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Schopenhauer

Schopenhauer e Kierkegaard sono i due principali anti-hegelisti sia quando la sua filosofia è dominante e ma anche
quando va in crisi (prima metà dell'800 è hegeliana). In quest'epoca Schopenhauer ne presenta una voce contraria,
una coscienza critica nei confronti della filosofia idealista ed ottimista. Da questa critica all'hegelismo, elaborerà
una teoria rovesciata secondo la quale l'essenza del mondo non è l'idea, la ragione bensì il mondo è la produzione
della volontà di vivere --> irrazionalismo pessiministico. La storia è il teatro della corruzione, luogo di incessante
reiterazione di dolore, di guerra di dramma, rispetto alla storia hegeliana intesa come progresso --> il negativo è la
cifra della storia, è la caratteristica premiante della storia, dunque non è travaglio del negativo.

- Vita ed opere

Arthur Schopenhauer nacque a Danzica (città della Polonia, è quella più europea) nel 1788 da una famiglia
benestante (padre banchiere e donna scrittrice). Il padre avrebbe voluto che il figlio avesse continuato l'attività,
però Arthur preferisce intraprendere gli studi di filosofia all'Università di Gottinga. Rispetto agli idealisti, egli subisce
soprattutto l'influenza da Platone e Kant. Si trasferisce poi a Berlino e seguirà le lezioni di Fichte, si trasferisce poi a
Dresda in cui comincia a scrivere le prime opere, poi andrà a Napoli, Roma, Parigi, e ritornerà a Berlino, luogo in cui
terrà i suoi corsi all'Università di Berlino: per sfidare Hegel mette i corsi al suo stesso orario e allo stesso giorno -->
al corsi di S. non si presenterà nessuno. Nel 1818 S. pubblica il suo capolavoro "Il Mondo come volontà e
rappresentazione" ed inizialmente non ha successo. Il succcesso arriverà quando nel 1850-51 quando pubblicherà
un riassunto di tutto il suo pensiero filosofico dal titolo "Parerga e paralimpomena": è una delle prime opere
filosofiche scritta utilizzando aforismi. Morirà infine nel 1870.

Altre sue opere sono: "Sulla vista e i colori" (1816), in cui difendeva le dottrine scientifiche di Goethe [nella sua
"Teoria dei Colori" del 1810 prende distanze dalle teorie newtoniane, secondo le quali i colori avessero origine da
una luce bianca e che si distaccassero da essa nel momento in cui si incontravano con la materia; Goethe, al
contrario, riteneva che i colori derivassero dalla luce, ma che erano esse stesse "luce offuscata", ovvero che erano il
rislutato tra l'incontro tra la luce bianca e l'oscurità], "Sulla volontà e sulla natura" (1841), "I due problemi
fondamentali dell'etica" (1841), "La filosofia delle università", "Aforismi sulla saggezza della vita", "Pensieri su
argomenti diversi".

Nei suoi scritti sono chiari gli accenni all'antisemitismo e alla misoginia (derivante dal rapporto travagliato con la
madre). La sua grande intuizione è stata quella di aver introdotto nell'Occidente della razionalità da Talete ad
Hegel, passando per Aristotele, Cartesio, Spinoza, la filosofia orientale. --> innesta nella sua filosofia aspetti della
filosofia orientale: inizia da un suo avvicinamento agli studi di Majer.

- Radici culturali

Schopenhauer è dunque il filosofo del pessimismo, della rivisitazione e della semplificazione del pensiero kantiano,
riprende l'idealismo platonico; rifiuta la filosofia delle università (quello anche dello spirito di Hegel, che viene da
lui consideratto ciarlatano, colui che si assoggettata al sistema) ---> si riferisce al pensiero idealistico, che è da lui
considerato "bestia nera" [a Fichte ed a Schelling viene riconosciuto un certo ingegno, invece Hegel è un <<sicario
delle vertià>>] e lo possiamo considerare un avanguardantista come Nietzsche: il mondo non ha niente a che fare
con il procedere in positivo. --> ESIGENZA DI RENDERE LIBERA LA FILOSOFIA.

• Da Platone riprende la teoria delle idee

• Da Kant l'impostazione soggettivistica della gnoseologia


• Dall'Illuminismo il filone materialistico e quello dell'ideologia, in particolare da Voltaire riprende la
tendenza demistificatrice (analisi acuta di un fenomeno o di un avvenimento) nei confronti delle credenze
tramandate.

• Dal Romanticismo riprende i temi dell'irrazionalismo, dell'arte, della musica, dell'infinito, del dolore --->
differenza: SCHOPENHAUER HA UNA VISIONE PESSIMISTICA DELLA REALTA'.

- Il <<velo di Maya>> e la volontà di vivere

Il punto di partenza della sua filosofia è la distinzioe tra il concetto di fenomeno e noumeno, presentata per la
prima volta nell'opera "Il Mondo come volontà e rappresentazione" - - > la rappresentazione riveste due aspetti 1)
soggetto pensante e 2) oggetto rappresentato; i filosofi del materialismo avevano svalutato il soggetto pensante in
favore dell'oggetto rappresentato, ma secondo Schopenhauer non può esistere uno senza l'altro, sono due aspetti
della stessa medaglia - - > critica alla filosofia del materialismo e l'idealismo (in particolare quello fichtiano):
riconduce l'oggetto come un'esclusiva del soggetto. La rappresentazione non è altro che un insieme di soggetto ed
oggetto che si basano sulle forme a priori "Kant ha complicato la filosofia, io la semplifico" - - > si riconduce tutto a
spazio e tempo ed elegge solo una categoria, quella di causa: essa assume forme diverse a seconda degli ambiti,
infatti essa è principio primo di ragion sufficiente rispetto al:

- divenire (= necessità fisica: rapporti causali tra gli oggetti)

- conoscere (= necessità logica: rapporti tra premesse e conseguenze)

- essere (= necessità matematica: rapporti spazio-temporali e aritmetico-geometrici)

- agire (= necessità morale. rapporti tra motivazioni e azioni)

In Schopenhauer il fenomeno è parvenza, illusione e sogno, ovvero ciò che nell' antica sapienza indiana era detto
"Velo di Maya" (Maya è la divinità indiana dell'inganno e cela la vera realtà), e il noumeno invece è conoscibile, ed
è tutto ciò che si nasconde dietro appunto questo velo: la rappresentazione è solo la superficie di come è la realtà,
bisogna squarciare questo velo di Maya = svelamento (svegli e dormienti in Eraclito, strada dei sensi e della ragione
in Parmenide) per andare al di là delle apparenze - - > la realtà in sé nel profondo; noi non siamo soltanto idea,
rappresentazione ma siamo anche volontà, ossia corpo e quindi siamo dei soggetti desideranti (L'IO
SCHOPENHAUERIANO E' LA COINCIDENZA DI CORPO, COSCIENZA E VOLONTA')- - > per analogia, tutto il mondo ha
in sé questa volontà di vivere, siccome nel momento in cui vivo nel mio corpo, perdo i limiti dell'individualità
dunque la volontà di vivere passa DALL'ESSERE ESSENZA DEL MIO CORPO AD ESSERE ESSENZA DEL MONDO. Essa ha
le caratteristiche dell'essere di Parmenide (ingenerato, imperituro, eterno, immobile, immutabile, unico, omogeneo
e finito: se non fosse così, l'essere non sarebbe tale, ma sarebbe non essere)--> LA VOLONTA' DI VIVERE è la grande
matrice che produce la realtà fenomenica [collegamento con Fichte], ma è anche l'essenza segreta di tutte le cose, ossia
la cosa in sè dell'universo. La Wille zum Leben è:

1) inconscia : è frutto di un impulso privo di consapevolezza

2) unica: si sottrae alle categorie spazio, tempo e di causalità, dunque va oltre al principio di individuazione

3) eterna: non è soggetta ad un tempo

4) incausata: causa di sè stessa, al di là del principio di causalità


5) priva di scopo : è una forza priva di orizzonti, di finalità, ossia una forza cieca senza meta

S. considera <<la vita un sogno>>, un'intuizione derivata dalla filosofia dei Veda [l'esistenza comune è una sorta di
illusione ottica], Platone [<<gli uomini vivono in un sogno], Pindaro (poeta lirico greco vissuto tra il VI e il V sec.
a.C.) [l'uomo è <<sogno di un'ombra>>], Sofocle [gli individui sono <<simulacri e ombre leggere>>], Shakespeare
[<<noi siamo di tale stoffa, come quella di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è chiusa in un sonno>>] e
Calderón de la Barca, autore del dramma "La Vida es sueño". --> L'UOMO E' UN ANIMALE METAFISICO CHE SI
INTERROGA SULL'ESSENZA ULTIMA DELLA VITA.

Individuate le caratteristiche della volontà di vivere, S. ne ricava la crudele verità sul mondo: gli esseri viventi non
vivono che per vivere e continuare a vivere. Gli uomini hanno mascherato questa verità attraverso la postulazone
della figura di Dio al quale finalizzare la loro vita, ma in realtà Dio non può esistere poichè e l'unico assoluto, ovvero
la volontà stessa.

GRADI DI OGGETTIVAZIONE DELLA VOLONTA' --> - idee : sistema di forme immutabili eterne

- realtà naturali (spazio-temporali) = dalle forze della natura


all'uomo

Schopenhauer ≠ Hegel --> ESSENZA DELLA REALTA': per S. è la volontà di vivere che è un impulso irrazionale, un
energia, una forza che anima ciecamente il Tutto; per Hegel era l'idea che era intesa come lògos, una ragione che
tende a realizzare e a conoscere se stessa e si articola secondo un procedere dialettico. Ambedue si manifestano in
tre momenti, rispettivamente:

Hegel Schopenhauer

• idea in sè <--> - idee platoniche (archètipi)

• idea fuori di sè <--> - ordine gerarchico di tutti gli esseri naturali [piramide cosmica]

• idea tornata in <--> - volontà autoconsapevole nell'uomo

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