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Nonostante la presa di posizione contro la scrittura → Platone = uno degli autori più prolifici
dell’antichità → contraddizione ridimensionata osservando la forma letteraria che usa per
esporre le proprie teorie: dialogo
Secondo Aristotele → invenzione del “dialogo socratico” a Alessameno di Stira o di Teo →
Platone avrebbe quindi adattato a contenuti filosofici un genere drammatico nato in Sicilia e
basato su una rappresentazione “mimetica” della vita quotidiana
Quotidianità → importanza fondamentale nell’opera platonica in cui un ruolo di primo piano
spetta alla caratterizzazione: personaggi, ambienti e circostanze = testimonianza anche sulla
vita culturale e materiale del passato dell’Atene di Socrate
Dialoghi mimetici e narrativi → azione concepita in termini di realismo scenico perché a lui
interessa comunicare un processo più che un risultato → filosofia “drammatica” = nasce dal
confronto dialettico tra interlocutori nell’atto di portare avanti una ricerca che non
necessariamente approda a conclusioni definitive
Fiducia nella valenza etica dell’indagine → spinge Platone a tradire Socrate che non aveva
lasciato nulla di scritto e si trova protagonista di opere che non avrebbe approvato → due
filosofi separati da una generazione nevralgica in cui si è avviato in modo irreversibile il
passaggio dalla cultura orale a quella scritta favorito dalla sofistica → per riabilitare
l’insegnamento socratico e impedire che vada perduto o frainteso occorre stabilizzarlo e la
forma più adatta oltre alla lettera è il dialogo = tentativo di sintesi tra l’oralità socratica e la
scrittura “tecnica” dei sofisti
Intende dimostrare che la condanna a Socrate è maturata in un clima che ne ha deformato
la figura: facendone uno dei mali della filosofia → difesa per il maestro nell’”Apologia” in cui
Socrate si rivolge a una giuria formata da chi aveva voluto vedere in lui un personaggio a
metà tra il sofista e l’abile ciarlatano che Aristofane aveva dipinto nelle “Nuvole” → in molti
dialoghi “socratici” mette in scena il maestro con i sofisti: con l’ironia smaschera la loro
pretesa di costituire una “scienza dell’opinione” attraverso la persuasione retorica e
contrappone a essa la conoscenza della verità attraverso la dialettica = fine ultimo dell’uomo
e Bene
Affinità degli strumenti: parola e ragionamento → fraintendimenti riguardo il metodo
socratico → differenza nell’oggetto della ricerca: δόξα da un lato e αλήθεια dall’altro
Dialogo = veicolo polemico alternativo atto a estrinsecare in opposizione alla retorica e
all’eristica la vera potenza del λόγος
Diffidenza del filosofo per ogni tipo di discorso “fissato” anche oralmente perché ogni
irrigidimento della parola la priva del suo valore etico di guida verso la Verità e Platone figlio
di una cultura orale che ha i suoi punti di riferimento nel teatro e nell’epos (conosce bene il
ruolo dell’oralità psicagogica nella formazione dell’individuo in virtù della sua educazione
aristocratica) → critica platonica alla scrittura
Λόγος dialettico → può dimostrare ed essere confutato con gli stessi strumenti
Λόγος poetico e retorico che ad esso si ispira → non ammette dibattito, ma si insinua
persuadendo sottilmente
Platone → da un lato contro l’irrigidimento della parola, dall’altro contro i pericoli dell’oralità:
condanna la scrittura, ma bandisce la poesia dal suo stato ideale
Critica al filosofo: condannare l’arte in quanto “copia della copia” = imitazione della realtà a
sua volta modellata sulle Idee → critica sui contenuti, non sulla forma → poesia più
persuasiva del ragionamento dialettico e quindi pericolosa come veicolo di menzogna: piano
su cui combatterla
Platone debitore della cultura poetica: contraddizione dell’opera platonica al quale propone
una soluzione nel mito allegorico → molti miti nei dialoghi platonici concentrati sugli scritti
della seconda e terza fase: mito di Prometeo e del progresso umano nel “Protagora”, del
giudizio delle anime dopo la morte nel “Gorgia”, degli uomini sferici nel “Simposio”, della
caverna e di Er di Panfilia nella “Repubblica”, delle cicale, di Teuth e dell’anima-auriga nel
“Fedro” e il mito di Atlantide nel “Timeo” e nel “Crizia” = miti apertamente allegorici: elementi
che li compongono rimandano in modo più o meno esplicito a concetti teorici precisi →
allegorie = esemplificazioni di argomentazioni filosofiche rese comprensibili a chi non abbia
gli strumenti intellettuali adeguati → critica: chi è in grado di comprendere il suo pensiero
non ha bisogno di esempi e chi non lo è non li legge
Mitopoiesi = capacità di creare miti per interpretare la realtà di un popolo, di una cultura o un
individuo → “mitologia riformata”: proposta di una letteratura orale di forma tradizionale, ma
di contenuti nuovi, ispirati alla filosofia, un messaggio che mantenendo i suoi caratteri
psicagogici persuada l’ascoltatore sprovvisto di armi dialettiche al vero e non alla menzogna
→ ipotizza una pars construens contro la progressiva “demolizione” del mito iniziata nel VI
secolo a.C. Da Senofane
Genere dialogico: mediazione riuscita fra la tradizionale parola persuasiva e la “nuova”
parola filosofica che prende il posto del dramma nella forma del dialogo mimetico e
dell’epica in quella del dialogo narrativo → affinità tra dialogo platonico e dramma si
giustificano con le probabili origini del genere, influssi della tragedia nella scelta di affidare
alle sue opere una visione dei problemi da più angolature