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Fra l’inizio della rivelazione e la morte di Muhammad trascorsero soltanto una ventina di

anni.

STORIA

Muhammad è un personaggio storico: abbiamo attestazione da parte di fonti bizantine e Siriache di questa nuova
religione che era vista da fuori sembra un fenomeno marginale. Egli nacque alla Mecca nel 570 detto anno
dell’elefante. Nel 610 ricevette la prima rivelazione —>implica un momento di rottura della tranquillità: la Mecca
mondo pagano in cui l’unica forma di spiritualità è data dal ritiro spirituale in caverne o eremi. Nel 622
Muhammad si recò pressi Yatrib, l’odierna Medina per fare da arbitro secondo la consuetudine, è una contesa
interna della città questa è l’egira (Higra:‫ = هجر‬indica una sorta di allontanamento ed anche un “recidere i
legami”) migrazione dalla Mecca a Medina della nascente comunità musulmana ;avvenimento da cui prende
avvio l’era islamica. I seguaci di Muhammad a Medina vengono detti muhaajiruun (migranti). Negli anni seguenti
Muhammad assunse sempre più la funzione di capo politico. I Quraysh della Mecca continuarono la lotta contro il
profeta e musulmani. Nel 624 a Badr e l’anno seguente a Uhud avvennero due scontri: il primo vinto dei
musulmani e il secondo dai meccani politeisti, i quali però furono respinti. Il legame basato sulla fede del Dio
unico (Allah) cominciava a sostituirsi alla solidarietà di sangue, base della società tradizionale, sia nomade che
sedentaria. La vittoria delle forze musulmane su quelle pagane la riconquista della Mecca avvenne nel 630
senza spargimento di sangue e fecero di Muhammad il capo religioso e politico della comunità musulmana di
uno Stato in espansione della nascente comunità araba. Muhammad si recò alla Mecca solo per compiere il
‘pellegrinaggio dell’addio’alla Ka’ba,il santuario politeista, riportato da Muhammad all’originaria funzione
monoteistica. Ital modo egli attribuì definitivamente alla Mecca il ruolo religioso e spirituale che da allora occupa
all’interno della società islamica.

CORANO
al-Qur’aan indica l’atto di leggere che veniva compiuto non con gli occhi, ma ad alta voce. Il Corano fu trasmesso
oralmente messo per iscritto alcuni anni dopo la morte di Mohammed ed è il primo testo complesso e di
eccezionale complessità scritto in lingua araba. Inseriti al monoteismo assoluto che caratterizza l’Islam possiamo
trovare aspetti che derivano da un adattamento ai loro corrispondenti per islamici ad esempio il per il
pellegrinaggio e i suoi riti o la poesia che ha continuato ad essere coltivata in tutto il mondo islamico nonostante
la condanna presente nel Corano. Il musulmano fa parte per scelta di una comunità (umma—> umam) unita da
una fede che gli dà la possibilità di seguire la propria, autonoma strada, perché sennò parte da una parte per
l’affermazione di un universalismo islamico, dall’altra individuo guadagna più spazio. La persona infatti con
l’Islam diventa oggetto di attenzione anche intellettuale cioè acquista spessore autonomia così come la vita e
sentimenti assumono un valore nella loro specificità. Ognuno sarà premiato punito nell’aldilà sulla base delle
azioni compiute durante questa vita le quali nel giorno del giudizio universale verranno soppesata e valutate;
questa concezione prima dopo la morte muta il valore dell’uomo musulmano che darà la vita e la morte la quale
non è più la fine di ogni futuro come per gli arabi preislamica; dopo la fine della vita Islam prospetta al
musulmano un premio il paradiso. Il profeta riferiva oralmente le parole che Dio gli inviava tramite l’arcangelo
Gabriele e una chiara lingua araba (lisaan ‘arabii mubiin). Dunque l’arabo della rivelazione era quella lingua
‘franca’ utilizzata già dall’epoca preislamica e capita dalla maggior parte degli arabi.era utilizzata dai rettori dei
discorsi ufficiali, ma anche da indovini che si immaginava fossero contatto con i ginn poiché era collegato al
politeismo le sue pratiche viene rifiutato da Muhammad e dei primi credenti; infatti il profeta in un famoso hadiit
condanna il sag in quanto forma usata dagli indovini. D’altra parte il profeta dell’Islam dovette ripetere più volte
l’accusa di essere poeta e affermare con forza la differenza fra la profezia che proviene da Dio e la poesia e
predice il futuro ispirate dai ginn la prima ecco teoria prevalente sulla forma mentre nelle altre due la forma falsa
e spesso senza senso predomina sul contenuto. Per quanto riguarda i critici arabi anche loro hanno delle
opinioni discordanti riguardo all'utilizzo del sag all’interno del Corano. Però recenti studi hanno evidenziato che la
struttura del testo sacro dell’Islam pur nella somiglianza rivela alcune differenze degli esempi più antichi del sag
infatti nel Corano i versetti che costituirebbero le unità del sag contengono non soltanto concetti brevi e isolati,
bensì anche i messaggi divenuti con il procedere della rivelazione sempre più complessi ricchi sfaccettature e di
novità concettuali formali. I seguaci di Muhammad come nell’uso nella società tradizionale con facilità
imparavano a memoria versetti che ascoltavo recitare dall’inviato per poi ripetere con ogni probabilità secondo la
pronuncia gli ho detto proprio.
Abuu Bakr, il primo califfo, incarico Zayd ihm Taabit di raccogliere un testo completo e sicuro di metterlo per
iscritto.questo primo manoscritto del Corano passo ad ‘Umar, il secondo califfo e poi al terzo califfo. Quest’ultimo
incarico una commissione di redigere un testo definitivo; viene stabilito un testo ufficiale fulminato distruggere
quanto divergesse da esso.questo manoscritto fu trascritto da quattro a sette volte a seconda delle punti e
mandato le diverse province del califfato dove fu copiato più volte; me in realtà fino al X secolo, in un’epoca in cui
la comunità musulmana era attraversata da tanti contrasti continuano a circolare molte varianti. La trascrizione
del Corano dovette anche sollevare numerosi problemi relativi alla grafia e anche la struttura grammaticale
sintattica della lingua araba.privilegiando probabilmente la lingua la pronuncia dei Quraysh, tenendo anche conto
di quella koiné poetica orale, I grammatici arabi hanno costruito il sistema grammaticale della lingua araba
tutt’oggi impiegata per scrivere.
~ il Corano è diviso in 114 capitoli dette sure (suura—> suwar) Che furono poste in ordine di lunghezza
decrescente: si va si va dai 286 versetti (aaya—> aayaat) la seconda sura ai tre delle ultime.da questo ordine
esclusa la prima sura, la Faatihaa (l’Aprente), Che è di sette versetti e che costituisce la preghiera fondamentale
dell’Islam. Le 48 sura del primo periodo meccano sono fra le più corte e quindi costituiscono l’ultima parte del
volume.inizio della predicazione per ottenere le confessioni i versetti brevi e ritmici sono ricchi di giuramenti
immagini poetiche di riferimenti al vizio universale e la punizione divina. Per esempio la suurat as-sams (Sura del
Sole) È di 15 versetti molto brevi e caratterizzati da una serie di giuramenti fatti nome di elementi della natura a
cui fa seguito un riferimento una popolazione preislamica, i Tamuud che non riconobbe il profeta adesso a
mandato da Dio che li sterminò per il peccato loro. Le 21 suure del secondo periodo meccano sono più lunghi e
mostrano uno spirito più libero è una maggiore serenità. Vi sono frequenti riferimenti alla missione profetica di
Muhammad come nella ‘sura del viaggio notturno’ in cui il primo versetto allude al viaggio e all’ascensione che
Dio fece compiere a Muhammad. In molte sure di questo periodo le vicende sono narrate con maggiori dettagli
come nella ‘sura di Noè’ in cui il racconto che noi fa direttamente a Dio dei tentativi fatti per convincere il suo
popolo a seguire la verità si protrae per tutti i 28 versetti. Che qui il racconto dal tono umano e realista doveva
servire da monito ai miscredenti ed esempio per i credenti mente la menzione dei peccatori contemporanei di
Noè i quali non vogliono abbandonare di idee è un chiaro riferimento è politeistico. Infine nelle 24 sure e
medinesi si allungano ancora tanto da diluire la musicalità dovuta all’omofonia finale e alla sequenza: ogni sura
raccoglie tanti argomenti diversi riguardanti la gestione della vita della comunità i doveri dei musulmani insieme a
racconti soprattutto biblici e la polemica in atto con gli ebrei e cristiani; un esempio è la ‘sura delle donne’ ricca
distruzioni che vanno dalla poligamia lo stato di purità dall’eredità all’omicidio dalla preghiera alla guerra.
Nel Corano vi sono presenti numerosi riferimenti a storie del Vecchio Testamento come quelle di Mosé e
Giuseppe, me ne sono altre su Gesù tratte dei Vangeli, soprattutto quelli Apocrifi in circolazione nel Vicino
Oriente.Troviamo racconti di origine ellenistica come ‘la storia dei dormienti di Efeso’ e quella del ‘romanzo di
Alessandro’ insieme ad altri propri della penisola araba.
Ai diversi argomenti affrontati, corrisponde anche una differente forma linguistica: i versetti in cui vengono esposti
gli obblighi e le istruzioni per il musulmano hanno linguaggio “tecnico giuridico” mentre le parti narrative sono
caratterizzate da un uso frequente del dialogo nel quale possono parlare anche i dannati dell’inferno, uomini pii
del paradiso, anche lo stesso Dio unico. Non è sempre chiaro chi stia parlando perché la scrittura ha bisogno di
espedienti grafici per segnare il cambiamento di persona; tali espedienti non ci sono nel Corano perché superflui
in quanto esso veniva recitato e quindi era sufficiente un cambio di tono perché gli scultori capissero chi era
parlare se il soggetto era mutato. Lo stile del Corano nato per recitazione è legato all’evocazione determinata da
Cini e rapidi riferimenti allusioni espressioni maggio caratterizzato da assonanze e cadenze, le immagini da
metafore utili a impressionare l’ascoltatore; si tratta di uno stile che procede fra immagini e concetti spesso non
legati da una logica immediatamente percepibile ma che hanno per il credente che ascolta il testo arabo un
valore trascendente.il valore estetico che musulmano riesce accogliere nel libro, spesso sfugge al lettore
occidentale anche se esperto di arabo.è stata una fonte di magia e di lessico per tutti i musulmani che ha influito
sullo stile di autori. Molte delle metafore coraniche più poetiche più discusse sono inserite nella poesia mistica
(zuhdiyya) ma anche nella poesia d’amore (gazal) e negli encomi (madih) . Le citazioni coraniche sono presenti
tutti i generi di testo sia in prosa che in poesia ma con una carica evocativa che sfugge a chi non conosce a
memoria il libro dell’Islam.
*Questione dell’i’gaaz (inimitabilità) del Corano * = dibattito che ebbe inizio nel IX sec.: si tratta di una “tavola
custodita” (lawh mahfuuz) su cui è scritto il Corano il quale Sia che venga considerato un attributo di Dio, sia che
venga considerato creato nella pre eternità, non può essere uguagliato imitato dall’espressione umana.
L’inimitabilita del Corano riguarda il valore estetico dell’espressione linguistica: numerosi sono i racconti di
credenti caduti in estasi ascoltando recitare con il Corano. Il più importante critico arabo ‘Abd al- Qaahir al-
Gurgaanii nel “Dalaa’il al-Igaaz” (Le prove dell’igaaz) discute la questione dell’inevitabilità del Corano; il
grammatico prende in esame gli aspetti sintattici linguistici e affronta il rapporto tra espressione linguistica e
significato, ma valutando tutti questi elementi appunto di vista estetico perché secondo lui soltanto passando ad
esaminare l’autore dell’espressione letteraria si può risolvere la questione dell’igaaz.

PRODUZIONE IN PROSA
● hadiit (ahaadiit) —> brevi racconti guardanti tutta l’attività di Muhammad, sia come inviato di Dio, sia
come capo politico e militare, sia come uomo, erano, inizialmente riferiti oralmente passando da
persona persona finché, nella seconda metà del VII secolo alcuni musulmani e il timore di falsificazione
la perdita della memoria cominciarono a mettere per iscritto queste tradizioni.
● hutba —> queste reazioni politiche erano già presente nell’epoca preislamica.con Mohammed
cominciarono a perdere la funzione di aggressione verbale verbale al nemico per assumere la
caratteristica, che sarà propria dell’Islam, e se un discorso rivolto ai fedeli durante la preghiera del
venerdì. Era questa l’occasione in cui, davanti alla più frequentata assemblea dei musulmani, veniamo
affrontati i problemi, sia religiosi che politici, sorti nella comunità. La hutba più nota ed importante
dell’inviato di Dio è il Discorso dell’Addio (hutba al-wadaa’) tenuto durante il pellegrinaggio alla Mecca.
Abbiamo altri documenti attestati al profeta come la “costituzione di Medina” (considerato l’atto di
fondazione dello Stato islamico = regole per la convivenza fra meccani misulmani immigrati a Medina e i
medinesi, sia musulmani che politeisti ed ebrei.

PRODUZIONE POETICA
Dio mette in guardia i fedeli da coloro che utilizzano capacità umana di espressione verbale in maniera arbitraria
e manipolatrice. Infatti i poeti erano individui considerati all’epoca preislamica potenti e temibili a causa della loro
quella ammaliatrice della mancata corrispondenza fra il dire e il fare. Si afferma quindi la profonda differenza fra
profezia e poesia: la prima è un dono eccezionale che Dio è unico creature cose da persone particolari, la
seconda è un estro artistico ispirato da spiriti spesso maligni che sottostanno alla potenza divina. La poesia per
mantenere il legame con la tradizione continua a svolgere la propria funzione, favorito in cui sola conversione
all’Islam di tribù e poeti, portatori bagaglio artistico tradizionale, da parte profeta, anche di un’entità politica.
● Hassaan ibn Tabit—> poeta ufficiale di Muhammad, il capo scelto da Dio, portò questo poeta a
comporre versi occasione relativi alla nuova comunità, unita alla fede e non più da un legame di sangue
dando nello stesso tempo voce esigenze ancora simili a quelle dell’epoca preislamica: la memoria la
lode e l’invettiva.
● Labiid—> una volta diventato musulmano abbandona l’attività poetica
● al-Hansaa’ —> poetessa che continuò l’attività poetica senza fare alcun riferimento all’Islam
● Ka’b ibn Zuhayr —> qasiida dedicata al profeta: nel nasiib ricorda sia la mattina della separazione
dall’amata Su’aad, simile a una gazzella ma volubile come un senile femminile, sia il vino tagliato con
acqua fresca. Il componimento prosegue con la narrazione del viaggio e la descrizione della Carmela
per poi terminare con una lode.
Mi furono però altrettanti poeti che scrissero delle qasiide contro il profeta mettendo accento sull’invettiva (higaa).

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