello veloce e profondo – senza una guida con solide
competenze mediche e una conoscenza approfondita degli effetti del
respiro sull’essere umano.
Dato che i polmoni vanno a fare pressioni anche sulle vertebre e le
loro cartilagini, per chi soffre di discopatie può essere utile usare un
cuscino o piegare le gambe se si respira da distesi e se tutto ciò ancora
non basta, un colloquio con un osteopata può essere utile.
Per quanto riguarda la dimensione psicologica, coloro che ricorrono
a psicofarmaci, soffrono di disturbi mentali e dell’umore importanti
dovrebbero praticare sotto una supervisione psicoterapeutica e
psichiatrica all’occorrenza.
GLI EFFETTI FISICI DEL RESPIRO

Il respiro agisce su diversi piani, dal più grossolano al più sottile: si


parte da un massaggio muscolare e degli organi interni, passando a
una azione molecolare fino ad arrivare a livello atomico, con un
aumento della circolazione elettrica lungo dei canali conduttori
chiamati meridiani.
Il respiro scioglie il torace, che viene delicatamente massaggiato
nelle sue parti interne ed esterne. In particolare, mentre la
respirazione normale coinvolge solamente diaframma e muscoli
intercostali, la respirazione circolare coinvolge molte più parti: come il
traverso dell’addome, l’obliquo esterno ed interno, il retto
dell’addome, il quadrato dei lombi, il triangolare dello sterno, il grande
e piccolo pettorale; tutte parti che tendono ad irrigidirsi a causa di una
cattiva postura ed una cattiva respirazione. Pensiamo solamente al
comune mal di schiena: se facciamo caso, spesso noteremo che nella
zona dolente la respirazione risulta bloccata.
Il respiro giova al polmone, che nello svuotamento e riempimento
completo mantiene la sua elasticità e il funzionamento ottimale degli
alveoli, che possono contare su un tessuto che resta spugnoso e ben
irrorato e non compresso da sempre più pesanti tensioni muscolari.
Scendendo lungo l’addome troviamo il diaframma, che possiamo
definire il “secondo cuore” venoso, con uno sforzo emodinamico
superiore a quello del cuore, che stimola tutta la circolazione
sanguigna e linfatica, l’attività degli organi interni – in particolare
fegato, milza, pancreas, stomaco, intestino, apparato genitale – e la
motilità dell’apparato digerente. Tante problematiche da stress
possono così ridursi, come: digestione lenta, gastriti, mal di testa,
reflusso gastro-esofageo, motilità intestinale difficile, facilità ad
ammalarsi di influenza o raffreddore. Inoltre molti problemi
all’apparato genitale – vedi vaginiti e disturbi prostatici – trovano
giovamento nella miglior nutrizione dei tessuti anche della parte
addominale bassa.
L’ossigenazione del sangue rallenta inoltre tutti i processi di
invecchiamento cellulare, mantenendo una elevata vitalità
dell’organismo.
Non dobbiamo nemmeno trascurare la dimensione estetica: cambia
lo sguardo, l’espressione del viso, la luminosità dell’espressione, la
postura stessa.
Il respiro rivitalizza l’organismo e lo si può notare studiando i
cambiamenti che determina nella fisiologia e nella chimica del corpo, a
livello di globuli rossi, tossine, tassi di ossigeno e anidride carbonica.
Alcune ricerche sembrano indicare come la pratica del respiro
circolare consenta un aumento del numero di globuli rossi nel sangue,
che possono raggiungere i livelli presenti nei neonati: ciò fa sì che
vengano irrorate ed ossigenate zone del cervello prima non
pienamente nutrite e che ricordi di antiche situazioni riaffiorino –
trauma di nascita e vita prenatale incluse – con la possibilità di
rielaborarle psicologicamente in maniera consapevole, come vedremo
meglio nei capitoli successivi.
Assistiamo anche a una rapida eliminazione delle tossine – fino
all’80% sono eliminate attraverso il respiro –, che se si accumulano
danneggiano le cellule (tra cui quelle delle cartilagini, che possono
degenerare).
Una ulteriore azione è a livello di pH, termine che indica il valore
dell’acidità o basicità di un elemento secondo una scala che va da 0 a
14: 0 è il massimo dell’acidità, 14 della basicità, 7 è il valore neutro.
Per il sangue il valore ottimale è di 7.35 – 7.45, con possibilità di
spostamento da 7.02 a 7.80, limiti estremi oltre i quali si ha uno shock
fisiologico. A causa di un eccesso di alimenti acidificanti (fra cui cibi
dolci e conservati, farine raffinate, carne, ceci, fagioli per citarne solo
alcuni), la scarsa respirazione e l’accumulo di tossine, l’uomo
occidentale si dice che è affetto da “iperacidità sanguigna” – termine
convenzionale che indica il suo pH sempre nell’area basica (zona 7 –
14, in particolare sopra il valore 7.02), ma sotto la zona ottimale (7.35
– 7.45) e verso il polo acido.
Il respiro aiuta a riportare il pH dal polo “acido” (vicino a 7,02), alla
zona ottimale, grazie a un effetto alcalinizzante. La medicina ufficiale
vede in ciò il rischio di un possibile shock fisiologico, ma ci sono ben
altre considerazioni da fare per inquadrare il fatto nel suo reale
contesto: oltre agli stili di vita che “acidificano” il sangue, lo
spostamento di pH non interessa tutti i liquidi del corpo, che
costituiscono i 2/3 della massa corporea, ma solo quella del sangue,
che comprende il 10% dei liquidi totali… Quindi cambiare il pH di tutti
i tessuti è un processo molto lungo. Ancora, la medicina tradizionale
considera come dimostrazione dello squilibrio ematico le contrazioni
muscolari della cosiddetta “tetania”, data da crampi e tensioni che
possono disturbare chi respira. Ufficialmente, ciò accade perché il
corpo assimila calcio dai muscoli per compensare l’eccesso di basi nel
sangue. A un esame più approfondito, rimane un mistero del perché a
essere interessati dai crampi sono solo alcune persone e non tutte,
come mai rispondono solo alcuni muscoli e non altri – come quelli
della bocca e delle mani – e come mai continuando a respirare la
situazione si normalizza anziché peggiorare. Il tutto sembra quindi
deporre per un significato più energetico e psicologico del fenomeno,
più che fisico.
Il pH del sangue è fondamentale per la vita ed è ben controllato: è
difficile andare oltre i limiti vitali se non in situazioni estreme; ma
bastano piccoli spostamenti dell’ordine di decimali per avere
spiacevoli conseguenze rispetto alla qualità della propria vita. Sul
piano fisico si verifica ad esempio una demineralizzazione ossea,
difficoltà intestinali, sclera degli occhi colorata di giallo oppure
arrossata, alito cattivo, odore corporeo sgradevole, unghie che si
screpolano facilmente o che si ingrossano, capelli secchi ed opachi con
tendenza alla forfora, pelle secca con tendenza alle rughe precoci.
Sul piano psicologico il pH acido si correla a vari sintomi di stress:
mal di testa, difficoltà di concentrazione, di attenzione, di memoria,
tendenza all’ansia, alla tristezza, agli sbalzi emotivi.
Inconsciamente, per combattere l’acidità spesso tendiamo a
consumare dolci e zuccheri, ma in realtà essi si trasformano a loro
volta in acido, peggiorando ulteriormente il problema. Molti cercano
allora a polveri alcaline, ma queste passano per lo stomaco, che lavora
in ambiente acido e a lungo andare interferiscono con il processo
digestivo. Invece con il respiro non si hanno controindicazioni ed è
possibile ricorrervi ogni volta che lo si desideri. Inoltre la maggior
sensibilità acquisita, consente di percepire nel corpo la tendenza
all’acidità e anche l’effetto dei cibi acidificanti: lentamente possiamo
modificare in modo naturale anche la tendenza al consumo di questi
alimenti.
Una curiosità: l’effetto alcalinizzante del respiro si può notare bene
nelle urine dopo la respirazione, basta dotarsi di una cartina al
tornasole con scala colorimetrica.
Il respiro ci permette di “ricaricare le batterie” perché immettiamo
elettroni nei nostri meridiani, tanto che nella storia gli agopuntura
prima di applicare gli aghi utilizzavano il respiro per sbloccare certe
situazioni problematiche.
Zone di ristagno o svuotamento energetico determinano gravi
scompensi anche a livello organico e mentale – pensiamo solo
all’elettricità che serve ai muscoli per contrarsi e distendersi (e che può
essere misurata attraverso il tracciato elettromiografico, EMG) e al
cervello per dare vita ad i propri processi (che possono essere percepiti
anche attraverso le misurazioni del tracciato elettroencefalografico,
EEG).
GLI EFFETTI SULLE EMOZIONI

Il respiro è una tecnica per far fluire le emozioni, portarle alla


consapevolezza, amplificare quelle piacevoli, attenuare gli effetti di
quelle scomode per quel dato contesto o per la loro intensità. Il respiro
quindi contribuisce a sollevare dal peso delle emozioni il corpo, a
rendere più felice la vita e migliori le relazioni che possono prosperare
solo su un fondo di serenità e calma garantito dalla respirazione.
Le emozioni sono la dimensione posta tra la mente e il corpo, ci
danno la forza di agire nelle situazioni e di accorgerci che cosa non va,
agiscono trasmettendo l’effetto dei pensieri sulla materia e sul corpo
prima di tutto: sono infatti i pensieri “colorati” da una emozioni ad
agire con più forza fisiologia, per non parlare dei fenomeni che indaga
la biofisica.
Emozioni positive significano più energia e salute; emozioni
negative significano deprivazione e carenza. Vediamo nel dettaglio
quali sono le emozioni.
Ora descriverò cinque emozioni, ognuna delle quali spesso è oggetto
di repressione o esasperazione. Nella repressione e nell’esasperazione,
l’emozione non è vista, compresa e superata, nel primo caso perché la
si “ricaccia” nell’inconscio appena la si percepisce, nel secondo perché
“ubriacati” da un eccesso. Chi non si arrabbia mai conosce la propria
rabbia quanto uno che si arrabbia sempre: anche quest’ultimo, infatti,
non riesce a vedere il meccanismo di funzionamento di tale energia
per gestirla in modo utile, perché appunto, troppo arrabbiato mentre
vive la sua emozione.
Impotenza

Il senso di impotenza è una condizione di annullamento ancora più


profonda e drammatica della tristezza: come dimostrano gli
esperimenti sull’impotenza compiuti da Martin Seligman, di
impotenza si può anche morire. È legata a un senso di paralisi e
blocco: accogliere questa emozione è fondamentale per capire poi se
davvero dobbiamo lasciar perdere, oppure ci sono degli spazi di
intervento. La nostra vista non si può attivare però se prima non ci
abituiamo al buio, per cui il respiro può aiutarci a integrare questo
stato, possiamo scoprire che si può respirare anche in quelle
condizioni e che quindi si può portare pranza, vita e luce anche lì.
Paura

Proviamo paura quando smettiamo di guardare con attenzione a ciò


che vediamo come un pericolo. È importante sentire la paura perché ci
avvisa di un pericolo: però poi possiamo agire verso quel pericolo con
lucidità e calma, come le tradizioni di arti marziali migliaia di anni ci
insegnano: ci vuole disciplina per domare la paura, ma il guadagno è
una vita vissuta pienamente.
Rabbia

Dalla paura nasce un’energia altrettanto potente: quella della rabbia.


Quando abbiamo paura e determinati eventi rischiano di farci sentire
impotenti, se non possiamo o non vogliamo fuggire e dobbiamo
combattere, la rabbia ci viene in soccorso.
La rabbia in realtà nasconde spesso la paura e per agire con lucidità
è meglio considerare la rabbia come un campanello d’allarme, che mi
indica di osservare cosa c’è sotto. Una volta scoperto, possiamo
affrontarlo senza rabbia e rimuovere nello stesso tempo ciò che prima
poteva crearmi disagio. La rabbia con il respiro diventa così
determinazione e non travolge il corpo e non crea danni fisici,
emozionali e relazionali inutili e non voluti.
Tristezza

Dice un passaggio dei drammi di Ibsen: “noi siamo le lagrime / che


non furono versate. Avremmo potuto sciogliere / l’ago di ghiaccio che
trapassa il cuore. Ormai l’acúleo è confitto / nel petto villoso; la piaga è
chiusa; / il nostro potere è spento”.
Quando la rabbia non basta ad affrontare una sfida, si fa strada
lentamente la tristezza: i propri sforzi non sono riusciti a trattenere la
persona amata, a realizzare un sogno, a difendere qualcosa di
affettivamente caro.
La tristezza è un’energia che ci porta dentro e se non ci ribelliamo a
essa e semplicemente ci facciamo accompagnare in questo movimento
verso noi stessi, possiamo scoprire forze ed energie per cambiare
profondamente al nostro interno.
Ad esempio posso essere triste per avere perso qualcuno o qualcosa
di importante, ma nella tristezza posso imparare a stare immobile,
scoprire quello che l’altra persona o quella cosa mi dava, scoprire quei
doni in me stesso e andare avanti con più autonomia e forza di prima.
Gioia

La gioia è il dono della presenza: non solo quando tutte le cose ci


vanno bene, ma anche quando sappiamo essere testimoni attenti e
amorevoli verso ciò che ci accade, nella buona e cattiva stagione. La
gioia come stato incondizionato dalle circostanze nasce soprattutto dal
renderci conto che dentro di noi c’è un osservatore che non viene
compromesso dai drammi della vita quotidiana e dalla cui presenza
possono nascere intuizioni, rivelazioni, energie che ci consentono di
dare un senso più profondo alla nostra esistenza.
Senso di colpa

Ci sentiamo in colpa quando facciamo la cosa giusta per la nostra


Essenza, per ciò che realmente siamo, noi ma sbagliata agli occhi del
nostro Ego, dei nostri condizionamenti familiari, di clan, culturali. Ci
sentiamo in colpa quando facciamo la cosa giusta per l’Ego, il clan, la
cultura ma sbagliata per la nostra Essenza, la parte più vera di noi.
Il respiro consapevole ci consente quindi di stare in contatto con la
nostra parte più profonda, la nostra Essenza, e di capire cosa è bene
per lei e di avere il coraggio di aiutarla senza farci opprimere o
ostacolare dalla colpa.
Possiamo quindi scavalcare la colpa e la tentazione di espiarla
attraverso atti autodistruttivi, per andare direttamente verso la nostra
felicità.
Vergogna

La vergogna è legata a quello che uno è, non a quello che fa. Questo
significa che non c’è scampo al senso di indegnità. Per il fatto stesso
che esisto sono sbagliato. Ricordate? Da bambini a molti di noi hanno
detto: “Vergognati che non sei come tua sorella / fratello / cugino /
amico / papà”, paragonandoci ad un modello in fatto di sport,
diligenza nello studio, disciplina in genere. Così si cresce con il
nascosto desiderio di essere qualcun altro: solo allora saremo accettati,
rispettati, amati.
Un modo per superare la vergogna è quello di portare guarigione a
tutti i ricordi dove abbiamo provato un senso di inadeguatezza, in ogni
situazione in cui mamma o papà ci dicevano quella determinata frase
che ci feriva, in ogni contesto in cui abbiamo sentito di essere un nulla;
possiamo anche guarire la vergogna con il respiro consapevole, perché
naturalmente ci porterà a contatto con la parte più luminosa e sana di
noi davanti alla quale ogni bugia su noi stessi non potrà che
scomparire.
Il piacere e il dolore nascono dall’avversione e dall’attrazione che
proviamo verso certe persone e situazioni. Nel momento in cui
andiamo aldilà dei giudizi possiamo accedere a uno stato di
equanimità ci dicono tutte le Tradizioni spirituali, in cui c’è pace e
calma interiore indipendentemente da quello che accade nel mondo o
sui nostri piani fisico, emotivo, mentale.
Questo essere profondamente in accordo con “ciò che è”, senza
intenzioni di cambiarlo, senza modelli ideali da perseguire, senza
paura di proseguire nei propri errori e senza desiderio di porre fine
agli stessi, paradossalmente, crea la base per uno spontaneo e potente
cambiamento in meglio di noi stessi e del mondo esterno.
Il respiro consapevole ci permette proprio questo: di ritrovare un
centro di stabilità al riparo dalle burrascose discese all’inferno e dalle
risalite mozzafiato al cielo, per abitare in un senso di presenza che
appaga molto più intimamente e profondamente. Il respiro
consapevole ci permette di abitare all’interno di quello che Battiato
cantava: “il centro di gravità permanente”.
Saper generare emozioni positive con pensieri positivi e immagini
positive determina emozioni buone per noi e per gli altri.
Saper generare pensieri che sanno prendersi cura delle nostre parti
ferite, in colpa, con la vergogna o la paura o la rabbia accresce la
nostra forza personale. Ci sono molti modi per creare una mente
positiva: approfondisci il percorso della psicoterapia fenomenologica,
della Programmazione Neurolinguistica, dell’ipnosi ericksoniana, dello
yoga classico (ad esempio secondo la tradizione himalayana che
conserva ancora l’energia spirituale delle origini); leggi i libri di
Krishnamurti, Osho e di tutti coloro che sono riusciti a cogliere la
verità di quella dimensione immanente che fa da sfondo alla nostra
esistenza.
Tutte le emozioni, buone e meno buone per noi, sono innocue
quando scorrono e possono entrare e uscire dalla nostra vita: i
problemi si affacciano quando tratteniamo il respiro e le blocchiamo
nel nostro corpo e quando un’emozione di “bassa vibrazione” diventa
costante dentro di noi e non lascia spazio alle altre.
La respirazione porta in noi quella variabilità e soprattutto quella
qualità di emozioni che servono al nostro organismo e alla nostra
mente di rigenerarsi e permette alle emozioni pesanti di uscire da noi.
Sovente le persone dicono che si sono sentite in vacanza più
respirando per un paio di ore che con una settimana di ferie.
Il respiro ci consente anche di trovare una strada per affermare la
positività senza combattere la negatività. Kafka a proposito scriveva
che “L’obiettivo del male è farti scendere al suo livello, anche solo per
combatterlo”; Antony De Mello diceva: “Ciò a cui resisti, persiste.
Quando si combatte qualcosa, le si è legati per sempre, finché la si
combatte le si dà potere, un potere pari a quello impiegato per
combatterla”.
Il respiro consapevole ci permette di non entrare in contrasto con
quello che ci tormenta, ma di connetterci a ciò che ci può far stare
bene: come palloncini ci è possibile quindi salire in alto aldilà degli
ostacoli che finalmente possiamo guardare per quello che sono
veramente: passaggi verso la nostra natura più grande.
GLI EFFETTI SULLA MENTE E SUI PENSIERI

Respirare consapevolmente migliora la memoria, l’attenzione, la


concentrazione, la capacità di creare immagini mentali dettagliate e di
grande efficacia sul nostro inconscio, sul nostro corpo e sui nostri
comportamenti. Nello stesso tempo, alcuni atteggiamenti mentali ci
permettono di sfruttare la potenza del respiro con ancora più efficacia:
conosciamoli meglio.
Non serve giudicare, l’importante è percepire. Puoi pensare per
quanto tempo vuoi che questo tuo fumare va male o va bene, ma la
realtà non cambia: ti stai avvelenando. Inoltre se cercherai di togliere
il fumo perché insisti nel sentirti sbagliato o in colpa nel perseguire
con questa abitudine, sappi che non ti servirà a molto. Ciò che devi
fare è riconnetterti alle tue percezioni, a come si sente il tuo corpo
mentre fai certe cose. Stare nel corpo.
Inizia quindi ad ascoltare il tuo corpo partendo dal tuo respiro,
utilizzando gli esercizi in fondo a questo libro e approfondendoli poi
con un ritiro di meditazione Vipassana (ti consiglio un ritiro con il mio
insegnante Edoardo Parisi).
Imparando a chiudere gli occhi e a percepire il corpo e il respiro
sapremo molte più cose di noi e molto di più sulla strada giusta da
percorrere che non stando nei pensieri e nei giudizi tutto il tempo.
Il mondo del pensiero è il mondo di Matrix (il famoso film di
fantascienza), è il mondo virtuale, illusorio; il mondo delle percezioni è
il mondo reale, del qui e ora, delle concrete possibilità di
cambiamento.
Spesso passiamo gran parte del nostro tempo a lottare contro la
realtà che viviamo, interiore ed esteriore, in costante tensione a far
quadrare i conti secondo i dettami della mente: per essere veramente
liberi, prima di tutto dobbiamo perciò scardinare questo meccanismo,
rinunciare al desiderio del successo ed alla paura dell’insuccesso. Un
modo semplice è pronunciare una parola molto comune, ossia “va
bene”, ripetendola davanti a ognuna delle paure che si presentano:
perderò tutto? Va bene… Sarò un fallito per sempre? Va bene… Non mi
riprenderò più? Va bene… Non mi ameranno più? Va bene… Sono
pazzo? Va bene…
Tutto, assolutamente tutto viene abbracciato da una mente che non
giudica, che accetta quello che c’è e l’osserva. Una volta accettato
quanto ci accade dentro e fuori, possiamo continuare a osservarlo,
grazie al fatto che non lo temiamo più. I lati ombra – ossia non visti –
in noi e fuori di noi, posso emergere: ciò porta l’energia ed il sollievo
della verità, di qualcosa a lungo taciuto che finalmente possiamo dire,
o di ciò che era non visto e finalmente giunge alla luce, nella pace
dell’accettazione della realtà esattamente così com’è.
“Va bene, va bene così…”, ed ecco che entriamo in uno spazio senza
tempo, in cui la ricerca del risultato non c’è più ed abbiamo tutta la
vita per amarci anche se non cambiamo – se continuiamo a fumare,
litigare, bere. Ma, paradossalmente, ad attenderci non c’è la
stagnazione, perché quando non abbiamo più fretta e siamo pronti ad
accettarci così per tutta la vita, scocca la scintilla che ci fa cambiare.
Il tempo scompare, non temiamo più di fallire e l’energia che prima
perdevamo nel preoccuparci – di quello che potrebbe succedere di
male se… -, ora la rivolgiamo a ciò che richiede la nostra attenzione e
la nostra cura.
Diceva Lao Tzu: “Tutti ritengono che il bello sia il Bello; in ciò sta la
bruttezza. Tutti ritengono che il bene sia il Bene; in ciò sta il male”. Se
hai respirato così da una vita, ci sarà un motivo: non è una semplice
sfortuna o una semplice abitudine. Se hai ridotto il volume d’aria fino
a respirare così poco non credere quindi che non appena decidi di
respirare più profondamente immediatamente starai meglio:
emergeranno forse ricordi tristi, o dolori fisici, emozioni spiacevoli; gli
aspetti di te che avevo rimosso e nascosto da qualche parte. Ricordati
anche in questi momenti che ora il respiro sta arrivando, pulendo,
purificando, liberandoti da pesi antichi.
Lascia che faccia il suo lavoro e ogni esperienza negativa che stai
attraversando semplicemente ricordati che stai facendo le pulizie di
primavera.
E ancora non avere fretta di stare bene: mi ricordo la storia dei tre
monaci seduti sotto un grande albero. Vi meditavano tutti i giorni,
tutto il giorno, fin quando passò di lì un viandante, che si rivelò essere
un Maestro spirituale molto elevato, al quale accorsero i monaci per
chiedere del loro destino. Il primo monaco chiese: “Dimmi Maestro,
quando riuscirò a conseguire la liberazione?”. Il Maestro rispose: “Per
te, ancora 40 incarnazioni”, ed il primo monaco s’intristì leggermente
e mogio riprese la sua meditazione. Il secondo monaco chiese lo stesso
e il Maestro gli disse: “Ti attendono ancora 1000 incarnazioni”. “Che
brutto!”, rispose quello molto più sconsolato del primo. Al terzo il
Maestro rispose: “A te attendono ancora tante incarnazioni quante
sono le foglie di questo grande albero, prima che tu consegua
l’illuminazione”, al che questi rispose: “Quindi mi reincarnerò ancora
migliaia di volte?”, “Certo!”, “Che bello, che bello!!!” e il monaco iniziò
a saltare di gioia nel prato… E in quel momento le foglie dell’albero
caddero tutte assieme…
Un altro bel passo letterario sul tema è di Hermann Hesse, nel suo
libro Knulp, quando il vagabondo sta per addormentarsi per sempre
nella neve della foresta; il Dio gli parla e le parole che usa sono: “Sii
contento una buona volta”, lo ammonì Dio, “a che servono tutte
queste lamentele? Ma davvero non ti riesce di vedere che è andato
tutto bene, per il verso giusto, che non avrebbe potuto essere
diversamente? (…)Vedi, tu mi servivi proprio come sei, tu sei mio
figlio, mio fratello, parte di me e non c’è niente (…) che io non abbia
vissuto con te”.
L’Ombra è la parte rimossa della nostra vita, delle nostre emozioni,
dei nostri pensieri, delle nostre esperienze; è costituita dagli aspetti di
noi e della vita che non ci piacciono; assorbe energia perché rifiutare
qualcosa dentro di noi e nel mondo comporta una tensione costante e
anche l’Ombra si intrufola nei nostri pensieri e noi nostri
comportamenti portandoci a azioni che non sentiamo nostre:
cambiamo stato d’animo ma non sappiamo perché, improvvisamente;
diciamo una certa qualcosa a qualcuno o compiamo una certa azione
ma non sappiamo perché; compiamo certe scelte di cui poi ci
pentiamo; pensiamo a determinati pensieri senza sapere perché.
La spiegazione è che ci sono dentro di noi, nella dimensione
inconscia, degli aspetti che sono da vedere, da abbracciare, da amare –
altrimenti continueranno ad attirare la nostra attenzione come fanno i
bambini che quando non sono considerati dagli adulti creano il caos in
casa.
E come fare a portare questa attenzione? Respirando, accogliendo
ciò che ci fa soffrire a livello fisico, emotivo, mentale, i brutti ricordi, le
situazioni angoscianti che allora abbiamo deciso di non rivivere più. E
continueremo a respirare fino a che non sarà andata via ogni traccia di
sofferenza e il respiro non tornerà fluido e continuo e ogni pianto,
rabbia, angoscia, paura non sarà passata – trasportata dal tuo respiro
continuo e gentile.
E se la sofferenza dovesse continuare? lascia che lo faccia. decide lei
quando andarsene. Tu semplicemente respira in modo consapevole e
pieno.
Fai attenzione ai pensieri che pensi, perché possono aiutarti o
ostacolarti; ti consiglio di pensare “Posso” al posto di “Non posso”,
“Merito” al posto di “Non mi merito”, “Nella mia vita tutto va per il
meglio” piuttosto che “Nella mia vita le cose non vanno avanti”, e così
via.
Se fai attenzione noterai che ogni pensiero aumenta o fa diminuire
la tua energia e tu scegli sempre quelli che la fanno aumentare.
E in relazione al respiro, pensa che stai facendo un lavoro
importante, un lavoro buono per te e per il mondo, un lavoro che
apporterà salute a ogni livello del tuo essere, dalla dimensione
materiale a quella spirituale.
GLI EFFETTI SULL’ANIMA

Abbiamo visto come la respirazione agisce sul corpo e sulla mente. Ma


c’è qualcosa di superiore alla mente ed è l’anima. Che cosa intendo per
anima? Intendo la dimensione più profonda di noi, quella che non ha a
che fare con i pensieri ma da cui sorgono i pensieri. Che non ha a che
fare con ciò che sappiamo, con le nostre credenze e condizionamenti.
Per alcune tradizioni è immortale e di vita e in vita si reincarna fino
alla liberazione ultima. Qui mi interessa parlarti di anima come
dimensione individuale della tua vita, più profonda della tua identità,
quella parte che ti spinge a percorrere un sentiero tutto tuo, quella
parte che ha dei talenti particolari e aspirazioni uniche. L’anima vuole
solo essere se stessa e manifestare se stessa. Se nella tua anima c’è
scritto che tu devi cantare o ballare o fare il medico, se tu farai
qualcosa di diverso soffrirai. Se nella tua anima c’è scritto che devi
viaggiare, non potrai essere sedentario. Se tu tradisci la tua anima stai
male. L’anima ci sfida in quello che Jung chiamava “percorso di
individuazione”. Un percorso in cui siamo soli perché abbiamo una
sola anima da realizzare, con una strada che è diversa da tutte le altre.
Nei primi del ’900 Jiddu Krishnamurti in giovane età fu messo a
capo dell’ordine della stella d’Oriente, un ordine spirituale molto
potente dell’epoca. Il giovane era ritenuto il messia
dall’organizzazione, colui che avrebbe rivelato la verità all’umanità,
per questo aveva ricevuto la migliore educazione all’epoca. Durante il
discorso inaugurale dell’organizzazione Krishnamurti aveva ventimila
persone pronte a cogliere la sua grande verità ma il giovane disse
qualcosa di rivoluzionario, disse queste parole “La verità è una terra
senza sentieri. Ognuno dove trovare la sua strada da solo”. E così
dichiarò sciolto l’Ordine della stella. Fu naturalmente un momento
drammatico per chi aveva tanto investito nell’ordine e per chi
aspettava la rivelazione di una grande verità.
Ti racconto questo per dirti che nel tuo percorso di individuazione
non ci sono schemi, non ci sono regole, c’è solo la tua strada da
seguire. Certo ci sono delle linee di condotta come cercare solo del
bene, essere positivo, trattare bene te e gli altri, ma poi i rischi devi
affrontarli tu, le scelte devi farle tu e gli ostacoli devi superarli da solo.
Noi possiamo realizzare la nostra anima solo se accettiamo il rischio di
vivere, se accettiamo il rischio di realizzarci, se accettiamo il fatto che
esiste qualcosa di profondo in noi, che è specifico e diverso da tutti gli
altri e che chiede di realizzarsi. Siamo felici e soddisfatti solo quando
seguiamo la nostra anima, quando l’ascoltiamo e la realizziamo.
Quando ci parla la nostra anima? Lo fa di notte, per esempio. Se
facciamo una vita troppo lontana da ciò che abbiamo dentro,
inizieremo a soffrire d’insonnia perché la nostra anima ci vuole dire
delle cose. La nostra anima ci parla con i sogni, attraverso gli eventi, le
coincidenze. Ci parla attraverso quella vocina interiore che ci dice dove
andare, cosa fare e che noi spesso tradiamo per paura, per ambizione,
per orgoglio. Il nostro ego offusca la luce della nostra anima, la nostra
anima ci chiede di realizzare la nostra luce interiore, di mettere a
frutto i nostri talenti, di imparare certe lezioni, di liberarci da certi vizi.
Siamo venuti in questa vita per imparare il coraggio, la
determinazione, la condivisione, per imparare l’amore, la
compassione. Queste sono le nostre mete spirituali.
A cosa serve il respiro a questo livello? Il respiro di serve per
ascoltare la tua anima, perché la tua anima quando respiri in maniera
circolare ti parla. Quindi spontaneamente inizierai a fare dei
cambiamenti, inizierai a capire cosa cambiare nella tua vita. Inizierai a
sentire che devi fare alcuni cambiamenti positivi per te. La nostra
salute è strettamente connessa alla nostra capacità di ascoltare la
nostra anima. Alcune tradizioni dicono che quando la nostra anima
non riesce più a parlarci, inizia la malattia. C’è un bel libro Malattia,
linguaggio dell’anima che parla di questi temi e che è molto
interessante.
Il respiro circolare ti permette di mantenerti in contatto con la tua
anima e di mantenerti su quel percorso per te vitale, sano. Secondo me
è possibile essere felice ora, nel momento presente imparando ad
ascoltare l’anima con il respiro circolare. Così praticando, scoprirai che
aumentano i sogni lucidi, sognerai sapendo di sognare e ricorderai i
sogni. Aumenta la capacità di vivere la tua vita. Jung ci ricorda che
nell’alchimia la pietra filosofale si trova sotto un cumulo di letame di
una stalla in rovina, la pietra filosofale sta proprio nel punto più buio.
Così come le fiabe ci raccontano di tesori nascosti dietro un’apparenza
negativa. Ci sono significati profondi nelle favole e proprio come nella
favola del Principe senza paura, ascoltando i nostri sogni, i nostri
incubi, le nostre peggiori paure e accogliendo nel nostro spazio
interiore e respirandoci con loro che si riveleranno a noi le strade
migliori da seguire. Se smettiamo di soffocare la nostra anima con il
nostro ego, ci liberiamo da ciò che non serve, alimentiamo il fuoco
della nostra anima e manifestiamo ciò che veramente siamo.
Respira con i tuoi sogni, con le tue paure, con il dolore perché
proprio in questi momenti puoi ascoltare la tua anima. Questa pratica
va fatta nei momenti in cui stai peggio e potrai farla nel momento in
cui hai sviluppato una pratica quotidiana, costante. Allora riuscirai a
scendere negli angoli più profondi della tua mente, della tua psiche.
Starai con ciò che è. Nella vita di ogni giorno. Respira con ciò che provi
e porta la tua attenzione al tuo respiro: questa è la via per la
liberazione.
GLI EFFETTI SULLO SPIRITO

Anche l’essere più materialista vive una vita spirituale, semplicemente


perché nonostante quello che pensa, viene da una dimensione
sconosciuta e ritornerà in una dimensione sconosciuta, e nel mezzo
accadranno tante cose apparentemente casuali e senza spiegazione in
mezzo a miracoli di ogni tipo: la vita che si genera, la primavera che
arriva, la materia che si manifesta da caotiche particelle subatomiche.
In sostanza lo Spirito è ciò che è sconosciuto, che va aldilà della
nostra capacità di pensare, che genera la vita e la dirige dalla particella
subatomica alla galassia più lontana.
Lo Spirito è anche una dimensione di Saggezza e Amore infiniti ed
eterni che hanno costruito e sostengono tutto ciò che vive ed esiste.
Nonostante le pessimistiche leggi della fisica che dicono che i
sistemi tendono al disordine, sia l’Umanità che l’Universo tendono a
formare strutture sempre più complesse ed elaborate e siamo tutti su
un percorso evolutivo; quindi i sistemi tendono all’ordine guidati da
una saggezza imperscrutabile, da una conoscenza complessa e da una
inibita capacità di attenzione che garantisce la precisione assoluta di
infiniti incastri nell’Universo.
A questa Saggezza, a questa conoscenza, a questo amore o
attenzione infiniti ci colleghiamo nei percorsi spirituali, con il respiro
consapevole, per dare risposte migliori alla nostra vita e alle sue sfide.
In questa pratica non si tratta di conquistare conoscenza riservate a
pochi, ma si tratta di liberarsi da quelle che già ci appesantiscono.
Non è un percorso di accumulazione, è un percorso di liberazione;
non è un percorso di studio sui libri, è un percorso di contatto con il
proprio respiro, con il proprio corpo.
Non c’è niente di segreto, è tutto sotto il tuo naso, anzi tra il naso e il
labbro superiore.
Non è niente di raro, è qualcosa che ti accompagna 21.400 volte al
giorno di media.
Non è niente di speciale, è la cosa più banale che esista.
Non è niente di straordinario, è la cosa più ordinaria del mondo.
È solo il tuo respiro.
Eppure nella consapevolezza semplice del tuo respiro puoi scoprire
tesori inestimabili, perché il respiro è la chiave che ti apre porte che
mai avresti potuto aprire diversamente.
E lascia che la pratica quotidiana ti mostri questi tesori.
Il percorso spirituale è anche un percorso di Potere, potere di creare.
Significa iniziare a comprendere che possiamo dare origine alla nostra
realtà a partire da dimensioni invisibili costituite dai fili dei nostri
pensieri, delle nostre emozioni; Dice Meister Eckart: “Quando l’Anima
desidera sperimentare qualcosa, proietta davanti a sé un’immagine
dell’esperienza e poi entra nella propria immagine”.
Una buona spiritualità rende l’essere umano forte, gli ridà un senso
di dignità, di potere su di sé, la capacità di guardare alle cose per come
sono e anche di operare in qualche misura su di esse. Una buona
spiritualità dissolve la paura di vivere e regala pace e serenità e anche
lucidità per vedere dove e quando intervenire.
La pratica del respiro consapevole appartiene al mondo della buona
spiritualità e potrai scoprirlo anche nelle parole degli altri che ti
troveranno più calmo, più tranquillo, più sereno quando questo
processo avrà preso radici in te e ti sarai consolidato in una pratica
quotidiana e non dovrai dipendere da nessuna autorità che ti dica cosa
è bene e cosa è male.
Per chi crede alla reincarnazione, noi ci portiamo dietro debiti e
crediti dalle vite precedenti per cui per mettere fine a questo continuo
salire e scendere è necessario non solo accumulare crediti ma anche a
un certo punto andare oltre al processo di accumulazione, positivo o
negativo che sia. Per farlo, la realizzazione della presenza mentale nel
qui e ora sembra essere il punto centrale, premessa per realizzare la
completa liberazione.
Essere presenti nel qui e ora nello stesso tempo richiede lavoro,
costanza, disciplina, studio e applicazione costante per rimuovere le
oscurità che ci turbano e portano distrazione sotto forma di pensieri e
emozioni negativi.
In questo percorso virtuoso, la pratica dell’attenzione al respiro ha
un posto speciale e primario e diventa il motore che rende possibile lo
sblocco di infiniti altri complessi meccanismi.
Se le onde radio viaggiano su diverse frequenze, così può accadere
benissimo anche per i pensieri: ed è grazie a questa trasportabilità dei
pensieri che esistono i poteri extrasensoriali: telecinesi, telepatia,
visione a distanza, precognizione, ecc.
Già oggi stanno studiando macchine guidate con il pensiero: quindi
il pensiero non è che una forma particolare di onda fisica come le onde
radio e ha una sua frequenza e una sua realtà. Possiamo anche pensare
a moltitudini di frequenze di pensiero: avremo quindi ad esempio la
stazione “Tristezza”, quella “Pessimismo”, o al contrario quelle “Gioia”,
o “Costruttività”. Sta a noi sintonizzarci sulla stazione migliore
regolando le antenne, ossia migliorando il nostro stato psicofisiologico
attraverso la respirazione, l’idratazione, la respirazione; saremo così in
linea per captare i migliori pensieri e superare quelli peggiori.
Ci portiamo dietro solo questo nella prossima vita: la nostra anima.
In alcune tradizioni viene vista come la parte individuale, imperfetta e
in cerca dello Spirito e in cerca di illuminazione e evoluzione. Ogni
volta che facciamo esperienza di qualcosa, noi stiamo registrando delle
impressioni nella nostra “scatola nera” rappresentata dalla nostra
anima, che funziona un po’ come un registratore di bordo che raccoglie
tutta la nostra storia e gli eventi salienti. Dobbiamo quindi aver cura di
essa perché saranno i condizionamenti che riceve a determinare il
nostro destino in questa e nella prossima vita.
Respirando, provando emozioni positive, creando buoni pensieri e
buone immagini noi ci mettiamo nella condizione di guarire anche le
nostre ferite più profonde e, per chi ci crede, anche quelle precedenti
alla nostra nascita.
Certo, sono processi lenti, ma avvengono, e davanti all’eternità
anche ciò che è lento non sembra differente da ciò che è veloce.
Inevitabile spendere due parole su questo famoso principio di
attrazione che era per Jung il principio della sincronicità: accadono
fuori nel mondo situazioni che corrispondono a ciò che siamo.
Da sempre inoltre nello yoga i poteri della concentrazione e della
meditazione vengono utilizzati anche per creare situazioni favorevoli
per l’evoluzione spirituale propria e del mondo. Paramhansa
Yogananda, importante Maestro spirituale dei nostri tempi, diceva ad
esempio di lavorare con le affermazioni per creare la nostra realtà,
mettendoci tutta la nostra volontà, o il nostro sentimento di devozione
o la nostra certezza.
Nei paesi occidentali tutto ciò è stato descritto con il termine di
“Principio di attrazione” che in una prima versione diceva
ingenuamente che noi attiriamo quello che vogliamo. In realtà
attraiamo ciò che siamo, che temiamo, che vogliamo – in un mix che
non corrisponde mai a quello che diciamo di volere.
Diciamo che vogliamo una bella macchina e la visualizziamo nel
dettaglio, poi ci arriva, ma con lei si concretizzano anche le nostre
paure (ad esempio avrà un problema al motore che scopriamo dopo), e
ciò che siamo (ad esempio ce la vendono ma poi ci lascia a piedi così
come noi lasciamo a piedi le persone nonostante i nostri proclami e
spergiuri). Oppure ci arriva come l’abbiamo chiesta ma poi la
distruggiamo perché una parte pensa di non meritarsela.
Per poter quindi attrarre il meglio per noi, abbiamo il dovere non
solo di sviluppare il potere della concentrazione e della meditazione
per imprimere una traccia nella dimensione invisibile da cui sgorgano
situazioni e eventi, ma anche di ripulirci da tutto ciò che non è in linea
con ciò che stiamo cercando.
Il lavoro con il respiro permette proprio questo e l’incontro di
situazioni favorevoli è incentivato dalla liberazione dai nostri pensieri
e ricordi negativi, dai nostri traumi, da ciò che non accetterebbe una
vita migliore perché convinta di non meritarsi che dolore e tristezza.
Respira quindi e per il principio di attrazione arriveranno anche
situazioni favorevoli.
Possiamo partire da un’idea nuova, da un’ispirazione, dalla risposta
ad un nostro quesito riguardo alle scelte da prendere o a cosa sta
accadendo attorno a noi: è la fase dell’intuizione, dell’informazione
che ci mancava. Ad essa, se si vuole concretizzare, deve seguire
l’intenzione di perseguire un obiettivo chiaro e definito: più essa è
precisa, più ha il potere di influire sulla realtà, come un seme affidato
all’universo, il quale cresce portando una serie di fatti a sostegno della
realizzazione dell’intenzione stessa.
Ciò non esclude l’impegno, l’attenzione: l’atteggiamento da seguire è
quello del giardiniere, che appena piantato il seme non va a
tormentare la terra, ma dedica la sua cura amorevole con discrezione e
costanza. Riguardo all’attenzione, bisogna ricordarsi della legge in
base alla quale ciò a cui portiamo l’attenzione si espande: lo sanno gli
educatori e gli psicologi da tempo e lo sa anche chi si occupa di rose,
che quelle a cui si parla come se fossero vive, a cui si manifesta il
proprio amore, a parità di trattamento materiale vivono e prosperano
più delle altre.
L’attenzione al progetto perseguito è possibile solo se c’è la fiducia
che tutto andrà per il meglio e che l’universo lavora con me per la
realizzazione di ciò che è importante. Se riusciamo a vivere
desiderando qualcosa, senza che questo ci porti comunque allo
struggimento e alla sofferenza, allora viviamo nel potere, perché non
siamo attaccati a ciò che desideriamo, non viviamo nella paura di
perderlo: siamo nel mondo, senza essere del mondo.
La fiducia nel processo è molto importante, perché se abbiamo
paura, attiriamo proprio ciò che temiamo. Per comprendere meglio
tale concetto propongo un piccolo esercizio: mettiti a occhi chiusi,
respira profondamente, rilassati. Dopo averlo fatto, immaginati un bel
prato verde, il sole, una delicata e piacevole brezza… Poi a un certo
punto, in tutto questo verde e questo piacevole caldo, ecco che
compare un orso polare bianco, un bellissimo orso polare… Ora, per
due minuti, ti chiedo di NON pensare assolutamente a questo orso, di
fare di tutto perché non interferisca con l’immagine creata
precedentemente…
Ci sei riuscito?
Il novanta per cento delle persone ai miei corsi ammette che è stato
più difficile del previsto: l’orso tornava a tormentare la mente! Ciò
testimonia nuovamente la legge in base alla quale “tutto ciò a cui
resisti persiste e si rafforza”. L’unico modo per far scomparire l’orso è
non focalizzare l’attenzione su di esso, non dargli importanza se
ricompare di tanto in tanto e semplicemente osservare il paesaggio
circostante.
Per concludere, l’unico modo per realizzare ciò che vogliamo senza
stress inutile, è restare nella fiducia che l’universo è con noi. Dice
Goethe a proposito: “Riguardo a tutte le azioni di iniziativa e
creazione, c’è una verità elementare: appena uno si impegna a fondo,
anche la Provvidenza si muove”.
Il respiro consapevole quindi ti mette nella condizione di sviluppare
l’intuizione, di avere una mente più vibrante e produttiva di idee; la
concentrazione sviluppata nella costante attenzione al respiro
consente quindi di creare una Realtà diversa in quanto possiamo
creare immagini più precise, dettagliate e stabili che agiscono in noi
dandoci più determinazione a perseguire quanto immaginato, e sulla
Realtà, agendo come magneti che attirano ciò che vogliamo attirare. Il
respiro consapevole inoltre sviluppa l’attenzione perché libera la
mente dalle distrazioni e ci permette di avere più cura di ciò che
stiamo creando. Infine ci libera dalla paura proprio perché ci mantiene
focalizzati nel qui ed ora e scomparendo il tempo, si dissolve la paura
legata al futuro, e la colpa legata al passato.

“Nella luce del silenzio, tutti i problemi di dissolvono. Questa luce


non nasce dall’antico movimento del pensiero. E non nasce neppure
dalla conoscenza. Non è accesa dal tempo o da un’azione della
volontà. Sorge nella meditazione. La meditazione non è un affare
privato, non è una ricerca personale del piacere; il piacere tende
sempre a separare e dividere. Nella meditazione la linea divisoria tra
te e me scompare; in essa la luce del silenzio distrugge la conoscenza
del me. Il me può essere studiato all’infinito perché varia di giorno in
giorno ma il suo raggio è sempre limitato, per quanto esteso sia
ritenuto. Il silenzio è libertà e la libertà viene con la finalità
dell’ordine assoluto”.

Questo scriveva Krishnamurti, chiarendo come in tutti i suoi scritti


cosa significa realmente lo sviluppo spirituale: significa la fine del
conflitto e della sofferenza; è una visione, una percezione, un ascolto
chiaro di quanto accade in noi e fuori di noi. Come ci ricorda
Krishnamurti, esiste solo il conflitto, la sofferenza, non esiste qualcosa
come la pace, o la fine del conflitto, o l’amore. Non esiste qualcosa
come il distacco, ma solo l’attaccamento. Non esiste l’ordine, ma solo il
disordine. Immaginarmi la pace, l’amore, la felicità, è solo un modo
per desiderare di essere in un posto dove non sono ora, il che mi
permette forse di realizzare qualcosa, ma sempre nell’ambito della
mente, del conosciuto, del condizionato.
La chiave per cambiare tutto ciò è la consapevolezza: la
consapevolezza del disordine, del conflitto, dell’attaccamento, questo
solo porta ordine, pace, distacco. Ma ci arrivo per una via non
“positiva”, in cui affermo ciò che voglio raggiungere –, ma “negativa”,
in cui semplicemente mi limito a guardare il falso come falso,
lasciando al vero lo spazio per manifestarsi.
La via negativa permette di arrivare al puro territorio aldilà di ogni
mappa.
“Imparare è un movimento da un istante all’altro” dicono i saggi,
perciò la fine del dolore non avviene per sempre, ma avviene
nell’attimo in cui presto veramente attenzione a “ciò che è”, in cui sono
assieme totalmente e senza giudizio con quello che vivo nel momento
presente. Se veramente esiste anche un futuro senza sofferenza, questo
non deve interessarmi, sarebbe solo una forma di avidità e di ricerca di
uno stato immaginato dalla mente. Se sto con ciò che è, il futuro si
manifesta da sé, senza bisogno di anticiparlo, semplicemente perché
sono a contatto con la mia essenza, con il seme della luce in me che
come ogni seme sa cosa fare per crescere e manifestarsi. Per dirlo con
un’altra metafora: se il treno sta sui binari – l’attenzione – non può
che seguire le rotaie – il futuro.
Vedere il falso come falso può fare però paura: può portarci alla
distruzione delle illusioni, di stili di vita coltivati per tanto tempo. Non
è possibile nemmeno immaginarsi come sarà il risultato di questo
percorso – può infatti essere riconosciuto solo qualcosa che si è già
conosciuto prima. Se ci ricordiamo che la paura è semplicemente
causata dal non vedere ciò che è, allora comprendo che l’attenzione,
ossia il guardare a tutto con meticolosità – è la soluzione anche alla
paura.
Fa paura anche immaginarsi nel futuro senza ciò a cui siamo ora
attaccati, ma se restiamo nel presente e percepiamo totalmente la
sofferenza che ci viene da tale identificazione, allora essa può aver
termine.
Si dice anche che nella fine dell’attaccamento al passato e della
paura del futuro si può sciogliere il karma e giungere alla liberazione
ultima. Così infatti cessa l’illusione di credersi una entità distinta dalle
altre che agisce in maniera autonoma, ponendoci di fronte alla nuova
convinzione che siamo semplicemente un’essenza parte di un Tutto, in
cui agire nel massimo rispetto di tutto ciò che vive dentro e fuori della
propria pelle.
Il pensiero si pone perciò al servizio di un’intelligenza più grande e
la potenza della mente diviene strumento della Luce, dell’Essenza e
non dell’ego, del carattere…
I pensieri che nutriamo nella nostra vita, soprattutto quelli
dell’infanzia, costruiscono con il tempo una corazza, che potremmo
chiamare “carattere”, la quale funziona come una difesa nei confronti
della sofferenza, ma anche come prigione dell’“essenza”.
L’essenza possiamo definirla come la nostra Luce interiore, con tutte
le qualità che le sono proprie: l’entusiasmo, il cuore leggero, la
beatitudine, il senso di potere sulla propria vita, la chiarezza interiore,
la capacità di amare, di ricevere, di gioire.
Il carattere invece, anche definito da alcune Tradizioni come Ego, si
forma con il trauma di nascita, con le esperienze difficili vissute dal
bambino nel suo grembo – i litigi che può aver udito, le malattie o gli
stati d’animo di angoscia della madre –, con le incomprensioni vissute
nel rapporto non verbale ed in seguito verbale con i genitori. Poi si
aggiungono le prime esperienze con i propri pari, gli amici, i primi
amori, il lavoro, la televisione, le letture… e tutte queste influenze si
aggiungono, vita dopo vita.
Strato dopo strato, pensieri del tipo “non sono amato”, “non riesco”,
“è inutile che m’impegni, tanto non ci riuscirò mai”, la cui funzione è
di proteggerci da ulteriori delusioni, formano una cappa attorno alla
nostra luce interiore, ci isolano dagli altri, ci privano di vitalità e
felicità di vivere.
Il nostro respiro ci consente di imparare a distinguere tra ciò che
nasce dal nostro carattere o Ego e ciò che nasce dalla nostra Essenza,
dandoci la possibilità di individuare sul nascere movimenti di pensieri,
emozioni, azioni che incrementano la paura o l’amore, il benessere o il
malessere, l’ordine o il disordine, la pace o il conflitto, l’accordo o il
disaccordo, la compassione o la durezza, la felicità o la tristezza.
Ha un ruolo quindi di primo piano nell’aiutarci a uscire dalla
corazza, dal bozzolo che ci avvolge e di uscire alla Luce!
Nessuna pratica spirituale, a mio avviso, è importante quanto quella
dell’esercizio dell’attenzione: essa è il primo strumento in grado di
farci evolvere, tutto il resto viene dopo. Ci sono azioni che possono
nascere dalla nostra parte ombra e azioni che possono nascere dalla
nostra parte di luce, e per discernere tra le due dobbiamo usare
l’attenzione. Il respiro potenzia l’attenzione e perciò sostiene lo
sviluppo spirituale.
Inoltre, portandoci verso stati alterati e superiori di coscienza e
aiutando la mente a sintonizzarsi su frequenze migliori di pensiero, il
respiro ci guida anche verso quello scopo superiore senza il quale la
nostra vita perde totalmente significato, verso la concezione
dell’universo come una casa, e dell’umanità come di un grande corpo
unico. Sorge quindi il desiderio di contribuire a tutto ciò attraverso la
propria opera, che non nasce da un ideale della mente, ma dal cuore e
dal suo sentire.
Tutto ciò ci spiega perché il respiro sia da sempre associato alle più
diverse pratiche spirituali, non solo lontane da noi nel tempo e nello
spazio, ma anche nello stesso misticismo cristiano, al cui interno
troviamo la tradizione esicastica, in cui il respiro s’intreccia con la
preghiera e per la quale restare nel respiro significa restare nello
Spirito.
Di conseguenza respirare costituisce un vero e proprio strumento di
sviluppo spirituale.
Senza la pratica del respiro il nostro percorso rischia di essere
superficiale, intellettuale e apportatore più di disordine che di ordine,
più di arroganza che di vera vicinanza agli esseri viventi, più
immaginario che sostanziale.
Pratica del respiro circolare

A questo punto voglio guidarti nei primi passi di questa tecnica di


respirazione circolare che può fare la differenza per te e migliorare la
qualità della tua vita.
Prendi una sedia, accomodati tenendo la schiena dritta.
Chiudi gli occhi, questo ti permette di entrare in stato Alfa.
Le ginocchia non devono essere più alte delle anche, le ginocchia
devono essere alla stessa altezza o leggermente più basse delle anche.
Regola quindi la seduta con dei cuscini, se necessario.
Ti consiglio di praticare la respirazione circolare in un luogo con un
buon ricambio di aria, tranquillo e in un arco di tempo in cui sei certo
di non essere disturbato. Spegni il cellulare, accertati che non ci siano
interferenze. Ti consiglio inoltre di tenere accanto a te una coperta e
dei fazzoletti che potrebbero servirti durante la pratica. Questa tecnica
aiuta anche a liberare le vie aeree.
I piedi devono essere ben posizionati a terra, i talloni perpendicolari
alle ginocchia. Le ginocchia sono larghe quanto le anche. Il bacino
riceve una leggera spinta dalla zona lombare così che la colonna sia
dritta e non ci siano insaccamenti.
Non irrigidire la tua schiena, accertati solo che sia dritta in modo
che il tuo sterno sia portato verso l’alto. Il mento un po’ rientra e si
abbassa leggermente in modo tale che anche le cervicali si allunghino.
Le spalle cadono e le mani sono appoggiate alle ginocchia con il palmo
verso l’alto. In questa maniera ti verrà più semplice lasciar cadere le
spalle.
Con gli occhi chiusi, porta l’attenzione al tuo respiro. Osserva come
stai respirando.
Nota il tocco dell’aria sotto la punta del naso.
Senti il fluire dell’aria attraverso il naso, la temperatura dell’aria al
contatto con le mucose nel naso.
Ascolta il ritmo del respiro, la sua profondità. Se stai respirando di
petto o di pancia. Nota se fai delle apnee tra un respiro e l’altro. Cosa ti
piace di più, inspirare o espirare?
Nota come scorre l’aria nel tuo torace, come si alza e si abbassa.
Nota se il tuo corpo è teso o rilassato e in quale zona. Non fare nulla
per cambiare il tuo corpo, mantieni solo la postura che ti ho indicato.
Porta solo l’attenzione al tuo respiro. Non importa di che umore sei.
Non importa cosa provi. Porta l’attenzione al tuo respiro.
Ti può tornare utile visualizzare una certa immagine: una luce che
entra quando inspiri, si diffonde nel corpo ed esce quanto espiri.
Calma e rasserena il tuo corpo.
Non importa se hai pensieri, emozioni, sensazioni fisiche che ti
piacciono o meno, lascia che tutto scivoli. La cosa importante ora è il
tuo respiro.
Inspira ed espira attraverso il naso e lascia che l’aria esca per
gravità.
Nota il tocco dell’aria sotto la punta del naso.
Senti il fluire dell’aria attraverso il naso, la temperatura dell’aria al
contatto con le narici e le mucose nel naso.
Ora conta mentre inspiri e mentre espiri. Così quando inspiri puoi
imparare a sincronizzare l’inspiro e il conteggio. Inspiri e conti fino a
sette. Non ti preoccupare se non ti è subito facile, ci vuole pratica,
esercizio. Quando espiri puoi fare un espiro che è doppio rispetto
all’inspiro. Puoi espirare in quattordici tempi.
Inspiri in sette tempi ed espiri in quattordici tempi. Collega inspiro
ed espiro, espiro e inspiro senza pause. Quando espiri lascia che l’aria
esca per gravità.
La concentrazione della mente è il passo prima della meditazione,
concentra la mente sul tuo respiro.
Per accertare la profondità del tuo respiro poni la tua mano destra
sotto l’ombelico e nota se questa zona del corpo si muove o meno
quando inspiri ed espiri.
Per migliorare e rendere la respirazione profonda immagina di avere
un palloncino in quella zona e quando inspiri il palloncino si espande,
sollevando la tua mano. Con il respiro massaggi la zona addominale e
lombare. Questo respiro ha un ottimo effetto preventivo e di
mantenimento della salute della colonna. Il palloncino si espande
verso il basso e verso l’alto, a destra e a sinistra.
Sposta la tua attenzione al plesso solare, dove c’è la bocca dello
stomaco. Nota come respiri con questa parte mentre stai svolgendo la
respirazione circolare. Immagina il palloncino in questa zona. Quando
inspiri il palloncino muove la tua mano, massaggia il torace e la zona
dorsale. Massaggia gli organi interni verso i basso e il cuore verso
l’alto.
Dopo aver espirato porta la mano sotto la gola, dove inizia al gabbia
toracica. Ogni volta che inspiri questo palloncino apre il petto, le
clavicole. Si espande e massaggia le spalle. Verso il basso massaggia il
tuo cuore. Massaggia verso l’alto e riempie il cranio.
Conosciti e respira.
Porta la tua mano sul palloncino in basso e inspira per sette tempi,
porta la tua intenzione su questo palloncino affinché tu possa respirare
soprattutto con questo palloncino. Semplicemente metti la tua
intenzione per respirare e riempire questo palloncino. Espirando porta
la tua mano sul palloncino al centro del tuo corpo e inspirando
espandi il palloncino in sette tempi. Porta la tua intenzione su questo
palloncino affinché tu possa respirare soprattutto con questo
palloncino. Inspira in sette tempi ed espira in quattordici tempi. Non
c’è pausa tra inspiro ed espiro. L’aria esce per gravità.
Espirando porta la mano sotto la gola, dove inizia la gabbia toracica.
inspira per sette tempi, porta la tua intenzione su questo palloncino
affinché tu possa respirare soprattutto con questo palloncino.
Semplicemente metti la tua intenzione per respirare e riempire questo
palloncino.
Ora fai scivolare nuovamente la tua mano sul palloncino in basso.
Questa volta riempilo in due tempi e poi senza espirare porta la tua
mano sul palloncino al centro ed espandilo in due tempi. Poi senza
espirare porta la mano sul palloncino in alto e inspira in tre tempi e
poi espira lasciando che l’aria esca per gravità, sempre attraverso il
naso. Ricomincia di nuovo dal basso riempiendo palloncino per
palloncino in sette tempi totali. Man mano che pratichi, il tuo respiro
diventa simile a un’onda che parte dal basso e sale verso l’alto e scende
dall’alto in basso.
Respira attraverso il naso senza pause lasciando uscire l’aria per
gravità. Stai solo nella sensazione del respiro, dell’aria sotto la punta
del naso, poi lungo il torace.
Puoi immaginare i polmoni come due ali che si dispiegano ogni
volta che inspiri e ti portano in alto quando espiri. Puoi immaginare la
tua colonna vertebrale come una colonnina del termometro e l’aria che
sale come il mercurio che sale dal basso verso l’alto. Oppure può
tornarti utile l’immagine della bottiglia che viene riempita dall’alto e
l’acqua dal basso sale verso l’alto. Oppure un’altra immagine è quella
dell’aria che sale dai piedi alla testa e scende dalla testa ai piedi. Sale
dal perineo alla fontanella e scende dalla fontanella al perineo.
Porta l’attenzione al tuo respiro mentre l’aria scorre lungo il corpo.
Potrebbe aiutarti anche il ricordo o l’immagine del mare che con le
sue onde bagna la battigia e poi si ritira. Potresti attraversare la fase
della noia calda in cui mentre pratichi il respiro circolare emergono
pensieri, emozioni e sensazioni spiacevoli. In realtà l’inquietudine non
nasce dalla tecnica, semplicemente stai notando la tua naturale
inquietudine. Se la noti solo nella pratica è perché passi da un pensiero
all’altro e come una scimmia la tua mente non si ferma mai.

La pratica del respiro circolare aiuta a calmare la mente in modo


naturale, tenendo la tua attenzione al tuo respiro. Più è profondo il
respiro e più è calma la mente.
Occorrono settimane e mesi per conoscere la capacità di espansione
del tuo torace, puoi prendere molta più aria di quello che la tua mente
pensa di fare.
Ti incoraggio ad avere fiducia nel tuo respiro, nella tua capacità di
entrare dentro di te.
Porta il respiro circolare nella tua vita quotidiana, soprattutto nelle
difficoltà, ti accorgerai che cambierai. Crolleranno le tue paure, le tue
ossessioni, le tue fatiche. Al loro posto scoprirai una nuova struttura,
luminosa, solida, elastica: l’essenza.
Alcune applicazioni del respiro circolare

Ora voglio descriverti alcune applicazioni pratiche del respiro circolare


nell’ambito psicologico. Un primo effetto è di sciogliere il trauma di
nascita. Situazioni impossibili da ricordare attraverso il pensiero e le
parole possono essere recuperate e guarite attraverso il respiro.
Schemi potenti di condizionamento possono essere liberati attraverso
il respiro circolare. Ho visto persone recuperare ricordi anche di vite
precedenti. Che siano simboliche o meno, sappi che il respiro guarisce
memorie e condizionamenti molto profondi. Ho notato inoltre che
durante la respirazione circolare il respiro si accompagna a un
movimento rapido degli occhi a destra e sinistra che viene sfruttato in
alcune tecniche di elaborazione veloce del trauma come la tecnica
EMDR (eye movement desensitization and reprocessing, cioè
desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
Quindi il respiro aiuta a elaborare i traumi, il trauma della nascita, ma
anche i traumi più recenti come perdite, aggressioni.
La respirazione consente a tutte le età di migliorare la qualità della
vita. Agli adolescenti dà quella calma necessaria per affrontare le
tempeste esistenziali, agli anziani permette quel raccoglimento
necessario per affrontare l’ultimo passaggio della vita. Agli adulti dà la
forza di affrontare le sfide e le fatiche di ogni giorno.
Il respiro circolare è benefico e importante anche nel trattamento
delle dipendenze perché quando si riesce a trovare un centro dentro di
sé, un centro in cui stare bene, si smette di cercarlo fuori con sostanze
o abitudini nocive. Importanti ricerche citate anche da Goleman
parlano dell’efficacia della respirazione nel trattamento di ansia,
depressione, attacchi di panico, disturbi ossessivi compulsivi. Auspico
il giorno in cui questi problemi verranno trattati con corsi di
meditazione di gruppo, troppe poche persone sanno e praticano
ancora nella nostra società la meditazione. Ti invito ancora a leggere i
libri di Krishnamurti che descrive bene le qualità di una mente
meditativa. Ho iniziato a leggerlo partendo dal suo libro Aldilà della
violenza. Ti rimando a Osho che illustra molto bene alcune dimensioni
della meditazione.
Il respiro scioglie l’ansia. Ansia, depressione, attacchi di panico si
reggono su respiri corti, superficiali. Tutte le problematiche
psicologiche si basano su respiri superficiali. Perciò rendere il tuo
respiro lento e profondo previene e ti aiuta a sciogliere quelle
situazioni di ansia, attacchi di panico, depressione, stress. Qualsiasi
terapia tu faccia sarà potenziata dalla pratica del respiro, qualsiasi
psicoterapia o terapia. Sperimenta gli effetti e dosa il respiro secondo
quello che puoi tollerare oggi. Grof utilizzava addirittura farmaci come
LSD per indurre stati alterati di coscienza e guarire le persone, in
seguito ha capito che il respiro è superiore e ha elaborato la sua tecnica
chiamata “respiro olotropico” che è molto simile al rebirthing. Mentre
per questo tipo di respirazione ti rimando a delle guide esperte, per il
respiro circolare mi basta citarti l’importanza del respiro lento e
profondo che può darti beneficio da subito.
Il respiro smorza i picchi della tristezza e quelli dell’entusiasmo. La
respirazione dà calma. Ho visto persone sciogliere atteggiamenti
compulsivi e ossessivi grazie alla respirazione insieme a una buona
psicoterapia.
La respirazione ti aiuta a guarire disturbi psicosomatici. Ti aiuta a
mantenere la salute del corpo. Il respiro lento e profondo può
coadiuvare la guarigione di ulcere, mal di testa, contrazioni muscolari.
Il respiro lento e profondo allevia anche chi è afflitto da ipocondria,
una condizione in cui la coscienza si focalizza sul corpo mentre evita i
contenuti emotivi, psicologici.
Siccome la respirazione aumenta la nostra vibrazione, riusciamo a
capire anche cosa succede a livello mentale. La mente non è qualcosa
di oscuro o minaccioso (come anche certe teorie freudiane dicevano)
ma diventa nostra amica, ci parla e ci dice cosa ci succede.
Il respiro ti permette di migliorare l’alimentazione, perché mangiare
per sfogare l’ansia o la rabbia diventa sempre meno necessario. Perché
scioglie ansia ed emozioni negative.
Il respiro ti aiuta a dormire, prendi l’abitudine di respirare
profondamente quando sei a letto, disteso, prima di addormentarti.
Non pensare al sonno, pensa al respiro e dormirai profondamente.
Il respiro fa molto bene alla vita sessuale perché ti dà la calma per
percepire le sensazioni, permette di guarire e sollevarti dal peso di
disturbi di mancanza di eccitazione, la difficoltà di raggiungere
l’orgasmo, di provare desiderio. Pratica la respirazione consapevole,
da solo o con il tuo partner. Gioca con il tuo respiro e scopri in quanti
modi può migliorare anche quell’aspetto della tua vita.
In definitiva, la respirazione ha a che fare con tutti gli aspetti del
vivere. Ricordati che il respiro è la prima cosa che facciamo quando
veniamo al mondo, ed è l’ultima cosa che facciamo quando lo
lasciamo. Possiamo ostare tre giorni senza bere, trenta senza mangiare
ma non più di tre minuti senza respirare. Prima di ciò che beviamo,
prima di ciò che mangiamo, prima del movimento, della cura del
corpo, il nostro benessere è legato al nostro respiro. Dobbiamo
pensare a quello prima di tutto il resto. E quando alla respirazione
profonda e lenta associ l’attenzione, quando il tuo respiro diventa
circolare, allora stai compiendo un’opera rivoluzionaria su tutti i piani.
Di questi tempi c’è bisogno di persone che prendono sul serio il
respiro e liberino loro stesse per aiutare poi gli altri a liberarsi. Perché
più persone praticano, più persone sono in pace, più si crea un campo
di coscienza che aiuta anche chi non ha mai sentito o praticato nulla di
tutto ciò. Quindi sappi che con il tuo respiro stai facendo del bene
anche a questo mondo. E se ti sembra una pratica egoistica, sappi che
in realtà non c’è nulla di più altruistico che essere felici. C’è una
formula che mi piace, che viene dalla tradizione della Vipassana e che
ho imparato grazie a un ritiro di meditazione. La formula recita “Che
tutti gli esseri siano felici, sereni e in pace. Che tutti gli esseri siano
liberi da ogni ignoranza, ogni avversione, ogni attaccamento. Che tutti
gli esseri siano liberi da ogni dolore, ogni sofferenza e ogni dispiacere.
Che tutti gli esseri siano pieni di infinito amore profondo, di gioia per
la gioia altrui, di compassione, di equanimità. Che tutti gli esseri siano
totalmente liberi. Sadu, sadu, sadu.” (che significa così sia).
Con questa preghiera termino questo audio, puoi usarla anche nella
tua pratica quotidiana per creare quello stato mentale favorevole alla
pratica e ti auguro di proseguire su questo cammino per scoprire tutte
le cose che hanno arricchito me e le persone che hanno fatto più strada
di me.
Bisogna avere pazienza

per ciò che nel cuore vi è di irrisolto,

e cercare di amare i problemi,

come stanze chiuse,

come libri scritti in una lingua straniera.

Se vi sono i problemi,

forse, a poco a poco, senza accorgersene,

un giorno nella nostra vita

arriverà la risposta.

Reiner Maria Rilke


Assorbite la pratica, applicate gli insegnanti a ogni passo della vostra vita
e imparate a sostituire i disturbi emozionali con il silenzio della cavità del
cuore
Non accadrà in un solo giorno, ma lentamente, lentamente, lentamente…
Rajas e Tamas – le forze interne di agitazione e di oscuramento – inizieranno
a purificarsi.
Sattva, il potere illuminante in voi, crescerà.
E allora inizierete a vedere la vostra vita sotto una luce brillante.
Questo è il segreto della felicità.
Mantenete la fronte rilassata!

Swami Veda Bharati


Respira per la gioia di essere stabile e calmo.
Respira per il dolore che scivola via.
Respira per rinnovare ogni cellula del tuo sangue.
Respira per rinnovare le profondità della tua coscienza.
Respira e prendi dimora nel qui ed ora.
Respira e ciò che tocchi sarà nuovo e reale.

Annabel Laity
ESERCIZI DI RESPIRAZIONE
Di seguito propongo alcuni esercizi, tutti importanti per accedere
agli stati meditativi, per migliorare la salute, per espandere la capacità
della mente di concentrarsi, creare, migliorare.

IMPORTANTE: il tuo espiro deve essere pari o più lungo


dell’inspiro, così da stimolare il sistema parasimpatico e goderne i
relativi benefici in termini di più calma, più serenità e
raccoglimento.
CONSIGLIO: usa un cronometro quando pratichi con calma e da
seduto. L’uso di una pratica definita nel tempo aiuta a superare le
difficoltà che si possono incontrare nella pratica. C’è infatti il
rischio di interrompere la sessione mentre stava proprio
emergendo una sensazione o un pensiero o una emozioni
interessante. Bisogna quindi imparare a “contenere” il disagio, a
farlo emergere, ascoltarlo, prestargli attenzione con calma.

Dato che ciò si sviluppa con gradualità, aumenta con calma il tempo
dedicato alla pratica. Pazienza se non puoi prestare la stessa
attenzione ogni giorno a ciò che fai.
La base di tutto

Con la schiena dritta, percepisci il tuo respiro così com’è senza


modificarlo, il flusso dell’aria, il contatto con le narici e con il sottile
lembo di pelle sotto la punta del naso e sopra il labbro superiore.
Pratica questa attenzione per 1’ o 1 ora ovunque tu sia: alla fermata
dell’autobus, in metropolitana, o a casa da seduto o da disteso a letto.
La pratica da seduti a occhi chiusi è la base per diventare efficaci in
questo pratica.
Verso il corpo

Sposta l’attenzione verso le sensazioni corporee, scandagli ogni cm


della pelle e del volume del tuo corpo dalla testa ai piedi e dai piedi alla
testa. Prenditi il tempo per notare aree del corpo sconosciute prima e
gli stati di tensione o rilassamento senza cercare di modificarli.
Saranno loro a sciogliersi grazie alla pratica dell’attenzione.
La pratica da seduti è di fondamentale importanza qui.
Il Respiro a palloncini

Respira circolare. Impara a respirare nelle differenti aree del tuo corpo
e con calma impara ad espandere la zona del diaframma, poi quella del
centro del torace, poi quella della parte alta, sotto la gola.
Porta la tua mano di volta in volta su ciascuna di queste aree: prima
appoggiala sotto l’ombelico, poi a livello della bocca dello stomaco, poi
sotto la gola; ogni volta che inspiri sofferma la tua mano e la tua
attenzione su quella zona del corpo, poi espirando sposta la mano e
l’attenzione alla zona successiva.
Scoprirai che ci sono zone in cui respiri meglio e altre peggio:
accetta questa situazione di partenza e semplicemente sviluppa
l’intenzione di rendere il tuo respiro più profondo in tutte queste parti
senza forzare e come se il tuo respiro fosse un massaggio piacevole
dall’interno.
Il Respiro a onda

Respira circolare. Impara a riempire ciascuna di queste tre zone con


un inspiro lento e profondo; successivamente riempi la zona bassa con
1/3 del tuo inspiro, la zona al centro con un altro terzo e quella in alto
con l’ultimo terzo, quindi espira e svuota il polmoni.
Con il tempo il tuo respiro prendere la forma dell’onda che
inspirando sale dal basso verso l’alto e nell’espiro scende dall’alto
verso il basso.
La mano a quel punto scivola lungo il torace come una tavoletta di
surf mentre la mano sale e ricorda che la mano segue il respiro che
avanza, non lo precede: la mano ti serve inizialmente per capire se stai
respirando con quella parte oppure no e ti serve per sentire il male
flusso del respiro. Molte volte noi pensiamo di respirare ma non lo
stiamo facendo! Inoltre possiamo anche ingannarci mentre usiamo la
mano: la muoviamo lungo il nostro torace ma non sentiamo il respiro
salire e scendere e scambiamo il movimento della mano con quello del
respiro, ecco perché muovendo la mano solo dietro la sensazione del
respiro che cresce possiamo realmente sviluppare il nostro respiro.
Conta e respira

Respira circolare. Espira e conta 1, inspira e conta 2, espira e conta 3,


inspira e conta 4, espira e conta 5, inspira e conta 1, espira e conta 2, e
così via fino a 1 e quindi ricomincia fino a 5 e continua da 1 a 5 e da 5 a
1.
Nella tradizione dello Yoga Himalayano è una pratica di base per
sviluppare la concentrazione.
Conta e espandi il respiro

Questa tecnica la trovo utile per imparare a fare respiri lenti e


prolungati: inspira e conta fino a sette, espira e conta fino a 14.
Quando arrivi a 7 raggiungi il massimo della tua inspirazione, senza
forzarti, e quando arrivi a 14 arriva a svuotare i polmoni con calma,
senza forzarti e piacevolmente.
I 20 respiri

Pratica da seduto 20 respiri lenti e profondi con il naso e circolari,


quindi con la bocca.
Fai lo stesso con i 20 respiri veloci e profondi se non hai
controindicazioni mediche o psicologiche nel farlo (vedi
controindicazioni).
Pratica quindi 20 respiri veloci e superficiali: ricorda in questo caso
che l’espirazione è sempre rilassata e quindi non cercare di accelerare
il ritmo semplicemente forzando anche l’espirazione!
L’uso delle affermazioni

Leggi qualche libro di Louise Hay sul pensiero positivo, utilizza


qualche esercizio sulle affermazioni (in particolare ne riporto alcuni
nel mio libro Ricominciare da un amore che finisce). Qui ti consiglio
per iniziare di ripetere nella tua mente le parole “Si” e “Va bene”
davanti a qualsiasi emozione o sensazione si dovesse presentare:
svilupperai così la capacità di stare con calma davanti a ciò che prima
ti creava turbamento, un aspetto dell’equanimità così importante nel
mondo della meditazione.
Respiro circolare nella vita di ogni giorno

assumi la corretta postura da seduto, occhi chiusi, schiena dritta;


inizia a portare l’attenzione alle sensazioni dell’aria sotto la punta
del naso, tra il labbro superiore e le narici;
quindi porta l’attenzione al respiro all’altezza della cintura, sotto
l’ombelico, lascia che la tua intenzione sia quella di far partire il
respiro da lì;
collega l’inspiro all’espiro e viceversa, respira senza pause;
lentamente lascia che l’onda del respiro cresca, che l’onda salga
dai piedi alla testa e scenda dalla testa ai piedi;
Inizia a contare lentamente fino a 7 per riempire lentamente il
torace arrivando al massimo delle tue capacità al settimo tempo,
poi espira in 14 tempi;
dopo una decina di minuti di pratica di questo tipo, lascia andare
il conteggio e semplicemente ascolta il tuo respiro circolare sotto
la punta del naso.
Pratica per il tempo che puoi, imparando ad allungare i tempi fino
a 30’-60’ al gg se possibile nella pratica da seduti, e comunque
imparando a portare nella tua quotidianità questo modo di
respirare e di portare l’attenzione al tuo respiro;
respira con la bocca e circolare solo se il naso è temporaneamente
fuori uso;
impara tecniche di pulizia delle narici previste nello yoga e le
tecniche di respiro a narici alternate per prepararti ancora meglio
in questa pratica;
Respira veloce e superficiale con il naso o la bocca se vuoi lasciare
andare una intensa sensazione di dolore;
il respiro veloce e profondo, con la bocca o il naso fallo solo con
una guida esperta e dietro parere medico.
METODOLOGIE E PERSONAGGI
Omraam Mikhaël Aïvanhov

Omraam Mikhaël Aïvanhov (Srpci, 31 gennaio 1900 – Fréjus, 25


dicembre 1986) è stato un esoterista e pedagogo bulgaro. Dopo aver
scoperto all’età di nove anni il Libro dei Proverbi di Salomone, inizia il
suo sviluppo spirituale. All’età di diciassette anni incontra il maestro
spirituale Peter Deunov, studia e mette in pratica il suo insegnamento
esoterico cristiano per vent’anni, al termine dei quali Deunov lo
manda in Francia per tutelare la sua opera dalla minaccia comunista.
Mikhaël Aïvanhov lascia il suo posto di direttore di collegio a Sofia e si
trasferisce a Parigi nel 1938 dove tiene decine di conferenze. Nel 1946
viene pubblicata una prima raccolta delle sue conferenze con il titolo
Amore, saggezza, verità.
Nel 1959 parte alla volta dell’Himalaya, del Cachemire, del Gulmarg,
di Calcutta, di Tiruvannamalaï, del Ganeshpuri. Racconta di aver
incontrato in India diversi Maestri spirituali, rientra dall’India in
Francia un anno più tardi, il 9 febbraio 1960. A partire da questa data
sarà chiamato “Maestro”. Negli anni che seguirono egli divide il suo
tempo fra viaggi e insegnamento, visitando i luoghi santi del pianeta,
tenendo più di 4500 conferenze in Francia, in Svizzera, in Canada,
negli Stati Uniti, in India, in Svezia e in Norvegia. Le sue conferenze,
inizialmente stenografate, a partire dal 1960 sono state registrate su
bande magnetiche, poi su videocassette, e infine diffuse, a partire dal
1972, in opere a stampa, pubblicate dalla Casa editrice Prosveta, e
tradotte in una trentina di lingue. Il tema dominante delle sue opere è
l’uomo e il suo perfezionamento. Nel solco della tradizione, l’autore ha
proposto nuovi metodi per affrontare i problemi dell’esistenza, per una
migliore comprensione della vita interiore e una migliore condotta
nella vita quotidiana. Alcuni discepoli hanno raccontato di sue
straordinarie e meravigliose guarigioni. Muore a Bonfin, vicino a
Fréjus, il 25 dicembre 1986.
Franco Battiato

Franco Battiato (Ionia, 23 marzo 1945) è un cantautore, compositore e


regista italiano.
Con un approccio eclettico e originale confronta e combina
molteplici stili musicali. Si va dagli inizi romantici degli anni sessanta,
alla musica sperimentale dei settanta, passando per l’avanguardia
colta, la musica etnica, il rock progressivo e la musica leggera,
attraversando finanche l’opera e la musica colta. Ha sempre
conseguito un grande successo di pubblico, avvalendosi sovente di
collaboratori d’eccezione come il violinista Giusto Pio e il filosofo
Manlio Sgalambro (coautore di molti suoi brani). Oltre alla musica,
anche i testi riflettono i suoi molteplici interessi, tra i quali
l’esoterismo, la teoretica filosofica, la mistica sufi e la meditazione
orientale.
Bioenergetica

La Bioenergetica è stata elaborata negli anni Cinquanta dal medico e


psicoterapeuta americano Alexander Lowen. Essa si basa sul
presupposto che ogni individuo abbia un’energia vitale che investe sia
l’interazione corpo-mente sia il controllo degli stati fisici e mentali.
Questa energia riguarda quindi l’intero organismo, tutti i processi
che sono alla base della vita e delle attività come esseri viventi.
Secondo l’analisi bioenergetica la personalità può essere descritta
secondo uno schema piramidale alla cui base ci sono i processi
energetici del corpo, poi le sensazioni, le emozioni e infine l’Io. Proprio
grazie ai processi energetici alla base della personalità l’uomo può
provare emozioni , agire secondo esse e quindi attivare tutte le proprie
funzioni.

Scopri di più sulla Bioenergetica a questo indirizzo:

www.area51editore.com/ebook/benessere/benessere-
olistico/conoscere-la-bioenergetica
Effetto della centesima scimmia

Il fenomeno della centesima scimmia è un supposto fenomeno


paranormale in ambito sociale che lo scrittore inglese Lyall Watson
dichiarò di avere osservato per la prima volta nel 1979 nell’isola
giapponese di Koshima.
Esso riguardava il comportamento di un gruppo di macachi che
avevano imparato spontaneamente a lavare le patate per eliminare la
sabbia e altre incrostazioni prima di mangiarle. Le prime scimmie
imparavano faticosamente la tecnica dai primi macachi che avevano
cominciato a lavare le patate. Questo fenomeno è ben noto e studiato
dai primatologi.
Tuttavia, Watson affermò che improvvisamente, dopo che
novantanove macachi avevano dovuto apprendere la tecnica nel modo
consueto, una centesima scimmia aveva anch’essa imparato a lavare le
patate: l’esistenza di questa “massa critica” di scimmie allenate aveva
aperto una non meglio precisata porta di natura paranormale, e da
quel momento un gran numero di scimmie, non solo nella stessa isola
ma persino in altre isole molto lontane, avevano cominciato a lavare le
patate prima di mangiarle, senza aver avuto contatti diretti con il
gruppo originario.
La lezione della centesima scimmia sarebbe stata chiara: se un
numero sufficiente di persone, ovvero una “massa critica”, sperimenta
una stessa esperienza, ad un certo punto si produrrà lo stesso
fenomeno transpersonale che si è verificato fra le scimmie giapponesi,
e tutta l’umanità sperimenterà una trasformazione istantanea.
Ogni indagine successiva della vicenda della centesima scimmia ha
mostrato rapidamente che si trattava di una leggenda. In realtà le
scimmie avevano effettivamente imparato a lavare le patate, ma tutte
nei modi ben noti dell’apprendimento per prove ed errori e
dell’imitazione.
Infine, lo stesso Lyall Watson ha ammesso nel 1985 di avere
largamente inventato la storia della centesima scimmia.
EMDR

L’EMDR è un metodo clinico da poco diffuso in alcune forme di


psicoterapia. Deriva da eye movement desensitization and
reprocessing cioè desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i
movimenti oculari.
L’EMDR è ritenuto un metodo efficace per la cura di disturbi post-
traumatici e il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati
sia a eventi traumatici, sia a esperienze più comuni ma emotivamente
stressanti.
La tecnica è stata sviluppata negli Stati Uniti d’America nel 1987 da
Francine Shapiro, che ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il
premio Sigmund Freud assegnato dalla città di Vienna per i suoi
contributi significativi alla psicoterapia. L’utilizzo dell’EMDR in
psicoterapia è volto a eseguire uno specifico protocollo che si sviluppa
in otto fasi, di ricordo e rievocazione delle esperienze negative, nel
tentativo di far abituare (desensibilizzare) il paziente ai ricordi
traumatici, distraendolo (rielaborazione adattiva del ricordo) usando
movimenti ritmici degli occhi, oppure con tamburellamento delle dita
o stimolazione sonora.
Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti
dopo il trattamento EMDR.
Erich Fromm

Erich Seligmann Fromm (Francoforte sul Meno, 23 marzo 1900 –


Locarno, 18 marzo 1980) è stato uno psicoanalista e sociologo tedesco.
Nato da una famiglia di religione ebraica molto osservante, ottenne il
dottorato in sociologia ad Heidelberg con una tesi dal titolo Sulla
funzione sociologica della legge giudaica nella Diaspora. Nel 1930
pubblicò la sua prima tesi sulla funzione delle religioni su una rivista
edita da Freud, chiamata Imago. Iniziò la sua carriera come
psicoanalista freudiano a Berlino. Nel 1934 emigrò negli Stati Uniti,
dove visse e lavorò fino al 1950, quando si trasferì a Cuernavaca, in
Messico. Nel 1974 partì per la Svizzera, a Muralto, dove morì nel 1980.
Fromm fu un esponente di spicco della cosiddetta scuola di
Francoforte e nei suoi studi pose l’accento sul ruolo cardine che
l’ambiente può giocare all’interno dello sviluppo della malattia
psichica individuale, ovvero, come una società malata possa
condizionare e portare alla malattia individui che nascono sani. Il
culmine della filosofia politica e sociale di Fromm si trova nel suo libro
La società sana, pubblicato nel 1955. In esso Fromm poneva
argomenti a favore di un socialismo democratico, di stampo umanista.
Partendo dai primi lavori di Karl Marx, egli poneva l’enfasi
sull’ideale della libertà personale in contrapposizione alle strutture
sociali disumanizzanti dominate dagli apparati burocratici, con il
risultato di un universale fenomeno sociale di alienazione.
Egli divenne quindi uno dei fondatori del movimento del Socialismo
Umanista, promuovendo la conoscenza dei primi lavori di Marx e del
suo messaggio umanista negli Stati Uniti e in Europa occidentale.
Per alcuni anni Fromm fu politicamente molto attivo negli Stati
Uniti. Si iscrisse al Partito Socialista degli Stati Uniti d’America a metà
degli anni Cinquanta e diede il suo contributo per contrastare il
fenomeno del maccartismo. Uno dei maggiori interessi politici di
Fromm era rivolto al movimento pacifista internazionale, e nella lotta
contro gli armamenti nucleari e il coinvolgimento statunitense nella
guerra in Vietnam.
Fromm ha anche ripreso, in modo autonomo e originale nonché
lungimirante, l’analisi delle categorie dell’avere e dell’essere, nel suo
best-seller Avere o essere? (1977), vedendovi le due modalità
fondamentali con cui si esprime l’esistenza d’ogni essere umano. Per
Fromm, mentre l’avere coincide con la dimensione dello sfrenato
consumismo della società opulenta e capitalistica, l’essere invece
coincide con quella libera e globale realizzazione di sé medesimi di cui
hanno parlato i grandi maestri di vita come Buddha, Gesù, Meister
Eckhart, Karl Marx.
Esicasmo

L’esicasmo è un termine derivante dal greco e significa calma, pace,


tranquillità, assenza di preoccupazione. Con questa parola si indica la
dottrina e la pratica ascetica diffusa tra i monaci dell’Oriente cristiano
fin dai tempi dei Padri del deserto (IV secolo).
Scopo dell’esicasmo è la ricerca della pace interiore, in unione con
Dio e in armonia con il creato. Divulgato da Evagrio Pontico (IV
secolo) e da altri maestri spirituali, l’utilizzo dell’esicasmo è ancora
vivo sul Monte Athos e in altri monasteri ortodossi. Gli esicasti
praticano la cosiddetta “preghiera di Gesù” o “preghiera del cuore”,
che consiste nella ripetizione incessante della stessa formula, secondo
il ritmo del respiro (Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me
peccatore). Poiché tale preghiera era spesso compiuta con la testa
reclinata sul petto, gli esicasti furono accusati di praticare
l’onfaloscopia, ossia la contemplazione del proprio ombelico. La
descrizione più dettagliata della preghiera del cuore è contenuta in
uno scritto anonimo, probabilmente opera di un monaco dell’Athos,
Niceforo il Solitario (XIV secolo): il Metodo della preghiera e
dell’attenzione sacre. In questo testo – noto in tutto l’Oriente cristiano
semplicemente come Methodos – si raccomanda di rifugiarsi in un
luogo solitario e tranquillo e di concentrarsi, senza lasciarsi distrarre
da pensieri vani: “Posa il tuo mento sul petto, sii attento a te stesso con
la tua intelligenza e i tuoi occhi sensibili. Trattieni il respiro il tempo
necessario perché la tua intelligenza trovi il luogo del cuore e vi resti
integralmente. All’inizio tutto ti sembrerà tenebroso e molto duro, ma
col tempo e con l’esercizio quotidiano scoprirai in te una gioia
continua”.
Stanislav Grof

Stanislav Grof (Praga, 1 luglio 1931) è uno psichiatra e ricercatore nel


campo degli stati di coscienza non ordinari. Si laurea in Medicina
all’Accademia Ceca delle Scienze di Praga, dove inizia la formazione
come psicoanalista freudiano. In questo contesto inizia i suoi primi
esperimenti con l’LSD come mezzo per indurre stati di coscienza non
ordinari in futuri terapeuti.
Viene quindi invitato in America dalla Johns Hopkins University di
Baltimora, e rimane in America durante gli eventi della Primavera di
Praga. Diventa quindi Direttore del reparto di Ricerca Psichiatrica al
Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, dove lavora con Walter
Pahnke e Bill Richards e sperimenta l’LSD come mezzo per alleviare le
sofferenze dei malati di cancro terminali. Nel 1973 Grof viene invitato
dall’Esalen Institute di Big Sur, California, dove lavora fino al 1987
come insegnante residente. Conosce studiosi come Joseph Campbell,
Abraham Maslow, John Weir Perry, Fritjof Capra, Gregory Bateson e
altri.
In seguito a questi incontri, ai suoi studi sugli stati non ordinari di
coscienza e a un’intensa attività seminariale nel centro di Esalen in
California, Grof fonda insieme a Maslow, Anthony Sutich e ad altri
ricercatori la psicologia transpersonale, definendola la Quarta Forza
della psicologia (le prime tre sono il comportamentismo, la
psicoanalisi e la psicologia umanistica).
Dopo vari anni di studi e ricerche, Grof sviluppa una nuova tecnica
di evoluzione della coscienza denominata Respirazione olotropica in
grado di provocare stati non ordinari di coscienza attraverso mezzi
naturali come la respirazione, la musica evocativa e il lavoro sul corpo.
Durante questa pratica avviene la rimozione dei blocchi psicologici,
facendo emergere contenuti inconsci dotati di una forte carica
emotiva.
Rike Geerd Hamer

Nato nel 1935 in Renania, una regione della Germania sulle rive del
fiume Reno, Ryke Geerd Hamer si laurea poco più che ventenne in
medicina, fisica e teologia, sviluppando negli anni di gioventù la
passione per la psichiatria, che lo porta a specializzarsi in questa
materia, oltre che in neurologia e in medicina interna con una tesi sui
tumori del cervello.
Si innamora perdutamente di una studentessa di medicina, Sigrid,
che diverrà sua moglie e la madre dei suoi quattro figli.
La tranquillità della vita familiare e la carriera professionale del
dottor Hamer si sfaldano tuttavia nell’agosto del 1978, quando il figlio
diciannovenne, Dirk, viene colpito da un proiettile vagante durante
una sorta di sparatoria improvvisata nei pressi dell’Isola di Cavallo, in
Corsica.
Ryke Geerd Hamer, che tiene suo figlio tra le braccia nel momento
dell’addio, resta profondamente sconvolto dalla sua morte, subendo
uno choc profondo e terribile, che successivamente egli definirà un
“conflitto di perdita”.
Inizialmente, venuto a sapere di avere un tumore ai testicoli, Hamer
– da buon medico – segue la procedura standard, recandosi
dall’oncologo e sottoponendosi a tutti gli esami medici necessari.
Quella misera e unica possibilità su cinque di salvarsi, secondo la
diagnosi del suo medico, non frena tuttavia la sua voglia di lavorare,
così egli prosegue la sua professione nel reparto di ginecologia di un
ospedale di Monaco di Baviera, dove vi sono circa duecento pazienti
ammalate di tumore. Parlando con queste donne e scavando nel loro
passato, Hamer scopre che ognuna di loro ha vissuto un forte trauma
emotivo prima di contrarre questa malattia.
I suoi sospetti sulla correlazione tra un particolare conflitto
“dell’anima” e l’insorgere del cancro si fanno sempre più concreti
anche grazie all’aiuto che Hamer confida di aver avuto dal figlio,
apparsogli in sogno dopo la morte, per indicargli la via da seguire.
Nel 1981, anno che segna la nascita della Nuova Medicina
Germanica, Hamer afferma in diretta televisiva, sia sulle rete bavarese
sia sulla televisione pubblica italiana, di aver individuato il fattore
scatenante dei tumori, chiamando questo trauma conflitto biologico o
Sindrome di Dirk Hamer, poiché egli stesso, in prima persona, era
stato testimone di questo conflitto e delle sue conseguenze nel proprio
organismo. L’idea che un trauma emotivo drammatico e profondo
possa avviare nel cervello una particolare “reazione” biologica al
conflitto esterno e di conseguenza provocare, in un determinato
organo, la “malattia”, ribalta tutto ciò in cui egli stesso aveva sempre
creduto e non ha gli effetti sperati.
Licenziato dall’ospedale per queste dichiarazioni, Hamer continua le
sue ricerche a Colonia e deposita le sue scoperte all’Università di
Tübinger, dove si era laureato, con tutti i dettagli clinici e una
descrizione dei casi presi in esame. Radiato dall’albo dei medici nel
1986, il dottor Hamer è stato arrestato nel 1997 con l’accusa di aver
dato dei consigli medici senza averne più il diritto.
Louise Hay

Celebre autrice statunitense, è famosa in tutto il mondo per i suoi libri


di crescita personale in particolare Puoi guarire la tua vita, pubblicato
nel 1984 e considerato uno dei capisaldi del pensiero positivo.
Dopo aver vissuto in prima persona una guarigione prodigiosa dal
cancro, ha divulgato le proprie ricerche sul pensiero positivo e
l’autoguarigione con il libro Puoi guarire la tua vita, tradotto in oltre
trenta lingue. A seguito dell’enorme successo, ha fondato la propria
casa editrice, la Hay House, che oltre ai suoi libri pubblica testi di
autori sul pensiero positivo.
Intelligenza emotiva

Gli psicologi e accademici Peter Salovey e John D. Mayer sono stati i


primi, e subito dopo lo psicologo Daniel Goleman, a studiare
l’Intelligenza Emotiva e ne hanno proposto un’accurata definizione nel
loro articolo Emotional Intelligence, pubblicato nel 1990. Secondo i
due studiosi l’Intelligenza Emotiva può essere definita come un
insieme di abilità che riguardano il saper riconoscere, valutare ed
esprimere le proprie emozioni come percepire quelle degli altri;
l’essere capaci di creare sentimenti quando semplificano il pensiero
logico, così come saper regolare le proprie emozioni per facilitare la
crescita emotiva e intellettuale. Sia per Salovey e Mayer che per
Goleman l’Intelligenza Emotiva non è altro che un sottoinsieme di
quelle capacità personali proposte da Howard Gardner come
Intelligenza interpersonale e Intelligenza intrapersonale. L’insieme di
queste competenze riguarda il riconoscimento e l’uso sia delle nostre
emozioni che di quelle degli altri per risolvere i problemi e regolare il
nostro comportamento. L’autocontrollo, l’entusiasmo, la perseveranza,
il sapersi motivare anche nelle situazioni difficili sono qualità
importanti nel momento in cui lasciamo la famiglia e l’istituzione
scolastica ed entriamo nel mondo reale. Queste “competenze” emotive
ci aiutano a costruire relazioni più solide, ad avere successo nel lavoro
e a raggiungere i nostri obiettivi personali e lavorativi.
Nel suo celebre libro Intelligenza Emotiva, Daniel Goleman
ripropone la definizione offerta da Salovey sintetizzando in cinque
punti fondamentali le competenze (personali e sociali) che vanno a
formare la nostra effettiva competenza emotiva: saper riconoscere le
proprie emozioni, ossia consapevolezza di sé; saper controllare le
proprie emozioni, quindi autocontrollo; saper motivare se stessi, che
dipende direttamente dalla capacità di controllare i propri stati
emotivi; saper riconoscere le emozioni altrui, cioè essere empatici e
infine, saper gestire al meglio il rapporto con gli altri.
È attraverso lo sviluppo di queste abilità che possiamo imparare a
essere emotivamente intelligenti, apprendere come usare le emozioni
a nostro vantaggio per riuscire a scegliere in maniera consapevole le
nostre reazioni senza farci travolgere dall’emozione del momento. In
questo modo possiamo smetterla di dipendere dagli altri o dalle cose
che accadono e vivere liberi di agire per il nostro meglio e anche per
quello altrui.

Scopri di più sull’Intelligenza Emotiva a questo indirizzo:

www.area51editore.com/ebook/crescita-personale/emozioni-e-
relazioni/conoscere-lintelligenza-emotiva
Krishnamurti

Jiddu Krishnamurti (Madanapalle, 12 maggio 1895 – Ojai, 18 febbraio


1986) è stato un filosofo apolide. Di origine indiana, non volle
appartenere a nessuna organizzazione, nazionalità o religione. Nel
1909, ancora ragazzo, fu notato da C.W. Leadbeater in India, sulla
spiaggia privata della sede della Società Teosofica di Adyar, un
sobborgo di Chennai nel Tamil Nadu. Considerato l’ultimo Iniziato
vivente in attesa della venuta del futuro Maitreya, fu allevato per
portare il pensiero teosofico al mondo e a sedici anni fu messo a capo
dell’Ordine della Stella d’Oriente, organizzazione fondata nel 1911 con
l’intento di preparare l’avvento del Maestro del Mondo.
Molto presto cominciò a mettere in discussione i metodi teosofici
sviluppando un suo pensiero indipendente finché, dopo una lunga
riflessione, nel 1929 sciolse l’Ordine e cominciò a viaggiare per il
mondo esprimendo il suo pensiero, basato su un’assoluta libertà
interiore e una indipendenza totale da qualunque tipo di
organizzazione.
Nel 1938 Krishnamurti incontrò Aldous Huxley che divenne suo
amico e grande ammiratore. Nel 1956 incontrò il Dalai Lama. Intorno
agli anni sessanta conobbe il maestro yoga B.K.S. Iyengar, dal quale
prese lezioni. Krishnamurti parlava di come nello specchio dei
rapporti (umani e con le cose) ognuno può scoprire il contenuto della
propria coscienza che è comune a tutta l’umanità (non-dualismo). E
diceva che questo può essere fatto in modo diretto, scoprendo che la
divisione tra osservatore e ciò che è osservato è in realtà dentro noi
stessi. Diceva che proprio questa divisione dualistica, che impedisce la
percezione diretta è alla base del conflitto e dell’infelicità dell’uomo.
Celebre e significativa è la sua affermazione “la Verità è una terra
senza sentieri” che può ben rappresentare il fulcro del suo
insegnamento che ha spronato l’uomo a liberarsi da ogni strada già
tracciata, dal passato, dai dogmi, dalle ideologie, guardando la realtà
senza alcun condizionamento.
Alice Miller

Alice Miller (Piotrków Trybunalski, 12 gennaio 1923 – Saint-Rémy-de-


Provence, 14 aprile 2010) è stata una psicologa, psicoanalista e
saggista svizzera. Si è occupata prevalentemente di psicologia dell’età
evolutiva e degli abusi psicofisici inflitti ai bambini e alle bambine, in
particolare all’interno della famiglia. Nata in Polonia nel 1923, emigrò
in Svizzera subito dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946,
conseguendo la laurea e il dottorato in filosofia, psicologia e sociologia
a Basilea, nel 1953. Successivamente intraprese e portò a termine la
formazione come psicoanalista, a Zurigo.
Dopo aver a lungo appoggiato e praticato le tecniche proprie della
psicoanalisi, Alice Miller è divenuta una delle più tenaci critiche del
metodo psicoanalitico come terapia psicologica, nonché della prassi
stessa di molti terapeuti. Ella ritiene infatti che il metodo
psicoanalitico, anziché incoraggiare e sostenere i pazienti nella ricerca
dei traumi che hanno dato origine ai disturbi e ai problemi della
propria personalità, agisce piuttosto come tecnica per evitare di
affrontare realmente la verità su questi traumi, che molto spesso
risiede nella storia familiare del paziente e negli abusi subiti
nell’infanzia.
Per questo motivo, dopo circa venti anni di pratica come
psicoanalista, abbandonò, nel 1980, questo tipo di attività terapeutica,
dedicandosi alla scrittura di saggi.
Nel suo libro La persecuzione del bambino, afferma di avere
documentato, tra le altre cose, i maltrattamenti psicofisici che avrebbe
subito Adolf Hitler per mano del padre. Questi maltrattamenti,
secondo la psicologa polacca, avrebbero motivato l’odio di Hitler nei
confronti del genere umano.
Nel libro La rivolta del corpo Alice Miller porta all’attenzione tutte
le diverse problematiche che si sviluppano durante l’infanzia. Il tema
centrale del suo testo sono i traumi infantili, in modo particolare si
occupa delle conseguenze che ha per il corpo la negazione delle nostre
emozioni autentiche; negazione che ci viene richiesta dalla morale che
ci porta a perdonare e giustificare ciò che fanno i nostri genitori e
perché si crede che diano il giusto insegnamento, e dalla religione in
quanto ci vengono tramandati dei valori secondo i quali bisogna
onorare e rispettare i propri genitori.
Mindfulness

Mindfulness deriva dai termini mind + fulness: “pienezza” della


mente. Ma anche “completezza” della mente, “ampiezza” e
“abbondanza” della mente, perfino “sazietà” della mente. Questi sono
alcuni significati della parola inglese fullness, e ne tratteggiano le
diverse sfumature.
La Mindfulness è infatti una condizione di pienezza e completezza
della mente, perché essa, la mente, completamente centrata, assorbita,
nel momento e dal momento, attua una sorta di consapevolezza totale
della sua presenza nel qui e ora. Tutta presente in questo istante, la
mente si riempie fino all’orlo della sua capienza percettiva e raggiunge
la sua completezza.
Con la pratica della Mindfulness, la mente aumenta la sua ampiezza:
l’ampiezza della concentrazione, della consapevolezza, della
comprensione, della penetrazione nell’essenza delle cose.

Scopri di più sulla Mindfulness a questo indirizzo:

www.area51editore.com/ebook/benessere/mindfulness-
meditazione
Osho

Osho Rajneesh, noto anche come Osho (Kuchwada, 11 dicembre 1931


– Pune, 19 gennaio 1990), è stato un mistico e maestro spirituale
indiano.
Osho era un professore di filosofia, ma abbandonò la carriera
accademica per girare il mondo come maestro spirituale. Iniziò a
viaggiare per l’India, a tenere discorsi e a condurre campi di
meditazione. Nel 1974 fondò un ashram a Pune che arrivò a ricevere
trentamila visitatori l’anno.
I suoi insegnamenti si fondano sull’importanza dell’amore, della
libertà, della meditazione e di una gioiosa celebrazione dell’esistenza,
valori che egli riteneva soppressi dai sistemi di pensiero imposti dalla
società, dalle fedi religiose e dalle ideologie. Per questo fu un forte
oppositore delle religioni organizzate e di ogni tipo di potere. Le sue
idee ebbero un notevole impatto sul pensiero New Age occidentale (da
cui tuttavia egli prese le distanze) e sulla controcultura ereditata dagli
anni Sessanta. Osho dichiarò di essere contrario a ogni dottrina,
dogma e a ogni tipo di comandamento. Tuttavia, in una lettera a un
discepolo, stilò questo elenco semiserio di dieci regole:

1. Non ubbidire ad alcun ordine all’infuori di quello interiore.


2. L’unico Dio è la vita stessa.
3. La verità è dentro di te, non cercarla altrove.
4. L’amore è preghiera.
5. Il vuoto è la soglia della verità: è il mezzo, il fine e la realizzazione.
6. La vita è qui e ora.
7. Vivi totalmente desto.
8. Non nuotare, galleggia.
9. Muori ogni istante, così da poter rinascere ogni istante.
10. Smetti di cercare. Ciò che è, è: fermati e guarda.

In un’altra occasione, Osho suggerì dei “non-comandamenti”, ossia dei


valori che rappresentavano il suo fondamentale atteggiamento verso la
vita: 1) libertà; 2) unicità dell’individualità; 3) amore; 4) meditazione;
5) no alla serietà; 6) giocosità; 7) creatività; 8) sensibilità; 9)
gratitudine; 10) senso del mistero.
La visione di Osho abbraccia sia la millenaria saggezza orientale, sia
la scienza e il pensiero occidentale. Osho sosteneva che l’obiettivo dei
suoi discorsi non fosse l’indottrinamento, ma scardinare i meccanismi
mentali dell’ascoltatore, indurlo in uno stato interiore di pace e
profonda attenzione che oltrepassasse la mente, per “creare uno spazio
sempre più ampio di meditazione; non si tratta di conferenze, in realtà
è solo un espediente per aiutarti a diventare silenzioso, è un metodo di
potenziale trasformazione”. I discorsi di Osho sono stati trascritti e
raccolti in circa 650 libri, di cui oltre 200 tradotti in italiano.
Rebirthing

Il rebirthing è un metodo di crescita personale basato sull’utilizzo del


respiro. Il rebirthing è stato sviluppato a metà degli anni Settanta negli
Stati Uniti da Leonard Orr. Da circa una trentina d’anni si è poi diffuso
in molti Paesi dell’occidente. Ciò che rende differente la respirazione
praticata dal rebirthing da altre pratiche o metodi, come ad esempio lo
yoga e il pranayama, è che il respiro è connesso, cioè è senza pause e
ritenzione del respiro. Leonard Orr racconta che il metodo non fu una
scoperta improvvisa, ma il risultato di una serie di esperienze e
intuizioni. Leonad Orr ebbe le prime esperienze di respirazione
spontanea immerso nell’acqua calda, durante questi momenti
sperimentò forti sensazioni fisiche ed ebbe intense reazioni emotive.
Spesso queste esperienze facevano riemergere ricordi legati alla
nascita. Orr notò che dopo queste respirazioni i ricordi non si
presentavano più e al loro posto c’era un senso di maggior libertà, ecco
perché a questo metodo venne assegnato il nome di “Rebirthing”, che
letteralmente significa “rinascita”.
Dopo aver raggiunto una chiara dimestichezza con la respirazione
circolare, cominciò a insegnarla ad altri. Così osservò il manifestarsi
delle stesse reazioni da lui provate. Da osservatore si rese conto che i
ricordi legati alla nascita e il relativo trauma erano elementi ricorrenti
nella maggior parte delle persone. Intuì che questa respirazione era in
grado di far rivivere blocchi emotivi ed energetici, permettendo di
scioglierli definitivamente.
Nel 1977 Leonard Orr compì il suo primo viaggio in India dove
incontrò uno yogi chiamato Babaji. Quest’ultimo definì il rebirthing
come lo “yoga per gli occidentali”. I viaggi che seguirono, uno all’anno
circa, ebbero una decisa influenza sull’apparato teorico che propose in
seguito.
Secondo Orr l’essere umano è afflitto da cinque cause di sofferenza,
che egli stesso ha definito “i cinque grandi” e che sono:
1. Il trauma di nascita
2. La disapprovazione dei genitori
3. La pulsione di morte
4. Le negatività specifiche
5. Le vite precedenti

Lo sviluppo di apparati teorici e approfonditi studi sul rebirthing è


stata proseguita dai suoi allievi. Tra i suoi primi allievi ci fu Sondra
Ray, con la quale in seguito scrisse alcuni libri sul rebirthing, uno fra
tutti Rebirthing in the New Age. Il suo background di infermiera e di
laureata in Sociologia, fece sì che accanto alla costante pratica della
respirazione circolare e consapevole, sviluppasse le teorie legate alle
relazioni. In particolare Sondra Ray descrisse gli effetti che i diversi
tipi di nascita potevano avere sul carattere e il comportamento delle
persone. Fu così che nel 1987 Sondra Ray scrisse insieme a Bob
Mandel Nascita e personalità. Questo testo presenta numerose
esperienze di persone che raccontano episodi della propria vita rivisti
alla luce della propria nascita.
Il rebirthing si diffuse anche in Europa, grazie a persone che hanno
seguito i seminari proposti da Leonard Orr e Sondra Ray. Oggi il
rebirthing è in continua evoluzione e viene usato in molti percorsi di
evoluzione personale.
Tao Te Ching

Il Daodejing o Tao Te Ching (Libro della Via e della Virtù) è un testo


cinese la cui composizione risale a un periodo compreso tra il IV e il III
secolo a.C.
Il libro è di difficile interpretazione. A ciò si aggiunge la possibilità
che le tavolette dalle quali era composto, mal rilegate, si slegassero
frequentemente, in modo tale che blocchi di caratteri si mescolassero
nel tramandarlo: da qui il sorgere di numerose questioni critiche e
interpretative. Il testo può essere inteso secondo diversi piani di
lettura e d’interpretazione. Infatti l’opera è stata composta in una fase
storica non ben delineata. Per secoli gli studiosi l’hanno attribuita al
saggio Lao Zi. La tradizione racconta che Lao Zi decise di allontanarsi
dalla corte Zhou perché, stanco delle lotte e del disordine, desiderava
tranquillità. Partì con il suo bufalo e arrivò al confine del suo stato
dove venne fermato dal guardiano del valico, chiamato anche Yin del
valico. Il guardiano riconobbe Lao Zi e gli disse che non poteva
andarsene prima di aver lasciato un segno tangibile della sua saggezza.
Fu in questa occasione che Lao Zi compose il Tao Te Ching. Finito di
scrivere, Lao Zi se ne andò e di lui non si seppe più niente.
Il Tao Te Ching è un testo relativamente breve, consta di 5.000
caratteri ed è suddiviso in ottantuno capitoli di lunghezza diversa,
all’interno dei quali si ritrovano numerosi passaggi in rima, costituiti
da veri e propri versi ritmati.
Il testo tratta argomenti molto eterogenei: si tratta molto spesso di
aforismi, massime e precetti che vengono proposti in un linguaggio in
cui abbondano metafore e termini di significato ambiguo, spesso di
difficile traduzione. Per questo motivo sono possibili diverse
interpretazioni degli stessi passaggi.
Transurfing

Il Transurfing è un sistema di interpretazione della realtà nato


ufficialmente nel 2004, con la pubblicazione in Russia del primo libro
di Vadim Zeland dedicato all’argomento, (tradotto in Italia con il titolo
Lo spazio delle varianti e pubblicato nel 2009 da Macro Edizioni).
Il dibattito sul Transurfing diviene immediatamente vivo, tanto che i
libri di Zeland si trovano pubblicati in diverse lingue e dedicati
all’argomento esistono numerosissimi forum, eventi di massa, una
mailing list di contatto diretto con l’autore, nonché due scuole di
Transurfing, una a Pietroburgo e una a Mosca.
Il Transurfing è una metodologia che insegna come collocarsi
nell’esistenza in completo accordo con la propria essenza e come
scivolare tra tutte le possibili situazioni che potrebbero manifestarsi
nella nostra vita scegliendo di conseguenza, lasciando manifestare solo
gli scenari a noi più favorevoli.

Scopri di più sul Transurfing a questo indirizzo:

www.area51editore.com/ebook/crescita-personale/transurfing
Vipassana

Vipassana è una forma di meditazione che deriva dalla tradizione


buddhista theravada. A differenza della meditazione samatha, questa
forma di meditazione non è finalizzata al raggiungimento di stati di
astrazione ma intende sviluppare la massima consapevolezza di tutti
gli stimoli sensoriali e mentali, affinché se ne colga la reale natura e ci
si incammini per tale via verso la liberazione. In questo insieme il
corpo e la mente sono il campo nel quale è possibile scoprire, con una
visione attenta, la verità.
La tecnica della meditazione vipassana è insegnata dal Tathagatha
Shakyamuni nel Discorso sui fondamenti della presenza mentale
(Satipatthanasutta), e prevede i seguenti momenti:

Contemplazione del corpo


Consapevolezza del respiro
Consapevolezza delle posizioni del corpo
Consapevolezza delle azioni del corpo
Consapevolezza delle parti del corpo
Consapevolezza degli elementi
Nove contemplazioni del cimitero
Contemplazione delle sensazioni
Contemplazione della mente
Contemplazione degli oggetti mentali

La consapevolezza di sé e del proprio corpo non dev’essere limitata al


momento della giornata riservato alla pratica. In qualunque momento
della sua giornata, colui che pratica questa forma di meditazione deve
sforzarsi di essere consapevole di quel che sta facendo, delle sensazioni
che prova e della propria attività mentale. Questa forma di
meditazione si è rivelata più adatta della meditazione samatha per la
diffusione presso i laici, perché non ha bisogno della quiete di un
monastero né di tempi di pratica particolarmente intensi per
raggiungere risultati soddisfacenti. Per queste sue caratteristiche, ha
raggiunto una larga diffusione anche in Occidente.
Yoga

Il termine yoga deriva dalla radice sanscrita yug, che significa “unire”,
“legare insieme”, “aggiogare”. Esso significa allora, come spiega un
maestro indiano, Mahadev Desai, “il congiungimento di tutti i poteri
del corpo, della mente e dell’anima con l’Assoluto; significa inoltre
disciplinare l’intelletto, la mente, le emozioni, la volontà, condizioni
presupposte dallo yoga; significa equilibrio dell’anima, che rende
capaci di guardare alla vita uniformemente in tutti i suoi aspetti”.
Storicamente, lo yoga deve la sua istituzionalizzazione alla
sistemazione dottrinaria operata da Patanjali (II-VI secolo d.C.) nei
suoi 196 aforismi conosciuti come Yoga Sutra. Grazie a Patanjali, lo
yoga è diventato uno dei sei sistemi ortodossi della filosofia indiana
(gli altri sono il Samkya – a cui lo yoga è strettamente collegato –, la
Mimamsa, il Vedanta, il Nyaya e il Vaisesika).
Tuttavia, per il suo complesso sistema psico-fisico, e per la fortuna
che storicamente ha avuto nelle discipline orientali (e oggi, anche in
quelle occidentali), possiamo considerare lo yoga come una meta-
disciplina o un meta-pensiero, ossia un sistema teorico e pratico che è
alla base (o che è da supporto), a molti sistemi filosofici. Come tecnica,
esso trova menzione infatti fin nei tempi più antichi, più precisamente
nell’Atharvaveda, uno dei Veda (i testi indiani più antichi, risalenti
probabilmente al XV secolo a.C.) di età più tarda.
Grazie alle sue tecniche e ai suoi insegnamenti psico-fisici e
spirituali, lo yoga offe gli strumenti per “aggiogare” al dominio della
mente i processi psichici e fisiologici, al fine di risvegliare le energie
potenziali (fisiche, mentali e spirituali) per veicolarle al processo di
liberazione (moksa) e di superamento della dimensione relativa
(samsara) per giungere al perfetto stato di beatitudine (samadhi).
Scopri di più sullo Yoga a questo indirizzo
https://www.area51editore.com/ebook/benessere/yoga/
Scopri di più sullo Yoga a questo indirizzo:

www.area51editore.com/ebook/benessere/yoga
APPENDICI
Schema sintetico del respiro circolare (parte 1)
Schema emisferi cerebrali
Anatomia e fisiologia orientale
BIBLIOGRAFIA

Andreas C., Andreas T., I nuclei profondi del Sé, ed. Astrolabio,
Roma 1995
Androni P., Insicurezza e lavoro, da Risorse Umane in azienda,
Newsletter, O.S. Organizzazioni Speciali, Firenze, gennaio-
febbraio 2002
Assaggioli R., Psicosintesi, Principi e metodi della psicosintesi
terapeutica, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma 1973
Atti del convegno “Lo sviluppo dell’apprendimento emotivo”, AIF,
Bologna 20 settembre 2002
AA.VV., Tutto ciò che sai è falso, ed. Nuovi Mondi Media, S.
Lazzaro di Savena (Bo), 2003
Bach R., Il gabbiano Johnatan Livingston, ed. Bur, Milano 1996
Bach R., Biplano, ed. Rizzoli 1998
Bates, W. H., Vista perfetta senza occhiali, ed. Juppiter
Consulting Publishing Company, Milano 2004
Beck A. T., Rush A. J., Shaw B. F., Emery G., Terapia cognitiva
della depressione, ed. Bollati Boringhieri, Torino 1997
Bergeret J. et. al., Psicologia patologica, ed. Masson, Milano 1999
Berne E., Analisi transazionale e psicoterapia, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1971
Brianzoli C., La consapevolezza come terapia, tesi di laurea in
psicologia clinica, Università di Padova 2000
Butto N., Il settimo senso, ed. Mediterranee, Roma 2002
Cameron J., La via dell’artista, ed. Longanesi, Milano 1998
Capra F., Il tao della fisica, ed. Adelphi, Milano 1997
Capra F., La scienza della vita, ed. Rizzoli, Milano 2002
Carenzi G. M., Il respiro che guarisce, ed. Tecniche Nuove, Milano
2000
Castagna, M., Role playing, autocasi ed esercitazioni psicosociali,
ed. Franco Angeli, Milano 2001
Chopra D., L’avventura di un’anima, ed. Sperling e Kupfer,
Milano 2000
Chopra D, Le sette leggi spirituali del successo, ed Armenia,
Milano 2000
Chopra K., La via spirituale della salute e della felicità, ed.
Armenia, Milano 1998
Colombo G., Manuale di psicopatologia generale, ed. Cleup,
Padova 1997
Dahlke R., Neumann T., La straordinaria forza terapeutica del
Respiro, ed. Tecniche Nuove, Milano 2003
Dahlke R., Digiuno e consapevolezza, ed. Tecniche Nuove, Milano
1999
Dalla Via G., Alimentazione ed emozioni, ed. Red, Como 2001
Darley J. M., Glucksberg S., Kinchla R. A., Psicologia I, ed. Il
Mulino, Bologna 1993
Darley J. M., Glucksberg S., Kinchla R. A., Psicologia II, ed. Il
Mulino, Bologna 1993
Debailleul J. – P., Brasey E., Vivere la magia delle Fiabe, ed. Il
punto d’Incontro, Vicenza 2004
D’Orlando A., Lo sviluppo della competenza emotiva in azienda,
tesi di perfezionamento in Gestione Risorse Umane, Università di
Padova, 2002
Ege H., Mobbing, conoscerlo per vincerlo, ed. Franco Angeli,
Milano 2002
Einstein A., Pensieri di un uomo curioso, ed. Mondadori 1997
Falzoni Gallerani F., Il Respiro dell’anima, ed. Armenia, Milano
1991
Falzoni Gallerani F., Rebirthing Transpersonale, ed. Rusconi,
Milano 1996
Fenelli A., Lorenzini R.,Clinica delle disfunzioni sessuali, ed.
Carocci, Roma 1999
Fermanelli C., Il vantaggio competitivo delle competenze, in FOR,
Rivista per la formazione, n° 50-51, gennaio-giugno 2002
Franke–Gricksch M., Tu sei uno di noi, ed. Crisalide, Spigno
Saturnia (LT) 2004
Fromm E., L’arte di amare, ed. Il saggiatore, Milano 1963
Fromm E., Avere o Essere, ed. Mondadori, Milano 1977
Fromm E., Personalità, libertà, amore, ed. Newton Compton,
Roma 1989
Fromm E., Dalla parte dell’uomo, ed. Astrolabio – Ubaldini,
Roma 1971
Fromm E., Psicoanalisi della società contemporanea, ed.
Mondadori, Milano 1995
Fromm E., Psicoanalisi dell’amore, ed. Newton Compton, Roma
1971
Fromm E., Anima e società, ed. Mondadori, Milano 1993
Fromm E., Voi sarete come dei, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma
1970
Fromm E., L’arte di ascoltare, ed. Mondadori, Milano 1996
Fromm E., Psicoanalisi e religione, ed. Mondadori, Milano 1987
Fromm E., Fuga dalla libertà, Edizioni di comunità, Milano 1987
Fromm E., Suzuki D., De Martino R., Psicoanalisi e buddhismo
Zen, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma 1968
Gabbard G.O., Psichiatria psicodinamica, ed. Cortina, Milano
2002
Gallo R., Una formazione per lo sviluppo delle competenze
emotive, da FOR, Rivista per la formazione, collana AIF, Franco
Angeli n° 50-51,
Milano 2002
Gallo R., Team building: trenta giorni di passione, ed. Franco
Angeli, Milano 2000
Goleman D., Lavorare con l’intelligenza emotiva, ed. Bur, Milano
2000
Goleman D., La forza della meditazione, ed. Bur, Milano 2006
Grof S. e Grof C., Psicologia del futuro, ed. Red, Como 2001
Hamer R., Testamento per una nuova medicina, ed. Amici di
Dirk, Alhaurin El Grande Espana 2003
Han T. N., Respira! Sei vivo, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma
1994
Harris, T., Io sono ok – Tu sei ok, ed. Bur, Milano, 2000
Hasselt V. B. Van, Hersen M., Trattamenti psicologici
nell’anziano, ed. McGraw-Hill, Milano 1998
Hay L. L., Puoi guarire la tua vita, ed. Armenia, Milano 2000
Hellinger B., Riconoscere ciò che è, ed. Urra – Apogeo, Milano
2001
Hellinger B., Gli ordini dell’amore, ed. Urra – Apogeo, Milano
2003
Hellinger B., I due volti dell’amore, ed. Crisalide, Spigno Saturnia
(LT) 2002
Hellinger B., Il grande conflitto, Urra – Apogeo, Milano 2005
Hesse H., Knulp, storia di un vagabondo, ed. Newton, Roma 1992
Hesse H., Narciso e Boccadoro, ed. Mondadori, Milano 2001
Illich I., Nemesi medica, ed. Red, Como 1991
Jhonson R., Effetti delle emozioni sulla salute, ed. Tecniche
Nuove, Milano 2003
Johnson S. L., Strategie e strumenti di psicoterapia, ed. McGraw-
Hill, Milano 1999
Kohlberg L., The Meaning and Measurement of Moral
Developement, ed. Paperback, Clark Univ Heinz Werner Inst. 1981
Krishnamurti J., Libertà totale, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma
1998
Krishnamurti J., Cominciare ad imparare, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1976
Krishnamurti J., La prima ed ultima libertà, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1969
Krishnamurti J., La pienezza della vita, ed. Astrolabio – Ubaldini,
Roma 1980
Krishnamurti J., Verità e realtà, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma
1978
Krishnamurti J., Che cosa vi farà cambiare, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1981
Krishnamurti J., Di fronte alla vita, ed. Astrolabio – Ubaldini,
Roma 1969
Krishnamurti J., Libertà dal conosciuto, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1973
Krishnamurti J., Taccuino, un diario spirituale, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1980
Krishnamurti J., A se stesso, l’ultimo diario, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1990
Krishnamurti J., Bohm D., Dove il tempo finisce, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1986
Krishnamurti J., La visione profonda, ed. Astrolabio – Ubaldini,
Roma 1982
Krishnamurti J., La domana impossibile, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1974
Krishnamurti J., Al di là della violenza, ed. Astrolabio – Ubaldini,
Roma 1974
Krishnamurti J., La ricerca della felicità, ed. Bur, Milano 1998
Kremer H., Ritalin e cervello, ed. Macro, Diegaro di Cesena (PG)
2003
Lao-Tzu, Tao Te Ching, ed. Oscar Mondadori, Milano 1998
Leonard J., Laut P., Rebirthing, ed. Astrolabio, Roma 1998
Lowen A., Arrendersi al corpo, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma
1994
Magi G., La Via dell’Umorismo, 101 burle spirituali, ed. Panozzo,
Rimini 1998
Maltz M., Psicocibernetica, ed. Astrolabio, Roma 1965
Marchesi F., La fisica dell’Anima, ed. Tecniche Nuove, Milano
2000
Martina R., Equilibrio emozionale, ed. Tecniche Nuove, Milano
2001
Masaru Emoto, L’insegnamento dell’acqua, ed. Mediterranee,
Roma 2006
Meazzini P., L’approccio cognitivo-comportamentale alla
psicologia dell’organizzazione ed al counselling individuale, in
Performance Improvement, a cura di Enrico Oggioni ed Annalisa
Rolandi, ETASLIBRI, Milano 1998
Naranjo C., Carattere e nevrosi, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma
1996
Naranjo C., La via del silenzio e delle parole, ed. Astrolabio, Roma
1999
Nardone G., Verbitz, T., Milanese, R., Le prigioni del cibo, ed.
Ponte alle Grazie, Milano 1999
Nardone G., Paura, panico, fobie, ed. Ponte alle Grazie, Milano
1999
Orr L., Halbig K., Il libro del rebirthing, ed. Mediterranee, Roma
1966
Paolino G., De Marziani A., Fuori dalle aule, fuori dagli schemi,
ed. Franco Angeli, Milano 2002
Paramhansa Yogananda, Affermazioni scientifiche di guarigione,
ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma 1974
Paramhansa Yogananda, L’eterna ricerca dell’uomo, ed.
Astrolabio – Ubaldini, Roma 1980
Patch A., Salute!, ed. Urra – Apogeo, Milano 1999
Pearls F., Hefferline R. F., Goodman P., Teoria e pratica della
Terapia della Gestalt, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma 1997
Pierrakos J., Corenergetica, ed. Crisalide, Spigno Saturnia (LT)
1994
Pignatta V., Vaccinazioni, perché?, ed. Macro, Diegaro di Cesena
(PG) 2001
Pinkola Estés C., Donne che corrono coi lupi, ed. Frassinelli,
Milano 2000
Rapaggi A., Lo psicodramma anche in azienda, ed. Franco Angeli,
Milano 2000
Rath M., Perché gli animali non sono soggetti ad attacchi
cardiaci… e gli esseri umani si!, ed. MR Publishing, 2001
Reps P., Senzaki N., 101 storie Zen, ed. Adelphi, Milano 1973
Robbins A., Come ottenere il meglio da sé e dagli altri, ed.
Bompiani, Milano 2004
Sanavio E., Psicoterapia cognitiva e comportamentale, ed.
Carocci, Roma 1998
Schein E., Cultura d’azienda e leadership, ed. Guerini e Associati,
Milano 1990
Schein E. H., La consulenza di processo. Come costruire le
relazioni d’aiuto e promuovere lo sviluppo organizzativo, ed.
Cortina, Milano 2001
Schellenbaum, P., La ferita dei non amati, ed. Demetra,
Bussolengo (VR) 1995
Screm M., Rebirthing, ed. Armenia, Milano 1989
Seligman M., Imparare l’ottimismo, ed. Giunti, Firenze 1991
Sims, A., Introduzione alla psicopatologia descrittiva, ed.
Cortina, Milano 1997
Smith J. M., L’inganno in tavola, ed. Nuovi Mondi Media, S.
Lazzaro di Savena (Bo) 2004
Soldera G., Le emozioni della vita prenatale, ed. Macro, Diegaro
di Cesena (PG) 2000
Spinoza B., Etica, ed. Bollati – Boringhieri, Torino 2000
Stegagno L., Psicofisiologia, vol. I e II, ed. Bollati – Boringhieri,
Torino 1991
Tettamanti F., Si chiama mobbing, se lo conosci lo eviti, da
Corriere Lavoro, inserto del Corriere della Sera, Milano venerdì
29 marzo 2002
Tettamanti, F., Al lavoro senza disagio, l’Europa in guerra contro
stress e mobbing, da Corriere Lavoro, inserto del Corriere della
Sera, Milano venerdì 19 luglio 2002
Thorwald D., Dahlke R., Malattia e Destino, ed. Mediterranee,
Roma 2003
Van Lisebeth, A., Pranayama: la dinamica del Respiro, ed.
Astrolabio – Ubaldini, Roma 1973
Weisinger, H., Intelligenza emotiva al lavoro, ed. Bompiani,
Milano 2004
Watts A. W., Psicoterapie orientali e occidentali, ed. Astrolabio –
Ubaldini, Roma 1978
Watts A. W., Il libro sui tabù che ci vietano la conoscenza di ciò
che veramente siamo, ed. Astrolabio – Ubaldini, Roma 1976
Wells A., Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia, ed. McGraw-
Hill, Milano 1999
White D., Il risveglio del cuore in azienda, ed. Guerini, Milano
1997
NOTA BIOGRAFICA

Sono nato in Friuli, a Udine, in Italia, il 10/09/1974 all’1.00 della


mattina.
Ho conseguito una laurea in psicologia clinica nel 2001 e una
specializzazione in psicoterapia nel 2009.
Come autore ho pubblicato nel 2007 un libro sul respiro dal titolo
Respiro e Intelligenza Emotiva per Amrita. Nel 2014 l’audio libro La
magia del respiro circolare, edito da Good Mood. Nel 2015 ho
pubblicato il libro Ricominciare da un amore che finisce.
Attualmente, mi dedico anche all’insegnamento dello yoga secondo
la tradizione himalayana, alla meditazione quotidiana e all’aikido (dal
2008).
Il mio più grande desiderio è quello di poter contribuire alla
costruzione di un mondo migliore, di essere felice e godermi la vita.

Contatti
Per essere aggiornato sulle iniziative e le opere in merito alla
crescita personale e alla respirazione consapevole lascia i tuoi contatti
al sito: alessandrodorlando.it e consulta il materiale pubblicato.
Scrive regolarmente sul sito: laforzadellessenza.blogspot.it
Scopri il programma audio:

LIBERATI RESPIRANDO
PROGRAMMA AUDIO

Il programma è composto da:

. 9 audio mp3 (più di 6 ore di audio)


. 9 eleganti pdf (più di 170 pagine pdf)
. 4 contenuti extra (audio + mp3)

In esclusiva sul nostro sito: www.area51editore.com/programmi-audio


Scopri il programma audio:

CONOSCI E USA IL TUO SUBCONSCIO


PROGRAMMA AUDIO

Il programma è composto da:

. 8 audio mp3 (più di 6 ore di audio)


. 5 eleganti pdf (più di 150 pagine pdf)
. 3 contenuti extra (audio + mp3)

In esclusiva sul nostro sito: www.area51editore.com/programmi-audio


Trovi tutti i podcast anche sul nostro sito
CLICCA O FAI TOUCH QUI
Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere la Biologia delle credenze


Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere il Transurfing
Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere la Matrix Energetics


Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere la Mindfulness
Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere la PNL
Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere il Theta Healing


Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere Ho’oponopono
Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere l’intelligenza emotiva


Nel nostro catalogo trovi anche

Conoscere il dottor Hamer

Potrebbero piacerti anche