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Hegel, la Fenomenologia dello spirito 1807

Significato del titolo Esposizione o ragionamento su ciò che appare dello spirito. Quest’opera è il racconto
del faticoso processo di formazione del sapere e la descrizione dell’emergere dell’idea, della ragione e
dello spirito nella storia.

La Fenomenologia dello spirito si presenta come un romanzo di formazione la cui protagonista è la


coscienza che da inconsapevole e immatura diviene cosciente e consapevole delle sue potenzialità. La
coscienza ripercorre le tappe della nostra tradizione culturale per scoprire che non c’è niente al di fuori
della coscienza. La coscienza da infelice perché poco consapevole, diviene felice raggiungendo maturità e
consapevolezza.

La Fenomenologia è il racconto del manifestarsi della coscienza umana nella storia ed il faticoso percorso
della vita spirituale dall’individualità alla universalità. Hegel inserisce delle FIGURE che sono le tappe di
sviluppo dello spirito e le forme che ha assunto la razionalità nel corso della storia. Le figure sono perciò
delle situazioni storico-ideali in cui si concretizza, nel corso della storia, lo spirito.

La Fenomenologia si divide in 3 parti:

1. COSCIENZA in cui l’attenzione è posta sull’oggetto


2. AUTOCOSCIENZA attenzione per il soggetto
3. RAGIONE riconoscimento dell’unità tra soggetto e oggetto

Nell’AUTOCOSCIENZA è presente la figura SERVO-PADRONE e la COSCIENZA INFELICE

La figura Servo-Padrone parla del percorso che l’idea di libertà deve compiere per affermarsi nel mondo: in
un primo momento il servo si sottomette al padrone per paura della morte e serve il padrone che
sopravvive proprio grazie al servizio del servo e pertanto il padrone diviene servo del suo servo, ed è
proprio nel lavoro che il servo trova la sua autonomia e libertà che diviene un valore condiviso e universale
per entrambe i soggetti. Con l’affermazione dell’autonomia e indipendenza del servo si realizza il diritto di
tutti e due (servo e padrone) alla libertà. Apprezzamento e critiche di Marx

La figura della Coscienza infelice parla della religiosità medioevale e tratta dell’infelice condizione della
coscienza che avverte se stessa come qualcosa di limitato e inadeguato in rapporto a Dio a cui ambisce.
Nello sforzo di annullare la scissione tra l’infinito e il finito (se stessa), la coscienza si mortifica per ritrovarsi
tuttavia in Dio. La coscienza infelice è però anche la metafora dell’intera fenomenologia dello spirito. Da
infelice perché non consapevole a matura perché comprende di essere tutto.

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