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BIOGRAFIA
Nasce a Messkirch nel 1889, dopo il diploma presso il liceo di Filiburgo, inizia il noviziato presso la
"Compagnia di Gesù", ma abbandona per intraprendere gli studi teologici presso l'Università di
Friburgo, dove nel 1913 ottenne il dottorato in Filosofia presentando la "Dottrina del giudizio nello
psicologismo".
Nel 1916 diventò allievo e successivamente assistente di Husserl. Di lì a poco maturò il distacco
dal suo maestro che si concretizzò con la pubblicazione di "Essere e tempo" del 1927.
Nel 1933 aderì al Partito Nazionalsocialista e fu nominato rettore dell'Università di Friburgo, carica
che lasciò l'anno successivo. Da quel momento non partecipò più alla vita politica, dedicandosi
esclusivamente alla ricerca e all'insegnamento.
Nel 1936, su invito di Giovanni Gentile, si recò a Roma, dove tenne due conferenze. Qui
Heidegger maturò quella che verrà definita "la svolta" (Kehre), ovvero l'abbandono delle tematiche
esistenzialiste e antropologiche in favore di quelle ontologiche.
Nel 1946 il filosofo riprese i corsi all'Università di Friburgo, fino al 1995, quando abbandonò
l'insegnamento per ritirarsi nella sua baita nella Foresta Nera.
Morì a Friburgo nel 1976.
SCRITTI
INFLUENZE
• Husserl
Metodo fenomenologico;
Uomo come progetto, apertura al futuro;
Intento comune di mettere tra parentesi il mondo oggettivo
• Kierkegaard
Rivendicazione del valore dell'individuo e del suo carattere di "ex-sistentia" (alienazione, uscire da
se);
Concetto di progettualità;
Ineluttabilità della scelta, che implica la tragica condizione umana.
• CONCETTO DEL "DA-SEIN":
Significa "essere qui", "esserci";
L'uomo è sempre gettato in una determinata situazione;
In questo modo l'uomo ha la responsabilità del suo essere;
Le due realtà concrete del soggetto e del mondo sono legate da una condizione "esistenziale":
l'uomo non può considerarsi soggetto isolato e astratto, ma solo come APERTURA ad un mondo di
cose e uomini.
LA NOSTALGIA DELL’ESSERE
La seconda fase del pensiero Heideggeriano è caratterizzata dalla critica al pensiero occidentale,
in particolare alla metafisica. secondo Heidegger è infatti errato concepire l'essere stesso come un
ente. Da qui nascono alcune riflessioni:
L'uomo non può riconoscersi quale fondamento del mondo, essendo lui stesso gettato in un'
“apertura” non aperta da lui;
Non essendo un ente, l''essere non ha un principio di FONDAMENTO (=una causa che lo
definisce)
L'uomo è partecipe al progetto di autorealizzazione dell'essere = ANTIUMANESIMO
La condizione essenziale dell'uomo è quella di essere posto davanti a delle scelte ed essere
libero.
La libertà è condizionata da:
- Accettazione di ciò che si è
- Situazione storica
Secondo il filosofo la verità può essere trovata solo interrogando la nostra personale esistenza,
senza vedere i nostri simili come oggetti, ma come un'esistenza co-essenziale alla mia esistenza.
• Importanza fondamentale della sincerità e fiducia reciproca, su cui è possibile costruire una
società aperta e democratica.
• Pericolo di creare una verità privata per l’individuo: DOGMATISMO e FANATISMO
La verità è molteplice e unica allo stesso tempo:
- Molteplice perchè imparnata da diverse esistenze
- Unica perchè coincide con ogni singola esistenza individuale
SARTRE
L’Esistenzialismo come Umanesimo
Jean-Paul Sartre fu un filosofo francese che mise nuivamente al centro la figura dell'uomo, come
unico detenitore della soluzione del problema dell'esistenza. Nuovo era il suo modo di fare
filosofia, fuori dagli ambienti accademici e con una particolare attenzione alla vita politica.
L'individuo sceglie e progetta la proprie esistenza e dalle sue azioni dipendono l'efficacia della lotta
di classe e della rivoluzione socialista.
La storia è frutto delle azioni personali, ma in sistemi come quello capitalista queste perdono
importanza, oggettivando l'uomo e portando all'alienazione.
Tale alienazione può nascere anche dalla rivoluzione stessa, soffocata dalla burocrazia.
Nella rivoluzione Sartre riconosce due formazioni protagoniste:
• IL GRUPPO: organizzazione di individui liberi caratterizzati da un'unità di intenti. Ognuno,
immedesimandosi nell'altro, ne è capo e gregario.
• LA SERIE: insieme di individualità isolate e chiuse agli altri (catena di montaggio)